GIORGIA GENTILINI La torre di piazza a Trento. Conoscenza materiale e cantiere di restauro estratto da: La torre di piazza nella storia di Trento: funzioni, simboli, immagini. Atti della giornata di studio: Trento, 27 febbraio 2012, a cura di Franco Cagol, Silvano Groff, Serena Luzzi, Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, 2014 (Monografie. Nuova serie, 3) ISBN 978-88-8133-039-3, pp. 41-59.

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La torre di piazza a Trento. Conoscenza materiale e cantiere di restauro

GiorGia Gentilini

1. Introduzione

L’intervento di restauro su un edificio storico deve necessariamente essere eseguito con metodo multidisciplinare. Nonostante tale approccio si confi-

guri sempre più come un’esigenza condivisa1, si ritiene necessario menzionare al-cuni fattori che sono alla base dell’analisi del costruito e della sua conservazione. A partire da un esauriente percorso della conoscenza, attuato attraverso differen-ti spunti forniti da una molteplicità di fonti consultabili (alcune delle quali sono di seguito elencate), il progetto deve far propria una gestione di tipo ‘conserva-tivo’2 nei confronti di tutte le tracce dell’azione umana e deve inoltre produrre a sua volta un segno riconoscibile, ma non evidente, nella stratificazione dell’archi-tettura3. Un rilievo preciso e l’analisi stratigrafica assumono un ruolo di elemen-ti portanti dell’archeologia dell’architettura, disciplina nata in seno all’archeolo-gia medievale tra la fine degli anni ’70 e le fine degli anni ’80 del Novecento4. Es-sa applica il metodo archeologico stratigrafico agli elevati e si serve, oltreché dei testi murari, di variegate fonti ‘ausiliarie’ fra cui quelle documentarie, quelle ico-nografiche e indagini materiche – si cita ad esempio l’analisi mineralogico-petro-grafica eseguibile sulla malta. Il passaggio da una cronologia di tipo relativo (in termini di ‘prima e dopo’) ad una di tipo assoluto, avviene utilizzando numero-si dati provenienti ad esempio da cronotipologie delle murature e degli elemen-ti architettonici, iscrizioni/incisioni superficiali, fonti indirette (storiche, icono-grafiche, artistiche in genere) e metodi di datazione scientifica quali termolumi-nescenza, dendrocronologia, analisi al radiocarbonio di elementi lignei conser-vati nelle malte o di calcinaroli osservabili negli impasti di calce aerea. Alcune fra queste tecniche ‘ausiliarie’ sono state scelte per un approfondimento di studio della torre e finanziate dal Comune di Trento, Servizio Edilizia Pubblica. L’inda-gine dendrocronologica è stata applicata dal CNR IvALSA (Sezione Trento) sui prelievi lignei dei solai interni5; alcuni campioni di malta sono stati sottoposti ad una determinazione mineralogico-petrografica eseguita dalla Pro Arte s.n.c.6 ed infine l’analisi al radiocarbonio di calcinaroli contenuti nel legante di calce aerea

1 Lagomarsino, Boato, Stratigrafia e statica, pp. 47-49; Brogiolo, Faccio, Stratigrafia e prevenzione, p. 53.

2 Doglioni, Leggibilità della costruzione, p. 71.3 Sull’utilizzo dell’analisi stratigrafica a verifica delle trasformazioni prodotte dal restauro si veda Fran-

ceschi, Lazzari, Brogiolo, Valutazioni e riflessioni.4 La disciplina trova recente ridefinizione in Archeologia dell’architettura.5 Bernabei, Bontadi, La datazione dendrocronologica.6 Miani, La torre civica di Trento.

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è stata compiuta mediante la tecnica della spettrofotometria ad alta risoluzione (AMS) dal CEDAD - CEntro di DAtazione e Diagnostica, Dipartimento di In-gegneria dell’Innovazione, Università del Salento7. Quest’ultima è stata recente-mente sperimentata per la prima volta in Trentino in alcuni casi studio compresi nel progetto APSAT (finanziato dalla Provincia autonoma di Trento)8.

2. Descrizione architettonica e periodi costruttivi

L’analisi stratigrafica, eseguita contestualmente alla redazione del progetto di restauro, ha individuato dieci periodi costruttivi qui di seguito articolati (tavv. 11, 12).

Periodo I (ante 1160)La torre, di proprietà vescovile, sorge con la sua fondazione sui resti della Por-

ta Veronensis, porta urbica romano-imperiale risalente al I secolo d. C.9. Il manu-fatto si presenta a pianta quadrangolare di notevole spessore murario (2 metri), con lato variabile tra 7,60-8 metri e superficie coperta di 60 metri quadrati con sviluppo in altezza di circa 24,5 metri di cui 2 metri di fondazione, per un’altez-za complessiva dell’affusto a profilo verticale di 22,5 metri.

Costruita interamente in materiale calcareo ammonitico, l’edificio fortificato mostra una conclusione merlata a sommità squadrata negli angoli, con un rialzo murario esterno di 1,40 metri secondo le regole del sistema di difesa piombante che sfrutta pienamente l’elevazione della struttura. L’accesso avveniva probabil-mente attraverso una porticina sopraelevata10 sul prospetto sud, protetto da una corte con cinta muraria che lo univa al palazzo vescovile. Oltre alla presenza di un fundus turris, gli spazi interni, con una superficie di 17 metri quadrati, si ar-ticolavano mediante solai e impalcati in legno collegati verticalmente da scale li-gnee e dotati di feritoie.

La tecnica costruttiva utilizzata in questo primo periodo cronologico risulta di buona fattura (fig. 1). Dalla cella archeologica del contiguo Museo Diocesano sono visibili la fondazione in materiale di raccolta e di reimpiego di varia natura messo in opera con tessitura a corsi sub-orizzontali (in misura minore si rilevano alcuni elementi di rosso ammonitico squadrati), nonché i primi corsi (in numero di tre) di pietre di calcare Rosso Ammonitico, squadrate e talvolta bugnate, di di-mensioni variabili e forma mediamente regolare apparecchiati a corsi orizzonta-

7 Calcagnile, Risultati delle datazioni con il radiocarbonio.8 Essi sono: il castello di San Michele ad Ossana (nella comunità della valle di Sole) e castel Penede, a

Nago (nella comuntità Altogarda e Ledro). Per una più ampia trattazione dei casi studio si rimanda a Gentilini, Il castello di San Michele a Ossana; Gentilini, Brogiolo, Landi, Castel Penede.

9 Si veda anche il contributo di Gianni Ciurletti, in questo volume.10 Il dato è ipotizzato dalla presenza di un elemento squadrato verticale, forse da interpretare come una

spalla della detta porticina.

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li. Per quanto concerne il resto dell’alzato, il paramento murario è realizzato con pietre di dimensioni variabili e forma mediamente regolare di colore bianco/ro-sa/rosso, spaccate, squadrate, talvolta bugnate (fig. 2); la tessitura muraria si pre-senta a corsi orizzontali con sdoppiamenti nel filare prevalentemente in corri-spondenza delle angolate (fig. 3); la malta di connessura ha legante in calce aerea con impasto di colore biancastro e presenza di calcinaroli; gli inerti utilizzati so-no sabbia di fiume con granulometria medio-molto grossa, policroma; la finitura dei giunti in malta è a filo talvolta rientrante per degrado (fig. 4).

Il dato caratterizzante di assoluto interesse per la datazione si riscontra ne-gli angolari/cantonali ottenuti da elementi lapidei anche di grandi dimensioni di possibile reimpiego, accuratamente lavorati mediante operazioni prima di spac-catura, squadratura del blocco e poi di finitura della superficie a vista a bugnato con nastrino perimetrale a scalpello piano. La diffusione della finitura a bugnato si registra dalla seconda metà del XII secolo a partire dalle aree trentina e garde-sana11, dove si annotano le prime concessioni di investitura in feudo di castelli12. Tali ragionamenti sembrano peraltro supportati dalle indagini in corso di svolgi-mento nell’ambito del progetto APSAT13. L’interesse vescovile in questo periodo verso il Garda è legato al mantenimento del controllo del lago benacense a dimo-strazione della fedeltà della città di Trento verso l’imperatore e con l’obiettivo di scongiurare ingerenze e pressioni da parte delle città della Lega Lombarda, par-ticolarmente di verona.

Pur in un contesto storico di particolare importanza, va segnalata l’assenza di documenti storici con menzione diretta alla torre di piazza per questo periodo. I recenti studi storico-architettonici sulla struttura del complesso torre-palazzo vescovile-Castelletto sembrano supportare la collocazione dell’edificio in questo momento cronologico14.

Periodo II (secolo XIII)A questa fase costruttiva appartiene la prima sopraelevazione di 7 metri della

torre con uno spessore murario minore, pari a 1 metro; l’edificio passa da un’al-tezza complessiva di 24,5 metri a 31,5 metri mostrando un secondo ordine di merlatura nuovamente a sommità squadrata negli angoli, con un rialzo murario esterno questa volta di 1,80 metri (fig. 5).

I prospetti est ed ovest ad un’altezza di circa 22 metri dall’attuale quota stra-dale vengono dotati di strette feritoie rettangolari posizionate al centro della mu-ratura, strombate verso l’interno a fornire una maggiore accuratezza nella mira ed un migliore orientamento. Queste aperture sono le uniche coeve alla struttu-ra di sopraelevazione.

11 Landi, Il manufatto, p. 23; Landi, I primordi di Castel Valer.12 Castagnetti, I vescovi trentini, p. 132.13 Zamboni, Primi dati sulle tecniche costruttive e murarie dei castelli trentini; Gentilini, Zamboni, Con-

siderazioni preliminari per lo studio delle apparecchiature lapidee.14 Si veda il contributo di Walter Landi, in questo volume.

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La presenza sui lati sud e nord di due serie di fori pontai aperti suggerisce la dotazione di una incastellatura lignea aggettante. Gli spazi interni, alle nuove quote, hanno una maggiore superficie di calpestio che raggiunge i 30 metri qua-drati e continuano ad essere realizzati mediante impalcati e solai in legno colle-gati da scale lignee.

La tecnica costruttiva di questo secondo periodo appare differente rispetto al primo anche se la qualità rimane buona. Si caratterizza per un paramento murario costituito da calcare ammonitico, di colore prevalentemente bianco-rosa, con pie-tre di dimensioni e forma variabili, spaccate, squadrate (fig. 6); la tessitura mura-ria risulta a corsi orizzontali per gli angolari e a corsi sub-orizzontali per il restan-te paramento con sdoppiamento del filare in corrispondenza dei cantonali (fig. 7); la malta di connessura è di calce aerea, con impasto biancastro e presenza anco-ra di calcinaroli; l’inerte è costituito da sabbia medio-molto grossa e ghiaino, po-licromo; i giunti di finitura sono rifluenti talvolta a filo (fig. 8). Le pietre angola-ri, di dimensioni minori di quelle del primo periodo, risultano spaccate, squadra-te, con superficie spianata a punta e nastrino perimetrale a scalpello, raramente fi-nite a bugnato.

Qui si propone una differente interpretazione da quella data in precedenza15; come suggerisce Walter Landi16, non sono attribuibili alla torre di piazza alcu-ni documenti emanati dal vescovo di Trento negli anni 119217, 119418 e 119919.

Periodo III (secolo XIv)L’aspetto architettonico e l’altezza attuali sono raggiunti nel secolo XIv: la

costruzione viene ulteriormente sopraelevata di 15 metri arrivando ad un’altez-za complessiva di 46,5 metri.

Con questo intervento edificatorio la torre di piazza si arricchisce di un im-portante elemento di architettura fortificata: un apparato a sporgere dal profilo della muratura di perimetro che si regge su un sistema a beccatelli costituito da mensole in pietra e archetti in laterizio, concluso con una merlatura a scalare di coronamento (fig. 9) che il Dürer documenta un secolo più tardi (1494).

I nuovi piani sono dotati di finestrelle quadrangolari e superiormente di gran-di arcate su ogni prospetto. I solai interni, escluso il fundus turris, sono ancora in legno mentre l’ultimo risulta concluso con una volta in muratura ed un ampio piano di osservazione esterno di 70 metri quadrati, probabilmente protetto, già in questo momento, da una copertura in legno. Da qui si poteva effettuare il ‘ti-ro piombante’ attraverso le caditoie ora non più aperte.

15 Gentilini, Torre civica di Trento; Gentilini, La torre civica di Trento.16 Landi, in questo volume.17 1192 maggio 29, Trento: “in camera turris domini episcopi” (Codex Wangianus, n. 71).18 1194 […] 12, Trento: “Actum in camera turris episcopatus in Tridentina civitate” ( La documentazio-

ne dei vescovi, n. 71).19 1199 settembre 2, Trento: “in camera domini episcopi apud turrim in Tridento” (La documentazione

dei vescovi, n. 89).

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Sono ancora riconoscibili tracce dell’affresco a fasce alternate di colore bian-co/rosso sullo sfondato dei beccatelli e sul paramento esterno le buche pontaie dei ponteggi in legno necessari durante il cantiere.

La tecnica costruttiva di questo periodo differisce notevolmente dalle due precedenti per una minore cura nella lavorazione dei conci. Il paramento mu-rario costituito ancora da calcare ammonitico, di colore bianco/rosa ha pietre di dimensioni e forma variabili, spaccate e sbozzate legate da malta di calce ae-rea e sabbia medio-molto grossa, con presenza di calcinaroli; la tessitura si man-tiene a corsi orizzontali per gli angolari mentre diventa a corsi sub-orizzonta-li con zeppe lapidee per la restante costruzione (fig. 10); i giunti sono rifluen-ti (fig. 11). Solo i cantonali, nella consueta catena alternata, sono ben squadra-ti e mostrano una finitura della superficie a punta e nastrino perimetrale a scal-pello piano (fig. 12).

La sopra menzionata analisi al radiocarbonio, a cui è stato sottoposto un cal-cinarolo della malta di connessura di questa struttura muraria, ha indicato come data di inizio del processo di carbonatazione (che ha il suo start al termine del-la messa in opera) l’anno 1380.

Sono invece dell’inizio del secolo XIv, negli Statuti della città di Trento20, i primi riferimenti documentali all’esistenza di un custode delle carceri del palaz-zo vescovile e alle prigioni nel fondo della torre di piazza21. Documenti datati 131422 e 138723 testimoniano l’esistenza di una loggia dove operavano i sindaci del Comune di Trento che fu addossata all’edificio sul prospetto ovest.

Periodo Iv (secolo Xv) Scarsamente documentata nel periodo precedente, la torre di piazza ricom-

pare nei documenti scritti di inizio secolo Xv dai quali traspare l’affidamento al Comune della città di Trento della gestione e dell’amministrazione dell’oro-logio24 e delle campane25 mentre al vescovo spetta la custodia della torre e del-le carceri fino alla fine dello stesso secolo. Nell’ultimo trentennio del Quattro-

20 Si veda il contributo di Franco Cagol, in questo volume.21 Rispettivamente 1321 marzo 27, Trento: “Iohannes custos carcerum episcopalis palatii tridentini”

(ASTn, APV, Sezione latina, capsa 64, n. 148 = Ippoliti, Zatelli, Archivi Principatus Tridentini rege-sta, p. 1121); 1340 ante, Trento, “recludatur in fondo turis” (Statuti di Rovereto, n. 143). Sulla fun-zione carceraria della torre, si veda il contributo di Serena Luzzi, in questo volume.

22 1314 settembre 13, Trento: “sub loca dominorum sindicorum” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Sezione antica, ACT1-2545, cc. Ir-IIv).

23 1387 agosto 4, Trento: “in platea comunis sub lozia ubi ius per sindicos nostros comunis Tridenti redditur” (Codex Clesianus, carta 75 = Morizzo, Reich, Codicis Clesiani, pp. 233-234).

24 1448 luglio 10, Trento: “Bonazunta non ivit amplius ad aptandum horilogium quia scale erant frat-te ad saliendum turim” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Sezione antica, ACT1-3547, c. 288v). Sull’orologio si veda anche il contributo di Marisa Addomine, in questo volume.

25 1456 marzo - dicembre, Trento. Il procuratore annota anche le spese occorse per lavori di manuten-zione all’orologio e alle campane della torre (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Sezione an-tica, ACT1-3547, c. 103v).

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cento il massaro vescovile registra, infatti, le spese per la costruzione di nuove carceri26.

L’episodio è significativo perché trova riscontro sia nei dati storici che nei da-ti di cultura materiale. L’intervento eseguito, e rilevabile, modifica di fatto l’assetto distributivo interno dell’edificio e comincia a definire gli attuali livelli quinto, sesto, settimo ed ottavo dotandoli di un nuovo accesso dall’esterno sul prospetto sud, di un ulteriore setto portante, di volte in muratura, di una scala ricavata nello spessore murario e poi in pietra su struttura in legno nel restante spazio di passaggio. L’ana-lisi dendrocronologia eseguita su una trave in abete bianco del solaio ligneo dell’ot-tavo livello ha restituito datazione al 1486 (termine post quem, fig. 13).

Contestualmente a questa importante trasformazione sembra essere realizzato il soffitto voltato del quarto livello e sui prospetti esterni vengono aperte in breccia delle finestre strombate a servizio delle celle delle nuove prigioni.

All’interno dell’edificio si conserva una campana27 recante datazione 1499 (tav. 21b).

Periodo v (secolo XvI) Nel 1505 anche la custodia della torre e delle carceri passa in amministrazione

del Comune. Come traspare dai documenti scritti28, questo provvede alla manuten-zione dell’edificio e delle prigioni, talvolta sistemando le strutture murarie, talaltra la merlatura sommitale, oppure sostituendo le inferriate alle aperture o riparando le scale di comunicazione interna ai piani.

Nel 154529, in occasione dell’apertura del Concilio di Trento, il pittore veronese Gerolamo viene incaricato dai consoli di affrescare la facciata prospiciente la piaz-za con immagini raffiguranti il patrono San vigilio e Santa Massenza30.

Nel 1546, su proposta del vescovo di Trento, i consoli deliberano di sostituire il vecchio orologio con uno nuovo31, affidando l’incarico al frate Francesco da Lec-co32. Questo è probabilmente il quadrante che si vede rappresentato nella pianta prospettica edita da Giacomo Andrea vavassore nel 1572 e che si trova riproposto in quella di Georg Braun e Franz Hogenberg nel 1581. Nel 1593, sul lato meridio-nale della torre, vengono installate le razze dell’orologio33.

26 1478 febbraio 12, Trento: “carceris novi”; 1478 febbraio 28, Trento: “carceris novi” (BCTn, Fondo manoscritti, Registro delle entrate e uscite del massaro vescovile Calapini, BCT1-335, c. 40v).

27 Si veda il contributo di Chiara Moser, in questo volume.28 Cagol, in questo volume.29 1545 aprile 22, Trento: “Comparuit ibidem magister Hieronimus veronensis pictor et obtulit se pin-

gere faciem turris platee iuxta dessignationem factam pro rainensibus triginta” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3872, c. 27v).

30 Si veda il contributo di Roberto Pancheri, in questo volume.31 1546 febbraio 7, Trento: “de novo se faci lo horologio de la torre” (ASCTn, Comune di Trento, An-

tico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3872, cc. 83v-84r).32 Addomine, in questo volume.33 1593 gennaio 19, Trento: “horologii turris dummodo fiat a raze respicientes versus meridiem” (ASCTn,

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Nel 157534 i consoli concedono all’almo collegio dei dottori notai della città di Trento di demolire le carceri delle donne, collocate in locali esterni alla torre sul la-to sud, per costruire il nuovo salone delle udienze.

Periodo vI (secolo XvII) Nel 160435 viene realizzata una scala esterna di accesso dietro la torre sull’at-

tuale via Garibaldi. Nei primi anni del XvII secolo le fonti documentarie lascia-no intendere che in torre vi erano diversi locali destinati ad uso di prigione. Nel 160836, in particolare, i consoli decidono di apportare riparazioni al carcere, fa-cendo restaurare l’immagine di Cristo in croce. Nell’occasione fu eseguito un so-pralluogo nel fondo della torre e furono promossi lavori per l’adattamento di al-tri locali per la detenzione. Nel 164037, in occasione della consegna delle chiavi ai consoli, la destinazione dei locali era ormai consolidata. Nicolò vilioti, il custode che cessava dalle proprie funzioni, rimetteva nelle mani dei consoli 15 chiavi, di cui 5 per le prigioni del fondo di torre, quattro per quelle dette ‘ai quattro usci’, tre per le prigioni ‘dei debiti’ ed altra per l’ingresso.

Nel 164338 si finanzia la sostituzione degli orologi sul lato verso la piazza e sul-la facciata sud. Nel 164639 vengono eseguiti operazioni di miglioria nel fondo della

Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3884, c. 111r).34 1575 aprile 15, Trento: “per prefatos magnificos dominos consules concedi et consentire quod tore-

sanus palatii ubi mulieres carcerantur deiciatur pro fabrica facienda salle iuris nove” (ASCTn, Co-mune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3880, c. 24v).

35 1604 maggio 29, Trento: “schalam palatii retro turrim” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3888, c. 133r).

36 1608 maggio 1, Trento: “Ocasione quod prefati nobili domini cum aliis accesserunt ad salonem pro fa-cienda publicatione oficiorum magnificae comunitatis decreverunt etiam unanimi voto visitare carceres ad hoc ut qualibet aliqua reparatione necesse habeat illa fieri posit et primo visitarunt carcerem nun-cupatum li quatrussi et repperierunt necese esse construere vel dipingere imaginem Cristi redemptoris prout hactenus depinta erat, necnon adaptare solarium inferius ac eciam fecerunt. Insuper visitarunt carcerem nuncupatum fundo di tor et repperierunt nichil aliud indigere. Denique omnibus dictis locis diligente consideratione considerarunt esse necessarium construere alium carcerem et propterea peritos esse eligendos pro visione dicti loci” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3889, c. 151r). Per questi aspetti si veda anche il contributo di Luzzi, in questo volume.

37 1640 novembre 13, Trento: “le chiavi d’esse prigioni al numero di quindeci, cioè cinque che servo-no alla priggione di fondo di torre, sette alle priggioni de quattro ussi, tre per quella de debiti et una con marlosso quali signori consoli hanno accettate” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Li-bri actorum, Libro degli atti, ACT1-3907, c. 246v).

38 1643 marzo 26, Trento: “spesa che si deve far sopra la torre di piazza nel accomodar due sollari et rifar l’ho-rologgio” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3909, c. 39r).

39 1646 gennaio 23, Trento: “come sii necessario far spesa nelle priggioni di qualche rilievo, attesa la rottura e danno fatto in quelle dalli priggioni che in quelle hora si ritrovano ne quattro ussi et fondo di torre in modo che dall’una et l’altra si intendono a parlare. Di qui anco il bisogno di due priggioni, una per quelli che si presentano volontariamente e l’altra per le donne, atteso che per questi non vi è luogo se non vengono custoditi nelli quattro ussi o priggione de debiti bisognevoli per altri, il che anco non è convenevole” (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli at-ti, ACT1-3910, c. 111r).

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torre. Nel 165440 sono documentati gli interventi di rifacimento della fascia rossa al di sotto dei beccatelli e sistemazioni del solaio di copertura ligneo con il riposiziona-mento delle grandi lastre in pietra (si tratta forse di quelle rinvenute durante il can-tiere 2009-2011). Al terzo livello su tre delle quattro pareti interne si conservano i la-certi di un affresco eseguito nel 1676, come testimonia la data conservata (tav. 29a).

Periodo vII (secolo XvIII) La destinazione d’uso dei locali sembra confermarsi a carcere anche durante il Set-

tecento, così come continua l’interesse verso l’edificio. Le notizie di cui disponiamo riguardano gli incarichi dati nel 172341 al pittore Antonio Gresta per il restauro de-gli affreschi esterni raffiguranti il patrono san vigilio e santa Massenza e al muratore Pier Antonio Ghisi di dipingere il nuovo quadrante dell’orologio della torre. Nella stessa occasione Ghisi decorò anche il finestrone su piazza della cella campanaria.

Le scritte murali conservate all’interno della stanza dell’orologio sono datate 1735 e 1760, mentre la demolizione della loggia con annesso scalone risale al 177942.

Altre informazioni sono fornite dalla datazione dendrocronologica (1785) del solaio al quinto livello e infine dalla fusione della campana grande, documentata nel 178943.

Periodo vIII (secolo XIX) L’utilizzo della torre per la custodia dei carcerati perdura anche dopo la seco-

larizzazione del Principato vescovile del 1803, durante il periodo della reggenza italica e per larga parte dell’Ottocento sotto l’amministrazione austriaca. A tale scopo, ancora a metà del secolo, il Tribunale circolare di Trento otteneva dal Co-mune l’utilizzo della torre di piazza e di altre torri per la custodia dei carcerati. In questo periodo gli accessi alle celle vengono ampliati così come le finestre a dop-pia inferriata del terzo livello. Quest’ultimo intervento sulla parete nord inter-ferisce con la scritta datata 1838; numerose sono le scritte ed i disegni all’interno delle celle ai vari livelli (tav. 29b)44.

Dopo una lunga trattativa45, nel 185946 viene installato un nuovo orologio e viene realizzato il terzo quadrante sul prospetto est47. Nel 1896, il Comune inca-

40 1654 settembre 1, Trento: “Più per tanti ò spesi nel far restaurare due merli e refato anco li altri mer-li della torre de piazza e pitura fatta fare in essa, come legnami messi sotto al coperto della loza o sia per andare sopra la torre il tutto come apare per poliza approbata li primo settembre” (ASCTn, Co-mune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-4128, c. 9r).

41 ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3929, c. 254r.42 ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Libri actorum, Libro degli atti, ACT1-3956, c. 14r.43 ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, Sezione antica, ACT1-2657. Si veda inoltre Moser, in

questo volume.44 Si veda il contributo di Quinto Antonelli, in questo volume.45 ASCTn, Comune di Trento, Ordinamento austriaco, Esibiti, ACT3.8-v.201.1856.46 Addomine, in questo volume.47 Si veda il contributo di Daniela Tessarin, in questo volume.

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rica l’orologiaio Eugenio Pomarolli di Trento di restaurare i quadranti est e sud e di realizzare una nuova cornice in intonaco al quadrante su piazza48 (fino ad al-lora inesistente perché in precedenza sulla facciata ovest esistevano gli affreschi, già scomparsi al momento del restauro).

I solai lignei degli attuali livelli quarto e undicesimo forniscono una datazio-ne dendrocronologia al 1815 nel primo caso e al 1870 nel secondo. Nel 185249 si registra il preventivo per la sostituzione del castello campanario, lavoro eseguito più tardi negli anni: il solaio in legno del decimo livello che lo sostiene indica da-tazione dendrocronologia al 1895.

Periodo IX (secolo XX) Nel 1907 vengono eseguiti interventi di manutenzione sulla copertura con i

quali si sovrappone un nuovo solaio ligneo rivestito in rame e vengono sostituite le lastre in pietra a protezione dei merli50. Successivamente vengono eseguiti dei lavori interni come la realizzazione di un solettone armato con putrelle al quar-to livello, una nuova stesura di intonaco sugli sfondati tra i beccatelli (con le fir-me lasciate dagli operai e data 1955); inoltre, viene sostituito nuovamente l’orolo-gio con un impianto elettrico di comando. Durante il restauro di palazzo Preto-rio del 1960, che si occupa anche del rifacimento della copertura, viene demoli-ta la scala esterna in legno che dava accesso ai livelli quarto e quinto. Alla denun-cia dell’accaduto da parte del sindaco di Trento51, si provvede realizzando un per-corso di risalita interno demolendo parzialmente volte, solettone, solai tra il ter-zo e quinto livello e creando una scala interna in legno che rimarrà in uso fino ai successivi restauri.

Periodo X (i restauri 2009-2011)Il restauro, su progetto della scrivente, è iniziato nel settembre 2009 e si è con-

cluso nel settembre 2011. Gli interventi sulle superfici esterne ed interne eseguiti sono stati condotti con

l’obiettivo di salvaguardare le tracce morfologico-stratigrafiche presenti e siste-maticamente registrate nella fase di progetto, di precantiere e di cantiere, proce-dendo ad un recupero della struttura della torre compatibile con le sue caratte-ristiche architettoniche, ma al tempo stesso conforme alle norme di sicurezza vi-genti.

I prospetti esterni sono stati oggetto di operazioni di pulitura del paramen-to lapideo, previa asportazione manuale di depositi e materiali vari, di rimozio-ne selezionata di stuccature e riprese di intonaco particolarmente decoeso e di-staccato dal supporto e l’azione di pre-consolidamento localizzato per evitare

48 ASCTn, Comune di Trento, Ordinamento austriaco, Esibiti, ACT3.8-vII.137.1897.49 ASCTn, Comune di Trento, Ordinamento austriaco, Esibiti, ACT3.8-vII.4960.1852.50 Tessarin, in questo volume.51 ASCTn, Comune di Trento, Ordinamento italiano, Serie speciale del carteggio, T 105, busta 2, 6, anni

1951-1964, “Palazzo Pretorio e adiacenze. Sistemazione”.

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ulteriori perdite; queste operazioni sono state concluse con il miglioramento e la reintegrazione dei giunti di malta assenti sulla struttura muraria con malta di progetto ove strettamente necessario e sempre sotto livello (fig. 14).

La torre di piazza è stata inoltre sottoposta a un miglioramento del compor-tamento globale della struttura con la posa di tiranti interni a livello degli im-palcati e delle volte a cui si è affiancata un’operazione di verifica dell’estrados-so delle volte in seguito allo smontaggio dei pavimenti in legno, la pulizia della superficie, la sigillatura delle lesioni e la posa di materiale alleggerito su cui ri-posizionare il pavimento restaurato.

Le attività di consolidamento puntuale sui solai in legno hanno privilegia-to la conservazione delle strutture esistenti, affiancando e/o sostituendo le sole parti ammalorate (tav. 27a). Sono stati realizzati nuovi collegamenti di distribu-zione interna e migliorati quelli esistenti (tav. 27b).

Sono stati restaurati gli elementi architettonici connotati in pietra calcarea (aperture, portoncini…) e in alcuni casi rinforzati strutturalmente mediante perniature; tutte le porte e i portoncini in legno, compresa la ferramenta. I ser-ramenti lignei esterni sono stati in parte recuperati e in parte realizzati ex novo ad integrazione dei telai presenti.

I lavori sulla copertura al 12° livello hanno riguardato la rimozione del pia-no in laminato di rame con relativa struttura in legno sotto il quale è stata rin-venuta l’ultima pavimentazione storica in lastre di pietra calcarea rossa di gran-di dimensioni ed in buono stato di conservazione. Con una modifica al proget-to che prevedeva la posa di una nuova pavimentazione, si è pertanto procedu-to nella rimozione, al consolidamento e alla ricollocazione delle lastre in pietra su di un massetto alleggerito praticabile ed impermeabilizzato (fig. 15). La nuo-va configurazione del tetto a due falde e non più a falda unica ha reso necessa-ria la ricollocazione dei canali e dei pluviali di scarico delle acque piovane ri-spetto all’unico pluviale interno, le cui perdite d’acqua sono state causa di dan-ni agli intonaci nelle celle delle prigioni. Al fine di non intervenire con perfora-zioni sulle murature antiche e sui solai interni sono stati realizzati due pluvia-li esterni in acciaio satinato collocati in corrispondenza dei prospetti est e sud. Le nuove quote della copertura hanno inoltre permesso di ridurre il numero di parapetti di protezione.

Si è inoltre rinnovato l’impianto elettrico esistente e si sono posati corpi di illuminazione a basso consumo energetico, adatti ad un percorso di visita in-terno.

Infine, particolare attenzione è stata posta anche al tamponamento dei fo-ri pontai per preservare le colonie di rondone e di altre specie, che proprio qui trovano ospitalità, conservando e realizzando un certo numero di nicchie uti-li alla loro nidificazione. A tal fine si è proceduto, in collaborazione con il Mu-seo Tridentino di Scienze Naturali (oggi Museo di Scienze), al censimento del-le cavità e, con semplici accorgimenti, all’adeguamento del foro di entrata alle dimensioni delle diverse specie presenti.

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Scheda

Studio di fattibilità e rilievo architettonico (ottobre 2004), collaboratore di studio: dott.ssa Carola Gentilini. Progetto preliminare (aprile 2005), collaboratore di studio: dott.ssa Carola Gentilini. Progetto definitivo (ottobre 2005), collaboratori di studio: arch. veronica Bonomi, arch. Carola Gentilini, dott.ssa Arianna Mazzel; ortopiani fotografici: 3DEG, Treviso; consulenza strutture: ing. Marco De Giacometti, Feltre (BL); consulenza impianti elettrici: TNIngegneria ingg. Alberto Albuzzi, Paolo Buzzi, Luca Pi-va, Trento. Progetto esecutivo (maggio 2007): collaboratore di studio: arch. Alessia Ruggeri; ortopiani fotografici: 3DEG, Treviso; progetto strutture: ing. Marco De Giacometti, Feltre (BL); progetto impianti elettrici: TNIngegneria ingg. Alberto Albuzzi, Paolo Buzzi, Luca Pi-va, Trento.

Il cantiere è stato finanziato dal Comune di Trento. Servizio Edilizia Pubblica.Responsabile del Procedimento: Servizio Edilizia Pubblica, arch. Ennio Dandrea; Direzione Lavori: Servizio Edilizia Pubblica, arch. Daniela Tessarin; Assistente alla D.L. con funzione di Direttore operativo per le opere architettoniche: arch. Giorgia Gentilini (libero professionista); Assistente alla D.L. con funzione di Direttore operativo per le strutture: Servizio Edilizia Pubblica, ing. Giuliano Franzoi; Assistente alla D.L. con funzione di Direttore operativo per gli impianti: Servizio Edili-zia Pubblica, p. ind. Mauro Zanghellini; Impresa esecutrice: Effeffe Restauri s.r.l., Cimego (TN).

Documenti

Relazione elaborata dai dr. Mauro Bernabei e dr. Jarno Bontadi (CNR Ivalsa - Laborato-rio di Dendrocronologia, Trees and Timber Institute), La datatazione dendrocronologica dei legni della torre civica di Trento, Trento 2011.Relazione elaborata dal prof. Lucio Calcagnile (CEDAD - CEntro di DAtazione e Dia-gnostica, Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Università del Salento), Risulta-ti delle datazioni con il radiocarbonio su campioni di malte di allettamento prelevati dalle murature della torre civica di Trento, Brindisi 2011-2012.Relazione elaborata dal dr. Gianni Miani (Pro Arte s.n.c. - Consulenza Diagnostica per il Restauro Artistico e Monumentale), Torre civica di Trento. Studio mineralogico-petrogra-fico, vicenza 2007.

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1. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo I, porzione paramento esterno ovest

2. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo I, campione metrico di muratura sul lato ovest

3. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo I, campione metrico della muratura in corrispon-denza dell’angolata sud-ovest

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4. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo I, particolare metrico della malta di finitura

5. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo II, porzione paramento esterno nord con particolare del rialzo murario della merlatura

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6. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo II, campione metrico di muratura sul lato nord

7. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo II, campione metrico della muratura in corrispon-denza dell’angolata nord-ovest

8. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo II, particolare metrico della malta di finitura

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9. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo III, particolare della costruzione sommitale da piazza Duomo

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10. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo III, campione metrico di muratura sul lato ovest

11. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo III, particolare metrico della malta di finitura

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12. Torre di piazza: tecnica muraria del periodo III, campione metrico della muratura in corri-spondenza dell’angolata nord-ovest

13. Torre di piazza: dettaglio del prelievo per l’analisi dendrocronologia eseguito da CNR – IvALSA nel febbraio 2011

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14. Torre di piazza: prospetto esterno ovest al termine del cantiere di restauro

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15. Torre di piazza: assetto del piano di copertura a due falde al dodicesimo livello

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Didascalie delle tavole

1. Franz Hogenberg, Tridentum Trient, Köln, Gottfried von Kempen [et al.], 1581-1621, calcografia Trento, Biblioteca comunale, TG 1 e 14

2. nicolò Dorigati (Trento, notizie 1691-1748). Bombardamento di Trento nel 1703, databile 1711/1713, olio su tela

Trento, Museo Diocesano Tridentino, Inv. n. 532

3. ignoto, San Francesco col Crocifisso e la piazza del duomo di Trento, datato 1630, olio su tela Trento, Museo Diocesano Tridentino, Inv. n. 1957

4. Trento, Torre e Casa Rella, Nürnberg, Lehrburger, 1910-1920, cartolina illustrata Trento, Biblioteca comunale, TIC511-2696

5. Trento - Torre del Duomo, Torino, Garofolo, 1942, cartolina illustrata Trento, Biblioteca comunale, TIC511-1141

6a. giuseppe canella, Veduta di piazza del duomo a Trento, 1835, olio su tela Trento, Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di

Trento6b. ruDolF von alt, Veduta di piazza del duomo a Trento, 1865, acquarello Wien, Graphische Sammlung Albertina

7a. ruDolF bernt, Veduta di piazza del duomo a Trento, 1890, acquarello Trento, Biblioteca comunale7b. george belton Moore, Cathedral - Trent, disegno di Angelo Quaglio London: s. n.: 1850, litografia Trento, Biblioteca comunale, TI 1 e 045

8a. atelier stengel, Veduta di piazza del Duomo a Trento, 1897, fotografia 8b. Fratelli alinari, Veduta di piazza del Duomo a Trento, 1905, fotografia

9a. sergio perDoMi, Facciata est di Palazzo Pretorio, Via Garibaldi, Trento Trento, Archivio fotografico provinciale, n. 927619b. sergio perDoMi, Particolare della facciata di palazzo Pretorio, P.zza Duomo, Trento Trento, Archivio fotografico provinciale, n. 92758

10a. Veduta d’insieme di piazza Duomo con la torre di piazza, palazzo Pretorio e il Castelletto 10b. Veduta del Castelletto dalla cella campanaria della torre di piazza

11. Trento, torre di piazza, prospetto ovest su Piazza Duomo

12. Trento, torre di piazza, sezione D-D e legenda dei periodi

13a. Pianta della città di Trento con le diverse cinte murarie di epoca romana, carolingia e vanghiana 13b. Topografia della zona di Porta Veronensis e del sedimen della strada romana sotto l’antico palatium

episcopatus. Le mura romane che attraversano la piazza (linea rossa) costituivano nel Medioevo (fi-no a metà XIII) la probabile delimitazione settentrionale del quartiere attestato, nel 1205, come ca-strum sancti Vigilii

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14. Particolare della planimetria del duomo di Trento riportante le fasi edilizie fino agli interventi del vescovo Altemanno. In grigio gli interventi edilizi del vescovo Udalrico II (1022-1055) e il sacello poi cassato dalla costruzione della parte inferiore del Castelletto. Quest’ultimo, benché ultimato già nel 1071, è assegnato erroneamente alla successiva fase, dovuta al vescovo Altemanno (1124-1149) e terminata nel 1145 (giallo)

15. Trento, Porta Veronensis. Pianta delle strutture messe in luce dagli scavi (1987-1995) e oggi visibili nell’area archeologica. La numerazione corrisponde a quella presente nell’articolo

16a. Trento, Porta Veronensis. I due pilastri della facciata meridionale della porta con le basi in stile at-tico e decorazione con lesene scanalate

16b. Trento, Porta Veronensis. La corte compresa fra le due facciate della porta. Sul fondo, oltre i due pi-lastri meridionali, la cortina muraria eretta a chiusura in età tardo antica

17a. Trento, Porta Veronensis. I due pilastri della facciata settentrionale della porta. Quello centrale è preceduto dal grande basamento per il monumento onorario

17b. Trento, Porta Veronensis. Il blocco di fondazione della torre civica evidenziato in rapporto agli ele-menti della porta

18a. Trento, Porta Veronensis. In primo piano, il basamento per il monumento onorario. Parzialmente visibile il pilastro centrale. In secondo piano, il pilastro esterno e altre strutture pertinenti il settore occidentale della porta

18b. Trento, Porta Veronensis. I lastroni modanati del fondo della fontana antistante il monumento ono-rario

19a. Trento, Porta Veronensis. Le pietre del pavimento stradale con solchi carrai e marciapiede, residuo del fornice orientale della porta

19b. Trento, Porta Veronensis. Il basamento del torrione poligonale con, in secondo piano, i due gradini residuo della scala a chiocciola interna. Sulla sinistra l’attacco del muro di cinta della città

20a. Trento, Porta Veronensis. Il pilastro esterno della facciata settentrionale affiancato dall’andito di ac-cesso al torrione

20b. Trento, Porta Veronensis. Frammento di trabeazione con lesena scanalata sormontata da capitello corinzio e frontone a timpano

21a. Trento, torre di piazza. bartoloMeo Da riMini, La campana detta della ‘Guardia’, 149921b. Trento, torre di piazza. bartoloMeo Da riMini, La campana detta della ‘Guardia’, 1499, particola-

re con l’aquila, stemma del Comune di Trento21c. Trento, torre di piazza. bartoloMeo Da riMini, La campana detta della ‘Guardia’, 1499, particola-

re con figura di vescovo benedicente

22a. Trento, torre di piazza. bartoloMeo Da riMini, La campana detta della ‘Guardia’, 1499, particola-re con la sottoscrizione di Bartolomeo da Rimini

22b. Trento, torre di piazza. bartoloMeo Da riMini, La campana detta della ‘Guardia’, 1499, particola-re con il Simonino e i nomi dei consoli

23a. Trento, torre di piazza. leonarDo MaFFei, La campana detta della ‘Renga’, 178923b. Trento, torre di piazza. leonarDo MaFFei, La campana detta della ‘Renga’, 1789, particolare23c. Trento, torre di piazza. leonarDo MaFFei, La campana detta della ‘Renga’, 1789, medaglione con

l’aquila di Trento

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24a. Trento, torre di piazza. Disegno schematico con indicazione del coronamento e della fascia rossa sotto i mensoloni, 1654

Trento, Biblioteca comunale, Fondo manoscritti, BCT1-238624b. Trento, torre di piazza. Il sottoarco della finestra orientale della torre con la raffigurazione di un fio-

re d’acanto, dopo il restauro

25. annibale apollonio, Prospetto della torre di piazza, 1897 Trento, Archivio storico del Comune, ACT3.8-VII.137.1897

26a. paolo leonarDi, Mostranza per il prospetto della civica torre a mattina, 1855 Trento, Archivio storico del Comune, ACT3.8-VII.22.185526b. annibale apollonio, Disegno della riquadrature a colori da eseguirsi ai quadranti dell’orologio, 1897 Trento, Archivio storico del Comune, ACT3.8-VII.137.1897

27a. Trento, torre di piazza. Vista generale della prigione del settimo livello, con il solaio restaurato in legno 27b. Trento, torre di piazza. Vista generale del terzo livello, con la nuova scala di risalita

28a. Trento, torre di piazza. Crocifisso dipinto, al settimo livello28b. Trento, torre di piazza. Porta della cella al terzo livello

29a. Trento, torre di piazza. Affresco rinvenuto al terzo livello sulla parete nord, con datazione 167629b. Trento, torre di piazza. Scritte del XIX secolo rinvenute sulla parete nord

30. Sezione dell’edificio delle carceri cittadine, 1807 Trento, Biblioteca comunale, Fondo iconografico, A/5/a/5/1

31a. Portale del palazzo Pretorio, particolare Trento, palazzo Thun31b. Disegno raffigurante il portale del palazzo Pretorio formato con le colonne dell’antica loggia, sor-

montate dalle statue della Giustizia e della Verità, 1807 Trento, Biblioteca comunale, Fondo iconografico, A/5/a/5/5

32. giuseppe anDers, Torre civica con palazzo Pretorio, disegno, 1930 circa Trento, Biblioteca comunale, Fondo iconografico, T I 2 f 20

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li (figg. 1-12), Varanini (figg. 1-4), tavv. 1, 4, 5, 7a, 7b, 24a, 25, 26a, 26b, 28a, 28b, 30, 31b, 32Trento, Museo Diocesano Tridentino: tavv. 2, 3Trento, Provincia autonoma di Trento. Archivio fotografico della Soprintendenza per i beni archi-

tettonici e archeologici: Ciurletti (figg. 11, 12)Trento, Provincia autonoma di Trento. Archivio fotografico del Centro di catalogazione della So-

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Bocchi, Bologna, p. 104: Gabbrielli (fig. 4)Brisighella...(http://www.thepurpleteapot.com): Addomine (fig. 3)Carcere_delle_Stinche (http://it.wikipedia.org/wiki): Luzzi (fig. 1)Cavalieri Manasse, Verona: Ciurletti (fig. 13)Ciurletti, Tridentum romana, p. 396, fig. 1: Ciurletti (fig. 2)Ghislanzoni, Scoperte di antichità a Trento, tav. II: Ciurletti (fig. 6), tav. III: Ciurletti (fig. 4), tav. V:

Ciurletti (fig. 5)Giustizia e criminalità nello Stato, p. 151, tav. 7: Luzzi (fig. 2)Gorfer, I castelli, 3, p. 372: Landi (fig. 1)Guiotto, Un decennio di restauri, p. 18: Landi (fig. 5)La Lombardia dei comuni, p. 112: Gabbrielli (fig. 3), p. 113: Gabbrielli (fig. 1)Ranzi, Pianta antica: Ciurletti (fig. 3)Rasmo, Restauri e ritrovamenti recenti, fig. 1: Ciurletti (fig. 7), fig. 3: Ciurletti (fig. 8), p. 330: Ciur-

letti (fig. 9)Tabula Peutingeriana: Ciurletti (fig. 1)Woelzl, Alcune notizie, p. 134: Landi (fig. 2)

Marisa Addomine: Addomine (figg. 2, 4)Martina Andreoli (Università degli Studi di Trento. Laboratorio di archeologia e scienze affini):

tav. 13aGiovanni Cagol e Francesco Lievore: Luzzi (figg. 3, 4), tavv. 16a, 16b, 17a, 18a, 18b, 19a, 19b, 20a,

31aGianni Ciurletti: tavv. 17b, 20bAnnalisa Colecchia: Landi (fig. 15)Fabrizio Filippini: tavv. 27a, 27bSilvano Gallo: Addomine (fig. 1)Giorgia Gentilini: tavv. 10b, 11, 12, 29a, 29bChiara Moser: Moser (figg. 1-4), tavv. 21a, 21b, 21c, 22a, 22b, 23aWalter Landi: Landi (figg. 3, 4, 6, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 16)Roberto Pancheri: Pancheri (figg. 1, 3, 4), tav. 8aDaniela Tessarin: tav. 24b

FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MAGGIO 2014A TRENTO CON I TIPI DELLA

TIPOGRAFIA EDITRICE TEMI s.a.s. di Bacchi Riccardo & C.