Gabriel García Márquez - Addio A Ernest Hemingway, Ovvero Elogio Del Pescatore Solitario - 1961
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Transcript of Gabriel García Márquez - Addio A Ernest Hemingway, Ovvero Elogio Del Pescatore Solitario - 1961
GABRIELGARCíAMAROUEZ
Addioa ErnestHemingway,oweroelogiodel pescatoresolitario
Addio a Ernest Hemingway, ovvero elogio del pescatore solitario
Questa volta sembra che sia vero: Ernest
Hemingway è morto. La notizia ha com-
mosso/ in località opposte e discoste del
mondo, i suoi camerieri di bar, le sue
guide per cacciatori, i suoi giovani toreri,
i suoi autisti di taxi, alcuni pugili in di-
sgrazía e qualche pistolero in pensione.
Intanto, nella cittadina di Ketchum,
Idaho, la morte del buon vicino è stata
appena un doloroso incidente locale. Il
cadavere è rimasto esposto per sei gior-
ni, non perché gli venissero resi onori
militari, ma in attesa di qualcuno che
stava cacciando leoni in Africa. Il corpo
non verrà abbandonato agli avvoltoi, vi-
cino ai resti di un leopardo congelato
sulla cima di una montagna, ma riposerà
tranquillamente in uno di quei cimiteri
troppo igienici degli Stati Uniti, circon-
dato da cadaveri amici. Tali circostanze,
che assomigliano tanto alla vita reale, co-
stringono questa volta a credere che He-
mingway è morto davvero, al terzo ten-
tativo.
Cinque anni fa, quando il suo aereo eb-
be un incidente in Africa, la morte non po-
teva essere vera. Le squadre di ricerca lo
trovarono allegro e mezzo ubriaco, in una
radura della foresta, a poca distanza dal
luogo dove si aggirava una famiglia di
elefanti. La stessa opera di Hemingway, i
cui eroi non hanno il diritto di morire pri-
ma di avere assaporato per qualche tem-
po l'amarezza della vittoria, aveva scre-
ditato in partenza quel genere di morte,
più consona al cinema che alla vita.
Invece, adesso, 1o scrittore di sessanta-
due anni, che la scorsa primavera fu ri-
coverato due volte all'ospedale per farsi
curare un disturbo di vecchiaia, è stato
trovato morto nella sua camera con la
testa fracassata daila pallottola di una
doppietta per la caccia alla tigre. A favo-
re delf ipotesi del suicidio c'è un argo-
mento tecnico: la sua esperienza nell'uso
delle armi fa scartare la possibilità di un
incidente. A sfavore, c'è solo un argo-
mento letterario: Hemingway non sem-
brava appartenere alla razza degli uomi-
ni che si suicidano. Nei suoi racconti e
nei suoi romanzi, il suicidio è una vi-
gliaccheria, e i suoi personaggi sono
eroici solo in funzione della loro temera-
rietà e del loro valore fisico. Comunque
sia, l'enigma della morte di Hemingway
è puramente circostanziale, perché que-
sta volta le cose sono andate per il verso
giusto: lo scrittore è morto come il più
comune dei suoi personaggi, e soprattut-
to per i suoi stessi personaggi.
In contrasto col dolore sincero dei pu-
gili, si è notato in questi giorni f incer-
tezza dei critici letterari. La domanda
centrale è fino a che punto Hemingway sia
stato un grande scrittore, e in che grado
meriti una gloria che a lui stesso è sem-
pre parsa un semplice aneddoto, una cir-
costanza episodica nella vita di un uomo.
In realtà, Hemingway è stato solo un
testimone avido, più che della natura
umana, dell'azione individuale. Il suo
eroe emergeva in qualsiasi luogo del
mondo, in qualsiasi situazione e a qual-
siasi livello della scala sociale in cui
fosse necessario lottare accanitamente
non tanto per sopravvivere quanto per
raggiungere la vittoria. E poi, la vittoria
era appena un livello superiore della
stanchezza fisica e dell'incertezza morale.
Tuttavia, nell'universo di Hemingway
la vittoria era destinata non al più forte,
ma al più accorto, di un'accortezza venu-
ta dall'esperienza. In questo senso era un
idealista. Poche volte, nella sua vasta
opera/ si è presentata una situazione in
cui la forza bruta abbia prevalso sulla
conoscenza. Il pesce piccolo, se era più
accorto/ poteva mangiarsi qgello più
grande. Il cacciatore non vinceva il leone
perché armato di una doppietta, ma per-
ché conosceva minuziosamente i segreti
del suo mestiere, e almeno due volte il
leone aveva conosciuto meglio i segreti
del suo. Ne Il vecchio e il mare - il breve
romanzo che sembra una sintesi dei di-
fetti e dei pregi dell'autore - un pescato-
re solitario,- sfinito e perseguitato dalla
sfortuna, è riuscito a vincere il pesce più
grande del mondo in una contesa basata
più suli'intelJigenza che sulla forza.
I1 tempo dimostrerà pure che He-
mingway, come scrittore minore, si
mangerà molti scrittori grandi, grazie
alla sua conoscenza delle ragioni degli
uomini e dei segreti del suo mestiere.
Una volta, in una conferenza stampa,
diede la migliore definizione della sua
opera confrontandola con l'iceberg
della gigantesca mole di ghiaccio che
galleggia in superficie: è solo un otta-
vo del volume totale, ed è inespugna-
bíle, grazie ai sette ottavi che la sor-
reggono sott'acqua.
L'importanza di Hemingway è sor-
retta proprio dall'occulta accortezza
che tiene a galla un'opera oggettiva,
con una struttura diretta e semplice, e
talvolta scarna persino nella sua dram-
maticità. Hemingway ha raccontato
solo le cose viste con i suoi occhi, quel-
le godute e sofferte per sua esperienza,
che erano in fin dei conti le uniche in
cui poteva credere. La sua esistenza è
stata un continuo e rischioso apprendi-
stato del suo mestiere, in cui è stato one-
sto fino al limite dell'esagerazione: biso-
gnerebbe domandarsi quante volte si è
trovata in pericolo la stessa vita dello
scrittore, affinché fosse valido un sem-
plice gesto del suo personaggio.
In questo senso, Hemingway non è
stato niente di più, ma anche niente di
meno, di quello che ha voluto essere: un
uomo completamente vivo in ogni gesto
della sua vita. Il suo destino, in un certo
senso/ è stato quello dei suoi eroi, che
hanno avuto solo un valore momentaneo
in qualsiasi luogo della terra, e che sono
stati eterni grazie alla fedeltà di coioro
che li hanno seguiti.
Questa è, forse, la dimensione più esat-
ta di Hemingway. Probabilmente, questa
non sarà la fine di qualèuno, bensì ilprincipio di nessuno nella storia della
letteratura universale. Ma è l'eredità na-
turale di uno splendido esemplare
umano/ di un lavoratore buono e strana-
mente dignitoso, che forse merita qual-
cosa di più che un posto nella gloria in-
ternazionale.
Apparso originariamente il g lugtio 1961con il titolo Un hombre ha muerto de muerte natural
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