fresatrice ad albero verticale - sup.usl12.toscana.it · Va però notato che, per gli utensili...

15
FRESATRICI AD ALBERO VERTICALE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO Le fresatrici usate nella lavorazione del legno sono costituite essenzialmente da una incastellatura che porta un piano, sul quale poggia il pezzo da lavorare, e da un albero motore, al quale è fissato l'utensile. Il piano è di solito orizzontale, ma può essere inclinato; anche l'albero è di solito verticale, ma può essere inclinato. Nella maggior parte dei casi detto albero ha origine sotto il piano e lo attraversa; in altri casi può essere invece posto al di sopra, portato da un apposito braccio. I pericoli principali che possono colpire l'addetto alla fresatrice o altre persone ad essa vicine sì hanno in occasione di: — contatto delle mani con l'utensile spesso invisibile durante il moto; — proiezione di utensile o parte di esso, in caso di allentamento o rottura; — proiezione di nodi, trucioli, polvere di legno; — inceppamento e violento ritorno all'indietro del pezzo in lavorazione. MACCHINA Le fresatrici vanno installate in modo da avere attorno uno spazio sufficiente per il deposito e il movimento del materiale da lavorare e di quello lavorato, per l'eliminazione dei trucioli e degli scarti, per il movimento degli addetti alle macchine. Nel posto dove questi si trattengono di solito, nel pavimento va incorporato del materiale antisdrucciolevole. Va curata una buona illuminazione sulla zona di lavoro. Il basamento non deve essere troppo leggero, bensì robusto e proporzionato in modo da resistere largamente alle vibrazioni, anche nel caso in cui non sia ancorato al suolo. II motore deve essere di tipo stagno alla polvere di legno. Le pulegge e le cinghie con gli eventuali tenditori vanno completamente racchiuse entro robusto riparo che serve altresì ad evitare infortuni. Stagni alla polvere di legno devono risultare anche il salvamotore e l'interruttore. L'interruttore, se non è sulla macchina, va posto vicino ad essa e in posizione facilmente accessibile all'addetto. I comandi non devono presentare parti sporgenti che permettano l'azionamento involontario. L'albero porta utensili non deve avere la tendenza a vibrare a vuoto, e deve sporgere il meno possibile sopra la tavola; quando la sporgenza supera i 25 cm è opportuno un controbraccio con supporto di trattenuta (fig. 1). Di sicura efficacia deve essere il dispositivo di bloccaggio dell'albero in altezza, per evitare la discesa durante il moto che, portando l'utensile ad urtare contro la tavola, provocherebbe la rottura dell'utensile stesso, con proiezione dei frammenti. Per l'aspirazione dei trucioli e delle polveri, va accuratamente studiata la forma della cappa di presa e lo sviluppo delle tubazioni. Utensili Gli utensili di corredo alle fresatrici di solito sono numerosi e vanno tenuti, ordinati, in armadietti o in cassette, a serie complete. Si possono Fig. 1

Transcript of fresatrice ad albero verticale - sup.usl12.toscana.it · Va però notato che, per gli utensili...

FRESATRICI AD ALBERO VERTICALE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO

Le fresatrici usate nella lavorazione del legno sono costituite

essenzialmente da una incastellatura che porta un piano, sul quale poggia il pezzo da lavorare, e da un albero motore, al quale è fissato l'utensile. Il piano è di solito orizzontale, ma può essere inclinato; anche l'albero è di solito verticale, ma può essere inclinato. Nella maggior parte dei casi detto albero ha origine sotto il piano e lo attraversa; in altri casi può essere invece posto al di sopra, portato da un apposito braccio.

I pericoli principali che possono colpire l'addetto alla fresatrice o altre persone ad essa vicine sì hanno in occasione di:

— contatto delle mani con l'utensile spesso invisibile durante il moto; — proiezione di utensile o parte di esso, in caso di allentamento o

rottura; — proiezione di nodi, trucioli, polvere di legno; — inceppamento e violento ritorno all'indietro del pezzo in lavorazione.

MACCHINA

Le fresatrici vanno installate in modo da avere attorno uno spazio sufficiente per il deposito e il movimento del materiale da lavorare e di quello lavorato, per l'eliminazione dei trucioli e degli scarti, per il movimento degli addetti alle macchine. Nel posto dove questi si trattengono di solito,

nel pavimento va incorporato del materiale antisdrucciolevole.

Va curata una buona illuminazione sulla zona di lavoro. Il basamento non deve essere troppo leggero, bensì robusto e proporzionato in modo da resistere largamente alle vibrazioni, anche nel caso in cui non sia ancorato al suolo.

II motore deve essere di tipo stagno alla polvere di legno.

Le pulegge e le cinghie con gli eventuali tenditori vanno completamente racchiuse entro robusto riparo che serve altresì ad evitare infortuni. Stagni alla polvere di legno devono risultare anche il salvamotore e l'interruttore. L'interruttore, se non è sulla macchina, va posto vicino ad essa e in posizione facilmente accessibile all'addetto.

I comandi non devono presentare parti sporgenti che permettano l'azionamento involontario.

L'albero porta utensili non deve avere la tendenza a vibrare a vuoto, e deve sporgere il meno possibile sopra la tavola; quando la sporgenza supera i 25 cm è opportuno un controbraccio con supporto di trattenuta (fig. 1).

Di sicura efficacia deve essere il dispositivo di bloccaggio dell'albero in altezza, per evitare la discesa durante il moto che, portando l'utensile ad urtare contro la tavola, provocherebbe la rottura dell'utensile stesso, con proiezione dei frammenti.

Per l'aspirazione dei trucioli e delle polveri, va accuratamente studiata la forma della cappa di presa e lo sviluppo delle tubazioni.

Utensili

Gli utensili di corredo alle fresatrici di solito sono numerosi e vanno tenuti, ordinati, in armadietti o in cassette, a serie complete. Si possono

Fig. 1

distinguere in coltelli e frese. Tanto per gli uni quanto per le altre, è necessario che essi siano di

ottimo materiale, per. evitare che si rompano o si deformino durante il moto; occorre altresì che abbiano una forma adatta e che vengano usati ad una velocità appropriata. In tal modo si può evitare il rifiuto del pezzo, gli infortuni gravi nel contatto con le mani ed anche ridurre al minimo la fatica nell'alimentare la macchina.

Per la forma, è anzitutto importante che, nell'affilare gli utensili, vengano date le giuste proporzioni ai tre angoli caratteristici dei taglienti; la fig. 2 mostra, da sinistra a destra, tre forme errate. Quando gli angoli A, B, C sono troppo piccoli si hanno, rispettivamente: attrito, riscaldamento, usura; cattiva asportazione del truciolo; rottura del tagliente. Invece, gli angoli devono essere all'incirca come nel quarto disegno; gli esatti valori di A, B, C sono in relazione, caso per caso, alla qualità di metallo dell'utensile e alla qualità del legno (o materiale similare) da lavorare.

La forma dell'utensile va anche studiata in modo da dare uno spessore non eccessivo al truciolo. Ciò è indispensabile perché durante il moto lo sforzo di taglio varia rapidamente a causa delle irregolarità del legno e la successione degli urti si ripercuote: sull'utensile che si consuma e si spezza; sulla macchina che vibra e consuma di più; sul pezzo, che può venire rigettato all'indietro causa principale questa, degli infortuni alle fresatrici; sull'apparecchio alimentatore o sulle mani che portano il pezzo all'utensile, le quali vengono a contatto coi taglienti, se la protezione non è perfetta. E' evidente che tali inconvenienti sono tanto più gravi quanto maggiore è lo spessore dei truciolo e perciò questo non deve superare 0,6 - 0,8 mm, senza per altro scendere a meno di 0,2 mm.

La riduzione dello spessore dei truciolo va realizzata in modo automatico e sicuro; a tal fine, si diminuisce la sporgenza dei taglienti dal corpo dell'utensile; inoltre, su di questo si ricava una superficie che impedisce materialmente al pezzo di avvicinarsi all'albero sotto l'effetto di qualsiasi azione, comunque violenta o improvvisa. E' chiaro che in corrispondenza di tale superficie la sezione trasversale (orizzontale) dell'utensile segue da vicino il contorno della circonferenza descritta dai punto più sporgente dei tagliente (vedasi fig. 9 e 10 diametri d e D). Nelle frese, tale forma va data in fase di costruzione (fig. 3); negli utensili composti, occorre usare teste portacoltelli a sezione circolare (per i taglienti diritti, fig. 4) oppure (per i taglienti curvi) inserire nel gruppo delle lame, in corrispondenza del punto più sporgente del profilo, un anello A o un disco limitatore D, di diametro appropriato cioè da 0,8 a 1,6 mm inferiore a quello della Circonferenza percorsa dal tagliente; per profili alti, anche più di un disco [fig. 5). In talune teste portacoltelli piatte o a disco, per la limitazione dello spessore del truciolo, sono predisposti degli adatti settori registrabili (fig. 6).

ERRATI

Fig. 2

Fig. 3 Fig. 4

Fig. 5

Fig. 6 Fig. 7

Va però notato che, per gli utensili alti, l'applicazione di anelli o dischi limitatori, se pur permette la riduzione dello spessore del truciolo e quindi una notevole regolarità di lavoro, tuttavia lascia ancora, tra un tagliente e l'altro, degli spazi vuoti che sono eccessivi ai fini della sicurezza. E' pertanto preferibile usare sempre utensili che eliminano completamente tali spazi (salvo quelli minimi indispensabili per l'allontanamento dei trucioli) ed abbiano la forma del « solido di rivoluzione » cioè quello che si ottiene facendo ruotare il tagliente attorno all'asse dell'albero; in detti solidi, tutte le sezioni trasversali (orizzontali) sono circolari ed il profilo longitudinale è quello dei tagliente. Ciò si può ottenere con le frese (fig 7, in cui A fresa pericolosa, B fresa sicura) ed anche con i coltelli, sia montati su bussole (fig. 8) sia montati su teste (nella fig. 9 si rileva la differenza fra la testa cilindrica A e quella B, a solido di rivoluzione).

La precisione nella regolazione delle sporgenze dei taglienti va controllata mediante gli appositi attrezzi, forniti con gli utensili.

Sempre per evitare sforzi di taglio eccessivi, è anche opportuno limitare l'altezza del truciolo cioè sfalsare, in senso verticale, i vari taglienti che formano Complessivamente il profilo richiesto; con ciò il pezzo non viene attaccato contemporaneamente per tutta l'altezza, bensì per tratti parziali, in istanti successivi. Ciò è senz'altro realizzato nella costruzione di buone frese (fig. 3) e va ricordato anche nel preparare

utensili composti con coltelli e portacoltelli.

Per ridurre lo spessore del truciolo mantenendo la stessa asportazione di legno dal pezzo in un dato tempo, si può anche aumentare il numero dei tagli in detto tempo cioè adottare utensili a parecchi taglienti.

Per la velocità d'uso, la fig. 10 ricorda che s = a/nz, perciò per ridurre Io spessore s del truciolo occorre, oltre ad aumentare il numero dei tagli z, diminuire la velocità di avanzamento a e aumentare il numero dei giri n. Però il numero dei giri non può essere aumentato oltre un certo massimo determinato, per ogni utensile, in relazione alle sue dimensioni e alla qualità del metallo. Per le frese di metallo speciale, di solito il numero necessario di giri è inciso su di esse dal fabbricante. Per le frese senza indicazione e per i coltelli, il numero di giri si ricava dalla massima velocità periferica ammissibile v usando la consueta formula v = p Dn/60. Come valore massimo assoluto, per gli utensili in buono acciaio si tiene, di solito v = 40 m/sec; in tale caso, il numero massimo di giri consentito in relazione al diametro di ogni utensile si può avere, oltre che dalla formula, anche dal grafico di fig. 11; ad esempio, per diametro D = 22 cm il numero di giri massimo risulta n = 3.500 giri al minuto. In ogni caso il valore del massimo così ricavato va ridotto a poco più della metà quando si debbano lavorare certi tipi di legni incollati, ricostituiti ecc..

Quanto alla velocità di avanzamento migliore per ogni spessore di truciolo, essa si ricava dalla relazione di fig. 10 scritta sotto la forma s.n.z = a. Ad esempio, per una fresa a 6000 giri e 4 taglienti, per uno spessore di truciolo s = 0,5 mm si ricava a = 0,5 X 6000 x 4 = 12.000 mm/min cioè la velocità di avanzamento va tenuta sui 12 m/min.

Fig. 8

A B

s = a/nz v= 60 p Dn/60 s = spessore del truciolo in mm a = avanzamento in mm/min n = numero giri al minuto z = numero dei taglienti v = velocità periferica in m/sec d,D = diametri in cm

Fig. 10

Valori di D e di n per V= 40 m/sec

Fig. 11

Fig. 9

Coltelli I coltelli devono essere in materiale adatto, con facce ben levigate. In alcuni casi, essi sono composti di due elementi di qualità diverse (fig. 12); di essi, la faccia di taglio A è molto dura e quindi fragile, mentre l'altra è elastica; in tal modo gli urti vengono assorbiti. Al limite, il coltello non si spezza ma si piega. I coltelli non vanno mai usati per lavori su legno duro; non devono avere sporgenze eccessive quali sarebbero necessarie, ad esempio, per fare piattabande. Lo spessore dei coltelli è in relazione al modo di fissaggio all'albero. Quando il coltello è montato in una fenditura ricavata nell'albero della macchina, lo spessore va tenuto pari a quello della fenditura diminuito da 0,1 - 0,2 mm; l'albero, invece, dovrebbe avere diametro non inferiore ai 50 - 40 mm. Comunque, tale sistema non dovrebbe essere usato che eccezionalmente, per lavori brevi e poco pericolosi (fig. 13).

Fig. 12

Fig. 13

I coltelli vanno montati e orientati in modo da lavorare il pezzo al di sotto e non al di sopra. Per ottenere l'indispensabile equilibratura, è necessario adottare ferri simmetrici oppure usarne due simmetricamente disposti oppure disporre il controferro in modo che il coltello ne venga equilibrato. Una leggera intaccatura nei coltelli contribuisce a garantire contro la sfuggita dall'albero durante il moto.

Altro sistema di fissaggio è quello a mezzo bussole; il principale

inconveniente consiste nel fatto che una leggera differenza nell'altezza dei coltelli può provocare o la curvatura dell'albero o la sfuggita del coltello più basso durante il moto. La fig. 14 dà alcune indicazioni sulle forme e dimensioni raccomandabili per: flangia superiore (1), flangia inferiore (2), anello dì pressione (3): la flangia inferiore può essere altresì munita di un dente che corrisponda all'incavo di sicurezza praticato nel coltello (fig. 15).

Il montaggio migliore dei coltelli è quello sulle apposite teste portacoltelli, il tipo più semplice di testa è quello prismatico a sezione quadrata; un altro tipo si ottiene aggiungendo delle sporgenze triangolari in corrispondenza degli spigoli; dalla fig. 16 si vede che, rispetto al primo (disegnato a contorno tratteggiato) esso da: aumento dell'angolosi taglio, riduzione della distanza dell'asse del bullone dalla periferia della testa e, soprattutto, azione di rottura del truciolo.

Fig. 14

Le facce delle teste devono risultare perfettamente piane o con

concavità non superiore a 0,1 mm. Lo spessore dei coltelli deve essere di almeno 10 mm; per il montaggio vanno usati solo bulloni, dadi e rondelle di tipo speciale, escludendo assolutamente quelli di uso comune, il cui materiale non ha le qualità indispensabili.

Con le teste portacoltelli quadre vi è la materiale possibilità che le dita

del fresatore entrino, di fianco, nello spazio percorso dai coltelli, venendo ad essere mutilate; allo stesso modo, i pezzi in lavorazione possono impuntarsi e venire rigettati in macchina.

Fig. 15 Fig. 16

Sono quindi preferibili le teste cilindriche a sezione circolare costante (fig. 4) o le teste a solido di rivoluzione (fig. 9 B) in cui lo spazio pericoloso

risulta tutto occupato dal corpo del portacoltelli ed i coltelli ne sporgono solo dei minimo strettamente necessario per la lavorazione; essi possono essere più sottili di quelli per teste quadrate.

Per fare piattabande, le teste sono basse, a forma di disco; per ridurre il peso, se ne fanno anche in duralluminio speciale, però oltre i 3000-4000 giri è, di solito, necessario usare quelli in acciaio (fig. 17 e 6).

Fig. 17

A velocità elevata, il fissaggio dei coltelli non può essere fatto direttamente con bulloni o viti ma con sistemi che sfruttino le sollecitazioni che si hanno durante il moto, specialmente la forza centrifuga; si usano così cunei, mandrini ad espansione, eccentrici ecc.; le superfici a contatto, anziché lisce, possono essere zigrinate (fig. 4, 6, 17).

Frese

Sono gli utensili veramente adatti per i) lavoro alle fresatrici, specialmente per le alte velocità; va sempre tenuto presente che non possono essere trattati con leggerezza ma richiedono delicatezza e precisione.

Esistono vari tipi di frese a disco unico: per fare battute, tenoni, piattabande, modanature e sagome varie. Anche alcuni dischi di sega circolare possono essere utilizzati sulle fresatrici, però solo entro determinati limiti.

In ogni caso, per la sicurezza va scelta la forma più piena possibile cioè quella che ha i minori spazi vuoti fra le parti sporgenti (fig. 7 B).

Quando si sovrappongono più frese una sull'altra, occorre disporre i denti non sulla stessa verticale ma sfalsati in modo che il pezzo non venga attaccato nello stesso istante su tutta l'altezza; con questo accorgimento, migliora l'avanzamento, diminuiscono le resistenze ed il pericolo di rifiuto.

Per utensili di diametro rilevante, vengono talvolta usate le frese a 4 o a 6 conchiglie. E' necessaria una perfetta messa in opera, da controllare ogni volta con l'apparecchio speciale di regolazione (fig. 18).

LAVORAZIONI

Durante il moto, le fresatrici da legno devono essere provviste di mezzi di protezione atti ad evitare che le mani del lavoratore possano venire accidentalmente in contatto con l'utensile. Tali mezzi devono essere adatti alle singole lavorazioni ed applicate sia nei lavori con

Fig. 18

guida che in quelli senza guida. A seconda dei casi possono essere usate una o più delle misure di

sicurezza di seguito ricordate oppure anche delle altre purché dì sufficiente efficacia. In generale, si parte dalla constatazione che, per portare il pezzo contro l'utensile, sono necessaria tre azioni (fig. 19): pressione orizzontale

Fig. 19

contro l'utensile PO, pressione verticale contro il banco PV, spinta orizzontale di avanzamento o alimentazione A e si cerca di affidarne almeno qualcuna ad un dispositivo materiale, liberando le mani del fresatore; in proposito, va ricordato che la prima azione è quella che fino ad ora ha dato luogo al maggior numero di infortuni permanenti, localizzati alla mano sinistra.

Lavori con guida rettilinea

E' anzitutto indispensabile che le due parti della guida siano situate esattamente nello stesso piano e che, dalla parte dell'utensile, i bordi siano in buono stato e quanto più vicini ad esso. Se l'utensile sporge, anteriormente, di parecchio oltre la guida, si fissa a questa un'altra guida di legno duro in cui si ricava una feritoia dalle dimensioni strettamente indispensabili per l'esecuzione del lavoro.

Non va mai omesso il riparo in legno o metallo dietro la guida; spesso serve allo scopo la cappa di presa per l'aspirazione purché robusta quanto è necessario per trattenere l'utensile e sue parti in caso di allentamento o rottura (fig. 1 e 24).

Per tenere pressato il pezzo contro la guida, sostituendo così l'azione delle mani, si usano pressori, in legno o metallici, agenti in senso verticale ed orizzontale. In fig. 19 sono illustrati dei pettini in legno elastico, preferibilmente frassino o faggio; i tagli per ottenere i denti sono fatti nella direzione delle fibre; occorre dare [a giusta inclinazione al pettine e curare che i denti conservino sempre tutti la stessa lunghezza. L'esecuzione dei pressori in metallo può essere più varia; si va dalle semplici molle, ricavate da lamine di acciaio inclinate (fig. 20) a pressori assiali (fig. 24) o ad apparecchi più complessi (fig. 21).

PV

Fig. 20 Fig. 21

Fig. 22 Fig. 23

Fig. 24

Esistono vari apparecchi che permettono la contemporanea messa in

opera dei pressori orizzontali e verticali, con ampie possibilità di registrazione e di adattamento alle varie condizioni di lavoro. Il più conosciuto è quello dell'Istituto Nazionale Svizzero per l'Assicurazione Infortuni (fig. 22 e 26); tale apparecchio, con i suoi accessori, serve anche per lavori senza guida (fig. 31).

II pressore orizzontale può essere omesso quando risulti sufficientemente protetta la zona, attorno all'utensile, nella quale andrebbe a finire la mano sinistra in caso di scivolamento durante l'azione premente. Il sistema più semplice consiste nell'applicare alla guida un riparo in legno, posto un poco sopra l'utensile e sporgente alquanto oltre il cerchio descritto dai denti (fig. 23); esso è efficace solo per utensili il cui bordo superiore risulti posto a poca altezza sopra il banco, per cui sia praticamente esclusa la possibilità del passaggio della mano sotto il riparo. Migliori risultano gli schermi trasparenti infrangibili (piani o curvi) estesi a sufficienza sul fronte e sui lati, applicati a dispositivi che ne rendano facile la registrazione e il ribaltamento per il cambio dell'utensile o altre operazioni; la fig. 24 mostra, in posizione alzata e abbassata, uno schermo del genere, portato dallo stesso sistema di leve che porta i due pressori verticali.

Nei casi fin qui illustrati l'avanzamento è ottenuto a mano; talvolta,

invece, esso è motorizzato, il dispositivo alimentatore oltre all'azione di avanzamento, realizza anche quella di pressione in un senso, cioè quello verticale od orizzontale, a seconda del modo come è applicato sulla macchina; pertanto, va abbinato ad un altro dispositivo che realizzi la terza azione necessaria, cioè la pressione nell'altro senso, rispettivamente quello orizzontale o verticale (fig. 25). Gli alimentatori ben costruiti e installati eliminano il ritorno del pezzo all'indietro. Occorre però che siano provvisti di ripari atti ad eliminare i pericoli da cinghie,

ingranaggi ecc. o da schiacciamento fra il dispositivo di avanzamento (rullo) e il pezzo in lavorazione. Per lavori su piccoli pezzi, trova applicazione la norma di carattere generale secondo la quale: la lavorazione di pezzi di piccole dimensioni alle macchine da legno, ancorché queste siano provviste dei prescritti mezzi di protezione, deve essere effettuata facendo uso di idonee attrezzature quali portapezzi, spingitoi e simili. Così le tre azioni PV, PO, A, non sono più impresse al pezzo ma all'attrezzo interposto fra pezzo e mani; l'eventuale contatto con l'utensile viene subito non più dalla mano ma da detto attrezzo; questo va altresì concepito in modo da evitare il rifiuto del pezzo.

Nei lavori a guida rettilinea, trovano impiego soprattutto: dei fissapezzi su slitta scorrevole lungo guide fissate al banco o anche degli spingitoi che hanno forma variabile a seconda di quella del pezzo (fig. 26) ma sono sempre forniti di impugnature o maniglie per migliore salvaguardia della mano. La figura 27 illustra un tipo molto efficace di serrapezzo.

.

Lavori con guida curva

La guida è una sagoma S su cui viene fissato il pezzo o i pezzi da presentare all'utensile; essa viene fatta scorrere sulla tavola e premuta contro un anello d'appoggio folle sull'albero (AS in fig. 28 e AA in fig. 5, a destra) o, in mancanza, contro un pezzo d'appoggio fissato alla tavola e passato attorno all'albero stesso (AS in fig. 29). Per la sicurezza, occorre soprattutto:

— che la base del portapezzo sia munita di impugnatura razionale, in modo che la mano non possa scivolare,

— che i mezzi per trattenere il pezzo alla base siano sicuri, a superfici scabre, in buono stato,

— che l'utensile sia munito di adeguata protezione, di solito del tipo a cuffia o a corona portata da braccio fissato alla tavola.

Lavori senza guida

Rispetto ai casi precedenti il pericolo è maggiore ma non mancano i mezzi preventivi, fra cui alcuni dei dispositivi alimentatori e pressori visti fin qui, oppure altri dispositivi similari. E' opportuno che il pezzo non poggi contro l'albero ma, invece, contro un apposito anello oppure pezzo di appoggio, come per i lavori con guida curva.

Per la protezione dell'utensile, tra i tipi più semplici si può ricordare quello a disco soprastante l'utensile folle sull'albero. Di solito il disco a è in materiale trasparente infrangibile (fig. 30); l'efficacia è in relazione alla altezza del disco dalla tavola e del suo diametro rispetto a quello dell'utensile. Un altro tipo è quello a corona o anello, tutto in legno o parte in legno e parte in metallo, portato da un braccio regolabile, fissato alla tavola o direttamente (fig. 28 e 29) o per mezzo di un braccio (fig. 31); affinché il riparo sia efficace, è necessario che la sua altezza dalla tavola sia ridotta al minimo consentito dal pezzo da lavorare e che il suo bordo esterno sporga di qualche centimetro oltre la circonferenza percorsa dai taglienti dell'utensile. Il riparo può essere dotato di una certa elasticità e servire così anche da pressore verticale.

Talvolta, il riparo può essere esteso anche alla parte superiore e completato con un canale per convogliare i trucioli: vedasi la fig. 1 in cui è indicato anche un fissapezzi montato su carrello a slitta guidata.

Portapezzi e spingitoi sono necessari, al solito, per i piccoli pezzi e sono utili in molte altre occasioni, assumendo una grande varietà di tipi.

Per la lavorazione di pezzi curvi, è altresì utile applicare una tavoletta sagomata a forma di becco d'uccello, che serve per appoggio del pezzo vicino all'utensile (fig. 31).

Fig. 27

Fig. 28

Fig 29 Fig. 30 -

Fig. 31

AS

USO E MANUTENZIONE

Per evitare incidenti e infortuni, la macchina, gli accessori e gli utensili vanno accuratamente revisionati a intervalli regolari. Per la prima, meritano particolare attenzione la efficacia e la gradualità di funzionamento del freno, lo stato dei supporti dell'albero e del suo sistema di innalzamento, l'esattezza dell'indicatore della velocità.

La verticalità dell'albero si controlla facilmente con una squadretta, facendolo girare a mano. Il numero di giri va regolato tenendo presente, in ogni caso, il massimo consentito dall'utensile e dal materiale.

Il foro ricavato nella tavola attorno all'albero va sempre tenuto ridotto al minimo tenendo in opera il maggior numero possibile di anelli (fig. 31).

Per ogni tipo di lavoro e per ogni qualità di legno, va scelto l'utensile più adatto, che va mantenuto sempre affilato correttamente. Specialmente per le frese, l'affilatura dei taglienti deve essere frequente ed essere eseguita esattamente come indicato dal fabbricante per avere gli angoli giusti e il lavoro di tutti i denti. L'affilatura difettosa provoca l'eccessivo riscaldamento dell'utensile durante il lavoro, il suo indurimento, la diminuzione di resistenza del materiale, fessure; non bisogna affilare oltre un certo limite per non indebolire troppo la fresa e provocarne la rottura a seguito della riduzione di sezione. Se fa fresa è poco affilata, la pressione di taglio diventa il doppio od il triplo ed aumenta il pericolo di rifiuto (nonché la potenza richiesta al motore).

Prima di iniziare il lavoro occorre provare per un certo tempo l'utensile a vuoto, aumentandone gradualmente la velocità. Inoltre, controllare l'esatta regolazione della guida, dei dispositivi di pressione orizzontale e verticale nonché quella di avanzamento, delle protezioni davanti e dietro all'utensile e sgombrare la tavola da ogni oggetto estraneo.

La posizione del corpo rispetto alla macchina va scelta in modo che il corpo non si trovi sulla probabile traiettoria del pezzo in caso di rigetto all'indietro. Per guidare il pezzo non si devono tenere dita aperte, ma, invece, usare il pugno chiuso.

Il legno va esaminato prima di metterlo in macchina per scartare quello con nodi o fibre disposte in modo non regolare. Non vanno eseguite passate troppo profonde. Il pezzo va portato contro l'utensile gradualmente; la velocità di avanzamento può essere aumentata successivamente e poi mantenuta costante su un massimo ragionevole. Non fare retrocedere il pezzol

Ad ogni interruzione del lavoro, occorre fermare la macchina; non allontanarsi da essa fino a che l'utensile non sia completamente fermo (a meno che sia completamente inavvicinabile in tutti i suoi punti) ; non abbreviare la frenata, afferrando con la mano l'estremità dell'albero.

Vanno evitate: maniche lunghe sciolte, cinturini, catenelle, sciarpe, cravatte, ecc.. Sono indicate scarpe robuste, con puntale rinforzato e suole antisdrucciolevoli.

Con legnami di qualità scadente o che comunque diano luogo a proiezione di nodi o di frammenti di truciolo, non bisogna esitare ad usare schermi facciali, robusti e trasparenti, per la protezione degli occhi e del volto.

Lo spazio attorno alla macchina va tenuto sgombro.

FRESATRICI AD ALBERO SOPRA IL BANCO

Tralasciando di ripetere quello che può essere comune ad altri tipi di frese, va notato che la protezione all'utensile deve essere abbastanza robusta per trattenere i trucioli e non deve impedire la visione del lavoro. Nella fig. 32 è riportato un dispositivo in cui la protezione esercita anche la funzione di pressore e di presa per l'aspirazione di trucioli e polvere.

Fig. 32

NORME LEGISLATIVE PRINCIPALI

D. P. R. 27 aprile 1955 n. 547: art. 113, 114 ed altri,