FUORI DAL COMUNE

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dal COMUNE Immagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni Comune di Pedaso 02 ALLEGATO - N.6/2011 Fuori envenuti a Pedaso, cittadina che chiude la meravigliosa valle dell’Aso, facilmente rag- giungibile grazie alla stazione ferroviaria che dal Novecento raccorda in pochi minuti gli snodi di Ancona e Pescara, al comodo casello autostradale e all’aeroporto di Falconara (a 40 minuti di auto). Ubicata alla foce dell’Aso con i suoi 3,7 kmq Peda- so rappresenta il paese delle Marche con la più piccola superficie ma con una densità molto eleva- ta (conta circa 2700 abitanti), un luogo comunque tranquillo in cui vivere bene. Fino a qualche decennio fa fu solo un paese di pescatori ed agricoltori; nel ventunesimo secolo, pur conservando un piccolo gruppo di marinai, ha concentrato le sue attività economiche nei settori trainanti del commercio e del turismo. Una località dinamica e con uno spirito d’accoglienza sincera ed a misura d’uomo, si fa apprezzare dai propri concit- tadini ed anche dai turisti per i locali pubblici che hanno saputo nel tempo preservare le tradizioni culinarie e l’identità storica. I caratteristici chalet sul mare, le pizzerie ormai conosciute in tutta la zona, le gelaterie artigianali ed i numerosi ristoranti e trat- torie ancora lasciano gustare ottimi prodotti e piatti della tradizione marinara a prezzi contenuti. Caratterizzato dalla sua Torre Faro che segna il confine tra le acque fermane e quelle picene, Peda- so nei suoi luoghi storici, nella passeggiata a mare (intitolata dal 2002 ai cantautori cittadini del XX secolo) e tra le vie urbane, diventa scenario di sta- gioni d’intrattenimento, di svago, sportive, sociali e culturali numerose e sempre più prestigiose. Famo- sa per la sua “Sagra delle Cozze” (giunta nel 2011 alla 45^ edizione), raccoglie genti e turisti di tutta la provincia e oltre anche nelle serate dedicate al jazz, al cinema, al teatro, alla musica, alla danza, fino ad arrivare alla festa patronale di San Pietro in cui l’unione terraferma-mare si celebra in un rito sacro unico ed emozionante. Acqua pulita e limpida, cha- let confortevoli e ben organizzati completano una offerta turistica ed economica e rivolta soprattutto ad una villeggiatura familiare. Le chiavi della città Saluto del primo cittadino Guido Monaldi B CONCETTI BAR - GELATERIA PEDASO - Piazza Roma, 31 - Tel. 0734.931338 Grazie a tutti voi che da oltre 60 anni scegliete il gelato che amiamo fare

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Comune di Pedaso

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dalCOMUNEImmagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni

Comune di Pedaso

02ALLEGATO - N.6/2011

Fuori

envenuti a Pedaso, cittadina che chiude lameravigliosa valle dell’Aso, facilmente rag-giungibile grazie alla stazione ferroviaria che

dal Novecento raccorda in pochi minuti gli snodi diAncona e Pescara, al comodo casello autostradalee all’aeroporto di Falconara (a 40 minuti di auto).Ubicata alla foce dell’Aso con i suoi 3,7 kmq Peda-so rappresenta il paese delle Marche con la piùpiccola superficie ma con una densità molto eleva-ta (conta circa 2700 abitanti), un luogo comunquetranquillo in cui vivere bene.Fino a qualche decennio fa fu solo un paese dipescatori ed agricoltori; nel ventunesimo secolo,pur conservando un piccolo gruppo di marinai, haconcentrato le sue attività economiche nei settoritrainanti del commercio e del turismo. Una localitàdinamica e con uno spirito d’accoglienza sincera eda misura d’uomo, si fa apprezzare dai propri concit-tadini ed anche dai turisti per i locali pubblici chehanno saputo nel tempo preservare le tradizioniculinarie e l’identità storica. I caratteristici chalet sulmare, le pizzerie ormai conosciute in tutta la zona,le gelaterie artigianali ed i numerosi ristoranti e trat-torie ancora lasciano gustare ottimi prodotti e piattidella tradizione marinara a prezzi contenuti.Caratterizzato dalla sua Torre Faro che segna ilconfine tra le acque fermane e quelle picene, Peda-so nei suoi luoghi storici, nella passeggiata a mare(intitolata dal 2002 ai cantautori cittadini del XXsecolo) e tra le vie urbane, diventa scenario di sta-gioni d’intrattenimento, di svago, sportive, sociali eculturali numerose e sempre più prestigiose. Famo-sa per la sua “Sagra delle Cozze” (giunta nel 2011alla 45^ edizione), raccoglie genti e turisti di tutta laprovincia e oltre anche nelle serate dedicate al jazz,al cinema, al teatro, alla musica, alla danza, fino adarrivare alla festa patronale di San Pietro in cuil’unione terraferma-mare si celebra in un rito sacrounico ed emozionante. Acqua pulita e limpida, cha-let confortevoli e ben organizzati completano unaofferta turistica ed economica e rivolta soprattuttoad una villeggiatura familiare.

Le chiavi della cittàSaluto del primo cittadinoGuido Monaldi

B

CONCETTIBAR - GELATERIA

PEDASO - Piazza Roma, 31 - Tel. 0734.931338

Grazie a tutti voi

che da oltre 60 anni scegliete

il gelato che amiamo fare

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2Pedaso

La storia di Pedaso inizia con i Greci (i Pelasgi),poi i Piceni e i Romani come testimoniano alcuniritrovamenti archeologici intorno alla foce e ai latidel fiume Aso. Ruderi romani nella vicina Villamontana e reperti archeologici che ancora si recu-perano dal mare, testimoniano le civiltà che qui sisono avvicendate. I documenti altomedievali perònon fanno mai riferimento né al centro abitato néal territorio di Pedaso fino agli anni 1290-1292, equesto per diverse ragioni: le frane che hannomartoriato il territorio e le acque del mare che fla-gellavano anticamente le coste non hanno per-messo lo sviluppo di un’arteria viaria lungo il lito-rale in questo lembo di terra. Tuttavia questo pic-colo territorio è condizionato dalla presenza di unimportante corso fluviale, di cui il paese, ai piedidell’Aso, ne trae il nome (De Pede Asi, Pedaso),che è stato e continua ad essere una facile viad’accesso alla colonizzazione delle civiltà pre eprotostoriche prima e di quelle moderne poi.Pedaso come tutti gli altri centri abitati costieri è sta-to sotto il continuo pericolo di assalti e distruzionidevastanti nel corso dei secoli, ma a differenza deglialtri, non avendo ricevuto una fortificazione dalla

superba ingegneria romana, non ebbe quello svi-luppo civico ed urbano imponente degli altri castelli“marini”: vari spostamenti hanno caratterizzato lasua storia, trovando stabilità solo con la costruzio-ne del definitivo (e attuale) centro urbano nel1792. Da una carta nautica del Trecento si rilevaperò l’esistenza di un porto o approdo nellaspiaggia di Pedaso. Fin dagli inizi di questo secolodunque esisteva una sorta di scalo da intendereprobabilmente come un piccolo attracco, che per-metteva una certa attività commerciale tra il mare ela terraferma. Questo fatto spiega la radicata attitu-dine allo scambio, non solo di merci, ma anche dipersone, di idee e di cultura con altri centri e popolidell’altra sponda dell’Adriatico, tipica dei pedasiniche attraverso le proprie strutture ricettizie, hannosaputo nel tempo migliorare e dare valore.La posizione geografica e la configurazione geolo-gica di questo lembo costiero al contempo permet-teva altresì un accesso immediato agli invasori:dall’alveo dell’Aso essi traevano rifornimento diacqua dolce e nascondiglio per la notte tra i can-neti e le piante palustri, pertanto in attesa dell’as-salto all’alba si servivano, deturpandolo, del territo-rio.Tanto che fu probabilmente il terrore degli sbar-chi distruttivi di pirati ed assalitori, narrati da tutte lecronache delle città litoranee, che costrinsero lacomunità a fortificare il piccolo nucleo abitativo sul-la sommità del “Colle Serrone” (1400).Il Castello di Pedaso con la sua Chiesa venneeretto su un’altura la cui base era raggiunta dalle

onde del mare che la battevano con particolareviolenza, mentre l’abitato si estendeva fino a fron-teggiare il mare. Ma una frana terribile lo ridussein macerie. Non fu l’unico episodio devastante edistruttivo che interessò Pedaso. I crolli, anche sedi entità minore, continuarono, fino al punto in cui,dopo più di un secolo gli abitanti del “Castello”pensarono bene di cominciare ad occupare lavasta distesa pianeggiante lasciata dalle acqueche si ritiravano, abbandonando così il monte cheera divenuto sempre più insicuro. Il dilavamentodei fianchi del fosso de “La Cupa” e le piccole fra-ne che dopo piogge torrenziali restringevano lospazio antistante il castello, hanno costretto gliabitanti, compreso il pericolo imminente, a chie-dere alla città di Fermo e alla Curia Romana dipoter lasciare la fortificazione al Monte e le abita-zioni per scendere in un luogo più sicuro. Nel1795 il progetto era pronto e contemplava lacostruzione di 18 case, su due file, ai lati dellastrada Lauretana, e della chiesa parrocchiale“Chiesa Nuova”: nacque la moderna Pedaso.

Storia/Dai piedi del fiume Aso una piccola civiltà di grandi uomini vigorosi

Gente di mare in terrafermaI pedasini hanno lottato controtutto e tutti nel corso dei secoliper preservare la propriaidentità

Nel territorio di Pedaso, già tormentato dal punto di vista geologico, sonoavvenuti diversi accadimenti drammatici: il timore millenario di sbarchi disaraceni, il saccheggio di Francesco Sforza del 1445, le frane che hannointeressato il litorale determinando l’estesa contrada “Lame”, come rivela-no i catasti e i massi disegnati sempre nelle antiche carte geografiche.Questi eventi hanno provocato il mutamento della situazione viaria e il tra-sferimento della comunità in zone diverse.Il più grave fu quello che vide l’altura, in cui era sede il Castello, non resi-stere al logorìo delle onde tanto da crollare totalmente, portandosi via par-te dell’abitato superiore e l’edificio religioso, purtroppo mietendo anchenumerose vittime (fine 1600). Si trattò di una frana improvvisa ed imponen-te ed i resti, che ancora oggi affiorano dalle acque, ne sono una chiara testi-monianza.La popolazione di questo territorio ha dovuto compiere un faticoso cammi-no nel corso dei secoli, ed è stata protagonista di numerosi spostamenti.Fatto più unico che raro, a partire dagli anni 1290-1292 fino alla prima metàdel secolo scorso sono avvenuti sei traslochi della sede parrocchiale e con-seguentemente del centro abitato, eventi che rivelano negli abitanti di que-sta terra un forte attaccamento alle proprie radici, altrimenti, vista la situa-zione precaria determinata da tali fattori non controllabili dalla mano del-l’uomo, i pedasini avrebbero potuto trasferirsi nei paesi limitrofi, geologica-mente più stabili e non soggetti al pericolo di saraceni, pirati, invasori.Dall’“Inventario della pievania di Pedaso” del 1816, preparato quindi dopola costruzione della nuova chiesa consacrata nel 1797, viene specificatoche nella contrada Santa Croce c’è un appezzamento di terra “arativo, giar-dinato, olivato, sodivo” confinante ad est col nuovo “incasato”, cioè nuovocentro abitato, a ovest con la strada comunale, cioè quella che conduce aCampofilone, a nord con la chiesa, cioè quella da poco costruita, e a sudcon la terra affittata al Sig. Domenico Tosi e con il “giardino nuovo” (ancoraoggi esistente).Attualmente la gente ed il territorio di Pedaso conservano le caratteristichesopra descritte e, come l’Araba Fenice risorge dalle proprie ceneri, la cittàrivierasca è sempre risorta dalle macerie, per consolidare era dopo era lapropria orgogliosa realtà.

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Per saperne di più:PEDASO passato - presente - futuroa cura di Antonella Nonnis - Progetto Zenone. Amministrazione Comunale di Pedaso, 2005

Alla foce dell’Aso, in posizione par-ticolare rispetto agli altri centricostieri, Pedaso è una suggestivaprominenza sull’Adriatico, cherisentì notevolmente delle emer-genze che provenivano dalla terraferma e dal mare. Segnato dadecorsi stagionali assai inclementi,da frane provocate dalle abbon-danti piogge, dalle erosioni torren-tizie e dalla furia del mare sotto-stante alla collina, la cittadina èstata da sempre teatro di conflitti,di ricorrenti epidemie, di attivitàpiratesche.Pertanto sebbene il Castello peda-sino subì uno sviluppo rallentatorispetto agli altri comuni marinari,tuttavia questo piccolo lembo di ter-ra custodisce notevoli opere artisti-che, ma soprattutto bellezze natu-rali che lo rendono unico e prezio-so, come un gioiello multiforme, dascoprire.La prima bellezza architettonica dasegnalare è il simbolo religioso diPedaso, la Chiesa di Santa Maria

e San Pietro Apostolo, che fucostruita in marina dal 1897 peressere inaugurata solo nel 1929,esattamente il 29 giugno, nel gior-no della celebrazione del protettorepedasino, San Pietro. Sito in Piaz-za Roma l’edificio riservato al cultodel santo protettore, in stile neogo-tico, mostra sulla sua facciata unrosone con al centro una stella dacui partono come raggi sedicicolonnine; al suo interno, a crocelatina con tre navate, ampi archiogivali e vetrate policrome, sonocustodite le statue di San Pietro,Gesù Redentore e la statua conbaldacchino dorato della MadonnaAddolorata, ed il dipinto conservatonella sagrestia “La Sagra Famigliacon San Giovannino” legato allevicende storiche della comunitàpedasina. Nel corso dei secoli aPedaso le chiese edificate furononumerose, tanto quanto gli sposta-menti rurali cui la popolazione fucostretta ad intraprendere, però acausa dei rovinosi accadimenti, talistrutture sono tutte crollate. Del-l’antica Pedaso si è salvata solo la“Chiesetta del monte”, che domi-na ancora il vecchio borgo marino.Grazie al suo restauro è meta dei

visitatori che raggiungono la massi-ma altura di Pedaso dalla Passeg-giata Panoramica.Lungo la Via Lauretana (in seguitoampliata e divenuta Statale Adriati-ca) il paese si è sviluppato nel cor-so del secolo scorso in un nucleo diespansione residenziale detto“Case Nove” in cui emergono edifi-ci di particolare bellezza architetto-nica come la Scuola Elementareinaugurata nel 1927 caratterizzatada una gradevole facciata.Dalla stradina del Monte, invece, inuna posizione più alta rispetto atutto il resto, si arriva al monumen-to simbolo della Pedaso marinara: ilFaro. La costruzione della strutturaavvenne nel 1877 ed è formata daun basamento a parallelepipedocon al piano terra ed al primo pianole stanze del guardiano. Per acce-dere alla parte superiore tronco-piramidale c’è una scala a chioc-ciola interna che termina con lalanterna. All’esterno il faro haanche un ampio spazio circostanteche è diventato location eccezio-nale per eventi culturali; riscopertodall’amministrazione Monaldi dalprimo mandato. Il faro, proprio perla funzione di sistema di segnala-

mento luminoso e punto di riferi-mento per le navi del mare Adriati-co, fu per motivi strategici bombar-dato durante il secondo conflittomondiale per essere ricostruito nel-l’immediato dopoguerra. La suabianca torre guarda al mare, làdove è maggiore la presenza degliscogli, quasi a voler vigilare suiresti del passato che essi rappre-sentano.

Beni culturali/Scrigno di bellezze architettoniche e naturali da scoprire

Un museo all'aria aperta Tutto a Pedaso raccontadel suo passato, del suopresente e del suo futuro

La galleria d’Arte Moderna Marcantoni nasce a Pedaso da un progetto consequenziale all’avveduto, instancabile collezioni-smo del suo vulcanico patron, Gabriele. Proprio dall’aver cercato con sagacia e sicuro istinto i nomi e i pezzi offerti dal mercato si è col tempo formato quel patrimo-nio di esperienza e di cognizione che conferisce oggi alla Galleria Marcantoni la patina gratificante della garanzia. Diverse sono anche le scelte culturali da essa promosse, orientate sui nomi di sicuro prestigio di autori storicizzati, sia italiani che internazionali, ma anche, e soprattutto, verso l’arte del nostro tempo. Ovvero verso le spinte di modernità che ne hanno segnato il percorso, le loro pulsioni formali, la loro necessità di essere vissute e capite. Questa scelte hanno comportato sforzi e vera passione, oltre a un lungo lavoro di sensibilizzazione e una partecipazione a valorizzare tutte le esperienze utili ad aprire nuove occasioni di dialogo, di mercato e di reciproco arricchimento culturale.La galleria apre i battenti quattro anni fa con una personale del maestro Paolo Baratella, esponente e vivo protagonista di quella stagione di cambiamento e di rinnovamento socio-culturale dell’Italia anni ‘70. Si è poi proseguito scegliendo di esporre un altro artista della corrente del “gruppo dei milanesi”, Umberto Mariani e i suoi “piombi”, lavori di recente datazione ma che partono da idee lontane da esperienze vissute in prima persona a contatto con culture e personaggi di rilievo internazionale. Il lavoro della galleria si focalizza principalmente nella riscoperta e nella valorizzazione di correnti artistiche dal dopoguerra ad oggi, di avanguardie oramai storicizzate, di personaggi ed artisti presenti nelle maggiori istituzioni museali (MAMBO – MART - MUSEO BARGELLINI - MUSEO DEL NOVECENTO) nelle più importanti collezioni private ed in testi e volumi scritti dai maggiori

critici del Novecento tra i quali: Calvesi, Guadagnini, Di Genova, Carrera. A proposito di avanguardie storiche da due anni a questa parte l’attenzione si è concentrata particolarmente nella presentazio-ne e divulgazione di un’avanguardia italiana di sicuro prestigio nazionale che ha aperto la strada e contaminato culturalmente tutta l’Europa degli anni ‘60 la: POESIA VISIVA. Corrente fiorentina nata nel 1963 per mano di Lamberto Pignotti si è presto fatta largo soprattutto nel mondo culturale dell’epoca con adepti di spessore come Umberto Eco e Achille Bonito Oliva. Si è cosi deciso di ospitare nel settembre 2009 una interessante retrospettiva del fondatore promotore di tale corrente, il maestro Lamberto Pignotti, con lavori dagli anni ‘60 ad oggi. Entrata in contatto con tali personalità la galleria ha proseguito il suo iter presentando nel corso degli anni mostre di artisti poetico visivi, di lavori verbo-visuali, ove la parola è sempre la protagonista.

Cosi è stata la volta del genovese Luigi Tola, dello spezino Fernando Andolcetti, e di recente sono stati esposti in galleria lavori della bolognese Anna Boschi.Un altro vecchio amore della collezione Marcantoni è quello riguardante la grafica d’arte. Si possono così trovare opere grafiche (incisioni, litografie, xilografie) dei maggiori artisti del Novecento italiano (Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova, Scanavino, Sutherland, Campigli, ecc.) e di artisti appartenenti alla nobile e storica scuola del libro di Urbino (Bruscaglia, Battistoni, Ciarrocchi, Ceci, Castellani, Piacesi, ecc.). Pezzi di sicuro prestigio e selezionati in maniera rigorosa fanno parte di una raccolta rara e raffinata di un collezionismo prezioso dal sapore antico. Le attività della galleria inoltre sono sempre accompagnate da interventi che spaziano e toccano diversi mondi dell’arte, da performance teatrali costruite appositamente per l’evento, fino a coinvolgere musicisti di chiara fama e personalità intellettuali, sia regionali che nazionali.

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4Pedaso

Pedaso offre una moltitudine di itinerari da per-correre: dalla terra ferma al mare, si possonoincontrare luoghi e scorci di questa cittadinamarinara che fa della vivibilità, della tranquillità edella tutela dei beni storici ed ambientali un moti-vo di crescita e di sviluppo turistico.“Pedasu un furnu e sette case e se ce fai riturnusette case e un furnu”, è un detto popolare cono-sciuto da tutti che testimonia l’entità del Borgo vec-chio. L’antico paese costruito in marina a partiredal primo decennio del 1800, era composto da 18case comprensive l’edificio comunale con forno alpiano terra, che è a ridosso della Statale Adriaticacon torre, orologio meccanico, due campane eduna loggetta superiore, più la chiesetta del monte.Oggi il borgo vecchio è attraversato da vie e vicolidai nomi semplici o legati al lavoro quotidiano come“Vicolo dell’Uva”, “Via Gessara” per la presenza diun’attività di lavorazione di cui sono rimaste all’in-terno di un giardino due mole per la produzione dicalce e gesso, “Vicolo del Pero”, “Via del Forno” oinfine “Via della Volpe” così detta in ricordo dell’ani-male selvatico che un castellano aveva condottocon sé trasferendosi dal Monte alla Marina.In fondo alla via Cristoforo Colombo ai primidecenni del secolo scorso vi erano le “case bas-se” che rappresentavano l’ambiente abitativo deipescatori, mentre in altre, di cui alcune conmuretti di recinzione di pietra e piante di aranciall’interno di giardini, vi si potevano scorgere le

donne pedasine creavano panni di lana, perchéanche qui come in buona parte dell’Ascolano sipraticava la bachicoltura. Oggi questi edificidipingono Pedaso come un quadro ambientale incui lasciarsi cullare dalla propria storia.Dalla piazzetta del centro caratterizzata da unatipica palma centrale attorniata da una serie diedifici, tra cui si scorgono le eleganti modanatu-re bugnate del portale d’ingresso del Relais Vil-la Ricci (già palazzo Tesei), attraverso un pontesi arriva al mare. I due chilometri di lungomare,dedicato ai cantautori italiani del ventesimosecolo, danno la possibilità a chiunque di trovarela propria oasi felice: per gli amanti della spiag-gia è possibile rimanere sulla terraferma grazieall’accoglienza puntuale e minuziosa degli cha-let; gli amanti del mare possono invece scoprireil “Circolo Nautico della Valle dell’Aso” con il qua-le poter svolgere attività sportive, ricreative e cul-turali della pesca, della vela, del turismo nauticoe degli sport acquatici in genere.L’abitato vecchio di Pedaso al ridosso del mare ela spiaggia non sono gli unici ambienti in cuipotersi meravigliare della ricchezza ambientale diquesta piccola realtà rivierasca. Da sempre in unrapporto di vicendevole integrazione con la partebassa della città, l’altura del monte Serrone rap-presenta il luogo ideale per gli amanti delle pas-seggiate in mezzo al verde. Percorrendo la Stra-da Panoramica si attraversa infatti una folta mac-

chia mediterranea, un ambiente floristico da pre-servare, che lascia meravigliato chiunque sale super le rampe e i viottoli. Se impressionante è “LaCupa”, la spaccatura nella quale in passato ilmare entrava dentro e che spaventò il popolopedasino dal 1600, a dir poco sbalorditivo per gliescursionisti è lo spettacolo che si scopre in cimaalla camminata: l’ampio pianoro del monte Serro-ne permette un’incantevole visuale unica perestensione e varietà di quadri. Quasi a picco sulmare, si spazia a 360° in un’estasi di paesaggi evedute mozzafiato. Infine, grazie all’OsservatorioAstronomico, costruito per merito di un di ungruppo di pedasini (e dell’allora amministrazionecomunale) è possibile ampliare lo sguardo oltrel’asse orizzontale verso le meraviglie del cielo,che diventa tetto stellato di Pedaso.

Servizi e opportunità/La storia protagonista di vicoli e piazze tutti da vivere

Luogo d’incanto in cui lasciarsi cullare

“Chi non rispetta il passato, non ha futu-ro”. Questo motto rappresenta la città diPedaso nell’intento di non far dimentica-re gli accadimenti trascorsi ed esortarenei più giovani quella conoscenza stori-ca necessaria per la costruzione dellaconsapevolezza di se stessi.Non solo attraverso una “toponomasticaeducativa”, ma il sentimento della memo-ria viene custodito a Pedaso anche attra-verso manifestazioni uniche in ricordo diquegli eventi che hanno coinvolto perso-ne e personaggi che hanno segnato la

storia di tutti: la strage di Bologna, la com-memorazione di Sacco e Vanzetti e diAldo Moro e Peppino Impastato, la trage-dia di Marcinelle e la catastrofe di Hiroshi-ma. Il Monumento ai caduti, la Composi-zione all’umiltà, la Scultura “Il pescatore ela musica dal mare” ed il Monumento allaPace sono simboli indelebili della sensibi-lità e tradizione pedasina nei confronti dialcuni valori sui quali val la pena riflette-re: pace, umiltà, mare e musica. Dal 2002l’amministrazione comunale di Pedaso hainiziato una rassegna originale ed unica

nel suo genere, con tre concerti all’annoche lega alcuni tra i migliori cantautori ita-liani del XX secolo alla passeggiata sullungomare: De Andrè, Gaber, Tenco,Modugno, Bertoli, Endrigo, Battisti, Gra-ziani, Gaetano e Lauzi. I loro testi, signifi-cativi e raffinati, ci consentono di apprez-zare il talento di poeti in un luogo natura-le e suggestivo. La musica e le paroleridestano quella naturale propensione adandare oltre la realtà per non lasciarsiimprigionare dalla quotidianità e sperarecosì in un mondo migliore.

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Ringraziamenti per la gentile concessione del materiale fotografico“Il Reportage”, studio fotografico di Massimo CamillettiVia L. Mercantini, 2 - PedasoTel. 0734.917159

Pedaso trae la sua linfa vitale dadue elementi naturali, il mare e laterra: fattori questi che hannosegnato la sua storia e che conti-nuano ad inscriversi nella vita dellacomunità. Terra come agricoltura,mare come pesca e trasportimarittimi. Dopo la triste fase deldisastro geologico che in passatoha travolto il vecchio paese, Peda-so ricomincia a vivere e lavorarecon solerzia e zelo, come ha sem-pre dimostrato di saper fare, dedi-candosi (come testimoniato daalcuni documenti dei primi decennidell’800) alla pesca, al trasportomarittimo e terrestre, al commercio,all’artigianato, all’agricoltura e all’al-levamento del baco da seta.Con l’Unità d’Italia arriva un periodoin cui la vita quotidiana è più sere-na e i pedasini possono finalmentegettare quelle basi che porterannola cittadina rivierasca a progredirenel pieno delle proprie potenzialità.La ferrovia alimenta nuove prospet-tive di sviluppo. Questa, ampliandoi mezzi di comunicazione, avvalorail ritmo dei traffici migliorandol’esportazione dei propri prodotti.Ai primordi del ‘900 Pedaso si pre-

senta come un comune autonomo digrande crescita non solo economicama anche sociale: sono garantiti ser-vizi scolastici e sanitari, servizi tele-grafici, postali e telefonici. In circamezzo secolo Pedaso ha considere-vole sviluppo non solo per il numerodegli abitanti (cresciuto del 50%), masoprattutto per le attività commercia-li, artigianali e di servizi, che ancoraoggi registrano ottimi livelli di cresci-ta. Tutto ciò risiede nel fatto chePedaso gode di una peculiare posi-zione geografica: situata allo sboccodell’intera vallata dell’Aso, questapiccola ma grande città continua asvolgere la funzione di un vero e pro-prio punto di riferimento, incremen-tato negli anni ‘70 dall’apertura delcasello autostradale.Dalla Cooperativa produttori edortaggi e frutta (1904), esempiointelligente d’incontro tra capitale elavoro che portò Pedaso a rappre-sentare il fulcro dell’ortofrutticolturamarchigiana, l’agricoltura pedasinasa rinnovarsi in microaziende agri-cole vinicole, ortofrutticole o florovi-vaistiche, che sanno ancora coltiva-re un prodotto tipico, buono egenuino, tanto da ottenere ricono-

scimenti importanti di settore edincentivare un turismo agroali-mentare di qualità.Dallo spostamento del centro urba-no del 1700 verso la parte più pia-neggiante, la pesca ed il commer-cio creano un riuscito connubio cheviene sorretto dall’intraprendenza edalla operosità della gente del luo-go, la quale diventò, poco alla volta,gente di mare. Gente, che delmare viveva, che in esso spessomoriva, che del mare conoscevatutti i segreti. E siccome il mare diPedaso era ed è tuttora dissemina-to di scogli (resti del monte che fra-nò insieme al Castello che ospita-va), era ovvio che i pedasini impa-rassero a pescare soprattutto lecozze (e le vongole) che propriosugli scogli vivono e si riproducono.Il turismo balneare è il fiore all’oc-chiello della vitalità di Pedaso.Come stazione balneare, fin daldopoguerra, Pedaso offre ai villeg-gianti la fresca poesia di un angolotranquillo, una vita semplice confor-tata dall’ospitalità di gente operosae gentile. La spiaggia è l’unica di tut-ta la costa picena a registrare lapresenza di materiale ghiaioso ed il

suo mare è pittorescamente semi-nato di scogli di ogni forma e dimen-sione: luoghi ideali per la prolifera-zione della flora e della fauna mari-na con un fondale molto interessan-te per le immersioni sia a scopo dipesca che di ricerca archeologica.Dal lato edilizio-demografico Peda-so evidenzia un certo ritardo neiconfronti degli altri centri rivieraschi.Ma questa particolarità va coltacome un incentivo alla realizzazionedi una crescita più equilibrata esostenibile, rispettosa dei valori diuna comunità che si sviluppa amisura d’uomo. Il futuro urbanisticodunque dovrà tendere ad un rappor-to sempre più stretto e sinergicocon le vicine Marina di Altidona eCampofilone, in una prospettiva direcupero degli elementi naturali pre-minenti: il fiume, il mare e la collina.Per concludere, lo sviluppo di que-sto territorio è stato lento, graduale,ma costante e senza traumi sociali,tali da sconvolgere la vita della col-lettività. Il benessere diffuso è ilrisultato della diligenza e della labo-riosità dei pedasini che hanno rag-giunto un tenore di vita più chedignitoso.

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Motorizzazioni: disponibilità di 6 motori, tutti sovralimentati ad iniezione diretta del carburante, con un range di potenza compreso tra 105 e 210 CV. Quattro motori benzina TSI ed un diesel TDI accoppiati al famoso cambio a doppia frizione DSG. Tre motori sfrutteranno l'ecologica BlueMotion Technology: il record dei consumi ridotti è rappresentato dall'1.6 TDI da 105 CV, che consuma solo 4,4 l/100 km, pari a 117 g/km di emissioni di CO2.

Interessante alternativa "estiva" alla compatta più venduta nel mondo.

Nuova Golf Cabrio

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6Pedaso

Con un paesaggio affascinante e variegato euna storia che, attraverso i secoli, ha visto avvi-cendarsi sul suo territorio Greci, Piceni e Roma-ni, Pedaso non poteva non annoverare tra i suoi“figli” personaggi di prestigio che hanno conferitoalla città lustro ed onore.

Sono due i Generali che si sono distinti per meri-to e coraggio: Lavinio Luciani e Luigi Di Giaco-mo. Entrambi presero parte alla battaglia diAdua (1896), curarono i feriti italiani e furonodecorati sul campo al Valore Militare. LavinioLuciani ricevette anche la Croce di Guerra alvalore durante la Guerra Italo-Turca (1911-1912), fu nominato Capo Ufficio di Sanità della33^ divisione durante la Prima guerra mondialee, terminata la guerra, si congedò ritirandosi aPedaso dove riprese a esercitare la professionedi medico. Luigi di Giacomo partecipò alla guer-ra Italo-Etiopica (1895-1896) e fu decorato sulcampo con la Medaglia d’argento al valore. Tor-nato in Italia, fu scelto come Commissario milita-re di bordo sulle navi che trasportavano gli emi-granti italiani all’estero. Nel 1903 vinse il concor-so per Assistente militare nella Clinica chirurgicadell’Università di Padova, dove in pochi anni,ottenne la docenza. Nel 1911 partecipò allaGuerra Italo-Turca e divenne direttore dell’ospe-dale militare di Tripoli. Durante la Prima guerramondiale fu Direttore di Sanità divisionale nellaTerza armata. Si ritirò a Pedaso dove, ai suoi

concittadini spesso amava ripetere: “Pedaso miha dato la vita, e a Pedaso la rendo”.

Gli intensi anni di guerre, tra la fine dell’800 e glianni ’20 del ‘900 videro emergere il coraggio diun altro cittadino di Pedaso: Giuseppe Teseiche, dopo aver studiato Ingegneria a Torino, nel1888 diventò sottotenente allo Stato Maggiore diArtiglieria Scuola d’Applicazione. Proseguì lacarriera militare e, nel 1917, fu promosso Mag-giore Generale al comando delle Brigate “Bolo-gna” e “Siracusa” e fece parte del Corpo d’Arma-ta Speciale “Di Giorgio” durante la ritirata dal fiu-me Tagliamento al Piave. Ferito alla testa, fudecorato con la Croce di Cavaliere dell’OrdineMilitare di Savoia. Pedasino di adozione, BrutoBruti (foto) fu un illustre personaggio, militare epolitico. Entrò molto giovane, come volontario,nell’artiglieria da campo dell’esercito toscano.Continuò la carriera militare partecipando allaSeconda Guerra di Indipendenza. Nel 1887 rag-giunse l’apice della carriera, con il grado diComandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.A Pedaso, dove possedeva una maestosa villa,tornò a trascorrere gli anni del pensionamento.

Fucina di brillanti menti scientifiche, Pedaso hadato i natali a numerosi medici, tra cui devononecessariamente essere ricordati Emidio Teseiche, dopo la laurea in Medicina, fu Ispettoremedico superiore nelle Ferrovie dello Stato fino

al 1939; Romano Romani che, una volta laurea-to, si specializzò in Urologia, diventando il primourologo specialista delle Marche; Federico Mar-coni che fu primario dell’Ospedale civile di Asco-li Piceno e docente di Patologia Speciale Medicaall’Università di Roma; Antonio Di Giacomo chefu primario urologo dell’Ospedale civile di Anco-na, docente di Clinica Urologica all’Università diMilano e sindaco di Pedaso dal 1963 al 1967.

Nel settore economico merita di essere menzio-nato Quintilio Tesei, che fu Vicepresidente dellaCamera di Commercio Italo-Austriaca e fondato-re della compagnia di importazione ed esporta-zione ortofrutticola “Di Leonardo Facchin”, consede a Vienna. Per il campo giuridico è necessa-rio ricordare Ugo Giuseppe Luciani, giudiceestensore al Tribunale di Milano e magistrato allaCorte di Appello di Ancona.

Personaggi/Vite esemplari da ricordare

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Durante il periodo delle vacanze Pedaso registraun elevato numero di presenze turistiche, ma ilfascino delle vecchie mura, delle vie strette e sin-golari, delle calde luci notturne, costituisce uninvito a tornare in qualsiasi stagione. Dal boomeconomico in avanti, grazie ad alcuni tra ammini-stratori e cittadini lungimiranti, Pedaso, semprepiù conosciuta nelle sue suggestive peculiarità,ha saputo mettere a frutto l’indole ospitale peraccrescere l’offerta di servizi ricettivi, creando unprogramma di attività ricreative, culturali, socialie sportive lodevoli, che nel corso degli anni l’han-no resa un modello da imitare.Nel 1958, nel tentativo di rendere sempre piùpiacevole il soggiorno ai turisti, un gruppo dipedasini diede vita alla Associazione Pro Loco,che subito iniziò ad animare il paese e a rappre-sentare quella “cinghia di trasmissione” tra l’am-ministrazione comunale e tutte le altre associa-zioni sportivo-socio-culturali- benefiche che agi-scono alacremente nel territorio comunale. Colduplice obiettivo di sviluppare il settore turistico edi migliorare la socializzazione, vennero realiz-zate strutture ricettizie importanti: il campo datennis, il dancing all’aperto il Platano Verde, ilBocciodromo al coperto, e più recentemente unaPalestra Scolastica adibita anche a Palazzettodello Sport.Nel tempo la collaborazione con le altre associa-

zioni minori è stata molto stretta, per cui alle tra-dizionali iniziative estive (Festa del 1° maggio,Festa e Fiera di San Pietro, Sagra delle cozze,serate al Platano Verde) se ne sono aggiuntealtre molto apprezzate dai cittadini e dai turisti:cinema all’aperto, teatro e concerti al centro sto-rico, sul molo, al faro. Nel corso dell’anno moltesono le date da evidenziare dedicate alla stagio-ne teatrale, feste carnevalesche e le ormai tradi-zionali “Tre settimane d’argento” dedicate aglianziani. Anche per quanto riguarda lo sportPedaso è riuscita a valorizzare i propri talentigrazie alla Associazione Bocciofila Valdaso, e atutte le altre delle discipline come basket, calcio,pallavolo, tennis, sino alla recente AssociazioneSportiva Circolo Nautico Valle dell’Aso che,offrendo assistenza e ricovero alle imbarcazionidei diportisti locali, svolge un prezioso servizio.Alla Pro Loco di Pedaso oltre al plauso per le ini-ziative che ogni anno organizza con la massimadedizione, va attribuito il merito di aver sensibiliz-zato le consorelle di tutti i centri collinari e mon-tani della Valle dell’Aso ad unirsi nell’Associa-zione Turistica della Valle: attraverso una coor-dinata integrazione turistica, oltre a riuscite ini-ziative collettive (l’annuale manifestazione Valda-so in fiore), rappresenta per i singoli Comuni laforza trainante per valorizzare le peculiarità arti-stiche e paesaggistiche di ognuno.

Tra le associazioni culturali protagoniste sono le“stelle”: non solo quelle “celesti”, messe inmostra dalla già citata Associazione Astrofili“Galileo Galilei”, ma anche quelle “artistiche” del-lo storico Gruppo Teatrale Pedaso, da sempresotto le luci della ribalta, impegnate nell’organiz-zazione delle iniziative pedasine e nella propostadi corsi di formazione, avvalorando così la spic-cata sensibilità artistica dei cittadini che possonogodere di una stagione teatrale ogni anno sem-pre più prestigiosa.Pedaso con le altre associazioni sociali e benefi-che ha saputo sovente offrire momenti di altoimpegno civile e celebrativo.

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Comune 0734.931319 Pro Loco - Ufficio turistico 0734.931631Guardia Medica 0734.931148Croce Verde 0734.933155

Farmacia Marconi 0734.931342Carabinieri 0734.931322Parrocchia 0734.931329Circolo Nautico 0734.932240

Comunità/Un paese che valorizza il proprio territorio

Il bello dello stare insiemeAppuntamentiFebbraio/Marzo - Rassegna teatraleMaggio - Festa del 1° Maggio al Colle SerroneGiugno - Festa e Fiera di San PietroEstate - Cinema Sotto le Stelle, Concerti alCentro Storico, sul Molo e al FaroAgosto - Sagra nazionale delle CozzeOttobre - Festa d’autunnoNovembre/Dicembre - Tre Settimane d’Argento e Festa dell’Anziano

Associazioni in sinergia per creare un calendario di appuntamenti per tutti

La manifestazione più rilevante sottovari profili è di sicuro la “Sagra delleCozze”. Assurta a vera e propria istitu-zione cittadina, nel periodo di Ferrago-sto, da oltre 45 edizioni la vita paesanaviene stravolta dal numeroso e semprecrescente numero di turisti provenientidal Fermano e oltre. La sagra è indubbiamente il momentoclou dell’estate pedasina e coinvolgedirettamente centinaia di persone, che

volontariamente dedicano vari giornidelle loro ferie alle più svariate mansio-ni richieste. L’impegno profuso da tuttirende possibile la realizzazione dellamanifestazione, con le sue migliaia diporzioni servite annualmente. L’insiemedi tutti questi fattori ne decretano daoltre 40 anni il grande successo e ilriconoscimento di sagra nazionale.La sua grande forza è l’aver trovato leradici proprio nell’antica usanza paesa-

na di alimentarsi nel periodo estivo conquei piccoli e gustosi molluschi, che ipiù giovani raccoglievano con le propriemani dai numerosi scogli naturali som-mersi, loro habitat preferito. Oggi è laditta F.lli Maroni, main sponsor edazienda leader pedasina, a soddisfare gliappetiti dei tanti avventori e a sostenerequesta importante manifestazione,all’insegna dei sapori autentici e dellatradizione.

FOCUSLa Sagra

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