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Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina

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1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA .................................... 2 1.1. Il quadro normativo nazionale e regionale .................................................. 2 1.2. Il rapporto ambientale del PUG di Corigliano D’Otranto ............................ 3 2. IL PIANO URBANISTICO GENERALE 2012 ............................................. 3 2.1. Il processo del piano e le sue competenze ................................................. 3 3. LA SITUAZIONE AMBIENTALE ................................................................ 4 3.1. I contenuti del Rapporto ambientale ........................................................... 4 3.2. Principali criticità delle matrici ambientali .................................................... 5 3.2.1 Qualità dell’aria ......................................................................................... 5 3.2.2. Acqua ....................................................................................................... 6 3.2.3 Consumo di suolo ..................................................................................... 7 3.2.4 Beni storico-culturali in aree extraurbane ................................................ 10 3.2.5 Natura e biodiversità ............................................................................... 12 3.2.6 Aree percorse dal fuoco .......................................................................... 14 3.2.7 Energia: produzione di energia da fonti rinnovabili ................................. 15 3.2.8 Agricoltura: aziende agricole e SAU ....................................................... 15 3.2.10 Turismo ................................................................................................. 16 3.2.11 Rifiuti ..................................................................................................... 17 4 IL PIANO: DAGLI OBIETTIVI GENERALI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI E LE MODALITA’ DI AZIONE ............................................................................ 19 4.1 Riferimenti, articolazioni e disciplina del piano .......................................... 20 4.2 La forma del Piano .................................................................................... 21 4.3 L’articolazione del territorio comunale ...................................................... 21 4.4 L’apparato normativo del piano ................................................................. 22 4.5 I meccanismi attuativi del piano ................................................................ 23 5 LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ ........................................ 24 5.1 Scenario di riferimento e scenario di piano ............................................... 24 5.2 La coerenza .............................................................................................. 25 5.2.1 La coerenza esterna .............................................................................. 25 5.2.2 Coerenza esterna - Strategia europea per lo sviluppo sostenibile ......... 26 5.2.3 Coerenza esterna - Piani e programmi sovraordinati ............................. 30 5.2.4 La coerenza interna ............................................................................... 95 6 IL MONITORAGGIO .............................................................................. 113 6.1 Struttura e funzionalità del monitoraggio ...................................................... 113 6.2 Il monitoraggio del Contesto ....................................................................... 115 6.3 Il monitoraggio del Piano ........................................................................... 115 6.4 Lo schema operativo ................................................................................. 117

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1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA La Valutazione ambientale strategica rappresenta uno strumento per l’integrazione delle

considerazioni ambientali nella programmazione, sotto la guida del principio di precauzione, per

sviluppare la comprensione degli effetti ambientali di piani e programmi, per incrementare i

livelli di razionalità decisionale, e per favorire iter trasparenti e partecipati, coerentemente con

gli obiettivi di sviluppo sostenibile interventi delineati con le strategie di Lisbona e di Goteborg.

La procedura è dunque orientata a fornire elementi conoscitivi e valutativi per la formulazione

delle decisioni definitive del piano o programma e consente di documentare le ragioni poste a

fondamento delle scelte strategiche, sotto il profilo della garanzia e della coerenza delle stesse

con le caratteristiche e lo stato dell’ambiente.

1.1. Il quadro normativo nazionale e regionale

La direttiva 2001/42/CE relativa alla valutazione ambientale dei Piani e Programmi è stata

recepita a livello nazionale con il Dlgs 152/2006 e le sue successive modificazioni. L’ultimo

atto, oggi vigente, di tali modificazioni è costituito dal Dlgs 4/2008, che stabilisce contenuti e

procedure anche per la valutazione ambientale dei Piani e programmi (VAS). Detto decreto

costituisce formalmente il recepimento della direttiva 2001/42/CE.

L’applicazione della VAS al PUG di Corigliano d’Otranto fa riferimento alla norma nazionale. La

Regione Puglia infatti si attiene alla puntuale applicazione di suddetta normativa, inoltre

attraverso la circolare 1/2008 individua l’autorità competente prevista dal Dlgs 4/20083 e fissa

le modalità di svolgimento del processo di VAS secondo sei fasi:

- scoping, che prevede la consultazione dei soggetti con competenze ambientali ai fini della

definizione delle informazioni necessarie all’ elaborazione del Rapporto ambientale che deve

descrivere i presumibili effetti sull’ambiente;

- lo svolgimento di consultazioni sulla bozza del piano e sul relativo Rapporto Ambientale,

coinvolgendo sia i soggetti con competenze ambientali che il pubblico nelle sue diverse

aricolazioni, ai fini della definizione e della condivisione dei contenuti del piano;

- la valutazione del Piano, del Rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni. L’istruttoria

sull’insieme dei documenti elaborati deve consentire una valutazione attendibile dei possibili

effetti ambientali del Piano, in modo da consentire la decisione in merito agli obiettivi di

sostenibilità ambientale, e indirettamente anche economica e sociale, delle trasformazioni;

- l’espressione di un parere motivato da parte dell’autorità competente per la VAS, soggetto

terzo rispetto al pianificatore, che svolge una funzione dialettica di rappresentanza degli

interessi ambientali nella formazione del Piano. Tale parere costituisce il risultato della

istruttoria tecnica di cui al punto precedente e risulta determinante per l’approvazione del

Piano;

- l’informazione sulla decisione, a partire dalla dichiarazione di sintesi che accompagna

l’approvazione del piano, deve esplicitare le motivazioni sottese alle scelte, gli effetti ambientali

attesi dalle azioni previste e il sistema di monitoraggio necessario a verificare, nella successiva

fase di attuazione, che gli obiettivi vengano realmente conseguiti. Deve anche prevedere,

qualora gli obiettivi attesi non fossero conseguiti, meccanismi di retroazione sui contenuti del

Piano al fine di riorientarne gli effetti;

- il monitoraggio, è lo strumento con il quale dovranno essere seguiti nel tempo gli effetti della

attuazione del Piano. Il progetto di monitoraggio comprende l’indicazione dei soggetti, delle

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modalità di costruzione e misura degli indicatori, le modalità di informazione e coinvolgimento

del pubblico nella interpretazione dei risultati e la frequenza con la quale effettuarlo, stabilendo

in tal modo la circolarità del processo di pianificazione.

1.2. Il rapporto ambientale del PUG di Corigliano D’Otranto

I contenuti del Rapporto ambientale sono definiti nell’allegato VI al Dlg 4/2008: ad essi il

presente Rapporto ambientale si rifà nella forma e nella sostanza, anche secondo i contenuti

seguenti:

• l’illustrazione dell’impostazione del Piano e dei principi generali di riferimento;

• la descrizione, rispetto alla scala e alle competenze del Piano, dello stato delle diverse

componenti ambientali, delle probabili tendenze e le criticità;

• l’esplicitazione del sistema degli obiettivi di carattere generale e il passaggio agli obiettivi

specifici, calibrati tenendo conto delle criticità ambientali rilevate e della loro articolazione

territoriale, anche attraverso la valutazione degli scenari possibili in assenza del Piano;

• l’illustrazione delle azioni del Piano, accompagnata delle valutazioni che hanno guidato la

scelta delle azioni proposte;

• la stima degli effetti attesi e della loro coerenza con gli obiettivi generali e specifici assunti

(coerenza interna) e con gli obiettivi ambientali dei piani e programmi sovraordinati e degli altri

piani che si collocano sul medesimo territorio (coerenze esterna);

• descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio, compreso il sistema degli

indicatori, la periodicità dei rapporti e le forme di retroazione da adottare nell’eventualità che gli

obiettivi non siano raggiunti;

• la redazione di una “Sintesi non tecnica” finalizzata a far comprendere con semplicità ma con

rigore i contenuti del Piano e della relativa valutazione ambientale ad un largo pubblico, in

modo da favorire la partecipazione attiva alla definizione del Piano da parte delle collettività coinvolte.

2. IL PIANO URBANISTICO GENERALE 2012 2.1. Il processo del piano e le sue competenze

Dopo l’approvazione dell’Atto di Indirizzo, con Delibera dalla Giunta Municipale n. 78 del

14.06.2007, la redazione per il Piano Urbanistico Generale del Comune di Corigliano d’Otranto

ha avuto una prima formalizzazione con l’adozione del Documento Programmatico Preliminare

per il PUG e del documento di scoping, avvenuta con Del. CC n. 24 del 20.07.2009.

Il DPP di Corigliano d’Otranto rappresenta il documento del PUG che contiene il Sistema delle

Conoscenze, i Quadri Interpretativi, i risultati dell’attività di partecipazione della comunità alla

produzione delle conoscenze e alla individuazione delle problematiche da affrontare, nonché la

definizione degli obiettivi e una prima indicazione delle azioni da promuovere nel PUG. Durante

la fase di elaborazione del DPP, una Conferenza di Copianificazione intermedia, finalizzata alla

condivisione del sistema delle conoscenze, tenutasi il 25.02.09, ha consentito il confronto e la

verifica del Sistema delle conoscenze in elaborazione e la sua stesura in veste compiuta già

all’interno del DPP.

A seguito dell’adozione del DPP, la Seconda Conferenza di Copianificazione, tenutasi il

14.01.2010, ha consentito il confronto e il perfezionamento della metodologia per la

elaborazione dell’adeguamento al PUTT/P. Ha consentito inoltre di mettere a punto le proposte

progettuali in riferimento agli interventi sul sistema infrastrutturale, nonché a verificare in via

preliminare la coerenza con i contenuti del DRAG – Indirizzi, criteri e orientamenti per la

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formazione, il dimensionamento e il contenuto per i PUG e con il PTCP della Provincia di

Lecce.

La elaborazione del PUG ha comportato la ridefinizione in chiave progettuale dei Quadri

Interpretativi del DPP stesso, alla luce di una più dettagliata articolazione degli obiettivi generali

e alla loro ponderazione in riferimento allo stato di fatto e di diritto del territorio derivante dalle

condizioni dalle discipline sovraordinate e dalla pianificazione locale previgente.

In particolare le Invarianti strutturali individuate nei Quadri Interpretativi sono state ridefinite

anche alla luce delle nuove informazioni rese disponibili dalla Carta Idrogeomorfologica

dell’Autorità di Bacino della Puglia, dai dati forniti a seguito dell’apertura del tavolo tecnico con

la stessa AdB ai fini della condivisione delle nuove perimetrazioni del Piano stralcio per

l’Assetto Idrogeologico, della approvazione del Piano di Tutela delle Acque, nonché in funzione

della definizione progettuale delle invarianti infrastrutturali e della stessa idea complessiva di

città e di territorio per lo sviluppo sostenibile di Corigliano d’Otranto.

Inoltre le articolazioni in Contesti Rurali e Urbani effettuate dal DPP sono state ridefinite e

sintetizzate in fase di costruzione del PUG, compatibilmente con i caratteri connotativi, le

risorse e le criticità individuate, anche al fine di costruire una disciplina urbanistica di tutela e

uso del territorio più snella, equa e facilmente applicabile.

In conclusione, il Documento Programmatico Preliminare per il PUG costituisce parte integrante

del PUG stesso, rappresentandone:

- il documento di costruzione del Sistema delle Conoscenze;

- il documento di costruzione dei Quadri interpretativi, intesi quale prima definizione delle

Invarianti Strutturali e dei Contesti Territoriali, di definizione dei problemi e delle questioni

emergenti nel territorio comunale;

- il documento di testimonianza delle attività partecipative condotte durante la elaborazione

del DPP stesso, finalizzate all’ascolto dei bisogni, delle esigenze e dei desideri della

comunità locale, nonché a fornire un contributo alla definizione del sistema delle

conoscenze, arricchendo con i saperi locali i saperi tecnici;

- il documento di definizione degli obiettivi progettuali derivanti dall’Atto di Indirizzo, dal

Sistema delle Conoscenze, dai Quadri Interpretativi, dalle attività partecipative.

Il PUG di Corigliano d’Otranto disciplina le trasformazioni fisiche e funzionali di rilevanza

urbanistica, ambientale, paesistica dell'intero territorio comunale; le Norme Tecniche di

Attuazione costituiscono la disciplina generale urbanistica di Piano Regolatore Generale, ai

sensi della L 1150/42 e sue integrazioni, e di Piano Urbanistico Generale, ai sensi della LR

Puglia n. 20 del 27/07/2001, nonché del Documento Regionale di Assetto Generale - DRAG

“Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani

Urbanistici Generali”, approvato con Delibera di Giunta Regionale n.1328 del 3/08/2007.

3. LA SITUAZIONE AMBIENTALE 3.1. I contenuti del Rapporto ambientale

L'analisi ambientale necessaria alla redazione della Valutazione Ambientale Strategica del

PUG di Corigliano D’Otranto prende in considerazione tutte le componenti ambientali

selezionando, nel riconoscimento del loro stato e delle loro tendenze, gli aspetti direttamente

coinvolti nelle trasformazioni urbanistiche del Piano .

L'analisi riprende quindi, a partire dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente dell’ARPA Puglia

del 2009, gli elementi di specifico interesse per il PUG. Rimane naturalmente il problema della

completezza e attendibilità dei dati, soprattutto con riferimento alla loro disponibilità o

popolabilità alla scala comunale.

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Nel presente Rapporto l’analisi delle variabili ambientali segue il modello logico PSR (Pressioni-

Stato-Risposte) proposto dall’OCSE, sviluppato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA5),

adottato dall’ APAT6, per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo

ambientale.

Nel modello PSR adottato gli indicatori ambientali sono articolati in:

- indicatori di pressione (Pressure): gli effetti delle diverse attività umane che costituiscono fonti

di pressione sulle componenti ambientali;

- indicatori di stato (State): stato quantitativo e qualitativo delle diverse componenti

ambientali, tendenze che le contraddistinguono, criticità;

- indicatori di risposta (Response): misure intraprese per evitare/ridurre gli effetti e migliorare lo

stato dell’ambiente.

Tale metodologia di valutazione tiene ovviamente conto dei contenuti specifici del PUG e

pertanto gli indicatori sono stati selezionati in via prioritaria interrogandosi sulla criticità delle

varie componenti ambientali e sulle potenzialità del Piano nel contribuire a superarle.

3.2. Principali criticità delle matrici ambientali

3.2.1 Qualità dell’aria

QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI (fonte RSA 2009) Arpa Puglia

SUBTEMATICA NOME FONTE

Qualità dell’aria

CO ARPA Puglia

PM2.5 ARPA Puglia

NO2 ARPA Puglia

O3 ARPA Puglia Emissioni in

atmosfera

Andamento delle

emissioni di CO2

ARPA-IN.EM.AR.

Allo stato attuale, la stazione di rilevamento dell’Arpa di Maglie in via Montegrappa risulta la più

vicina al centro urbano di Corigliano d’Otranto, situata a distanza di circa 6 Km e in grado di

monitorare i livelli di CO, PM2.5, NO2, O3, SO2. Si sono pertanto assunti i valori ad essa riferiti

ai fini della popolabilità di una parte degli indicatori coinvolti. Non risulta possibile popolare gli

indicatori riferiti al PM10 ed al benzene poiché le stazioni in grado di rilevare tale inquinante

(Santa Barbara a Galatina e Lecce) risultano situate a eccessiva distanza dal centro urbano di

Corigliano (rispettivamente 18 e 25 Km), anche se a livello regionale questi due inquinanti non

hanno determinato criticità di tipo diffuso.

Monossido di carbonio (CO)

Il valore massimo raggiunto dal monossido di carbonio (CO), sostanza gassosa che si forma

per combustione incompleta di materiale organico, ad esempio nei motori degli autoveicoli e nei

processi industriali, non ha mai superato nel 2011 il valore limite di 10mg/m (media mobile 8h

giornaliera).

PM2.5

La direttiva comunitaria 2008/50/CE, di prossimo recepimento nella legislazione nazionale, ha

fissato un valore obiettivo di 25 µg/m3 da raggiungere entro il 1° gennaio 2010 per questo

inquinante, insieme di particelle, originate da sorgenti antropiche e naturali con diametro

aerodinamico inferiore a 2,5 µm (10-6 m). Entro il 1° gennaio 2015 gli Stati Membri dovranno

invece rispettare il valore obiettivo di 20 µg/m3. I rilevamenti non hanno mai superato nel 2011

il valore obiettivo più stringente di 20 µg/m.

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Biossido di azoto (NO2)

Gas tossico che si forma nelle combustioni ad alta temperatura. Sue principali sorgenti sono i

motori a scoppio, gli impianti termici, le centrali termoelettriche. I rilevamenti hanno registrato in

tutto il corso del 2011 valori molto al di sotto del valore massimo giornaliero di 200µg/m³ .

Ozono(O3)

Sostanza non emessa direttamente in atmosfera, si forma per reazione tra altri inquinanti,

principalmente NO2 e idrocarburi, in presenza di radiazione solare.

Il livello massimo registrato non ha mai superato nel 2011 il valore limite di 180µg/m³.

Emissioni in atmosfera: CO2

Nel 2007 le emissioni di CO2 a Corigliano sono state stimate in 14,91 Kt, rientrando dunque nel

range più basso della scala regionale.

Non è stato possibile reperire una serie storica riferita all’emissione di CO2 pertanto si assume

il dato 2007 come riferimento per il monitoraggio.

I trasporti su strada, con un valore percentuale del 77% ed il riscaldamento con il 20%,

coprono quasi l’intero comparto emissivo, suggerendo in modo chiaro i settori sui quali far leva

per la costruzione di politiche di abbattimento per le emissioni di CO2.

3.2.2. Acqua La regione Puglia ha predisposto ed attivato il sistema di monitoraggio dei corpi idrici

sotterranei con il quale si è provveduto alla definizione della loro qualità ambientale. Il PTA

riporta i risultati del suddetto monitoraggio in generale aggregati per acquiferi sotterranei

principali (Tavoliere, Murgia, arco Ionico e Salento). Per l’acquifero del Salento l’obiettivo per il

2015 è il raggiungimento dello stato qualitativo in classe 2, per lo stato quantitativo la classe B.

La diffusione dei dati del progetto Tiziano della Regione Puglia consentirebbe una lettura alla

scala dei territori comunali circa lo stato dei corpi idrici sotterranei e le influenze di natura

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antropica sugli stessi; risulterebbe inoltre un valido strumento per la fase successiva di

monitoraggio della VAS.

L’acquifero del Salento risulta POTENZIALMENTE VULNERABILE DA NITRATI in quanto nel

corso del monitoraggio sono stati rilevati valori di guardia attorno ai 40 mg/l di Nitrati (NO3) nel

33% dei siti monitorati e nel 7% dei siti indagati risultano essere già fuori norma.

Non essendo dunque vulnerato da nitrati, non risulta essere soggetto alle misure di protezione

del Piano di Tutela delle Acque né al Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati in

attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento

provocato da nitrati provenienti da fonti agricole.

3.2.3 Consumo di suolo Il trend del consumo di suolo è stato valutato a partire dalle seguenti fonti cartografiche:

- IGM 1949, rapporto 1:25.000

- Rilievo aerofotogrammetrico 1987, rapporto 1:5000

- Carta Tecnica Regionale 2006, rapporto 1:5000

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Nel 1949 l’armatura infrastrutturale fa da supporto all’insediamento sparso, che forma un’ampia

corona circolare attorno al centro urbano e lungo la serra. Il centro urbano al 1949 si espande

per piccole aggiunte attorno al nucleo antico e occupa all’incirca 31 ettari.

Nel 1987 si compie il processo di infrastrutturazione del territorio: l’ammodernamento della SS

16e la realizzazione della SP 367, in rilevato, che taglia il territorio a est della serra, e realizza

un complesso nodo infrastrutturale nei pressi dell’ingresso alla città. Prosegue il processo di

perforazione insediativa nelle campagne, anche con materiali nuovi, come i capannoni

artigianali. Grazie alle lottizzazioni degli anni ’60 e ’70 e poi alla approvazione del PdF, la città

subisce una rilevante espansione verso la ferrovia e verso Cutrofiano e Galatina, con impianti a

maglia regolare diversamente edificati, e al piede e sul versante della serra verso nord. In un

intervallo di tempo di soli 35 anni, dal 1949 al 1987 l’agglomerato urbano è cresciuto del 330%

circa, occupando un’area di 104 ettari, a fronte di un aumento della popolazione di alcune

centinaia di abitanti.

A circa venti anni di distanza, le trasformazioni del sistema insediativo evidenziano la

consistente presenza delle tipologie specialistiche produttive, i capannoni, localizzati

preferenzialmente lungo l’asse attrattore della SS. 16, all’interno e all’esterno delle aree

tipizzate dal PdF. Anche in altre aree del territorio comunale e nella città sia pur declinati in

termini urbani, i “grandi oggetti” sono i principali materiali della nuova espansione: agli anni ’80

risalgono le realizzazioni della “167”, del palazzetto dello sport (mai completato),

dell’ampliamento della stabilimento di acque minerali. Le prime due operazioni costituiscono

anche varianti al PdF.

Negli anni successivi le trasformazioni del territorio aperto sono con evidenza consistenti e

nella duplice direzione del rafforzamento dell’insediamento lineare lungo la SS 16 che

raggiunge al 2006 un’estensione complessiva di circa 35 ha, e della diffusione insediativa in

un’ampia fascia periurbana, soprattutto lungo la via per Cutrofiano e sulla serra a sud

dell’abitato; si osserva inoltre la progressiva perforazione insediativa dell’area dei seminativi a

sud.

L’insediamento urbano è, in sostanza, fermo per quanto riguarda l’espansione, attestandosi a

135 ha di suolo consumato; le trasformazioni avvengono nella direzione della saturazione delle

maglie residue del PdF, a fronte di una rilevante dinamica nell’extraurbano.

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Si riportano di seguito i valori del consumo di suolo dell’agglomerato urbano e delle aree

produttive riferite agli anni 1949, 1987 e 2006 e i valori medi di consumo di suolo della provincia

di Lecce elaborati da ARPA Puglia nella Relazione sullo stato dell’ambiente 2009 (TABELLA1).

TABELLA 1

Centro urbano Aree produttive

ha ha/ha tot ha ha/ha tot

1949 31 1,11% - -

1987 104 3,71% - -

2006 135 4,8% 35 1,25%

Media

provinciale(1)

10,06 % 0,79%

(1) Relazione sullo stato dell’ambiente 2009 dell’ARPA Puglia

La tabella 2 si riferisce invece al consumo di suolo ad opera delle nuove urbanizzazioni

secondo la metodologia delle Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali

Strategiche dei piani e programmi della VAS del PPTR, al fine di individuare una serie di

indicatori utili nella successiva fase di monitoraggio per quel che attiene la tematica paesaggio.

La differenza sostanziale nei valori complessivi di consumo di suolo rispetto alla tabella 1 sono

soprattutto imputabili alle superfici della dispersione insediativa, delle reti infrastrutturali e delle

attività estrattive non contemplati o computati a parte dalla Relazione sullo stato dell’ambiente

dell’ARPA Puglia 2009.

TABELLA 2

%superfici urbanizzate su superfici totali (2)

Ha ha/ha tot

2006 Corigliano d’Otranto 875 ha (3) 31,2%

2006 Tavoliere Salentino 13,9%

(2) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle

Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010)

(3) Valutati sulla base dell’uso del suolo 2006 Regione Puglia secondo i codici 1 del livello 1 del CLC, riferiti al territorio

comunale di Corigliano d’Otranto.

TABELLA 3

%superfici urbanizzate su superfici totali (4)

n° edifici

extraurbani

Rapporto edifici extraurbani/superficie territoriale totale

2006 2962(5) 1,05

2006 Tavoliere Salentino 137.088 (4) 1,26 (4) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010) (5) Valutati sulla base della CTR 2006 Regione Puglia considerando gli edifici sparsi + insediamenti discontinui + aree produttive inferiori a 2 ha nel territorio extraurbano. Quest’ultimo è stato individuato in parte sulla base delle indicazioni di cui alla nota 4, ma attraverso una lettura in negativo di quelli che il piano ha considerato come territori urbani. Si precisa inoltre che 815 dei 2962 edifici sparsi risalgono al 1949 e che 2047 dei 2962 risultano avere una superficie coperta inferiore a 50 mq. Ciò in ragione della convinzione che tale metodo di misurazione restituisce un dato distorto, nonostante inferiore alla media riferita all’ambito di paesaggio di appartenenza del Tavoliere Salentino, in quanto moltissimi edifici sparsi risultano essere piccole costruzioni rurali non abitabili, senza servizi e privi di impatti sull’ambiente e sul paesaggio. Al contrario, spesso ne costituiscono la cifra (costruzioni in pietra a secco come pagghiare e furni). A titolo esemplificativo, nel caso specifico del comune di Corigliano d’Otranto, sottraendo al dato complessivo gli edifici sparsi con superficie inferiore a mq 50, il numero si riduce di 1/3.

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3.2.4 Beni storico-culturali in aree extraurbane1

La Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia approvata con DGR N. 1787 del 28.11.2006 ha

recensito per il territorio comunale di Corigliano d’Otranto tre beni storico-culturali in aree

extraurbane: si riferiscono all’area archeologica della Necropoli di Padulano (foglio 27 particella

114, vincolo archeologico ai sensi dell’Art.4 della L 1089/39, nota n. 7365 dell’1/6/1988 della

Soprintendenza Archeologica della Puglia) e a due aree di interesse archeologico relative a un

probabile insediamento messapico di età arcaica, databile attorno al VI sec), sulla serra a nord

dell’abitato; due dolmen, in contrada “Plao”, lungo la strada vecchia per Maglie.

In sede di primi adempimenti del PUTT approvati con Del CC n.41 del 26/11/2003 vengono

individuati sette beni storico-culturali in aree extraurbane, corrispondenti alle Segnalazioni

Architettoniche degli Ambiti Territoriali Distinti, in particolare:

- Cappella Madonna degli Angeli

- Masseria Caracciolo

- Masseria Chiecci

- Masseria Cicchella

- Masseria Madonna della Vergine

- Masseria Torre Cumirri

- Parco Pozzelle

Il PUG2012 ha costruito il sistema delle Invarianti del sistema del patrimonio storico-culturale,

individuando in ambito extraurbano:

1 quarantacinque beni architettonici diffusi (elementi areali):

- Masseria APPIDE’

- Masseria AVARISTE

- Masseria BAFARI

- Masseria BARROTTA

- Masseria BUIA

- Masseria CAGGIULA

- Masseria CARACCIOLO

- Masseria CASE O RUDERI GERVASI

- Masseria CATALANO

- Masseria CATALDO

- Masseria CHIECCI

- Masseria CICCHELLA

- Masseria COSTA

- Masseria CUTINA

- Masseria DEGLI ANGELI

- Masseria DEL FEUDO

- Masseria DELLA VERGINE

- Masseria MAGLIESE

- Masseria MENELEO

- Masseria MONTANO

- Masseria MORTARO

1 Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle

Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010)

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- Masseria PADULANO DI SOPRA

- Masseria PADULANO DI SOTTO

- Masseria PALOMBARO

- Masseria POGGIO REALE

- Masseria POZZELLE

- Masseria SANT’ELIA

- Masseria SCHIATTARICHI

- Masseria SIPARI

- Masseria TORRE CUMIRRI

- Masseria VECCHIA PESCHIULLI

- Masseria Zara

- Cappella MADONNA DEGLI ANGELI

- Casa ARGRICÒ

- Casa BRIAMO

- Casa COCCALUTO (ex Masseria Dello Leo)

- Casa DONNELLA

- Casa MASSERONE

- Casa MONTAGNA

- Casa PANARÈ

- Casa SAMI

- Casa SICAMINE

- Casino FEUDO GRANDE

- Casino PIRAZZO

- Serbatoio AQP

2 un’area archeologica e due aree di interesse archeologico (elementi areali):

- la Necropoli di Padulano (foglio 27 particella 114, vincolo archeologico ai sensi dell’Art.4

della L 1089/39, nota n. 7365 dell’1/6/1988 della Soprintendenza Archeologica della

Puglia);

- due aree di interesse archeologico relative a un probabile insediamento messapico di età

arcaica, databile attorno al VI sec, sulla serra a nord dell’abitato; due dolmen, in contrada

“Plao”, lungo la strada vecchia per Maglie;

3 gli elementi di attrezzamento storico del territorio:

- trecentosessanta tra pagghiare e furni (beni puntuali)

- muri a secco (elementi lineari)

- tracciati viari storici (elementi lineari)

- le pozzelle (elementi areali)

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3.2.5 Natura e biodiversità

Beni storico culturali in aree extraurbane

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Principali aspetti naturalistici2

Nonostante in tutto il Salento centrale non vi sia la presenza di aree naturali riconosciute e

protette, e nonostante la profonda vocazione colturale diffusa nell’area, il territorio di Corigliano,

presenta ancora degli interessanti lembi di ambienti naturali e semi-naturali di notevole valore

naturalistico.

L’aspetto più importante è rappresentato dalle fitocenosi a dominanza erbacea (prati-pascoli) in

cui localmente si osserva l’ingresso di specie arbustive, generalmente pulvinanti (timo arbustivo

ad esempio) che segnano il caratteristico passaggio alla fisionomia di gariga. Tali comunità,

particolarmente diffuse nel settore settentrionale della serra a confine col territorio di Soleto,

rivestono un grande valore in termini conservativi, riconosciuto anche a livello istituzionale, in

quanto tipologia di habitat inclusa nell’Allegato I direttiva 92/43/CEE. In particolare i prati-

pascoli del territorio sono riferibili alla tipologia di habitat classificato come prioritario

nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE e indicato con il codice 6220* (Percorsi sub-steppici di

graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea). Il valore naturalistico ed ecositemico di

tali formazioni è legato inoltre alla funzione di habitat di specie, in senso lato, che esse

rivestono per importanti specie di avifauna di notevole interesse conservativo, in particolare di

specie legate agli ambienti aperti (rapaci diurni, gruppo degli alaudidi). Tali ambienti sono

frequentati da rettili quali lo splendido colubro leopardino (Elaphe situla).

Un altro aspetto di rilievo del territorio è rappresentato da piccoli lembi di boschi e formazioni di

macchia alta a dominanza di leccio (Quercus ilex). Nonostante l’aspetto residuale di tali

formazioni forestali, i nuclei boschivi in esame rivestono una grande importanza, sia perché

testimonianza tangibile dell’originaria foresta sempreverde che rivestiva l’area, sia perché

anche tali formazioni sono incluse nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE (codice 9340).

Questi ambienti rappresentano inoltre un’area di rifugio per numerose specie ornitiche di

piccola taglia quali i sedentari verzellino (Serinus serinus), cardellino (Carduelis carduelis),

occhiocotto (Sylvia melanocephala), capinera (Sylvia atricapilla), cinciallegra (Parus major),

merlo (Turdus merula) e gli svernanti tordo bottaccio (Turdus philomelos), fringuello (Fringilla

coelebs). Tra gli estivanti si ricordano invece la tortora (Streptopelia turtus) e il rigogolo (Oriolus

oriolus). Tra i mammiferi legati a tali ambienti la faina (Martes foina) e l’ubiquitaria volpe

(Vulpes vulpes).

Un interessante protocollo approvato di recente dalla regione Puglia e finalizzato allo sviluppo

della tartuficoltura in Salento, da concretizzarsi mediante interventi di micorizzazione volti a

migliorare e ad incrementare l’attitudine tartufigena dei boschi salentini, conferiscono un

ulteriore valore aggiunto al residuale patrimonio forestale del territorio di Corigliano.

Il valore di biodiversità del territorio si manifesta anche nella presenza di esemplari sparsi e di

piccoli nuclei di altre essenze forestali quali il bagolaro (Celtis australis) e altre tre specie

quercine caducifoglie, il farnetto, la quercia virgiliana e la vallonea, presente con un esemplare

maestoso nel centro storico, altri rarissimi esemplari di Quercus macrolepis si rinvengono sulla

serra di Soleto, appena al di fuori dei confini del territorio comunale.

L’indicatore utile a quantificare il numero e la superficie di habitat CORINE Biotopes presenti

in Puglia rinviene dalla Carta della Natura elaborata dall’ISPRA in collaborazione con l’ARPA

PUGLIA. La disponibilità cartografica della carta consentirà non solo una precisazione

dell’individuazione degli aspetti naturalistici su scala comunale, ma consentirà anche di

ottenere dati confrontabili utili nella fase di monitoraggio.

2 DPP approvato con Del. CC n. 24 del 20.07.2009.

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3.2.6 Aree percorse dal fuoco

Il territorio comunale non presenta aree percorse dal fuoco negli anni che vanno dal 2000 al

2008.

Mappa delle aree percorse dagli incendi. Fonte: Corpo Forestale dello Stato. Dato aggiornato al 10.09.2009

Carta delle risorse della naturalità: leccete, vegetazione naturale, pseudo steppe e pascoli

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3.2.7 Energia: produzione di energia da fonti rinnovabili

Il territorio comunale è interessato al 2009

solo da impianti fotovoltaici.

Se ne contano venti (dati disponibili per gli

anni 2008-2009), sviluppano una potenza

complessiva di 7500 KW circa e occupano

circa 66 ettari di suolo. Tutti gli impianti

sono caratterizzati da una potenza che

non supera mai i 1000 KW.

Rispetto al dato regionale riferito al 2009

(fonte RSA 2009 dell’ARPA Puglia) la

produzione complessiva di energia

fotovoltaica è ancora molto bassa (6,25

kw per ettaro contro i 49,4 kw per ettaro

regionali).

Non sono disponibili dati disaggregati a

livello comunale circa i consumi energetici

totali, per settore merceologico e per

categoria di utilizzatori. Tali dati

consentirebbero la costruzione

dell’indicatore sull’efficienza energetica del

comune attraverso il rapporto tra consumi

energetici e PIL, utile anche nella fase

successiva di monitoraggio.

3.2.8 Agricoltura: aziende agricole e SAU

Sulla base di un metodo combinato di foto

interpretazione e sopralluoghi di campo è stata

elaborata una descrizione dell’uso del suolo che

analizza la situazione colturale del territorio di

Corigliano al 2005.

Di seguito si riportano i valori percentuali riscontrati

nelle varie classi di destinazione d’uso individuate:

frutteti: 0,2 %

incolti: 9.3%

uliveti 9.8%

pascoli: 10,2%

indirizzo misto: 25,5 %

seminativi: 28.6%

lecceta: 0,9%

altra vegetazione spontanea: 0,1%

vigneti: 0,4%

Le 480 aziende agricole di Corigliano d’Otranto outilizzano l’88% circa della superficie

disponibile, con una dimensione media aziendale di 2,37 ettari di superficie agricola totale e 2,1

Impianti fotovoltaici nel territorio comunale di Corigliano d’Otranto (anni 2008-2009)

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ettari di superficie agricola utilizzata (SAU3). La superficie agricola totale ammonta a 1007,01

ettari pari al 36% della superficie del territorio comunale.

Nonostante parte della popolazione leccese sia dedita all'attività agricola, il settore concorre

solo per il 3,1% alla formazione del valore aggiunto provinciale, intendendo per valore aggiunto

la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche

produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati (materie prime e

ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive).

A Corigliano la superficie agricola totale viene utilizzata per l’88.68% di cui circa il 60% a

seminativi, il 39% a coltivazioni legnose agrarie e meno dell’1% a prati permanenti e prati

pascoli. Il restante 11,32% viene impiegato solo per lo 0,35% da colture boschive e il 10,97%

da altre superfici. Tra i seminativi l’80,85% delle aree è coltivato a cereali, l’8,24% a coltivazioni

orticole e il restante 10,9% a coltivazioni foraggiere avvicendate. La quota parte maggiore delle

coltivazioni legnose agrarie è rappresentata dall’olivo (94,17%), la vite e i frutteti non

raggiungono il 3%, mentre gli agrumi superano di poco lo 0,5% del totale.

3.2.10 Turismo

A Corigliano d’Otranto si registrano 6.104 arrivi e 18.422 presenze, tra turisti italiani e stranieri

nel 2010.

La crescita del settore da un lato contribuisce positivamente allo sviluppo socio-economico,

dall’altro può generare impatti sull’ambiente. Le condizioni di criticità ambientale sono

determinate dal consumo di risorse energetiche, idriche, e di territorio (suolo, vegetazione, etc.)

e dalle pressioni generate sull’aria, sui rifiuti, sull’ambiente marino costiero, sul suolo, sul

paesaggio. E’ pur vero che Crigliano non essendo centro costiero, soffre meno la pressione

esercitata dalla stagionalità del fenomeno turistico.

In Puglia, come nel resto d’Italia, la stagionalità è una delle caratteristiche principali del

fenomeno turistico.

Gli indicatori di pressione ambientale sono in grado di monitorare il carico del turismo sul

territorio, le pressioni e gli impatti esercitati sull'ambiente. Il rapporto "numero degli arrivi per

popolazione residente" rappresenta il peso del turismo sulle dimensioni urbane, mentre il

rapporto "presenze per popolazione residente" offre l'idea dello sforzo sopportato dal territorio e

dalle sue strutture in termini di surplus di servizi e di infrastrutture (trasporti,approvvigionamento

3 Superficie Agricola Utilizzata (SAU): insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto; costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole.

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idrico e alimentare, smaltimento di acque reflue e di rifiuti, strutture per il tempo libero)

necessario a colmare la differenza del numero di residenti dovuta alla fluttuazione stagionale

delle presenze.

INTENSITA’ TURISTICA

Popolazione residente

(2010)

Arrivi

(2010)

Arrivi/abitanti

(2010)

Presenze

(2010)

Presenze /abitanti

(2010)

5.889 6.104 0.96 18.422 3,13

Il rapporto arrivi/abitanti risulta allineato con il dato provinciale alla stessa data, mentre il

rapporto presenze/abitanti mostra un valore pari a 3,13 contro 5,1 del dato provinciale.

3.2.11 Rifiuti

Corigliano d’Otranto fa parte dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) Le 2, che comprende i

seguenti comuni: Alezio, Andrano, Aradeo, Bagnolo del Salento, Botrugno, Cannole,

Carpignano Salentino, Castrignano de' Greci, Castro, Collepasso, Corigliano d'Otranto, Cursi,

Cutrofiano, Diso, Galatina, Galatone, Gallipoli, Giuggianello, Giurdignano, Maglie, Martano,

Melpignano, Minervino di Lecce, Muro Leccese, ò ,Neviano, Nociglia, Ortelle, Otranto,

Palmariggi, Poggiardo, San Cassiano, Sanarica, Sannicola, Santa Cesarea Terme, Scorrano,

Seclì, Sogliano Cavour, Soleto, Spongano, Sternatia, Supersano, Surano, Tuglie, Uggiano la

Chiesa, Zollino.

Obiettivi del piano d’Ambito: pianificazione e programmazione

Il piano d’Ambito ha intenzione di attivare nel primo periodo di attuazione del PO FESR 2007-

2013:

- interventi di miglioramento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti

inquinati

- potenziamento e ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata

- realizzazione di impianti di compostaggio

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- potenziamento della rete impiantistica dedicata al trattamento e valorizzazione delle frazioni

rivenienti dalla raccolta differenziata. Completamento della dotazione impiantistica di base

per il trattamento della frazione residuale dei rifiuti urbani

- bonifica di siti di interesse nazionale e regionale inquinati

- azioni di informazione.

Nel medio periodo ha intenzione di avviare azioni di pianificazione relativi alla realizzazione di

impianti di compostaggio e isole ecologiche informatizzate in ognuno dei comuni dell’ATO.

Dotazione impiantistica

L’ATO è dotata di un impianto complesso di trattamento RSU residuali da raccolta differenziata

(selezione, biostabilizzazione a Poggiardo e discarica servizio-soccorso nel comune di

Corigliano d’Otranto) e un impianto di produzione CDR localizzato nel comune di Cavallino.

Produzione di RU e raccolta differenziata

Nel 2011 il comune di Corigliano d’Otranto ha prodotto RSU per un totale di 2.243.735,00 Kg,

di cui il 29,98 differenziata. Negli anni precedenti la percentuale di raccolta differenziata sul

totale è stata di un punto percentuale circa più bassa e comunque piuttosto distante

dall’obiettivo nazionale (Testo Unico Ambientale) del 65% entro il 2012, mentre la produzione di

rifiuti pro-capite/anno per il 2011 risulta pari a kg 381 da portare a 300 kg pro-capite/anno

fissati dal V Programma comunitario d’Azione Ambientale.

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4 IL PIANO: DAGLI OBIETTIVI GENERALI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI E LE MODALITA’ DI AZIONE

Il PUG 2012, in coerenza con gli strumenti di pianificazione e programmazione sovraordinati,

persegue le seguenti finalità generali:

a) la tutela e la valorizzazione ambientale e paesaggistica, da perseguire attraverso la

cura della risorsa naturale “acqua”; l’utilizzazione e la produzione dell’energia da fonti

rinnovabili; la conoscenza, il monitoraggio, la salvaguardia, la riqualificazione e la

messa in valore dei beni culturali e del paesaggio, con particolare riferimento al

patrimonio rurale;

b) il miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano, da perseguire

attraverso: la riqualificazione e valorizzazione del tessuto edilizio esistente;

l’integrazione sociale delle diverse etnie presenti sul territorio; la realizzazione di

edilizia economica e popolare al fine di rispondere alle esigenze abitative; il

potenziamento, il miglioramento, la valorizzazione e la nuova individuazione di spazi

per aggregazione sociale e di partecipazione alla vita cittadina;

c) lo sviluppo socio-economico, da perseguire attraverso: l’ampliamento, il miglioramento e

la razionalizzazione delle aree produttive lungo la SS. 16; la valorizzazione della

cultura e delle tradizioni locali; il potenziamento e la valorizzazione delle iniziative a

turistiche a carattere ecocompatibile.

Il PUG 2012 persegue tali finalità, seguendo criteri di equità, economicità, efficacia, pubblicità e

semplificazione dell'azione amministrativa, nel rispetto dei principi della massima

partecipazione e trasparenza e della sostenibilità, della qualità urbana e della perequazione

urbanistica nel quadro della legislazione vigente.

Il PUG, ai sensi dell’Art. 9 della LR 20/2001 e degli Indirizzi del DRAG, articola i contenuti

progettuali in “previsioni strutturali” e in “previsioni programmatiche”.

Le “previsioni strutturali” sono oggetto della parte strutturale del PUG (PUG/S) che definisce gli

obiettivi e la disciplina di salvaguardia e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio,

indica le scelte di assetto di medio-lungo periodo a partire dai contesti territoriali individuati e

detta indirizzi e direttive per le previsioni programmatiche e per la pianificazione attuativa.

Le “previsioni programmatiche” sono oggetto della parte programmatica del PUG (PUG/P) che

contiene gli obiettivi specifici e la disciplina delle trasformazioni diffuse delle componenti

territoriali non disciplinate dal PUG/S, nonché degli interventi di trasformazione territoriale,

coerenti con il livello strutturale e realizzabili nel breve-medio periodo. Per le previsioni

programmatiche da realizzarsi tramite attuazione indiretta, il PUG/P ne stabilisce il termine di

validità, compreso tra i cinque e i dieci anni, entro il quale va sottoscritta la relativa convenzione

urbanistica, pena la decadenza della previsione.

La disciplina del PUG 2012 si esprime attraverso indirizzi, direttive e prescrizioni.

Gli indirizzi, sono intesi come disposizioni che il PUG/S fornisce per la definizione della

disciplina del PUG/P ai fini della tutela, della gestione sostenibile, della riqualificazione e la

trasformazione del territorio nonché per il corretto inserimento paesaggistico delle azioni di

trasformazione.

Le direttive sono intese come disposizioni alle quali è obbligatorio attenersi nella formazione del

PUG/P e degli strumenti attuativi del piano. Le direttive sono dettate dal PUG/S e dal PUG/P in

coerenza con eventuali indirizzi forniti dal PUG/S.

Le prescrizioni sono disposizioni cogenti, direttamente vincolanti e conformative della proprietà

privata, relativamente agli usi e alle trasformazioni urbanistico-edilizie degli immobili e delle

aree. Le prescrizioni si esprimono nei modi e nelle forme stabilite nel presente Titolo ed hanno

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ad oggetto i temi di cui al successivo Art. I.6, comma 3. Le prescrizioni relative alle Invarianti

strutturali, di cui alla Parte Seconda, Titolo III delle presenti norme, sono oggetto del PUG/S. Le

prescrizioni relative alle altre componenti del territorio sono oggetto della disciplina del PUG/P.

La conformazione della proprietà è progressiva. Essa ha inizio con le previsioni del PUG/S e si

completa con la disciplina urbanistica generale di PUG/P nel caso di interventi ad attuazione

diretta, con la disciplina di PUE nel caso di interventi ad attuazione indiretta.

4.1 Riferimenti, articolazioni e disciplina del piano

Il PUG 2012, formato ai sensi della legislazione nazionale e regionale vigenti, è redatto in

coerenza con il Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Indirizzi, criteri e

orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali

(PUG), approvato con DGR n.1328 del 03.08.2007, nonché con gli indirizzi, le direttive e le

prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce, approvato con

DCP n. 75 del 24.10.2008.

Il complesso delle prescrizioni normative del PUG deriva, oltre che dal dettato degli strumenti

di pianificazione o di settore sovraordinati, anche dall’Atto di Indirizzo per la formazione del

PUG, approvato con Delibera di Giunta n. 78 del 14.06.2007, dal Documento Programmatico

Preliminare adottato dal Consiglio Comunale il 20.07.2009 e successivamente pubblicato,

nonché dall’insieme delle conoscenze raccolte e sistematizzate nel Sistema delle

Conoscenze e nei Quadri Interpretativi e dai criteri definiti nel Rapporto Ambientale della

VAS.

Il PUG 2012 regola le trasformazioni di cui dettando indirizzi e prescrizioni progettuali e

procedimentali che, nel loro insieme, costituiscono la disciplina di piano e riguardano:

a) caratteristiche fisiche (quantitative e qualitative) delle trasformazioni;

b) caratteristiche funzionali (destinazioni e modalità d'uso) dell'elemento trasformato;

c) requisiti prestazionali dell'elemento trasformato;

d) prerequisiti del territorio per l'assorbimento degli effetti urbanistici, ambientali,

paesaggistici e delle trasformazioni sul contesto territoriale;

e) soddisfacimento degli standard di legge;

f) modalità di attuazione delle trasformazioni.

La disciplina del PUG 2012, sia per quanto riguarda le disposizioni strutturali del PUG/S sia per

quanto riguarda le disposizioni programmatiche del PUG/P, è strutturata sull’articolazione del

territorio comunale in Contesti territoriali e Invarianti strutturali di cui al DRAG. In particolare, i

Contesti sono distinti tra Contesti rurali e Contesti urbani; le Invarianti strutturali sono

considerate appartenenti al Sistema naturalistico-ambientale o al Sistema del patrimonio

storico-culturale, o al Sistema della mobilità, delle reti tecnologiche e degli impianti, o al

Sistema delle dotazioni urbane e territoriali. Per i Contesti territoriali il PUG/S fissa obiettivi e

prestazioni, da perseguirsi attraverso disposizioni strutturali e disposizioni programmatiche ed

individua al loro interno gli Ambiti di trasformazione, la cui attivazione per Comparti e la cui

disciplina è definita dal PUG/P in coerenza le specifiche indicazioni del PUG/S; per le Invarianti

strutturali il PUG/S definisce direttamente la disciplina.

Il PUG 2012 individua all’interno dei Contesti rurali e dei Contesti urbani, oltre alle Invarianti

strutturali, le altre componenti che non costituiscono invarianti strutturali le quali sono oggetto

delle disposizioni del PUG/P.

Le componenti, individuate negli elaborati grafici, sono disciplinate rispettivamente dal PUG/S o

dal PUG/P e costituiscono zonizzazione urbanistica, ambientale e paesaggistica dell'intero

territorio comunale.

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4.2 La forma del Piano

Si intende per forma piano la modalità con la quale il piano articola, formula ed organizza la

propria disciplina in funzione delle proprie intenzioni progettuali in riferimento allo stato di fatto e

di diritto delle diverse porzioni del territorio, tenendo conto delle diverse disposizioni

sovraordinate, utilizzando diverse modalità attuative e tecniche di piano. Allo scopo di illustrare

la forma piano del PUG 2012 si descrivono di seguito dell’articolazione del territorio comunale

assunta dal piano per le disposizioni strutturali e per le disposizioni programmatiche, gli

elaborati del piano e la struttura dell’apparato normativo, i meccanismi attuativi adottati.

4.3 L’articolazione del territorio comunale

Il PUG 2012 è composto, in ossequio agli indirizzi del DRAG per la formazione dei Piani

Urbanistici Generali (PUG), di previsioni e disposizioni strutturali e di previsioni e disposizioni

programmatiche.

La disciplina del PUG 2012, sia per quanto riguarda le disposizioni strutturali del PUG/S sia per

quanto riguarda le disposizioni programmatiche del PUG/P, è strutturata sull’articolazione del

territorio comunale in Contesti territoriali ed Invarianti strutturali la cui individuazione sul

territorio è contenuto fondamentale del PUG/S. Mentre i Contesti, che ricomprendono al loro

interno componenti diversi dello spazio (spazi aperti, edificato, infrastrutture, etc), consento di

interpretare e valutare le condizioni ambientali, insediative e relazionali complessive delle varie

porzioni del territorio comunale, si prestano a individuare obiettivi ed intenzioni progettuali cui

orientare la disciplina urbanistica degli elementi che li compongono, le Invarianti strutturali, che

riguardano i singoli oggetti per le quali è scontata l’intenzione progettuale della conservazione e

della tutela o della salvaguardia, possono e devono essere oggetto di disciplina

immediatamente applicabile.

In relazione a questa interpretazione del significato nella forma del piano dei Contesti e delle

Invarianti, il PUG 2012 nel PUG/S individua planimetricamente i Contesti e li fa oggetto di

indirizzi e direttive per la successiva definizione, da parte del PUG/P, della disciplina

urbanistica del territorio in essi ricompreso; individua poi planimetricamente le Invarianti e le

disciplina.

Allo scopo di formulare e comunicare in modo più significativo ed efficace i contenuti di cui

sopra e di orientare la definizione della disciplina urbanistica, il PUG/S articola i Contesti in

rurali ed urbani per identificarne, fin da subito ed in modo sintetico, il carattere di appartenenza

allo spazio rurale o allo spazio urbano; il PUG/S analogamente classifica le Invarianti in

riferimento alla loro appartenenza al Sistema naturalistico-ambientale, al Sistema del

patrimonio storico-culturale, al Sistema della mobilità, delle reti tecnologiche e degli impianti e

del Sistema delle dotazioni urbane e territoriali.

Il contenuto progettuale del PUG/S si esprime, a livello di insieme, attraverso le previsioni che

riguardano il progetto di Rete ecologica ed il progetto della mobilità e, soprattutto, attraverso la

individuazione di tre Progetti strategici: “Mezzaluna verde”, “Mezzaluna urbana”, “Porta urbana

orientale”. Per la attivazione ed attuazione di detti progetti, del progetto della mobilità nonché

per rispondere alle esigenze di sviluppo della città, il PUG/S individua gli Ambiti di

trasformazione come porzioni di contesto urbano trasformabili attraverso un processo di

programmazione e definizione della disciplina urbanistica affidato al PUG/P e che il PUG/S

stesso orienta attraverso apposite schede (le Schede d’Ambito di trasformazione); queste

ultime prevedono l’individuazione da parte del PUG/P di comparti unitari da sottoporre ad

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attuazione indiretta tramite PUE, la applicazione di criteri perequativi e di incentivi per la

sostenibilità ambientale e la qualità degli interventi.

Allo scopo di definire la disciplina urbanistica del territorio non ricompreso nelle Invarianti

strutturali disciplinate dal PUG/S, il PUG/P articola i Contesti, sia rurali che urbani, in

componenti oggetto appunto di detta disciplina. Le principali componenti dei Contesti rurali

sono l’Area agricola, l’Insediato sparso esistente, la Nuova edificazione. Le componenti dei

Contesti urbani, oggetto di specifica disciplina, prevalentemente ad attuazione diretta, sono i

Tessuti, articolati in rapporto al Contesto di appartenenza, ed i Comparti, ciascuno dei quali

sottoposto ad attuazione indiretta unitaria, e definito articolando gli Ambiti di trasformazione

secondo gli indirizzi e le direttive del PUG/S; essi sono oggetto di disciplina urbanistica

generale per la formazione dei relativi PUE.

4.4 L’apparato normativo del piano

La Relazione generale e le Norme tecniche d’attuazione del Piano hanno ad oggetto

contemporaneamente sia il PUG/S che il PUG/P per motivi di sostanziale unicità e continuità

delle disposizioni strutturali e programmatiche del Piano.

Le carte previsionali e cioè la Carta delle previsioni strutturali e la Carta delle previsioni

programmatiche, ambedue composte da tre planimetrie in rapp. 1:5.000 sono distinte a causa

del loro diverso contenuto.

Le disposizioni del PUG/S per essere adeguatamente rappresentate hanno richiesto la

elaborazione di altre Carte, in rapp. 1:10.000, dedicate, oltre che all’adeguamento al PUTT/P,

alla Rete ecologica (Carta della Rete ecologica) ed al paesaggio (Carta per la qualità

paesaggistica del territorio); queste ultime necessarie per applicare quei contenuti della

disciplina di piano orientati a favorire la qualità ecologica e paesaggistica.

Sia le disposizioni del PUG/S sia quelle del PUG/P relative alla disciplina dei suoli sottoposti

alle previsioni più trasformative, sono espresse in particolare nelle Schede d’Ambito e nelle

Schede di Comparto, raccolte nei due repertori rispettivmente del PUG/S (Repertorio delle

Schede degli Ambiti di trasformazione) e del PUG/P (Repertorio delle Schede dei Comparti di

trasformazione).

Il contenuto dei due tipi di Schede è in stretta relazione. In particolare quello della Scheda

d’Ambito, del PUG/S, è strettamente propedeutico al contenuto della Scheda di Comparto,

definita dal PUG/P. in effetti la Scheda d’Ambito contiene obiettivi relativi al paesaggio, agli

aspetti insediativi, alle reti infrastrutturali, agli spazi e ai servizi pubblici cui vanno finalizzate le

previsioni del PUG/P e la relativa disciplina. Contiene inoltre i criteri per la definizione dei

Comparti, le grandezze urbanistiche da applicarsi e le destinazioni d’uso da prevedersi nella

definizione in sede di PUG/P della disciplina urbanistica per la formazione del PUE. Contenuto

essenziale delle Schede d’Ambito è l’attribuzione, alle varie porzioni dell’Ambito, tenendo conto

della destinazione pregressa di Programma di Fabbricazione, degli Indici di utilizzazione

territoriale perequati (UtP) da attribuirsi ai suoli ricompresi nei Comparti.

In continuità con la Scheda d’Ambito, la Scheda di Comparto del PUG/P contiene

l’articolazione in Comparti dell’Ambito di trasformazione di appartenenza e, per i Comparti di cui

è prevista l’attivazione, le disposizioni normative e grafiche necessarie alla formazione dei

PUE. La Scheda è composta da due fogli, dei quali il primo grafico, con lo Schema d’assetto

morfologico-funzionale e l’Indirizzo per la configurazione spaziale estesi all’intero Ambito. Lo

Schema indica, con valore di direttiva per il futuro PUE, l’organizzazione spaziale e la

distribuzione degli spazi aperti e delle Aree di concentrazione delle quantità edificatorie, le linee

di continuità della rete della mobilità e della Rete ecologica. Il secondo foglio, di testo, contiene

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una breve descrizione dello stato di fatto, i principali obiettivi di assetto in coerenza con quelli

d’Ambito definiti dal PUG/S; contiene inoltre, con valore prescrittivo per il PUE, i parametri

urbanistici, ivi compresi gli UtP fissati nella Scheda d’Ambito da applicarsi anche ai fini

perequativi per individuare le quantità edificatorie attribuite alla proprietà, le quantità edificatorie

eventualmente accoglibili per trasferimento di compensazioni o per edilizia residenziale

pubblica, le quantità edificatorie riconosciute come premialità per l’accoglienza, ovvero per la

qualità del progetto, le quantità edificatorie disponibili per compensare l’assunzione di impegni

per la realizzazione di opere extrastandard. La Scheda contiene inoltre la gamma delle

destinazioni d’uso ammesse, le prescrizioni relative alla cessione di aree per standard, agli

impegni relativi alle opere di urbanizzazione secondaria, nonché a prescrizioni particolari da far

oggetto della convenzione urbanistica.

L’apparato normativo è articolato in tre Parti, ciascuna suddivisa in Titoli a loro volta divisi in

Capi; le prime due dedicate alle disposizioni di PUG/S, la terza alle disposizioni del PUG/P.

La Prima parte contiene disposizioni generali per il PUG e fornisce, nei tre Titoli che la

compongono, la definizione di tutti gli elementi utilizzati per la costruzione della disciplina di

piano e da utilizzare nella sua gestione: dai parametri urbanistici, alla classificazione degli usi,

dalle categorie di intervento alle modalità attuative.

La Seconda parte contiene le disposizioni del PUG/S relative agli indirizzi e alle direttive per i

Contesti territoriali rurali ed urbani; contiene inoltre la disciplina delle Invarianti strutturali e gli

indirizzi e direttive per gli Ambiti di trasformazione.

La Terza parte contiene le disposizioni di PUG/P che consistono nella disciplina delle

componenti dei Contesti rurali, di quelli urbani, nonché di quelle di progetto dei Sistemi.

4.5 I meccanismi attuativi del piano

Il Piano prevede di utilizzare i tradizionali meccanismi attuativi diretto e indiretto, accompagnati

da alcune prescrizioni atte a favorirne una applicazione corretta ed efficace. In particolare il

Piano utilizza, accanto all’Attuazione diretta semplice, l’Attuazione diretta condizionata nel caso

della necessità di condizionare l’atto abilitativo di un intervento all’approvazione, in sede

tecnica, di un progetto di sistemazione unitaria di insieme, allo scopo di assicurare il corretto

inserimento dell’intervento nel contesto architettonico e ambientale, ovvero all’impegno, da

parte degli interessati, al completamento di opere di urbanizzazione primaria.

Per quanto riguarda l’Attuazione indiretta, cioè tramite PUE, cui sono assoggettati tutti i

Comparti programmati dal PUG/P per dare attuazione agli Ambiti di trasformazione individuati

dal PUG/S, il Piano ne precisa una utilizzazione particolarmente assistita dal PUG/P, il quale è

ricco di indicazioni, attraverso le Schede dei Comparti, di indicazioni e di suggerimenti circa i

contenuti del futuro PUE e della convenzione relativa.

Il PUG 2012 prevede anche, per un caso specifico e cioè per l’Ambito di riorganizzazione

dell’ingresso alla città, la possibilità di far ricorso all’Attuazione indiretta condizionata a

procedura selettiva che consiste nel condizionare l’inserimento di una previsione di

trasformazione nel PUG/P, alla selezione, attraverso un procedimento concorsuale, di un

assetto urbanistico scelto tra proposte diverse sia per suoli impegnati, che per soluzioni

progettuali, che per soggetti operatori, come quello più conveniente e rispondente al

perseguimento degli obiettivi di pubblico interesse posti a base del procedimento concorsuale.

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5 LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ 5.1 Scenario di riferimento e scenario di piano

Lo scenario di riferimento in assenza di piano può essere riferito alle risposte evidenziate nel

paragrafo 5.2.3 del rapporto, con riferimento alle diverse componenti ambientali, regolamentate

dagli altri piani e programmi vigenti, in larga parte riferiti alla scala regionale e provinciale e

pertanto poco sensibili alle specificità locali del territorio comunale e privi di strategie di

raccordo.

Uno scenario così delineato presuppone pertanto esiti non solo parziali ma anche la probabile

generazione di potenzialità di conflitto.

Nell’arco temporale di validità del PUG2012 ci si attende un miglioramento della qualità dell’aria

e una riduzione dei consumi energetici complessivi grazie alle azioni per la mobilità urbana, per

l’edilizia sostenibile residenziale e per le attività produttive. Allo stesso modo le azioni sullo

spazio rurale e quello urbano, con riferimento alla chiusura del ciclo delle acque, alla

realizzazione di reti per la mobilità dolce, all’incentivazione di pratiche agricole estensive

perseguono obiettivi di tutela dei corpi idrici sotterranei sia in termini di preservazione della

risorsa acqua, sia in termini di tutela qualitativa.

L’attuazione delle previsioni programmatiche con riferimento alle trasformazioni propriamente

urbanistiche sono tese da una parte a ridurre dall’altra a gestire il consumo di suolo, con

l’obiettivo specifico di arrestare il meccanismo delle frequenti realizzazioni in variante agli

strumenti previgenti (con riferimento alle aree produttive), prive di qualità ecologica e

paesaggistica, gettando le basi per l’avvio di una progettazione sostenibile non solo della

componente edificata ma anche dello spazio urbano. Si rimanda a tal proposito al Repertorio

delle Schede degli Ambiti di Trasformazione PUG/S.2 e al Repertorio delle Schede dei

Comparti PUG/P.2.

La disciplina delle invarianti riferite al sistema naturalistico ambientale e le norme che regolano

l’edificazione in zona agricola sono tese a preservare gli spazi naturali esistenti e a consentire

connessioni per la costruzione di una rete ecologica integrata che rappresenti il sistema

riorganizzativo della funzionalità ecologica del territorio nel suo complesso e che si ponga

quindi a fondamento di un nuovo scenario di assetto e gestione del territorio improntato sui

criteri di sostenibilità ambientale.

La disciplina del PUG2012 per il paesaggio è mirata non solo a rispondere ai piani specifici

sovraordinati, ma considera il paesaggio come indicatore della qualità dello sviluppo territoriale

ed urbano, e il paesaggio di qualità come fondamentale risorsa per lo sviluppo. Per questo il

PUG/S assume il paesaggio come categoria sintetica di lettura-interpretazione del territorio e,

al contempo, come categoria di proposta/progetto per il medesimo territorio. Ciò sulla base di

una concezione del paesaggio che si fonda sull’approccio percettivo e considera il paesaggio

come linguaggio del territorio.

Il progetto delle reti per la mobilità dolce inoltre stabilisce nuove opzioni per la fruizione dei beni

culturali e ambientali diffusi. Le limitazioni della dispersione e le regole insediative e degli usi

per lo spazio rurale declinate sulla base delle peculiarità specifiche dei contesti, tendono a

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stabilire regole di convivenza tra i diversi paesaggi del territorio di Corigliano ai fini della sua

concreta valorizzazione.

5.2 La coerenza

L'orientamento alla sostenibilità di tutte le azioni governate dalla Pubblica amministrazione

richiede che siano dimostrate, nel processo di VAS, la coerenza esterna e la coerenza interna

di ciascun piano. La coerenza esterna riguarda il sistema degli obiettivi: gli obiettivi generali del

piano devono contribuire o almeno non essere in contraddizione con gli obiettivi ambientali

definiti da piani, programmi o decisioni di livello sovraordinato. L'analisi della coerenza esterna

costituisce una componente sostanziale ai fini della valutazione del grado di orientamento alla

sostenibilità dell'azione di Piano. Essa rende evidente infatti la capacità del Piano sottoposto a

VAS di collaborare con Piani e programmi di altri settori o di altri livelli di governo al

raggiungimento di comuni obiettivi generali di tutela dell'ambiente. La coerenza interna riguarda

invece il sistema degli obiettivi specifici del piano e le azioni proposte dal piano stesso. Non

dovrebbero sussistere contrasti tra i diversi obiettivi specifici e non dovrebbero sussistere

contrasti tra le azioni finalizzate al raggiungimento di un obiettivo e il raggiungimento degli altri

obiettivi. Ad ogni obiettivo dovrebbe corrispondere almeno una azione finalizzata a conseguirlo

e un indicatore idoneo a misurarlo.

Viceversa, non dovrebbero essere previste azioni non esplicitamente finalizzate ad uno o più

specifici obiettivi.

Su questi presupposti si sviluppano, nei paragrafi che seguono, l'analisi di coerenza esterna e

l'analisi di coerenza interna del PUG2012.

5.2.1 La coerenza esterna

La valutazione della coerenza esterna si confronta sia con gli obiettivi e le strategie per lo

sviluppo sostenibile delineate a livello europeo (Agenda di Goteborg) e a livello nazionale

(Rapporto Italia 2007), sia con quanto emerge dalla analisi del quadro locale rispetto a quello

che propone il piano.

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5.2.2 Coerenza esterna - Strategia europea per lo sviluppo sostenibile

(Matrice di Valutazione 1 - Agenda di Goteborg, aggiornamenti 2006 e successivi)

OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012

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Ob.1.1 Ridurre le emissioni di gas

a effetto serra e mantenere gli

impegni del protocollo

di Kyoto (entro il 2020 ridurre del

20% le emissioni di CO2 rispetto

al 1990)

Ob.1.2 Adottare una politica

energetica sostenibile

Ob. 1.3 Integrare adattamento ai

cambiamenti climatici e il loro

contenimento in tutte le pertinenti

politiche

Ob.1.4 Aumentare la quota di

energia

coperta da fonti rinnovabili (20%

cento entro il 2010)

Ob.1.5 Promuovere il consumo di

biocarburanti nei trasporti (5,75%

dei consumi entro il 2010,

biocarburanti di

seconda generazione)

Ob.1.6 Migliorare l'efficienza

energetica e

ridurre i consumi complessivi di

energia (+ 20% efficienza

energetica entro il 2020)

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27

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Ob.2.1 Dissociare crescita

economica e domanda di

trasporto

Ob. 2.2 Ridurre consumo di

energia ed emissioni di CO2 nei

trasporti (veicoli leggeri 140 g/km

entro il 2009 e 120 g/km entro il

2012)

Ob. 2.3 Ridurre inquinanti e

minimizzare

effetti sulla salute

Ob. 2.4 Passaggio equilibrato a

modi di trasporto ecocompatibili

Ob. 2.5 Ridurre inquinamento

acustico da trasporti e relativi

effetti sulla salute

Ob. 2.6 Dimezzare il numero dei

decessi per incidenti stradali

rispetto al 2000 entro il 2010

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Ob.3.1 Inquadrare lo sviluppo

sociale ed economico nei limiti

della capacità di carico degli

ecosistemi. Dissociare la crescita

economica dal degrado

ambientale

Ob. 3.2 Migliorare le prestazioni

ambientali dei prodotti e dei

processi e incentivare imprese e

consumatori a tenerne conto

Ob. 3.3 Raggiungere un livello

medio di "ecologizzazione" delle

commesse pubbliche pari a quello

dei paesi più performanti

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Ob. 4.1 Diminuire, migliorando

l'efficacia dell'utilizzo, il consumo

di risorse non rinnovabili:

Consumare le risorse

rinnovabili ad un ritmo compatibile

con la loro capacità di

rigenerazione

Ob. 4.2 Aumentare la

competitività promuovendo

innovazioni ecoefficienti

Ob.4.3 Evitare il

sovrasfruttamento delle

risorse naturali (risorse alieutiche,

la biodiversità, l'acqua, l'aria, il

suolo e l'atmosfera e ripristinare

gli ecosistemi marini degradati

entro il 2015, conformemente al

piano di Johannesburg (2002)

Ob. 4.4 Arrestare la perdita di

biodiversità e contribuire a ridurre

sensibilmente il tasso mondiale di

perdita di biodiversità entro il

2010

Ob. 4.5 Contribuire efficacemente

al conseguimento entro il 2015

dei quattro obiettivi globali ONU

per le foreste.

Ob. 4.6 Ridurre i rifiuti e

migliorare l'efficienza nello

sfruttamento delle risorse

naturali ragionando in termini di

ciclo di vita e promuovendo il

riutilizzo e il riciclaggio.

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Ob. 5.1 Migliorare la protezione

contro le minacce sanitarie

potenziando la capacità di

rispondervi in modo coordinato.

Ob. 5.2 Migliorare ulteriormente la

normativa sui prodotti alimentari e

i mangimi, rivedendo fra l'altro la

legislazione sull'etichettatura dei

prodotti alimentari.

Ob. 5.3 Continuare a promuovere

norme rigorose in materia di

salute e benessere degli animali

nell'Unione europea e a livello

internazionale.

Ob. 5.4 Arrestare l'aumento delle

malattie legate allo stile di vita e

delle malattie croniche,

soprattutto fra i gruppi e nelle

zone svantaggiate sotto il profilo

socioeconomico.

Ob. 5.5 Ridurre le ineguaglianze

in materia di salute sia all'interno

degli Stati membri sia tra di essi

Ob. 5.6 Far sì che entro il 2020 le

sostanze chimiche, antiparassitari

compresi, siano prodotte,

maneggiate e utilizzate in modi

che non pongano rischi gravi per

la salute umana e l'ambiente.

Ob. 5.7 Migliorare l'informazione

sull'inquinamento ambientale e le

conseguenze negative sulla

salute.

Ob. 5.8 Migliorare la salute

psichica e intervenire per

affrontare i rischi di suicidio.

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Ob. 6.1 Assicurare un alto grado

di coesione sociale e territoriale a

livello di UE e negli Stati membri,

nonché il rispetto della diversità

culturale

Ob. 6.2 Sostenere gli Stati

membri nei loro sforzi intesi a

modernizzare la protezione

sociale in vista dei cambiamenti

demografici

Ob. 6.3 Aumentare in modo

significativo la partecipazione al

mercato del lavoro delle

donne e dei lavoratori più anziani

in conformità di obiettivi fissati e

aumentare l'occupazione dei

migranti

Ob. 6.4 Continuare a sviluppare

una politica di migrazione dell'UE,

accompagnata da politiche intese

ad aumentare l'integrazione

dei migranti e delle loro famiglie,

tenendo anche conto della

dimensione economica della

migrazione.

Ob. 6.5 Ridurre gli effetti negativi

della globalizzazione per i

lavoratori e le loro famiglie.

Ob. 6.6 Promuovere l'aumento di

assunzioni di giovani. Intensificare

gli sforzi per ridurre al 10% la

dispersione scolastica e

per assicurare che almeno l'85%

dei ventiduenni abbiano

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completato l'istruzione secondaria

superiore.

Ob. 6.7 Aumentare la

partecipazione delle persone con

disabilità al mercato del lavoro.

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Ob. 7.1 Compiere progressi

significativi verso il rispetto degli

impegni dell'UE per quanto

riguarda gli obiettivi e i traguardi

concordati a livello internazionale.

Ob. 7.2 Contribuire al

miglioramento del governo

mondiale dell'ambiente, specie

nel contesto del follow-up dei

risultati del vertice mondiale 2005,

e al rafforzamento degli accordi

ambientali multilaterali (MEA).

Ob. 7.3 Aumentare il volume di

aiuti fino a raggiungere lo 0,7%

del reddito nazionale lordo (RNL)

nel 2015, con un obiettivo

intermedio dello 0,56% nel 2010.

Ob. 7.4 Promuovere lo sviluppo

sostenibile nel quadro dei

negoziati dell'OMC,

conformemente al preambolo

dell'accordo di Marrakech che

istituisce l'Organizzazione

mondiale del commercio, in cui

s'individua nello sviluppo

sostenibile uno degli obiettivi

principali dell'Organizzazione.

Ob. 7.5 Migliorare l'efficacia, la

coerenza e la qualità delle

politiche di aiuti dell'UE e degli

Stati membri nel periodo 2005-

2010.

Ob. 7.6 Includere le

considerazioni relative

allo sviluppo sostenibile in tutte le

politiche esterne dell'UE,

compresa la politica estera

e di sicurezza comune, fra l'altro

individuando nello sviluppo

sostenibile uno degli obiettivi della

cooperazone allo sviluppo

multilaterale e bilaterale.

Po

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dei

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Istruzione e formazione

aumentare la coesione sociale e il

benessere attraverso investimenti

nel capitale sociale e assicurando

pari opportunità per tutti e la

partecipazione dei cittadini,

specie dei gruppi svantaggiati, per

conseguire un grado di

consapevolezza e di

comprensione più elevato della

complessità e delle numerose

interdipendenze esistenti nel

mondo attuale.

Ricerca e sviluppo

La ricerca sullo sviluppo

sostenibile deve includere progetti

a breve termine di supporto alla

decisione come pure concetti

visionari a lunga scadenza e deve

affrontare problemi di natura

mondiale e regionale.

Deve promuovere orientamenti

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interdisciplinari e transdisciplinari

in cui intervengano le scienze

sociali e naturali e colmare il

divario fra scienza, definizione

delle politiche e attuazione. Deve

essere sviluppato ulteriormente il

ruolo positivo della tecnologia per

la crescita intelligente.

È ancora necessario proseguire la

ricerca sull'interazione fra sistemi

sociali, economici ed ecologici e

sulle metodologie e strumenti di

analisi dei rischi, "back casting"

(verifica di ipotesi attuali usando

usando dati del passato),

"forecasting" (previsione circa il

futuro) e sistemi di prevenzione

Risulta confermata la coerenza del PUG2012 con le strategie europee ed italiane di sviluppo

sostenibile. Sarà possibile verificare il percorso di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità

anche attraverso le fasi di monitoraggio per il piano.

5.2.3 Coerenza esterna - Piani e programmi sovraordinati

I Piani e programmi dei quali valutare le possibili interrelazioni, positive e negative, con il

PUG2012 sono stati selezionati sulla base delle inevitabili interdipendenze degli obiettivi e delle

ricadute sul territorio coinvolto.

PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)

STATO DI ATTUAZIONE

Il Piano di Assetto idrogeologico a stralcio del Piano di Bacino della Regione Puglia è stato

approvato con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia del

30.11.2005 (n.39 del registro delle deliberazioni). La pubblicazione dell’atto è avvenuta sul

B.U.R.P. n.15 del 02/02/2006.

Il Piano è stato successivamente aggiornato più volte, per tenere conto delle modifiche

apportate alle perimetrazioni delle aree a rischio.

NATURA E FINALITÀ

Il Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Puglia (PAI) è

finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e della stabilità geomorfologica

necessario a ridurre gli attuali livelli di pericolosità e a consentire uno sviluppo sostenibile del

territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d'uso.

Il PAI costituisce Piano Stralcio del Piano di Bacino, ai sensi dall’articolo 17 comma 6 ter della

Legge 18 maggio 1989, n. 183 (attualmente recepita dal nuovo Codice dell’Ambiente D. Lgs.

152/2006 del 14/04/2006) ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo,

normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le

norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo ricadente

nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Puglia.

OBIETTIVI GENERALI

la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con interventi

idrogeologici, idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari compatibili con i criteri di recupero

naturalistico;

la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati

e delle infrastrutture contro i movimenti franosi e gli altri fenomeni di dissesto;

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il riordino del vincolo idrogeologico;

la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d’acqua;

lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto intervento

idraulico, nonché della gestione degli impianti.

OBIETTIVI SPECIFICI

la definizione del quadro di rischio idraulico ed idrogeologico in relazione ai fenomeni di

dissesto evidenziati;

l’adeguamento degli strumenti urbanistico-territoriali;

l’apposizione di vincoli, l’indicazione di prescrizioni, l’erogazione di incentivi e l’individuazione

delle destinazioni d’uso del suolo più idonee in relazione del diverso grado di rischio;

l’individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla

tutela ed al recupero dei valori monumentali ed ambientali presenti;

l’individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che

determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di rilocalizzazione;

la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle

infrastrutture con modalità di intervento che privilegino la conservazione e il recupero delle

caratteristiche naturali del terreno;

la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della

naturalità dei bacini idrografici;

il monitoraggio dello stato dei dissesti.

CONTENUTI PRINCIPALI

Il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) individua:

Diversi gradi di pericolosità geomorfologica:

Aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3): porzioni di territorio

interessate da fenomeni franosi attivi o quiescenti;

Aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2): porzioni di territorio caratterizzate

dalla presenza di due o più fattori geomorfologici predisponesti l’occorrenza di instabilità

di versante e/o sede di frana stabilizzata;

Aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1): porzioni di territorio

caratterizzate da bassa suscettività geomorfologia all’instabilità;

Diversi gradi di pericolosità idraulica:

Bassa probabilità di inondazione (BP)

Media probabilità di inondazione (MP)

Alta probabilità di inondazione (AP)

Diversi gradi di rischio idrogeologico:

Rischio moderato (R1)

Rischio medio (R2)

Rischio elevato (R3)

Rischio molto elevato (R4)

Alvei fluviali in modellamento attivo e le aree golenali

Fasce di pertinenza fluviale

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PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO

Nel territorio di Corigliano d’Otranto, rispetto alle componenti di rischio geomorfologico, il

PAI, aggiornato con Delibera di Comitato Istituzionale n. 58 del 07.12.2012 individua:

aree a pericolosità geomorfologia molto elevata - P.G.3

aree a pericolosità geomorfologia elevata - P.G.2

Il territorio di Corigliano d’Otranto, rispetto alle componenti di rischio idraulico individuate dal

PAI, aggiornato con Delibera di Comitato Istituzionale n. 58 del 07.12.2012 , è interessato da:

aree ad alta probabilità di inondazione – A.P.

aree a media probabilità di inondazione – M.P.

aree a bassa probabilità di inondazione – B.P.

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PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE PER LA PUGLIA 2007 – 2013

STATO DI ATTUAZIONE

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 è stato approvato con Delibera di Giunta

Regionale n.148 del 12.02.2008, pubblicata nel B.U.R.P. n. 34 del 29/02/2008.

NATURA E FINALITÀ

Il Programma di Sviluppo Rurale, redatto secondo le indicazioni dei Regolamenti CE n.

1698/2005 e n. 1974/2006 e conformemente agli Orientamenti Strategici Comunitari (OCS) e

al Piano Strategico Nazionale (PSN), è finanziato al 57,5% dal nuovo Fondo Europeo Agricolo

per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e rappresenta uno strumento di attuazione della strategia di

sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2007-2013.

OBIETTIVI GENERALI

L’obiettivo generale del Programma, così come definito dall’art.4 del Reg. (CE) n. 1698/2005,

consiste nell’ "accrescere la competitività del settore agricolo e forestale sostenendo la

ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione".

Tale obiettivo generale si articola nei seguenti quattro obiettivi prioritari:

I. Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale.

II. Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale.

III. Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.

IV. Attuazione dell’impostazione Leader.

OBIETTIVI SPECIFICI

1.1 Promozione dell’ammodernamento e dell’innovazione nelle imprese e dell’integrazione

delle filiere

1.2 Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale

1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche

1.4 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo

e forestale e sostegno del ricambio generazionale:

2.1. Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agroforestali ed alto valore

naturale, da perseguire:

� conservando la diversità delle specie e degli habitat attraverso la tutela e la diffusione di

sistemi agricoli e forestali ad “alto valore naturale”;

� conservando la diversità genetica vgetale promuovendo la coltivazione di specie/varietà a

rischio di estinzione.

2.2. Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde:

� mantenendo e diffondendo pratiche e sistemi agricoli in grado di favorire il risparmio idrico e

la riduzione di carichi inquinanti per l’acqua derivanti dalle attività di coltivazione

2.3. Riduzione dei gas serra:

� riducendo le emissioni di gas ad effetto serra e di ammoniaca, derivanti dalle attività di

coltivazione e incrementando la fissazione di CO2.

2.4. Tutela del territorio da ottenere:

� tutelando gli elementi caratteristici del paesaggio rurale;

� promuovendo la permanenza delle attività agricole sostenibili nelle aree svantaggiate;

� promuovendo i sistemi agricoli e forestali finalizzati alla tutela della risorsa suolo,

contrastando in particolare il fenomeno della desertificazione e, nelle zone collinari, anche i

fenomeni di erosione.

3.1 Mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali in aree rurali

3.2 Miglioramento dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione

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CONTENUTI PRINCIPALI

Nel PSR, il territorio regionale è stato suddiviso in 4 macro aree omogenee (come illustrato in

figura):

A - Poli urbani;

B - Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata;

C - Aree rurali intermedie;

D - Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.

PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO Misura 311 Azione 1: Ospitalità agrituristica La Misura 3.1.1 del PSL, ovvero “Diversificazione in attività non agricole”, si pone l’obiettivo di  incrementare la diversificazione delle attività e delle fonti di reddito della famiglia agricola, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse fisiche, naturali e agricole disponibili, favorire l’ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro, contrastare la diminuzione di competitività del settore agricolo e il conseguente abbandono delle attività. In particolare, l’obiettivo dell’Azione 1 “Investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica in contesto aziendale” è quello della costituzione di un sistema agrituristico di alto livello sia per quanto riguarda la qualità che per la completezza dei servizi offerti. Per questo il GAL Isola Salento  nell’aprile del 2011 ha pubblicato il “Bando pubblico per la presentazione di domande di aiuto sull’Azione 1 – Investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica in contesto aziendale secondo le disposizioni normative vigenti” che ha messo a disposizione di privati imprenditori contributi pubblici a copertura del 50% dei costi ammissibili.    Misura 311 azione 2 – Masserie Didattiche Le masserie didattiche sono aziende agricole che si impegnano nell’educazione del pubblico e, in particolare, nell’accoglienza e nell’educazione di gruppi scolastici e di individui promuovendo la conoscenza degli aspetti storici, culturali e antropologici legati all’agricoltura e all’ambiente rurale. La Regione Puglia ha posto particolare attenzione su questo tema attraverso la Legge Regionale n.2/2008 che regola il riconoscimento, l’accreditamento e le attività del percorso formativo delle masserie didattiche. La procedura individuata dalla legge stabilisce criteri e caratteristiche che le aziende agricole devono possedere per richiedere il riconoscimento e lo svolgimento conseguente delle attività socio educative. La “didattica” nelle masserie responsabilizza la pratica agricola, assegnandole un ruolo pedagogico che valorizza e consolida la nuova era della multifunzionalità rurale: ad esse il compito di “fare scuola” a piccoli e grandi attraverso la promozione dei valori legati all’ambiente, all’alimentazione sana e consapevole, all’agricoltura sostenibile ed allo spazio rurale. Attraverso questo bando il GAL Isola Salento ha inteso incrementare la fornitura di servizi educativi e didattici alla popolazione, con particolare riferimento a quella scolare e studentesca,  promuovendo una rete di fattorie didattiche sul territorio. Anche in questo caso la finalità è quella di sostenere la diversificazione delle attività e dei servizi per la qualità della vita, nonché la diversificazione del reddito della famiglia agricola.  Misura 311 azione 4 ‐ Produzione e commercializzazione di prodotti artigianali in ambito aziendale Sempre a bando è stata attivata anche l’azione 4 della misura 311 mirata alla realizzazione di spazi aziendali attrezzati, per la trasformazione, esposizione e vendita di prodotti artigianali non compresi nell’Allegato 1 del Trattato costitutivo della UE. Anche in questo caso l’obiettivo del bando è stato quello di diversificare le attività agricole e al fine di favorire la creazione di nuove fonti di reddito e occupazione, valorizzando il ruolo multifunzionale delle aziende agricole.   Misura 313 azione 2 ‐ Centri di Informazione, Accoglienza Turistica e Promozione dei Prodotti Tipici Locali Il territorio di intervento del nostro GAL, presenta una notevole attrattività turistica, ancora non pienamente espressa soprattutto nei contesti rurali più periferici. Ciò avviene per la diffusa limitatezza di una offerta qualificata, di servizi di indirizzo e guida per il turista, di strutture che agevolino la fruizione delle aree naturali. Così le linee strategiche intercettate dal Piano di Sviluppo Locale "Distretto Turistico Rurale di Qualità" hanno previsto di procedere ad una diversificazione dell’economia dell'area 

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grazie alla valorizzazione in chiave turistica delle risorse locali ed allo sviluppo di prodotti turistici che sappiano coniugare l’offerta ricettiva con l’offerta di prodotti tipici, con la fruizione di siti naturali e con le risorse storico‐culturali. Pertanto, grazie alle previsioni della Misura 313 Azione 2 dello stesso PSL, il GAL ha attivato le Amministrazioni Comunali partner in vista della definizione di investimenti ad esclusiva titolarità pubblica che, nel contesto della strategia di sviluppo locale, assumono un’importante priorità realizzativa, quali quelli relativi alla realizzazione di una rete di Centri di Informazione, Accoglienza Turistica e Promozione dei Prodotti Tipici Locali del GAL.  Misura 313 azione 4 ‐ Commercializzazione e promozione dell’offerta di turismo rurale. L’obiettivo principale della Misura 3.1.3. “Incentivazione di attività turistiche” è quello di diversificare l’economia del comprensorio territoriale del GAL Isola Salento valorizzando in chiave turistica le risorse locali, sviluppando  prodotti turistici che sappiano coniugare l’offerta ricettiva con l’offerta di prodotti tipici, con la fruizione di siti naturali e con le risorse storico‐culturali.L’Azione 4 “Commercializzazione e Promozione dell’offerta turistica rurale” in particolare mira a promuovere servizi per la commercializzazione dell’offerta ricettiva e servizi per la conoscenza e la fruizione del territorio e delle sue risorse.   Misura 313 azione 5 ‐ Creazione di strutture di piccola ricettività. Anche l’azione 5 ha l’obiettivo di migliorare la qualità e quantità dei servizi turistici rurali questa volta attraverso la riqualificazione e l’adeguamento di immobili, nonché l’acquisto di arredi e di attrezzature per lo svolgimento di attività ricettive di piccole dimensioni non classificate come strutture alberghiere e organizzate in forme innovative di ospitalità (quali ad esempio l’albergo diffuso). Nel nostro territorio i centri storici costituiscono un patrimonio unico nel suo genere che è rimasto sostanzialmente intatto, anche se spesso in stato di abbandono. La creazione di forme di ricettività organizzata al loro interno rappresenta uno strumento per dare valore a questo particolare e peculiare aspetto della identità del comprensorio. 

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PROGRAMMA OPERATIVO FESR 2007/2013

Stato di attuazione

Il programma è in fase di attuazione. Il ciclo di spesa si chiuderà nel 2015.

Natura e finalità

Il programma disciplina l’erogazione dei fondi strutturali relativamente allo Sviluppo Regionale

nella Regione Puglia.

L'obiettivo è quello di sostenere lo sviluppo e la crescita del sistema economico al fine della

convergenza con i livelli medi di sviluppo dell'UE, mobilitando le potenzialità endogene

regionali tramite il miglioramento della competitività ed attrattività del sistema territoriale e la

diversificazione e innovazione delle strutture produttive.

Obiettivi generali

Le priorità d’intervento e i relativi obiettivi strategici possono essere sintetizzabili come segue:

Asse I “Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la

competitività”

In linea con la strategia di Lisbona l’obiettivo generale dell’asse è lo sviluppo del sistema

regionale dell’innovazione

Asse II ”Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali ed energetiche per lo sviluppo”

L’obiettivo generale è: Garantire le condizioni di sostenibilità ambientale dello sviluppo e livelli

adeguati di servizi ambientali per la popolazione e le imprese

Asse III “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale”

Obiettivi strategici regionali sono i seguenti:

- promuovere e sostenere una strategia di inclusione sociale e di costruzione di una società

regionale inclusiva.

- sostenere e qualificare una strategia orientata alla tutela della salute e del benessere

Asse IV “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo”.

Il macro obiettivo della politica regionale è “migliorare l’attrattività del territorio regionale, anche

turistica, attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e paesaggistiche per uno

sviluppo in chiave sostenibile

Asse V “Reti e collegamenti per la mobilità”

- Creazione di una “piattaforma logistica regionale” integrata e polivalente

- Creazione di un sistema di trasporto pubblico integrato

- Sviluppo di reti di trasporto locali ed urbane sostenibili ed accessibili

Asse VI: “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione”

Macro obiettivi della politica industriale regionale sono:

- Innovazione e competitività delle filiere tradizionali verso segmenti di prodotto e mercato a

maggiore valore aggiunto.

- Nascita, attrazione e sviluppo di nuove specializzazioni manifatturiere e terziarie, a più

elevato contenuto tecnologico e di conoscenza.

Asse VII “Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani”

- Contrasto dell’abbandono

- Rafforzamento dei caratteri identitari dei luoghi come risorse da tutelare e valorizzare per

favorire il progresso socio economico e la crescita dell’occupazione

Asse VIII “Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse”

La finalità della politica regionale di intervento a favore della promozione

dell’internazionalizzazione

può essere sintetizzata nel concetto di “far conoscere la Puglia, frontiera dell’Europa nel

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Mediterraneo, nel mondo e far conoscere il mondo in Puglia”, così come definito

nell’ambito del Piano regionale per

l’internazionalizzazione (PRINT).

Asse IX “Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci”

- Promuovere l’innovazione della pubblica amministrazione e rafforzare il rapporto con i

cittadini attraverso la partecipazione e il dialogo

- Superare le criticità “di sistema” della pubblica amministrazione nella gestione del PO FESR

Obiettivi specifici

ASSE I

a) Elevare la domanda e la propensione delle imprese ad investire in Ricerca ed Innovazione

b) Qualificazione del sistema regionale pubblico della ricerca e migliorare il raccordo tra

domanda e offerta

c) Potenziare l’Infrastrutturazione di Comunicazione Digitale

d) Promuovere la Società dell’Informazione diffusiva e inclusiva

e) Sviluppare l’industria dei contenuti digitali

f) Accrescere l’attivazione e la diffusione di servizi innovativi

ASSE II

a) completare il processo di costruzione di efficienti sistemi di gestione della risorsa, al fine di

tendere all’autosufficienza e di rafforzare iniziative e sperimentazioni di risparmio idrico;

b) garantire la tutela quali – quantitativa e il risanamento dei corpi idrici, e perseguire usi

sostenibili e durevoli delle risorse idriche integrando gli obiettivi di qualità nelle politiche

settoriali, quali quella agricola, industriale e turistica;

c) creazione di sistemi di adduzione e distribuzione integrati, dotati di specifici sistemi di

accumulo e regolazione, tali da gestire ponderatamente il flusso delle portate di

distribuzione alle singole utenze;

d) realizzare un sistema di governo e di presidio del territorio diffuso ed efficiente, e una

pianificazione territoriale compatibile con le esigenze della sicurezza ambientale,

sviluppando politiche di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali a rapido innesco

(frane, alluvioni, sismi) e garantendo la tutela e il risanamento del patrimonio naturale,

ambientale e paesaggistico della Regione;

e) proteggere il suolo dell’inquinamento e dal degrado (desertificazione, erosione, ecc.);

f) recuperare e riqualificare le fasce costiere degradate;

g) adeguare i sistemi di monitoraggio e migliorare lo stato delle conoscenze.

h) ridurre le emissioni di gas serra, secondo gli indirizzi generali di politica energetica e gli

obiettivi contenuti nel PEAR.

i) ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti anche attraverso l’incentivazione del riutilizzo e

del riciclaggio.

ASSE III

a) promuovere e sostenere politiche di prevenzione del rischio di esclusione sociale e politiche

di inclusione sociale per i cittadini e le famiglie pugliesi in svantaggio economico e sociale,

nonché per quei segmenti della società pugliese che sono o possono essere interessati dai

processi di cambiamento e di innovazione della dinamica economica e sociale

b) sostenere e qualificare una politica di innalzamento dei livelli di benessere e della salute dei

cittadini pugliesi, anche attraverso una politica orientata a migliorare l’infrastrutturazione

sociosanitaria, a prevenire i rischi sanitari e le malattie, nonché i rischi di esclusione e i

fenomeni di marginalità sociale;

c) garantire condizioni di sicurezza a cittadini e imprese, riqualificando contesti a rischio di

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38

criminalità

ASSE IV

a) promuovere l’economia turistica attraverso la qualificazione, la diversificazione e la

promozione dell’offerta turistica integrata dei sistemi territoriali, il completamento e la

qualificazione delle infrastrutture ed azioni di marketing territoriale;

b) tutelare, valorizzare e promuovere i beni e le attività culturali al fine di aumentare

l’attrattività Territoriale;

c) promuovere il sostegno e lo sviluppo delle Aree Naturali Protette e l’attuazione della Rete

Natura 2000 anche attraverso lo sviluppo della connettività ecologica diffusa sul territorio

regionale.

ASSE V

a) contribuire alla realizzazione di un sistema regionale di trasporto e di logistica integrato,

sicuro, interconnesso e omogeneo;

b) potenziare i sistemi della portualità pugliese con specifico riferimento alle infrastrutturazioni,

agli interventi “dell’ultimo miglio”, al rafforzamento della retroportualità;

c) potenziare i sistemi aeroportuali con riferimento al miglioramento della qualità dei servizi ed

alla maggiore integrazione con gli altri servizi ed infrastrutture di trasporto regionali

puntando essenzialmente, allo sviluppo della filiera aeroportuale ed alla sua completa

accessibilità;

d) potenziare il sistema ferroviario interregionale ed intra-regionale (con specifico riferimento al

rafforzamento ed al collegamento dei corridoi internazionali di trasporto n. 8 con l’Est

Europa e n. 1 con la Campania e il Tirreno);

e) promuovere target omogenei di servizi di trasporto nella regione e standard di performance

minima per dotazioni infrastrutturali e servizi (puntando in primo luogo ad innalzare il livello

di servizio reale nei differenti contesti territoriali, nonché a favorire l’interoperabilità delle

reti, il potenziamento del materiale rotabile collegato all’innovazione nnovativiurali delle reti,

l’integrazione delle reti e, quindi, delle tariffe);

f) realizzare sistemi di controllo e monitoraggio della qualità dei servizi di trasporto nella

regione, nonché la connessione/ accessibilità delle aree produttive, dei sistemi urbani e dei

centri minori alle reti principali.

g) potenziare e innovare le reti e i servizi di trasporto pubblico urbano ed extra-urbano e

sviluppare infrastrutture e per la mobilità accessibile ed ecosostenibile (rete ciclabile

regionale, veicoli a basso impatto ambientale per il trasporto pubblico locale, ecc).

ASSE VI

a) consolidare la crescita del tessuto produttivo attraverso progetti integrati di filiera promossi

anche dai Distretti Produttivi, a favore dell’innovazione e dell’integrazione delle fasi di

produzione e di Commercializzazione;

b) favorire la creazione di strutture e/o di programmi nel campo dell’innovazione, della

formazione e della logistica, che siano di supporto anche ai Distretti Produttivi;

c) ampliare l’offerta di strumenti finanziari nnovativi per il sistema imprenditoriale regionale, per

migliorarne il livello di capitalizzazione, attraverso l’aumento del capitale di rischio (si

riferisce alla macroattività accesso al microcredito).

d) valorizzare in chiave internazionale il territorio pugliese favorendo l’ampliamento e la

qualificazione della base occupazionale, nonché lo sviluppo sostenibile, anche attraverso la

valorizzazione delle eccellenze territoriali, settoriali e culturali ed il rafforzamento della

partecipazione ai processi di partenariato;

e) intensificare e rendere stabile il raccordo tra le istituzioni e gli operatori locali, al fine di

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39

massimizzare le ricadute sul territorio di eventuali accordi di partenariato interistituzionale

siglati nei vari Paesi di riferimento;

ASSE VII

a) contrastare l’abbandono e il degrado urbano, anche mediante azioni di recupero e riuso di

edifici e di spazi abbandonati e dismessi per il soddisfacimento della domanda di centri di

aggregazione sociale, culturale, sportiva e di verde urbano, con progetti integrati ed un

approccio partecipativo;

b) tutelare, valorizzare, ricostruire/costruire identità sia dei centri minori di carattere storico, sia

dei centri storici delle città medio-grandi;

c) consolidare, rafforzare, riqualificare, razionalizzare e, dove necessario, disegnare le reti

funzionali e le trame di relazione che connettono i luoghi abitati, di produzione e di

consumo, quelli storici, quelli naturalistici e di svago;

d) promuovere lo sviluppo ecosostenibile e garantire la riqualificazione ambientale anche

attraverso il monitoraggio ed il contenimento dell’inquinamento e integrare la componente

ambientale nella pianificazione territoriale e urbana attraverso l’incentivazione della

valutazione ambientale strategica (VAS) alla pianificazione urbana.

ASSE VIII

a) proiezione dell’immagine della regione sui principali mercati mondiali ed il consolidamento

della relativa posizione internazionale attraverso la valorizzazione delle

eccellenze territoriali, settoriali e culturali, ed il rafforzamento della partecipazione ai

processi di partenariato soprattutto nella prospettiva del ruolo centrale dell’Italia e

della Puglia nella realizzazione e partecipazione al mercato di libero scambio nel

Mediterraneo, previsto per il 2010 in funzione degli obiettivi del Processo di Barcellona;

b) rafforzamento della capacità proattiva degli attori regionali nei vari settori economici,

culturali ed istituzionali in relazione alla partecipazione sia ai processi di

internazionalizzazione, guardando ai Paesi esterni all’Europa, con particolare

attenzione ai mercati emergenti, sia ai vantaggi del mercato interno europeo, per via

di una maggiore e migliore accesso alle conoscenze, alle competenze ed agli strumenti

finanziari necessari;

c) rafforzamento della capacità dei soggetti pubblici di sviluppare politiche di

cooperazione territoriale in grado di offrire all’intera politica regionale unitaria una

“sponda” per la proiezione internazionale;

d) Intensificazione e stabilizzazione del raccordo fra le istituzioni e gli operatori locali al fine di

massimizzare le ricadute sul territorio di eventuali accordi di partenariato siglati nei

vari settori e paesi di riferimento.

ASSE IX

a) diffondere la partecipazione e la cultura politica

b) Promuovere l’innovazione organizzativa

c) sostenere l’attuazione efficace ed efficiente del Programma Operativo

Previsioni/finanziamenti attivati nel territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

Linea 2.5 riferita al Piano d’Ambito LE2 (Interventi di miglioramento della gestione del

ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati)

Azione 7.2.2 – “Realizzazione di infrastrutture dei programmi PIRP per Comuni

dell’Area Vasta Salento 2020

Due finanziamenti sulla linea d’intervento 1.1 “Sostegno alle attività di ricerca delle

imprese”

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DOCUMENTO REGIONALE DI ASSETTO REGIONALE (DRAG)

Stato di attuazione

A seguito delle disposizioni dell’art. 38 della legge regionale 22/2006, che ha integrato e

modificato la 20/2001, il processo di formazione del DRAG può essere articolato in funzione

delle “materie organiche” individuate dall’art. 4 della legge regionale 20/2001, definendo

programmi e tempi di formazione specifici e differenziati, anche se organicamente connessi.

Conseguentemente, l’attività di elaborazione del DRAG si è articolata nelle seguenti cinque

“Aree tematiche”:

1. la pianificazione paesaggistica, ex lettera a) del terzo comma dell’art. 4

2. l’indirizzo alla pianificazione comunale, ex lettera b) del terzo comma dell’art. 4

3. l’indirizzo alla pianificazione provinciale, ex lettera b) del terzo comma dell’art. 4

4. la pianificazione infrastrutturale, ex lettera c) del terzo comma dell’art. 4

5. l’integrazione della pianificazione settoriale e della programmazione, di cui al secondo

comma dell’art. 4.

Lo stato della pianificazione relativa è la seguente:

1. Area pianificazione paesaggistica: si veda la scheda sul PPTR

2. Area indirizzi alla pianificazione comunale: approvazione del DRAG - Indirizzi, criteri e

orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali (PUG) (DGR n. 1328/2007);

presa d’atto dello schema del DRAG - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani

urbanistici esecutivi (PUE) (DGR 6 ottobre 2009, n. 1824).

3. Area indirizzi alla pianificazione provinciale: è stato approvato il DRAG – Indirizzi, criteri e

orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei PTCP (DGR 29

settembre 2009, n. 1759)

4. Area pianificazione infrastrutturale: è stato adottato lo Schema di DRAG – Schema dei

Servizi Infrastrutturali di Interesse Regionale (DGR 3 marzo 2010, n. 594).

La presente scheda riguarda la parte del DRAG relativa all’indirizzo della pianificazione

comunale,finalizzata, pertanto, a fornire elementi inerenti al metodo di elaborazione dei Piani

Urbanistici Generali (PUG).

Natura e finalità

Il DRAG, previsto dalla Legge regionale n. 20/2001, rappresenta lo strumento che definisce le

linee generali dell’assetto del territorio. In particolare il DRAG determina: a) il quadro degli

ambiti territoriali rilevanti al fine della tutela e conservazione dei valori ambientali e dell’identità

sociale e culturale della Regione; b) gli indirizzi, i criteri e gli orientamenti per la formazione, il

dimensionamento e il contenuto degli strumenti di pianificazione provinciale e comunale,

nonché i criteri per la formazione e la localizzazione dei Piani Urbanistici Esecutivi (PUE) di cui

all’art. 15; c) lo schema dei servizi infrastrutturali di interesse regionale.

Obiettivi generali

Gli obiettivi del DRAG (quindi propri anche della parte relativa agli “Indirizzi, criteri e

orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali” qui discussa) possono essere

sintetizzati nei seguenti cinque punti:

1. la tutela e la valorizzazione del paesaggio, attraverso il rinnovamento degli strumenti di

pianificazione vigenti secondo le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio;

2. il miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita delle popolazioni, attraverso il

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sostegno all’innovazione delle pratiche di pianificazione locale, perché questa, riconosciuto

l’esaurimento della spinta all'espansione urbana, si orienti decisamente verso il recupero dei

tessuti urbani consolidati, la riqualificazione delle aree degradate e la bonifica delle aree

inquinate;

3. la semplificazione del processo di formazione e di verifica delle scelte locali di governo del

territorio, attraverso la promozione e il sostegno della pianificazione provinciale e di area vasta,

perché questa costituisca quadro di coordinamento ed occasione di servizio per la

pianificazione locale, definendo i limiti e le opportunità delle trasformazioni territoriali di grande

scala ed orientando la pianificazione locale alla valorizzazione del territorio in un quadro di

sviluppo sostenibile;

4. una più efficiente e sostenibile dotazione infrastrutturale, attraverso la promozione di rapporti

virtuosi tra pianificazione territoriale e pianificazione delle infrastrutture e la definizione di

contenuti e modi di uno sviluppo armonico degli insediamenti e della loro dotazione di

attrezzature ed infrastrutture e il ripristino delle regole fondamentali della buona progettazione

urbana ed infrastrutturale;

5. la garanzia di una sollecita attuazione delle scelte di governo territoriale, attraverso la più

generale costruzione di rapporti sinergici fra il sistema di governo del territorio e le iniziative di

tutela ambientale e di programmazione dello sviluppo.

Obiettivi specifici

Gli obiettivi specifici della parte del DRAG relativa agli “Indirizzi, criteri e orientamenti per la

formazione dei piani urbanistici generali” sono:

1. Individuazione di criteri di carattere generale per la formazione dei PUG, in relazione alle

specificità dei contesti locali;

2. Illustrazione delle fasi di avvio della formazione del PUG;

3. Definizione degli orientamenti per la costruzione del sistema delle conoscenze nel corso

dell'intero processo di formazione del PUG e dopo la sua approvazione.

4. Individuazione degli indirizzi e dei criteri per la elaborazione del progetto del PUG, mediante

la distinzione tra i contenuti e le finalità delle “previsioni strutturali” e quelli delle “previsioni

programmatiche”, laddove la prima è finalizzata alla disciplina degli obiettivi di sostenibilità

ambientale e territoriale, della salvaguardia e protezione dell'ambiente e della salute, della

tutela e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio, della definizione delle grandi

scelte di assetto di medio-lungo periodo e degli indirizzi e direttive per la componente

programmatica e per la pianificazione attuativa; la seconda alla disciplina delle trasformazioni

territoriali e alla gestione dell'esistente, in coerenza con le previsioni strutturali e con le capacità

operative locali di breve-medio periodo.

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PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO – PAESAGGIO (PUTT-P)

Stato di attuazione

Il Piano è stato approvato con delibera di G.R. n. 1748 del 15/12/2000 pubblicata sul BURP n. 6

del 13/01/2001. Il Comune di Corigliano d’Otranto ha adottato con Del. CC n. 41 del 26/11/2003 i primi adempimenti di cui all’art. 5.05 del PUTT/P. Il PUG 2012 costituisce anche la sede per

effettuare l’adeguamento della strumentazione urbanistica comunale alla disciplina di tutela del

PUTT/P.

Natura e finalità

Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio è stato redatto con l’obiettivo di

tutelare il patrimonio naturale e paesaggistico, in ottemperanza a quanto richiesto dalla Legge

Galasso n. 431 del 1985.

In base a quanto disposto dalla dall'art. 7 della L.R. n. 56/80 “Tutela ed uso del territorio” esso si

configura non solo come piano meramente paesaggistico ma anche come piano urbanistico

territoriale, e come tale rappresenta un quadro organico di riferimento per la pianificazione

generale e/o di settore del territorio regionale sia di pari livello sia sottordinata.

Obiettivi generali

Il Piano disciplina i processi di trasformazione fisica del territorio perseguendo lo scopo di

tutelarne l’identità storica e culturale e promuovendo la salvaguardia e la valorizzazione delle

risorse territoriali.

Contenuti principali

L’apparato normativo del PUTT si articola su tre livelli, e si applica a tutte le aree esterne al

territorio costruito:

1. “Indirizzi di tutela”: sono definiti in relazione ad una suddivisione del territorio regionale in aree

omogenee per caratteri costitutivi fondamentali delle strutture paesistico-ambientali (gli Ambiti

Territoriali Estesi – ATE), ai quali è assegnato un valore paesaggistico su una scala che va dalla

A (valore eccezionale) alla E (valore normale).

2. “Direttive di tutela”: costituiscono l’apparato normativo indiretto. Sono volte alla salvaguardia

delle componenti dei tre sistemi strutturanti il territorio da farsi in sede di redazione degli

strumenti di pianificazione sottordinati e dell’esercizio di funzioni amministrative attinenti la

gestione del territorio.

3. “Prescrizioni di base”: sono relative agli Ambiti Territoriali Distinti (ovvero alle "emergenze" e/o

alle "componenti ed insiemi di pregio" che costituiscono gli elementi caratterizzanti e strutturanti

il territorio regionale dal punto di vista paesaggistico), raggruppati secondo tre sistemi: il sistema

dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico, quello della copertura

botanico/vegetazionale e colturale, e, infine, quello dei caratteri della stratificazione storica

dell’insediamento. Esse sono direttamente vincolanti e applicabili distintamente a livello di

salvaguardia provvisoria e/o definitiva nel processo di adeguamento, revisione o nuova

formazione degli strumenti di pianificazione sottordinati, nonchè di rilascio di autorizzazione per

interventi diretti.

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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

Ambiti Territoriali Distinti (ATD):

ATD del sistema dell’assetto geologico, geomorfologico, idrogeologico (proposta PUG 2012) :

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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

Ambiti Territoriali Distinti (ATD):

ATD del sistema della copertura botanico vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica

(proposta PUG 2012):

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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

Ambiti Territoriali Distinti (ATD):

ATD del sistema della stratificazione storica dell’organizzazione insediativa (proposta PUG

2012):

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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

Ambiti Territoriali Estesi (ATE) (proposta PUG 2012):

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PIANO PAESAGGISTICO TERRITORIALE REGIONALE (PPTR)

Stato di attuazione

Il nuovo Piano Paesistico Territoriale della Regione Puglia (PPTR) è attualmente in fase di

redazione. Lo schema del PPTR è stato adottato con DGR 20 ottobre 2009, n. 1947;

successivamente, in data 11 gennaio 2010, la Giunta Regionale ha approvato la Proposta di

Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) che sostituisce tale Schema. Tale

approvazione, non richiesta dalla legge regionale n. 20 del 2009, è stata effettuata per

conseguire lo specifico accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali previsto dal

Codice e per garantire la partecipazione pubblica prevista dal procedimento di Valutazione

Ambientale Strategica. Pertanto, nessuna norma di salvaguardia è entrata in vigore a seguito di

detta approvazione. Si procederà all'adozione ai sensi della legge regionale n. 20 del 2009 solo

a valle del previsto accordo con il Ministero. E solo dopo tale adozione entreranno in vigore le

misure di salvaguardia, le quali riguarderanno, come previsto dalle Norme Tecniche di

Attuazione della Proposta di PPTR, i beni paesaggistici e gli ulteriori contesti paesaggistici. Ne

consegue che allo stato attuale vige ancora esclusivamente il PUTT/Paesaggio e che ogni

provvedimento comunale inerente ai valori paesaggistici dovrà fare riferimento solo ad esso.

Natura e finalità

Il PPTR è piano paesaggistico ai sensi degli artt. 135 e 143 del Codice, con specifiche funzioni

di piano territoriale ai sensi dell'art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 “Norme per la pianificazione

paesaggistica”. Esso è rivolto a tutti i soggetti, pubblici e privati, e, in particolare, agli enti

competenti in materia di programmazione, pianificazione e gestione del territorio e del

paesaggio. Ai sensi dell'art. 145, comma 3, del Codice, le previsioni del PPTR sono cogenti e

non sono derogabili da parte di piani, programmi e progetti di settore e territoriali; inoltre esse

sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli

strumenti urbanistici e negli atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative

di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali protette, secondo quanto

previsto dalle disposizioni normative di cui all'art. 6 delle presenti norme. Le disposizioni

normative del PPTR individuano i livelli minimi di tutela dei paesaggi della Regione. Eventuali

disposizioni più restrittive contenute in piani, programmi e progetti di cui al comma 3 sono da

ritenersi attuative del PPTR, previa acquisizione del parere di compatibilità paesaggistica volto

alla verifica di coerenza rispetto alla disciplina del PPTR.

In attuazione dell'art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 “Norme per la pianificazione

paesaggistica” e del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del Paesaggio” e

successive modifiche e integrazioni (di seguito denominato Codice), nonché in coerenza con le

attribuzioni di cui all'articolo 117 della Costituzione, il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale

(PPTR) persegue le finalità di tutela e valorizzazione, nonché di recupero e riqualificazione dei

paesaggi di Puglia, conformemente ai principi di cui all'articolo 9 della Costituzione ed alla

Convenzione europea sul Paesaggio adottata a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata con L. 9

gennaio 2006, n. 14. Il PPTR persegue, in particolare, la promozione e la realizzazione di uno

sviluppo socioeconomico auto-sostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio

regionale, anche attraverso la conservazione ed il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari

della identità sociale, culturale e ambientale del territorio regionale, il riconoscimento del ruolo

della biodiversità, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati e coerenti, rispondenti a

criteri di qualità e sostenibilità.

Obiettivi generali

L'insieme degli obiettivi generali e specifici delinea la visione progettuale dello scenario

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strategico di medio lungo periodo che si propone di mettere in valore, in forme durevoli e

sostenibili, gli elementi del patrimonio identitario individuati nell’Atlante, elevando la qualità

paesaggistica dell’intero territorio regionale. Gli obiettivi generali sono:

1. Realizzare l’equilibrio idrogeomorfologico dei bacini idrografici

2. Sviluppare la qualità ambientale del territorio

3. Valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata

4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici

5. Valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo

6. Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee

7. Valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia

8. Valorizzare la fruizione lenta dei paesaggi

9. Valorizzare, riqualificare e ricostruire i paesaggi costieri della Puglia

10. Definire standard di qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili

11. Definire standard di qualità territoriale e paesaggistica per l’insediamento, la riqualificazione

e il riuso delle attività produttive e delle infrastrutture

12. Definire standard di qualità edilizia, urbana e territoriale negli insediamenti residenziali

urbani e rurali.

Obiettivi specifici

Gli obiettivi generali sono articolati in obiettivi specifici, elaborati alla scala regionale. La

declinazione degli obiettivi generali in obiettivi specifici assume valore di riferimento ai Progetti

territoriali per il paesaggio regionale ed ai Progetti integrati di paesaggio sperimentali, alle Linee

guida e agli obiettivi di qualità degli ambiti di paesaggio.

Gli obiettivi specifici sono:

1.1 Progettare una strategia regionale dell’acqua intersettoriale, integrata e a valenza

paesaggistica;

1.2 salvaguardare la ricchezza e la diversita’ dei paesaggi regionali dell’acqua;

1.3 progettare il riequilibrio idrogeologico e la salvaguardia idraulica dei bacini idrografici;

1.4 promuovere ed incentivare un’agricoltura meno idroesigente;

1.5 innovare in senso ecologico il ciclo locale dell’acqua;

1.6 chiudere il ciclo locale dell’acqua negli insediamenti urbani, produttivi e turistici.

2.1 valorizzare le aree naturali e seminaturali come core areas principali della rete ecologica;

potenziare le aree naturali relitte al fine di incrementare la valenza della rete anche a livello

locale;

2.2 aumentare la connettività e la biodiversità del sistema ambientale regionale;

2.3 riqualificare i corsi d’acqua (fiumi, torrenti, lame) come corridoi ecologici multifunzionali della

rete fra l’interno, le pianure e il mare; recuperandone la qualità, promuovendo la rinaturazione

delle fasce di pertinenza e quindi il ripristino della capacità di parziale autodepurazione;

2.4 elevare il gradiente ecologico degli ecosistemi a “naturalità diffusa” delle matrici agricole

tradizionali (in particolare oliveto, vigneto, frutteto) come rete ecologica minore (qualità ecologica

delle colture, siepi, muretti a secco, piantate, ecc);

2.5 impedire le saldature urbane (fra reti di città, nelle periferie urbane, negli spazi interclusi della

campagna urbanizzata);

2.6 mantenere, riqualificare e valorizzare gli spazi aperti costieri (naturalistici e agricoli);

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2.7 migliorare la connettività complessiva del sistema attribuendo funzioni di progetto a tutto il

territorio regionale, riducendo processi di frammentazione del territorio e aumentando i livelli di

biodiversità del mosaico paesistico regionale.

2.8 perseguire la multifunzionalità della rete, essenziale alla attuabilità dei progetti: la

qualificazione dei singoli elementi della rete devono vedere la concorrenza di più obiettivi (e

settori di finanziamento): ambientali, idrogeologici, agroforestali paesaggistici, fruitivi, di mobilità

dolce, turistici, ecc).

2.9 articolare specifici strumenti per limitare, tendenzialmente bloccare, il “consumo” di nuovi

suoli agricoli e naturali a fini infrastrutturali ed edilizi.

2.10 creare le condizioni per uno sviluppo diffuso di nuove unità naturali in particolare negli

ecomosaici naturalisticamente più poveri;

2.11 promuovere neo-ecosistemi con funzione di aree tampone tra le principali sorgenti (puntuali

ed areali) di impatto e l’ambiente circostante. A tale riguardo attenzione prioritaria rivestono i

perimetri degli azzonamenti urbanistici ad elevata pressione intrinseca (es. aree industriali) ed in

generale le frange urbane;

2.12 finalizzare i progetti di riforestazione all’elevamento della qualità ecologica e alla soluzione

delle maggiori criticità ambientali (progetti CO2, riforestazione urbana, corridoi ecologici, ecc)

3.1 definire geografie e identità paesaggistiche delle diverse civilizzazioni storiche della Puglia;

3.2 definire le regioni geografiche di primo e secondo livello e gli ambiti di paesaggio

corrispondenti;

3.3 definire, descrivere e rappresentare i caratteri territoriali, urbani, rurali e paesaggistici di

lunga durata (invarianti strutturali) della regione e dei singoli ambiti;

3.4 definire le invarianti delle figure territoriali di cui si compone ogni ambito; descrivere le

condizioni di riproducibilità delle invarianti, definire le regole statutarie per le trasformazioni

territoriali che rispettino la riproducibilità del patrimonio;

3.5 attivare processi di autoriconoscimento e riappropriazione identitaria della qualità

ambientale, territoriale e paesaggistica dei mondi di vita locali.

4.1 evidenziare e valorizzare i caratteri dei paesaggi rurali storici; reinterpretare la complessità e

la molteplicità dei paesaggi rurali di grande valore storico e identitario e ridefinirne le potenzialità

idrauliche, ecologiche, paesaggistiche, produttive e identitarie;

4.2 promuovere il ripopolamento rurale nel contesto della multifunzionalità dell’agricoltura;

4.3 rivitalizzare i paesaggi del pascolo (e delle filiere del formaggio e della carne ) e del bosco in

relazione all’attivazione di nuove economie agroalimentari;

4.4 valorizzare l’edilizia e manufatti rurali tradizionali anche in chiave di ospitalità agrituristica;

4.5 promuovere regole di salvaguardia degli spazi rurali e delle attività agricole

dall’urbanizzazione: bloccando il consumo urbano-industriale. commerciale del suolo agricolo,

limitando le deruralizzazioni e le espansioni edilizie in aree rurali, limitandole alla valorizzazione

delle attività di servizio all’agricoltura e all’agriturismo, promuovendo la conversione produttiva

delle colture insostenibili (ad es. per eccesso di prelievo d’acqua);.

4.6 promuovere l’agricoltura periurbana (parchi agricoli, “ristetti”) per valorizzare le persistenze

rurali storiche e per elevare la qualità della vita delle urbanizzazioni contemporanee (vedi

obiettivo generale 6).

5.1 fornire perimetrazioni certe e georeferenziare a tutti i beni culturali e paesaggistici censiti;

5.2 trattare i beni culturali (puntuali e areali) in quanto sistemi territoriali integrati nelle figure

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territoriali e paesistiche di appartenenza per la loro valorizzazione complessiva;

5.3 promuovere il percorso multiscalare di territorializzazione dei singoli beni: dall’unità

topografica (bene areale, puntuale o lineare), alla definizione del sito comprensivo di singoli

beni, alla definizione del contesto topografico stratificato (CTS) come insieme di siti, fino alla

definizione del Comprensorio come insieme territoriale di CTS di cui si definiscono le relazioni

coevolutive;

5.4 inserire la Carta dei beni Culturali nel sistema informativo dei Beni Patrimoniali del PPTR che

comprende tutti i beni da sottoporre a prescrizioni;

5.5 promuovere il recupero delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco;

5.6 perimetrare le città storiche (antiche e moderne) come “siti” della carta dei beni culturali e

attivarne progetti di riqualificazione degli spazi pubblici;

5.7 denotare e riqualificare i beni culturali e paesaggistici inglobati nelle urbanizzazioni recenti

come nodi di qualificazione della città contemporanea;

5.8 recuperare la percettibilità e l’accessibilità monumentale alle città storiche; riqualificare le

“porte “ delle città, rendere percepibili paesaggisticamente i margini urbani (bersagli visivi:

fondali, skilines, belvederi, ecc);

5.9 riqualificare e recuperare il riuso delle infrastrutture storiche (strade, ferrovie, sentieri,

tratturi);

5.10 valorizzare il carattere policentrico dei sistemi urbani storici evitando le saldature lineari che

li trasformano in conurbazioni continue;

5.11 promuovere l’identità paesaggistica delle molteplici costellazioni urbane (nodi e reti) che

connotano i sistemi insediativi storici della Puglia;

5.12 valorizzare i paesaggi storici dell’interno (Subappennino Dauno, Media Valle dell‘Ofanto,

Gargano montano, alta Murgia, Val d’Itria, Salento interno) sviluppandone e arricchendone le

attività socio-economiche peculiari e promuovendo relazioni di reciprocità e complementarietà

con i paesaggi costieri;

5.13 rivitalizzare le città storiche dell’interno, articolandone l’ospitalità con lo sviluppo di un

turismo ambientale, culturale (ecomuseale) ed enogastronomico sovrastagionale.

6.1 riprogettare nelle urbanizzazioni contemporanee spazi pubblici di prossimità e comunitari;

6.2 riqualificare i tessuti a bassa densità per integrarli nel paesaggio agricolo e relazionarli alla

città;

6.3 definire i margini urbani e i confini dell’urbanizzazione, per migliorare la transizione tra il

paesaggio urbano e quello della campagna aperta;

6.4 contenere i perimetri urbani da nuove espansioni edilizie e promuovere politiche per

contrastare il consumo di suolo;

6.5 limitare gli interventi di edificazione al territorio già compromesso dalle urbanizzazioni

promuovendone la riqualificazione, la ricostruzione, e il recupero;

6.6 individuare strategie articolate e differenziate per la riqualificazione delle urbanizzazioni

periferiche dei diversi sistemi urbani tenendo conto dei differenti livelli di urbanizzazione, di

sviluppo socioeconomico e di pressione insediativa, nonché delle criticità e delle morfotipologie

urbane e territoriali individuate;

6.7 riqualificare gli spazi aperti periurbani e/o interclusi per elevare la qualità abitativa delle

urbanizzazioni periferiche, per ristabilire un rapporto di scambio alimentare, ricreativo, igienico,

fruitivo fra città e campagna a diversi livelli territoriali (greenbelt nei margini urbani, parchi di

cintura, forestazione periurbana, ecc);

6.8 potenziare la multifunzionalità delle aree agricole periurbane, migliorando le funzioni agricole

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di prossimità urbana con un progetto culturale ed economico innovativo;

6.9 promuovere circuiti corti e mercati di prossimità nel territorio agricolo periurbano;

6.10 valorizzare la edilizia rurale periurbana riqualificandola e rivitalizzadola per ospitare funzioni

urbane di interesse collettivo o attività rurali nell’ottica della multifunzionalità;

6.11 favorire interventi di forestazione urbana con lo scopo di costruire nuove cinture verdi di

protezione per le aree industriali, e per qualificare le fasce di rispetto lungo le strade;

6.12 bloccare la proliferazione delle aree industriali nel territorio rurale;

6.13 arretrare gli insediamenti delle aree periurbane costiere e recuperare i caratteri del

paesaggio naturale.

7.1 evidenziare i grandi scenari caratterizzanti l’immagine della Puglia;

7.2 salvaguardare i luoghi (belvedere) e le visuali panoramiche (bacini visuali, fulcri visivi) dei

paesaggi pugliesi;

7.3 individuare, salvaguardare e valorizzare le strade, le ferrovie e i percorsi panoramici e di

interesse paesistico-ambientale;

7.4 riqualificare e valorizzare i viali di accesso alle città;

7.5 ridurre e mitigare gli impatti e le trasformazioni che alterano o compromettono le relazioni

visuali

7.6 organizzare gli itinerari panoramici e di interesse paesistico-ambientale;

7.7 valorizzare la percezione e la fruizione paesaggistica dei beni pesaggistici e dei CTS.

8.1 Promuovere la fruizione carrabile lenta di qualità degli ambiti e delle figure paesaggistiche,

valorizzando i percorsi di connessione storici tra le reti di città e le strade di valenza

paesaggistica, riqualificando le strade caratterizzate da fenomeni di addensamento di attività

produttive o saturazione tra i centri urbani;

8.2 progettare la fruizione ciclopedonale del territorio regionale;

8.3 progettare sinergie intermodali valorizzando la struttura diffusa del sistema ferroviario;

8.4 valorizzare la fruizione via mare del sistemi di centri costieri;

8.5 assicurare la percorribilità lungo fiumi, lame e gravine;

8.6 assicurare l’interconnessione delle reti lente attraverso l’individuazione e il potenziamento di

nodi di scambio strategici;

8.7 riqualificare la percorribilità pedonale e ciclabile delle marine costiere di recente formazione;

8.8 valorizzare i collegamenti della costa con l’interno;

8.9 riqualificare gli accessi pedonali e ciclabili alle città storiche.

9.1 Non perdere il ritmo: salvaguardare l’alternanza storica di spazi inedificati ed edificati lungo

la costa pugliese;

9.2 il mare come grande parco pubblico della Puglia;

9.3 salvaguardare la diversità e varietà dei paesaggi costieri storici della Puglia;

9.4 riqualificare ecologicamente gli insediamenti a specializzazione turistico-balneare;

9.5 dare profondità al turismo costiero, creando sinergie con l’entroterra;

9.6 decomprimere la costa attraverso progetti di delocalizzazione.

10.1 definire standard di prestazione energetica degli edifici e degli insediamenti urbani che

rendano coerente la riduzione dei consumi di energia con l'elevamento della qualità

paesaggistica;

10.2 rendere coerente lo sviluppo delle energie rinnovabili sul territorio con la qualità e l'identità

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dei diversi paesaggi della Puglia;

10.3 favorire l’uso integrato delle FER sul territorio, promuovendo i mix energetici più appropriati

ai caratteri paesaggistici di ciascun ambito;

10.4 individuare standard di qualità territoriale e paesaggistica per le diverse tipologie degli

impianti di energie rinnovabili;

10.5 promuovere il passaggio dai “campi alle officine”, favorendo la concentrazione delle nuove

centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili in aree produttive o prossime ad esse e

lungo le grandi infrastrutture;

10.6 disincentivare la localizzazione di centrali fotovoltaiche a terra nei paesaggi rurali;

10.7 promuovere il cointeressamento dei Comuni nella gestione della produzione energetica

locale;

10.8 selezionare drasticamente le zone in cui è ammessa l’installazione di impianti eolici, e

favorire l’aggregazione intercomunale;

10.9 promuovere le energie da autoconsumo (eolico, fotovoltaico, solare termico) nelle città e

negli edifici rurali;

10.10 attivare azioni sinergiche fra la riduzione dei consumi e la produzione di energie da fonti

rinnovabili;

10.11 sviluppare l'utilizzo energetico delle biomasse prodotte localmente: potature oliveti e

vigneti, rimboschimenti con funzioni di mitigazione ambientale, ecc.

Per gli insediamenti industriali:

a11.1 garantire o riqualificare la relazione fra l'insediamento produttivo e il suo contesto

paesaggistico;

a11.2 potenziare e/o riqualificare la relazione tra l'insediamento produttivo e le componenti

ambientali del contesto (suolo, vegetazione, acqua);

a11.3 riqualificare l’impianto delle aree a partire dal ridisegno degli spazi pubblici prossimi ai lotti:

i viali, le strade di servizio, le aree parcheggio, le aree verdi, i servizi;

a11.4 attribuire rilevanza alla qualità compositiva dell’impianto, curando la qualità delle tipologie

edilizie e urbanistiche, dei materiali da costruzione, e dei confini dell'insediamento;

a11.5 orientare la progettazione degli edifici al risparmio energetico, alla produzione di energia

rinnovabile e al riuso della risorsa idrica.

a11.6 produrre regole e valutazioni:

- sui requisiti dimensionali e di complessità funzionale per garantire aree produttive

ecologicamente e paesaggisticamente attrezzate;

- sulla localizzazione degli insediamenti in relazione alla grande viabilità;

- di integrazione paesaggistica e di tutela dei valori ambientali dell’area;

- sulla riqualificazione urbanistica dell’area: inserimento dell’area nel contesto, topografia,

visibilità;

- sulla riqualificazione della qualità edilizia ed urbanistica;

- sull’uso efficiente delle risorse, sulla chiusura dei cicli, sulla produzione energetica;

- sulla relazione tra la struttura produttiva e lo spazio agricolo circostante;

- sulla riqualificazione e il riuso delle aree e degli impianti estrattivi dismessi

Per le infrastrutture:

- garantire la sostenibilità paesaggistica e ambientale con interventi di mitigazione e

riqualificazione, nei casi di contesti particolarmente degradati, e di salvaguardia e valorizzazione,

nei contesti di particolare pregio;

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- adeguare o potenziare le prestazioni funzionali dell’infrastruttura attraverso interventi di

razionalizzazione e regolamentazione dei flussi, di potenziamento o adeguamento

dell’interconnessione, ecc…

- valorizzare le potenzialità connettive attraverso interventi di integrazione e messa a sistema di

elementi patrimoniali e relazioni territoriali.

12.1 qualificare i tessuti urbani a maglie larghe;

12.2 dare forma e funzioni urbane al tessuto discontinuo a maglia regolare;

12.3 riqualificare gli insediamenti lineari lungo gli assi storici;

12.4 alleggerire l’impatto delle piattaforme turistico ricettive residenziali;

12.5 contenere e riqualificare la campagna urbanizzata.

Contenuti principali

Le disposizioni normative del PPTR si articolano in indirizzi, direttive e prescrizioni, oltre che in

linee guida per orientare strumenti o interventi di particolare rilievo.

Gli indirizzi sono disposizioni che indicano ai soggetti attuatori gli obiettivi generali e specifici del

PPTR da conseguire.

Le direttive sono disposizioni che definiscono modi e condizioni idonei a garantire la

realizzazione degli obiettivi generali e specifici del PPTR da parte dei soggetti attuatori mediante

i rispettivi strumenti di pianificazione o di programmazione. Esse, pertanto, devono essere

recepite da questi ultimi secondo le modalità e nei tempi stabiliti dal PPTR, nelle disposizioni che

disciplinano l’adeguamento dei piani settoriali e locali, contenute nel Titolo VII delle presenti

norme, nonché nelle disposizioni che disciplinano i rapporti del PPTR con gli altri piani.

Le prescrizioni sono disposizioni conformative del regime giuridico dei beni oggetto del PPTR,

volte a regolare gli usi ammissibili e le trasformazioni consentite. Esse contengono norme

vincolanti, immediatamente cogenti, e prevalenti sulle disposizioni incompatibili di ogni

strumento vigente di pianificazione o di programmazione regionale, provinciale e locale.

In applicazione dell’art. 143, comma 8, del Codice le linee guida sono raccomandazioni

sviluppate in modo sistematico per orientare la redazione di strumenti di pianificazione, di

programmazione, nonché di interventi in settori che richiedono un quadro di riferimento unitario

di indirizzi e criteri metodologici, il cui recepimento costituisce parametro di riferimento ai fini

della valutazione di coerenza di detti strumenti e interventi con le disposizioni di cui alle presenti

norme.

Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano d’Otranto

Il PUG, in accordo con i principi e le previsioni del PPTR, considera il paesaggio come indicatore

della qualità dello sviluppo territoriale ed urbano, e il paesaggio di qualità come fondamentale

risorsa per lo sviluppo. Per questo il PUG/S assume il paesaggio come categoria sintetica di

lettura-interpretazione del territorio e, al contempo, come categoria di proposta/progetto per il

medesimo territorio. Ciò sulla base di una concezione del paesaggio che si fonda sull’approccio

percettivo e considera il paesaggio come linguaggio del territorio.

La concezione di paesaggio assunta è quella per la quale il paesaggio è l’insieme dei segni

naturali ed antropici, identificabili in se e nelle loro relazioni come risorse fisico-naturalistiche,

storiche, sociali e simboliche, attraverso i quali il territorio si racconta, racconta i suoi caratteri, la

sua storia, il suo rapporto con gli uomini; con ciò comunicando a chi sa e vuole leggere tali

segni, il suo stato di salute, i suoi pregi ed i suoi difetti. In sintesi, il paesaggio come linguaggio

del territorio. Da questa concezione discende una teoria interpretativa secondo la quale il

rapporto delle trasformazioni del territorio con il paesaggio non è nient’altro che il rapporto tra i

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“segni della trasformazione” ed i “segni del territorio”.

Il Piano, assume i seguenti obiettivi di qualità per il paesaggio da perseguire nella attuazione

delle previsioni di trasformazione considerate interventi significativi dal punto di vista

paesaggistico:

- assumere il paesaggio come indicatore della qualità territoriale e urbana e assicurare la

qualità del paesaggio considerandola risorsa fondamentale per lo sviluppo;

- favorire una specifica attenzione al paesaggio, quale esito dell’intreccio

- tra segni naturali e segni antropici, ai fini di ridefinire l’immagine percepibile di Corigliano e

delle sue diverse parti;

- promuovere politiche di sviluppo che incentivino il legame tra agricoltura e territorio in modo

da rafforzare gli esisti percepibili che di questa simbiosi permangono nel paesaggio rurale;

- incrementare gli spazi e i percorsi di percezione e fruizione paesaggistico-ambientale del

territorio e della città in particolare cogliendo le occasioni fornite dalla formazione della rete

ecologica, sia in contesti rurali che urbani;

- promuovere la qualificazione paesaggistica delle trasformazioni insediative e infrastrutturali

attraverso l’opportuno inserimento degli interventi previsti nei Paesaggi di appartenenza.

Tali obiettivi sono da perseguirsi attraverso una specifica procedura, disciplinata dal PUG, di

definizione dell’inserimento paesaggistico degli interventi, che integra la documentazione definita

in sede di quadro normativo nazionale regionale in materia di paesaggio.

Al fine di promuovere la qualità del paesaggio del territorio di Corigliano d’Otranto come

elemento di identità sociale e ambientale e come risorsa per lo sviluppo, il PUG/S articola il

territorio comunale in Paesaggi con caratteristiche territoriali e percettive riconoscibili,

assumendo il paesaggio come riferimento per le trasformazioni previste, allo scopo della loro

qualificazione paesaggistica anche in ordine alle finalità della Lr. n.14 del 10.06.2008.

Il PUG/S, al fine di evidenziare le componenti significative che li costituiscono e le relazioni

reciproche che le legano, raggruppa i Contesti Territoriali in Paesaggi, e definisce uno specifico

elaborato del PUG/S, la Carta per la qualità paesaggistica del territorio, finalizzata a svolgere un

ruolo di guida per l’inserimento paesaggistico degli interventi di trasformazione previsti dal PUG

stesso.

La Rete Ecologica Regionale

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Il patto città-campagna

Il sistema infrastrutturale per la mobilità dolce

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PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI (PRT)

STATO DI ATTUAZIONE

Il documento contenente i principi, indirizzi e linee di intervento in materia di PRT è stato

approvato dal Consiglio Regionale con L.R. 23 giugno 2008 n. 16, pubblicato sul B.U.R. Puglia -

n. 103 del 30/06/2008. Sulla base di tale documento è stato elaborato dall'Assessorato Trasporti

e Vie di Comunicazione della Regione il Piano Attuativo 2009-2013 del Piano Regionale dei

Trasporti (PRT) per le modalità stradale, ferroviaria, marittima ed aerea. La proposta di Piano,

redatta in conformità all’art. 7 della L.R. 18/2002 “Testo unico sulla disciplina del trasporto

pubblico locale” come modificato dalla LR 32/2007, non è ancora stata approvata.

NATURA E FINALITÀ

Il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) della Regione Puglia è il documento programmatico

settoriale volto a realizzare sul territorio regionale, in armonia con gli indirizzi comunitari in

materia di trasporti, con gli obiettivi del Piano generale dei trasporti e delle Linee guida del Piano

generale della mobilità e con le proposte programmatiche concertate in sede di Conferenza delle

regioni e Coordinamento delle regioni del Mezzogiorno, un sistema di trasporto delle persone e

delle merci globalmente efficiente, sicuro, sostenibile e coerente con i piani di assetto territoriale

e di sviluppo socio-economico regionali e sovraregionali.

Il PRT è redatto, adottato ed approvato in conformità alle disposizioni dell’articolo 7 della legge

regionale 31 ottobre 2002, n. 18 (Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale) come

modificato dalla legge regionale 2 marzo 2004, n. 2 (Disposizioni in materia di trasporti –

Modifiche e integrazioni alla legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18) e dalla legge regionale 15

novembre 2007, n. 32 (Modifica all’articolo 7 della legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18).

OBIETTIVI GENERALI

Il PRT si propone gli obiettivi generali di:

a) adottare un approccio improntato alla co-modalità nella definizione dell’assetto delle

infrastrutture e dell’organizzazione dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci,

finalizzato a garantire efficienza, sicurezza, sostenibilità e, in generale, riduzione delle

esternalità;

b) contribuire alla creazione di una rete sovraregionale di infrastrutture e servizi per il trasporto di

persone, merci e per la logistica – in connessione con il Corridoio VIII e il Corridoio I – che veda

la Puglia protagonista tra le regioni del Mezzogiorno e nel “Sistema mediterraneo” a supporto

dello sviluppo di relazioni e integrazioni di natura culturale, economica e sociale;

c) configurare una rete di infrastrutture e servizi sulla base di criteri di selezione delle priorità, che

garantisca livelli di accessibilità territoriale rispondenti alla valenza sociale, economica e

paesaggistico-ambientale delle diverse aree della regione nel rispetto dei vincoli di budget

imposti a livello nazionale e regionale;

d) strutturare un sistema di infrastrutture e servizi di mobilità concepito in modo da garantirne la

fruizione da parte di tutte le categorie di utenti/operatori;

e) garantire tempi certi di attuazione degli interventi programmati dai Piani attuativi attraverso il

coinvolgimento degli Enti locali nei processi di pianificazione e attraverso forme di partecipazione

e concertazione con i soggetti economici e sociali interessati dai processi stessi;

f) garantire l’efficacia degli interventi programmati dai Piani attuativi, la coerenza della

pianificazione sviluppata dai diversi settori e livelli amministrativi e il corretto funzionamento del

sistema della mobilità nel suo complesso promuovendo forme di copianificazione intersettoriale

(in primis trasporti-territorio) e indirizzando la pianificazione sott’ordinata;

g) contribuire a raggiungere gli obiettivi dei piani di riassetto urbanistico e territoriale e dei piani di

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sviluppo economico e sociale attraverso un’adeguata interpretazione delle istanze che nascono

dal sistema insediativo e da quello economico sociale.

Il Piano Attuativo, una volta approvato, prefigurerà l’assetto infrastrutturale da perseguire nei

prossimi anni per migliorare la mobilità interna, per potenziare i collegamenti del sistema

regionale nell’ambito delle reti nazionali e internazionali e per garantire la competitività del

sistema economico pugliese a partire dai suoi settori trainanti.

OBIETTIVI SPECIFICI

Il PRT si propone i seguenti obiettivi specifici:

realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per affermare il ruolo di piattaforma

logistica multimodale della Puglia nel Mezzogiorno e più in generale nello spazio

euromediterraneo;

realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per lo sviluppo della logistica e

dell’intermodalità nel trasporto merci da parte delle imprese del sistema produttivo pugliese;

promuovere forme ambientalmente e socialmente sostenibili del trasporto delle merci

nell’ambito dei sistemi urbani;

migliorare i livelli di sicurezza del trasporto delle merci in ambito regionale;

accrescere la competitività, la specializzazione e la complementarietà del sistema portuale

regionale;

garantire un’efficiente interconnessione tra le reti di rango sovraregionale e quella regionale;

migliorare l’accessibilità interna alla regione a supporto della coesione territoriale e

dell’inclusione sociale, dello sviluppo locale e della valorizzazione di ambiti a valenza

strategica;

potenziare e integrare l’offerta di collegamenti sovraregionali di trasporto passeggeri a

supporto della competitività del sistema economico pugliese;

riconoscere al trasporto aereo un ruolo strategico per i collegamenti di lungo raggio;

riconoscere alla modalità ferroviaria il ruolo di sistema portante della rete regionale di

trasporto pubblico locale;

contribuire a mantenere e potenziare il ruolo della ferrovia nei collegamenti di lunga

percorrenza, in previsione dei futuri sviluppo del sistema alta capacità/alta velocità;

indirizzare la riorganizzazione del TPL su gomma in forma complementare e integrata

rispetto ai servizi ferroviari;

promuovere forme di mobilità sostenibile nei centri urbani e nei sistemi territoriali rilevanti e

per la valorizzazione di ambiti a valenza ambientale strategica a livello regionale;

promuovere la piena accessibilità alle reti e ai servizi di trasporto da parte di tutte le

categorie di utenti attraverso la progressiva eliminazione delle barriere architettoniche e

sensoriali rispetto a infrastrutture fisiche e informazioni;

massimizzare l’efficienza gestionale dei servizi di trasporto su ferro creando le condizioni per

la progressiva riconversione dei servizi automobilistici sostitutivi di servizi ferroviari;

contribuire a realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per il libero accesso e

la circolazione sulla rete ferroviaria regionale finalizzato alla piena valorizzazione del

patrimonio infrastrutturale, alla massimizzazione della capacità ferroviaria e dei benefici

derivanti da tutti gli investimenti settoriali.

Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano d’Otranto

Per perseguire l’obiettivo di un sistema della mobilità integrata, ecosostenibile, efficiente e

sicura, che garantisca le relazioni territoriali e comunali e che allo stesso tempo sia attenta agli

esiti paesaggistici, il PUG/S l’insieme degli elementi della mobilità di progetto composto da nuovi

svincoli e connessioni stradali, dall’adeguamento di alcuni tratti della viabilità esistente e da

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nuovi tracciati, volti a consentire una razionalizzazione del sistema della mobilità attuale, a

minimizzare l’impatto della mobilità esistente sull’ambiente urbano, a qualificare il margine della

città, a realizzare una mobilità alternativa ciclopedonale in grado di innervare il territorio e di

rendere fruibili i beni naturalistici e il paesaggio di Corigliano d’Otranto.

Per quanto concerne la viabilità di connessione territoriale e un suo efficiente e sicuro

collegamento con il centro urbano, il progetto prevede la razionalizzazione degli svincoli nel

tratto compreso tra la SS 16 e la SP 367, volta a mettere in sicurezza e ad assicurare adeguata

accessibilità, da parte della grande viabilità, sia al centro urbano di Corigliano che alle aree

produttive esistenti e a garantire l’accessibilità a quelle di progetto. Gli interventi in oggetto

prevedono, nello specifico:

- la riconfigurazione dello svincolo alla SP367 fino a farlo diventare uno svincolo completo,

attraverso la rimozione della rampa in direzione nord per la SP 367 e la realizzazione di uno

svincolo a livelli sfalsati del tipo a trombetta che si riconnette alla SP 34 nel tratto compreso

tra la SP 367 e la linea FSE in corrispondenza di una rotatoria di progetto del diametro di 20

metri;

- il posizionamento di una rotaria tra la SP367

e la SS 16, ovvero sulla SP 34, del diametro di 50

metri, in posizione di connettore tra la nuova viabilità

a servizio della zona artigianale, la SP 34 ed il

riconfigurato svincolo di Corigliano d’Otranto posto

sulla SS 16 in direzione Maglie;

Per la risoluzione del problema dell’attraversamento

della linea ferroviaria Sud Est e della messa in

sicurezza della viabilità carrabile esistente, il

progetto prevede la realizzazione di due sottopassi

carrabili posti sulla SP 34 e sulla SP 228 seguendo

le geometrie previste per le strade extraurbane locali

di tipo F e la contestuale chiusura dei due passaggi

a livello attuali; in particolare:

- il sottopasso posto sulla SP 228 prevede

una variante al tracciato esistente della strada

provinciale in oggetto in maniera di allontanarsi dalle

aree a pericolosità idraulica come perimetrale

dall’AdB fino a raggiungere, dopo esser passato sotto la linea FSE e la Strada Vicinale

Gallizze, la Via Vecchia Maglie all’altezza del bivio con la Strada Vecchia Comunale Pleo in

maniera da riconnettersi con via Einaudi;

- il sottopasso posto sulla SP 34 corre accanto alla condotta principale di AQP, in maniera da

evitare interferenze plano-altimetriche tra la condotta ed il tunnel, venendo a costituire parte

della viabilità di aggiramento urbano posta a nord dell’abitato che, proseguendo su Via

D’annunzio, Via Sicilia, Via Lucania e Via Lazio, permette di raggiungere la SP 33 per

Galatina direttamente dalla SS 16, dalla SP 367 e dalla SP 34 senza attraversare il centro

urbano. La riorganizzazione dell’accesso urbano, vista anche al rimozione del passaggio a

livello con relativa riorganizzazione della viabilità, consente la realizzazione di un parcheggio

di interscambio ferro-gomma nell’area compresa tra il sottopasso e la linea ferroviaria,

collegato direttamente alla stazione attraverso un collegamento con passerella in quota,

nonché di un’area per le fermate per le autolinee extraurbane. Tale intervento viene a

costituire un nodo intermodale per lo scambio ferro-gomma-bici, e il parcheggio di

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interscambio, testata dei percorsi ciclo-pedonali extraurbani, dovrà anche prevedere spazi

verdi e luoghi di sosta e di ristoro.

Per la risoluzione del problema dell’attraversamento urbano da parte del traffico, anche pesante,

sulla direttrice Cutrofiano-SS 16, il PUG/P individua una area di salvaguardia nella quale il

PUG/P potrà prevedere la realizzazione di una strada di tipo F “Strada extraurbana locale” cui

sarà affiancato un tratto della viabilità ciclabile, al margine sud dell’abitato, volta a costituire un

percorso alternativo per il traffico di attraversamento, e al contempo a costituire un margine

verde nel caso di future espansioni del centro urbano, al momento non previste dal PUG/S. Tale

tracciato potrà essere realizzato partendo dalla rotatoria tra il nuovo sottopasso ferroviario sud

posto sulla SP 228 e la Via

Vecchia Maglie utilizzando,

rettificandolo, parte del tracciato

della Strada Vecchia Comunale

Pleo per poi seguire un tracciato

da realizzarsi ex-novo che,

passando in fregio alla dolina, al

tessuto urbano esistente e

all’Ambito di trasformazione

AT3.1, si riconnetterà alla

viabilità provinciale esistente in

corrispondenza della rotatoria

prevista dalla Provincia di Lecce

tra la SP 49 e la SP 49 bis. In

sede di PUG/P saranno definiti i

tempi e le modalità di

realizzazione dell’infrastruttura,

gli usi consentiti nelle fasce di

rispetto stradale, nonché le

caratteristiche specifiche

dell’opera, ovvero: la larghezza

della carreggiata stradale, le

rotatorie per intersezioni con la

viabilità esistente, le fasce di

rispetto e le opere di

risanamento ambientale e

inserimento paesaggistico per mitigare l’impatto della nuova strada sull’ambiente e sul

paesaggio. In ogni caso l’area compresa nelle fasce di rispetto dovrà essere attrezzata a verde e

per la mobilità ciclopedonale, tramite la realizzazione di una pista ciclabile in terra battuta o

comunque in materiale permeabile, in carreggiata separata e messa in sicurezza con l’uso di

materiali e opere naturali, prevalentemente utilizzando il verde di arredo stradale.

Gli interventi sul sistema della mobilità anulare intorno al centro urbano sono completati dalla

previsione di infrastrutture di rallentamento del traffico in ingresso al centro urbano dalla SP 33 e

dalla SP 49, quest’ultimo già previsto dalla Provincia di Lecce, attraverso rotatorie e isole in

corrispondenza degli attraversamenti delle strade ciclabili.

Infine, il PUG/S individua quale elemento caratterizzante il progetto della mobilità la

realizzazione di una rete di mobilità dolce, di tipo ciclopedonale, sui numerosi tratti della viabilità

rurale, che innerva i Contesti Rurali, anche nell’ambito del progetto strategico “Mezzaluna

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verde”, e che attraversa l’ambito urbano collegando gli spazi verdi esistenti e di progetto e le

attrezzature urbane, collegando in particolare le attrezzature dedicate ai bambini; per la

realizzazione della rete ciclopedonale extraurbana, può essere individuata anche le sede del

sedime delle condotte AQP, come parte integrante delle direttrici della rete ciclabile regionale, i

cui itinerari principali sono stati individuati con il progetto di cooperazione CYRONMED (Cycle

Route Network of the Mediterranean), promosso e coordinato dall'Assessorato ai Trasporti della

Regione Puglia, e inseriti nella legge regionale n. 16 del 2008 su "Principi ed indirizzi del Piano

Regionale dei Trasporti".

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PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE (PRAE)

STATO DI ATTUAZIONE

Adottato con D.G.R. n°2112 del 10/11/2009 approvato con D.G.R.n°445 del 23/02/2010.

NATURA E FINALITÀ

Il PRAE è il documento di indirizzo, programmazione e di pianificazione regionale del settore

estrattivo a livello regionale. Esso si configura quale piano regionale di settore con efficacia

immediatamente vincolante e costituisce variante agli strumenti urbanistici generali. Le

previsioni contenute nelle presenti disposizioni prevalgono automaticamente sulle eventuali

previsioni difformi contenute nei piani urbanistici.

Il PRAE persegue le seguenti finalità:

a) pianificare e programmare l’attività estrattiva in coerenza con gli altri strumenti di

pianificazione territoriale, al fine di contemperare l’interesse pubblico allo sfruttamento delle

risorse del sottosuolo con l’esigenza prioritaria di salvaguardia e difesa del suolo e della tutela

e valorizzazione del paesaggio e della biodiversità;

b) promuovere lo sviluppo sostenibile nell’industria estrattiva, in particolare contenendo il

prelievo delle risorse non rinnovabili e privilegiando, ove possibile, l'ampliamento delle attività

estrattive in corso rispetto all’apertura di nuove cave;

c) programmare e favorire il recupero ambientale e paesaggistico delle aree di escavazione

abbandonate o dismesse;

d) incentivare il reimpiego, il riutilizzo ed il recupero dei materiali derivanti dall’attività estrattiva.

OBIETTIVI GENERALI

Programmazione delle attività estrattive per garantire uno sviluppo delle attività produttive

coordinato e compatibile con l’ambiente.

OBIETTIVI SPECIFICI

• Individuare le aree di potenziale sfruttamento non soggette a vincoli preclusivi dell’attività

estrattiva;

• disporre norme per l’esercizio, il recupero e la chiusura delle cave;

• individuare le aree nelle quali subordinare l’attività di coltivazione di cave alla preventiva

approvazione di Piano Particolareggiato finalizzati al recupero del territorio sotto il profilo

paesaggistico ed ambientale.

CONTENUTI PRINCIPALI

Il P.R.A.E. contiene:

1) la relazione illustrativa delle finalità e dei criteri informativi del piano;

2) le norme tecniche per la progettazione e la coltivazione delle cave e per il recupero

ambientale delle aree interessate;

3) la carta giacimentologica implementata con sistema GIS contenente:

a) l’indicazione delle risorse di potenziale sfruttamento;

b) i vincoli urbanistici, paesaggistici, culturali, idrogeologici, forestali, archeologici;

c) la tabella dei fabbisogni di cui all’art. 31 comma 1 lett. e) l.r. n. 37/85.

La carta giacimentologica individua le aree di potenziale sfruttamento non soggette a vincoli

preclusivi dell’attività estrattiva.

Il PRAE individua 8 aree nelle quali l’attività è subordinata alla preventiva approvazione di

Piano Particolareggiato (P.P.). I piani particolareggiati hanno funzione di riordino dell’attività

estrattiva finalizzata al recupero del territorio sotto il profilo paesaggistico ed ambientale.

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PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO

Nell’ambito territoriale di Corigliano d’Otranto

risulta vigente il solo Bacino di Piano

Particolareggiato comprendente i comuni di

Cursi, Melpignano e Corigliano, utilizzato per

l’estrazione della calcarenite tipo “carparo” (BPP

n.129, estensione totale di 902.3 ha), recepito

dal PUG2012.

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PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA)

STATO DI ATTUAZIONE

Il Piano di Tutela delle Acque è stato adottato con Deliberazione della Giunta Regionale 19

giugno 2007, n. 883 e successivamente approvato con DGR 4 agosto 2009, n. 1441

NATURA E FINALITÀ

Si tratta di un piano di settore, introdotto nella normativa italiana dal D. Lgs. 152/1999 recante

“Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, attualmente sostituito dal D.Lgs.

152/2006 “Norme in materia ambientale”.

Il Piano si configura come strumento di pianificazione regionale e rappresenta un piano stralcio

di settore del Piano di Bacino, le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per

le amministrazioni e gli enti, pubblici e privati.

È finalizzato alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali, marine costiere e

sotterranee. Il Piano introduce, tra l’altro, il concetto di “tutela integrata” delle risorse idriche,

come tutela sinergica degli aspetti qualitativi e quantitativi.

OBIETTIVI GENERALI

1. prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;

2. conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate

a particolari usi;

3. perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;

4. mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di

sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;

5. mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;

6. impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi

acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi

acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico.

OBIETTIVI SPECIFICI

1. individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;

2. individuazione di un sistema di misure volte alla tutela integrata degli aspetti qualitativi e

quantitativi finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica

destinazione dei corpi idrici (destinati all’estrazione acqua potabile, alla balneazione, alla vita dei

pesci, alla vita dei molluschi);

3. individuazione e mantenimento del deflusso minimo vitale per i corpi idrici superficiali;

4. disciplina degli scarichi nel rispetto dei valori limite fissati dallo Stato, nonché definizione di

valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;

5. adeguamento dei sistemi di fognatura, collegamento e depurazione degli scarichi idrici,

nell'ambito del servizio idrico integrato;

6. individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento nelle zone

vulnerabili e nelle aree sensibili;

7. individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle

risorse idriche;

8. individuazione di misure per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e di ogni altra

fonte di inquinamento contenente sostanze pericolose o per la graduale eliminazione degli stessi

allorché contenenti sostanze pericolose prioritarie.

PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO

Un’estesa porzione del Comune di Corigliano ricade nelle “aree di sottoposte a tutela quali–

quantitativa” che rappresentano una fascia di rispetto delle aree interessate da contaminazione

salina dell’acquifero (che rischia un progressivo aumento del tenore salino, rendendo

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inutilizzabile la risorsa acqua). In questa fascia devono essere adottate delle misure che

consentano di rallentare il fenomeno sopradescritto, attraverso un riordino delle utilizzazioni per

conseguire una migliore distribuzione areale degli emungimenti.

Quasi la totalità del territorio comunale ricade in zona di protezione speciale idrogeologica di tipo

B2 nelle quali “è vietata la realizzazione di opere che comportino la modificazione del regime

naturale delle acque (infiltrazione e deflusso)..(omissis) e la trasformazione dei terreni coperti da

vegetazione spontanea…(omissis)”.

Il PUG2012 recepisce le norme del PTA ed inoltre estende la disciplina di tutela della zona a

protezione speciale idrogeologica “B” all’intero territorio comunale, stante la estensione del

perimetro, che lo riguarda quasi per intero.

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PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI (PRGR)

STATO DI ATTUAZIONE

L’attività del Commissario Delegato si è sostanziata nell’approvazione del nuovo piano di

gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate della regione Puglia attraverso la

seguente decretazione:

• D.C. n 41 del 06.03.2001 “Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica aree inquinate”;

• D.C. n. 296 del 30.09.2002 “Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica aree inquinate.

Completamento, integrazione e modificazione”;

• D.C. n. 56 del 26.03.2004 “Piano di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili in Puglia, ex art. 5

D.Lgs. n. 36/03. Integrazione pianificazione regionale”;

• D.C. n. 187 del 9.12.2005 “Decreti Commissariali 6/3/2001 n. 41 e 30/9/2002 n. 296 – Piano

Regionale di Gestione dei Rifiuti. Aggiornamento, completamento e modifiche”.

Per la parte riguardante i rifiuti speciali si veda la scheda relativa al PGRS.

NATURA E FINALITÀ

La Regione deve provvedere alla predisposizione, l'adozione e l'aggiornamento dei piani

regionali di gestione dei rifiuti. In tale piano è contenuta:

a. la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata

dei rifiuti urbani, anche pericolosi, secondo un criterio generale di separazione dei rifiuti di

provenienza alimentare e degli scarti di prodotti vegetali e animali o comunque ad alto tasso di

umidità dai restanti rifiuti;

b. l'elaborazione, l'approvazione e l'aggiornamento dei piani per la bonifica di aree inquinate di

propria competenza;

c. l'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, anche pericolosi, e

l'autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti, fatte salve le competenze statali […];

d. l’autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero dei rifiuti, anche

pericolosi;

e. la promozione della gestione integrata dei rifiuti;

f. l'incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti ed al recupero degli stessi.

OBIETTIVI GENERALI

Il Piano approvato con Decreto Commissariale n° 187 del 09/12/2005 (aggiornamento,

completamento e modifica al Piano Regionale di gestione dei rifiuti in Puglia), ha i seguenti

scopi:

quantificare gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e precisare quelli di raccolta differenziata per

ciascuna filiera, ricalcolando quindi gli “indici di recupero-obiettivo” alla luce delle

abbondanze relative delle diverse frazioni nei rifiuti “residuali”;

calcolare il fabbisogno impiantistico complessivo della regione, sia per ciò che concerne gli

impianti di trattamento biologico che quelli di recupero energetico (produzione di CDR).

OBIETTIVI SPECIFICI

Gli obiettivi del Piano consistono in:

potenziamento della raccolta differenziata fino al raggiungimento di valori superiori rispetto al

65%

limitazione dello smaltimento in discarica entro il 2010 nel rispetto dei requisiti, delle

prescrizioni, delle condizioni e degli obiettivi del D.Lgs. n. 36/2003;

diminuzione del rifiuto e del riciclo dello stesso e che, a valle della raccolta differenziata,

proceda a operazioni di biostabilizzazione e produzione di CDR.

IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO (PIANO D’AMBITO RIFIUTI

ATO LECCE 2)

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Azioni da attivare nel primo periodo di attuazione del PO FESR 2007-2013:

- interventi di miglioramento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti

inquinati

- potenziamento e ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata

- realizzazione di impianti di compostaggio

- potenziamento della rete impiantistica dedicata al trattamento e valorizzazione delle frazioni

rivenienti dalla raccolta differenziata. Completamento della dotazione impiantistica di base

per il trattamento della frazione residuale dei rifiuti urbani

- bonifica di siti di interesse nazionale e regionale inquinati

- azioni di informazione

Pianificazione di:

- impianti di compostaggio con previsione dei costi di investimento

- isole ecologiche informatizzate in ognuno dei comuni dell’ATO con previsione dei costi di

investimento

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PIANO REGIONALE DI QUALITÀ DELL’ARIA (PRQA)

STATO DI ATTUAZIONE

Il Piano, già adottato con deliberazioni di Giunta Regionale n. 328 dell'11 marzo 2008 e n. 686

del 6 maggio 2008, è stato emanato con Regolamento Regionale n. 6 del 21 maggio 2008

pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 84 del 28 maggio 2008.

NATURA E FINALITÀ

Il PRQA è stato redatto in conformità alle recenti disposizioni normative nazionali e comunitarie

che assegnano alle Regioni competenze in materia di monitoraggio della qualità dell’aria e della

pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con livelli di concentrazioni superiori ai

valori limite.

OBIETTIVI GENERALI

L’obiettivo generale del PRQA è quello di conseguire il rispetto dei limiti di legge per quegli

inquinanti – PM10, NO2, Ozono – per i quali, nel periodo di riferimento per la redazione del

piano, sono stati registrati superamenti nel territorio regionale.

OBIETTIVI SPECIFICI

Questi obiettivi sono perseguiti attraverso una strategia articolata nei seguenti obiettivi specifici:

1. ridurre le emissioni da traffico autoveicolare nelle aree urbane;

2. incrementare la quota di trasporto pubblico, favorire e incentivare le politiche di mobilità

sostenibile;

3. eliminare o ridurre il traffico pesante nelle aree urbane;

4. ridurre le emissioni inquinanti degli insediamenti industriali;

5. incrementare i livelli di coscienza ambientale della popolazione;

6. favorire la più ampia applicazione del PRQA;

7. aumentare le conoscenze in materia di inquinamento atmosferico;

8. accelerare i naturali processi di degradazione degli inquinanti;

9. adeguare la rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria alla normativa vigente.

CONTENUTI PRINCIPALI

Il Piano individua le seguenti linee di intervento generali:

miglioramento della mobilità nelle aree urbane;

riduzione delle emissioni da impianti industriali;

sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale;

interventi per l’edilizia

prescrizioni per la mobilità urbana e l’educazione ambientale.

Il territorio regionale è inoltre suddiviso in 4 zone (si veda figura allegata) in funzione della

tipologia di emissione a cui sono soggetti i comuni e delle conseguenti diverse misure di

risanamento da applicare (tale classificazione è basata su simulazioni modellistiche dei livelli di

concentrazione in atmosfera, effettuate a partire da una stima delle emissioni inquinanti,

attraverso la metodologia CORINAIR, e dai dati di qualità dell’aria rilevati dalle reti di

monitoraggio:

ZONA A: comprendente i comuni in cui la principale sorgente di inquinanti in atmosfera è

rappresentata dal traffico veicolare;

ZONA B: comprendente i comuni sul cui territorio ricadono impianti industriali soggetti alla

normativa IPPC;

ZONA C: comprendente i comuni con superamenti dei valore limite a causa di emissioni da

traffico veicolare e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla

normativa IPPC.

ZONA D: comprendente tutti i comuni che non mostrano situazioni di criticità.

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Zonizzazione dei Comuni pugliesi in funzione della tipologia di emissione

PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO

Il territorio comunale di Corigliano d’Otranto ricade nella zona D “di mantenimento” del PRQA,

può pertanto accedere ai fondi per la messa in atto delle misure del piano sulla base della

disponibilità finanziaria comunque prioritaria per i comuni ricadenti nelle altre zone.

Gli obiettivi e le azioni del PUG2012 sono orientate, coerentemente con il PRQA, al

miglioramento dei livelli della qualità dell’aria attraverso una serie di misure relative al sistema

della mobilità e al sistema insediativo. Le previsioni di piano sulle reti per la mobilità dolce, il

miglioramento dei livelli di accessibilità, la promozione dell’utilizzo del sistema ferroviario, la

riqualificazione degli ambiti riferiti alle aree produttive esistenti anche in termini di efficienza

energetica, e le direttive per la nuova edificazione con riferimento alla legge regionale 13/2008

“norme per l’abitare sostenibile” convergono sulla mission del PRQA.

INDICAZIONI PER LA QUALITÀ ECOLOGICA DEGLI INSEDIAMENTI: ADEMPIMENTI PER

IL PUG

Il PRQA prevede, pur assegnando loro un ruolo marginale, alcune misure che interessano

l’edilizia e che pertanto potrebbero essere integrate nei meccanismi che regolano le fasi

attuative del PUG .

Il Piano promuove infatti i sistemi capaci di degradare gli inquinanti atmosferici al fine di

aumentare le capacità auto-depurative dell’ambiente urbano (richiamati nel Decreto del

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 1 aprile 2004 - Linee guida per l’utilizzo dei

sistemi innovativi nelle Valutazioni di Impatto Ambientale. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile

2004).

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PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) DELLA PROVINCIA

DI LECCE

STATO DI ATTUAZIONE

Lo Schema di Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce è stato adottato con

DCP n. 39 del 15 giugno 2007 e approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 24/10/2008. NATURA E FINALITÀ

Il Piano costituisce l’atto di programmazione generale riferito all’intero territorio provinciale e

definisce gli indirizzi strategici e l’assetto fisico e funzionale del territorio con riferimento ali

interessi sovracomunali.

Le disposizioni del PTCP (Titolo II delle NTA e tavola A1) rappresentano la disciplina di

coordinamento e di attuazione dei piani stralcio di Assetto idrogeologico (PAI) e hanno carattere

immediatamente vincolante.

Le disposizioni del PTCP (Titolo III e IV delle NTA) costituiscono il recepimento, la specificazione

e l’integrazione delle previsioni della pianificazione paesaggistica vigente (PUTT/P).

Il PTCP recepisce specifica ed integra inoltre le previsioni dei seguenti piani regionali di settore:

Piano regionale dei trasporti

Piano regionale di sviluppo rurale

Piano regionale di tutela delle acque

Piano regionale delle attività estrattive

Il PTCP costituisce il riferimento per l’elaborazione e la verifica di conformità dei piani e dei

programmi di settore provinciali e per l’aggiornamento di quelli vigenti.

Il PTCP indirizza e coordina gli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali attraverso

indirizzi, direttive e prescrizioni e costituisce il riferimento per la verifica di compatibilità degli

strumenti urbanistici comunali e loro varianti.

OBIETTIVI GENERALI

Il piano si propone, come obiettivo generale, la costruzione di un quadro di coerenze all’interno

del quale comuni e istituzioni possano individuare le politiche di miglioramento della qualità e

dell’offerta fisica, sociale e culturale del territorio provinciale.

Tale obiettivo generale è declinato in obiettivi più specifici:

- il miglioramento del benessere e dei redditi individuali e collettivi,

- la crescita della produzione e dell’occupazione nel rispetto delle naturalità;

- il miglioramento della mobilità e dell’accessibilità;

- una diversa articolazione dei modi dell’abitare nelle situazioni di concentrazione e

dispersione;

- la tutela e il recupero dei centri antiche e del patrimonio culturale diffuso;

- lo sviluppo di un turismo compatibile.

L’ipotesi di organizzazione territoriale che traduce questi obiettivi è quella di considerare il

“Salento come parco”, dove concentrazione e dispersione sono compresenti e integrate; per

abitare il parco in modo moderno e efficiente sono necessarie nuove infrastrutture e un nuovo

modello di sviluppo.

Per la costruzione del “Salento come parco” il PTCP articola gli obiettivi sopra definiti in quattro

insiemi di politiche:

- politiche del welfare;

- politiche della mobilità;

- politiche della valorizzazione;

- politiche insediative.

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OBIETTIVI SPECIFICI

Il PTCP:

a) stabilisce le invarianti storico-culturali e paesaggistico-ambientali, specificando e integrando le

previsioni della pianificazione paesaggistica regionale, attraverso l’indicazione delle parti del

territorio e dei beni di rilevante interesse paesaggistico, ambientale, naturalistico e storico-

culturale da sottoporre a specifica normativa d'uso per la loro tutela e valorizzazione;

b) individua le diverse destinazioni del territorio provinciale in relazione alla prevalente vocazione

delle sue parti e alle analoghe tendenze di trasformazione, indicando i criteri, gli indirizzi e le

politiche per favorire l'uso integrato delle risorse;

c) individua le invarianti infrastrutturali, attraverso la localizzazione di massima delle

infrastrutture per i servizi di interesse provinciale, dei principali impianti che assicurano

l’efficienza e la qualità ecologica e funzionale del territorio provinciale e dei “nodi specializzati”;

d) individua le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica ed idraulico forestale

ed in genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque, indicando le aree

che, sulla base delle caratteristiche geologiche, idrogeologiche e sismiche del territorio,

richiedono ulteriori studi ed indagini nell’ambito degli strumenti urbanistici comunali;

e) disciplina il sistema delle qualità del territorio provinciale.

Inoltre, il piano:

a) definisce le strategie e gli indirizzi degli ambiti paesaggistici, da sviluppare negli strumenti

urbanistici comunali;

b) contiene indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale, in particolare definendo i criteri

per la individuazione dei “contesti territoriali” di cui al DRAG/PUG, da parte dei Comuni nella

elaborazione dei propri strumenti urbanistici comunali.

CONTENUTI PRINCIPALI

Il PTCP contiene le seguenti tipologie di previsioni:

indirizzi: che stabiliscono obiettivi per la predisposizione dei piani sottordinati, dei piani

settoriali provinciali e di altri atti di pianificazione o programmazione degli enti pubblici;

direttive: da osservarsi per l’elaborazione dei contenuti dei piani sottordinati, dei piani

settoriali provinciali e di altri atti di pianificazione o programmazione degli enti pubblici;

prescrizioni: direttamente incidenti sul regime giuridico dei beni, regolando gli usi

ammissibili e le trasformazioni consentite.

POLITICHE DEL WELFARE:

Per “politiche del welfare” intende un insieme di azioni tese ad aumentare il benessere

individuale e collettivo delle popolazioni locali che comprendono i temi della salubrità, della

sicurezza conservazione e diffusione della naturalità, della prevenzione dei rischi, delle energie

rinnovabili e delle infrastrutture sociali.

Tali politiche vengono organizzate in:

• Politiche della salubrità che consistono in azioni relative al ciclo delle acque e al ciclo dei rifiuti.

Per quel che concerne il ciclo delle acque il piano prevede strategie mirate a: limitare gli sprechi

d’acqua, razionalizzare degli usi e sprechi dell’acqua, gestire in modo oculato e salvaguardare la

risorsa acqua; sono presenti quattro temi strategici:

1. la regimazione delle acque superficiali, attuata tramite azioni volte alla limitazione dei rischi

di alluvionamento e al recupero delle acque meteoriche e reflue a fini civili non potabili

utilizzando tecniche di fitodepurazione e raccolta in appositi bacini di raccolta e trattamento

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delle acque di prima pioggia. Nell’elaborato SC-AV 3.1. sono rappresentate le aree a

pericolosità rispetto agli allagamenti molto alta (non presenti nel comune di Corigliano);

2. percolazione delle acque negli acquiferi, tutelata tramite azioni volte alla difesa del suolo

rispetto agli usi e attività che possono essere fonti di inquinamento del substrato (comprese

non solo le caratteristiche di permeabilità del territorio, ma anche la presenza di depuratori,

discariche, cave e siti inquinati sul territorio). Nell’elaborato SC-AV 3.1. sono rappresentate

gli elementi significativi per il deflusso naturale delle acque individuati nell’intorno di

Corigliano (vore, doline e rete idrografica superficiale); a Corigliano sono presenti solamente

vore e doline, ma non una rete idrografica superficiale;

3. processo di salinizzazione delle falde, tutelata tramite azioni volte alla limitazione del

processo stesso tramite l’arresto dell’ingresso delle acque marine, razionalizzando il prelievo

delle acque dal sottosuolo e controllando i loro utilizzo. La provincia viene divisa in tre fasce:

di salvaguardia (fenomeno dell’ingressione di acqua marina marcato), di ricarica (tendenza

di espansione del fenomeno di ingressione dell’acqua marina) e di approvvigionamento

idrico (meno soggetta al fenomeno di ingressione dell’acqua marina). Corigliano appartiene

alla fascia di approvvigionamento idrico, in cui è possibile l’emungimento dell’acqua dai

pozzi controllandone la profondità;

4. depurazione e recupero delle acque reflue, attuata tramite la realizzazione di depuratori o

fitodepurazione; nel comune di Corigliano sono presenti due impianti di depurazioni

comunali.

Le azioni relative al ciclo dei rifiuti mirano all’eliminazione delle discariche a favore della raccolta

differenziata e alla creazione di isole ecologiche, dove effettuare anche il primo trattamento.

• Politiche della diffusione della naturalità, che hanno la finalità di favorire l’espansione della

nuova naturalità, partendo dalla salvaguardia di quella esistente e coinvolgendo tutto il territorio

attraverso: la diffusione della vegetazione naturale, assecondando i processi naturali in aree

abbandonate; la diffusione della vegetazione naturale con interventi progettuali ispirati a

processi naturali; l’estensione della concezione della naturalità.

Vengono individuati 3 livelli di naturalità cui corrispondono differenti politiche ambientali:

- naturalità esistente (habitat prioritari, siti di interesse comunitario), per la quale si possono

attuare interventi volti alla tutela degli equilibri ecologici, idrogeologici e paesaggistici senza

mutare la situazione esistente, a meno che non si tratti di interventi di miglioramento;

- primo buffer di espansione, in cui si possono attuare interventi che incoraggino la diffusione

della naturalità tramite riconversione naturalistica;

- secondo buffer di espansione, in cui si possono attuare interventi che non pregiudichino nel

futuro di la possibilità di divenire aree di nuova naturalità.

La diffusione della naturalità può avvenire tramite: espansione in aree contigue a quelle di

concentrazione della naturalità (espansione a macchia compatta e centrifuga), infiltrazione

tramite forme allungate che generano corridoi ecologici come i versanti delle serre e i canali

idrografici (espansione a corridoio) o percolazione nei paesaggi.

Nel comune di Corigliano d’Otranto il PTCP evidenzia alcuni elementi della naturalità esistente

(macchia mediterranea) e i corrispondenti primo e secondo buffer di espansione. Ambiti di

infiltrazione di naturalità (versanti delle serre) sono individuati nei comuni di Martignano,

Martano, Carpignano Salentino, Cannole, Scorrano (vedi elaborato SC-AV 3.1.)

• Politiche delle energie rinnovabili il cui intento è quello di trasformare il Salento da consumatore

a produttore/esportatore di energia facendo ricorso a tecnologie innovative che utilizzino fonti di

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energia rinnovabili (solare, eolica e da bio-massa): i tetti fotovoltaici potrebbero essere finalizzati

alla produzione di energia legata ai consumi domestici; piccole e medie centrali fotovoltaiche e a

biomassa site nelle piattaforme industriali potrebbero essere finalizzate alla produzione di

energia legata ai consumi per la produzione e all’esportazione di energia; centrali eoliche in

luoghi ventosi o

piattaforme sul mare.

• Politiche di prevenzione dai rischi il cui scopo è effettuare e costantemente aggiornare una

prevenzione dei rischi, studiare e programmare azioni tese a prevenirli, prestare soccorso a

persone

che ne sono vittime, superare le situazioni di emergenza; tali scopi intersecano le politiche

ambientali, infrastrutturali e insediative.

• Politiche delle infrastrutture sociali, attuate con una progettazione territoriale che tenda ad

evitare la

formazione di nuovi poli accentranti e di grandi dimensioni che subiscono il deficit del trasporto e

del traffico a favore di infrastrutture sociali di media dimensione uniformemente distribuite sul

territorio e specializzate in modo più riconoscibile da realizzare ex novo o da recuperare e

riorganizzare le esistenti. L’organizzazione delle infrastrutture sociali può avvenire lungo la

strada dei centri e la ferrovia. Nell’elaborato SC-AV 3.1. sono riportate le infrastrutture sociali

indicate dal PTCP nell’intorno di Corigliano: attrezzature scolastiche, servizi sanitari, servizi

generici, parchi urbani ed extraurbani.

POLITICHE DELLA MOBILITA’

Per “politiche della mobilità” il PTCP un insieme di azioni tese ad aumentare l’accessibilità ad

una serie diffusa di destinazioni interne ed esterne al Salento e di conseguenza ad aumentare

l’efficienza, il comfort e la sicurezza dei movimenti materiali ed immateriali all’interno del Salento

e verso l’esterno. Il PTCP sottolinea che una maggiore e più efficiente infrastrutturazione

stradale del Salento non coincide solo con la costruzione di nuovi grandi assi, ma anche ad una

loro razionalizzazione ed integrazione entro un insieme articolato di interventi che consentano

spostamenti più rapidi e sicuri tra varie destinazioni.

Il PTCP propone di non gerarchizzare il territorio salentino attraverso l’identificazione di grandi

assi (chiamati “tubi”), ma di utilizzare in modo integrato le caratteristiche sia delle grandi

infrastrutture della mobilità esistenti, sia quelle della più minuta rete che percorre il territorio

salentino (definita “spugna”).

L’insieme dei grandi assi costituito dalle SS 101, 274, 275 e 367 (tubo) diventa, nel PTCP, una

figura aperta,funzionale soprattutto al trasporto pesante e connessa, attraverso una serie di assi

trasversali (pendoli), alle principali aree produttive, ai principali porti (Gallipoli ed Otranto) ed

aeroporti (Brindisi e Galatina). La ferrovia raggiunge le principali piattaforme industriali ed i porti

commerciali.

Tra le maglie di questa rete principale, composta dal tubo e dai pendoli e dalla ferrovia trova

posto la rete minuta della percolazione fatta di elementi la cui funzione è “l’irrorazione capillare

del territorio” (spugna).

All’interno del territorio di Corigliano il “tubo” (porzione della SS 367) interseca la SS 16.

Le politiche della mobilità organizzano l’accessibilità del Salento lungo le due dorsali orientate

NO-SE sulle quali affaccia il maggior numero di centri urbani e lungo le quali, grazie anche alla

vicinanza della ferrovia, si sono disposti negli anni più recenti molte infrastrutture sociali ed

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alcuni tratti di strade mercato. L’obiettivo è quello di integrare il trasporto pubblico su ferro e

quello su gomma.

Il PTCP suggerisce di rafforzare l’accessibilità lungo le due dorsali. La SS 16 che attraversa il

territorio di Corigliano costituisce un tratto di una delle due “strade parco” attorno alle quali il

PTCP suggerisce di “organizzare i luoghi della centralità collettiva contemporanea lasciando che

i centri urbani e la dispersione insediativa affaccino su questa sorta di ‘valle delle infrastrutture’”.

Tra le politiche della mobilità il PTCP propone, per valorizzare il potenziale narrativo dei percorsi

salentino, di selezionare alcuni percorsi (itinerari narrativi) che, integrandosi con la ferrovia,

collegano gli elementi del patrimonio culturale salentino; le strade parco, gli attraversamenti e i

sentieri costituiscono la rete degli itinerari narrativi.

Importante nell’intorno di Corigliano è la strada parco che connette Maglie con Otranto.

Un ultimo obiettivo delle politiche della mobilità è la valorizzazione della rete delle infrastrutture

minori, alla quale è appoggiato il fenomeno della dispersione insediativa. Viene definita dal

PTCP la rete di percolazione, la “spugna”.

POLITICHE DELLA VALORIZZAZIONE:

Nelle “politiche di valorizzazione” vengono proposte azioni tese a migliorare ed aumentare i

redditi reali della popolazione, a distribuirle in maniera egualitaria e ad aumentare i livelli di

occupazione (che accompagnino quindi lo sviluppo e favoriscano relazioni co-evolutive tra

impresa e territorio, scoraggiandone altre).

Nelle politiche di valorizzazione viene data importanza:

• al ruolo delle produzioni agricole (agricoltura di eccellenza);

• al consolidamento e allo sviluppo delle produzioni industriali (lo sviluppo locale: produzione

industriale)

• alla definizione di un modello di sviluppo turistico e di uso ricreativo del territorio ecosostenibile

(leisure).

Un ruolo decisivo per la valorizzazione dello spazio rurale viene dato dal PTCP allo sviluppo

delle attività agricole, ed in particolare a: viticoltura, colture olearie, orticoltura e floricoltura in

serra.

Tale sviluppo è perseguibile con:

• espansione dei vigneti che specie in territori dove c’è una produzione vinicola di qualità

potrebbe dar luogo a itinerari per la degustazione del vino, da fare avvenire nelle ville e nei

casini adiacenti ai vigneti che in alcuni casi sono stati abbandonati a favore di manufatti di tipo

industriale di scarsa qualità;

• mantenimento degli oliveti che si basa sulla conservazione degli impianti olivicoli, specie di

vecchio impianto (con maglia 10x10) che hanno permesso lo sviluppo completo della chioma;

tale mantenimento deve avvenire non solo negli impianti solo ad oliveto, ma anche in quelli in cui

sono presenti altre specie arboree da frutto tradizionali;

• razionalizzazione del polo floricolo in quanto le coltivazioni in serra si sono dimostrate

competitive per l’utilizzazione del suolo; il PTCP propone di infrastrutturare l’area delle serre

organizzando il recupero dei materiali di scarto e la depurazione e riutilizzazione delle acque

usate per l’irrigazione.

Il frutteto non si è dimostrato nel corso del tempo un tipo di coltura resistente ad altre

utilizzazioni del suolo più redditizie, ma può essere utilizzato, senza necessariamente trattarsi di

una produzione destinata alla commercializzazione per l’esportazione, in spazi di minori

dimensioni che si infiltrino nelle aree della dispersione insediativi al fine di recuperare le aree

agricole marginali e incolte e aumentare le biodiversità del territorio.

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Nel comune di Corigliano il PTCP sono riconoscibili significative aree coltivate ad oliveto, di cui, il

PTCP propone il mantenimento.

Per quel che concerne lo sviluppo locale inteso come produzione industriale lo scopo del PTCP

è l’arricchimento delle risorse disponibili per lo sviluppo della produzione industriale tramite:

• Aree produttive attrezzate

• Infrastrutture della mobilità ed energetiche e relative alla raccolta e al trattamento delle acque

reflue e dei rifiuti

Un ruolo di riferimento per gli insediamenti produttivi dispersi viene riconosciuto dal PTCP alle

piattaforme industriali, mentre le aree industriali non ancora completate potrebbero essere

sfruttate per l’insediamento di attrezzature destinate alla produzione di energia eolica e

fotovoltaica, al trattamento dei rifiuti e a strutture di vendita al dettaglio, all’ingrosso, artigianato

di servizio, strutture bancarie.

A Corigliano è presente una vasta area industriale strettamente “allacciata” con la SS 16; il

PTCP evidenzia una ideale prosecuzione dell’insediamento produttivo verso il Comune di

Castrignano dei Greci e verso l’area SISRI (Consorzio per lo Sviluppo Industriale e dei Servizi

Reali alle Imprese) di Maglie, individuando due aree di potenziale espansione dell’insediamento

produttivo.

Per leisure il PTCP intende un insieme di politiche per il tempo libero che aumentino e migliorino

la fruibilità e l’abitabilità del Salento non solo da parte delle popolazioni provenienti da fuori al

Salento, ma anche della popolazione salentina stessa. Per questo le politiche del leisure non

devono essere confuse con quelle turistiche.

Nel “progetto del Salento come parco” vengono proposti il riconoscimento, la messa in evidenza

e la valorizzazione del territorio del Salento fatto di:

• “strati”, cioè depositi della cultura materiale (muretti a secco, pagghiare, edicole votive,

casedde, masserie…) che con la maglia olivetata sono lo “spessore”del parco;

• “stanze”, cioè parti di territorio fortemente connotate da caratteri comuni radicati nel territorio o

nella cultura;

• “circuiti” selezione di itinerari narrativi che uniscono le stanze del parco.

La politica promossa dal PTCP si basa su:

• tutela degli strati;

• valorizzazione delle stanze e dei circuiti.

Nella tavola SC-AV 3.1. sono riportati gli “strati del parco” presenti a Corigliano e nei comuni

limitrofi: aree archeologiche, torri e castelli, muretti a secco, pagghiare, masserie, ville e casini;

nonché “le stanze del parco”, una delle quali coincide con la Grecìa Salentina.

POLITICHE INSEDIATIVE:

Le “politiche insediative” proposte dal PTCP riguardano un insieme di azioni finalizzate alla

costruzione di un territorio funzionale, un ambiente e uno spazio abitabile nel quale sia possibile

governare i processi di concentrazione e dispersione.

L’insediamento salentino viene riconosciuto dal PTCP come “concentrato” in nuclei urbani di

medie e piccole dimensioni (una fitta rete di centri antiche con attorno estese e compatte

periferie moderne) al quale si contrappone un insieme “disperso” di insediamenti rurali o semi –

rurali (ville, villini e casini, masserie e manufatti agricoli). Il PTCP costruisce differenti strategie

per la concentrazione e per la dispersione.

Le strategie della concentrazione sono riferite ai luoghi dove gli insediamenti si sono concentrati

in passato e nei tempi recenti quali:

• i centri antichi, la cui riqualificazione ha anche una valenza sociale (è il luogo dove risiede la

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popolazione anziana); sono ambiti (anche se in alcuni casi interessati da inquinamento acustico

ed aereo) ricchi di luoghi collettivi e infrastrutture sociali che li rendono interessanti.

Interventi necessari:

- recupero spazi aperti e spazi collettivi;

- recupero tecniche costruttive tradizionali e sperimentazione di quelle innovative ma compatibili;

• le periferie urbane moderne caratterizzate da rapporti di copertura alti, mancanza di aree da

destinare a parcheggio o a verde; sono ambiti che si sono configurate: per aggiunta (sottoposte

a progressiva densificazione e a cambi di destinazioni d’uso, a causa dei cambiamenti degli usi

e dei consumi della popolazione, aree le cui infrastrutture e servizi sono in crisi); per addizione

(incomplete dal punto di vista infrastrutturale, specie degli spazi collettivi).

Interventi necessari:

- demolizione di parti di città e sostituzione con gli elementi mancanti (aree a parcheggio, a

verde..)

- manutenzione straordinaria della rete infrastrutturale e suo completamento;

• le periferie urbane contemporanee caratterizzate da rapporti di copertura bassi, notevoli

dimensioni degli spazi aperti esistenti.

Interventi necessari:

- realizzazione dei progetti non realizzati degli spazi aperti.

• le piattaforme industriali che hanno come obiettivo un migliore funzionamento delle aree

pianificate sfruttando la densità infrastrutturale anche come servizio diretto alle aree della

dispersione.

Interventi necessari:

- arricchire le aree produttive di attività, attrezzature, servizi e infrastrutture che siano anche

più flessibili;

- consentire le infiltrazioni ambientali.

Le strategie della dispersione prevedono la limitazione all’edificazione dispersa in modo tale da

non compromettere il raggiungimento di altri obiettivi prioritari (salvaguardia aree pregevoli,

acquiferi, naturalità…). Le limitazioni riguardano:

• vincoli assoluti nelle aree di naturalità esistente, nei SIC, SIN e SIR e nella fascia di prima fase

di espansione della naturalità;

• vincoli graduati nelle aree di seconda fase di espansione della naturalità esistente.

Nei territori della dispersione vengono riconosciute dal PTCP tre principali situazioni:

1. Aree con If < 0.03mc/mq (aree di agricoltura di eccellenza) in cui domina l’uso agricolo e vi si

prevede la conservazione del paesaggio;

2. Aree con If < 0.03 mc/mq (aree agricole marginali) in cui prevale la riconversione agricola e si

prevede una politica insediativa con If > 0.03 mc/mq che dia luogo ad un progetto di paesaggio

di insediamento a bassa densità; tale progetto deve rispettare i vincoli dati da: pericolosità

allagamento, fasce di salvaguardia, naturalità esistente o potenziale, vincoli.

3. Aree con If >0.03 mc/mq; si tratta di ambiti territoriali (divisi in: piane, aree a bassa densità in

ambito subcostiero, ambiti di prossimità ai centri) investiti dall’abusivismo, dalla carenze

infrastrutturali e problemi ambientali. L’edificazione è prevista solo se inserita in un progetto di

riqualificazione di aree a bassa densità.

Il PTCP legge il territorio comunale di Corigliano identificando:

• per le aree della concentrazione: il centro antico, una corona di aree pianificate (zone b, c e d

non

servite da “pendoli”);

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• per le aree della dispersione: un ambito di prossimità al centro (che si sviluppa intorno alle aree

pianificate e verso Sogliano) e vaste porzioni di aree di potenziale espansione della dispersione

insediativa.

STRUMENTI E PROCEDURE

Il PTCP introduce (art. IV.2 delle NTA) i Piani Operativi Integrati (POI).

INDICAZIONI PER LA QUALITÀ ECOLOGICA DEGLI INSEDIAMENTI: ADEMPIMENTI PER

IL PUG

Particolarmente rilevanti sono le indicazioni contenute nel TITOLO IV delle NTA – Disposizioni

riguardanti la sostenibilità degli insediamenti, in particolare:

CAPO I – Qualità ecologico – ambientale degli insediamenti

Art. III.69 – Qualità ecologico – ambientale degli insediamenti

Art. III.70 – Requisiti degli insediamenti in materia di smaltimento e depurazione dei reflui

Art. III.71 – Requisiti degli insediamenti in materia di gestione dei rifiuti

Art. III.72 – Requisiti degli insediamenti in materia di uso razionale delle risorse idriche

Art. III.73 – Requisiti degli insediamenti in materia di clima acustico

Art. III.74 – Requisiti degli insediamenti in materia di inquinamento elettromagnetico

Art. III.75 – Requisiti degli insediamenti in materia di qualità dell’aria e caratteristiche

meteoclimatiche locali

CAPO II - Art. III.76 – Aziende a rischio o insalubri

PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO

(sintesi ed estratti delle azioni e degli indirizzi per la pianificazione comunale riportati nelle NTA)

POLITICHE DEL WELFARE

3.1.2.3 - Regimazione delle acque (tav. W.1.1.1)

Promozione della fitodepurazione, del riutilizzo delle acque di prima pioggia, della creazione di reti duali di distribuzione

idrica per le nuove espansioni edilizie.

Indirizzi alla pianificazione comunale con riferimento a doline, vore ed elementi idrografici.

3.1.2.4 – Pericolosità allagamenti (W.1.1.3)

3.1.2.5 - La percolazione delle acque negli acquiferi

Promozione dello studio dei siti inquinati al fine di individuarne il grado di pericolosità e le modalità di recupero e di

utilizzo più adatte in relazione alle caratteristiche di vulnerabilità delle falde e ai costi di bonifica. Proposta di un'intesa tra

le AUSL, gli Enti di prevenzione e le Associazioni interessate per stabilire idonee soglie per l'utilizzo dei coadiuvanti

chimici in agricoltura.

Indirizzi per la pianificazione comunale: verifica e al completamento delle informazioni

3.1.2.6 la vulnerabilità degli acquiferi (tav. W.1.2.2)

Indirizzi per la pianificazione comunale: verifica e al completamento delle informazioni

3.1.2.7 il processo di salinizzazione delle falde(tavv. W.1.3.1, W.1.3.2, W.1.3.2.1, W.1.3.2.2)

Indirizzi per la pianificazione comunale: verifica e al completamento delle informazioni

3.1.2.8 le fasce di salvaguardia

Nella fascia di approvvigionamento si potrà concentrare il maggior prelievo delle acque dalla falda profonda

controllandone la profondità di emungimento.

3.1.2.9 la depurazione e il recupero delle acque reflue

in sede di formazione dei diversi strumenti urbanistici a scala inferiore a quella provinciale ed, in particolare, in occasione

della formazione degli strumenti urbanistici comunali si dovrà procedere alla verifica dello sviluppo e dell'efficienza della

rete fognaria comunale e all'individuazione delle aree da destinare agli impianti di depurazione e di fitodepurazione.

Le norme tecniche di attuazione degli strumenti urbanistici comunali dovranno contenere specifiche indicazioni sulle più

idonee tecniche di fitodepurazione da adottare in riferimento alle caratteristiche litologiche, di permeabilità e di

vulnerabilità del territorio.

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3.1.2.10 disposizioni relative alla razionalizzazione del ciclo dei rifiuti

Indirizzi per la pianificazione comunale: provvedere alla formazione e localizzazione delle isole ecologiche è

ovviamente compito dei Comuni che potranno stabilire intese tra di loro e con la Provincia per l’ubicazione e

realizzazione degli ecocentri e per la organizzazione dei servizi di raccolta, smaltimento e trattamento dei rifiuti.

3.1.3.1 politiche di diffusione della naturalità (tavv. W.2.2.1,W.2.2.2, W.2.2.3, W.2.2.4)

All’interno del primo buffer sono consentiti unicamente interventi che incoraggino la diffusione della naturalità attraverso

la riconversione naturalistica delle pratiche agricole, forestali e pastorali. Le aree limitrofe ai luoghi della residenza o della

produzione esistenti sono destinate a spazi aperti con finalità di conservazione e promozione della natura.

All’interno del secondo buffer sono consentiti interventi che non pregiudichino la possibilità alle aree in esso

contenute di diventare, nel tempo, aree di nuova naturalità. Le pratiche agricole forestali e pastorali devono tendere ad

un basso impatto ambientale. Se prossime a tessuti edificati le aree comprese nel secondo buffer devono essere

destinate a spazi aperti per attrezzature a verde e tempo libero; se investite da processi di dispersione insediativa

devono consentire ampi processi di percolazione.

Le aree della percolazione della naturalità, attraverso le matrici territoriali definite dagli usi e dagli assetti insediativi,

interpretati in funzione della capacità di facilitare o ostacolare la potenziale espansione della naturalità,

assumono un ruolo significativo nella costruzione degli scenari di espansione ed infiltrazione della naturalità proposti dal

Piano e più in generale entro le politiche ambientali individuate.

indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione degli strumenti urbanistici a scala inferiore a quella

provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione degli strumenti urbanistici comunali i Comuni, attraverso

analisi di dettaglio, potranno specificare ed eventualmente correggere gli studi utilizzati nella

costruzione del Piano territoriale e le relative indicazioni ed in particolare potranno:

-valutare la consistenza della vegetazione naturale e soprattutto il suo stato di conservazione e di tutela dal

rischio di incendio, estinzione o erosione;

-individuare ed incentivare i processi di rinaturalizzazione nelle aree potenzialmente più predisposte alla diffusione di

nuova naturalità.

3.1.3.2 un progetto di diffusione della naturalità

3.1.3.3 concentrazioni di naturalità

nelle aree di concentrazione della naturalità il Piano Territoriale di Coordinamento detta le seguenti prescrizioni:

1.nelle aree boschive, specie a ridosso dei centri abitati o delle aree della diffusione, che mostrino segni di sofferenza

della vegetazione a causa di incendi, erosione o degrado di origine antropica, gli interventi di manutenzione debbono

essere finalizzati ad una riconversione graduale delle formazioni boschive verso cenosi più stabili recuperando la

funzionalità ecologica, salvaguardando la ricchezza floristica del sottobosco (anche attraverso limitazioni d'uso

e percorrenza), guidando le dinamiche spontanee in direzione del querceto mediterraneo compatibilmente con la

natura del suolo e le relative potenzialità di evoluzione della cenosi;

2.tutte le aree costiere di interazione terra-mare (grotte sommerse, fondali a posidonieti e coralligeni non presenti

tra i siti di interesse comunitario) debbono essere tutelate per la particolare vulnerabilità di queste biocenosi marine la

conservazione delle quali è fortemente legata alla gestione degli ambienti terrestri prospicienti il tratto di costa ma anche

a questa non prossimi per la diffusione del vettore acqua allo spargimento di fattori inquinanti (scarichi a mare di

acque reflue non trattate, pressione antropica, pesca abusiva, etc.);

3.le aree di macchia mediterranea, specie quella a quercia spinosa (Quercus calliprinos) e cisti (Cistus salvifolius,

Cistus monspeliensis e Cistus creticus) presente nei coltivi arborati, nei coltivi abbandonati e negli incolti,

debbono essere tutelate come vegetazione potenziale o come avvio di una evoluzione spontanea naturalistica degli

agroecosistemi olivetati e dei coltivi in genere;

4.nelle aree abbandonate e nei coltivi arborati esistenti, le

dinamiche spontanee di recupero della macchia mediterranea più xerofila con forte presenza di fico d’india

(Opuntia ficus-indica) debbono essere assecondate ed indirizzate verso la stabilizzazione delle formazioni arboree

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ed arbustive, mediante idonee sistemazioni del suolo, protezione dei margini, controllo delle specie infestanti ed

eventuali integrazioni vegetazionali lungo le connessioni ambientali. Sui versanti più acclivi e nelle stazioni meno

favorevoli, è da promuovere il rimboschimento con specie autoctone. Onde evitare inquinamento genetico, le specie di

nuova introduzione dovranno essere rigorosamente selezionate tra quelle autoctone e preferibilmente allevate in vivai

locali;

5.sono vietati tutti gli interventi che ostacolano il processo di colonizzazione dei boschi di latifoglie a quercia spinosa

(Quercus calliprinos) quali l'apertura di sentieri, lo scarico di rifiuti, la degradazione ad opera di incendi più o meno

dolosi, l'inserimento di specie estranee alla fitocenosi;

6.debbono essere invece favoriti i processi spontanei e gli interventi antropici di diffusione dell'areale boschivo nelle

parti contermini attraverso l'impianto di siepi e la costituzione di ecotopi lungo i muri a secco o nelle aree già colonizzate

dalla vegetazione spontanea, secondo una distribuzione spaziale che ne favorisca la diffusione;

7.tutti i manufatti rurali ed in particolare i muretti a secco, dovranno essere conservati anche per favorire ed

incentivare la vegetazione spontanea presente lungo i loro bordi, importante elemento di micro-infiltrazione della

naturalità nella matrice ambientale.

indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione degli strumenti urbanistici a scala inferiore a quella

provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione degli strumenti urbanistici comunali i Comuni,

fatte salve le specificazioni ed eventuali correzioni delle indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento conseguenti

ad analisi di maggior dettaglio, sono tenuti a rispettare in modo fedele le precedenti prescrizioni (indirizzi, obblighi e

divieti).

3.1.3.4 espansioni di naturalità

nelle aree della espansione della naturalità il Piano Territoriale di Coordinamento detta le seguenti prescrizioni:

1.deve essere incentivata una graduale riconversione dei coltivi presenti o delle aree abbandonate dall'agricoltura verso

interventi di riforestazione indirizzati alla salvaguardia ambientale, oppure verso coltivazioni a basso

impatto ambientale (agricoltura integrata e biologica) entrambe indicate dalle direttive comunitarie.

2.i filari arborei dovranno essere restaurati e potenziati lungo i percorsi principali di accesso ai campi coltivati ed agli

insediamenti isolati, lungo le canalizzazioni agricole. E’ suggerito l'inserimento, prevalentemente lungo i percorsi

pedonali e ciclabili, di nuove siepi e nuove fasce boscate, allo scopo di ripristinare una rete di corridoi indispensabile

per la corretta fruizione dell'ambiente rurale e per il riequilibrio biologico del territorio. E. consentito l’utilizzo esclusivo di

specie spontanee dotate di buona rusticità, in aderenza con le caratteristiche ecologiche e fitogeografiche locali,

privilegiando una disposizione spaziale che tenga conto della vicinanza, connessione e densità degli elementi per

favorire gli scambi tra i vari elementi del paesaggio. Onde evitare inquinamento genetico, le specie di nuova introduzione

dovranno essere rigorosamente selezionate tra quelle autoctone e preferibilmente allevate in vivai locali.

3.nelle aree agricole di pianura dovrà essere garantita l'efficienza idraulica del sistema di canali per lo scorrimento delle

acque meteoriche con operazioni periodiche di manutenzione e la protezione dei margini delle canalizzazioni con

impianti erbacei ed arbustivi, potenziando le formazioni esistenti e, dove possibile, ripristinandole. Laddove le

canalizzazioni irrigue e di deflusso siano vicine ai percorsi, dovrà essere promossa la realizzazione di siepi e

sistemazioni vegetazionali dei canali al fine di creare fasce di dimensioni consistenti ove far sviluppare la vegetazione

spontanea.

indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione degli strumenti urbanistici a scala inferiore a

quella provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione degli strumenti urbanistici comunali i Comuni,

come nel caso precedente e fatte salve le specificazioni ed eventuali correzioni delle indicazioni del Piano Territoriale di

Coordinamento conseguenti ad analisi di maggior dettaglio, sono tenuti a rispettare in modo fedele le precedenti

prescrizioni (indirizzi, obblighi e divieti).

3.1.4.1 disposizioni generali in ordine alle politiche

Energetiche

3.1.4.2 scenari energetici innovativi

indirizzi per la pianificazione comunale: nella predisposizione dei loro strumenti urbanistici i Comuni dovranno prevedere

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luoghi ove possano essere ubicate eventuali centrali fotovoltaiche dando la preferenza alle aree produttive non ancora

occupate. In modo analogo quando prevedono la realizzazione di importanti addizioni

residenziali, come sono ad esempio i quartieri ex lege n.167, debbono studiare la possibilità di coprire i fabbisogni

energetici domestici del quartiere con centrali dello stesso tipo o con tetti fotovoltaici. Nei loro regolamenti edilizi infine

debbono dettare norme che consentano l'installazione di pannelli solari sulle superfici più esposte, solitamente i tetti,

degli edifici senza che ciò alteri il paesaggio urbano.

3.1.5.1 la prevenzione dei rischi

indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno inserire nelle norme tecniche di attuazione dei propri

strumenti urbanistici e nei propri regolamenti edilizi prescrizioni adeguate a prevenire i rischi e coerenti a quanto disposto

dal Piano Territoriale di Coordinamento e dal Programma di previsione e Prevenzione di Protezione Civile.

3.1.5.2 la prevenzione dei rischi di incendio nelle aree

Urbanizzate

Le principali prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento (obbligatorie per i nuovi insediamenti e di

adeguamento obbligatorio per quelli esistenti) sono quelle consigliate come misure strutturali di sicurezza per questi

ambiti insediativi dall'ICONA per la Spagna e prescritti dal Codice forestale francese.

-distanza fra gli immobili: distanza minima 10 m per evitare la propagazione del fuoco per irraggiamento

-realizzazione di fasce parafuoco: se perimetrali rispetto le aree urbanizzate, fasce di almeno 25 m prive di

vegetazione, che potranno essere adibite a viabilità principale, secondaria, piste ciclabili, ecc.; se interne alle aree

urbanizzate, vie di accesso ed evacuazione larghe almeno 5 m oltre le banchine, con pendenza non superiore al 12% e

curve di raggio non inferiore a 15 m;

-tecniche costruttive degli immobili: realizzazione delle facciate e dei tetti degli edifici con materiale resistente al

fuoco; comignoli con parascintille di materiale non combustibile e fessure di ampiezza < 2 cm;

-condutture elettriche: da realizzare nelle fasce parafuoco (interne ed esterne)

3.1.6.1 disposizioni generali relative alle infrastrutture Sociali (tavv. W.5.1, W.5.1.1, W.5.1.2, W.5.1.3, W.5.1.4)

3.1.6.1 accessibilità e localizzazione delle grandi attrezzature sociali

La Provincia promuove intese tra i Comuni per il rafforzamento del ruolo della strada dei centri e per l'uso integrato di

ferrovia e trasporto su gomma (art. 3.2.2.7).

indirizzi per la pianificazione comunale: in diversi Comuni del Salento, come mostra il mosaico dei piani urbanistici

comunali (tav. I.2.1.1) la difficoltà a reperire spazi adeguati entro il centro urbano antico o moderno ha fatto sì che molte

delle grandi infrastrutture sociali si siano ubicate al margine della città, eventualmente lungo alcune strade di

circonvallazione. Se ciò ha dato luogo ad alcuni problemi (ad esempio nell'ubicare le stazioni delle autolinee con le quali

scolari e cittadini raggiungono le stesse infrastrutture sociali in prossimità delle stazioni ferroviarie), offre però anche

un'occasione straordinaria di disegno di una città integrata al resto dl territorio.

POLITICHE DELLA MOBILITA’

3.2.1.1 una strategia incrementale per le infrastrutture della mobilità (tavv. M.4.1.1, M.4.1.2, M.4.1.3, M.4.1.4).

indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione dei diversi strumenti urbanistici a scala inferiore a quella

provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione dei piani urbanistici comunali si specificano ed

eventualmente correggono le indicazioni fornite dal Piano Territoriale di Coordinamento in ordine ai tracciati dei diversi

tratti stradali e ferroviari attraverso analisi e rappresentazioni di dettaglio in scala non superiore a 1:10.000. Inoltre si

dovranno prevedere adeguate fasce di rispetto lungo i tratti delle grandi reti ed impedire accessi agli stessi tratti non

concordati attraverso specifiche intese.

3.2.2.3 tubo, pendoli, ferrovia, porti commerciali, aeroporti (tav. M.3.1.1, M.5.1.2)

il Piano prevede azioni di adeguamento incrementali delle SS. 101, 274, 275 che ne rendano costanti le caratteristiche

tecniche, di nuova costruzione di alcuni tratti, di completamento dei pendoli che congiungono le superstrade alle

maggiori zone produttive e di revisione di alcuni svincoli, in particolare la razionalizzazione degli svincoli del tubo

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mediante .rotatorie all'olandese. in prossimità delle intersezioni con i pendoli, (tav. M.5.1.3 Adeguamento e tratti di nuova

costruzione.).

Date le velocità generalmente consentite sui tratti di questa parte della rete viabilistica salentina gli adeguamenti

debbono ispirarsi prioritariamente ad un criterio di massima sicurezza: dovranno perciò essere impediti nuovi accessi

isolati alle stesse strade e chiusi quelli esistenti mediante la costruzione di strade laterali di servizio.

indirizzi per la pianificazione comunale: nei loro strumenti urbanistici i Comuni dovranno prevedere la chiusura degli

accessi isolati ai tratti della rete sopra richiamati e provvedere alla chiusura di quelli esistenti mediante la costruzione

eventuale di strade di servizio o controviali laterali. In particolare non dovranno essere previsti nuovi insediamenti

industriali o residenziali lungo queste strade se non in presenza di strade laterali di servizio e di loro ingressi controllati.

3.2.2.4 strade dei centri, ferrovia, trasporto pubblico su Gomma (tav. M.3.1.2)

il Piano Territoriale di Coordinamento, riprendendo in parte i programmi già formulati dall'Amministrazione provinciale,

propone che in una prima fase si dia un.assoluta priorità alla ristrutturazione del tratto ferroviario

Lecce-Maglie-Tricase-Galliano; in una fase successiva il Piano propone la costruzione di un prolungamento della rete

ferroviaria sino a S. Maria di Leuca.

La Provincia promuove intese tra la stessa Provincia, i Comuni e le Società di trasporto per la razionalizzazione del

trasporto pubblico intercomunale e provinciale.

il Piano propone quindi: di eliminare i passaggi a livello, di rinnovare il materiale rotabile e, in alcuni tratti, l'armamento; di

aumentare la frequenza delle corse; di riqualificare le stazioni e le aree contermini (piazzali delle

stazioni, stazioni delle autocorriere e luoghi centrali ad essi connessi); di riorganizzare i percorsi delle linee

automobilistiche facendo in modo che essi convergano sulle stazioni ferroviarie; di istituire, infine, la carta del trasporto

integrato cioè una forma di carta a chips che consenta di utilizzare ogni mezzo di trasporto (treno ed autobus) in tutto

il territorio provinciale.

indirizzi per la pianificazione comunale: nei loro strumenti urbanistici generali ed attuativi e nelle loro politiche per il

commercio i Comuni debbono prestare particolare attenzione alla riqualificazione dei piazzali delle stazioni e delle aree

contermini, ubicando in prossimità delle stazioni ferroviarie le stazioni delle autocorriere ed un insieme di attività (bar,

ristoranti, negozi e centri commerciali, alberghi e locali destinati al divertimento) che facciano delle stesse

aree dei luoghi centrali per un'area più vasta del singolo centro urbano.

3.2.2.5 itinerari narrativi: strade parco, attraversamenti, sentieri.; ferrovia, porti turistici, aeroporti (tav. M.3.1.3)

gli itinerari narrativi utilizzano nella maggior parte dei casi strade esistenti che necessitano di adeguamenti coincidenti

più che con allargamenti delle carreggiate, con una loro migliore e nuova attrezzature laterale (aree di sosta panoramica

e parcheggio, ingressi a percorsi di altra natura, rapporto con le piste ciclabili, etc.).

La Provincia propone progetti e promuove intese tra i Comuni e con la stessa Provincia per la realizzazione degli itinerari

narrativi in stretta integrazione con le Politiche di valorizzazione proposte dal Piano.

indirizzi per la pianificazione comunale: nello studio e formulazione dei propri strumenti urbanistici generali ed

attuativi e nelle loro politiche per il commercio i Comuni dovranno porre particolare attenzione ai punti di intersezione tra i

veri tratti della rete ed ai punti di contatto con i luoghi notevoli (centri antichi, monumenti, masserie,

aree archeologiche, porti turistici, ecc.). In linea generale intersezioni e punti di contatto danno luogo al passaggio da

una tecnica di movimento ad un'altra (ad esempio dal movimento in aereo, in automobile od in treno al movimento

in autobus, in bicicletta, in barca, pedonale, ecc.) e, quindi, ad una domanda di specifici luoghi di sosta e parcheggio.

Ma proprio per questo gli stessi punti di intersezione e contatto possono divenire luoghi centrali attrattivi. Per questo i

Comuni debbono integrare i propri programmi di riordino e razionalizzazione del traffico e della sosta alle proposte del

Piano Territoriale di Coordinamento.

3.2.2.6 la rete della percolazione (spugna) (tav.M.3.1.4)

Gli interventi consistono nel rifacimento dei manti stradali (sovente nella loro asfaltatura) e, soprattutto, nella

eliminazione di punti di criticità causati da ostacoli (ad es. un edificio che obbliga a improvvise deviazioni del percorso) o

da tratti pericolosi (ad es. curve troppo strette ed improvvise).

indirizzi per la pianificazione comunale: la maggior parte degli interventi tesi al miglioramento della rete della

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percolazione investe strade comunali o vicinali. La loro progettazione è parte integrante delle politiche urbanistiche

dei singoli Comuni che tendono peraltro, a causa delle scarsità delle risorse loro disponibili, a scaricarne almeno in

parte la realizzazione sulla Provincia. Ciò avviene soprattutto quando gli interventi sono collegati alla costruzione di

nuove circonvallazioni o a nuovi allacciamenti alla rete viabilistica maggiore. Ne discende l'opportunità di un

coordinamento delle azioni dei diversi livelli amministrativi attraverso specifiche intese nelle quali si stabiliscano

chiaramente ruolo ed aspetti tecnici delle opere da eseguire.

3.2.2.7 la ferrovia

già da tempo la Provincia ha messo a punto una strategia di recupero e valorizzazione della ferrovia che ha trovato

sinora molti ostacoli non del tutto giustificati.

Il Piano Territoriale di Coordinamento suggerisce una sua maggiore articolazione e scansione nel tempo passando

attraverso le seguenti fasi:

1.istituzione, sull'esempio delle province di Bolzano e di Trento, di una tessera magnetica di libera circolazione su

tutti i mezzi urbani ed extraurbani del Salento; tessera che faciliterebbe molto le popolazioni giovani (studenti) e anziane

che frequentano le maggiori attrezzature sociali consentendo di praticare nei loro confronti forti riduzioni tariffarie;

2.miglioramento del materiale rotabile per dare maggior comfort ai passeggeri e poter proporre la ferrovia come mezzo di

trasporto anche ai turisti;

3.razionalizzazione della rete del trasporto pubblico automobilistica dando luogo a bacini di gravitazione attorno

alle stazioni ferroviarie;

4.sistemazione dei piazzali delle stazioni ferroviarie con l'immissione di attività commerciali, di ristorazione e connesse al

loisir ed i relativi parcheggi;

5.eliminazione graduale dei passaggi a livello con conseguenze importanti sulla sicurezza stradale e sulla velocità

commerciale della ferrovia;

6.prolungamento della ferrovia sino a Monteroni, raggiungendo il campus universitario e sino a S. Maria di Leuca onde

aumentarne il bacino di utenza.

indirizzi per la pianificazione comunale: come ovvio la maggior parte delle azioni previste deve essere realizzata,

attraverso specifiche intese, da Provincia e Società di trasporto, ma i Comuni possono svolgere un'azione importante

nella sistemazione e riqualificazione delle aree in prossimità delle stazioni, a cominciare dai loro piazzali, rendendoli

disponibili ad accogliere le attività richiamate al punto 4.

3.2.2.8 piattaforme logistiche

la Provincia promuove intese con le associazioni di categoria, gli Enti preposti e i Comuni per l'istituzione ed

organizzazione di piattaforme logistiche nelle aree industriali più accessbili (servite cioé da pendoli, tubo e ferrovia).

indirizzi per la pianificazione comunale: le piattaforme industriali esistenti divengono nel Piano Territoriale di

Coordinamento luoghi strategicamente importanti da molti punti di vista (centri di ricerca, ecocentri, filiera di trattamento

dei prodotti di scarto, piattaforma logistica, produzione di energia da fonti rinnovabili ecc.). Ciò implica una gestione

oculata degli spazi disponibili cui i Comuni dovranno prestare particolare attenzione.

3.2.3.1 attraversare i centri urbani, le strade mercato e le aree Produttive

Circonvallazioni

Il Piano Territoriale di Coordinamento propone di evitare .forme chiuse. come quelle costituite appunto dai tanti tratti di

semicerchio (spesso posti, in due comuni contermini, dai lati opposti rispetto il percorso principale) e propone un

programma generale, fondato su .forme aperte. di linee tangenziali che uniscono principalmente le strade dei centri e gli

attraversamenti est-ovest entro un'organizzazione per larghe .quadre. dell'intera maglia viabilistica salentina.

Attraversamento di centro urbano

questo obiettivo può essere raggiunto con

-il restringimento della carreggiata: in questo caso ovviamente si dovrà segnalare l'evento più che attraverso la

segnaletica, con un disegno, diurno e notturno e largamente anticipato, del manufatto stradale che implichi il

necessario rallentamento e la necessaria concentrazione dell'attenzione dell'automobilista. Il cambiamento di colore

dell'asfalto attira la vista, il cambiamento di rugosità della pavimentazione avverte l'udito; una più forte illuminazione

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notturna risveglia l'attenzione; un successivo restringimento della carreggiata costringe al rallentamento.

-il restringimento degli spazi laterali alla carreggiata: ad esempio dei marciapiedi: anche in questo caso, che può

prevedere opere di difesa del pedone o di impedimento dell'invasione da parte sua della carreggiata, si tratta di

anticipare, con il disegno del manufatto stradale, l'evento e la necessità di rallentamento. In entrambi questi casi la

soluzione del problema risiede sovente nella sistemazione degli spazi laterali ed, in particolare, degli spazi di sosta,

degli ingressi e delle uscite. Lo studio delle misure adeguate a risolvere l'attraversamento di un centro urbano senza

aumentare la velocità di scorrimento (spesso anzi rallentandola) implica un'analisi approfondita del tessuto

urbano attraversato, della disposizione delle principali funzioni lungo il tracciato di attraversamento e nelle sue

prossimità (disposizione dei negozi e delle principali funzioni che attraggono traffico automobilistico e pedonale) e deve

risolversi in un progetto complessivo di carattere urbanistico oltre che stradale.

attraversamento di una zona produttiva

Spesso lungo le strade extra-urbane si sono venute a formare, in modi informali, zone produttive anche di notevole

estensione. Esse danno luogo ad un numero spesso elevato di intersezioni impegnate frequentemente da mezzi

pesanti e lenti. Questo tipo di attraversamento si confonde in molti casi con l'attraversamento di una strada mercato: la

strada mercato è un fenomeno relativamente recente nel nostro paese. Caratteristica della strada mercato è la

formazione di un paesaggio esteticamente aggressivo (con le ovvie conseguenze sull'attenzione dell'automobilista) e,

spesso, la poco previdente disposizione e l'insufficiente dimensionamento degli spazi di sosta e degli attraversamenti

pedonali ed automobilistici. In questo caso l'attraversamento è ricercato ed è la ragion d'essere della stessa strada

mercato.

In tutti i casi di attraversamento devono essere individuati i punti di soglia, ed i tratti di transito all'interno di un centro

o di una zona produttiva da affrontare seguendo le indicazioni riportate negli abachi.

3.2.4.1 la sicurezza stradale

POLITICHE DELLA VALORIZZAZIONE

3.3.1.1 valorizzazione

3.3.2.1 politiche territoriali per l'agricoltura (tav. V1.1)

il Piano Territoriale di Coordinamento intende favorire la conservazione del paesaggio agrario salentino

ed il suo rafforzamento come produzione agricola (espansione dei vigneti, mantenimento degli oliveti,

razionalizzazione del polo floricolo) e come produzione di servizi ambientali.

E. favorito l'insediamento di attività vivaistiche del settore floricolo in una logica di ampliamento del polo floricolo e di

quelle provenienti dagli interventi di riforestazione e salvaguardia ambientale del territorio.

3.3.2.2 agricoltura di eccellenza 1: il vigneto (tav. V.1.2.3,V.1.2.4, V.1.2.5, V.1.2.6)

3.3.2.3 agricoltura di eccellenza 2: l'oliveto (tav. V.1.2.1, V.1.2.2)

è favorita la consociazione con altre specie fruttifere e erbacee purché compatibili con la coltura dell'olivo, al fine di

aumentare la redditività del territorio e potenziarne la biodiversità. Ove non sia possibile operare un'azione di

consociazione tra colture agricole è consigliabile mantenere, o ripristinare, all'interno del sesto d'impianto delle colture

arboree delle nicchie di naturalità con piante autoctone, favorendo i processi spontanei di diffusione della vegetazione

con l'impianto di siepi ed ecotopi caratterizzanti lungo i muri a secco o nelle aree già colonizzate dalla vegetazione

spontanea, secondo una distribuzione spaziale che ne favorisca la diffusione.

3.3.2.4 agricoltura di eccellenza 3: il frutteto

3.3.2.5 agricoltura di eccellenza 4: le colture in serra

3.3.2.6 agricoltura e territorio rurale

in linea generale debbono essere favorite tutte le azioni di conversione da un'agricoltura convenzionale ad

una ecocompatibile. E. favorito il reimpianto con cultivar produttive ad alta vocazionalità nel pieno rispetto delle

caratteristiche agroecologiche (climatiche, pedologiche) del territorio in modo da non provocare dannosi impatti di tipo

ambientale ed il depauperamento delle risorse idriche. E. consigliata la disposizione delle nuove colture arboree secondo

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sesti d'impianto varianti da 4 a 8 metri sulla fila e da 8 a 14 metri sull'interfila a secondo dell'esigenza del

singolo territorio e delle sue disponibilità idriche.

E. consigliato l'intervento con azioni di inerbimento, anche naturale, in modo da favorire il mantenimento delle risorse

idriche e migliorare la fertilità del suolo. Le strade rurali esistenti (strade di accesso ai lotti fondiari e strade interne ai lotti)

devono essere conservate secondo la tradizione delle .strade bianche. ovvero realizzate con massicciata e terra battuta

stabilizzata con pietrisco. E. escluso l'uso di manti stradali impermeabili.

indirizzi per la pianificazione comunale: ai Comuni spetta il compito di controllare e regolare i processi di edificazione

nelle zone E, riconoscendo nell'Imprenditore Agricolo a Titolo Principale (IATP) l’unico soggetto titolare del diritto. La

residenza in zona E può essere concessa esclusivamente nel caso in cui lo IATP dimostri di condurre

una superficie produttiva agricola in grado di generare un fabbisogno di lavoro pari ad almeno una unità lavorativa/

anno; la concessione per i fabbricati strumentali all'attività agricola può essere rilasciata allo IATP a seguito della

presentazione di un Piano di Miglioramento Aziendale (Pma) che dimostri, sulla base di uno dei criteri estimativi

classici, la convenienza alla trasformazione. Una volta approvato, il Pma vincola all'inedificabilità assoluta per i 10

anni successivi la superficie aziendale interessata.

Il Piano Territoriale di Coordinamento ritiene necessaria una conoscenza approfondita della superficie comunale rispetto

agli usi agricoli soprattutto rispetto alle sue potenzialità produttive. In sede di formazione dei diversi strumenti

urbanistici a scala inferiore a quella provinciale e, in particolare, in sede di formazione dei piani urbanistici

comunali si dovrà procedere, attraverso analisi di dettaglio, a specificare ed eventualmente correggere, gli studi

utilizzati nella costruzione del Piano territoriale ed in particolare si dovrà:

-procedere ad una stesura dettagliata della Carta dell'uso del suolo in cui siano riportate con particolare dettaglio le

aree ad agricoltura marginale o abbandonate; e, dove possibile, procedere alla costruzione della Carta pedologica

e della Carta della fertilità potenziale dei suoli;

-conoscere le caratteristiche della struttura produttiva agricola aggregando i dati Istat con quelli cartografici per

avere una distribuzione spaziale delle conoscenze e delle modalità di conduzione agricola del territorio, utilizzando allo

scopo i dati contenuti negli archivi UMA (Utenti Motori Agricoli);

-conoscere le caratteristiche dell'imprenditore agricolo, per collegare le potenzialità del territorio agricolo ai tipi

d'impresa presenti e alle scelte da questi effettivamente attuate;

-procedere alla costruzione di una Carta tematica a fini agrituristici rilevando le potenzialità presenti tra paesaggi culturali

e consistenza del patrimonio di ville e masserie presenti sul territorio.

3.3.3.1 politiche territoriali per lo sviluppo industriale

3.3.3.2 le aree produttive pianificate e non (tav. V.2.1.1, V.2.1.2, V.2.1.3, V.2.1.4)

come noto molte delle aree industriali previste non sono state occupate da imprese che hanno preferito altre modalità di

insediamento. In situazioni nelle quali le aree industriali sono poco o male utilizzate, con qualche spreco di capitale fisso

già formato, potrà essere favorito l'insediamento di attrezzature destinate alla produzione di energia (eolica e

fotovoltaica), al trattamento dei rifiuti (dando luogo al sorgere di filiere per il trattamento e la lavorazione dei materiali di

scarto recuperati), di sedi di ricerca e di attività terziarie come strutture di vendita all'ingrosso e al dettaglio

(compatibilmente con i piani per la valorizzazione del commercio al dettaglio urbano), di artigianato di servizio, agenzie

bancarie, ecc. In questo caso le aree produttive non ancora utilizzate possono divenire una risorsa mobilitabile per lo

sviluppo futuro, purché si pensi ad una loro gestione non tradizionale.

-per le aree pianificate il Piano indica come soggetto principale una società di promozione e sviluppo per l'avvio della

quale potrebbe avere ruolo di promotore la Provincia, ma che potrebbe trovare nella presenza di organismi già attivi

(gruppi gal, consorzi, ecc.) un'importante condizione d'avvio. Un soggetto di questo tipo ha il compito di organizzare,

entro accordi di programma ed attraverso specifiche intese con le amministrazioni di volta in volta interessate, il miglior

funzionamento delle aree industriali e la loro promozione, costruendo appositi bandi per gli aspetti insediativi, affrontando

delicate questioni di perequazione e di riequilibrio ambientale.

- per le aree non pianificate, solitamente coincidenti con la dispersione delle sedi produttive lungo alcune strade della

maglia viabilistica salentina, il Piano Territoriale di Coordinamento suggerisce che i Comuni, eventualmente e quando

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necessario attraverso specifiche intese con i Comuni contermini, in occasione della predisposizione dei propri strumenti

urbanistici, divengano il principale soggetto promotore di una razionalizzazione insediativa (concentrazione dei nuovi

insediamenti e dell'espansione di quelli esistenti in determinati tratti della rete viabilistica, limitazione degli accessi alla

rete stradale maggiore e costruzione di controviali, previsione di interventi di mitigazione e compensazione ambientale).

d. indirizzi per la pianificazione comunale: per questi tre ambiti d'azione (migliore funzionamento delle aree e dei contesti;

promozione, riequilibrio ambientale) e per le due declinazioni (aree pianificate/aree non pianificate) il Piano Territoriale di

Coordinamento fornisce raccomandazioni che possono essere oggetto di discussione tra gli attori locali.

Esse delineano un campo d'azione vasto, entro il quale possono essere individuate alcune poche azioni fattibili e

integrate con altre politiche (patti, leader...) che si ritengono prioritarie.

3.3.4.1 politiche territoriali per il tempo libero e il turismo: il parco (tav. V.3.1)

3.3.4.2 stanze e circuiti del parco (tavv. V.3.2, V.3.3.1, V.3.3.2, V.3.3.3, V.3.3.4, V.3.4)

il Piano Territoriale di Coordinamento costruisce una regia per la tutela degli strati (gestione plurima del paesaggio), per

la valorizzazione delle stanze e dei circuiti del Salento come parco e ciò anche al fine di accedere più agevolmente alle

numerose fonti di finanziamento previste dai recenti indirizzi comunitari della PAC in materia agro ambientale o di

recupero e tutela del patrimonio. Più in particolare prevede che tutti i manufatti rurali (muri a secco, casedde, pagghiare,

edicole votive, colonne di ingresso alle proprietà dette .li purtune.) siano tutelati. In caso di degrado, i muri in pietrame a

secco, sia nella funzione di opere di contenimento e terrazzamento dei versanti, sia come elementi di divisione fondiaria,

dovranno essere ripristinati, anche ricorrendo ai contributi previsti dalle direttive comunitarie e dalle leggi regionali,

secondo le tecniche tradizionali, conservando e favorendo la vegetazione spontanea presente lungo i bordi.

La valorizzazione di specifici luoghi costieri, come ad esempio le torri costiere con la costruzione di attrezzature minimali

reversibili; la valorizzazione delle zone archeologiche (inserendone ad esempio porzioni entro parchi urbani e quindi

entro le zone a standard); delle ville comunali e dei giardini; il riuso delle cave come giardini contemporanei (ma anche

serbatoi d'acqua, giacimenti di materiali di scarto da utilizzare nelle costruzioni stradali, etc.); la realizzazione di itinerari

dei giardini segreti, attraverso i giardini privati dei centri antichi e dei palazzi nobiliari, ove non sia possibile l'acquisizione

pubblica; la conservazione e valorizzazione degli orti urbani intesi come vero e proprio serbatoio di specie orticole tipiche

dell'agricoltura tradizionale e dei cosiddetti .frutti antichi., cioè di cultivar tradizionali in via di rarefazione e di specie

ornamentali tipiche di mode particolari corrispondenti all'epoca di impianto; la riqualificazione e la caratterizzazione e

rifunzionalizzazione dei giardini maggiormente degradati o in stato di semi-abbandono conservandone il carattere di

hortus conclusus costituiscono alcune delle azioni che la Provincia promuove secondo uno specifico programma da

concordare con le amministrazioni e gli operatori interessati.

indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione dei diversi strumenti urbanistici a scala inferiore a quella

provinciale e, in particolare, in sede di formazione dei piani urbanistici comunali si dovrà procedere, attraverso analisi di

dettaglio, a specificare ed eventualmente correggere, gli studi utilizzati nella costruzione del Piano Territoriale ed in

particolare si dovrà procedere ad una stesura dettagliata di una carta degli strati, delle stanze e dei circuiti del parco che

può integrare quella predisposta dal Piano.

3.3.4.3 un nuovo modello di ricettività turistica (tavv. V.3.5.1, V.3.5.2, V.3.5.3, V.3.5.4)

le azioni che si ispirano a questa strategia possono essere riferite all'idea di costruzione de l'albergo più grande del

mondo, cioè alla costruzione di un'offerta turistica che si esprima in un numero di alberghi, anche di piccole e medie

dimensioni, ma di grande qualità interna ed esterna (relativa cioè al contesto ubicativo), in alberghi ed attrezzature

agrituristiche ospitate in antiche masserie, in appartamenti e mini-appartamenti situati nei centri antichi, nei villaggi e nei

campeggi turistici esistenti, in case di vacanza disperse nella campagna. Un'offerta turistica, anche assai più consistente

di quella attuale, ma che utilizzi in modi efficienti e tali da valorizzarle le strutture edilizie esistenti. Un'espansione

dell'offerta ricettiva che non venga valutata unicamente in numero di posti letto, ma anche in termini di qualità

dell'attrezzatura ricettiva e del suo contesto e sia quindi conseguenza di azioni di recupero, restauro e riqualificazione più

che di nuove costruzioni, con il possibile utilizzo delle aree circostanti per una espansione di naturalità.

indirizzi per la pianificazione comunale: molta parte di questa strategia è affidata alle amministrazioni comunali ed alla

loro azione quotidiana. Ma la Provincia può farsi promotrice di specifiche intese tra queste, gli operatori turistici ed i

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proprietari di immobili per dar luogo a programmi che aspirino a diverse forme di finanziamento.

3.3.4.4 villaggi turistici

non sembra che i villaggi turistici siano destinati a godere in futuro della fortuna avuta in passato.

L'estendersi di comportamenti ispirati ad un maggior individualismo fa probabilmente sì, nell'opinione di molti tour

operatore, che la domanda che si rivolgerà in futuro ai villaggi turistici sia sempre minore e di minor livello.

azioni: ciò fa sì che i villaggi turistici esistenti debbano essere coinvolti in azioni che li integrino maggiormente al contesto

del Salento come parco e soprattutto debbano esserlo quelli dei quali è prevista la nuova costruzione. Il che implica una

diversa attenzione alla loro ubicazione (che forse non deve ricercare l'isolamento dai centri urbani più prossimi); alla loro

attrezzatura (che forse non deve essere risolta totalmente all'interno del villaggio, ma deve integrarsi con quella delle

aree contermini); al loro progetto urbanistico e di paesaggio (che deve aprirsi e coinvolgere il territorio circostante).

indirizzi per la pianificazione comunale: nella costruzione dei loro strumenti urbanistici i Comuni dovrebbero valutare

attentamente quanto affermato nei punti precedenti. Sono già presenti nel Salento casi di dismissione di villaggi turistici e

iniziative per la costruzione di nuovi villaggi turistici interrotte e fallite.

3.3.4.5 spiagge di famiglia

3.3.5 Vincoli e salvaguardie (tavv. V.5.1.1, V.5.1.2, V.5.21.3,V.5.1.4)

3.3.5.1 vincoli, salvaguardie e valorizzazione la Provincia promuove in primo luogo un continuo aggiornamento e

perfezionamento delle conoscenze del territorio nelle direzioni esplorate dal Piano costruendo una banca dati che possa

essere utilizzata nella predisposizione delle intese tra i diversi livelli istituzionali. Esse sono la base per le valutazioni di

progetti di trasformazione che vengono loro presentati. In questo senso il vincolo più importante che il Piano Territoriale

suggerisce è quello della necessità per ogni attore di fornire giustificazioni fondate delle proprie proposte.

indirizzi per la pianificazione comunale: nello studio ed elaborazione dei loro strumenti urbanistici i Comuni dovranno

tenere conto di tutti i vincoli ed ambiti di tutela e salvaguardia dettati da leggi, regolamenti e Piani di livello sovraordinato

specificandoli ed articolandoli ed eventualmente correggendoli tramite analisi più dettagliate ed approfondite.

POLITICHE INSEDIATIVE

3.4.1.1 concentrazione e dispersione (tavv. I.1.1, I.1.2, I.1.4, I.1.5.1, I.1.5.2. I.1.5.3)

3.4.2.1 strategie della concentrazione

3.4.2.2 i centri antichi

Le azioni da intraprendere consistono in una modernizzazione delle strutture commerciali, attraverso accordi tra i

commercianti (sull'esempio dei .programmi di strada. o di zona messi in atto in altre città); una più intensa azione per

aumentare la loro capacità ricettiva diffusa (entro l'ipotesi dell'albergo più grande del mondo.); una più attenta selezione

delle strade che possono concretamente essere destinate al traffico pedonale; conseguenti programmi per il traffico e la

sosta; una più diffusa presenza di attrezzature sociali.

Perché ciò possa avvenire occorre predisporre progetti, più che norme, che affrontino:

-il recupero degli spazi aperti ed, in particolare, degli spazi collettivi. Le ridotte dimensioni della gran parte dei centri

antichi salentini consentono l'estesa pedonalizzazione di alcuni itinerari. Il recupero degli spazi aperti (piazze, strade,

ville e giardini) deve però ispirarsi al disegno minimale dello spazio antico.

-il recupero delle tecniche costruttive tradizionali e la sperimentazione di tecniche costruttive innovative, ma compatibili:

la storia delle tecniche costituisce una parte importante della storia dell'architettura. Il ricorso a tecniche non adeguate od

incompatibili sta sullo stesso piano della falsificazione di altri aspetti degli edifici o delle parti di città antica.

indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti

urbanistici analizzare in profondità il tessuto antico e predisporre progetti che ne affrontino il recupero fisico e sociale nei

termini di recupero dell'abitabilità dell'edilizia antica.

3.4.2.3 la città moderna, le periferie e le aree di espansione previste dai piani (aree C)

indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti

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urbanistici analizzare in profondità il tessuto della città moderna e predisporre progetti che ne affrontino il recupero fisico

e sociale nei termini di recupero dell'abitabilità; dovranno altresì analizzare in profondità i caratteri della città

contemporanea e predisporre progetti che ne affrontino il completamento e il miglioramento dell'abitabilità e

dell'articolazione funzionale.

3.4.2.4 piattaforme industriali

tre sono gli ambiti d'azione proposti: quello teso ad un migliore funzionamento delle aree pianificate e dei contesti

produttivi locali; quello della promozione della singola zona o del distretto e quello del riequilibrio ambientale.

A questo fine le aree produttive, solitamente pensate come monofunzionali debbono essere arricchite di attività ed

attrezzature e dotate di infrastrutture e servizi adeguati. Al loro interno si dovrà in alcuni casi procedere al ridisegno delle

strade e degli spazi associati alle infrastrutture in funzione dei diversi utilizzi ed alla ricomposizione degli spazi aperti e

costruiti in un disegno che dia ampia flessibilità d'uso per gli spazi aperti e garantisca sufficienti infiltrazioni ambientali.

indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti

urbanistici analizzare in profondità le diverse situazioni insediative della produzione e predisporre progetti che ne

affrontino il recupero e la valorizzazione.

3.4.2.5 le strade mercato

le strade mercato dovranno essere dotate di infrastrutture e servizi adeguati. Al loro interno si dovrà in alcuni casi

procedere al ridisegno delle strade e degli spazi associati alle infrastrutture in funzione dei diversi utilizzi ed alla

ricomposizione degli spazi aperti e costruiti in un disegno che dia ampia flessibilità d'uso per gli spazi aperti e garantisca

sufficienti infiltrazioni ambientali.

indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti

urbanistici analizzare in profondità le diverse situazioni insediative della produzione e predisporre progetti che ne

affrontino il recupero e la valorizzazione.

3.4.2.6 villaggi turistici e spiagge di famiglia

3.4.3.1 strategie della dispersione (tavv.I.2.1.1, I.2.1.2, I.2.1.3, I.2.1.4)

3.4.3.2 limitazioni alla edificazione dispersa

le limitazioni si configurano come vincolo assoluto non aedificandi (entro i Sic, Sin, Sir e nelle aree di naturalità esistente

e nella prima fase di espansione della naturalità) e come vincolo graduato nelle aree della seconda fase di espansione

della naturalità

indirizzi per la pianificazione comunale: gli strumenti urbanistici locali dovranno indicare le modalità edificatorie

collegate alla prossimità alla naturalità esistente (seconda fase di espansione).

3.4.3.3 situazioni disperse

nei territori della dispersione è possibile riconoscere tre principali situazioni:

1.aree con un indice edificatorio stimato (If) < 0.03 mc/mq: sono gli ambiti territoriali nei quali è dominante l’uso agricolo

del territorio (aree dell'agricoltura di eccellenza). La strategia proposta dal Piano Territoriale di Coordinamento per

queste aree mira alla conservazione del paesaggio ed al presidio dell'attività umana sul territorio.

2.aree con un indice < 0.03 mc/mq in aree agricole marginali:

sono ambiti territoriali nei quali il tema principale è quello della riconversione agricola, incentivata da nuove politiche

insediative che ammettano un If >0.03 mc/mq. Ciò spinge a considerare questi territori come investiti da un nuovo

progetto di paesaggio di insediamento a bassa densità. Gli elementi che il Piano considera vincolanti e limitanti

l'edificazione dispersa sono: la pericolosità all'allagamento, il rispetto delle restrizioni relative alle diverse fasce di

salvaguardia, la presenza di naturalità esistente o potenziale (prima fase di espansione), la tutela e salvaguardia degli

elementi connotanti le diverse stanze e l'unitarietà del loro ambiente ad eccezione della Grecìa, la salvaguardia di

masserie torri e castelli e altri manufatti e delle aree loro limitrofe, e vincoli sovraordinati (dal vincolo archeologico, ai

vincoli Galasso, all'ambito esteso A del PUTT/P).

3.aree con un indice > 0.03 mc/mq: in ambiti territoriali, spesso investiti da pratiche abusive che hanno prodotto gravi

carenze infrastrutturali (pozzi e smaltimento acque reflue), con conseguenti problemi ambientali. Esse possono essere

distinte, in via di prima approssimazione, in piane, aree a bassa densità in ambito subcostiero, ambiti di prossimità

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ai centri. Come nel caso precedente gli elementi che il Piano considera vincolanti e limitanti l'edificazione dispersa sono:

la pericolosità all'allagamento, il rispetto delle restrizioni relative alle diverse fasce di salvaguardia, la presenza di

naturalità esistente o potenziale (prima fase di espansione), la tutela e salvaguardia degli elementi connotanti le diverse

stanze e l'unitarietà del loro ambiente ad eccezione della Grecìa, la salvaguardia di masserie torri e castelli e altri

manufatti e delle aree loro limitrofe, e vincoli sovrordinati (dal vincolo archeologico, ai vincoli Galasso, all'ambito esteso A

del PUTT/P).

Obiettivo principale, in ognuno di questi casi, è la riqualificazione ambientale attraverso progetti di recupero promossi dai

Comuni. La nuova edificazione eventualmente prevista si deve inserire in un più ampio progetto di riqualificazione di

aree a bassa densità.

indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti

urbanistici analizzare in profondità le situazioni della dispersione insediativa esistenti e predisporre norme e progetti che

ne affrontino il recupero e la valorizzazione mirando soprattutto a sostenere e promuovere l'espansione della naturalità.

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PIANO STRATEGICO “SALENTO 2020”

Stato di attuazione

Il processo di Pianificazione Strategica in Puglia è disciplinato dalle Linee guida per la

Pianificazione Strategica territoriale di Area Vasta, approvate con Deliberazione della Giunta

Regionale 4 luglio 2007, n. 1072 e pubblicate sul BURP n. 104 del 20-7-2007. Tale processo

ha visto le seguenti attività:

- Avvio del percorso di pianificazione strategica e del processo di VAS (concluso il 31 ottobre

2007);

- Costruzione del Metaplan del Piano Strategico di Area Vasta e predisposizione del Piano

Urbano della mobilità (concluso il 30 settembre 2008).

- Avvio operativo del piano e della sua implementazione. Quest’ultima fase è stata realizzata

tramite la l’approvazione e il finanziamento di un Programma stralcio del Piano Strategico,

approvato dalla Giunta regionale nel dicembre 2009.

Natura e finalità Il Piano Strategico è finalizzato alla costruzione di una strategia di sviluppo di medio-lungo

termine dell’Area Vasta e alla costruzione di programmi d’azione per il suo raggiungimento. Nel

fare questo, il Piano individua anche una serie di Progetti di Qualità necessari a innescare lo

sviluppo dell’Area in coerenza con la visione strategica individuata.

Un territorio di qualità, in grado di valorizzare gli aspetti vocazionali, di competitività, di un uso

equilibrato di risorse, di convivenza civile e d’accoglienza, in un quadro di sicurezza e di

sostenibilità ambientale.

E' la visione generale che sottende la costruzione del Piano Strategico Salento 2020, che punta

a valorizzare i punti di forza del territorio salentino, esaltando una organizzazione sistemica

degli stessi, e a intervenire risolutamente su quei nodi che finora hanno impedito un pieno

sviluppo e un pieno dispiegamento delle potenzialità e delle ricchezze territoriali.

Obiettivi generali

1 COMPETITIVITA’ E INNOVAZIONE: migliorare la competitività dei sistemi produttivi locali tra

vecchie e nuove economie

2 QUALITA’ TERRITORIALE: migliorare la competitività e l’attrattività dei sistemi urbani e dei

sistemi extraurbani, in chiave turistica, del territorio

3 SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE, ECONOMIA DELLA CONOSCENZA: far evolvere le

diverse componenti locali verso un ecosistema digitale in grado di determinare la crescita e la

qualificazione del territorio nel nuovo contesto di globalizzazione

Obiettivi specifici

1.1 Favorire il superamento di modelli di specializzazione tradizionali attraverso la creatività,

l’introduzione dell’innovazione ed il collegamento del sistema delle imprese con il sistema

della ricerca. Sostenere le imprese motrici che esprimono produzioni di eccellenza

accompagnando i settori – vecchi e nuovi – nei processi di internazionalizzazione. Politiche

di innovazione, diversificazione e apertura devono, necessariamente, essere

accompagnate da politiche sul capitale umano tese a valorizzare talenti e creatività.

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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

1. Completamento sistemazione zona Murica:il progetto prevede la costruzione di un muro a

secco perimetrale, illuminato con elementi incassati nello stesso, che faccia da cornice alla

zona in cui verranno collocati diversi

elementi di arredo urbano in modo da caratterizzarla quale zona ristoro.

2. Completamento ristrutturazione, per il riuso del castello completa ristrutturazione del

Castello nelle zone da utilizzare come contenitore di carattere culturale nonché nelle torri da

destinare come foresteria per ospitare i vari relatori e personalità inviate (inserito nel primo

1.2 Fare del Salento meridionale un sistema “amico” degli insediamenti produttivi, degli Start

Up innovativi e delle manifatture di eccellenza, favorendo l’attrazione degli investimenti e la

riconversione ecologica delle infrastrutture fisiche.

1.3 Valorizzazione delle tipicità e qualità alimentari locali, rafforzamento delle filiere corte,

mediante la sperimentazione di un nuovo sistema di sviluppo dei circuiti economici locali

connettendo la creazione di reti commerciali dei prodotti agricoli con l’offerta ricettiva

puntando al recupero di una forte dimensione identitaria del territorio e dei suoi prodotti

enogastronomici.

1.4 Agevolare il passaggio da un modello economico, basato sullo sfruttamento delle risorse

limitate di origine fossile e sulla produzione di rifiuti inquinanti, ad un nuovo modello fondato

sulle fonti rinnovabili pulite e sui cicli produttivi chiusi che recuperano materia ed energia da

ogni scarto.

2.1 Messa in sicurezza e superamento delle criticità dovute ad un’incontrollata espansione

delle superficie urbanizzate, alla diffusa incuria del territorio ed alla ininterrotta azione degli

agenti bioclimatici.

2.2 Tutela e valorizzazione dei paesaggi e dell’ambiente quale bene patrimoniale ed identitario

del Salento.

2.3 Azioni tese al superamento delle situazioni di degrado abitativo e disagio sociale nelle

periferie, di abbandono dei centri storici, con interventi atti a migliorare la qualità dei

contesti urbani, a salvaguardare la salute ed il benessere delle genti, anche attraverso il

risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.

2.4 Politiche in grado di fare del Sud Salento un sistema di qualità attraverso la valorizzazione

del patrimonio storico-culturale, di quello marino e costiero, e del sistema portuale.

2.5 Migliorare l’accessibilità e la capacità competitiva potenziando le reti di collegamento per il

sistema dei trasporti e della logistica.

3.1 Migliorare la diffusione e la qualità delle infrastrutture ICT come condizione fondamentale

per la crescita del territorio in un contesto di globalizzazione.

3.2 Supportare la diffusione e l’uso dell’ICT presso le PMI per rafforzare la competitività del

territorio in un contesto di globalizzazione.

3.3 Favorire nella PA lo sviluppo idoneo all’impiego diffuso dell’ICT per giungere all’offerta

avanzata di servizi a cittadini e imprese contribuendo, in tal modo, alla qualificazione del

territorio in un contesto di globalizzazione.

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Apq stralcio per l’Area Vasta Sud Salento approvato con DGR n. 9 del 15 gennaio 2010) .

3. Messa in opera basolato per completamento strade Centro Storico per caratterizzare la

parte antica del Comune.

4. Messa in opera impianto illuminazione artistica nelle strade del Centro Storico per

valorizzare la parte antica del Comune mettendo in evidenza i suoi elementi architettonici e

urbanistici.

5. Messa in opera impianto illuminazione nelle strade individuate come piste ciclabili per la

fruizione e valorizzazione di alcuni elementi caratteristici del Comune mettendo in evidenza i

suoi elementi architettonici e urbanistici.

6. Completamento sistemazione Parco Pozzelle: il progetto prevede la costruzione di un'ampia

gradonata in muro a secco, illuminata con elementi incassati nella stessa, che faccia da

cornice alla zona in cui sono collocati i pozzi e sulla quale si svolgono diverse manifestazioni

soprattutto nel periodo estivo.

7. Completamento sistemazione parco comunale "città dei bambini": completamento di un'area

già in parte sistemata destinata a parco comunale

8. completamento sistemazione area c/o lottizzazione "Case": l'intervento vuole prevedere un

adeguato impianto di illuminazione, la necessaria rete idrica con i relativi attacchi antincendio

nonché alcuni allacci alla rete di fognatura nera. L'intervento si configura in una serie di opere

destinate al completamento di un'area già

destinata ad allocazione di attrezzature collettive.

9. Recupero e valorizzazione di area immediatamente adiacente a specie arborea denominata

Quercia Vallonea: l'intervento si configura in una serie di lavori atti a valorizzare un esemplare

secolare di Quercia Vallonea.

10. Riqualificazione urbana di Piazza Aldo Moro: l'intervento è da inserirsi in un'ottica di

riqualificazione di aree verdi e parchi attrezzati perseguendo il principio della sostituzione del

cemento con forme floreali e arboree tipicamente mediterranee.

11. Realizzazione ostello della gioventù nell'ex Scuola Elementare: l'intervento è da inserirsi in

un'ottica di riqualificazione di un bene di proprietà comunale inserito nel progetto "Bollenti

Spiriti -Agorà" e già in parte finanziato.

12. Realizzazione dimora storica nel castello: l'intervento è rivolto alla ristrutturazione delle

torri da destinare come foresteria per ospitare i vari relatori e personalità invitate, si colloca in

una serie di lavori atti a pervenire alla completa ristrutturazione del Castello nelle zone da

utilizzare come contenitore di carattere culturale (convegni, corsi tematici, sale multimediali,

varie manifestazioni destinate alla promozione delle peculiarità locali, ecc)

13. Realizzazione di struttura ricettiva/dimora storica nel Palazzo Comi: l'intervento prevede la

ristrutturazione del palazzo da destinare a dimora per ospitare i vari relatori e personalità

invitate, si colloca in una serie di interventi atti a completare la ricettività del centro storico da

utilizzare come contenitore di carattere culturale.

14. Piano di miglioramento dell'attrattività del Territorio ai fini turistici" e Piano integrato di

sviluppo territoriale" (in associazione con i comuni di Carpignano Salentino, Castrignano Dei

Greci, Cutrofiano, Martano, Melpignano,Soleto, Sternatia e Zollino): nasce da un'idea portante

di rigenerazione urbana-territoriale e di sviluppo del turismo sostenibile che si basa su un

generale miglioramento della qualità della vita del cittadino e del turista, sulla valorizzazione e

riqualificazione del Territorio e sullo sviluppo di un turismo dell'entroterra in forte appoggio a

quello della fascia costiera. Il Piano prevede interventi a carattere territoriale e puntuale. Gli

interventi a carattere territoriale, consistono, sinteticamente, nella realizzazione di: - una rete di

mobilità dolce, da realizzarsi all'interno del Territorio urbanizzato, rurale e costiero; - percorsi e

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sentieri ricreativi; - un servizio di trasferimento dalle aree di scambio e dal centro urbano alle

aree di balneazione e di fruizione costiera; - iniziative di ospitalità ed educational tour; -

segnaletica turistica e pannelli informativi; - iniziative di informazione ed educazione

ambientale.

Gli interventi a carattere puntuale, possono così schematizzarsi: eliminazione delle barriere

architettoniche dei siti di particolare valenza storico-culturale.

A questi progetti si affiancano quelli di livello sovra locale (soggetto proponente Provincia di

Lecce) rivolti a rafforzare le infrastrutture sociali, ambientali, culturali e turistiche dell’intero

territorio provinciale.

Tutti gli interventi previsti, anche se per gran parte non ancora inseriti negli accordi quadro di

programma, risultano in coerenza con gli obiettivi e le azioni del PUG2012, in quanto diretti a

rafforzare il sistema dell’armatura urbana pubblica riferita agli spazi pubblici, alle attrezzature

di interesse collettivo e al verde urbano e a generare un’offerta turistica di qualità, concorrendo

allo sviluppo sostenibile del territorio .

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PROGRAMMA D’AZIONE PER LE ZONE VULNERABILI DA NITRATI (PIANO NITRATI)

Stato di attuazione

Il Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati è stato approvato il 23 gennaio 2007 con

deliberazione della Giunta Regionale n. 19, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione

Puglia n. 19 del 6 febbraio 2007.

Natura e finalità

Il piano dà attuazione alla direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque

dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole, recepita a livello nazionale

dal D.Lgs. 152/99 recante “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, attualmente

sostituito dal D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”.

Esso si applica alle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) già designate e perimetrale con Delibera

della Giunta Regionale n. 2036 del 30 dicembre 2005, che ha imposto sulle stesse le prime

misure di salvaguardia.

Obiettivi generali

Protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole

attraverso la definizione ed attuazione dei Programmi d’Azione nonché la predisposizione ed

attuazione di interventi di formazione e di informazione degli agricoltori e della collettività.

Obiettivi specifici

Il Programma d’Azione prevede le misure necessarie alla:

1. protezione e risanamento delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola;

2. limitazione d’uso dei fertilizzanti azotati in coerenza con il Codice di Buona Pratica Agricola

approvato con Decreto Ministeriale del 19 aprile 1999;

3. promozione di strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del

rapporto agricoltura-ambiente;

4. accrescimento delle conoscenze attuali sulle strategie di riduzione degli inquinanti zootecnici

e colturali, mediante azioni di informazione e di supporto alle aziende agricole.

Il Programma d’Azione proposto, inoltre, contiene il Piano di Comunicazione Nitrati, che

attraverso azioni di formazione e informazione rivolte alla collettività, si pone l’obiettivo di fornire

elementi di lettura e di comprensione del problema dei nitrati e delle metodologie utilizzabili per

affrontarlo efficacemente, promuovendo l’adozione dei Codici di Buona Pratica Agricola e del

Programma d’Azione, sollecitando il senso di responsabilità individuale nella tutela della risorse

idriche.

Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto

All’interno del territorio comunale di Corigliano d’Otranto non ricadono zone vulnerabili da nitrati

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DOCUMENTO STRATEGICO DELLA REGIONE PUGLIA (DSR) 2007-2013

STATO DI ATTUAZIONE

Il Documento Strategico della Regione Puglia (DSR) 2007-2013 è stato adottato con Delibera di

Giunta Regionale 1 agosto 2006, n. 1139, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia

n. 102 del 9 Agosto 2006.

NATURA E FINALITÀ

Il DSR 2007-2013, redatto in conformità alla vigente legislazione comunitaria, nazionale e

regionale, rappresenta lo schema generale di orientamento programmatico per l’utilizzo delle

risorse comunitarie del ciclo di programmazione 2007-2013, sulla base del quale sono

predisposti i Programmi Operativi a valere sui Fondi Strutturali.

OBIETTIVI GENERALI

Sono stati individuati tre obiettivi di carattere generale:

1. rafforzare i fattori di attrattività del territorio, migliorando l’accessibilità, garantendo

servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità ambientali;

2. promuovere l’innovazione, l’imprenditoria e lo sviluppo dell’economia della conoscenza

anche attraverso la valorizzazione del lavoro competente e dei distretti produttivi;

3. realizzare condizioni migliori di occupabilità, di coesione e di inclusione sociale.

Il perseguimento dei tre obiettivi generali verrà sostenuto attraverso la realizzazione di cinque

obiettivi trasversali che dovranno considerarsi in tutte le linee di intervento da attuarsi:

- ambiente;

- pari opportunità;

- dimensione territoriale dello sviluppo;

- cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale europea e di prossimità;

- sviluppo della partecipazione e contributo alla costruzione di una nuova etica pubblica.

OBIETTIVI SPECIFICI

Gli obiettivi generali e trasversali verranno realizzati mediante la programmazione e

l’implementazione di tre politiche prioritarie, con relativi obiettivi specifici:

1. Politiche di contesto:

1.1. Trasporti e reti di comunicazione: realizzazione di un sistema regionale di trasporto e di

logistica integrato e sicuro, interconnesso e omogeneo; potenziamento dei sistemi della

portualità pugliese; potenziamento dei sistemi aeroportuali; potenziamento del sistema

ferroviario; potenziamento e innovazioni delle reti di trasporto pubblico e della mobilità

accessibile e ecosostenibile.

1.2. Sviluppo urbano sostenibile: contrasto del degrado delle “periferie”; qualificazione dei

servizi collettivi di base; restauro e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente;

rafforzamento delle identità dei centri urbani; costruzione di trame di relazioni tra i centri

urbani e con il territorio aperto; miglioramento della qualità della vita nelle città; creazione

di condizioni diffuse di legalità e sicurezza nelle città.

1.3. Ambiente e risorse naturali: tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche;

promozione di energie rinnovabili e del risparmio energetico; incentivo del riutilizzo e del

riciclaggio dei rifiuti; completamento della messa in sicurezza di siti contaminati;

promozione di politiche di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali; promozione della

bonifica e del riuso dei siti di cava dismessi; tutela e valorizzazione del patrimonio

tratturale; promozione dello sviluppo della rete delle aree protette; tutela degli ecosistemi

marini e costieri; miglioramento del monitoraggio dell’ambiente e del territorio.

2. Politiche di ricerca e innovazione dei sistemi produttivi:

2.1. Ricerca, sviluppo e trasferimento: qualificazione della domanda di ricerca e innovazione

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delle imprese; sostegno alle imprese nei settori dell’hi-tech; potenziamento del sistema

regionale della ricerca; promozione di progetti cooperativi di ricerca.

2.2. Innovazione nella PA: innalzamento delle capacità e competenze delle PA;

rafforzamento della cooperazione interistituzionale orientata al cambiamento;

accrescimento delle condizioni di legalità e sicurezza; supporto nella nascita di

esperienze di cittadinanza attiva.

2.3. Società dell’informazione: promozione della diffusione dell’accessibilità e dell’uso di

tecnologie ICT; sviluppo dell’industria dei contenuti digitali.

2.4. Sistemi produttivi locali: maggiore efficacia negli aiuti alle imprese; qualificazione

dell’offerta produttiva locale; promozione e consolidamento dell’economia turistica

regionale; sostegno ai processi di innovazione, internazionalizzazione e integrazione

delle imprese e delle filiere.

3. Politiche per dell’inclusione, del lavoro, della formazione e del welfare.

3.1. Formazione per un lavoro di qualità: Formazione iniziale, formazione superiore e alta

formazione, politiche attive del lavoro e formazione permanente, formazione continua e

politiche dell’occupazione e dell’adattabilità.

3.2. Inclusione sociale e salute: Promozione di politiche di inclusione per famiglie in forte

svantaggio economico; promozione di politiche di prevenzione del rischio di esclusione

sociale per segmenti affetti da processi di cambiamento economico e sociale;

innalzamento del livello di benessere e salute; prevenzione di rischi sanitari.

Il PUG2012 accoglie gli obiettivi specifici del DSR declinandoli sulle specificità che

caratterizzano il territorio coriglianese.

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5.2.4 La coerenza interna

L’analisi di coerenza interna è finalizzata a verificare la rispondenza, internamente al piano

stesso tra le strategie, gli obiettivi e le azioni previste.

Mediante tale analisi è possibile evidenziare le eventuali contraddizioni all’interno del piano,

considerando in particolare le componenti strutturali, le criticità ambientali, gli obiettivi, gli effetti

significativi dovuti alle azioni in esso previste.

Si prefigura quindi come strumento in grado di verificare l’efficacia prestazionale del piano.

La verifica della coerenza interna tra le azioni di piano non ha sostanzialmente rilevato

incoerenze.

Nelle matrici che seguono sono riportate le relazioni fra obiettivi e azioni.

Questa analisi ha consentito di articolare alcune proposte di rafforzamento e/o perfezionamento

delle relazioni fra obiettivi e azioni previste dal piano.

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MATRICE DI VALUTAZIONE 2: AZIONI - OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012

OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012

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Tutela e messa in sicurezza degli elementi

che concorrono a salvaguardare i percorsi

delle acque e i recapiti, relativamente al

rischio idrogeologico

Regolamentazione dello smaltimento delle

acque piovane di tutte le attività

(residenze, attività produttive e agricole,

infrastrutture e impianti) ricadenti

sull'impronta della falda destinata al

consumo umano

Tutela dei versanti, in sede di redazione

dei piani particolareggiati per l'apertura di

nuove cave

Incentivazione di pratiche agricole e di

attività di manutenzione del territorio

Pulitura e messa in sicurezza e

valorizzazione delle vore

Realizzazione di corridoi ecologici

principali lungo i versanti della serra, per la

connessione delle aree naturali ora

insularizzate, e per la conservazione e

valorizzazione delle invarianti strutturali

costituite dai versanti acclivi e dagli ambiti

di pregio

Realizzazione di corridoi

d’interconnessione attraverso il

potenziamento dei lembi residuali di

vegetazione spontanea sparsi nella trama

agricola e presenti in particolare lungo le

strade rurali e i muretti a secco

Realizzazione di una rete ecologica

urbana in modo tale da creare una

continuità con il territorio aperto e avente

l’obiettivo di mettere in relazione il verde

pubblico, le essenze monumentali

pubbliche e private, i giardini storici e i

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giardini interni alle corti, l’attraversamento

urbano del corridoio ecologico lungo via s.

Leonardo

Conservazione e valorizzazione delle aree

naturali e seminaturali esistenti nel

territorio anche attraverso la promozione di

progetti di rinaturalizzazione e

qualificazione dei margini delle stesse

Rinaturalizzazione delle cave estinte Promozione della fruizione delle aree

naturali attraverso la realizzazione di una

rete di mobilità dolce, ciclopedonale, da

realizzarsi utilizzando i tracciati rurali

esistenti e il sedime delle condotte

AQP

Riqualificazione ambientale e

paesaggistica dei margini delle linee

ferroviarie Sud Est e della Sp.

367 attraverso barriere di mitigazione degli

impatti visivi e sonori

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Incentivazione di azioni di conoscenza dei

beni culturali e identitari nel territorio

rurale, della risorsa acqua nei suoi aspetti

storici, simbolici, etici, produttivi, della

storia produttiva locale.

Contenimento della diffusione insediativa

dovuta ad attività produttive estranee ai

contesti rurali.

Promozione di campagne di scavo per

l’accertamento delle presenze

archeologiche nel territorio.

Valorizzazione paesaggistica dei versanti

delle serre, anche attraverso progetti di

rinaturalizzazione.

Promozione di forme di tutela e di

incentivazione alla conservazione delle

colture estensive rappresentate dagli

uliveti di antico impianto.

Realizzazione di circuiti e itinerari tematici

e territoriali finalizzati alla qualificazione,

fruizione e messa in rete delle risorse

paesaggistiche e dei beni culturali rurali e

urbani, anche in collaborazione

con i comuni contermini

Realizzazione di percorsi attrezzati

ciclabili, pedonali, equestri, finalizzati alla

fruizione dei beni paesaggistici e culturali e

a rendere accessibili gli itinerari tematici e

territoriali.

Promozione di incentivi e premialità

finalizzati al recupero del patrimonio

edilizio nel territorio rurale, attraverso

rifunzionalizzazioni a fini compatibili con le

attività agricole, turistico-ricettive e

culturali.

Riqualificazione e reintegrazione

ambientale e paesaggistica degli

insediamenti ad elevato impatto

ambientale e paesaggistico.

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Riqualificazione delle infrastrutture di

collegamento territoriale in termini

ambientali e paesaggistici:

riduzione di inquinamento del suolo e

sottosuolo, dell’inquinamento acustico e

luminoso, inserimento paesaggistico delle

infrastrutture e individuazione di varchi per

la percezione del paesaggio.

Realizzazione di fasce di mitigazione

ambientale dei tracciati e degli svincoli.

Promozione in sede provinciale della

risoluzione del problema

dell’attraversamento urbano da parte

dei flussi di traffico provenienti dai comuni

contermini per raggiungere la SS. 16.

Promozione di forme di incentivazione per

l’utilizzo della linea ferroviaria per gli

spostamenti sovralocali e per la creazione

di forme integrate di mobilità sostenibile

(treno + bici) .

Riorganizzazione della mobilità urbana e

realizzazione di una rete di “mobilità

dolce”, pedonale e ciclabile, integrata al

sistema dei servizi e delle attrezzature,

complementare alla viabilità carrabile

urbana ed extraurbana.

Realizzazione di parcheggi residenziali

diffusi e di un sistema di piccole aree

permeabili attrezzate a

parcheggio per i flussi turistici.

Realizzazione della fogna bianca Monitoraggio e controllo dello sfruttamento

delle risorse idriche in funzione della

presenza di pozzi ad uso privato o

agricolo, al fine di prevenire il

depauperamento della risorsa idrica.

Salvaguardia delle aree per la captazione

delle risorse idriche destinate all’uso

potabile, al fine di prevenire l’inquinamento

della falda da usi impropri.

Miglioramento dei livelli di accessibilità,

razionalizzazione e messa in sicurezza del

nodo di accesso al centro urbano e alle

aree produttive, dalla viabilità di

collegamento territoriale (SS 16 e SP 367).

Adeguamento delle infrastrutture al fine di

aumentarne i livelli di sicurezza, attraverso

la rimozione o la mitigazione delle criticità

lungo la linea ferroviaria (passaggi a

livello), negli incroci pericolosi, nelle strade

interessate dal traffico veloce e dal traffico

pesante (incroci sulla Maglie-Cutrofiano).

Realizzazione di fasce di mitigazione

ambientale della viabilità di collegamento

territoriale e del tracciato delle FSE, da

intendere come “infrastruttura verde”.

Riprogettazione degli accessi urbani dalle

strade provinciali da Galatina e Cutrofiano

e dalla SS. 16.

Razionalizzazione e riorganizzazione

dell’ingresso al centro urbano, della

stazione e del suo piazzale, anche con la

finalità di incentivare l’uso della ferrovia

per trasporti intercomunali

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Salvaguardia dei segni e degli assetti

consolidati della trama agricola

Incentivazione alla reintroduzione di

colture e di cultivar di valore tradizionale

oramai scomparse o in forte declino nel

territorio

Disincentivazione alla localizzazione nel

territorio rurale di attività produttive non

legate all’agricoltura e alle attività

connesse

Incentivi alla qualificazione delle funzioni

agricole nei contesti periurbani, finalizzate

alla qualificazione del margine del territorio

urbano

Realizzazione di percorsi ciclopedonali

lungo i tracciati rurali nella campagna e sul

sedime delle condotte AqP, consentendo

la fruizione del patrimonio rurale

Realizzazione di fasce di mitigazione

ambientale lungo i principali tracciati delle

infrastrutture di collegamento territoriale

Creazione di una fascia periurbana, la

“mezzaluna verde”, per la fruizione dei

luoghi e degli spazi aperti significativi per

la memoria e l’identità della comunità di

Corigliano (pozzelle, ecc)

Valorizzazione dell’area dei Salesiani

come penetrazione strategica della

“mezzaluna verde”, finalizzata a dotare la

città di spazi verdi e attrezzati di valenza

urbana

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Regolamentazione della diffusione

insediativa all’interno del territorio rurale,

attraverso misure di indirizzo della nuova

edificazione e la prescrizione di tecnologie

e forme sostenibili e ecocompatibili.

Incentivazione al recupero e al riuso del

patrimonio edilizio rurale degli elementi

storici di attrezzamento del territorio, dei

manufatti della storia agraria per fini

produttivi legati alla ricettività, al

turismo culturale, all’agriturismo.

Valorizzazione delle masserie, da

intendere come presidi di conservazione e

valorizzazione delle qualità ambientali e

paesaggistiche dei contesti delle serre e

della valle sud ovest, orientate verso

usi ecocompatibili e sostenibili

(agriturismo, turismo culturale ecc).

Riqualificazione ecologica e paesaggistica

delle aree produttive esistenti (pianificate e

non) e incremento dell’offerta di aree

ecologicamente attrezzate per attività

produttive, in contiguità con

quelle esistenti.

Ridefinizione funzionale, morfologica e

ambientale del contesto rurale misto di

accesso alla città dalle infrastrutture di

collegamento territoriale, da attrezzare con

funzioni di interesse sovra locale.

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Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione urbana

diffusa attraverso la promozione di

interventi di recupero, riuso e

valorizzazione del patrimonio edilizio

storico e riqualificazione dei suoi spazi

pubblici

Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione urbana

diffusa attraverso la riqualificazione dello

spazio costruito, la definizione di spazi e

attrezzature pubbliche e l’individuazione di

aree per l’edilizia residenziale pubblica

integrate nel tessuto urbano

Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione urbana

diffusa attraverso la qualificazione dei

fronti urbani della viabilità principale,

incentivando la riconversione ad

usi commerciali dei piani terra degli edifici

Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione urbana

diffusa attraverso la messa in rete di

servizi e attrezzature attraverso la

creazione di reti per la mobilità sostenibile

Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione urbana

diffusa attraverso la conservazione e dei

caratteri tipomorfologici dell’edilizia di

tradizione e del verde privato

interno alle corti (isolato salentino)

Conservazione e valorizzazione della

“mezzaluna urbana”, cintura dei luoghi

della socialità e degli spazi di interesse

collettivo, attraverso la conservazione

delle funzioni esistenti e la qualificazione

ambientale e urbanistica degli spazi

relativi, privilegiando l’utilizzo per finalità

pubbliche degli edifici dismessi.

Qualificazione urbanistica e architettonica

degli ingressi ovest alla città dalle strade di

collegamento intercomunale

Riconfigurazione dell’assetto dell’accesso

orientale alla città, comprensiva della

riqualificazione urbanistica e architettonica

della piazza della stazione, come nuova

porta urbana.

Valorizzazione degli elementi rilevanti per

la memoria e l’identità della città,

promuovendone l’utilizzo a scopi pubblici e

la loro messa a sistema con la rete dei

servizi, delle attrezzature urbane e degli

spazi pubblici.

Completamento e riqualificazione dei

tracciati del margine urbano, da intendersi

come viali urbani di affaccio sul territorio

rurale, con la finalità di definizione

morfologica, di qualificazione del margine

e del rapporto città campagna e di

assicurare la percezione del paesaggio

dalla città.

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MEZZA LUNA E CUNEO VERDE

Ha l’obiettivo di valorizzare i beni del

patrimonio paesaggistico-ambientale e

storico-culturale attraverso itinerari

tematici (Itinerario dell’acqua) che rendano

fruibili e beni, con la finalità di promuovere

attività culturali e per il tempo libero legate

alla produzione tradizionale, anche

attraverso la valorizzazione del giardino

storico dei Salesiani per la creazione di

spazi aperti e attrezzature urbane.

La “mezzaluna e il cuneo verde”

caratterizzeranno morfologicamente il

margine urbano e l’ingresso alla città da

via Galatina, anche perseguendo

l’adeguamento e la messa in sicurezza

della viabilità di connessione tra rete

extraurbana e rete urbana, nonché la

creazione di una rete di mobilità

alternativa, prevalentemente

ciclopedonale.

MEZZA LUNA URBANA

L’azione prevede la qualificazione e

valorizzazione della “mezzaluna” urbana,

cintura di attrezzature e spazi aperti

esistenti nel cuore della città, agganciata

al grande parco urbano attrezzato del

giardino storico dei Salesiani. Obiettivi

sono pertanto anche la riconversione di

edifici storici e di archeologia industriale a

usi pubblici; la riqualificazione di via

Don Bosco, della piazza del Castello e di

Piazza Vittoria e dei fronti urbani

prospicienti; il potenziamento del verde

urbano e l’attrezzamento degli spazi

aperti.

PORTA URBANA ORIENTALE

Riorganizzazione degli spazi finalizzata

alla riqualificazione dell’accesso alla città.

L’area oltre la ferrovia deve essere

arricchita di attrezzature di rango

sovralocale, sfruttando l’alta condizione di

accessibilità dell’area, diventando

contemporaneamente occasione per la

riorganizzazione morfologica del contesto

e l’aggancio alla città consolidata. La

stazione e la sua piazza, elementi di

connessione tra l’area da riorganizzare e

la città consolidata, costituiscono il nodo

intorno al quale questa operazione prende

corpo, insieme alla riqualificazione dei viali

urbani all’incrocio con la piazza

della stazione, via Ferrovia e via San

Leonardo.

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MATRICE DI VALUTAZIONE 3: AZIONI DEL PUG/S - OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012

OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012

1 - tutela e la valorizzazione ambientale e paesaggistica

2 - cura della risorsa naturale “acqua”

3 - utilizzazione e la produzione dell’energia da fonti rinnovabili

4 - conoscenza, monitoraggio, salvaguardia, riqualificazione e messa in valore dei beni culturali e del paesaggio, con particolare

riferimento al patrimonio rurale

5 - miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano

6 - riqualificazione e valorizzazione del tessuto edilizio esistente

7 - integrazione sociale delle diverse etnie presenti sul territorio

8 - realizzazione di edilizia economica e popolare al fine di rispondere alle esigenze abitative

9 - miglioramento, valorizzazione e nuova individuazione di spazi per aggregazione sociale e di partecipazione alla vita cittadina

10 - sviluppo socio-economico

11 - ampliamento, miglioramento e razionalizzazione delle aree produttive lungo la SS. 16

12- valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali

13 -potenziamento e valorizzazione delle iniziative a turistiche a carattere ecocompatibile

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Per il contesto della la Piana Olivetata CR1 si assumono gli obiettivi specifici del mantenimento dell’attuale

assetto agricolo e del miglioramento delle qualità ecologiche, nonché della valorizzazione degli elementi del

patrimonio storico, presenti in gran numero; in funzione della presenza dell’attiguo contesto per le attività

produttive e delle tendenze di trasformazione lungo la SS 16, va inoltre assicurata, ove possibile la continuità

ecologica e paesaggistica dello spazio rurale.

1. Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle

invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve

essere orientata a:

a) promuovere e incentivare l’attività agricola, in particolare modo in forme a basso impatto

ambientale;

b) potenziare i corridoi ecologici di discontinuità insediativa lungo la SS 16 in corrispondenza dei

Pozzi dell’AQP;

c) mitigare gli effetti negativi dell’attività produttiva sull’ambiente circostante l’impianto estrattivo,

anche in funzione della vulnerabilità delle invarianti presenti, con particolare riferimento

all’acquifero;

d) promuovere il recupero e la conservazione dei numerosi “furni”, come precondizione per

qualunque intervento di trasformazione del territorio, anche con forme di incentivazione quali

premialità volumetriche o riconoscimento di pari diritti edificatori da utilizzare non in situ.

In accoglimento degli obiettivi

1

2

4

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12

13

Per il contesto della a fascia di infrastrutture e impianti CR2 si assume come obiettivo primario per il contesto la

qualificazione ambientale del contesto e la eliminazione degli episodi di degrado, attraverso la sua

valorizzazione in termini ambientali, la realizzazione di opere di mitigazione dell’impatto delle infrastrutture e

degli impianti sull’ambiente e sul paesaggio, la riorganizzazione degli usi nelle aree marginali in prossimità

dell’accesso alla città; ciò con la finalità che il Contesto assuma il ruolo di “pausa verde” tra la “valle delle

infrastrutture”, definita e recepita dal PTCP, e la serra, e in particolare tra le aree produttive lungo la SS. 16 e il

centro urbano.

Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle

invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere

orientata a:

- realizzare fasce arboree di mitigazione ambientale per tutto lo spessore delle fasce di rispetto della viabilità,

delle infrastrutture e degli impianti, utilizzando essenze autoctone e materiali del paesaggio tradizionale;

disciplinare gli eventuali interventi di modifica e ampliamento di infrastrutture e impianti esistenti prevedendo

contestualmente tutte le opere di mitigazione ambientale e paesaggistica;

- vietare la realizzazione di nuove infrastrutture e impianti all’interno del contesto;

riqualificare l’accesso allo spazio urbano dalle infrastrutture di collegamento territoriale, anche attraverso la

realizzazione di attrezzature e funzioni di interesse sovralocale, compatibili con la finalità generale della

qualificazione ambientale e paesaggistica;

realizzare corridoi di continuità ambientale;

- incentivare la silvicoltura naturalistica e le attività agro-ambientali a basso impatto come quelle vivaistiche,

forestali e agricole.

In accoglimento degli obiettivi

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Il Contesto rurale a prevalente valore ambientale e paesaggistico CR3, denominato “La serra”, per i suoi valori

paesaggistici e per la sostanziale assenza di dinamiche di trasformazione in senso insediativo e colturale, è

suscettibile di una valorizzazione in senso ambientale, come importante presidio di naturalità in un territorio già

così fortemente antropizzato. Pertanto obiettivi fondamentali sono la conservazione e il potenziamento degli

ambienti naturali e seminaturali, il mantenimento delle attività agricole a basso impatto ambientale, la

valorizzazione dei beni storico-culturali attraverso interventi di cura, manutenzione e uso compatibile con i valori

depositati.

Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle

invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere

orientata a:

- promuovere interventi di rinaturalizzazione e di espansione delle aree boscate;

- realizzare corridoi d’interconnessione tra le aree naturali attraverso il potenziamento dei lembi residuali di

vegetazione spontanea sparsi nella trama agricola e presenti in particolare lungo le strade rurali e i muretti a

secco;

- promuovere la salvaguardia e la valorizzazione delle invarianti strutturali presenti, nonché la fruizione delle

aree naturali e dei beni culturali attraverso la realizzazione di una rete di mobilità dolce, ciclopedonale, da

realizzarsi utilizzando i tracciati rurali esistenti e il sedime delle condotte dell’AQP:

- vietare qualunque intervento che modifichi l’assetto ambientale e paesaggistico, ivi compresa la realizzazione

di impianti per la produzione di energia rinnovabile.

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto rurale Multifunzionale CR4, denominato “La serra periurbana”, il PUG/S individua come obiettivi

generali quello della qualificazione ambientale e paesaggistica del margine urbano, agendo attraverso la

valorizzazione dei beni del patrimonio paesaggistico-ambientale e storico-culturale, della dotazione di nuove

attrezzature per il tempo libero e lo sport, alla integrazione delle aree naturali e del verde all’interno dello spazio

urbano, così come indicato dal PTC della Provincia di Lecce (Art. 3.1.3.5) “infiltrazioni di naturalità”, nonché in

attuazione del Progetto strategico “Mezzaluna verde” .

Tali obiettivi sono perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle

invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere

orientata a:

- promuovere di interventi di valorizzazione ecologico-ambientale e fruitiva delle aree naturali e seminaturali,

delle Pozzelle, di Murica, della lecceta e delle strade rurali, nonché del Serbatoio dell’AQP e dello stabilimento

Eureka;

- realizzare aree attrezzate per lo sport e il tempo libero;

- creare una rete ciclo-pedonale orientata a sostenere e collegare tra loro la città, i luoghi significativi della

mezzaluna e le strutture ricreative e sportive;

- realizzare opere di arredo urbano lungo le strade principali e progettazione delle sezioni stradali anche

secondo obiettivi di traffic-calming;

- riqualificare il patrimonio edilizio esistente e regolamentare l’edificazione diffusa, anche riconoscendo quantità

premiali condizionate al soddisfacimento degli obiettivi di cui ai precedenti punti.

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto rurale multifunzionale da tutelare del versante CR5, denominato “La valle a elevata

frammentazione”, a causa delle dinamiche di cui è investito, si assume l’obiettivo della regolazione degli usi

insediativi, in forme che risultino compatibili con la salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici e delle

attività produttive agricole, con il contenimento del consumo di suolo per usi non agricoli, anche attraverso la

prescrizione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili per la riqualificazione della edilizia esistente e per

la nuova edificazione.

Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle

invarianti del PUG/S e le disposizioni;della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere

orientata a:

- conservare e valorizzare l’attività produttiva agricola, anche favorendo la ricomposizione fondiaria;

- mitigare gli effetti negativi dell’attività produttiva sull’ambiente circostante l’impianto, anche in funzione della

vulnerabilità delle invarianti e degli insediamenti presenti;

- incentivare il recupero e al riuso del patrimonio edilizio rurale delle masserie, degli elementi storici di

attrezzamento del territorio, dei manufatti della storia agraria per fini produttivi legati alla ricettività, al turismo

culturale, all’agriturismo;

- disciplinare la riqualificazione dell’edilizia esistente imponendo il rispetto di standard ambientali, tecnologici ed

energetici volti ad assicurare un basso impatto sull’ambiente e la qualificazione del paesaggio,

- disciplinare la nuova edificazione con standard analoghi a quelli alla lettera c), e orientando la localizzazione

della nuova edificazione con la finalità di non compromettere le aree agricole, anche in coerenza con quanto

disposto dal PTCP, Art. 3.4.3.3 “situazioni disperse”.

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto rurale a prevalente funzione agricola CR7, denominato “La valle dei seminativi” gli obiettivi per

riguardano il potenziamento delle attività produttive agricole nella direzione di una agricoltura più estensiva e

diversificata, anche con la finalità di qualificarne il paesaggio; la mitigazione dell’impatto delle attività estrattive e

la rimozione dei detrattori ambientali e paesaggistici; la valorizzazione del patrimonio storico delle masserie,

anche per usi legati alle attività ricettive e agrituristiche.

Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle

invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere

orientata a:

- promuovere la reintroduzione di varietà colturali tradizionali nelle coltivazioni presenti;

- mitigare gli effetti negativi delle attività estrattive sull’ambiente circostante, anche in funzione della vulnerabilità

delle invarianti e degli insediamenti presenti;

- favorire la qualificazione sostenibile delle strutture ricettive presenti.

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto Urbano da tutelare CU1, denominato “La città storica”, definita anche in quanto Invariante

strutturale ai sensi del DRAG, gli obiettivi sono mirati al recupero dei complessi e gli edifici di valore storico e

architettonico, alla conservazione dei i tessuti edilizi e gli edifici esistenti, nonché i loro specifici e stratificati

caratteri storici e morfotipologici, alla incentivazione della destinazione residenziale prevalente e delle attività

commerciali e artigianali che rivestono un valore storico-artistico e di identità sociale e culturale, nonché

integrare le attrezzature e i servizi mancanti per il consolidamento della funzione residenziale e lo svolgimento

delle altre funzioni compatibili: Tali obiettivi sono articolati in funzione della tutela degli elementi connotativi dei

tessuti del Nucleo antico, della Città storica novecentesca:

- per il Nucleo antico, il PUG/S persegue la tutela integrale dell’insediamento urbano, racchiuso nel perimetro

della città murata quattrocentesca, e dei suoi elementi tipo morfologici connotativi: la struttura attorno al

percorso matrice in direzione nord–sud, gli impianti morfologici di influenza arabo-greca e romana, la cinta di

isolati medioevali formanti l’anello perimetrale all’interno del tracciato delle mura

- per la Città storica novecentesca, il PUG/S assume il morfotipo dell’ “isolato salentino”, isolato formato da

edilizia storica a schiera o a corte, allineata col filo stradale, con il cortile interno adibita a orto o a giardino

produttivo, come invariante strutturale da salvaguardare e utilizzare come regola per gli interventi, in quanto

elemento costitutivo della forma urbis

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto urbano da manutenere e qualificare CU2 denominato “La città consolidata”; gli interventi sono

finalizzati al mantenimento o completamento dell’impianto urbanistico attuale e al suo ripristino ove

compromesso, alla conservazione degli edifici di valore architettonico, al miglioramento della qualità

architettonica, tecnologica e funzionale della generalità del patrimonio edilizio, alla qualificazione e maggiore

dotazione degli spazi e servizi pubblici, delle opere di urbanizzazione, e alla presenza equilibrata di attività tra

loro compatibili e complementari in modo da evitare carichi urbanistici incongrui rispetto al contesto. Il PUG/S

dispone che tali obiettivi siano perseguiti dal PUG/P tramite una disciplina ad attuazione diretta o diretta

condizionata, articolata in funzione delle diverse morfotipologie insediative della città consolidata, nonché delle

norme urbanistico-edilizie del previgente Programma di Fabbricazione, che regoli, in alternativa all’utilizzo

dell’Indice di Utilizzazione fondiaria, la facoltà di adeguare ogni unità edilizia esistente - a eccezione di quelle

vincolate come bene ambientale o architettonico - ai caratteri tipologici prevalenti rilevabili nel contesto urbano

di cui fa parte, assicurando la coerenza tra gli aspetti funzionali e quelli morfologici, nonché la conservazione o il

ripristino dell’impianto morfologico dell’ “isolato salentino”

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto urbano da consolidare e qualificare CU3, denominato “la città in via di consolidamento”, gli

interventi assumono le medesime finalità assunte per la città consolidata, in forme coerenti con il mantenimento

o completamento dell’impianto urbanistico esistente e con una adeguato disegno del margine urbano e la cura

del rapporto con la campagna: la conservazione degli edifici di valore architettonico, il miglioramento della

qualità architettonica, tecnologica e funzionale della generalità del patrimonio edilizio, la qualificazione e

maggiore dotazione degli spazi e servizi pubblici, delle opere di urbanizzazione, la presenza equilibrata di

attività tra loro compatibili e complementari in modo da evitare carichi urbanistici incongrui rispetto al Contesto.

In accoglimento degli obiettivi

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Per il Contesto urbano da completare e qualificare - CU4, denominato “le attività produttive” gli interventi sono

finalizzati all’adeguamento tecnologico e funzionale delle attività produttive già insediate, anche attraverso

incentivi normativi, salvaguardando e migliorando la compatibilità ambientale delle attività stesse, nonché alla

integrazione o la creazione di nuove infrastrutture, servizi e sistemi idonei a garantire la salute, la sicurezza e

l’ambiente, al fine di favorirne la trasformazione in aree ecologicamente attrezzate, anche in applicazione del

D.lgs 152/06, finalizzata a qualificare dal punto di vista ambientale ed energetico il contesto

In accoglimento degli obiettivi

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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema naturalistico-ambientale con la finalità di favorire la

sostenibilità dello sviluppo del territorio comunale, attraverso la promozione di regole di comportamento volte ad

assicurare il buon funzionamento dei cicli biologici della natura, mediante la conservazione, la valorizzazione e la

riqualificazione delle componenti naturali e antropiche esistenti ovvero l’introduzione sostenibile e compatibile del

nuovo nel tempo.

Per gli aspetti naturalistico-ambientali, articolati in elementi idro-geomorfologici, aree a pericolosità idraulica e

geomorfologica, di tutela delle acque e di rilevanza vegetazionale, il PUG/S promuove il potenziamento degli

ecosistemi naturali e seminaturali attraverso la formazione della Rete ecologica locale, che costituisce un contenuto

progettuale qualificante del PUG, da realizzarsi in coerenza con il progetto di rete ecologica regionale e provinciale.

A tal fine gli obiettivi assunti sono:

- tutelare la risorsa suolo, ovvero gli elementi morfologici del territorio, i percorsi delle acque e i recapiti, ai fini di

ridurre il rischio di inondazione, di frane e di cedimenti dei versanti;

- tutelare la risorsa acqua in quanto bene primario, ovvero la falda acquifera destinata al consumo umano, per

preservarla dal depauperamento e dal rischio di contaminazione;

- conservare la naturalità, ripristinarla laddove possibile, migliorare la funzionalità ecologica degli spazi naturali e

dell’intero territorio coriglianese, anche in coerenza con il progetto di rete ecologica regionale e provinciale;

- migliorare le qualità ecologiche delle aree agricole, promuovendo la diffusione di sistemi agricoli dal carattere

estensivo e incentrati sulla conservazione della biodiversità naturale e colturale, in modo da garantire la

sopravvivenza di nicchie ecologiche e di catene trofiche non eccessivamente semplificate;

- conservare l’assetto dei versanti della serra, in quanto invarianti ambientali di carattere geomorfologico,

naturalistico, paesaggistico, che presiedono alla funzionalità della rete ecologica potenziale;

- promuovere la formazione di nuove aree verdi pubbliche e/o di uso pubblico secondo una distribuzione

strategica ai fini della continuità della rete ecologica;

- migliorare la possibilità concreta di fruizione del patrimonio ambientale e naturalistico, anche ai fini di una più

adeguata offerta turistica “verde” del territorio.

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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema del Patrimonio storico culturale con la finalità di favorire la

conservazione, il rinnovamento e la valorizzazione della identità culturale del territorio comunale, attraverso la

promozione di regole di comportamento volte ad assicurare la salvaguardia, la valorizzazione e la riqualificazione e

all’utilizzo compatibile delle strutture, dei segni e delle testimonianze che rendono riconoscibile il territorio e lo

qualificano in senso culturale, costituendone una delle principali leve e strumenti per uno sviluppo sostenibile.

Per il Patrimonio storico-culturale, articolato in beni architettonici diffusi, Elementi storici di attrezzamento del

territorio, Aree di interesse archeologico, Città storica, Manufatti di rilevante valore per la memoria e l’identità della

città, gli obiettivi prioritari sono volti a:

- conservare le espressioni materiali della identità del paesaggio rurale di Corigliano, preservarlo dalla

introduzione di funzioni con esse non compatibili e promuovere una introduzione sostenibile del nuovo nel

tempo;

- promuovere forme consapevoli di conservazione, valorizzazione e messa a sistema dei beni culturali, dei

manufatti della storia agraria, degli elementi storici di attrezzamento del territorio, promuovendo interventi che

utilizzino modalità e tecnologie compatibili con i valori originari e che non ne alterino in modo irreversibile i

caratteri;

- tutelare e valorizzare la città storica, il patrimonio urbano diffuso, i giardini storici, i monumenti, le attrezzature,

gli edifici e impianti di rilevante valore per la forma e l’identità della città in modo compatibile con i valori

originari e senza alternarne in modo irreversibile i caratteri;

- incentivare azioni di sistema e di marketing territoriale per la messa in rete del patrimonio culturale e

paesaggistico per la promozione turistica del territorio.

In accoglimento

degli obiettivi

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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema della mobilità, delle reti tecnologiche e degli impianti e delle

dotazioni urbane e territoriali, articolate nelle seguenti famiglie: Rete ferroviaria, Viabilità primaria esistente di

connessione territoriale e urbana, con relativi nodi di scambio, Viabilità di progetto carrabile e ciclopedonale, che

costituisce un contenuto progettuale qualificante del PUG, Reti tecnologiche e impianti, con l’obiettivo garantire al

territorio di Corigliano d’Otranto le infrastrutture necessarie al soddisfacimento della domanda di trasporto di

persone e merci in rapporto alle funzioni ed alle attività presenti o previste, nonché l’efficienza funzionale delle reti e

degli impianti in modo da garantire la salubrità e la qualità ambientale del territorio e dell’insediamento; ciò

favorendo l’integrazione fisica e funzionale delle diverse reti nonché delle infrastrutture esistenti con quelle da

adeguare e con quelle di progetto al fine di perseguire la funzionalità, la sicurezza del sistema infrastrutturale e la

sua compatibilità ambientale.

Gli obiettivi prioritari per il Sistema sono definiti nell’ottica della costruzione di una rete infrastrutturale integrata,

ecosostenibile, efficiente e sicura, che garantisca le relazioni territoriali e comunali e che allo stesso tempo sia

attenta agli esiti paesaggistici; essi consistono nel:

- promuovere l’utilizzo della ferrovia per i collegamenti a livello territoriale e locale anche per incentivare e

migliorare l’accessibilità al territorio, sia negli spostamenti quotidiani della comunità locale, sia per il turismo

diffuso, in coerenza con i programmi in corso delle Ferrovie Sud-Est;

- favorire l’uso di forme di mobilità sostenibile potenziando l’intermodalità e i servizi annessi, con particolare

riferimento alla mobilità ciclopedonale anche per le relazioni tra Corigliano e i comuni contermini,

eventualmente in attuazione del progetto di rete ciclabile europea Cyronmed;

- migliorare l’accessibilità locale e la dotazione di parcheggi per i residenti e per i flussi turistici;

- migliorare, integrare, potenziare il sistema delle reti tecnologiche, aumentandone l’efficienza e la sicurezza,

compatibilmente con l’ambiente e con le esigenze dell’insediamento assumendo modelli e tecniche sostenibili

nella gestione delle risorse idriche, nel trattamento e nei cicli dei rifiuti, nel sistema fognario, nella produzione e

distribuzione dell’energia;

- mitigare l’impatto degli impianti tecnologici presenti nel territorio.

In accoglimento

degli obiettivi

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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema delle dotazioni urbane e territoriali, con l’obiettivo garantire

al territorio di Corigliano d’Otranto le attrezzature necessarie al soddisfacimento di servizi e spazi per le funzioni

sociali, assistenziali, scolastiche, culturali, per il tempo libero e per lo sport; ciò favorendo l’accessibilità, la fruibilità

e la valorizzazione delle attrezzature esistenti, nonché l’integrazione con nuove attrezzature, da realizzare

preferibilmente all’interno degli Ambiti di Trasformazione di cui al cap. 2.

Il PUG/S, inoltre, promuove il ruolo territoriale delle dotazioni di Corigliano d’Otranto, assicurandone l’accessibilità

anche dall’area vasta, attraverso l’adeguamento del sistema della mobilità, la dotazione di parcheggi e la

localizzazione accessibile delle attrezzature di progetto.

In accoglimento

degli obiettivi

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La rete ecologica è uno strumento di estrema importanza per la conservazione della natura e per un assetto

sostenibile del territorio, fondato sui principi della biologia della conservazione, basato sul concetto che vede

l’areale di ogni specie costituito da un insieme di aree che, in condizioni ottimali, sono collegate tra loro da

connessioni (corridoi) a formare una maglia interconnessa (rete); le connessioni sono di natura diversa a seconda

della specie presa in considerazione e quindi esistono diverse reti ecologiche quante sono le specie presenti su un

dato territorio L’obiettivo strategico generale è quindi la definizione di un modello di rete ecologica integrata che

rappresenti il sistema riorganizzativo della funzionalità ecologica del territorio nel suo complesso e che si ponga

quindi a fondamento di un nuovo scenario di assetto e gestione del territorio improntato sui criteri di sostenibilità

ambientale.

Pertanto per qualificare dal punto di vista ecologico il territorio di Corigliano d’Otranto e per assicurare il buon

funzionamento dei cicli naturali, anche in funzione della presenza della falda idrica sotterranea che costituisce una

risorsa per il territorio del Salento di cui Corigliano è custode, il PUG/S definisce la Rete ecologica come sistema

interconnesso delle componenti di valore naturalistico del territorio, composta da nodi (aree) e corridoi

(connessioni). La Rete ecologica è finalizzata a mantenere la continuità strutturale e funzionale delle aree naturali,

attraverso la integrazione e il rafforzamento di dette componenti ed a ripristinarne la continuità ove compromessa

dall’intervento antropico.

Il PUG/S, al fine di individuare la Rete ecologica locale quale rete ecosistemica polivalente, a partire dagli indirizzi

del PTCP relativi alla diffusione della naturalità, in relazione alle sue diverse forme (espansione, infiltrazione,

percolazione) nonché dal progetto di rete ecologica regionale promosso dal PPTR, prende in considerazione le

aree e i frammenti di naturalità e pregio paesistico dispersi nel territorio rurale, nonché gli elementi di connettività

diffusa del territorio rurale stesso, nonché gli elementi di potenziale connettività ecologica relativi ad alcune delle

possibili trasformazioni promosse dallo stesso PUG.

La Rete ecologica, articolata in due livelli di rilevanza (Componenti di I livello e Componenti di II livello) si realizza

attraverso l’attuazione ordinaria delle previsioni, ovvero la predisposizione di misure atte a qualificare dal punto di

vista della sostenibilità gli usi e le trasformazioni del territorio disciplinate dal PUG/S e dal PUG/P.

Le Componenti di I livello costituiscono l’armatura della Rete ecologica. Le Aree primarie sono aree naturali di

dimensioni significative e/o di alto valore funzionale e qualitativo ai fini del mantenimento della vitalità delle

popolazioni floro-faunistiche. Le Connessioni primarie sono aree naturali con struttura lineare e prevalentemente

continua, le quali svolgono la funzione di connettere fra loro le aree di alto valore naturale e di costituire habitat

adeguati per alcune specie di avifauna, nonché di garantire le connessioni e le relazioni dinamiche tra ecosistemi.

Le Componenti di II livello costituiscono la parte di Rete ecologica cui è affidata la diffusione e connessione locale

della stessa rete nel territorio comunale. Nelle aree ricomprese in Componenti di II livello esistenti gli interventi,

consentiti dalla disciplina di PUG/S e PUG/P, sono volti alla conservazione e rafforzamento degli elementi di

naturalità e all’integrazione di quelli che risultano deboli o compromessi, alla creazione di ambienti naturali,

attraverso la formazione di nuove zone boscate, fasce vegetate, boschetti, zone a vegetazione arborea e arbustiva.

In accoglimento

degli obiettivi

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Per perseguire l’obiettivo di un sistema della mobilità integrata, ecosostenibile, efficiente e sicura, che garantisca le

relazioni territoriali e comunali e che allo stesso tempo sia attenta agli esiti paesaggistici, il PUG/S l’insieme degli

elementi della mobilità di progetto composto da nuovi svincoli e connessioni stradali, dall’adeguamento di alcuni

tratti della viabilità esistente e da nuovi tracciati, volti a consentire una razionalizzazione del sistema della mobilità

attuale, a minimizzare l’impatto della mobilità esistente sull’ambiente urbano, a qualificare il margine della città, a

realizzare una mobilità alternativa ciclopedonale in grado di innervare il territorio e di rendere fruibili i beni

naturalistici e il paesaggio di Corigliano d’Otranto.

Per quanto concerne la viabilità di connessione territoriale e un suo efficiente e sicuro collegamento con il centro

urbano, il progetto prevede la razionalizzazione degli svincoli nel tratto compreso tra la SS 16 e la SP 367, volta a

mettere in sicurezza e ad assicurare adeguata accessibilità, da parte della grande viabilità, sia al centro urbano di

Corigliano che alle aree produttive esistenti e a garantire l’accessibilità a quelle di progetto. Gli interventi in oggetto

prevedono, nello specifico:

- la riconfigurazione dello svincolo alla SP367 fino a farlo diventare uno svincolo completo, attraverso la

rimozione della rampa in direzione nord per la SP 367 e la realizzazione di uno svincolo a livelli sfalsati del tipo

a trombetta che si riconnette alla SP 34 nel tratto compreso tra la SP 367 e la linea FSE in corrispondenza di

una rotatoria di progetto del diametro di 20 metri;

- il posizionamento di una rotaria tra la SP367 e la SS 16, ovvero sulla SP 34, del diametro di 50 metri, in

posizione di connettore tra la nuova viabilità a servizio della zona artigianale, la SP 34 ed il riconfigurato

svincolo di Corigliano d’Otranto posto sulla SS 16 in direzione Maglie;

Per la risoluzione del problema dell’attraversamento della linea ferroviaria Sud Est e della messa in sicurezza della

viabilità carrabile esistente, il progetto prevede la realizzazione di due sottopassi carrabili posti sulla SP 34 e sulla

SP 228 seguendo le geometrie previste per le strade extraurbane locali di tipo F e la contestuale chiusura dei due

passaggi a livello attuali; in particolare:

- il sottopasso posto sulla SP 228 prevede una variante al tracciato esistente della strada provinciale in oggetto

in maniera di allontanarsi dalle aree a pericolosità idraulica come perimetrale dall’AdB fino a raggiungere, dopo

esser passato sotto la linea FSE e la Strada Vicinale Gallizze, la Via Vecchia Maglie all’altezza del bivio con la

Strada Vecchia Comunale Pleo in maniera da riconnettersi con via Einaudi;

- il sottopasso posto sulla SP 34 corre accanto alla condotta principale di AQP, in maniera da evitare

interferenze plano-altimetriche tra la condotta ed il tunnel, venendo a costituire parte della viabilità di

aggiramento urbano posta a nord dell’abitato che, proseguendo su Via D’annunzio, Via Sicilia, Via Lucania e

Via Lazio, permette di raggiungere la SP 33 per Galatina direttamente dalla SS 16, dalla SP 367 e dalla SP 34

senza attraversare il centro urbano. La riorganizzazione dell’accesso urbano, vista anche al rimozione del

passaggio a livello con relativa riorganizzazione della viabilità, consente la realizzazione di un parcheggio di

interscambio ferro-gomma nell’area compresa tra il sottopasso e la linea ferroviaria, collegato direttamente alla

stazione attraverso un collegamento con passerella in quota, nonché di un’area per le fermate per le autolinee

extraurbane. Tale intervento viene a costituire un nodo intermodale per lo scambio ferro-gomma-bici, e il

parcheggio di interscambio, testata dei percorsi ciclo-pedonali extraurbani, dovrà anche prevedere spazi verdi

e luoghi di sosta e di ristoro.

Per la risoluzione del problema dell’attraversamento urbano da parte del traffico, anche pesante, sulla direttrice

Cutrofiano-SS 16, il PUG/P individua una area di salvaguardia nella quale il PUG/P potrà prevedere la

realizzazione di una strada di tipo F “Strada extraurbana locale” cui sarà affiancato un tratto della viabilità ciclabile,

al margine sud dell’abitato, volta a costituire un percorso alternativo per il traffico di attraversamento, e al contempo

a costituire un margine verde nel caso di future espansioni del centro urbano, al momento non previste dal PUG/S.

Tale tracciato potrà essere realizzato partendo dalla rotatoria tra il nuovo sottopasso ferroviario sud posto sulla SP

228 e la Via Vecchia Maglie utilizzando, rettificandolo, parte del tracciato della Strada Vecchia Comunale Pleo per

poi seguire un tracciato da realizzarsi ex-novo che, passando in fregio alla dolina, al tessuto urbano esistente e

all’Ambito di trasformazione AT3.1, si riconnetterà alla viabilità provinciale esistente in corrispondenza della

rotatoria prevista dalla Provincia di Lecce tra la SP 49 e la SP 49 bis. In sede di PUG/P saranno definiti i tempi e le

modalità di realizzazione dell’infrastruttura, gli usi consentiti nelle fasce di rispetto stradale, nonché le caratteristiche

specifiche dell’opera, ovvero: la larghezza della carreggiata stradale, le rotatorie per intersezioni con la viabilità

esistente, le fasce di rispetto e le opere di risanamento ambientale e inserimento paesaggistico per mitigare

l’impatto della nuova strada sull’ambiente e sul paesaggio. In ogni caso l’area compresa nelle fasce di rispetto

dovrà essere attrezzata a verde e per la mobilità ciclopedonale, tramite la realizzazione di una pista ciclabile in

terra battuta o comunque in materiale permeabile, in carreggiata separata e messa in sicurezza con l’uso di

materiali e opere naturali, prevalentemente utilizzando il verde di arredo stradale.

Gli interventi sul sistema della mobilità anulare intorno al centro urbano sono completati dalla previsione di

infrastrutture di rallentamento del traffico in ingresso al centro urbano dalla SP 33 e dalla SP 49, quest’ultimo già

previsto dalla Provincia di Lecce, attraverso rotatorie e isole in corrispondenza degli attraversamenti delle strade

ciclabili.

Infine, il PUG/S individua quale elemento caratterizzante il progetto della mobilità la realizzazione di una rete di

mobilità dolce, di tipo ciclopedonale, sui numerosi tratti della viabilità rurale, che innerva i Contesti Rurali, anche

nell’ambito del progetto strategico “Mezzaluna verde”, e che attraversa l’ambito urbano collegando gli spazi verdi

esistenti e di progetto e le attrezzature urbane, collegando in particolare le attrezzature dedicate ai bambini; per la

realizzazione della rete ciclopedonale extraurbana, può essere individuata anche le sede del sedime delle condotte

AQP, come parte integrante delle direttrici della rete ciclabile regionale, i cui itinerari principali sono stati individuati

con il progetto di cooperazione CYRONMED (Cycle Route Network of the Mediterranean), promosso e coordinato

dall'Assessorato ai Trasporti della Regione Puglia, e inseriti nella legge regionale n. 16 del 2008 su "Principi ed

indirizzi del Piano Regionale dei Trasporti.

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Il PUG considera il paesaggio come indicatore della qualità dello sviluppo territoriale ed urbano, e il paesaggio di

qualità come fondamentale risorsa per lo sviluppo. Per questo il PUG/S assume il paesaggio come categoria

sintetica di lettura-interpretazione del territorio e, al contempo, come categoria di proposta/progetto per il medesimo

territorio. Ciò sulla base di una concezione del paesaggio che si fonda sull’approccio percettivo e considera il

paesaggio come linguaggio del territorio.

La concezione di paesaggio assunta è quella per la quale il paesaggio è l’insieme dei segni naturali ed antropici,

identificabili in se e nelle loro relazioni come risorse fisico-naturalistiche, storiche, sociali e simboliche, attraverso i

quali il territorio si racconta, racconta i suoi caratteri, la sua storia, il suo rapporto con gli uomini; con ciò

comunicando a chi sa e vuole leggere tali segni, il suo stato di salute, i suoi pregi ed i suoi difetti. In sintesi, il

paesaggio come linguaggio del territorio. Da questa concezione discende una teoria interpretativa secondo la quale

il rapporto delle trasformazioni del territorio con il paesaggio non è nient’altro che il rapporto tra i “segni della

trasformazione” ed i “segni del territorio”.

Il Piano, assume i seguenti obiettivi di qualità per il paesaggio da perseguire nella attuazione delle previsioni di

trasformazione considerate interventi significativi dal punto di vista paesaggistico:

- assumere il paesaggio come indicatore della qualità territoriale e urbana e assicurare la qualità del paesaggio

considerandola risorsa fondamentale per lo sviluppo;

- favorire una specifica attenzione al paesaggio, quale esito dell’intreccio tra segni naturali e segni antropici, ai

fini di ridefinire l’immagine percepibile di Corigliano e delle sue diverse parti;

- promuovere politiche di sviluppo che incentivino il legame tra agricoltura e territorio in modo da rafforzare gli

esisti percepibili che di questa simbiosi permangono nel paesaggio rurale;

- incrementare gli spazi e i percorsi di percezione e fruizione paesaggistico-ambientale del territorio e della città

in particolare cogliendo le occasioni fornite dalla formazione della rete ecologica, sia in contesti rurali che

urbani;

- promuovere la qualificazione paesaggistica delle trasformazioni insediative e infrastrutturali attraverso

l’opportuno inserimento degli interventi previsti nei Paesaggi di appartenenza.

Tali obiettivi sono da perseguirsi attraverso una specifica procedura, disciplinata dal PUG, di definizione

dell’inserimento paesaggistico degli interventi, che integra la documentazione definita in sede di quadro normativo

nazionale regionale in materia di paesaggio.

Al fine di promuovere la qualità del paesaggio del territorio di Corigliano d’Otranto come elemento di identità sociale

e ambientale e come risorsa per lo sviluppo, il PUG/S articola il territorio comunale in Paesaggi con caratteristiche

territoriali e percettive riconoscibili, assumendo il paesaggio come riferimento per le trasformazioni previste, allo

scopo della loro qualificazione paesaggistica anche in ordine alle finalità della Lr. n.14 del 10.06.2008.

Il PUG/S, al fine di evidenziare le componenti significative che li costituiscono e le relazioni reciproche che le

legano, raggruppa i Contesti Territoriali in Paesaggi, e definisce uno specifico elaborato del PUG/S, la Carta per la

qualità paesaggistica del territorio, finalizzata a svolgere un ruolo di guida per l’inserimento paesaggistico degli

interventi di trasformazione previsti dal PUG stesso.

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Per realizzare gli obiettivi di qualificazione individuati per i contesti e per le invarianti, per rispondere alle domande

della comunità di nuovi spazi per la residenza,e i servizi, nonché per dotare la città di attrezzature e spazi verdi di

qualità e di rilevante valore per la memoria e l’identità locale, il PUG/S definisce Ambiti di trasformazione, ovvero

porzioni di territorio individuate all’interno dei Contesti Urbani o Rurali, suscettibili di trasformazione per attuare

obiettivi di riqualificazione, valorizzazione e/o nuovo impianto, da realizzarsi attraverso attuazione indiretta.

In particolare, il PUG/S individua i seguenti Ambiti:

L’Ambito di nuovo impianto a carattere prevalentemente residenziale AT1 è la parte di territorio di circa 3,8 ha,

prevalentemente non edificata e non urbanizzata, appartenente al Contesto Rurale Multifunzionale CR4 La Serra

periurbana, compresa tra il prolungamento di via Mazzarello e via Pozzelle e localizzata sul margine est del centro

urbano, nella quale il PUG/S prevede la realizzazione di nuovi insediamenti prevalentemente residenziali a

completamento e/o integrazione di quelli esistenti, finalizzati anche al soddisfacimento della domanda di edilizia

sociale. Il nuovo impianto insediativo è da realizzarsi in continuità fisica, morfologica e funzionale con la città

esistente, allo scopo di costituire un nuovo margine urbano in un paesaggio caratterizzato da uno stretto rapporto

tra il territorio agricolo e la città.

L’Ambito di valorizzazione urbana e paesaggistica Parco dei Salesiani AT2 è costituito dalla parte di territorio di

circa 17 ha, prevalentemente non edificata e non urbanizzata, appartenente al Contesto Rurale Multifunzionale

CR4 La Serra periurbana, che corrisponde all’area agricola dei Salesiani adiacente al centro storico ricompresa tra

le vie Mazzarello e Galatina. L’obiettivo principale dell’Ambito è quello di dotare la città di un grande parco urbano,

di circa 7 ha, in un luogo che rappresenta una risorsa sociale e simbolica di primaria importanza per l’intera

comunità di Corigliano d’Otranto, a servizio della cittadinanza e della comunità territoriale.

La fattibilità del parco è assicurata dalla previsione della cessione del suolo necessario, in sede di convenzione

urbanistica di accompagnamento al PUE, che prevede la realizzazione, oltre che del parco, di quinte edificate al

margine di esso, costituite da edilizia prevalentemente residenziale.

Gli Ambiti di ridefinizione della disciplina pregressa AT3.1, AT3.2, AT3.3, AT3.4, sono immediatamente prossimi

alla città consolidata e in via di consolidamento e hanno le seguenti estensioni territoriali: Ambito AT3.1 9,2 ha,

Ambito AT3.2 3,9 ha, Ambito AT3.3 2,1 ha e Ambito AT3.4 1,8 ha. In base alla disciplina pregressa del Programma

di Fabbricazione, gli Ambiti interessano suoli urbanizzabili per i quali il PUG/S promuove la ridefinizione delle forme

e delle localizzazioni, con la finalità di contribuire alla qualificazione del margine urbano, attraverso l’accorpamento

delle aree da cedere come standard urbanistici e per le attrezzature e la conservazione delle Invarianti e degli spazi

aperti di pregio e/o vincolati prossimi alla città.

L’Ambito di nuovo impianto a carattere produttivo AT4 localizzato tra la SP 367 e la SS 16 e lungo quest’ultima,

all’interno del Contesto Rurale a prevalente funzione agricola CR1 della Piana olivetata, nel quale il piano prevede

di realizzare un nuovo insediamento prevalentemente produttivo a integrazione di quello esistente.

Per tale Ambito il PUG/S promuove la realizzazione di aree produttive ecologicamente attrezzate, ovvero dotate

delle infrastrutture atte a minimizzare gli impatti sull'ambiente naturale, sugli operatori e i residenti, attraverso la

garanzia della salubrità e la sicurezza dei luoghi di lavoro, conseguendo inoltre una riduzione dei costi per

l'approvvigionamento idrico ed energetico.

Gli Ambiti di completamento e riqualificazione per le attività produttive AT5.1, AT5.2 e AT5.3 sono costituiti da parti

di territorio già prevalentemente edificate e urbanizzate attraverso il ricorso alle procedure di cui all’Art. 5 del DPR

447/98, localizzate lungo la SS 16, all’interno del Contesto Rurale a prevalente funzione agricola CR1 della Piana

olivetata. Per essi il PUG/S prevede la riqualificazione degli insediamenti produttivi, attraverso un progetto unitario

e integrato che favorisca la realizzazione delle opere di urbanizzazione, ovvero infrastrutture, parcheggi, servizi,

spazi verdi, interventi di mitigazione e miglioramenti della viabilità e della sicurezza.

L’Ambito di valorizzazione dello spazio rurale Golf Appidè AT6 è individuato con la finalità di dotare Corigliano

d’Otranto di una struttura qualificante per l’attrazione di un turismo qualificato nell’intero Salento; pertanto il PUG/S

individua l’Ambito, di estensione di circa 830 ha, nel quale prevedere la realizzazione di un’attrezzatura per

l’esercizio dell’attività sportiva del golf, rinviando al PUG/P la definizione di una disciplina atta a promuoverla, a

partire dai criteri e dalle regole che il PUG/P stesso definisce per la Zona Agricola, attraverso una serie di incentivi

per orientare le trasformazioni in chiave eco-sostenibile.

L’Ambito di riorganizzazione urbana e infrastrutturale dell’ingresso alla città AT7, come porzione di suolo nella

quale il PUG/S intende perseguire l’obiettivo della dotazione di una porta significativa d’ingresso alla città in termini

paesaggistici e di funzioni accolte, attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio, la qualificazione ambientale

e paesaggistica degli spazi aperti esistenti, la realizzazione dell’attrezzamento del nodo infrastrutturale determinato

dall’attraversamento della ferrovia e dalla presenza della stazione; per tale Ambito il PUG/S dispone un

procedimento selettivo, attraverso il quale potrà essere individuata una porzione di suolo unica, di una estensione

variabile tra 1/4 e 1/3 dell’intero Ambito, che si estende per circa 30 ha, per insediare attività di tipo produttivo

terziario e turistico ricettivo ricreativo con i relativi servizi, particolarmente qualificanti e caratterizzanti la “Porta

urbana orientale”, uno dei Progetti strategici di seguito citati.

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Il PUG/S, infine, Il PUG/S definisce Progetti strategici un insieme coordinato di contenuti progettuali e azioni,

pubbliche e/o private, che mirano, attraverso un approccio integrato, alla risoluzione di problemi e alla

qualificazione di specifiche parti del territorio e dell’insediamento di Corigliano, la cui valorizzazione viene

considerata, appunto, strategica nel processo di pianificazione comunale. I Progetti strategici comportano

definizioni progettuali unitarie d’area che hanno ad oggetto contenuti contemporaneamente appartenenti a più temi

di riferimento: la rete ecologica, la rete della mobilità, l’insediamento. Per la realizzazione degli obiettivi di cui ai

Progetti strategici, il PUG/P può attivare una o più azioni tra quelle previste nei rispettivi articoli, nelle forme di

progetti di OO.PP. o di PUE, anche tematici, ancorché non previsti dal PUG/S, senza che ciò ne costituisca

variante; ciò eventualmente anche prevedendo premialità di carattere economico, in riferimento all’accesso a fonti

di finanziamento per la realizzazione degli interventi, o urbanistico, attraverso premialità volumetriche da esercitarsi

all’interno dei Comparti di trasformazione che ne prevedano l’accoglienza.

Per Corigliano il PUG/S individua tre Progetti strategici.

La Mezzaluna Verde; che ha l’obiettivo di valorizzare i beni del patrimonio paesaggistico-ambientale e storico-

culturale presenti nel Contesto Rurale Multifunzionale CR4 denominato La serra periurbana, attraverso interventi

materiali e immateriali finalizzati alla fruizione degli stessi beni, e alla promozione di attività culturali e per il tempo

libero. La Mezzaluna verde caratterizzerà paeaggisticamente il margine urbano e conterrà al suo interno una rete di

mobilità alternativa, prevalentemente ciclopedonale, che congiungerà il Serbatoio storico AQP, la Murica e le

Pozzelle, a supporto di un “itinerario tematico dell’acqua”, fino a raggiungere il bosco e la rete dei percorsi

ciclopedonali; fini della realizzazione di tali obiettivi, il PUG/S individua le seguenti azioni:

- promozione di interventi di valorizzazione ecologico-ambientale e fruitiva delle Pozzelle, di Murica, del bosco di

lecci e delle strade rurali di collegamento;

- creazione di una rete ciclo-pedonale orientata a sostenere e collegare tra loro la città, i luoghi significativi della

mezzaluna e le strutture ricreative e sportive;

- realizzazione di aree attrezzate per lo sport e il tempo libero;

- realizzazione di opere di arredo urbano lungo le strade principali e progettazione delle sezioni stradali anche

secondo obiettivi di traffic-calming;

- qualificazione dei fronti urbani lungo il margine della città;

- riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

La Mezzaluna Urbana, progetto che ha l’obiettivo di qualificare e valorizzare la cintura di attrezzature e spazi aperti

esistenti nel cuore della città, agganciata al grande parco urbano attrezzato del giardino storico dei Salesiani,

attraverso la riconversione di edifici storici e di archeologia industriale a usi pubblici e di interesse pubblico, la

riqualificazione di via Don Bosco, della piazza del Castello e di Piazza Vittoria e dei fronti urbani prospicienti; il

potenziamento del verde urbano e l’attrezzamento degli spazi aperti, anche con servizi volti a soddisfare il

fabbisogno pregresso della città storica e della città consolidata. Per il soddisfacimento di tale obiettivo, il PUG/S

individua le seguenti azioni:

- realizzazione di un sistema unitario di opere di arredo urbano lungo le strade e le piazze, riqualificazione delle

sezioni stradali e riqualificazione dei fronti prospicienti i principali spazi aperti;

- incentivazione alla riconversione dell’edificio dei Salesiani, dell’ex Manifattura Tabacchi, del pastificio Pedone per

funzioni di interesse pubblico;

- realizzazione di piccole aree verdi attrezzate per lo sport e il tempo libero e di parcheggi;

- creazione di una rete ciclo-pedonale orientata a sostenere e collegare tra loro la città, i luoghi significativi della

Mezzaluna urbana e il Parco urbano del giardino storico dei Salesiani.

La Porta Urbana Orientale, che ha l’obiettivo di riqualificare gli spazi dell’accesso alla città, da perseguire

attraverso: la razionalizzazione del sistema della mobilità e della accessibilità, condizione necessaria per la

riorganizzazione morfologica e funzionale dell’area oltre la ferrovia, il superamento in sedi separate carrabile e

pedonale della linea ferroviaria, la riorganizzazione morfologica e funzionale della stazione e la sua piazza, la

riqualificazione dei viali urbani all’incrocio con la piazza della stazione, via Ferrovia e via San Leonardo. Sono per

questo individuate le seguenti azioni:

- riorganizzazione dell’assetto viabilistico al fine di aumentarne i livelli di sicurezza e curando l’integrazione

paesaggistica delle infrastrutture;

- inserimento di fasce di mitigazione ambientale lungo i tracciati viari e ferroviari;

riqualificazione morfologica e funzionale dell’ingresso alla città, con la previsione dell’inserimento di nuove

attrezzature di rango sovralocale;

- definizione della soluzione progettuale per il superamento pedonale e ciclabile della linea ferroviaria da realizzare

congiuntamente al parcheggio di interscambio gomma-ferro-bici, alla fermata delle autolinee;

- riqualificazione, tramite un progetto unitario, dell’edificio della Stazione, della piazza prospiciente, di via Ferrovia e

di via San Leonardo, dei fronti urbani relativi; conservazione e valorizzazione del giardino storico su via Ferrovia.

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Attuazione indiretta e diretta condizionata

La disciplina del PUG 2012 è definita in riferimento a criteri di perequazione tra le proprietà degli immobili

interessati da previsioni trasformative nonché, ai fini del perseguimento della qualità della città pubblica, tra

pubblico e privato nella distribuzione tra proprietà privata e Amministrazione comunale delle valorizzazioni

conseguenti a dette previsioni trasformative. Tali criteri comportano anche il ricorso a meccanismi di premialità e

compensazione.

La perequazione nei confronti dei privati consiste nell’attribuire alla proprietà privata le medesime opportunità

edificatorie nelle medesime situazioni; ciò in particolare nei casi di attuazione indiretta o di attuazione diretta

condizionata, attraverso l’applicazione dell’Indice territoriale perequato. Il PUG/S individua l’Indice perequato

secondo principi di equità e di uniformità, tenendo conto, in particolare, della disciplina urbanistica previgente e del

perseguimento di obiettivi di interesse pubblico generale.

Nel caso dell’Attuazione indiretta la quantità edificatoria di base attribuita alla proprietà può essere percentualmente

incrementata per premialità e per compensazione, finalizzate ad incentivare l’assunzione da parte della proprietà di

impegni aggiuntivi a quelli di legge nella progettazione e realizzazione delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche;

essa si esprime attraverso il riconoscimento di incrementi di quantità edificatorie rispetto alle quantità di base e

attraverso l’introduzione di nuove destinazioni d’uso.

La compensazione consiste nell’attribuire alla proprietà privata quantità edificatorie a fronte della cessione alla

Amministrazione comunale di immobili per standard in alternativa all’esproprio, ovvero della contribuzione, con

oneri aggiuntivi (extraoneri), alla realizzazione di opere pubbliche.

Tali incrementi sono percentualmente suddivisi in due parti: una per premialità e per compensazioni attribuibili al

consorzio dei proprietari del Comparto a fronte dell’accettazione di determinate condizioni, l’altra a disposizione

dell’Amministrazione Comunale per allocazione di Edilizia Sociale.

Le premialità sono attribuite alla proprietà qualora questa si impegni a:

mettere a disposizione dell’Amministrazione Comunale superfici fondiarie e relativa edificabilità per allocare Edilizia

Sociale (ERP, Edilizia convenzionata, Edilizia agevolata, etc.), nonchè per compensazioni finalizzate ad

acquisizioni di immobili per il soddisfacimento degli standard in alternativa all’esproprio, ad operazioni di

qualificazione urbana o di eliminazione di detrattori ambientali, alla realizzazione di opere pubbliche;

realizzare, nell’ambito della Sul di base del Comparto, quote di Edilizia Sociale;

redigere ed eseguire le previsioni del Piano urbanistico esecutivo del Comparto secondo i requisiti prestazionali di

natura eco-sostenibile;

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6. IL MONITORAGGIO

6.1 Struttura e funzionalità del monitoraggio

Ai sensi dell’art. 18 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “il monitoraggio assicura il controllo sugli

impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi approvati e

la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare

tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il

monitoraggio è effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali”.

In tal senso l’attività del monitoraggio diventa lo strumento centrale dei processi di VAS di p/p,

in quanto non si riduce alla semplice raccolta ed aggiornamento di dati ed informazioni o

all’adempimento burocratico del processo stesso, ma rappresenta un elemento di supporto alle

decisioni che va strutturato e progettato già dalla fase di redazione del rapporto ambientale e

gestito durante l’attuazione del p/p per tutto il periodo di validità.

A tal fine, nel corso dell'elaborazione del piano e del relativo rapporto ambientale, il Dlgs

152/2006 e s.m.i. prescrive la necessità di definire le misure per il monitoraggio (fortemente

ancorate ai risultati delle attività di valutazione), con particolare riferimento alle responsabilità,

alla sussistenza delle risorse necessarie, alle modalità di svolgimento, alla comunicazione dei

risultati, etc.

Nel dettaglio, si dovranno stabilire gli indicatori e i relativi metodi di calcolo, gli strumenti di

supporto (ad esempio database o web-gis), i meccanismi di ri-orientamento del piano in caso di

effetti negativi imprevisti e il ruolo della partecipazione dei soggetti con competenze ambientali

e del pubblico.

Da un punto di vista metodologico, il monitoraggio VAS può essere descritto come un processo

a tre fasi che affianca e accompagna il processo di attuazione del piano, i cui risultati devono

essere inseriti all'interno di rapporti periodici:

analisi: nell’ambito di questa prima fase vengono acquisiti i dati e le informazioni necessari a

quantificare e popolare gli indicatori. Si procede in questo modo al controllo degli impatti

significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del p/p e alla verifica del raggiungimento degli

obiettivi di protezione ambientale posti, tramite la misurazione degli scostamenti rispetto ai

target prefissati;

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diagnosi: alla luce dei risultati dell’analisi, questa seconda fase consiste nell’identificazione e

nella descrizione delle cause degli eventuali scostamenti registrati rispetto alle aspettative,

ascrivibili sia a cambiamenti intervenuti sul contesto ambientale che a problemi nell'attuazione

del p/p;

terapia: individua se e quali azioni di ri-orientamento del p/p sia necessario intraprendere

(possono riguardare obiettivi, azioni, condizioni per l'attuazione, tempi di attuazione, ecc) per

renderlo coerente con gli obiettivi di sostenibilità fissati.

La fase di analisi

L’attività preliminare della fase di analisi consiste nell’acquisizione continua di informazioni e

dati aggiornati, sia da fonti esterne (banche dati e sistemi informativi territoriali di Regioni,

Province, Agenzie ambientali, dati socioeconomici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente,

ecc), sia tramite campagne di rilievo appositamente organizzate. Su tale base, si procede

periodicamente, con modalità trasparenti e ripercorribili, al calcolo e alla rappresentazione degli

indicatori. Essi hanno lo scopo di descrivere un insieme di variabili che caratterizzano, da un

lato il contesto e lo scenario di riferimento, dall’altro lo specifico p/p, in termini di azioni e di

effetti diretti e indiretti, cumulati e sinergici.

L’aspetto centrale di questa fase è costituito dall’elaborazione degli indicatori per il

monitoraggio del p/p e dal confronto con gli andamenti previsti per lo scenario di riferimento e/o

per gli obiettivi del p/p.

La fase di diagnosi

La fase di diagnosi richiede che vengano prese in considerazione le possibili cause

dell’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi di p/p, quali ad esempio:

× perdita di validità delle previsioni riguardanti l’andamento delle variabili da cui dipende lo

scenario di riferimento. Le modifiche degli andamenti previsti possono essere influenzate

da intervenute modifiche del contesto o dall’avvio di politiche e programmazioni specifiche;

× conflitti tra i soggetti coinvolti nel processo o comportamenti non previsti;

× modalità di attuazione e gestione degli interventi di p/p differenti rispetto a quelle

preventivate;

× effetti imprevisti derivanti dall’attuazione degli interventi, oppure effetti previsti ma con

andamento diverso da quello effettivamente verificatosi.

Per eseguire la diagnosi, è necessario tentare di ricostruire il legame tra le cause e gli effetti

delle azioni del p/p. Si noti che per analizzare tale legame occorre tenere conto anche delle

dinamiche temporali, considerando le serie storiche degli indicatori, in quanto spesso il tempo

di risposta necessario perché si manifesti un effetto può coprire diversi anni e andare molto

oltre l’arco temporale del p/p. Per comprendere ad esempio gli impatti sulla salute prodotti

dall’inquinamento atmosferico in un certo periodo, è necessario disporre di serie storiche che

descrivano l’andamento delle concentrazioni degli inquinanti e consentano di interpretare gli

eventuali cambiamenti intervenuti nel periodo considerato.

Al fine di chiarire le relazioni causa-effetto può rivelarsi utile, inoltre, analizzare i dati disponibili

al massimo livello di disaggregazione possibile. Infatti l’aggregazione dei dati tramite operatori

matematici (medie, massimi, ecc.) e l’utilizzo di indici sintetici tendono talvolta ad occultare i

fenomeni o a renderne incomprensibile il significato. L’indicatore va dunque sempre

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documentato in modo da capire che tipo di fenomeno rappresenti realmente.

La fase di terapia

Qualora la fase di diagnosi metta in luce l’esistenza di scostamenti significativi tra previsioni di

p/p e realtà, identificando le cause dell’inefficacia nel perseguire gli obiettivi o la non

sostenibilità degli effetti, si rende necessaria un’attività di ri-orientamento.

La terapia è volta in questo senso a segnalare, sulla base dei risultati della diagnosi, su quali

aspetti del p/p è opportuno intervenire e come. Ad esempio, qualora si sia registrato un ritardo

nell’attuazione delle decisioni del p/p, sarà necessario procedere alla ridefinizione delle

modalità attuative previste. In caso ciò non fosse possibile, si prenderà atto dell’inattuabilità

delle azioni in questione. Se invece ci fossero problemi di scostamento dallo scenario di

riferimento prefigurato, sarà opportuno riformulare alternative di p/p alla luce delle modifiche

dello scenario.

Il sistema di monitoraggio, alla luce di quanto esposto,sarà strutturato in due macroambiti :

1. Il monitoraggio del contesto che studia le dinamiche complessive di variazione del

contesto di riferimento del piano. Esso deve essere effettuato mediante indicatori di

contesto strettamente collegati agli obiettivi di sostenibilità fissati dalle strategie di

sviluppo sostenibile. Il popolamento degli indicatori di contesto è affidato a soggetti

esterni al singolo piano ( Sistema agenziale, ISTAT, Enea, ecc) che ne curano la

verifica e l’aggiornamento continuo. Essi vengono assunti all’interno del piano come

elementi di riferimento da cui partire per operare le proprie scelte e a cui tornare,

mostrando in fase di monitoraggio del piano come si è contribuito al raggiungimento

degli obiettivi di sostenibilità prefissati e che variazioni ad esso attribuibili si siano

prodotte sul contesto.

2. Il monitoraggio del piano che riguarda strettamente i contenuti e le scelte del piano. La

definizione degli elementi che lo costituiscono deve relazionarsi direttamente con gli

elementi del contesto, evidenziandone i collegamenti. Tramite indicatori che misurano il

contributo del piano alla variazione del contesto si verifica in che modo l’attuazione del

piano stia contribuendo alla modifica degli elementi di contesto, sia in senso positivo

che in senso negativo.

6.2 Il monitoraggio del Contesto

Per la definizione del monitoraggio del contesto è necessario definire le informazioni

necessarie alla sua descrizione e gli obiettivi con cui lo sviluppo deve armonizzarsi.

Gli indicatori di contesto presi in considerazione sono stati opportunamente selezionati dal

Catalogo degli indicatori ambientali per il monitoraggio del contesto ambientale 2009, rapporto

conclusivo della Convenzione 2008-2009 tra ISPRA e Agenzie Ambientali in relazione

all’attuazione del monitoraggio VAS.

6.3 Il monitoraggio del Piano

Per comprendere quale sia l'effettivo contributo del PUG alle variazioni del contesto ambientale

è necessario verificare quali tra i suoi obiettivi possano avere ricadute sugli obiettivi di

sostenibilità fissati (obiettivi di piano correlati). Se il piano non ha diretta finalità ambientale

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(piani ambientali di settore), i suoi obiettivi saranno generalmente riconducibili a determinanti,

come le attività economiche (agricoltura, trasporti, industria).

Un primo livello di indicatori proposto per il monitoraggio del piano è rappresentato dagli

indicatori di processo: loro ruolo è la descrizione dello stato di attuazione delle azioni

attivate dal piano, nonché delle mitigazioni e delle compensazioni.

In questa logica, ciascun obiettivo o azione deve essere legato da un lato, all’obiettivo di

sostenibilità di riferimento; dall’altro, al determinante (o ai determinanti). Questa

sistematizzazione aiuta nell’identificazione degli indicatori di processo più idonei a descrivere

l’attuazione del piano.

Gli indicatori di processo sono facili da calcolare e hanno un tempo di risposta molto rapido: per

queste ragioni possono essere utilizzati sin dall'inizio della fase attuativa; viceversa, non sono

specificatamente definiti per descrivere gli effetti ambientali delle azioni attivate.

A questo scopo, è necessario introdurre un secondo livello di indicatori, in grado di “tradurre” la

verifica dell’attuazione del p/p nella interpretazione del suo contributo alla variazione del

contesto ambientale.

Il ruolo degli indicatori che misurano il contributo del piano alla variazione del contesto è

quello di registrare e valutare l'entità degli impatti indotti dagli obiettivi di piano correlati

sugli obiettivi di sostenibilità generale, svolgendo il ruolo di “ponte” fra gli indicatori di

processo e gli indicatori di contesto.

6.3.1. Le modalità di correlazione fra gli indicatori

Parallelamente alla definizione degli indicatori, è necessario definire le modalità di correlazione

fra tipologie diverse di indicatori. Quest’attività rappresenta la chiave per poter interpretare gli

esiti del monitoraggio e attribuire significato agli indicatori rispetto ai relativi obiettivi di

sostenibilità.

Tre sono i livelli di correlazione fra gli indicatori da strutturare per rendere efficace il sistema di

monitoraggio (tabelle 01, 02, 03, 04 e 05), sia in “orizzontale” (monitoraggio del piano), che in

“verticale” (monitoraggio del piano e del contesto):

1. la relazione “orizzontale” fra gli indicatori di processo e gli indicatori che misurano il

contributo del p/p alla variazione del contesto, che correla la verifica dell’efficacia

dell’attuazione del p/p con la valutazione della incisività dei suoi effetti sul contesto di

riferimento. A titolo puramente esemplificativo, se un piano urbanistico finanzia la

costruzione di ambiti residenziali, considerando un obiettivo di riduzione delle

emissioni, l’indicatore di processo stimerà i metri cubi realizzati, mentre l’indicatore che

misura il contributo del p/p alla variazione del contesto valuterà le prestazioni

energetiche della cubatura realizzata, in termini di aumento dei consumi energetici,. In

questo modo si relaziona la verifica dell’attuazione dello strumento con l’obiettivo di

sostenibilità e i suoi potenziali effetti sul contesto.

2. la relazione “verticale” fra gli indicatori che misurano il contributo del p/p alla variazione

del contesto e l’indicatore di contesto correlato, che mette in luce quanta parte della

variazione del contesto sia prevedibilmente attribuibile al p/p. Ad esempio, continuando

il ragionamento del caso precedente, se l’indicatore che descrive il contributo del piano

alla variazione del contesto si esprime come incremento dei consumi energetici,

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l’indicatore di contesto correlato stimerà l’impatto che tale incremento avrà in termini di

emissioni. Si tratta in questo caso di stabilire una relazione quantitativa, tramite

coefficiente di conversione, tra le Tep prodotte dall’attuazione del piano e le emissioni

di gas serra. Ciascuna delle azioni del piano che abbiano effetto sull’obiettivo di

riduzione delle emissioni contribuiranno al popolamento di questo indicatore di

contesto correlato, che registrerà i loro effetti singoolarmente e in maniera complessiva.

3. la relazione “verticale” fra gli indicatori di contesto correlato e l’indicatore di contesto

generale (che misura l’obiettivo di sostenibilità generale), che consente una lettura

degli effetti cumulati del p/p e quindi del contributo complessivo del p/p all’obiettivo di

sostenibilità generale. Consente inoltre di correlare il singolo p/p alle strategie per lo

sviluppo sostenibile e al monitoraggio complessivo del contesto ambientale.

In via generale, la relazione tra gli indicatori può essere strutturata ed esplicitata sulla base di

modelli qualitativi o quantitativi.

6.4 Lo schema operativo

L'organizzazione del sistema di monitoraggio è rappresentata nelle tabelle che seguono e sono

costituite da sei colonne. Gli elementi laterali della tabella (colonne 1 e 6) contengono gli

elementi che costituiscono lo sfondo entro cui il PUG deve essere posizionato, ovvero:

1. gli obiettivi di sostenibilità ambientale (generali o specifici) -riportati nella prima

colonna-, derivanti dalle strategie di sostenibilità e precisati all’interno del processo di

VAS;

2. gli indicatori di contesto –riportati nella sesta colonna–, collegati agli obiettivi di

sostenibilità, per i quali si può fare riferimento direttamente al Catalogo indicatori del

rapporto sullo stato dell’ambiente.

A partire da questi due elementi, si inseriscono le informazioni relative al PUG, in particolare:

3. gli obiettivi del piano correlati agli obiettivi di sostenibilità ambientale, ovvero gli

obiettivi di piano che possono avere effetti ambientali positivi o negativi sugli obiettivi di

sostenibilità – riportati nella seconda colonna;

4. le azioni di piano, raggruppate per determinanti (macro-categorie di attività

economiche, quali le attività produttive, i trasporti, il turismo, ecc…), suddivise in azioni

“verso l’obiettivo” (che concorrono al raggiungimento dell’obiettivo di sostenibilità

ambientale) e in azioni “contro l’obiettivo” (che determinano effetti negativi sull’obiettivo

di sostenibilità ambientale) nella terza colonna. La colonna contiene determinanti,

azioni di piano ed eventuali mitigazioni previste dalla VAS sulle azioni di piano che

hanno effetto sull’obiettivo in esame.

5. gli indicatori di processo che misurano direttamente il grado di attuazione delle azioni

nella quarta colonna;

6. gli indicatori che misurano il contributo del piano alla variazione dell'indicatore di

contesto nella quinta colonna (contributo del piano agli indicatori di contesto). Il

contributo si esprime sia rispetto all’obiettivo di sostenibilità ambientale che agli obiettivi

di sostenibilità specifici. Si tratta di indicatori che “traducono” gli effetti dell’attuazione

del piano sul contesto ambientale, relazionandoli agli indicatori di contesto (sesta

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colonna). Fra gli indicatori di contesto “correlati” e l’indicatore “generale” esiste una

relazione che può essere in alcuni casi di una semplice aggregazione o di una

relazione definita in termini di operazioni matematiche (somma, moltiplicazione, ecc.).

In altri casi, l’indicatore “correlato” potrà fornire informazioni indirette per il

monitoraggio dell’indicatore generale.

La Tabella prevede una doppia lettura, ovvero una lettura “orizzontale” per riga, e una lettura

verticale per colonna.

La lettura per riga consente di identificare e descrivere gli effetti ambientali delle singole azioni

o degli obiettivi del piano, siano essi positivi o negativi, sugli obiettivi di sostenibilità specifici.

La lettura per colonna, che mette in relazione gli indicatori di contributo del piano alla variazione

del contesto con gli indicatori di contesto ambientale, dà conto (attraverso la loro aggregazione

o correlazione) degli effetti cumulati generati dall’attuazione del piano. Questo tipo di lettura

consente dunque sia di ragionare in termini di effetto complessivo delle azioni di piano rispetto

all’obiettivo generale considerato (contributo del piano all’indicatore di contesto generale), sia di

monitorare il cambiamento del contesto nel lungo periodo in termini generali, ovvero non

riferibili unicamente al piano considerato (indicatore di contesto generale).

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Tabella 01 - ARIA

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici)

OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

Obiettivo di sostenibilità generale Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (atmosfera) C - Raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportano impatti negativi significativi per la salute umana e gli ecosistemi (limiti alle concentrazioni e alle emissioni ) – PAA, COM(2005)446, DM 60/2002

Promozione di forme di incentivazione per l’utilizzo della linea ferroviaria per gli spostamenti sovralocali e per la creazione di forme integrate di mobilità sostenibile (treno + bici). Riorganizzazione della mobilità urbana e realizzazione di una rete di “mobilità dolce”, pedonale e ciclabile, integrata al sistema dei servizi e delle attrezzature, complementare alla viabilità carrabile urbana ed extraurbana.

Determinante 1

Riduzione di emissioni inquinanti Riduzione di emissioni di CO2

Emissioni di sostanze inquinanti: CO

PM2.5 NO2

O3

CO2

Progetto della rete della mobilità

- Lunghezza rete ciclopedonale realizzata - Valutazione flussi ferroviari

Promozione di trasformazioni urbane attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione e incentivazione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili.

Determinante 2

Riduzione di emissioni di CO2 Riduzione di emissioni inquinanti

Trasformazioni urbane sostenibili (interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbana, nuova edificazione)

- Superfici in mq di pannelli fotovoltaici e solari installati - Numero immobili riqualificati e nuove costruzioni che raggiungono almeno il livello 3 fissato dal Protocollo regionale ITACA.

Determinante 3

Riduzione di emissioni di CO2 Riduzione di emissioni inquinanti

Trasformazioni urbane sostenibili (interventi sui tessuti produttivi esistenti e realizzazione degli ambiti di trasformazione a carattere produttivo)

- Superfici in mq di pannelli fotovoltaici e solari installati - Numero immobili riqualificati e nuove costruzioni che raggiungono almeno il livello 3 fissato dal Protocollo regionale ITACA.

Regolamentazione della diffusione insediativa all’interno del territorio rurale, attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili. Incentivazione al recupero e al riuso del patrimonio edilizio rurale degli elementi storici di attrezzamento del territorio, dei manufatti della storia agraria per fini produttivi legati alla ricettività, al turismo culturale, all’agriturismo.

Determinante 4

Riduzione di emissioni di CO2 Riduzione di emissioni inquinanti Recupero degli edifici esistenti in zona

agricola

- Numero degli interventi su edifici che raggiungono almeno il livello 3 fissato dal Protocollo regionale ITACA.

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Tabella 02- ACQUA

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI

DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

Obiettivo di sostenibilità generale Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (acqua) C - Proteggere, migliorare e ripristinare tutti i corpi idrici sotterranei e prevenire o limitare le immissioni di inquinanti negli stessi - Ridurre in modo significativo l’inquinamento – Dlgs 152/2006 C- Perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili (risparmio idrico, eliminazione degli sprechi, riduzione dei consumi , incremento di riciclo e riutilizzo) – Dlgs 152/2006

Regolamentazione dello smaltimento delle acque piovane di tutte le attività (residenze, attività produttive e agricole, infrastrutture e impianti) ricadenti sull'impronta della falda destinata al consumo umano

Determinante 1

Immissione di acque non inquinate nelle falde sotterranee Riduzione dei consumi di acqua potabile

Stato qualitativo e quantitativo della falda sotterranea

Pozzo LE_PS17LE Pozzo LE_P1 COR

Dati progetto Tiziano disponibili: Analisi chimiche, microbiologiche

e qualitative

Trasformazioni urbane sostenibili: interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbani, nuova edificazione (zona agricola, centro urbano e aree produttive)

- Numero immobili riqualificati e nuove costruzioni che hanno adempiuto agli obblighi del Dlgs 152/2006.

- Quantità di fogna bianca realizzata

Regolamentazione della diffusione insediativa all’interno del territorio rurale, attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili. Incentivazione al recupero e al riuso del patrimonio edilizio rurale degli elementi storici di attrezzamento del territorio, dei manufatti della storia agraria per fini produttivi legati alla ricettività, al turismo culturale, all’agriturismo.

Promozione di trasformazioni urbane attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione e incentivazione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili.

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Tabella 03- SUOLO

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI

DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

Obiettivo di sostenibilità generale Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (SUOLO) C - Invertire la perdita di superficie forestale tramite la gestione Sostenibile delle Foreste (Sustainable Forest Management - SFM), la protezione, il restauro, l'afforestazione e la riforestazione ed aumentare l'impegno per prevenire la degradazione delle foreste D- Assicurare la tutela e il risanamento del suolo e sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione – Dlgs 152/2006

Tutela e messa in sicurezza degli elementi che concorrono a salvaguardare i percorsi delle acque e i recapiti, recepimento dei piani sovraordinati relativamente al rischio idaulico geomorfologico e alla tutela delle acque. Tutela dei versanti, in sede di redazione dei piani particolareggiati per l'apertura di nuove cave Incentivazione di pratiche agricole e di attività di manutenzione del territorio Salvaguardia dei segni e degli assetti consolidati della trama agricola Incentivazione alla reintroduzione di colture e di cultivar di valore tradizionale oramai scomparse o in forte declino nel territorio Disincentivazione alla localizzazione nel territorio rurale di attività produttive non legate all’agricoltura e alle attività connesse Incentivi alla qualificazione delle funzioni agricole nei contesti periurbani, finalizzate alla qualificazione del margine del territorio urbano Realizzazione di percorsi ciclopedonali lungo i tracciati rurali nella campagna e sul sedime delle condotte AqP, consentendo la fruizione del patrimonio rurale

Determinante 1

Uso del suolo: - classi di uso del

suolo (agricole, naturali, artificiali: quantità e variazione)

- Percentuali di aree a

rischio idraulico e geomorfologico (quantità e variazione)

Risanamento di suolo e sottosuolo Aumento delle superfici agricole e naturali

Uso del suolo: superfici aree agricole e naturali (quantità e

variazione)

Percentuali di aree a rischio idraulico e geomorfologico

(quantità e variazione)

Recepimento dei piani sovraordinati relativamente al rischio idaulico, geomorfologico, alla tutela delle acque e alle attività estrattive.

Determinante 2

Progetto della rete della mobilità in ambito urbano ed extra urbano

Determinante 3

Nuova disciplina della zona agricola per la nuova edificazione e per gli edifici esistenti.

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A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (SUOLO) C - Invertire la perdita di superficie forestale tramite la gestione Sostenibile delle Foreste (Sustainable Forest Management - SFM), la protezione, il restauro, l'afforestazione e la riforestazione ed aumentare l'impegno per prevenire la degradazione delle foreste D- Assicurare la tutela e il risanamento del suolo e sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione – Dlgs 152/2006

Regolamentazione della diffusione

insediativa all’interno del territorio

rurale, attraverso misure di

indirizzo della nuova edificazione e la

prescrizione di tecnologie e forme

sostenibili e ecocompatibili.

Incentivazione al recupero e al riuso

del patrimonio edilizio rurale degli

elementi storici di

attrezzamento del territorio, dei

manufatti della storia agraria per fini

produttivi legati alla ricettività, al

turismo culturale, all’agriturismo.

Determinante 4

Risanamento dei suoli artificiali esistenti

Consumo di suolo (quantità e variazione)

Rapporto edifici extraurbani/superficie territoriale

totale (1)

%superfici urbanizzate su superfici totali (1)

(1) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio.

Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei

piani e programmi (2010)

Interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbana, nuova edificazione (zona agricola, centro urbano e aree produttive)

Consumo di suolo in ambito urbano ed extraurbano Numero di edifici dismessi esistenti recuperati e rifunzionalizzati.

Valorizzazione delle masserie, da

intendere come presidi di

conservazione e valorizzazione delle

qualità ambientali e paesaggistiche

dei contesti delle serre e della valle

sud ovest, orientate verso

usi ecocompatibili e sostenibili

(agriturismo, turismo culturale ecc).

Determinante 5

Razionalizzazione del consumo di suolo e realizzazione di spazi naturali negli ambiti di trasformazione (introduzione di indici relativi alla permeabilità dei suoli e alla piantumazione di essenze arboree nella disciplina dei comparti)

Azioni contro l’obiettivo

Attuazione degli ambiti di trasformazione urbana, nuova edificazione (zona agricola, centro urbano e aree produttive)

Consumo di suolo in ambito urbano ed extraurbano Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione

urbana diffusa attraverso la

promozione di interventi di recupero,

riuso e valorizzazione del patrimonio

edilizio storico e riqualificazione dei

suoi spazi pubblici ,la riqualificazione

dello spazio costruito, la definizione

di spazi e attrezzature pubbliche e

l’individuazione di aree per l’edilizia

residenziale pubblica integrate nel

tessuto urbano, la messa in rete di

servizi e attrezzature attraverso la

creazione di reti per la mobilità

sostenibile, la conservazione e dei

caratteri tipomorfologici dell’edilizia di

tradizione e del verde privato

interno alle corti (isolato salentino)

Determinante 6 Risanamento dei suoli artificiali esistenti

Rinaturalizzazione di cave estinte

% superfici rinaturalizzate

Completamento e riqualificazione dei

tracciati del margine urbano, da

intendersi come viali urbani di

affaccio sul territorio rurale, con la

finalità di definizione morfologica, di

qualificazione del margine e del

rapporto città campagna e di

assicurare la percezione del

paesaggio dalla città.

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Tabella 04- NATURA E BIODIVERSITA’

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI

DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovra sfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (biodiversità) C - Arrestare la perdita di biodiversità e contribuire a ridurre il tasso di perdita di biodiversità - SSS

Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

Realizzazione di corridoi ecologici

principali lungo i versanti della serra,

per la connessione delle aree naturali

ora insularizzate, e per la

conservazione e valorizzazione delle

invarianti strutturali costituite dai

versanti acclivi e dagli ambiti di

pregio

Realizzazione di corridoi

d’interconnessione attraverso il

potenziamento dei lembi residuali di

vegetazione spontanea sparsi nella

trama agricola e presenti in

particolare lungo le strade rurali e i

muretti a secco

Realizzazione di una rete ecologica

urbana in modo tale da creare una

continuità con il territorio aperto e

avente l’obiettivo di mettere in

relazione il verde pubblico, le

essenze monumentali pubbliche e

private, i giardini storici e i giardini

interni alle corti, l’attraversamento

urbano del corridoio ecologico lungo

via s. Leonardo.

Conservazione e valorizzazione delle

aree naturali e seminaturali esistenti

nel territorio anche attraverso la

promozione di progetti di

rinaturalizzazione e qualificazione dei

margini delle

Promozione della fruizione delle aree

naturali attraverso la realizzazione di

una rete di mobilità dolce,

ciclopedonale, da realizzarsi

utilizzando i tracciati rurali esistenti e

il sedime delle condotte

AQP.stesse

Riqualificazione ambientale e

paesaggistica dei margini delle linee

ferroviarie Sud Est e della Sp.

367 attraverso barriere di mitigazione

degli impatti visivi e sonori

Determinante 1 Arrestare la perdita di biodiversità in ambito urbano e rurale

%superfici aree naturali su superfici totali

Realizzazione del progetto di rete ecologica

Superfici naturali (quantità e variazione)

Determinante 2

Arrestare la perdita di biodiversità in ambito urbano e rurale Realizzazione di nuovi spazi naturali in ambito urbano e nelle aree produttive

Trasformazioni urbane sostenibili: interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbana (zona agricola, centro urbano e aree produttive)

Numero edifici dismessi recuperati e rifunzionalizzati Superfici naturali (quantità e variazione)

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Tabella 05 - PATRIMONIO E PAESAGGIO

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI

DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

A- Protezione e conservazione delm patrimonio culturale – SNAA Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi – CEP

Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

Patrimonio culturale

Incentivazione di azioni di

conoscenza dei beni culturali e

identitari nel territorio rurale, della

risorsa acqua nei suoi aspetti storici,

simbolici, etici, produttivi, della storia

produttiva locale.

Promozione di incentivi e premialità

finalizzati al recupero del patrimonio edilizio nel territorio

rurale, attraverso rifunzionalizzazioni

a fini compatibili con le attività

agricole,

turistico-ricettive e culturali

Contenimento della diffusione

insediativa dovuta ad attività

produttive estranee ai contesti rurali

Determinanti Protezione e conservazione del patrimonio culturale

Quantità di beni appartenenti al patrimonio storico-culturale recuperati, sul totale di quelli esistenti

Individuazione, tutela e valorizzazione delle Invarianti del sistema del patrimonio storico-culturale: - Elementi storici di attrezzamento del territorio - Beni architettonici diffusi - Aree di interesse archeologico - Città storica - Manufatti di rilevante valore per la memoria e l’identità della città

Quantità di beni appartenenti al patrimonio storico-culturale recuperati, sul totale di quelli esistenti.

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OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI

DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

A- Protezione e conservazione delm patrimonio culturale – SNAA Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi – CEP

Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

Paesaggio rurale

Valorizzazione paesaggistica dei

versanti delle serre, anche attraverso

progetti di rinaturalizzazione.

Promozione di forme di tutela e di

incentivazione alla conservazione

delle colture estensive

rappresentate dagli uliveti di antico

impianto.

Realizzazione di circuiti e itinerari

tematici e territoriali finalizzati alla

qualificazione, fruizione e

messa in rete delle risorse

paesaggistiche e dei beni culturali

rurali e urbani, anche in

collaborazione

con i comuni contermini.

Realizzazione di percorsi attrezzati

ciclabili, pedonali, equestri, finalizzati

alla fruizione dei beni

paesaggistici e culturali e a rendere

accessibili gli itinerari tematici e

territoriali.

Riqualificazione e reintegrazione

ambientale e paesaggistica degli

insediamenti ad elevato impatto

ambientale e paesaggistico.

Salvaguardia dei segni e degli assetti

consolidati della trama agricola.

Incentivazione alla reintroduzione di

colture e di cultivar di valore

tradizionale oramai scomparse o in

forte declino nel territorio

Disincentivazione alla localizzazione

nel territorio rurale di attività

produttive non legate all’agricoltura e

alle attività connesse.

Regolamentazione della diffusione

insediativa all’interno del territorio

rurale, attraverso misure di

indirizzo della nuova edificazione e la

prescrizione di tecnologie e forme

sostenibili e ecocompatibili.

Incentivazione al recupero e al riuso

del patrimonio edilizio rurale degli

elementi storici di

attrezzamento del territorio, dei

manufatti della storia agraria per fini

produttivi legati alla ricettività, al

turismo culturale, all’agriturismo.

Valorizzazione delle masserie, da

intendere come presidi di

conservazione e valorizzazione delle

qualità ambientali e paesaggistiche

dei contesti delle serre e della valle

sud ovest, orientate verso usi ecocompatibili e sostenibili (agriturismo, turismo culturale ecc).

Determinanti Tutela e valorizzazione del paesaggio urbano e rurale di pregio e riqualificazione dei paesaggi degradati

1. Diversità mosaico agro paesistico (1) 2. Frammentazione del paesaggio (1) 3. Proliferazione edifici in aree extraurbane (2) 4. “Consumo di suolo” a opera di nuove urbanizzazioni (2) 5. Dinamiche negli usi del suolo agroforestale (1) 6. Esperienza del paesaggio rurale (1) 7. Artificializzazione del paesaggio rurale (1)

(1) Già individuati per la tematica Suolo (2) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010).

Definizione di obiettivi e prestazioni per i contesti rurali Nuova disciplina per la zona agricola Progetto di rete ecologica Progetto della rete della mobilità Individuazione degli obiettivi di qualità per il paesaggio e norme sull’inserimento paesaggistico degli interventi

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Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina - 126 -

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI

DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE

INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)

CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO

A- Protezione e conservazione delm patrimonio culturale – SNAA Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi – CEP

Contributo del piano all’indicatore di contesto generale

Indicatore di contesto generale

Paesaggio urbano

Riqualificazione ecologica e

paesaggistica delle aree produttive

esistenti (pianificate e non) e

incremento dell’offerta di aree

ecologicamente attrezzate per attività

produttive, in contiguità con quelle esistenti.

Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione

urbana diffusa attraverso la

promozione di interventi di recupero,

riuso e valorizzazione del patrimonio

edilizio storico e riqualificazione dei

suoi spazi pubblici Promozione di interventi integrati di completamento e di riqualificazione urbana diffusa attraverso la riqualificazione dello spazio costruito, la definizione di spazi e attrezzature pubbliche e l’individuazione di aree per l’edilizia residenziale pubblica integrate nel tessuto urbano Promozione di interventi integrati di

completamento e di riqualificazione

urbana diffusa attraverso la

conservazione e dei caratteri

tipomorfologici dell’edilizia di

tradizione e del verde privato interno alle corti (isolato salentino)

Qualificazione urbanistica e

architettonica degli ingressi ovest alla

città dalle strade di collegamento

intercomunale e riconfigurazione

dell’assetto dell’accesso orientale

alla città, comprensiva della

riqualificazione urbanistica e

architettonica della piazza della

stazione, come nuova porta urbana.

Determinanti Tutela e valorizzazione del paesaggio urbano e rurale di pregio e riqualificazione dei paesaggi degradati

1. Diversità mosaico agro paesistico (1) 2. Frammentazione del paesaggio (1) 3. Proliferazione edifici in aree extraurbane (2) 4. “Consumo di suolo” a opera di nuove urbanizzazioni (2) 5. Dinamiche negli usi del suolo agroforestale (1) 6. Esperienza del paesaggio rurale (1) 7. Artificializzazione del paesaggio rurale (1)

(2) Già individuati per la tematica Suolo (2) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010).

Definizione di obiettivi e prestazioni per i contesti urbani Nuova disciplina per trasformazioni urbane e delle aree produttive esistenti Attuazione degli ambiti di trasformazione Progetto di rete ecologica Progetto della rete della mobilità Individuazione degli obiettivi di qualità per il paesaggio e norme sull’inserimento paesaggistico degli interventi