Forza magica maggio

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FORZA MAGICA Anno 5° - n.° 42 - Mensile d’informazione gratuito LUIS ENRIQUE “ROMA, SONO PRONTO” SABATINI, l’uomo di ferro Baldini, andata e ritorno Il poster di Mirko Vucinic WORK IN PROGRESS WORK IN PROGRESS

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Tutto quello che c'è da sapere sulla squadra giallorossa

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FORZA MAGICA Anno 5° - n.° 42 - Mensile d’informazione gratuito

LuisEnriquE“Roma, sono pRonto”

Sabatini,l’uomodi ferro

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FORZA MAGICAAnno 5° - n.° 42

Mensile d’informazione gratuito

EDITOREEsse Editore

DIRETTORE RESPONSABILEFederica Afflitto

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REDAZIONEvia Rodengo, 31 00124 Roma

Tel. 06.89.52.76.97

Reg. Tribunale di Romain data 08-10-2007 n°465/07

GRAFICA | EDITING | LAYOUTAlessandra Cutugno

COLLABORATORIDaniele Cecchetti | Serena De Iaco Andrea Di Carlo | Gianluca Guarnieri

Max Leggeri | Fulvio StinchelliFederico Vespa

FOTOGRAFOClaudio Crescenzi

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FORZA MAGICATutti i diritti di riproduzione riservati,

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a questo mensile è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.

La responsabilità dei contenuti dei testi è esclusivamente degli autori.

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Si ringraziano gli inserzionisti pubblicitari per il loro contributo

che consente la pubblicazione e la diffusione di questo periodico.

Questo numero di Forza Magica è stato licenziato per la stampa il

30 Maggio 2011

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30 Maggio 2011

L’incertezza di queste

giornate gial-lorosse sca-tena dubbi tra la tifoseria, a Trigoria del-

la nuova dirigenza non ha ancora messo piede nessuno, anzi, c’è chi è pronto a manifestare addirittura insofferenza nei confronti dei nuovi arrivati. Nel frattempo in città mon-ta il malumore, Thomas Di Bene-detto lo si vorrebbe già a Trigoria a comandare ogni dettagli ed a sbri-gare qualsiasi genere di formalità, qualunque compito sarebbe gradito pur di vederlo fisicamente presente nel quartier generale giallorosso e, soprattutto, di scioprirlo operativo come in quei due giorni di perma-nenza romana in cui non ha mai dato un attimo di respiro ai suoi in-terlocutori. L’ambiente è caldo e la piazza mormora….a Trigoria i nuovi proprietari avranno davvero un bel da fare, perché la squadra è com-pletamente da rifondare, l’assetto societario ha falle da tutte le parti, le esigenze per l’inizio della nuova stagione sono innumerevoli ed an-cora non si capisce bene chi farà

questo o quello. I ruoli chiave a livel-lo dirigenziale sembrano chiari, an-che se per esempio ancora non c’è il nome del nuovo team manager o del nuovo addetto stampa, qualche voce circola, ma solo tra gli addetti ai lavori, sono i tifosi a pretendere più di ogni altro delle risposte. La nuova proprietà avrà come primo impegno quello di riportare chia-rezza, ordine e disciplina, la squa-dra ritroverà un assetto dirigenziale imponente, come non accadeva dai tempi dello scudetto firmato Fran-co Sensi. Walter Sabatini è una ga-ranzia sul mercato internazionale, il suo primo colpo, che è anche un biglietto da visita, si chiama Erik La-mela, da tutti considerato un astro nascente del calcio mondiale, senza fare accostamenti, perché nuoce-rebbe a lui e alla piazza, possiamo solo affermare che sulle sue quali-tà mettono la mano sul fuoco molti operatori di chiara e provata fama internazionale.Entro la prima de-cade di giugno dovrebbe esserci la conferenza stampa di presentazione della nuova dirigenza e dal 1° luglio la nuova Roma sarà definitivamente una realtà, ma quest’ultimo mese sarà infinitamente lungo, per tutti.

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INDICEforza magica

EdItORIALE 3

dIMMI quAndO tu vERRAI 6DI ANDREA DI CARLo

L’uOMO dI FERRO: WALtER SAbAtInI 8DI ANDREA DI CARLo

bALdInI, AndAtA E RItORnO 12D DANIELE CECChETTI

IL pOStER dI MIRkO vuCInIC 16

pREMIO MICOROFOnO d’ORO 18DI ANDREA DI CARLo

AddIO A dARIO bRuGnOLI 20DI GIANLuCA GuARNIREI

GOSSIppAndO 22DI SERENA DE IACo

CALCIOMERCAtO GIALLOROSSO: IL quAdRO COMpLEtO 25DI GIuSEppE CuSCuSA

LuIS EnRIquE: “ROMA, SOnO pROntO” 30

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Così cantava Tony Renis e mai canzone fu più attuale e azzec-cata a far da sottofondo alla si-

tuazione societaria giallorossa. Si per-chè il popolo giallorosso è impaziente di conoscere da vicino il quartetto targato USA che ha acquistato la sua più gran-de passione ed ha promesso di farla

diventare una regina nel suo ambito. Vuole che la precedente gestione venga scritta nell’almanacco della storia e che si volti velocemente pagina, che si cam-bi tutto anche tecnicamente all’interno della squadra. Attese,progetti,sensazioni,sogni. La piazza romanista è già in fibrillazione e la distanza tra Roma

e Boston sembra interplanetaria. Ma tutto sta per finire, o meglio per inizia-re. Martedì 24 Maggio dovrebbe essere presentato Walter Sabatini mentre il presidentissimo DiBenedetto dovrebbe concedere una conferenza stampa di presentazione intorno al 10 Giugno, e chissà se quel giorno potrà già esser-ci Franco Baldini con un’Inghilterra già qualficata ad Euro 2012.In attesa di sviluppi e date certe, con l’arrivo di James Pallotta a Roma per l’ultima gara di campionato contro la Sampdoria, andiamo a ripercorrere in-sieme le date di questo lungo viaggio dal cuore della metropoli americana alla città eterna.Tutto sembra partire da Vucinic. In che senso? È la sera del 25 Settembre 2010 e all’Olimpico va di scena la classica de-gli ultimi anni, Roma – Inter. Partita non spettacolare, decisa all’ultimo respiro dal gol di testa del montenegrino. Quel-la sera oltre ad un’Olimpico impazzito nel finale, c’era anche Thomas DiBe-nedetto, chiaramente in incognito, che

DIMMIquando

TU VERRAI...

DI Andrea Di Carlo.

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di persona si rese conto che cosa signi-ficasse questa squadra per i suoi tifosi e quanto con le giuste mosse potrebbe diventare tra le più grandi d’Europa.

Oltre al gol di Vucinic e la passione del popolo giallorosso, poco altro convince l’imprenditore italo-americano, in pri-mis lo stadio, non trop-po adatto, e la gestione del merchandising, con bancarelle con prodotti non ufficiali. Da lì pren-de sempre più corpo l’idea di seguire l’affare e di provare a prendersi l’impero calcistico gial-lorosso.La semplice intenzio-ne si tramuta in volon-tà ed il rapporto tra il gruppo imprenditoriale americano e Unicredit s’infittisce, culminando il 25 Gennaio 2011 in un incontro a New York con il vicedirettore generale e chief operating offi-cer di Unicredit, Paolo

Fiorentino e il responsabile corporate e investment banking Italia, Piergiorgio Peluso, accompagnati dall’avvocato Ro-berto Cappelli dello Studio Legale Gri-

maldi e Associati. La banca che si muo-ve verso il possibile compratore segna la svolta: per molti è la mossa della di-sperazione, per altri la conferma che il gruppo americano è solido e soprattut-to molto interessato. Il 28 Marzo con la trattativa in fase avviata, Thomas DiBe-nedetto ricambia il favore, se così pos-siamo dire, e sbarca a Roma dove tra visite all’Antitrust,Consob e Studio Gri-maldi definisce il grosso dell’operazio-ne. Si arriva così al 15 Aprile 2011 quan-do all’interno dello studio Bingham di Boston, la Roma diventa a stelle e stri-sce e Thomas DiBenedetto il ventunesi-mo presidente della storia giallorossa. Finisce una telenovela lunga sette anni dal primo interessamento della Nafta Mosca di Kerimov, passando per Soros e finendo a Thomas DiBenedetto,James Pallotta, Michale Ruane e Richard D’Amore.A loro il compito di riportare Roma ai suoi antichi splendori, rimetterla al suo posto nella storia, quello di regina in-contrastata del mondo, in questo caso calcistico. Il percorso sarà lungo e tor-tuoso, non senza difficoltà, ma la stra-da è tracciata. D’altronde si sa, tutte le strade portano a Roma.

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“Sappiamo che questo è qualcosa di uni-co in Italia. Per questo motivo abbiamo scelto i migliori dirigenti disponibili, ini-ziando dal nuovo direttore sportivo, Wal-ter Sabatini, ex direttore di Lazio e Paler-mo e giocatore della Roma negli Anni 70”Questo l’annuncio ufficiale di Thomas Di-Benedetto che inaugura il suo progetto a stelle e strisce con la presentazione del miglior talent scout in circolazione, per molti addetti ai lavori,al quale ha affidato il ruolo di direttore sportivo. Per Saba-tini un enorme soddisfazione nel veder riconosciuto il suo preziosissimo lavoro degli ultimi anni, durante i quali ha por-tato alla luce campioni presi dal nulla ed esplosi nel nostro campionato. Si riparti-rà proprio da giovani di qualità e affamati di vittorie e non c’era nessuno meglio di lui che poteva far la differenza in questo campo. Il suo viaggio in Sudamerica deve essere inquadrato proprio in quest’ottica, supervisionare giocatori segnalati e ve-derli da vicino,sentendo le relazioni di fidi

collaboratori, valutando se sono pronti per l’esperienza romana. Giocatori ma sopratutto talenti come Erik Lamela, ma prima di parlare della stretta attualità, ripercorriamo le tappe della carriera di Walter Sabatini con un breve profilo.D’altronde i giovani sono da sempre nel destino di Walter Sabatini che proprio da

loro iniziò nel 1986 quando all’interno di una collaborazione con il Perugia, allestì una scuola Calcio intitolata ad Enzo Sca-lini (giocatore biancorosso morto qual-che stagione prima) per poi ritrovarsi ad essere responsabile del settore giovanile quattro anni dopo. Sarà un anno partico-lare perchè Sabatini oltre a mantenere

L’UoMo DI fERRo:Walter Sabatini

Di Andrea Di Carlo

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tale carica, sperimente-rà l’emozione e il fascino della panchina,ricoprendo il ruolo di allenatore in se-conda di Paolo Ammoniaci fino alla stagione 1991-1992. Conclusa l’esperien-za nel Grifo visti i burra-scosi rapporti con il patron Gaucci, arriva la chiamata da parte della Lazio di Ser-gio Cragnotti dove ricopre anche lì la medesima ca-rica insieme a Beppe Dos-sena e Roberto Ottaviani. L’esperienza in biancoce-leste dura come la prece-dente solo un biennio e si trasferisce a Trieste dove inizia ufficial-mente la sua carriera da Direttore Spor-tivo; quattro anni dopo arriva la chiamata dell’Arezzo dove Sabatini trova sulla sua strada mister Serse Cosmi: i due costru-iscono una squadra che nella prima sta-gione si salva e che nella seguente (1999-2000) sfiora la promozione in Serie B. Nel 2004 torna nuovamente alla Lazio dove riporta la squadra in Champions League ma nonostante i buoni risultati il 9 Maggio

del 2008 annuncia che la sua avventura in biancoceleste è al capolinea, che non prolungherà ulteriormente, limitandosi a rispettare il contratto che lo legava fino al 30 Giugno. La verità è che dietro a tutto ciò c’era il Palermo di Maurizio Zampa-rini (“il vero acquisto che ho fatto della campagna scorsa è stato Walter Sabatini, che è una persona formidabile e perbe-ne.” cit.) che lo ufficializza il 2 Luglio al posto di Rino Foschi, arrivato alla fine del

contratto con i rosaneri. In scadenza di contratto, il 20 Maggio 2010, Walter Sabatini rinnova di un anno il contratto con il Palermo con un’opzione per la sta-gione successiva ma non servirà a nulla perchè per motivi personali, il 1 No-vembre si dimette dal ruolo di ds del Palermo. Il resto è storia dei nostri giorni. Sin dall’ufficialità del 15 Aprile della cessione dell’A.S. Roma al gruppo capeggiato da Thomas Di-Benedetto, il suo nome è tra le certezze della Roma

che verrà ed il 18 Maggio 2011 in una in-tervista rilasciata al Boston Globe e al sito dell’MSL (la Federcalcio USA per intenderci) viene confermato e nominato Direttore Sportivo. Sarà solo una piccola ma importante fetta del nuovo quadro di-rigenziale giallorosso, in attesa di Franco Baldini atteso con certezza ad Ottobre (ma l’Inghilterra potrebbe qualificar-si già il 4 Giugno a Wembley battendo la Svizzera) nel ruolo di Direttore Genera-

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le. Avviati i contatti anche con Fenucci del Lecce per il ruolo di Amministratore Delegato, per Angelo Peruzzi nel ruolo di team manager e per il settore giovanile si è fatto a più riprese il nome di Fran-cesco Rocca. Sulla bravura del dirigente

non abbiamo dubbi, alla sua competenza in materia di giovani, avrà a disposizione un discreto portafoglio, su cui contare nel caso di dover strappare giovani im-portanti alla concorrenza. Siamo sicuri che continueranno ad arrivare grazie alla

sua bravura, talenti come Kolarov,Abel Hernandez,Valon Behrami ma stavol-ta li vedremo in maglia giallorossa. La rosa sarà rinforzata a dovere nei ruoli dove la Roma è carente, Sabatini vorrà ripagare la fiducia data e state certi che lo farà. Tantissimi già i nomi segnati sul suo taccuino: da Lamela,che sembra sia stato già opzionato con una cifra che oscilla tra i 12 e i 14 milioni di euro a fron-te della valutazione del River Plate di 30 milioni di euro per il 19enne che ha stre-gato il mondo e che il Barca considera in nuovo Messi, a Galeano,Stracqualursi e Otamendi. Giovani,forti e promettenti. L’identikit è questo e non se ne scosterà di molto, tranne per eccezioni, per gio-catori d’esperienza con cui far crescere le nuove leve. Per il resto, toccherà al nuovo mister che molto probabilmente sarà Luis Enrique,che ha già firmato un pre-contratto con la Roma,fortemente sponsorizzato da Joseph Guardiola, as-semblare tutti i nuovi “pezzi” per costru-ire nell’arco di un triennio una squadra capace di vincere. Sarà un processo lungo durante il quale la piazza romana dovrà avere pazienza ed esser tranquilla perchè i risultati ci saranno; il nuovo pro-getto prevede solo “i migliori”, uno è già arrivato. In bocca al lupo Walter.

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A ddio che a breve diventerà un bentornato, in un ambien-te che nonostante gli anni trascorsi lontano dalla città

eterna, ha sempre tenuto vivo un legame ben saldo e d’amore col dirigente tosca-no, che a Roma aveva lasciato un ricor-do nitido, indelebile: è stato il diesse del terzo scudetto, artefice principale dello stesso, con gli acquisti decisivi ai fini della vittoria finale di Emerson, Samuel e Bati-stuta. Non solo loro, ma tanti altri, i cal-ciatori portati a Roma da Franco Baldini.Nato a Reggello il 3 ottobre 1960, una carriera da onesto calciatore di Serie A, l’esordio nel massimo campionato con la maglia del Bologna: carriera che è poi proseguita nelle serie minori, con la Ca-sertana, il Pescara, il Bari, il Varese, la Colligiana (nel Campionato Interregionale 1991/1992).Nel 1999 l’approdo nel calcio che conta: Baldini è nel frattempo diven-tato uno stimato dirigente e venne scelto dall’allora presidente giallorosso Franco Sensi, che gli affidò il delicato compito di far tornare la Roma ad altissimi livelli. Un paio di stagioni interlocutorie, poi, grazie al notevole esborso economico del pre-sidente Franco Sensi, ecco che Baldini mise a segno quei colpi che si riveleran-no poi decisivi per la conquista del terzo tricolore. Alla corte di Fabio Capello ap-prodarono Walter Samuel (acquistato in

realtà nel ad inizio 2000, ma che rimase al Boca per disputare la Copa Libertadores), Emerson Ferreira da Rosa ma soprattut-to Gabriel Omar Batistuta, il Re Leone, acquisto che infiammò il popolo giallo-rosso accorso trionfale sotto il cocente sole estivo per accoglierlo in Curva Sud in occasione della sua presentazione. Non solo top player, anche calciatori dal valo-re tecnico non eccelso ma che risultaro-no determinanti nella trionfale cavalcata giallorossa: Antonioli, Guigou, Mangone, Rinaldi, Balbo, Nakata (gennaio 2000). Un trionfo che portò in calce le firme di Fran-co Sensi, Fabio Capello e Franco Baldini, riconosciuto ormai come uno dei migliori dirigenti europei. Col passare del tempo Baldini acquisì maggiori poteri operati-vi all’interno di Trigoria, fino a diventare il braccio destro di Franco Sensi, che ne fece il punto cardine sul quale costruire un progetto serio, vincente e duraturo negli anni. Purtroppo i risultati sportivi non diedero seguito agli sforzi economici allora profusi dalla proprietà e la Roma non riuscì a raccogliere i successi che pure avrebbe meritato. Figura molto ca-rismatica quella del dirigente toscano, soprattutto per quell’avversione ai poteri forti del calcio dimostrata costantemente negli anni, e che lo portò a schierarsi al fianco di Franco Sensi nelle battaglie che il presidente intraprese contro il Palazzo,

e che la Roma, squadra e società, pagò oltremodo. Baldini non ha mai abbando-nato la nave, sentendosi parte integran-te (se non addirittura punto cardine) del progetto Roma, un progetto ambizioso, che mirava a far concludere l’egemonia delle squadre del Nord, in grado, da anni, di fare il bello e il cattivo tempo. E fu pro-prio questa posizione presa da Baldini che andò ad incrinare irrimediabilmente i rapporti con la Roma, non con Franco Sensi bensì con Rosella Sensi. Nel giu-gno 2004, dopo la decisione clamorosa di Fabio Capello, che scelse di lasciare la Roma per andare ad allenare la Juven-tus, spiazzando tutta l’A.S. Roma, rimase al timone della società giallorossa in dif-ficoltà economiche con l’impossibilità di acquistare grandi campioni. E sempre in quei giorni, la Roma fu costretta a cedere, sacrificati sull’altare del bilancio, Walter Samuel al Real Madrid ed Emerson alla Juventus, cessione questa accompagna-ta da uno stucchevole e sgradevole tira e molla durato settimane, col brasiliano che non si presentò in ritiro con la Roma presentando un certificato medico atte-stante la depressione: un muro contro muro che la Roma non fu in grado di fron-teggiare come avrebbe dovuto, cedendo poi alla volontà del giocatore . E proprio in quei mesi, Rosella Sensi prese opera-tivamente il posto del padre Franco, che

Baldini,andatae ritorno

FIGLIoL pRoDIGo.CoSì poTREmmoSINTETIzzARE LA pARABoLAChE RIpoRTERà A RomAFRANCo BALDINI, 6 ANNI DopoL’ADDIo ALLA CApITALE.

di Daniele Cecchetti

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si defilò. Di lì, iniziarono i problemi. Una stagione disastrosa, col cambio di 4 alle-natori, il famoso episodio della monetina che colpì l’arbitro Frisk al rientro negli spogliatoi di Roma-Dinamo Kiev, esordio dei giallorossi in Champions, che costò la sconfitta a tavolino e l’obbligo di dispu-tare le restanti 2 gare a porte chiuse, la salvezza raggiunta alla penultima giorna-ta, e come se non bastasse, una stram-bata netta, decisa, rispetto a quella che era stata la politica di Franco Sensi. La frattura divenne insanabile, e portò ine-vitabilmente alla separazione fra le parti: le dimissioni di Baldini arrivano nel mar-zo del 2005, per divergenze politiche con l’amministratore delegato Rosella Sensi, che sposò un progetto di non belligeran-za con le grandi del Nord, assecondando la linea di Galliani e Moggi, proprio coloro che il padre Franco, aveva da sempre, con forza e tenacia (esponendosi talvolta an-che a giudizi mediatici non proprio lusin-ghieri), combattuto e avversato. Che fosse stato messo ai margini del progetto (qua-le?) lo si era capito col passare dei mesi, a lui l’onore e il merito di aver affrontato di petto la situazione, rassegnando le di-missioni: “L’A.S. Roma S.p.A. comunica di aver ricevuto in data odierna le dimissioni presentate dal Franco Baldini, dalla cari-ca di Consulente di mercato della Società. L’A.S. Roma desidera ringraziare Baldini del lavoro sin d’ora svolto per la società e del contributo dato. “ Con queste poche parole la società salutò e ringraziò Fran-co Baldini, consulente di mercato, ma che in realtà fu, grazie alla passione e alle ri-sorse economiche messe a disposizione da Franco Sensi, il vero artefice, il deus ex machina (proprio insieme all’allora pre-sidente) della Roma tricolore.

Nella primavera del 2006 scoppia Cal-ciopoli, che si protrae per tutta l’estate e che porta alla conoscenza di tutti gli ap-passionati di sport e non solo un mondo che qualcuno a bassa voce descriveva già da anni, lanciando grida di allarme che rimasero però inascoltate. Quel qualcu-no era proprio Franco Sensi, pensiero il suo, al quale si allineò quello di Baldini. E, ironia della sorte, fu proprio la Juven-tus, che di Calciopoli pagò conseguenze sportive pesantissime, ad offrirgli la pos-sibilità di tornare nel grande calcio, nel ruolo che da sempre aveva ricoperto, cioè quello di DS. La risposta però fu un secco no, coerente con la linea di pensiero por-tata avanti negli anni. L’occasione giusta giunse pochi mesi dopo, un’offerta irri-nunciabile per chiunque. Con l’elezione a presidente del Real Madrid di Ramon Cal-deron e l’arrivo sulla panchina delle me-

rengues di Fabio Capello, Baldini divenne segretario tecnico del Real, tornando così a lavorare con Capello, e togliendosi la soddisfazione di vincere da dirigente lo scudetto anche a Madrid. A lui il merito di aver scoperto e portato a vestire la “ca-miseta blanca” calciatori di livello come Gonzalo Higuain e Fernando Gago, due intuizioni geniali dell’ex diesse gialloros-so. Dopo Madrid, ecco l’ennesima avven-tura, sempre al seguito di Fabio Capello, che accettò le lusinghe della Football As-sociation, sedendosi sulla panchina dei leoni inglesi: anche in questo caso, Bal-dini seguì il tecnico friulano, diventando il General Manager della Nazionale Ingle-se. Incarico che tutt’ora ricopre, ma sol-tanto fino alla matematica qualificazione dell’Inghilterra per Euro 202, che pote-rebbe concretizzarsi già nel match del 4 giugno contro la Svizzera. Poi sarà di nuo-

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vo Roma e la Roma, un progetto serio, ambizioso e ci auguriamo vincente, un ritorno al passato, con l’entusiasmo del primo giorno di scuola. La piaz-za è entusiasta del suo ri-tono, al pari dell’arrivo di Walter Sabatini, ex dies-se di Lazio e Palermo, il meglio che la piazza ita-liana e non solo, potes-se offrire. Già impazza il calciomercato, i tifosi sono al settimo cielo per-chè dopo diversi anni si potrà tornare a far mercato, un mercato importante, con un tesoretto di 40 milio-ni di euro (al netto di eventuali cessioni), come accennato dal dott. Paolo Fiorenti-no e dallo stesso DiBenedetto. I nomi la-sciano andare a più di un volo pindarico: Pastore, Sanchez, Neymar, van der Wiel, Handanovic, Isla e via dicendo: la realtà però è leggermente diversa. La priorità della nuova Roma sarà quella di reperi-re sul mercato i fenomeni del futuro, da scovare magari in Sud America, dove Sa-batini vanta moltissimi canali provilegiati e una competenza e conoscenza ai mas-simi livelli. E proprio in questa direzione sembra essersi mosso il prossimo diesse giallorosso, che sembrerebbe aver op-zionato il nuovo talento, l’astro nascente del calcio argentino: Erik Lamela, gioiel-lino del River Plate, mancino cristallino, scatto e dribbling da primo della classe. Insomma, il mercato estivo deve ancora ufficialemnte iniziare e già la Roma si sta muovendo con i tempi e le modalità del-la grande società, cosa che nel recente passato non sempre era accaduta. Non solo calciatori, ma anche anzi soprattut-to, mercato allenatori. La Roma infatti deve ancora risolvere il nodo legato alla

panchina: a chi il compito di rifondare un squadra apparsa ormai logora, darle un gioco e ritrovare le motivazioni giuste? Baldini si sta occupano personalmente della questione ormai da diverse settima-ne. Non è un segreto che l’identikit ideale per il dirigente toscano risponderebbe al nome di Andrè Villas Boas, soprannomi-nato The Special Two poiché considerato da taluni l’erede di José Mourinho, The Special One.Il tecnico portoghese, che quest’anno ha portato a casa col suo Por-to ben 3 torfei stagionali (Campionato, Coppa di Portogallo ed Europa League e nel 2010, una Supercoppa di Portogallo. Emergente, pratica un calcio molto offen-sivo ma con un’identità tattica ben preci-sa e delineata, rappresenta l’oggetto dei desideri di molti club europei, ma l’im-pressione è che voglia disputare la pros-sima Champions League col suo Porto. Poi c’è il sogno Guardiola, destinato però a rimanere tale. Il tecnico spagnolo, che ha vinto tutto in questo triennio sulla pan-china del Barcellona, potrebbe decidere di abbandonare i blaugrana e tentare l’avventura all’estero, ma l’ipotesi Roma appare purtroppo impraticabile, anche se un incontro con Baldini c’è effettivamente

stato. Poi ci sono i candi-dati nostrani, Delio Rossi e Stefano Pioli, che però non riscuotono l’appeal e la giusta considerazio-ne della piazza romana. Negli ultimi giorni, sono venuti fuori altri 2 nomi, che ad oggi, sembrano i più papabili per il ballot-taggio finale: quello di Di-dier Descahmps e di Luis Enrique. Il primo, fran-cese, una carriera spesa in bianconero, colori coi quali ha vinto tutto, impo-

nendosi anche come allenatore alla guida del Marsiglia, dopo aver riportato in Serie A la Juventus post-calciopoli. Il secondo invece sarebbe alla prima vera avventu-ra in una piazza che conta. Dal 2008 ri-copre il ruolo di tecnico del Barcellona B (si sarebbe già incontrato con Baldini), con ottimi risultati. Certo, non si tratte-rebbe sicuramente della figura capace( almeno inizialmente) di infiammare gli animi giallorossi, ma rappresenterebbe il nome nuovo con cui intraprendere un progetto tecnico-sportivo capace di pun-tare alla vittoria attraverso il bel gioco, una filosofia, quella dell’ex numero 21 blaugrana che piace, e molto, a Baldini. «Considero il mio ciclo come allenatore della filiale finito. Sono state tre stagioni meravigliose, ma non possono ingannare nessuno, nè tantomeno me stesso, il mio tempo qui sta per finire. Ho avuto alle-natori molto buoni, ma Van Gaal è stato un diverso e metodologicamente mi ha insegnato molto. “ Parole che sanno di addio, ormai siamo alla resa dei conti, pochi giorni e sapremo. La garanzia di successo si chiama Franco Baldini: “sarà una grande Roma”, ha confidato. In bocca al lupo Franco.

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I poste

r di

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di Andrea di Carlo

Il Campidoglio che si trasforma nella culla della radiofonia romana. Pos-sibile? Assolutamente si. É quello

che è andato in scena Venerdì 13 Mag-gio 2011 nella Protomoteca del Cam-pidoglio con la presentazione della seconda edizione del Microfono d’Oro Città di Roma, promosso dall’associa-zione culturale F&F Entertainment e ideato da Fabrizio Santori,Presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale. C’erano così tante voci impor-tanti del panorama capitolino che se racchiuse in un solo palinsesto, non ci sarebbe stata più la sana concorren-za che tutti i giorni possiamo vivere accendendo le nostre radio. Speaker affermati da più realtà private,ognuno ad eccellere nel proprio campo. Per la

Roma Max Leggeri, per la Lazio Guido De Angelis,Stefano Pantano e Ange-lo Buzzanca, per l’informazione David Gramiccioli, per l’iniziativa sociale più significativa Federico Vespa, con la presenza del papà Bruno e di mamma Augusta. Madrina dell’evento e premia-

ta con il premio Microfono Rosa 2011, Federica Afflitto, che ha saputo gestire a meraviglia così tante personalità a livello di comunicazione cittadina. Un premio, come ha detto l’On. Santori, che vuole riconoscere i meriti della co-municazione romana e del mondo delle radio private, spesso etichettate come un mondo di fare informazione di serie b ma che in realtà meritano molto più rispetto e vanno assolutamente valo-rizzate per l’importante servizio sociale che svolgono. Non ci saranno copyright sull’idea a livello politico, quindi tale premio resta nel bagaglio culturale del-la città eterna e ribadirà di anno in anno l’importanza di tutte quelle voci che fanno appassionare, informano e intrat-tengono la città più bella del mondo.

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Un “Gentleman”, un uomo di altri tempi, un giornalista vero. Quando scompare una persona, ci vengono

sempre in mente aggettivi positivi, mai polemici, ve-nati da un senso di rimpianto e di ma-linconia. in questo caso, totalmente meritati e giustifi-cati. La persona che purtroppo dobbia-mo salutare si può definire un maestro nel nostro mestiere, con la sua voglia di informare, di svolge-re questa professio-ne con impeccabile correttezza e senso dell’equilibrio. Tutto questo è stato (e lo diciamo con dispiacere, parlandone al passato) Dario Brugnoli. Colui che fu l’addetto stampa della Roma Campione d’Italia del 2001, se ne è andato pochi giorni fa, stroncato da un male incura-bile a 68 anni. per ogni tifoso gialloros-

so, la memoria corre immediatamente a quegli anni, anni di una grande Roma, momento migliore della presidenza di Franco Sensi, prima al fianco di un tec-

nico ricco di carisma e di per-sonalità come Zdenek Zeman, e poi, con l’era di Fabio Capel-lo dove finalmente la squa-dra giallorossa tornò al suc-cesso tricolore dopo 18 anni dal secondo, indimenticabi-le scudetto del 1983. Dario Brugnoli attraversò in pieno quell’era, in sala stampa, con la sua professionalità, con il suo senso civico, con il suo garbo. Un uomo dalla disponibilità rare, sempre nel segno della professio-nalità e dell’equilibrio. Molti

lo hanno pianto: dai suoi amici calcia-tori (artefici di uno storico scudetto), in primis Francesco Totti dal suo sito web, a Damiano Tommasi ora leader del Sindacato Calciatori (nel ruolo che fu di Sergio Campana): “Era un com-pagno di viaggio”, le parole commosse dell’ex “anima candida giallorossa”.

Commozione, anche nel pensiero di Mario Brozzi, medico di quella squadra dei sogni: “Era il nostro punto di rife-rimento”. Dario Brugnoli lo è stato un riferimento, nella Roma e non solo. Lo è stato all’Adn Kronos (dopo aver fat-to esperienza sul glorioso “Momento Sera”) dove assunse il ruolo di Capo-redattore centrale, e lo è stato in Rai, colonna assoluta del Gr1. La radio che tanto ha amato, al punto di tornarvi dopo la sua separazione dalla Roma. La Roma che ha sempre amato, come un tifoso comune, e alla quale è sem-pre restato legato. Se si pensa a quel leggendario periodo, ai tanti campioni, è automatico l’accostamento dei vari Batistuta, Aldair, Samuel, Montella e Delvecchio, seduti a fianco di Dario. Ci mancherà come mancano i giornalisti come lui, e soprattutto mancano sem-pre persone come lui. Un Vero “Gentleman”. Ciao Dario.

Addio a Dario BrugnoliG. Guarnieri

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GossippandoDi�Serena�De�Iaco

“Con i bambini mi diverto un mondo, anche se riesco a gestirne da solo quattro alla volta e non di più. So come si cambiano i pannoli-ni, come si fa il bagnetto e come si prepara una pappa. Angelina (Jolie, ndr) poi è diventata un’abilissima or-ganizzatrice di valigie, praticamente un militare”. Lo dichiara Brad pitt a Donna moderna. Brad pitt, ora nelle sale come protagonista di The tree of life di Terrence malick (palma d’oro a Cannes come miglior film), sembra essersi smarcato dal ruolo patinato del sex symbol per diventare un intellet-tuale. ma a questo proposito pitt afferma: “ma no. Amo tutti i generi di film e magari mi vedrete in un prossimo mission impossible. Quando ho iniziato questo mestiere sapevo solo che mi piaceva. Adesso posso dire di essere cresciuto, ma-turato, faccio le mie scelte in maniera consapevole. Avere sei figli mi ha cambiato, e ha cambiato le mie priorità”.

L’autorevole New York Times ha stroncato sen-za mezzi termini le immagini che pubblicizzano la WTA attraverso la campagna “Strong is beautiful”. Le atlete sono state foto-grafate mentre giocano indossando abiti seducenti, truccate e pettinate come se dovessero passare la serata con il loro fidanzato o con l’amante. “E’ un effetto da porno soft core che nulla ha a che vedere con il tennis”, si legge sulle pagine del quotidiano statuni-tense, mentre alcuni hanno definito l’operazione “un insulto allo sport”. Tra le stelle della racchetta che hanno prestato il loro volto (e anche il resto), Viktoria Azarenka, Dominika Cibulkova, Ana Ivanovic e Rebecca marino.

melissa Satta avrebbe fatto un colpo davvero grosso: il suo nuovo flirt ha il nome di Leonardo Di Caprio, insieme hanno trascorso un lungo week-end a Capri dove avrebbero raggiunto altri vip internazionali. L’appuntamento alla costiera amalfitana del jet-set sarebbe stato organizzato in occasione del compleanno di Naomi Campbell. Tra la Satta e Leonardo Di Caprio sarebbe

stato amore a prima vista, lui da poco tornato single dopo essersi lasciato con Bar Rafaeli, ora non avrebbe occhi che per lei, l’ex velina di striscia la notizia sembra pro-prio intenzionata a seguire le orme di Elisabetta Canalis.

Da quando si è lasciato con melissa Satta, Bobo Vieri ha ripreso a fare gol con assidua frequenza. ma fuori dal campo.L’ex attaccan-te dopo essere stato paparazzato con Sara Tommasi e con l’ex pupa mary Carbone, ha regalato agli amanti del gossip un’altra perla: durante un party nel bel mezzo del mare al largo di Cannes è stato visto con Raffaella zardo a bordo di un panfilo. La nuova coppia è stata avvistata sul barcone di Arnaud mimram, attuale compagno di Claudia Galanti, e subito le voci del flirt sono rimbalzate dalla Costa Azzurra all’Italia. La bionda conduttrice di Sipario, pupilla di

Emilio Fede, ha un debole per i calciatori: in passato ha avuto momenti di passione con Stefano Bettarini.

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i potrebbero co-struire almeno cin-que rose con tutti i nomi dei giocatori accostati alla Roma negli ultimi 30 gior-ni. Il calciomercato ogni anno fa sogna-re i tifosi, ma i ro-manisti quest’anno si attendono una

vera e propria rivoluzione targata stel-le e strisce. La “DiBenedetto As Roma Llc” ha affidato il delicato incarico a Walter Sabatini, ed il nuovo direttore sportivo giallorosso ha il compito di disegnare la nuova Roma. Un compito che dovrà affrontare da solo, perlome-no formalmente, poiché Franco Baldini ha ancora un anno di contratto con la Federcalcio inglese ed ancora non è ri-uscito a liberarsi.Tom Di Benedetto è stato chiaro nel dire che arriveranno due top-player e che si punterà a ringiovanire la rosa. Si parla di un portiere, tre difensori, un centrocampista e due attaccanti ester-ni, ma sappiamo bene che potrebbe cambiare tutto, sia in base alla scelta

del nuovo allenatore, sia perché l’unico che può sentirsi sicuro di giocare nella Roma per la stagione 2011/2012 è il Ca-pitano: Francesco Totti.La scelta del nuovo portiere è una prio-rità. Probabilmente rimarrà a Trigoria Lobont, sia perché da gran professio-nista si è sempre allenato duramente ed accettato panchina e tribuna senza mai una parola fuori posto, sia perché il suo ingaggio è basso. Per il ruolo di portiere titolare si sono fatti 14 nomi che citiamo in ordine alfabetico. Ben dieci giocano nel campionato italiano: Amelia (Milan), l’argentino Andujar del Catania, il portierone della nazionale Gigi Buffon (Juventus), il portoghese Eduardo del Genoa, famoso per le nu-merose papere dell’ultima stagione, il transalpino Frey (Fiorentina), il belga Gillet del neo- retrocesso Bari, segui-to dallo sloveno Handanovic (Udinese), Marchetti, tenuto a riposo forzato dal presidente del Cagliari Cellino, Siri-gu del Palermo ed, infine, Sorrentino del Chievo. I 4 portieri che militano in campionati esteri sono: lo spagnolo De Gea, dell’Atletico Madrid, il Brasiliano Rafael, l’argentino Romero dell’Az Alk-

CALCIOMERCATOROMA: IL QuADRo CompLETo

di Giuseppe Cuscusa

L’UNICO CHE PUòSENTIRSI SICURO DIGIOCARE NELLA ROMA PER LA STAGIONE 2011/2012 È IL CAPITANO: FRANCESCO TOTTI.

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maar e l’olandese Stekelenburg, estre-mo difensore dell’Ajax. Una bella rosa di nomi giovani e meno giovani a cui affidare la porta giallorossa per non rivivere le palpitazioni della stagione appena conclusa. Per la difesa, dove vi è l’urgenza di so-stituire Philippe Mexes, l’ex più romano dei francesi, e dove solo Nicolas Bur-disso sembra sicuro del posto, sono ben 26 i nomi circolati e accostati alla Roma. In questo caso i giocatori mili-tanti nel nostro campionato sono “solo” 8 e di questi solo 3 italiani. Si tratta di Balzaretti e Bovo del Palermo e di Ma-

PROBABILMENTE DI BENEDET-TO E SOCI PORTERANNO ALLA ROMA UN CENTROCAMPISTA “MADE IN USA”: SI PARLAINSISTENTEMENTE DI LANDON DONOVAN, 29 ANNI DEI LOSANGELES GALAxY, E DI MICHA-EL BRADLEY, CENTROCAMPI-STA VENTITREENNE REDUCE DA UN’ESPERIENZA NEGATIVA ALL’ASTON VILLA

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siello del Bari. Dei cinque stranieri 3 militano nell’Udinese: il marocchino Benatia, il cileno Isla ed il colombiano Zapata, a cui si aggiungono sono l’ar-gentino Silvestre del Catania e l’ester-no peruviano Vargas della Fiorentina.

LA ROMA SEGUE ALTRI 11 CEN-TROCAMPISTI DAI CAMPIONATI ESTERI, DI CUI 4 BRASILIANI, 3 ARGENTINI, UNO SPAGNOLO, DUE CROATO...

Gli altri 18 sono tutti stranieri e mili-tano in campionati esteri. Si tratta di 4 francesi (Huston, Mathieu, Sagna e Varane) e 4 brasiliani (Breno, Luisao, Pezzini Leiva e Tolói) 3 argentini (An-saldi, Galeano e Otamendi). Uno sviz-zero (Djourou dell’Arsenal), un ingle-se (Johnson del Liverpool), un danese con un trascorso al Palermo (Kjaer del Wolfsburg), un portoghese (Rolando del Porto), un rumeno (Sapunaru del Porto), un serbo (Subotic del Borussia Dortmund) e per finire Van der Wiel, olandese dell’Ajax.A centrocampo tutto gira intorno al rinnovo del contratto di “Capitan futu-ro”. Probabilmente Di Benedetto e soci porteranno alla Roma un centrocampi-sta “Made in USA”: si parla insistente-mente di Landon Donovan, 29 anni dei Los Angeles Galaxy, e di Michael Brad-ley, centrocampista ventitreenne redu-ce da un’esperienza negativa all’Aston Villa.Oltre ai due americani sembra che la Roma segua altri 19 centrocampisti di cui solo 3 italiani, ovvero la giova-ne promessa del Pescara Veratti, la rivelazione del Brescia Diamanti ed il collaudato metronomo della naziona-le, Andrea Pirlo, che nelle ultime ore viene dato molto vicino alla Juventus. Seguito anche il naturalizzato italiano Thiago Motta dell’Inter, Constant del Chievo, lo slovacco Kucka del Genoa e gli argentini Santana della Fiorentina e Pastore, stella del Palermo. La Roma segue altri 11 centrocampisti dai campionati esteri, di cui 4 brasiliani: Chico del Palmeiras, Denílson dell’Ar-

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senal, Douglas Costa (che purtroppo ben ricordiamo) dello Shakhtar Donetsk e Paulinho del Corinthians; 3 argentini Banega del Valencia, il giovanissimo Lamela del River Plate e Lucho Gonza-lez del Marsiglia; uno spagnolo, Baena dell’Espanyol, un croato, Kranjcar e un inglese, Lennon, entrambi del Totten-ham ed un altro croato, Tomecak che milita nelle file della Dinamo Zagabria.Nel reparto offensivo tutto ruota intor-no alle possibili cessioni di Vucinic e Borriello. A parte il giovane Gabbiadini, in comproprietà tra Cittadella e Ata-lanta, le punte che giocano nel campio-nato italiano accostate alla Roma sono solamente 4, di cui due italiani della Juventus: Iaquinta e Quagliarella, il rossoblu argentino Palacio e il rosane-ro uruguagio Hernandez. Dall’estero a parte le eccezioni del polacco Podolski del Colonia, del belga Lukaku dell’An-derlecht, e dello spagnolo Raul dello Schalke 04, i nomi che circolano sono tutti sudamericani: 4 brasiliani, Dou-glas Costa, Leandro Damiao, Neymare e Vagner Love; 2 argentini Higuain e Stracqualursi, il colombiano Falcao del Porto, il paraguaiano Cardozo del Ben-fica e il peruviano Farfan, compagno di squadra di Raul allo Schalke 04. Infine vi è sempre una piccola speranza per Giuseppe Rossi, oggi al Villareal.In attesa del nome del nuovo allenatore (sarà presentato dalla nuova proprietà il 10 giugno insieme ai primi 2 acquisti), lasciamo a Sabatini l’arduo compito di costruire una squadra competitiva e di livello già dal primo anno.

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Luis Enrique Martínez García noto semplicemente come Luis Enri-que (Gijón, 8 maggio 1970) è l’uo-

mo dei sogni giallorossi del momento, la Roma vorrebbe lui come allenatore dei giallorossi per la prossima stagione, e Luis non si sta facendo pregare molto: “La Roma è una grande squadra ed io mi sento pronto per affronatre questa grande avventura, ora però bisognerà vedere come andranno i prossimi incon-tri. Io, al momento, da Roma sono affa-scinato”, sono bastate queste parole per convincere la tifoseria che si è lasciata entusiasmare soprattutto dalle idee di quest’uomo, completamente convinto di poter esportare il modello Barcellona: gioco, possesso palla e divertimento. Amico intimo di Pep Guardiola, con il quale in questi ultimi anni ha lavorato a stretto contatto di gomito, è l’indiziato numero uno per sedere sulla panchina giallorossa Parla poco, non ama le con-ferenze stampa, anzi non ama proprio la stampa, e si impegna attivamente in molteplice attività umanitarie. Ecco un breve profilo di quella che è stata la sua carriera:Luis Enrique Martìnez Garcìa comin-cia a giocare all’età di undici anni nelle giovanili dello Sporting Gijòn. In questa squadra debutta il 24 settembre 1989 in prima divisione nella partita Sporting Gijòn-Malaga 0-1. Nella stagione se-guente contribuisce alla qualificazione della squadra alla Coppa UEFA segnan-do 14 gol: alla fine della stagione il Real Madrid lo acquista per 250 milioni di pe-setas.La prima stagione nel Real non è esal-tante, anche a causa del cambio di ruo-lo: a Gijón giocava attaccante, a Madrid l’allenatore lo utilizza come ala sinistra o interno destro. Rimane al Real fino al 1996, quando Lorenzo Sanz decide di

non rinnovargli il contratto, con-sentendo all’asturiano di firma-re per il Barcellona. La prima stagione al Barça è molto buona e Luis Enrique segna 17 gol; an-che nella stagione successiva, agli ordini dell’olandese Louis van Gaal, si dimostra centro-campista con grande senso del gol: 18 nella Liga, 25 comples-sivi nella stagione. A Barcellona vive i momenti migliori della sua carriera, diviene capitano del-la squadra e conquista coppe e campionati.Il 16 maggio del 2004 gioca la sua ultima partita da professio-nista contro il Racing Santander: al termine della stagione, infatti, decide di ritirarsi dal mondo del calcio professionistico.In nazionale conta 66 presenze per un totale di 12 reti tra il 1991 e il 2002. Luis Enrique rimarrà nella memoria di molti italiani per un episodio avvenuto duran-te i mondiali 1994, quando, verso i minu-ti finali di Italia-Spagna, con gli azzurri in vantaggio 2-1, ricevette in piena area di rigore una gomitata al volto da Mauro Tassotti, non vista dall’arbitro; Tassotti, grazie alla prova televisiva, venne squa-lificato per otto giornate.Per le sue qualità fisiche e tecniche, unite alla precisione nel tiro, è uno dei tre calciatori spagnoli inseriti da Pelé

nella presti-giosa lista FIFA 100.P r a t i c a thriatlon e si è dedicato con successo alla marato-na. Nel 2007 ha concluso un Ironman in 10 ore e 19. Il 25 novem-bre 2007 ha disputato la Maratona di Firenze, arri-vando per la prima volta

in carriera sotto le 3 ore, precisamente ha percorso tutto il tragitto della gara podistica toscana in 2 ore 58 minuti e 8 secondi.Il 18 giugno 2008 ha assunto ufficial-mente la carica di allenatore della squadra B del Barcellona, prendendo il posto di Josep Guardiola, suo ex-com-pagno di squadra, passato a dirigere la prima squadra.La squadra militan-te nella Segunda División B spagnola, al primo anno si piazza al 5° posto e al secondo anno al 2° posto valido per la promozione in Segunda División.

LuisEnriquE“Roma,sonopRonto”

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