Fondo gallerie storiche romane - Destinazione Donna - catalogo della mostra

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Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive

Visual Arts Research and Documentation Centre

Fondo Gallerie Storiche

Itinerario A – Dimensione Donna

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Fondo Gallerie Storiche

Itinerario A – Dimensione Donna

a cura di

Alessandro CalifanoElisabetta Bianchi

Roma – 2017

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Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive

Visual Arts Research and Documentation Centre

Fondo Gallerie Storiche

Itinerario A – Dimensione Donna

Catalogo e documentazione della mostra

Alessandro Califanocoordinamento mostra e testi

Elisabetta Bianchiprogetto mostra organizzazione e testi

Giulia Arganiniricerche cura mostra e testi

Eleonora Rebisciniconservazione cura mostra e testi

Roberto De Nicolacollaborazione mostra e testo

Biblioteca del MACRO, Museo d'Arte Contemporanea di RomaCRDAV

5 marzo – 15 agosto 2015

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“...comporre un mosaico per la cui completezza il CRDAV ha comunque proseguito, in questi anni, il lavoro di monitoraggio delle attività espositive a Roma in sedi pubbliche e private e la raccolta e la catalogazione della relativa documentazione.”

Le Curatrici

(Anna Maria Di Stefano, Maria Rita Boni, Vitina Portoghese)

[Da 'Start: si riparte!', presentazione delle Curatrici del volume Roma Contemporanea. Repertoriodelle mostre d'arte contemporanea 2002-2004. Palombi Editori, Roma 2008, p.23]

L'immagine di copertina riproduce un disegno eseguito il 7 dicembre 2014 sul guest-book della Biblioteca da un visitatore con il commento: “Non ho resistito. Che bello spazio! Architetto Nicola Vannucchi dalla Toscana”.Lo ringraziamo vivamente.

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Postfazione

Sei mesi prima di inaugurare la mostra che qui si presenta – aperta al pubblico alla vigilia dell'Otto Marzo 2015 nella Biblioteca del MACRO e rimasta aperta fino al mese di agosto dello stesso anno – non avrei mai immaginato di poterla realizzare. Tagli di bilancio, cambi di dirigenza e direttive, riduzione di personale – pur ripetutamente, pressantemente richiesto – non lasciavano affatto presagire che, dopo la chiusura della grande mostra personale dedicata ai 60 anni di attività del fotografo Sergio Pucci, sarebbe stato possibile mettere in cantiere un altro progetto ambizioso.

Io stesso, in procinto di trasferirmi all'estero, andavo già ipotizzando – per quanto mi riguardava – scenari professionali di tipo del tutto diverso. Avevo, è vero, impostato sin dall'inizio dell'estate un riordino della sezione del Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive riguardante l'importante fondo delle Gallerie Storiche romane. Tale lavoro era stato da me affidato alle cure di Giulia Arganini, che già in più occasioni aveva svolto le sue ricerche presso il Centro, e di Eleonora Rebiscini – una tirocinante dell'Università della Tuscia – con l'ausilio della “memoria storica” del CRDAV, Elisabetta Bianchi. Quest'ultima, malgrado fosse stata trasferita ad altro settore (per i consueti misteri gloriosi che talora si contemplano nelle Amministrazioni), aveva seguitato a collaborare con il Centro, per passione ultradecennale nei confronti del patrimonio conservato presso di esso, dedicandovi il suo tempo libero.

Devo in effetti proprio ad Elisabetta lo spunto che permise di impostare invece, bene e in tempi rapidi, la nuova iniziativa, cui si dedicarono appunto, in particolare, anche Giulia ed Eleonora. Mi fu presto fatto notare che il riordino – procedendo tra l'altro in maniera più rapida dello sperato – aveva permesso di evidenziare meglio la ricchezza di materiali ospitati dalla sezione, e che tale lavoro non si sarebbe potuto considerare davvero concluso, se non lo si fosse poi anche promosso, diffondendone la conoscenza per mezzo di una mostra documentaria o di una pubblicazione. La cosa era incontestabile e ci spinse a metterci subito all'opera.

Sono lieto, a due anni esatti dall'inaugurazione della mostra, di poter licenziare anche questo breve catalogo. Esso ne illustra, oltre a tutti gli indici e ai testi che la corredavano – comprese le brevi schede di presentazione delle singole gallerie d'arte – anche alcuni aspetti della gestazione, corredando il testo di una documentazione, prevalentemente fotografica, relativa sia ai materiali esposti, sia al giorno dell'inaugurazione, sia al work in progress dei momenti di lavoro che hanno preceduto la fase dell'allestimento.

La cosa di cui vado forse maggiormente fiero – e con me, a buon diritto, le tre curatrici principali della mostra che qui torno a ringraziare pubblicamente per la loro opera appassionata e la cura che ad essa hanno dedicata – è il fatto che la mostra sia stata realizzata, sulla base di una scommessa, e per di più a costo zero per l'Amministrazione.

La scommessa ipotizzava che affidare le cure di un progetto espositivo a personale esclusivamente esterno e “non professionale” non fosse affatto una mossa azzardata. Che fosse invece, al contrario, una mossa vincente – e, forse, una delle poche ancora possibili – in un'attività, qual'è quella dei professionisti dei beni culturali, sempre più appannata dai continui tagli di bilancio, dalla mancanza d'attenzione (stavo per dire: dall'incuria) che le viene riservata, ed in cui il personale “avventizio” (stagisti, tirocinanti, volontari) viene sempre più umiliato da uno sfruttamento lavorativo privo di

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sbocchi e, troppo spesso, anche di riconoscimenti.

Certo, scoprire in retrospettiva di avere, per così dire, anticipato di qualche mese la stessa tematica poi fatta propria dalla mostra “L'altra metà dell'arte. Un percorso al femminile nella Collezione Macro”, tenutasi proprio al MACRO da fine settembre all'8 novembre 2015 è stata un'ulteriore soddisfazione (e al tempo stesso un'indice delle carenze di comunicazione interna che spesso affliggono anche i musei). Ma affidare proprio ad una squadra esterna, raccolta attorno ad un'idea condivisa, con una forte autonomia di valutazione, scelta e realizzazione di un progetto espositivo, riservando al funzionario di ruolo, il curatore anziano interno, solo la supervisione generale ed il monitoraggio, è stata una delle esperienze più interessanti della mia vita professionale. Certo, non sipuò certo dire che si tratti in assoluto di un inedito. Molte esperienze del genere sono portate avanti da tempo, in particolare nel mondo anglosassone, dal Canada al Regno Unito.

Ma, sotto i nostri cieli, esse possono considerarsi ancora – come ho già avuto modo di esprimermi nel breve scritto di un cartellone introduttivo di presentazione alla mostra, anche qui riprodotto – quasi come un vero e proprio atto di guerriglia culturale: una guerriglia da condursi in seno ai musei, in primis, per una programmazione museale che sia al tempo stesso democratica, innovativa ed osmotica con le comunità di riferimento. Una guerrilla curatorship.

Alessandro Califano

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Indice

Museum Guerrilla (Alessandro Califano)

Comunicato stampa

L'inaugurazione – documentazione fotografica

Documentare ad arte. Storie di archivi e musei (Elisabetta Bianchi)

Fondo Gallerie Romane: itinerario A. Direzione Donna (Giulia Arganini)

Le Gallerie Storiche al CRDAV (Eleonora Rebiscini)

La musica nella società italiana dal 1960 al 1979 (Roberto De Nicola)

Bibliografia generale sulle Gallerie Storiche (Giulia Arganini)

Antologia – testi e documentazione fotografica

Galleria Rosa – le immagini

Gallerie Romane anni Sessanta e Settanta – Indice e Schede delle gallerie

Un feedback da Sala 1

Una visita guidata alla mostra

Backstage – testi e immagini da un work in progress

Un precedente

Suddividersi i compiti...

Artiste – un appunto di lavoro

Mostra Gallerie Storiche in Biblioteca – una lettera

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Museum Guerrilla

“…Che nome dare ad una programmazione museale democratica,innovativa, osmotica con le comunità di riferimento,

geografiche o virtuali? Una programmazione che superi ilconcatenamento, spesso nefasto, di ‘grandi eventi’, ‘grandesponsor’, ‘grande battage pubblicitario’, ‘grande budget’ e

(spesso) scarso peso culturale?

Guerrilla curatorship, non mi dispiacerebbe… rende l’idea deldinamismo light-weight che mette in campo e che presuppone…”

[dalla Pagina Evento “Gallerie Storiche. Itinerario A –Destinazione Donna”, condivisione del video Unofficial: Banksy(banksy vs. the [Metropolitan] Museum). Facebook, 25/02/2015,

h.20:13]

Anche il nuovo allestimento delle cassettiere espositive della Biblioteca del MACRO segue il metodo di lavoro adottato a partire dal gennaio del 2012: coinvolgere le comunità di riferimento di unmuseo. E ciò non a livello esecutivo. Al contrario: il coinvolgimento deve esprimersi anzitutto nel momento creativo dell'ideazione e della progettazione. A noi professionisti musealiresta il ruolo, soprattutto, di facilitatori.Incoraggiare l'intervento esterno. Favorire le ottiche non istituzionali. Moltiplicare le occasioni di commistione e meticciato. Ripensare il nostro ruolo professionale, seguitando a monitorare ed illustrarne gli aspetti legati alla conservazione preventiva del patrimonio.Questi, i compiti principali di una guerrilla curatorship.Voglio ricordare che il nuovo allestimento deriva dalla riorganizzazione ed espone parte del prezioso materiale del fondostorico delle gallerie d'arte romane depositato presso la Biblioteca. Questo progetto, avviato l'estate scorsa, è oggi giunto alla fase d'inventariazione dettagliata. L'evento espositivo – dedicato, con il titolo “Fondo Gallerie Storiche, Itinerario A – Dimensione Donna”, alle gallerie d'arte degli anni '60 e '70 fondate o dirette da donne – è stato progettato e organizzato da Elisabetta Bianchi e curato da Giulia Arganini ed Eleonora Rebiscini, con la collaborazione di Roberto De Nicola e la mia supervisione.Otto le sezioni allestite: 1. INTRODUZIONE Fondo Storico Gallerie Romane; 2. GALLERIE MIX Anni ‘60 e ’70; 3. GALLERIE Anni ‘60; 4. GALLERIEAnni ‘70; 5. LABORATORIO CREATIVO Immagini dal Fondo; 6. ARCHITETTURA & DESIGN Spazi espositivi & Arredo; 7. OLTRE LA MOSTRA Proposte; 8. CONCLUSIONE Progetto Fondo Storico Gallerie Romane.A tutti, grazie.

Alessandro Califano, Curatore

Responsabile Archivi e Biblioteca MACRO

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Comunicato Stampa

Fondo Gallerie Romane: itinerario A

Direzione Donna

Questa mostra documentaria racconta, attraverso il materiale della Biblioteca e dell'Archivio Materiali

Minori del MACRO, l’attività delle gallerie romane, spazi espositivi in continua sperimentazione che

hanno contribuito in modo decisivo alla promozione dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Il

tema viene affrontato con uno sguardo rivolto al femminile: nell’arco degli anni Sessanta e Settanta molti

di questi spazi nascono per iniziativa di donne, che dirigono le proprie gallerie o associazioni culturali in

diretto rapporto con gli artisti e divengono – come si è autodefinita la stessa gallerista Mara Coccia – le

“promoter dell’arte” nella Capitale, affiancando l’attività di Palma Bucarelli alla direzione della Galleria

Nazionale d’Arte Moderna e, a partire dagli anni ’70, quella di spazi autogestiti diretti da gruppi

femministi.

Con questo primo itinerario – progettato e organizzato da Elisabetta Bianchi e curato da GiuliaArganini ed Eleonora Rebiscini con la partecipazione di Roberto De Nicola e la supervisione diAlessandro Califano – si presenta al pubblico nella Biblioteca del MACRO, in via Nizza 138 (Roma),una nuova selezione documentaria dal Fondo Storico Gallerie Romane, in diretta continuità con unaprecedente mostra curata da Anna Maria Di Stefano e Maria Rita Boni, allestita nel 2011 negli stessi spazidella Biblioteca con il titolo “1900-1959: i luoghi dell’“arte contemporanea” a Roma nelle collezioni delCRDAV. Una selezione”. Rispetto alla passata iniziativa, che privilegiava i più noti nomi, in questaseconda fase (1960-1979) si è scelto, anche alla luce dell’avvenuta storicizzazione dei due decenni presi inesame, di dedicare attenzione ad un novero di gallerie meno note, o considerate di secondaria importanza,criterio, questo, che ha guidato anche il recente lavoro di riordino del Fondo.

La mostra è articolata in otto sezioni: dopo un’introduzione al Fondo Gallerie Romane, con relativomateriale bibliografico attinente al tema, viene presentata una panoramica di gallerie e associazioniculturali, oltre che spazi autogestiti e istituzioni - diretti al femminile e non – attivi a Roma nei decenni‘60/’70, per poi passare ad una selezione dal Fondo di otto gallerie accomunate da un denominatorecomune: direttrici donne. A queste galleriste, oltre che ad artiste e critiche operanti sulla scena di queglianni, viene reso omaggio nella successiva sezione con un laboratorio d’immagini esposte sulla balaustradel ballatoio della biblioteca. Seguono quindi una sezione d’approfondimento sull’architettura e il designdei più significativi spazi espositivi romani di questi anni ed una sezione che rimanda a corrispondenze,iniziative e proposte oltre la mostra. L’itinerario si conclude con la presentazione del progetto specialerelativo al Fondo Storico Gallerie Romane – avviato presso la Biblioteca nell'estate 2014 – e dei suoipossibili sviluppi futuri.

La mostra documentaria “Fondo Gallerie Romane: itinerario A - Direzione Donna”

si inaugura presso la Biblioteca MACRO – Museo d'Arte Contemporanea, Roma

giovedì 5 marzo 2015 alle ore 17

La mostra – visitabile gratuitamente – rimarrà aperta fino al 5 luglio 2015

nel normale orario di apertura del museo

(ore 11:00 – 19:00 da martedì a domenica; ore 11:00 – 22:00 il sabato; lunedì chiuso)

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L'INAUGURAZIONE

documentazione fotografica (5 marzo 2015)

La documentazione fotografica dell'inaugurazione della mostra – che qui in parte si riproduce – è stata realizzata da Sergio Pucci ed Elisabetta Bianchi (qui sotto, nella foto di Alessandro Califano).

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Il comunicato stampa della mostra, il guest-book, le informazioni di servizio su CRDAVe biblioteca.

Foto di Sergio Pucci.

Le curatrici Giulia Arganini (centro) ed Eleonora Rebiscini (dx) con la storica dell'arte professoressa Simonetta Lux.

Foto di Elisabetta Bianchi.

La curatrice Eleonora Rebiscini (dx) con il responsabile della biblioteca, Alessandro Califano (dx).

Foto di Sergio Pucci.

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Materiali in consultazione.

Foto di Elisabetta Bianchi.

Tra il pubblico, gli artisti Nicola Carrino (di tre quarti, a dx) e Giovanni Simione (in fondo al centro).

Foto di Elisabetta Bianchi.

Tra il pubblico, di spalle al centro, le curatrici Giulia Arganini ed Eleonora Rebiscini. Sono riconoscibili tra gli altri Mariolina Uncini, accanto allo scultore Nicola Carrino (a sin), Goffredo Calisse (centro-dx) e Massimo Prampolini (in primopiano, a dx).

Foto di Sergio Pucci.

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Lo spazio della mostra ed il tavolo per i materiali in distribuzione e il rinfresco.

Foto di Sergio Pucci.

Materiali in distribuzione. A destra, in primopiano, l'artista Enzo Barchi.

Foto di Sergio Pucci.

A chiusura del vernissage, da sinistra verso destra: Elisabetta Bianchi, progettista e organizzatrice della mostra, gli artisti Enzo Barchi (Bhagavat Atheneum – Bibliothè Contemporary Art), Salvatore Pupillo e, in secondo piano, Uemon Ikeda, con il critico d'arte e curatore Francesco Gallo Mazzeo edil responsabile della biblioteca, Alessandro Califano.

Foto di Sergio Pucci.

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Documentare ad arteStorie di archivi e musei

Musei Archivi Biblioteche. Crocevia di culture, costituiscono un’infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili le opere d’arte, le testimonianze, i prodotti della creatività e dell’ingegno, i documenti; fornendo accesso a una pluralità di saperi e di informazioni,essa agevola l’attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l’acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa; nel caso degli archivi, inoltre, a questi compiti si affianca la conservazione della documentazione prodotta dalla pubblica amministrazione. (MAB – Federazione ICOM ANAI AIB)

Un museo un archivio. Una mostra: undici gallerie fondate e/o dirette da donne tra il 1960 e il 1970 a Roma. Tre fattori per una storia recente di integrazione tra arte, competenze e progetti culturali. Vedi EQUIPECO n.42 – 2014 – Documentazione, pag 57-64

MARLBOROUGH 1962, Carla Panicali

STUDIO D’ARTE ARCO D’ALIBERT 1963, Mara Coccia

IL SEGNO 1964, Angelica Savinio

GALLERIA DELL’OCA 1967, Luisa Laureati

ARTI VISIVE 1969, Sylvia Franchi

INCONTRI INTERNAZIONALI 1970, Graziella Lonardi Buontempo

INCONTRO D’ARTE 1970, Giulia Romano Lodigiani

PRIMO PIANO 1972, Maria Colao

LAVATOIO CONTUMACIALE 1974, Tomaso Binga

COOPERATIVA VIA BEATO ANGELICO 1974, Carla Accardi, Anna Maria Colucci, Suzanne Santoro

SALA 1 1970, Tito Amodei. Dal 1984, Mary Angela Schroth

Fondo Gallerie Storiche, Itinerario A – Direzione Donna è una mostra documentaria dal Fondo Storico Gallerie Romane: da marzo 2015, le otto sezioni esposte presentano documenti e immagini dalla collezione del Fondo ed opere a stampa della Biblioteca del CRDAV Macro, Museo d’Arte Contemporanea di Roma.

FONDO STORICO GALLERIE ROMANE. Tracce bibliografiche

GALLERIE MIX, Roma. Cronache anni '60 e'70

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ARTE – sostantivo femminile. Selezione artiste italiane anni 60’ e ‘70

GALLERIE EXPOste, Roma. Selezione 11

PROGETTO SPECIALE, Fondo Storico Gallerie Romane 1960-1979 (seconda fase)

Proposte oltre la mostra

LAB. CREATIVO. Immagini dal Fondo: Galleria Rosa. Ritratti fotografici

IL FONDO STORICO GALLERIE ROMANE. Riordino Conservazione Indicizzazione = Consultazione

ARCHITETTURA&DESIGN, Spazi espositivi e Arredo. Allestire ad arte – spazi come riuso, riuso come spazi.. un garage un lavatoio una chiesa

Offrire alla vista, mettere in mostra, mettere fuori: esporre. Oggetti opere d’arte prodotti.

Immagini.. Mostrare con ordine, disordine? In ogni caso seguendo un iter progettuale.Apparire in pubblico, commentare, interpretare. Riferire a voce, oppure scrivendo. Fatti e storie.In ogni caso, obiettivo dell'esporre è provocare nel visitatore o nell’ascoltatore un'esperienza emozionale coinvolgente. L'emozione estetica, percettiva e concettuale genera curiosità intellettuale, puro piacere del conoscere, e invita all'apprendimento spontaneo, al bisogno culturale.Musei e gallerie, mostre e vetrine, eventi e spettacoli, espongono le opere del fare artistico.Allestire. Mettere a punto preparare ordinare con cura. Predisporre.Dal progetto alla realizzazione, dalla fruizione alla manutenzione. A regola d’arte.L'architettura, il design espositivo sono concepiti come medium, sintesi concettuale tra arte e progetto, ideale veicolo emozionale che per mezzo di invenzioni spaziali e sequenze narrative è strumento significante di contenuti.

Palazzo delle Esposizioni, Roma 1970. Vitalità del negativo.Gli artisti dell’Avanguardia italiana insieme in una delle mostre d’arte più note e dibattute del periodo,riproposta anche di recente al Macro, A Roma la nostra era avanguardia, sempre a cura di Achille Bonito Oliva. Piero Sartogo architetto emergente ne cura all’epoca il progetto espositivo, tra i più significativi ancora oggi. L'intervento di coordinamento dell'immagine non prevede un allestimento di supporto espositivo alle opere, ma definisce un'impalcatura di segni che conformano l'immagine comunicante, generando una sintesi visuale delle problematiche e dei contenuti della ricerca artistica. L'intervento diSartogo consiste nella stesura di una fascia alta di nastro nero che gira intorno alle colonne collegandole in diagonale, e suddividendo così lo spazio in due volumi sovrapposti di luce e di oscurità. Nel 1973 realizza anche l'allestimento 'virtuale' a rete e neon della mostra Contemporanea nel garage sotterraneo di Villa Borghese a Roma, descritto da Sartogo: considerato che l'uso di segni diversi, compresi quelli puramente visivi, dà vita a configurazioni architettoniche funzionalmente ed esteticamente differenti, l'uso delle reti si pone sulla linea di demarcazione tra reale e virtuale. Si tratta infatti di un elemento materico reale che possiede qualità tali da produrre effetti visivi di naturavirtuale..

Tra le sezioni della mostra l’ottava, allestita nella saletta adiacente l’ingresso della Biblioteca del

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CRDAV, Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive, è un sintetico focus che sottolinea l’aspetto ‘espositivo’ da due punti di vista complementari e paralleli, l’architettura e il design, convergenti nell’ottimizzare e supportare la visione/interazione del pubblico con le opere/artista. Gli esempi mostrano tipologie di luoghi, e modalità di arredo di spazi espositivi privati. Innovazioni teoriche e pratiche.Ieri come oggi, sempre più le gallerie assomigliano ai musei: nelle funzioni allargate e nell'espressione tipologica, in cui si distinguono i loft, gli ambienti riconvertiti, le sculture architettoniche e lo ‘spazio casa’, più intimo e tradizionale. Dalla boutique alla catena in franchising, le gallerie d'arte aprono succursali in tutto il mondo, divenendo, prima che luogo di esposizione, espressione di una tendenza.Riconvertire. Reimpiegare: il riutilizzo di materiale edilizio tratto da costruzioni precedenti non più in uso è pratica comune a tutta la storia umana. Con più frequenza in epoca romana e medievale: a Roma, Costantinopoli e Aquisgrana, nel mondo islamico. Rinnovare il passato, appropriarsene, e riutilizzarlo anche in senso economico, risparmiando materiali.Riconvertire luoghi, edifici, adibirli ad altre funzioni. Tre le gallerie citate tratte dal folto gruppo della ‘storia espositiva’ romana, al femminile e non solo: un garage ospita l’Attico, un lavatoio contiene Il Lavatoio Contumaciale, una ex chiesa la splendida scenografia della Sala 1. Il riuso di luoghi edifici oggetti, promuove quindi l’ecosostenibilità, e sviluppa la potenziale spinta creativa in ognuno di noi.

Modello inimitabile da oltre 45 anni, Sala 1 è un'associazione culturale fondata nel 1970 dallo scultore Tito Amodei con sede all’interno del complesso del Santuario Pontificio della Scala Santa a San Giovanni.Nel 1976 affida la direzione artistica agli artisti stessi, e diviene luogo di effettiva sperimentazione, artistica ed espositiva. Dal 1984 ad oggi la direzione passa a Mary Angela Schroth, instancabile collaboratrice del centro fin dagli esordi.Impegnata nella ricerca sperimentale, arte contemporanea, architettura, fotografia, teatro, cinema, musica, Sala 1 si distingue dal circuito delle gallerie romane per la ricerca, l’impegno sociale e la sperimentazione artistica, con una programmazione orientata ad accogliere progetti nazionali e internazionali inediti in Italia. Accanto all'attività espositiva, si propone come luogo attivo per manifestazioni di elevato livelloprofessionale: riunioni, seminari, laboratori e conferenze stampa.

Altro prezioso ed esemplare documento conservato al CRDAV il dattiloscritto datato ottobre 1970, Roma. Proposta agli architetti ed agli arredatori di spazi interni.Enrico Accatino, artista genovese, tra i primi a diffondere la ‘cultura della tessilità’ negli anni ’60: rilanciò l’arazzo come linguaggio visivo bi-tridimensionale, e la Fiber Art in Italia e all’estero. Propone agli architetti e agli arredatori di spazi interni il Manifesto dell’Arte Tessile, diffuso dalla galleria e studio d’arte contemporanea Arti Visive a Roma, dalla stampa del settore ed elogiato anche da Bruno Munari.

[…] Oggi, nella problematica dell’architettura degli interni e delle forme per l’ambiente umano, si rende indispensabile il ruolo dell’arazzo come integratore dello spazio, nei suoi processi di flessibilità. Però occorre una possibilità di progettazione, basata sulla “comunicazione”, sul ritmo, sul respiro delle forme..Il ruolo dell’arazzo come “immagine fissa” e presenza tridimensionale – Parlando di immagini attive, seppur fisse, per uno spazio in divenire, dobbiamo stabilire un rapporto con i materiali adatti all’immagine che sentiamo e possiamo produrre, agendo con tecniche tradizionali o nuove, con materiali tradizionali o sperimentali. E’ arte programmata per eccellenza, e nello stesso tempo permette l’immedesimazione, l’abbandono estroso di tutti gli operatori, dal progettista al direttore tecnico, fino al più umile esecutore.L’arazzo può offrire ancora servizi al processo dell’immagine, alle comunicazioni visive, a tutti i livelli. Infatti l’arazzo, negli spazi interni (locali pubblici, case ambienti diversi, ecc.) offre immagini-comunicazioni

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vitali, per le sue intrinseche qualità ottico-tattilo-spaziali.E’ per questo che ho la necessità di progettare forme, “spettacoli” a sviluppo proporzionale, come pezzi unici, e per possibili serie. […]

E in una intervista dichiara: l’arazzo-diaframma richiede un equilibrio tra vuoto e pieno, cioè tra laparte trasparente, caratterizzata dal filo dell’ordito in tensione, e la parte tessuta. Nel gennaio 2015 a Roma in Off Loom. Fiber Art. Arte fuori dal telaio, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Stefania Severi ne cura la recente partecipazione alla mostra collettiva antologica e all’omonimo catalogo. L’opera esposta è Meandri, 1973. Uno splendido arazzo in lana ritorta. Tra i trentaquattro artisti ospitati da Maura Picciau nel suggestivo museo, convivono diverse generazioni della Fiber Art italiana: Maria Lai, Elisabetta Diamanti, Eva Basile..

Accatino: pittore scultore progettista. Il motivo conduttore della sua produzione grafica, pittorica e tridimensionale è la ‘circolarità’: cerchi, dischi, mandala, declinati attraverso incisioni, sovrapposizioni e collage, le celebri Carte Costruite.Teorico dell’educazione artistica tra i primi in Italia a modernizzare la didattica delle Arti Visive. Dal 1960 al 1964 registra con la Rai centinaia di trasmissioni televisive, il ciclo Telescuola - Non è mai troppo tardi, organizza anche incontri con formatori e docenti, partecipa alla redazione del nuovo programma della Scuola Media, realizzando in seguito testi di Educazione artistico-visiva e Storia dell’Arte che sarebbero divenuti fondamentali per il rinnovamento della disciplina: Forma Colore Segno, Percezione Creatività Lettura dell’Opera, Edart. Opere che costituiranno la base della riforma scolastica del 1966. E sempre a partire dagli anni '60, superando i tradizionali confini dell'handicap proporrà i linguaggi dell'arte come esperienza nelle disabilità mentali, soprattutto tra i bambini e in età scolare, realizzando alcuni progetti pilota e mostre didattiche. Alcuni esempi tratti dal Fondo Storico Gallerie Romane documentano in concreto i temi in mostra, e suggeriscono modalità e spunti di riflessione, ricerca e studio.Due illustri pillole integrative completano il breve dossier:

Il collocamento di un'opera è una definizione critica in atto, equivale all'interpretazione e alla rivelazione di quelli che sono, a nostro giudizio, i suoi valori estetici, è un modo di dimostrare e comunicare il nostro giudizio: e come tale compete, senza dubbio, allo storico dell'arte; ma poiché viene manifestato attraverso l'inquadramento architettonico, la sua espressione è compito dell'architetto, che perciò è il collaboratore diretto del direttore del museo.(Giulio Carlo Argan, 1955)

La funzione espositiva è il primo e insostituibile livello del rapporto che il museo stabilisce tra il pubblico e le opere, le quali devono essere organizzate sia concettualmente, attraverso l'ordinamento,sia fisicamente, attraverso l'allestimento. Questi due piani, che rappresentano il versante museologicoe quello museografico dell'esposizione, devono potersi integrare in una fase relativamente precoce delprogetto, perché dalla loro coerenza dipende la qualità dell'esperienza che il visitatore fa del museo. (Maria Vittoria Marini Clarelli, 200

Elisabetta Bianchi, Romacultural designer

Valorizzazione Patrimonio Culturale – settore documentario

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Fondo Gallerie Romane: itinerario A.Direzione Donna

Dalle molteplici rivisitazioni proposte sull’arte a Roma dei decenni Sessanta e Settanta – tra cui lemostre del Palazzo delle Esposizioni, Roma anni '60. Al di là della pittura (1990/91), Roma inmostra 1970-1979: materiali per la documentazione di mostre performance dibattiti (1995) e Anni'70. Arte a Roma (2013/14) – è emerso il significato di rinnovamento culturale che, a partire dalsecondo dopoguerra e nei successivi anni del miracolo economico italiano, ha visto la Capitaleoccupare un posto centrale nella scena artistica nazionale. Roma diviene un polo di riferimento per iprincipali esponenti della Neoavanguardia italiana degli anni ‘60 e ‘70 (da Mario Schifano, a TanoFesta, Mario Ceroli, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Carla Accardi, Giulio Paolini, JannisKounellis, Mario Merz, Alghiero Boetti, Luciano Fabro, Gino De Dominicis, GianfrancoNotargiacomo, Luca Maria Patella, Cesare Tacchi, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Pino Pascali,Michelangelo Pistoletto e tanti altri), protagonisti di una rivoluzione del linguaggio dell’arte, cosìdescritta da Daniela Lancioni nell’introduzione in catalogo della mostra Anni '70. Arte a Roma:“Dalla fine degli anni Cinquanta e nel corso del decennio successivo le poetiche performative,concettuali, minimaliste e dell’Arte Povera, sottoposero l’opera d’arte a un globale processo di“atomizzazione” (riservando un interesse assoluto agli aspetti particolari e contingenti), di“smaterializzazione” (secondo la felice definizione di Lucy Lippard) e di “fluidificazione”(concetto cardine della teoria di Germano Celant sull’Arte Povera)”.

Nel percorso di definizione dei nuovi linguaggi artistici, fondamentale è stato l’apporto dellenumerose gallerie e associazioni culturali sorte in quegli stessi anni tra Piazza del Popolo e Piazzadi Spagna, epicentro della vita culturale romana frequentato, oltre che da artisti, da scrittori,giornalisti e registi come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano, Giuseppe Ungaretti,Elsa Morante, Goffredo Parise. Spazi vitali e aperti alle nuove sperimentazioni, attraverso mostre,performance, dibattiti le gallerie hanno consentito agli artisti di esprimere liberamente il propriomodo di intendere l’arte oltre che di confrontarsi con i molti protagonisti del panoramainternazionale che soggiornano o decidono di trasferirsi ed espongono a Roma.

É sull’attività di questi spazi espositivi della Capitale che si concentra la mostra documentariaintitolata Fondo Gallerie Romane: itinerario A. Direzione donna, allestita presso la BibliotecaMACRO – Museo d’Arte Contemporanea, Roma. La mostra è parte di un progetto che si sviluppain più tappe dedicato al Fondo Storico Gallerie Romane, raccolta conservata presso il CentroRicerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) di Roma, che si è costituita a partire dal 1979grazie ad una cospicua donazione del critico Francesco Vincitorio e si é ampliata a seguito di altresostanziose donazioni di critici e storici dell’arte, fra cui quella di Lorenza Trucchi.

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Questo progetto speciale relativo al Fondo Gallerie Romane - avviato nell’estate 2014 - si pone indiretta continuità con una precedente mostra curata nel 2011 da Anna Maria Di Stefano e MariaRita Boni, allestita negli stessi spazi della Biblioteca con il titolo 1900-1959: i luoghi dell’“artecontemporanea” a Roma nelle collezioni del CRDAV. Una selezione. Rispetto alla passatainiziativa, che privilegiava i più noti nomi, in questa seconda fase (1960-1979) si è scelto, anchealla luce dell’avvenuta storicizzazione dei due decenni presi in esame, di dedicare pari attenzionead un novero di gallerie meno note, o considerate di secondaria importanza. Ed è questo stessocriterio che ha guidato il recente lavoro di riordino del Fondo, a seguito del quale si è resa possibilela fruizione unitaria della documentazione, eliminando la distinzione tra gallerie “maggiori” e“minori”.

È così che accanto alle gallerie “storiche” per eccellenza - L’Obelisco di Irene Brin e Gaspero DelCorso, La Tartaruga di Plinio De Martiis, La Salita di Gian Tomaso Liverani e L’Attico di Bruno eFabio Sargentini, che già dagli anni ’50 costituiscono i punti di riferimento della attività espositivaromana - si assiste alla nascita di un gran numero di altre gallerie, associazioni culturali e spaziautogestiti: La Nuova Pesa di Alvaro Marchini, Al Ferro di Cavallo, lo Studio d’Arte La Medusa, laSchneider, l’Arco d’Alibert di Mara Coccia, Odyssia, Selecta, la Marlborough di Carla Panicali eBruno Herlitzka, Il Segno, la Galleria dell’Oca, la galleria Numero di Fiamma Vigo, Editalia. QuiArte Contemporanea, Primo Piano di Maria Colao, Lavatoio Contumaciale di Tomaso Binga, gliIncontri Internazionali di Graziella Lonardi Buontempo, lo Studio Soligo, Sala 1, la Cooperativadel Beato Angelico, ecc.

Del vasto e multiforme palcoscenico di spazi espositivi che operano a Roma nei decenni Sessanta eSettanta, il primo itinerario proposto, Direzione Donna, intende tracciare un’ipotesi interpretativa,affrontando il tema con uno sguardo rivolto al femminile: le gallerie e associazioni culturali legateal percorso di questa mostra nascono per iniziativa di donne, appassionate d’arte o artiste stesse chedivengono - come si é autodefinita la stessa gallerista Mara Coccia - le “promoter dell’arte” nellaCapitale.

Entrando in diretto rapporto con gli artisti, queste direttrici conducono le proprie gallerie con loscopo prioritario di promuovere l’arte contemporanea in tutte le sue forme e modalità diespressione, mettendo in secondo piano le logiche commerciali o le scelte della critica eprivilegiando, al contrario, le proposte degli artisti stessi. Ciascuna cerca di individuare per ilproprio spazio espositivo una direzione originale, alternativa a quella perseguita dalle gallerie “ditendenza”: dalla vocazione internazionale della Marlborough di Carla Panicali, alla linea diinformazione e documentazione seguita da Mara Coccia all’Arco d’Alibert, alle esposizioni dipiccoli formati e grafica proposte dalla galleria Il Segno di Angelica Savinio, all’interdisciplinarietàdelle mostre organizzate da Sylvia Franchi alla galleria Arti Visive, all’indipendenza culturale diIncontro d’Arte diretta da Giulia Romano, agli artisti italiani promossi alla Galleria dell’Oca diLuisa Laureati Briganti, ecc.

Parallelamente le donne iniziano a ricoprire ruoli di grande responsabilità nel mondo dell’arte:Palma Bucarelli, prima donna direttrice d’un museo pubblico, è alla guida della Galleria Nazionaled’Arte Moderna dal 1942 al 1975; critiche dello spessore di Lorenza Trucchi e Marisa Volpi offronoun consistente contributo all’arte e all’informazione culturale; Graziella Lonardi Buontempo - allaquale il MACRO ha dedicato una recente mostra intitolata Macroradici del contemporaneo. ARoma, la nostra era avanguardia - fonda gli Incontri Internazionali, che con le due mostre Vitalitàdel negativo nell'arte italiana 1960/70 (1970) e Contemporanea (1973) hanno segnato la storiadell’arte contemporanea.

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A partire dagli anni ’70, con l’aprirsi della stagione femminista e della questione della relazione trafemminismo e arte, si assiste inoltre alla nascita di spazi autogestiti da donne artiste, come ilLavatoio Contumaciale di Tomaso Binga (nome d’arte di Bianca Pucciarelli, moglie del criticoFiliberto Menna), la galleria Numero di Fiamma Vigo, la Cooperativa Beato Angelico fondata nel1976 da Carla Accardi, Anna Maria Colucci, Suzanne Santoro, Anna Maria Colucci, SuzanneSantoro, Nilde Carabba, Franca Chiabra, Regina della Noce, Nedda Guidi, Eva Menzio, TeresaMontemaggiori, Stephani Coursler e Silvia Truppi.

Allo stesso tempo una serie di artiste fanno il loro ingresso anche nelle sedi espositive ufficiali: ècon la Biennale di Roma del ’68 che compaiono i nomi della Accardi, di Daphne Casorati, GraziaVarisco, Titina Maselli, Paola Levi Montalcini, Antonietta Raphael, Bice Lazzari, Liana Boniventoe altre, per passare ad una più ampia partecipazione femminile alle Quadriennali di Roma del ’73 edel ’77, con Maria Lai, Giosetta Fioroni, Ketty La Rocca, Marisa Merz, Nanda Vigo, ecc.

La mostra, articolata in otto sezioni, offre dunque un’ipotesi interpretativa “al femminile” dellascena artistica romana nei decenni Sessanta e Settanta, presentando una selezione di testi, cataloghidi esposizioni e relativo materiale documentario minore (inviti, comunicati stampa, dépliant ecc.)del Fondo Storico Gallerie Romane conservato presso il Centro Ricerca e Documentazione ArtiVisive (CRDAV) di Roma.

Giulia Arganini

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Le Gallerie Storiche al CRDAV

TITOLO 1: INTRODUZIONEQuando nell’ottobre del 2014 sono entrata al CRDAV del Macro, non avrei mai immaginato di potertirare fuori da un normale tirocinio, una delle esperienze più formative che stanno caratterizzando ilmio, seppur giovane, percorso universitario. Sono partita da una semplice risistemazionedell’Emeroteca del Museo, costituita da moltissimi volumi che, senza un minimo di ordine e pulizia,sarebbero stati destinati ad una fine certa. Così stavo lì, giorno dopo giorno, a ordinare per alfabeto,eliminare i doppi delle riviste rimasti negli scaffali per molti anni e, una volta finito il lavoro, acatalogare il tutto sia sul cartaceo che sul computer (un lavoro che è stato poi, sapientemente edintelligentemente, pubblicato su Slideshare). Che la situazione economica attuale del Museo nonpermetta una completa fruizione di ciò che il Museo stesso mette a disposizione, è condizionecomune a molti enti culturali del Paese, vittima di una pressappochismo ed una trascuratezzacomune a tutti i vertici della nostra bella Italia. Polemiche a parte, nonostante gli studenti e ivisitatori a conoscenza di questo piccolo gioiello fossero ben pochi, non è stato difficile, per unagiovane studentessa come me, rimanere soddisfatta e fiera del mio piccolo apporto al miglioramentodella condizione espositiva di questa Emeroteca (per altre informazioni vi invito a consultarehttp://www.slideshare.net/CRDAV). Nonostante la facilità con la quale io avessi tratto soddisfazione da questo lavoro molto ordinario,un ulteriore compito è arrivato a moltiplicare questo mio stato di sublime fierezza: sistemare ilFondo Storico Gallerie Romane, senza il quale non sarebbe nato questo e-book. Spiegare cosa sia ilFondo non è molto difficile, anche se a causa del poco tempo che abbiamo avuto a disposizione perstudiarlo e restituirlo al pubblico nel migliore dei modi, la mia sarà probabilmente una definizioneriduttiva. Si tratta semplicemente di moltissimi documenti della più svariata natura, da inviti, alocandine e a riviste che testimoniano la florida attività culturale delle Gallerie Storiche Romane,dagli anni Quaranta agli anni Novanta dello scorso secolo. L’Attico, la Salita, la Galleria dell’Ocasono solo alcuni dei nomi che risultano in questa raccolta che ancora merita di essere attentamentestudiata e fruita, per poter tirare fuori il meglio di sé. Il mio lavoro di conservatrice e “ordinatrice”di documenti anche in questo caso è tornato utile: questa volta con un pizzico di interesse in più,poiché non era necessario sfogliare riviste su riviste per poter guardare fotografie di artisti ed opere.Esse erano semplicemente lì, sull’invito alla mostra di Pino Pascali o sul manifesto pubblicitario diuna performance. La semplicità con cui riuscivo a guardare foto dell’epoca e ad avere informazioniche su Google sono ancora molto lacunose, ha contribuito ad apprezzare maggiormente i centri diRicerca e Documentazione come questo del Macro, che purtroppo non sta vivendo il migliore deimomenti. Nonostante il lavoro di riordino della raccolta non fosse ancora ultimato (cosa che invece eraaccaduta, fortunatamente, all’Emeroteca) è stato su iniziativa di Alessandro Califano ed ElisabettaBianchi che ho potuto scrivere della mia esperienza da conservatrice all’interno della Biblioteca, inun articolo che è stato pubblicato su EQUIPèCO, rivista edita da Carmine Muliere. Il nostro team,composto dai suddetti Alessandro ed Elisabetta insieme alla nostra ricercatrice di fiducia GiuliaArganini, che ha condotto una vera e propria indagine critica sul mondo delle Gallerie Storiche, hacosì avuto uno spazio dedicato sulla rivista in merito a questa bella esperienza. Se a dicembre 2014 imiei anni mi apparissero molto pochi per poter avere avuto subito la possibilità di scrivere su una

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rivista d’Arte Contemporanea che fra poco compierà il suo primo ventennale, non ho avuto tempodi metabolizzare la bella notizia quando subito se ne è profilata una nuova ancora più bella: ilriallestimento espositivo della Biblioteca del CRDAV sulla base di ciò che fino a quel momento erauscito fuori dal nostro lavoro.

TITOLO 2: LA MOSTRA (CONSERVAZIONE – CURATELA)Per poter valorizzare al meglio i documenti che abbiamo scoperto in corso d’opera essere moltopreziosi ed indicativi di un’epoca artistica certe volte generalizzata, è stato deciso di esporre i nostristudi in un allestimento della Biblioteca, all’interno delle cassettiere e degli scaffali disponibili alpubblico. Il concept di questa mostra indipendente non ha nulla a che vedere con la presenza di tutti i volumidel Fondo: Direzione Donna infatti rappresenta solo una delle tante sfaccettature che caratterizzanoquesta collezione. Negli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo, pare che numerose donneavessero preso in mano la direzione, per l’appunto, di alcune delle Gallerie Romane che sonopresenti nel Fondo: Lavatoio Contumaciale di Tomaso Binga (Bianca Menna) e Arti Visive diSylvia Franchi sono solo alcuni dei nomi che appaiono nel catalogo della nostra mostra. Il mio apporto all’organizzazione di questa esposizione indipendente nasce come ordinatrice econservatrice del Fondo: lì dove c’è qualcuno che fa ricerca –in questo caso la mia collega Giulia –c’è sempre qualcuno che fa ordine e conserva, o almeno così dovrebbe essere. I nostri piccolidocumenti sono stati inseriti in buste di carta, a loro volta inserite, in ordine alfabetico, dentrofaldoni di cartone sui quali avremmo apportato, avendo a disposizione più tempo, i nomi di tutte legallerie. Tuttavia, per chi ha seguito vicende e vicendevoli del CRDAV – Macro, sa che non è statopossibile continuare. Nonostante tutti questi inconvenienti, l’inaugurazione del 5 marzo 2015 hadato enorme soddisfazione a tutti noi, quando la biblioteca si è riempita di alcune personeveramente degne di nota: partendo da Nicola Carrino, artista contemporaneo che ha esposto indiverse Gallerie della mostra, passando per Angela Scroth, direttrice di Sala 1 (ringraziandolaancora per averci taggato e fatto pubblicità su FB) per arrivare a Simonetta Lux, Storica e Criticad’Arte Contemporanea con la quale ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata di cui parlerònel prossimo capitolo. Nonostante io abbia tentato di iniziare le mie piccole esperienze come conservatrice di beniculturali, indirizzata dal mio percorso universitario, è emersa la mia tendenza, sempre presente inme stessa, a voler curare più che conservare. Mentre è stato elaborato il progetto di allestimento della biblioteca, ho pensato che lo stessoriordino di quel piccolo angolo lasciato un po’ a se stesso costituisse in sé, un allestimento. Un po’come se nella figura dell’archivista/conservatore fosse intrinseca la figura del curatore,dell’allestitore di una mostra. Non è forse il restauratore che permettendo una fruizione totaledell’opera pone le basi per un allestimento che non dovrà danneggiare l’opera stessa? Viaggiandoun po’ su questa linea d’onda, mentre ordinavo i piccoli tasselli di questo mosaico, permettevo che imiei colleghi potessero elaborare nelle loro menti un ordine da esporre al pubblico, ordine al qualeho poi fisicamente preso parte. Che si trattasse del primo passo verso una vita da curatrice anzichéda conservatrice l’ho capito subito, e forse l’ho sempre saputo. Ci si è molto interrogati, nel corso degli ultimi decenni, sulla funzione del Museo: esporre per ilpubblico e non per se stessi è un motto che tutti, a mio avviso, dovrebbero fare proprio. Nonostantela nostra piccola esperienza d’allestimento, la prima per me ma sicuramente non per i miei colleghipiù anziani, ho ritenuto bellissimo che abbiano partecipato le persone di cui ho parlato sopra, maaltrettanto bello e soddisfacente che altri visitatori estranei all’argomento abbiano potuto fruire deicontenuti del nostro lavoro.

Eleonora Rebiscini

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La musica nella società italiana dal 1960 al 1979

La musica italiana risentì dei cambiamenti occorsi all’Italia degli anni Sessanta e Settanta. Andò trasformandosi, passando da dolce passatempo cui dedicare ore libere a professione seria e impegnata, un terreno vergine in cui la politica e l’ ideologia trovarono un nuovo spazio in cui esprimersi.

Le musica leggera italiana trova negli anni Sessanta interpreti femminili che ne cambiano completamente l’aspetto, lasciando alle spalle la monumentale staticità fisica degli anni precedenti, in favore di una nuova dinamicità, prima vocale e poi anche estetica.

Sono gli anni dei successi discografici di Mina, della vittoria a Sanremo di una poco più che bambina Gigliola Cinquetti, delle graffianti voci di Iva Zanicchi e Ornella Vanoni.

Ma il vero e proprio scarto verso il moderno concetto di musica pop europea avvenne solo nella seconda metà degli anni Sessanta e venne impersonificata dalle canzoni di Patti Pravo, artista simbolo di quegli anni, che non si spaventò a prendere ad esempio il beat inglese, sia nelle melodie che nell’aspetto fisico. Le sue celeberrime esibizioni al leggendario Piper di Roma, rimarranno a lungo nella memoria di chi visse quei ruggenti anni di trasformazione. L’Italia conosceva un benessere ormai affermato, proiettandosi per la prima volta con decisione nella nuova società dei consumi, caratterizzata dall’utilizzo ormai allargato dell’automobile, vero simbolo di questa rinascita. Ed i giovani vedevano nella Pravo il loro contrappunto su scala nazionale: giovane, bella eincredibilmente attuale rispetto alla scena europea, capace di portare la musica dalle ultime alle prime pagine dei giornali quale fenomeno culturale.

Ma in questo scenario musicale ormai moderno anche se in continua trasformazione, e fecondo di successi discografici, intervennero a gamba tesa gli anni Settanta, trascinando in una spirale di politica e violenza la musica.

La melodia, il ritmo lasciarono spazio alle parole e alla loro potenza. Il messaggio che un decennio prima Bob Dylan aveva lanciato, quello di una musica finalmente spazio da occupare con parole di protesta, di messaggi “soffiati dal vento”, trovarono in Italia una nuova linfa.

I cantautori si fecero impegnati ed il rock, soprattutto di derivazione folck come da dylaniana tradizione, trovò materialità nelle canzoni di cantautori come De Gregori, Venditti e De Andrè. Ma non solo cantautori.

L’Italia si fece protagonista assoluta della musica Progressive, proponendo band dai nomi singolari, spesso accorciati nel normal parlare, che presero ad esempio il rock dei Pink Floyd e la teatralità deiGenesis, proponendone una versione politicamente più impegnata. Sono gli anni degli Area, della Premiata Forneria Marconi e del Banco del Mutuo Soccorso e nei loro testi sono vive le tensioni

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politiche portate dal fenomeno movimentista molto attivo in Italia, le incognite portate da una primissima fase di recessione economica dopo i fasti del decennio precedente ed il rumore delle bombe che dalla strage di Piazza Fontana in poi, fino alla strage della stazione di Bologna, segnerà la vita del paese negli anni Settanta.

La deriva politica di quegli anni trasformò dunque il concetto collettivizzante proprio dei grandi concerti. I grandi nomi del rock internazionale, preoccupati dai disordini crescenti nel nostro paese, che trovavano proprio nei grandi raduni musicali uno spazio ideale per far emergere e propagare i propri ideali politici, iniziarono a disertare i palcoscenici italiani. Alcuni addirittura furono quasi aggrediti dalla folla che pretendeva di assistere ad uno spettacolo musicale senza pagare il biglietto, deriva dell’idea montante negli anni Settanta che ogni cosa dovesse essere alla portata di chiunque.

Questa situazione durò fino almeno al 1980 quando alcuni grandi concerti vennero nuovamente organizzati in Italia, probabilmente anche perché la stagione delle stragi sembrava con il nuovo decennio essere definitivamente superata.

Roberto De Nicola

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Bibliografia generale sulle Gallerie Storiche Romane (ordinata per anno)

1938“Domus”, 1938 articolo di L. De Libero sull’attività della Cometa. 1955Bruno Caruso (a cura di), L’Obelisco, Palermo 1955. (OBELISCO RM 1946-1955)

1970Achille Bonito Oliva (a cura di), Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70, catalogo della mostra, Roma, Palazzo delle Esposizioni, novembre 1970 – gennaio 1971, Centro Di, Firenze 1970. (1970 RM PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI)

1972Enrico Crispolti, G. Di Genova, Esperienze attuali di figurazione di non figurazione e di progettazione concettuali o spaziali, Edizioni Il Grifo, Roma 1972. (1972 RM IL GRIFO)

1973Achille Bonito Oliva (a cura di), Contemporanea, catalogo della mostra, Roma, Parcheggiodi Villa Borghese, novembre 1973-febbraio 1974, Centro Di, Firenze 1973. (1973 RM VILLA BORGHESE)

1983Galleria La Salita, 1957-1983: un disegno dell’arte, L. Sampaolesi, Roma 1983.

1986Atti del convegno sulla figura e l’opera di Libero De Libero, Fondi 1986;Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli (a cura di), Tridente Dieci. Aspetti di Arte. Gli anni Cinquanta. Gli anni Sessanta, catalogo della mostra, febbraio 1986, Tridente Dieci, Roma 1986;Libero De Libero, Roma 1935, Fondi 1986.

1987Fabio Sargentini, Roberto Lambarelli, Lucia Masina (a cura di), L’Attico 1957 – 1987. 30 anni di pittura, scultura, musica, danza, performance, video, catalogo della mostra, Spoleto, Chiesa di San Nicolo, 1 luglio – 30 agosto 1987, Mondadori, Milano; De Luca, Roma 1987. (coll. ATTICO/RM/1957-1987)

1989Galleria della Cometa. I cataloghi dal 1935 al 1938, Edizioni della Cometa, Roma 1989;Plinio De Martiis (a cura di), La Tartaruga. Gli anni originali, Quaderni d’arte e letteratura, Roma, Marzo 1989, nn. 5-6, De Luca Edizioni d’arte, Roma 1989. (1950 RM TARTARUGA)

1990Galleria Incontro d’Arte 1970-1990, Galleria Incontro d’Arte, Roma 1990; (INCONTRO D’ARTE RM 1970-1990)Daniela Lancioni (a cura di), Galleria d’Arte Il Millennio. Decimo anniversario, Roma, Galleria Il Millennio, novembre - dicembre 1990; (MILLENNIO RM 1980-1990)Rosella Siligato (a cura di), Roma anni '60. Al di là della pittura, catalogo della mostra, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 20 dicembre 1990 - 15 febbraio 1991, Edizioni Carte

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segrete, Roma 1990. (1990 RM PALAZZO ESPOSIZIONI)

1991Laura Cherubini (a cura di), 60 – 90. Trenta anni di avanguardie romane, catalogo della mostra, Roma, Palazzo dei Congressi, EUR, marzo 1991, Edizioni Carte Segrete, Roma 1991; Maurizio Fagiolo dell'Arco (a cura di), Roma Cinquanta, catalogo della mostra, Roma, Galleria Sprovieri, febbraio 1991, Edizioni Galleria Sprovieri, Roma 1991.

1992Quarant’anni nell’arte del libro. Editalia 1952-1992, Editalia, Roma 1992.

1993Achille Bonito Oliva (a cura di), Tutte le strade portano a Roma?, catalogo della mostra, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 12 marzo – 25 aprile 1993, Carte Segrete, Roma 1993; Germano Celant, Anna Costantini (a cura di), Roma-New York 1948-1964, catalogo della mostra, New York, The Murray and Isabella Rayburn Foundation, 5 novembre 1993 – 15 gennaio 1994, Charta, Milano 1993.

1994Roma. Sotto le stelle del '44: storia, arte e cultura dalla Guerra alla Liberazione, catalogo della mostra, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 16 dicembre 1994 – 28 febbraio 1995, Zefiro, Follonica 1994; (1994 RM PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI)Daniela Bigi, Il Teatro delle Arti. Attività espositive dal 1937 al 1943, ENAP, 1994; (GALLERIA DI ROMA RM 1937-1943)Lavatoio Contumaciale. I Venti Anni del Centro 1974-1994, Roma 1994. (LAVATOIO CONTUMACIALE RM 1974-1994)

1995Fabrizio D’Amico (a cura di), Roma 1950-59. Il rinnovamento della pittura in Italia, catalogodella mostra, Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 12 novembre 1995 - 18 febbraio 1996, Ferrara 1995; Daniela Lancioni (a cura di), Roma in mostra 1970-1979: materiali per la documentazione di mostre performance dibattiti, Edizioni Joyce & Co., Roma 1995; (1995/RM/Palazzo delle Esposizioni)Angelica Savinio, Francesca Antonini (pubblicazione a cura di), Il segno. 1964-1994 per i trent’anni, Il Segno, Roma 1995. (IL SEGNO RM 1964-1994)

1996Elisabetta Cristallini, Tanino Chiurazzi, lettere a un gallerista eccentrico, Lithos, Città di Castello 1996.

1997Guglielmo Gigliotti, Giorgio Di Genova, Il Girasole trent’anni dopo, De Luca Editore, Roma 1997.

1998Galleria Giulia. La collezione di una galleria volume I, catalogo a cura di Carla Mendini, Giorgio Manzardo, Walter Cantatore, Mazzotta, Milano 1998; (708.562 GAL)Sylvia Franchi (a cura di), Artivisive in progress. Roma 1969-1998, Edizioni Christengraf, Roma 1998; (ARTIVISIVE RM 1969-1998)Daniela Lancioni (a cura di), Gian Tomaso Liverani. Un disegno dell’arte: la Galleria La

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Salita dal 1957 al 1998, catalogo della mostra, Roma, Spazio per l’Arte Contemporanea Tor Bella Monaca, U. Allemandi, Torino 1998; (1998/RM/TOR BELLA MONACA)Margherita Sassone, Mitzi Sotis (a cura di), Voci. 1948 Roma 1960, catalogo della mostra, Roma, Studio Sotis, 21 aprile-30 maggio 1998, Studio Sotis, Roma 1998.

1999Claudia Salaris, La Roma delle avanguardie. Dal Futurismo all'Underground, Editori Riuniti, Roma 1999.

2000Galleria Giulia. La collezione di una galleria volume II, catalogo a cura di Carla Mendini, Giorgio Manzardo, Walter Cantatore, Mazzotta, Milano 2000; (708.562 GAL)Achille Perilli, L' Age d'or di Forma 1, Edizioni De Luca, Roma, 2000.

2001Alberto Arcioni, Dal Canova al Canovaccio. Cronache di uno studio, Palombi Editori, Roma2001. (IL CANOVACCIO RM 1800 – 2000)

2002Domenico Guzzi, L’anello mancante. Figurazione in Italia negli anni ’60 e ’70, Vol. I e II, Editori Laterza, Bari 2002.

2003La grande svolta anni ‘60. Viaggio negli anni Sessanta in Italia, catalogo della mostra, Padova, Palazzo della Ragione, 7 giugno – 19 ottobre 2003, Skira Editore, Ginevra-Milano2003; Achille Bonito Oliva, The Bridges of Art, Skira editore, Milano 2003; (IL PONTE RM 1993-2003)Rosalia Manno Tolu, Maria Grazia Messina (a cura di), Fiamma Vigo e “Numero”. Una vitaper l’arte, catalogo della mostra, Firenze, Archivio di Stato, 7 ottobre - 20 dicembre 2003, Centro Di, Firenze 2003.

2004Il segno. Trenta più dieci, catalogo a cura di Angelica Savinio, Francesca Antonini, Giovanna Caterina de Feo, il Segno, Roma 2004; (SEGNO RM 1995-2004)Lavatoio Contumaciale. I Trenta Anni del Centro, Edizioni Il Filo, Roma 2004. (LAVATOIO CONTUMACIALE RM 1974-2004)

2005Agnese De Donato, Via Ripetta 67. “Al Ferro di Cavallo”: pittori, scrittori e poeti nella libreria più bizzarra degli anni ’60 a Roma, Edizioni Dedalo, Bari 2005. (AL FERRO DI CAVALLO RM 1957 1966)

2007Fabio Sargentini (a cura di), L’Attico: anni lunari. 25 novembre 1957 – 25 novembre 2007, Edizioni della Cometa, Roma 2007. (2007/RM/L'ATTICO/G)

2008Francesca Capriccioli, Mary Angela Schroth (a cura di), Mémoires cronistorie d’arte contemporanea 1967-2007, Gangemi Editore, Roma 2008.

2009

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1957-2004. Cinquant’anni d’arte italiana nelle cronache di Lorenza Trucchi, Fondazione LaQuadriennale di Roma, Marsilio Editori, Venezia 2009.

2010Luca Massimo Barbero, Francesca Pola (a cura di), Macroradici del contemporaneo. A Roma, la nostra era avanguardia, catalogo della mostra, Roma, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, 23 gennaio – 5 aprile 2010, Mondadori Electa, Milano 2010; (2010RM MACRO)Luca Massimo Barbero, Francesca Pola (a cura di), Macroradici del contemporaneo. L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978, catalogo della mostra, Roma, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, 26 ottobre 2010 – 6 febbraio 2011, Mondadori Electa, Milano 2010. (2010/RM/MACRO)

2011Luca Massimo Barbero, Gli irripetibili anni '60 a Roma, catalogo della mostra, “Gli irripetibili anni ’60. Un dialogo tra Roma e Milano”, Roma, Museo Fondazione Roma, 10 maggio - 31 luglio 2011; Milano, Palazzo Reale, 7 settembre - 20 novembre 2011, Skira, Milano 2011.

2013Daniela Lancioni (a cura di), Anni '70. Arte a Roma, catalogo della mostra, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 17 dicembre 2013 - 2 marzo 2014, Azienda Speciale Palaexpo, Roma 2013; Federica Pirani, Gloria Raimondi (a cura di), Legami e corrispondenze. Immagini e parole attraverso il 900 romano, catalogo della mostra, Roma, Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, 28 febbraio - 29 settembre 2013, Palombi Editore, Roma 2013; Maria Catalano, Federica Pirani, Assunta Porciani (a cura di), Libero De Libero e gli artisti della Cometa, catalogo della mostra, Roma, Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, 29gennaio – 27 aprile 2014, Palombi Editore, Roma 2013.

Alcuni testi della presente bibliografia sono consultabili anche presso la Biblioteca del Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) - MACRO Roma.

(a cura di Giulia Arganini)

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ANTOLOGIAANTOLOGIATesti e documentazione fotograficaTesti e documentazione fotografica

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Galleria Rosa – le immagini

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Tomaso Binga, Lavatoio Contumaciale, 1976

Invito alla mostra di Edith Schloss, Il Segno,1968

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Palma Bucarelli e Giulio Carlo Argan allaGalleria Nazionale d'Arte Moderna, s.d.

Angelica Savinio, Il Segno, s.d.

Carla Accardi, Forma 1, s.d.

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Marisa Volpi e Carla Lonzi, Qui ArteContemporanea, s.d.

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Mara Coccia, Arco d'Alibert, s.d.

Lorenza Trucchi e Rocco Genovese, Arti Visive,ottobre 1971

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Marisa Volpi e Lorenza Trucchi con L. Bozzini,M. Verdone e N. Ponente, Qui ArteContemporanea, febbraio 1976

Sylvia Franchi, Alberto Boatto, Filiberto Menna,Rosario Assunto, Arti Visive, 1969

Bianca Menna e Tomaso Binga Oggi Spose,Lavatoio Contumaciale, 1977

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Graziella Lonardi Buontempo, IncontriInternazionali d'Arte, 1988

Luisa Laureati Briganti, Galleria dell'Oca, s.d.

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Gallerie Romane anni Sessanta e Settanta

MARLBOROUGH 1962, Carla Panicali

STUDIO D’ARTE ARCO D’ALIBERT 1963, Mara Coccia

IL SEGNO 1964, Angelica Savinio

GALLERIA DELL’OCA 1967, Luisa Laureati

ARTI VISIVE1969, Sylvia Franchi

INCONTRI INTERNAZIONALI1970, Graziella Lonardi Buontempo

INCONTRO D’ARTE1970, Giulia Romano Lodigiani

PRIMO PIANO 1972, Maria Colao

LAVATOIO CONTUMACIALE 1974, Tomaso Binga

COOPERATIVA VIA BEATO ANGELICO1974, Carla Accardi, Anna Maria Colucci, Suzanne Santoro

SALA 1 1970, Tito Amodei. Dal 1984, Mary Angela Schroth

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GALLERIA MARLBOROUGH

(1962, Carla Panicali)

Carla Panicali apre nel 1962 la galleria Marlborough insieme a Bruno Herlitzka, con il quale avevagià diretto dal 1957 la galleria Il Segno (ceduta nel 1964 ad Angelica Savinio). La Marlborough,nata come sede associata romana delle omonime gallerie di Londra e di New York, segue lavocazione “internazionale”, rappresentando i più noti artisti italiani e stranieri: Alberto Burri,Emilio Vedova, Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Henry Moore, Giulio Turcato, Toti Scialoja,Luigi Spazzapan, Gastone Novelli, Achille Perilli, Beverly Pepper, Piero Dorazio, GiuseppeCapogrossi, Robert Motherwell, ecc. Attiva per tutti gli anni ’60 e ’70, chiude nel 1980 e l’annosuccessivo, negli stessi locali, Carla Panicali fonda una nuova galleria con il nome L’Isola.

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STUDIO D’ARTE ARCO D’ALIBERT

(1963, Mara Coccia)

Dopo un’esperienza di apprendistato con Claudio Bruni alla galleria La Medusa, Mara Cocciainizia la sua attività nel 1963 aprendo la galleria Arco d’Alibert, che si inserisce nel panorama deipiù rinomati spazi espositivi romani degli anni Sessanta insieme a La Salita di Gian TomasoLiverani, La Tartaruga di Plinio De Martiis, L’Attico di Bruno e Fabio Sargentini, L’Obelisco diGaspero del Corso e Irene Brin, La Nuova Pesa di Alvaro Marchini.

Con lo scopo prioritario di promuovere l’arte contemporanea in tutte le sue forme e modalità diespressione, la galleria è aperta alle nuove sperimentazioni, dal teatro d’avanguardia, al cinema,alla poesia visiva. Mara Coccia cerca una direzione di ricerca alternativa a quella perseguita dallealtre gallerie: “la galleria si veniva a trovare schiacciata tra la Salita e la Tartaruga, perciò hocercato di darle una linea diversa… di informazione e documentazione”.

Lavora impostando rapporti diretti con gli artisti che ospita, tra i quali Gastone Novelli, FrancoAngeli, Jannis Kounellis, Claudio Verna, Tano Festa, Gianfranco Notargiacomo, Piero Dorazio,Giulio Turcato, Achille Perilli, Fabio Mauri, Carla Accardi, Michelangelo Pistoletto e AlexanderCalder (con la prima grande mostra dell’artista a Roma, organizzata da Caradente).

Nel 1981 la galleria si sposta in via Condotti col nome di Associazione Mara Coccia. Dopo altritrasferimenti di sede, chiude nel 2012. L’eredità dell’Associazione viene portata avanti da AnnaMarra, che ha aperto la sua galleria in diretta continuità con l’esperienza di collaborazione con MaraCoccia.

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IL SEGNO

(1964, Angelica Savinio)

Il Segno, inaugurato nel 1957 da Carla Panicali e Bruno Herlitzka, viene ceduto nel 1964 adAngelica Savinio, che aveva collaborato con i due precedenti direttori alla galleria Marlborough,oltre che con Fiamma Vigo a Numero e con Gian Tomaso Liverani a La Salita.

Seguendo la direzione dei suoi predecessori, Angelica Savinio non vuole dar vita ad una galleria “ditendenza”. Al contrario, viste le ridotte dimensioni del suo spazio, privilegia esposizioni di operesu carta, piccoli formati e grafica: incisioni di artisti contemporanei con i quali era legata darapporti di amicizia (Achille Perilli, Piero Dorazio, Gastone Novelli, Giulio Turcato e altri), temperee collages di Toti Scialoja, mostre di grafica di Mirò, Picasso, Hans Richter, Max Ernst, Chagall,Jean Dubuffet, Rime dantesche illustrate da opere di Alberto Burri, disegni di Le Corbusier.

Pur nella continua coerenza di programmi, non mancano mostre atipiche come AmericanSupermarket del ’65 e quella di grandi sculture di Melotti del ’68. La galleria è ancora attiva nellastorica sede di Via Capo le Case e ha mantenuto la stessa grafia del suo nome originario.

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GALLERIA DELL’OCA

(1967, Luisa Laureati)

Nata nel 1965 come libreria - frequentata da intellettuali e registi come Moravia, Pasolini,Ungaretti, Parise, Flaiano, Petri e Zurlini - la Galleria dell’Oca diviene, dal 1967, uno dei più notispazi espositivi della Capitale. Ideatrice e promotrice della galleria è Luisa Laureati, che proponeartisti contemporanei o appartenenti al recente passato, fra i quali Angeli, Festa, Sordini, Matta,Turcato, Kounellis, Paolini, Carol Rama, Mattiacci. Organizza inoltre mostre in omaggio a grandiartisti del Novecento italiano come De Pisis, Morandi e Magnelli. La sede di via dell’Oca chiudenel 1997, per riaprire nel 2006, ad opera della stessa Luisa Laureati, dopo diversi trasferimenti, inVia del Vantaggio, sede della storica galleria di Alvaro Marchini, La Nuova Pesa.

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ARTI VISIVE

(1969, Sylvia Franchi)

Sylvia Franchi inaugura nel 1969 la galleria Arti Visive, nome suggeritole da Ettore Colla adindicare l’intento interdisciplinare del programma espositivo, comprendente pittura, artiplastiche, scultura, grafica, avanguardia poetica, fotografia, cinema, teatro, design. Fin dalla mostrad’esordio - intitolata Presenze di scultura, con Calò, Franchina, Lorenzetti, Garelli e altriprotagonisti della Biennale di Venezia del ‘70 - è chiaro come Arti Visive si differenzi dalle galleriedi tendenza. Sylvia Franchi non intende rivolgersi ad un pubblico di acquirenti o collezionisti néseguire esclusivamente gli indirizzi suggeriti dalla critica: “Ho sempre pensato alla mia galleriacome a un piccolo spazio culturale di arte moderna e contemporanea, privato, interdisciplinare,attento agli artisti meno alla moda e comunque a tutti gli artisti di qualità che di volta in volta hoincontrato”.

Ha proposto esposizioni di sola promozione culturale, nella convinzione che una galleria dovessecollaborare con gli enti pubblici svolgendo un ruolo didattico per la società. Tra le più interessantimostre degli anni Settanta la stessa Sylvia Franchi ha ricordato Geografia (riproposta tra il ’69 e’71), incentrata sul tema del decentramento culturale, Poesia Visiva (1974), di sole donne, confluitanel ’78 nell’unica rassegna storica al femminile della Biennale di Venezia e la mostra GraficheTendenze (1977), dedicata a cinque tra i più importanti designers italiani contemporanei.

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INCONTRI INTERNAZIONALI D’ARTE

(1970, Graziella Lonardi Buontempo)

Gli Incontri Internazionali d’Arte vengono fondati nel 1970 da Graziella Lonardi Buontempocome associazione culturale con il fine di “diffondere e di incrementare la conoscenza dell’artecontemporanea in tutte le sue forme, rivolgendo una particolare attenzione a quanto di nuovosi manifesti”. Presidente dell’Associazione è stato Alberto Moravia e figura critica di riferimentoAchille Bonito Oliva.

Due sono le mostre degli Incontri Internazionali che hanno segnato la storia dell’artecontemporanea: Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70 (1970), che trasforma la sedepubblica del Palazzo delle Esposizioni in un laboratorio creativo dei principali artisti italianid’avanguardia e Contemporanea (1973/74), estensiva rassegna internazionale ed interdisciplinaresul contemporaneo allestita nel nuovo parcheggio sotterraneo di Villa Borghese.

Animatrice culturale appassionata all’arte, Graziella Lonardi Buontempo riesce, entrando in direttorapporto con gli artisti, a convogliare sulla scena artistica romana i più importanti nomiinternazionali, da Joseph Beuys, a Andy Warhol, Richard Serra, Robert Rauschenberg, il gruppoFluxus, Christo, Daniel Buren, ecc.

L’Associazione diviene un luogo di sperimentazioni: oltre alle mostre e alle performance, nellasede di Palazzo Taverna si tengono incontri e dibattiti su arte, cinema e teatro che vedonoconfrontarsi i più rinomati artisti, critici e storici dell’arte degli anni Settanta.

INCONTRO D’ARTE

(1970, Giulia Romano Lodigiani)

Giulia Romano Lodigiani apre la galleria Incontro d’Arte nel 1970. Nei primi due anni, la galleriaha allestito soltanto collettive, per poi passare, dal 1972, ad una serie di mostre suddivise perperiodi di ricerca: dalle mostre di opere su carta dei maestri della Scuola di Parigi (Marc Chagall,Georges Braque, Sonya Delaunay, Max Ernst, Juan Mirò, Sebastian Matta, Pablo Picasso), ad unciclo dedicato al teatro Liberty Décò, alle mostre dei pittori della Scuola di Via Cavour, daAntonietta Raphael, a Mario Mafai, Adriana Pincherle, Rolando Monti, Virgilio Guzzi.

Giulia Romano ha individuato nell’indipendenza culturale l’indirizzo univoco e significante diIncontro d’Arte, che si colloca dunque al di fuori di ogni tendenza.

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PRIMO PIANO

(1972, Maria Colao)

Nel 1972 Maria Colao fonda in Via Vittoria la galleria Primo Piano, inaugurandola con una mostradi Carlo Lorenzetti. Da allora la dirige per i successivi trent’anni, privilegiando inizialmente artistidel panorama contemporaneo italiano come Nicola Carrino, Teodosio Magnoni e Marco Gastini.Successivamente apre l’interesse anche alla scena internazionale, esponendo per la prima volta aRoma nomi come Mel Bochner, Sol LeWitt, Fred Sandback e Carel Visser.

Nel 1983 la galleria si trasferisce in Via Panisperna, dove oltre ad uno spazio espositivo diviene unadelle più fornite librerie di arte contemporanea a Roma. Le scelte espositive di Maria Colao, che hadiretto la galleria fino al 2003, sono state dettate dal suo apprezzamento per gli artisti piuttosto chedalle logiche commerciali.

LAVATOIO CONTUMACIALE

(1974, Tomaso Binga)

Il Centro d’Informazione Culturale Lavatoio Contumaciale é ideato e fondato, nel 1974, dall’artistaTomaso Binga (nome d’arte di Bianca Pucciarelli), con la collaborazione del marito FilibertoMenna, critico d’arte. Il Centro occupa il locale di un ex “lavatoio contumaciale” (cioè un luogodove venivano lavati e bolliti i panni delle malattie infettive), ristrutturato nel ’74 su progettodell’architetto Costantino Dardi.

Il Lavatoio rientra dunque in quegli spazi autogestiti da donne artiste (come la galleria Numero diFiamma Vigo e la Cooperativa Beato Angelico di Carla Accardi, Anna Maria Colucci e SuzanneSantoro), nati a partire dagli anni ’70, con l’aprirsi della stagione femminista e della questione dellarelazione tra femminismo e arte.

Luogo d’incontro e di aggregazione culturale, il Lavatoio Contumaciale propone sin dall’inizio,manifestazioni e dibattiti sui diversi temi dell’attualità, della letteratura, della poesia, delle artivisive, del teatro, del cinema e dei nuovi media.

COOPERATIVA VIA BEATO ANGELICO

(1976, Carla Accardi, Anna Maria Colucci, Suzanne Santoro, Nilde Carabba, Franca Chiabra,Regina della Noce, Nedda Guidi, Eva Menzio, Teresa Montemaggiori, Stephani Coursler,Silvia Truppi)

La Cooperativa Via Beato Angelico, fondata nel 1976 da un gruppo di donne guidato da CarlaAccardi, rientra in quegli spazi autogestiti da artiste nati a partire dagli anni ’70, con l’aprirsidella stagione femminista e della questione della relazione tra femminismo e arte.

“La cooperativa nasce con il proposito di presentare il lavoro di donne artiste che operano ehanno operato nel campo delle arti visive. A fianco di tale attività la cooperativa si propone distudiare, raccogliere e documentare tale lavoro e sarà quindi grata a chiunque vorrà aiutare inquesto senso facendo pervenire materiali, libri, fotografie”.

In seguito a discordanze sul modo di intendere il femminismo in rapporto all’arte, nel 1978, a solidue anni dall’apertura, la Cooperativa si scioglie.

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SALA 1

(1970, Tito Amodei. Dal 1984, Mary Angela Schroth)

Sala 1 è un'associazione culturale fondata nel 1970 dallo scultore Tito Amodei in uno spazioall’interno del complesso del Santuario Pontificio della Scala Santa a San Giovanni. Nel 1976decide di affidare la direzione artistica agli artisti stessi: Sala 1 diventa così, nella seconda metàdegli anni Settanta, un luogo di effettiva sperimentazione artistica ed espositiva. Dal 1984 ladirezione passa a Mary Angela Schroth, che ancora oggi ne è a capo.

Impegnata nella ricerca sperimentale dell'arte contemporanea, dell'architettura, del teatro, delcinema, della musica, Sala 1 si è distinta per la programmazione orientata ad accogliere progettinazionali e internazionali inediti in Italia.

Accanto all'attività espositiva, si propone come luogo attivo per manifestazioni di elevato livelloprofessionale: riunioni, seminari, laboratori e conferenze stampa.

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Un feedback da Sala 1

Mary Angela Schroth (Sala 1) con, a destra, Elisabetta Bianchi

Dalla pagina Facebook di Sala 1

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Una visita guidata alla mostra

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Materiali Preparatori

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Un precedente

Nel 2011, la Biblioteca del CRDAV presso il MACRO aveva allestito una prima mostra dedicata ai luoghi dell'arte contemporanea a Roma. La mostra spaziava dal 1900 al 1959 e presentava numerosimateriali documentari dalle collezioni del CRDAV.

Se ne riproduce, qui di seguito, il testo informativo distribuito in occasione della conferenza stampa,tenutasi il 24 giugno 2011. L'illustrazione qui sotto riprodotta faceva parte del testo informativo stesso.

Raffigura la copertina del volume dedicato alle mostre tenute alla Galleria L’Obelisco dal novembre 1946 al luglio 1955, e fa parte della collezione del CRDAV/MACRO.

Alessandro Califano

1900-1959: I LUOGHI DELL’ “ARTE CONTEMPORANEA” A ROMA DALLE COLLEZIONI DEL CRDAV. UNA SELEZIONE

MACRO

Via Nizza, 138

Biblioteca, Livello 2

25 Giugno – 30 Ottobre 2011

Conferenza stampa: 24 giugno 2011, ore 11

Inaugurazione: 24 giugno 2011, ore 19

A cura di MACRO – CRDAV, Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive.

Cassettiere MACRO: OTTART Prodotti per l’Arte

Una mostra per riscoprire la vitalità dell’arte “contemporanea” nella Capitale dal 1900 al 1959,

attraverso lo straordinario materiale documentario del Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive del MACRO, esposto nelle cassettiere della Biblioteca.

Dopo le mostre dedicate a Enrico Prampolini, Oscar Savio e Mario Ballocco, prosegue l’attività

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espositiva del CRDAV con una mostra che, attraverso una ricca e accurata selezione di cataloghi rari, pieghevoli, inviti, locandine, appartenenti ai propri Archivi, ripercorre l’attività espositiva che Roma dedicò all’arte contemporanea tra il 1900 e il 1959. Un ideale viaggio attraverso 60 anni di cruciale attività, che confermano la volontà e lo sguardo che questa straordinaria città ha sempre avuto anche nei confronti del proprio presente.

La mostra ricostruisce un vero e proprio mondo, quello in cui, frequentando certi luoghi espositivi, certe gallerie, certi caffè, certe librerie, certe trattorie si incontrava tutto il mondo letterario e artistico. Lasera andavamo.... al Caffè Greco, all’Aragno, alla Casa d’arte italiana, a La Cometa, all’Art Club, a La Margherita, a L’Obelisco, alla Vetrina di Chiurazzi, a L’Age d’or, a La Tartaruga, a L’Attico, alla Galleria del Secolo, al “baretto” di Via del Babuino, alla trattoria dei fratelli Menghi verrebbe da dire, parafrasando il titolo del fortunato libro di Eugenio Scalfari (La sera andavamo in Via Veneto) per segnalare almeno buona parte dei luoghi che hanno visto il “farsi” della storia dell’arte “contemporanea” a Roma, dall’inizio del secolo alla fine degli anni cinquanta. Luoghi affollati, di generazione in generazione, dai vari Marinetti, Prampolini, Jarema, Turcato, Vedova, Dorazio, Sinisgalli, Ungaretti, Villa, Vivaldi e tanti altri ancora... Luoghi che vengono oggi riscoperti nelle speciali cassettiere del MACRO.

L’esposizione è suddivisa in due sezioni: 1900-1959: dal Palazzo delle Esposizioni a L’Obelisco e 1950-1959. Gli anni originali, a ciascuna delle quali è dedicata una cassettiera.

1900-1959: dal Palazzo delle Esposizioni a L’Obelisco.

La cassettiera propone un itinerario selezionato che, a partire dall’attività svolta da uno dei principali simboli dell’Italia unita e del periodo umbertino, il Palazzo delle Esposizioni, giunge sino all’importante percorso segnato dalla prima galleria romana a essere inaugurata nel secondo dopoguerra: L’Obelisco di Gaspero Del Corso e Irene Brin.I cataloghi delle mostre della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, delle Secessioni, delle Biennali Romane e delle Quadriennali, testimoniano la rilevanza del ruolo del Palazzo delle Esposizioni nel primo trentennio del secolo; a questo centro nevralgico per l’analisi delle ricerche e delle tensioni in atto nella

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scena artistica dell’epoca, si aggiunge inoltre il lavoro della Casa d’Arte Italiana di Enrico Prampolini e Mario Recchi, qui testimoniato attraverso alcuni raffinatissimi Bollettini.

Gli anni Trenta e quelli del secondo conflitto bellico, vedono anche la nascita di alcune gallerie, tra cui la Galleria di Roma, La Cometa, la San Marco e La Margherita, la cui attività è qui documentata da alcune delle preziose pubblicazioni realizzate per le mostre.

A caratterizzare il clima dell’immediato dopoguerra, è invece la forte necessità di conoscere e verificare le ricerche delle avanguardie europee e internazionali: l’Art Club, con le mostre organizzate alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e con l’attività della galleria-libreria Age d’Or, è una delle realtà a dar maggior voce a tale indirizzo, sostenuto anche dall’attività delle gallerie. Tra queste, L’Obelisco diede spazio alla diffusione dell’arte americana e favorì in particolar modo la circolazione degli artisti italiani all’estero e viceversa.

1950-1959: “gli anni originali”

Caratterizzati da un’intensa e frenetica attività, gli anni dal 1950 al 1959 furono “anni originali”. A dare questa definizione fu Plinio De Martiis che nel 1954 aprì la galleria La Tartaruga, la cui effervescente attività si affiancava a quella de La Salita di Gian Tomaso Liverani, e de L’Attico di Bruno e Fabio Sargentini, inaugurate entrambe nel 1957. A queste, che furono i principali riferimenti dell’avanguardia a Roma, in quel decennio si affiancarono altre gallerie dall’interessante identità, tra cui la Selecta, l’arco d’Alibert, Odyssia, La Medusa, Il Segno, La Nuova Pesa.

Per quanto riguarda La Tartaruga, il lavoro di diffusione dell’arte americana in Italia con le prime mostre di artisti come Rauschenberg, Twombly, Marca-Relli e Kline, testimonia quella propensione al confronto internazionale che si era radicato nel decennio precedente, e che De Martiis sceglie di affiancare all’analisi delle nuove avanguardie italiane ed europee, proponendo artisti come Accardi, Dorazio e Appel.

Fra le gallerie romane di impegno e rottura, la coraggiosa sperimentazione de La Salita è invece

testimoniata in particolare dalle mostre di Angeli, Festa, Uncini e di tutta la compagine degli astrattisti del secondo dopoguerra. Infine, le personali di Fontana, Bendini, Scordia, testimoniano alcuni momenti dell’attività de L’Attico, a cui è stata recentemente dedicata una mostra del ciclo MACROradici del

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contemporaneo, e la cui vitalità artistica lo renderà uno degli spazi più sperimentali e innovativi degli anni sessanta.

La mostra è completata da una sezione di approfondimento che propone alcune pubblicazioni antologiche edite dalle stesse gallerie, relative alla loro attività nel corso degli anni, riproduzioni anastatiche di cataloghi pubblicati in occasione delle mostre, monografie attinenti al tema della mostra e alcuni periodici d’arte (da Emporium a Spazio).

La mostra “1900-1959: i luoghi dell’arte contemporanea a roma dalle collezioni del CRDAV. Una selezione” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico– Sovraintendenza ai Beni Culturali.

Si ringrazia il British Institute of Rome per la collaborazione alla traduzione in inglese dei testi

MACRO

Via Nizza 138, Roma

Orari: martedì - domenica 11-22 (la biglietteria chiude alle 21) Chiuso il lunedì

Biglietto:MACROTICKET: MACRO + MACROTestaccio, Intero: € 11,00; Ridotto: € 9,00. Valido 7 giorni (acquistando il biglietto al MACRO si ha la possibilità di visitare anche il MACRO TESTACCIO nell'arco di 7 giorni)

Per i cittadini residenti nel Comune di Roma: Intero € 10,00; Ridotto € 8,00

Ufficio Comunicazione MACRO

Massimiliano Moschetta - Nicolò Scialanga

T +39 06 671070443

[email protected]

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura

Patrizia Morici

[email protected]

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Suddividersi i compiti...

PROGETTO MOSTRA Biblioteca CRDAV [bozza]

Fondo Storico Gallerie Romane [titolo..?? sottotitolo..??] La continuità: ieri oggi domani.. Selezione tra ieri e oggi.. Gallerie Romane: la continuità.. Boh? Poi ci viene

Inaugurazione giovedì 5 febbraio?? 2015..

SEZIONI INTRODUZIONE Il Fondo Storico Gallerie Romane [monografie, cataloghi.. CRDAV]

espositore esterno biblioteca in legno+vetrina GALLERIE Anni 60’ [3 gallerie?x 3 file vert. cassetti] cassettiera nera in metallo entrando a

dx GALLERIE Anni 70’ [3 gallerie?x 3 file vert. cassetti] cassettiera nera in metallo entrando a

sn GALLERIE MIX Anni 60’+70’ [varie gallerie] vetrine superiori cassettiere nere dx+sn

ARCHITETTURA&DESIGN Spazio espositivo&Arredo [selezione dal Fondo] saletta antiBiblioteca espositori bianchi luminosi

LAB. CREATIVO Immagini dal Fondo [selezione] balaustra ballatoio

OLTRE LA MOSTRA [corrispondenze, link ,focus, pubblicazioni, e-book.. Equipéco. Pucci..] dove??

CONCLUSIONE Progetto Fondo Storico Gallerie Romane [work in progress] espositore interno biblioteca in legno+vetrina

Varie ed eventuali.. Work in progress nei prox giorni, e dal 5 febbraio al 5 marzo.. Testi mostra Documentazione anche fotografica riordino Fondo Contatti Gallerie ancora in attività Promozione mostra Inaugurazione mostra Sponsor? Equipéco.. Altri? E-book, articoli, pubblicazioni.. Post mostra Presentazione e-book Sergio Pucci.. [Pucci&gallerie]

Elisabetta Bianchi_7 ottobre 2014

designer culturale, Roma

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Ciao,

sono molto contenta! che la pubblicazione

lieviti..

Ci aggiorniamo presto

Baci

Elisabetta

Ciao Eleonora,appena avrò completato la 'CARTELLA' testi, invierò a tutti.

Manca il mio su sez. Architettura/Design, sto elaborando..E testi definitivi in mostra di Giulia, a breve.

Intanto inizia a rimuginare qualche possibile domanda x settori, magari su base biografica..Oppure affronta un solo tema con poche domande, mirate.

A presto, e baciElisabetta

Ciao a tutti,scrivo per informare in primis Alessandro e a susseguire tutti voiriguardo i miei ampliamenti relativi all' e-book.

Dal momento che mi sposto da un'area prettamente conservativa ad unapiù di curatela mi piacerebbe evidenziare questo "cambio di rotta" conun testo.

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Vorrei parlare di quella che è stata la mia esperienza come conservatrice e addetta alla risistemazione pratica del fondo, andando anche nel particolare (facendo un riferimento, ad esempio, alla stesura dei famosi 4elenchi e al motivo per il quale sonostatifatti). Questo testo serve da chiusura allaparte di Conservazione e daapertura a quella di Curatela, che,come saprete, si manifesterànell'intervista a Simonetta Lux.Ho solo un dubbio: si tratta di unacosa eccessivamente personale? E'necessario mantenere sempre uncerto distacco? Perché la prima cosache mi è venuta in mente è che potreiscrivere in prima persona, manon voglio rischiare di sfociare nella"pagina di diario". E' pursempre un libro!

A livello pratico, credo che avròbisogno di due, massimo tre pagine,tenendo a mente che:

FONT --> Times New RomanDIMENSIONE --> 12INTERLINEA --> Singola

Riassumendo, confermo che le partiche mi riguardano sono : testo dicongiunzione CONSERVAZIONE -CURATELA e INTERVISTA (sullaquale, temo,mi metterò a lavorare seriamentedurante il weekend, raccogliendoquante più informazioni possibili). Per quel che riguarda lo spazioche occuperà l'intervista, probabilmente posso dare delle informazionipiù precise fra qualche giorno.

A presto

Ele

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Cara Eleonora,

Mi sembra un'ottima idea. Non trovo che parlare in prima persona sia una cosa eccessivamente personale: dipende da quello che si dice.

Possono dirsi castronerie inenarrabili anche parlando in terza persona ed in tono oggettivo... :-)

Non preoccuparti, comunque. Rileggerò il tutto - così come farò con gli altri interventi - e, semmai, ti potrò dare qualche suggerimento.

Buon lavoro a tutti e a presto.Ancora grazie a tutti,

Alessandro

Caro Alessandro,

per quanto riguarda il mio intervento sulla pubblicazione dell'e-book, vorrei articolarlo in 3 parti:

1) Testo introduttivo e descrittivo del tema della mostra. Prevedo che sarà tra le 5 e le 7 pagine.

2) Brevi schede sulle gallerie esposte. Vorrei articolare questa parte in testo/immagine. Le immaginisaranno possibilmente dei documenti significativi e/o la foto di ciascuna gallerista con la rispettiva

Page 58: Fondo gallerie storiche romane - Destinazione Donna - catalogo della mostra

galleria. Credo che dovremo decidere insieme la formula più adatta in relazione alle immagini. Le schede saranno relative a 10 gallerie e lo spazio di ciascun testo sarà molto breve, quindi credo che itesti saranno di non più di 3 pagine.3) Bibliografia finale (credo sia opportuno inserirla): 5/6 pagine.

Il mio intervento, per quanto riguarda i testi, sarà quindi approssimativamente di 15 pagine.

Un saluto a tutti e a presto,

Giulia

Cara Giulia - sintetico e perfetto. Vai! Penseremo poi alle immagini.A presto e buon lavoro a tutti,

Alessandro

Page 59: Fondo gallerie storiche romane - Destinazione Donna - catalogo della mostra

Ciao Ele

per 'cartella' intendo foglio formato A4 con testo corpo 12 Times interlinea nè stretta nè larga senza

paragrafi circa 3000 caratteri spazi inclusi..

Per andare Macro dobbiamo accordarci a voce..

Quando potrai chiamami.

Buona giornata

Elisabetta

Page 60: Fondo gallerie storiche romane - Destinazione Donna - catalogo della mostra

Artiste – un appunto di lavoro...

ANNI 60…. + conosciute

Carla AccardiDaphne CasoratiGrazia VariscoTitina MaselliPaola Levi MontalciniPasquarosa (Bertoletti)Antonietta RaphaelBice LazzariLiana Bonivento

ANNI 70…. + conosciute

Carla AccardiPaola Levi MontalciniGrazia VariscoMaria LaiTomaso BingaGiosetta FioroniKetty La RoccaMarisa MerzNanda VigoBice LazzariLiana Bonivento

Galleriste?? Aggiungi tu..

Biennale Venezia 60.. nessuna donna

Biennale Venezia 68.. nessuna donna

Biennale Roma 68.. circa 20: molte in pittura e incisione, scultura solo A. RaphaelÈ buffo!! Le donne in biografia non citano data nascita.. nessuna! Convenzione comune..

Quadriennali Roma: Nel 65 poche.. Nel 73, 77 un buon numero

Elisabetta Bianchi_22 ottobre 2014designer culturale, Roma

Page 61: Fondo gallerie storiche romane - Destinazione Donna - catalogo della mostra

Mostra Gallerie Storiche in Biblioteca – una lettera

Giovedì 12 febbraio 2015, 18:56

Da: "Alessandro Califano" <califano.a@...>

A: "Federica Pirani" <federica.pirani@...>

Cc: [ Omissis ]

Presentazione mostra documentaria gallerie storiche 2015.doc

Gentile Direttore,

Ho il piacere di allegare alle presente la scheda di presentazione della mostra documentaria sulleGallerie Storiche Romane (anni '60 e '70) da tenersi negli spazi della Biblioteca del MACRO, che avevo già avuto modo di preannunziare alla S.V. nella mia mail del 5 gennaio di quest'anno.

Originariamente prevista per l'inizio dell'estate prossima - per dare il tempo a chi vi lavorava di portare avanti il progetto speciale di riordino del relativo Fondo Gallerie Storiche, avviato l'estate scorsa - risulta invece possibile, in considerazione del fatto che tale progetto speciale ha marciato a tappe più rapide di quanto prudenzialmente previsto, anticiparla al prossimo mese.

In considerazione dello specifico taglio dato alla mostra - il cui comun denominatore è la direzione femminile di spazi espositivi romani nel periodo in questione (oltre ovviamente ad altro materiale documentario e illustrativo per meglio inquadrare periodo e tematiche) - si ritienepossibile inaugurare l'evento nel pomeriggio di giovedì 5 marzo 2015: giusto in tempo per domenica 8 Marzo, in occasione della quale si propongono altresì due visite guidate alla Biblioteca. Oltre a tale motivazione tematica, l'inaugurazione in tale data consente di non coincidere con nuovi, imminenti periodi di assenza di chi scrive.

Al pari delle ultime due altre mostre allestite in Biblioteca nel 2014, la presente mostra documentaria - cui hanno lavorato, oltre a chi scrive (in qualità di supervisore), Elisabetta Bianchi (progettazione e organizzazione), Giulia Arganini (ricerca cura e allestimento), Eleonora Rebiscini (archivio cura e allestimento) e Roberto De Nicola (timeline e allestimento) - sarà a costo zero per l'Amministrazione.

[ Omissis ]

Ringraziando sin d'ora per l'attenzione che la S.V. vorrà riservare alla mia richiesta, con osservanza,

Alessandro Califano----------------------------------------------------Dr. Alessandro Califano, CuratoreResponsabile Archivi e BibliotecaMACRO - Museo d'Arte Contemporanea, Roma