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I Migliori Chitarristi Usano i Migliori Pickup

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CHI HA DETTO CHE NON ESISTONOPIÚ GUITAR HEROES?

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SHG 25

Speciale Catalogo SHG 25

Supplemento editoriale a Dismamusica MagazineAnno VII - numero 17 (Febbraio 2005)Redazione: S&G Partners srl Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MItel 0362 583672 - fax 0362 544356www.sgstudio.it - Direttore Responsabile: Gianni CameroniProgetto grafi co e impaginazione: S&G PartnersStampa: Centro Arti Grafi che - Fino Mornasco (CO)

S ommario

6 EDITORIALEAndrea Biraghi - Gianni Cameroni

9 C’ERA UNA VOLTANASHVILLEAndrea Biraghi

12STORIA DI UNAPASSIONECristiano Cameroni

14 CHI È PASSATODA SHGAndrea Biraghi

17CPM: 20 ANNISUONATIALLA GRANDEFranco Mussida

19 ELENCOESPOSITORI

24COLTI DI SORPRESAStefano Tavernese

26 D-GENERATION ECOMUNITÀ DEI CHITARRISTIPiero Chianura

28 DA VEDEREIN FIERAA cura della Redazione

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L’avventura con SHG è cominciata in una ventosissima, ma solare, giornata dello scorso

maggio. Era la vigilia di SHG 23, e ci siamo trovati a discutere di mercato, etica e prezzi nei sotterranei (a dire il vero un po’ inquietanti) della Mole Vanvitelliana di Ancona. Lì, tra atmosfere un po’ medioevali e discorsi futuribili, è nata la “stretta di mano” tra “voi” e “noi” (mantenendo la dicotomia suggerita dall’amico Biraghi) nell’intento di guardare avanti in una prospettiva di mercato centrata sulla musica, sul fare musica e sul proporre musica.Proprio alla Mole Vanvitelliana di Ancona uno dei presenti (eravamo una ventina) ha fatto notare come solo io e un altro (non farò i nomi nemmeno sotto tortura) abbiamo avuto il coraggio (o la sfrontatezza, giudicate voi) di parlare di Musica. Tutti parlavano di mercato, di prezzi, di tendenze, di andamento, di politiche commerciali e di un sacco di altre cose comunque reali, interessanti e concrete. Ma è bastato citare la parola musica che si è rientrati tutti nei binari più affascinanti del mondo reale che genera ogni anno il fenomeno SHG.Di musica ci si nutre con famelica voracità, qui e in altri luoghi per iniziati. E di musica vogliamo parlare anche su queste pagine: accompagnandovi in una visita quasi rituale, proponendovi nomi e indirizzi da ricordare (altrimenti, che Catalogo sarebbe?) e facendovi trovare fi rme amiche e personaggi di riferimento (bastano i nomi –in rigoroso ordine alfabetico– di Alberto Biraghi, Franco Cerri, Piero Chianura, Franco Mussida, Stefano Tavernese, Massimo Varini?).Su questo numero speciale troverete un po’ di storia e qualche “chicca” che siamo riusciti a conoscere prima di andare in stampa. Siete curiosi? Non dovete fare altro che sbirciare nelle prossime pagine. Prima però tenete presente una cosa. Quello che vi porta qui a SHG non è né la chitarra, né la voglia di fare un affare, né il desiderio di conoscere prezzi e condizioni strepitose. Quello che vi porta qui, e che vi fa scorrere queste pagine con interesse, è la Musica. E poco importa che musica suoniate. È Musica. Ed è ad essa che, se permettete, dedichiamo questo primo lavoro di collaborazione tra Dismamusica e Accordo.D’accordo?

Gianni Cameroni

Editoriale

I mmagino che la componente “dura e pura” della nostra grande comunità (ma grande davvero, con oltre 171mila

unique visitors per accordo.it - dato di gennaio 2005) abbia letto come tradimento la

notizia di questo primo approccio tra “noi”(cioè chi compra) e “voi” (cioè chi importa e/o produce).

A volte anche un’improvvisa stretta di mano dopo anni di freddo può fare scandalo, è logico che sia così.

Metto per un istante la macchina del tempo al 1992, anno di nascita di SHG. Alcune situazioni del mondo

chitarristico dell’epoca gridavano vendetta. Prezzi alle stelle, servizi scadenti, sperequazioni al limite del cattivo gusto. Nell’era pre-eBay, con Visa privilegio di

pochi, la gran parte dei consumatori subiva un mercato incontrollato e (quasi) incontrollabile. Una situazione

solo apparentemente favorevole a chi vende, ma in realtà destinata a generare frustrazione, a sopprimere entusiasmi e “GAS” (nella nostra lingua è acronimo di

“Guitar Acquisition Syndrome”, in italiano “propensione all’acquisto”), fi nalmente a generare antagonismo.

SHG ha dato ossigeno all’immaginario collettivo: spostando decine di migliaia di persone da TV e PS2 a LP e PRS; riaccendendo la passione per la musica;

mescolando generazioni diverse di musicisti;avviando un imponente travaso culturale.

Ma non solo. Sul versante trade, SHG ha imposto ai negozianti di dare il meglio di sé (per vincere il confronto

con i concorrenti) e ha presentato un campione signifi cativo di consumatori ai (purtroppo rari) produttori e distributori

che hanno compreso spirito e potenzialità dell’iniziativa.

Oggi, 6 marzo 2005, l’SHG del terzo millennio può affrontare il mercato globale con l’autorevolezza che deriva da dodici anni di presenza. Non più costola di

Accordo.it (che torna alla sua funzione naturale di editore puro), ma con una sua identità, SHG dà seguito

al progetto avviato nel maggio 2004 ad Ancona assieme a produttori, distributori, rivenditori, liutai e stampa specializzata. L’obiettivo è continuare a intervenire

sull’immaginario sostituendo dovunque sia possibile l’antagonismo con la collaborazione. Senza per questo

rinnegare il proprio ruolo storico di osservatorio indipendente e laboratorio di critica costruttiva.

Alberto Biraghi

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Retrospettiva

C’era una voltaC’era una voltaaggio 1992, un gruppo di amici appassionati di chi-tarre e musica si scambiano

opinioni sulle loro esperienze di consu-matori. Invidiosi dei loro “colleghi” ame-ricani, che trovano di tutto e di più a prezzi per noi impensabili, decidono di lanciarsi in un progetto nuovo e am-bizioso: Nashville, una rivista indipen-dente (nel gruppo abbondavano i fan di Ralph Nader), diffusa solo in abbona-mento, che a partire dal fenomeno “vin-tage” (all’epoca in straordinaria espan-sione anche in Italia) parlasse in modo libero e spregiudicato di chitarre di qua-lità in genere. “Non in concorrenza con le riviste tradizionali - recitava il primo editoriale di Nashville - ma al loro fi an-co in modo diverso” grazie a un modello economico non basato sulla pubblicità, che consentisse di raccontare e discute-re senza fi ltri e pastoie. All’epoca - va ricordato - non c’erano In-ternet, E-bay, mercato globale: l’oceano che ci separava dall’America era molto più grande di oggi. Solo pochi fortuna-ti, per lavoro o grazie ad amici e paren-ti dal lato “zio Sam”, potevano accedere alle meraviglie a stelle-strisce con i lo-ro incredibili prezzi americani. Quei po-chi fortunati (in gran parte “nashvillia-ni” della prima ora) non si abituavano all’idea che potessero esistere differen-ze di prezzo anche di un ordine di gran-dezza tra “noi” e “loro”. Eppure era co-sì e Nashville cominciò a farlo sapere, suscitando in parti uguali scandalo e ammi-razione.

LA PARTENZADI NASHVILLEIl lancio di Nashville (sedici pagine di car-ta riciclata, impaginate con un arcaico DTP, stam-pate dal tipografo sotto ca-sa) fu un piccolo capolavoro di ingegno: dalle riviste degli annunci

di tut-ta Italia (Secon-damano e Porta Portese, per in-tender-ci) si raccoglievano numeri di telefo-no, poi trasformati in indirizzi grazie a un terminalino Philips che si connetteva agli archivi della Seat. A tutti si manda-vano un paio di numeri gratis e la pro-posta di abbonamento. Un lavoraccio, ma dava i suoi frutti. Per il primo an-no Nashville raccolse una cinquantina di abbonamenti al mese. Bastarono pe-rò pochi mesi per capire che i conti non sarebbero tornati: spedizione e stampa costituivano un costo insostenibile, ser-viva un’altra idea brillante. Ancora una volta si guardò oltre il mare, ai “guitar show” americani e in poche settima-ne fu immaginata, defi nita e organizza-ta “Second Hand Guitars, prima mostra mercato dell’usato” in Italia. Ebbene sì, SHG, il più importante guitar show eu-ropeo, nacque solo per dare fi ato a una fanzine.

LA PRIMA VOLTAIl gruppetto dei pionieri, molti dei qua-li si conoscevano tra di loro solo per let-tera, si ritrovò in una cupa discoteca al-le porte di Milano, riempiendola per un

pomeriggio con chitarre, amplifi -catori, effetti, accessori, mi-

nutaglia e altri giocat-toli assortiti. Era il 26 ottobre 1992 e il bi-lancio di fi ne giorna-ta fu sorprendente: la prima edizione di SHG aveva radunato

oltre una mezza doz-zina di commercianti e

quasi 300 appassionati. Soprattutto, aveva messo in

contatto il gruppetto di milane-

Qui sopra e a fi anco,alcune immagini “rubate”

durante alcune delle ultimeedizioni di Second Hand Guitars.

In alto a destra, la copertinadi un numero di Nashville,

la fanzine all’originedel “collettivo” di

Second Hand Guitars.

C’era una voltaC’era una volta

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di Alberto Biraghi

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Retrospettivasi con alcuni altri personaggi destinati a diventare star di prima grandezza, primo fra tutti quello che sarebbe diventato il riferimento “tecnico” di Second Hand Guitars: Roberto Pistolesi, liutaio toscano, che da Santa Croce sul-l’Arno illumina il mondo della chi-tarra.

DI ANNO IN ANNONon si può di-re che “il resto fu facile”, ma certo il ghiaccio era rotto. Meno di sei me-si dopo, nella primavera del 1993, ci si ritrovò in un centro sociale di Voghera (individuato da un’altra new entry, Pao-lino Canevari, chitarrista sopraffi no che si era aggregato al gruppo) per SHG-2. Nel frattempo era nata “Accordo As-sociazione Nazionale”, il “contenitore” per Second Hand Guitars e per la rivi-sta Nashville.Esattamente un anno dopo, un teatro parrocchiale su viale Monza ospitò la prima edizione milanese della manife-stazione, SHG-3. Fu un evento impor-tante, perché per la prima volta ci fu

la partecipazione uffi ciale di una gran-de azienda, Mogar, che - oltre a esporre le sue Gibson e Ibanez - mise a disposi-zione una replica di Les Paul Junior per

un “blind test”. La bella riedizio-ne fu confrontata “dietro la tenda” con un prezioso esemplare origi-nale, una Junior sunburst classe 1956. Le mani di Claudio Bazzari, apprezzato inse-gnante e turnista milanese, fece-ro cantare alter-

nativamente i due strumenti attraverso il medesimo setup. Il pubblico assegnò per acclamazione la vittoria alla “riedi-zione”, con un ovvio tripudio degli amici di Mogar e un evidente scorno dei vin-tage-maniaci, che si dovettero arrende-re al “giudizio del popolo”.

L’APERTURA DI UN DIALOGOIl test dietro la tenda e la presenza di Mogar non sono citati a caso: SHG-3 resta probabilmente l’edizione storica-mente più importante, almeno fi no a oggi, perché di fatto segnò il futuro del-

Parola di jazzistaAbbiamo chiesto a Franco Cerri, a ragione considerato uno dei grandi della chitarra jazz italiana ed europea, di dedi-care un pensiero a chi viene quest’anno a SHG 25. Ed è un pensiero “di chitarra e di musica” proposto con l’anima in-confondibile di Franco Cerri, con la pacata compostezza che lo distingue anche nel suo personalissimo modo di re-galare emozioni musicali a migliaia di estimatori.

Faccio del jazz con la chitarra. Il jazz è un linguaggio musicale che si distingue per la libertà di cui vive, per l’Immediatezza della sua invenzione e per il parti-colare modo di accentuarlo e ritmarlo che lo caratterizza. A differenza del mu-sicista classico, che interpreta il pensiero del compositore seguendo i dettami della partitura, il jazzista crea all’istante la propria musica, organizza iI suono, il ritmo e l’estro melodico, fondendo in un solo momento le sue capacità crea-tive, strumentistiche e culturali. C’è poi l’impatto con la platea e le conseguenze che questo comporta: la scel-ta del repertorio, la successione dei brani da eseguire, l’acustica, il suono e la timbrica, l’estetica, l’emotività, la determinazione con cui rivolgersi al pubbli-co e alla critica sperando di trasmettere loro il “messaggio” e poi tante altre sensazioni che fanno del palcoscenico una sorta di podio da cui parte un mo-nologo che vorrebbe tanto diventare un dialogo. Ogni sera è un esame e la fragilità che dimora nel jazzista può giocare qualche “scherzo”. In ogni caso mi sento un privilegiato. Continuo ad essere un fatalista sognatore con un discreto senso dell’umore e un grande amore per la musica, che rappresenta, insieme alla mia famiglia, il costante piacere della vita. Ora vorrei regalarvi quello che personalmente considero un bellissimo passag-gio del pensiero che Platone dedicò appunto alla musica: “La musica è una legge morale, essa dà anima all’universo, ali al pen-siero, slancio all’immaginazione, fascino alla tristezza, impulso alla gioia e vita a tutte le cose.”

Faccio del jazz con la chitarra. Il jazz è un linguaggio musicale che si distingue

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la manifestazione. Da un lato infatti sottolineò l’atten-zione delle aziende per un movimen-to di consumato-ri destinato a mo-difi care i rapporti tra chi vende e chi compra, aprendo un dialogo fi no ad allora inesistente. Dall’altro dimostrò che il futuro del-la manifestazione non poteva essere il “vintage”: ragioni culturali e gene-razionali convinsero gli organizzatori che SHG - se voleva crescere - doveva trasformarsi da “raduno carbonaro” in “evento di ampio respiro”, capace di far convivere le diverse anime e le diverse

epoche della chitarra, da Charlie Chri-stian a John Petrucci, attraverso Jimi Hendrix, Eric Clapton, Stevie Ray Vau-ghan, Steve Vai, Slash.

Andò proprio così: il settore “vintage”, comunque mai trascurato, è oggi una delle diverse componenti di SHG, una manifestazione che sa parlare al quin-dicenne alle prime armi appassionato

di Dream Thea-ter come al cin-quantenne che non ha rinnega-to Richie Black-more.

L’EDIZIONEESTIVANel frattem-po, la voglia di espandersi ver-so sud, por-

tò alla nascita delll’edizione estiva di Ancona (in collaborazione con Comu-ne e CNA, a dimostrare l’interesse del-le istituzioni più illuminate per questo grande evento), destinata ad accorcia-re le distanze tra nord e sud, raggiun-gendo un pubblico nuovo, vivace e ap-passionato.

SECOND HAND GUITARS OGGISi arriva così, venticinque edizioni do-po, ai giorni nostri. Second Hand Gui-tars è oggi il più importante evento musicale europeo nel genere, è pun-to di ritrovo di una comunità sempre più grande e coesa, richiama anonimi appassionati e nomi noti, che si me-scolano volentieri al pubblico, in ge-nere cercando di non farsi notare, per assaporare in pace gusti, odori e im-magini della grande kasbah musica-le. In questa venticinquesima edizio-ne particolarmente festosa, la novità è costituita da una serie di partner-ship di prestigio, a testimoniare il gradimento riscosso da SHG presso gli addetti ai lavori. Lo testimonia-no queste pagine (con cui produtto-ri e distributori di strumenti musicali sottolineano l’importanza della ma-nifestazione per il mercato) e la col-laborazione col Centro Professione Musica di Franco Mussida (per dare al “popolo di SHG” un evento ancora più ricco di contenuti). Questo è SHG, caotico e felice di es-serci, 25 “giorni” dopo.Domani si comincerà a parlare di fu-turo, per oggi godiamoci una giorna-ta straordinaria. •

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Il personaggio

di una

Passioneintervista a Massimo Varini

ncontriamo Massimo Varini in un momen-to di relativa calma: il poliedrico chitarrista e arrangiatore modenese ha appena fi ni-

to di lavorare a un paio di CD che usciranno a breve, e si sta preparando per una serie di ses-sioni in studio di registrazione. In altre parole, è il momento giusto per un’intervista; e noi ne approfi ttiamo per incominciare il discorso da molto lontano…

SHG: Ci puoi raccontare come è iniziato il tuo rapporto con la chitarra?M.V. Ti dirò… è una cosa che è successa più di vent’anni fa, ma me la ricordo come se fos-se accaduta ieri. Era l’82, avrò avuto undici o dodici anni, e avevo alle spalle qualche lezione di pianoforte interrotta a causa di un rappor-to “diffi cile” con il solfeggio. Un giorno ho vi-sto in televisione il video di Start Me Up degli Stones, e ne sono rimasto letteralmente affa-scinato. In quel preciso momento, con la luci-dità tipica delle intuizioni, ho deciso che nella mia vita avrei fatto il chitarrista. Così, nono-stante la faccia di Keith Richards non mettesse totalmente a proprio agio i miei genitori, riu-scii a convincerli ad iscrivermi ad un corso di chitarra.

SHG: E a comprarti uno strumento…M.V. Sbagliato. La prima chitarra l’ho avuta a noleggio, ed era una Ibanez fatta ad imitazio-ne di una Les Paul. Con quello strumento sono andato avanti un bel po’, e solo a 17 anni sono riuscito a farmi comprare una Stratocaster che, a dire la verità, era quello che si direbbe un “as-semblato”: il manico era un vero manico Strato, mentre il corpo era tutt’altra cosa… e si senti-va! Anni dopo ho cambiato il corpo, ma per il momento per me andava benissimo così…

SHG: Oggi ti occupi molto di didattica della chitarra. Come è stata la tua formazione?M.V. Dopo avere ascoltato Start Me Up, come ti ho detto, i miei mi iscrissero ad una scuola. Il mio primo insegnante fu Giampaolo Lancellot-ti, che per la verità faceva il batterista dei No-madi. Lui mi insegnò tutti gli accordi e mi fece lavorare con le scale pentatoniche, ma la cosa più importante fu che mi mise a lavorare, già

dalla seconda lezione, con altri allievi. Ricordo ancora che il primo pezzo che mi fece studiare fu Apache, e che dalla seconda lezione lo ese-guivo insieme ad un suo allievo di batteria il cui fratello, in capo a poche settimane, fu “invita-to” come bassista.

SHG: Un antesignano del Massimo Varini Trio…M.V. Beh, non lo so. La cosa fondamentale è stata che, grazie a quelle esperienze, fare mu-sica ha sempre signifi cato per me occupar-mi di un aspetto produttivo. Di fatto, non ho mai studiato in modo fi ne a se stesso, ma con l’obiettivo costante di produrre qualcosa per un pubblico. Questa consapevolezza, che mi è sta-ta passata dai miei insegnanti lungo il percorso della mia formazione, non mi ha mai abbando-nato, al punto che oggi costituisce una parte integrante della mia mentalità musicale.

SHG: Nel tuo “one man studio” avrai dovuto superare diffi coltà tecniche enormi.M.V. Diciamo piuttosto che, attraverso questa mio costante desiderio produttivo, ho potuto pormi tante domande e conquistare un picco-lo numero di certezze, sia sul piano tecnico che su quello più squisitamente musicale.

SHG: Cosa intendi dire?M.V. È presto detto. Lavorando da solo (ma solo in studio, perché di fatto ho sempre suo-nato in quattro-cinque gruppi diversi, uno per sera) ho potuto dedicarmi con ostinazione alla ricerca del mio sound, cercando di comprende-re il funzionamento di ogni singolo apparec-chio, di ogni singolo effetto per poterlo usare al servizio del mio pensiero musicale. Nella cal-ma del mio studio (anche se era la mia came-ra da letto) ho potuto, per così dire, “usare” gli strumenti senza essere usato da loro.

SHG: Una fi losofi a che hai riversato non solo nella tua attività strumentale, ma anche nel-la didattica.M.V. Naturalmente. Fra l’altro è importan-te ricordare come molta della mia competen-za tecnica sia nata proprio in occasione delle fi ere: sono stato per anni dimostratore uffi cia-le per Davoli, e in seguito per la ditta Meaz-zi, che all’epoca era considerata il paradiso dei chitarristi: dalle chitarre Hamer all’effettistica Rocktron, passando per l’amplifi cazione Mar-shall, Mesa Boogie, Ada etc… Durante la mia attività di dimostratore ho avuto modo, e face-va parte del mio compito, di studiare a fondo moltissimi strumenti, comprendendo nei mi-nimi dettagli il loro funzionamento. Ed è sta-to proprio durante una fi era che l’editore di Axe mi ha chiesto di tenere una rubrica fi s-sa di didattica della chitarra. Ho accettato con entusiasmo, e per dieci anni ho continuato a scrivere per loro, raccogliendo in questo modo una mole notevole di materiale.

SHG: È da qui che sono nati i tuoi libri?M.V. In buona parte. In realtà, il mio metodo di lavoro è un po’ originale. Quando ho un’idea giusta per un libro, lavoro per diversi mesi al-l’indice analitico dei contenuti. Quindi lo pub-

SHG: È forse per questo che ti sei dedicato all’attività di arrangiatore?M.V. È sicuramente per questo. Ti dirò… il bi-sogno di produrre musica è sempre stato for-tissimo per me. Fin dalle prime lezioni, quando prendevo in mano la chitarra lo facevo per scrivere canzoni; arrivavo al punto di preparare tutti gli arrangiamenti nei più piccoli dettagli. Quando tutto era scritto e “approvato”, corre-vo in un negozio di strumenti musicali (pensa che il commesso era Paolo Belli) e noleggiavo per una mattinata una batteria elettronica e un registratore a quattro piste, mi chiudevo in ca-mera e incidevo la mia opera…

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blico sul mio sito internet e lo propongo alla comunità degli utenti registrati... tra di noi ci chiamiamo i “pelleverde”. Alla fi ne raccolgo i commenti e i suggerimenti dei “miei ragazzi” e rivedo i contenuti alla luce delle loro scelte. In questo modo penso di poter dare alle stampe qualcosa che corrisponde con le effettive ne-cessità del mio pubblico.

SHG: Fino a qualche tempo fa era diffi cile tro-vare in commercio i tuoi libri. Cosa è successo?M.V. Il mio primo editore giustamente preten-deva che i miei libri avessero una veste grafi ca e un linguaggio standardizzato alla sua linea edito-riale. Per carità, si trattava di un’impostazione ti-pografi ca di alto livello, niente da dire, però non corrispondevano alla mia personalità; e io, da que-sto punto di vista, sono sempre stato particolar-mente esigente. Mi riesce impossibile pensare ad un mio libro che sia diverso da me: e allora, poi-ché credo nella spontaneità e nella autenticità del rapporto didattico, ho preteso che i miei libri ve-nissero stampati così come li avevo realizzati, con

la mia scrittura e con la mia impaginazione. Ma-gari non saranno completamente a posto sotto il profi lo della sintassi, magari non saranno magni-fi ci nella loro veste grafi ca, ma sono MIEI in tutto e per tutto... mi capita di usare punti esclamativi, smiles, puntini-puntini etc. etc.. Alla luce di tut-to ciò ho deciso di mettermi in proprio aprendo una mia casa editrice. Ma i costi per la distribuzio-ne sul territorio erano davvero insostenibili, e non avremmo potuto andare avanti a lungo.

SHG: Così è nato il rapporto con Carisch…M.V. Sì. Carisch ha capito che, per me, la spon-taneità viene prima di tutto, e di conseguenza mi ha permesso di pubblicare i miei manoscrit-ti esattamente alla mia maniera. Professione chitarrista ha riscosso un importante succes-so di vendita, e a breve sono previste impor-tanti nuove uscite.

SHG: Ci puoi anticipare qualcosa?M.V. Direi proprio di sì. Proprio in questi gior-ni va in distribuzione Tecnica razionale, un la-voro sulla tecnica chitarristica sostenuto da un CD-ROM con esempi audio e video e con ac-compagnamenti MIDI per ciascuno degli eser-cizi contenuti all’interno (ho cercato io i codec più corretti per avere 73 minuti di video, basi ed esempi per oltre 30 min. in mp3 etc. per fare stare tutto in un CD-Rom). In più sto conti-nuando a lavorare alla collana I suoni della chi-tarra: il piano dell’opera prevede 5 DVD, fi nora ne è uscito solo uno, ma in questo periodo e si-curamente prima del Disma uscirà il secondo... per quanto mi riguarda è un progetto di gran-

dissima importanza. Sul mio sito ci sono dei vi-deo-preview.

SHG: Puoi lasciare un messaggio a tutti i vi-sitatori di Second Hand Guitars?M.V. Penso che una manifestazione come questa offra al pubblico degli appassiona-ti l’opportunità di mettersi a confronto con un numero incredibile di strumenti musica-li. Credo sia importante che ciascuno di noi ascolti i suoni che gli piacciono e vada alla ricerca del proprio sound muovendosi anche, se necessario, controcorrente. Il suono è una delle componenti più importante, per un chi-tarrista come per un musicista in genere, e non può essere lasciato da parte. •

Cristiano Cameroni

Il personaggio

dissima importanza. Sul mio sito ci sono dei vi-

l personaggi

srl, è in realtà considerato il “Re” dalla comu-nità. E visto che si tratta di mu-sica, non un Re qualsiasi, ma un Re Maggiore. Ha dato al grup-po un contributo di follia crea-tiva, determinante per il salto di qualità che ha portato Ac-cordo a essere il primo portale europeo nel settore, in termi-ni quantitativi e qualitativi. La presenza di Glen a SHG è ga-ranzia di “good vibrations”.

DONATO BEGOTTI.Il più bel chitarri-sta (esteticamente e tecnicamente, che invidia quei boccoli biondi da cherubino) passato da SHG, col suo volo del calabro-ne, la sua simpatia, la sua disponibilità e la sua incre-dibile tecnica, incanta da anni un pubblico di tifosi sempre più accaniti.

LUCIANO BIASIBETTI.Personaggio straordinario, al limite dell’irreale, via di mez-zo tra Smeagol e Watto, ha in-ventato il Social Network prima che esistesse Internet: la sua agendina, un ammasso di fo-glietti con milioni di caratteri minutissimi che solo lui può ca-

coordinate di ogni chi-tarra presente in Italia.

ALEX BRITTI.Si è aggirato tra le chi-tarre di SHG davvero senza tirarsela, anzi ha accettato di buon gra-do di farsi fotografare con chi lo ha ricono-sciuto. Irreggibile inve-ce il manager, che non lo mollava

di un centimetro e sembrava voler chiedere soldi e clau-sole contrattuali anche a chi gli voleva stringere la mano.

SUSI DE PRETIS.Non capisce nulla di chitar-re e musica, in casa ha un disco ogni trecento libri, ha insegnato analisi strut-

turale all’università di Tubin-ga. È responsabile marketing, ha la capacità e la tenacia per rela-zionarsi col mondo variopinto de-gli espositori. E in più - grazie alla rete di connessioni costruite nel suo lavoro “serio” - regala a SHG un uffi cio stampa formidabile e visibilità gratis degna di un’expo mondiale. Senza di lei, semplice-mente non ci sarebbe SHG.

DAVE ELECTRIC.Una rock star che a volte deve mascherarsi da pubblicitario,

ma soprat-tutto un mu-sicista vero. Autore genia-le, chitarrista istintivo, rie-sce a conci-liare l’anima elettrica con

la dolcezza necessaria a scrivere canzoni per bambini che riesco-no a vincere il primo premio allo Zecchino D’Oro.

FENDER NO-CASTER 1951Rarissima, una del-le circa 50 co-struite all’epoca in cui era già sta-to abbandonato il nome “Broadca-ster” per proble-mi di copyright e ancora non si era scelto “Telecaster”. Ha cantato a SHG 3 e non solo. È una gioia per occhi, orecchie e dita e vale oltre 50mila dollari.

EUGENIO FINARDI.L’ho accolto cantando La radio, co-lonna sonora dei miei primi passi come giornalista in una delle pri-me “radio libere”, a fi ne anni ’70. Mi ha guardato un po’ di sbieco

e se ne è rimasto per un bel po’ a guardare le chitarre. Chissà se quando ne imbraccia una suona sempre della “musica ribelle”.

MAURIZIO GOTTARDI.Primo editore di Nashville carta-cea, primo presidente di Accor-do, fu lui a dire per la prima volta “perché non facciamo un guitar show?” L’idea non era male...

IVAN GRAZIANI.Rimpianto musicista e appassio-nato della chitarra scomparso nel 1997 a soli 51 anni, ha acquistato

nell’autunno del 1996 a SHG la sua ultima chitarra, una doppiomanico 6/12 Jerry Jo-nes rossa, bellissima.

MAURIZIO GRAZIOSI.Consigliere comunale ad An-cona, bassista nel cuore, ap-passionato di blues, è l’uomo

che ha convinto Fabio Sturani a ospitare SHG ad Ancona, primo riconoscimento istituzionale alla manifestazione. Sturani è stato poi votato come secondo miglior sindaco d’Italia. Non può essere una coincidenza.

CHRIS MARTIN IV.La sua presenza è stata una gioia minutissimi che solo lui può ca-

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Michele “Glen”Annicchiarico.Presidente del CdA di Accordo.it srl, è in realtà

pire, pare contenga le coordinate di ogni chi-

ma soprat-tutto un mu-sicista vero. Autore genia-le, chitarrista istintivo, rie-sce a conci-liare l’anima elettrica con

da SHG

A proposito di SHG...

voler chiedere soldi e clau-sole contrattuali anche a chi gli voleva stringere la mano.

SUSI DE PRETIS.Non capisce nulla di chitar-re e musica, in casa ha un disco ogni trecento libri, ha insegnato analisi strut-

turale all’università di Tubin-

Rarissima, una del-le circa 50 co-struite all’epoca

era scelto “Telecaster”. Ha

1997 a soli 51 anni, ha acquistato nell’autunno del 1996 a SHG la sua ultima chitarra, una doppiomanico 6/12 Jerry Jo-nes rossa, bellissima.

MAURIZIO GRAZIOSI.Consigliere comunale ad An-cona, bassista nel cuore, ap-passionato di blues, è l’uomo

coordinate di ogni chi-pire, pare contenga le coordinate di ogni chi-

multipla. Perché è una persona squi-sita, perché ci ha dato l’occasione di fare una scorpacciata di tartufi , per-ché ha fi rmato le Martin di decine di Accordiani. Perché grazie a lui l’im-portatore di allora, che aveva sem-pre snobbato SHG, è stato costretto a presentarsi all’ingresso.

FRANCO MUSSIDA.Un’icona della musica italiana, oltreché una persona di straordina-ria umanità. L’idea di un gemellaggio SHG-CPM è tutta sua ed è un se-gno di stima che ha fatto piacere a tutti.

I NEGOZIANTI.Sono il motore che muove il mon-do. Simpatici, rissosi, gentili, in-contentabili, competenti, casinisti, di fatto sono uno degli elemen-ti indispensabili a tenere in pie-di - con la loro partecipazione e con gli strumenti che espongono - tutta la baracca. SHG (inteso come organizzazione e pubblico) è molto grato a tutti loro, anche se alcuni non se ne rendono conto.

ROBERTO PISTOLESI.Colonna tecnica di tutto il “mo-vimento”, è stato uno dei pri-mi “nuovi amici” conosciuti grazie alla diffusione della rivi-sta Nashville di carta. La sua com-petenza e il suo entusiasmo sono stati sempre determinanti. Ulti-mamente partecipa un po’ meno, ma è in missione: deve spiegare

al mondo che Apache è stata registrata con una Gretsch Country Gentle-man del 1959.

IL PUBBLICO.Straordinario. Travolgen-te. Appassionato. Casini-

s t a . Affettuoso. Competente. Esigente. Generoso. Second Hand Guitars vive perché a ogni edizio-ne migliaia di persone si ritrovano per l’orgia di strumenti e musica che li fa sognare.

SHEL SHAPIRO.Comparso dall’alto alla biglietteria di SHG per comprare il biglietto come tutti gli altri (un gran signore), si è sen-

tito dire con accento inglese “bi-sogna saper perdere” mentre gli veniva consegnato un pass VIP. Ha sorriso.

LUCA TAGLIABUE.L’altra fi gura fondamentale di SHG (con Susi de Pretis). Sua la gestio-ne logistica, il coordinamento dello staff, la soluzione di mille proble-mi grandi e piccoli. Tenero come un orsacchiotto, in realtà ha “due palle così”, grazie alle quali riesce a incassare senza cedere di un mil-limetro insulti e schiaffoni, anche non metaforici. E poi, grazie a Luca il pubblico può vedere il sorriso di Micky, la bella ragazza coi capelli viola che sta alla cassa.

VARI GRUPPI ANNI ‘60.Sono passati in molti, gli eroi del gruppo di ex-ragazzi che a SHG

si mesco-la ai ra-gazzi veri. Loro insi-stono con pettinatu-re e abbi-gliamento

“beat”, per noi la trasgressione massima è un paio di Levi’s. Le chitarre invece sono le stesse. Ov-viamente.

VINCENZO.Non ha mai fatto nulla, non ha mai dato un parere se non ne-gativo, ha complicato la vita ai compagni di avventure, si è solo preoccupato delle sue chitarre. Lo citiamo solo perché convinti che Alberto Fortis si riferisse a lui nel-la sua famosa Vincenzo e Milano e questo ci rende orgogliosi.

E FINALMENTE - last but not least - il sottoscritto, autore di que-sta foto di gruppo scattata con la tastiera del computer, da cui qualcuno sarà certo rimasto fuo-ri (come si dice in questi casi? “la memoria non è più quella di una volta”). Da anni lo coccolo, que-sto SHG, quasi come faccio con mia fi glia, lo amo quasi altrettan-to, lo nutro, lo vizio, mi ci incazzo uguale. E ne sono dannatamente orgoglioso. •

Alberto Biraghi

14 Second Hand Guitars 25 15Second Hand Guitars 25

ma è in missione: deve spiegare al mondo che stata registrata con una Gretsch Country Gentle-man del 1959.

IL PUBBLICO.Straordinario. Travolgen-te. Appassionato. Casini-

si mesco-la ai ra-gazzi veri. Loro insi-stono con pettinatu-re e abbi-gliamento

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17Second Hand Guitars 25

Anniversari

di Franco Mussida

uesta edizione straordinaria di Second Hand Guitars suona par-ticolarmente celebrativa per

questo nostro piccolo grande strumento che è la chitarra. Riconoscimento stra-meritato visto il grande e prezioso lavoro che la nostra amata amica svolge da sempre per far uscire da mani piccole e grandi, dalle dita piene di fragili curio-sità dei ra-gazzi, le loro emozioni più nascoste. Ma a partecipare a questo evento ci sono anche tan-te altre persone, tante altre mani e dita coinvolte. Da quelle di chi è diventato pro-fessionista, a quelle decisamente più nu-merose magari indurite dal tempo o da altri mestieri preferiti al sogno di poter vi-vere di musica, a quelle che, meno inte-ressate al suonare, con riverente sacralità toccano ammirate legni, intarsi, manopo-le, pick up, con quella comune ansia be-nefi ca che fa trattenere il fi ato come si fosse di fronte all’oggetto di uno scia-mano. Il che è vero perché il suo lavoro è quello di fare uscire attraverso il suo ven-tre di legno piccole e grandi magie pubbli-che e private.

Come sappiamo, la storia della chitarra par-te da molto lontano e riguarda i nostri ante-nati. Per conto nostro, raccolto il testimone, abbiamo fatto un ulteriore pezzo di strada, una strada che si è sempre intersecata con gli appassionati che si ritrovano a Second Hand Guitars.La nostra parte crediamo di farla tutti i gior-ni da vent’anni. Senza presunzione ma per spirito di verità, che non vuole essere auto-celebrazione, va riconosciuto al CPM il me-rito di aver dato una scossa determinante per avvicinare migliaia di ragazzi ad un ap-proccio più completo alla chitarra e stimola-to in tutt’Italia la crescita di nuove strutture e scuole. Di aver reso disponibili informazio-ni e formazione, che ancora nei primi anni

20 ANNISUONATI ALLA GRANDE

ottanta sottostavano a un che di carbonaro. A quel tempo i metodi dell’editoria interna-zionale venivano gelosamente custoditi da pochi. Oggi crediamo di aver dato un pre-ziosissimo contributo alla divulgazione della

pratica chitarristica con la pub-blicazione dell’ENCICLOPE-

DIA DELLA CHITARRA, che sancisce la messa a di-

sposizione di tutti di un patrimonio va-stissimo che riguar-da l’essenza delle regole che gover-nano i linguag-gi del chitarrismo moderno.

Il CPM e SecondHand GuiTars

È con questo spirito che partecipiamo con entu-

siasmo a questo particolare Second Hand e che accompagne-

remo volentieri altre edizioni. Lo spirito che da anni ci spinge ad accompagnare migliaia di ragazzi in quel tentativo tut-to individuale che necessita di talento e volontà in dosi massicce, per poter far di-ventare la chitarra, se non la prima, alme-no una seconda moglie.Abbiamo pensato così assieme agli orga-nizzatori di Second Hand Guitars (nella persona di Alberto Biraghi) di farvi vive-re qualcosa di speciale. Un po’ come entrare nei camerini privati di tanti grandi chitarristi che hanno fat-to la storia dalla fi ne degli anni ‘50 ad oggi, facendovi parte-cipi delle regole e dei manie-rismi che defi niscono i loro linguaggi. Facendovi osser-vare come la chitarra non soffra di complessi di infe-riorità rispetto al pianofor-te. Mettendovi su un treno di sonorità e di storia che viaggia dagli Stati Uniti al-l’Europa con la possibilità di chiedere ai nostri maestri ciò che più vi incuriosisce, chie-dendo suggerimenti e consigli sui linguaggi del Pop, del Rock nel-le sue diverse forme anche le più vir-tuosistiche; del Blues, della World, delle

tante tecniche particolari che governano anche il chitarrismo acustico come il Fin-gerstyle, e il grande mondo del Jazz.

Una fesTa per la chiTarraSiamo sicuri che sarà una grande festa per la chitarra e per Milano. Siamo sicu-ri che incontreremo tantissimi ex allievi CPM che saluteremo volentieri perché sia-mo curiosi di ascoltare le loro storie, l’evo-luzione delle loro vite artistiche legate alla chitarra. Se vorranno venire a trovarci nel nostro stand, oltre ad una sentita e ami-chevole stretta di mano offriremo loro una grande sorpresa.Un sincero e affettuoso saluto a tutti gli amici delle sei corde. •

SHG 25 sarà una giornarta da vivere intensamente, dal primo

all’ultimo minuto. I workshop a cura del CPM dureranno 15 minuti circa e saranno intervallati da opportune

pause di 30 minuti, per dare a tutti la possibilità di

“giocare” con le chitarre.

11.30 Luca ColomboLinguaggio blues e pentatonici, da

Jimi Hendrix ai Deep Purple 12.15 Luca Friso

Il suono dagli Shadows ai Dire Straits 13.00 Pietro Nobile - Acustico e

Fingerstyle, la chitarra come un pianoforteFingerstyle, la chitarra come un pianoforte 13.45 Gli allievi del CPM presentano:

Il mondo di Stevie Ray Vaughan 14.30 Michele Quaini - Le frontiere del rock

anni ‘90 (Vai, Lukather e Petrucci) 15.15 Antonio Cordaro e Tony De Gruttola

Il mondo di Satriani e dei melodici 16.00 Donato Begotti - L’innovazione dei

linguaggi rock da Eddie Van Halen in poi 16.45 Luca Colombo

Pat Metheny, John Scofield, Mike Stern. Fu-sion: linguaggi improvvisativi

17.30 Maria Orlandi e Gigi Cifarelli Elaborare gli standard jazz

18.15 Bebo FerraSuonare il jazz con l’acustica

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19Second Hand Guitars 25

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22 Second Hand Guitars 25

IL WORKSHOP DI SECOND HANDA CURA DEL CPM

Per questa straordinaria edizione di Second Hand il CPM ha preparato un viaggio nei tanti linguaggi, nelle sonorità nei trucchi che costituisono il bagaglio di molti grandi chitarristi del nostro tempo.Sarà l’occasione per il pubblico di assistere non soltanto a performance straordinarie, ma anche di entrare in contatto diretto con quello che forma il linguaggio e la personalità di grandi musicisti.Tutto questo verrà supportato oltre che da alcuni insegnanti del CPM, anche dalla novità straordi-naria di contributi extra come la visione di parti mirate dell’Enciclopedia Didattica.

In sintesi, i WORKSHOP affronteranno diversi mondi, da quello del Rock in gran parte delle sue for-me, del Blues, dei linguaggi della Fusion, del mondo della chitarra acustica anche unita ai linguag-gi del Jazz. Saranno diversi maestri e musicisti a guidare le singole aree. La particolare area che dal confi ne del Rock si addentra nei linguaggi della Fusion sarà affi data a Luca Colombo.Il Rock nei suoi aspetti più recenti a Donato Begotti che, oltre a coordinare anche gli interventi de-gli altri insegnanti di quest’area, come Antonio Cordaro, Michele Quaini e Toni De Gruttola, parle-rà del contributo all’Enciclopedia Didattica e dell’imminente uscita di un suo lavoro editoriale. La chitarra Fingerstile verrà affi data a Pietro Nobile mentre Bebo Ferra parlerà del chitarrismo acu-stico in relazione ai linguaggi del Jazz. A Maria Orlandi, che si avvarrà della complicità di Gigi Ci-farelli, verrà affi dato il compito di raccontarci i segreti di come rielaborare gli standard Jazz e di come impostare l’improvvisazione. Ecco il programma della giornata:

ORE 11.30 LINGUAGGI BLUES E PENTATONICI NELLE RADICI DEL ROCK BLUES (da Jimy Hendrix ai Deep Purple) Luca Colombo

ORE 12.15 I SUONI DAGLI SHADOWS AI DIRE STRAITS Luca Friso (ex alunno CPM)

ORE 13.00 LA CHITARRA COME IL PIANOFORTE: SUONARE ACUSTICO E FINGERSTYLE Pietro Nobile

ORE 13.45 IL MONDO DI STEVE RAY VAUGHAN Allievi CPM

ORE 14.30 LE FRONTIERE DEL ROCK DEGLI ANNI ’90 (Il mondo di Steve Vai, Steve Lukather e Petrucci) Michele Quaini

ORE 15.15 Il MONDO DI SATRIANI E I MELODICI Antonio Cordaro e Tony De Gruttola

ORE 16.00 L’INNOVAZIONE DEI LINGUAGGI ROCK DA VAN HALEN IN POI Donato Begotti

ORE 16.45 LINGUAGGI IMPROVVISATIVI NELL’EVOLUZIONE DEGLI STORICI DELLA FUSION (Pat Metheny, John Scofi eld, Mike Stern) Luca Colombo

ORE 17.30 ELABORARE GLI STANDARD JAZZ Maria Orlandi con l’intervento di Gigi Cifarelli

ORE 18.15 SUONARE JAZZ CON L’ACUSTICA Bebo Ferra

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Rash GuitarsRash Guitarsexperience

di Stefano Tavernese

N on è bello esser colti di sorpresa? Almeno quando la sorpresa

è piacevole, questo è chia-ro. Come quando accendia-mo il televisore e, invece del solito panorama deprimen-te, scopriamo un programma interessante, una variazione intelligente sul tema, un fi lm che non ci saremmo proprio aspettati. Ecco, devo am-mettere che l’interesse del-la DISMA per Second Hand Guitars e la decisione di rea-lizzare questo catalogo uffi -ciale della manifestazione in occasione di un anniversario importante, mi hanno colpi-

olti Parola di...

di sorpresa

to. Senza nulla togliere alle normali e apprezzatissime attività che la DISMA conti-nua a svolgere da anni - dal-

l’organizzazione dell’annuale DISMA Music Show a inchie-ste e inziative per sensibi-lizzare opinione pubblica e governo sull’argomento mu-sica - l’apertura verso una realtà come quella di Accor-do e delle sue inziative meri-ta attenzione.Eravamo abituati a consi-derare le fi ere-mercato SHG come meeting di appassio-nati organizzati da sempli-ci appassionati e, come tali, dilettanti (non è un’offesa) in un certo senso orgoglio-si di rimanere fuori dal coro dell’uffi cialità, di mantene-re dei connotati alternativi tali da permettere a chiun-que di identifi carsi con i loro intenti.

IL PROFESSIONISTANASCOSTONel tempo abbiamo impara-to che dietro ad un dilettan-te si può nascondere anche un vero professionista e l’evoluzione vissuta da SHG in questi anni ne è la pro-va. Una solida testimonian-za ne è il successo del sito Accordo, con il suo abbon-dante e costante fl usso di opinioni, domande, discus-sioni, notizie e quant’altro sul mondo della chitarra e della musica. Siamo abituati a considerare impossibili certe operazio-ni in Italia, ma la crescita di questa vera e propria comu-nità di chitarristi e chitar-rofi li (scusate il termine…) ha dimostrato a tutti come la buona volontà, coniuga-ta con le opportune scelte tecniche e il fatto di saper cogliere al volo il momen-to opportuno (leggi: svilup-po esponenziale del mezzo internet), possano dare dei frutti insperati.

Manca da citare un fattore essenziale e per farlo dob-biamo tornare da capo. La passione. Se non ci fosse questa, nulla sarebbe suc-cesso e niente succede-rebbe.Come mai, con tutta la fa-tica che comportano (penso sia evidente a tutti…) l’orga-nizzazione e la gestione di queste cose senza neanche la giustifi cazione di un lu-cro, l’entusiasmo non accen-na a diminuire?

LA FORZA DELLA MUSICAEd eccoci a confronto con il vero oggetto della que-stione.La musica è una cosa stra-na. Chi ha provato a defi nir-la ancora non c’è riuscito. Può essere arte, divertimen-to, mestiere, nutrimento, business, hobby, passione, ma è anche qualcosa di più. C’è qualcosa di sottile che ci invischia dopo poco, quan-do ci addentriamo nell’uni-verso musicale, come fosse una tela di ragno. È come un virus molto potente di cui non si conosce antido-to e che però non fa amma-lare l’individuo che colpisce, ma lo trasforma lentamen-te, lo mette in grado di ca-pire un linguaggio nuovo, nel migliore dei casi anche di parlarlo e comunicare. Si tratta di comunicazione ad un livello diverso che, spes-so, arriva dove le parole non bastano.Se siamo ancora tutti qui a donare il nostro tempo alla musica (i musicisti e i gior-nalisti raramente diventano ricchi), è evidente che un po’ malati lo siamo anche noi. E parlo con diretta cognizione di causa per quanto riguar-da Chitarre, il mensile per

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di sorpresacui lavoro da quasi vent’an-ni: se la nostra rivista è così apprezzata, sia dai lettori che dagli altri operatori del settore, il motivo principale risiede probabilmente nel-la sincerità degli intenti e nella passione che traspare dalle sue pagine. Con tutto ciò che possiamo concedere ai progressi della tecnologia e alla creatività degli indivi-dui, lo strumento chitarra è rimasto fondamentalmente lo stesso, eppure continua a comunicare magia e ad am-maliarci.

SANI & MALATIChissà che non siamo più sani noi, i “malati”, di tan-

ti “sanissimi” personag-gi… ma ben venga, in ogni caso, il ponte lanciato da un organismo consolidato come DISMAMUSICA verso una realtà trasversale come SHG ed Ac-cordo, perché dal conver-gere di que-ste due entità può venire solo del bene, in uno scam-bio di forze ed entusiasmo di cui fran-camente c’è anche un certo bisogno, se consideriamo il momento storico.Proviamo a metterci nei panni di chi si batte da anni

per migliorare la (scarsa) fa-miliarità con la musica degli italiani, cercando di sensibi-lizzare le istituzioni stesse. Nel momento in cui la ma-teria musicale viene invece

a d d i r i t t u -ra retroces-sa d’uffi cio (vedi recen-ti decisioni governat i-ve), non può certo sentir-si al setti-

mo cielo. E neanche lo siamo noi. Senza neanche bisogno di considerazioni di taglio politico, è legittimo preoc-cuparsi per le prospettive della società in cui vivia-

mo e per le prospettive che pone davanti a chi frequen-ta e frequenterà le scuole di ogni grado.Se crediamo che un’ade-guata educazione alla mu-sica come fattore essenziale della crescita dell’individuo sia indispensabile, possia-mo solo continuare su que-sta strada di collaborazione fra operatori sfruttando tut-te le strade possibili. Con una mentalità aperta e una passione che - a quanto pare - non manca, tutto può succedere. •

Stefano TaverneseChitarre

Coordinamento editoriale

ti “sanissimi” personag- per migliorare la (scarsa) fa-per migliorare la (scarsa) fa-

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U na nuova generazione di musicisti viene descritta dai quotidiani e dai settimanali di informazione genera-

lista come una comunità di non-musicisti, più capace a mettere insieme groove e sam-ple a colpi di mouse che a far scorrere le pro-prie mani su tastiere di chitarre o pianoforti. Il taglio usato dai giornalisti non specializ-zati per dipingere il nuovo musicista digita-le è solitamente di tipo sociologico. Si parla di un giovane senza passato e senza futuro, che crea musica sfruttando l’immensa tavo-lozza di suoni e ritmi, subito e gratuitamen-te a sua disposizione. Questo artista in erba fa parte della cosiddetta “D-generation” e vive la sua dimensione creativa all’insegna della fl essibilità e della variabilità di proget-to. Non ha una identità precisa e insegue il mito del “tutto e subito”, che lo porta a ma-sticare l’enorme quantità di oggetti sonori a sua disposizione e a utilizzare tutte le forme possibili di distribuzione della musica.

Suonare, perché?In questo scenario saper suonare uno stru-

D-generation e comunità dei chitarristi

mento non è importante: occorrono troppo tempo e troppa fatica per raggiungere risul-tati poi non sempre all’altezza delle aspetta-tive, e comunque non così immediatamente gratifi canti. Raccontando all’uomo comune questa nuo-va realtà, si fi nisce poi per descrivere lo stu-dio di registrazione in cameretta, nel quale il musicista digitale produce, promuove e di-stribuisce la sua musica attraverso la rete digitale senza mai uscire di casa, in comple-ta solitudine. Questo quadro corrisponde certamente al vero, ma non considera un’altra parte di realtà che riguarda i ragazzi di oggi. Si tratta di una sorta di “recupero dell’iden-tità aggregativa nel reale”, che spinge anche il non-musicista informatizzato a verifi care sul piano delle relazioni umane la qualità del suo rapporto con il virtuale tecnologico.

IL RAPPORTO CON IL PUBBLICOPer un musicista, infatti, il rapporto diretto con il pubblico è ancora oggi fondamenta-le, qualunque sia il set-up

s t ru-m e n t a l e utilizzato per la sua musica e qualunque sia la sua estrazio-ne culturale.Si potrebbe dire che c’è un momento per la creazione, che può esprimersi in varie ma-niere (nella sala prove con strumenti veri e un gruppo in carne e ossa, o nell’home stu-dio virtuale collegato in rete con musicisti di ogni parte del mondo), e che c’è poi un mo-mento per affermare il proprio essere per-sona in carne e ossa, per testimoniare la propria esistenza nel mondo reale. Si tratta di condividere con l’ascoltatore un’esperien-za che lasci un segno nel futuro di entrambi. Sempre più questa esperienza è fatta di su-dore e strumenti che “scaldano”, siano essi computer o chitarre elettriche.In questa comunità non può esistere solo un presente fatto di velocità e accumulo conti-nuo, ma anche un futuro da progettare che richiede rifl essione e conoscenza del passa-to. Questa è la consapevolezza di molti gio-

vani che, proprio riascoltando la musica e i racconti dei musicisti dei decenni tra-scorsi, rifl ettono oggi sul loro percorso artistico. Lo fanno mettendo insieme virtuale e reale, suonando computer, batteria o chitarra, con quella fl essibili-tà e velocità oggi necessarie, ma con la consapevolezza che solo l’esperienza di-retta nel mondo reale, fatta di lente ve-

rifi che e qualità differenti, potrà fornire le giuste coordinate per il proprio viaggio. Qui sta il valore della musica dal vivo, dove musicisti e non-musicisti possono vive-re un’esperienza necessaria ad entram-bi, ciascuno secondo le proprie modalità di espressione. Allora non è un caso che proprio la comu-nità dei chitarristi sia oggi così “coccolata” da tutti. Essa mantiene così saldo il legame con il mondo reale da riuscire ad accogliere con equilibrio e disincanto le virtualizzazio-ni e i nuovi stimoli creativi propri della D-generation. •

Piero ChianuraSM Strumenti Musicali

Mixxnow Publishing

È NATA MIXXNOW PUBLISHINGDa quest’anno c’è una nuova realtà editoriale impegnata sul fronte dell’edito-ria musicale, dello spettacolo e della comunicazione multimediale più in ge-nerale. Si chiama Mixxnow Publishing, ha sede in Italia e si pone l’obiettivo di far crescere attorno alle due riviste SM Strumenti Musicali e Backstage appe-na acquistate dal vecchio editore (VNU Business Publications) un gruppo editoriale la cui aspi-razione è quella di rappresentare il mondo della musica da qualunque punto di vista la si osservi: All music’s faces, recita infatti lo slogan di Mixxnow Publishing.Per raggiungere questo obiettivo, Mixxnow Publishing metterà in campo nel prossimo triennio nuovi investimenti nel settore dell’editoria musicale e professionale rafforzando ulteriormente lo staff editoriale, anche con collaborazioni e partnership a livello internazionale.Pensando al mondo dei musicisti cui SM Strumenti Musicali fa riferimento da oltre vent’anni, la convinzione di Mixxnow Publishing è che sia giunto il momento di strutturare una proposta edi-toriale completa e adeguata a tutte le necessità del musicista, compresa quella di poter promuo-vere la propria musica. SM consoliderà la sua posizione di rivista di riferimento per il settore tecnico-musicale, confermandosi guida di mercato e professionale. Nuove altre testate nasceran-no invece per soddisfare specifiche comunità di musicisti, che avranno così anche una loro rivi-

sta di approfondimento verticale. Tutti i musicisti, che siano o no oggi lettori di SM, sono dunque i destinatari privilegiati del progetto Mixxnow Publishing.Stay in tune!

le, qualunque sia il set-up vani che, proprio riascoltando la musica e i racconti dei musicisti dei decenni tra-scorsi, rifl ettono oggi sul loro percorso artistico. Lo fanno mettendo insieme virtuale e reale, suonando computer, batteria o chitarra, con quella fl essibili-tà e velocità oggi necessarie, ma con la consapevolezza che solo l’esperienza di-retta nel mondo reale, fatta di lente ve-na acquistate dal vecchio editore (VNU Business Publications) un gruppo editoriale la cui aspi-

di Piero Chianura

Parola di...

MIXXNOW PUBLISHING Lissone (MI)039-27.83.110 www.mixxnow.com

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QuizzaroneDa vedere in Fiera

A nche quest’anno Second Hand Guitars sarà oc-casione per la premiazione fi nale del Quizzaro-ne! A colui che si sarà classifi cato primo a parere

dell’insindacabile parere della giuria (che, lo ricordiamo, è formata da Glen, Alberto Biraghi e Guido Michetti) an-drà la meravigliosa ZIZZEMANNE. L’ambitissimo primo premio di quest’anno è una Manne Ventura il cui body è stato fi rmato da fan e amici di Accordo e dei Zizzeto-pe durante lo svolgimento del ventiquattresimo Second

Hand Guitars (dettagli tecnici in fondo a questo box).Il Quizzarone si è tenu-Il Quizzarone si è tenu-

to dal 14 al 28 febbraio: duran-te questo periodo sono state propo-ste, una alla volta, 5 domande (una il lunedì e una il giovedì). La classifi ca, con i nomi dei vin-citori, è stata pubblicata lo scor-

so 2 febbraio, mentre la premiazione uffi ciale avrà luogo proprio oggi, durante SHG 25.Ringraziamo fi n d’ora chi ha messo in palio i premi che si

affi ancano all’ambitissima ZizzeManne.Quest’anno sono stati messi in palio un pre Overtone (offerto da Brunetti), che andrà al secondo classifi cato, più una marea di “pre-mi di tappa”, fra cui ricor-diamo un buf-fer Vinteck (offerto da Guido Michetti), un pedale

T-fuzz (regalato da Mr. T), 5 abbonamenti annuali a Chitarre, 5 abbonamenti annuali a Guitar Club, 5 ab-

bonamenti annuali a Strumenti Musicali, 10 mute di corde GHS Boomers offer-te da Glen, 15 tessere

VIP per l’ingresso al Disma Music Show.Dulcis in fundo, of-ferti da Massimo Varini: 5 “pacchet-ti MV” contenenti Progetto Fusione

(ristampa) e Massimo Varini Trio, 5 manuali con CD-ROM Tecnica Ra-zionale, 5 manuali con CD-AUDIO Chitarra Solista. Infi ne, grazie alla collaborazione av-viata con Dismamusica, durante il prossimo Disma Music Show sarà possibile passare presso lo stand di Accordo.it per fi rmare la prossima chitarra, il modello Dismamusica, che verrà messa in palio a SHG 26. E allora... buon SHG e appuntamento a Rimini!!! •

Hand Guitarsa questo box).Il Quizzarone si è tenu-

TUTTI I NUMERI DELLA ZIZZEMANNE

• Modello: Manne Ventura • Body: basswood• Manico: acero con fascia centrale in laminato (faggio)

• Tastiera: resina fenolica • Tasti: jumbo • Ponte: WSC TP2 • Meccaniche: Manne autolubrifi canti Standard • Pickups:

confi gurazione HSS, Manne blades custom Magnet: Ceramic bar D.C.Ohm(k): 12.20, Inductance(L): 6.89• Switch: 5 posizioni • Controlli: 1 tono 1 volume,

ambedue con push pull per invertire la fase.

Tutti i premi del Quizzarone

bonamenti annuali a 10 mute di corde te da Glen, 15 te da Glen, 15

ti MV” contenenti

te da Glen, 15

a cura della Redazione

Qui sopra, due immagini della ZizzeManne.In alto, Glen, vulcanico organizzatore del Quizzarone.

A sinistra, alcuni dei premi messi in palioper la seconda edizione del Quizzarone.

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un �salto� di qualita�...

un �salto� di qualita�...

Per darti il sound che cercaviPer sfogare la grinta che haiPer sentire la scossa giusta

Per darti il sound che cercaviPer sfogare la grinta che haiPer sentire la scossa giusta

Distributore esclusivo: Master Music S.r.l.Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI)tel. 02 95 32 81 02 - fax. 02 95 32 86 07 www.master-music.it - e-mail: [email protected] www.washburn.com

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nuova distribuzione

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PRINA IN VETRINA Una presenza “storica” per SHG è certamente l’area occupata ogni volta con caparbia convinzione dai ragazzi di PRINA, che propongono a ogni edizione di SHG una serie sem-pre più ricca di modelli vintage, alcuni dei quali rappresentano letteralmente un pezzo di storia dello strumento “chitarra elettrica”.

Ivano Chiodo, anticipando qualche presenza di questo SHG 25, ci ha dichiarato: “Come ogni anno abbiamo una vasta esposizione di chitar-re vintage, tra cui per esempio delle bellissime Gretsch (Superchet del 1972 e Country club del 1978), delle Gibson (il modello 330 del 1968, la Sg Junior del 1965 e la Es 125 del 1955!), una fantastica Epiphone Casino del 1968 e una serie di altrettanto interessanti Fender (la Jazz Master del 1965, una Telecaster custom del 1973 e una Stratocaster del 1974). ma non è tutto. Accanto a queste, e a molte altre, troviamo poi delle Gi-bson Les Paul da collezione visibili solo sul “Gib-son Les Paul Book”Nell’ambito della “fi losofi a” Prina non possono peraltro mancare anche i prodotti più recenti,

che rappresentano oggi la nuova frontiera del-la ricerca del suono per chitarra, e facciamo rife-rimento a prodotti deci-samente particolari come le chitarre del liutaio sta-tunitense Don Grosh, gli amplifi catori artigianali USA in classe A Carr-Speedster o i cosiddetti “Pe-dali boutique” USA- assemblati a mano, fi lo a fi lo, di altissima qualità e dal look davvero originale - Pete Cornish - Keely - Medusa - Klon - Rmc - Me-natone - Red witch – Landgraff che sono usati dai più noti chitarristi internazionali quali Santana, Clapton o Landau. •

Epiphone Casino1968

Da vedere in Fiera

GibsonLes Paul Goldtop

Amplifi catore Carr-Speedsterin classe A

PRINA Milano02-89.42.90.80 www.prina.it

SATURNINO E JACARANDA Dopo una lunga collaborazione nata con l’assistenza ai suoi stru-menti, Saturnino ha commissionato a Jacaranda il prossimo basso che entrerà a far parte del suo setup in studio e dal vivo. Lo strumento che i liutai stanno preparando per il musicista è un 6 corde fretless, il mo-dello è il Proxima, che Saturnino ha voluto fi rmare XXX e sarà presen-tato alla prossima edizione di S.H.G. a Milano. Il basso Proxima XXX è, nonostante l’apparenza, leggero e bilanciato grazie al corpo in alder con una tavola di abete che, insieme al ponte custom realizzato in ebano, determina un suono caldo, penetrante e avvolgente. Un’altra novità di rilievo è il sistema di fi ssaggio del ma-nico, che lascia inalterato l’attacco tipico di un manico avvitato ma, grazie all’incastro con un ampio appoggio sulla spal-la piena, permette alle corde basse di suonare con la defi nizione e il sustain di un basso neck-thru.Saturnino ha voluto come fi nitura una particolare verniciatura “Cum Cream“, e due pickup stile soapbar con un’elettro-nica attiva a due bande. •

LIUTERIA ARTIGIANA JACARANDA Milano02-839.4686 www.jacaranda.it

LENZOTTI: SOLosecond HAND“Ci presentiamo a Mila-no aderendo pienamente alla fi losofi a originale della manifestazione”, hanno di-chiarato. E sono a SHG 25 con una gamma di prodotti davvero Second Hand, chi-tarre di pregio che hanno, ciascuna, una storia e un “vissuto” che le rende in-teressanti.Lenzotti, punto di riferimen-to modenese nel campo de-gli strumenti musicali, rende in questo modo omaggio al-l’idea stessa della manife-stazione, nata per proporre agli appassionati una se-rie di opportunità legate al chitarrismo professionistico e amatoriale rigorosamente “di seconda mano”.La gamma di prodotti pre-senti a Milano rappresenta peraltro solo una pano-ramica degli strumenti effettivamente disponibi-li presso il punto vendi-ta Lenzotti, il cui elenco, costantemente aggiorna-to, è anche disponibile sul visitatissimo sito internet www.lenzotti.com •

LENZOTTI Modena059-36.41.14 www.lenzotti.com

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Bassida Urbino A SHG 25, diret-tamente da Urbi-no, arriva un liutaio che ha saputo tra-sfondere la gran-de tradizione della liuteria classica (fatta di amore per il legno, di impie-go di resine naturali come la gommalacca e di raffi na-ta conoscenza delle sonorità di ogni singolo dettaglio strumentale) nei bassi elettrici più evoluti, che vengo-no apprezzati dai migliori performer italiani. È del lu-glio dello scorso anno, ad esempio, l’accordo con Patrick

Djivas, bassista della leg-gendaria PFM (Premiata Forneria Marconi), che ha ordinato un basso 5 cor-de F.BATTISTELLI della se-rie Continuum.Sound Factory è presente a SHG 25 con tre nuovi mo-delli di basso elettrico. •

SOUND FACTORY Urbino072-20.32.79.25 www.soundfactoryshop.com

Da vedere in Fiera

MUSIC ISLAND:DA RHO L’USATO RECENTESuperando il mito del “vintage a tutti i costi”, Music Island si presenta a Second Hand Guitars 25 con un robusto assortimento di pezzi recen-ti ma particolarmente interessanti: strumenti di valore capaci di interpellare l’appassiona-to, il musicista e il neofi ta sia sul piano del suono sia su quello, non meno importante, del prezzo.Molti modelli, molti possibili abbi-namenti anche con elettroniche piuttosto interessanti preludono co-munque alla possibilità di continua-re una simpatica “amicizia nel nome della chitarra” così come nasce al-l’Alcatraz anche nel punto vendi-ta tutto da scoprire di Rho. •

MUSIC ISLAND Rho (MI)02-93.08.276 www.musicisland.it

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DA RASHGUITARS, CON STILEDopo essersi dedicata anima e corpo agli strumenti elettrici, Rashguitars ha creato nel 2004 il settore Acustica: linee es-senziali per strumenti acustici dal suono classico e raffi nato. Acustica nasce per avvicinarsi al chitarrista più versatile che ha bisogno di uno strumento ibrido, in grado di associare la comodità di una chitarra elettrica e il suono di una chitar-ra acustica.Oltre ai modelli di Acustica già disponibili a catalogo (carat-teristiche e immagini su www.rashguitars.it), in occasione di Second Hand Guitars 25 Rashguitars presenta uffi cial-mente la sua JAZZ CHALLENGE.Si tratta di una SS Challenge (leggera, uno strumento live affi dabile senza feed-back o altri rumori di sorta, ma per-fetto anche per registrazioni) con l’aggiunta di un pickup magne-

tico al manico rivestito in legno che ricrea il suono tipico delle chitarre arch-top usate dai Jazzi-sti, senza l’imgombro della cassa e con un manico comodamente ac-cessibile fi no al 24° tasto.Se usata con corde da acustica ricrea un suono più intimo, se usata con corde da elettrica, in-vece, dà il meglio di sé nel suo-no mellow-jazz. •

Da vedere in Fiera

chitarre arch-top usate dai Jazzi-sti, senza l’imgombro della cassa e con un manico comodamente ac-

Se usata con corde da acustica

fetto anche per registrazioni) con l’aggiunta di un pickup magne-tico al manico rivestito in legno che ricrea il suono tipico delle

DA RASHGUITARS, CON STILEDopo essersi dedicataRashguitars ha creato nel 2004 il settore senziali per strumenti acustici dal suono classico e raffi nato. Acustica

RASHGUITARS Merate (LC)039-99.20.048 www.rashguitars.it

IL NEGOZIO DELLA MUSICAParlare dell’offerta pro-posta da Il NegoZIO del-la Musica è abbastanza semplice: strumenti usa-ti e nuovi in una gamma completa e con una se-rie di “chicche” che ver-ranno rivelate solo ed esclusivamente all’aper-tura di Second Hand Guitars 25 (e quindi non ancora nel momento in cui stiamo scrivendo queste righe).L’unica vera anticipazio-ne che siamo riusciti a “strappare” ai gestori de Il NegoZIO della Musica riguarda uno strumento certamente non in ven-dita: una chitarra che è diventata un mito tra i cultori del genere e che è presente all’Alcatraz solo per gentile concessione del suo attuale proprietario. Si tratta della chitarra originale di Paolo Tofani, degli Area. •

IL NEGOZIO DELLA MUSICA Milano02-70.00.68.18 www.ilnegoziodellamusica.net

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CHITARRE E ACCESSORI,NEL NOMEDELL’INNOVAZIONEMusic Gallery si presenta a Second Hand Gui-tars con un’offerta che spazia da una nuova gam-ma di strumenti particolarmente innovativi a una serie di accessori e ricambi che riconfermano il ruolo del dinamico operatore milanese nel sempre più ampio mercato degli ap-passionati di chitarra. Ci riferiamo ad esempio alla nuova lianea di chitarre acustiche Garrison, che presentano per la prima volta in Italia la serie AG, ricca di una catenatura della tavola in fi bra di ve-tro che garantisce una elevata rigidità della strut-tura abbinata ad una straordinaria leggerezza dello strumento.Completano l’offerta i nuovi modelli Vinteck (tra i quali il nuovo alimentatore + buffer) e tut-ti i nuovi marchi che Music Gallery ha acqui-

sito nel campo della accessoristica: dalle meccaniche Gotoh ai plettri di varie fogge e colori dell’ame-ricana IcePix e della intrigante Hot Picks. •

MUSIC GALLERY Milano02-36.50.76.07 www.musicgallery.it

Da vedere in Fiera

LUCKY IN MOSTRALa presenza di Lucky Music a SHG 25 vuole essere celebrativa di un evento, ma vuole anche portare alla manifestazione un contributo ori-ginale: per questo il nostro titolo “Lucky in mostra” si può legge-re come una defi nizione di luo-go (Lucky è a SHG 25), ma anche come affermazione di sé (Lucky si mette in mostra).

Qualunque sia il signifi cato di questo “in mostra”, Lucky sa di-mostrare attenzione soprattutto ai visitatori, per i quali ha rac-colto molte proposte esclusive, capaci di coniugare prezzi mol-to interessanti a prodotti davve-ro pregevoli. “Niente pezzi unici o eclatanti”, hanno dichiarato i responsabili di Lucky Music, “ma chitarre 2nd hand di grande va-lore in una gamma completa a prezzi ... sorprendenti”.

Tre soli esempi: una Taylor 514 CE o una Stratocaster del ’79 a 1.200 Euro, oppure una Gibson “Black Beauty” Les Paul Custom a 1.700 Euro... •

LUCKY MUSIC Milano02-58.10.32.39 www.luckymusic.com

LONTANO DA MILANO,VICINO ALLA MUSICAL’espositore di SHG25 che ar-riva da più lontano è senza dubbio Giuseppe Orlando, il ti-tolare della Nocivelab di Cata-nia, la Milano del Sud.Con i suoi ampli e i suoi stru-menti personalissimi anima la manifestazione di un sound decisamente originale, italia-no e curatissimo, sia per le elettroniche valvolari di alto profi lo, sia per i pedali aggres-sivi e dedicati, sia per la raffi -nata liuteria, ottenuta con una attenzione ai particolari che si fa maniacale anche nei detta-

gli più minuti.Dalla paletta della chitarra customizza-ta per i più esigenti, al singolo cablag-gio sul componente del preamplifi catore, ogni aspetto viene seguito come se da esso dipendesse l’intera stabilità del pro-dotto fi nale.E forse è proprio così... •

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Da vedere in Fiera

Una delle “stelle” di questo Second Hand Guitars è sicuramente l’Enciclope-dia Didattica della Chitarra.Realizzata a partire da un’idea di Fran-co Mussida, quest’opera (che è possi-bile vedere in... azione oggi in Fiera) è decisamente un prodotto monumenta-le, e, allo stesso tempo, straordinaria-mente innovativo. In 12 CD-ROM sono racchiuse 430 lezioni consultabili attra-verso 20 percorsi differenti e tre livelli di studio progressivi.Per realizzare l’Enciclopedia sono stati coinvolti undici professionisti di altissi-mo livello, ciascuno dei quali fa da guida in una sezione specifi ca: giusto per fare qualche esempio, Pietro Nobile è l’inse-gnante di riferimento per l’area tecnica della sezione Acustico-Fingerstyle, Do-

ENCICLOPEDIA DIDATTICA DELLA CHITARRA

nato Begotti lo è per i Linguaggi Heavy-Rock e le tecniche collegate, Nicoletta Caselli e Attilio Zanchi per l’area di Teo-ria e Armonia...Le lezioni sono state riprese in audio/video con un impegno tecnico non in-differente. Molti degli esercizi sono stati ripresi con due telecamere rivol-te rispettivamente alla mano destra e a

to. Questo signifi ca che è possibile col-legare il jack della chitarra direttamente al computer, mandare in riproduzione il fi le MIDI dalla schermata principale e... suonare. Questa opzione permette natu-ralmente di escludere alcune tracce per suonare con il tipo di accompagnamen-to preferito, di rallentare o accelerare il tempo, come pure di registrare il risul-tato ottenuto per inviarlo al pool di in-segnanti MultimediaMusicMaster come momento di verifi ca del lavoro svolto.In sintesi, l’Enciclopedia Didattica del-la Chitarra è sicuramente un prodotto di altissimo livello, che può essere uti-lizzato con soddisfazione sia da chi non conosce ancora la musica, sia da coloro che, pur avendo una buona competenza di base su uno o più repertori, desidera-no “fare un giro” per conoscere meglio il ricchissimo mondo della chitarra. •

quella sinistra e tenute in sincrono con l’audio in fase di montaggio. Il risulta-to (vedi la foto in alto a destra) è che è possibile studiare ogni brano verifi cando da vicino ogni posizione delle mani.Tutti gli studi e i brani proposti nei fi l-mati sono disponibili sotto forma di par-titura pentagrammata e di tablatura, e sono consultabili sia in formato PDF che attraverso il lettore MIDI integra-

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