Tra i monumenti d'Italia

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T ’I Isabella Paglia D I T A L I A La famiglia Millemiglia T RA I MONUMENTI A spasso con la geografia

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Ti piace viaggiare? Vuoi scoprire le meraviglie del nostro Paese? Allora non ti resta che salire sul vecchio camper Torpedine e partire con la famiglia Millemiglia, sempre pronta a cacciarsi in avventure spassose ed esilaranti.In questo episodio, insieme a papà Noè, mamma Adele, Teo, Gaia e il cagnolino Pulce, attraverserai l’Italia e scoprirai le sue tante città d’arte e i monumenti più famosi e importanti: dal Colosseo alla Torre di Pisa, dal Duomo di Milano alla Reggia di Caserta, dai Bronzi di Riace alla Valle dei Templi di Agrigento... testimonianze di un passato ricco di storia, di fascino e di cultura. Che aspetti? Non c’è da annoiarsi… l’avventura sta per iniziare.L'AUTRICEIsabella Paglia vive a Monselice, in provincia di Padova, in una casa piena di libri. Insegna laboratori creativi e ludici, e adora lavorare con i bambini. La sua passione è però viaggiare. È l’autrice di tutti i testi della collana “A spasso con la geografia”.

Transcript of Tra i monumenti d'Italia

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,-GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

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Isabella Paglia vive a Monselice, in provincia di Padova, in una casa piena di libri.Insegna laboratori creativi e ludici, e adora lavorare con i bambini. La sua passione è però viaggiare.È l’autrice di tutti i testi della collana “A spasso con la geografia”.

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Raffaello Editrice

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La famiglia MillemigliaTra i monumenTiTi piace viaggiare?

Vuoi scoprire le meraviglie del nostro Paese?

Allora non ti resta che salire sul vecchio camper Torpedine e partire con la famiglia Millemiglia, sempre pronta a cacciarsi in avventure spassose ed esilaranti.

In questo episodio, insieme a papà Noè, mamma Adele, Teo, Gaia e il cagnolino Pulce, attraverserai l’Italia e scoprirai le sue tante città d’arte e i monumenti più famosi e importanti: dal Colosseo alla Torre di Pisa, dal Duomo di Milano alla Reg-gia di Caserta, dai Bronzi di Riace alla Valle dei Templi di Agrigento... testimonianze di un passato ricco di storia, di fascino e di cultura.Che aspetti? Non c’è da annoiarsi… l’avventura sta per iniziare.

A spasso conla geografia

A spasso conla geografia

A spasso conla geografia

A spasso conla geografia

collana di narrativageografica

A spasso conla geografia

Età consigliata: dagli 8 anni

Collana di narrativaper ragazzi

Per volare con la fantasia

A spasso conla geografia

Redazione: Emanuele Ramini

Ufficio stampa: Salvatore Passaretta

Team grafico: Letizia Favillo

Ia Edizione 2010

Ristampa

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Tutti i diritti sono riservati

© 2010

Raffaello Libri SrlVia dell’Industria, 2160037 - Monte San Vito (AN)www.raffaelloeditrice.itwww.grupporaffaello.it

e-mail: [email protected]://www.ilmulinoavento.itPrinted in Italy

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

A tutta la mia famiglia e in particolare a quella parte che si trova in “trasferta”...

A mio padre Pietro Paolo e alla mia cara nonnaAmelia, con amore e riconoscenza.

Un libro per scoprire ed amare la geografia

In compagnia della famiglia Millemiglia potrai intrapren-dere viaggi allegri, avventurosi e divertenti, ma nello stesso tempo interessanti e molto istruttivi.Insieme ai protagonisti ti divertirai, ti emozionerai, potrai scattare foto-ricordo e prendere appunti.E alla fine del percorso nascerà spontaneo in te il deside-rio di approfondire le conoscenze sulle bellezze dell’Ita-lia scoperte nel libro e di ricercarne altre, magari accon-tentandoti di viaggiare solo via internet. Così, senza neanche accorgertene, imparerai a scoprire e ad amare il tuo Paese.

Illustrazioni di

Marco Barone

Isabella Paglia

La famiglia Millemiglia

Tra i monumenTid’iTalia

Gaia

Adele

Noè

Teo

Pulce

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La famiglia Millemiglia era in pieno fermento. La signora Adele cercava tra i bagagli la sua guida turi-

stica, la figlia Gaia rovistava freneticamente nel suo bor-sone per assicurarsi di aver preso il proprio diario, e Teo, il figlio maschio, tentava con impazienza di infilare nello zaino stracolmo la sua nuovissima macchina fotografica digitale.

Anche Pulce, il minuscolo cagnolino, era agitato: os-servava tutti in maniera strana e correva di qua e di là, terminando il suo giro con una pipì sulla ruota di Torpe-dine, il vecchio camper di famiglia, più volte aggiustato con ricambi e decorato con motivi colorati.

Intanto Papà Noè, un omone vestito alla Indiana Jo-nes, con la testa dentro il cofano passava in rassegna ogni parte del malconcio motore.

- Allora, ecco fatto: olio a posto, gasolio ok, pressione gomme perfetta!… E voi? Avete caricato tutto? Ci sono i viveri?… E gli indumenti adatti al viaggio?… E…

Una partenza freneticaTutti a bordo di Torpedine

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Da esperto contabile, la penna in una mano e un fo-glietto nell’altra, spuntava da un’interminabile lista tutti gli oggetti che man mano elencava.

- Acqua presente… vestiario anche… bussola, map-pe…

- Tutto a posto! Non manca niente! - confermarono in coro i due ragazzini e la moglie, agghindati con camicie a fiori, bermuda, cappellini, occhiali da sole e ciabatte.

- Bau! - confermò Pulce che si era intrufolato in una delle valigie aperte.

- Bene, che aspettiamo allora? Tutti ai vostri posti: si parte! - esclamò al culmine della contentezza Noè Mille-miglia. - Prima tappa: Torino!

Il viaggio prese il via nel migliore dei modi.All’interno del camper si chiacchierava, si scherzava,

si rideva; si guardava fuori, si osservava la campagna rigo-gliosa, si ammiravano le colline, si sgranocchiava qualche biscotto.

Dopo qualche ora, però, l’irrequietezza di Teo si fece sentire.

- Quando si arriva a Torino? - sbuffò impaziente, gio-cherellando con la sua macchina fotografica. - Devo asso-lutamente sgranchirmi le gambe!

- Sei sempre il solito. Ti lamenti di tutto e non ti sta bene mai niente - lo rimproverò Gaia. - Ma ti capisco. Tutti i maschi alla tua età sono così… così… ecco, poco evoluti. Lo dice anche la mia amica Domitilla!

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- Non è assolutamente vero - replicò Teo difendendo la categoria offesa. - Siete voi femmine ad essere sempre così... perfettine! Non sapete mai divertirvi come noi!

Le loro voci si alzarono. Uno dei soliti litigi tra fra-telli stava per rovinare la giornata. Così intervenne bonariamente Noè, sempre concentrato alla guida del suo camper.

- Su, fatela finita, tra fratelli non si litiga! E, tanto per rimettere allegria, iniziò a canticchiare una

canzone.

- Brum, Brum, vieni via con me…niente più ti lega a questi luoghi,la, la, lalà…

- Per favore, bastaaaaa!.. Va bene, papà, ci arrendia-mo… Pace, pace! - esclamarono in coro Teo e Gaia cer-cando di tapparsi le orecchie, mentre Pulce guaiva senza sosta come un lupo di fronte alla luna piena.

La meta si avvicinava sempre più.Nel camper non si sentiva volare

una mosca. I ragazzi erano incollati al finestrino, ammutoliti. Il bianco ventaglio delle Alpi che circondava il capoluogo piemontese e le morbide colline che scendevano fino ai viali alberati lambiti dal Po, a due passi dal centro, avevano rapito i loro sguardi lasciandoli senza parole.

Noè, per rompere il silenzio, iniziò a cantare una delle più note canzoni popolari piemontesi.

- Piemontesina bella,sarai la sola stellaaaa…

- Papàààà… Basta! - supplicarono Teo e Gaia.

Torino e la MoleL’ascensore panoramico

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- Va bene, smetto. An-cora un attimo di pazienza e ci siamo - concluse Noè. - Ecco il centro di Torino, una delle città più grandi e importanti del Nord Italia. Lo sapevate che fu capitale d’Italia prima di Roma?

Torino si mostrava loro con tutto il suo fascino di città elegante che aveva conservato il fasto di un tempo glorioso. La città rimaneva sospesa, in perfetto equilibrio tra passato e futuro: da una parte si vedevano le dimore reali di un passato recente, dall’altra le moderne fabbri-che dislocate nelle zone industriali.

Teo scattava foto dovunque, dagli austeri e monumen-tali palazzi agli ampi viali, al Lingotto e alle insegne del-la Fiat. Gaia ammirava la fila interminabile dei portici del centro e scriveva appunti sul suo diario. Le piacevano quei portici così particolari dai soffitti di legno decorato, con le vecchie pareti scandite da insegne commerciali…

I ragazzi, presi dall’atmosfera quasi magica, da un mo-mento all’altro si aspettavano di sentire il fruscio dei lun-ghi abiti di qualche nobildonna che usciva dal portone di quelle antiche dimore o di vedere all’interno dei caffè storici dei gentiluomini alzare i calici o sorseggiare una cioccolata.

Lo sai che...Nel 1861, al momento della proclamazione dell’Unità d’Ita-lia, si decise che la capitale do-vesse essere Torino.La città mantenne tale ruolo fino al 1865, quando la capitale fu trasferita provvisoriamente a Firenze e poi, in via definitiva, a Roma.

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- Questo è il parcheggio... ci siamo. Una passeggiata è certamente il modo migliore per entrare in sintonia con la città - disse Adele.

- Aspetta, mamma… Ancora qualche secondo… sto finendo di scrivere sul mio diario - rispose Gaia.

- Va bene. Allora ne approfitto per dirvi due cosette… Mi raccomando, Teo, non ci far fare brutte figure quando andremo a visitare i monumenti. Ti prego di infilare Pul-ce dentro il tuo zainetto… e assicurati che stia buono e tranquillo! Di solito è vietato far entrare gli animali, ma papà ed io non ce la sentiamo di lasciare Pulce da solo in camper per tutto il giorno…

- Ricevuto, mamma! Teo infilò subito il minuscolo cane nello zainetto fa-

cendogli una tenera raccomandazione:- Allora siamo intesi: ti lascio la fessura superiore aper-

ta, così puoi sbirciare e divertirti anche tu. Qua la zampa, fratello!

- Adesso scendiamo, ragazzi - esclamò Noè. - Faremo una bella passeggiata dal centro fino alla Mole Antonel-liana, il simbolo di questa città. Prima, però, ho un’idea... Da queste parti fanno dei dolci squisiti... Che ne dite se facciamo tappa in uno dei famosi caffè storici e ci pren-diamo una cioccolata calda?

- Sììììììììì!!!!! - risposero in coro Teo e Gaia, per una volta d’accordo.

Mezz’ora dopo, i Millemiglia, sazi e soddisfatti, con an-

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cora il dolce sapore di cioccolato in bocca, ripresero il cammino.

- Abbiamo fatto un bel po’ di strada, ragazzi - fece notare Noè, - ma passeg-giare in centro per le vie del cuore antico di Torino è un vero piacere... E poi guardate... Questa costru-zione maestosa è la Mole Antonelliana, il simbolo di Torino.

Un’imponente torre si stagliò di fronte ai bambini, che rimasero incantati con lo sguardo in alto, come a volersi arrampicare con gli occhi fino in cima, lassù nel cielo.

- Caspita se è alta! - esclamò Teo col naso in su. - È proprio altissima - confermò Gaia. - Sembra un’enor-

me cupola... anche se non è tanto rotonda, perché finisce con qualcosa che assomiglia ad un lungo pungiglione di vespa.

- Scusate, ma cosa c’è dentro? - chiese Teo sempre a naso in su.

- Adesso è sede del Museo del Cinema. Sai, è un mo-numento abbastanza antico - spiegò Adele - ed ha un bel-lissimo soffitto decorato con stucchi che si possono am-mirare dall’ascensore. Da lassù si gode uno spettacolare panorama di Torino!

Lo sai che...La Mole non è solo il simbolo della città di Torino, ma uno dei principali dell’intera Italia. Proprio per questo la sua imma-gine è stata ripor-tata nella moneta da 2 centesimi di euro.

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- Cosa?... Ascensore?... Panorama?... - si allarmò Teo. - Non vorrete mica salire così in alto con l’ascensore?! Oddio, ci risiamo! E se mi vengono le vertigini? Aiuto, Pulce, questi sono matti! Come al solito vogliono fare gli intrepidi!

- Teo è un fifone, Teo ha paura dell’ascensore, Teo sof-fre di vertigini!… - canterellò Gaia canzonando il fra-tello, bianco come un lenzuolo e con la tremarella alle gambe.

- Non è vero, solo… ecco… mi sembra uno sforzo ecces-sivo, in nome della cultura! Voglio dire... posso vivere lo stesso ammirando la Mole da terra! Poi, le fotografie da qui vengono meglio, non vi preoccupate!

- Forza, Teo - lo incoraggiò la madre, - non corri nessun rischio. Ci siamo noi con te e lassù è meraviglioso. Scegli: o ti unisci a noi in ascensore o sali i 1040 scalini che ser-vono per arrivare in cima. Decidi tu.

Teo era titubante. Non voleva sembrare, soprattutto agli occhi della sorella, un ragazzino troppo fifone. Guardò l’ascensore, guardò la mole, deglutì forzatamente, strinse i pugni e alla fine esclamò con tono deciso:

- Andiamo!Poi continuò, quasi sottovoce, rivolto allo zaino:- Pulce, almeno tu stammi vicino… I quattro si diressero alla biglietteria dell’entrata dove

un gruppo di turisti ascoltava attento la spiegazione di una guida.

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…Sull’estremità della Mole fu collocata dapprima una statua, il genio alato, una specie di angelo dorato, che fu abbattuto da un uragano nel 1904. Poi la statua fu sosti-tuita da una semplice stella, ma anche questa crollò dopo un violento ciclone, così fu ancora sostituita da una sem-plice guglia in metallo…

- Caspiterina! - pronunciò Teo deglutendo. - Non mi sembra tanto fortunata questa Mole! Il genio ha preso il volo al primo fulmine, la stella è diventata cadente… Meglio fare gli scongiuri! Guardate che siamo ancora in tempo per cambiare idea…

- Ecco fatto. Abbiamo i biglietti, e l’ascensore si trova lì a destra - tagliò il discorso il padre. - Si entra a gruppi di otto persone accompagnate da un addetto. Si arriva solo fino al terzo piano, non fino in cima.

- Alleluia! - esclamò Teo con un sospiro di sollievo.- È proprio un peccato. Si arriva solo a quota 85 metri! -

disse Adele. - Ma forza, saliamo, ora tocca a noi!- E... quel cubo trasparente non sarà per caso l’ascen-

sore? - chiese Teo appena lo vide. Non ottenne alcuna ri-sposta, ma una fredda occhiataccia dalla famiglia intera.

- ...Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto - contò l’accompagnatore prima che le porte dell’ascensore si chiudessero.

Un rumore meccanico, un sibilo e poi un altro come la centrifuga della lavatrice…

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- Guarda, Teo! Che bellezza! - gridò Gaia tutta felice ed emozionata, con il viso incollato al vetro, tanto per non perdersi niente.

- Oddio, Pulce... mi tremano le gambe. Per i miei gu-sti questo coso va velocissimo, mi sembra di galleggiare nell’aria! Meglio chiudere gli occhi!!!

Un piccolo scatto.L’ascensore si era fermato.Teo riaprì gli occhi. Le gambe gli tremavano ancora,

ma rimase incantato: di fronte a lui si apriva un panorama mozzafiato.

- Osservate, ragazzi... - indicò la madre - ...quelle mon-tagne innevate che abbiamo già visto sono le Alpi…

- Guardate che meraviglia! Respirate l’aria pura che ci arriva da quei monti! - esclamò Noè inspiran-do a pieni polmoni, come fosse un alpinista sul Monte Bianco.

Mamma Adele, da vera esperta, continuò:- … E quel serpentello luccicante è il Po, il fiume più

lungo d’Italia; quella laggiù, invece, è la collina di Super-ga e quella grande macchia verde è il Parco del Valenti-no, costruito nell’800…

Gaia, affascinata e ammirata, scriveva velocissima nel suo diario pieno di frecce, disegnini e annotazioni di ogni genere, mentre il fratello, ben attento a non sporgersi troppo, immortalava dall’alto Torino con mille scatti.

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- Sai, Pulce, ne valeva davvero la pena! - sussurrò in-cantato.

Lo zaino diede dei piccoli fremiti. Pulce scodinzolava e annusava l’aria dalla fessura aperta.

- …Ultima corsa - strillò l’accompagnatore. - Signori, si scende. Avviso a tutti i turisti: si scende!!!

- Tutti dentro, ragazzi! - disse Noè.Le porte si chiusero. Un rumore meccanico, un sibilo

e poi un altro. Sempre come all’andata, sempre come la centrifuga della lavatrice. Ma questa volta il rumore di-venne sordo come quello di un motore sul punto di rom-persi…

All’improvviso, un botto. Silenzio. Nessuno osava fiatare.Tutti i passeggeri

dell’ascensore si guarda-vano l’un l’altro con aria interrogativa. Nessuno osava dire quello che so-spettava…

L’ascensore si era fer-mato… a mezz’aria!

- Signori… Niente panico... Un po’ di pazienza. È tutto sotto controllo - disse l’accompagnatore, piuttosto titu-bante, prendendo la parola. - Fra poco ci tireranno fuori di qui…

Da Buon CittadinoSe ti capita di restare bloccato in ascensore, la prima cosa che devi fare è mantenere la calma e premere il pulsante di allarme. Qualcuno interverrà e ti aiuterà ad uscire.

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Teo stava immobile, teso come uno stoccafisso, con gli occhi sgranati, mentre il cuore gli batteva a mille. Non osava fare una mossa, men che meno respirare.

Tre turisti giapponesi, con i visi attaccati come ventose alle pareti di vetro per ammirare il panorama, non fecero quasi caso all’incidente: erano talmente abituati ai pic-coli tremolii della terra e anche ai terribili terremoti del loro paese, per cui un ascensore fermo a mezza strada era solo l’occasione per avere più tempo a disposizione per ammirare dall’alto le bellezze di Torino.

L’unica persona che stava veramente male e sudava freddo era una signora distinta, vestita elegantemente, che continuava a fissare atterrita qualcosa per terra fa-cendosi sempre più livida per la paura.

Uno zainetto. Anche lui tremante… quasi mugo-lante…

Uno zainetto che sembrava muoversi.Lo zainetto di Teo!- Aiutoooo!... Un attentato!... C’è una bomba in quel-

lo zainetto! - gridò la signora non riuscendo più a control-larsi, in preda ad un’agitazione furiosa. E subito cadde a terra svenuta.

Nell’ascensore si scatenò un parapiglia. Chi invoca-va soccorso, chi batteva i pugni sul vetro per richiama-re qualcuno del pronto soccorso… e chi, come l’accom-pagnatore, cercava di far rinvenire la signora, stecchita come una zanzara.

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All’improvviso, in mezzo a tutta quella confusione, sbucò dallo zainetto un minuscolo cagnolino. Pulce, il più spaventato di tutti, con un balzo saltò in braccio a Teo, tremando per la paura.

Tutti si tranquillizzarono.- …Ma è solo un cagnolino! - dissero in coro con un

sospiro di sollievo.La signora rinvenne e i turisti giapponesi, inchinandosi

sorridendo, scattarono un’infinità di foto a Pulce. In mez-zo a tutto quel trambusto… l’ascensore ripartì!

Appena fuori dalla Mole, la prima a parlare fu Adele, ancora rossa per la vergogna.

- Per oggi abbiamo combinato abbastanza guai… Sarà meglio tornare al camper!

- Sì, cambiamo aria... - fu d’accordo Noè. - Domani ci aspetta la seconda tappa del nostro itinerario tra i monu-menti d’Italia: Milano, città della moda, dell’industria e capoluogo della Lombardia.

I ragazzi accettarono con entusiasmo la proposta: Teo sistemò ben bene la sua macchina fotografica, mentre Gaia già pensava a quante notizie interessanti avrebbe scritto nel suo diario di viaggio.

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Il giorno seguente il vecchio Torpedine era già di buon mattino alle porte di Milano.

Agli occhi dei ragazzi la città apparve come una frene-tica metropoli moderna, nel pieno di una giornata afosa e appannata come i finestrini del camper, umidi di foschia e appiccicosi di smog. La radio trasmetteva le notizie sulla viabilità:

“…Traffico intenso causa maltempo e sciopero della metro…”

Milano e il DuomoLa Madonnina e il fantasma

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Papà Noè provò come al solito a canticchiare a modo suo la più famosa canzone popolare di Milano.

- O mia bela Madunina,che te brillet de lontan, tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan.

- Oddio, ci risiamo… - esclamarono i ragazzi tirando fuori dai loro zainetti dei tappi di spugna per le orecchie che avevano portato in caso di emergenza.

- Va bene… Messaggio ricevuto - rispose Noè osservan-do la coda chilometrica di automezzi strombazzanti che si muovevano ad andatura di lumaca. - Canticchiavo solo per intrattenervi, dato che siamo rimasti imbottigliati in un traffico nervoso e frenetico...

I pedoni attendevano impazienti il verde dei semafori per riprendere in fretta il loro percorso verso il luogo di lavoro.

- Pazienza, papà, ne approfitto per aprire il mio diario - disse Gaia iniziando a prendere appunti, mentre Teo sem-brava assorto nei propri pensieri e mamma Adele leggeva una guida della città.

“Questa è una città che corre” annotava Gaia fissando le pareti trasparenti di un grande magazzino dove le per-sone correvano persino sulle scale mobili. “Tutti hanno fretta di arrivare.”

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La fretta, infatti, sembrava circolare nelle arterie della città e dei suoi abitanti.

- Oh, finalmente! La coda sembra muoversi e noi stia-mo avvicinandoci al centro di Milano, ragazzi… - disse con un sospiro di sollievo Noè prima di venire brusca-mente interrotto da…

- Fiiiii… Alt! Si fermi!All’improvviso il sibilo prolungato di un fischietto fece

sobbalzare la famiglia Millemiglia. Un vigile dall’aria se-vera, fischietto in bocca e paletta in mano, stava fermando Torpedine sotto gli sguardi inferociti degli altri automobi-listi che si trovavano in coda proprio dietro al camper.

- Non potete mica passare di qui! C’è un cantiere. È zona a traffico limitato! - intimò il vigile.

- Ci scusi, signor vigile… Emm, signor ghisa...- Niente scuse. Lei ha il Gratta e Sosta o la tessera elet-

tronica?- No, veramente… siamo di passaggio. Volevamo solo

vedere il Duomo - cercò di spiegare papà Noè.- Ma potevate dirlo subito che siete qui per il Duomo.

La multa è fatta, però vi indico il parcheggio adatto al camper - disse il vigile con tono più conciliante, lascian-do la famiglia senza troppe parole.

- Papà, perché hai chiamato il vigile ghisa? - chiese Teo appena arrivati al parcheggio.

- Perché è così che i milanesi chiamano i vigili: ghisa, per via del cappello a cono bianco, proprio come un tubo

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di ghisa. Ma adesso, ragazzi, forza, tutti al Duomo!Noè iniziò subito con le prime indicazioni.- Questa che stiamo percorrendo è Piazza del Duomo

con la famosa Galleria Vittorio Emanuele II e i numerosi negozi degli stilisti di alta moda. Qui si trovano i marchi più prestigiosi dell’abbigliamento, oltre a famosi caffè e ri-storanti. Laggiù, invece, c’è il teatro più importante della città, la Scala, e a destra il Duomo, il simbolo di Milano. Piazza del Duomo è da oltre sette secoli il vero e proprio centro nevralgico e commerciale di Milano, punto d’in-contro dei milanesi per celebrare gli eventi più importan-ti. La piazza è ampia e di forma rettangolare, decorata al centro dal Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II.

- Ma allora Milano non è solo moderna, ha anche mol-ti monumenti antichi - esclamò Teo meravigliato.

- È vero, e il Duomo è incantevole! Sembra fatto di sab-bia bagnata con tutte le torri a punta - commentò Gaia con gli occhi luccicanti per la meraviglia.

- Ora visiteremo l’interno, poi le terrazze esterne per guardare la città dall’alto! - precisò Adele.

I quattro entrarono tranquilli cercando di non farsi no-tare troppo dalla sorveglianza. Teo fu il più fortunato di tutti perché riuscì a sgattaiolare via senza che qualcuno controllasse il suo zainetto.

- Questa volta ci è andata bene, Pulce… - sussurrò con il cuore più leggero.

L’interno del Duomo lasciò di stucco i Millemiglia.

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Le cinque navate, che si andavano sempre più rimpic-colendo a partire da quella centrale, ampia e altissima, creavano un senso di stupore difficile da nascondere. I ra-gazzi erano sbalorditi nell’ammirare quei possenti pilastri che dividevano le navate e si innalzavano verso il cielo.

Camminavano adagio, quasi in punta di piedi, come se avessero timore di rovinare il pavimento formato da un intreccio di marmi chiari e scuri, con disegni che si inter-secavano di continuo fra loro.

Poi volsero lo sguardo alle pareti laterali per ammirare gli stretti e alti finestroni chiusi da vetrate stupendamente isto-riate, che lasciavano filtrare una luce diffusa, quasi magica.

Teo e Gaia erano talmente stupiti che non ebbero né la voglia, né il coraggio di fare alcuna domanda ai genitori: non volevano rovinare quel misterioso mondo di sogno in cui erano riunite tante bellezze artistiche.

“E pensare che non ci piace mai visitare l’interno delle chiese. Invece è affascinante!” commentò fra sé Teo.

All’uscita ripresero la solita andatura allegra, con la voglia di vedere da vicino quella miriade di statue che, all’esterno, si innalzavano anch’esse verso il cielo, sopra la facciata centrale e attorno a quelle laterali, tutte di candi-do marmo bianco, appena ripulite dallo smog cittadino.

- Teo, tu e papà utilizzerete le scale - propose subito la mamma. - Così papà farà un po’ di moto a beneficio del suo giro-vita e tu eviterai l’ascensore che invece prende-remo Gaia ed io.

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Ma dopo un po’ quella decisione mostrò tutti i suoi fa-ticosi effetti.

- …Centonovantotto gradini, centonovantanove gradi-ni, duecento… - contò ansimando Noè, grondante di su-dore, con lo zainetto di Teo sulle spalle, Pulce compreso.

- …Duecento e uno. Papà, ci siamo! Siamo sopra il Duomo… - disse Teo con un fiatone così accentuato che per un attimo pensò di aver bisogno di una bombola d’os-sigeno.

- Mamma, guarda, eccoli che arrivano - urlò Gaia dalla sommità della cattedrale.

- Siete stati bravissimi! Sono orgogliosa di voi - disse Adele, sentendosi un pochino in colpa. - Stasera per cena vi preparo un risotto e una bella cotoletta alla milanese. E compreremo anche un panettone farcito alla crema!

Poi continuò entusiasta: - Avete visto che pano-

rama, ragazzi? Quel grat-tacielo laggiù è il Pirello-ne; in basso c’è il Castello Sforzesco e più in là pote-te ammirare la Basilica di Sant’Ambrogio, dedica-ta al patrono di Milano; quei canali, invece, sono i Navigli, dove un tempo le lavandaie lavavano i panni…

Lo sai che...I Navigli sono dei canali artificia-li scavati un tempo per irrigare i campi e utilizzati come via di comunicazione. Sono serviti an-che per trasportare i marmi ne-cessari alla costruzione del Duo-mo. La zona dei Navigli è oggi una delle più caratteristiche di Milano.

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- Il panorama è ideale per scattare delle belle foto - dis-se Teo, stanco ma soddisfatto.

- Bravo, fratello... Ed io ho già preso un sacco di appun-ti. Su questa terrazza, invece, sembra di camminare attra-verso una foresta pietrificata di picchi e guglie! Sono in tutto 135. Le ho contate! Quanti merletti di marmo!… Teo, hai visto la Madonnina tutta d’oro? È splendida!

Gaia, al culmine dell’entusiasmo, continuava a descri-vere e a raccontare a viva voce le sue impressioni, ma il povero Teo, che soffriva di vertigini, con la testa che gli girava, si sentiva come la guglia pietrificata numero 136.

Ad un tratto mamma Adele, tutta presa dal suo compi-to di dotta guida, iniziò a raccontare una mesta leggenda legata al Duomo.

- Si racconta che, quando viene scattata una foto a una coppia di sposi che escono dalla porta del Duomo dopo la cerimonia, alle loro spalle appaia una misteriosa figura vestita di nero.

Sembra sia il fantasma di una certa Carlina che abitava vicino a Como!

Un giorno di ottobre Carlina, da poco sposata con il suo Renzino, raggiunse Milano per il viaggio di nozze.

Faceva freddo e la Piazza era avvolta da un’impenetrabi-le coltre di nebbia. I giovani decisero comunque di salire per ammirare la Madonnina da vicino. Carlina, forse diso-rientata dalla nebbia, perse l’equilibrio e cadde.

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Il marito arrivò troppo tardi per afferrarla e vide il suo corpo librarsi nel vuoto e il suo vestito gonfiarsi all’aria.Infine la vide sparire, inghiottita dal Duomo…

Carlina fu cercata per molti giorni in ogni angolo del-la cattedrale, ma il suo corpo non si ritrovò mai. Oggi compare alle spalle dei novelli sposi, quasi ad augurare un matrimonio felice e sereno. Quello che lei non ha mai potuto avere…

A Teo la voce della madre arrivava sempre più come un ronzìo lontano. Forse per la paura o forse per un im-provviso calo di zuccheri, la sua vista iniziò ad annebbiar-si… Quei duecento gradini, sommati agli ottanta metri di altezza, erano stati davvero troppi. La Madonnina d’oro sembrava sorridergli… o era il fantasma della Carlina?

- …Teo, Teo! - strillava la mamma, mentre Pulce lec-cava il viso del suo amico.

Quando si svegliò, Teo si trovava al piano terra del Duomo.

- Cos’è successo? - domandò il ragazzo, che non ricor-dava niente, ma che era felice di non trovarsi più ad al-tezze per lui proibitive.

- Sei svenuto e ti abbiamo portato subito giù in ascen-sore - spiegò il padre accarezzandogli la testa.

Il ragazzo, ormai rinvenuto e... a piano terra, non pote-va desiderare altro: aveva evitato scale ed ascensore in un colpo solo. Che fortuna!

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- Direi che anche la visita a Milano è stata ricca di emozioni, non vi pare? - disse Noè. - A questo punto mi domando cosa ci attenderà nella nostra prossima tappa: Venezia!

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La città sul mare appariva nella tenue luce dell’oriz-zonte. La magica Venezia, affascinante e misteriosa, si stagliava in mezzo a una distesa d’acqua.

La famiglia Millemiglia si godeva il panorama di quel-la città davvero singolare, disposta al centro della lagu-na veneta su più di cento isole, a soli due chilometri dal mare aperto.

Torpedine filava veloce sull’unico ponte che permette-va il passaggio dei veicoli a quattro ruote e portava diret-tamente a Piazzale Roma, posteggio obbligatorio per auto e pullman. Di fianco si poteva osservare un altro ponte parallelo, quello ferroviario. Erano gli unici collegamenti per raggiungere Venezia dalla terraferma. A destra e a sini-stra, solo il mare.

Venezia e il Canal GrandeUna “stella cadente“

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Teo, osservando la forma della città sulla carta geogra-fica, la vedeva simile al profilo di un grosso pesce palla o di una sogliola guizzante nell’Adriatico. Gaia la immagi-nava invece come una bella sirena.

Teo, man mano che il camper si avvicinava alla città, si chiedeva come facessero i Veneziani a spostarsi senza macchine o autobus, ma non riusciva a trovare una rispo-sta soddisfacente. Più tardi l’enigma fu svelato dal padre.

- Ecco Piazzale Roma - spiegò Noè mentre tutti si av-viavano alla fermata del vaporetto per comprare i bigliet-ti di quel mezzo insolito. - Fin qui si parcheggia, da qui in poi si “ormeggia”. Venezia si gira solo a piedi o in barca. Prendete con voi tutto il necessario: mappe, diario, mac-china fotografica, poi scendete e avvicinatevi al punto d’imbarco della linea 1 del vaporetto: è la linea di “auto-bus acquatici” che, attraversando il Canal Grande, porta a San Marco e al Lido. Io intanto posteggio Torpedine in quel grande garage a cinque piani, poi vi raggiungo.

Teo e Gaia erano sempre più sbalorditi. La laguna era agitata da un ondoso traffico acqueo. Le strade erano i ca-nali e i canali erano formati dall’acqua del mare su cui si muoveva ogni genere di imbarcazione: vaporetti, traghet-ti, snelli motoscafi bianchi o in legno lucidato, piccole motonavi. Poi c’erano le famose gondole nere, simbolo di Venezia. Sembrava che tutti sapessero dove andare, senza scontrarsi mai, seguendo una segnaletica invisibi-le agli occhi dei ragazzi. In realtà la segnaletica esisteva:

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consisteva in gruppi di pali, le bricole, che portavano un rettangolo colorato con le varie indicazioni per la naviga-zione, limiti di velocità compresi.

Noè, allegro ed euforico come sempre, e come sempre stonato, provò a canticchiare mentre raggiungeva la fa-miglia.

- La Marieta in gondoleta…lalalà, lalalà, lalalà…

- Noè, ti prego, non facciamoci riconoscere anche qui a Venezia - supplicò la moglie entrando nell’autobus ma-rittimo con la famiglia e una fiumana di turisti di ogni parte del mondo.

Teo e Gaia, intenti a godersi quel viaggio panorami-co in vaporetto verso San Marco, sembravano non aver nemmeno udito l’esibizione sonora del padre. Ammutoli-ti di fronte a tanta bellezza e unicità, erano ipnotizzati dai riflessi madreperla dei palazzi signorili che si specchiava-no sull’acqua del Canal Grande, tutti riccamente decorati da dipinti e preziosi ricami di marmo dai tenui colori pa-stello, uno più affascinante dell’altro. Anche Pulce, fuori dallo zainetto di Teo, stava a naso in su, annusando l’aria di mare e guardando le onde infrangersi sullo scafo.

- Venezia è incredibile! È… come dire… semplicemen-te divina! - osservò Gaia con il suo diario di viaggio sot-tomano. - Adesso capisco perché viene chiamata La Perla

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dell’Adriatico e l’Unesco l’ha dichiarata patrimonio uni-versale dell’umanità. Però non riesco a spiegarmi come facciano questi antichi e meravigliosi palazzi a galleggiare sull’acqua.

- Non dimenticare - intervenne pronta mamma Adele - che Venezia è una città-isola dove la terra esiste, anche se il predominio del mare è indubbio. Qui quasi tutto, dai palazzi ai meravigliosi monumenti che vedi, poggia su nu-merosi pali: è come un enorme bosco messo a testa in giù, fatto di tronchi, alti dai 2 ai 10 metri, di pini, querce, la-rici, olmi e roveri provenienti dai boschi del Cadore, nel versante veneto delle Alpi… Anche le gondole, ognuna delle quali richiede più di 500 ore di lavoro, vengono co-struite con questi legni…

- Come mi piacerebbe diventare un gondoliere! - escla-mò Teo con lo sguardo rapito. - Navigare per i canali, passare sotto i ponti di Venezia… Che spasso! Vogare con un solo remo e su una gondola tutta nera e lucida… Che avventura!

- Non sarebbe male - confermò papà Noè. - Piacerebbe anche a me, così potrei finalmente cantare ai turisti le mie canzoni preferite…

- A me invece piacerebbe diventare una famosa artista e una grande star - disse sognante Gaia, - così sarei sem-pre invitata alla Mostra del Cinema e avrei l’opportunità di ritornare spesso a rivedere questi palazzi antichi sospesi su uno specchio d’acqua.

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- Ragazzi, guardate las-sù! - osservò mamma Adele. - Il ponte sopra di noi è il più famoso di tutta Venezia, il Ponte di Rialto. È davvero particolare perché sopra ci sono negozi stupendi, men-tre i marciapiedi sono ralle-grati da bancarelle di ogni genere, piene di maschere e merletti, murrine e filigrane. Da qui non manca molto per S. Marco.

Poco dopo i turisti iniziarono ad alzarsi dai loro posti per prepararsi a scendere. Il vaporetto iniziò a rallentare dondolando e si avvicinò alla fermata per lo sbarco. Il quadro luminoso presente nell’imbarcazione lampeggia-va: Piazza S.Marco.

Il vaporetto accostò oscillando tra le onde, e i Mil-lemiglia, con un balzo veloce, si ritrovarono sulla ter-raferma.

- Guardate, ragazzi - iniziò mamma Adele con le sue minuziose spiegazioni, - quella magnifica chiesa con cin-que cupole, quattro cavalli e una statua in cima è la Ba-silica di San Marco. Accanto c’è il Palazzo Ducale, an-tica residenza del Doge. Di fronte troneggia il Leone di San Marco, simbolo della città. Questa piazza è l’unica a Venezia ad essere chiamata così, in quanto tutte le altre sono propriamente dette campi.

Lo sai che...Il Ponte di Rialto è il più vec-chio del Canal Grande. È stato sempre un luogo di vendita dei più svariati prodotti. Un tempo vi si svolgeva la gara delle car-riole cariche di merce: vinceva chi riusciva a trasportarle nel minor tempo.

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- È da togliere il fiato… - disse Teo pronto a scattare foto su foto.

- Sembra di essere finiti dentro le pagine di un libro di fiabe - commentò Gaia.

- E vicino ai portici - riprese papà Noè - c’è il campanile di S.Marco, che qui chiamano il “paròn de casa” (padro-ne di casa), perché una volta indicava ai naviganti, grazie alla sua altezza, la posizione della città. A sinistra della basilica c’è la Torre dell’Orologio, con quelle due grandi statue scure, i Mori, che battono le ore sulla campana da cinque secoli senza mai essersi guastati.

Teo osservava l’immenso pavimento della piazza cir-condato da monumenti austeri e pieno di turisti ammi-rati, pronti a scattare un’interminabile sequenza di foto. Rigirava lo sguardo intorno con espressione sbalordita

e, ad un tratto, ricordan-do una notizia che aveva sentito varie volte, im-maginò di trovarsi con la piazza sommersa dall’ac-qua: la famosa acqua alta di Venezia. Non capiva come si potesse verifi-care quel fenomeno, ma avrebbe fatto di tutto per evitarlo. La città era trop-po bella e nessuno poteva

Lo sai che...L’acqua alta è un grosso proble-ma per Venezia. Quando infu-riano grosse tempeste, il vento spinge nella laguna l’acqua del mare che, non trovando sbocchi per uscire, provoca l’allagamen-to delle parti più basse della cit-tà. Per evitare questo fenomeno si stanno costruendo delle dighe che entreranno in funzione solo in caso di necessità, fermando l’acqua del mare agli ingressi della laguna.

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permettere che quelle meraviglie venissero lentamente distrutte.

Anche Gaia era rimasta ammutolita nell’ammirare la vasta piazza e la immaginò brulicante di turisti masche-rati, nel pieno del famoso Carnevale di Venezia. E subito tutto si animò. Si ritrovò vestita da piccola nobildonna, gironzolare fra aristocratici dall’aria austera e dame dal-le voluminose gonne fruscianti per l’abbondante seta. Sguardi nascosti dietro maschere dorate, sorrisi di corte-sia, inchini di saluto, poi musica, canti e balli: un sogno che sembrava vero!

I due fratelli furono riportati alla realtà da Pulce, elet-trizzato dalla quantità enorme di piccioni. Il cagnolino, dentro lo zainetto, si agitava tutto e guaiva come se gli fosse venuto un improvviso mal di pancia. Teo fu costret-to a metterlo a terra, ben stretto al guinzaglio.

- Per carità, non ne combinare una delle tue! - si rac-comandò.

Ad un tratto Gaia, aggiustandosi gli occhiali rosa a for-ma di cuore, gridò:

- Guardate laggiù! Quella è… è… è…All’improvviso nell’angolo della Piazza che dava ver-

so il Canal Grande si accalcò una folla sgomitante. Tu-risti, fotografi e giornalisti cercavano di farsi largo per raggiungere una gondola meravigliosa dalla quale stava per sbarcare, direttamente dalla Mostra del Cinema, la stella…

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- Wanda Catti! È la mia attrice preferita! - strillò Gaia in estasi. - È semplicemente perfetta! Guardate che ve-stito alla moda! Che capelli soffici e voluminosi! Come vorrei anch’io una chioma così!… Devo assolutamente avere un autografo.

In mezzo secondo Gaia, incurante della sua famiglia che la inseguiva frastornata, era riuscita ad intrufolarsi al centro di quella calca urlante. Era lì, a mezzo metro dall’attrice, che con fare altezzoso accarezzava il suo vizia-tissimo gatto persiano bianco.

- Wanda! Wanda, un autografo! - supplicava Gaia a squarciagola.

- Bau! - abbaiò Pulce leccando i piedi della ragazzina.- Pulce, che ci fai qui? Torna da Teo! - disse Gaia chie-

dendosi quando l’avesse seguita e come avesse fatto a li-berarsi dal guinzaglio.

Il cagnolino, in mezzo a quel frastuono, ignorò i suoi ordini, intento com’era a puntare qualcosa.

- Grrrrr… Bau! - iniziò a ringhiare.- Miaoooo! - miagolò il gatto in braccio a Wanda Cat-

ti, con il pelo ritto per la paura. E saltò in testa all’attrice che strepitava disperata.

Pulce seguitava ad abbaiare e a ringhiare sempre più forte, in segno di sfida.

Il gatto, spaventato a morte, si dimenò scatenato, ar-rampicandosi sui voluminosi capelli della diva, che si ri-trovò l’enorme coda giusto davanti agli occhi, fino a che,

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con la vista completamente oscurata, perse l’equilibrio e cadde fragorosamente nel… Canal Grande!

Il povero felino galleggiava tra mille flash; l’attrice, in-vece, con il trucco colante, sbiadita come un acquerello, veniva soccorsa da un gondoliere.

- È la fine di un mito! - esclamò Gaia sconsolata, men-tre Pulce, felice per la personale vittoria, scodinzolava in mezzo ai fotografi.

- Basta, basta! - esclamò Noè pensando al conto degli avvocati della diva per i danni subiti. - Io suggerisco di tagliare la corda…

L’indomani tutti i quotidiani nazionali uscirono con il titolo “Venezia, una Stella cadente nel Canal Grande” e riportarono le foto dell’attrice al naturale.

Chi si era guadagnato la copertina, invece, risultava es-sere uno sconosciuto meticcio scodinzolante, dalla corpo-ratura minuta e l’aria feroce, che contemplava soddisfatto il suo trionfo.

Ora tocca a Teo, a Gaia... e a te

• Osserva attentamente la cartina muta, poi completa le schede riportate nelle pagine seguenti.

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• Scrivi in ogni cerchietto della cartina il numero corrispon-dente al monumento visitato, poi indica con delle frecce tutto il percorso della famiglia Millemiglia.

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1 La Mole Antonelliana

2 Il Duomo con la Madonnina

3 Il Canal Grande

4 Santa Maria del Fiore

5 La Torre Pendente

6 Il Castello di Paolo e Francesca

7 Il Colosseo

8 Gli scavi di Pompei

9 La Reggia di Caserta

10 I Trulli

11 I Bronzi di Riace

12 La Valle dei Templi

• Collega ogni monumento alla regione in cui si trova.

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Mole di Torino

Canal Grande

Torre di Pisa

Colosseo

Reggia di Caserta

Duomo di Milano

Duomo di Firenze

Castello di Gradara

Scavi di Pompei

Trulli di Alberobello

Bronzi di Riace

Valle dei Templi

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Toscana

Marche

Calabria

Puglia

Sicilia

Campania

Piemonte

Lombardia

Lazio

Veneto

• Quali sono le regioni non visitate dalla famiglia Millemiglia?

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• Quali sono le regioni visitate che non hanno uno sbocco sul mare?

• Quali sono le regioni non visitate che non hanno uno sbocco sul mare?

• Quale grande isola non è stata visitata?

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Le Foto di TeoTorino e la Mole

Museo del Cinema

Interno della Mole

Gli appunti di Gaia

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• La Mole ha alla base una pianta quadrata, ma sopra la volta poggia una lanterna a due piani, seguita da un cono altissimo che trasforma la pianta quadrata in circolare.

• Con i suoi 175,50 metri è fra i più alti edifici del mondo co-struiti completamente in muratura. Infatti i grattacieli che supera-no i 150 metri hanno la struttura portante in acciaio. L’altezza del-la Mole è paragonabile ad un altissimo palazzo di ben 55 piani.

• Un ascensore panoramico porta i turisti in 59 secondi fino agli 85 metri della cima della cupola.

• Nel 1904 un nubifragio abbatté il genio alato sulla punta del monumento (sostituito poi da una stella di circa 4 metri di diametro; il genio, regolarmente scambiato per un angelo, si può ancora vedere all’interno della Mole).

• Gli studenti della città di Torino evitano di salire sulla terrazza panoramica perché la tradizione vuole che poi non riescano più a terminare gli studi.

• La Mole ospita il Museo Nazionale del Cinema dove si pos-sono ammirare i macchinari che documentano le varie fasi della nascita del cinema (macchine fotografiche, da ripresa e da ripro-duzione) e si può fare un viaggio nella storia del cinema attraverso migliaia di manifesti e locandine.

Prova a fare come Teo e Gaia.Vuoi conoscere tutto sui monumenti di Torino?Collegati con il portale della città: www.comune.torino.itVuoi conoscere altri importanti monumenti presenti nelle città del Piemonte?Collegati con il portale della regione: www.regione.piemonte.it

ORA TOCCA A Te!

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Indice• UnA PARTenzA FReneTICA

Tutti a bordo di Torpedine

• TORInO e LA MOLeL’ascensore panoramico

• MILAnO e IL DUOMOLa Madonnina e il Fantasma

• VenezIA e IL CAnAL GRAnDeUna “stella cadente

• FIRenze e IL DUOMOUna famiglia distratta

• PISA e LA TORRe PenDenTeUna foto straordinaria

• GRADARA e IL CASTeLLODue cuori innamorati

• ROMA e IL COLOSSeOUna gara moderna

• POMPeI e GLI SCAVICave canem!

• CASeRTA e LA ReGGIAUna passeggiata in tandem

• ALBeROBeLLO e I TRULLITarante e tarantole

• ReGGIO CALABRIA e I BROnzITesori e miraggi di mare

• AGRIGenTO e LA VALLe DeI TeMPLIUna passeggiata fra gli dei

• e A CASA... TUTTO RIVIVe!

• ORA TOCCA A TeO, A GAIA... e A Te

• ORA TOCCA SOLO A Te!

Tra i monumenti d’ItaliaA spasso con la geografia

La famiglia MillemigliaTra i monumenti d’Italia

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