Gamerra - Pisa UdC241-249

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Documentazione delle U.d.C. 241 e 249 “Luoghi naturali e rifiuti… fuori luogo” “L’appuntalapis……consapevole” Istituto scolastico “Gamerra” Pisa Destinatari: Scuola Primaria “don L. Milani” Classe 4^ 1 Classe 4^ Ore dedicate al percorso: anno scolastico

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Documentazione delle U.d.C. 241 e 249“Luoghi naturali e rifiuti… fuori luogo”

“L’appuntalapis……consapevole”

Istituto scolastico“Gamerra” Pisa

Destinatari:Scuola Primaria “don L. Milani”

Classe 4^

1

Classe 4^

Ore dedicate al percorso: anno scolastico

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I contenuti delle Unità di competenza “ luoghi naturali e… rifiuti fuori luogo” e “L’appuntalapis consapevole” si sono sviluppati all’interno luogo” e “L’appuntalapis consapevole” si sono sviluppati all’interno

del piano triennale di lavoro denominato:“Controcorrente: dalla foce dell’Arno alla sua sorg ente”.

Le due insegnanti di classe I. Moretti e M. Lanciani, coadiuvate dall’insegnante di sostegno L. Santoni, hanno ritenuto di costruire i

percorsi didattico-educativi delle discipline attraverso il comune denominatore dell’educazione ambientale.

Nel piano di lavoro l’ambiente è stato osservato nei suoi aspetti naturali, sociali, economici e culturali sia di ieri che di oggi.

L’obiettivo del progetto si riferisce all’acquisizione degli strumenti di

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L’obiettivo del progetto si riferisce all’acquisizione degli strumenti di base per la comprensione, sempre più profonda, della complessità

dell’ambiente e della sua trasformazione per arrivare così a prendere coscienza della necessità della tutela e miglioramento.

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Le finalità raggiunte attraverso il percorso dell’U.d C. sono state:

1. Saper vedere, conoscere, decifrare l’ambiente.2. Saper difendere l’ambiente3. Saper “inventare” l’ambiente.

“Saper vedere l’ambiente” come educazione non solo a registrare ciò che accade sotto i nostri sensi ma a prestare attenzione al mondo concreto per costruire immagini mentali e suscitare l’intuizione di un problema ( problem solving) e la sua risoluzione.“Saper difendere l’ambiente” come educazione precoce alla salvaguardia e protezione del proprio territorio naturale e sociale e costruzione della responsabilità sociale del bambino contro il qualunquismo.“Saper inventare l’ambiente” come educazione alla scoperta delle ricchezze dei paesaggi naturali ed artificiali e alla loro reinterpretazione.

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naturali ed artificiali e alla loro reinterpretazione.

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Le attività realizzate hanno favorito, così come raccomandato dalle Indicazioni Nazionali” e dalle linee-guida dei “Laboratori del sapere scientifico” di cui la classe usufruisce:•l’esplorazione e la scoperta di nuove conoscenze.•l’esplorazione e la scoperta di nuove conoscenze.•la comunicazione orale attraverso l’ascolto e la produzione di discorsi e testi specifici.•l’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva•la costruzione di ragionamenti formulando ipotesi, sostenendo le proprie idee, confrontandosi con gli altri.

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Una mattina in Bocca di Serchio alla scoperta della foce del fiume e del suo territ orio

Durante l’uscita si esplora un nuovo ambiente, per la maggioranza delle bambine e dei bambini della la maggioranza delle bambine e dei bambini della classe 4^ è una nuova scoperta, è la loro prima visita alla foce del Serchio.

La guida è il signor

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Micheletti, migliarinese e conoscitore dell’ambiente del parco.

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Dal racconto delle bambine e dei bambini:

Osserviamo cosa c’è intorno: un fiume senza case sulle sponde, senza macchine che Osserviamo cosa c’è intorno: un fiume senza case sulle sponde, senza macchine che percorrono le sue rive, diverso da quello che siamo abituati a vedere quasi tutti i giorni, un fiume abitato dagli uccelli …

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la guida ci dice che vivono in questi ambienti acquatici dove con il lungo becco e le lunghe zampe cercano le loro prede nelle acque basse, sono una garzetta e un airone cinerino.

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Riprendiamo il nostro percorso, guardiamo cosa c’è nel laghetto vicino al mare. Micheletti ci fa vedere le folaghe che stanno dove c’è l’acqua bassa e calma con molte piante acquatiche e canne palustri. In questo ambiente possono trovare alghe, erbe, canne o acquatiche e canne palustri. In questo ambiente possono trovare alghe, erbe, canne o molluschi, piccoli pesci, rane e insetti da mangiare, insomma è una specie onnivora. La folaga costruisce il nido nei canneti dove depone da tre a dodici uova.

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Dopo aver percorso l’ultimo tratto del fiume faccia mo la sosta vicino alle canne.

Le canne sono state usate anche per fare le canne da pesca , i calami (strumenti per scrivere), i bastoni da passeggio e per produrre la carta . I fusti duri vengono utilizzati per fare alcuni strumenti musicali a fiato come il clarinetto e il

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La nostra guida ci racconta che da bambino, insieme ai suoi amici, costruiva con le foglie della canna delle barchette, ce lo fa vedere e noi impariamo a farle.

fiato come il clarinetto e il sassofono e sono 5000 anni che sono utilizzati per costruire i flauti, come facevano gli etruschi. Poi abbiamo trovato che con la sua cellulosa si crea un gas che può essere bruciato come una specie di benzina.

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Le canne sono forti e resistenti; in classe ci docu mentiamo e scopriamo che anche gli antichi egizi la usavano ma per avvolgerci i corpi dei morti. Poi scopriamo che contengono la silice, ci chiediamo:

“Che cosa è la silice?”

Scopriamo che laScopriamo che la silicesilice si trovasi trova in natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbia in natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbia

Queste alghe sono fatte di una sola cellula e le Queste alghe sono fatte di una sola cellula e le loro antenate sono comparse circa 150 milioni di loro antenate sono comparse circa 150 milioni di anni fa; quando muoiono si depositano sui fondali anni fa; quando muoiono si depositano sui fondali dei mari formando come degli strati di farina dei mari formando come degli strati di farina

Scopriamo che laScopriamo che la silicesilice si trovasi trova in natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbia in natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbia che sono delle pietre o minerali; sappiamo anche ch e con la sabbia che contiene che sono delle pietre o minerali; sappiamo anche ch e con la sabbia che contiene la silice si fabbrica il vetro. Invece non sapevamo che la silice si trova anche in la silice si fabbrica il vetro. Invece non sapevamo che la silice si trova anche in piccole alghe chiamate diatomee; sono così piccole che non si vedono ma piccole alghe chiamate diatomee; sono così piccole che non si vedono ma fotografate al microscopio sono come delle scatolin e a forma di triangoli o cerchi.fotografate al microscopio sono come delle scatolin e a forma di triangoli o cerchi.

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anni fa; quando muoiono si depositano sui fondali anni fa; quando muoiono si depositano sui fondali dei mari formando come degli strati di farina dei mari formando come degli strati di farina fossile. Lafossile. La polvere dipolvere di silicesilice che si ottiene dopo che si ottiene dopo aver pulito i gusci delle diatomee, viene utilizzata aver pulito i gusci delle diatomee, viene utilizzata per fare il dentifricio! Si usa anche per le piccole per fare il dentifricio! Si usa anche per le piccole ferite e le fa guarire prima e, se si perdono i ferite e le fa guarire prima e, se si perdono i capelli o non ci crescono le unghie, può essere che capelli o non ci crescono le unghie, può essere che ci manca la silice. ci manca la silice.

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Il nostro accompagnatore ci fa osservare una nuova pianta, è bella, con dei

Andando avanti, incontriamo un pescatore che ha appena pescato un grosso pianta, è bella, con dei

fiori bianchi, ci sembra una palma. Si chiama yucca, non è nata in questo territorio ma ci si è adattata molto bene tanto che è diventata infestante e soffoca molte specie che, invece, sono del posto: per questo le

pescato un grosso pesce, ci sembra un bel bestione! Si chiama pesce-serra. La nostra guida ci dice che anche questo appartiene ad un specie aliena perché viene da un altro mare. Spiega che pesci o piante di mare che non appartengono alle specie

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posto: per questo le guardie del parco la tengono sotto controllo, distruggendola quando cresce troppo. Si dice che è una pianta aliena cioè arrivata da un luogo fuori dal Mediterraneo.

appartengono alle specie del Mediterraneo si sono ben adattate e crescono e si riproducono troppo perché trovano l’acqua calda come quella degli ambienti da dove provengono, prima l’acqua era meno calda.

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Alcuni pesci come il serra diventano predatori, eliminano i pesci meno forti che sono sempre vissuti in questi che sono sempre vissuti in questi ambienti. Se, per esempio, i pesci che vengono mangiati dai predatori sono pesci erbivori che mangiano le alghe queste, senza di loro, aumentano di numero, diventano troppe e occupano tutto lo spazio anche di altre specie come quello dei coralli o delle spugne che piano piano muoiono. Tutto l’equilibrio della catena alimentare

Esempio di catena alimentare del fiume dove tutto funziona!

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Tutto l’equilibrio della catena alimentare si rompe.

La parola alieno ci fa venire in mente gli extrater restri, creature molto diverse La parola alieno ci fa venire in mente gli extrater restri, creature molto diverse da quelle che vivono sulla terra, quello che abbiam o incontrato è invece solo da quelle che vivono sulla terra, quello che abbiam o incontrato è invece solo un povero pesce che ha sbagliato casa anche se quel la nuova gli va bene!un povero pesce che ha sbagliato casa anche se quel la nuova gli va bene!

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Per fortuna incontriamo un secondo pescatore che ha preso un polpo, sappiamo che il polpo è una specie del Mediterraneo che è la

Un ecosistema ricostruito: lo stagno della scuola

Il nostro stagnodel Mediterraneo che è la sua casa. Lo abbiamo incontrato anche nella vasca dell’acquario di Livorno dove cambiava colore se veniva disturbato! Il polpo vive nei fondali bassi ; mangia i crostacei e riesce a rompere i gusci delle vongole.

Invece se l’acqua è inquinata può essere anche meno scura, ma può contenere le sostanze che i contadini danno ai campi per far crescere di più le piante. Queste sostanze sono ad. es. l’azoto che deve essere preso dalle piante ma se è tanto lo prendono anche le piccole alghe che

Questa è invece una trompiglia ormai morta; l’acqua dove galleggia non ci sembra proprio pulita e abbiamo pensato

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piccole alghe che diventano troppe e i pesci non le possono mangiare tutte e così le alghe levano l’ossigeno all’acqua e questo fa morire i pesci; ancora una volta si rompe tutto l’equilibrio che c’è nel mare o nei posti dove c’è l’acqua.

che la sua morte dipendesse da questo fatto. Ma mettendo nel nostro stagno di scuola le piante palustri, insieme all’estero di “un orto a scuola”abbiamo scoperto che se l’acqua sembra poco pulita può dipendere dal suo fondo un po’ fangoso.

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Finalmente siamo alla foce del Serchio, qui del Serchio, qui l’acqua del fiume incontra quella del mare ed è pulita. Tra poco ci aspetta una bella merenda e un bel bagno!

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Camminiamo sulla spiaggia per arrivare all’oasi, me ntre andiamo troviamo piccole piantine che vivono sulla spiaggia : sono le piante pioniere, ci vengono in mente gli uomini che andavano al Polo Nord senza attrezzature. In classe approfondia mo l’argomento e scopriamo che sono piante che riescon o a vivere sulla sabbia vicino al mare ed alcune proteggono, c on le loro lunghe radici, le dune che proteggono a loro volta la vegetazione più distante. Loro vanno protette dalle costruzioni e dalle ruspe.

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Mentre camminiamo troviamo anche molti rifiuti, mes colati ai residui di alberi, rocce e conchiglie trasportati e lavorati dall’acqua, dall’aria e dal sole. In mezzo ai resti organici marroncini e grigi , gli

Luoghi naturali e rifiuti …fuori luogo!

trasportati e lavorati dall’acqua, dall’aria e dal sole. In mezzo ai resti organici marroncini e grigi , gli scarti artificiali si vedono subito per i loro colo ri attraenti. Sono quasi tutti imballaggi: bottigli e di plastica, di vetro, contenitori di tetrapak, lattin e di alluminio…

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Troviamo anche una palla ormai indurita dal sole, con cui si potrebbe ancora giocare.Ma è brutto vedere tutta questa sporcizia! Decidiamo di raccogliere quello che si può e di portarlo a scuola.

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Ciao a tutti dal Parco Naturale di Migliarino !!!

Al lavoro !

di Migliarino !!! In classe ripensiamo all’esperienza fatta: ci siamo divertiti e stancati. Abbiamo osservato da vicino un ambiente nuovo dove piante ed animali possono vivere bene insieme nell’acqua o nella terra o sulla sabbia in spazi più o meno grandi;

ma abbiamo anche capito che, a causa delle temperature più alte dell’aria e dell’acqua, della

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La nostra gita è finita, torniamo a scuola.

temperature più alte dell’aria e dell’acqua, della pioggia che certe volte cade forte e per tanti gior ni, alcuni animali e alcune piante non hanno più la cas a adatta e, altre specie, venendo da altri ambienti prendono il loro posto, così i primi rischiano di scomparire per sempre. E poi abbiamo visto quanto anche noi esseri umani, con i nostri comportamenti e con gli scarti dei nostri consumi, possiamo modificare l’ambiente…

Allora, cosa si può fare?

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Indagine sui rifiuti

Siamo partite/i da tutto quello che abbiamo portato in classe: una gran quantità di rifiuti! Abbiamo scoperto che sulla spiaggia in un

1 palla sgonfia di plastica1 contenitore di plastica del budino alla crema2 contenitori di tetrapak del tè e del succo7 bottiglie di plastica1 tanica di plastica di olio per barche2 vasetti di plastica per piante3 bicchieri di plastica1 contenitore di plastica per lo shampoo1 bottiglina di plastica del succo alla fragola1 pezzo di rete di plastica

Abbiamo scoperto che sulla spiaggia in un piccolo spazio di pochi metri quadrati c’erano:

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1 pezzo di rete di plastica1 suola di scarpa2 lattine (birra e Coca-Cola)1 contenitore di lacca per capelli1 sacchino di alluminio leggero per le patatinefogli vari e pezzi di carta del giornale1 tubetto di plastica per il dentifricio1 accendinopezzi di ferro e di polistirolo1 contenitore di plastica per le uova

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Un gruppo si è divertito a riciclarli costruendo la 1. “bambola riciclona”, mentre gli altri gruppi con i loro lavori hanno vol uto denunciare il problema dell’inquinamento. Così abbiamo costruito 2. “godzilla”, 3.“il mondo sommerso dai rifiuti” 4. “una città di rifiut i” 5.“lo squalo inquinato”

Pop-art

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Abbiamo toccato, manipolato, annusato, osservato e giocato

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osservato e giocato con i rifiuti della spiaggia. Poi alla maniera dei grandi artisti della pop-art li abbiamo trasformati in opere d’arte.

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Poi ci siamo chiesti “da dove vengono i rifiuti?” La risposta

Beach litter

che ci siamo dati, confermata poi dalle esperte di “Legambiente”, è che per la maggior parte arrivano alla foce e quindi vanno in mare con la corrente del fiume; molti di questi contenitori sono leggeri e facilmente trasportabili dall’acqua e poi le onde li portano sulla riva, dove possono formare anche delle

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possono formare anche delle “montagne di rifiuti!”Non tutti sono però indistruttibili, la buccia di banana vicino alle zampe del gabbiano, è biodegradabile, anche se è meglio non vederla sulla spiaggia.

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Che confusione!!!Che confusione!!!

A scuola A scuola avevamo già i avevamo già i contenitori per contenitori per fare la raccolta differenziata e separare i materia li di fare la raccolta differenziata e separare i materia li di A scuola A scuola avevamo già i avevamo già i contenitori per contenitori per fare la raccolta differenziata e separare i materia li di fare la raccolta differenziata e separare i materia li di scarto mascarto ma, quando , quando le le esperte di Legambiente hanno ispezio nato i nostri contenitori esperte di Legambiente hanno ispezionato i nostri c ontenitori hanno hanno trovato:trovato:

… carte e torsolo … carte e torsolo di mela nel cestino di mela nel cestino della raccolta della raccolta indifferenziata, indifferenziata, scatoline di scatoline di tetrapak e tetrapak e bottigliette di bottigliette di

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bottigliette di bottigliette di plastica nel plastica nel contenitore della contenitore della carta! carta! E sul pavimento E sul pavimento appuntatura di appuntatura di matita.matita.Che figura !!!Che figura !!!

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Per fortuna non ci hanno dato un brutto voto anzi ci hanno insegnato un gioco nuovo: quello

Riciclo e RiusoRiciclo e Riuso

anzi ci hanno insegnato un gioco nuovo: quello di riusare alcuni scarti per costruire cose nuove. Poi con pazienza ci hanno anche spiegato che non basta togliere i rifiuti da dove sono rimasti, ma bisogna imparare a riconoscere di cosa sono fatti e dove vanno messi.

Una bottiglia di plastica impiega circa 100 anni a smaltirsi e se ci ha disturbato vedere tutta la plastica a Bocca di Serchio abbandonata in mezzo alla spiaggia, dobbiamo sapere che differenziando possiamo fare in modo che dalla plastica usata si ottengano nuovi oggetti; in questo modo non dovendo fare bottiglie nuove,

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questo modo non dovendo fare bottiglie nuove, si usa meno plastica, quindi meno energia per far andare le macchine per produrle quindi meno petrolio per avere la benzina per le macchine, meno macchine producono meno inquinamento dell’aria e meno calore che, ricoprendo la terra, fa cambiare le abitudini di quelle piante e animali che vengono chiamati alieni e che ci dispiace che vengano considerati un po’ come dei mostri!

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Ma non siamo così poco rispettosi dell’ambiente! Gi à dalla prima a scuola siamo abituati a buttare le b ucce spezzettate delle banane e di tutta la frutta in una

Rifiuti biodegradabili…

spezzettate delle banane e di tutta la frutta in una compostiera, mentre in un altro contenitore chiuso gli scarti si trasformano in terriccio. Per sapere se il contenuto nella compostiera chius a è pronto per essere usato nel nostro orto, abbiamo chiesto aiuto al biologo Sparvoli che, con un termo metro ha misurato la temperatura interna della campana. Come mai ha fatto questo? Dunque: all’inizio la campana del compost era piena di scarti, poi la quantità è diminuita perché i macrorganismi e i microrganismi hanno fatto il loro lavoro.Tra i micro ci sono i batteri che noi non abbiamo v isto per le loro minime dimensioni ma che si sono nutri ti dei rifiuti e hanno utilizzato l’ossigeno, così facendo h anno

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rifiuti e hanno utilizzato l’ossigeno, così facendo h anno fatto da decompositori: hanno smontato, come nella Lego, tutti i mattoncini di cui sono fatti i cibi ( le sostanze zuccherine della frutta) per recuperare quel lo che a loro serve per vivere e hanno ridotto i nostr i scarti nelle sostanze che servono anche alle piante per vi vere: il fosforo, il potassio, l’azoto. Misurare la temper atura è servito a vedere se avevano finito di lavorare, inf atti se siamo intorno alla temperatura dell’aria va bene, i l compost è pronto come terra buona per l’orto.

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Tornando ai rifiuti portati a scuola, ci siamo dett i che

…e indistruttibili !

Tornando ai rifiuti portati a scuola, ci siamo dett i che non sono biodegradabili e allora che ne facciamo?Ora abbiamo capito che è bene metterli nei contenit ori della raccolta differenziata: quello della carta, de l multimateriale, dell’indifferenziato. Così abbiamo classificato gli oggetti in base al materiale di c ui erano fatti e nominato le caratteristiche, ma non ci sia mo fermate/i qui e ci siamo chiesti:Da dove vengono la plastica, i metalli e il vetro c on cui sono fatti anche certi imballaggi?Abbiamo scoperto che la plastica si fa con il petro lio.Noi sapevamo che con il petrolio si fa la benzina, e la benzina ci serve:per le nostre macchine per i motorini e le moto grandiper far andare, nelle fabbriche, tutti i motori del le macchine che producono oggetti di ogni genere: di ferro, di alluminio, di vetro, di plastica, di rame ….per gli aerei

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ferro, di alluminio, di vetro, di plastica, di rame ….per gli aereiper i trattori nei campiper le barche che hanno il motore, non quelle antic he che andavano solo con le veleper i motoscafiinsomma per far andare tutti i motori e tutto…..quin di il petrolio è importante.Abbiamo scoperto, leggendo la tabella del RIFIUTARI O per assegnare la ricerca su come si fabbricano alcu ni oggetti di uso quotidiano, che con la plastica si f anno anche le calze di nylon (rifiuto non recuperabile) abbiamo cercato la loro storia e abbiamo saputo che :

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Le calze sono fatte con il petrolio ( materia prima), il quale viene portato nella fabbrica per essere scomposto in particelle piccole poi ricomposte e, con il calore fortissimo, trasformato in bave che poi formano il filo; il filo deve poi essere sottoposto a tanti altri il filo deve poi essere sottoposto a tanti altri processi prima di diventare calza. E’ un processo lungo che richiede tanta energia che serve a far muovere le macchine per fare tutte le lavorazioni che trasformano il petrolio in un filo lungo, elastico, resistente, colorato, più o meno sottile, più o meno trasparente.

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Ma cosa è il petrolio?

Abbiamo scoperto che il petrolio si è formato nelle profondità della terra formato nelle profondità della terra dove, per milioni di anni la forte pressione delle rocce ha trasformato le antiche foreste fatte di immensi e strani alberi che ora non esistono più, in un liquido oleoso e che puzza: è il petrolio. Lo chiamano anche l’oro nero perché ci si fanno moltissime cose, lo conoscevano anche i Babilonesi, con l’asfalto che

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anche i Babilonesi, con l’asfalto che viene dal petrolio ci costruirono la città di Ur.

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Per conoscerle siamo andati al Museo di Storia Natu rale di Calci dove è stata ricostruita la storia dei Monti Pisani.

Ma come erano le antiche foreste?

Calci dove è stata ricostruita la storia dei Monti Pisani.

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Eccoci all’interno della Certosa che ospita il Museo

E ora eccoci con un tuffo nel passato lontanissimo, 300 milioni di anni fa, in un periodo chiamato dai geologi Carbonifero poiché le rocce formatesi in quel periodo di tempo contengono i maggiori giacimenti di carbone fossile della terra.

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Ricostruzione della foresta carbonifera quando si formavano le rocce dei Monti Pisani

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Sotto il nostro territorio però non c’è tanto petrolio e allora lo dobbiamo comprare da quei paesi che ce l’hanno come i paesi dobbiamo comprare da quei paesi che ce l’hanno come i paesi Arabi.Il petrolio costa molto, ma lo compriamo lo stesso perché ci dobbiamo fare anche la benzina e, come abbiamo detto, con la benzina la plastica e con la plastica cose di ogni genere. Ci sono oggetti di plastica duri, trasparenti, morbidi, colorati, leggeri, pesanti, tutti però indistruttibili.Sappiamo dalla storia antica che

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Sappiamo dalla storia antica che in Mesopotamia o in Egitto usavano le fibre naturali per fare gli oggetti, poi ci siamo chiesti:ma quando la plastica non c’era ancora, circa 100 anni fa, come li costruivano?

Strumenti quotidiani dei popoli antichi

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AL MUSEO DEI PESCATORI Siamo andati al Museo dei pescatori a Migliarino do ve, attraverso l’esposizione degli oggetti e la lettura e il racco nto delle storie, si ricostruisce l’esposizione degli oggetti e la lettura e il racco nto delle storie, si ricostruisce la vita dei pescatori, delle loro famiglie e degli oggetti che venivano usati durante il secolo scorso: tutti utensili e strument i fatti a mano.

Abbiamo scoperto che le barche a remi con il fondo piatto erano fatte tutte con il legno e

Sul barchino in 23 !

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tutte con il legno e servivano per trasportare non solo le persone, ma anche i materiali e le cose; venivano anche trainate dai cavalli dalle due rive o dalle persone.

Erano un mezzo di trasporto come oggi i camion ma l’energia la prendevano dai barcaioli che remavano, mentre i camion la prendono dalla benzina.

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Utensili fatti a manoCon il falasco, che è una specie di canna palustre come quella che abbiamo trovato sulle rive del Serc hio, ci impagliavano le sedie e i fiaschi del vino e ci fa cevano tanti oggetti di uso quotidiano come conteni tori e imballaggi. imballaggi.

Siamo agli inizi del 1900; le donne del lago di Massaciuccoli tagliano il falasco delle rive lo car icano sui barconi per poi venderlo agli impagliatori di fiaschi e sedie .

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In Sardegna con il falasco venivano costruite anche le imbarcazioni, come quelle degli antichi Egizi; per migliaia di anni si usavano le stesse materie!.

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Tutti gli strumenti di pesca erano fatti con materiali naturali; abbiamo conosciuto anche alcune vecchie tecniche e

Con il battibelllo venivano pescate le anche alcune vecchie tecniche e

fotografato il pescatore che usa il giacchio come ci aveva fatto vedere Giuliano Meinial museo.

pescate le anguille, ci rimanevano intrappolate.Anche le fascine servivano per la loro pesca, erano rametti di vite legati e messi sul fondo del fiume. Le bilance le abbiamo viste

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abbiamo viste sulla riva del Serchio.

Un pescatore con il giacchio

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E anche le boe che segnalavano le reti in mare eran o fatte di canne

Oggi sono di plastica e di polistirolo che è leggero e galleggia

La ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagnoLa ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagno

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La ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagnoLa ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagno

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Allora, da quanto abbiamo visto, sentito, toccato, abbiamo potuto conoscere i cambiamenti che ci sono stati in questi ultimi 100 anni circa, ma noi non possiamo tornare indietro a quando non c’era la pla stica e allora?Dobbiamo conoscere per capire e così siamo andati avanti. Tra gli imballaggi della spiaggia, c’erano le lattine avanti. Tra gli imballaggi della spiaggia, c’erano le lattine fatte di alluminio che è un metallo. Abbiamo indaga to sul mondo dei metalli, partendo da ciò che per noi sono e discutendo sulle loro caratteristiche; dai metall i siamo arrivati ai minerali, scoprendo che è da questi che si estraggono i primi, poi abbiamo preparato una mappa .

Le pietre e le rocce contengono la storia della Terra, dai tempi preistorici

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Terra, dai tempi preistorici gli uomini hanno sempre avuto uno stretto legame con le pietre, da quando venivano lavorate per ricavarne utensili e armi a quando venivano bruciate per estrarre il metallo.

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I metalli

Abbiamo osservato alcuni metalli più da vicino; metalli più da vicino; avevamo a disposizione dei pezzetti di rame, di piombo, di stagno,di alluminio.Abbiamo individuato le caratteristiche che ce li fanno riconoscere e distinguere dagli altri materiali: in particolare la lucentezza e la resistenza.

Abbiamo verificato anche la

Tra i metalli si è fuso lo stagno e dopo anche il piombo, mentre l’alluminio e il rame non fondono a

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anche la caratteristica della malleabilità, la capacità di fusione e di tenere il calore riscaldandoli in un contenitore su un fornellino .

e il rame non fondono a quelle temperature ci vogliono più alte. Il rame mantiene il calore per più tempo. I metalli che si sono fusi si potevano modellare con facilità e, tolti dal calore, tornavano allo stato solido. Con una lega di stagno e piombo abbiamo forgiato un anello!

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Poi ci siamo chiesti: “come si fa a togliere il met allo dalle rocce? Ora sappiamo che prima bisogna cavarlo dalle miniere, poi i minerali vanno separat i, poi va estratto dal suo minerale, poi c’è tutto il

Lavorazione del minerale

Ma da quanto tempo l’uomo conosce i metalli? Dalla storia dell’uomo abbiamo conosciuto che il passaggio dalla lavorazione della pietra a quello delle metalli è stato lento e a tappe; non tutti gl i

poi va estratto dal suo minerale, poi c’è tutto il processo di lavorazione che abbiamo rappresentato; ci siamo accorti di quanto sia un lavoro lungo, complesso e che richiede tanta energia.

La storia dei metalli

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delle metalli è stato lento e a tappe; non tutti gl i uomini sono arrivati agli stessi risultati contemporaneamente; tra i primi c’è stato il popolo dei sumeri, quelli della scrittura, che intorno al 2300 a.C. lavoravano il rame e lo stagno mescolati come abbiamo fatto noi in classe, poi gli Ittiti hanno portato il ferro, un metallo più resistente e duro ma difficile da fondere; il siste ma che avevano inventato per fonderlo era un vero segreto.

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Qualcuno di noi ha poi chiesto: “Ma in Italia, gli

Gita al parco archeo-minerario del Temperino

Qualcuno di noi ha poi chiesto: “Ma in Italia, gli uomini antichi, lo conoscevano il ferro?” Ricercando notizie per rispondere abbiamo saputo che già gli Etruschi prendevano il ferro dalle miniere dell’isola d’Elba e il rame da Campiglia. E alla domanda.” Ma come sono fatte queste miniere?” abbiamo pensato che sarebbe stato bello andare a visitarle e così è stato:Nel parco archeo-minerario della Val di Cornia a Campiglia Marittima abbiamo visitato una miniera dove dal tempo degli etruschi e poi con i romani , poi nel MedioEvo e fino al 1950 circa si sono estratti i minerali per prendere il ferro, il rame, il

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estratti i minerali per prendere il ferro, il rame, il piombo, lo zinco. Abbiamo saputo del duro lavoro dei minatori, della fatica che facevano e dei rischi per la loro vita; la guida ci ha raccontato che nei tempi antichi gli uomini scendevano con le corde e le scalette nelle lunghe gallerie, con le lucerne a olio per vedere e scavavano con i mazzuoli e gli scalpelli, nei tempi moderni scendevano con gli ascensori e i buchi li facevano con il martello peneumatico, ma tutto era molto pericoloso e molti ci sono morti!

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Il bene comuneLa lettera diceva:

Cari bambini

siamo molto felici del SENZA ZAINO e ci siamo molto felici del SENZA ZAINO e ci piace collaborare con voi per farlo funzionare. Tra le altre cose siamo noi che acquistiamo i vostri materiali di lavoro. Ma i soldi non sono infiniti e bisogna spenderli bene. Per esempio quelli spesi a novembre per 60 lapis sono davvero troppi ! E’ arrivato il momento di chiedere anche a voi di assumervi alcune responsabilità: abbiate CURA dei vostri materiali, che sono PREZIOSI! E’ vero, NON E’ FACILE ! Svolgere un INCARICO per prendersi cura

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Svolgere un INCARICO per prendersi cura di ciò che ci circonda, è faticoso: vuol dire fare una cosa per gli altri, non per avere qualcosa in cambio, ma perché E’ GIUSTO così. Però vi assicuriamo che essere affidabili è anche il modo migliore per CRESCERE. Non è vero che IL BENE COMUNE non è di nessuno: è di tutti!

I vostri babbi e le vostre mamme, con affetto!

In questo percorso ci è capitato spesso di parlare di lavoro, di fatica e di energia; anche i nostri geni tori ci hanno fatto riflettere su questo. Durante l’anno, c i hanno inviato una lettera sulla necessità di non sprecare. La nostra scuola infatti ha un progetto c he si chiama “Senza Zaino” : uno dei motivi che hanno spinto i maestri e i genitori a partecipare al progetto è stato il fatto di condividere i materiali che usiamo tutti i giorni: quaderni, matite, penne, gomme per non sprecarli ma , durante l’anno maestri e genitori sono accorti che, nonostante tutto, il nostro spreco era tanto.

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Ma davvero una matita è così preziosa ?…per rispondere a questa domanda abbiamo ricostruito e messo in scena la sua storia, a partire dalle origini della scrittura. Il nostro spettacolo teatr ale si è intitolato: UN TESORO DI…MATITA !origini della scrittura. Il nostro spettacolo teatr ale si è intitolato: UN TESORO DI…MATITA !Tra le altre cose racconta che:

La produzione industriale di matite inizia nel 1770. Il processo comincia con l’inserimento di un’anima di grafite tra due fogli di legno di cedro, poi incollati insieme. Presto la produzione di lapis aumenta in tutto il mondo. Per far funzionare la catena di montaggio, oltre a queste materie

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montaggio, oltre a queste materie prime, occorrono anche grandi quantità di energia e di forza-lavoro, necessarie a far marciare correttamente le macchine 24 ore su 24: operai e operaie non si fermano mai. Catena di montaggio della matita

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L’appuntalapis… consapevole !!!

Insomma una matita, anche se è così piccola e semplice, è davvero qualcosa di prezioso, perché incorpora in sé lo sforzo e il contributo di persone, di cose e di una gran quantità di energia. Anche noi perciò dobbiamo

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Anche noi perciò dobbiamo sentirci responsabili verso il pianeta, l’unico che abbiamo, e impegnarci a non sprecare le risorse e a impiegare come si deve i beni di consumo, dal lapis a tutto ciò che usiamo per vivere.

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Risultati ottenuti in relazione agli apprendimenti d egli alunniI contenuti delle due unità di competenza “Luoghi naturali e rifiuti…fuori luogo” e “L’appuntalapis consapevole” hanno caratterizzato il lavoro svolto durante tutto l’ann o. I materiali prodotti sono stati: tabelle, foto, relazioni, comm enti critici su video e mostre, appunti e sintesi di informazioni t ratte da video e mostre, appunti e sintesi di informazioni t ratte da materiali cartacei e on-line, mappe concettuali, te sti, schemi, installazioni artistiche, grafici, presentazioni de lle fasi del percorso attraverso sequenze di slides e uno spettac olo teatrale. Favorite/i anche dal coinvolgimento emoti vo nato dalla conoscenza della storia della fatica del genere uma no nell’adattarsi alla vita sulla Terra (che purtroppo porta talvolta alla distruzione dell’ambiente)… le alunne e gli alu nni hanno acquisito competenze disciplinari plurime. Hanno imparato a individuare un problema, porsi domande, attivarsi i n una ricerca, formulare ipotesi e verificarle, speriment are, indagare secondo procedure adeguate per trovare informazioni e soluzioni, utilizzare criticamente fonti, documenti e reperti. Ma il

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soluzioni, utilizzare criticamente fonti, documenti e reperti. Ma il risultato più rilevante è stato avere cominciato a modificare i propri comportamenti quotidiani, a partire dalla vi ta della classe, verso una maggiore consapevolezza dei limit i dell’ecosistema. Molti alunni ora fanno più attenz ione al contenitore dove mettere i propri rifiuti giornalie ri e tengono in ordine con maggior cura i materiali comuni limitand o al massimo gli sprechi. La conoscenza e lo studio degl i oggetti e dei materiali è servita a sviluppare e consolidare comportamenti più responsabili ed ecologici. La bibliografia e i materiali consultati sono a disposizione presso l’archivio della scuola “Don Milani”.

“One child, one teacher, onepen, one book can changethe world”_ Malala