Fosco Maraini
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Gnòsi delle fànfoleFosco Maraini
Il lonfoIl lonfo non vaterca né gluiscee molto raramente barigatta,ma quando soffia il bego a bisce biscesdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.È frusco il lonfo! È pieno di lupignaarrafferia malversa e sofolenta!Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupignase lugri ti botalla e ti criventa.Eppure il vecchio lonfo ammargellutoche bete e zugghia e fonca nei trombazzifa lègica busìa, fa gisbuto;e quasi quasi, in segno di sberdazzigli affarfaresti un gniffo. Ma lui zutot’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
BalloVortègida e festuglia o dulcibanae sdrìllera che sdràllero! Sul fiziola musica ci zùnfrega e ci sdranacon tròdige buriagico e rubizio.Lo sai che gli occhi gneschi e turchidiosison come abissi vèlvoli e maligi?Lo sai che nei bluàgnoli miriositracàcero con lèfane deligi?Ah sdrìllera che sdràllero, mumurraparole lampigiane ed umbralìe,t’ascolto lucifuso nell’azzurravoragine d’un’alba di bugie.
Via VenetoIl Trònfero s’ammalvola in verbizieincanticando sbèrboli giocaci,sbramìna con solènnidi e vulpizietra i tavoli e gli ortèdoni fugaci.Più raro più sinferbo più merconioil Plòcrate dagli occhi a dragonettiscocolla barcoluto e invereconioall’ora dei morfegi e dei gorbetti.Intorno convoltigiano le Sguinceallìcchere di giorcadi pornalinel sole si smarmellano budrinceal neon s’affastigiano vetrali.
Dialogo celeste- E tu quando vivesti? – Io vissi all’eradegli Andali ludiati e perfidiosi:gli artèdoni liriavano in finierametàrcopi e sindrèfani rodiosi...- Io invece vissi ai tempi laccheronidegli ùzzeri bagiosi e guazzacagni;s’andava lornogorno a brencolonitra làlleri, gaglioppe e trucidagni;d’inverno si zurcavano le precchiecazzando lorigucci e naderlini,a maggio si correvan le frullecchiesfoncando con urlacci i mogherini.
Il giorno ad urlapicchioCi son dei giorni smègi e lombidiosicol cielo dago e un fònzero gongrutoci son meriggi gnàlidi e budriosiche plògidan sul mondo infragelluto,ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchiun giorno tutto gnacchi e timparlini,le nuvole buzzillano, i bernecchiludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;è un giorno per le vànvere, un festicchioun giorno carmidioso e prodigiero,è il giorno a cantilegi, ad urlapicchioin cui m’hai detto “t’amo per davvero”.
Circuito dell’animaViaggiammo per millenni tra gli splagigiù giù nei criptoporni stranidiosi,lontano fosforivano gli Arcagio i Mongi teloprènici e quidiosi.Aiuto, orrore! I gàstríci, gli smébri,s’aggrécciano sugli énfani druniti,o calano bustrènici gli affèbricoi fòrnici viturpi ed allupiti...Fuggiamo, via! ammòrfido l’encatrosbaveggia una sughèfida melissi,ovunque drogo accàncrena lo sfatro.Eppure – ahi meraviglia – tra gli spissigramosi e blastifèmi, sul bovatrosvettiscono zirgendo gli acrolissi.
Fiore secco in libro vecchioRicordi quando usavano le boppiecalate sui pitànferi supigni,e légoli girucchi a panfe doppieornavano gli splagi e i pitirigni?Oh zie, oh dolci zie in bardochetavoltatevi col glostro ricamato,scendete per le scale a beta betadai màberi del tempo agglutinato!Chissà laggiù se ancora la sbidieragramugna lentamente a cantalaghinell’ufe coccia coccia della sera?Or più non usa uscire sugli sbaghiguardando avanti a sé con aria altera,tra i lùgheri, gli arcostoli, gli snaghi.
Le pietre rareAhi quanto è bello il Dròspide gidiosocoi drighi e gli sgamucci agariscenti!Ed amo lo Sbifernio e il crapidiosoAgglàrice coi fìnfoli raggenti.Hai visto forse un Drufo abbestonato?O i Mògidi far luce in festalìa?Hai visto uno Squiridio, un bifercatoCotèrbalo che incanta e tantalìa?Per te io voglio un Gèfide bugizioagghindorato in Plònice bardiero,sarà cogli occhi tuoi un lucipizio;m’alluscherai dal fondo del mistero.
Solstizio d’estateGiracchia vorticando un caligelloe sfrìggican le fonfe in gnegnolonistragizza firignàtico un morfellotra i gugli, i melisappi, i tarpagnoni.Spiffate o bellindane i tornichetti,spiffate ninfaroli le fernacchie!Chi spiffa si rispàffera in budrettichi ciucca si rincòcchera in gerlacchie.Gettiamo i bustifagni alla malventa?E i lònferi nel fuoco piripigno?Straquasci l’orgicaglie a luna sbrentae trònagi lupastro il frizzivigno!
E gnacche alla formicaIo t’amo o pia cicala e un trillargentoci spàffera nel cuor la tua canzona.Canta cicala frìnfera nel vento:E gnacche alla formica ammucchiarona!Che vuole la formica con quell’umbeda mòghera burbiosa? È vero, arzìaper tutto il giorno, e tràmiga e cucumbecol capo chino in mogna micrargìa.Verrà l’inverno, sì, verrà il mordeseverranno tante gosce aggramerine,ma intanto il sole schicchera giglesee sgnèllida tra cròndale velvine.Canta cicala, càntera in manfrore,il mezzogiorno zàmpiga e leona.Canta cicala in zìlleri d’amore:E gnacche alla formica ammucchiarona.
Gli Arconti dell’Urazio“Giochiamo - fanno i putti - a Brancighello?”Tu gnompi un brecco, sfanfi un lugherino,io smègo un tafferuccio, un finfardello,chi vince si tascheggia il marmellino.“Giochiamo a Fantisberga, a Cassacoppe?”,griderchiano gli omacci in vinargìa:su bòghera le trappe, punto e gnoppe,se vinco mi straquascio in brogiulìa.“Giochiamo all’Uomo!” mormano mistigigli Arconti marmidiosi dell’Urazio:chi vince lo balòccoli in festigi,chi perde lo fracàsseri in bistrazio.
Il vecchio TronciaOh chi mi dà un cremàgido luppierocoi morpi ed i mitralli? A sbrentifronciaio voglio bere! E versami quel nerogagliardo perlinetto; il vecchio Troncia...Dov’è quel vecchio ciùghero ch’ai cantisventrava le dindèllere d’indracca,e in nènfoli con trùgani gignantidanzava le fogliucche alla morlacca?Ah Troncia più non bevi adesso, e frogniridellano i pagliai dondifruscianti,spumeggiano i ludrèfani fofognie bàbica la luna a stillidianti.Ohi mesci un’altra gronga, Strabologni,cantiamo a cincifrencia lilleranti.
Che fanno?Cancella il mondo, o Sdrènfano! Ti dicocancella quest’ingubbio ammorboluto;è inutile timpare a cianciaficogli sbrègi d’un blafònfero fognuto.Che fanno i morzacacchi, i gloriconi?Strabiosciano in moffucci, in godicaglie.Che fanno i migarelli? A strabuconigratterchiano le zocchie e le morgaglie.Ahi Sdrènfano vantardo e carpinierostrabasta con gli sbrilli e con le ciance.È tempo, è metatempo, stratempiero:cancella il mondo, Sdrènfano, stracance!
ChiesaPoriammo fernilegi e basilionicol cuore in fiamme e gli occhi al cielo ircale.Invano carpigemmo! I mormogoniludiavano perfuschi in sinfodiale.Sperammo forse troppo? Un lucifragiogognammo lègi in mistiche raggere;sursimmo all’epidràtico naufragioperduti tra le plòradi sidiere...Fu tutto un fribbio, un bùghero, un lappimedi fànfole e nonnecchie aggretucciate?Ahi un trèmide, un balùgero, uno sbrimevagemmo con le mani attramigate!Invece nulla: il cratto, i balsamierimorgavano l’ipèrcade marmale.Il mugno è zonfo: il fetro, i catombieriagnàttano sul drome imporfidale.
PratoM’han detto: Dio è vecchio, ingramignuto,la barba gli sbiréngola sul groge,smogonfia brancolardo a lichenutorumando cianciafraglie a cacaloge.È vecchio Dio, è un lonco panfidumedi sbòfferi e muscecchi in barigaggio,è flògido, croniere, un marmellumedi gùbani che gèmidan morcaggio.Chi vuoi che prigni più quel monumonegavato, modruscente e laschidioso?Fu tutto, a ripensarci, una drusioneun fàghero fantàghero mebbioso...Così m’han detto in gnàstica logia.Poi, fresc’aprile, vidi prati in fiore,gli aderni – vidi – i cragni, la zulìaarrùschera nel frògido niscore.
BottiglieNon siamo tutti simili a bottiglieripiene di ricordi e cronicaglie?Bistròccoli, fruschelli, filaccettiricolmano le pance trasparine,fanfàggini, birìllidi, nullettis’asserpano in ghirlande cilestrine...Se scuoti la bottiglia sgrengolutarisorgono megoni e gastrifèmi,rispuntano tra mèmmola grognutanascosti vercigogni e schifilemi.Talvolta vedi invece lumigentimiriàgoli, trigèridi, fernuschi,e piangi su gavati struggimentifiniti coi patassi fra i rifiuschi.Non tornano a rivivere le facced’amici e d’amorilli luscherosi?Risplòdono le voci, le morcacced’incontri cuspidiali e trucidiosi!Poi un giorno la bottiglia si tracassa,il vetro si sbiréngola nel solein croccherucci verdi, in patafrassa,tra l’erbe cucche e cionche di pagliòle.Ahi dove sono allora i gaviretti,i nobili tracordi, i rimembrili.i càccheri, gli smèrmidi, i frulletti,i mòrfani, gli sghèfani gentili?Sdrafànico mistero di bottigliabottiglia di sdrafànico mistero.