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FOTO DI PEPPE MACR’

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FOTO DI PEPPE M

ACR’

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DOMENICA 09 MARZO 3www.rivieraweb.itPRIMO PIANO

RIVIERA

LIDIA ZITARA

Premiata appena nata con ilprestigioso “QualitàCertificata”, del salone

«Tutto Food» di Milano, l’aziendaagricola “Le terre di Zoè”, va in con-trotendenza sul mercato alimentare,che vede una contrazione dei pro-dotti locali a tutto vantaggio dellegrandi produzioni industriali inter-nazionali. Giovanna Frisina, terza generazionedi agricoltori, è originaria di GioiaTauro, dove possiede circa 20 ettaridi agrumeti e frutteti. Con “Le terredi Zoè” realizza il sogno di una vita:dare valore alla produzione localedell’azienda agricola materna, allun-gando i tempi di vendita di arance,clementine e kiwi, facendone mar-mellate e succhi di frutta. “In questomodo –racconta Giovanna Frisina- èstato possibile lavorare quella mini-ma parte di prodotto che non è piùnegli standard della vendita del fre-sco, vuoi perché di pezzatura troppopiccola, o per qualche piccolo difettodella buccia. Piccoli dettagli che nontolgono nulla al sapore (anzi, a voltelo aggiungono), ma non vanno piùbene per la vendita della frutta, che

sempre più spesso deve apparire enon essere. La marmellata o la con-fettura (marmellata se di agrumi,confettura se di altra frutta), è la viapiù pratica e sicura per la conserva-zione anche a lungo termine dellafrutta. C’è uno spreco minimo,anche perché noi facciamo una mar-mellata con altissima percentuale difrutta”. Più dell’80 per cento di frutta nellemarmellate e confetture delle “terredi Zoè”, rispetto ad una marmellataindustriale, che ne deve contenerealmeno il 40 per cento per essereconsiderata extra. Quindi più deldoppio. Lo zucchero viene usato inpratica solo come conservante eaddensante, e certo, come dolcifi-cante. Non viene usato glucosio, mazucchero di canna in cristalli, e non

ci sono addensanti. Solo frutta e unpo’ di zucchero, con la cottura a pen-tola aperta, come la procedura casa-linga. La produzione per ora è bassa, attor-no alle 5000 confezioni, ma in unanno e mezzo l’azienda agricola diGioia ha registrato un sensibile inte-resse alla sua produzione totalmentebiologica, dal fresco al lavorato. Attualmente la produzione consistein ricette aventi come base arance,clementine e kiwi, con l’aggiunta dispezie come il peperoncino, lo zen-zero, la liquirizia, oltre che il limone. “Si tratta di gestire eccezioni –diceFrisina- poiché il mercato non abi-tuato a cibi dai sapori molto puri, lemarmellate industriali usano unapercentuale altissima di zuccheroper coprire un sapore scialbo della

frutta. I miei clienti per ora sonosoprattutto agriturismi, alcuni risto-ranti, alberghi che puntano ad unaclientela giovane e amante dellanatura. Vendere al privato è moltodifficile, sia per via della concorren-za, sia per le difficoltà che una picco-la azienda come la mia incontra

nella distribuzione. Anche se le mar-mellate e le confetture si mantengo-no per tre anni, ci piace vendere unprodotto lontano dalla data di sca-denza, per cui gestire il magazzino èpiuttosto impegnativo. Un aiutosostanziale è venuto dal mio vecchiolavoro: consulente in controlli digestione”. Oltre alle marmellate e alle confet-ture, Le “Terre di Zoè” ha una pro-duzione di succhi di frutta dai saporiaccattivanti. “Stiamo pensando adelle linee dedicate a chi non ama lozucchero, alla monoporzione, ai can-diti. È un settore alimentare immen-so e quasi vergine, e questo ci avvan-taggia. Siamo però penalizzati dallacultura alimentare italiana, che se daun lato pubblicizza la Nutella comemerenda ricca di energia, dall’altro

incolpa le marmellate di avere trop-po zucchero e di essere ipercalori-che. È un controsenso! Non c’è quasiper niente la consuetudine di abbi-narle a formaggi e carni, ad esempio,o di usarle in primi o secondi, nonsolo nei dolci”. Pochi ancora i rivenditori inCalabria, uno a Montepaone Lido eun altro a Cosenza. La ditta infattiha sede burocratica a Milano edistribuisce il prodotto prevalente-mente in Lombardia, dove il merca-to dei prodotti biologici è moltoapprezzato. È di grande rilievo com-merciale il fatto di riuscire a produr-re al Sud e vendere al Nord, quandoè solitamente l’inverso. Basti pensa-re all’immensità di formaggi tipici elocali presenti nella sola Calabria, econfrontarli con l’onnipresenteGalbanino. Ciò che emerge è il fattoche un’azienda –anche piccola-abbia un vantaggio non da poco neltrovarsi al centro di un mercato benavviato come quello di una grandecittà del Nord, ove il credito alle pic-cole imprese non è impossibile comeal Sud. L’Iva pagata purtroppo nonrimane in terra calabra, ma vieneingoiata dalle casse di un governosempre più tirannico nei confronti

del Meridione. Ma il lustro e il pre-stigio che “le Terre di Zoè” portano,rimangono in Calabria. “Tornare a Gioia è l’altro mio sogno–afferma Giovanna Frisina- per oralontano. La Provincia mi ha moltosostenuta in questa avventura e ilconsenso che sto ricevendo, in Italiae all’estero, premia le mie scelte. Stofacendo tutto il possibile per portarei miei prodotti al dettaglio inCalabria, ma i gradi di libertà sonopochi. Le spese sono molto alte e pervendere i miei prodotti devo esseresul luogo di distribuzione. Per por-tarli in Calabria mi sto affidando aun distributore terzo, nella speranzache siano accolti favorevolmente”. La domanda rimane proprio questa:non sarà un ennesimo caso di nemoprofeta in patria?

Gli agrumi calabresi seducono la Lombardia

LE TERRE DI ZOÉ, frutta calabrese e poco zucchero

Premio “Qualità certificata”al Tutto Food di Milano

GiovannaFrisina, terza

generazione di agricoltori, èoriginaria di Gioia Tauro,dove possiede circa 20 ettaridi agrumeti e frutteti. Con“Le terre di Zoè” realizza ilsogno di una vita: darevalore alla produzione localedell’azienda agricolamaterna, allungando i tempidi vendita di arance,clementine e kiwi,facendone marmellate esucchi di frutta.

L’ESSENZIALE

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SETTIMANALE

Scopelliti promette 7 milioni e mezzo

Nuovo codice stradale nella Locride

Una delibera da 4 milioni emezzo di euro per la difesadella costa e un finanzia-

mento di altri 3 milioni recuperatidai fondi Fas per un primo inter-vento sul lungomare di Siderno.Queste le cifre messe sul tavoloper i danni provocati dalla mareg-giata da Giuseppe Scopelliti, presi-dente della Regione, durante iltavolo tecnico svoltosi questa mat-tina in Prefettura.Il consigliere Pietro Crinò haincentrato il suo intervento sull'ur-genza necessità della messa insicurezza dei lungomare danneg-giati, sottolineando la preoccupa-zione che gli operatori del settoreturistico e balneare gli hanno piùvolte manifestato.

Ha invocato interventi urgenti erisolutivi affinché l'estate 2014 nonsia messa a rischio dal disastro cheha distrutto le strutture.Il consigliere ha inoltre propostoche vengano utilizzati gli operatoriforestali per ripulire gli areniliricoperti dai detriti delle mareg-giate. Anche questa proposta saràgiudicata durante le discussionidella prossima riunione convocatain Provincia alle 16.00 di lunedì 10marzo. Lo scopo del nuovo incon-tro sarà discutere e stabilire lemodalità che permetteranno direalizzare in tempi brevi gli inter-venti necessari.L'incontro è stato organizzato daGiorgio Imperitura, in quanto pre-sidente del Comitato dei sindaci, e

ha visto la partecipazione diGiuseppe Strangio, presidentedell'Assemblea dei sindaci, deiconsiglieri regionali Pietro Crinò,Candeloro Imbalzano e TildeMinasi. Hanno preso parte ancheFrancesco Tarricone, commissariostraordinario Siderno, GiovanniRiccio, sindaco di Caulonia,Antonio Longo, sindaco diMammola, Annarosa Sofia, asses-sore alla cultura di Locri, eTommaso Mittiga, sindaco diBovalino, e il presidentedell'Autorità di Bacino, SalvatoreSiviglia. Sono intervenuti inoltre ilpresidente della Provincia,Giuseppe Raffa, l'assessoreGaetano Rao, Giovanni Dima perla Protezione civile.

cano senza porsi il minimo proble-ma per lo slalom a cui costringono leauto. Loro devono scaricare il cari-co e quindi se tutto manca il marcia-piede diventa un parcheggio “rego-lare”. Come dimostra la foto in cuisi possono notare gli artistici par-cheggi in bilico sul tratto di marcia-piede della ss 106.Le infrazioni al codice della stradasono all'ordine del giorno in questotratto di costa. Oltre agli automobilisti descritti cisono anche numerosi pirati dellastrada che incuranti degli altri per-corrono le strade controsenso, senzascomporsi minimamente se incon-trano un auto che arriva dal senso“corretto” di marcia. Anzi magari siinfastidiscono anche perché gli

intralci la strada. E poi c'è l'indecoroso spettacolo cheoffrono i genitori all'uscita dellescuole. Una marea di persone chevorrebbe entrare in classe con lamacchina per recuperare i propribambini. Se non si fa attenzioneall'orario e alle strade da cui si passaverso l'una, si rischia di rimanereintrappolati. Auto che vengonoabbandonate agli incroci con le por-tiere aperte, o in doppia fila. Mentrei vigili pensano a far attraversaresulle strisce. Il parcheggio in prossimità deglistop nel resto d'Italia non è consen-tito, impedisce la visibilità ed è peri-coloso, ma qui è all'ordine del gior-no. Anzi è la regola. Come le retro-marce nel mezzo degli incroci perpoter uscire dal parcheggio e imboc-care la strada alle proprie spalle.Costerebbe troppa fatica percorrerequalche centinaio di metri, svoltarenella prima traversa consentita etornare indietro. Non sarebbe comodo, ma sarebbecorretto.

ELEONORA ARAGONA

Ilfurgoncino nella foto è pro-prio parcheggiato nel belmezzo della ss. 106. È

fermo, comodamente in sosta indoppia fila. Lo stile della Locrideancora una volta beccato in tutta lasua scorrettezza. Fermarsi nel belmezzo di una statale, trafficatacome la ss. 106, è pericoloso nonsolo incivile. Ma come abbiamo più volte mostra-to il conducente del furgone non è ilsolo che se potesse parcheggerebbedirettamente nel negozio in cui deveandare. Percorrendo la ss. 106 unautomobilista si trova di fronte allescene più impensabili. Furgoniposteggiati in trasversale che scari-

Parcheggi in doppia fila, sulle strisce, nel bel mezzo della ss. 106, retromarce selvagge emarcia controsenso sono diventati talmente comuni nei comuni jonici che ormainon sono più sanzionati. Ognuno in macchina fa ciò che vuole. E i controllori?

per il lungomare di Siderno

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Le caricature espresse dalle fictionRai incredibilmente non superano

quelle della realtà, almeno nel caso del presidentedi Fincalabra, lo stampatore di Montalto. C’è dachiedersi come uno così possa avere incarichi dilivello regionale

L’ESSENZIALE

VALERIO BORROMEO

«Senti il consiglio di uno che ha 20anni più di te, sicuramente Alfrè a tenon te ne viene a male». Umberto DeRose educa Alfredo Citrigno, inconsa-pevole che il ragazzo, quello con 20anni meno di lui, in realtà sta facendofilotto buttando in terra in 16 minuti diconversazione registrata i birilli dell’o-norabilità di Antonio e AndreaGentile, quella dello stampatore excapo degli industriali cosentiniUmberto De Rose e non di menoquella dei due giornali concorrenti de“l’Ora della Calabria”. Pochi giornidopo questa conversazione, diventatacaso nazionale, su Rai Uno, in prima

serata, don Mico Rota ispirato dallapenna di Mimmo Gangemi raccontaal giudice meschino un aneddoto dialtri tempi e conclude dicendo «iodispenso saggezza». Il primo,Umberto De Rose, è un personaggioreale, in carne e ossa, il secondo, donMico Rota, è l’invenzione di uno scrit-tore: entrambi, e in modi diversi, ren-dono giustizia alla Calabria. Il primo“dispensa saggezza” all’editoreAlfredo Citrigno provando a convin-cerlo a non pubblicare una notizia, ilsecondo “dispensa saggezza” parlan-do, come nella realtà, all’orecchio delgiudice e tessendo trame sottili per untornaconto personale tanto del magi-strato quanto del boss. «Un uomo

intelligente si troverebbe spesso inimbarazzo senza la compagnia di qual-che sciocco» diceva François de LaRochefoucauld, e forse ci aveva vistogiusto, c’è un gotha di intellighenzieraglianti che crede, forse a ragione, dicircondarsi di sciocchi calabresiintrappolati tra leggende di ‘ndranghe-ta e malfattori acculturati. MimmoGangemi con il suo Giudice Meschinoha confezionato un piccolo capolavorodi letteratura, un romanzo di grandespessore dato però in pasto allaNazione in due puntate di “fiction”che non rendono giustizia al libro delloscrittore calabrese. Uno psicodrammain prima serata in cui la recitazione,esclusa quella di Zingaretti e laRanieri (e ci mancava pure), lasciavaspazio alla farsa e in cui i tratti dellacalabresità sono diventati spessomaschere più attinenti al carnevaleche alla tradizione culturale di unpopolo. Un’operazione simile un mesefa la Rai l’aveva fatta con la fiction“L’assalto” in cui Diego Abatantuono(solista straordinario) incarnava unimprenditore usurato che decideva didenunciare gli ‘ndranghetisti oramaiprezzemolo in ogni minestra. Anchequello un film in due puntate che nondisegnava per nulla lo schema realedelle vicende calabrondranghetistiche,ma, come nel “Giudice Meschino”(quello della Rai e non quello dellibro) puntava a far funzionare i simu-lacri della Calabria per vendere il pro-dotto finito ad un pubblico che in que-sti anni è stato preparato a dovere perleggere nella gens calabrese il buio nel-

di LA REALTÀSUPERA LA FICTION

Nel nome

De Rose

Don Mico Rodà o Umberto De Rose?

Chi comanda in Calabria

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ILARIO AMMENDOLIA

Ancor prima della fiction su donMico Rota, la Calabria ha tenu-to le prime pagine dei giornali

nazionali sul “caso Gentile” , il“cin-ghiale” scivolato su un maldestro tenta-tivo di censurare l’ Ora di Calabria.. Ilrischio è che si guardi l’indice e non siveda la luna. Comunque, noi non ciaccoderemo alla vulgata.E’ in atto una lunga guerra di posizioneper controllare i pascoli della sanitàcalabrese dove brucano tanto i Gentilequanto i Citrigno ( editori dell’Ora diCalabria), e tantissimi altri ancora. Il primo vero scandalo ai nostri occhi èche decine di milioni di euro venganodrenati dagli ammalati che boccheggia-no nei nostri ospedali verso carrierepolitiche ,ville di lusso, imponenti patri-moni ed un sottobosco infinito di paras-siti.. L’ospedale di Locri ne è stato e,

forse lo è ancora, l’esempio. Qualchemese fa sono stati pubblicati i debitidell’ASL di Reggio. Questo sì un veroscandalo. Milioni di euro in consulenze,parcelle legali mentre a Locri si muoreper una frattura al polso.Il secondo elemento su cui riflettere èl’individuazione di quali interessi simuovano dietro gran parte dei giornalicalabresi e perché si investono ingentirisorse per stampare un quotidiano. Secomprenderemo questo “mistero” cisaranno chiare le censure e le autocen-sure di questi giorni. Capiremo perchépotenti ras scatenano guerre tribalisenza esclusioni di colpi. PieroSansonetti, già direttore dell’Ora diCalabria, affermò che in Calabria havisto il volto truce del padrone. Non socon precisione cosa intendesse dire, soper certo che la cosa dovrebbe inquie-tare.

La libertà di stampa è l’essenza dellademocrazia, ma se in Italia è in forse, inCalabria non esiste o quasi. Il giornali-smo vero sarebbe incompatibile colsistema di potere vigente.Si ha l’impressione che ai giornali facciacomodo parlare solo dei Gambazza edei Tiradritto, di qualche amministrato-re di paese, delle faide, lasciando sullosfondo la gestione del potere dove simuovono miliardi.. Ancora più pre-gnante di significato, nel “casoGentile”, è il lungo silenzio della “poli-tica”.Quando il direttore dell’Ora diCalabria denuncia il blocco doloso delsuo giornale, la sua denuncia cade nelsilenzio più cupo. I partiti tacciono, iparlamentari non parlano, i consiglieriregionali restano in silenzio. Cane nonmangia cane. Quando il caso diventanazionale ed ha un naturale riverberoin Calabria, molti riacquistano la paro-

la. E’ questa una dimostrazione palesee spietata del sistema di potere multico-lore che regna in Calabria e di un gior-nalismo che , salvo qualche eccezione, ècongeniale all’establishment di poteredominante..Quanto abbiamo detto, evidenzia chein Calabria c’è libertà di chiacchiera manon libertà di stampa. Ci sono le elezioni ma non la politica.Ci sono le caste economiche, politiche,giudiziarie, ndranghetiste, ma manca laclasse dirigente.Lunedì scorso, Gentile s’è dimesso dasottosegretario. Tutto ritorna alla terri-bile “normalità”. Il sipario cala ma gliattori restano sul palcoscenico.. Il siste-ma di potere non è stato scalfito, v’èstato un po’ di “ammoino”,in una guer-ra di trincea solo per conquistare qual-che metro. Pensateci bene, il film a cui siamo stati

costretti ad assistere è un horror, oscu-rato all’opinione pubblica nazionale.Le grandi testate nazionali si sonoschierate in gran parte con i Citrigno(in nome della libertà di stampa) equalcuna con Gentile. La vicenda calabrese, come sempre, èstata utilizzata solo nei grandi giochidella politica nazionale rinunciando acomprendere ciò che realmente avvie-ne in Calabria con la complicità dellaclasse dirigente nazionale.Noi calabresi continueremo ad averespazio in TV grazie alle retate accurata-mente filmate e pubblicizzate o alle fic-tion come “Il giudice meschino”.Per l’Italia, continueremo ad essere laterra di “don Mico Rota” e delle bruttefacce che popolano la Calabria chetanto piace vedere in TV e che sembra-no tratte da un casellario di un vecchiomanicomio criminale. Una terra dove non si salva nessuno, né

nobili, né borghesi, nésecondini, né detenuti, nécontadini, né professioni-sti. Solo qualche giudicecome Lenzi ed il suo colle-ga.. Una falsa bugia che èdiventata verità. La nostra“grande bruttezza” civiene sbattuta in faccia.Ritornano in mente leparole di Rivarol , ufficialefrancese, che definiva la

Calabria “un paradiso abitato da diavo-li.”Troppo deboli per pretendere di esserela terra di Nick Spataro e del suoMusaba.Troppo impauriti per esprime-re “intellettuali” capaci di nuotare con-trocorrente.Troppo rassegnati per andare orgoglio-si della nostra storia e di noi stessi pre-tendendo lo stesso rispetto che portia-mo agli altri.Sta a noi ( anzi a voi) scegliere tra con-tinuare ad assistere da spettatoriall’horror o diventare protagonisti di unaltro film. Un grande scrittore, AlbertCamus, in “Pane e libertà”, affermava“…se la libertà è oggi umiliata o incate-nata, non è perché i suoi nemici hannousato il tradimento, ma perché i suoiamici hanno dato le dimissioni…” edovrebbe essere chiaro che dove nonc’è libertà non ci può essere legalità.

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Quanto abbiamo detto, evidenzia che inCalabria c’è libertà di chiacchiera ma non

libertà di stampa. Ci sono le elezioni ma non la politica.Ci sono le caste economiche, politiche, giudiziarie,ndranghetiste, ma manca la classe dirigente

L’ESSENZIALE

l’anima. Che la ‘ndrangheta facciamale è lapalissiano, che le fiction Rai,prodotte con i soldi pubblici, sianofatte male un po’ meno, specie se arimetterci c’è l’immagine, o quel cheresta, di una Regione e di un popolo sucui si stanno costruendo carriere giudi-ziarie, politiche, televisive e anche let-terarie (e non mi riferisco a Gangemi).Ma se don Mico Rota recita la partedel teatro televisivo messo in piedi conla speranza di un successo di pubblicoe ascolti, la sceneggiata di UmbertoDe Rose sarebbe dovuta essere invecela prova di un attore su un palco a lucispente. Invece, e c’è da chiedersi il per-ché, Alfredo Citrigno le luci sull’ iper-bole di De Rose le ha accese, eccome,consegnando la prova da oscar del-l’imprenditore cosentino ad un pubbli-co folto e assetato di intrighi alla‘nduja e caciocavallo. Le caricatureespresse dalle fiction Rai incredibil-mente però non superano quelle dellarealtà, almeno nel caso del presidentedi Fincalabra Umberto De Rose, e c’èda chiedersi come uno così possaavere incarichi di livello regionale. Aquesto punto qualcuno potrebbe solle-vare l’obiezione, legittima, nel conte-stare il fatto che se i calabresi vengonodipinti in cartapesta e bianco e nero èperché in realtà sono effettivamentemaschere da Carnevale di Viareggio.C’è però una fotografia da nonnascondere agli occhi della gente perbene: i boss con la coppola e il fucilein spalla mostrati ne “L’assalto” su RaiUno non esistono da decenni, gli emi-grati al Nord disadattati e affetti da“saudade” neppure, e in Calabria si

parla il calabrese e non il sicilianocome nei film. Invece esistono, ecco-me, uomini che occupano postazionidi comando che non conoscono la lin-gua italiana, la storia, in certi casi nep-pure la geografia. Esistono politiciindagati su tutti i fronti, condannati sututti i fronti, esistono giochi di poteremessi in atto da funzionari pubblici, espesso dello Stato, che neppure il peg-giore dei boss della ‘ndranghetapotrebbe ordire o orchestrare.Esistono uomini che influenzano iTribunali e bloccano l’uscita in edicoladei giornali (e non è detto che sianoper forza i Gentile che al telefono conCitrigno non abbiamo sentito).Eppure i libri di ‘ndrangheta stileSaviano di questi personaggi non par-lano, o li sfiorano appena, i magistratidi questi personaggi, se non di qualchesindaco analfabeta, non se ne occupa-no. L’intellighenzia trasversale pseudo-sinistroide degli orchi seduti in catte-dra non parla. D’altra parte in tv e daFazio vende più don Mico Rota e lemaschere in cartapesta della ‘ndran-gheta. O forse, come allude AlfredoCitrigno nella sua telefonata con DeRose c’è qualcuno che «ha influenzanei Tribunali», a tal punto, dico io, dagarantire impunità e immunità pertutti. Ma di questo non se ne parla. Eallora sì che torna viva la frase di laRochefoucauld che diceva che «unuomo intelligente si troverebbe spessoin imbarazzo senza la compagnia diqualche sciocco». Io però non hoancora capito se la fiction è quellainterpretata da don Mico Rota o daUmberto De Rose.

La grandebruttezza

Piero Sansonetti, già direttore dell’Ora di Calabria,affermò che in Calabria ha visto il volto truce delpadrone. Non so con precisione cosa intendessedire, so per certo che la cosa dovrebbe inquietare.

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ERCOLE MACRÌ

In questi anni di “certa stampa” - così defini-sce il nostro settimanale il Nanni Morettidella Locride, ovvero quel Sisì Napoli di

“sinistra hip hop”, battezzato politicamente, persua stessa ammissione, da Pietro Crinò di“destra mosaicata” - ho spesso collegato alcuneiniziative dei politici locali al manicomio crimina-le di Barcellona Pozzo di Gotto. L’unione o fusione dei comuni del Torbido por-tata avanti dai sindaci della vallata, rafforza inmodo esponenziale questa mia convinzionesulla follia di quei politici locali che inseguonomiraggi facendo perdere tempo a tante comu-nità in forte ritardo economico e occupazionale. Di fronte a questo nuovo mega raduno di birichi-ni e a un’intera classe politica che arranca, misono posto il dubbio. Son matto io o sei consiglicomunali?Nella Locride la risposta non è scontata.Salito sulla mia utilitaria ho accorciato fino a

Grotteria. E n’è valsa la pena. Manhattan dialoga con Brooklyn: il ponte dellechewing gum li unisce. Geniale, ho riscopertol’America, la sua concretezza elementare, maipoco chiara, al contrario del progetto dell’unio-ne di quei comuni del Torbido privo di rotta,senza capitani e con tanti nostromi che naviganoa vista in un mare in tempesta. Un gioco a per-dere nato dall’idea di Francesco Macrì, un sinda-co vivace che ha avuto molte idee vincenti (la cit-tadella degli studi tra le due Gioiosa era ungioiello da molti carati) una inutile, l’Unione delTorbido, un’altra irrealizzabile, l’autoporto.Da Grotteria mare ho raggiunto Grotteria capute da lì a Mammola. Vecchia nazionale, con girodi boa al bivio Catalisano: 18 minuti. DaMammola seguendo un percorso meno serpeg-giante sono ritornato a Grotteria, ss. JonioTirreno, uscita Gioiosa Ionica, feudo Loiero: 16minuti. Sono risalito nella capitale italiana dello stocco e,per fare un confronto, ho raggiunto tramite la

Jonio Tirreno e la nuova 106, meglio nota comeunamacchinaogni48secondi, le Terme diAntonimina: 13 minuti. I conti parlano da soli,ma a volte lo fanno anche i matti, ho conclusoutilizzando una vecchia battuta. Non solo geo-graficamente, Mammola, per via del Musaba edello stocco, presenta più affinità con le Terme eLocri Epizefiri che non con la soppressata di SanGiovanni e il castello cadente di Grotteria. E lostesso vale per le due Gioiosa e Siderno, ormaiun unico agglomerato sia in Calabria che inNordamerica. Ho scartato una Brooklyn sul ponte del Torbidocon tutta la malinconia di questo mondo.Mentre masticavo un nuovo dubbio mi ha inva-so: «Vuoi vedere che i sei comuni saranno colle-gati da qualche impianto sciistico o funivia e ionon lo so?»Sono risalito a Grotteria, poi poco oltre, fino auna famosa curva verso Croceferrata, aRandone. Uno strapiombo secco, profondo, unburrone da vertigini. Ho parcheggiato per avereun riscontro panoramico sul mio ultimo dubbio.Da lassù ho visto Gioiosa Marina e Sidernounite dal centro commerciale La Gru.Conurbazione di fatto, potenza pura, naturale.35 mila abitanti, 48 mila, (con Locri) potenzialiconsumatori per le vallate. Quest’ultime dovreb-bero solo impegnarsi a soddisfare le richiesta conprodotti all’altezza, e non farsi abbindolare davecchie barbe e sbarbati pelo e contropelo.Mi sono affacciato di più. Non c’era neve, néimpianti di risalita. Pioveva e basta. Appena ho aperto l’ombrello una voce preoccu-pata mi ha sorpreso: «Cosa sta facendo giova-notto, si fermi per carità», mi ha intimato unsignore anziano dal viso stravolto. Ho capitomotivo e espressione stravolta chiamando miozio, originario di Grotteria, al telefono: «Maquella è la curva della pazza», mi ha rispostosenza il minimo dubbio, dopo le mie prime indi-cazioni. «Quando ero ragazzo ho sentito dire che unadonna si è buttata da lassù con un ombrello» haconcluso.Un suicidio -penso fra me e me- Come quellodell’Unione deicomuni del Torbido.

I politici localiinseguono

miraggi facendo perderetempo a tante comunità inforte ritardo economico eoccupazionale. L’Unione deicomuni del Torbido è unprogetto privo di rotta, dovepiù nostromi navigano a vistain un mare in tempesta

L’ESSENZIALE

Unione comuni del Torbido, quando la follia precipita con l’ombrello

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APPROFONDIMENTI

RIVIERA

Dalle indagini relative alla maxi inchiesta “IlCrimine” è emersa l’esistenza di un organismodella ‘ndrangheta, denominato “il Tribunale”,deputato a giudicare i sodali responsabili dideterminate “mancanze” o “trascuratezze”. Si

tratta di un organo composto da persone appar-tenenti alla “Provincia” e che ha una competen-za “provinciale”, ossia incorpora i tre manda-menti jonico, tirrenico e centro. Il “Tribunale” ècomposto da 15 soggetti, gli unici legittimati adecidere sugli eventuali provvedimenti da adot-tare nei confronti del sodale sotto accusa.Da una conversazione del marzo del 2010, inter-cettata a casa di una consorteria di San Luca, unsoggetto riferisce che contava solo la decisionedelle “quindici persone” sedute al tavolo, per cuise si fosse reso necessario “liberare” l’accusatociò sarebbe stato fatto alla presenza di tutti: “Ungiorno per dire ci siamo trovati là, gli ho detto“compare Paolo vedete che noi teniamo conto diquelle quindici persone che eravamo seduti, voinon potete passare da dietro solo per liberare a

quello e a quell’altro, per me sono tutti accusati,quando ci sediamo tutti e quindici, noi liberiamole persone!”.Dell’esistenza del Tribunale, inoltre, parlano duecollaboratori di giustizia, Paolo Iannò eConsolato Villani. Molto interessanti risultano ledichiarazioni di Iannò, il quale ha precisato chel’autorità del Tribunale era tale che perfinoPasquale Condello sarebbe stato disposto adaccettare anche una sentenza capitale da partedel Tribunale. Aggiungeva, inoltre, che ilTribunale era sorto con la Provincia (“era quelTribunale che poi per me era nato con la provin-cia, che decide il tutto per tutti sulle persone”) eaveva competenza “provinciale”. Sul punto l’altro collaboratore Villani rende unadichiarazione convergente: Pm -. Ma le risultache esista un tribunale della ‘ndrangheta? Villani-. Assolutamente sì. Pm -. E che potere ha? Chedecisioni prende? Villani -. Decide della vita edella morte delle persone. Pm -. Ma delle perso-ne intende di tutti, solo degli affiliati? Cioè chepoteri ha? Su quali diciamo comportamenti valu-ta? Quali comportamenti valuta? Villani - Valutai comportamenti diciamo dell’infamità, gli sgarri,il comportamento diciamo del tradimento ed ilcomportamento del disonore, valuta tutti questicomportamenti. Pm – Ha il potere di decretareanche la morte? Villani -. Assolutamente sì.

Rosanna Squillacioti,ormai ex direttoregenerale, ha ceduto il

testimone al dottore FrancoSarica, già al suo fianco comecoordinatore dello staff, che èstato recentemente nominatodalla Giunta regionaleCommissario dell’Asp regginaper la durata di 6 mesi. LaSquillacioti, però, prima diandare via, ha voluto fare unbilancio sui “quattro annilavorativi caratterizzati datante soddisfazione ma ancheamarezze”. “Vado via-hadichiarato la Squillacioti - conla certezza che chi assume unincarico assume anche delleresponsabilità e deve accetta-re anche le negatività che pos-sono venire. In questo posso-no aiutare molto la professio-nalità e l’esperienza di ognunodi noi”. Le dimissioni sonoarrivate dopo 4 anni di tira emolla anche giudiziari e lastessa ex manager dell’aziendanon ha esitazioni: “io sonosempre stata serena su questoargomento cosciente di nonaver mai violato la legge ”. Achi gli domanda quali siano ledifficoltà principali nellagestione di un’Asp sicuramen-te difficile e particolare comequella di Reggio Calabria, laSquillacioti risponde: “si trattadi un’azienda “grande” doveinsistono 4 ospedali (2 spoke edue ospedali generali) e dovesi avverte spesso la mancanza

della possibilità di attivareanche un necessario turn-overdi personale medico ed infer-mieristico. Ma è anche un’Asp– continua- che dopo il lavorofatto negli ultimi anni haacquisito le basi per potercamminare da sola, cosa cheprima non era possibile”.“Quando sono arrivata io nel2010 , infatti, le tre Asp dellaprovincia erano amministrateognuno per i fatti propri equindi abbiamo dovuto prov-vedere all’accorpamento inun’unica Asp con tutte le pre-vedibili difficoltà”. “Adessolascio un’Asp “sana” dove èvero che c’è voluto il tempo

necessario per fare una rico-gnizione ma che avrà la possi-bilità, lavorando in continua-zione, di non essere additatacome l’azienda sanitaria “peg-giore”. “In tal senso ho avutomolte testimonianze di vici-nanza e di riconoscimento dellavoro da me svolto anche inoccasione di riunioni pubbli-che svoltesi a Catanzaro”.“Lascio questa Asp (e nonvoglio essere presuntuosa)ritenendo che la stessa nonabbia nulla da invidiare allealtre, anzi, per alcune cose,può anche essere d’esempio”.“Abbiamo approvato i bilancidel 2008 e 2009 anche a fron-

te del contenimento dellaspesa”. “Dovevamo partire dauna base di programmazioneeconomica e se non fossimopartiti da questo documentoprogrammatico sarebberostati guai”. “Mi sono assuntatutte le responsabilità con lacertezza che chi viene sceltaper un incarico del genere lodebba fare con la consapevo-lezza che possono arrivareanche delle negatività”.“L’azienda sanitaria vive uncerto disagio anche a causadelle carenze di personale, inquesti anni, infatti, sono anda-ti via dai vari ambiti circa 800dipendenti in tutta la provin-

cia, persone che non sonostate rimpiazzate”. “Prima dicongedarsi, la Squillacioti havoluto ricordare i risultatiottenuti nella struttura diOppido Mamertina, diPolistena, che è stato oggettodi una radicale ristrutturazio-ne e dove è stato realizzato ilcentro trasfusionale, di Palmi,dove è stata ristrutturata lacamera iperbarica, di Locri,dove sono state attivate le pro-cedure per elisoccorso e rag-giunto l’obiettivo per la casasalute di Siderno e di Scilla.“Abbiamo lavorato a 360° sututto il territorio. È vero checi sono debiti, è vero chebisogna risparmiare mac’è anche l’obbligo didare assistenza agliammalati, ed è semprestata questa la nostrapriorità”. “Il lavoro non èfinito ma sono sicura cheil dottore Franco Sarica etutto lo staff attento e com-posto da veri professionisticontinuerà questo difficilelavoro”.

Antonio Tassone

Giudiziaria

Il tribunale della ‘ndrangheta

Cambio al vertice dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria

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DOMENICA 09 MARZO 11www.rivieraweb.it

SETTIMANALE

Ministra, ci dicaILARIO AMMENDOLIA

Tra le reazioni più sdegnaterispetto alla vicendaGentile , dobbiamo anno-

tare quella della presidente del-l’antimafia on. Rosy Bindi.Riportiamo le sue parole taglienticome pietre acuminate: ““la nomi-na del sottosegretario Gentiledeve vedere subito un impegno daparte del presidente del consiglionel revocarla e direi anche dalministro dell’Interno. Possonodare prova di avere a cuore gliinteressi del Paese piuttosto chequelli del proprio partito.”Prosegue: “non si può dire che cisia stato rigore nelle nomine e inmomento del genere non possia-mo permettercelo.”La Bindi pretende la revoca delsottosegretario Gentile in nomedel rigore perché “in un momentodel genere” non possiamo permet-terci di essere incoerenti.Facciamo un salto indietro ad oltreun anno fa, quando la Bindi inuna intervista rilasciata al sotto-scritto e pubblicata sulla Riviera,dopo aver assunto su di se solenniimpegni a sostegno del progettod’urto per la Locride, affermava “… Penso però ci attenda un gran-de lavoro a partire dalla necessitàdi recuperare il valore della parola“fiducia”. Fiducia nelle istituzioni,fiducia nella politica che selezionaclasse dirigente al servizio delleistituzioni. In questo momento è laprincipale infrastruttura immate-riale. La delusione per la fiduciatradita è più devastante di qualsia-si taglio materiale di risorse. E’ovvio che c’è anche questa partitae il Pd farà la sua battaglia…voglio

innanzitutto ascoltare tutti perlavorare insieme. …”Diceva un vecchio carosello “lafiducia è una cosa seria che si daalle cose serie”.La Bindi ha tradito la fiducia deicalabresi, ha sottratto la principale“risorsa immateriale” con effettidevastanti sulla politica, sul PD esull’opinione pubblica della nostraRegione.Dichiarava di “..voler ascoltare eda lavorare insieme” ma in un annoe passa non s’è fatta mai vedere emai sentire. Ha scisso la propriaattività dalla nostra Terra e dallanostra gente, limitandosi a qual-che comunicato stampa.Si può perdonare chi ti ruba ilvoto, è imperdonabile chi ferisce asangue la tua Terra.La Bindi si colloca nel solco dellapeggiore cultura coloniale ai dannidella Calabria. Mi creda la presi-dente dell’antimafia, Ella puòavere un’alta stima di se stessa, manon è migliore di Gentile, anzidirei che, per quanto possa sem-brare assurdo, il senatore diCosenza è molto più coerente diLei rispetto alla gente che lo havotato. Si sa che i mafiosi usano la “falsapolitica” quando parlano con lagente comune, cioè non esitano amentire, ad ingannare e a rinnega-re la parola data. Se si potesse fareun paragone direi che la Bindi hausato la “falsa politica” rispetto alpopolo calabrese Si goda la Bindyi ventimila euro di indennità, lastatus di potente, ma non pretendadi dare lezione di moralità. Non neha alcun titolo.

La Rosy furiosaVINCENZO CARROZZA

Penso spesso ad una storiellaraccontata dal dott. Audino,mio professore si filosofia al

Liceo. Questa la storia: A Genova fu,per molti anni, sindaco della città, uncalabrese. Erano gli anni sessanta. Dasindaco, non ricevette mai un suo con-terraneo. Li teneva alla larga come lapeste bubbonica. Finito il racconto, ilprof. metteva i suoi occhi nei nostridomandandoci: voi non farete maicosì, vero? Noi tutti, allora, risponde-vamo di no, che mai avremmofatto come il nostro conterro-neo. Qualcuno commentavaanche con un “pezzo dimxxxx”. Noi no, non avrem-mo mai tradito la nostraterra. Dagli anni sessanta e,dagli anni ottanta, gli annidel liceo, molte cose sonocambiate. Tanti di noi sonofiniti a lavorare fuori dallanostra terra. Tanti di noihanno provato aritornare per viver-ci. Molti sono rian-dati via mancava-no, e mancano, lecondizioni mini-me di civiltà perpoter rimanere.Non nel sensoche la Calabria èpopolata dagente incivile,anzi, ma nelsenso che man-cando il lavoro,mancando i serviziessenziali, mancan-do moltissime diquella cose chefanno ritenere unterritorio civile,può dedursi che lanostra terra è terraincivile da cuiscappare e strarelontano.

Chi scappa in genere comincia adavere in odio quel che lascia. Mica èscappato per propria volontà, ma per-ché costretto. Col tempo l'odio si mutain indifferenza e perdita di radici. Lacolpa di questo è, prima di tutto, diuna classe politica calabrese inetta eserva, che ha governato la Regioneavendo come unico obiettivo l'interes-se privato; come unico metodo il nepo-tismo, il familismo amorale.Pochissimi si sono discostati da questomodus operandi. Queste sono cose chetutti i calabresi conoscono. Tutti hanno

occhi per vedere, anche se pochihanno bocca per parlare.

Moltissimi hanno occhi perpiangere quando i figli parto-no e vanno via per sempre.Ma i più se ne fottono.L'universo umano che popo-la la Calabria è davverovario. C'è chi se ne fotte per

principio, che tanto nessunopuò farci niente. Che, posso

cambiare proprio io lecose? C'è chi se nefotte perché,tanto se a meserve una cosa socome fare perottenerla. C'èchi non si inte-ressa perchéappartiene aduna classe pri-vilegiata: di“ndrangheta,di politica, diburocrati, diprofessionisti.

Tuttavia, mentrele altre classi

possono farsi ifatti loro perché, infondo, sono cate-gorie che non pre-vedono un con-senso “stretta-mente pubblico”per esistere, laclasse politica

non può farsi i fatti suoi impunemente.Non dico che non deve per chiari moti-vi morali, dico che non può perchérappresenta un popolo, perché hanatura diversa dalle altre classi diri-genti. Ma, il costume corrente, preve-de che nella lista di un politico cala-brese non manchi mai; 1) la grandebarzelletta, 2) la scemenza micidiale,3)la menzogna più spudorata, 4) ilfarsi i fatti propri a prescindere datutto, 5) il far finta di fare qualcosa peril pubblico, infervorandosi per la mini-ma cretinata, tipo la caduta di tre pal-line da tennis oltre una rete di recin-zione. Esistono, poi, diverse aggravan-ti: 1) ultimamente i politici non sonoeletti ma nominati. Dovrebbero, tecni-camente, essere l'espressione di unperiodo emergenziale, invece sono l'e-spressione di consolidata prassi; 2)spesso viene nominato chi non possie-de personalità o idee politiche forti.Capirete, non bisogna rompere lepalle al manovratore. È necessario cheil nominato, o la nominata, segua ilflusso della corrente senza importuna-re chicchessia. Nel nostro caso nonavremmo mai potuto avere ministroun Gratteri, superfluo dire perché.Non poteva divenirlo Lucano, colrischio di essere confuso con l'amaro;immaginate la continua ilarità. Nonpoteva divenirlo De Masi, che tanto hainfastidto le banche. Non poteva dive-nirlo Cuzzocrea che spiattella verità adestra e manca come fosse GesùCristo, screditando ditte del Nord esistemi di potere locali, oltre chegovernatori regionali. Tutte personeda tenere lontano, per carità. Dannofastidio a pelle, non sentite anche voi? Dunque, la Lanzetta è stata la sceltapiù ovvia e banale che si potesse fare.Vorrei dire, senza scomodare Pasquinoo Nicola, che la signora ha il dovere dirispondere alle domande poste da chinon è abituato a tapparsi gli ochhi, osemplicemente desidera conosceremetodi e programmi. Anzi, di più, hal'obbligo di rispondere, essendo statanominata, non eletta.

La Lanzettaha il dovere

di rispondere alle domandeposte da chi non è abituatoa tapparsi gli occhi, osemplicemente desideraconoscere metodi eprogrammi. Anzi, di più, hal’obbligo di rispondere,essendo stata nominata,non eletta

L’ESSENZIALE

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DOMENICA 09 MARZO 14www.rivieraweb.itLA POSTA

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COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona,Domenico Macrì, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò.

GERENZALe COLLABORAZIONI non precedute dalla

sottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersi

gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviatialla redazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono copertida copyright diritto esclusivo per tutto il

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riflessioni personali, sono da ritenersidirettamente responsabili.

LA LETTERA

Ricordando Domenico Speziale

Icommissari risolvano lasituazione della biblioteca Spett.le redazione ''Riviera ''

chi vi scrive è una mamma normale,che come tutte le mattine porta il figlioa scuola . Vi chiederete cosa c'è di stra-no. Nulla, se non fosse per un episodioavvenuto a scuola e dentro la classe dimio figlio. Vado a esporvi: una delleinsegnanti decide di organizzare un'u-scita didattica con la classe e si organiz-za in poco tempo (dicono). Sbrigate leburocrazie (permessi, soldi, ecc.), si sta-bilisce di portare i bambini al cinemaper vedere il film ''Belle & Sebastien'',film dove si parla di amore, amicizia.Continuo a dire che fino a questopunto tutto è normale. La classe inquestione è una elementare, i bambinihanno un'età compresa tra i 10 e gli 11anni. Tutto normale se non fosse chequalche giorno prima succede un fattoalquanto spiacevole: una delle inse-gnanti lascia se pur per qualche minutoi bambini in classe incustoditi.Immaginate ora i bambini, vistisi in unattimo di libertà, come si siano vivaciz-zati. (Normale - dico io). Nel mentrec'è stato il cambio ora e la maestra chedoveva prendere in consegna i bambi-ni, visto il caos, per dare “un esempio”(e qui uso il loro termine) prende trebambini (non tutta la classe) e non liporta con lei all'uscita didattica. Unodei bambini era mio figlio. Ora io midomando, e domando a voi tutti, se ègiusto che i bambini vengano puniti inquesto modo e sopratutto puniti peruna negligenza della maestra? Ho chiesto spiegazioni a chi di compe-tenza visto che nessuno mi aveva avvi-sato di tutto ciò, se non mio figlio (ilgiorno prima dell'uscita didattica), eavendo avuto un confronto anche conle care maestre il tutto è finito con unavallo del responsabile sul comporta-mento delle insegnanti mentre le inse-gnanti mi hanno derisa. In conclusione,tre bambini sono stati lasciati fuoridalla uscita didattica per una colpa chenon era loro e sono stati messi all'ango-lo come cattivi esempi. Ricordo a tutti che i bambini hannosolo 10 anni e una delle maestre è quel-la che insegna religione ai bambini.Dovrebbe divulgare e insegnareamore, amicizia e invece lascia i bambi-ni fuori. Se c'è una morale in tutto que-sto io non la trovo, come non riesco atrovare nessuna giustificazione a que-sto comportamento che sia docenti cheresponsabili hanno adottato nei con-fronti di questi bambini, io dico chenon è stata una punizione (anche per-ché i bambini non si puniscono in talemodo) ma una vera e propria cattive-ria. Rimane un mio pensiero persona-le. Mi scuso con tutte quelle insegnantiche comunque fanno il loro lavoroaggiungendo alla professionalità ancheun po’ di saggezza e umanità ...Ps. a voi della redazione il mio non vuoleessere uno sfogo. Il messaggio che deside-ro far arrivare a tutti e che i bambini nonsempre hanno torto e che i nostri docen-ti di ogni ordine e grado non semprehanno ragione. Vi ringrazio per la vostracollaborazione.

Una mamma

L'associazione “Amici del libro e della bib-lioteca”, esprime il proprio rammarico nelconstatare che le richieste avanzate allatriade commissariale di Siderno affinché sirimedi alla situazione in cui versa la bib-lioteca comunale “Armando La Torre” -trasferita nei nell'androne delle scuole ele-mentari “Lorenzini” di Siderno superioredal mese di agosto 2013 - continuano arestare inascoltate. I locali della biblioteca, che attualmentenon sono separati in alcun modo da quel-li della scuola lasciando alla mercé di chi-unque il patrimonio librario negli orari incui non è presente il personale della bib-lioteca, non risultano idonei per quantoriguarda le normative vigenti in materia di

sicurezza, sono sprovvisti di linea telefoni-ca e connessione internet e presentanoinfissi fatiscenti oltre che un impianto elet-trico inadeguato. Gli “Amici del libro e della biblioteca”hanno sollecitato più volte - con un incon-tro nel mese di dicembre ed una letteraprotocollata nel mese di gennaio - i com-missari ad intervenire per garantire allacittadinanza un servizio imprescindibileper la vita culturale di una cittadina comeSiderno, oltre che la salvaguardia di unadelle biblioteche più fornite della locride,nell'attesa che venga trasferita in mododefinitivo in locali più idonei e al centrodel paese.

A dieci anni dalla sua morte, amici, parenti ed anche tanti colleghi di lavoro, si sono ritrovatiall’interno della cappella di famiglia del cimitero di Siderno Superiore per ricordare MimmoSpeziale, indimenticato segretario del Comune di Siderno. Tante belle parole per ricordareuna persona splendida, sempre pronta ai aiutare i cittadini che per qualsiasi motivo si reca-vano nel suo ufficio posto al primo piano dell’edificio comunale di Piazza Vittorio Veneto. Ildottore Mimmo Speziale, per più di trent’anni, ha rappresentato un esempio di attaccamen-to e dedizione verso la sua famiglia e verso la sua professione messa sempre al servizio dellacomunità sidernese. Una persona integerrima che ha aveva anche una grande passione per ilbasket e per l’Ymca Siderno. Anche noi di Riviera non lo dimenticheremo mai.

La cattivamaestra

I Ministri secondo Matteo

E così dopo il Vangelo secondoMatteo, abbiamo adesso i Ministrisecondo Matteo. L'altro giorno mitrovavo a Roma, quando incontroun amico. "Come stai Franco?"-"Non c'è male"- "CertamenteFranco l'avrai saputo. Sono statonominato Ministro. Mi danno soloventimila euro al mese e dunquec'è poco da stare allegri. Ma hoaccettato, per il bene dell'Italia;non so fare nulla, dammi qualche

consiglio". "Nomina intanto cinquesottosegretari, dieci dirigenti diFascia A e dieci di Fascia B. Versole undici vai al Ministero, giustoper firmare qualche carta. Mi rac-comando poi nelle interviste,dichiara sempre che la notte nondormi per risolvere i nostri proble-mi, tanto poi dove vai la notte losappiamo solo io e te.”

Franco Parrello

L’angolo di Parrello

La richiesta

Live! To Canolo Per il mio amico interista ,molto probabilmentearchitetto Gianni: Giornata uggiosa a nord di Siderno,se ci fosse più freddo forse la neve "quagghiava".Tempu di focularu, aglivi e cotillons...e se ddi forasenti cantari lu scropiu, u sai ca tindi futti co dollaruscindiu. Scusa lo slang!

Martino Ricupero

L’associazione Amici del librochiede risposte in merito alla struttura chedeve ospitare la biblioteca cittadina

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IL CASO

VALERIO MASSIMO MARANO

L’oscuro mantra delle foci delTorbido si schiarisce manmano che l'anima delle perso-

ne scende a valle e incontra il mare, maqualcuno, per fortuna in pochi, restacon il cuore nero, spento e senza vita,uomini crudeli. Lo jonio spacca l'oriz-zonte e apre i polmoni di chi vuolerespirare aria pulita. NicodemoPanetta, galantuomo e lavoratore one-sto, aveva bisogno di ossigeno, boc-cheggiava per la mancanza d'aria, erachiuso in una claustrofobica scatolafatta di passi falsi e crisi commerciale.Ha chiesto aiuto, ha allungato la manoper sentirsi stringere da braccia fortiche non avrebbero dovuto farlo caderein un precipizio senza uscita, invece lebraccia muscolose e possenti a cuiNicodemo Panetta si è aggrappato lohanno stritolato e trasportato dall'orlodi un burrone ad un campo di concen-tramento stipato di nazisti col fucilespianato. Il gentile uomo di Gioiosa èstato derubato della vista del suo jonio

azzurro e blu e chiuso in un quadratoda dove si vedeva solo filo spinato euomini malvagi appostati sulle torrette.“Hi Hitler” gridano gli usurai dellaLocride, il loro Fuherer è il denaro acui hanno giurato eterna fedeltà. Lo siè letto sui giornali, ma lo si sa a Gioiosada mesi, da anni, nei bar e nelle piazze,Nicodemo Panetta è stato spogliatoprima della dignità di uomo, poi deisuoi beni, soldi, case e pure le moneti-ne, gli spiccioli, tutto senza che nessu-no si armasse di umana pietà e lo ricon-ducesse tra le vie degli uomini. Il silen-zio lo ha turbato e messo alle corde,dicono abbia denunciato i suoi strozzi-ni, vedremo, ma se lo ha fatto è il gestopiù alto e orgoglioso che potesse fare.Lo hanno lasciato solo, senza via discampo. I nazisti della Locride, quelliche, e sono tanti, portano la svasticadell'usura sotto la divisa di borghesi inlutto, hanno marciato sulla sua pelle,hanno lasciato che come un ebreo inun campo di concentramento si spe-gnesse lentamente prima dell'esecuzio-ne, prima della camera a gas. Ma quan-

ti sono gli uomini chiusi all'interno diquell'invisibile filo spinato che relega ladignità umana sotto il vortice assassinodell'usura? Tanti, troppi, e invece diricercare gli anelli al dito di prostaticiboss e i rituali di osso, mastrosso e car-cagnosso, lo Stato dovrebbe chiedersiperché il suo popolo è stato messo infila da notabili e contabili dal cuorenero che rubano l'anima alle persone ela gettano via senza alcuno scrupolo.Le banche chiudono gli sportelli, lacrisi taglia le gole. Gioiosa Jonica nonha più nazisti-usurai di altri luoghidella Locride e della Calabria, maqualcuno, qualche imprenditore o gen-tiluomo che sapeva a Gioiosa avrebbepotuto, anzi dovuto, lasciarsi illumina-re dalla pietà, non l'ha fatto. Una occa-sione persa. Adesso Nicodemo è pas-sato dalla prigione dei suoi aguzzini aquella dello Stato, un uomo solo a cuiesclusivamente la società e chi la rap-presenta, con titoli nobiliari e non, puòrestituire l'odore del mare, di quellojonio azzurro e blu che ti perdi solo aguardarlo.

CRAVATTARIA GIOIOSA JONICA?

L’odissea di NicodemoPanetta

L’imprenditore gioiosano si èaggrappato lo hanno stritolato e

trasportato dall’orlo di un burrone ad un campo diconcentramento stipato di nazisti col fucilespianato. Il gentile uomo è stato chiuso in unquadrato dove si vedeva solo filo spianato

L’ESSENZIALE

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DOMENICA 09 MARZOO 17www.rivieraweb.it

ANTONIO TASSONE

Da un quotidiano regionaleabbiamo appreso il nomedell'imprenditore di

Gioiosa Jonica che ha deciso didenunciare i suoi “aguzzini”. Si trat-ta di Nicodemo Panetta, titolare diun'avviata agenzia pubblicitaria.Conosciamo bene Nicodemo perchéera colui il quale, ogni domenicamattina, si occupava della distribu-zione del nostro settimanale. Unapersona perbene ed un amico che, aseguito di questa sua, pensiamo,meditata decisione, e a causasoprattutto dei rischi che si corronoin tali circostanze per la propriaincolumità, ha dovuto abbandonaretutto e fuggire via assieme a mogliee figli. Conosciamo Nicodemo noncome abituale frequentatore di loca-li dove si gioca a poker ma abbiamoconosciuto una persona “meravi-gliosa” sempre impegnata sul lavoro

e dedita alla famiglia. Nicodemoavrà sicuramente combattuto con sestesso prima di arrivare alla decisio-ne di chiedere aiuto allo Stato. Loha fatto perché, probabilmente, erastanco di subire “vessazioni” e“soprusi” che ultimamente lo aveva-no indotto ad “annientarsi” comeuomo e come padre. Solo chi vivesimili situazioni potrà capire il suodramma umano. In molti paesi dellaLocride, tra cui Gioiosa Jonica, lapiaga dell'usura è sempre stata pre-sente ed è stata quasi sempre prati-cata da persone definite “insospet-tabili” che si sono arricchite sullespalle della povera gente approfit-tando del loro stato di bisogno.Molti di questi “signori” hannoacquisito illecitamente patrimoni avolte ingiustificati dalla loro situa-zione reddituale e non sarebbe statodifficile risalire al modo con cui sisia arrivati a questa “concentrazio-ne” di beni nella disponibilità di

pochi soggetti. È un fatto “storico”che nella Locride alcune di questepersone definite “insospettabili” sisiano arricchite prestando soldi adusura. Addirittura, come si evincedalla cronache giudiziarie, in deter-minate occasioni, si è anche verifica-to che per recuperare le somma didenaro date in prestito, più gli inte-ressi da capogiro applicati, gli usurai

abbiano ceduto ad altri il credito(spesso a mafiosi del posto piùinfluenti ed autorevoli ) con la con-seguenza che la pressione psicologi-ca esercitata sulle spalle del povero“usurato” sia diventata maggiore,più soffocante e più pericolosa. Gliaguzzini arrivano a minacciarepesantemente, a fermarti per stradae chiederti spiegazioni, ad aggredirefisicamente, a chiedere autonoma-mente maggiorazione d'interessisugli interessi, addirittura a preten-dere gli immobili di proprietà delmalcapitato che spesso costituisco-no il frutto dei sacrifici di una vitalavorativa personale e familiare.Nessuno scrupolo, però, si fa tuttoper soldi. Maledetti soldi. Le ban-che chiudono i rubinetti alle perso-ne in difficoltà, a volte può capitareche anche per una visita medica diun loro familiare queste personesiano “costrette” a rivolgersi agliusurai in taluni casi anche con la

compiacenza di personale internoagli istituti credito che in quanto adeontologia professionale avrebbe-ro molto da imparare visto che ,spesso, sono proprio loro ad infor-mare “l'organizzazione” sull'even-tuale stato di necessità della personain “sofferenza”. È un sistema “infer-nale”, purtroppo, che mette la per-sona davanti ad un bivio: o rivolger-si (giustamente) alle forze di poliziaper denunciare e porre fine al calva-rio personale oppure continuare insilenzio a “soffrire” , vivendo allagiornata, sempre con il terrore chequalcuno possa decidere su come equando intervenire per umiliartioppure in certi casi estremi ancheporre fine alla tua esistenza. E noisiamo con Nicodemo, una persona“meravigliosa” che ha dimostrato diavere grande coraggio e determina-zione. Un esempio per tutti, da nondimenticare. Forza Nico, ti siamovicini.

Nicodemo avrà sicuramentecombattuto con se stesso

prima di arrivare alla decisione di chiedereaiuto allo Stato. Lo ha fatto perché,probabilmente, era stanco di subire“vessazioni”e “soprusi”che ultimamentelo avevano indotto ad “annientarsi”comeuomo e come padre

L’ESSENZIALEARINICA?

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DOMENICO SPANÒ

Alfonso Morabito è un giovane artistafotografico che ama immortalare lebellezze naturalistiche della terraCalabra. Una passione nata nel tempotra silenzi, tra i tenui colori dei tra-monti, tra solitudini del corpo e dellamente accompagnate solo da madre

natura. La terra di Calabria è terraancora nascosta ed inesplorata, fattadi una natura rigogliosa ed incontami-nata, viva tra le Alturedell’Aspromonte ed in continuo movi-mento lungo le onde del mare che siinfrangono sulla costa. Una terra fattadi scenari pittoreschi degni dellemigliori copertine del NationalGeographic. Solo l’occhio attento dichi ama e conosce questa terra puòestasiare immortalando viste magnifi-che. Incontro da vicino il giovane arti-sta fotografico Alfonso Morabito, percomprendere meglio la sua passione ela sua arte legata alla natura, cosapossa significare per lui fotografare lebellezze della sua terra, divulgandolee regalandole ad occhi curiosi edappassionati. 1) Alfonso, come è nata in te la pas-sione per la fotografia naturalistica ? Mi sono avvicinato alla fotografia nel2004 acquistando una comunissimacompatta. Avendo modo di viaggiaretanto per lavoro, la portavo semprecon me ed immortalavo tutto quello

che mi colpiva nei luoghi in cui transi-tavo spesso in modo frenetico. Mi ènata l’esigenza di fermarmi ed osser-vare le meraviglie del mondo che micircondano, spesso in silenzio. Via viala cosa mi ha preso con passione ecuriosità sempre di più. Così spinto adapprofondire la questione e iniziaread acquistare le tecniche di ripresacongeniali a ciò che volevo immorta-lare, mi sono immerso in questomondo nel quale continuo tutt’oggi, amio modo, a viverci con entusiasmo.2) Qual è stata la formazione perstrutturare ed esprimere la tua artefotografica ?Sono un autodidatta, quando la pas-sione è “esplosa” ho cominciato adocumentarmi su internet, passavotantissime ore su forum a confrontar-mi con altri foto-amatori o professio-nisti del settore alla ricerca di rispostealle mie domande, sia dal punto divista tecnico-fotografico che dellapostproduzione, acquisendo compe-tenze tecniche e provandole poi conti-nuamente sul campo. Solo scattando,

scattando e scattando, si riesce a capi-re dove si sbaglia e dove e comemigliorare. Passavo anche tantissimotempo a consumarmi gli occhi su sitidi fotografi nazionali e internazionaliper trovare ispirazione, idee su com-posizioni, scatti e altro. 3) Cosa ti ha spinto a seguire l’artedella fotografia ?Credo che in ognuno di noi risiedauna parte creativa, c’è chi componemusica, chi dipinge quadri, chi scrivepoesie... io ho trovato la mia forma diespressione e comunicazione con lafotografia. Non nascondo che proba-bilmente le mie fotografie rispecchia-no il mio modo di essere, di vedere ilmondo e vivere la vita. 4) Pensi che a farti immortalare sce-nari naturalistici della Calabria sia ilforte legame con la tua terra e ciò siaun modo anche per promuoverla almeglio per i suoi valori nascosti ?Sono una persona che ama la natura,ama i luoghi nascosti ed incontamina-ti. Ricerco la solitudine proprio in“natura” per respirare e vivere forseepoche passate, lontane da rumori,frastuoni, auto e tecnologia. Un con-tatto con madre natura che tutti noiabbiamo ma che in tanti è sopito acausa delle abitudini e delle comoditàquotidiana. Spesso proprio per poterfotografare alcuni luoghi in condizio-ni di luce corretta “campeggio” sulluogo in tenda e in sacco a pelo.Essendo nato e cresciuto in Calabria,amo la mia terra ed ho appunto un

Sempre più imbarbarita nei costumi e nei rappor-ti sociali, Siderno ha vissuto un carnevale bifron-te. Da un lato i bambini delle elementari in piaz-za travestiti da “rifiuti riciclabili”, dall’altra i piùgrandicelli tutti infervorati nel tiro delle uovamarce contro le auto parcheggiate in via Marina(propriamente via Cristoforo Colombo).Nonostante i ripetuti avvisi alle Forze dell’Ordine(che oramai si sono guadagnate l’appellativoscherzoso di “Forse dell’Ordine”) hanno lasciatocorrere. A carnevale ogni scherzo vale, semel inanno licet insanire: cantiamola come vogliamo. Èbello far festa, anche in modo esuberante, purchéla festa non si trasformi in un’occasione per far

Le bellezze della natura calabrese, immortlate da Alfonso Morabito

ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

DAL SET DI ANIME NERE A Carnevale ognischerzo nonvale

CULTURA E SOCIETÀ

I soliti ragazzacci fanno il tiro delle uova marce contro le auto in via Marina

Un gruppo di studenti del Liceo“G. Rechichi” di Polistena ha vissu-to un’esperienza straordinaria sulset cinematografico del film“Anime nere”, ispirato all’omoni-mo romanzo di Gioacchino Criaco,per la regia di Francesco Munzi. Iragazzi nell’ambito del progetto“Insieme, si può….in rete percostruire comunità di apprendi-mento”, guidati dal dottor AldoStalteri, presidente ANECCalabria, e accompagnati dalle lorodocenti prof.ssa Giovanna Sabatinoe Natalia Sorbara, sono stati curio-si e attenti spettatori nell’ultimogiorno di riprese del film, in unalocation ambientata sullo splendi-do litorale di Africo. Il fascino delcinema e del linguaggio filmico èstato ampiamente trasmesso airagazzi attraverso le attività realiz-zate presso il Liceo Rechichi, masicuramente assistere alle riprese diuna scena dal vivo è stata un’emo-zione indimenticabile. I ragazzi

sono partiti al mattino da Polistenadiretti ad Africo, dove si stavanorealizzando le ultime riprese delfilm, prima delle vacanze natalizie.All’arrivo sono stati accolti dairagazzi della troupe che si sonomessi a disposizione e li hannoaccompagnati direttamente sul set.I ragazzi sono stati in silenzio efermi per diverse ore, guardandogli attori muoversi sotto l’occhiodella macchina da presa. Moltesono state le domande che hannorivolto agli assistenti, i quali si sonoprodigati a dare delucidazioni espiegazioni con l’intento di soddi-sfare la curiosità di ciascuno efacendo capire quanto impegno equanta fatica c’è dietro la realizza-zione di ogni piccola parte di unfilm. Il momento più emozionantesicuramente è stato quello dell’in-contro con l’autore del libro da cuiè stato tratto il film, tanto che alcu-ni ragazzi si sono trasformati inabili intervistatori.

“Ciak... si apprende”

Una bella serata in maschera quel-la che si è svolta sabato scorso alCircolo degli Antoniminesi eCalabresi di Biella per il festeggia-mento del Carnevale.Iniziata all'insegna della tradizionecon la distribuzione della classicafagiolata alla calabrese e con lapresentazione del personaggio diGiangurgolo (tipica mascheracalabrese della Commediadell'Arte che ha calcato le scene

teatrali fino al XVIII secolo), laserata è poi proseguita all'insegnadel divertimento per grandi e picci-ni intervenuti, sia in maschera chenon.Per festeggiare degnamente ilCarnevale quest'anno sono stateelette “Mascherona e Mascherinadel Circolo 2014_ con una giuria di4 soci, due anziani e due giovani,che hanno votato la mascheraadulta e piccina più originale:

prima classificata dei bambini lamaschera della fragolina, degliadulti invece, ex aequo, la masche-ra di Cleopatra e della Principessa.La serata si è conclusa a notte inol-trata con lo spettacolo del tradizio-nale simbolico falò al “fantocciodel Carnevale” che neanche lapioggia è riuscito a fermare.

Fonte: redazione CircoloAntoniminesi e Calabresi di Biella

A Biella una bella festa in mascheraper carnevale tra i calabresi

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danni senza tema di una punizione, un’ opportu-nità per menare le mani, per rompere e distrugge-re. Si sarebbe portati facilmente ad addossaretutta la colpa ai cosiddetti “branchi” di ragazziniinsoddisfatti, violenti, a caccia di emozioni. Ma ilmale è radicato nella società liberista in cui l’in-fanzia viene poco o nulla curata, quando non abu-sata, e la giovinezza diventa una jungla in cuivince chi porta a casa la preda più grossa. Finchénon esisterà una società in cui il valore dell’indivi-duo sarà posto al vertice e sarà considerato ilmotore e il valore informativo della civiltà, conti-nueremo ad assistere ad atti del genere. Sassi lan-ciati dai cavalcavia, contro i treni, aggressioni aprofessori, anziani, disabili, stupri di gruppo. Lebaby gang sono in ultima analisi il frutto dellanostra economia liberista-consumista. Si prepara-no tempi oscuri, in cui per difendersi occorreràimpugnare una pistola.

L.Z.

DOMENICA 09 MARZO 19www.rivieraweb.it

forte legame con essa perché mi rap-presenta, è terra delle mie radici eterra dalla quale mi nutro per cresceresotto ogni aspetto. Tento di pubbliciz-zare attraverso i miei scatti le bellezzenaturalistiche presenti sul territorio, ilquale andrebbe però tutelato in pri-mis e poi valorizzato per farlo cono-scere in tutte le sue sfumature, perchéne ha molto anche chiare e non soloscure per come sappiamo dalle crona-che. 5) Cosa provi quando scatti una foto,qual è l’iter per poter catturare un’im-magine perfetta a livello naturalistico?Quando fotografo, prima di posare iltreppiede e comporre uno scatto,tento di visualizzare nella mia mentequello che voglio ottenere e comuni-care. La vita del paesaggista è tutt’al-tro che semplice, bisogna attendere imomenti di luce migliore per poterportare a casa degli scatti validi, per-ciò l’alba e il tramonto sono i momen-ti migliori, quando la luce si fa raden-te e calda e i colori diventano davverounici. Ma non sempre scegliere ilmomento giusto, significa portare acasa risultati accettabili, anzi, spesso èil contrario. Il meteo e la luce sonoimprevedibili e bisogna ritornare sullalocation prescelta più e più volte,anche in diversi periodi dell’anno, perpoter valutare il momento migliore incui la luce incide in modo positivo sulposto scelto.

Il carnevale intutta la locride

Per le strade di Marina di Gioiosa Ionica si sta svolgen-do una singolare processione, o meglio un corte fune-bre per la morte del carnevale. A riportare in vita unadelle pi? antiche tradizioni paesane calabresi nel gior-no del marted? grasso sono oggi gli alunni delle quinteclassi dell'istituto comprensivo di Marina di GioiosaIonica. I bambini stanno interpretando infatti "Il fune-rale di carnilavari mortu", descritto anche da CorradoAlvaro nel brano Carnevale in Calabria tratto daGente in Aspromonte.

L'Associazione Culturale e Religioisa di Belloro e laPiccola Compagnia del Teatro Popolare di Benestarehanno rappresentato due farse carnascialesche

U funerali i Carnalivari, a riportare in vita una delle piùantiche tradizioni paesane calabresi sono oggi i cittadi-ni del rione marinari di Marina di Gioiosa Ionica

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DOMENICA 09 MARZO 21www.rivieraweb.itRUBRICHE

SETTIMANALE

PilloleNaturopatiche

non seguo il mio intuito e ho sempre bisogno di con-ferme e rassicurazione da parte delgli altri ; amoinformarmi sulle opinioni delle persone che stimo.Cerato7 Tentenno , spesso indeciso fra due possibilità chemi interessano nella stessa misura.Scleranthus8 Sono diventato scettico e pessimista in seguitoalle delusioni subite; spesso mi scoraggio di fronte aicontrattempi e ai disguidi , provando una grandeamarezza.Gentian9 Ho lottato a lungo per risolvere i miei problemi,ho tentato di tutto , ma senza successo ; ora mi sentorassegnato , non spero più in nulla, ma dentro di meprovo un sentimento di rabbia per il fatto che sonostato costretto ad arremdermi.Gorse10 Sento di non poter affrontare la vita quotidiana,perché mi manca l’energia necessaria; vivo nel gri-giore, nella monotonia, non sono gratificato emoti-vamente dalle mia attività giornaliere.Hornbeam11 Mi sento insoddisfatto perché non ho degliobiettivo chiari nella vita, ci sono molte cose che miinteresano , ma nessuna in particolare, quindi necomincio sempre di nuove senza terminare le vec-chie.Wild Oat- L’ APATIA:12 Sono continuamente assorto nei miei pensieri ,sogno ad occhi aperti , sono distratto e sbadato.Clematis13 Sono sempre rivolto con il pensiero al passato, provo nostalgia, mi rammarico per le occasioniperdute.Honeysuckle14 Sono rassegnato al destino e non mi aspettoniente dalla vita, mi sento privo di motivazioni,accetto passivamente lo scorrere delle giornate.Wild Rose15 Sono del tutto esausto , mentalmente e fisica-mente, vorrei solo dormire per recuperare le mieenergie.Olive16 I pensieri mi si affollano nella mente e non rie-sco a liberarmene; ripenso spesso ai fatti della gior-nata , alle frasi dette , alle situazioni vissute e nonriesco a rilassarmi.White Chestnut17 Non presto attenzione alle correlazioni che sipresentano nella vita e imparo poco dalle esperien-ze passate; mi si ripresentano sempre gli stessi pro-blemi , ricado sempre nelle stesse situazioni .Chestnut Bud18 Sono assalito da una profonda tristezza senzacausa apparente , che va e viene, a periodi, e quan-do cado in questi mimenti di tristezza niente riescea consolarmi.Mustard

Dopo aver trattato tutti i fiori di Bach nelle prece-denti uscite domenicali di Riviera vi ho preparatoun piccolo test esemplificativo, se pensate che cisiano dei fiori che vi mettono in armonia, provate arispondere alle domande e raccogliete come in unbouquet i fiori corrispondenti poi recuperate onlinele rubriche delle settimane precedenti in www.asso-ciazione-tone.it e segnate con un SI tutte le doman-de in cui, anche parzialmente , vi trovate d’accor-do…leggete il vostro fiore-profilo e se avete doman-de scrivetemi pure una mail.

Questo test mette in evidenza una reazione emoti-va e psicologica rispetto alla situazione attuale condiversi aspetti come:

- LA PAURA: 1 Panico totale, sento il sangue ghiacciarsi nellevene, soffro di tachicardia.Rock Rose2 Ho paura di fatti e situazioni ben precise, peresempio cani, ascensori, persone , visita dentistica,ladri...Mimulus3 Sono soggetto ad una pressione enorme , nonposso lasciarmi andare e ho paura di perdere laragione.Cherry Plum4 Provo timori vaghi e indefinibili, avverto presa-gi.Aspen5 Mi angustio per le persone alle quali sono moltolegato, temo che possa capitare loro qualche disgra-zia .Red chestnut- L’INSICUREZZA:6 Non ho fiducia nelle mie capacita’ di giudizio ,

A cura di:Patrizia Pellegrini Naturopata BioterapiaNutrizionale®Presidente AssociazioneCulturale Tone www.associazione-tone.it [email protected]

Grande attesa per l’arrivo di CraigWarwick a Siderno (RC). Il celebre sensi-tivo che parla con gli angeli e che graziealle sue doti ha collaborato con persona-lità come Lady Diana e Kate Winslet,domenica prossima, 9 marzo, alle 18.30,sarà alla libreria Calliope Mondadori(centro commerciale La Gru) per parlaredella sua straordinaria esperienza e dialo-gare con il pubblico. Divenuto un voltonoto prima in Inghilterra e poi in Italia,dove dal 2009 prende parte ai più seguiti

programmi televisivi, Craig Warwick haraccontato la sua storia in “Tutti quantiabbiamo un angelo” (2011), scritto a quat-tro mani con l’amica Caterina Balivo, hapoi pubblicato “Parlami ancora” (2013) e,a novembre 2013, “Il filo azzurro”, l’ulti-mo best-seller in cui mostra come ciascu-no di noi può imparare a entrare in con-tatto con il proprio angelo (tutti editi daRizzoli).“Che aspetto hanno gli angeli? Di cosapossiamo parlare con loro? Ci sono vicini

solo nei momenti di difficoltà? Che sensa-zione si prova quando si manifestano?Come possiamo sentirli anche noi?”Queste le domande che più spesso vengo-no rivolte a Craig e a cui lui darà rispostanell’incontro alla Mondadori di Siderno,domenica. «Niente mi entusiasma di più del tour dipresentazione dei miei libri. Lo ritengodavvero un periodo magico in cui mi capi-ta di visitare posti bellissimi in Italia, e incui finalmente posso incontrare i miei let-tori di persona, stringere loro la mano eascoltare le loro storie che sono puronutrimento per la mia anima» diceWarwick. “Il filo azzurro” è un messaggio d’amore,è un libro che si può usare come unmanuale o leggere come un romanzo checommuove e ispira, anche grazie alletante storie emozionanti, tenere e curiosedi chi, grazie a lui, ha trovato negli angeliuna fonte inesauribile di gioia e serenità.

Craig Warwick:Il suo “Filo azzurro” con gli angeli

Ci sono cosmetici che sono a direttocontatto della bocca: rossetti e matiteper le labbra, ma anche dentifrici ecollutori. Se questi prodotti conten-gono glutine, possono rappresenta-re un pericolo vero, molto serio, percoloro che al glutine sono allergici: iceliaci. L´allarme arriva dall ultimocongresso annuale dell´AmericanCollege of Gastroenterology diWashington, negli Stati Uniti.QUALI PRODOTTII cosmetici potrebbero costituire unrischio potenziale per i celiaci. Inparticolare rossetti, balsami e matiteper labbra, dentifrici e collutoricontenenti tracce di glutine che,incidentalmente, vengono inge-riti. Gli specialisti statunitensiora sollevano dubbi anchesull uso di altre tipologie di pro-dotti di bellezza, riportando ilcaso di una donna di 28 anni,affetta da celiachia, che conti-nuava ad avere identici sintomi

gastrointestinali e la pelle ricoperta di macchie ros-sastre anche se non mangiava alimenti contenentiglutine. "I fastidi le sono passati del tutto solo quan-

do ha interrotto l uso diuna crema emolliente peril corpo, reclamizzatacome naturale" spiegaMarie Borum, gastroen-terologa della GeorgeWashington University."Su dieci prodotti solodue fornivano informa-zioni dettagliate" affer-ma Marie Borum cheha diretto lo studio."Mentre le indicazionisugli alimenti sonocomplete, non si puodire lo stesso per icosmetici, anche quan-do si tratta di prodottiche vanno in contattocon le mucose, le lab-bra ed il viso.

Questionario di Floriterapia

Si squarciano le nubi e un raggio di sole si posa sullo Stretto. L’augurio per una nuova stagio-ne Calabrese. Una speranza luminosa che proviene direttamente dal cielo. O lo sguardo diun Dio misericordioso che si posa sulla nostra terra angariata e bisognosa di miracoli. O sol-tanto una luce tra la burrasca, che indica il cammino giusto, verso la consapevolezza, l’equili-brio e la misura. Metafore della Natura, in Calabria.

CCARARTOLINE TOLINE MERIDIONALI MERIDIONALI di Antonio Calabrò

Un buco nel cielodello Stretto

Zitara vedeva nei Borboni l'inizio, non la conclusione di un riscatto storico e politico, e non certo le pagliacciate delle sfilate abeneficio delle macchine fotografiche. No, Zitara parlava di un senso dell'appartenenza rigoroso, che andava ben oltre le fig-urine in costume d'epoca esposte su face book strillate in modo volgare dall'associazione “Due Sicilie” di Gioiosa. Zitara, unodei due grandi direttori del settimanale la Riviera meritava ben altra risonanza. Non l'ha mai avuta, tanto che la famiglia haesautorato il “Due Sicilia” dal recare il nome di Nicola Zitara: il pensiero del grande intellettuale sidernese di origine amalfi-tane non era garantito dalle manifestazioni e dalle proposte culturali . La visione separatista di Zitara, dopo la sua scomparsa,non è stata più presentata come il punto di forza dell'associazione, anzi, come uno svantaggio, soprattutto dalla dichiarata indoleneo-borbonica dei vertici dell'associazione.

Il nome di Zitara non onora più l'Associazione “Due Sicilie”di Gioiosa

CELIACHIARischio glutine anchenei cosmetici

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POLAROIDPOLAROID

L’OROSCOPONEL’OROSCOPONEdiGiuditta

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ARIETEUrano vi segnala un'iniziativa coraggiosa nella vita direlazione, con gli amici, con i coinquilini. Non senti-te una vocina provenire dal basso? “Ur-ano, Ur -ano”. Forza, forza, si tratta solo del primo impatto.Sarà un po' più dura con i coinquilini, specie quellimolto rabbiosi. Specie se hanno un pitbull.

TOROVenere in quadratura vi suggerisce di cogliere ilmomento per risolvere un vecchio problema, cosìandate per i campi in fiore a cogliere fiori, e vi portateanche un blocco di carta millimetrata cercando di risol-vere il mistero delle serie di Fourier. Tornate a casasenza aver trovato nessuna soluzione, un mazzetto difiori di campo e una sontuosa allergia al polline

GEMELLIla Luna in opposizione parla chiaramente di un pro-blema sullo sfondo. Sì, sullo sfondo del quadro chestate dipingendo. Avete cercato di mettere le luci e icolori giusti, e per l'occasione avete anche indossatoil basco da pittore. Purtroppo lo sfondo è ancora cosìcosì. Non si capisce cos'è quella cosa scura…una per-sona, un monaco, il diavolo, o un esattore diEquitalia?

CANCROnon vi manca certo il sostegno di Giove: viaccompagna ovunque, al supermercato, allaposta, al bar. In tutte le occasioni vi sostienecome se steste per cadere, anche se voi civedete benissimo. Al bar poi, vuole un paiodi bicchierini, e quando tornate stanchi acasa, vuole pure accoppiarsi con voi, convostra moglie o marito, coi vostri figlie e glianimali domestici. Giove, si sa, è un superdo-

LEONEPlutone opposto in opposizione a saturnoimplica che è possibile superare un ostacolo.Che si alluda al recente doppio infanticidiocompiuto sui figli dei vostri vicini, con relati-vo occultamento di cadaveri? Ma, unmomento! Plutone non era stato declassato a“planetoide esterno”? e che ci fa ancora nellozodiaco? Allora vuol dire che vi scopriranno.

BILANCIA: Plutone e Venere vi raccomandano diavere maggiore attenzione per i bisognidelle persone che vi stanno vicine. Perciòla prossima volta che qualcuno dei vostriamici o familiari va in bagno, accompagna-telo, no? Conoscete il detto: “Ti vogliobene come una cacvata”? No, meglio pervoi.

ACQUARIONon esitate a confessare ciò che avete sullacoscienza: per farlo occorreranno più dicento parroci e oltre trecento ore di confes-sione. Al termine dovranno alzarvi dall'ingi-nocchiatoio con una carrucola e portarvi intrazione, i preti saranno tutti colti da deli-rium tremens, e voi dovrete recitare 100milioni di “Ave Maria” e quattromila“Credo”, oltre che 560 rosari.

1- Martino con il suo più grande amico, nonchè exbomber del Siderno, Peppe Ieraci2- l’avvocato Lanfranco con due Avvocati d'altritempi, veramente con la A maiuscola: l'amicoMaurizio de Tilla, Presidente Nazionale ANAI(Associazione Nazionale Avvocati Italiani) e l'Avv.Renzo Menoni, Presidente Nazionale UnioneCamere Civili. 3- Direttamente da San Giovanni di Gerace, dueGiovanni Pittari4 -Pietro Sgarlato abbraccia l’avvocato Giuseppe Romeo5- Oreste Kessel Pace ricorda il il professore Raso

BLOB

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RIVIERA

CLASSICO

VERGINEVenere vi rassicura che sul fronte sentimenta-le ci potrebbero essere novità stimolanti mapericolose. Non temete, niente di quantoaccadrà a quelli dell'Ariete. Occorre fare unosforzo di fantasia e immaginarvi privi deivostri quaranta chili di troppo. Temete di per-dere di vista la realtà? Mettete le lenti a con-tatto.

SCORPIONEConcentratevi su ciò che al momento vipreme. Siccome siete rimasti schiacciati daun pianoforte durante un trasloco, concen-tratevi sul pianoforte. Controllare l'impial-lacciatura, le corde dei tasti, la qualità dellagomma dei martelletti. Quando vi tirerannofuori potrete stendere una relazione com-pleta sul pianoforte cadutovi addosso, men-tre l'osteopata farà quella sulle vostra ossarotte. SAGITTARIO

Grazie alla presenza di Urano e Marte nelvostro segno, troverete il bandolo dellamatassa di un problema su cui state rimugi-nando da tempo. Una volta trovato il bando-lo, fate la matassa, e dalla matassa fate ilgomito, così potete iniziare nella nobile artedello “knitting”, creandovi complementi eaccessori su misura.

CAPRICORNOse avete sensazione di avere torto, è moltoprobabile che l'abbiate

PESCIproprio non ve l'aspettavate! Il successo visorprenderà mentre pensavate ad altro.Stavate appunto chiedendo tre etti di granagrattugiato, quando il successo vi metteràle mani sugli occhi e vi chiederà: indovinachi è? Ovviamente sbaglierete, e il succes-so, un po' incazzato, se ne andrà subito.

Io Bidya Nand ( il nome di mia madre Man BharanDevi) S/O DehrinBhagat ( vecchio passaporto n.G019370, nuovo passaporto J4751415), R/O Mo.Preet Nagar, Near Jhanda Mal School,Kapurthala, Punjab, India. Ho cambiato il mionome da Bidya Nand in Vidya Nand.

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Raimonda, l’ultima a destracon i capelli rossi, ricordavagamente Austin Power. È lui il vero 007 di Roccella! Con la cugina Tina ...

CCARNEVARNEVALEALE AA RROCCELLAOCCELLA

C’era una volta a Siderno, ai tempidella Domus Musicae, una leggendache raccontava dell’acquisto di“puntine stereofoniche” da parte diSimone.Che tempi !!

LL’’AMICOAMICO SIMONESIMONE

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Un momento di “alta meditazione”per l’amico Tony Bellamina chemedita (in compagnia) sullapanchina di via del “fissolofo”. “Avolte è solo uscendo di scena che sicapisce il ruolo che si è svolto"

Wow che belle ragazze... Le “studio cinquantaquattro angels girl”riescono sempre a conquistare i loro ammiratori grazie alla loro innatasimpatia e bravura. Tra un gadget e l’altro, tra una canzoncina on-air e lostargate con gli speaker, le ragazze trovano sempre il tempo per farsiimmortalare dall’occhio indiscreto del nostro fotografo...

IILL CCASTOROASTORO SULLASULLA PPANCHINAANCHINA

DELLADELLA VIAVIA DELDEL ““FISFISSOLOFOSOLOFO””

Un augurio a Pasquale Trichiloper i suoi 94 anni dalle figlieRosaMaria, Marisa e Laura

TTANTIANTI AAUGURIUGURI

1- l’amico Ivan Leotta continua semprea fare da spola tra la sua Bivongi eMarina di Gioiosa. Tra una seduta diconsiglio comunale e una partita dicalcetto, Ivan è riuscito a farsi ritrarrecon un suo amico 2- la sempre “simpaticissima” ed“effervescente” Emiliana si prepara alCarnevale sidernese sfoggiando ilcelebre costume di Sbirulino. Meglio leio la Sandra Mondaini ? Meglio lei,sicuramente !3- Gianni Salute sulla neve di CanoloNuova. Ovviamente, trattandosi di“salute”, ed in periodi d’influenza, èsempre meglio “coprirsi bene”.

DOMENICA 09 MARZO 23www.rivieraweb.it

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SETTIMANALE

LLEE BELLEZZEBELLEZZE DIDI SSTUDIOTUDIO 5454

I 7 ANNI DI NICOLAI 7 ANNI DI NICOLA

Un augurio speciale per una personaunica. Auguroni per il tuo compleanno,speriamo che possa avverarsi tutto ciòche il tuo cuore desidera

la tua Famiglia

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