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LEMMARIO ONTOLOGIA FORMAZIONE (a cura di Diana Olivieri). Funzione (trasformativa) critico-estetica 1 F Istanze del concetto di Funzione (trasformativa) critico-estetica DEFINIZIONE: mediante la funzione critico-estetica, la formazione sviluppa negli alunni una sensibilità artistica basata sull’interpretazione sia di messaggi sonori sia di opere d’arte, eleva la loro autonomia di giudizio e il livello di fruizione estetica del patrimonio culturale, stimolando lo sviluppo della dimensione estetica e critica, attraverso la conoscenza del patrimonio culturale e artistico. In tal senso favorisce la conoscenza del territorio, la partecipazione a iniziative culturali, gli scambi con l’estero, le uscite didattiche e le gite d’istruzione. Il giudizio critico esprime così l’essenza del gusto che si emancipa dal sentimento soggettivo del piacere e pretende al valore di giudizio estetico sull’oggetto; così facendo, al tempo stesso si affina, ovvero si perfeziona, si alimenta dei risultati delle sue scelte, dà nutrimento alla sua capacità di compiere scelte sempre più selettive. ISTANZE NORMATIVE CITAZIONI: “l’arte può essere considerata un luogo educativo di straordinaria significatività, più precisamente un riferimento irrinunciabile per la pedagogia fenomenologica. Essa infatti fondandosi sul simbolo anziché sul segno, è in grado di muovere la personalità umana, la sua soggettività verso orizzonti aperti, stimolando la sua capacità di dare un senso (dei molteplici sensi) a se stessa e a ciò che è esterno a lei” (Piero Bertolini, p. 34, Pedagogia fenomenologica. Genesi, sviluppi, orizzonti, La Nuova Italia, Firenze, 2001). “L’esperienza estetica provoca un cambiamento nel pensiero che è il cuore stesso del processo educativo: gli incontri con l’arte contribuiscono ad alimentare un pensiero trasformativo, che sta alla base dell’educazione, se quest’ultima si pone come obiettivo la trasformazione della conoscenza, o meglio: conoscere qualcosa significa già trasformarlo” (Kenneth Rose, p. 135, Everything changes. Transformative thinking through aesthetic experience. In G. Diaz, M. McKenna, Teaching for aesthetic experience, New York, Peter Lang, 2004). NOTA: all’educazione estetica viene affidato il compito di contribuire a salvaguardare l’intensità naturale di tutti i modi di sensazione e percezione nella loro peculiare specificità e nella loro necessaria coordinazione e correlazione, al fine di promuovere il costituirsi di una personalità armonica e ben equilibrata. Accanto e parallelamente a quest’accezione di educazione estetica intesa, nel senso etimologico più ampio, come educazione alla sensibilità comune e quotidiana, il termine ha assunto, nella sua accezione più ristretta, il significato di strategia volta a stabilire modalità idonee alla formazione del ‘gusto’, vale a dire, secondo una classica definizione proposta da Giovanni Maria Bertin, “dell’attitudine a percepire (e a produrre) valori che hanno […] fondamento nell’organicità di una ‘forma’, la quale attinge dal libero gioco della sensibilità, dell’immaginazione, dell’intelligenza stessa, una propria ed autonoma struttura ed un proprio e specifico significato” (Giovanni Maria Bertin, p. 249, Educazione alla ragione. Lezioni di pedagogia generale, Armando, Roma, 1968). BIBLIOGRAFIA Aglieri, M., & Ardizzone, P. (2012). Realtà educative. Contributi di critica pedagogica. Milano: Unicopli. Anceschi, A. (a cura di) (2009). Musica e educazione estetica. Il ruolo delle arti nei contesti educativi. Torino: EDT. Carmagnola, F., & Senaldi, M. (2005). Synopsis. Introduzione all’educazione estetica.

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LEMMARIO ONTOLOGIA FORMAZIONE (a cura di Diana Olivieri). Funzione (trasformativa) critico-estetica

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F

Istanze del concetto di Funzione (trasformativa) critico-estetica

DEFINIZIONE: mediante la funzione critico-estetica, la formazione sviluppa negli alunni una sensibilità artistica basata sull’interpretazione sia di messaggi sonori sia di opere d’arte, eleva la loro autonomia di giudizio e il livello di fruizione estetica del patrimonio culturale, stimolando lo sviluppo della dimensione estetica e critica, attraverso la conoscenza del patrimonio culturale e artistico. In tal senso favorisce la conoscenza del territorio, la partecipazione a iniziative culturali, gli scambi con l’estero, le uscite didattiche e le gite d’istruzione. Il giudizio critico esprime così l’essenza del gusto che si emancipa dal sentimento soggettivo del piacere e pretende al valore di giudizio estetico sull’oggetto; così facendo, al tempo stesso si affina, ovvero si perfeziona, si alimenta dei risultati delle sue scelte, dà nutrimento alla sua capacità di compiere scelte sempre più selettive. ISTANZE NORMATIVE

CITAZIONI: “l’arte può essere considerata un luogo educativo di straordinaria significatività, più precisamente un riferimento irrinunciabile per la pedagogia fenomenologica. Essa infatti fondandosi sul simbolo anziché sul segno, è in grado di muovere la personalità umana, la sua soggettività verso orizzonti aperti, stimolando la sua capacità di dare un senso (dei molteplici sensi) a se stessa e a ciò che è esterno a lei” (Piero Bertolini, p. 34, Pedagogia fenomenologica. Genesi, sviluppi, orizzonti, La Nuova Italia, Firenze, 2001).

“L’esperienza estetica provoca un cambiamento nel pensiero che è il cuore stesso del processo educativo: gli incontri con l’arte contribuiscono ad alimentare un pensiero trasformativo, che sta alla base dell’educazione, se quest’ultima si pone come obiettivo la trasformazione della conoscenza, o meglio: conoscere qualcosa significa già trasformarlo” (Kenneth Rose, p. 135, Everything changes. Transformative thinking through aesthetic experience. In G. Diaz, M. McKenna, Teaching for aesthetic experience, New York, Peter Lang, 2004). NOTA: all’educazione estetica viene affidato il compito di contribuire a salvaguardare l’intensità naturale di tutti i modi di sensazione e percezione nella loro peculiare specificità e nella loro necessaria coordinazione e correlazione, al fine di promuovere il costituirsi di una personalità armonica e ben equilibrata. Accanto e parallelamente a quest’accezione di educazione estetica intesa, nel senso etimologico più ampio, come educazione alla sensibilità comune e quotidiana, il termine ha assunto, nella sua accezione più ristretta, il significato di strategia volta a stabilire modalità idonee alla formazione del ‘gusto’, vale a dire, secondo una classica definizione proposta da Giovanni Maria Bertin, “dell’attitudine a percepire (e a produrre) valori che hanno […] fondamento nell’organicità di una ‘forma’, la quale attinge dal libero gioco della sensibilità, dell’immaginazione, dell’intelligenza stessa, una propria ed autonoma struttura ed un proprio e specifico significato” (Giovanni Maria Bertin, p. 249, Educazione alla ragione. Lezioni di pedagogia generale, Armando, Roma, 1968). BIBLIOGRAFIA

� Aglieri, M., & Ardizzone, P. (2012). Realtà educative. Contributi di critica pedagogica. Milano: Unicopli.

� Anceschi, A. (a cura di) (2009). Musica e educazione estetica. Il ruolo delle arti nei contesti educativi. Torino: EDT.

� Carmagnola, F., & Senaldi, M. (2005). Synopsis. Introduzione all’educazione estetica.

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