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Fondazione Giovanni Carlo RotaO.N.L.U.S.

POLIAMBULATORIO SPECIALISTICOAut. n. 20 DEL 17/10/2006 - Direttore Sanitario Dr. Fausto Svanoni

PER INFORMAZIONI E APPUNTAMENTI: Visite specialistiche, ecografie e fisiokinesiterapia - Tel. 0356320050 - [email protected]

Info: Tel. 035.6320011 - Almenno San Salvatore via Repubblica 1 - [email protected] - www.fondazionerota.it

CARDIOLOGIA- Dr. Enrico IavaroneCHIRURGIA VASCOLARE- Dr. Francesco CusmaiDERMATOLOGIA- Dr. Claudio AmatoENDOCRINOLOGIA/DIABETOLOGIA- Dr. Giorgio PaganiGASTROENTEROLOGIA- Dr. Paolo SerboliGERIATRIA- Dr. Alberto OngaroMEDICINA INTERNA E GERIATRIA- Dr.ssa Marina MangiaGINECOLOGIA E OSTETRICIA- Dr.ssa Raffaella Laquintana MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE- Dr. Pietro BoneraMED. INTERNA E GASTROENTEROLOGIA- Dr. Fausto SvanoniMEDICINA LEGALE- Dr. Massimiliano FerraraNEUROLOGIA- Dr. G. Pietro SalviORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA- Dr. Antonio LocatelliOTORINOLARINGOIATRIA- Dr. Franco FabrettiPNEUMOLOGIA- Dr. Marco CologniUROLOGIA- Dr. Maurizio GozoVULNOLOGIA- Dr. Sergio AccardiBIOLOGO NUTRIZIONISTA- Dr. Paolo BianchiniDIAGNOSI E TERAPIA OSTEOPOROSI- Dr.ssa Marcella Montini PSICOLOGIA- Dr.ssa Michela PersoneniPSICHIATRIA PSICOLOGIA- Dr.Filippo Tancredi(Convenzione con il Centro di Psicologia Clinica Anisé)

ECOGRAFIA DIAGNOSTICA Dr. Pierfranco Galbiati

● ECOGRAFIA ADDOME SUPERIORE - ADDOME INFERIORE● ECOGRAFIA ADDOME COMPLETO● ECOGRAFIA COLLO E TIROIDE● ECOGRAFIA APPARATO URINARIO - TESTICOLI● ECOGRAFIA TESSUTI MOLLI - MUSCOLARE

ECOCOLOR DOPPLER Dr. Francesco Cusmai

● ECOCOLOR DOPPLER ARTERIOSO E VENOSO ARTI INFERIORI

● ECOCOLOR DOPPLER TRONCHI SOVRAORTICI

● ECOCOLR DOPPLER AORTA ADDOMINALE

ECOCARDIO Dr. Enrico Iavarone

● VISITA CARDIOLOGICA● ECOCARDIOGRAMMA

● ECOCARDIOGRAMMA COLOR DOPPLER

FISIOKINESITERAPIA● RIEDUCAZIONE MOTORIA INDIVIDUALE

● MASSOTERAPIA

● ULTRASUONOTERAPIA

● RADARTERAPIA

● GALVANOTERAPIA

● ELETTROSTIMOLAZIONE

● IONOFORESI

● T.E.N.S.

● TRAZIONI LOMBARI E CERVICALI

● LASERTERAPIA CO2

● MAGNETOTERAPIA

● ONDE D'URTO

● TECARTERAPIA

MEDICI SPECIALISTI

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Apri le 2017 1

Comunità ApertA: Periodico mensile della parrocchia di Almenno San SalvatoreDirezione, redazione, amministrazione e corrispondenza: COMUNITà APERTA - via XXV Aprile - Almenno San Salvatore (Bg)e-mail: [email protected] o [email protected]: Don mario rosa - Direttore Resp.: don oliviero GiulianiAutorizzazione del tribunale di Bergamo n. 32 del 28.09.1988 Pubblicità inferiore al 70%- redazione: don Mario Rosa - don Giorgio Albani - don Lorenzo TestaRenzo Cornelli - Anna Cortinovis - Paolo Manzoni - Romano Bonfanti - Roberto Bonalumi- impaginazione e grafica a cura di: Renzo Cornelli- Stampa a cura di: Press R3 S.N.C. di Rota Alessandro & C.

Copertina a cura di: Roberto Bonalumi

Veduta di almenno Bassodal Fiume BremBo

Foto di don GiorGio

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TEMPO DI PASQUA: SALTANO I CATENACCI Calendario Parrocchiale maggio 2017 Maria Pellegrina nelle nostre case! Ordinazione Sacerdotale e Prima Messa di don Marco Luca Consiglio Pastorale parrocchiale Anniversari di Matrimonio Dal Monastero Francesco di Zogno La porta Giuseppe il sognatore La Parrocchia in tempo di crisi... "La cassa piange!?" Accoglienza richidenti asilo politico Incontri sulla figura e l'insegnamento di Don Lorenzo Milani Festa di Primavera Publio Ovidio Nasone letterato romano Gruppo Amici del Romanico: incontri su G. Vignola Il nuovo Consiglio di Azione Cattolica ACR: Incontri mese della Pace Famiglie in festa Dalle Missioni della Tanzania Gruppo del Sorriso Il Comune dei Ragazzi Breve storia dell'Ospedale Giovanni Carlo Rota (4) Gita Pellegrinaggio Associazione S. vincenzo Chiedilo al Parroco L'Angolo della poesia Fondazione Giovanni Carlo Rota Incontri AVIS-AIDO Marcia Almennese Mi fanno ritornare in mente Un tempo Cara maestra Gita sulle Dolomiti Scheda Biblioteca Comunale Anagrafe parrocchiale Sempre nel nostro ricordo e nel nostro cuore

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Sommario

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Comunità Aperta 2

Editoriale

Capita spesso oggi, specialmente quando si è soli in casa di chiudere le porte con un catenaccio o con qualcosa di simile! (sai con i tempi che corrono…); e così la casa che è lo spazio della nostra libertà, diventa la nostra “prigione”.

Anche gli apostoli devono aver provato qualcosa di simile; la sera di Pasqua, e anche otto giorni dopo, si ritrovavano insieme “sbarrati”, nel Cenacolo, con tanta paura addosso, pensando che i Giudei, tolto di mezzo Gesù, avrebbero pensato di togliere di mezzo anche loro.

Ma Gesù è risorto, ha spostato la grossa pietra

del sepolcro e ora spacca i catenacci della porta, spacca la diffidenza e l’incredulità degli Apostoli (vedi Tommaso). Apparendo agli Apostoli parla il linguaggio dell’amicizia, della fiducia, della speranza, della gioia: “Pace a voi”. Possiamo leggere nell’animo incatenato degli Apostoli certi nostri “incatenamenti” che distruggono la nostra personalità e la nostra libertà.

Ho paura di essere diverso dagli altri, a non dire parolacce come gli altri, a non fare le cretinaggini che fanno tutti; ho paura di pensare con la mia testa e mi adeguo al pensiero che va di moda; e così facendo, mi chiudo in un appiattimento che

deturpa e avvilisce la mia dignità di persona.

La vittoria di Cristo sulla morte è la vittoria della libertà sulla schiavitù, è la vittoria della mia dignità contro coloro che cercano di plagiare il mio cervello.

Le domeniche del Tempo di Pasqua vengono chiamate dalla liturgia non domeniche “dopo Pasqua”, ma “di Pasqua”. Sì perché ogni domenica è Pasqua, ogni domenica è celebrazione del memoriale della Pasqua,

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Apri le 2017 3

Editoriale

Sono attivi su Internet i Siti della Parrocchia e della Scuola Materna che sono stati totalmente aggiornati con nuovi servizi e fotografie. Alcune parti sono ancora in lavorazione e saranno attive a breve tempo. Nel frattempo le stringhe per accedere ai due siti della Parrocchia e della Scuola Materna sono le seguenti:

www.almennosansalvatore.parrocchiesulweb.it www.infanziasansalvatore.it

ogni domenica è festa della libertà; è Cristo il Risorto, che dice: “Siate voi stessi, vivete la libertà della vostra personalità, spalancate il cuore alla fantasia della speranza, ricominciate a pensare e a vivere da persone e non più da numeri”.

Il primo effetto della Pasqua è il crollo del-l’individualismo, è lo sfon-damento della porta chiusa, è la nascita della comunità dove una moltitudine scopre di avere “un cuore solo e un’anima sola” e anche il denaro diventa “proprietà comune” (Atti 4,32-35).

É questo il cambiamento “pasquale”: il mondo cambia grazie alla forza della fede di coloro che sanno inginocchiarsi solo e unicamente davanti a Cristo, fieri della riconquistata libertà che fa nobile e preziosa la vita.

Gesù ha spaccato le chiusure dagli Apostoli, rendendoli liberi; per questo ora può dire loro:

“Uscite, andate in tutto il mondo; le strade sono aperte, il futuro è nelle vostre mani; ora siete liberi di essere voi stessi, testimoni capaci di vincere il mondo”.

Ancora un pensiero per concludere: vogliamo

scoprire la presenza del Risorto in casa nostra?

Togliamo i catenacci; diventiamo casa che accoglie, che invita; casa aperta, cominciando, magari, dai vicini, e allora sentiremo nel cuore una voce che dice: “Pace a voi”. É la voce del Cristo Risorto che ci apre il cuore alla gioia.

don Mario

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Comunità Aperta 4

Parrocchia informa

GIORNO APPUNTAMENTO ORARIO LUOGO

Lunedì1San GiuSeppe lavoratore

pelleGrinaGGio parrocchiale alla cornabuSa

Martedì 2 Consiglio di Azione Cattolica 20,45 Oratorio

Sabato 6 San Domenico Savio

DOMENICA 7IV di Pasqua EUCARISTIA DI PRIMA COMUNIONE 10,00 Parrocchia

Lunedì 8 Beata Vergine di Pompei

Rosario e S. Messa di Rione - Cappuccini 20,00

Martedì 9S. Messa Madri Cristiane

Incontro Gruppo Missionario

9,00

16,15

Cappuccini

Parrocchia

Giovedì 11 Incontro Catechisti 20,30 Oratorio

Venerdì 12 Incontro Confratelli 20,30 Parrocchia

Sabato 13B. MARIA VERGINE DI FATIMA

Centenario delle Apparizioni

DOMENICA 14V di Pasqua

EUCARISTIA ANNIVERSARI DI MATRIMONIOSanta Messa 11,00 Parrocchia

Lunedì 15dell'Angelo

Rosario e S. Messa di Rione - Cimaer e 5 Vie 20,00

Martedì 16 CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE 20,45 Parrocchia

Giovedì 18 Conferenza San Vincenzo

Incontro Adulti Azione Cattolica

19,45

20,45

Parrocchia

Oratorio

Calendario Pastorale M a g g i o 2017

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Parrocchia Informa

«Discepoli sulla strada»

GIORNO APPUNTAMENTO ORARIO LUOGO

Venerdì 19PELLEGRINAGGIO VICARIALE MARIANO

ALLA GROTTA DI ROSCIANO PONTERANICA20,30

DOMENICA 21VI di Pasqua

EUCARISTIA CONFERIMENTOSANTA CRESIMA 10,00 Parrocchia

22 LunedìConfessioni Ragazzi IV - V El. e I media

Rosario e S. Messa di Rione - Almenno Alto

16,30

20,00

Cappuccini

23 MartedìS. Messa in preparazione all'Ordinazione Sacerdotale

di don Marco Luca20,00 Cappuccini

24 Mercoledì S. Messa in preparazione all'Ordinazione Sacerdotale 20,00 Cappuccini

25 Giovedì S. Messa in preparazione all'Ordinazione Sacerdotale 20,00 Cappuccini

26 VenerdìFESTA SAN FILIPPO NERI PATRONO DELL'ORATORIO

S. Messa ai Cappuccini e Processione con S. Filippo20,30 Cappuccini

27 Sabato

Ordinazione sacerdotale nella Cattedrale del diacono don Marco luca Bertani

(vedi programma)

17,00 Bergamo

DOMENICA 28Ascensione del Signore

PRIMA SANTA MESSA DI DON MARCO LUCA(vedi programma)

10,30 Parrocchia

29 Lunedì Rosario e S. Messa di Rione - Ca' Crescenzio 20,00

31 MercoledìChIUSURA MESE DI MAggIO

S. ROSARIO E S. MESSA20,00 Santuario

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Comunità Aperta 6

MARIA PELLEGRINA NELLE NOSTRE CASE!Nel centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima.

Carissimi, durante il mese di maggio, ogni lunedì, come da calendario, sarà recitato il Santo Rosario alle ore 20,00 a cui farà seguito la celebrazione della Santa Messa nelle contrade del nostro paese. Maria si fa ancora “pellegrina” fra le nostre case e nelle nostre famiglie.Dal martedì al venerdì una famiglia ogni giorno può ospitare la Madonna in casa, per la recita del Santo Rosario che sarà alle ore 20.00. Sarà presente un sacerdote della Comunità che guiderà la preghiera. La preghiera si può fare sia all’interno sia all’esterno della casa a seconda anche del tempo.

• Mercoledì26aprileore20,00:S. Messa Prodigio Santuario * Apertura del Mese di Maggio Settimana Famiglie RIONE MADONNA 27–28– aprile / 2-3-4-5 maggio (Lunedì 1° Maggio Pellegrinaggio al Santuario della Cornabusa)

• Lunedì8maggioMessaRione-Cappuccini Settimana Famiglie RIONE CAPPUCCINI 9 - 10 - 11 -12 maggio

• Lunedì15maggioMessaRione-Cimaere5Vie Settimana Famiglie RIONE CIMAER E 5 VIE16-17-18-19maggio

• Lunedì22maggioMessaRione-AlmennoAlto Settimana Famiglie RIONE ALMENNO ALTO

23–24–25 maggio: S. Messa ore 2O,OO Cappuccini in preparazione all'Ordinazione Sacerdotale (Il 26 maggio Festa di San Filippo Neri Patrono dell’Oratorio: ore 2O,3O

S. Messa e processione ai Cappuccini)

• Lunedì29maggioMessaRione-Ca’Crescenzio Settimana Famiglie RIONE CA’ CRESCENZIO 30 maggio

Mercoledì 31 maggio ore 2O,3O

S. Messa e Chiusura del Mese di Maggio al Santuario

Buon mese di maggio a tutti!I Sacerdoti con il Consiglio Pastorale Parrocchiale

Mese di Maggio 2017

Come fare per avere la Statua della Madonna a casa?Recarsi in segreteria all’Oratorio nei pomeriggi in cui questa è aperta

per prenotare il proprio giorno e dare il nome della famiglia e l’indirizzo.

N.B. Alla sera, terminata la preghiera del Rosario la famiglia ospitante la Madonna la consegna alla presenza del sacerdote alla famiglia del giorno seguente.

Si raccomanda alle famiglie ospitanti di predisporre un luogo adeguato e decoroso nella propria casa o nel cortile o in giardino.

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Apri le 2017 7

P r o g r a m m a

Per l ’Ord i n a z i o n e Sa c e r d o t a l e d i d on Marco Luca Ber t a n i

Giornate di preparazione all’Ordinazione e alla prima Messa

Martedì 23 maggio Chiesa dei Cappucciniore 20,00 - S. Messa e riflessione

Mercoledì 24 maggio Chiesa dei Cappucciniore 20,00 - S. Messa e riflessione

Giovedì 25 maggio Chiesa dei CappucciniOre 20,00 - S. Messa e riflessione

Venerdì 26 MaGGiO – Festa di s. FilippO neri patrOnO dell’OratOriOore 20,30 - s. Messa segue processione con la statua

Sabato 27 maggio ore 17,00 – nella Cattedrale di Bergamo

Ordinazione sacerdotale di don Marco luca

- ore 20,30 - ricevimento dei giovani presso il piazzale del Mercatocorteo festoso dei giovani attraverso via Pitentino e viale Papa Giovanni

fino all’Oratorio con don Marco Luca e corteo verso la Parrocchiale

- ore 21,00 - "te deum" e Benedizione eucaristica del novello sacerdote

Segue "rinfresco" sul Sagrato della Chiesa Parrocchiale

Domenica 28 maggio 2017- ore 10,00 - corteo dalla Chiesa di san nicola alla parrocchia

- Ore 10,30 - priMa s. Messa di dOn MarCO luCa

ore 21,00 nella Chiesa dei Cappuccini

Recital del Giovani

Parrocchia S. Salvatore - Una grande Festa

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Comunità Aperta 8

Organismi parrocchiali

Consiglio

Pastorale

ParrocchialeVerbale del Consiglio Pastorale Parrocchiale

del 21 marzo 2017

Il consiglio P.P. si è riunito presso la casa parrocchiale in data 21-03-2017 per discutere il seguente ordine del giorno:Il Parroco introduce l’incontro con una invocazione allo Spirito Santo e l’ascolto della Parola (Prima lettera ai Corinzi 11, 23-30) che narra l’istituzione dell’Eucarestia, il grande dono che Gesù ci ha fatto e che ci dona la forza di essere testimoni gioiosi del Vangelo.Papa Francesco ci dice: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte” (dall’Evangelii Gaudium).Le porte delle nostre chiese sono “chiuse…” Papa Francesco ci offre una forte provocazione o sfida…

Il 2° punto all’ordine del giorno riguarda il verbale della seduta precedente pubblicato nel mese di febbraio su Comunità Aperta che viene approvato all’unanimità.

Si passa quindi al 3° punto all’ordine del giorno e si prosegue con la lettura e il confronto sulla lettera circolare del Vescovo.Il Vescovo attraverso le visite pastorali , in questi anni, ha avuto una visione della nostra diocesi e ha avvertito l’esigenza di un ripensamento e di un rilancio dei Vicariati locali. La situazione attuale è caratterizzata dalla presenza di 28 Vicariati locali, ogni Vicariato è presieduto da un vicario locale nominato dal Vescovo; gli organismi previsti sono il Consiglio Presbiterale vicariale e il Consiglio pastorale vicariale. La situazione iniziale segnata dal fervore e speranza si è progressivamente indebolita per diverse ragioni, pertanto si sente la necessità di una riforma.

Quattro sono le finalità pastorali che si vogliono perseguire:° promuovere e alimentare il rapporto con il “territorio”;° suscitare e riconoscere la corresponsabilità dei laici;° sostenere una formazione qualificata degli operatori pastorali;° delineare alcune forme di intesa pastorale nell’ambito del Vicariato.La riforma prevede la definizione di Vicariati di dimensioni più grandi, che assumono il nome di Vicariati territoriali. Questa riforma crea qualche perplessità da parte dei presbiteri proprio per l’allargamento del territorio (si lavora già a fatica con gli attuali vicariati), mentre c’è ottimismo da parte del nostro Vescovo che incontrerà il prossimo 28 marzo, il Consiglio Pastorale Vicariale.Su invito di Papa Francesco che ci parla spesso di una Chiesa in uscita, una Chiesa missionaria che deve annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura, noi cristiani stiamo cercando di portare il Vangelo nel mondo della salute (ospedali, case di riposo…), della scuola e del lavoro.

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Apri le 2017 9

4° - CELEBRAZIONI PASQUALIDa sabato 1 a sabato 8 aprile, sarà esposta la statua dell’Addolorata; nei giorni 4-5-6 aprile ci sarà il triduo di preparazione alla Pasqua, alle ore 20 in Parrocchia.Venerdì 7 aprile “Festa dell’Addolorata” sante messe in parrocchia alle ore 7,30-10-15,30-20,30.Domenica delle Palme: benedizione degli ulivi in oratorio e partenza della Processione alle ore 9,30, Santa Messa in Parrocchia alle ore 10.Lunedì 10 aprile: ore 20,30 cena del povero.Giovedì santo: ore 16,30 santa messa per i ragazzi in parrocchia; ore 20 santa messa con la lavanda dei piedi affidata agli educatori.Venerdì santo: ore 15,00 azione liturgica; ore 20 via crucis e processione.Sabato santo: veglia pasquale ore 21 con la presenza dei cresimandi.

5° - COSTITUZIONE CONSIGLIO ORATORIOSi sente l’esigenza di costituire un consiglio per coordinare le varie attività organizzative dell’oratorio e per lavorare tutti insieme e nella stessa direzione.Il consiglio verrà costituito dopo Pasqua e sarà composto da rappresentanti delle diverse realtà presenti in oratorio. In seguito verrà costituita un’equipe educativa con un gruppo ristretto di persone, che avrà il compito di stendere un progetto educativo.

6° - ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON MARCO LUCA BERTANIIl 27 maggio don Marco Luca verrà ordinato sacerdote in Duomo alle ore 17; ci sarà un pullman per chi vorrà partecipare all’ordinazione (iscrizioni presso la segreteria). Sabato sera il novello sacerdote verrà accolto in oratorio e in corteo si salirà in Parrocchia per la benedizione; seguirà un rinfresco per tutta la Comunità. Domenica 28 maggio si partirà dalla chiesa di san Nicola alle ore 10 e in corteo si raggiungerà la Parrocchia dove alle ore 10,30 don Marco Luca celebrerà la sua Prima Messa; seguirà il pranzo in oratorio. Alla sera nella chiesa dei Cappuccini ci sarà la rappresentazione “Il Risorto”. In preparazione all’ordinazione di don Marco Luca ci saranno tre sere di preghiera nei giorni 23-24-25 maggio.

7° - VARIE ED EVENTUALIPier propone, per le famiglie che lo desiderano, di accogliere domenica 9 aprile a pranzo, due giovani richiedenti asilo, attualmente ospiti a Rota Imagna. Nel pomeriggio ci sarà un momento di preghiera e poi di gioco in Oratorio. Il 30 marzo si terrà un incontro in casa parrocchiale per le famiglie interessate alla proposta.

Durante il mese di maggio, tutti i lunedì alle ore 20,00 preceduta dal S. Rosario sarà celebrata la santa messa nei diversi rioni :

8 maggio : santa messa rione Cappuccini15 maggio : santa messa rione Cimaer e 5 Vie22 maggio : santa messa rione Almenno alto29 maggio : santa messa rione Ca’ Credes

Null’altro essendovi su cui discutere la riunione si scioglie alle ore 23,00.

Consiglio Pastorale ParrocchialeOrganismi parrocchiali

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Comunità Aperta 10

Anniversari diMatrimonio

Domenica 14 maggio 2017

in Parrocchia si festeggiano le

Coppie di Sposi

che celebrano il 25° - 50° - 55° - 60° - 65°

di matrimonio...

con l'invito anche alle coppie di sposi che quest'anno

festeggiano il 30° - 35° - 40° - 45°

Chi volesse partecipare alla festa, che prevede la

S. Messa alle ore 11,00

in Parrocchia e il pranzo all'Oratorio, è pregato di dare

l'adesione entro il 9 maggio a Lori. Tel. 035/641566.

Celebrazioni in Parrocchia

Papa Francesco sul Sacramento del Matrimonio

È davvero un disegno stupendo quello che è insito nel sacramento del Matrimonio!

E si attua nella semplicità e anche nella fragilità della condizione umana.

Sappiamo bene quante difficoltà e prove conosce la vita di due sposi…

L’importante è mantenere vivo il legame con Dio, che è alla base del legame coniugale.

E il vero legame è sempre con il Signore.

Quando la famiglia prega, il legame si mantiene.

Quando lo sposo prega per la sposa e la sposa prega per lo sposo, quel legame diviene forte; uno prega per l’altro.

È vero che nella vita matrimoniale ci sono tante difficoltà, tante; che il lavoro, che i soldi non bastano, che i bambini hanno problemi. Tante difficoltà.

E tante volte il marito e la moglie diventano un po’ nervosi e litigano fra loro.

Litigano, è così, sempre si litiga nel matrimonio, alcune volte volano anche i piatti.

Ma non dobbiamo diventare tristi per questo, la condizione umana è così. E il segreto è che l’amore è più forte del momento nel quale si litiga e per questo io consiglio agli sposi sempre: non finire la giornata nella quale avete litigato senza fare la pace. Sempre! ....

E' sufficiente un piccolo gesto, una carezza, un... ciao..! E a domani! E domani si comincia un'altra volta.

E questa è la vita, portarla avanti così, portarla avanti con il coraggio di voler viverla insieme.

E questo è grande, è bello! E' una cosa bellissima la vita matrimoniale e dobbiamo custodirla sempre, custodire i figli.

Papa Francesco

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Apri le 2017 11

Per riflettere

dal Monastero Francescano di Zogno

MonasteroFrancescano

T.O.R.Zogno

La Vita consacrata nel la Speranza

A cura di Suor Giacinta Rota

Mi chiedevo sovente: «Ma cosa sarà andare in convento? Perché? Io? Ma cosa è il convento? Ma perché donarmi al Signore? Perché consacrarmi a LUI? Potrò ridere ancora, gioire, cantare?».

Non sapevo darmi risposte, solo dicevo: «Gesù, che cosa vuoi da me? Dimmi cosa devo fare, e però il tutto nel cuore con la massima segretezza».Solo ne parlai con il Confessore a quattordici anni e mi disse: «Se tutto questo a vent'anni c'è ancora, questa è vocazione, è chiamata di Gesù». Terminata la scuola a quindici anni andai come impiegata in Pretura e al pomeriggio all'ufficio Registro. Qui incontrai difficoltà e, se non c'era Gesù nel profondo del cuore e il desiderio di essere sua sempre forse sarei caduta nei grandi lacci di peccato. La mia preoccupazione era di fare quello che sentivo in cuore; nulla mi ha distolta, anzi, giorno dopo giorno sentivo nuovo desiderio.

Una domenica sera a quindici anni dissi a Papà il mio desiderio. Mi sentivo sicura della chiamata alla vita Religiosa (come lo sono ancora oggi) ma lui mi disse che quando avrei compiuto ventuno anni, allora avrei potuto andare e che sarei andata in convento se non avessi avuto un diploma. Da qui iniziò la lotta in famiglia. Si fece di tutto e di più per distogliermi dall'andare in convento. Infatti nascostamente mi licenziarono dall'impiego che avevo e mi dissero di andare a vedere la Madonnina al Duomo di Milano. Prima di giungere a Milano, mi è stato detto che dovevo lavorare in Ospedale.Ed ero stata licenziata dall'impiego che avevo. Non ebbi parole, ed entrò in cuore una profonda crisi. Il tutto avvenne con il desiderio di togliermi dal cuore il pensiero di andare in convento. Trascorsi il primo

giorno in corsia, nascondendo le lacrime e con una profonda crisi, ma il mattino dopo la crisi non c'era più e il desiderio di andare in Convento su fece più forte. Iniziai, subito a studiare da infermiera e appresi anche la musica che ancora oggi faccio.

A Scuola d'infermiera venni subito circondata da giovanotti, ma a tutti rispondevo: «Ho il fidanzato, lui mi ama e non lo posso lasciare... Mai e poi mai lo lascerò». (ed era Gesù) Pure i medici con cui dovevo lavorare ebbi grandi noie... Ad uno ho dato uno schiaffone sonoro. Avrei potuto scegliere tra i pretendenti e divenire ricca, continuare gli studi e divenire non so quale grande personalità. Gesù mi attendeva nel cuore e Gli ripetevo il mio amore, imploravo il suo aiuto. Comprendevo sempre più la grandezza della sua chiamata. Però con una amica non ho smesso di fare le mie trovate, di ridere, di cantare e di gioire pensando all’amore che Gesù ha per me.

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Comunità Aperta 12

Il significato dei gesti

Laportaa cura di don Giorgio

“Il portale - afferma Romano Guardini - non ha solo la funzione di porta da cui uno entra ed esce dalla chiesa, ma anche di richiamo e simbolo di ciò che l'attende”.

I termini ‘portale’ e ‘porta’, sebbene con diverse derivazioni linguistiche, assumono comunque il medesimo significato di ‘luogo di passaggio’ da una

realtà ad un’altra e contemporaneamente il significato di luogo di separazione, soglia, confine.

La porta è il confine che stabilisce l'accoglienza e l'esclusione; la porta aperta conduce psicologicamente all’azione: è sempre un invito ad oltrepassarla.

Eusebio di Cesarea ne parla come di “un luogo di sosta per tutti, un invito a passare dal mondo alla casa di Dio”. È necessario, quindi, creare un raccordo tra 'il fuori' e 'il dentro', tra il 'feriale' e il 'festivo' perché – come dice Guardini, - già prima della soglia “l'invisibile parla agli uomini e si intrattiene con loro per invitarli e ammetterli alla comunione con sé”. Il primo elemento che ci introduce nella chiesa, che ci invita alla festa, è dunque il portale d'ingresso.

La simbologia della porta è ampia e ricca di significato. Dal punto di vista simbolico il portale, nella tradizione della chiesa, riprende e dilata l’esperienza delle culture primitive, dove il significato religioso è connesso ad un elemento che separa lo spazio degli uomini da quello di Dio; in generale la porta assume un significato fondamentale quale fattore di distinzione fra sacro e profano.

Tutta la storia della salvezza è collocata tra due porte: la Porta del Paradiso, da cui Adamo ed Eva vengono scacciati dopo il peccato originale e la Porta della Gerusalemme Celeste attraverso la quale si entrerà nella salvezza eterna. Sono, comunque, tante le porte ricordate nella Bibbia, ma tutte svaniscono davanti all'affermazione di Gesù: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato” (Gv 10,9).

La porta è stretta e per entrare in essa è necessario ridimensionarsi attraverso la conversione. Spesso, soprattutto nel periodo medievale, le porte ‘parlano’ attraverso le loro iscrizioni con la

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Apri le 2017 13

Il significato dei gesti

La porta

voce della Chiesa o con quella di Cristo stesso invitando alla conversione.Nella Cattedrale di Modena si legge: “Hinc vos per gentes cum corpore flectite mentes” (= voi che passate da qui piegate col corpo anche la mente); Gesù bussa alla porta di ciascuno: “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

Il portale, quindi, assume un valore simbolico in quanto espressione concreta delle parole di Cristo e così lo si raffigura sui battenti delle porte del primo Medioevo, sul timpano romanico o gotico o come statua d’ingresso, e anche l’immagine di Maria, spesso collocata sul medesimo posto, fa riferimento alla sua verginità/maternità che aprì al Figlio di Dio il cammino nel mondo. In una antica iscrizione trovata a Milano si legge, infatti: “Sono la porta della vita: prego tutti di entrare, /entreranno attraverso me coloro che cercano la gioia del cielo; / colui che è nato da Vergine, non generato da uomo, / salvi coloro che entrano, sostenga quelli che ritornano”.

Nel cristianesimo il segno architettonico della ‘porta’ ha avuto un rilievo particolare fin dalle origini della Chiesa. Ad esempio, nelle catacombe di Priscilla vi sono antiche tracce di battenti per chiudere l’ingresso, facendo emergere, quindi, l’esigenza di delimitare lo spazio riservato alla comunità cristiana. L’espandersi e l’imporsi, poi, del cristianesimo nelle culture occidentali ha portato alla costruzione di grandi complessi monumentali, che venivano a identificare tanto il territorio urbano che quello rurale e questo disseminarsi di luoghi sacri ha messo in evidenza la ‘porta’ come segno di accoglienza, strumento di catechesi, luogo liturgico, oltre che opera d’arte.

La porta di una chiesa, dunque, è sempre stata vista come il passaggio di cui gli uomini devono servirsi per avere accesso al Padre, per mezzo di Cristo, per ascoltare la sua Parola, per partecipare alla frazione del pane e alla preghiera; non può essere, allora, soltanto un ‘buco’ nella parete per entrare e uscire dall’edificio, ma con il suo significato cristologico da elemento architettonico funzionale acquista una valenza simbolica trascendente.

La tradizione artistica ha sempre considerato con particolare riguardo il portale della chiesa. L'ornamento, la decorazione, la bellezza del portale era già un primo incontro con la bellezza della chiesa e della festa che vi si

celebrava e non a caso l’antico Cerimoniale dei Vescovi invitava a decorare con fiori e frutti il portale nelle grandi festività. La porta della chiesa, però, vive appieno il suo senso quando accoglie i fedeli nella santa assemblea: i monumenti del passato devono allora insegnarci a costruire, grazie all’impegno personale e comunitario, una ‘casa di Dio’ dalle porte sempre aperte.

Dopo aver cercato di chiarire quale sia la portata simbolica del portale e della porta, un’ultima riflessione va fatta sull’uso frequentissimo di questa ‘icona di Cristo’ come supporto per volantini, locandine di spettacoli, conferenze, gite parrocchiali e avvisi più o meno sacri, per i quali andrebbe invece previsto uno spazio apposito con bacheche anche per la vendita di libri, giornali, cartoline o souvenir, posto al di fuori dell’aula della celebrazione.

Ma attualmente, purtroppo, le porte delle chiese, sia antiche che moderne, sono sempre più spesso chiuse; pur comprendendo tutti i timori per il rischio di furti e profanazioni, si viene meno a quella disponibilità che ha sempre caratterizzato le nostre chiese, accogliendo sia chi entrava per un momento di preghiera, sia chi voleva ammirare un’opera d’arte, o chi cercava una pausa nella calura estiva. Peccato! proprio oggi che i supermercati fanno orario continuato, troppe chiese parrocchiali sono rigidamente aperte solo ed esclusivamente in concomitanza con le celebrazioni eucaristiche!

Una porta aperta è un segno piccolo, sicuramente, ma che deve spingerci a vivere l’esortazione di Romano Guardini:

“A che ti giova la casa di legno e di pietra, se non sei tu stesso una casa vivente di Dio? A che giova che i portali alti s’incurvino e i pesanti battenti si schiudano, se in te non s’apre alcuna porta e il Re della gloria non può entrare?”.

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Comunità Aperta 14

La "Parola" di Papa Francesco

Giuseppeil sognatore

Dall'omelia mattutina in "Santa Marta" del 2O marzo 2O17

Nella solennità liturgica di san Giuseppe — quest’anno posticipata di un giorno per la concomitanza con la terza domenica di Quaresima — Papa Francesco ha celebrato la messa a Santa Marta, lunedì 20 marzo, soffermandosi proprio sulla figura del santo patrono della Chiesa universale. In lui il Pontefice ha indicato il modello di «uomo giusto», di «uomo capace di sognare», di «custodire» e «portare avanti» il «sogno di Dio» sull’uomo. Per questo lo ha proposto come esempio per tutti e in particolar modo per i giovani, ai quali Giuseppe insegna a non perdere mai «la capacità di sognare, di rischiare» e di assumersi «compiti difficili».

E tanti sogni per il loro futuro avevano sicuramente le tredici studentesse che proprio un anno fa morirono in un incidente stradale in Catalogna mentre partecipavano al programma di studi Erasmus. Per loro il Pontefice ha voluto espressamente offrire la celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato anche i familiari delle sette ragazze italiane morte nello schianto del bus.

La meditazione di Francesco ha preso spunto dalla liturgia della parola che parla di «discendenza, eredità, paternità, filiazione, stabilità»: tutte espressioni, ha fatto notare, «che sono una promessa ma poi si concentrano in un uomo, in un uomo che non parla, non dice una sola parola, un uomo del quale si dice che era giusto, soltanto. E poi un uomo che noi vediamo

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Apri le 2017 15

San Giuseppe i l sognatoreLa "Parola" di Papa Francesco

che agisce come un uomo obbediente». Giuseppe, appunto.

Un uomo, ha proseguito il Papa, «del quale non sappiamo neppure l’età» e che «porta sulle sue spalle tutte queste promesse di discendenza, di eredità, di paternità, di filiazione, di stabilità del popolo».

Una grande responsabilità che però, come si legge nel vangelo di Matteo (1, 16.18-21.24), si ritrova tutta concentrata «in un sogno». Apparentemente, ha detto il Pontefice, tutto ciò sembra «troppo sottile», troppo labile. Eppure proprio questo «è lo stile di Dio» nel quale Giuseppe si ritrova appieno: lui, un «sognatore» è capace «di accettare questo compito, questo compito gravoso e che ha tanto da dire a noi in questo tempo di forte senso di orfanezza». Così egli accoglie «la promessa di Dio e la porta avanti in silenzio con fortezza, la porta avanti perché quello che Dio vuole sia compiuto».

Ecco quindi delineata «la figura di Giuseppe: l’uomo nascosto, l’uomo del silenzio, l’uomo che fa da padre adottivo; l’uomo che ha la più grande autorità in quel momento senza farla vedere». Un uomo, ha aggiunto il Papa, che potrebbe «dirci tante cose», eppure «non parla», che potrebbe «comandare», giacché comanda sul Figlio di Dio, eppure «obbedisce». A lui, al suo cuore, Dio confida «cose deboli»: infatti «una promessa è debole», così come è debole «un bambino», ma anche «una ragazza della quale lui ha avuto un sospetto». Debolezze che poi continuano anche negli eventi successivi: «pensiamo alla nascita del bambino, alla fuga in Egitto...».

«Tutte queste debolezze», ha spiegato il Pontefice, Giuseppe «le prende in mano, le prende nel cuore e le porta avanti come si portano avanti le debolezze, con tenerezza, con tanta tenerezza, con la tenerezza con

la quale si prende in braccio un bambino». La liturgia, perciò, offre l’esempio dell’«uomo che non parla ma obbedisce, l’uomo della tenerezza, l’uomo capace di portare avanti le promesse perché divengano salde, sicure; l’uomo che garantisce la stabilità del regno di Dio, la paternità di Dio, la nostra filiazione come figlio di Dio».

Ecco perché, ha rivelato il Papa, «Giuseppe mi piace pensarlo come il custode delle debolezze», anche «delle nostre debolezze». Infatti egli «è capace di far nascere tante cose belle dalle nostre debolezze, dai nostri peccati». Egli «è custode delle debolezze perché divengano salde nella fede».

Un compito fondamentale che Giuseppe «ha ricevuto in sogno», perché lui era «un uomo capace di sognare». Quindi egli non solo «è custode delle nostre debolezze, ma anche possiamo dire che è il custode del sogno di Dio: il sogno di nostro Padre, il sogno di Dio, della redenzione, di salvarci tutti, di questa ricreazione, è confidato a lui».

«Grande questo falegname!» ha esclamato il Pontefice, sottolineando ancora una volta come egli, «zitto, lavora, custodisce, porta avanti le debolezze, è capace di sognare». E a lui, ha detto Francesco, «io oggi vorrei chiedere che dia a tutti noi la capacità di sognare perché quando sogniamo le cose grandi, le cose belle, ci avviciniamo al sogno di Dio, le cose che Dio sogna su di noi».

In conclusione, una particolare intercessione: «Che ai giovani dia - perché lui era giovane - la capacità di sognare, di rischiare e prendere i compiti difficili che hanno visto nei sogni». E a tutti i cristiani, infine, doni «la fedeltà che generalmente cresce in un atteggiamento giusto, cresce nel silenzio e cresce nella tenerezza che è capace di custodire le proprie debolezze e quelle degli altri».

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Comunità Aperta 16

La Parrocchia in tempo di crisi..."La cassa piange!?"

Dalle pagine Di "Comunità aperta" presentiamo la situazione eConomiCa-finanziaria Della parroCChia al 31.12.2016

Situazione economica-finanziaria della Parrocchia

Pubblichiamo il rendiconto economico della nostra Parrocchia relativo all’anno 2016. Anche la situazione economica, se letta in una certa ottica, dice la realtà, la quotidianità, la concretezza della vita di una Comunità Parrocchiale. La Chiesa (intesa come comunità cristiana) non è certo una società o un’azienda; ha una sua identità storica, pastorale e spirituale precisa, ma vive individualmente anche grazie a strutture, attività, programmi che comportano spese, costi che permettono alla fine di leggere una situazione economico-finanziaria con relative entrate e uscite.

Lasciamo a ciascuno leggere nello specifico delle singole voci o capitoli, ci limitiamo a fare alcune sottolineature di carattere generale.La situazione economica della nostra Parrocchia possiamo definirla, in riferimento anche agli ultimi anni, abbastanza stabile e sotto controllo; certo il peso del mutuo relativo alla nuova struttura della Scuola dell’infanzia (Asilo) continua a farsi sentire; anche se fin ora, pur con qualche fatica, siamo riusciti a sostenerlo.

Gli anni che stiamo attraversando non sono certo tra i migliori, e la parola crisi continua a fare capolino, ed anche le “casse” della Parrocchia ne soffrono.

Se togliamo le quote del “mutuo”, certo, resta poco sia per la gestione ordinaria ed ancor di più per eventuali interventi straordinari che ogni anno (vista la quantità delle Chiese e strutture varie) si rendono necessari. Certamente la situazione più preoccupante è quella della Chiesa della Madonna del Castello; a giorni dovrebbero avere inizio le indagini tecniche per definire meglio l’entità dell’intervento necessario, che comunque non sarà di poco conto e senz’altro fuori dalla portata della cassa parrocchiale, speriamo nella Provvidenza (!): ci sarà ancora in giro qualche contributo o qualche “sponsor” generoso?

Quello che ci fa ben sperare è quella generosità spicciola fatta anche di tante piccole offerte con cui la gente di Almenno San Salvatore ha sostenuto e siamo certi continuerà a sostenere la nostra comunità sicuri che, anche a costo di qualche sacrificio, non verrà meno quella disponibilità e quell’impegno al servizio di quella grande famiglia (e delle sue strutture) che è la nostra Parrocchia.Grazie! Grazie! Grazie!

Per il C.P.A.E Il parroco don Mario

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Apri le 2017 17

RENDICONTO ECONOMICO DELLA PARROCCHIA- ANNO 2016

ENTRATE:

• Offerte Parrocchia € 130.480,31

• OfferteScuolaMaterna “ 59.451,22

• Renditeecontributi “ 34.047,37

• AttivitàPastorali “ 77.515,99

• GestioneOratorio “ 48.474,51 (vediallegato)

• GestioneScuolaMaterna “455.870,93 (vediallegato)

• AlienazioneareaEx-Cinema “ 75.000,00

(dalla Curia: acconto anno 2016) TOTALE = € 880.840,33

USCITE:

• Manutenzioneordinaria € 35.308,38

• Assicurazioni-imposte “ 15.541,52

• Remunerazioneecompensi “ 26.548,80

• Spesegeneraliamministrative “ 7.825,90

• AttivitàPastorali “ 50.426,42

• UrtenzeParrocchia “ 25.309,95

• GestioneOratorio “ 56.209,94 (vediallegato)

• UtenzeOratorio “ 34.554,78

• GestioneScuolaMaterna “456.703,33 (vediallegato)

• Ratemutuo “ 121.359,85

• Interessipassivi-mutuo “ 33.912,26

• Restituzione:BIM - FRISL " 65.000,00

TOTALE = € 928.701,13

Residuo Mutuo versoBanca

e prestito FRISL € 2.600.706,00

La cassa piange!?Situazione economica-finanziaria della Parrocchia

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Comunità Aperta 18

ORATORIO “SAN FILIPPO NERI”

ENTRATE 2016

• Offerte € 11.867,92

(Associazioni-privati-utilizzo aule ecc..)

• Iniziativevarie: “ 5.361,55

(Candelora-Carnevale-

Fiera uccelli-castagnata ecc…)

• IIscrizioniCatechesieCresimandiRoma “ 14.650,00

• BareSalaGiochi “ 8.464,66

• FestaOratorio-Giochestate “ 8.130,38 TOTALE € 48.474,51

USCITE 2016

• SpesegestioneOratorio € 8.324,37

• SpeseattivitàOratorio “ 17.926,41

• Spesecancelleriaematerialedidattico “ 4.012,33

• Spesediculto “ 7.458,60

• Acquistoarredi “ 2.887,23

• Manutenzioneordinaria “ 2.825,00

• AllaParrocchia “ 12.776,00

(acconto utenze: acqua,luce,metano….)

TOTALE € 56.209,94

La cassa piange!?Situazione economica-finanziaria della Parrocchia

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Apri le 2017 19

RENDICONTO ECONOMICO SCUOLA DELL'INFANZIA PARROCCHIALE

ENTRATE 2016

• FrequenzaAsiloquotagenitori € 311.863,20

• Contributipubblici “ 122.601,25

• C.R.E. “ 16.500,00

• Varie “ 4.906,48

TOTALE € 455.870,93

USCITE 2016

• Stipendi-Contributi-Prestazioni € 269.865,13

• T.F.R. “ 22.000,00

• Utenze:luce-metano-acqua….. “ 30.046,56

• Manutenzioneordinaria “ 12.313,73

• Consulenze-SpeseAmministrative “ 13.247,60

• Materiale:didattico-pulizia….. “ 8.316,03

• Pasti “ 81.751,82

• C.R.E. “ 16.820,36

• Spesevarie “ 2.342,10

TOTALE € 456.703.33

La cassa piange!?Situazione economica-finanziaria della Parrocchia

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Comunità Aperta 20

Accoglienzarichiedenti asilo politico

Riflettiamo sui nostri valori

Coloro che percorrono con abitudine le vie del nostro Paese in prossimità delle scuole, avrà sicuramente avuto l’occasione di incontrare la famiglia Irakena che abbiamo accolto e che vive ormai da alcuni mesi stabilmente nella nostra comunità.

Al mattino i genitori sono soliti accompagnare le tre figlie alla scuola primaria e alla scuola dell’infanzia; gli ambenti scolastici sono diventati per le bambine il primo luogo dove hanno potuto iniziare un percorso di apprendimento, conoscenza, integrazione nella nostra comunità.

Anche i genitori, non senza alcune fatiche, stanno cercando di abituarsi al nostro modo di vivere e soprattutto hanno iniziato a frequentare un corso scolastico per apprendere la nostra lingua indispensabile per poter interloquire con le persone e successivamente trovare un posto di lavoro che li possa rendere autonomi.

Nel frattempo le procedure per definire il loro status giuridico si sono concluse con la concessione alla famiglia da parte dello Stato Italiano di un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie per un periodo di cinque anni.

Questa nuova condizione giuridica renderà la famiglia autonoma e libera di circolare sul territorio Italiano ed Europeo. La famiglia dovrà entro la fine dell’estate rendersi autonoma finanziariamente non potendo più avere i contributi economici da parte dello Stato.

È iniziata pertanto una nuova fase nella quale la nostra Comunità è chiamata ad attivarsi per aiutare i nuovi cittadini a trovare una casa ed un lavoro. Si aprirà pertanto una nuova sfida: integrare i nuovi arrivati nel tessuto sociale di Almenno e nel contempo prepararsi ad accogliere nuovi ospiti che intraprenderanno il percorso di integrazione in attesa dell’autorizzazione o diniego a rimanere sul territorio Italiano.

Per prepararci a questi nuovi eventi abbiamo avviato una serie di iniziative che permetteranno a tutta la comunità di prendere consapevolezza dell’importanza della presenza di un nucleo di immigrati in mezzo a noi.

Avremo pertanto la possibilità di incontrarci con gruppi o singole persone per scambiarci opinioni sull’importanza e le modalità di accoglienza di questi nostri fratelli;potremo incontrarli nelle nostre famiglie accogliendoli per qualche ora e per un pranzo conviviale;

La nostra Comunità in cammino

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Apri le 2017 21

Accogl ienza richiedenti asi lo pol it icoRiflettiamo sui nostri valori

li troveremo nel nostro Oratorio dove si troverà l’occasione per trascorrere alcuni momenti di preghiera e svago comune;cercheremo di comprendere le loro abitudini per poterli accogliere nel rispetto delle loro tradizioni e credenze;

Il nostro stile di accoglienza risponda alle implorazioni di questa preghiera:

Signore,

Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati

e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;

donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.

Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi

in strumenti di pace, le nostre paure

in fiducia e le nostre tensioni in perdono.

Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza

scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.

Dona la pace, Signore a chi confida in te. Dona, dona la pace Signore, dona la pace.

E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole:

divisione, odio, guerra!

Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti,

perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: Shalom, Pace, Salam.

Il gruppo di lavoro per l’accoglienza

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Comunità Aperta 22

Convegni

CIRCOLI ACLI DI ALMENNO SAN SALVATORE e VILLA D’ALME’

Promuovono due incontri sulla figura e sull’insegnamento di

Don LORENZO MILANInel cinquantesimo anniversario della sua morte (26 giugno 1967)

GIOVEDì 11 MAGGIO 2017, ore 20,45Oratorio di Almenno San Salvatore, sala Sacra Famiglia

DON MILANI E IL SUO TEMPOinterviene Professor Daniele RocchettiPresidente Provinciale ACLI Bergamo

GIOVEDì 18 MAGGIO 2017, ore 20.45Aula Magna della nuova Scuola Media di Villa d’Almè – via Monte Bastia, 10

LA SCUOLA DI BARBIANA: L’ATTUALITà DEGLI INSEGNAMENTI

DI DON MILANIinterviene Professor Ivo Lizzola

Docente all’Università degli Studi di Bergamo

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Apri le 2017 23

Feste

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Comunità Aperta 24

Publio OvidioNasone2O marzo a.C. 43morto a Tomi nel 17 d.C.

Letterati

A duemila anni dalla morte del letterato romano rimane un giallo dell'allontanamento voluto dall'imperatore Augusto

I poeti dell’antichità erano avari di notizie sulla loro vita privata, quasi che un non dichiarato pudore gliene avesse fatta ritenere insignificante, se non per gli aspetti artistici connessi. Per loro non esiste il moderno dato anagrafico: è quasi impossibile che parlino della data della loro nascita, o della loro formazione; raccontano semmai dove vivono mentre scrivono.Ma c’è un'eccezione e si tratta di Ovidio che di sé ci racconta molto. Lo fa nell’ultima elegia del quarto libro dei Tristia, le cose tristi -questo il titolo- che al poeta è toccato vivere da quando, attorno all’8 d.C.. Augusto, per ragioni a noi rimaste sconosciute, gli ha ingiunto di abbandonare immediatamente

Roma per essere relegato nella remota, barbarica e inospitale Tomi (attuale Costanza in Romania), ai confini dell’impero dove morirà nel 17 d.C. dopo aver continuato invano a implorare da parte del principe la grazia del ritorno nell’amata caput mundi, o almeno in Italia.Della sua nascita Ovidio scrive: “Per sapere chi io sia, cantore di teneri amori, sia stato, leggetemi o posteri. La mia patria è Sulmona, ricca di gelide acque, a 90 miglia da Roma. Lì io nacqui, nell’anno in cui caddero in battaglia entrambi i consoli… e quanto al giorno è il primo dei 5 giorni consacrati a Minerva Armata, in cui hanno inizio i combattimenti dei gladiatori”.

L’anno è dunque il 43 a.C. in cui i consoli Irzio e Pansa vennero uccisi in battaglia combattendo contro Antonio, nelle prime fasi di guerra civile successive all’uccisione di Giulio Cesare avvenuta alla Idi di marzo dell’anno precedente; e il giorno è il secondo tra i quinquatria (le feste dal 19 al 23 marzo, dedicate alla dea Minerva) in quanto in esso, precisamente, cominciavano i ludi gladiatori: il 20 marzo del 43 a.C.Sulmona, nelle terra dei Peligni (attuale Abruzzi centrale), gli diede i natali da una famiglia dell’ordine equestre di un certo rango; ricorda il poeta il quale nello scrivere "Sulmo mihi patria est" regala per sempre all’odierna, piccola

a cura di don Giorgio

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Apri le 2017 25

capitale della produzione di confetti, le parole che campeggiano sull’arme civica, con le quattro iniziali «S.M.P.E.» delle parole del suo verso.Grande poeta, Ovidio? Meno di altri. Ma certo, di grande, grandissima e irraggiungibile fortuna

in tutta la letteratura dei secoli successivi. Circa i suoi esordi nella poesia è lui stesso a ricordarli, citando i poeti (Macrone, Properzio, Pontico, Basso, Orazio, Virgilio, Tibullo, Gallo) tra cui aveva mosso i primi passi, una volta abbandonata la carriera forense e quella magistraturale, cui dopo gli studi di diritto e oratoria, la famiglia lo aveva avviato. Lo rimproverava il padre vedendolo dedito a un’attività di scarso reddito "carmina non dant panem", scriveva il quasi contemporaneo Orazio: le poesie non procurano il pane, e il ragazzo aveva anche tentato di darsi alla prosa di diritto, ma per quanto si sforzasse di dimenticare la metrica e i modi della poesia, questi lo inseguivano senza scampo.Ma i versi che lo consacrarono a Roma poeta dell’amore famoso, imitato e introdotto a corte,

saranno anche causa della sua rovina. Proprio per un carmen et error (poesia ed errore) su cui a parte queste tre parole il poeta si dirà vergognoso di scrivere di più; egli attirerà su di sé la collera di Augusto e il conseguente provvedimento di relegazione: le parole del decreto suonavano più o meno cosi: «Ovidio sia esiliato immediatamente a Tomi, sul Mar Nero, senza famiglia, senza le cose a lui più care». Le ragioni di questo giallo dell’antichità restano ignote: forse per aver favorito, come cantore e paraninfo d’amore, relazioni clandestine della scandalosa Giulia, nipote di Augusto, anch’essa poi allontanata dal prozio; o per aver offeso o contrariato in qualche modo Livia, la perfida e potente consorte del principe: non lo sapremo mai.

É un giallo a cui sono stati dedicati diversi romanzi, oltre a numerosi saggi. Di certo la poesia fu causa dapprima di fama, poi di infamia per il sulmonese nato 2060 anni fa. E certo Ovidio ha voluto trasferirci, con tanta precisione, la data della sua venuta al mondo come quella di una vita sulmonese e romana, che pareva assistita da benigne stelle, rivelatesi poi fallaci; d’una vita da lui per sempre rimpianta e mai più riafferrata, sulle remote rive del Mar Nero, la cui sabbia da 2000 anni lo copre.

Stemma di Sulmona con abbreviazione versi di Ovidio

Publio Ovidio NasoneLetterati

GRUPPO AMICI DEL ROMANICOIl gruppo volontari Amici del Romanico, in collaborazione con la

Biblioteca Comunale organizza due serate con il prof. Paolo Manzoni

Venerdì 19 maggio: "Il Vignola e la sua opera"

ore 20:45 presso la Biblioteca comunale di Almenno S. Salvatore

Martedì 30 maggio: "Il Vignola e la chiesa dei Cappuccini ad Almenno" ore 20:45, presso la Chiesa dei Cappuccini ad Almenno S. Salvatore

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Comunità Aperta 26

LA SEGRETERIA DELL’ORATORIO SARà

APERTA NEI GIORNI:

LUNEDì - MERCOLEDì - VENERDìDalle ore 15,00 alle ore 17,00

E negli orari sopraindicati saranno a disposizione i seguenti numeri telefonici:

cellulare n° 3487929673- tel. 035/640366oltre al fisso dell'Oratorio n° 035/640378

AVVISO DELLA REDAZIONESi invitano sempre, i collaboratori di Comunità Aperta, i responsabili dei Gruppi che sono

interessati alla pubblicazione di articoli, avvisi, ecc., a far pervenire il materiale da pubblicare, fotografie comprese,

entro e non oltre il 15 del mese precedente al mese della pubblicazione.

Anche gli avvisi per il Foglio della Messa domenicale - che potranno essere pubblicati sempre compatibilmente con lo spazio a disposizione - devono comunque pervenire entro e non oltre

il martedì antecedente la domenica.Gli articoli possono essere fatti pervenire anche via e-mail al seguente indirizzo:

[email protected]

Gruppo Missionario

Almenno San SalvatoreLe incaricate del gruppo Missionario sono presenti

ogni Lunedì pomeriggio dalle ore 15,00 alle ore 17,30nel locale accanto alla Casa Parrocchiale.

Raccogliamo e ricicliamo materiale in buono stato - «Non da discarica». Si prega di non lasciare borse o sacchi fuori dalle abitazioni delle

incaricate, della Parrocchia o dell'Oratorio.

grazie per la collaborazione!

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Apri le 2017 27

Azione Cattolica

Domenica 8 gennaio si è svolta l’assemblea elettiva dell’Azione Cattolica di Almenno San Salvatore.

È stato un momento importante per tutti gli associati: giovanissimi, giovani e adulti, perché hanno potuto incontrarsi per condividere le esperienze vissute nel triennio appena concluso, per fare proposte per il nuovo triennio e partecipare all’elezione del nuovo consiglio parrocchiale che risulta così composto:

Roncelli Loredana: PresidenteRoncelli Carmen: Responsabile settore adultiMicheletti Marta: Responsabile GiovaniRota Stefania: Responsabile A.C.R.Mora Luca: SegretarioNatali Lidia: TesoriereRota CarmenRota Chiara Sonzogni AngelaZanardi Ilaria

Un ringraziamento ai consiglieri uscenti che hanno dato il loro contributo per la crescita della nostra associazione; ai nuovi eletti… buon lavoro!!!

Loredana Roncelli

Il nuovo Consiglio diAzione Cattolica

Per il triennio 2016 - 2019

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Comunità Aperta 28

Azione Cattolica Ragazzi

2^ - 3^ elementareIl gruppo A.C.R. di 2^ e 3^ elementare, seguendo l’indicazione del tema di quest’anno

“CIRCOndati di GIOIA”, ha affrontato nei primi incontri la questione dell’equilibrio del mondo.

Attraverso alcuni giochi i bambini hanno scoperto e analizzato le diverse realtà di vita dei vari popoli: sulla bilancia non c’è l’equilibrio tra i paesi troppo ricchi e i paesi più poveri.

Questo dato ha permesso di affrontare la tematica della disparità di distribuzione della ricchezza concentrata in pochi paesi a discapito degli altri.

4^ - 5^ elementare – 1^ mediaIn questi mesi i bambini di quarta, quinta elementare e prima media si sono messi in gioco per portare la gioia di un sorriso a chi ne ha bisogno, svolgendo numerose attività: i ragazzi hanno affrontato un percorso ad ostacoli sperimentando le varie discipline degli artisti del circo; in particolare dell'equilibrista, del trapezista e

del giocoliere.

Successivamente hanno definito il profilo dei tre circensi, riportando su sagome giganti le parti del corpo più coinvolte nei loro esercizi.La domenica successiva hanno rappresentato con un disegno ciò che secondo loro significa la parola "pace".

Infine hanno finto di essere dei trapezisti realizzando delle altalene umane, composte da due ragazzi e un terzo che è il trapezista, che doveva passare da un'altalena all'altra portando

Prima parte

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Apri le 2017 29

Incontri mese della Pace

con sé l'immagine di un sorriso; vinceva la squadra che portava più sorrisi nel mondo.

2^ - 3^ mediaPer realizzare un buon numero da circo agli artisti serve un allenamento fatto di tenacia, pazienza, passione e anche un po' di sacrificio per fare del proprio spettacolo un qualcosa di straordinario. Con i ragazzi nell' incontro ci siamo allenati alla felicità per rendere la loro vita sempre viva e ricca di gioia. L’incontro è iniziato con alcune prove:

1. PROVA DI FORZAsul pavimento è stato disegnato un quadrato con del nastro di carta, a coppie i ragazzi messi all'esterno del quadrato, prendendosi per mano, con la sola forza delle braccia dovevano far entrare l'altro all'interno del cerchio.

2. PROVA DI RESISTENZA consegnata una corda a ciascuno, al via, hanno incominciato a saltare; la prova consisteva chi resisteva di più.

3. PROVA DI EQUILIBRIOriuscire a tener in equilibrio per più tempo in posizione verticale alcune pagine di giornale.Finite le prove sono state fatte loro queste domande su cui riflettere:

- a cosa serve la forza nella tua vita?- perchè e in quali momenti le forze vengono a mancare?

- cosa serve per non perdere l'equilibrio?

Una volta date le risposte, è stato chiesto loro cos’è che fa muovere PASSIONE, FORZA, RESISTENZA ED EQUILIBRIO.

Ecco la loro risposta: non fate mai mancare la PASSIONE (amore) nella vostra vita, essa muove e smuove la vostra FORZA che è bontà, la vostra RESISTENZA che è fedeltà, il vostro EQUILIBRIO che è pace; tutto ciò per una vita allenata alla gioia.

Gli educatori

Azione Cattolica Ragazzi

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Comunità Aperta 30

Incontri mese della PaceAzione Cattolica Ragazzi

Seconda parte4^ - 5^ elementare – 1^ mediaTutti proviamo delle emozioni, ma non sappiamo come riconoscerle. Per questo motivo i ragazzi di 4^, 5^ elementare e 1^ media hanno analizzato ciò che provano per imparare a coordinare mente, corpo e anima così da riuscire a vivere ogni emozione come un “esercizio di acrobazia”.

Nella prima attività ogni ragazzo ha compilato il suo Test Emotion Control (la tabella di seguito) e l’ha condiviso con gli altri.

I ragazzi si sono poi disposti in fila uno di fronte all’altro: ciascuno ha scambiato quattro palline-emoticon che rappresenavano le emozioni della tabella con l’amico di fronte in base alle situazioni descritte dagli educatori (lite con un amico, interrogazione di matematica, vittoria in una partita, …); ogni “giocoliere” ha scelto l’emozione da lanciare e ne ha ricevuta un’altra rimanendo sempre con lo stesso numero.

Nell’incontro successivo si è passati dalla teoria alla pratica: i ragazzi si sono sfidati nel twister delle emozioni: ad ognuna delle emozioni del Test Emotion Control si è associato un colore del gioco classico: felicità= giallo, paura= verde, tristezza-= blu, rabbia-= rosso.

Al via, dopo aver riconosciuto l’emozione corrispondente alla situazione descritta dagli educatori, ogni ragazzo ha toccato il corrispondente colore con la parte del corpo in precedenza indicata.Grazie al gioco i ragazzi hanno compreso che le emozioni sono tutte sane e vanno vissute pienamente, imparando a riconoscerle e comprenderle.

2^ - 3^ mediaAnche al giocoliere più esperto e allenato può accadere che, per un imprevisto qualsiasi, tutte le palline cadano a terra, spargendosi in ogni angolo della pista e rovinando

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Azione Cattolica Ragazzi

Incontri mese della Pace

un numero perfetto fino a quel momento…

È stato proposto ai ragazzi un piccolo gioco per simulare questa situazione: divisi in due squadre, quella dei "giocolieri" e quella dei

"disturbatori", ricevono un certo numero di palline di colore diverso. Il compito dei giocolieri (formata una fila indiana che congiunge due cesti contenenti lo stesso numero di palline) è quello di passarsi una pallina alla volta in ciascuno dei due sensi dal cesto 1 al cesto 2 e viceversa, quindi ciascun giocatore riceve due palline contemporaneamente, dal proprio compagno di sinistra e da quello di destra.

I giocolieri devono dunque passarsi, come se si trattasse di un vero numero circense, il maggior numero di palline possibili. Il compito dei "disturbatori" è quello di far cadere le palline rimanendo però ad una certa distanza dai giocatori dell'altra squadra, aiutandosi con le proprie palline.

Ogni volta che il passaggio tra i giocolieri si interrompe, oltre alla palla caduta, vengono anche versate tutte le altre contenute nei cesti ai due estremi della fila. Il gioco non può riprendere prima che tutte le palline siano state raccolte nel cesto di partenza.

Finito il gioco i ragazzi si sono confrontati su alcune questioni:

- dover ricominciare dall'inizio può essere davvero sfinente?- nasce il desiderio di lasciar perdere?- anche se si tratta di un gioco, può irritare il fatto che qualcuno o qualcosa ci ostacoli?Queste domande poi le abbiamo paragonate al loro rapporto di amicizia:

- hai mai rinunciato ad un amicizia?- qualcuno ha mai ostacolato il tuo rapporto di amicizia con un tuo amico/a?

Finito l’incontro un premio: marshmallow per tutti!

Gli educatori

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Comunità Aperta 32

Famiglie in festa

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Apri le 2017 33

Dalle Missioni

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Comunità Aperta 34

"Gruppo del Sorriso" On lus

Al servizio della persona

Ability Art

Ricevere in regalo un calendario all’inizio di un nuovo anno è una cosa abbastanza consueta, ma generalmente prendiamo a sfogliarlo una o due volte per poi abbandonarlo in un cassetto.

Quest’anno appunto è capitato che me ne regalassero uno, l’ho sfogliato e sono rimasta affascinata dalle stupende immagini stampate su di esso.

Accanto a questi dipinti sono presenti le scritte “Dall’originale dipinto con la bocca da…” oppure

“Dall’originale dipinto con il piede da…”.

Incuriosita ho visitato il sito internet apportato in fondo al calendario per vedere di cosa si trattasse, lì si è aperto un mondo a me totalmente sconosciuto, il mondo di AbilityArt o SPAM (Solo Pittori Artisti Mutilati) la società che comprende tutti gli artisti che dipingono con la bocca e con il piede, tra questi è presente anche Simona Atzori. L’intento di questa associazione è quello di consentire ad artisti con difficoltà fisiche di far conoscere il loro talento dimostrando capacità inimmaginabili e di vivere attraverso la propria arte mediante la vendita dei loro dipinti. Quest’organizzazione è presente sul territorio di Verona già dal 1956, dopo la fine della guerra quando molte persone avevano perso

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Apri le 2017 35

"Gruppo del Sorriso"

Al servizio della persona

l’uso delle braccia, all’epoca era immaginabile che uomini e donne diversamente abili potessero dipingere sorreggendo il pennello con la bocca o con il piede.

Ma fu proprio il presidente dell’associazione, Arnulf Erich Stegmann, a fare ricredere tutti, dipingendo il ritratto del Vescovo di Verona davanti a centinaia di invitati: disegnare senza mani non era più un tabù. Successivamente Spam modificò il nome in quanto, in gergo informatico spam rimanda ai messaggi cosiddetti “spazzatura” e i membri di questa società con il loro vissuto e la loro storia, non possono permettere di essere fraintesi, per questo è nata Abilityart, termine comprensibile in tutto il mondo.

Dipingere per questi meravigliosi pittori è vita, per mezzo dell’arte hanno l’occasione di esprimersi e di vivere del proprio lavoro. Attraverso i quadri è possibile leggere le loro storie, le molteplici difficoltà ed i sogni di questi artisti diversamente abili.

Osservare un dipinto può essere emozionante, ma sapere che quel dipinto già di per sé stupendo è stato realizzato da persone speciali in maniera così unica e particolare lo rende davvero grandioso.

«L’arte non ha bisogno di mani per esprimersi. Che si usi la bocca o il piede per dipingere, l’arte vola, parla, colpisce. Perché parte dalla testa. E dal cuore».

Silvia

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Comunità Aperta 36

Cittadini esemplari in erba

Il comune dei ragazzi

“Il CCR: il paese di Almenno è anche di noi ragazzi!”

Tale iniziativa può sembrare un po’ banale agli adulti, ma in realtà è molto importante per noi ragazzi. Il comune ci ha offerto la possibilità di vivere un’esperienza come la loro, e noi, presentandoci numerosi in tre liste, abbiamo esposto le nostre idee così che i ragazzi che quest’anno frequentano la prima e seconda media dell’ istituto comprensivo di Almenno San Salvatore, potessero votare la loro lista preferita.

Fra le tre liste ha avuto maggior voti quella di David Ghilardi, presentatasi con il titolo “Ascoltiamo, valutiamo e agiamo”, con eletti solo alcuni dei quindici aspiranti consiglieri, gli altri due candidati sindaci e i più votati consiglieri delle altre liste. I ragazzi saranno in carica fino a settembre 2018, e fino ad allora cercheranno di mettere in pratica le diverse idee con un budget che ha messo loro a disposizione il comune. I progetti sono legati soprattutto a noi ragazzi, ma hanno influenza anche sugli adulti (cinema o ambiente). I raga zzi vorrebbero poi non essere solo loro a proporre iniziative perché il paese di Almenno, come è stato già detto, non è solo di tredici ragazzi, ma di tutti i cittadini, ragazzi, bambini e adulti, che ne fanno parte.

Ci piacerebbe quindi, come dice il titolo della lista vincente, che contribuissero tutti a proporre nuove idee, così che essi possano agire sui desideri di tutti e non solo sui loro.Vi informeremo sulle varie iniziative!!!

Per contattare il Consiglio Comunale Dei Ragazzi per proposte: [email protected] prossima!...

...IL CCR

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Buon Compleanno a

Mario Lomboni

che l'1 maggio 2017 spegne 95 candeline!Tanti auguri da tutti i tuoi nipoti e famiglie

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Comunità Aperta 38

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Comunità Aperta 40

Curiosità storiche

Breve storia dell'Ospedale Giovanni Carlo Rotaa cura di Paolo Manzoni

Stemma di G.C. Rota sul vecchio portone della Casa in via Ospedale

(Quarta parte)

Dopo avere trattato nelle puntate precedenti della vita del fondatore dell’Ospedale Rota, del suo testamento e degli avvenimenti immediatamente successivi alla sua morte, in questa puntata inizieremo a parlare di come sia stato costruito e organizzato l’ospedale da lui voluto. 1- LA FONDAZIONE DELL’OSPEDALEa- Lo Statuto Organico

Il Decreto Regio 3 marzo 1878, nel momento in cui autorizzava la Congregazione di Carità ad accettare l’eredità di G. Carlo Rota per l’istituzione di un ospedale, approvava anche la fondazione dello stesso. Per dare vita al nuovo istituto, bisognava anzitutto predisporre una normativa che sancisse

la sua nascita e servisse come regola fondamentale per il suo funzionamento.

Ciò avvenne il 24 aprile 1878, quando la Congregazione di Carità, presa visione di un abbozzo di regolamento preparato dal segretario Dolci, lo adottò con alcune modifiche come Statuto Organico dell’Ospedale. Il documento ottenne l’approvazione di re Umberto di Savoia il 5 gennaio 1879.

In sintesi vi si stabiliva che, fatte salve le disposizioni di legge, l’Ospedale aveva come scopo la cura dei poveri infermi d’ambo i sessi del Comune di Almenno S. Salvatore (art. 2), a cui si sarebbe provveduto gratuitamente con le rendite del fondatore (art. 3 e 6); che era amministrato e diretto dalla locale Congregazione di Carità, alla quale era stato affidato con Regio Decreto 3 marzo 1878, tenendo però distinti attività e patrimonio (art. 4); che, se si fossero accolte altre persone ammalate, queste avrebbero dovuto pagare i costi delle cure e del ricovero (art. 7); che la direzione generale dell’Ospedale spettava al Presidente della Congregazione o a chi sarebbe stato da lui delegato fra i membri della stessa (art. 10); che

“l’economia” e “l’infermeria” dell’Ospedale era affidata a persona di fiducia del Presidente e della Congregazione, mentre al medico condotto del paese spettava la cura degli ammalati (art. 11); che l’assistenza spirituale degli infermi era assegnata ad un sacerdote con l’obbligo di celebrare la messa

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Apri le 2017 41

Breve storia del l 'Ospedale Giovanni Carlo RotaCuriosità storiche

quotidianamente, secondo la volontà espressa dal fondatore dell’Ospedale, nella chiesa “da costruirsi annessa allo Spedale” (art. 12); che gli impiegati della Congregazione di Carità sarebbero stati a servizio anche dell’Ospedale; a tal fine si sarebbe stabilito un regolamento interno con disposizioni dettagliate per gli addetti al solo Ospedale, cioè il medico, il cappellano e l’“economo-infermiere” (art. 13).

b- Il progettoG. Carlo Rota aveva prescritto nel testamento che l’Ospedale da lui isti-tuito fosse realizzato nella sua casa a Caratti. Per mettere in atto questa disposizione, bisognava adattare gli edifici già esistenti alla nuova funzione. A tale scopo, il 20 maggio 1878, la Congregazione di Carità commissionava all’ing. Francesco Dolci lo studio delle opere da attuare. La casa su cui il progettista doveva intervenire (per maggior chiarezza, si osservi bene la piantina allegata con le relative dida-scalie), si trovava chiusa a est da Via Caratti, a sud dalla Provinciale della Valle Imagna, ad ovest dal Vicolo Caratti, a nord dalla proprietà di Todeschini Pietro.

All’ing. Dolci sembrò subito

Via Caratti, oggi via Ospedale Strada Provinciale della Valle Imagna Vicolo Caratti, oggi scomparso Proprietà Todeschini Ronco di Caratti Casa padronale di Giovanni Carlo Rota Filanda Cortile interno Area destinata alla costruzione della Chiesa

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Comunità Aperta 42

Come poteva essere un'antica Filanda

Breve storia del l 'Ospedale Giovanni Carlo RotaCuriosità storiche

evidente che gli spazi disponibili erano insufficienti per tutti i servizi necessari all’Ospedale e che, per realizzare sopra gli edifici esistenti nuove strutture murarie, bisognava rinforzare i muri di fondazione.

Pertanto, prima di predisporre un progetto definitivo delle opere, in data 30 giugno 1878 presentò alla Congregazione di Carità una proposta “di allargamento della via principale di Caratti”, poiché era “impossibile potersi fermare avanti la porta principale del ospedale con un carro o veicolo qualunque” senza intralciare il traffico.

Propose anche la costruzione di un cavalcavia sul Vicolo Caratti per permettere l’accesso all’area detta “Ronco di Caratti” al di là della strada (si veda la cartina), onde collocarvi le latrine e ricavarvi un cortile per il passeggio dei convalescenti, e l’occupazione di parte dello stesso vicolo per rinforzare i muri di fabbrica. Avviati a soluzione i problemi preliminari (i lavori di allargamento di Via Caratti furono eseguiti dall’1 settembre al 23 novembre), l’ing. Dolci, in data 15 luglio 1878, proponeva alla Congregazione il progetto definitivo dell’Ospedale, che risultava costituito da una premessa, da una perizia e da quattro tavole di disegno, queste ultime oggi irreperibili.

Nella presentazione del progetto il Dolci scriveva: “Premesso il piccolo numero di ammalati pei quali deve servire esso Ospitale, ed avuta anche di mira una congrua limitazione di spesa, ho ritenuto bastevole per le due Infermerie il corpo di fabbricato ove già esisteva la Filanda, prevalendosi (servendosi) dell’attuale scala, cucina e degli altri occorrenti locali dell’altro corpo di Casa” già abitazione di G. Carlo Rota. E aggiunge: “Torna opportuno per due scopi il vicino fondo (Ronco di Caratti) di questa proprietà esistente oltre l’adiacente vicolo”, per la costruzione delle latrine non a contatto con le infermerie e per la formazione di un cortile per i convalescenti, più ventilato dell’attuale cortile interno.

Nel predetto fondo si sarebbe entrati “con un cavalcavia da farsi sopra il vicolo Caratti”. Circa il numero dei ricoverati, il progettista calcolava una capienza da 15 a 20 posti letto, prendendo a modello quanto avveniva nell’Ospedale Bettoni di Almenno S. Bartolomeo, dove, pur essendo la popolazione quasi doppia rispetto ad Almenno S. Salvatore, gli ammalati ricoverati erano “in picciol numero”. Nella perizia tecnica il Dolci preventivava una spesa complessiva di 11.328,04 lire, suddivisa sulle seguenti voci:

- per le due infermerie L. 5.453,24- per il cavalcavia e le latrine L. 3.796- per il cortile esterno L. 178,80- per spese impreviste L. 200- per la “nuova porta” e altre opere già fatte L. 200

- per la “costruzione Chiesina” L. 1.500

L’importo stanziato per la chiesa nel progetto è definito “somma approssimativa” ed è interessante notare come si parli di “costruzione” della chiesa, perché essa, diversamente dalle disposizioni del fondatoredell’Ospedale,nonfurealizzatanell’exfilanda, destinata alle infermerie, ma sull’area antistante del cortile interno.

(continua)

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Apri le 2017 43

Gita Pellegrinaggio

L'ASSOCIAZIONE SAN VINCENZO DE PAOLI

ORGANIZZA UN PELLEGRINAGGIO

AL TEMPIO DELL'INCORONATA A LODI

Martedì 30 maggio 2017

Partenza

DA ALMENNO ALTO (ZONA GABBIONE) ORE 13.15 DALL'ORATORIO ORE 13.30

VISITA AL SANTUARIO E CELEBRAZIONE SANTA MESSA SEGUIRA' MERENDA E TOMBOLA

costo 15,00 €.

ISCRIZIONE ENTRO IL15 MAGGIO 2017

PRESSO SIGG.RI MONDINI GIANLUIGI TEL 035.640438 (ORE PASTI)

VIGANO' MARINA TEL. 035.640681 (ORE PASTI)

IL PELLEGRINAGGIO VERRà EFFETTUATO AL RAGGIUNGIMENTO DI CIRCA 30 PARTECIPANTI,

IN CASO CONTRARIO VERRà COMUNICATO L'EVENTUALE ANNULLAMENTO NELLE CHIESE

Auguriamo a tutti un sereno pomeriggio in amicizia

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Comunità Aperta 44

Domanda:

Caro don Mario,

Mi piacerebbe sapere il suo parere circa la scuola pubblica e la scuola privata, soprattutto quella collegata (o sostenuta) dalla Chiesa.

Luigi R.

Scuola Pubblica e Privata: cosa c’entra la Chiesa?

La scuola è quella istituzione che ogni società o comunità, che si definisce “civile”, organizza per accompagnare la crescita e l’educazione delle giovani generazioni.

La scuola è uno dei principali indici del grado di civiltà di una nazione o popolo. É chiaro allora che la scuola è anche uno dei principali “doveri” di uno stato, che attraverso un’adeguata politica scolastica si fa carico di preparare i futuri “cittadini” culturalmente, socialmente e professionalmente.

La scuola è un diritto “sacrosanto” per tutti e la Chiesa, possiamo dire “fin dagli inizi”, si è interessata di offrire questa opportunità soprattutto alle fasce più povere della popolazione; pensiamo a quanto hanno fatto e stanno facendo anche oggi i missionari in ogni angolo del mondo, là dove spesso lo stato non è in grado (o non vuole !?) farsi carico di questo suo dovere: sanità e scuola sono da sempre le prime preoccupazioni per un’autentica “formazione umana” e quindi “cristiana”.

La fede non è “qualcosa d’altro”

Scuola pubblica escuola privata!a cura di Romano Bonfantida un'idea di Sandro Rota "ol Ghirì".

Chiedilo al Parroco

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Apri le 2017 45

Chiedilo al Parroco

Questa rubrica sarà tenuta aperta se perverranno le domande ogni mese al Parroco.

In merito ad essa, coloro che fossero interessati all'iniziativa, potranno presentare delle domande, per scritto (ma, perché no, anche a voce), entro il 25 di ogni mese precedente a quello di uscita del Bollettino a questi recapiti:

Redazione Comunità Aperta presso Casa Parrocchiale (cassetta delle lettere) e-mail Parrocchia: [email protected] e-mail Renzo Cornelli: [email protected] Il sottoscritto curatore della rubrica mette a disposizione la sua cassetta in via S. Giorgio 5.

La redazione raccoglierà le domande, non le filtrerà né le modificherà e le sottoporrà al Parroco. Non saranno prese in considerazione quelle non consone alla rivista e quelle anonime.

L'anonimato, se richiesto, verrà effettuato nella pubblicazione.

rispetto alla vita; non toglie e non aggiunge niente alla nostra umanità, solo, se intesa correttamente ci aiuta a vivere meglio il nostro essere “uomini”: chi può dirsi più uomo di Gesù di Nazaret?

Non deve pertanto apparire fuori luogo che anche la dimensione della fede, nella piena libertà di ciascuno di avvalersene o meno, faccia parte del cammino educativo, e quindi anche scolastico, di un bambino, ragazzo o giovane che frequenta la scuola sia essa statale o privata.

É questo “lo spirito” con cui la Chiesa è impegnata nell’ambito scolastico, offrendo anche un servizio pubblico, per tutti supportando la società civile in un compito fondamentale che è quello di garantire a tutti l’istruzione scolastica; pensiamo anche solo a quella che è la situazione della Scuola dell’infanzia (Asilo) nella maggior parte dei nostri paesi (compreso Almenno), dove la Parrocchia si fa carico di “un compito” che diversamente sarebbe totalmente sulle spalle della società civile (comune, stato…).

É evidente che tutto questo ha dei costi che non possono gravare esclusivamente sulla famiglia, la quale deve essere messa nella condizione di poter scegliere liberamente la scuola per i propri figli, nel rispetto anche delle proprie convinzioni religiose.

Il parroco don Mario

Scuola pubblica e scuola privata!

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Comunità Aperta 46

L'Angolodella Poesia

Per elevare "lo Spirito"

a cura di Maria Luisa Salvi

PASQUA, la festa che conforta tutti i cuori e che ci apre alla speranza della nostra salvezza: Gesù ha donato tutto il suo amore per l’intera umanità offrendo se stesso a Dio Padre con le sue sofferenze e il sacrificio della Sua Vita.È il periodo quaresimale che ci prepara alla Pasqua di resurrezione e ci fa riflettere sulla nostra vita spirituale e morale, risvegliando le nostre pigrizie e sollecitandoci all’amore fraterno.Michele Sala, che ormai conosciamo, ci offre una sua poesia sul grande avvenimento della Trasfigurazionedi Gesù “LI PORTò SOPRA UN MONTE ALTO” che porta la data del 16 marzo del 2003, terza domenica di Quaresima; in un’altra “UN GRIDO”, ci presenta Gesù sulla Croce che , nella sua grande sofferenza, grida: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”.

“LI PORTO’ SOPRA UN MONTE ALTO”

Quant’è bello e splendente il Suo volto,tanto chiaro da sembrare il sole,le Sue vesti son candide, bianchecome mai lavandaia lavò:Oh! Visione d’incanto, estasiante,sulla vetta di quella montagnach’io per sempre lassù voglio stare !

Lui, Gesù, di frequente sui montitutto solo saliva a pregare,e sulle ali del Vento lanciavail messaggio alla folla affamata;son beati i puri, miti, poveri,e voi tutti operatori di pace,per la giustizia perseguitati.

Lui, davanti, deciso, camminacon lo sguardo sul monte di Sion,i discepoli tutti richiamaa seguirlo per l’erto sentierodella santa montagna, portandosulle spalle di carne, lo zainodella croce che genera vita.

O Montagna rocciosa e splendented’acqua viva tu sei la sorgente,dalla vetta del Golgota inondid’acqua e sangue noi poveri immondisconfiggendo la morte per sempre;nel tuo corpo risorto e gloriosoanche il nostro sarà luminoso. Fr. laico Michele Sala

"Lui, davanti, deciso, camminacon lo sguardo sul monte di Sion"

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Apri le 2017 47

UN GRIDO(Sabato Santo)

Su di un legno appeso,tra cielo e terra sospeso,in un mare di tenebraprorompe un grido:Eloì, Eloì, lamà sabactanì!

Beffato dagli uomini,senza un’eco da Dio,si espande nei secoliin cerchi d’infinito.

Raccoglie l’angoscia della vitadalla morte ghermita.È l’ultimo gridodall’uomo gridato…

…a Dio affidato. Fr. laico Michele Sala

Dal “nostro” Pietro , è giunta un’altra sua composizione che dedica ad un suo caro amico scomparso.

AMICO

Ho udito il vento vociare.Rancore e falsa compassionuomini mormorare.Forte di rabbiail mio cuore ha osato gridare.

Non scorderò mai di te:soffrire, sorridere e amare,questo mi hai voluto dare.Amico!Guardo il cieloovunque sei! Pietro

Aspettiamo altri contributi anche per la stampa di poesie che vorremmo rileggere per rinfrescare la nostra memoria e gustare ancora le emozioni che avevamo vissuto in periodi diversi della nostra vita.

Grazie ai nostri “amanti della poesia” che ci seguono con attenzione.

L'Angolo della PoesiaPer elevare "lo Spirito"

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Comunità Aperta 48

Al servizio della persona

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Apri le 2017 49

Sport AVIS - AIDO

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Comunità Aperta 50

Mi fanno ritornare in mente...a cura di R.G.B.Illustrazioni di Michela Bonfanti

"Ricordi"

Anche Guido, visito al cimitero, un altro mezzadro, che mi parlava spesso del periodo delle cantine aperte.

Con Guido, altro mezzadro di un tempo, al cimitero parlo di quando i contadini un tempo “facevano cantina” cioè appendevano alla masseria un ramo di sempreverde oppure un fiasco di vino. “A i metìa fò la fr6sca”. Guido mi raccontava che:

“In genere in primavera, i contadini con il vino che non bevevano oppure non riuscivano a vendere, aprivano una cantina.

In dialetto si diceva “i mèt fò la frósca” e in effetti non mettevano né cartelli né striscioni: sulla parte della casa che dava sulla strada appendevano un ramo frondoso. In genere adoperavano rami sempreverdi perché in quel periodo le foglie erano in crescita. Lo facevano per “pasquetta” e il tutto durava un mese, ma qualcuno anticipava anche per la Madonna delle Candele.

Il locale non era la cantina che la fattoria aveva angusta e buia giusto per far maturare i prodotti del maiale. La vera cantina, anzi il cantinone, era padronale, molto grande ed era altrove.

Come locale di ristorazione i contadini mettevano a disposizione la loro cucina che era immensa e fumosa e qualche altro locale attiguo dove stoccavano la legna oppure, un tempo, allevavano i bachi da seta (“i caalér”). Anzi i tavolati dove venivano sparse le foglie di gelso servivano benissimo da tavolo per i commensali. Perché non solo il cliente beveva il loro vino, ma mangiava i prodotti del contadino. Non era solo pane e salame: era un menù completo nella sua apparente frugalità. I primi: c'era la “büzèca” (minestrone di verdura con trippa di maiale), i “cazonsèi” (ravioli ripieni di carne, bolliti e

saltati in padella con burro e salvia o burro e pancetta).

I secondi: piedi di porco bolliti nel vino (“i pestì”), braciole (“i brözöle”) e costine cotte alla griglia; coniglio e pollo arrosto, gallina e tacchino lessati e poi tutti gli insaccati che venivano dal maiale: salami, pancette, cotechini, cacciatori, testina. Giravano anche piatti con le tremende acciughe salate (“i anciuìne”). Un piatto con polenta, acciughe e peperoni lo digerivi dopo tre giorni. Sovrana era la polenta: cotta rigorosamente sul camino e appena spadellata oppure fredda, tagliata a fette e abbrustolita sulla griglia. I contorni:

“i capelìne” verdi e rosse (per i botanici

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Apri le 2017 51

Mi fanno ritornare in mente"Ricordi"

“ciriuolo rosso e verde di Verona”, l'insalata capolavoro dei contadini), misto di erbe bollite (“capelìne”, erbe bianche e il Dente di leone detto anche Tarassaco o Soffione). Ma soprattutto i sottoli e i sottaceti fatti da loro: cipolline, peperoni, giardiniera.

Il vino era servito, in genere, non in bicchieri, ma in comuni scodelle o in brocche bianche con scritte in blu (W il vino, W la Pina...). L'acqua non compariva.

I camerieri erano i contadini stessi, le mogli. Le figlie. Qualcuno per l'occasione faceva venire a dare una mano una ragazzetta di buona volontà.

Dicevo del “ristorante” interno, ma il più delle volte i commensali prendevano posto sull'aia, magari sotto un pergolato d'uva melona: lì era il regno delle galline, dei tacchini, delle anatre, dei cani bastardini. Il pasto bisognava dividerlo anche con loro.

Le sedie erano quelle che erano, un po' spagliate, scompagnate e dondolanti. l piatti erano un po' sbrecciati e le posate onuste di gloria. Non mi ricordo se ci fosse il tovagliolo. Spesso c'erano anche le tovaglie.

Chi frequentava quei posti? Non certo i nobili del paese: era gente del popolo, in genere di sesso maschile e non troppo giovane.

Chi aveva appresso la famiglia, per non spendere troppo, si portava il mangiare da casa. Il contadino-ristoratore non aveva nulla da eccepire perché aveva sempre il timore di far fuori le scorte di cibo prima del “suo” vino. Anzi vedeva di buon occhio chi da lui pretendeva solo il vino. Si portavano da casa “o1 fagutì” (una frittata, della polenta, dei sottaceti) e così a loro - i figli del popolo - sembrava di essere andati al ristorante.

Sul tardi (ma anche prima) inevitabilmente, grazie al vino, veniva voglia di cantare. I canti non erano proprio di chiesa né i cantanti erano molto intonati. In fondo erano un po' tutti avvinazzati. Però c'era molta allegria e una specie di rivalsa contro il male di vivere di tutti i giorni.

Mi ricordo che sull'aia di una di queste “cantìne”, una volta una contadina aveva invitato una fisarmonicista, una ragazzetta di dodici-tredici anni: lo strumento era più grande di lei. Era seduta su una seggiola e davanti aveva un reggi spartito con i fogli della musica attaccati con i i “francapàgn” (le mollette per i panni). Suonava la Cumparsita, Cielito Lindo, Marina, il Walzer delle candele e tante altre.

I commensali ogni tanto applaudivano, ma non ascoltavano, gridavano “Brava!” poi continuavano a bere, berciare e cantare. Perle ai porci, anche le galline ogni tanto si fermavano, guardavano e poi becchettavano di nuovo. Le “cantìne” chiudevano tardi e spesso il contadino doveva allontanare con la forza qualche cliente per niente sobrio che non se ne voleva andare. Spesso tra gli avventori succedevano delle baruffe e anche qui interveniva il contadino che con le buone maniere li invitava ad andare a litigare da un'altra parte.

Non era conveniente chiamare i carabinieri perché la loro presenza avrebbe messo in cattiva luce il locale. La “cantìna” era probabilmente consentita dalla legge, ma era mal vista dagli altri ristoratori del paese per evidenti motivi e perché le

“cantìne” non pagavano le tasse e quindi potevano tenere bassi i prezzi”.

E con questo mi congedo da Guido.

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Comunità Aperta 52

"Ricordi"

Untempo...a cura di Carlo Rota

Don Pietro Pandolfi (1941 - 1948)

Don Angelo Covelli (1939 - 1948)

DON PIETRO PANDOLFI (1941 – 1948)

Di lui ho pochi ricordi: era cappellano all'Opera Pia (Ospedale), in parrocchia veniva poco, saliva solo alle processioni o alle quarantore. Celebrava tutte le mattine la Messa nella chiesetta dell'Ospedale e quando c'era la festa di Maria Bambina (1'8

di settembre), ogni due o tre anni, si faceva la processione: si arrivava fino in Cimaér e poi si ritornava.

Ricordo che aveva con lui un nipote di nome Anacleto, di 15-16 anni, viveva nella casa dell'Ospedale in cima alla scalinata della "Màrsa". Sulla parete della sua casa c'era un dipinto molto scrostato.

Nel 46/47 venne allargata la chiesa dell'Ospedale sul lato sinistro e sul lato destro della navata centrale della chiesetta. Sullo spazio sinistro dove ora troviamo la Cappella di Maria SS. Bambina, prima vi passava una stradicciola detta "Vicolo Cà Racc" (Caratti).

Ricordo bene perché andavo quasi tutti i giorni dalla mia nonna Catì (la mamma di mia mamma) e andavo a prenderle l'acqua alla fontanella che si trovava in cima alla scalinata della "Màrsa". Spesso

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Apri le 2017 53

Un tempo.. ."Ricordi"

Don Angelo Covelli: secondo da sinistra con la cotta

mi sedevo sul muretto per vedere il treno che passava giù a Villa bassa e per contare le macchine che salivano dal ponte.

Mi ricordo, però, che don Pietro Pandolfi era appassionato di musica, per questo riuniva i ragazzi della contrade "Ospedàl e Simaér" e insegnava loro il canto: stava con loro e li faceva giocare. Negli anni bui della guerra (43-45) nascose, anche in casa sua, sfollati e partigiani.

Dopo la guerra si diede da fare per creare anche ad Almenno la Democrazia Cristiana: questa sua iniziativa gli procurò molti nemici.

Non so dove don Pietro Pandolfi sia andato dopo a fare il curato. Lo sostituì don Valentino Mosconi.

DON ANGELO COVELLI (1939 - 1948)

È rimasto ad Almenno 9 anni, era molto appassionato di teatro e di musica.

Era di grande aiuto per il parroco don Giuliani: era bravo a predicare, con una voce baritonale alla padre Turoldo.

Visitava spesso gli ammalati, era svelto a confessare, inoltre seguiva la commissione della stampa gettando le basi di quello che sarebbe diventato il bollettino parrocchiale.

Come ho già detto, avendo a disposizione il teatro parrocchiale, aveva fondato una filodrammatica di buo-na levatura.

Non ricordo in occasione di quale festa, compose un'operetta

intitolata "I sette folletti", metà recitata e metà cantata e con un coro di ragazzi.

La trama non me la ricordo: so solo che noi ragazzi dovevamo entrare in scena vestiti da diavoletti e danzare attorno al fuoco (rosso e con lampi che ti facevano tremare), dove col rosso delle fiamme appariva il diavolo e con il bianco dei lampi l'angelo.

Questa operetta venne portata anche nei paesi vicini, cioè, come si direbbe oggi, andò in tournée. Nel '46 noi ragazzi dovevamo essere preparati per la prima confessione e comunione.

All'inizio la preparazione ce la fece don Covelli, poi delegò i due chierici di Almenno don Battista Manzoni che era molto buono e bravo e don Giovanni Masoni ("Merìco") che era di mano larga, cioè non era severo.

La Cresima, invece, fu celebrata nel ' 47 ad Almenno San Bartolomeo perché il vescovo Bernareggi veniva per la Cresima ogni due anni.

Don Covelli, se non sbaglio, fu mandato a fare il curato a Colzate.

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Comunità Aperta 54

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Comunità Aperta 56

E continuo, cara maestra, con i proverbi bergamaschi che riguardavano il MONDO CONTADINO. Legenda: lett. = letteralmente. SOLO NOSTRO = proverbio usato solo da noi almennesi oppure non trovato nei testi consultati. BROZZONI = Guerino Brozzoni - La salüte è pò piö e Sic sac dè sòc sèc-AEPER. TRAD = proverbio tradotto da un proverbio nazionale. I proverbi senza legenda, tradotti in dialetto "almennese", sono tratti da Antonio TlRABOSCHI Edizione integrale degli studi paremiologici (che studiano i proverbi)-Edizione del 2000. Le spiegazioni in corsivo sono mie.

138) Sè a löi a la tè a bé, la maschèrpa a la tè pàga ol fé = se a luglio ti va bene (raccogli molta erba), con la ricotta (più erba più latte) ti ripaghi il fieno. Ma se si consumava l'erba, si avrebbe avuto meno fieno per l'inverno.

139) Sè a la Sùnta la gàmba dèl mergòt a la ga amò dè mèt ol canù, tèela in fonta è mètela in dü cantù: se all'Assunzione della Madonna (15 agosto) lo stelo del mais non ha ancora messo la pannocchia, taglialo alla base e mettilo in un cantuccio. Secco verrà bruciato nel camino.

140) Sè löi è ost a i fa mìa bel, l'öa a l'è catìa in dèl mastèl = lett. se non ardono luglio e agosto, dentro il tino è cattivo mosto. il sole cocente di luglio e agosto era ritenuto determinante per la maturazione dell 'uva. TRAD

140) Sè al piöf a ost, al piöf mel è most = lett. se piove ad agosto, piovono miele e mosto. I fiori sarebbero rifiorio e l'uva sarebbe maturata meglio.

141) Sè al piöf ol dé dè la Sènsa, as regoi co la brènta = lett. se pioveva il giorno dell' Ascensione (metà maggio circa) si sarebbe vendemmiato con la bigoncia da cinquanta litri. Si avrebbe avuto una vendemmia scarsa.

142) Sé al piöf ol dé dè la Sènsa, i fröcc i pèrt la sò stagiù = lett. se piove il giorno dell' Ascensione, i frutti perdono la loro stagione. La pioggia dell'Ascensione preannùnciava un magro raccolto. (BROZZONI)

143) Sè al piöf ol dé dè la Sènsa, pèr quaranta dé an sè piö sènsa, tànta pàja è poca somènsa (sarebbe "somésa") = se pioveva il giorno dell'Ascensione, avrebbe piovuto per quaranta giorni, si avrebbe raccolto tanta paglia, ma poche spine di grano.

CaraMaestra

Svolgimento

d i r.g.B.

I Temi di Romano

Tema: "I solcc i va è i ve, ma la tèra a l'è sèmper le" (settima puntata)

Lett.: "I soldi vanno e vengono, ma la terra è sempre lì". La coltivazione della terra non tradiva maidisegni di

MiChela Bonfanti

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Apri le 2017 57

144) Sè al piöf ol de dè San Martì, a l'è bröt fa la fòja è bèl fàla marsì; sè a l'è bèl tep, a l'è bèl fa la fòja è bröt fàla marsì = se pioveva il giorno di San Martino (11 novembre) era difficile raccogliere la foglia e facile farla marcire; se c'era bel tempo, era facile raccogliere la foglia e difficile farla marcire.

145) Sè an völ caà (oppure "se as völ tö sö"), mè dàghèn = lett. se si vuole ottenere qualcosa, bisogna dargliene. Se si voleva avere un buon raccolto, bisognava concimare senza paura.

146) Sè in noèmber al trùna, l'anàda a la sarà bùna = lett. se in novembre tuona, l'annata sarà buona. La pioggia di novembre era considerata un buon presagio. SOLO NOSTRO.

146) Sè ol capèl a la ga la montàgna, ciàpa la sàpa è va in campàgna = se la montagna era ricoperta di nuvole, si poteva prendere la zappa e andare a lavorare tranquillamente in campagna.

147) Sè ol temporàl al ve dè la montàgna, ciàpa la ànga è va in campàgna = lett. se il temporale viene dalla montagna, prendi la vanga e va in campagna. Si credeva che se le nuvole fossero venute da nord, il tempo si sarebbe tenuto buono.

148) Sè tè ölèt ès contét, sunèga dét co la ma è mia col sac = lett. se vuoi essere contento, semina con la mano e non con il sacco. Il proverbio invitava a seminare con la mano guidando i chicchi perché andassero a cadere nelle zolle, distribuendosi uniformemente nel terreno.

149) Söcia a cantù, mèlga a muntù = "Siccità a cantoni, granoturco a monti" (TIR).

150) Sóta l'àqua fam è sóta la nif pa = lett. sotto l'acqua fame e sotto la neve pane. Se pioveva e non nevicava d'inverno i semi di frumento non avrebbero dato grosse spighe. "Sotto la neve pane".

151) Sunèga dét ol formét in dèl pacifüt, ol mergòt in dè la pólver = lett. semina il frumento nel fango, il granoturco nella polvere. Si consigliava di seminare il frumento nel terreno bagnato, il gyanoturco in quello asciutto.

152) Tan fé tànta fam = lett. tanto fieno tanta fame. Voleva dire che quell 'anno aveva piovuto troppo.

153) Tempestàda dè mas, stagiù rfiinàda = grandinata di maggio, stagione rovinata. Se grandinava a maggio, la stagione era rovinata.

154) Tèra nigra a la fa bu fröt, tèra biànca a la rüina tot oppure Tèra nigra a la da bü fröt, tèra zàlda a la fa marsi töt = lett. terra nera fa (o dà) buoni frutti, terra bianca (o gialla) rovina tutto (o fa marcire tutto). Si riteneva che le terre produttive fossero quelle nere perché ricche di sostanze organiche, quelle gialle o bianche erano invece aride e improduttive. Secondo Mario Cantella (Proverbi bergamaschi d'altri tempi) questo proverbio significherebbe che le brunette (più delle bionde) avrebbero stuzzicato l'appetito degli uomini.

155) Teré sùra teré al fa sèmper be = "Terreno sopra terreno fa sempre bene"(TIR).

156) Tròpa àqua, anàda catìa = lett. troppa acqua, annata cattiva. Troppa acqua nuoceva ali 'agyicoltura.

157) Zorzèt, Marchèt, Cruzèt, tri mercàncc dè nif = lett. San Giorgio (23 aprile), San Marco (25 aprile) e Santa Croce (3 maggio), tre mercanti del freddo. Tra lafine di aprile e l'inizio di maggio spesso c'era un ritorno del freddo.

E con questo, cara maestra, ho finito l'ultima puntata del tema.

Cara MaestraI Temi di Romano

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Comunità Aperta 58

Vacanze turismo e tempo libero

GITA SULLE DOLOMITI ALTO ADIGELe montagne più belle del mondo

dal 22 al 25 giugno 2017

GIOVEDì 22/06: Partenza ore 5.50 da Almenno basso Migross, ore 6 da Almenno alto Gabbione. Colazione verso Rovereto e sosta con shopping a Cavalese o Moena. Arrivo sul Passo Pordoi per le ore 12, shopping nei vari negozi di souvenirs, ore 13.15 pranzo. Partenza ore 15 per Dobbiaco con sosta sul Passo Falzarego o a Cortina. Cena e pernottamento in albergo a Dobbiaco.

VENERDì 23/06: Colazione in albergo e partenza per Montevila per visitare il Maso delle Erbe dove sulle sue colline si coltivano 50 tipi di erbe che vengono sottoposte a lavorazione ottenendo oli essenziali, medicinali, cosmetici, grappe e liquori; tutti questi prodotti si possono acquistare nel loro negozio. Ore 12 partenza per la Malga Misurina, pranzo e shopping al lago di Misurina.

SABATO 24/06: Dopo colazione partenza per Sappada in Cadore, shopping nella bellissima cittadina. Pranzo. Si prosegue poi per Pieve di Cadore con visita al Museo e casa natale del grande pittore Tiziano Vecellio.

DOMENICA 25/06: dopo colazione si parte per Riscone nei pressi di Brunico e salita con una veloce cabinovia al Pian de Corones con un panorama circostante spettacolare. In cima al Pian de Corones c'è il Museo più alto dell'Alto Adige creato dal famoso alpinista Reinhold Messner e si trova anche la Campana della Pace "Concordia 2000", alta 3.11 mt. Ore 13 pranzo a Riscone; ore 15.30 rientro ad Almenno.

La quota individuale di partecipazione è di 385,00 - Supplemento camera singola: €. 20,00 a notte

La quota comprende: Viaggio AlR con pullman GT, pensione completa e 4 pranzi completi di antipasto, primo, secondo, dolce, acqua vino e caffè, tassa di soggiorno

Munirsi di Carta d'Identità NON SCADUTA e tessera sanitaria. Per iscrizioni chiamare Cell. 3333479644

Acconto €. 150,00 alla preno-tazione - Saldo entro e non oltre il 10/06/2017

I posti sul pullman vengono assegnati in priorità di iscrizione e con acconto versato. La Cifra è stata calcolata su 35/40 partecipanti. In caso contrario potrà essere aumentata.

Emilio

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Apri le 2017 59

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Comunità Aperta 60

Trasporto infermi e dializzatiAssistenza manifestazioni sportive e nonTrasporti in Italia e all’esteroDimissioni da Ospedali e Istituti

ADERENTEA.N.P.A.S.

ORARI DI SERVIZIOper il Servizio di

emergenza urgenza 11824 ore su 24

Dai senso al tuo tempo liberoDiventa anche tu volontario

Pubblica Assistenza

CroCe AzzurrAVia C.A. Dalla Chiesa, 5

24031 Almenno San Salvatore (Bg)Segreteria: Tel 035 641837

Fax: 035 642172e-mail: [email protected]

Sezione di Almenno San Salvatore fondata nel 1969

“Ol cör del donadurl’è òrb, ma generus”

Per informazioni e adesioni telefonare ai numeri:035/643171 -

035/640638 - 035/642094

PALANCACHIUSO LUNEDì SERA E TUTTO MARTEDì

di RONCELLI24031 ALMENNO SAN SALVATORE (Bg)

Telefono: 035 640800

Esposizione ad Almenno San Salvatore

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Apri le 2017 61

Marzo - Aprile 2017

Morti in Cristoin attesa della Risurrezione

Anagrafe parrocchiale

EUFROSINA LOCATELLIanni 96

morta il18 marzo 2017

TERESA GIUDITTA LAZZARIanni 92

morta il 21 marzo 2017

ALDO PAREDIanni 83

morto il 15 aprile 2017

PIERA LOCATELLIanni 95

morta il 16 aprile 2017

ARRIGO POZZIanni 74

morto il 2 aprile 2017

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Comunità Aperta 62

sempre nel ricordo e nel nostro cuore

Aprile 2017

2015

Pietro Bonfanti

2007

Giovannina Locatelli

2010

Carola Ravasio

1991

Maria Pesenti

2009

Davide Cortinovis

2014 2014

Palmina Natali e Giovanni Tironi

2008 1989

Battista Pedretti e Giovanna Bonfanti

2014 2012

Pierina Gamba e Giacomo Rota

1994 2011

Francesca Alce e Battista Locatelli

2010

Padre Venturino Alce

2016

Enrico Cattaneo

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Apri le 2017 63

2014

Innocente Rota

2015

Renzo Quadri

2014

Giampiera Tironi

2006

Paolo Rota

2016

Vincenzo De Molini

2013

Elda Breschi

Sempre nel ricordo e nel nostro cuore

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Comunità Aperta 64

Parrocchia San Salvatore Diocesi di Bergamo via XXV Aprile 5 - 24031 Almenno San Salvatore - Tel. 035 640227Sito Web: almennosansalvatore.parrocchiesulweb.it - e-mail: [email protected]

Sacerdotidon Mario Rosa 035/64.02.27e-mail [email protected]

don Angelo Bernini 035/64.00.83don Giorgio Albani 035/64.18.05don Antonio Manzoni 035/64.15.38don Lorenzo Testa - oratorio - 035/64.03.78 " " " - cellulare - 3392523771don Marco Luca Bertani -cellulare - 3293908591

Segreteria OratorioLa Segreteria è aperta nei giorni:Lunedì - Mercoledì - Venerdì dalle ore 15,00 alle ore 17,00Telefono Segreteria 035/640378Cellulare 348/7929673oppure 035/640366

Istituti religiosi Suore Sacra Famiglia 035/64.03.47

Enti pubbliciMunicipio 035/63.202.11(Il Sindaco Gianluigi Brioschi riceve il Martedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 eil Giovedì su appuntamento)ATS Distretto di Ponte San Pietro 035/60.31.11ATS Distretto di Villa d’Almè. 035/63.46.11Pretura di Almenno S. S. 035/64.02.74Poste e Telegrafi 035/64.00.39Biblioteca Comunale 035/64.42.10

Fondazione Giovanni Carlo Rota Onlus 035/63.200.11

Istituti di CreditoUBI Banca Popolare di Bergamo 035/64.30.22Intesa San Paolo 035/64.14.16Banco Popolare Credito Bergamasco 035/64.42.30

ScuoleIstituto Comprensivo 035/64.41.55Scuola Media Statale “Giovanni XXIII” 035/64.00.92Scuole Elementari Statali 035/64.00.03Scuola Materna “San Salvatore” 035/64.14.00e-mail [email protected]

EmergenzeNuMERO uNICO dI EMERGENzA 112Carabinieri di Almenno S. S. 035/64.00.64Croce Azzurra 035/64.18.37Croce Rossa - Villa d’Almè 035/54.25.25Servizio di continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) 0353535

Medici di baseDr. Leonello Mazzoleni Dr. Giambattista Cordoni Dr. Claudio Amato Dr. Gianmauro Salvi Dr.ssa Lisa Maestroni

rivolgersi al numero telefonico o cellulare sottoindicati

Informazioni Utili

Agenda della Comunità

Centro prenotazione uniCo Visite mediChe mediCina GeneraleLe modalità di accesso agli ambulatori dei medici (solo su appuntamento) sono le seguenti:

Per fissare gli appuntamenti telefonare dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00 al numero:035 511386 oppure 333 3590620

Un’Infermiera Professionale sarà presente negli ambulatori secondo i seguenti orari: dalle ore 8,00 alle ore 9,00 studio Dr. Mazzoleni dalle ore 9,00 alle ore 10,00 studio Dr. Salvi dalle ore 10,00 alle ore 11,00 studio Dr. Amato dalle ore 11,00 alle ore 12,00 studio Dr. CordoniLe richieste di visita domiciliare vanno fatte telefonando all’infermiera presso lo studio del medico secondo l’orario

di presenza dell’Infermiera stessa presso lo studio. Gli studi medici sono aperti nei seguenti orari:

Amato Mazzoleni Al.SS. Cordoni Salvi MaestroniLunedì 16.00/19.30 09.00/12.00 - 19.00/20.00 8,00/9,30-17,30/19,30 16.00/20.00 Martedì 9.00/11.30 14.30/18.30 8.30/11.00 10.00/12.30 12,30/13,30 Mercoledì 16,00/19.30 09.00/12.00 - 19.00/20.00 8.30/11.00 10.00/12.30 Giovedì 9.00/11.30 09.00/12.00 - 19.00/20.00 17.00/19.30 16,00/20.00 Venerdì 16.00/19.30 14.30/18.30 8.30/11.00 11.00/12.30

ambulatorio prelieVi ematoChimiCi presso la Fondazione rotaI prelievi si effettuano nei giorni di LUNEDì - MERCOLEDì - VENERDì dalle ore 7,30 alle ore 9,00

pressoPoliambulatorioFondazione G.C. Rota

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