Forza Magica

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FORZA MAGICA Anno 5° - n.° 38 - Mensile d’informazione gratuito C’è solo l’a.s. Roma Totti la tristezza di un campione Ranieri, un leader tra i colleghi di serie A L’OROSCOPO DEL 2011 Il poster di Daniele De Rossi

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tutto sulla squadra giallorossa

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Forza Magica Anno 5° - n.° 38 - Mensile d’informazione gratuito

C’è solo l’a.s. RomaTotti la tristezza di un campione

Ranieri, un leader tra i colleghi di serie A

L’oroscopo deL 2011

I l poster di Daniele De Rossi

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EDITORIALE [email protected] Federica Afflitto forza magica

Quando si re-sta uomini

soli al comando, quando anche i dirigenti vorreb-bero proteggerti ma non possono e non riescono

a darti di più, quando hai una piaz-za che ti è completamente contro, salvo rare eccezioni, quando ormai ti rendi conto che il rapporto con la stampa non è più recuperabile, tanto vale procedere per la propria strada. Non serve più a nulla tentare di ten-dere una mano, quando certi rapporti sono incrinati, è difficile porvi rime-dio. Claudio Ranieri è un uomo solo al comando da troppo tempo ormai. Lo scorso anno, nonostante avesse guidato la Roma ad un soffio dal ti-tolo tricolore riceveva ugualmente aspre critiche, sia per la sua visione tattica, sia per i suoi atteggiamen-ti considerati inopportuni secondo alcuni organi di informazione. Una breve pausa per le vacanze estive ed il gioco è ripreso da dove si era la-sciato. La preparazione non è buona, la squadra non lavora abbastanza, i giocatori non sostengono carichi di lavoro adeguati. Eppure i ragazzi sudavano su quei campi, avanzava-no le solite lamentele di ogni anno,

“…si lavora troppo”, protestavano al termine degli allenamenti. Anche Adriano sembrava perdere peso con una certa facilità in quel periodo. Parte il campionato e le critiche sono già pronte per la prima, il minestraro Ranieri continua a non convincere, è il male della Roma, con lui non si ar-riva da nessuna parte. Lo si urla tal-mente forte da far giungere la voce anche alle orecchie, di solito sempre distratte dei giocatori. Ma si la colpa è di Ranieri, noi non c’entriamo nulla, ognuno comincia a trovare giustifica-zioni per ogni comportamento, per ogni mancanza, per ogni disattenzio-ne, tanto la colpa è del mister, che importa. Certo, perché si dovrebbe guardare la classifica il lunedì matti-na, inutile, servirebbe solo a render-si conto che questo spogliatoio di ex bravi ragazzi è diventato una banda di ragazzacci cattivi, i quali, però, no-nostante tutto, nonostante anche un allenatore considerato scarso, stan-no rischiando di vincere uno scudet-to. Nella vita, così come sul lavoro, è difficile a volte riuscire a cambia-re alcune realtà, e allora mister un consiglio, se mi permette, faccia le sue scelte senza preoccuparsi delle conseguenze, chissà che sbagliando, sbagliando, alla fine potrà pure to-gliersi qualche soddisfazione.

FORZA MAGICAAnno 5° - n.° 38

Mensile d’informazione gratuito

EDITOREEsse Editore

DIRETTORE RESPONSABILEFederica Afflitto

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REDAZIONEvia Rodengo, 31 00124 Roma

Tel. 06.89.52.76.97

Reg. Tribunale di Romain data 08-10-2007 n°465/07

GRAFICA | EDITING | LAYOUTAlessandra Cutugno

COLLABORATORIDaniele Cecchetti | Serena De Iaco |

Andrea Di Carlo | Max Leggeri | Fulvio Stinchelli | Federico Vespa

FOTOGRAFOClaudio Crescenzi

STAMPASOGRAF SRL

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a questo mensile è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.

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Questo numero di Forza Magica è stato licenziato per la stampa il

15 Gennaio 2011

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Bar Celani Via San Giacomo, 40 Nettuno-Bar dei Belli Via del Trullo-Bar Lupa Via Marcantonio Bragadin, 55 Prati-Bar La Bombonera Via Stoppa Malafede Calta-girone-Bar Gran Caffè Iacopucci Via Oslo, 7 Torrino-Bar Gran Caffè Via Cesare Ricotti Casal Bertone-Bar Piper Via Paolo Orlando Ostia-Bar Kristal Via P.S. Leicht Torraccia-Bar Pasticceria Gli Angoli Via Wolf Ferrari Infernetto-Bar Davidoff Via G. Zerbi Ostia-Bar dello Sport P.za G. Ronca Ostia-Bar Pasticceria F.lli Evangelista Via Aldobrandini Ostia-Bar Domino Via di Macchia Saponara Acilia-Bar delle mimose via Menippo, 12 Casal Palocco-Bar Caffè Pascià Via W. Ferrari Infernetto-Bar Non solo Caffè P.zza Morelli Colli Portuensi-Bar Station Caffè Via Copparo Vitinia-Bar Betting 2000 Via di Acilia Acilia-Bar Leonardo da vinci Via Leonardo da Vinci, 245 Ostiense-Bar calcio d’angolo P.zza S. M. Ausiliatrice, 50 Appio Tuscolano-Bar Evandro Via Egna, 3 Infernetto-Bar Antinori Via F. Acton, 46 Ostia-Edicola Celletti Via Nomentana Nuova, 45/a Monte Sacro-Edicola Via U. Lilloni Madonetta-Edicola Fronte C.C. Eschilo Axa-Edicola Via Bosio Mostacciano-Edicola Via Isole del Capo-verde Ostia-Edicola Via Amsterdam Torrino-Edicola Via di Macchia Saponara Madonetta-Edicola Ferm. Metro Maria del Soccorso Tiburtina-Edicola C.C. Le Terrazze Casal Palocco-Edicola C.C. Le Torri Tor Bella Monaca-Edicola Via di Casal Palocco Casal Palocco-Edicola Via W. Ferrari Infernetto-Edicola C.C. Quadrifoglio Acilia-Edicola Via D. Cucchiari Casal Bertone-Edicola Via di Torrenova Tor Vergata-Edicola Via Portuense (fronte oviesse)-Edicola Via G. Genocchi (Regione Lazio)-Pizzeria Ristorante Le Streghe Via Tuscolana- Duecì Grafica Via G. Levato Ciampino-Fotottica Crescenzi Via di Casal Bertone-Brico Ok Via dei Romagnoli Ostia-Ottica Dieci Decimi Via W. Ferrari Infernetto- Ferramenta 2000 Via Eschilo Axa-Stazione di servizio Shell Via del Trullo-Mid Sport Via D. Cambellotti Tor bella Monaca-Bingo Cola di Rienzo P.zza Cola Di Rienzo Roma-Centro-Ifo-Regina Elena Via Bosio Mostacciano-Supermercato SMA Via Pindaro Casal Palocco-5 contro 5 Via Tiburtina Antica San Lorenzo – Via S. Curione Tuscolana- Armagame Via U. Giordano Infernetto-Porrini 1945 Via Manuel de Falla Infernetto-Club Lanciani Via di Pietralata, 135 Tiburtina-Roma Club XIII Giallorosso Casal Bertone-Roma Club Garbatella

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EDITORIALE [email protected] Federica Afflitto forza magica

EDItORIALE 3

tOttI: LA tRIStEzzA DI uN CAMPIONE 6DI ANDREA DI CARLO

IN SERIE A CLAuDIO RANIERI è IL tECNICO ChE hA vINtO DI PIù 12DI DANIELE CECCHETTI

IL POStER DI DANIELE DE ROSSI 16

L’OROSCOPO DEL 2011 18

GOSSIPPANDO 20

I GRANDI CAMBIAMENtI AL vERtICE 22DI GIANLUCA GUARNIERI

REGALIAMOCI uN SORRISO 26DI SERENA DE IACO

1927...LA StORIA CONtINuA 31DI DANIELE CECCHETTI

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Il problema c’è ed è reale, inutile far finta di nulla e continuare a non consi-

derarlo: Totti, il Capitano di una squadra e di una maglia, il numero 10 per eccel-lenza a Roma, il nome giallorosso più conosciuto a mondo, sembra non rien-trare più nei piani della sua “Roma”. Brutale,spietato,irriconoscente. Come un golpe, un inaspettato rovescio di potere, il Capitano della nave che si vede ruba-

to il timone e messo in coperta a vedere altri al suo posto guidare la sua creatura in acque tempestose. A volte il presente non ti guarda la carta d’identità e il baga-glio di sofferenze e ricordi che porti den-tro, non fa sconti a nessuno, nemmeno a chi ha pianto e sofferto per quella ma-glia. Perché nel calcio, come nella vita, a volte capita che 15 presenze e 2 sole reti incredibilmente riescono ad oscurare o addirittura far dimenticare le precedenti 577 presenze e gli altri 247 gol fatti con la Roma finora. E si passi in breve tempo a considerare Totti sempre e comunque in campo anche con un tutore, e quindi con una gamba sola, a panchine intere con il suo viso malinconico, ed il suo fi-sico stanco ma integro. Nell’anno in cui si sarebbe dovuto prendere la rivincita per la precedente stagione, per quello scudetto sfiorato e visto svanire all’ulti-

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TOTTI, IL CAPITANO DI UNA SQUADRA E DI UNA MAGLIA,IL NUMERO 10 PER ECCELLENZA A ROMA, IL NOME GIALLOROSSO PIù CONOSCIUTO A MONDO,SEMBRA NON RIENTRARE PIù NEI PIANI DELLA SUA “ROMA”.

Di Andrea Di Carlo

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stesso, non ritrovare più la via di casa, perdere la bussola, tornare al livello degli altri. Ed è proprio questa ritrova-ta “mortalità” o “umanità” di un fuori-classe che probabilmente lo sta facendo smarrire. Perché nella testa del leader, del campione, dell’uomo al comando al proprio fallimento si succede la rivin-cita, si è convinti di aver in credito col destino sempre un’altra chance e non si contempla la possibilità di esser messi da parte e lasciare il testimone ad altri elementi. Ci si considera imprescindibili e scoprire di non esserlo più fa male. È

mo, nella stagione in cui era arrivato il centravanti che anche lui invocava, ecco che la magia si rompe e del Capitano non v’è più traccia. Sulle complessive 19 gare del girone d’andata, Totti conta 15 presenze e ben 14 da titolare, quasi a sfatare il mito che mister Ranieri non crede più in lui; a volte però si è dovuto ricredere su determinate prestazioni e lo testimoniano le 6 sostituzioni ricevu-te ma il problema vero per uno come lui salta agli occhi alla voce “reti fatte”: due.Per altro una su rigore. Per un centra-vanti della sua fama è come perdere se

FRANCESCO tOttI:IL SuO GIRONE D’ANDAtA

PARtItAFORMAzIONE M

INu

tI

REt

I

ROMA – CESENA 90 0 TITOLARE

CAGLIARI – ROMA Poi sostituito

25 0 TITOLARE

ROMA – BOLOGNA 90 0 TITOLARE

BRESCIA – ROMA / / /

ROMA – INtERPoi sostituito

75 0 TITOLARE

NAPOLI – ROMA 90 0 TITOLARE

ROMA – GENOA 90 0 TITOLARE

PARMA – ROMAPoi sostituito

45 0 TITOLARE

ROMA – LECCE 90 0 TITOLARE

LAzIO – ROMA / / /

ROMA – FIORENtINA 90 0 TITOLARE

JuvENtuS – ROMA Poi sostituito

67 1 TITOLARE

ROMA – uDINESE Poi sostituito

83 0 TITOLARE

PALERMO – ROMA 90 1 TITOLARE

ChIEvO – ROMA / / /

ROMA – BARIPoi sostituito

71 0 TITOLARE

MILAN – ROMA / / /

ROMA – CAtANIA 90 0 TITOLARE

SAMPDORIA – ROMASubentrato

3 0

15 presenze su 19 giornate di campionato14 volte nella formazione titolare6 volte sostituito1 volta subentrato1089 minuti e 2 reti

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che la riconoscenza nel calcio non è mai stata di casa ma il rispetto per la storia e le bandiere, quello non deve mai man-care. In una partita già compromessa far entrare un simbolo, un numero 10 ed il Capitano di una squadra a 3 minuti dalla fine si rischia quasi l’accusa di vi-lipendio alla bandiera in una città come Roma. Ampiamente evitabile. Dall’altra, immedesimandoci nei panni del tecnico di San Saba, Totti parte dalla panchina perche avendo in rosa altri tre giocato-ri che hanno ognuno una caratteristica spiccata del Capitano (Menez per l’estro, Vucinic per la classe, Borriello per il fiuto del gol) accompagnati da una mi-gliore freschezza atletica, in pochi ope-rerebbero scelte differenti. Il problema non è il problema in sé, ma come lo si sta affrontando: bisogna semplicemente rendersi conto che ci si trova davanti al fisiologico e naturale declino di un cam-pione che ha perso tanto in brillantezza

la più spietata legge della natura, pre-vedibile e inesorabile ma impossibile da digerire. Vedere il numero 10 tra le sedioline delle panchine fa sempre ef-fetto perché nell’immaginario collettivo è il numero che esprime l’estro,la fan-tasia, l’imprevedibilità, la classe. Qualità a cui un allenatore non rinuncia mai. E così mister Ranieri viene duramente attaccato e giustiziato mediaticamente dopo Genova per aver umiliato un 10 d’eccezione come Totti, per averlo fatto entrare negli ultimi 3 minuti come un normale panchinaro. Si è ritirata fuori dagli scaffali impolverati la celeberri-ma entrata in campo tardiva di Rivera ai Mondiali di Messico 70 e si è ingigantito il tutto in maniera controproducente per la Roma, trasformando Trigoria insieme alle grande Pizarro,Mexes e Adriano, una vera e propria polveriera. Volendo sgonfiare il caso possiamo affermare che da una parte si può dire al mister

e incisività come tutti i più grandi cam-pioni a fine carriera. Si tratta di gestirlo, di capire come riadattarlo alle esigenze della squadra ma soprattutto alle sue attuali capacità. Quanto minutaggio ha nelle gambe e in quale fase della par-tita può esser ancora decisivo. Il popolo giallorosso dovrà gradualmente iniziare a prender coscienza che Totti non potrà più giocarle tutte ed offrire prestazioni da 9 in pagella ma a volte si limiterà ad offrire il suo mortal contributo come un buon giocatore farebbe, senza strafare. Altre volte invece tornerà ad esser lui,ad incantare la sua platea come ha fatto per anni. E là tutti torneremo con gli occhi lucidi e il dito in bocca ad esultare ai suoi gol, chiedendo quasi, con la classica spocchia romana di spegnere i rifletto-ri dell’Olimpico. Perché? Perché la luce vera continuerà ancora a venir fuori dai scarpini di quel ragazzo biondo con il 10 sulle spalle.

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scibile ed evidenziata in qualunque cir-costanza, indifferentemente dall’avver-sario che si ha al cospetto. Per il resto, si punta sempre più spesso sull’unione, la coesione, le motivazioni e carattere che un tecnico e’ capace di imprime-re e trasmettere ai suoi, vedi, tanto per non fare un nome a caso, lo special one Jose’ Mourinho. In Serie A, soprattutto

Carriere, vittorie o più semplice-mente piccole grandi imprese, che

fanno parte del bagaglio e della storia di ogni singolo professionista che “ogni maledetta domenica” cerca di portare i propri calciatori alla vittoria, dalla pan-china. Una panchina che vuol dire emo-zioni, gioie dolori, urla, esultanze a volte esagerate, battibecchi, atteggiamenti a volte fuori dagli schemi, ma sempre e comunque dettati dalla passione per la propria professione, capace di regalarti trionfi e vittorie indimenticabili, ma an-che fallimenti e cocenti delusioni. A pensarci bene pero, dura la vita dell’ allenatore. In bilico, lungo il fine e sottile equilibrio dei risultati, determinati il più delle volte da episodi che sfuggono alla normalità degli eventi, l’imponderabile insomma. Caso e fatalità a parte, nel calcio di oggi sono sempre meno i tec-nici in grado di dare alla propria squadra un identità di gioco ben precisa, ricono-

in questa stagione, sembra esser giunta un ventata di novità, gioventù ed entu-siasmo tra gli allenatori che magari, fino a poco tempo fa era inimmaginabile. Le-onardo, Allegri, Giampaolo, Mihajlovic, Di Carlo, Pioli, Mazzarri, tutti allenatori che hanno già una certa esperienza alle spalle, ma che sono in grado di dare alle proprie squadre quell’impronta di gioco tipica dei tecnici di nuova generazione, meno ancorati alle concezioni tattiche del passato ma in grado comunque di garantire un equilibrio alla propria for-mazione che sia il frutto di un’attento insegnamento e addestramento duran-te gli allenamenti. Allegri su tutti sem-bra essere quello che maggiormente ha inciso sull’attuale schema di gioco del Milan: meno fioretto e più sciabola, con Pirlo che alcune volte si e’ addirittura ac-comodato in panchina, per lasciar spa-zio ad un centrocampo più muscolare in grado di supportare quei tre fenomeni

di Ibra, Pato e Robinho. Ottimo anche il lavoro di Pioli a Verona e Giampaolo a Catania, due tecnici che hanno fatto molto bene dovunque abbiano lavorato. Ha pagato forse la delusione di Cham-pion’s League la Sampdoria di Domeni-co di Carlo, che non sembra ancora aver trovato la continuità che ne ha distinto il percorso della scorsa stagione. A ciò, aggiungiamo il caso Cassano e abbiamo più chiaro il quadro delle situazione: co-munque, l’impronta dell’ex-tecnico del Chievo c’è e si vede. Diverso il discorso per Mihajlovic. L’allenatore serbo, arri-vato a Firenze dopo lo strepitoso lavoro svolto col Catania, ha incontrato più di una difficoltà, complici anche gli infor-tuni, che gli hanno impedito di lavorare con l’intera rosa. Il valore tecnico dell’al-lenatore è però indiscutibile. Grandis-sima stagione quella che sta vivendo il Napoli di Walter Mazzarri, tecnico che sembra aver trovato la sua giusta di-mensione. La squadra gioca bene, corre e ha trovato la giusta formula tattica: poi la classe cristallina di Hamsik, Lavez-zi e Cavani fanno il resto. Un capitolo a parte, merita Leonardo, da una sponda all’altra del Naviglio come se niente fos-se. Una vita spesa nel Milan, prima da calciatore, poi da dirigente e infine da tecnico, poi quello che non ti aspetti. Be-nitez esonerato, ed ecco la chiamata di Moratti a Leo, che non si lascia sfuggire l’occasione: scelta piuttosto singolare nel calcio di oggi, anche se Inter e Milan ci avevano abituato in passato a qualche operazione di mercato (Pirlo e Seedorf su tutti), ma in questa circostanza il peso specifico del protagonista è decisa-mente maggiore. La Juventus del nuovo corso ha puntato su Luigi Del Neri, re-duce dall’ottima stagione vissuta sotto la Lanterna alla Sampdoria. L’andamento dei risultati per ora è altalenante, ma anche lui può appellarsi ai molteplici infortuni che la squadra ha patito. Al via del Campionato, gli allenatori esordienti erano due, Bisoli sulla panchina del Ca-gliari e Ficcadenti su quella del Cesena. Sfortunata l’avventura del tecnico ex Ce-sena, artefice della promozione in A dei

romagnoli nella scorsa stagione, eso-nerato da Cellino il 15 novembre, dopo le due sconfitte consecutive con Napoli e Genoa, e sostituito da Donadoni. Di-verso il discorso per Ficcadenti: dopo l’ottimo avvio, frutto del pareggio contro la Roma e della vittoria del Milan, il Ce-sena un rallentato la sua marcia, ma va dato merito alla società di aver dato al tecnico modo e maniera di lavorare con calma e serenità, cosa sempre più rara nello sport di oggi, a qualsiasi livello e categoria. Anche Gasperini ha chiuso quest’anno il suo ciclo al Genoa, esone-rato dal presidente Preziosi l’8 novem-bre. Grande insegnante di calcio in tutte le sue sfaccettature e forse l’allenatore che riesce a preparare meglio le gare dal punto di vista tattico è Delio Rossi, che a Palermo sta dando seguito all’ot-timo lavoro svolto alla Lazio. Grazie al lavoro sapiente della società, che gli ha consegnato una rosa di altissimo livello,

il Palermo è lì, a ridosso delle prime ed in piena lotta per un posto in Champion’s League, sospinto dalle magie di Pastore, Ilicic, dai gol di Miccoli, dalle geometrie di Migliaccio e Bacinovic e dalla spinta sulle fasce di Cassani e Balzaretti. Non ci siamo dimenticati di allenatori come Ventura, uno dei migliori adde-stratori e insegnanti di calcio che il pa-norama nazionale possa offrire, Malesa-ni, che al Bologna sta facendo un’ottimo lavoro (dopo la straordinaria seconda parte di stagione scorsa col Siena), Reja, che con la Lazio ha dato vita ad un girone d’andata di altissimo livello e al di sopra delle aspettative, trascorso per buona parte addirittura in vetta alla classifica. De Canio a Lecce sta lavorando sodo, mettendo a disposizione di un buon gruppo tutta la sua esperienza maturata in carriera: Marino con il Parma, tra alti e bassi, continua a dimostrare la bontà del suo credo calcistico, cosi come Gui-

Panchine,gioie e doloridi daniele cecchetti OBIETTIVO ALLENATORI: O MEGLIO, FOCUS

SU QUELLI CHE SONO I PROFILI DEI TECNICI CHE SIEDONO SULLE PANCHINE PIù CALDE

E IMPORTANTI DELLA SERIE A.

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dolin, che dopo 4 sconfitte consecutivo ad inizio stagione ha trovato il bandolo della matassa con la sua Udinese, spin-ta dai gol di DI Natale ora in zona Europa League. Non ci siamo dimenticati certo di Caludio Ranieri, alle prese con una stagione cominciata male e che il tec-nico e la squadra stanno provando tra mille difficoltà a risollevare. Il tecnico te staccino è stato molto criticato dall’am-biente: mancanza di gioco e gestione “ai limiti”, a volte oltre, dello spogliatoio, che sembra quasi esser diventato una polveriera. Il quadro è questo: “ogni maledetta do-menica” sui campi di tutta Italia, alla ri-cerca della vittoria. Vittoria si, ma anche all’inseguimento di trofei da mettere in bacheca per se e per la società d’ap-partenenza. E il dato che emerge dall’ analisi dei successi in carriera di tutti gli allenatori che siedono in queste stagio-ne sulle panchine di Serie A è alquanto singolare: è Claudio Ranieri, il tanto cri-ticato Ranieri (che continuerà ad essere criticato qualora ce ne sia il bisogno), il tecnico dal palmares più prestigioso, 1

Coppa Italia e una Supercoppa Italiana con la Fiorentina, prima dei successi spagnoli col Valencia, 1 Coppa Intertoto, 1 Coppa Uefa e una Supercoppa Euro-pea. Seguito, in questa speciale clas-sifica da Alberto Malesani, tecnico del Parma delle meraviglie capace di ag-giudicarsi in pochi mesi 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Uefa. La statistica ovviamente non tiene conto di Rafa Benitez, tecnico dal ricchissimo palmares: col Valencia lo spagnolo si ag-giudicò 2 campionati, alzando anche una

Coppa Uefa. Il passaggio poi al Liverpo-ol, dove portò i Reds alla conquista di una Coppa Uefa prima, della Coppa dei Campioni nella notte di Istanbul contro il Milan poi, di una Coppa d’Inghilterra e Community Shield, oltre ai successi re-centi con l’Inter in Supercoppa Italiana contro la Roma e nel Mondiale per club. Insomma un campionato apertissimo, in campo e in panchina: a voi, protagonisti “ogni maledetta domenica”, il compito di tenere noi, appassionati e tifosi, col fiato sospeso fino all’ultimo istante di gioco.

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I poste

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Ariete21 marzo – 19 aprile

quello passato non è stato un anno pro-prio facile. Nel primo periodo del 2011 sarete in grado di recuperare quell’ottimismo e quelle

marce in più che forse vi sono mancate nel 2010. Il vostro oroscopo 2011 è un oroscopo positivo: prevalrà l’ottimismo e nel terzo trimestre dell’anno potrà esserci qualcosa di davvero interessante in ambito sentimentale. Bene il lavoro, cercate però di non farvi sopraffarre dalla monotonia. toro20 aprile – 20 maggio

il vostro oroscopo 2011 è caratterizzato dal cambiamento. Dovrete sapervi adattare, soprattutto nel secondo trime-

stre dell’anno alle mutevoli situazioni, non in negativo si itende, che vi si faran-no presenti. Cambiare il luogo di lavoro potrà essere non così tragico, nemmeno per chi avesse famiglia. Vita davve-ro brillante per i single che potranno avvalersi di svariate circostanze davvero favorevoli.

Gemelli21 maggio – 20 giugno

un inizio 2011 traballan-te: qualche situazione in ambito sentimentale da chiarire, qualche rapporto familiare da definire e il vostro costante rifugiarvi nel

lavoro potrebbe essere eccessivo. Il secondo trimestre sarà all’insegna della frizzantezza: amicizie passate che ri-tornano restituendovi la loro positività e tante nuove occasioni in ambito lavorati-vo. Fine dell’anno in discesa: situazione stabilmente positiva senza sbalzi.

Cancro21 giugno – 22 luglio

siete stati titubanti in passato, e questo 2011 è la vostra opportu-nità per riacquisire sicurezza in voi stessi: di certo ne avrete le opportunità. Il vostro

oroscopo 2011 è senz’altro positivo per quanto attiene il lavoro che si prefigurerà più intenso e motivante di quanto poteste aspettarvi. Vita sentimentale movimenta-ta, ma non ne risentirete affatto, e, anzi, sarà la vostra occasione migliore per approfondire tanti aspetti di voi stessi.

Leone23 luglio – 22 agosto tanti progetti nuovi in cantiere e tante

realizzazioni che nemmeno vi aspet-tavate. La fiducia riposta in voi stessi non è stata certo tradita, e i primi mesi di questo 2011

saranno pronti lì a dimostrarvelo. Un secondo trimestre davvero frizzante, con alti e bassi che dovrete saper somatiz-zare. Il vostro oroscopo 2011 si conclude invece con una fine dell’anno in bellezza, che vi vedrà protagonisti in ogni occasio-ne, e sempre al centro dell’attenzione, con i vostri amici e con i vostri partner.

vergine23 agosto – 22 settembre

il 2011 sarà per voi un anno davvero in disce-sa: i frutti dell’anno 2010 sono davvero tanti e dovrete raccoglierli e farne tesoro. Cercate di non trascurare mai la

vostra salute: la trasandatezza non ha mai fatto bene. Il vostro oroscopo 2011 è particolarmente favorevole per quanto riguarda i sentimenti nel terzo trime-stre dell’anno. Il vostro rapporto con il partner sarà particolarmente stabile ed affiatato nel corso di suddetto periodo,

oppure, se single, non vi mancherà il ri-approfondimento di vecchie conoscenza che forse avevate sottovalutato.

Bilancia23 settembre – 22 ottobre

cercate di cogliere le tante occasioni che si vi presenteranno i primi 2 mesi di questo 2011. Per i periodi successivi potrebbero rilevarsi

davvero preziosi: si parla di lavoro, che in questo periodo potrebbe subire una svolta davvero positiva. L’oroscopo 2011 dell’amore per il vostro segno è favore-vole: periodi di grande stabilità e intesa col vostro partner non mancheranno per certo. Cercate tuttavia di non approfittare di tutte le tante, troppe forse attenzioni che riceverete.

Scorpione23 ottobre – 21 novembre

un anno il vostro 2011 all’insegna della no-vità. Periodi di grande positività saranno per voi nel secondo seme-stre in particolare. Vi

sentirete davvero circondati dagli affetti, ma dovrete sapere non adagiarvi sugli allori, e magari prestare attenzione a chi magari vorrebbe approfittarsene. Un oroscopo 2011 davvero positivo per quanto riguarda il lavoro: una promozio-ne o un aumento potrebbero configurar-si nel secondo trimestre dell’anno.

Sagittario 22 novembre – 21 dicembre

il periodo del 2011 più favorevole in ambi-to lavorativo sarà il secondo semestre dell’anno. Fino a maggio dovrete sapervi

non fare sopraffarre dalle incertezze che non vogliono certo significare nulla di negativo, ma spesso in qualcosa da saper sfruttare al meglio. Un’estate all’insegna del divertimento, in cui non

mancheranno nuove occasioni e nuove conoscenze che potrebbero rivelarsi preziose in ambito sentimentale.

Capricorno22 dicembre – 19 gennaio

arrivato finalmente questo ambito 2011. Il vostro oroscopo 2011 è sicuramente molto più favorevole di quello dello scorso anno.

Qualità di vita migliore, ed essere cir-condati da affetti, anche nuovi, saranno circostanze che renderanno favorevoli anche lavoro, umore e salute in gene-rale. Un inverno davvero movimentato, ma sotto un aspetto positivo. Un umore che nel corso dell’anno sarà davvero alle stelle.

Acquario20 gennaio – 18 febbraio

il 2011 è ormai arriva-to, e siete pronti per affrontarlo. Cercate di non immergervi troppo nel vostro lavoro, che amate tanto e non

smette mai di soddisfarvi: qualcuno in famiglia potrebbe risentire del vostro troppo impegno. Cercate dunque di non trascurare mai chi vi criconda e chi vi vuole bene. Un oroscopo 2011 positivo, all’insegna del movimento e delle novità.

Pesci19 febbraio – 20 marzo

avete forse fatto uso di troppa razionalità nella fine del 2010. Quest’an-no, il 2011 sarà l’ideale per lasciarvi guidare un po’ meno dalla vostra razionalità, che vi ha

sempre spinti ad agire in modo spesso macchinoso. Un oroscopo 2011, il vostro, davvero positivo, viaggiare all’insegna di nuove scoperte ed emozioni sarà un toccasana per la vostra mente.

L’oroscopo 2011www.il nadir.com

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Gossippando Di Serena De Iaco

Cristiano Ronaldo ha avuto il merito di farla avvicinare al calcio, ma nel cuore di Alice Goodwin non c’è né, lui nè il suo Portogallo. Da una notte di passione finita su tutti i giornali tra la procace modella e il campione del Real Madrid è nato l’amore per il pallone della fanciulla che adesso non si perde nemmeno una partita dell’Inghilterra, però. “Il mio sogno è che la nazionale

del mio Paese vinca al più presto il Mondiale, ci spero tantissimo”, il desiderio della giovane di Stoke, che avrebbe deciso di posare proprio in queste ore per un sexy calendario. A scoprire le forme da maggiorata di Alice è stato il Daily Mail. Da lì la bella inglesina ha collezionato numerose copertine e le sue curve hanno scatenato le invidie delle donne di mezza Europa.

Curiosa iniziativa in Spagna da parte delle calciatrici di due modeste squadre femminili (Alquerias e Miami-Platija) che, per poter continuare a praticare il loro sport preferito, il calcio, hanno scelto di togliersi la casacca da gioco e posare per un calendario. In cerca di fondi per continuare a partecipare ai campionati dove sono iscritte e per potersi permettere di pagare gli allenatori, che sono molto fieri delle loro allieve, sono arrivate a questa decisione. Non è stato facile per le ragazze togliersi le divise da gioco ma guardando il boom di vendite dei calendari si nota che la grinta a queste ragazze non manca proprio: cosa non si fa per amore del calcio..

La relazione tra Christian Panucci e Rosaria Cannavò è davvero arrivata al capolinea. “E’ finita perché le ho detto che non avrei fatto un figlio con lei. Non c’erano le basi giuste per creare una famiglia”, ha fatto sapere a Diva e Donna l’ex difensore di Roma, Inter, Milan e Real Madrid, deciso a non salire per la seconda volta sull’altare, dopo la separazione dalla prima moglie, che gli ha dato anche un figlio, ora di nove anni. Vista la travagliata storia d’amore tra i due si pensava che sarebbe potuto arrivare l’ennesimo ritorno ma non è stato così, visto che i due hanno deciso di dirsi davvero addio. Per la bella Rosaria è la seconda volta che una relazione con un giocatore si conclude prima delle nozze, visto che già con Antonio Cassano non si era arrivati al matrimonio.

Wayne Bridge sta cominciando a superare lo choc subito lo scorso anno, quando la sua fidanzata, Vanessa Perroncel, l’aveva tradito con John Terry, suo compagno di squadra al Chelsea, costringendolo a balzare su tutte le pagine dei giornali del pianeta con la poco gradevole qualifica di cornificato. Il laterale, ora passato al Manchester City, pare avere trovato un nuovo amore, lei si chiama Frankie Sanford, ha ventuno anni ed è una cantante: fa parte del gruppo al femminile “The Saturdays.

1927....la storia continuaun programma ideato e condotto da Max Leggeri

tutti i giorni dalle ore 16:00 su teleradiostereo (fm 92,7 e sul digitale terrestre Teleroma 56 e T9)

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I cambi di gestione rappresentano la normalità, nella vita di una società

di calcio. Questo, naturalmente, vale anche per la Roma che, nei suoi “qua-si” ottantaquattro anni di storia, ha visto molte volte, avvicendarsi, i suoi proprietari. Da Italo Foschi ad Edgar-do Bazzini, da Anacleto Gianni a Fran-cesco Marini-Dettina, da Renato Sa-cerdoti a Franco Evangelisti, il vertice giallorosso, ha subito diversi cambia-menti. Ci soffermeremo, in particola-re, sui personaggi che hanno guidato l’A.S. Roma, negli ultimi quarant’anni.

“Per ripianare la situazione de-bitoria, mi venderei anche le

porte dell’Olimpico”. Le parole erano quelle, senza possibilità di equivoco, di Alvaro Marchini, presidente della Roma, all’inizio degli anni ‘70. Il co-struttore romano, ex partigiano, di forti simpatie per il PCI (aveva rega-lato al partito, il palazzo di Via delle Botteghe Oscure), cedette – per mo-tivi di bilancio – i “gioielli” Capello, Spinosi e Landini, alla Juventus di Boniperti. Per i tifosi romanisti fu un affronto senza precedenti; le cose peggiorarono ulteriormente, con l’esonero di Helenio Herrera.Per Marchini fu l’inizio della fine e, nel giugno del 1971, avvenne il passag-gio di consegne con l’acquisto della Roma, da parte di Gaetano Anzalo-ne, ennesimo costruttore capitolino.

Il neo presidente richiamò il “mago”, salvo poi liberarsene un paio di stagio-ni più tardi. Era un periodo difficile per i colori giallorossi, visto il momento felice della Lazio di Maestrelli e Len-zini, ma dopo lo “choc” per lo scudetto

biancoceleste, la squadra (affidata al grande Nils Liedholm) seppe inver-tire la tendenza negativa, giungendo terza nel 1974-’75 e, sconfiggendo in tre derby (due di campionato ed uno di Coppa Italia) i “cugini” biancoazzurri.

I cambi al vertice nella roma

Di Gianluca Guarnieri

Da MarchInI aD anzalone

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Uno dei passaggi di consegne al vertice giallorosso più importanti di sempre, fu quello che portò al timone romani-sta, Dino Viola. L’ingegnere di Aulla, ereditò la Roma da Gaetano Anzalone, al termine della stagione 1978/79. Fu un campionato tormentato, con una squadra sull’orlo della retrocessione, che andò ad evitare la serie B, in un drammatico spareggio con l’Atalanta, all’Olimpico, il 6 maggio 1979 a sole due giornate dalla fine, conclusosi in un 2-2 decisivo per la permanenza in A dei “Lupi”. Anza-lone disse “basta”, pochi giorni più tardi in una strug-gente conferenza stampa, ripresa dalle telecamere, cedendo alle lacri-me e alla commo-

zione e, passando il testimone a Vio-la, già consigliere societario dall’era Marchini. Con l’Ingegnere della Lu-nigiana, la storia giallorossa cambiò, sterzando radicalmente: non più la “rometta” delle salvezze stiracchiate, ma la “grande Roma” dello scudetto (ottenuto dopo un digiuno di 41 anni), delle svariate Coppe Italia e della fi-nale di Coppa dei Campioni, sfuggita

per una crudele beffa della sorte e, della rivalità con la Juventus, sferzata spesso e volentieri dall’ironia di Viola, autore di un “linguaggio ermetico” di devastante efficacia, verso il quale, i malcapitati dirigenti bianconeri po-tevano ben poco. Un regno, quello di Viola durato 12 anni, fino al 1991, anno della scomparsa del massimo dirigen-te giallorosso.

DIno VIola

Il campionato 1990-’91 vedrà la fine della gestione dell’ingegnere, una vera e propria “Golden Age” giallorossa. La società, fortemente indebolita dal-lo scandalo “doping”, che portò alla squalifica di Angelo Peruzzi ed Andrea Carnevale, rei di aver assunto della Fentermina (sostanza non consentita), dovette fare i conti con la scomparsa del suo Presidente, stroncato da un male incurabile il 19 gennaio 1991. Privata del suo leader, la squadra si aggrappò alla vedova, Flora Viola, che assunse la carica presidenziale e ge-stì l’inevitabile cessione societaria,

riuscendo a compattare l’ambiente e, a vincere la Coppa Italia 1991, scon-figgendo la Sampdoria, neo campione d’Italia ed a andare in finale di Coppa Uefa, perdendola, contro l’Inter di Tra-pattoni. Il nome nuovo al timone di Trigoria, fu quello di Giuseppe Ciarrapico, im-prenditore nel campo editoriale e delle acque minerali. Ciarrapico, nonostan-te l’ingaggio iniziale di Gianni Petrucci (attualmente presidente del Coni), non riuscì a trovare la giusta operatività e, a causa dall’esplosione di “Tangento-poli”, venne addirittura arrestato. La

Roma fu ancora una volta costretta ad un cambiamento radicale. Dopo una lunga e, in certi momenti, estenuan-te trattativa, la cordata composta da Franco Sensi e da Pietro Mezzaroma, si aggiudica la maggioranza aziona-ria, dando vita ad una diarchia, con la presidenza affidata al Generale Ciro Di Martino. La convivenza non durerà a lungo, con differenze profonde tra i due imprenditori, primo tra tutte l’ingaggio da parte di Mezzaroma, di Luciano Moggi, nel ruolo di Direttore Generale. A Novembre del 1993 le loro strade si divideranno, lasciando a Sensi (figlio

Da cIarrapIco a SenSI

del costruttore di Campo Testaccio) il timone del comando. Una gestio-ne lunga 17 anni, con il passaggio del trono, della società “oro e porpora”, tra Franco e Rosella Sensi, succeduta al padre dopo la sua morte, avvenuta

nell’agosto 2008. Negli anni della sua presidenza, Franco Sensi ha portato la squadra romanista alla vittoria del-lo scudetto, avvenuta nel giugno del 2001, alla conquista di due “Supercop-pe italiane” (2001 e 2007), nonché, ai

trionfi in Coppa Italia, negli anni 2007 e 2008. Ora, agli ultimi bagliori del cre-puscolo per la gestione Sensi, si dovrà girare pagina e trovare un nuovo sog-getto, per un capitolo in più della storia romanista.

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semplicemente Andrea, non Perro-

ni il comico”. Si arrabbiano di fronte

una sconfitta ed esultano nelle vit-

torie come qualunque altro tifoso.

Seguono la Roma nel bene e nel

male. E come un qualunque soste-

nitore, commentano la Roma.

“I risultati si stanno

vedendo – afferma

Andrea Perroni –

secondo me siamo

sulla scia giusta.

Anche l’anno scor-

so abbiamo avu-

to un momento

iniziale difficile,

chi avrebbe mai

detto ad inizio

campionato che saremmo stati ad

un passo dal vincere lo scudetto? A

mio avviso, ora siamo ripartiti pro-

prio come l’anno passato”. Grande

fiducia dal 30enne comico romano.

Un po’ meno deciso, invece, il col-

lega Dado. “Questo è un campiona-

to che vedrà tanti colpi di scena. La

Roma può e deve giocarsela bene

fino alla fine”. Se sul campionato

non c’è certezza, sul capitano non

ci sono dubbi. “E’ un fuoriclasse che

dà forza ed energia alla squadra.

Avere un calciatore di quel peso in

squadra dà una marcia in più, anche

solo psicologicamente,

incute responsabi-

lità, orgoglio e fie-

rezza nel giocare.

Inoltre, se France-

sco Totti dimostra di

avere i 90 minuti nel-

le gambe è giusto che

giochi l’intera partita.

L’età non conta, piutto-

sto è una questione di

velocità di questo calcio.

Ma questo non è un problema solo

del capitano, ma di tutti i giocatori,

anche di Menez. Questo è un calcio

rapido, devi avere una forza fisica

potentissima per reggere l’intera

partita”. Difesa per il numero 10

anche da parte di Antonio Giuliani:

RegAliAmociun

soRRisodi

serena De iaco

La Roma fa ridere? I romanisti si-

curamente si. Calma però, non

vuole essere una presa in giro per

le migliaia di persone che seguono

la Magica. Naturalmente non si sta

parlando dei tifosi in generale, ma

di quelli che della risata ne hanno

fatto una professione. Parliamo di

Andrea Perroni, Antonio Giulia-

ni, Dado, e tanti altri che calcano

i palchi di tutta Italia strappando

grosse risate, ma che non hanno

mai nascosto la loro fede calcistica.

Un’innata comicità che li ha resi fa-

mosi, come innata è la loro passio-

ne per i colori giallorossi. Guardano

le partite come dei semplici tifosi.

“Quando parlo della Roma sono

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Page 15: Forza Magica

“E’ un campione, ma ha 34

anni. E’ un giocatore che ha

dimostrato di amare e credere

in questa squadra, che l’ha por-

tata alla vittoria, che dopo opera-

zioni difficili è sceso in campo dopo

pochissimo. Ha dimostrato di esse-

re la bandiera della Roma. Ma non

gli si può chiedere di fare miracoli”.

Dello stesso avviso, Andrea Perroni:

“Totti è un calciatore che non va di-

scusso, nonostante il un momento

buio e difficile per lui. Anche solo

per quel che ha dato a questa squa-

dra. Non dimentichiamo che il Capi-

tano è stato usurato dai colpi, dalle

botte ricevute in tutta la sua carrie-

ra. Non possiamo aspettarci un Totti

al 100%”.

Idee chiare e fiducia nei confronti

della squadra da parte del lato co-

mico dei tifosi giallorossi. Un inco-

raggiamento anche per l’allenatore.

“Ranieri dimostra di avere coraggio

nelle sue scelte – ancora Perroni -.

In Cesena-Roma ha fatto uscire Me-

nez e Vucinic per far entrare Borriel-

lo e Adriano, nonostante le perples-

sità nei confronti di quest’ultimo. In

questo momento nessuno può criti-

carlo, siamo in corsa per lo scudetto

e le altre competizioni. I risultati ci

sono ed è grazie a lui che arrivano”.

Uguale stima per il mister da parte

di Dado: “Stiamo parlando di un ro-

mano e romanista. Io l’ho conosciu-

to, il suo sogno è sempre stato quel-

lo di allenare la Roma. Tiene a fare

bene, tiene a questa maglia. E poi

come qualunque allenatore vuole

lasciare il miglior ricordo possibile.

A giugno spero che rimanga”. Qual-

che dubbio, invece, è stato espres-

so dal Giuliani: “E’ sicuramente un

grande allenatore, romano e ro-

manista. Pensavo che il suo arrivo

spronasse di più la squadra ma non

è avvenuto. A questo punto, occor-

re una vera e propria rivoluzione, a

partire dai giocatori”. E sullo scu-

detto? “Lo vince la Roma – dichiara

convinto Perroni – il campionato è

troppo in bilico. C’è molta carne sul

fuoco e nessuna certezza. La Roma

ha le stesse possibilità di qualunque

altra squadra. Io ci credo”. Non da

meno Dado: “L’anno scorso c’era-

no 11 punti di distanza con l’Inter

e siamo riusciti a raggiungerli. Per

due giornate siamo stati anche pri-

mi. Perché non può accadere an-

che quest’anno? Le distanze tra le

squadre sono molto inferiori, come

anche la qualità del gioco in gene-

rale. Anche le squadre minori sono

agguerrite e danno filo da torcere”.

A quanto pare se ne vedranno delle

belle. E se lo dicono loro.

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1927....la storia continua

C’ERA uNA vOLtA..OMARì, tECNICA E CLASSEDA vENDERE, MA LA FRAGILItà DI uN CRIStALLO..di Daniele Cecchetti

Omari Mikhajlovič Tetradze, professione difensore, nato a Velispiri il 13 ottobre 1969, ex URSS ma dal 1992 di nazionalità russa. Segni particolari: sfortu-natissimo. La sua infatti è stata una carriera che sa-rebbe potuta essere di altissimo livello ma che gli in-fortuni hanno bruscamente frenato e condizionato. Il suo esordio nel calcio che conta è datato 1987, con la maglia della Dinamo Tbilisi, uno dei club più blasonati dell’allora Unione Sovietica, dove Tetradze rimase fino al 1990. In seguito, una breve parentesi al Mertskha-li, poi la svolta, col trasferimento nella Federazione Russa, della quale divenne cittadino, e l’approdo alla Dinamo Mosca, dove in quattro stagioni, collezionò 101 presenze condite da 11 gol, trovando nell’alle-natore Valeri Gazzaev il suo vero e proprio mentore calcistico. Proprio insieme allo stesso Gazzaev si tra-sferì nel 1995 all’Alania Vladikavkaz, club non certo favorito per la vittoria del campionato, obiettivo che riuscì comunque a centrare, grazie al fondamentale contributo di Omarì, terzino destro dalle spiccate doti e qualità offensive. La stagione successiva rimase all’Alania, prima del definitivo trasferimento alla fine del campionato russo (fine novembre in Italia) alla Roma, per la cifra di 2 miliardi di lire. Approdò nella capitale insieme a Vincent Candela, e i due vivranno storie completamente opposte. La Roma faticava ad esprimere tutto il proprio potenziale, e la panchina di Carlos Bianchi cominciava a traballare. Tetradze ven-ne acquistato per aumentare il tasso tecnico di una squadra che non eccelleva certo per geometrie e ra-pidità di gioco. In quella stagione però, 1996-1997, il russo collezionò soltanto 8 presenze, e negli occhi di tutti i tifosi resterà quel suo sfortunatissimo autogol contro la Reggiana, fra le mura amiche. L’impegno sembrava sulla carta abbordabile e i gol di Moriero e Totti nei primi 10 minuti di gioco lasciavano presagire un tranquillo pomeriggio primaverile. Invece la Reg-giana accorciò le distanze con Simutenkov, ironia del-la sorte russo anche lui, e trovò il gol del definitivo 2-2 proprio al 90’, grazie ad uno rocambolesco autogol di

Tetradze, che addirittura si lasciò andare a lacrime amare a fine gara. Il buongiorno si vede dal mattino e l’avventura del terzino in maglia giallorossa non pro-seguì per il meglio. Nella stagione 1997-1998 sulla panchina della Roma arrivò Zdenek Zeman, ma la situazione per Tetradze non migliorò. Il terzino fu in-fatti bersagliato da una serie di problemi fisici, che ne limitarono parecchio il suo impiego. Collezionò soltanto alcuni spezzoni di gara, impiegato titolare soltanto nella gara contro il Piacenza (0 – 0), prima di subire l’ennesimo infortunio al ginocchio che gli consentì di mettere a referto 2 sole presenze fino al termine della stagione. Nell’estate del 1998, in piena preparazione atletica, il russo subì un altro gravissi-mo infortunio, sempre al ginocchio, che lo obbligò a star fuori per tutta la stagione. Da qui, la decisione di chiedere la rescissione contrattuale alla società nella primavera del 1999, conscio che non avrebbe potuto dare alla squadra l’apporto e il sostegno che la società si aspettava. Il russo, con tenacia e forza d’animo, si ristabilì dall’infortunio e nell’estate del 1999 si accasò in Grecia, al Paok Salonicco, dove rimase per due stagioni, per poi tornare in patria e concludere la sua carriera agonistica nel 2005, tra le fila del Krylya Sovetov Samara. Intraprese poi la carriera di allenatore: dopo essere stato, a Samara, vice di Sergey Oborin, Tetradze esordì da allenatore l’11 marzo 2007 alla guida dell’Anzhi Makhachkala, squadra della Prima Divisione russa. Della sua espe-rienza romana, rimarrà la figura e il comportamento di un grande professionista, che nonostante le mille difficoltà ha sempre provato a reagire e rimettersi in gioco, salvo poi accorgersi e prendere coscienza dei continui guai fisici che lo hanno perseguitato, e chie-dere la rescissione del contratto, pratica sempre più in disuso nel calcio di oggi. Peccato davvero: maga-ri, se quel 23 febbraio 1997 (Roma-Reggiana 2-2) le cose sarebbero andate diversamente, anche la storia di Omarì Mikhajlovič Tetradze nella capitale, sarebbe stata più fortunata.

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