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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO ALL’INDUSTRIA L.R. 30 07/06/89 FORNACI SCANU S.p.A. - Guspini (Cagliari) RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PER LA PROSECUZIONE DELL’ESERCIZIO DI UNA CAVA DI ARGILLE PER LATERIZI IN LOCALITA’ BRUNCU ARRUBIU (UTA) VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE - I (D.G.R n° 24/23 del 23/04/2008) Dott. Geol. Fausto Alessandro Pani Dott. Geol. Roberta Maria Sanna

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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO ALL’INDUSTRIA

L.R. 30 07/06/89

FORNACI SCANU S.p.A. - Guspini (Cagliari)

RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PER LA PROSECUZIONE DELL’ESERCIZIO DI UNA

CAVA DI ARGILLE PER LATERIZI IN LOCALITA’ BRUNCU ARRUBIU (UTA)

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE - I (D.G.R n° 24/23 del 23/04/2008)

Dott. Geol. Fausto Alessandro Pani Dott. Geol. Roberta Maria Sanna

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FORNACI SCANU S.p.A. - Guspini (Cagliari) - RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PER LA PROSECUZIONE DELL’ESERCIZIO DI UNA CAVA DI ARGILLE PER LATERIZI IN LOCALITA’ BRUNCU ARRUBIU (UTA) STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

Coordinamento S.I.A.: Geol. Fausto A. Pani - Geol. Roberta M. Sanna Consulenti S.I.A.: Agr- Paolo Callioni

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INDICE

1.  PREMESSA .............................................................................................................................................................. 3 

2.  NOTE DEL SAVI E RICHIESTE DI APPROFONDIMENTO ............................................................................... 3 

3.  INTRODUZIONE ED ANAMNESI STORICA DELL’ATTIVITA’ ...................................................................... 4 

4.  QUADRO INTRODUTTIVO .................................................................................................................................. 6 

4.1  CONTENUTO DEL LAVORO ................................................................................................................................ 6 4.2  PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO ................................................................................................... 6 4.3  IL METODO E I CONTENUTI GENERALI DELLO STUDIO .............................................................................. 6 

4.3.1  COSTRUZIONE DELLO STATO INIZIALE DELL’AMBIENTE .................................................................... 7 4.3.2  ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA .................................................................................. 7 4.3.3  INDIVIDUAZIONE DELLE INTERAZIONI TRA OPERA ED AMBIENTE ................................................... 7 4.3.4  QUADRO RIASSUNTIVO DELE PRINCIPALI CRITICITA’ ......................................................................... 7 

4.4  BASI DATI UTILIZZATE E SISTEMA INFORMATIVO...................................................................................... 7 

5.  QUADRO NORMATIVO ...................................................................................................................................... 10 

5.1  NOTE GENERALI ................................................................................................................................................. 10 5.2  LA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE REGIONALE ...................................... 10 5.3  ELABORATI DELLA VALUTAZIONE ............................................................................................................... 11 5.4  LO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE .......................................................................................................... 12 5.5  LE NORME DI RIFERIMENTO DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE ............................... 14 

6.  QUADRO PROGETTUALE .................................................................................................................................. 15 

6.1  LA COLTIVAZIONE DEL GIACIMENTO .......................................................................................................... 15 6.2  PROGETTO DI SISTEMAZIONE E RECUPERO ................................................................................................ 16 6.3  MODELLAZIONE DELL’AREA E SISTEMAZIONE IDRAULICA .................................................................. 17 6.4  RIPRISTINO DELLA COPERTURA VEGETALE ............................................................................................... 19 

6.4.1  Opere settore gradonatura ed aree acclivi ................................................................................................... 22 6.4.2  Opere settore fronte Strada Provinciale ....................................................................................................... 22 6.4.3  Opere settore fondo ....................................................................................................................................... 22 

6.5  CONSIDERAZIONI FINALI ................................................................................................................................. 23 Tab..2.3.1 – Lo schema di computo dei costi di ripristino .......................................................................................... 24 

6.6  VALUTAZIONE ECONOMICA DEL PROGETTO ED EFFETTI ATTESI ........................................................ 25 6.7  PROCESSO DI VERTICALIZZAZIONE (TRASFORMAZIONE DELLA MATERIA PRIMA IN PRODOTTO FINITO) ........................................................................................................................................................................... 26 6.8  ALTERNATIVE DI PROGETTO .......................................................................................................................... 27 

6.8.1  Alternativa “0” o “do nothing” o Opzione Zero .......................................................................................... 27 6.8.2  Alternative di possibile localizzazione .......................................................................................................... 28 6.8.3  Alternative di modalità di coltivazione .......................................................................................................... 30 6.8.4  Alternative di modalità di ripristino .............................................................................................................. 30 6.8.5  Alternative di impianto o di layout ................................................................................................................ 30 

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1.PREMESSA La Fornaci Scanu S.p.A., titolare di una concessione per l'estrazione e lavorazione di argille per laterizi (art.2 comma a e c), ha affidato, nel 1992, agli scriventi l'incarico di redigere un progetto di coltivazione, il relativo studio di impatto ambientale ed il conseguente progetto di recupero per la cava ubicata in località Bruncu Arrubiu, nel territorio del comune di Uta, provincia di Cagliari, detenuta a titolo di proprietà, onde ottemperare alla normativa regionale secondo quanto prescritto dalla Legge n° 30 del 7/6/1989 che disciplinava allora l'attività di cava. Il progetto, successivamente redatto, venne consegnato alla data del luglio del 1992 al fine di ottemperare alle richieste connesse allo svolgimento di attività estrattiva di cava in prosecuzione. Successivamente, nel corso del completamento dell’iter amministrativo, la istanza di verifica presentata nel 2002, ha prodotto un rinvio a Valutazione di Impatto Ambientale che ha reso necessario l’avvio della procedura relativa. Il presente studio si propone di realizzare lo Studio dell’Impatto Ambientale del progetto proposto, conformemente a quanto previsto dall’Art. 10 del DPR 12 aprile 1996 e dalla D.G.R. 24-23 del 24 aprile 2008, e come definito dalla norma, per determinare preliminarmente e in via generale la fattibilità geologica, geotecnica e gli effetti ambientali dell’intervento, e dettare alcune eventuali linee operative per quanto riguarda la mitigazione dei possibili impatti.

Mappa - L’area dell’intervento (rosso) ed i territori comunali contermini (viola) sulla Ortofoto 2006 La Valutazione di Impatto Ambientale si rende necessaria in quanto il progetto è stata rinviato a VIA con delibera n° 48/13 del 09/09/2008.

2.NOTE DEL SAVI E RICHIESTE DI APPROFONDIMENTO Nel rinviare a VIA il progetto proposto, il SAVI, sulla base dei soli materiali proposti, tra progetto e verifica, ha sentito la necessità di approfondimenti che non potevano essere operati in fase di verifica. Il SAVI, nell’analisi dei materiali in suo possesso, ha messo in evidenza che: - L’estensione dell’area di cava è considerevole in quanto, rispetto alla superficie dichiarata nel progetto, pari a 17 ettari, dall’analisi degli allegati cartografici, parrebbe che l’estensione complessiva sia superiore a 17 ettari;

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- La prosecuzione della coltivazione comporterebbe l’aumento della depressione morfologica nell’area di scavo, da cui potrebbero conseguire permanenti modificazioni del paesaggio e della morfologia dei luoghi; - La volumetria di progetto, pari a 3500000 m³, risulta notevole in rapporto alla produzione annua dichiarata, pari a 52000 m³ lordi; - Sono significativi gli impatti visivi dalle principali vie di comunicazione e risulta necessario verificare la visibilità dell’area di cava da elementi sensibili presenti sia nell’immediato intorno sia a distanza dal sito; - È necessario valutare eventuali interferenze dell’opera sia con la paratia del sistema di sbarramenti sul Rio Cixerri, distante circa 300 metri, sia con i Rii Coccu Pinna e s’Omini Moru i cui deflussi alimentano il bacino artificiale del Rio Cixerri; - L’intervento determina l’alterazione delle caratteristiche idrologiche del rilievo e l’interferenza con le modalità e le caratteristiche del deflusso superficiale; - Risulta necessario uno studio di coltivazione e recupero ambientale approfondito che preveda configurazioni finali coerenti con il contesto; - È necessario valutare con il dovuto approfondimento il rapporto costi-benefici dell’iniziativa, con l’indicazione della sostenibilità delle attività e i giustificativi delle esigenze di mercato. Conseguentemente, veniva richiesto che il SIA, redatto in conformità alle norme vigenti in materia, in ragione di quanto emerso nella fase istruttoria, dovesse contenere, in particolare:

1. analisi di soluzioni progettuali alternative, con particolare riguardo alle modalità di prosecuzione della coltivazione e di recupero finale, vista l’ulteriore alterazione della morfologia dei luoghi che verrebbe a determinarsi a seguito del completamento della coltivazione;

2. la descrizione e la valutazione degli impatti causati dalla prosecuzione dell’attività, con particolare riferimento all’esecuzione degli scavi ed alla produzione di polveri, rumori, nonché l’indicazione delle più opportune misure di mitigazione e se necessarie, di compensazione;

3. l’analisi delle caratteristiche idrologiche e idrogeologiche del settore, al fine di evidenziare le modalità più opportune per il controllo delle acque dilavanti e le modalità di scarico delle acque nei corpi idrici recettori finali, nonché le possibili interazioni con i corpi idrici adiacenti, le infiltrazioni verso la falda profonda e le analisi sulle caratteristiche del deflusso idrico sotterraneo;

4. l’indicazione delle opere e degli interventi opportuni, in relazione alla progressione delle fasi lavorative, per il contenimento degli impatti sia a breve che a lunga distanza;

5. l’analisi costi-benefici, con indicazioni della sostenibilità delle attività e i giusticativi delle esigenze di mercato, anche in relazione agli interventi necessari alla riqualificazione ambientale del sito, alla messa in sicurezza dei fronti di scavo e al potenziale riutilizzo di tutti i materiali estratti.

3.INTRODUZIONE ED ANAMNESI STORICA DELL’ATTIVITA’ La società Fornaci Scanu S.p.A. nata nel 1922 a Guspini, sorse per iniziativa del Sig. Giuseppe Scanu-Ortu che creò una piccola fabbrica di laterizi. L'attività, al tempo, produceva, mattoni pieni prodotti attraverso la formatura manuale in stampi di legno. Alla formatura faceva seguito un periodo, variabile a seconda delle stagioni, di essicatura naturale in aria libera. La successiva cottura, in forno a fossa, avveniva nell'arco di alcuni giorni. Nel corso degli anni, la Società ha esteso il suo raggio d'azione e tra gli anni '60 e '70 ha aperto 3 impianti. Seguendo l'ordine cronologico di apertura, il primo si trova in località Cuccuru Ibba in comune di Guspini, il secondo, in prossimità dell'abitato di Assemini, ed il terzo nella zona industriale di Sestu. Allo scopo di approvvigionarsi della materia prima per le diverse produzioni, la Società si approvvigiona attualmente principalmente presso 3 cave. In prossimità dell'impianto posto in località Cuccuru Ibba, in comune di Guspini, si trova l'omonima cava. La seconda cava si trovava adiacente l'impianto di Assemini. All'atto della costruzione del terzo impianto, stimando idonei i materiali presenti in situ, allo scopo di ridurre i costi di trasporto al minimo, l'impianto venne ubicato nella zona industriale di Sestu. Le scarse caratteristiche dei materiali argillosi presenti in tale sito costrinsero la Società ad approvvigionarsi in altri luoghi.

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Per sopperire a tali carenze di materia prima, dopo alcuni test in varie aree, venne aperta la cava posta in località Bruncu Arrubiu, dalla quale, miscelandola con argille provenienti dalle altre cave, viene prelevata la gran parte delle argille necessarie a soddisfare i fabbisogni degli impianti di Sestu. Da alcuni anni l’impianto di Assemini è chiuso e le cave, ripristinate come da progetto sono meta di una folta fauna volatile acquatica, tanto da essere proposte per l’inserimento nell’area tutelata dal Piano di Gestione di Santa Gilla.

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4. QUADRO INTRODUTTIVO

4.1 CONTENUTO DEL LAVORO La presente Valutazione di Impatto Ambientale si compone dei contenuti richiesti nell’Allegato B punto 2.0 della Deliberazione della Giunta Regionale n° 24/23 del 23/04/2008 - Allegato B, ed articolati secondo la seguente struttura: - Elaborati di progetto definitivo - esecutivo - Studio di Impatto Ambientale:

Quadro Introduttivo Quadro Progettuale Quadro Programmatico, Urbanistico e Pianificatorio Quadro Ambientale Valutazione degli Impatti Allegati

- Atlante - Elenco delle autorizzazioni, dei nulla-osta, dei pareri e degli altri atti di analoga natura, da acquisire ai fini della realizzazione e dell'esercizio dell'opera. - Sintesi in linguaggio non tecnico dello Studio di Impatto Ambientale

4.2 PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO Il gruppo di Lavoro del presente studio è composto da:

- Coordinamento S.I.A. Roberta M. Sanna, Geologo Fausto A. Pani, Geologo

- Studio climatologico, geologico, geomorfologico Roberta M. Sanna, Geologo

- Studio pedologico, idrogeologico e geotenico, analisi percettiva del paesaggio Fausto A. Pani, Geologo

- Studio agronomico, vegetazionale, floristico e faunistico Paolo M. Callioni, Agronomo

- Analisi del progetto, delle alternative, Fausto A. Pani Geologo

4.3IL METODO E I CONTENUTI GENERALI DELLO STUDIO L’oggetto principale del presente Studio consiste nell’individuazione delle caratteristiche dell’ambiente di area vasta e di area ristretta e delle interazioni tra opera e l’ambiente descritto. Occorre osservare che nessuno dei metodi fino ad oggi approntati può essere ritenuto universalmente valido e applicabile. Esiste piuttosto una necessità di coerenza tra il metodo adottato e la tipologia dell’oggetto di studio.

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Questo obbiettivo è stato perseguito derivando dai più comuni strumenti metodologici disponibili per l’identificazione degli impatti, le procedure che meglio si adattassero a descrivere le interazioni con le componenti ambientali del sito in oggetto. Si riporta di seguito una breve sintesi delle fasi di elaborazione:

4.3.1 COSTRUZIONE DELLO STATO INIZIALE DELL’AMBIENTE Sulla base di un sistema informativo costruito attraverso la redazione di carte tematiche e rilievi puntuali provenienti da dati d’archivio ed originali, sono stati individuati, in chiave geomorfologia e vegetazionale, i principali ambiti di riferimento.

4.3.2 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA In questa fase, al fine di redigere un quadro informativo complessivo sul progetto, sono state raccolte tutte le informazioni tecniche descrittive dell’opera, delle sue attività a regime e dei processi costruttivi necessari all’edificazione e conseguentemente sono state enucleate tutte le azioni elementari che nelle varie fasi di sviluppo dell’intervento (stato di fatto, costruzione, esercizio) possono produrre impatti sulle “componenti ambientali” (ricettori degli impatti).

4.3.3 INDIVIDUAZIONE DELLE INTERAZIONI TRA OPERA ED AMBIENTE Lo svolgimento delle prime due fasi ha consentito di costruire un documento analitico, attraverso il quale individuare i potenziali impatti. Lo strumento scelto allo scopo è quello della matrice; per ogni fase dell’intervento e per ogni ambito specifico di riferimento, sono stati incrociate le azioni elementari generate dallo svolgimento di una specifica attività (di costruzione, di gestione, etc.) con i ricettori (componenti ambientali). L’incidenza dell’opera è valutata attraverso un criterio di quantificazione ponderata: a parità di azione e di ricettore, è funzione del grado di sensibilità dell’ambito in cui si opera (es: sito di interesse comunitario). L’impatto è misurato e rappresentato attraverso l’attribuzione di un livello tonale all’interno di una scala di colore. Inoltre è associata una descrizione delle caratteristiche qualitative dei principali impatti, al fine di individuare le opportune misure e mitigazioni.

4.3.4 QUADRO RIASSUNTIVO DELE PRINCIPALI CRITICITA’ Completata l’individuazione degli impatti e la loro quantificazione, una check – list di sintesi raccoglie il bilancio complessivo delle criticità individuate per ogni argomento esaminato. Alle descrizioni delle caratteristiche degli impatti individuati sono associate le misure da adottare per eliminare gli effetti negativi sull’ambiente, (comprese ad esempio alternative tecnologiche o di gestione). Inoltre, al fine di ridurre gli eventuali effetti negativi residui, sono prescritti interventi di mitigazione e/o compensazione.

4.4BASI DATI UTILIZZATE E SISTEMA INFORMATIVO La base di dati utilizzata nel corso del presente lavoro è costituita da materiali di provenienza ufficiale e da materiali originali appositamente prodotti per lo stesso. Le basi informative, utilizzate nel Sistema Informativo della Geostudi, in coordinate Gauss Boaga, sono state:

FONTI CARTOGRAFICHE TOPOGRAFICHE • Carta 1:50.000 La Marmora 1834-1839 (raster) (informatizzazione Geostudi) • Carta 1:25.000 IGM 1890-1930, IGM 1950-1968, IGM 1987-1994 (inf. Geostudi) • Carta 1:10.000 CTR 1996 - 2000 (vettoriale) (fonte R.A.S.) • Carta 1:10.000 CTR 2004 GEODB 10k(vettoriale) FONTI CARTOGRAFICHE TEMATICHE • Carta della vegetazione forestale 1:25.000 (fonte R.A.S.) • Carta dell’uso attuale del suolo 1:25.000 US2598 (fonte R.A.S.)

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• Dati climatologici (termo, pluvio e anemo) 1922 – 1992, localmente 2002 o 2004 (fonte R.A.S. e ISTAT)

• Carta 1:10.000 aree L. R. 31/89, S.I.C. , Z.P.S., OPPF (fonte R.A.S.) • Carta 1:10.000 aree D.Lgs. 42/04 e PPR (fonte R.A.S.) • Carta 1:10.000 Geologica (basi originali Geostudi) • Carta 1:10.000 Idrogeologica (basi originali Geostudi) • Carta delle Acclività da DTM (fonte CTR R.A.S. elaborazione Geostudi) • Carta delle Esposizioni da DTM (fonte CTR R.A.S. elaborazione Geostudi) • Carta delle Fasce Altimetriche da DTM (fonte CTR R.A.S. elaborazione Geostudi) BASI ICONOGRAFICHE • Immagini satellitari Landsat, SPOT, Quickbird ed Ikonos a varie date dal 1974 al 2009 (fonti

varie elaborazione Geostudi) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 1954 IGM (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 1968 CTR (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 1977 ERSAT (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 1998 AIMA (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 2000 Ferretti (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 2003 AGEA (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 2004 Nistri (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 0,7 m) 2005 IKONOS (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 0,5 m) 2006 Ferretti (fonte R.A.S.) • Aerofoto Volo Coste raddrizzate a 9,5 m o 1 m del 1995, 1999, 2001 e 2002 (fonte R.A.S.

elaborazione Geostudi) • Aerofoto Voli vari raddrizzate b/n a 50 cm, 1m o 2 m rettificate (1943, 1954, 1960, 1965,

1968, 1973, 1987 e 1992, 1995, 1996 e 1998) (fonti varie elaborazione Geostudi) BASI DI DATI GEOGRAFICI UTILIZZATE O CONSULTATE • Catasto Grotte (fonte R.A.S.) • Censimento delle aree minerarie (fonte R.A.S.) • Catasto Pozzi (CASMEZ Prog n° 25 (Ricerche Idriche Sotterranee in Sardegna - Ia e IIa Fase

-informatizzazione Geostudi più dati originali Geostudi)) • Catasto opere di riforestazione dell’Isp. Rip. , ex .AFDRS e dei Rimboschimenti produttivi

(fonte R.A.S.) • Catasto Generale degli Scarichi nei Corpi Idrici (Fonte R.A.S. – Pro.Ge.Mi.Sa.) (1999) • Sistema Informativo Territoriale Aree Industriali (SITAI) (Fonte Osservatorio Industriale

R.A.S.) (2000) • Sistema Informativo Risorse Idriche Sotterranee (SIRIS) (fonte R.A.S. – Pro.Ge.Mi.Sa.)

(2001) • Piano di Risanamento delle aree minerarie Dismesse (PDR) • Piano di Valorizzazione dei Compendi Minerari del Sulcis-Iglesiente-Guspinese • Modulo regionale del sistema informativo nazionale ambiente (SINA-SIRA) • Sistema informativo ambientale dell’area ad alto rischio del Sulcis-Iglesiente (SINA Q1-2) • Sistema informativo compendi immobiliari dell'IGEA (SICI) • Sistema informativo territoriale per la gestione delle Attività Estrattive (SITAE) PIANI DI AMBITO REGIONALE O NAZIONALE • Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (fonte R.A.S.) • Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (basi originali Geostudi e fonte R.A.S.) (2005) • Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico aggiornamenti ( fonte R.A.S.) (2010)

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• Piano dell’Attività Estrattiva (fonte R.A.S.) (2007) • Piano dello Smaltimento Reflui (fonte R.A.S.) • Piano della Tutela delle Acque (fonte R.A.S.) (2006) • Piano delle Risorse Idriche Multisettoriali (fonte R.A.S.) • Piano (Stralcio Direttore di Bacino Reg.le) per l’Utilizzo delle Risorse Idriche (fonte R.A.S.) • Piano Paesaggistico Regionale: Ambito Costiero (fonte R.A.S.) (05/09/2006) • Piano Forestale Regionale Ambientale (fonte R.A.S.) (2006) • Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (fonte R.A.S.) (in elaborazione) • Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (fonte R.A.S.) • Piano Regionale Risanamento Acque (PRRA) (fonte R.A.S.) (1998) • Piano di Bonifica dei Siti Contaminati (fonte R.A.S. - Pro.Ge.Mi.Sa.) (2003) • Piano Energetico Regionale (fonte R.A.S.) (2006) • Piano di Sviluppo Rurale (fonte R.A.S.) (2004) • Piano di Gestione di Distretto Idrografico (fonte R.A.S.) (2009) STUDI GENERALI E DI SETTORE • Studio sulla Vocazione Faunistica Potenziale (fonte R.A.S.) (2006) • Studio sull’Irrigabilità dei Suoli della Sardegna (Fonte E.A.F. – R.A.S.) (1987) • Studio SISS (1979-80) e nuovo SISS (1996) (Fonte R.A.S. – C.R.P. - UNICA) • Progetto IFRAS (fonte R.A.S.) • Progetto V.A.P.I. (C.N.R. – UNICA) • Progetto S.C.A.I. (C.N.R. - UNICA) • Progetto I.F.F.I. (ANPA – R.A.S.) • Progetto A.V.I. (Protezione Civile Nazionale - C.N.R. G.N.D.C.I.)

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5.QUADRO NORMATIVO

5.1 NOTE GENERALI L’area interessata dal presente studio ricade al di fuori di aree esplicitamente tutelate ed interessa parzialmente le fasce di rispetto di alcuni elementi dell’idrografia presenti nella cartografia CTR in parte artificializzati nella seconda metà degli anni ’60.

5.2LA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE REGIONALE La Deliberazione della Giunta Regionale n° 24/23 del 23/04/2008 aggiorna la definizione delle procedure dei contenuti per la Valutazione di Impatto Ambientale Regionale. La valutazione di impatto ambientale (V.I.A) è la procedura cui devono essere sottoposti determinati progetti pubblici e privati al fine di accertarne la compatibilità ambientale mediante la valutazione degli effetti da essi indotti sull'ambiente, intendendo quest'ultimo come un sistema complesso delle risorse naturali, antropiche e delle loro interazioni. Dopo la presentazione della domanda di valutazione da parte del proponente, il Servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali SAVI entro trenta giorni verifica la completezza della documentazione. Qualora questa risulti incompleta viene restituita al proponente con l'indicazione degli elementi mancanti. In tal caso il progetto si intende non presentato. Al proponente sono comunicati il nominativo del responsabile del procedimento e la data di avvio; il procedimento si intende avviato dalla data del timbro di protocollo dell’Assessorato regionale della Difesa Ambiente impressa sulla domanda stessa. Entro 20 giorni dalla pubblicazione dell’annuncio nel quotidiano, il soggetto proponente concorda con il Settore Valutazioni ambientali le modalità della presentazione al pubblico del progetto e dello studio di impatto ambientale, dandone notizia mediante l’affissione di un avviso nell’albo pretorio del Comune interessato ed altre ulteriori forme di pubblicità. Nei successivi 60 giorni è indetta dal Servizio SAVI una conferenza istruttoria a cui partecipano il proponente e gli Enti convocati nella quale viene illustrato il progetto, i contenuti dello studio di impatto ambientale e le eventuali osservazioni presentate. Il Servizio SAVI, entro 120 giorni dalla presentazione della domanda, avvalendosi dell’Ufficio delle valutazioni ambientali (UVAR), conclude l’istruttoria sull’impatto ambientale dell’impianto, opera o intervento proposto, e redige una relazione tecnica di valutazione tenendo conto delle osservazioni, di quanto emerso nella fase di consultazione, dei pareri e delle considerazioni emerse nel corso della conferenza istruttoria. Sulla base dell’istruttoria, viene predisposta e trasmessa all’Assessore della Difesa dell’Ambiente una motivata proposta di giudizio di compatibilità ambientale. L’Assessore propone la bozza di deliberazione sul giudizio di compatibilità alla Giunta la quale entro trenta giorni, assume con proprio atto, il giudizio di compatibilità ambientale, avente uno dei seguenti contenuti:

• giudizio positivo sulla compatibilità ambientale dell’intervento con l’eventuale indicazione delle misure per la mitigazione e compensazione degli impatti e per le attività di monitoraggio;

• giudizio negativo sulla compatibilità ambientale dell’intervento. La deliberazione della Giunta regionale è comunicata dal Servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali ai soggetti del procedimento, all’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione dell’opera, a tutte le Amministrazioni pubbliche competenti anche in materia di controllo ambientale, ed è pubblicata integralmente nel sito istituzionale e nel bollettino ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna. In caso di giudizio negativo, l’impianto, opera o intervento proposto non può essere autorizzato e comunque non può essere realizzato. Termini per l’avvio dei lavori

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Il progetto deve essere adeguato all’esito della valutazione di impatto ambientale prima del rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione e comunque prima dell’inizio dei lavori. Il proponente deve trasmettere i relativi elaborati al Servizio SAVI. L'amministrazione competente all'autorizzazione definitiva dell'opera o che provvede alla sua realizzazione, acquisisce il giudizio di compatibilità ambientale comprendente le eventuali prescrizioni per la mitigazione degli impatti ed il monitoraggio delle opere e degli impianti. Il progetto deve essere realizzato entro cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento di esclusione dalla valutazione di impatto ambientale, pena la reiterazione della procedura, ad eccezione dei casi in cui, tenuto conto delle caratteristiche del progetto, nella deliberazione venga stabilito un periodo più lungo. In nessun caso può farsi luogo all'inizio dei lavori senza che sia intervenuto il provvedimento di valutazione dell'impatto ambientale, che costituisce presupposto o parte integrante del procedimento di autorizzazione o approvazione. I provvedimenti di autorizzazione o approvazione adottati senza la previa valutazione di impatto ambientale, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge.

5.3ELABORATI DELLA VALUTAZIONE La presente Valutazione comprende al suo interno i seguenti elaborati.

• Copia del progetto definitivo-esecutivo; • Studio di Impatto Ambientale con un’approfondimento quale Valutazione di Incidenza e

la parte riguardante la conformità pianificatoria, programmatica e paesaggistica del progetto proposto;

• Atlante (A3) (contenente le cartografie seguenti) • Cartografia alla scala 1:25.000

V.1 – Topografia 1834 V.2 – Topografia 1900 V.3 – Ortofoto 1954 V.4 – Topografia 1960 V.5 – Topografia 1987 V.6 – Ortofoto 1954 V.7 – Ortofoto 1977 V.8 – Ortofoto 1998 V.9 – Ortofoto 2000 V.10 – Ortofoto 2004 V.11 – Ortofoto 2005 V.12 – Ortofoto 2006

• Cartografia alla scala 1:10.000 su base ctr R. 1 – Fasce Altimetriche R. 2 – Acclività R. 3 – Esposizione R. 4 – Geologia R. 5 – Idrogeologia R. 6 – Pedologia R. 7 – Uso del suolo (2006) R. 8 – Vegetazione R. 9 – Ecosistemi R. 10 - Beni Culturali

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• Simulazioni dell’intervento; • Elenco delle autorizzazioni, dei nulla-osta, dei pareri e degli altri atti di analoga natura,

da acquisire o già acquisite ai fini della realizzazione e dell'esercizio dell'opera. • Sintesi in linguaggio non tecnico dello Studio di Impatto Ambientale

5.4LO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE L’articolazione dello Studio viene infatti strutturata secondo i tre quadri prescritti dalla norma: Quadro Programmatico, Quadro Progettuale e Quadro Ambientale, mediante i quali si descrivono gli effetti degli impatti dell’attività e le misure previste per ridurre e compensare gli effetti negativi del progetto sull’ambiente. Il contenuto specifico dei singoli quadri consiste:

Quadro progettuale: • le soluzioni alternative tecnologiche e localizzative considerate, inclusa l’ipotesi di non realizzazione

del progetto con l’indicazione dei motivi principali della scelta compiuta, tenendo conto dell’impatto sull’ambiente;

• la descrizione delle caratteristiche tecnologiche e dimensionali dell’opera od intervento, nonché delle esigenze di utilizzazione del suolo e delle altre risorse durante le fasi di costruzione ed esercizio;

• la descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con l’indicazione della natura e della quantità dei materiali impiegati;

• la descrizione delle soluzioni tecniche prescelte, in riferimento alle migliori tecnologie disponibili, per realizzare l’opera o l’intervento, per ridurre l’utilizzo delle risorse, le emissioni di inquinanti, minimizzando altresì le fonti di impatto;

• la valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti (quali l’inquinamento dell’acqua, dell’area e del suolo, rumore, vibrazioni, luce, calore, radiazioni, ecc.) risultanti dalla realizzazione e dall’attività del progetto proposto nonché dall’eventuale dismissione e/o bonifica del sito;

• analisi incidentale e quadro delle eventuali condizioni di rischio con riferimento alle fasi di costruzione, esercizio ed eventualmente di dismissione dell’opera od intervento;

• simulazione dell’impatto paesistico dell’intervento.

Quadro programmatico: • illustrazione del progetto in relazione alla legislazione, pianificazione e programmazione vigenti

(nazionale, regionale e locale) di riferimento, nonché in relazione alle finalità ed agli eventuali riflessi in termini sia di vincoli che di opportunità sul sistema economico e territoriale; finalità e motivazioni strategiche dell’opera od intervento proposti, modalità con cui soddisfa la domanda esistente, anche alla luce delle trasformazioni in corso a livello locale ed allo stato di attuazione della pianificazione;

• l’indicazione del rapporto fra costi preventivati e benefici stimati, anche in termini socio-economici; l’indicazione dell’attuale destinazione d’uso dell’area, come indicato dalla vigente strumentazione urbanistica e dei vincoli di varia natura esistenti nell’area prescelta e nell’intera zona di studio.

Quadro ambientale: • l’analisi della qualità ambientale con riferimento alle componenti dell’ambiente potenzialmente

soggette ad un impatto importante del progetto proposto, con particolare riferimento alla popolazione, alla fauna, alla flora, al suolo, alle acque superficiali e sotterranee, all’aria, ai fattori climatici, al paesaggio, all’ambiente urbano rurale, al patrimonio storico artistico e culturale ed alle loro reciproche interazioni;

• la descrizione dei prevedibili effetti positivi e negativi, diretti ed indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei che la realizzazione del progetto comporta sull’ambiente dovuti:

o alla realizzazione ed esercizio delle opere ed interventi previsti; o all’utilizzazione delle risorse;

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o all’emissione di inquinanti, alla produzione di sostanze nocive ed allo smaltimento dei rifiuti;

• la stima degli effetti cumulativi degli impatti nel tempo e con le altre fonti di impatto presenti sul territorio;

• l’indicazione dei metodi di previsione utilizzati; • la descrizione delle misure previste per evitare ridurre e compensare dal punto di vista ambientale gli

effetti negativi del progetto sull’ambiente.

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5.5LE NORME DI RIFERIMENTO DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

• Direttiva del Consiglio 97/11/CE del 3 marzo 1997 - Modifica della direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati.

• D.P.R. 12 Aprile 1996 - Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'Art. 40, comma 1, della L.R. 146/94, concernente disposizioni in materia di Valutazione di impatto ambientale.

• Direttiva del Consiglio 85/337/CEE del 27 giugno 1985 - Valutazione dell'Impatto ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati.

• L.R. n. 1 del 18 gennaio 1999, Art.31 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 1999)

• D.P.C.M. 3 Settembre 1999 - Atto di indirizzo e coordinamento che modifica ed integra il precedente atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'Art.40, comma 1 della legge 22 Febbraio 1994, n.146. concernente disposizioni in materia di valutazione di Impatto Ambientale

• Legge n. 349 del 8 Luglio 1986, art.6 - Istituzione del Ministero dell'Ambiente e norme in materia di danno ambientale.

• D.G.R n. 36/39 del 2/08/1999 - Procedure per l'attuazione dell'Art.31 della L.R. 18 Gennaio 1999, n.1 Art.31 recante "Norma transitoria in materia di Valutazione di impatto ambientale".

• L.R. n. 4 del 20 Aprile 2000, art.18 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2000).

• L.R. n. 17 del 5 Settembre 2000, art. 17 - Modifiche ed integrazioni alla Legge finanziaria, al bilancio per gli anni 2000/2002 e disposizioni varie.

• D.P.C.M. 1 Settembre 2000 - Misure relative alla conclusione degli interventi di protezione temporanea assicurati agli stranieri presenti sul territorio nazionale con permesso di soggiorno rilasciato ai sensi del D.P.C.M. 12 maggio 1999, pror

• D.G.R. n. 23/15 del 18/07/2002 - Annullamento dell'ultimo capoverso della D.G.R. 36/39 riferito ai tempi di applicazione dell'Art.31 della L.R. 1/99

• D.G.R. n. 29/9 del 4/9/2001 - "Procedura di Verifica... assunzione del relativo atto attraverso Determinazione del Direttore del Servizio SIVEA.

• L.R. n.3 del 29 Aprile 2003, art. 20, commi 12 e 13 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2003)

• D.G.R. n. 5/11 del 15/02/2005 - Modifica della D.G.R. n. 36/39 del 2.8.1999. Procedure per l’attuazione dell’art. 31 della L.R. n. 1/1999 recante “Norma transitoria in materia di valutazione di impatto ambientale”.

• D.G.R. n. 5/11 del 15/02/2005 - Allegato B - Procedura di valutazione di impatto ambientale. • D.G.R. n. 38/32 del 2 agosto 2005 - Modifica della delibera n. 5/11 del 15 febbraio 2005

concernente le direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione impatto ambientale. Prime disposizioni in materia di attuazione della direttiva 42/2001/CE.

• D.G.R. n. 24/23 del 23/04/2008 - Allegato A - Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

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6.QUADRO PROGETTUALE L’area in esame è classificata dal P.U.C. come E e si trova in località “Bruncu Arrubiu, a sud ovest dell’abitato. La proprietà ha una superficie catastale di circa.

Simulazione dell’area da Sardegna 3d

6.1LA COLTIVAZIONE DEL GIACIMENTO Il giacimento oggetto della coltivazione costituito da livelli argillosi con intercalati livelli arenaceo conglomeratici e ammassi e rari livelli di vulcaniti andesitiche, sovente radicati. Le frazioni lapidee non hanno continuità areale e mostrano una potenza del tutto irregolare. Ugualmente varia la quota di base delle stesse e la loro superficie di appoggio. Nella cava attualmente visibile la forma di alcuni banchi di materiale lapideo, prevalentemente costituito da depositi detritici eocenici, che affiorano alle quote più varie, cosi come testimoniato nello scavo del canale E.A.F. che intercetta il Rio Coccu Pinna. La coltivazione, trattandosi di terreni sciolti, avanza seguendo il criterio dello scavo regolare, con gradonatura della fronte, lasciando sul posto isolati i lembi di roccia radicata incontrati nel corso dello scavo. Lo scavo, a partire dai lavori esistenti, avverrà partire dalla superficie di base considerata e quindi leggermente più bassa dela quota piazzale della cava attuale. Lo sbancamento, operato tramite trattore cingolato, va effettuato dopo la scarificazione della parte superficiale di suolo contenente sostanza organica, per operarne una separazione, onde poter disporre dello stesso nella successiva fase di ripristino. Tale frazione verrà accantonata, usando la cautela di evitarne la miscelazione con le frazioni di sfrido di coticazione a consistenza lapidea. La frazione lapidea asportata con il ripper, per liberare di volta in volta bancate argillose utili, verrà accumulata in aree separate onde poterla utilizzare in una seconda fase. La quota di sistemazione finale dei piazzali inferiore alla adiacente strada provinciale, dalla quale gli scavi verranno mantenuti a distanza adeguata, come prescritto dai limiti di legge. Sulla base della pezzatura, la stessa frazione lapidea, utilizzata direttamente quale tout-venant nel sottofondo delle strade di carreggio all'interno della cava. La frazione di dimensione superiore ai 50/80 mm, se francamente lapidea, potrà essere eventualmente

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utilizzata tramite frantumazione per la produzione di granulati, presso la Autotrasporti e Movimento Terra. Il materiale scavato, in funzione delle disponibilità di spazi presso gli impianti di lavorazione, potrà venir trattenuto in loco, accumulato nei piazzali, per anche trenta giorni, allo scopo di facilitarne i processi di ossidazione ed in generale di "invecchiamento". Il volume utile dei terreni scavati di 40.000 mc/anno, mentre i volumi totali di scavo previsti a totale esaurimento, alle quote di progetto, ammonta a 3.500.000 mc. Sulla base di una percentuale di sfrido stimata del circa 30%, costituita essenzialmente dalle frazioni francamente arenaceo-conglomeratiche, il fabbisogno annuo di circa 52.000 mc. Il volume dei materiali presenti, e previsti come scavabili nell'ambito di un'organico programma, consentono di valutare una disponibilità sufficiente ad un fabbisogno ultra ventennale garantendo quindi una buona continuità economica dell'iniziativa ed un serio recupero dell'area in corso d'opera. Nel presente progetto si prevede lo scavo dell'area in modo organico, intestando gli sbancamenti a partire dagli scavi esistenti posti in prossimità della strada Pedemontana.

6.2PROGETTO DI SISTEMAZIONE E RECUPERO Secondo la classificazione fitoclimatica del Pavari l'area ricade nella zona del Lauretum sottozona calda che in questo coincide con la zona del piano basale orizzonte mediterraneo sub-orizzonte litoraneo caratterizzato dal Climax dell'Oleo-Ceratonion nella

classificazione fitosociologica della vegetazione in Sardegna. La vegetazione tipica di tale Climax è rappresentata da formazioni arbustive sempreverdi di sclerofille e da macchia termoxerofila, costituita da olivastro, cisto, lentisco, mirto, euforbia, con presenza nelle zone più evolute di esemplari di Quercus Ilex e Suber.

Ortofoto 1998 e CTR 1996 – Il settore della cava al 1998 con le aree già interessate dalle coltivazione prossime allo stato attuale. Tali associazioni vegetali si

riscontrano rigogliose nelle aree circostanti insistono pure nel sito di cava ove prevalgono il cisto, l'olivastro, il lentisco e si incontra qualche esemplare di ginepro e perastro. La cava si trova in un area di transizione tra la zona interessata dai lavori di costruzione della diga sul Cixerri che ha subito quindi dei grandi sconvolgimenti e le pendici di monte Arcosu, zona di grande interesse

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naturalistico per la flora e la fauna infatti si tratta di una zona di macchia evoluta dove si possono incontrare diversi esemplari di Cervo Sardo.

Aerofoto 1998 – L’area della cava e le sole aree a vegetazione spontanea superstiti nell’area, circondata da eucaliptus e coltivi

6.3 MODELLAZIONE DELL’AREA E SISTEMAZIONE IDRAULICA

La situazione di margine topografico in cui si trova il sito di cava determina la vocazione dell'area a diventare un punto di incontro tra il paesaggio antropizzato che domina interamente l’area ed il paesaggio naturale che qui sfuma verso le aree di piana del Cixerri.

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A tale scopo è già in corso la progressiva modellazione che viene operata con l’avanzare dei lavori, seguendo i criteri ipotizzati nel progetto di coltivazione originario.

Mappa – L’area della cava a fine sistemazione delle superfici e ricostituzione vegetale per il settore Sud –Est.

Nel corso dei lavori di coltivazione verrà eseguita, sulle fronti risultanti dalla coltivazione, una modellazione delle scarpe onde poter definire la superficie delle stesse e poter allontanare le acque. Il deflusso delle acque superficiali di ogni singola fronte verrà, alla base della stessa convogliato attraverso una rigola verso l’estremità più prossima del gradone. Il fondo della cava verrà modellato in modo da far defluire le acque che vi pervengono, le sole dirette precipitazioni, in quanto la cava non sottende alcun bacino se non quello direttamente occupato zenitalmente, e le acque ruscellanti la fronte inferiore, verso l’estremo orientale. Le acque verranno indirizzate quindi verso l’impluvio naturale che raccoglie le acque convogliandole verso il Rio Coccu Pinna. Le fronti inattive verranno quindi sistemate attraverso il riporto di terre di scotico ove necessario ed i materiali verranno stesi sulla superficie piana dei gradoni con uno spessore maggiore verso la fronte, allo scopo di convogliare le acque superficiali verso la rigola posta al piede della singola scarpa di monte.

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Mappa – L’area della cava a fine sistemazione delle superfici e ricostituzione vegetale per il settore Sud –Ovest.

La loro stesura avrà anche una irregolarità longitudinale allo scopo di produrre una irregolarità altimetrica nella posizione delle essenze arboree.

6.4 RIPRISTINO DELLA COPERTURA VEGETALE

L'intervento consisterà essenzialmente nella esecuzione, sulle sole superfici dei gradoni ottenuti dalla modellazione, ed al piede del primo di essi, di un rimboschimento misto di conifere e latifoglie che successivamente, con la loro crescita maschereranno tali fronti alla vista, rendendone più gradevole l’inserimento in un paesaggio che comunque non è caratterizzato da una particolare abbondanza di essenze arboree naturali. La fase preliminare prevede la semina di essenze pabulari che avranno lo scopo di apportare sostanza organica e azoto al terreno. Per consentire la semina dovranno effettuarsi degli interventi di sistemazione idraulico agraria e delle lavorazioni. Le sistemazioni idraulico-agrarie consisteranno in apporti di terra di terra sui gradoni ed al piede delle scarpe, e nella realizzazione di canalicoli di sgrondo per l'allontanamento delle acque in eccesso verso gli estremi esterni di ogni singolo gradone.

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Mappa – L’area della cava a fine sistemazione delle superfici e ricostituzione vegetale per il settore in fronte alla strada provinciale con la cortina di vegetazione richiesta dal SIVIA in fase di Verificadi Compatibilità Ambientale e l’impluvio e le curve di livello a fine lavori.

Le lavorazioni consisteranno nella stesura di almeno 60-80 cm di suolo accumulato verso il bordo del gradone, onde consentire il confinamento delle acque discendenti da ogni singola fronte ed il loro allontanamento per naturale pendenza. Allo scopo di favorire l’inerbimento andranno utilizzati appropriati concimi da introdurre durante il movimento e la stesura della coltre di terreno.

Per la semina si utilizzeranno essenze pabulari rustiche, autoriseminanti o dotate di capacità stolonifere. In particolare si impiegheranno Cynodon Dactilon, Lolium Rigidum, Lolium Italicum, Tripholium Subterraneum. La fase successiva prevede la messa a dimora di conifere e latifoglie per la ricostituzione del bosco misto, sia sulla superficie dei gradoni, sia sulla fascia di superficie adiacente la base del primo gradone. A tal fine si effettueranno delle lavorazioni localizzate consistenti nella apertura di buche di dimensioni pari a cm. 80x80x100 eseguite meccanicamente con escavatore tipo. Si impianteranno conifere e latifoglie in uguali percentuali. Tra le conifere si utilizzeranno il Pinus Halepensis ed eventualmente il Pinus Pinea, come specie pioniere a rapido accrescimento ed il Juniperus. Le latifoglie arboree saranno essenzialmente Quercus Ilex ed Suber alle quali si potranno consociare Mirtus Communis, Pistacia Lentiscus, Olea Europea e Ceratonia Siliqua. Saranno messe a dimora, con una densità di impianto di 1111 piante per ettaro, piante aventi un anno di età, allevate in fitosacco.

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Mappa – Schema della suddivisione della superficie interessata dalle diverse lavorazioni previste in fase di ripristino nella cava di Bruncu Arrubiu: dai gradoni ed aree assimilabili (in verde scuro), dalla sistemazione della fascia prospiciente alla S.P. in verde chiaro) e dalla sistemazione finalizzata al recupero a fini agricoli (in arancio) ed a quella in proprietà (perimetro viola).

Nei due anni successivi all'impianto saranno opportune, per la riuscita dell'intervento, cure colturali consistenti in erpicature superficiali, anche localizzate attorno al singolo individuo, per interrare la vegetazione infestante e aerare il terreno, limitando i fenomeni di risalita capillare.

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6.4.1Opere settore gradonatura ed aree acclivi

Si tratta delle zone indicate in verde scuro in mappa ed aventi una superficie totale di circa 8.5 ha e sono costituite dalle superfici dei gradoni e dalla fascia immediatamente al piede di essi. La fascia al piede viene considerata come la superficie del gradone in quanto necessita delle stesse cure e cautele. Le opere consistono nella sistemazione della superficie con il riporto di suolo e nella messa a dimora delle piantine con un sesto di impianto di 6 m su filari paralleli distanti 3 m e posti a quinconce, con una densità di impianto di circa 1111 piante ettaro. La fascia al margine del gradone verrà integrata con la piantagione di essenze arbustive della macchia (Pistacia, Mirtus, Cistus…)

6.4.2Opere settore fronte Strada Provinciale

Si tratta delle zone indicate in verde chiaro in mappa ed aventi una superficie totale di circa 1.1 ha e sono costituite dalle superfici in parte acclivi affacciatisi sulla provinciale. La messa a verde ha lo scopo di creare una cortina di essenze arboree che isoli la provinciale dall’attività di cantiere ed è costituita da un sistema di vegetazione arbustiva ed arborea. Le essenze utilizzate sono latifoglie, conifere ed eucaliptus spp.. La fascia immediatamente prospiciente la provinciale andrà trattata al fine di limitare la propagazione degli incendi. La piantagione è del tutto simile a quella dei gradoni, solo che trattandosi di superfici non confinate da scarpe, la disposizione degli individui sarà operata in modo da costituire una disposizione irregolare non geometrica.

6.4.3Opere settore fondo

Si tratta delle zone indicate in arancio in mappa ed aventi una superficie totale di circa 4.1 ha e sono costituite dalle superfici finite e rimodellate del fondo cava. La loro sistemazione prevede la modellazione con la creazione di un debole impluvio e la semina con essenze erbacee per ricostituire un suolo sub-naturale consentendone il successivo utilizzo come seminativo o pascolo.

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6.5CONSIDERAZIONI FINALI

I costi dell'intervento complessivo sommano a circa 147.650 € sulla base della superficie interessata dalla gradonatura, della fascia fronte strada e dal fondo cava a fini agricoli che sono direttamente interessate dalla ricostituzione ambientale. I costi della sistemazione della fascia prospiciente la Strada Provinciale sono costituiti sostanzialmente dalla messa a dimora di individui alternati di Quercus ilex e Pinus o Eucaliptus, e essenze prettamente arbustive (Pistacia, Arbutus, Mirtus etc..) che consentono la creazione di un effetto bordo al raccordo tra la fascia di pertinenza stradale che deve essere lasciata libera e la cortina alberata che preclude la vista al settore degli scavi. Le piste di accesso interne e la recinzione perimetrale non sono considerate nei costi in quanto integralmente parte del progetto di coltivazione della cava e costituenti il risultato finale di tale fase operativa.

Simulazione – La simulazione del posizionamento delle alberature con il terreno sistemato con gibbosità di circa un metro di dislivello e la presenza degli elementi di macchia. I costi legati alla stesa del suolo ed alle lavorazioni non vengono computati in quanto svolti in economia con le attrezzature del cantiere. Nel corso dei lavori svolti fino ad oggi sono stati modellati alcuni settori dei gradoni che dopo la sistemazione a verde non verranno più interessati da lavorazioni. I prezzi elementari utilizzati sono prevalentemente quelli del prezziario regionale per opere in agricoltura (caratterizzati dai codici originali) ed in assenza di essi sono stati costruiti dei nuovi prezzi. I costi delle piante sono stati ricavati da costi attuali di mercato (2007). Il totale del computo è stato maggiorato di circa un 30% per contemplare imprevisti (10%) e possibili incrementi dei costi operativi che verranno a verificarsi nel corso del tempo (20%). Un ulteriore adeguamento del 30%, ipotizzando l’esecuzione entro il 2011 porterebbe il totale dei costi a circa 200.000 €.

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Tab..2.3.1 – Lo schema di computo dei costi di ripristino DESCRIZIONE U.M. DIM PREZZO UN. IMPORTO Forestazione sui gradoni e nel piano con leccio e pino d'Aleppo

ha 8,5 € 13.500 € 114.650

Semina delle scarpate con miscuglio di ecotipi regionali di leguminose e graminacee a bassa densità e concimazione di fondo

ha 4,1 € 2.000 € 8.200

Creazione della fascia di transizione stradale con Quercus, Pinus, Eucaliptus ed essenze della macchia

ha 1,1 € 15.000 € 16.500

Modellazione delle parti di fondo cava ha 4,1 € 2.000 € 8.200

TOTALE € 147.650

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6.6 VALUTAZIONE ECONOMICA DEL PROGETTO ED EFFETTI ATTESI La cava in oggetto é situata nel territorio del comune di Uta (CA) in regione “ Bruncu Arrubiu ” Il prodotto estratto è argilla da laterizi di qualità compatibile con le produzioni ricavate nello stabilimento di Sestu (CA) ex S.S. 131 Km 8,200 sempre di proprietà FORNACI SCANU S.p.A. Non è di norma prevista alcuna commercializzazione verso clienti esterni. FORNACI SCANU S.p.A., opera nel settore in Sardegna da quasi 90 anni, ha necessità per il funzionamento dei propri stabilimenti laterizi di un quantitativo di argilla valutabile in circa 200.000 mc/anno con funzionamento a regime normale. L’argilla utilizzata proviene in buona parte da cave di proprietà, la quantità di argilla estratta è variabile ed è funzione del mercato del prodotto finito, della disponibilità di argille di terzi compatibili per qualità, quantità, prezzo e distanza dallo stabilimento di produzione, che presentatosi l’opportunità Fornaci Scanu acquista, salvaguardando la riserva delle proprie cave che danno la materia prima con continuità ai propri stabilimenti che con continui aggiornamenti tecnologici costituiscono un investimento ingente. La cava oggetto della presente relazione fornisce circa l’80% della argilla necessaria allo stabilimento di Sestu. La necessità di sfruttamento può variare tra i 50.000 e i 100.000 mc/anno. La durata della coltivazione è prevista per almeno 15 anni e la lavorazione della cava è in appalto a terzi. Nella stessa sono mediamente impegnati 5 occupati:

• n° 3 occupati con i seguenti mezzi:

• n° 1 trattore cingolato Caterpillar D9 • n° 1 escavatore cingolato Caterpillar 225 con benna • n° 1 escavatore cingolato caterpillar 320 dotato di martellone • n° 1 autocarro Perlini • n° 1 Autocarro bonza con funzioni di bagnatura

Vengono inoltre impiegati per il trasporto della materia prima allo stabilimento:

• n° 2 autisti per i seguenti mezzi:

• n° 2 autocarri a quattro assi con cassone roccia o articolati. Il piano economico per una produzione di 50.000 Mc può essere così sintetizzato. Ammortamenti mezzi d’opera 8.304,00 + Ammortamenti mezzi di trasporto 5.466,00 + Manutenzioni 58.377,00 + Gasolio 70.000,00 + Retribuzioni dipendenti 128.969,30 + Oneri vari 25.000,00 + Totale 296.116,30 = Spese generali e utile 63.883,70 + Ricavi 360.000,00 =

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Il costo medio e di (360000/50000) euro/mc 7,20 franco stabilimento. A tale costo vanno aggiunti ulteriori oneri sostenuti da Fornaci Scanu per saltuaria necessità di utilizzo di esplosivi, completamento ripristini e piantumazioni, oneri vari, valutabili in circa euro/mc 1,50 Costo totale medio pari a circa euro/mc 8,70.

6.7PROCESSO DI VERTICALIZZAZIONE (TRASFORMAZIONE DELLA MATERIA PRIMA IN PRODOTTO FINITO) La trasformazione della materia prima avviene negli stabilimenti della Fornaci Scanu S.p.A. Nella stessa sono occupati n°105 dipendenti diretti e gli occupati indiretti sono valutabili in circa altrettanti. Fornaci Scanu S.p.A. soddisfa direttamente o attraverso numerosi rivenditori, presenti in quasi tutti i comuni della Sardegna,oltre il 50% del mercato dei laterizi delle province centro meridionali della Sardegna e oltre un terzo dell’ intero mercato regionale dei laterizi. Le prospettive, nonostante il non certo favorevole periodo economico, sono da considerasi buone la società investe, come ha sempre fatto nel corso della sua storia, costantemente in aggiornamento tecnologico, rinnovo degli impianti, nuovi prodotti, sicurezza, ambiente, formazione, risparmio energetico, riuscendo a contrastare le gravi deficienze di competitività tipiche della nostra regione, quali ad esempio: mancanza del metano, impossibilità di realizzare impianti di cogenerazione, costi energetici in generale, mancanza di manodopera specializzata, mancanza di servizi, costi dei trasporti ecc.. Sintesi del conto economico di Fornaci Scanu S.p.A. (Nell’anno 2008 i ricavi da vendita di laterizi contribuiscono per circa il 70% dei ricavi totali.)

CONTO ECONOMICO 2008 A) TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE 16'947'549,00 + Costi della Produzione Consumi di mat. Prime, sussidiarie, di consumo e di merci 6'738'707,00 Spese per prestazioni di servizi 3'639'473,00 Totale ammortamenti, svalutazioni e spese godimento beni di terzi 1'400'306,00 Totale costi del personale 4'258'149,00 Oneri diversi riferiti a gestione caratteristica: 195'331,00 B) TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE 16'231'966,00 - DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE (A-B) 715'583,00 = TOTALE PROVENTI E ONERI FINANZIARI 168,00 + TOTALE DELLE PARTITE STRAORDINARIE 131'749,00 + RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 847'500,00 = Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti differite e anticipate 433'663,00 - UTILE DELL' ESERCIZIO 413'837,00 =

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6.8ALTERNATIVE DI PROGETTO In questo paragrafo si analizzano le alternative di progetto non prescelte, quindi le loro caratteristiche vengono raffrontate nella tabella alla fine della descrizione. I criteri per la definizione delle alternative possibili possono essere riassunte nel modo seguente:

- Alternativa “0” o “do nothing” o Opzione Zero - Alternative di localizzazione - Alternative di modalità di coltivazione - Alternative di modalità di ripristino - Alternative di impianto o di layout

Per ogni proposta saranno analizzati di massima i valori di fattibilità economica, tecnica e l’entità e tipologia di mitigazioni e compensazioni.

6.8.1Alternativa “0” o “do nothing” o Opzione Zero L’alternativa dell’Opzione Zero va ulteriormente definita. Lo stato attuale delle cose è costituito da un plafond di risorse da estrarre limitato dimensionalmente e confinato catastalmente e normativamente. Le necessità dell’impianto sono di circa 60.000 tonnellate anno e i materiali provenienti dalla cava di Bruncu Arrubiu, solo parzialmente possono soddifare le esigente dell’impianto di Sestu, per qualità e quantità. L’assenza delle disponibilità di materiali provenienti da Bruncu Arrubiu costringerebbero la società ad apprivigionarsi da terzi e comunque incrementerebbero i costi oltre l’attuale livello. Certamente ridurrebbero le problematiche derivanti dal traffico, fatto salvo che l’approvvigionamento non avvenga dalla cava di Guardia Predi Casu della Autotrasporti e Movimento Terra che si trova poco più avanti. Le argille provenienti dalla cava in oggetto di limitate potenzialità, sono di qualità ridotta e venivano miscelate con quelle provenienti dalla cava in Assemini, is Argiolas Mannas, attualmente chiusa all’estrazione, e stoccati in piazzale.

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6.8.2Alternative di possibile localizzazione Le alternative di localizzazione possibili sono legate alla possibilità di reperire la tipologia di risorsa in ambiti caratterizzati dalla sua presenza e dalla sua possibile estrazione. Il fattore determinante che guida a priori tale aspetto è, nel nostro caso, la proprietà del fondo. Le altre possibili localizzazione alternative potrebbero essere sviluppate nell’intorno dell’area in oggetto, nel settore a monte, ma al prezzo dell’apertura di una nuova area di estrazione i settori intonsi. Le aree attualmente oggetto della coltivazione e del progetto, vennero acquisite in funzione della vicinanza anche con l’impianto di assemini, posto a ridosso della ferrovia ed oggi chiuso, che utilizzava come fonte primaria, delle argille grigie provenienti da una cava a fossa aperta in adiacenza all’impianto.

Mappa – L’area di cava attuale, dista, dagli impianti, in linea d’aria circa 16 km Nell’ambito delle distanze equivalenti e delle aree non tutelate, interessate da formazioni con caratteristiche e potenzialità simili, e valori agricoli ridotti, nonché inserite nelle aree considerate compatibili con l’attività estrattiva di cava dal Piano dell’Attività Estrattiva, non sono molti i siti ospitanti materie prime significativamente suscettibili di interesse industriale. In particolare, per motivi di basso valore del prodotto e contenimento del costo della materia prima, è necessario, che l’approvvigionamento non sia effettuato a distante superiori ai 20 km. Le argille intercalate nella formazione del Cixerri, attualmente coltivate a Brunc Arrubiu, affiorano in alttre aree prossime e meno prossime, ognuna caratterizzata da peculiarità differenti e comunque da sottoporre a procedure diverse e più importanti che vanno dall’acquisizione dei fondi alla definizione della fattibilità tecnico-economica. Le mappe facenti parte del Piano delle Attività Estrattiva, per l’ubicazione di materiali per uso industriale, non danno indicazioni sufficienti alle valutazioni necessarie. Viceversa, utilizzando una cartografia geolitologica maggiormente dettagliata, è possibile identificare la distribuzione areale in una pertinenza geografica limitata, della formazione del Cixerri ed in particolare dell’affiorare dell’Unità caratterizzata dalla presenza delle argille e delle arenarie.

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Mappa – in nocciola, la distribuzione della sequenza geologica che include anche la Formazione del Cixerri, dal Piano dell’Attività Estrattiva

Mappa – In rosa, numerate e perimetrate in verde, le aree dei principali affioramenti della Form. Del Cixerri Le aree di maggior continuità areale degli affioramenti sono 8:

- 1 – Monastir nord e Nuraminis - 2 – Monastir sud e Ussana

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- 3 – Villasor ovest e Vallermosa (Campidano ovest) - 4 – Siliqua nord e Musei (Valle del Cixerri nord) - 5 – Siliqua sud (Valle del Cixerri sud) - 6 – Salti di Decimomannu (Valle del Cixerri sud) - 7 – Perdaxius e Narcao (Fossa del Sulcis ovest) - 8 – Nuxis e Narcao (Fossa del Sulcis nord ed est)

Il settore 1 non è interessato da attività estrattiva e potrebbe, dopo una attenta indagine mostrare delle opportunità. L’area 2 è già interessata da estesa attività di cava storica ed attuale e pur essendo in zona prevalentemente libera, generalmente da vincoli, non è facilmente riattivabile. Le zone 3, 4 e 5 non sono interessate da attività e non pare lo siano storicamente state, e sulla base del Piano parrebbero interessabili da proposte di nuova attività estrattiva. L’area 6, in particolare il settore di Monte Conillu è stato già interessato da attività estrattiva ma è molto prossimo al limite del Parco del Sulcis. I settori 7 e 8 sono, in particolare il 7, stati interessati da attività estrattiva ma sono posti ad una distanza elevata, che potrebbe essere giustificata da una maggiore qualità del materiale.

6.8.3Alternative di modalità di coltivazione Le modalità di coltivazione attualmente utilizzate sono quelle più idonee per la tipologia di materiali estratta.

6.8.4Alternative di modalità di ripristino Le modalità di ripristino proposte sono state scelte sulla base di attività di ripristino già praticate dagli stessi progettisti ed altre attività proposte e già assentite in altre aree estrattive dalla RAS.

6.8.5Alternative di impianto o di layout Le alternative di impianto planimetrico della coltivazione sono dettate dall’andamento della morfologia, dall’andamento della stratificazione delle bancate di arenaria del Cixerri, talvolta spessa e non facilmente aggredibile economicamente con mezzi meccanici. Ulteriormente va notato che l’attuale sito, è in produzione la sospensione dell’attività in tempi stretti, priverebbero gli impianti della materia prima con la conseguente chiusura. L’apertura di nuove aree estrattive è prevista in conseguenza di indagini tecnico economiche in corso e verrà sottoposta all’attenzione degli uffici appena completati gli accertamenti. Tale condizione, unitamente alla disponibilità attuale della cava in oggetto, rendono non insignificante la proposta di continuare ad esaurimento l’attività nel luogo dove attualmente si svolge, con l’ovvia conseguenza di spostare entro alcuni anni l’estrazione in nuove aree.