Ho letto Raccordanze ed anche guardato,si perché ci sono pure delle percezioni visive,oltre alle immagini, la disposizione della linea delle parole,le sospensioni. Ogni volta che prendo in mano un libro di “poesia” mi interrogo su quello che l’autore mi vuol dire e quale percorso ha seguito per giungere a quella forma,perchè noi non siamo solo gli eredi di una tradizione del rappresentare,ma anche del mondo che vogliamo (o dobbiamo?) rappresentare.Così trovo in questo tuo libro il tentativo di mettere insieme i molteplici aspetti che interagiscono quando ossserviamo o testimoniamo una scena del nostro quotidiano saturo di elementi sia materiali che virtuali.Rispetto ai futuristi ed ai cubisti ed alla loro simultaneità,noi dobbiamo fare i conti anche con tutti questi elementi virtuali che si intrecciano- fino a plasmarla – la nostra vita. Lì per li è sconcerto,sospensione,poi gli elementi ed i pensieri, noi ed su di essi ,si posizionano,ricreano un immagine o l’emozione di un’azione.Ed ora….niente,questo è un tracciato nella giungla contemporanea,a noi ed a te proseguire. Franco Loi