Gavoi Monumenti Aperti 2012

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Guida ai siti di Monumenti Aperti 2012

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29 30 Settembre 2012

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COMUNE DI GAVOI

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Comune di Gavoi

Elena MastioAssessore alla Cultura

Mangela CuccuiAssessore all’Istruzione

Marcella MulasAssessore al Turismo

Sara Mura Operatore Culturale del Comune di Gavoi

Gruppo di Coordinamento localeGavoi

Fotografie: Pierluigi Dessì/Confinivisivi Foto Domus de Janas Uniai: Marco ButtuFoto di copertina: Milena Marchi

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Gavoi aderisce con entusiasmo alla XVI edizione di Monumenti Aperti, una manifestazione che ben si

concilia con lo spirito di accoglienza e partecipazione che caratterizza questa comunità che ha scelto di inve-stire nella valorizzazione del patrimonio culturale quale risorsa produttiva capace di favorire lo sviluppo econo-mico e formare una coscienza collettiva di appartenen-za e identità.Monumenti Aperti intende essere, per gli ospiti e i gavo-esi, un’occasione per scoprire o riscoprire il paese e il territorio. L’obiettivo dell’evento è quello di valorizzare e rendere fruibile il nostro patrimonio artistico e culturale, fatto di chiese, siti archeologici e musei, ma anche di viuzze lastricate, suggestive piazzette, accoglienti corti-li, imponenti dimore in granito e balconi fioriti.Questa iniziativa mette insieme il lavoro costante e assi-duo degli operatori culturali con l’attività volontaria delle numerose associazioni e l’impegno dei giovani studen-ti. Questo giusto mix di conoscenze, saperi e approcci diversi è il valore aggiunto di Monumenti Aperti.Un sentito grazie a tutti coloro che hanno dedicato il loro tempo per la buona riuscita dell’evento e un calo-roso benvenuto agli ospiti con l’auspicio che possano sentirsi accolti nella nostra comunità.

Elena MastioAssessore alla Cultura del Comune di Gavoi

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Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero

Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus

Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula

Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri

Consorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru

Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

Il ComitatoScientifico Regionale

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Turismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da

spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luoghi di interesse storico - artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’in-tero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultu-ra, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura stori-co - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesaggi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifestazioni tradizionali.

Luigi CrisponiAssessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

Anno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un mo-mento importante che va oltre la semplice manifestazio-

ne culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito.Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle po-tenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diven-ta protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa op-portunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la con-sapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio MiliaAssessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

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Informazioni utili

L’Infopoint sarà ubicato presso il Museo Casa Porcu Satta in Via Roma 187: offrirà informazioni e dettagli circa l’evento e i percorsi organizzati.

Orari di apertura monumentiLe chiese di San Gavino, Sant’Antioco, San Giovanni, N.S del Carmelo e il museo Casa Porcu Satta sono visitabili sabato 29 settembre dalle 15.00 alle 18.30 e domenica 30 settembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30.

Nella chiesa di San Gavino le visite verranno sospese durante le celebrazioni religiose.

Il santuario della Madonna d’Itria, le Domus de Janas di Uniai e il Nuraghe Littoleri sono visitabili domenica 30 Settembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30 con bus navetta gratuito che partirà dal Museo Casa Porcu Satta in Via Roma 187 alle ore 10, alle ore 12, alle ore 15 alle ore 17.Per l’utilizzo del bus navetta è gradita prenotazione all’indirizzo email [email protected]

Eventi collateraliSabato 29 settembreSala Consiliare - Piazza Santa Croce ore 18.30Convegno: Littoleri, un nuraghe con vista sul Lago di Gusana: i risultati della prima campagna di scavi.A cura della Dott.ssa Maria Ausilia Fadda

Domenica 30 SettembrePiazza Sant’Antriocu ore 16.30Povera PatriaLa Nostra Storia Nel Tempo di Mezzo, Marcello Fois dialoga con Salvatore MannuzzuScandisce il tempo la voce e il sax di Gavino Murgia.A cura dell’associazione L’Isola delle Storie

Salone Parrocchiale - Piazza San Gavino ore 19.00“Invito alla classica” - Una lezione-concerto di e con il maestro Giampaolo Zucca e il maestro Andrea Ivaldi. A cura dell›associazione Tabità

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Dove mangiare. Dove dormireRistorante Pizzeria Santa RugheVia Carlo Felice 2 - Tel. 0784.53774

Osteria BorelloV.le Repubblica 104 - Tel. 0784.53741

Ristorante Pizzeria Al fornelloVia Settembrini 40 - Tel. 0784.53518

Pizzeria MaristiaiVia Maristiai 26 -Tel. 0784.53576

Albergo Ristorante GusanaLago di Gusana - Tel. 0784.53000

Albergo Ristorante Sa ValasaLago di Gusana - Tel. 0784.53423

Hotel TaloroLago di Gusana - Tel. 0784.53033

Agriturismo Antichi Sapori da SperanzaTel. 0784.52021

Fattorie Il TempoLocalità Zoccai - Tel. 347.8587884 - 349.4446365

Agriturismo FuegoLago di Gusana - Tel. 0784.52052

Affittacamere Sa PosadaV.le Republica 121 - Tel . 0784.53100 - 328.6138540

Affittacamere DomosardiniaTel. 0784.295889 - 3395894660

B & B MariposasPiazza Sant’Antioco 5 - Tel. 0784.52272 - 349.0969210

Agriturismo BrundihoneLocalità Brundihone - Tel. 347.2940924

Gusta la città

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Gavoi è un comune di circa 3.000 abitanti situato nel cuore della Barbagia di Ollolai nei pressi del pittoresco lago di Gu-sana.

Il territorio circostante il paese è inoltre ricco di nuraghi Do-mus de janas, menhir, tombe di giganti che testimoniano l’an-tica presenza umana nel territorio.Il centro storico risulta essere un labirinto di strette viuzze che convergono su piazzette suggestive per il gioco dei bambini e per il ritrovo degli anziani.

Gavoi

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Fiore all’occhiello della produzione alimentare è il formaggio denominato Fiore Sardo, che si produce ancora secondo le antiche e tradizionali tecniche di lavorazione artigianale.Nel corso dell’anno nel paese si svolgono diversi eventi: il Carnevale, lo straordinario appuntamento autunnale “Ospi-talità nel cuore della Barbagia” e il Festival della letteratura “L’isola delle storie” importante incontro di molte personalità della letteratura e di molti narratori provenienti dell’Italia e dal mondo.Nel 2005 il Comune di Gavoi è stato insignito della Bandiera Arancione, marchio di qualità del Touring Club Italiano, per la forte attrattività ambientale, l’offerta storico-culturale e l’ade-guata differenziazione delle strutture ricettive.

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Chiesa di

San Gavino

La chiesa parrocchiale di S. Gavino da cui prende nome l’omonimo rione, sorge su un’area cimiteriale. Lo di-mostra la denominazione di “zemitoriu”, dormitorio, data all’area che circonda il tempio. Ma lo dimostra-no soprattutto i ritrovamenti di scheletri umani fatti negli anni 1950 - 1962 e 1992, a seguito del rifacimento della pavimentazione (tre volte in quarant’anni). La chiesa di San Gavino è in stile tardo gotico aragonese, a tre nava-te. La sua costruzione risale,

con tutta probabilità, al sec. XV-XVI. Non ci sono documenti comprovanti la data della sua erezione, ma sono state evi-denziate iscrizioni e date nei medaglioni in trachite delle chiavi di volta di alcune cappelle. In particolare la cappella della B.V. del Carmelo, seconda a sinistra, porta la data del 1555, come pure il nome del parroco del tempo, Rev. Lai. Nella cappella di S. Francesco Saverio, in seguito dedicata a S. Rita e attual-mente occupata dalle canne dell’organo, l’iscrizione indica il nome del parroco Quesada e la data indicante il termine del lavoro, 1695. Il medaglione della cappella del Crocifisso, oggi di S. Giuseppe, porta al centro la croce con motivi ornamen-tali, mentre quello della cappella di S. Francesco d’Assisi ha incise tre iniziali: D.B.M. che potrebbero riferirsi al parroco del tempo donatore dell’altare. Anche nella volta delle cappelle della navata laterale destra, le chiavi portano scolpite simboli o fregi. In quella della Beata Vergine Maria è evidente una rosetta e tutt’intorno dei motivi ornamentali. Nella cappella di S. Sebastiano, oggi di S. Antonio Abate, compaiono gli stessi motivi con in più quattro orecchiette sporgenti a guisa di palme. Quella di S. Antonio Abate, oggi di S. Gavino, porta la figura del Santo. Di particolare interesse, per i simboli raf-figuranti, si rivela la volta del coro, formata da diverse volte, limitate da costoloni di trachite rossa, con cinque medaglioni pensili, corrispondenti alle chiavi. I medaglioni di forma ro-tonda e del diametro di circa 60-70 cm., portano in rilievo le figure di S. Gavino a cavallo, S. Proto, S. Gianuario, S. Paolo e in direzione dello stallo del coro, la figura di S.Pietro.All’interno della chiesa sono visibili anche un pregevole bat-tistero in legno e marmo e il coro ligneo, mentre all’esterno è interessante soffermarsi sul rosone e il campanile.

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Chiesa di

Sant’Antioco

La chiesa di Sant’Antoco ri-sale al XVI seco-lo, sebbene pa-re sia costruita sopra le rovine del primo edificio dedicato al santo risalente ad un epoca molto più arcaica. Sorge ai piedi del rione “Su craru” luogo da cui si domi-nava la vallata di Gusana e Aratu. Il luogo è stato, forse, il primo ci-mitero del villag-gio. Ciò si evince dal ritrovamento di scheletri uma-ni, debitamente custoditi ai lati dell’altare maggiore. Le sue origini risalgono a tempi remoti: i muri perimetrali erano costruiti con pietre raccogliticce e non con pietre da taglio e con malte poco con-sistenti. Il tetto originale era a capriate di legno di quercia. Tale rimase fino all’ultimo decennio del secolo u.s. allorché venne rifatto con mattoni pieni, fabbricati a Lodine; contemporane-amente furono rafforzati i contrafforti esterni. La chiesa è ad una navata con archi a sesto acuto che le danno un certo slancio. L’altare maggiore, dedicato a S. Antioco, è in marmo, di recente rifacimento, così come sono recenti alcuni affreschi rifatti nel lato sinistro dell’altare. Quelli, invece, del lato de-stro sono originali e risalgono al 1701 come risultava da una iscrizione in lingua spagnola che diceva: “Està capilla è stada pintada a gastos de sa nobile Caterina Melis Fortesa .-ANO 1701”. Sul lato destro della chiesa si trova un altare dedicato al Crocifisso. Esso proviene dalla chiesa di S. Croce, demolita per fare spazio al palazzo municipale e di cui conserva il nome la piazzetta antistante ad esso. E’ convinzione di tutti i gavo-esi che la chiesa di S. Antioco sia stata la prima parrocchia del villaggio. Ciò si deduce dalla particolare solennità con cui si festeggia S. Antioco quindici giorni dopo Pasqua e dalla devozione che si nutre verso questo Santo più di quanto non se ne dedichi ai Santi patroni Gavino Proto e Gianuario.

(tratto da Miniguida di Gavoi)

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Chiesa di

San Giovanni Battista

La chiesa di San Giovanni si trova ubicata a mon-te dell’abitato di Gavoi. Nel rione omonimo che da essa prende il nome. L’impianto mononavato è ritmato da archi diaframma, rical-cando così i modi architettonici del

tardo gotico catalano nella sua variante sarda. L’arco trionfale e quello compreso fra la 4 e la 5 campata sono di forma ogi-vale con sottarchi in trachite rosa, mentre il 1, il 2 e il 3 sono invece a tutto sesto con andamento irregolare e senza la pre-senza di sottarchi in trachite ma semplicemente intonacati. Molto probabilmente, questi ultimi, sono stati ricostruiti nella forma attuale in tempi più recenti in seguito al crollo di quelli originali. Ad avvalorare tale ipotesi, nel primo arco sono pre-senti i conci superstiti di imposta in trachite degli originali sot-tarchi. A sud est la sacrestia, a pianta rettangolare, si addossa e si collega alla quinta campata, costituendo così un impianto nel complesso asimmetrico. L’attuale copertura con solaio in lattero-cemento ha sostituito in tempi recenti, l’originaria co-pertura con struttura portante in legno formata da tavolato e travicelli poggianti sugli archi-diaframma. Il prospetto frontale, con forma a capanna e con semplice portale rettangolare, si affaccia su una piccola e riservata piazzetta collegata alla più grande piazza S. Giovanni mediante una gradinata in granito grigio. Il prospetto laterale sud est, ritmato da contrafforti in corrispondenza della facciata e del 1 e 2 arco, presenta un piccolo campanile a vela. La mancanza assoluta di fonti do-cumentali non permettono una datazione precisa, comunque da un confronto con edifici ecclesiastici simili, di datazione certa, può essere ascrivibile con buona approssimazione alla prima metà del secolo XVII. Di fattura settecentesca sono anche le pregevoli opere lignee presenti nel presbiterio, un crocefisso e tre statue inserite nell’altare ottocentesco baroc-cheggianti in stucco. Al centro la statua della madonna (vie-ne portata in occasione della santa Pasqua in occasione de “s’incontru”), Alla sua destra san Zaccaria con in braccio san Giovanni bambino e alla sinistra San Giovanni.

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Chiesa di

N.S. del Carmelo

La chiesetta della B.V. del Carmelo fu edificata nel 1643 se-condo quanto si poté rilevare da una breve iscrizione trovata in una parete: AEDIFICATUM A. 1643. In stile gotico-aragonese, di una sola navata, di piccole pro-porzioni, la chiesetta aveva il tutto formato da un palco di le-gno in cui furono collegate le tegole. Sulla parete dell’altare fu costruita una volta ogivale, intersecata da costoloni che s’in-crociano nel centro dove si trova la chiave della volta. Questa ha una parte pensile terminante a forma di medaglione nel cui centro c’è per stemma una pianeta in latino”Casula” che po-trebbe essere il cognome di chi pagò le spese per la edifica-zione del tempietto, secondo la seguente inserzione incisa su detto medaglione: HOC OPUS FIERI FECIT IOANNES MARIA CASULA ET ANTIOCA MURGIA.Nella parete dietro l’altare si trova la nicchia della Madonna, in tufo, con colonnetta scannellata una per parte, terminante a foggia di conchiglia, con frontespizio triangolare sovrastante il tronco del vertice, al posto del quale si trova un’altra volta la “Casula”. La volta, poi, divisa in quattro sezioni dai costoloni, presenta dipinte quattro figure di Santi: Elia, Alberto, Angelo, Simone Stock. La chiesa del Carmelo, dopo due secoli di vita, deperì e crollò restando in piedi la parte dell’altare sopra descritta. Nel 1909, essendo parroco dott. Giovani Battista Calzone, iniziò la riedificazione che fu condotta a termine nei primi mesi del 1912. Il 16 luglio dello stesso anno fu consa-crata e riaperta al culto dal Vescovo di Nuoro Mons. Luca Canepa. Attualmente la chiesa del Carmelo è stata inserita dall’Amministrazione Comunale nell’elenco dei monumenti da conservare.

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La casa Porcu Satta è stata acquisita dal Comune di Gavoi per essere adibita a Museo etnografico. La sua costruzione risale ai primi anni del 1900: il primo gradino è datato 1901.Questo grande edificio in stile liberty è stato edificato grazie alla volontà del medico condotto del paese Giovanni Porcu Duras e sua moglie Donna Rosina Satta Mulas. È una casa diversa da tutte le altre case gavoesi, sia per la scelta di non utilizzare i tipici cantonetti in granito per l’esterno sia per la particolare cura rivolta nell’arredamento e rifinitura delle stan-ze all’interno; infatti, quasi tutti gli ambienti sono abbelliti da singolari affreschi eseguiti per la coppia da un pittore fioren-tino: Molinari. Al primo piano vengono preservate, arredate come in origine solamente due stanze: la “stanza Ciusa” e la “stanza rossa”. Gli altri locali della casa ospitano:1° PIANO Abbigliamento tradizionale gavoese. La collezione dell’abbigliamento tradizionale è nata in seguito ad alcune acquisizioni da parte del comune di Gavoi e da una serie di donazioni di alcune famiglie gavoesi sensibili all’attività di con-servazione e di studio che il museo ha intrapreso. È possibile ammirare diverse tipologie di abito femminile.2° PIANO Prendas contra s’ocru malu: gioielli e amuleti della tradizione sarda. Comprende circa un centinaio di gioielli e amuleti in filigrana. Si tratta di manufatti la cui preziosità non è determinata dai materiali che li costituiscono ma dalle cre-denze e protezioni tradizionali in loro connaturate che assicu-rano i valori della memoria delle comunità. Gli oggetti esposti sono frutto dell’arte di Nanni Rocca che nel suo laboratorio di Oristano, riproduce, rielabora, reinventa i motivi della nostra tradizione. 3° PIANO Collezione Jocos: giocattoli tradizionali, strumenti musicali, ricostruzioni di ambienti lavorativi tradizionali: gli og-getti della collezione Jocos sono frutto di un importante lavo-ro di ricerca ricostruzione, conservazione svolto dall’artigiano gavoese Michele Pira.

Museo Etnografico

Casa Porcu Satta

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Nuraghe Littoleri

Il nuraghe Littoleri si trova nella valle del Rio Aratu, nei pressi del Lago di Gusana, a quota 652 m slm. La vallata fin dall’an-tichità è stata crocevia e luogo di passaggio di sentieri che, nei periodi di transumanza, univano le alture del Gennargentu col Tirso, la piana di Ottana e l’Oristanese. Dalla collocazione dei resti archeologici che gravitano intorno alla vallata si può osservare come, fin dalle epoche più antiche, la zona è stata intensamente abitata.Nei mesi di Aprile-Novembre del 2010 si sono tenuti gli scavi archeologici che hanno riportato alla luce l’edificio nuragico di cui i crolli e la vegetazione lasciavano intravvedere solamente le parti orientale e settentrionale. La torre dagli spessi muri realizzati usando ciclopici massi granitici è arrivata fino a noi solo parzialmente conservata. Il paramento interno, realizzato con pietre di grandi dimensioni nel basamento e di dimensioni minori nelle parti alte, si conserva da un minimo di uno a un massimo di cinque filari. Le carenze dell’elevato murario non ostacolano la comprensione della planimetria originaria che risulta ben leggibile.La forma della torre è circolare con un diametro esterno alla base di circa m 12,5 e camera, anch’essa circolare, del dia-metro di m 4. Gli spazi interni, al fine di ottenere un mag-giore spazio abitabile, sono ampliati con tre nicchie di forma pseudocircolare, disposte a croce intorno alla camera e da un’altra che si affaccia sull’andito. Dirimpetto a quest’ultima vi è la scala di cui rimangono sei gradini, che con andamento elicoidale si inseriva all’interno delle murature per raggiungere il terrazzo.

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Il santuario dedicato alla Vergine d’Itria sorge nell’altipiano di Lidana, non distatne dalla S.P Gavoi Mamoiada in terri-torio di Gavoi. La pianta del Santuario ha una for-ma più o meno circolare, a combinare il perimetro contribuiscono le picco-le casette, muristenes,

atte ad ospitare i fedeli nei giorni della novena e della festa. L’attuale chiesa di “Sa Itria”, che sostituisce un’antichissima chiesetta sempre dedicata a N. S. d’Itria abbattuta nel 1903 fu costruita dalla popolazione di Gavoi negli anni 1903-1904 e consacrata il 19 giugno 1904. In ricordo della ricostruzione della chiesa e ella sua consacrazione vi è una lapide marmo-rea all’interno.Non esistono fonti scritte per quanto riguarda la descrizione della vecchia chiesa. Ciò che si sa è frutto di racconti tramandati oralmente. Si raccontava che la chiesa era interamente coperta d’edera, aveva due piccole finestre quadrate ai lati del piccolo altare ed una piccola finestra ro-tonda posta sul portone d’ingresso. Era fabbricata con pic-cole pietre di granito (perda minuja) e fango. Il tetto era in tavolato di legno e canne, con tegole a mattone crudo fab-bricate a Lodine. Le pareti erano di calce bianca e, fino agli ultimi anni dell’800 il colore era azzurrino. Ciò che resta della vecchia chiesa sono, la centenaria perimetrazione a croce greca, ancora in parte evidente in certi periodi dell’anno, una campana e una piccola statua della Madonna. La campana e la statua sono ora conservate all’interno dell’attuale chiesa. La campana è molto importante per l’iscrizione che contiene e che ne attesta l’anno di fusione: il 1543. Questa iscrizione datata 1543 è l’unica testimonianza scritta del XVI secolo esi-stente in territorio di Gavoi. L’area che circonda il Santuario è di grande importanza archeologica; si trovano diversi nuraghi, domus de jana, tombe di giganti e un villaggio nuragico re-centemente riportato alla luce: il villaggio “Soroeni”. Tra le bel-lezze archeologiche ha principale rilevanza il menhir chiamato abitualmente “sa perda de Sa Itria”, un monolito lavorato con cura, ancora eretto nella sua posizione originaria, che si eleva per 3,60 m da terra. Verosimilmente, la presenza del men-hir e dell’area archeologica così vicino al Santuario, potrebbe avvalorare la tesi che sul luogo sorgesse un santuario pro-tosardo sostituito poi con una chiesa Cristiana all’atto della conversione al cristianesimo delle popolazioni barbaricine nel VI-VII secolo per opera dei monaci orientali.

Chiesa e Santuario della

Madonna d’Itria

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Domus de Janas Uniai

Le Domus de janas sono grotticelle artificiali con una o più camere scavate nella roccia, utilizzate per la deposizione dei defunti che venivano in questo modo reintrodotti in seno alla madre terra e per questo venivano accompagnati nel loro viaggio dalle caratteristiche statuine rappresentanti la dea madre. La necropoli di Uniai, situata nei pressi del Santuario della Madonna d’Itria, è formata da varie tombe, tutte monocellu-lari con camera funeraria di piccole dimensioni. La particola-rità maggiore di queste tombe è quella di essere scavate in enormi massi erratici che poggiano sul terreno e che sono anche notevolmente distanti fra loro, anziché come più spes-so avviene, in un unico ed esteso bancone roccioso. I portelli di ingresso sono di piccole dimensioni e tutti scolpiti molto accuratamente.

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Sant’Antonio Abate, 17 Gennaio Santa messa e processione in onore al Santo, benedizione del fuoco preceduta da tre giri intorno ad esso in segno di devozione. A seguire un momento conviviale. Il Carnevale Gavoese Si inizia col Giovedì Grasso (“Jobia Lardajola”) giorno in cui si svolge “Sa Sortilla de sos Tumbarinos” la nota sfilata di tam-buri, realizzati con pelli di cani o capre, che con il loro suono assordante percorrono le vie del paese. Il carnevale continua il sabato la domenica, il lunedì per terminare il martedì con il rogo dei fantocci “Zizzarrone” e “Maria Rosa”.

Settimana Santa e PasquaLe celebrazioni prepasquali raggiungono il culmine il Venerdì Sant,o quando vengono inscenati “s’iscravamentu e s’inter-ramentu de Zesus Cristu” (paraliturgia rappresentante la de-posizione di Gesù dalla croce con processione dalla chiesa parrocchiale a quella di Sant’Antioco, dove viene allestito il sepolcro). La mattina di Pasqua prima della messa avviene “S’Incontru” ossia l’incontro dei simulacri di Gesù e la Madon-na nella piazza antistante la chiesa parrocchiale. Entrambi ar-rivano in processione rispettivamente dalla chiesa di Sant’An-tioco e di San Giovanni.

Sant’Antioco, quindici giorni dopo Pasqua Santa messa e processione in onore al Santo aperta dai ca-valieri. I festeggiamento civili prevedono tre giorni di intratteni-mento musicale e folkloristico.

San Giovanni, 24 Giugno Santa messa e processione in onore al Santo aperta dai ca-valieri. I festeggiamento civili prevedono due giorni di intratte-nimento musicale e folkloristico.

Festival Letterario “Isola delle Storie” , primo fine set-timana di LuglioGiunto alla sua IX edizione il festival letterario si inaugura il giovedì con una serata musicale e prosegue con tre giorni di incontri con scrittori, esponenti del mondo dell’editoria e della cultura, readings, mostre e laboratori per i più piccoli.

N.S. del Carmine, 16 Luglio I festeggiamenti in onore alla Madonna del Carmelo assumo-no solamente carattere religioso con la novena, la santa mes-sa e la processione.

Celebrazioni religioseed eventi a Gavoi

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N.S. d’Itria, ultimo fine settimana di Luglio La novena e la festa si celebrano nell’omonimo santuario campestre attorniato dai “muristenes” piccole casette adibite all’ospitalità dei fedeli duranti i giorni dei festeggiamenti. Di particolare interesse sono le corse dei cavalli fra le quali la più importante è “su palu”. I nove giorni di festeggiamenti in onore della Madonna d’I-tria si concludono il mercoledi dopo la festa con il Rientro a cavallo dal Santuario al paese a cui partecipano centinaia di cavalieri.

L’Assunta, 15 Agosto Solenne processione e messa in onore della Beata Vergine Assunta.

Festival del cinema Italiano, ultimo fine settimana di Agosto.Consiste nella consegna del premio “Tumbarinu d’argento” ad attori, sceneggiatori e registi che nel panorama del cine-ma italiano si sono particolarmente distinti nel trattare temi di impegno civile.

Ospitalità nel cuore della Barbagia, secondo fine setti-mana di Ottobre La manifestazione rientra nel circuito “Autunno in Barbagia” e promuove l’artigianato e i prodotti principi del nostro paese, in particolare le patate, il pane e il formaggio Fiore Sardo, che è possibile degustare nelle svariate ricette e acquistare nei numerosi punti di esposizione e vendita dislocati nei cortili del centro storico.

San Gavino, 25 Ottobre Festa del patrono del paese. Santa messa e processione so-lenne in onore del santo accompagnata dai cavalieri e dai gruppi in costume.

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Partecipano alla Manifestazione

Scuole: Istituto Comprensivo GavoiIstituto di Istruzione superiore Carmelo Floris

Associazioni:Comitato di San GiovanniComitato di Sant’AntiocoComitato di N.S d’ItriaAssociazione TabitàUniversidade Libera de Sos AnzianosProciv-ArciL’Isola delle Storie

Consulta intercomunale dei giovani di Barbagia

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