Formazione Culturale

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1 Giuseppe Marcuccio LA FORMAZIONE CULTURALE: un modo speciale di pensare e realizzare la formazione

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Giuseppe Marcuccio

LA FORMAZIONE CULTURALE: un modo speciale di pensare e

realizzare la formazione

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lassificare è un bisogno dell’essere umano e anche uno dei meccanismi di apprendimento più comuni; classificare

implica l’apposizione di etichette a cose, pensieri e persone e, nonostante sia un nostro bisogno profondo, a volte risulta difficile apporre l’etichetta che ci soddisfa maggiormente.E’ proprio quello che è accaduto con i progetti di formazione aziendale a cui lavoro ormai da tanti anni e che hanno delle caratteristiche che li differenziano da tutte le altre iniziative di formazione. Dove collocare un corso come Il Laboratorio Teatrale sull’Anima o l’Officina Private nelle diverse categorie che organizzano il variegato mondo della formazione? Sicuramente non possiamo parlare di addestramento o di formazione tecnico procedurale e, altrettanto sicuramente, non si tratta di formazione tecnico finanziaria.La tentazione più forte, dovuta anche a un certo snobismo che caratterizza il nostro mondo di formatori, è di considerarli progetti di formazione manageriale o, al limite, comportamentale; eppure non c’è niente di più improprio e impreciso, in quanto progetti di questo tipo sono caratterizzati dal coinvolgimento dell’intera popolazione aziendale o di ruoli, non necessariamente manageriali; nelle giornate di formazione, inoltre, si acquisiscono competenze che non pretendono di generare comportamenti da replicare ma che permettono di sperimentare, in

modo operativo, valori condivisi.Il coinvolgimento dei partecipanti non avviene per saturazione di ruoli aziendali omogenei ma con la costruzione di gruppi di partecipanti selezionati in modo da avere, per ogni edizione, un campione rappresentativo dell’intera popolazione aziendale (direttori di filiale, private banker, assistenti, responsabili di strutture centrali, addetti di strutture centrali). Tutti questi gruppi eterogenei si incontrano nel tempo (un tempo che deve essere previsto necessariamente lungo, per potere estendere il progetto a tutta la popolazione aziendale) sempre negli stessi luoghi (albergo, teatro e altre eventuali strutture pubbliche) e incontrano sempre le stesse persone (lo staff di docenti – interni ed esterni – i tecnici, il personale dell’albergo) che realizzano, nel tempo, il contesto necessario per poter proporre esperienze sempre uguali, in tempi e con partecipanti, di volta in volta, diversi e, per questo motivo, uniche.In questo modo, ogni edizione di un progetto formativo di questo tipo, non può essere considerata una replica ma nemmeno un atto unico: il teatro, le scenografie, i tecnici sono sempre gli stessi ma gli autori, il plot, la compagnia di attori cambiano in ogni edizione; nella progettazione, quindi, è molto importante tessere un filo rosso invisibile ai più che tenga insieme le tante edizioni, rendendole, volta per volta, uniche. Ed è qui che ci viene incontro lo straordinario potere della metafora: l’intero progetto

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diventa metafora e assume, di volta in volta, forme, colori, tratti diversi ma legati gli uni agli altri: nel Laboratorio Teatrale sull’Anima il filo rosso era rappresentato dalle illustrazioni che caratterizzavano le locandine delle singole edizioni, che venivano affisse in teatro; illustrazioni che sembravano essere accomunate solo dal tratto e dallo stile dell’autore ma che poi, quando il progetto aveva coinvolto l’intera popolazione, hanno svelato a tutti la loro funzione di collante attivo attraverso la metafora dei tarocchi: immagini uniche, di volta in volta diverse, che possono raccontare storie proprio dal modo in cui si presentano ed entrano in relazione le une con le altre...Per l’Officina Private, invece, ogni edizione è stata caratterizzata da una locandina diversa, ispirata alla metafora stessa usata nelle giornate di formazione e cioè il musical, e la tecnica utilizzata per le singole illustrazioni è metaforica essa stessa: macchie di colore bianco e nero che si incontrano e creano l’immagine di locandina; le macchie, infatti, possono annullarsi a vicenda e creare il colore grigio o possono disporsi in modo armonico e creare arte, così come le persone che, arrivando da diverse tradizioni, nell’officina private hanno la prima opportunità di lavorare insieme per produrre qualcosa che entra a pieno titolo nella memoria della loro comune storia.Altra caratteristica di progetti di questo tipo sono le esperienze proposte ai partecipanti: metodologicamente siamo in presenza di formazione esperienziale molto evocativa che trascina i partecipanti, da soli o in gruppo, in dimensioni speciali, permettendo loro di incontrare l’essenza dei valori; valori che quando vengono declamati in modo asettico sembrano, ovviamente condivisi e, proprio per questo motivo, lontani da ciascuno. Questi progetti propongono ai partecipanti delle esperienze

con cui ciascuno potrà comprendere chiaramente il significato di valori selezionati come, per esempio, fiducia, cura, benessere, impegno, ma soprattutto in che rapporto ciascun partecipante è con quel singolo valore. Le esperienze, infatti, hanno il potere di fare incontrare l’essenza dei valori, condividerla con gli altri e comprendere qual è la posizione di ciascuno rispetto a quel valore. Queste esperienze, inoltre, permettono di mettere in relazione molti dei valori sperimentati e comprenderne anche le interazioni e i concatenamenti: ad esempio è possibile sperimentare la cura degli altri e comprendere che questa è in stretta dipendenza con la fatica, l’attenzione e il rispetto e, quindi, realizzare qual è l’ attitudine di ciascuno rispetto alla cura degli altri.Altro elemento che caratterizza questi progetti formativi è il loro collegamento con la comunicazione interna: tutte le esperienza vissute nel corso delle giornate formative da gruppi di persone perfettamente rappresentativi della struttura aziendale vengono fermate nella memoria in modo diverso a secondo del progetto (fotografie, filmati) e restituite nel formato più idoneo a tutti i partecipanti. Ogni edizione, quindi, viene tramandata ai posteri con uno specifico supporto di comunicazione interna che restituisce ai partecipanti quanto da loro vissuto e prodotto nelle giornate di formazione. Con le foto del Laboratorio Teatrale sull’Anima abbiamo prodotto ben 26 volumi fotografici tipo libro d’arte uno per ciascuna edizione, in modo che ogni partecipante avesse il suo volume e, a conclusione del progetto, ogni capo avesse l’intera collezione che abbiamo denominato l’Enciclopedia dell’Anima; L’Officina Private, oltre alle foto, ha previsto anche le riprese video, dal momento che i partecipanti hanno lavorato per due giorni alla produzione di un musical inedito, sempre tutti insieme; in questo modo il filmato

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e le foto hanno permesso ai partecipanti di diventare essi stessi osservatori della loro esperienza vissuta in diretta, in teatro.La scelta di restituire la memoria ai partecipanti con dei manufatti preziosi (volumi tipo libri d’arte) dipende dal settore in cui opera la banca Private per cui sono stati realizzati questi progetti, che impone l’educazione al bello e all’arte di tutte le persone che ci lavorano.Dopo le esperienze estremamente positive dei primi progetti che sono riusciti a rendere visibili il senso di appartenenza e l’orgoglio di essere parte della banca, ho trasferito le modalità utilizzate per la progettazione e la realizzazione di questi progetti anche a iniziative di diversa portata, che non hanno coinvolto l’intera popolazione aziendale ma la totalità di un particolare ruolo (es. Direttori di filiale); in questo modo ho realizzato i Laboratori di Epistemologia Operativa, il progetto di formazione Lo sviluppo Commerciale: un indispensabile strumento manageriale riuscendo a consolidare la cultura aziendale già delineata, nei ruoli manageriali.La formazione culturale, quindi, non è una metodologia di formazione ma è un modo “speciale” di pensare e realizzare la formazione in modo che il processo di crescita culturale di un’azienda possa utilizzare gli strumenti e le iniziative di comunicazione interna per rafforzare e consolidare la cultura desiderata; la formazione culturale è una scelta obbligata per quelle aziende che vogliono partecipare attivamente alla creazione della cultura aziendale e non vogliono subire quella che, in ogni caso, verrà a crearsi. In conclusione, perché, quindi, parlare di Formazione Culturale? Credo che gli elementi ci siano tutti se partiamo da una semplice definizione di cultura: possiamo parlare di cultura in presenza di persone

che appartengono tutte a una stessa comunità di cui sono espressione e che, in uno stesso luogo, vivono delle esperienze che permettono loro di sperimentare dei valori? Possiamo parlarne, a patto che nel tempo queste esperienze entrino a far parte di una memoria condivisa! Ricapitolando, un corso che coinvolge un’intera popolazione aziendale, in gruppi rappresentativi della struttura di quell’azienda, oppure interi ruoli aziendali, proponendo a tutti le stesse esperienze valoriali nell’ambito di una metafora significativa per l’azienda e di queste esperienze tiene memoria in modo appropriato e continuo nel tempo, può essere considerata Formazione Culturale.

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2004 / 2007

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NOI COSTRUIAMO L’ANIMA DELLA NOSTRA BANCA

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2007 / 2008

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PER NOI LAVORARE INSIEMEè POSSIBILE

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COLTIVARE LA NOSTRA

PERCORSO DI SVILUPPO PERSONALE PER DIRETTORI DI

in collaborazione con

2012

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IO SONO MOLTO IMPORTANTE PER LA MIA BANCA

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2005 - 2009

LEO®

Laboratorio di Epistemologia Operativa

LA MIA BANCAMI CONSIDERA UNA PERSONAE INVESTE SUL MIO SVILUPPO

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2013

CONTROLLARE PER LODARE

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2005 - 2007

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L’ESPERIENZA DELLACURA DELL’ALTRO

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L’ Album della

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BAMBINI, VENITE A VEDERE

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2008

COME E’ BELLA LA MIA BANCA!

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2006 - 2009

ECCO LA NOSTRA CULTURA

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2006 - 2013

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Laureato in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Napoli, inizia il suo percorso professionale in Citibank (dove entra a far parte del Progetto di Svilppo Corporate “Management Associate Program”) e poi passa al Banco Ambrosiano Veneto dove comincia a occuparsi di Risorse Umane (Responsabile Formazione prima e Responsabile Gestione e Formazione poi).

Dal 2001 al 2003 è Responsabile Learning HR di Banca PrimaVera.

Nel 2004 consegue il Master in Laboratori di Epistemologia Operativa (LEO) con i professori Donata Fabbri e Alberto Munari dell’Università di Psicologia di Ginevra.

Dal 2003 al 2005 partecipa attivamente allo start up di Intesa Private Banking e dal 2005 segue la Formazione e la Comunicazione Interna in Intesa Sanpaolo Private Banking.

Ha realizzato i percorsi formativi di ISPB in un ottica di sviluppo e consolidamento delle competenze sia relazionali, sia tecniche, sia culturali che caratterizzano ciascun ruolo aziendale, lavorando parallelamente sulla comunicazione interna per la creazione di una memoria aziendale comune che motiva e fidelizza.

Nel 2006 riceve l’Award 2006 per i migliori progetti formativi nel Private Banking.

Nel 2013, 2014 e 2015 la qualità delle formazione di ISPB viene indicata come elemento di massima soddisfazione e valore fidelizzante dai banker ISPB coinvolti nell’indagine Private Banker Monitor di Eurisko e come elemento distintivo, di grosso interesse, da parte dei banker del sistema Private italiano.

In ambito Associazione Italiana Private Banking, dal 2004 è membro della Commissione Human Resources, di cui è stato Presidente dal 2010 al 2013. Nel 2004 ha realizzato per ISPB con AIPB il progetto di Certificazione delle Competenze Tecnico Finanziarie in Private Banking, che viene regolarmente utilizzato da tutte le Banche Private italiane.

Giuseppe Marcuccio

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Progetti di formazione ed eventi pensati e realizzati da Giuseppe Marcuccio

per

e per

dal 2004 al 2015

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