Gazzetta del Sud Venerdì 29 Giugno 2012 Spettacoli … Dalla Francesco Cilea Enrico Caruso Modugno....

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Page 1: Gazzetta del Sud Venerdì 29 Giugno 2012 Spettacoli … Dalla Francesco Cilea Enrico Caruso Modugno. Io non vado mai a ritirare nessun premio, ma questo mi lusinga. Sono stato un appassionato

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Partitura del maestro calabrese ritrovata dal tenore Giuseppe Filianoti nella Casa della cultura di Palmi

Spunta un inedito di CileaÈ una romanza dell’opera “L’Arlesiana” che lo scopritore canterà a FreiburgGiuseppe TuminoREGGIO CALABRIA

Un inedito di Francesco Cileain prima esecuzione moder-na. E non un inedito qualsia-si, ma una romanza per teno-re appartenuta alla primaversione – quella originale,ormai perduta – dell’opera“L’Arlesiana”. Evento fausto,reso ancora più peculiare dalfatto che la straordinaria sco-perta, destinata a scrivere uncapitolo importante nellastoria esecutiva del reperto-rio del Palmese, si deve al te-nore reggino Giuseppe Filia-noti, che personalmente can-terà la romanza, a propria cu-ra fatta riorchestrare, nel suocontesto originario: un’e s e-cuzione dell’opera in formadi concerto, i prossimi 14 e17 luglio a Freiburg (Germa-nia).

A conferire i crismi dell’a u-tenticità allo spartito, scoper-to da Filianoti nell’archiviodella Casa della cultura di

Omaggio a Caruso, Buti e Dalla

Musica e paroleSorrento celebrale “voci nobili”Loredana GenoveseROMA

Un racconto di parole, musicae danza per uno spettacolo checelebra la canzone italiana nelmondo e tre delle sue voci:Enrico Caruso, Carlo Buti e Lu-cio Dalla. Da Marina Grande diSorrento le note di “Una notteper Caruso”, una kermesseprodotta dalla Vittoria Cappel-li srl: sabato 14 luglio in primaserata su Raiuno, per la regiadi Roberto Croce.

Si tratta, come ha ricordatoil direttore della rete ammira-glia Rai Mauro Mazza, di «trevoci che hanno conquistato leplatee internazionali con la lo-ro musica».

A Tony Renis sarà conse-gnato il premio Caruso.“Quando Quando” di Renis èuna delle due canzoni più in-terpretata all’estero assieme a“Volare” di Domenico Modu-gno. «Ma si schermisce – Renis– in verità c’è un solo numero

Ex reginetta protagonista in un film

Volti nuovi del cinemaMiss Italia talent scoutBOLOGNA. Miss Italia si con-ferma “talent scout” per inuovi volti del cinema italia-no. L’ultima scoperta è Fran-cesca Testasecca, reginetta dibellezza nel 2010 e protago-nista femminile di “Il ragio-niere della mafià” per la regiadi Federico Rizzo e trattodall’omonimo libro di DonaldVergari.

«Tra poco più di una setti-mana sarà tutto finito», dicel’attrice. «Non posso nascon-dere l’emozione al pensiero

di quanto sarà bello riveder-mi sul set – aggiunge – e ri-cordare le risate che mi sonofatta insieme al cast!».

Assieme a Francesca Testa-secca, sul set, altre quattroragazze del concorso di bel-lezza: Alessia Tedeschi, MissTv Sorrisi e Canzoni 2011,Anna Munafò, seconda clas-sificata nel 2005, Sara Izzo,Miss Sorriso 2011 e Benedet-ta Piscitelli, Miss Miluna2010. La pellicola uscirà inautunno.�

Alla Cineteca di Bologna rivede la luce il “canovaccio” di una sceneggiatura del grande attore-regista

Quando Chaplin voleva immortalare il ballerino NijinskyAlessandro GalavottiBOLOGNA

Quattro pagine fitte di appuntiscritti a mano, il “canovaccio” diuna sceneggiatura rimasta ine-dita, e alcune foto fino ad orasconosciute. Nel sessantesimoanniversario di “Luci della ribal-ta”, il suo film-testamento, labiografia di Charlie Chaplin siarricchisce di documenti fino adora sconosciuti.

I preziosi reperti sono spun-tati tra gli oltre 200mila scrittiche la famiglia del grande atto-re e regista del cinema muto haconsegnato alla Cineteca di Bo- Charlie Chaplin al trucco durante le riprese di “'Luci della ribalta”

Lucio Dalla

Francesco Cilea

Enrico Caruso

Modugno. Io non vado mai aritirare nessun premio, maquesto mi lusinga. Sono statoun appassionato melomanesin dall’infanzia. Una passioneche mi aveva trasmesso miononno. Andavo alla teatrodell’opera a fare la claque, finoa spellarmi le mani».

Enrico Caruso, ambasciato-re nel mondo della musica ita-liana, non soltanto lirica. Dopodi lui, altre voci italiane affa-scinarono le platee internazio-nali, su tutte quella di CarloButi (1902-1963), capostipitedel cantar melodico. Nel titolodi ben cinque brani del suo re-pertorio compare il nome dellacittà che ospita la manifesta-zione: uno di questi, “Sorren-to”, fu scritto nel 1934 dalgrande Totò assieme a ErnestoMurolo. «Buti fu il primo – fanotare Mazza – cantante dellaRai. Poteva far tutto con lostraordinario strumento musi-cale che aveva in gola, ma neldopoguerra cadde in oblio perla sua interpretazione di “Fac-cetta nera».

La terza Voce Nobile ricor-data nella notte di Sorrento èquella di Lucio Dalla, autore einterprete della splendida “Ca-ruso”. Il filo narrativo dello

Tony Renis e Paola Saluzzi

spettacolo sarà affidato a Pao-la Saluzzi e all’attore e doppia-tore Luca Ward. Sul palcosce-nico, costruito sul mare, si al-terneranno artisti molto amatidal pubblico che si cimente-ranno in un repertorio di can-zoni italiane che hanno appas-sionato milioni di ascoltatori.Come Fiorella Mannoia, cheproporrà una sua interpreta-zione di “Piazza grande” di Lu-cio Dalla, Samuele Bersani cheproporrà “Canzone”, branoscritto a quattro mani con ilcantautore bolognese scom-parso di recente, e gli Stadio,storici collaboratori di Dalla einsieme autori di grandi suc-cessi come “Grande figlio diputtana” che eseguiranno uni-tamente a “L’ultima Luna”.

Altri grandi rivivranno nelleinterpretazioni di altri ospiti:Noa e il Solis String Quartet,Tosca, le Sorelle Marinetti e LeRivoltelle, Manuela Villa, Pier-davide Carone, la cantautriceChiara Civello, anche lei sulpalco della scorsa edizione diSanremo e qui alle prese con“Meglio stasera”, storico bra-no scritto da Franco Migliaccicon il compositore Henry Man-cini, interpretato nella versio-ne inglese da innumerevoli ar-tisti, ultimo in ordine di tempoMichael Bublè. Si potrannoascoltare curiosi esperimentimusicali come l’incontro fra iltenore Gianluca Terranova eGaetano Curreri: insieme pro-porranno una inedita versionedi “Caruso” di Dalla. Con il so-prano Sabrina Picci, poi Terra-nova eseguirà “Con te partirò /Time to Say Goodbye”, il piùrecente dei successi italiani daesportazione.�

Spettacoli

Palmi, è stato uno staff di mu-sicologi dell’Università Ca’Foscari di Venezia, guidatoda Francesco Cesari, che sudi esso ha approntato unesaustivo saggio destinato afungere in quelle serate daprogramma di sala. Le vicen-de compositive e le scarsefortune de “L’Arlesiana”, rap-presentata per la prima voltacon un sostanziale fiasco il 27novembre 1897 al Teatro Li-rico di Milano, sono, com’ènoto, capitoli tra i più tor-mentosi dell’intera storia delmelodramma. Il primo rima-neggiamento, probabilmenteimposto all’autore dall’e d i t o-re Sonzogno, ridusse l’operada quattro atti agli attuali tree rimandò lo spartito in scenaancora a Milano, il 22 ottobredell’anno successivo.

Quattordici anni dopo unanuova versione con sostan-ziali modifiche vide la luce alTeatro San Carlo di Napoli(28 marzo 1912), ma l’operacome è oggi (raramente) ese-guita andò in scena solo il 23

gennaio 1940 al Teatro mu-nicipale di Piacenza, in tre at-ti e con l’aggiunta del prelu-dio e del pregevole intermez-zo che apre l’atto conclusivo.Ma è certo che neanche diquesta versione Cilea fosseinteramente soddisfatto, se èvero che sempre alla Casadella cultura di Palmi è con-servata una riduzione percanto e pianoforte dello spar-tito “piacentino” con annota-zioni di modifiche che proba-bilmente l’autore, scomparsonel 1950, non ebbe poi tempoo modo di apportare.

Dello spartito della versio-ne originale in quattro atti,(«quattro buoni atti», notavacon rimpianto l’autore) nullaresta. Secondo Cesari, po-trebbe essere andato perdutonel bombardamento che nel1943 distrusse l’archivio diSonzogno. Ma acutamente lostudioso osserva che «a fron-te dell’immensa quantità diinterventi, il piano dramma-tico della prima versionecoincide nella sostanza conquello dell’ultima».

Come se, in sostanza, rat-toppo dopo rattoppo, Cileaavesse voluto nel corso deidecenni in qualche modo “r e-cuperare” lo spirito, e anchele note, dell’opera originariae tanto amata, quella in quat-tro atti.

L’unico pezzo “chiuso” chel’autore non reinserì mai nel-lo spartito fu la romanza pertenore del terzo atto, “Unamattina m’apriron nella stan-za”. E proprio una riduzionedi tale romanza è stata indi-viduata da Filianoti in una li-rica da camera per soprano otenore intitolata “Alba novel-la” e conservata nelle dueversioni alla Casa della cultu-ra palmese.

Un’esclusione sorprenden-te, osserva Cesari, se è veroche «alla prima milanese ilbrano era stato elogiato sen-za mezzi termini dal criticodel “Secolo” Amintore Galli,che pure era stato severo nelgiudicare il nuovo spartito:«Per eleganza e dolcezza vamenzionata in modo specialela romanza di Federico congli arpeggi acuti dei violini.Anche qui il compositore mi-ra a far della musica imitativae descrittiva: e par sentirvi gliamorosi canti degli uccelli, e,quasi diremmo, la brezzadell’aria».

Il musicologo si chiede poise la grande popolarità arrisapoi all’altra romanza di Fede-rico, l’ancor oggi celeberrimo“Lamento”, possa essere unadelle ragioni che potrebberospiegare l’esclusionedall’opera di un brano liricocosì riuscito. Ma «le due ro-manze – conclude Cesari –appaiono animate da principiestetici troppo diversi per en-trare in competizione. La pri-

L’inedito di Francesco Cilea “rielaborato” in un’aria da camera. Sotto: il tenore Giuseppe Filianoti

ma, dopo l’arioso basato sulleit-motiv del tramonto – unadelle perle dell’opera –, si ri-solve in una melopea estre-mamente orecchiabile e scar-samente articolata, ripetuta

due volte come nelle roman-ze del primo Ottocento, sultipo ideale di “Sorgi, o padre”da Bianca e Fernandodell’amatissimo Bellini. “Unamattina m’apriron nella stan-

za” è invece intessuta su bre-vi elementi ricorrenti, melo-dici e ritmici, vocali o stru-mentali, che Cilea lega assie-me con ammirevole sensodelle proporzioni».

La felice “interpolazione”della romanza nel suo conte-sto d’origine dopo le serate diFreiburg potrà essere ascol-tato in un cofanetto di cd, dipalese valore storico, che daesse sarà tratto. Un docu-mento reso ancor più imper-dibile dall’inclusione, anchequesta suggerita al teatro te-desco da Filianoti, di una“Ode sinfonica”, che sarà ese-guita a Freiburg: una partitu-ra praticamente ignota alpubblico, scritta da Cilea nel1913 in occasione del cente-nario della nascita di Giusep-pe Verdi. Dal tenore regginoal compositore palmese, dun-que, un doppio atto d’amore,e un piccolo regalo alla sto-ria.�

logna perché venissero studiati.Un lavoro iniziato dieci anni fa,e non ancora terminato, che og-gi sarà presentato nell’àmbitodel festival del “Cinema ritrova-to”.

«Al di là della curiosità di tro-vare un manoscritto inedito,questa scoperta rappresentauno strumento eccezionale percapire meglio il metodo di lavo-ro di Chaplin, un regista chenon ha mai parlato di sé», spie-ga Cecilia Cenciarelli, storicadel cinema e responsabile del“Progetto Chaplin” della Cine-teca di Bologna. Assieme ad al-tri quattro studiosi, ha trascorso

gli ultimi dieci anni a catalogaree digitalizzare il vasto archiviodell’artista. Lettere personali,rassegne stampa, materialepubblicitario e appunti che pri-ma di arrivare a Bologna eranodivisi tra le stanze dell’associa-zione Chaplin, a Parigi, e Mon-treux, in Svizzera, dove l’attorevisse gli ultimi anni della sua vi-ta.

Gli appunti riguardano unsoggetto mai realizzato, ispira-to al leggendario danzatore Va-clav Nijinsky, che Chaplin co-nobbe a Los Angeles quando erain tournée con i famosi BalletsRusses.�