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FRANCESCA MORLACCHI Sogni, desideri e ossessioni

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FRANCESCA MORLACCHISogni, desideri e ossessioni

FRANCESCA MORLACCHISogni, desideri e ossesioni

Mirella Di pecoSogni, desideri e ossesioni

“La passione per l’arte e le forme di espressione artistica, il desiderio con-

tinuo di esprimere e tradurre su forma bidimensionale le visioni e le sensazioni del vivere quotidiano. L’arte mi appaga, sia che la descriva nelle mie opere, sia che io la viva passivamente osservando tutto ciò che mi circonda”. Con queste parole entusiaste Francesca Morlacchi definisce la sua arte fatta di “Sogni, de-sideri e ossessioni”, che s’incarnano in nudi femminili, in dettagli di strumenti musicali, in anatomie di figure animali. La particolare resa dei dettagli è il risul-tato degli studi compiuti all’Accademia di Brera e dei precedenti lavori con la creta per creare bassorilievi, altorilievi e sculture a tuttotondo. Nella mostra sono presenti studi realizzati con matite, pa-stelli e acquerelli, che costituiscono una parte considerevole della sua produzio-ne. Tra le tecniche predilette c’è la tem-pera acrilica, che da evidenza materica

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alla base neutra di grigi su cui si stagliano i corpi. Non possiamo risalire all’identità delle donne rappresentate e collocarle in un am-biente sociale di riferimento poiché sono ritratte momenti intimi e so-litari. L’artista mette in scena un universo privato e nascosto, tanto più intrigante quanto onesto, poiché quello che propone è un modo autentico di essere donna: “Ogni parte dell’anatomia umana è inte-ressante, ma prediligo riprodurre il corpo femminile, per l’energia e la forza d’espressione. La donna è come un oceano a volte calmo, a volte in burrasca, pieno di vita e colori ma anche di zone buie negli abissi; racchiude in se il dono della vita“ (Francesca Morlacchi). Non siamo di fronte a modelli ideali, vaghe immagini da sogno e donne angelicate o stilizzate fino all’astrazione: l’artista dipinge il corpo in modo diretto, senza scuse. La sensazione che resta impressa nello spettatore è quella di carpi-re un momento segreto legato alla dimensione intima delle protago-niste: esse sono assorte dentro uno scenario atemporale e paiono non fare caso a nulla di ciò che potrebbe accadere intorno a loro. Il dettaglio di un particolare anatomico, sia esso del volto o del corpo, diventa forma generatrice di desiderio verso la quale lo spettatore tende all’appropriazione in termini di quasi feticismo. La possibilità di trasposizione del sentimento verso un particolare dell’opera è egre-giamente descritta da Michel Leris in un saggio del 1929 su Alberto Giacometti:

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“Adoratori dei magri fantasmi che sono i nostri imperativi morali, logici e sociali, ci aggrappiamo cosi ad un feticismo trasposto, simulacro di quello che ci anima profondamente, e questo cattivo feticismo assor-be la maggior parte delle nostre attività, non lasciando quasi posto al vero feticismo, il solo che valga la pena perché totalmente conscio di se stesso e non fondato di conseguenza su alcun inganno. Solo a malapena, nel campo delle opere d’arte, si trova qualche oggetto (quadro o scultura) capace di rispondere pressappoco alle esigenze di questo vero feticismo”.

Nelle opere di Francesca Morlacchi non c’è nessun inganno: gli og-getti del desiderio sono i corpi sempre in esplicita evidenza plastica, in alcuni casi per le loro angolosità, quasi come fossero scolpiti nel ghiaccio; in altri per la loro pienezza resa in un tripudio di forme si-nuose; alcuni quadri invece propongono corpi stanchi, di donne che hanno troppo vissuto. L’intensità del lavoro dell’artista sembra deri-vare da un legame diretto con i soggetti rappresentati, come fossero continue proiezioni dell’io che si trova a interpretare nuove attitudini. La forza espressiva nasce dall’empatia dell’artista con il soggetto: infatti, è lei stessa la modella delle sue opere, poiché da alcuni anni lavora facendosi fotografare in varie pose plastiche ed è da lì che parte il suo lavoro.

“Sogni, desideri e ossessioni” sono i temi dominanti nei quadri di Francesca Morlacchi, resi con immagini sensuali e sospesi tra fanta-sia e realtà: dovremmo quindi considerare queste opere proiezione del desiderio di un mondo più libero e libertino o rifugio in un universo di solitudini? Forse entrambe le cose, ed è proprio questa continua tensione dialettica che forgia il tema del desiderio rendendo la rap-presentazione sempre più concreta e pericolosa.

NELL’AUTUNNO AVVOLTA, 2012, TECNICA MISTA ACRILICA E FOGLIE D’ORO SU TELA, cm. 60X50

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‘FATALE IN BIANCO, 2012, TEMPERA ACRILICA SU TELA LAVORATA, cm. 70X50

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ABBANDONO NELL’ORO E NEL ROSSO, 2012, TEMPERA ACRILICA SU TELA, cm. 80X80

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DESIDERIO IN ROSSO, 2012, TEMPERA ACRILICA SU TELA, cm. 100X40

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DANZANDO, 2012, TEMPERA ACRILICA SU TELA, cm. 70X140

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SCELTA, 1999, TECNICA MISTA SU TELA ARTIGIANALE, cm. 180X65.5

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THE DEATH OF THE GOLD’, 2012,TEMPERA ACRILICA SU TELA cm. 70X140

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‘ STUDIO ANATOMICO, 2008, TECNICA MISTA SU CARTONCINO, cm. 101X71 2008

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MODELLA, 1997, MATITA SU CARTA DA SPOLVERO, cm.100X70

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‘RITRATTO DI MODELLA, 2013, PASTELLI ACQUARELLABILI SU TELA, cm. 100X80

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BiografiaFrancesca Morlacchi è nata a Bergamo nel 1976. Si è diplomata presso l’Istituto d’Ar-te Andrea Fantoni, ha poi frequentato pittu-ra per un anno all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, successivamente ab-bandonata per cercare strade espressi-ve indipendenti. I suoi lavori hanno uno stampo prettamente figurativo, prediligono l’in-dagine sui corpi umani, attraverso una talvol-ta spietata evidenza plastica dell’anantomia.

Francesca Morlacchi

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MOSTRE

1992 - 1997 esposizioni collettive ASAV

1998 premio Nazionale Agazzi - segnanalazione dell’opera esposizioni personali in varie location

1999 personale presso il Centro culturale del comune di Gorle

2000 personale presso la sala Virgilio Caronari di Bergamo

2004 collettiva presso il comune di Monza collettiva presso il Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme

2008 - 2009 personali in varie location

2010 personale presso il caffè del Teatro Donizetti di Bergamo personale presso il locale “Ex Cupola” di Nembro collettiva presso l’Azienda Vinicola Brugherata di Scanzo collettiva presso l’autosalone Longhi Opel di Clusone

www.venderequadri.it

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