Gattopardo Se le immagini muoiono - Mimesis Edizionimimesisedizioni.it/rassegna/La sopravvivenza...

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---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -------- ---------------------------------------------------------------------------------- Telefoni bianchi? David Bruni Commedia degli anni Trenta Complice la fortuna sotto il Fasci- smo e il successivo avvento del Neorealismo, la commedia italia- na degli anni Trenta è stata liqui- data dai manuali come una fase frivola e inoffensiva del nostro ci- nema, tutta amore, equivoci, bat- tibecchi, lussi fasulli, auto rom- banti e canzoncine orecchiabili. Partendo da Gli uomini, che ma- scalzoni… (1932) per arrivare a Teresa Venerdì (1941), attraverso pellicole oggi semi-dimenticate come La telefonista (1932), Tem- po massimo (1934), Mille lire al mese (1938) e Grandi magazzini (1939), Bruni offre invece una ri- scoperta del genere (attenta piut- tosto ai vari pregi dell’epoca) nella quale spiega anche perché è inesatto chiamarlo “cinema dei telefoni bianchi”. (Il Castoro, Pagg. 168, 15,50). AnGeLA BOSeTTO Steve Della Casa Splendor. Storia (inconsueta) del cinema italiano In risposta ai serissimi manuali che analizzano passo per passo la storia del nostro cinema, ecco arrivare un testo inconsueto, che però non ambisce all’esaustività. Nel suo essere volutamente non lineare e nostalgicamente senti- mentale, il libro ricostruisce un mosaico di storie vere e leggen- de metropolitane, miserie e no- biltà, vezzi d’autore e trucchi ar- tigianali, eventi ignoti innalzati e miti decostruiti, vette di creatività artistica e astuti espedienti com- merciali, luci e ombre. A qualcu- no sembrerà un’eresia riassume- re oltre un secolo di spettacolo così, “eppure”, come scrive l’au- tore, “sono questi chiaroscuri a regalare al cinema italiano gran parte del suo fascino e a stimola- re una cinefilia ascientifica, onni- vora, acritica”. (Laterza, Pagg. 140, 14,00). AnGeLA BOSeTTO L’avvento di internet e delle tecnologie digitali pone nuovi e a volte inquietanti interrogativi sul futuro dell’immagine, e della nostra concezione di essa. Nell’enorme capacità di catalogazione dei nuovi strumenti tecnologici e nell’infinita possibilità di accesso agli archivi digitali, in ogni luogo e in ogni momento, non è forse implicito il “rischio di una deriva dell’immaginazione e di una morte delle immagini”? È partendo da questa premessa che Francesco zucconi articola il suo saggio, individuando nel cinema l’oggetto esemplare di studio per affrontare criticamente la logica della riproduzione delle immagini e per riflettere sul loro utilizzo oggi. Nel far ciò si accompagna a illustri maestri: non solo lo storico dell’arte amburghese Aby Warburg, con i suoi esperimenti sulla memoria delle immagini, ma anche Nanni Moretti, Jean-Luc Godard, Werner Herzog, Aleksandr Sokurov e Pier Paolo Pasolini. Dal Caimano all’Histoire du cinéma, passando per Grizzly Man e l’Arca russa, fino a La ricotta, il libro mostra come il cinema abbia da tempo imparato a utilizzare e manipolare le immagini dei più diversi archivi. Molto prima che le nuove tecnologie permettessero a tutti di impadronirsene e di modificarle. E così le lezioni di montaggio dei grandi maestri del presente e del passato diventano lo spunto per imparare a navigare nel mare visivo della contemporaneità. Il film come spazio del pensiero per sopravvivere al bombardamento visivo di Michelangelo Iuliano La sopravvivenza delle immagini nel cinema. archivio, montaggio, intermedialità Kirk Douglas in Spartacus Come eravamo... Splendor Se le immagini muoiono Frammenti di Histoire du cinéma di Jean-Luc Godard

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Page 1: Gattopardo Se le immagini muoiono - Mimesis Edizionimimesisedizioni.it/rassegna/La sopravvivenza delle... · 2016. 2. 11. · po massimo (1934), Mille lire al mese (1938) e Grandi

Gattopardo ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Telefoni bianchi?David Bruni

Commedia degli

anni Trenta

Complice la fortuna sotto il Fasci-smo e il successivo avvento delNeorealismo, la commedia italia-na degli anni Trenta è stata liqui-data dai manuali come una fasefrivola e inoffensiva del nostro ci-nema, tutta amore, equivoci, bat-tibecchi, lussi fasulli, auto rom-banti e canzoncine orecchiabili.Partendo da Gli uomini, che ma-scalzoni… (1932) per arrivare aTeresa Venerdì (1941), attraversopellicole oggi semi-dimenticatecome La telefonista (1932), Tem-po massimo (1934), Mille lire almese (1938) e Grandi magazzini(1939), Bruni offre invece una ri-scoperta del genere (attenta piut-tosto ai vari pregi dell’epoca)nella quale spiega anche perchéè inesatto chiamarlo “cinema deitelefoni bianchi”. (Il Castoro,Pagg. 168, € 15,50).AnGeLA BOSeTTO

Steve Della Casa

Splendor. Storia

(inconsueta)

del cinema

italiano

In risposta ai serissimi manualiche analizzano passo per passola storia del nostro cinema, eccoarrivare un testo inconsueto, cheperò non ambisce all’esaustività.Nel suo essere volutamente nonlineare e nostalgicamente senti-

mentale, il libro ricostruisce unmosaico di storie vere e leggen-de metropolitane, miserie e no-biltà, vezzi d’autore e trucchi ar-tigianali, eventi ignoti innalzati emiti decostruiti, vette di creativitàartistica e astuti espedienti com-merciali, luci e ombre. A qualcu-no sembrerà un’eresia riassume-re oltre un secolo di spettacolocosì, “eppure”, come scrive l’au-tore, “sono questi chiaroscuri aregalare al cinema italiano granparte del suo fascino e a stimola-re una cinefilia ascientifica, onni-vora, acritica”. (Laterza, Pagg.140, € 14,00). AnGeLA BOSeTTO

L’avvento di internet e delle tecnologiedigitali pone nuovi e a volte inquietantiinterrogativi sul futuro dell’immagine, edella nostra concezione di essa.Nell’enorme capacità di catalogazionedei nuovi strumenti tecnologici enell’infinita possibilità di accesso agliarchivi digitali, in ogni luogo e in ognimomento, non è forse implicito il“rischio di una derivadell’immaginazione e di una morte delleimmagini”? È partendo da questa premessa cheFrancesco zucconi articola il suosaggio, individuando nel cinemal’oggetto esemplare di studio peraffrontare criticamente la logica dellariproduzione delle immagini e perriflettere sul loro utilizzo oggi. Nel farciò si accompagna a illustri maestri: nonsolo lo storico dell’arte amburgheseAby Warburg, con i suoi esperimentisulla memoria delle immagini, ma ancheNanni Moretti, Jean-Luc Godard,Werner Herzog, Aleksandr Sokurov ePier Paolo Pasolini. Dal Caimano

all’Histoire du cinéma, passando perGrizzly Man e l’Arca russa, fino a La

ricotta, il libro mostra come il cinemaabbia da tempo imparato a utilizzare emanipolare le immagini dei più diversiarchivi. Molto prima che le nuovetecnologie permettessero a tutti diimpadronirsene e di modificarle. E cosìle lezioni di montaggio dei grandimaestri del presente e del passatodiventano lo spunto per imparare anavigare nel mare visivo dellacontemporaneità.

Il film come spazio del pensiero persopravvivere al bombardamento visivodi Michelangelo Iuliano

La sopravvivenzadelle immagini

nel cinema.archivio,

montaggio,intermedialità

Kirk Douglas inSpartacus

Come eravamo...Splendor

Se le immaginimuoiono

Frammenti di Histoire ducinémadi Jean-LucGodard

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