Fondamenti di ESOTERISMO CRISTIANO - … · ESOTERISMO CRISTIANO Docente: Marco Marchetti LEZIONE 1...

Fondamenti di ESOTERISMO CRISTIANO

Docente: Marco Marchetti

LEZIONE 1

Questo corso è riconosciuto come credito

didattico nella formazione di OPERA,

Accademia Italiana di Formazione Olistica

www.accademiaopera.it

Centro di Ricerca Erba Sacra Fondamenti di Esoterismo Cristiano

Corsi On Line LEZIONE 1 Docente: Marco Marchetti

2 CENTRO DI RICERCA ERBA SACRA; www.erbasacra.com

Dispense del Corso Fondamenti di Esoterismo Cristiano solo per uso didattico.

Copia personale dello studente. Vietata la riproduzione

I N T R O D U Z I O N E G E N E R A L E

Con questo Corso sull’Esoterismo Cristiano intendiamo portare alla conoscenza quel rapporto

inscindibile che lega la Tradizione Cristiana all’Esoterismo Universale. Ai primordi della Comunità

di Gesù il Cristo i neofiti venivano edotti sui Misteri inerenti all’evento “Cristo” e subito dopo si

rese necessaria una formazione per gradi: Neofita (Iniziato), Discepolo (Adepto) e Maestro

(Docente). I neofiti o catecumeni venivano introdotti, dopo prove iniziatiche, nel giorno di Pasqua

ai Misteri e alle parole e ai gesti di passo1, senza i quali non si poteva accedere all’Eucaristia. Il

Battesimo e la Crismazione (confermazione, cresima), quindi, erano donati nello stesso giorno di

Pasqua e si poteva quindi accedere al Mistero dell’Eucaristia. Stava nascendo una nuova Tradizione

che riassumendo in sé tutte le altre diventava veramente universale.

Prima di passare però all’Esoterismo Cristiano è bene approfondire cosa sia Tradizione ed

Esoterismo. Abbiamo pensato quindi di sviluppare il nostro corso in Sei Parti e Due Appendici.

Nella Prima Parte cercheremo di spiegare cosa voglia significare il termine Tradizione e l’altro ad

esso legato di Esoterismo. E’ bene partire da tematiche generali per poi approdare alla specifica

cristiana.

Nella Seconda Parte si parlerà della “Storia e dello Sviluppo del Cristianesimo” a partire dalle Sette

Giudaico Cristiane fino alla scissione con l’Ebraismo e la nascita della nuova Tradizione.

Nella Terza Parte svilupperemo lo Gnosticismo Cristiano, ossia quella corrente che influenzò non

poco l’Esoterismo all’interno della Comunità di Alessandria d’Egitto ed in seguito in tutte le altre

Comunità.

Nella Quarta Parte prenderemo in esame i sette temi fondanti l’Esoterismo Cristiano e cioè: Amore,

Giustizia, Libertà, Pace, Potere, Spiritualità e Verità. Dagli etimi antichi si potranno riscoprire molte

cose a noi nascoste e pertanto sarà utile un ripasso del Latino, del Greco e dell’Ebraico perché le

Lingue Sacre hanno fornito, come sempre, dei viatici di Conoscenza.

La Quinta Parte si parlerà delle Teorie sull’Esoterismo, in pratica le “12 Leggi” che reggono

l’impalcatura fondamentale su cui ogni vera Tradizione si regge.

Nella Sesta Parte si parlerà dell’Antropologia Cristiana e dell’Ascesi ad essa associata. I Vizi e

come superarli con le Virtù

1 Parole e gesti di passo: sono formule segrete, specifiche di ogni Tradizione, a conoscenza soltanto degli iniziati.

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Le Due Appendici sviluppano nell’ottica dell’esoterismo cristiano di cui si sono date le linee guida

nelle lezioni del corso, due tematiche di grandissima importanza sia nella Tradizione Cristiana sia

nelle altre Tradizioni spirituali: il senso della preghiera e come prepararsi alla morte.

Nell’Appendice 1 si parlerà delle Preghiere fondanti il Cristianesimo: il Padre Nostro e l’Ave

Maria. Scopriremo quanto sono esoteriche le invocazioni in esse contenute e come le due preghiere

si intersecano a formare una Croce. Ma andiamo per gradi e cominciamo dalla Prima Parte.

Nell’Appendice 2 si tratterà dell’”Arte del Ben Morire”, cioè di come la Tradizione Cristiana ha

sviluppato nei secoli il significato dell’ante e post mortem.







P R I M A P A R T E

TRADIZIONE E ESOTERISMO

I N D I C E

C A P I T O L O I Cos’è la Tradizione?

C A P I T O L O I I Tradizione e Tradizioni.

C A P I T O L O I I I La Tradizione e la Contro Tradizione.

C A P I T O L O I V Cos’è l’Esoterismo?

C A P I T O L O V Esoterismo ed Exoterismo.

C A P I T O L O V I Iniziazione

C A P I T O L O V I I Sacro e Profano.

C A P I T O L O V I I I Santo.

C A P I T O L O I X Stati Molteplici dell’Essere.

C A P I T O L O X Pratica ed Ascesi.

B I B L I O G R A F I A







“Un’idea vera non può essere “nuova” perché la Verità

non è un prodotto dello spirito umano, ma esiste

indipendentemente da noi, e a noi spetta semplicemente di

conoscerla”.

René Guenon







C A P I T O L O I

Cos’ è la Tradizione?

Il termine Tradizione deriva dal Latino “Tradere” che significa “Consegna, Insegnamento,

Narrazione, Passaggio”. E’ quindi un passaggio di un insieme di dati cultuali e culturali da un

Passato ad un Presente, di Norme e di Dottrine ritenute acquisite nel tempo e, come tali,

inestinguibili. L’eredità della Tradizione Spirituale è partecipe della Verità Rivelata, vedi le

Tradizioni del Libro, Ebraismo, Cristianesimo ed Islamismo, oppure di Verità raggiunte con

Pratiche Ascetiche, vedi Induismo, Taoismo e Buddismo.

Le Tradizioni si configurano come Programmi di Vita per il comportamento degli esseri umani;

cioè possono divenire Istituzioni. Una Tradizione viene acquisita come qualcosa di creato fuori da

sé ma che l’individuo vive profondamente come un suo modello. La Tradizione viene accolta come

un dato cultuale e culturale e si distingue così l’Ortodosso dall’Eterodosso, il Corretto dallo

Scorretto, ciò che fa parte del Gruppo e chi è fuori da esso. Chi è al Capo di una Tradizione è una

persona Autorevole ed eticamente perfetta ed acquisisce il proprio prestigio dalla storia della

Tradizione.

Una delle funzioni principali delle Tradizioni consiste nel dare un orizzonte al problema del

Maligno, che è il “Fattore del Male”, quindi le Tradizioni sono anche un’esposizione della Malattia

e della Morte ed indicano come venirne fuori. La Tradizione è una risposta alla ricerca dell’essere

umano alle famose tre domande: “Da dove vengo, chi sono e dove vado?”. In questo senso la

Tradizione permette all’essere umano di volgersi al Passato per trovare delle risposte, che altri

prima di noi hanno trovato e seguirle con Fede. Detto questo, possiamo affermare che non esiste

società senza Tradizione; non c’è possibilità di strutturare una società se non c’è un Passaggio

cultuale e culturale a chi viene dopo di noi. I Giovani traggono dai Vecchi le loro speranze per il

Futuro e devono soltanto scoprirne i significati “esoterici”. La Tradizione, al pari del Linguaggio, si

presenta come un’Istituzione su cui ogni società scorre anche quando pone in atto dei processi

innovativi; essa infatti costituisce un dato naturale, per chi la vive dall’interno, un limite conoscitivo

al di là del quale non si può che approfondire in termini esoterici la sua essenza. I comportamenti

dell’essere umano tradizionale ed esoterico vengono a raggiungere quella Profondità insita nel

Cuore di ognuno e che appartengono, via via che si scende nel profondo, a tutta l’Umanità e quindi

a riconoscersi come Figli di Dio.







Il rapporto Tradizione-Religione si fonda su una concezione del tempo, che è essenzialmente basata

sulla ripetizione ciclica dei Riti e delle Liturgie. Ora, anche quando il meccanismo della Tradizione

non si sviluppa sul terreno della Religione, al suo interno la Ripetitività rivela la struttura

dell’Eterno Ritorno alla Casa del Padre. Ciò accade soprattutto nei momenti critici dell’esistenza

umana, singola e/o comunitaria, quando la riconduzione ad un “Passato” è la condizione per

superare l’ostacolo con Speranza e Fede; la creazione del nuovo viene vissuta come Ri-Creazione.

La Tradizione si configura così come ricostruzione di un Cammino già segnato e scopre nel Passato

il “Primo Atto” ed in esso la sua legittimazione.

Gli esiti della Tradizione però possono essere ambivalenti e possono esprimersi nel più becero

Conservatorismo o Exoterismo oppure ad una “Scoperta” sempre più approfondita della Tradizione,

che è l’Esoterismo. La Terra Promessa è nel nostro Cuore perché è quello il luogo dove risiede Dio,

nel nostro Essere, ed è là che dobbiamo camminare, da pellegrini, magari su di una Via già

tracciata. “Ciò che riempie la nostra Coscienza è sempre una molteplicità di voci, nelle quali

risuona il passato. Solo nella molteplicità di tali voci il Passato c’è: questo costituisce l’essenza

della Tradizione”, così scriveva Gadamer nel 1960. La Tradizione è quindi una Realtà Interna e

diviene esterna attraverso il Linguaggio, sia verbale che simbolico; ecco che allora il “Tradere”, la

Consegna, diviene uno specifico lavoro personale alla ricerca della Profondità, di quel Centro che

gli Esicasti cercano continuamente con la loro Preghiera del Cuore.







C A P I T O L O I I

Tradizione e Tradizioni

Quale Tradizione scegliere? Nel Mondo globalizzato di oggi conosciamo un’infinità di Tradizioni,

quale scegliere? Quella dei nostri padri oppure una che ci si confà maggiormente? Abbiamo visto

nel precedente capitolo cosa sia una Tradizione, ora cerchiamo di comprendere il significato di

scegliere una Tradizione piuttosto che un’altra, il che non è né facile, né porta alla stesse mete.

La Tradizione per eccellenza è quella cui la consegna sia l’Oggetto Massimo ed Ottimo, cioè la

Conoscenza dell’Essere Perfetto. Questa è logicamente la Tradizione superiore ad ogni altra, perché

ha un Linguaggio tale che tutta l’Umanità può considerare Vero dentro il suo Cuore. Questo Essere,

cioè Dio, è dunque il Contenitore di tutti i contenuti linguistici e simbolici; ma questo “Essere non

è”, non è stato e non sarà, essendo superiore ai limiti del nostro Tempo Lineare e Discontinuo,

come ci avverte la Tradizione Apofatica. Si può infatti continuare a “togliere” senza mai arrivare

all’Essenza di Dio. Soltanto entrando nell’Istante, nel Qui ed Ora, potremo avvertire quel Tempo

Multidimensionale che diviene Sempre ed Ovunque dell’Eterno Presente. L’Essere è nel linguaggio

ciò che è il Punto nello Spazio, l’Uno fra i Numeri; è la Manifestazione Prima di ogni contingenza.

Possiamo quasi raggiungere l’Essere Supremo con un’Ascesi che sviluppi infinitamente i nostri

Stati Molteplici dell’Essere; cioè quella Divinizzazione che Gesù il Cristo è venuto a ripristinare.

La Tradizione è la trasmissione dell’Idea dell’Essere nella sua Perfezione Massima, dunque di una

Gerarchia tra gli esseri relativi e storici fondata sul loro grado di Distanza (Istante con la “D”

davanti diventa Distante, cioè Lontano) da quel Punto od Unità. Questa Tradizione è trasmessa non

da essere umano ad essere umano, bensì viene dall’Alto, è quindi una Teofania, una Manifestazione

del Divino. Essa si concreta in una serie di mezzi: Sacramenti, Simboli, Riti, Liturgie che servono

ad un atto di Culto (da cui deriva Cultura!).

Molte Tradizioni affermano di esaurire la Tradizione, cioè di essere l’ultima e quindi la più

completa; altre affermano il contrario affermando di essere le più antiche e quindi più vicine al

momento “X” della Consegna. In verità l’Essere, che comunemente chiamiamo Dio, non smette di

parlare, di comunicare, di amare perché come afferma San Giovanni l’Evangelista: “Dio è Amore”

e l’Amore Crea continuamente perché è straripante, è sempre di più e quindi la Creazione è







continuamente ricreata. Tutte le Tradizioni si pongono nella prospettiva di quella misura eterna;

infatti ogni società ancestrale o moderna cerca d’imitare la regolarità dei movimenti celesti. Ecco la

spiegazione del detto: “Come in Cielo così in Terra”, in modo che la Volontà di Dio si faccia anche

su questo Mondo. Così ogni Tradizione, cioè ogni forma di Tradizione, deve pervadere molte altre

Tradizioni minori, perché l’Intuizione dell’Essere va provocata ed agevolata attraverso ogni

comportamento umano. Chi ama crea e se crea si fa simile a Dio; però deve conoscere cos’è

l’Amore e su questo punto ogni Tradizione sviluppa la sua particolare esperienza. Chi parla di

Devozione, chi di Compassione, chi di Carità, chi d’Obbedienza e così via; siamo però ancora sulla

“Via Larga” delle Religioni, cioè quell’Exoterismo che prende e lega i popoli. Religione infatti

deriva dal Latino “Religo” con il significato di “Legare assieme” o “Raccolta selezionata”, mentre

noi, in termini esoterici, dovremmo scioglierci da ogni Dogma perché abbiamo compreso il Dogma

e per far questo occorre intraprendere la “Via Stretta” che è appunto l’Esoterismo. Allora ogni

comportamento umano può trasformarsi in un Sacrificio, dal Latino “Sacrum Facere”, cioè

“Rendere Sacro” ogni atto che io penso, parlo e compio. Il Macellaio allora può consacrarsi in un

vero Sacrificio, l’Unione Coniugale può giungere ad arrivare alle Nozze Sacre, la Guerra al Male

può essere un’Espiazione Ascetica e l’Agricoltura può simboleggiare la semina del Verbo nel Cuore

imperfetto dell’essere umano. Allora Dogma e Rito sono il silenzioso atto di presenza dell’essere

umano davanti alla Figura di Dio, atto di presenza senza lettere, nel Silenzio e nell’Immobilità del

nostro essere che vive dentro il Cuore.

Come scegliere dunque una Tradizione? Tutto ciò che ci avvicina ad essa è buono e le norme etiche

ci sono fornite dalla Rivelazione per farci sapere in quale misura ci andiamo avvicinando a quel

traguardo: il trasgressore, violandole, ha la prova della propria distanza dal Fine Ultimo, cioè Dio.

Chi s’illude di raggiungere la Giustizia, la Verità, la Pace, la Libertà e l’Amore, violando le norme

che la Tradizione suggerisce, avrà da sé il castigo. In se stessa ogni normativa è criticabile, soltanto

in vista del fine ultimo diventa significativa ed obbligante e da qui nasce la miseria odierna di una

civiltà senza scopo soprannaturale. Tutti sono pronti alla truffa ed all’inganno a partire dai potentati

di turno. Per chi invece segue la Via Maestra prima, e poi la Via Stretta, tutto si trasforma in

Benedizione; per chi è sul Cammino della Beatitudine, seguire una Tradizione od un’altra è uguale.

Secondo la Patristica Greca, le Virtù sono strumenti della Santa Apatia, cioè dell’Impassibilità

come affermano gli Esicasti. L’essere umano che non sia un pellegrino verso la Beatitudine è un

Ipocrita; infatti la Beatitudine è la chiarezza che illumina l’etica, così come la Ragione illumina







l’Intelletto. Il dilemma è, come scegliere se non si conosce altro che una sola Tradizione? Così

affermava Dante nel XIX canto del Paradiso: “Un uom nasce a la riva de l’Indo, e quivi non è chi

ragioni di Cristo, né chi legga, né chi scriva: e tutti suoi voleri e atti boni sono, quanto ragione

umana vede, senza peccato in vita o in sermoni. Muore non battezzato e sanza fede: ov’è questa

giustizia che’l condanna? Ov’è la colpa sua, se el non crede?”.

Vicino a Gesù il Cristo ci sono tutti coloro che hanno seguito le Tre Virtù Teologali: Fede, Speranza

e Carità; già Sant’Agostino aveva esteso il Cristianesimo a tutti coloro che avessero seguito la Vera

Tradizione Cristiana, chiamata appunto “Cristiana” da chi ha avuto la possibilità di conoscere la

Parola di Gesù il Cristo, ma sempre esistita nel fondo del Cuore degli esseri umani.

Così afferma Antonio Rosmini nel suo libro, “Della Divina

Provvidenza”: “Dio stesso non lasciò mai il Mondo sfornito al

tutto di quelle Tradizioni che aiutassero gli esseri umani a

sollevarsi fino a Lui con le menti” e con i Cuori ed infatti le

Tradizioni sono sempre esistite. La misura in cui il destino

conceda a ciascuno di conoscere il Cristo non è un fatto

essenziale perché, come afferma la Parabola dei Talenti, si sarà

dannati o salvati in base a quanto abbiamo amato. Sarà la

pesatura del Cuore, in atto in quasi tutte le Tradizioni, che

suggellerà il nostro Stato dell’Essere e non certo

un’appartenenza a questa od a quella Tradizione. Così insegna la

Tradizione Cristiana: una persona ignara, ma veramente devota delle ricchezze intrinseche del

Cristianesimo può salvarsi quanto o più di un Cristiano tiepido. E’ la Via Esoterica che conta perché

contraddistingue la Qualità, mentre la Via Exoterica è tipica della Quantità. Non è quindi meglio

quella Tradizione per cui si può dire: “Guarda quanti siamo!”, ma quella in cui si può affermare:

“Siamo pochi ma tutti Santi!”. Si può affermare che l’esperienza del Divino, e l’etica che ne deriva,

può scendere in diversi destini senza che l’incontro esplicito o consapevole con Gesù il Cristo ne

debba far parte e che viceversa un tale incontro, ma del tutto privo di forza trasformatrice, può

certamente appartenere ad un destino “dannato”. Sarebbe però folle dedurne che ogni Tradizione si

equivalga; la Tradizione Vera è quella che trasforma e trasfigura la persona che la prende come un

abito, ma appunto è un abito. Così afferma Gesù alla Samaritana: “Verrà il giorno in cui Dio si

adorerà in Spirito e Verità”, ecco questa è la Vera Tradizione, adorare Dio in Spirito e Verità;







chiunque adora Dio in Spirito e Verità è nella Tradizione Celeste. La Verità è Perfetta e non

perfettibile in quanto la Tradizione è sempre immutabile nel suo fondo, salvo negli aspetti

accidentali e superficiali.

Allora come scegliere questa benedetta Tradizione? Sembra che la scelta non si possa fare con il

Cervello e la Razionalità ma con il Cuore e l’Irrazionalità, cioè occorre che la persona “incontri”

l’altro e che si abbandoni alla Verità, in pratica c’è bisogno di una Conversione! Occorre che

l’individuo sovverta le sue abitudini mondane, che innalzi il suo Cuore (“Sursum Corda”, cioè “In

Alto i nostri Cuori”) al di sopra delle sue preoccupazioni quotidiane e soltanto se i significati

esoterici gli porteranno giovamento, sarà allora un Tradizionalista. La Conversione si può intendere

soltanto all’interno di un destino e pertanto si deve abdicare al Libero Arbitrio in favore di una

Volontà, che meglio della nostra, vede e sente. In definitiva, la propria Tradizione è sempre quella

Vera perché i sincretismi non portano al Centro, ma fanno rimanere in Periferia, nella Circonferenza

e tuttavia conoscere le altre Tradizioni arricchisce e fa intravedere che il fondo è comune. Ogni

Tradizione acquisisce spiritualità da un’altra e dona alle altre la sua, il tutto in maniera

proporzionale; il piano comune ad ogni Tradizione, Universale, è l’idea dell’essere umano come

essere che si completa soltanto, al di là del Corpo, dell’Anima, nello Spirito della Beatitudine.

L’unico nostro dovere è conoscere la Tradizione che il destino ci assegna pur sapendo che altre Vie

attendono pellegrini e che la meta è uguale per tutta l’Umanità: Dio.







C A P I T O L O I I I

La Tradizione e la Contro Tradizione.

Senza Tradizione nessuno vive, come è vero che nessuno si è creato: si ha solo il Libero Arbitrio di

scelta fra la Tradizione Rivelata e la Tradizione che nega il Rivelatore. La Tradizione recide

nell’essere umano tutti i legami con le forze della suggestione, con la seduzione del potere o con le

più sottili promesse di un potere futuro. L’incanto dell’Utopia perde tutta la sua forza e viene ridotto

alla sua povera nudità; il dominio sugli esseri umani non è soltanto quello del tiranno di turno ma

anche quello più subdolo di far credere ai “sudditi” che sono essi a volere ciò che egli insinua in

maniera ipnotica in loro. Esistono oggi varie tecniche di pubblicità subliminale che sono

organizzate per imporre questo o quel prodotto, anche non materiale. I bisogni artificiali sono

molteplici e sempre nuovi, quelli naturali sono sempre gli stessi. Cosa si potrebbe fare per non

consentire al “potere” di farci passare soltanto per consumatori rimbecilliti? L’abitudine ad avere

scopi precisi e conseguirli con fervore; l’attenzione ed il discernimento sono altri due strumenti

sempre da avere con sé. Ricordate cosa affermava Siddharta al suo compagno commerciante: “Io so

fare soltanto tre cose: “Pensare, Aspettare e Digiunare”, soltanto queste”; e solo con queste tre

cose riuscì a risolvere i loro problemi. Poche cose ma giuste; oggi abbiamo tante tecniche per

risolvere i problemi e non riusciamo a risolvere più nulla.

Perché allora l’essere umano contemporaneo ha perso questi fini precisi? L’essere umano tende alla

felicità, ma non quella sensibile bensì quella totale: se egli avesse sempre questo fine nella sua

Anima, potrebbe definire lentamente scopi minori, secondari. E’ come scrivere questo testo, prima

si guarda il tema generale e poi lentamente si scrive il capitolo particolare; così si costruisce

l’obiettivo per passi susseguenti. Non è importante la meta ma il camminare, solo così però arrivi

alla meta! Il fatto è che i Mercanti sono entrati nel Tempio e ne ostacolano il Culto; la Tradizione è

vista come qualcosa d’antico e d’inutile, un fardello di cui si può fare a meno e magari se ne

costruiscono altre più leggere, più consone alla mentalità odierna dove vige il “fai da te”, quando

vuoi e come vuoi, tanto Dio ti conosce ed apprezzerà il tuo sforzo. L’essere umano quando non

agisce per la sua Realizzazione e Perfezione obbedisce di necessità a nuove parole d’ordine: San

Benedetto coniò “Ora et Labora”, San Francesco “Pax et Bonum”, oggi vige “Fai da te che

comunque va bene”. La parola d’ordine odierna è la più vaga possibile, confusa ed equivoca, se non







fosse tale, fallirebbe lo scopo di produrre un surrogato, cioè uno schermo sul quale l’essere umano,

debole, incerto, sulle proprie gambe, possa essere rassicurato. E’ come se ognuno rispondesse al

motto “imbecilli di tutto il mondo unitevi” sotto questo o quel sistema politico, ideologico od anche

religioso. Tutti debbono essere “assertivi, vincenti, stimati e famosi”, avere un Io gonfio anziché un

Sé umile. Ed ecco che si creano delle confraternite, associazioni, sette segrete, con pseudo

Iniziazioni ed Esoterismi miscellanei, non c’è più una “Consegna” ma chi si alza per primo detta

una parola nuova. Una nuova tecnica psicologica che porterà benessere, un nuovo modo di essere

spirituali, una nuova Iniziazione ed infine un modo personale di Realizzarsi e Perfezionarsi senza

l’aiuto di nessuno con un bel kit avuto da una società per azioni molto quotata e per ciò sicura. In

questo modo si apparterrà ad una “Elite”, basta pagare e daranno Master, Gradi, ed anche

Autorizzazioni Spirituali per i Miracoli, non importa l’esser degni, tutti possono accedere ai gradi

più alti, basta pagare.

Per chi vuole vivere secondo una Tradizione oggi troverà un’infinità d’ostacoli perché persegue un

fine con dei mezzi per raggiungerla, ma non si riesce a piegare. Il buon dominatore delle masse sa

di dover operare sulla polarità, non gli interessa se sei Bianco o Nero, gli interessa che tu giochi a

quel tavolo; egli sa che potrà lucrare maggiormente del padrone monolitico stampo ottocentesco.

Oggi chi produce inquinamento ha anche delle società per disinquinare, si chiama “diversificare i

capitali” e così ci guadagna sempre! Questo vale anche per le Tradizioni che subiscono il fascino

maligno della modernità: il Sacerdozio, la Famiglia, la Nascita e la Morte, tutto può essere messo in

discussione, come se la Verità si potesse raggiungere attraverso due o tre convegni sul tema e non

più per un’Illuminazione che viene dall’Alto.

L’odio per la Tradizione può essere spiegato con la costruzione di società e città diaboliche, non a

misura dell’essere umano; i caratteri di questa Contro Tradizione sono invariabili nel tempo. Infatti

nel Libro della Genesi la Tradizione afferma che dopo il Peccato Originale l’essere umano fu

cacciato dal Giardino dell’Eden e la Contro Tradizione diabolica loda le parole del serpente che

afferma: “Sarete come Dei”, cioè avrete dei poteri simili a quelli di Dio pur seguendo i vostri

istinti. Un altro esempio ci viene quando Maria la Maddalena unge con il nardo il corpo di Gesù il

Cristo e Giuda di Kerioth la biasima affermando che si sarebbero potuti sfamare molti poveri. La

Contro Tradizione infatti propugna il rovesciamento dei valori: in primo luogo non spetta al Culto,

dunque a quello che è fondato sull’Etica di donare ai poveri, bensì all’atto valido per se stesso e

spacciato come fine ultimo. Se al Culto si toglie il primato, lo si ruba (come Giuda che aveva la







cassa della Comunità) al legittimo oggetto di Culto, cioè Dio, ci si sostituisce con un atto di

Idolatria; togliendo a Dio l’Assolutezza se ne deduce che l’essere umano, per quanto relativo, è

meritevole di Divinizzarsi. Poiché un bisogno umanitario è anteposto all’idea di Dio; mancherà un

criterio per porre in una gerarchia i bisogni umani. Giuda contrappone i Poveri a Gesù il Cristo e

quindi questa idea ne fa un idolatra!

La Contro Tradizione ha quattro caratteri invariabili: 1) L’esaltazione della novità fine a se stessa;

2) L’invito ad una aspettativa vaga; menzogna alquanto triste perché il tempo scorre ma le Forme

della Tradizione sono immutabili; 3) La Contro Tradizione impreca ciò che è fisso, statico,

pietrificato in una Norma, quasi che una Materia possa liberarsi di una Forma senza produrne

un’altra subito dopo; 4) L’ipocrisia del falso “sciogliersi” da una Tradizione senza averne scelto una

migliore, anzi si può costruire una Tradizione personale “fai da te” perché abbiamo una testa, un

raziocinio e quindi dobbiamo usarla ma non per approfondire una Tradizione ma per abbandonarla.

Questa è la costruzione della Torre di Babele. La Contro Tradizione pervade in modo così

penetrante ogni essere umano non dotato d’indipendenza e di fedeltà che oggi si respira un’aria

gravida di cattivi auspici; eppure la Tradizione, benché vilipesa quasi da tutti, sopravvive

miracolosamente e prima o poi brillerà con la sua Luce.


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