Fratelli scrittori: da sinistra Israel Joshua (1893 …luminet/Books/Newton-La_Stampa_2...presto...

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scioccante: viene da prendersi la testa fra le mani. E si preci- pita in quel purgatorio di pau- ra e incredulità, di preoccupa- zione e sgomento, che prece- dette le certezze. Le terribili scoperte di dopo la guerra. In fondo, un po’ ce le spiega an- che, queste terribili scoperte: perché da quella sete di assimi- lazione dei Karnovski, da quel loro irrefrenabile desiderio di «diventare come gli altri», tra- pela anche l’evidenza del falli- mento. È una storia, insomma, che va contro se stessa, fin quandononesplode.MaIsrael Joshua Singer, fratello mag- giore di Isaac Bashevis, morto d’infarto nel 1944, non poté maisaperlofinoinfondo. J ean-Pierre Luminet, 59 anni, è tra i più importanti cosmolo- gi francesi e tra i più conosciuti nel mon- do. Un suo interesse giovani- le è la fisica dei buchi neri. Nel 1979 fu tra i primi a stu- diare gli effetti del passaggio di una stella vicino a un buco nero super-massiccio come quelli che occupano il centro di molte galassie. Nel 2004 i satelliti «Chandra» e «Newton» hanno permesso di osservare direttamente i fenomeni che Luminet aveva intravisto con gli occhi della menteedellamatematica. Sua è l’intuizione, datata 1995, di un «universo stropic- ciato». In parole più tecni- che, l’universo avrebbe una topologia «non semplicemen- te connessa». Nel 2003, ana- lizzando i dati del satellite Wilkinson-Map sulla radia- zione cosmica di fondo, ha proposto l’ipotesi che l’uni- verso abbia una curvatura positiva rappresentabile co- me uno spazio dodecaedrico di Poincaré: in pratica, una forma a pallone da calcio. Questaideaèstatapoimessa in discussione ma conserva un forte fascino intellettuale. La cosa curiosa è che Lu- minet è anche scrittore e po- eta. In lui divulgazione e nar- rativa si fondono per dare origine a romanzi che po- tremmo classificare in un ge- nere autonomo: il realismo scientifico. Dopo un roman- zosuCopernicoeunosuGa- lileo, è appena uscito in Francia il romanzo della vita di Newton: La perruque de Newton, edito da JC Lattès, 350pagine,20euro. Se le contraddizioni del ca- rattere sono una costante dei grandi per- sonaggi roman- zeschi, Newton è il protagoni- sta perfetto. Fa- moso per la lucida mente ra- zionale che lo portò alla sco- perta della Legge di Gravita- zione Universale, in realtà si occupò di scienza solo per un breve periodo della sua lunga vita (85 anni). Per un tempo as- sai più lungo – come ci ricorda Luminet in modo fedelmente didascalico – Newton si occupò di teologia (fino ad assumere posizioni eretiche sul dogma della Trinità), magia e alchi- mia. La sua fluente parrucca nascondeva un cranio comple- tamente calvo a causa dei vapo- ri di mercurio liberati negli esperimenti alchemici. Al calco- lo infinitesimale, inventato per dare veste matematica alla leg- gedigravità,siaffiancanonotti insonni passate a fare lunghi e insulsi calcoli per prevedere la data dell’Apoca- lisse. In più, c’è un Newton prag- matico, che diri- ge con estremo rigore la Zecca di Londra. E c’è un Newton invidioso, collerico, gelosodeicolleghi,vendicativo, maniacale, misogino. Amico in- separabile di un compagno di studi, Nicholas Wickins, per vent’anni divise con lui la came- ra al Trinity College, destando qualche comprensibile sospet- to. Sul letto di morte Newton confesserà di non aver mai co- nosciuto una donna e di essere ancora vergine. Questo Newton segreto è stato a lungo rimosso e censu- rato. Un baule con i suoi scrit- ti per due secoli fu rifiutato da- gli eredi e sottratto agli studio- si: sono le famose «Carte di Portsmouth». Primo esploratore delle «Carte di Portsmouth» fu l’economista Lord Keynes. A proposito delle pagine alche- miche e teologiche, giusta- mente Keynes ha osservato: «A partire dal XVIII secolo Newton fu considerato il pri- mo e maggiore scienziato del- l’età moderna, un razionali- sta, un uomo che ci insegnò a pensare lungo le direttrici di una ragione fredda e pura. Non lo vedo in questa luce. [...] Egli fu l’ultimo dei maghi, l’ulti- mo dei babilone- si, l’ultima gran- de mente che guardò il mondo con gli stessi occhi di coloro che comincia- rono a costruire la nostra tra- dizione culturale un po’ meno di diecimila anni fa». Ben nota è la lite tra Newton e Leibnitz sulla pater- nità del calcolo infinitesimale. Meno divulgata è la ruggine con Robert Hooke per la prio- rità nella scoperta della legge di gravità. Ancora prima, era stata la teoria della luce moti- vo di contesa tra i due. Per es- sere sicuro di avere l’ultima parola, Newton attende la morte di Hooke (1703) per pubblicare, nel 1704, la sua Optiks, opera nella quale de- scrive lo spettro solare otte- nuto facendone passare i rag- gi attraverso un prisma e for- mula l’ipotesi che la luce sia costituita da «particelle». Questa intuizione fu poi ab- bandonata quando i fenomeni di interferenza dimostrarono la natura ondulatoria della ra- diazione luminosa, ma verrà riesumata da Einstein quan- do nel 1905 introdurrà il con- cetto di «fotone» per spiegare l’effetto fotoelettrico (il lavo- ro che 16 anni dopo gli procu- ròilNobelperlafisica). Pur nella sua tendenza al- l’isolamento, Newton non di- sprezzava il potere. Dopo es- sere stato governatore della Zecca reale, nel 1704 prese in mano la direzio- ne della Royal Society, la più prestigiosa ac- cademia scienti- fica dell’epoca, e la tenne infles- sibilmente per vent’anni. L’in- carico gli permise di consa- crare la propria fama, opera- zione che curò anche ricorren- do a sistemi meschini. Nel 1710 dovette occuparsi del tra- sferimento della Royal So- ciety dalla modesta sede del Gresham College agli ampi lo- cali di Crane Court. Nel tra- sloco furono spostati innume- revoli ritratti di scienziati. Stranamente, uno solo andò perduto: quello di Hooke. Bobbio (sulla Stampa) sul dirit- to di fare domande anche sco- mode al fondatore di Forza Ita- lia. I giornali, ha concluso, non cercano consenso, il loro com- pito è di favorire e stimolare una«intelligenzadellecose». Molte domande dal pubbli- co, in primis sulla libertà di stampa. Calabresi: «Io non pos- so immaginare che la libertà di stampa me la dia il capo del go- verno.Riguarda i giornalisti. So- no io che me la garantisco». Mauro: «La libertà di stampa c’è, e ci mancherebbe. Non c’è statobisognodicoraggioperfa- re il nostro giornale. Però il pro- blema è la qualità di questa li- bertàdistampa». Sotto la parrucca il mago Newton Thomas e Heinrich Mann Thomas Mann (1875-1955), premioNobelnel1929,eilfratello maggiore Heinrich (1871-1950), ancheluiscrittore.Ilrapporto traidueentròincrisinel1914, quandoThomaspubblicòun saggioincuisostenevaleragioni della Grande guerra Palladio in America Alla Morgan Library di New York, ristrutturata da Renzo Piano, si apre oggi la grande mostra «Palladio e la sua eredità: un viaggio attraverso l’Atlantico». Si potrà scoprire, tra l’altro, che la Casa Bianca era stata progettata dal presidente-architetto Thomas Jefferson come la Rotonda di Vicenza; alla fine non se ne fece nulla, ma l’edificio rimane uno degli esempi più illustri dell’architettura neo-palladiana negli Usa. Mussolini allo Strega e il Bagutta senza casa Pasolini, un nuovo testimone Ci sarebbe un nuovo testimone disposto a dichiarare che a uccidere Pier Paolo Pasolini non fu soltanto Pino Pelosi. La testimonianza è stata raccolta dall’avvocato Stefano Maccioni e dalla criminologa Simona Ruffini che lo scorso anno chiesero e ottennero della Procura di Roma la riapertura delle indagini. I due hanno annunciato che oggi metteranno a disposizione del magistrato il contenuto della testimonianza scritta. Alberto Savinio e Giorgio De Chirico Ilprimo(veronomeAndrea DeChirico,1881-1952)fu scrittore, pittore e compositore. Dopolasuamorteilfratello Giorgio (1888-1978), il grande artista metafisico, gli dedicò una retrospettiva alla VII Quadriennale di Roma Gerald e Lawrence Durrell Gerald(1925-1995)èstatoun celebre zoologo, esploratore e saggista britannico, fratello minoredelloscrittoreepoeta Lawrence (1912-1990), l’autore del Quartetto di Alessandria, Illabirintooscuro e Riflessi diunaVeneremarina Coppie celebri PIERO BIANUCCI Isaac Newton in un ritratto del 1702 Visto da Blake Isaac Newton in un dipinto di William Blake conservato alla Tate Gallery di Londra. Lo scopritore della legge di gravitazione universale nacque nel 1643 e morì nel 1727 AMAVA IL POTERE Direttore della Royal Society, se ne servì per consacrare la sua fama Invidioso, collerico, vendicativo, misogino: il volto segreto del grande scienziato in un romanzo del cosmologo Luminet NON SOLO GRAVITÀ Per la maggior parte della sua vita si occupò di alchimia e teologia Ma la politica no Antonio Pennacchi nel suo romanzo Canale Mussolini (Mondadori), dedicato al- l’epica colonizzazione delle paludi pontine, parla il vene- to dei contadini portati lì dal fascismo, e fieramente fascisti. Ma nell’intervista con Luca Mastrantonio per Il Riformista vira sul roma- nesco, ragionando di Berlu- sconi che vuole fare la rifor- ma della giustizia «per non finì in galera. Però pe’ facce- lo andà volemo bloccà a ri- forma? Non vogliamo, piut- tosto, la divisione dei pote- ri? Non vogliamo fermà i magistrati che fanno politi- ca? Ma nun me fà parlà de politica... che poi lo Strega me lo sogno». Il suo libro è infatti autorevolmente can- didato allo Strega, anche se c’è il problema che negli ul- timi anni Mondadori ha vin- to tutto, secondo gli altri editori anche troppo. Po- trebbe contrastargli il pas- so Silvia Avallone con Accia- io (Rizzoli), o magari Mat- teo Nucci con Sono comuni le cose degli amici (Ponte al- le Grazie); o ancora il regi- sta Paolo Sorrentino, col suo lodatissimo Hanno tutti ragione (Feltrinelli). Sem- bra questa la rosa dei favo- riti. Ma nun ce fate parlà de politica. E neanche la tv Einognicasocisarebbean- che un reality, volendo. Do- ve la tipica giornata verrà organizzata così: colazione; seminario su letteratura, stili, tecniche; scrittura indi- viduale; pranzo, passeggia- ta; ancora scrittura indivi- duale e possibile discussio- ne con gli editor; cena; lettu- re ad alta voce. Non è un convento ma una fattoria. Anzi, la «fattoria degli scrit- tori» che 80144 edizioni, Oblique studio e Minimum fax propongono dal 4 al 10 giugno. Tutor saranno Mar- co Cassini, Leonardo Lucco- neePaoloBaron.Unasetti- mana in un luogo ameno per quello che viene annun- ciato come un «reality lette- rario». Niente televisione. Ragion per cui potranno ac- capigliarsi liberamente. Pe- rò, senza un po’ di voyeuri- smo,cherealityè? Senza cuore Hanno sfrattato il Bagutta, ovvero la storica trattoria dov’ènatonellontano’26il premio letterario milane- se. I proprietari sono con- vocati in tribunale per fis- sare il giorno del trasloco. Italia Nostra protesta. Questi giudici non hanno propriocuore. Cartesio MARIO BAUDINO VENERDÌ 2 APRILE 2010 31 LA STAMPA

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Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - 31 - 02/04/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/CULTURA/01 - Autore: MAUDAG - Ora di stampa: 01/04/10 22.44

Il destino di Israel Jo-shua Singer, fratellomaggiore del celebreIsaac Bashevis, è statoinsidioso né più né me-

no di quello comune a tantialtri primogeniti del popoloebraico, platealmente sur-classati dai cadetti. È succes-so, tra i tanti, anche al goffoEsaù fregato dall’astuto Gia-cobbe (con la complicità diRebecca, alla faccia del-l’amor materno e della suapresunta imparzialità). Natonel 1893, undici anni primadel futuro premio Nobel perla letteratura nonché impa-reggiabile cantore delloscomparso mondo yiddish,Israel Joshua ebbe una vitaper certi versi parallela aquella del talentuoso fratello.Attratto in gioventù dalla pit-tura, poco dopo i vent’anni siconvertì ad altra forma d’ar-te e cominciò con lo scrivereracconti di stampo chassidi-co. Dopo aver peregrinatotra la campagna polacca,Varsavia e Kiev, nel 1933Israel Joshua emigrò in Ame-rica. Qui ha scritto davverotanto, anche se la sua produ-zione è stata condannata al-l’ombra: romanzi, racconti,molto giornalismo in yiddish,sotto lo pseudonimo di G. Ku-per, fors’anche per sfuggirealla concorrenza fraterna.Del resto, la sua autobiogra-

fia uscita postuma nel 1946,Fun a Velt Vos Iz Nishto Mer(«Da un mondo che non c’èpiù»), è un ritratto collettivoche, per precisione narrativae struggimento della memo-ria, tiene egregiamente testaai racconti di Alla corte dimio padre (pubblicati in Ita-lia da Longanesi, come granparte dell’opera singeriana).

Formidabile soprattuttonegli affreschi familiari digrande respiro, come neiFratelli Ashkenazi (l’opera èuscita tempo fa in italianosempre per Longanesi),Israel Joshua Singer siprende ora una rivincitanon da poco sul più celebrefratello e – non dimentichia-molo – anche sulla sorellaEsther Kreitman, nata perprima (1891) e autrice di unromanzo yiddish in chiavefemminile di recente tradot-to da Baldini e Castoldi.«Inédit» recita la fascetta diLa famille Karnovski, ungrande romanzo di Israel ri-masto sino ad ora presso-ché ignoto al di fuori del(praticamente estinto) mon-do dei lettori yiddish. Lo hatradotto in francese Moni-que Charbonell per le edizio-ni Denoël & Ailleurs, e sipresenta come il caso lette-rario di questa primaverad’Oltralpe.

Mai uscito in italiano, tra-dotto in inglese molto tempofa, questo romanzo familiareha davvero molto da racconta-re. E non solo per quel che di-ce, ma anzi e forse soprattuttoper ciò che vi si tace, malgradole quasi settecento pagine. Per-ché la storia dei Karnovski, ri-masta incomprensibilmente aldi fuori dei grandi circuiti let-terari (e chissà, fors’anche unpo’ per colpa, o per merito, del-l’ingombrante fratello minoredell’autore) è un romanzo fa-miliare a tutti gli effetti. Ma ha

ben poco di tradizionale e tan-to, davvero tanto di tragico.

La storia di David Karno-vski prende le mosse da un pic-colo borgo ebraico, uno shtetldella Polonia, all’alba del seco-lo scorso e, passando per Berli-no e per Die Goldene Medina,l’America dell’Eldorado, se-gue la parabola dell’Emancipa-zione ebraica. Pubblicato ne-gli Stati Uniti, in yiddish, nel1943, questo romanzo non è so-lo l’avvincente cronaca di unafamiglia con le sue contraddi-zioni, i suoi percorsi geografi-

ci, le incertezze comuni a mol-te altre storie. È anche e so-prattutto un raro ritratto diquell’atmosfera che lasciavapresagire, ma non ancora ve-dere, il buio della Shoah.

Israel Joshua Singer non ciracconta lo sterminio, perchéancora non lo conosceva – delresto egli morirà prima della fi-ne della guerra. Racconta inve-ce i sogni d’integrazione di Da-vid Karnovski e di suo figlioGeorg – «tedesco tra i tede-schi» prima ancora che«ebreo tra gli ebrei», il loro

progressivo e sempre più entu-siastico assimilarsi nella socie-tà circostante, il loro spasmo-dico desiderio di diventare«eguali». Poi tocca a Jegor, fi-glio di padre ebreo e madreariana, che viene al mondo nel-la Germania nazista.

Israel Joshua Singer nonha mai conosciuto Auschwitz,non ha mai dovuto confrontar-si con quella tremenda veritàche nel 1945 svelarono queicancelli. Forse non gli è mai ve-nuto in mente, come invecetoccherà a suo fratello, di tro-

varsi a narrare un mondo chenon esisteva più. Non ha maiprovato a immaginare l’estin-zione brutale della lingua incui scriveva, lo yiddish annien-tato nei forni crematori. Eppu-re questo romanzo dai ritmicadenzati che, con le sue fine-stre su un mondo ebraico com-plesso e carico di grandi sfide,molto argomenta oltre a rac-contare, sembra già adombra-re tutto quello che di lì a pocosi vedrà, si saprà. Questa con-sapevolezza a posteriori lo ren-de una lettura non di rado

scioccante: viene da prendersila testa fra le mani. E si preci-pita in quel purgatorio di pau-ra e incredulità, di preoccupa-zione e sgomento, che prece-dette le certezze. Le terribiliscoperte di dopo la guerra. Infondo, un po’ ce le spiega an-che, queste terribili scoperte:perché da quella sete di assimi-lazione dei Karnovski, da quelloro irrefrenabile desiderio di«diventare come gli altri», tra-pela anche l’evidenza del falli-mento. È una storia, insomma,che va contro se stessa, finquando non esplode. Ma IsraelJoshua Singer, fratello mag-giore di Isaac Bashevis, mortod’infarto nel 1944, non potémai saperlo fino in fondo.

Nato 11 anni prima del premio Nobel, scrittore prolificopresto dimenticato: ora in Francia si prende la rivincita

Jean-Pierre Luminet,59 anni, è tra i piùimportanti cosmolo-gi francesi e tra i piùconosciuti nel mon-

do. Un suo interesse giovani-le è la fisica dei buchi neri.Nel 1979 fu tra i primi a stu-diare gli effetti del passaggiodi una stella vicino a un buconero super-massiccio comequelli che occupano il centrodi molte galassie. Nel 2004 isatelliti «Chandra» e«Newton» hanno permessodi osservare direttamente ifenomeni che Luminet avevaintravisto con gli occhi dellamente e della matematica.

Sua è l’intuizione, datata1995, di un «universo stropic-ciato». In parole più tecni-che, l’universo avrebbe unatopologia «non semplicemen-te connessa». Nel 2003, ana-lizzando i dati del satelliteWilkinson-Map sulla radia-zione cosmica di fondo, haproposto l’ipotesi che l’uni-verso abbia una curvaturapositiva rappresentabile co-me uno spazio dodecaedricodi Poincaré: in pratica, unaforma a pallone da calcio.Questa idea è stata poi messain discussione ma conservaun forte fascino intellettuale.

La cosa curiosa è che Lu-minet è anche scrittore e po-eta. In lui divulgazione e nar-rativa si fondono per dareorigine a romanzi che po-tremmo classificare in un ge-nere autonomo: il realismoscientifico. Dopo un roman-zo su Copernico e uno su Ga-lileo, è appena uscito inFrancia il romanzo della vitadi Newton: La perruque deNewton, edito da JC Lattès,350 pagine, 20 euro.

Se le contraddizioni del ca-rattere sonouna costantedei grandi per-sonaggi roman-zeschi, Newtonè il protagoni-sta perfetto. Fa-moso per la lucida mente ra-zionale che lo portò alla sco-perta della Legge di Gravita-zione Universale, in realtà sioccupò di scienza solo per unbreve periodo della sua lunga

vita (85 anni). Per un tempo as-sai più lungo – come ci ricordaLuminet in modo fedelmentedidascalico – Newton si occupòdi teologia (fino ad assumereposizioni eretiche sul dogmadella Trinità), magia e alchi-mia. La sua fluente parruccanascondeva un cranio comple-tamente calvo a causa dei vapo-ri di mercurio liberati negliesperimenti alchemici. Al calco-lo infinitesimale, inventato perdare veste matematica alla leg-ge di gravità, si affiancano nottiinsonni passate a fare lunghi einsulsi calcoli per prevedere la

data dell’Apoca-lisse. In più, c’èun Newton prag-matico, che diri-ge con estremorigore la Zeccadi Londra. E c’è

un Newton invidioso, collerico,geloso dei colleghi, vendicativo,maniacale, misogino. Amico in-separabile di un compagno distudi, Nicholas Wickins, pervent’anni divise con lui la came-

ra al Trinity College, destandoqualche comprensibile sospet-to. Sul letto di morte Newtonconfesserà di non aver mai co-nosciuto una donna e di essereancora vergine.

Questo Newton segreto èstato a lungo rimosso e censu-rato. Un baule con i suoi scrit-ti per due secoli fu rifiutato da-gli eredi e sottratto agli studio-si: sono le famose «Carte diPortsmouth».

Primo esploratore delle«Carte di Portsmouth» ful’economista Lord Keynes. Aproposito delle pagine alche-miche e teologiche, giusta-mente Keynes ha osservato:«A partire dal XVIII secoloNewton fu considerato il pri-mo e maggiore scienziato del-l’età moderna, un razionali-sta, un uomo che ci insegnò apensare lungo le direttrici diuna ragione fredda e pura.Non lo vedo inquesta luce. [...]Egli fu l’ultimodei maghi, l’ulti-mo dei babilone-si, l’ultima gran-de mente cheguardò il mondo con gli stessiocchi di coloro che comincia-rono a costruire la nostra tra-dizione culturale un po’ menodi diecimila anni fa».

Ben nota è la lite traNewton e Leibnitz sulla pater-nità del calcolo infinitesimale.Meno divulgata è la rugginecon Robert Hooke per la prio-rità nella scoperta della leggedi gravità. Ancora prima, erastata la teoria della luce moti-vo di contesa tra i due. Per es-

sere sicuro di avere l’ultimaparola, Newton attende lamorte di Hooke (1703) perpubblicare, nel 1704, la suaOptiks, opera nella quale de-scrive lo spettro solare otte-nuto facendone passare i rag-gi attraverso un prisma e for-mula l’ipotesi che la luce siacostituita da «particelle».Questa intuizione fu poi ab-bandonata quando i fenomenidi interferenza dimostraronola natura ondulatoria della ra-diazione luminosa, ma verràriesumata da Einstein quan-do nel 1905 introdurrà il con-cetto di «fotone» per spiegarel’effetto fotoelettrico (il lavo-ro che 16 anni dopo gli procu-rò il Nobel per la fisica).

Pur nella sua tendenza al-l’isolamento, Newton non di-sprezzava il potere. Dopo es-sere stato governatore dellaZecca reale, nel 1704 prese in

mano la direzio-ne della RoyalSociety, la piùprestigiosa ac-cademia scienti-fica dell’epoca,e la tenne infles-

sibilmente per vent’anni. L’in-carico gli permise di consa-crare la propria fama, opera-zione che curò anche ricorren-do a sistemi meschini. Nel1710 dovette occuparsi del tra-sferimento della Royal So-ciety dalla modesta sede delGresham College agli ampi lo-cali di Crane Court. Nel tra-sloco furono spostati innume-revoli ritratti di scienziati.Stranamente, uno solo andòperduto: quello di Hooke.

Puntualissimo alle 18,in un Teatro Carigna-no coi posti tutti esau-

riti, Gustavo Zagrebelsky,già presidente della CorteCostituzionale, ha apertol’ultima delle «Lezioni Bob-bio» con una provocazionerivolta ai due direttori dellaRepubblica e della Stampa,invitati a discutere su «In-formazione e formazionedell’opinione pubblica»: co-me ci vedete, come ci consi-derate, noi lettori? Cosa sia-mo per voi: i fedeli di unachiesa, persone con esigen-ze, o popolo bue?

Mario Calabresi ha coltol’occasione per un ricordopersonale: da bambino vede-va al Castello Sforzesco un ti-po che scriveva un po’ dapper-tutto «Popolo bue ti uccidonocon l’onda». Il ricordo gli èservito come metafora: checos’è l’onda, se non il bombar-damento mediatico, il rumoredi fondo che fa l’informazionee che impedisce lo sviluppo diuna consapevolezza critica?Finché le cose stanno così l’in-formazione non funziona, ilpanorama cambia solo se si ri-

conosce al giornale il ruolo dimettere ordine nel caos dellenotizie, chiarendo i contesti eoffrendo approfondimenti.

Ha citato, ad esempio, le in-chieste della Stampa sugli ar-rivi di immigrati clandestini,sui rischi dell’influenza A, sul-

la consistenza del fenomenoronde. Questo tipo di giornalericorda l’intellettuale bobbia-no che semina dubbi. I suoilettori formano una comuni-tà, «che lo sceglie perché si fi-da, oltrepassando polarizza-zioni e appartenenze».

Tesi sposata da Ezio Mau-ro: ogni mattina i membri dellacomunità si fanno largo nel ca-os di un’edicola e scelgono ilproprio giornale, «voglionoquella cosa lì». Non è una que-stione di linea politica, se maientra in gioco il tema gobettia-

no di «quella certa idea dell’Ita-lia». «Perché dovrei prender-mi solo i lettori che stanno den-tro uno schieramento, quandoposso prendermi tutti quelliche stanno dentro un’idea?».Questo significa caricare ilgiornale di responsabilità ri-spetto al diritto dei lettori dinon avere semplicemente dellenotizie ma la loro interpretazio-ne e motivazione. Un puntoche Mauro ha sviluppato citan-do il caso Boffo e l’atteggiamen-to di Berlusconi verso la stam-pa, e ricordando un articolo di

Bobbio (sulla Stampa) sul dirit-to di fare domande anche sco-mode al fondatore di Forza Ita-lia. I giornali, ha concluso, noncercano consenso, il loro com-pito è di favorire e stimolareuna «intelligenza delle cose».

Molte domande dal pubbli-co, in primis sulla libertà distampa. Calabresi: «Io non pos-so immaginare che la libertà distampa me la dia il capo del go-verno. Riguarda i giornalisti. So-no io che me la garantisco».Mauro: «La libertà di stampac’è, e ci mancherebbe. Non c’èstato bisogno di coraggio per fa-re il nostro giornale. Però il pro-blema è la qualità di questa li-bertà di stampa».

TRA PAURE E INCREDULITÀ

Ritratto di un’atmosferache lasciava presagire

il buio della Shoah

La libertà di stampa? Dipende dai giornalisti

&

Israel J. Singeril fratello ombra

Sotto la parruccail mago Newton

Thomas e Heinrich MannThomas Mann (1875-1955),

premio Nobel nel 1929, e il fratello

maggiore Heinrich (1871-1950),

anche lui scrittore. Il rapporto

tra i due entrò in crisi nel 1914,

quando Thomas pubblicò un

saggio in cui sosteneva le ragioni

della Grande guerra

Mario Calabresi e Ezio

Mauro con Zagrebelsky

ieri a Torino all’ultima

delle Lezioni Bobbio

IL ROMANZO RISCOPERTO

Racconta il sogno di unafamiglia ebrea desiderosa

di assimilarsi ai tedeschi

Palladio inAmericaAlla Morgan Library di New York, ristrutturata daRenzo Piano, si apre oggi la grande mostra «Palladioe la sua eredità: un viaggio attraverso l’Atlantico».Si potrà scoprire, tra l’altro, che la Casa Bianca erastata progettata dal presidente-architetto ThomasJefferson come la Rotonda di Vicenza; alla fine non sene fece nulla, ma l’edificio rimane uno degli esempipiù illustri dell’architettura neo-palladiana negli Usa.

CULTURASPETTACOLI

ALBERTO PAPUZZI

Mussoliniallo Strega

e il Baguttasenza casa

ELENA LOEWENTHAL

.

Pasolini, unnuovo testimoneCi sarebbe un nuovo testimone disposto a dichiarareche a uccidere Pier Paolo Pasolini non fu soltanto PinoPelosi. La testimonianza è stata raccolta dall’avvocatoStefano Maccioni e dalla criminologa Simona Ruffiniche lo scorso anno chiesero e ottennero della Procuradi Roma la riapertura delle indagini. I due hannoannunciato che oggi metteranno a disposizione delmagistrato il contenuto della testimonianza scritta.

Alberto Savinioe Giorgio De ChiricoIl primo (vero nome Andrea

De Chirico, 1881-1952) fu

scrittore, pittore e compositore.

Dopo la sua morte il fratello

Giorgio (1888-1978), il grande

artista metafisico, gli dedicò una

retrospettiva alla VII

Quadriennale di Roma

Gerald e Lawrence DurrellGerald (1925-1995) è stato un

celebre zoologo, esploratore e

saggista britannico, fratello

minore dello scrittore e poeta

Lawrence (1912-1990), l’autore

del Quartetto di Alessandria,

Il labirinto oscuro e Riflessi

di una Venere marina

Fratelli scrittori: da sinistra Israel Joshua (1893-1944) e Isaac Bashevis Singer(1904- 1991), che vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1978

Coppie celebri

PIERO BIANUCCI

IsaacNewton inunritratto del1702

Visto daBlake

IsaacNewtoninundipintodi

WilliamBlakeconservatoalla

TateGallerydiLondra.

Loscopritoredella legge

digravitazioneuniversale

nacquenel1643emorì

nel1727

AMAVA IL POTERE

Direttore della RoyalSociety, se ne servì perconsacrare la sua fama

Invidioso, collerico, vendicativo, misogino:il volto segreto del grande scienziato

in un romanzo del cosmologo Luminet

NON SOLO GRAVITÀ

Per la maggior partedella sua vita si occupò

di alchimia e teologia

Ma la politica noAntonio Pennacchi nel suoromanzo Canale Mussolini(Mondadori), dedicato al-l’epica colonizzazione dellepaludi pontine, parla il vene-to dei contadini portati lìdal fascismo, e fieramentefascisti. Ma nell’intervistacon Luca Mastrantonio perIl Riformista vira sul roma-nesco, ragionando di Berlu-sconi che vuole fare la rifor-ma della giustizia «per nonfinì in galera. Però pe’ facce-lo andà volemo bloccà a ri-forma? Non vogliamo, piut-tosto, la divisione dei pote-ri? Non vogliamo fermà imagistrati che fanno politi-ca? Ma nun me fà parlà depolitica... che poi lo Stregame lo sogno». Il suo libro èinfatti autorevolmente can-didato allo Strega, anche sec’è il problema che negli ul-timi anni Mondadori ha vin-to tutto, secondo gli altrieditori anche troppo. Po-trebbe contrastargli il pas-so Silvia Avallone con Accia-io (Rizzoli), o magari Mat-teo Nucci con Sono comunile cose degli amici (Ponte al-le Grazie); o ancora il regi-sta Paolo Sorrentino, colsuo lodatissimo Hanno tuttiragione (Feltrinelli). Sem-bra questa la rosa dei favo-riti. Ma nun ce fate parlà depolitica.

E neanche la tvE in ogni caso ci sarebbe an-che un reality, volendo. Do-ve la tipica giornata verràorganizzata così: colazione;seminario su letteratura,stili, tecniche; scrittura indi-viduale; pranzo, passeggia-ta; ancora scrittura indivi-duale e possibile discussio-ne con gli editor; cena; lettu-re ad alta voce. Non è unconvento ma una fattoria.Anzi, la «fattoria degli scrit-tori» che 80144 edizioni,Oblique studio e Minimumfax propongono dal 4 al 10giugno. Tutor saranno Mar-co Cassini, Leonardo Lucco-ne e Paolo Baron. Una setti-mana in un luogo amenoper quello che viene annun-ciato come un «reality lette-rario». Niente televisione.Ragion per cui potranno ac-capigliarsi liberamente. Pe-rò, senza un po’ di voyeuri-smo, che reality è?

Senza cuoreHanno sfrattato il Bagutta,ovvero la storica trattoriadov’è nato nel lontano ’26 ilpremio letterario milane-se. I proprietari sono con-vocati in tribunale per fis-sare il giorno del trasloco.Italia Nostra protesta.Questi giudici non hannoproprio cuore.

CartesioMARIO

BAUDINO

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Una Pasqua per la ChiesaUna storia del Vaticano II, mai realmenteapplicato: ecco perché alla Chiesa servirebbeun nuovo Concilio. Inediti di Alain-Fournier,l’autore del Grande Meaulnes, un giovaneHolden d’inizio ’900. La purezza della razzaè una mela avvelenata. Il diario di letturadi Enrico Brizzi, scrittore in marcianei luoghi dell’Unità d’Italia.

VENERDÌ 2 APRILE 2010 31LA STAMPA