G A TPIANURA. utela per gli imprenditori minacciati · PDF fileIl boss Antonio Varriale (nella...

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Il boss Antonio Varriale (nella fo- to), 51enne, fu arrestato il 12 lu- glio del 2005 dopo la denuncia di tre imprenditori di Pianura, due dei quali sono finiti nel mirino martedì sera. Il ras, nemico dei Lago, venne scarcerato per de- correnza dei termini della custo- dia cautelare dopo essere stato condannato a tre ergastoli per tre omicidi. Varriale era stato anche condannato ad otto anni di reclu- sione per associazione camorri- stica. Era il 12 luglio di due anni fa quando i poliziotti della Squa- dra Mobile di Napoli e i carabi- nieri della compagnia del rione Traiano lo sta- narono a Vibo- nati Marina, vi- cino Sapri, nel Salernitano. Il boss era in com- pagnia di due guardaspalle, che furono arre- stati con lui perché ricercati per effetto dello stesso decreto di fermo emesso dal pm della Dda Cannavale. Si tratta di Vincenzo Mangiapia, detto “’o meccanico”, poi condannato a 5 anni in ab- breviato, e un imprenditore di Pianura poi assolto, entrambi 34enni. Da tempo il padrino si era reso irreperibile dopo la scarce- razione per decorrenza dei termi- ni della custodia cautelare. A fa- re scattare l’arresto furono pro- prio le denunce dei tre imprendi- tori di Pianura, stanchi delle continue vessazioni e delle con- tinue richieste di soldi. In parti- colare Varriale aveva costretto En- zo Esposito, titolare di un’impre- sa edile, perfino a ristrutturare l’appartamento della moglie. I pentiti Pesce, poi, fecero il resto raccontando di tutti gli affari del boss, diventato più potente dopo la decimazione del clan Lago. [GIOCO] 4 I CRONACA DI NAPOLI giovedì 22 novembre 2007 GdN Hanno ottenuto la tutela i due impren- ditori di Pianura finiti nel mirino degli incendiari del racket martedì sera. Giorgio Varchetta, titolare delle cantine “Astroni” e Enzo Esposito, imprendi- tore edile, riceveranno la “visita” delle forze dell’ordine più volte al giorno. È stato stabilito ieri dopo una riunione tra inquirenti, gli stessi imprenditori e i rappresentanti dell’associazione anti- racket di Pianura presieduta da Luigi Cuomo. I due imprenditori minacciati, che devono testimoniare martedì pros- simo al processo contro il boss Antonio Varriale, arrestato nel 2005 proprio do- po le loro denunce, hanno incontrato prima la polizia e nel tardo pomeriggio i carabinieri. Le indagini sul rogo, infatti, sono con- dotte sia dalla Squadra Mobile che dai carabinieri della compagnia del rione Traiano. Agli incontri era presente an- che Tano Grasso, consulente antiracket e antiusura del Comune di Napoli. Ma gli “007” anticamorra ci vanno cauti nell’attribuire al clan Varriale la re- sponsabilità dell’attentato. Anche per- ché ad una settimana dall’udienza del processo contro il boss in cui devono essere ascoltati Esposito e Varchetta sa- rebbe come aver messo la firma a quel rogo. Un gesto avventato che contrasta con la freddezza di chi gestisce il racket delle estorsioni. Per questo motivo gli investigatori di polizia e carabinieri stanno vagliando anche altre ipotesi per inquadrare l’at- tentato di via Montagna Spaccata. Pri- ma di tutte quella di un avvertimento del clan Lago, ricompattatosi dopo la scarcerazione di Rosario Marra, genero del padrino Pietro Lago “’o sciore” e di altri “guaglioni”, tra cui molti apparte- nenti agli ex Contino e agli ex Marfel- la. Un tentativo di voler “inguaiare” il nemico giurato facendo ricadere la col- pa su Varriale una settimana prima del- la testimonianza degli imprenditori che lo hanno denunciato. Una strategia diabolica che la dice lunga sugli inte- ressi milionari che girano attorno al racket delle estorsioni nel quartiere di Pianura. Ma anche il voler ristabilire la supremazia nel quartiere, che un tem- po era il regno incontrastato dei fratel- li Lago. Altri elementi potrebbero ve- nire fuori nelle prossime ore, quando la macchina investigativa, che si è messa subito in moto, potrà presentare agli in- quirenti le prime risultanze. Il raid incendiario è scoppiato nella serata di martedì scorso, poco prima delle 22, in un capannone del “polo ar- tigianale” di via Montagna Spaccata. Le fiamme, generate da liquido infiamma- bile cosparso abbondantemente sulla pavimentazione, hanno avvolto ben presto il gommone di Esposito e alcune casse di vino di Varchetta, oltre che ma- teriale da imballaggio. L’intervento dei vigili del fuoco è stato tempestivo e dal- le fiamme è stato salvato un furgone adibito al trasporto delle casse di vino. Immediatamente sul posto si sono re- cati sia la polizia che i carabinieri e su- bito dopo si è scoperto che i due im- prenditori finiti nel mirino dovranno testimoniare nel processo contro il boss Antonio Varriale. L’ANNUNCIO. IL SINDACO ESPRIME SCONCERTO PER GLI ATTI INTIMIDATORI DI PIANURA E RILANCIA: «IL COMUNE NON LASCERÀ MAI SOLO CHI DENUNCIA» La Iervolino: «Anch’io in Tribunale con le vittime» «Sarò anch’io in aula ad accompagnare gli imprendi- tori che hanno denunciato il racket. Non ci lasceremo intimidire». È chiara e decisa la voce di Rosa Russo Iervolino, perentorio il tono. Il sindaco di Napoli vie- ne avvicinata dai cronisti a margine di una conferen- za stampa, al secondo piano di Palazzo San Giacomo, e non nasconde sconcerto per quanto avvenuto la scorsa notte a Pianura, in via Montagna Spaccata, do- ve la mano dei clan ha dato fuoco ad un capannone a scopo intimidatorio: la struttura è infatti di proprietà di Vincenzo Minopoli, cognato di Giorgio Varchetta e che - insieme con Vincenzo Esposito - è testimone nel processo di primo grado contro il presunto boss di Pianura Antonio Varriale. L’udienza in Tribunale è fissata per martedì prossimo ed è proprio a quest’ap- puntamento che il primo cittadino non mancherà: con lei ci saranno pure l’imprenditrice-coraggio Silvana Fucito ed il consulente antiracket del Comune, Tano Grasso. «È davvero un brutto episodio, terribile. Ma sia chiaro che l’Amministrazione sarà sempre al fian- co di chi denuncia, appunto anche nell’occasione del- la testimonianza di martedì - ha proseguito la Iervoli- no - Del resto siamo stati al fianco di Silvana Fucito al processo contro i suoi estorsori». Il sindaco ha quindi lanciato un messaggio a cittadini ed imprenditori schiavi della malavita organizzata invitandoli a pren- dere coraggio ed a rivolgersi alle forze dell’ordine per essere aiutati: «Chi denuncia - ha chiarito - deve sape- re che noi siamo al loro fianco sempre e comunque, non saranno mai soli». Pieno sostegno viene pure da Geppino Fiorenza e don Tonino Palmese, referenti re- gionali dell’associazione “Libera”: «Siamo vicini ai cittadini, ai commercianti ed agli imprenditori che de- nunciano gli estorsori. Le intimidazioni ed i gravi at- teggiamenti di cui sono stati vittima esercizi commer- ciali di Pianura non fermeranno le denunce e le ini- ziative civili, volte a difendere la libertà d’impresa e la stessa libertà e dignità delle persone dalla morsa odio- sa della camorra». Fiorenza e Palmese esprimono, quindi, la «massima solidarietà e vicinanza» anche nei confronti di Tano Grasso e dell’associazionismo antiusura. «Rilanceremo, in ogni luogo dove siamo quotidianamente impegnati, nelle scuole, nei movi- menti, nei luoghi di lavoro e nel campo dell’informa- zione - concludono - le parole d’ordine, le testimo- nianze e l’impegno di chi si batte per rendere più civili e più giuste Napoli e l’intera Campania». GERARDO AUSIELLO GIOVANNI COSMO Lo scorso 23 settembre avevano messo a segno un furto in appartamento in una palazzina di Giugliano in Campania. E dopo circa due mesi i carabinieri della stazione di Calvizzano hanno trovato le prove per incastrare i due responsabili di quel colpo. Hanno portato le prove al giudice che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse di furto aggravato in concorso. E così nei giorni scorsi è scttato il blitz e le manette sono scattate ai polsi di due “specialisti” di Secondigliano, già schedati come ladri e quindi facili da individuare. Si tratta di Antonio Dell’Aversana, 49 anni, residente in via Tancredi Galimberti, e del figlio Rocco, 27enne, residente in viale della Resistenza, nel quartiere di Scampia, entrambi personaggi già noti alle forze dell’ordine. Ora il 49enne è rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale mentre per il 27enne sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il provvedimento restrittivo a carico dei due presunti “topi d’appartamento” è scaturito dalle serrate indagini svolote dagli stessi militari dell’Arma d Calvizzano in realazione al furto in appartamento, portato a termine il 23 settembre scorso a Giugliano . I due avevano trafugato un personal computer, un telefono cellulare, vari orologi e monili in oro. La refurtiva era stata recupetata e restituita al proprietario. [GIOCO] BLITZ A SCAMPIA Furto aggravato, incastrati padre e figlio Rosario Marra, pur essendo fuggi- to rompendo gli obblighi della sor- veglianza speciale, controllava il territorio per conto del clan di Pia- nura. La scelta di nascondersi a Li- cola di Giugliano, anche dopo es- sere diventato latitante per l’ordi- ne di esecuzione a 11 anni di re- clusione, secondo gli inquirenti sarebbe stata dettata proprio dal ruolo di reggente assunto in se- guito alla consegna in carcere dei fratelli Mario e Giorgio Lago. Ma un astuto servizio di pedinamen- to ha interrotto la fuga del genero del ras Pietro Lago “’o sciore”: un’operazione perfettamente riu- scita dei poliziotti della squadra mobile della questura, che se- guendo la scia lasciata da un suo conoscente sono risaliti alla pa- lazzina in cui sono stati trovati an- che Antonio Marigliano e Salva- tore Racise. I tre non hanno potuto far altro che arrendersi alle 17 dell’altro ie- ri. Erano spariti dalla circolazione il 15 ottobre scorso, il giorno pri- ma che la sentenza a loro carico per 416bis diventasse definitiva. Sapevano che entro poche ore sa- rebbero stati emessi gli ordini di esecuzione-pena e infatti così è stato. Rosario Marra (balzato agli ono- ri delle cronache quando furono ammazzati per errore Luigi Se- quino e Paolo Castaldi, scambiati dai killer del clan Martella per sue sentinelle il 10 agosto 2000) deve scontare 11 anni di reclusione mentre gli altri due 6 a testa. Dal- le condanne devono essere de- tratti i periodi di carcerazione pre- ventiva già espiati. All’arrivo dei poliziotti della sezione Omicidi della squadra mobile della que- stura, hanno capito subito di es- sere ormai in trappola e hanno at- teso tranquilli di essere ammanet- tati. Con loro c’erano alcuni fami- liari ma il blitz è andato avanti senza incidenti. Per ben due volte i killer dei Martella, nemici acerrimi dei La- go, avevano cercato di uccidere Rosario Marra, genero di Pietro La- go. Una prima volta a colpi di pi- stola, la seconda con un fucile mi- tragliatore. Ecco perché, nell’ago- sto 2000, gli assassini pensarono che i giovani innocenti Sequino e Castaldi fossero le sentinelle del clan. La ricostruzione storica del- le vicende dei Lago è stata com- piuta in giudizio da Giuseppe Contino, soprannominato “Peppe ’a masseria”, divenuto collabora- tore di giustizia nel 1999. LUIGI SANNINO PIANURA. LO SCENARIO DOPO L’ARRESTO DEL GENERO DEL PADRINO E DEI DUE GUARDASPALLE Rosario Marra era diventato il reggente dei Lago dopo la cattura dei capiclan Mario e Giorgio Una vasta operazione antidroga è stata posta in essere dai carabinieri del- la compagnia del rione Traiano, guidati dal capitano Pascale, nel fami- gerato rione di Soccavo. Il bilancio del blitz ha fatto registrare l’arresto in flagrante di una spacciatrice “in trasferta”. Si tratta di Carmela Sandrini, 37enne, residente a Giugliano in Campania, sorpresa in via Tertulliano in flagrante attività di “smercio” di stupefacenti. I militari dell’Arma han- no osservato la donna per un po’ prima di entrare in azione e l’hanno bloc- cata quando era in possesso di dieci “stecchette” di hashish per un peso complessivo di circa 15 grammi. Addosso alla donna, però, i militari del- l’Arma non hanno trovato soldi, segno che comunque nello spaccio era affiancata da qualcun’altro che aveva il compito di incassare. Dopo le for- malità di rito la donna è stata portata nel carcere di Pozzuoli. La fiction tv “Il capo dei capi”, in onda il giovedì su Canale 5, va seque- strata e mai più ritrasmessa perché “opologia di reato”. È la conclusio- ne alla quale è giunto Massimo Capasso, che ha presentato un esposto- querela alla Procura della Repubblica di Napoli. Questo, come si legge nell’esposto, alla luce di quanto è successo nei giorni scorsi, con il con- volgimento del padrino Salvatore Riina in una strage consumata nel Na- poletano negli anni Ottanta per vendicare la morte di Ciro Nuvoletta. I corleonesi, infatti, erano alleati dei Nuvoletta e nemici di Bardellino. Nel- l’esposto è sottolineata la pericolosità della fiction televisiva perché “nel film sono narrati eventi tragici di cronaca nera, realmente accaduti in Ita- lia” ma anche perché “nel film a puntate non si ricorre a pseudonimi op- pore a nomi e cognomi di fantasia”. RIONE TRAIANO, CONTROLLI DELL’ARMA Spacciatrice in manette Esposto al pm: «Sequestrare la fiction tv “Il capo dei capi”» Tutela per gli imprenditori minacciati PIANURA. LE INDAGINI DI POLIZIA E CARABINIERI SUL ROGO DEL CAPANNONE DI VIA MONTAGNA SPACCATA. VERTICE CON GLI INQUIRENTI E LE ASSOCIAZIONI ANTIRACKET Al vaglio degli “007”un tentativo dei nemici di “inguaiare” Varriale ROSA RUSSO IERVOLINO _________________________________________ SALVATORE RACISE__________________________ ANTONIO MARIGLIANO _______________________ ROSARIO MARRA ___________________________ “Don Antonio” condannato a tre ergastoli IL PERSONAGGIO

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Il boss Antonio Varriale (nella fo-to), 51enne, fu arrestato il 12 lu-glio del 2005 dopo la denuncia ditre imprenditori di Pianura, duedei quali sono finiti nel mirinomartedì sera. Il ras, nemico deiLago, venne scarcerato per de-correnza dei termini della custo-dia cautelare dopo essere statocondannato a tre ergastoli per treomicidi. Varriale era stato anchecondannato ad otto anni di reclu-sione per associazione camorri-stica. Era il 12 luglio di due annifa quando i poliziotti della Squa-dra Mobile di Napoli e i carabi-nieri della compagnia del rioneTraiano lo sta-narono a Vibo-nati Marina, vi-cino Sapri, nelSalernitano. Ilboss era in com-pagnia di dueguardaspalle,che furono arre-stati con luiperché ricercatiper effetto dellostesso decretodi fermo emesso dal pm della DdaCannavale. Si tratta di VincenzoMangiapia, detto “’o meccanico”,poi condannato a 5 anni in ab-breviato, e un imprenditore diPianura poi assolto, entrambi34enni. Da tempo il padrino si erareso irreperibile dopo la scarce-razione per decorrenza dei termi-ni della custodia cautelare. A fa-re scattare l’arresto furono pro-prio le denunce dei tre imprendi-tori di Pianura, stanchi dellecontinue vessazioni e delle con-tinue richieste di soldi. In parti-colare Varriale aveva costretto En-zo Esposito, titolare di un’impre-sa edile, perfino a ristrutturarel’appartamento della moglie. Ipentiti Pesce, poi, fecero il restoraccontando di tutti gli affari delboss, diventato più potente dopola decimazione del clan Lago.

[GIOCO]

4 I CRONACA D I NAPOL I giovedì 22 novembre 2007 GdN

Hanno ottenuto la tutela i due impren-ditori di Pianura finiti nel mirino degliincendiari del racket martedì sera.Giorgio Varchetta, titolare delle cantine“Astroni” e Enzo Esposito, imprendi-tore edile, riceveranno la “visita” delleforze dell’ordine più volte al giorno. Èstato stabilito ieri dopo una riunione trainquirenti, gli stessi imprenditori e irappresentanti dell’associazione anti-racket di Pianura presieduta da LuigiCuomo. I due imprenditori minacciati,che devono testimoniare martedì pros-simo al processo contro il boss AntonioVarriale, arrestato nel 2005 proprio do-po le loro denunce, hanno incontratoprima la polizia e nel tardo pomeriggioi carabinieri.

Le indagini sul rogo, infatti, sono con-dotte sia dalla Squadra Mobile che daicarabinieri della compagnia del rioneTraiano. Agli incontri era presente an-che Tano Grasso, consulente antirackete antiusura del Comune di Napoli. Magli “007” anticamorra ci vanno cauti

nell’attribuire al clan Varriale la re-sponsabilità dell’attentato. Anche per-ché ad una settimana dall’udienza delprocesso contro il boss in cui devonoessere ascoltati Esposito e Varchetta sa-rebbe come aver messo la firma a quelrogo. Un gesto avventato che contrastacon la freddezza di chi gestisce il racketdelle estorsioni.

Per questo motivo gli investigatori dipolizia e carabinieri stanno vagliandoanche altre ipotesi per inquadrare l’at-tentato di via Montagna Spaccata. Pri-ma di tutte quella di un avvertimentodel clan Lago, ricompattatosi dopo lascarcerazione di Rosario Marra, generodel padrino Pietro Lago “’o sciore” e dialtri “guaglioni”, tra cui molti apparte-nenti agli ex Contino e agli ex Marfel-la. Un tentativo di voler “inguaiare” ilnemico giurato facendo ricadere la col-pa su Varriale una settimana prima del-la testimonianza degli imprenditori chelo hanno denunciato. Una strategiadiabolica che la dice lunga sugli inte-ressi milionari che girano attorno alracket delle estorsioni nel quartiere di

Pianura. Ma anche il voler ristabilire lasupremazia nel quartiere, che un tem-po era il regno incontrastato dei fratel-li Lago. Altri elementi potrebbero ve-nire fuori nelle prossime ore, quando lamacchina investigativa, che si è messasubito in moto, potrà presentare agli in-quirenti le prime risultanze.

Il raid incendiario è scoppiato nellaserata di martedì scorso, poco primadelle 22, in un capannone del “polo ar-tigianale” di via Montagna Spaccata. Lefiamme, generate da liquido infiamma-bile cosparso abbondantemente sullapavimentazione, hanno avvolto benpresto il gommone di Esposito e alcunecasse di vino di Varchetta, oltre che ma-teriale da imballaggio. L’intervento deivigili del fuoco è stato tempestivo e dal-le fiamme è stato salvato un furgoneadibito al trasporto delle casse di vino.Immediatamente sul posto si sono re-cati sia la polizia che i carabinieri e su-bito dopo si è scoperto che i due im-prenditori finiti nel mirino dovrannotestimoniare nel processo contro il bossAntonio Varriale.

L’ANNUNCIO. IL SINDACO ESPRIME SCONCERTO PER GLI ATTI INTIMIDATORI DI PIANURA E RILANCIA: «IL COMUNE NON LASCERÀ MAI SOLO CHI DENUNCIA»

La Iervolino: «Anch’io in Tribunale con le vittime»«Sarò anch’io in aula ad accompagnare gli imprendi-tori che hanno denunciato il racket. Non ci lasceremointimidire». È chiara e decisa la voce di Rosa RussoIervolino, perentorio il tono. Il sindaco di Napoli vie-ne avvicinata dai cronisti a margine di una conferen-za stampa, al secondo piano di Palazzo San Giacomo,e non nasconde sconcerto per quanto avvenuto lascorsa notte a Pianura, in via Montagna Spaccata, do-ve la mano dei clan ha dato fuoco ad un capannone ascopo intimidatorio: la struttura è infatti di proprietàdi Vincenzo Minopoli, cognato di Giorgio Varchetta eche - insieme con Vincenzo Esposito - è testimone nelprocesso di primo grado contro il presunto boss diPianura Antonio Varriale. L’udienza in Tribunale èfissata per martedì prossimo ed è proprio a quest’ap-puntamento che il primo cittadino non mancherà: con

lei ci saranno pure l’imprenditrice-coraggio SilvanaFucito ed il consulente antiracket del Comune, TanoGrasso. «È davvero un brutto episodio, terribile. Masia chiaro che l’Amministrazione sarà sempre al fian-co di chi denuncia, appunto anche nell’occasione del-la testimonianza di martedì - ha proseguito la Iervoli-no - Del resto siamo stati al fianco di Silvana Fucito alprocesso contro i suoi estorsori». Il sindaco ha quindilanciato un messaggio a cittadini ed imprenditorischiavi della malavita organizzata invitandoli a pren-dere coraggio ed a rivolgersi alle forze dell’ordine peressere aiutati: «Chi denuncia - ha chiarito - deve sape-re che noi siamo al loro fianco sempre e comunque,non saranno mai soli». Pieno sostegno viene pure daGeppino Fiorenza e don Tonino Palmese, referenti re-gionali dell’associazione “Libera”: «Siamo vicini ai

cittadini, ai commercianti ed agli imprenditori che de-nunciano gli estorsori. Le intimidazioni ed i gravi at-teggiamenti di cui sono stati vittima esercizi commer-ciali di Pianura non fermeranno le denunce e le ini-ziative civili, volte a difendere la libertà d’impresa e lastessa libertà e dignità delle persone dalla morsa odio-sa della camorra». Fiorenza e Palmese esprimono,quindi, la «massima solidarietà e vicinanza» anchenei confronti di Tano Grasso e dell’associazionismoantiusura. «Rilanceremo, in ogni luogo dove siamoquotidianamente impegnati, nelle scuole, nei movi-menti, nei luoghi di lavoro e nel campo dell’informa-zione - concludono - le parole d’ordine, le testimo-nianze e l’impegno di chi si batte per rendere più civilie più giuste Napoli e l’intera Campania».

GERARDO AUSIELLO

GIOVANNI COSMO

Lo scorso 23 settembre avevanomesso a segno un furto inappartamento in una palazzinadi Giugliano in Campania. Edopo circa due mesi icarabinieri della stazione diCalvizzano hanno trovato leprove per incastrare i dueresponsabili di quel colpo.Hanno portato le prove algiudice che ha emessoun’ordinanza di custodiacautelare in carcere con leaccuse di furto aggravato inconcorso. E così nei giorni scorsiè scttato il blitz e le manettesono scattate ai polsi di due“specialisti” di Secondigliano,già schedati come ladri e quindifacili da individuare. Si tratta diAntonio Dell’Aversana, 49 anni,residente in via TancrediGalimberti, e del figlio Rocco,27enne, residente in viale dellaResistenza, nel quartiere diScampia, entrambi personaggigià noti alle forze dell’ordine.Ora il 49enne è rinchiuso in unacella del carcere di Poggiorealementre per il 27enne sono statidisposti gli arresti domiciliari.Il provvedimento restrittivo acarico dei due presunti “topid’appartamento” è scaturitodalle serrate indagini svolotedagli stessi militari dell’Arma dCalvizzano in realazione al furtoin appartamento, portato atermine il 23 settembre scorso aGiugliano . I due avevanotrafugato un personal computer,un telefono cellulare, variorologi e monili in oro. Larefurtiva era stata recupetata erestituita al proprietario.

[GIOCO]

BLITZ A SCAMPIA

Furto aggravato,incastratipadre e figlio

Rosario Marra, pur essendo fuggi-to rompendo gli obblighi della sor-veglianza speciale, controllava ilterritorio per conto del clan di Pia-nura. La scelta di nascondersi a Li-cola di Giugliano, anche dopo es-sere diventato latitante per l’ordi-ne di esecuzione a 11 anni di re-clusione, secondo gli inquirentisarebbe stata dettata proprio dalruolo di reggente assunto in se-guito alla consegna in carcere deifratelli Mario e Giorgio Lago. Maun astuto servizio di pedinamen-to ha interrotto la fuga del generodel ras Pietro Lago “’o sciore”:un’operazione perfettamente riu-scita dei poliziotti della squadramobile della questura, che se-guendo la scia lasciata da un suoconoscente sono risaliti alla pa-lazzina in cui sono stati trovati an-che Antonio Marigliano e Salva-tore Racise.

I tre non hanno potuto far altroche arrendersi alle 17 dell’altro ie-ri. Erano spariti dalla circolazioneil 15 ottobre scorso, il giorno pri-ma che la sentenza a loro caricoper 416bis diventasse definitiva.Sapevano che entro poche ore sa-rebbero stati emessi gli ordini diesecuzione-pena e infatti così èstato.

Rosario Marra (balzato agli ono-ri delle cronache quando furonoammazzati per errore Luigi Se-quino e Paolo Castaldi, scambiatidai killer del clan Martella per suesentinelle il 10 agosto 2000) devescontare 11 anni di reclusionementre gli altri due 6 a testa. Dal-le condanne devono essere de-tratti i periodi di carcerazione pre-ventiva già espiati. All’arrivo deipoliziotti della sezione Omicidi

della squadra mobile della que-stura, hanno capito subito di es-sere ormai in trappola e hanno at-teso tranquilli di essere ammanet-tati. Con loro c’erano alcuni fami-liari ma il blitz è andato avantisenza incidenti.

Per ben due volte i killer dei

Martella, nemici acerrimi dei La-go, avevano cercato di uccidereRosario Marra, genero di Pietro La-go. Una prima volta a colpi di pi-stola, la seconda con un fucile mi-tragliatore. Ecco perché, nell’ago-sto 2000, gli assassini pensaronoche i giovani innocenti Sequino e

Castaldi fossero le sentinelle delclan. La ricostruzione storica del-le vicende dei Lago è stata com-piuta in giudizio da GiuseppeContino, soprannominato “Peppe’a masseria”, divenuto collabora-tore di giustizia nel 1999.

LUIGI SANNINO

PIANURA. LO SCENARIO DOPO L’ARRESTO DEL GENERO DEL PADRINO E DEI DUE GUARDASPALLE

Rosario Marra era diventato il reggente dei Lagodopo la cattura dei capiclan Mario e Giorgio

Una vasta operazione antidroga è stata posta in essere dai carabinieri del-la compagnia del rione Traiano, guidati dal capitano Pascale, nel fami-gerato rione di Soccavo. Il bilancio del blitz ha fatto registrare l’arresto inflagrante di una spacciatrice “in trasferta”. Si tratta di Carmela Sandrini,37enne, residente a Giugliano in Campania, sorpresa in via Tertullianoin flagrante attività di “smercio” di stupefacenti. I militari dell’Arma han-no osservato la donna per un po’ prima di entrare in azione e l’hanno bloc-cata quando era in possesso di dieci “stecchette” di hashish per un pesocomplessivo di circa 15 grammi. Addosso alla donna, però, i militari del-l’Arma non hanno trovato soldi, segno che comunque nello spaccio eraaffiancata da qualcun’altro che aveva il compito di incassare. Dopo le for-malità di rito la donna è stata portata nel carcere di Pozzuoli.

La fiction tv “Il capo dei capi”, in onda il giovedì su Canale 5, va seque-strata e mai più ritrasmessa perché “opologia di reato”. È la conclusio-ne alla quale è giunto Massimo Capasso, che ha presentato un esposto-querela alla Procura della Repubblica di Napoli. Questo, come si leggenell’esposto, alla luce di quanto è successo nei giorni scorsi, con il con-volgimento del padrino Salvatore Riina in una strage consumata nel Na-poletano negli anni Ottanta per vendicare la morte di Ciro Nuvoletta. Icorleonesi, infatti, erano alleati dei Nuvoletta e nemici di Bardellino. Nel-l’esposto è sottolineata la pericolosità della fiction televisiva perché “nelfilm sono narrati eventi tragici di cronaca nera, realmente accaduti in Ita-lia” ma anche perché “nel film a puntate non si ricorre a pseudonimi op-pore a nomi e cognomi di fantasia”.

RIONE TRAIANO, CONTROLLI DELL’ARMA

Spacciatrice in manetteEsposto al pm: «Sequestrarela fiction tv “Il capo dei capi”»

Tutela per gli imprenditori minacciatiPIANURA. LE INDAGINI DI POLIZIA E CARABINIERI SUL ROGO DEL CAPANNONE DI VIA MONTAGNA SPACCATA. VERTICE CON GLI INQUIRENTI E LE ASSOCIAZIONI ANTIRACKET

Al vaglio degli “007”un tentativo dei nemici di “inguaiare” Varriale

ROSA RUSSO IERVOLINO _________________________________________

SALVATORE RACISE__________________________ ANTONIO MARIGLIANO _______________________ROSARIO MARRA ___________________________

“Don Antonio”condannatoa tre ergastoli

IL PERSONAGGIO