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Foglio settimanale delle Parrocchie San Nicolò di Bari e Santa Croce - Nicosia passaParola passaParola a cura della Cellula Cultura e Comunicazioni Sociali dal 13 al 20 Settembre 2020 Anno IX Numero 33 Calendario settimanale dal 14 al 20 Settembre 2020 14/09 Lun Nm 21,4-9 Sal 77 Fil 2,6-11 Gv 3,13-17 Esaltazione delle Santa Croce 8.30 18.30 18.30 S. Messa - S. Agata S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale 15/09 Mar Eb 5,7-9 Sal 30 Gv 19,25-27 Beata Vergine Maria Addolorata 8.30 18.30 18.30 S. Messa - S. Agata S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale 16/09 Mer 1Cor 12,31- 13,13 Sal 32 Lc 7,31-35 Santi Cornelio e Cipriano Martiri 8.30 18.30 18.30 S. Messa - S. Agata S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale 17/09 Gio 1Cor 15,1-11 Sal 117 Lc 7,36-50 San Roberto Bellarmino Vescovo e dottore della Chiesa Inizio Triduo a Maria SS. dell’Aiuto 8.30 17.30 18.30 18.30 18.30 S. Messa - S. Agata Rosario - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale 18/09 Ven 1Cor 15,12-20 Sal 16 Lc 8,1-3 San Giuseppe da Copertino Sacerdote 8.30 17.30 18.30 19.30 18.30 18.30 S. Messa - S. Agata Rosario - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa S. Cataldo Adorazione Eucaristica - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale 19/09 Sab 1Cor 15,35- 37.42-49 Sal 55 Lc 8,4-15 San Gennaro Vescovo e martire 8.30 17.30 18.30 18.30 18.30 20.00 20.30 S. Messa - S. Agata Coroncina a Maria SS. dell’Aiuto-Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Cattedrale 20/09Dom Is 55,6-9 Sal 144 Fil 1,20-24.27 Mt 20,1-16 XXV Domenica del Tempo Ordinario Santi Martiri Coreani 7.30 8.00 9.15 10.00 11.00 11.15 17.30 18.30 19.00 19.30 20.00 S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Cattedrale S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - S. Croce S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Cattedrale S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Chiesa Santa Maria degli Angeli S. Messa - Cattedrale S. Messa - Chiesa S. Cataldo S. Messa - Orto Frati Cappuccini Commento Seconda Lettura Rm 14,7-9 Prima lettura: Sir 27,33-28,9 Sal 102 Domenica 13 Settembre Agosto 2020 XXIV Domenica del Tempo Ordinario - ANNO A Vangelo di Matteo 18,21-35 . Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette Quante volte devo perdonare? Buon senso, opportunità, giustizia umana sono termini insufficienti per comprendere adeguatamente la morale cristiana; e non solo perché Cristo è venuto a perfezionare la legge. “Occhio per occhio e dente per dente”, come fu detto agli antichi è una norma che Cristo, nella sua autorità di legislatore supremo, dichiara superata. Ma c’è qualche cosa di più. Dopo la morte redentiva di Cristo l’uomo si trova in una situazione nuova: l’uomo è un perdonato. Il debito gli è stato rimesso, la sua condanna cancellata. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2Cor 5,21). Il Padre ormai ci vede in Cristo: figli giustificati. Il mio peccato può ancora indebolire il mio rapporto filiale con il Padre, ma non può eliminarlo. Più che dal suo peccato l’uomo è determinato dal perdono infinitamente misericordioso di Dio: “Il peccato dell’uomo è un pugno di sabbia - così san Serafino di Sarov - la misericordia divina un mare sconfinato”. La miseria umana s’immerge nell’accoglienza purificatrice di Dio. Se questa è la novità portata da Cristo, anche il perdono umano deve adeguarsi ai parametri divini: “Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro” (Lc 6,36). Se il Padre guarda l’uomo come perdonato in Cristo, io non lo posso guardare come un condannato. Se il Padre ci accoglie in Cristo così come siamo per trasfigurarci in lui, l’accoglienza benevola diventa un bisogno della vita, una beatitudine. La comunità cristiana non pretende di essere una società di perfetti, ma vuole essere un luogo di perdono, una società di perdonati che ogni giorno gusta la gioia della benevolenza paterna e desidera renderla manifesta nel perdono reciproco. In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello»

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dal 13 al 20 Settembre 2020 Anno IX Numero 33

Calendario settimanale dal 14 al 20 Settembre 2020

14/09 LunNm 21,4-9

Sal 77 Fil 2,6-11

Gv 3,13-17

Esaltazione delle Santa

Croce

8.3018.3018.30

S. Messa - S. AgataS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - Cattedrale

15/09 MarEb 5,7-9 Sal 30

Gv 19,25-27

Beata Vergine Maria

Addolorata

8.3018.3018.30

S. Messa - S. AgataS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - Cattedrale

16/09 Mer1Cor 12,31-

13,13 Sal 32 Lc 7,31-35

Santi Cornelio e Cipriano

Martiri

8.3018.3018.30

S. Messa - S. AgataS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - Cattedrale

17/09 Gio1Cor 15,1-11

Sal 117 Lc 7,36-50

San Roberto BellarminoVescovo e

dottore della Chiesa

Inizio Triduo a Maria

SS. dell’Aiuto

8.3017.3018.3018.3018.30

S. Messa - S. AgataRosario - Chiesa S. CataldoS. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - Cattedrale

18/09 Ven1Cor 15,12-20

Sal 16 Lc 8,1-3

San Giuseppe da CopertinoSacerdote

8.3017.3018.3019.3018.3018.30

S. Messa - S. AgataRosario - Chiesa S. CataldoS. Messa - Chiesa S. CataldoAdorazione Eucaristica - Chiesa S. CataldoS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - Cattedrale

19/09 Sab1Cor 15,35-

37.42-49 Sal 55

Lc 8,4-15

San GennaroVescovo e martire

8.3017.3018.3018.3018.3020.0020.30

S. Messa - S. AgataCoroncina a Maria SS. dell’Aiuto-Chiesa S. Cataldo

S. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - CattedraleS. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - Cattedrale

20/09DomIs 55,6-9Sal 144

Fil 1,20-24.27Mt 20,1-16

XXV Domenica del Tempo Ordinario

Santi Martiri Coreani

7.308.009.15

10.0011.0011.1517.3018.3019.0019.3020.00

S. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - CattedraleS. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - S. CroceS. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - CattedraleS. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - Chiesa Santa Maria degli AngeliS. Messa - CattedraleS. Messa - Chiesa S. CataldoS. Messa - Orto Frati Cappuccini

Commento

Seconda Lettura Rm 14,7-9Prima lettura: Sir 27,33-28,9 Sal 102

Domenica 13 Settembre Agosto 2020XXIV Domenica del Tempo Ordinario - ANNO A

Vangelo di Matteo 18,21-35.Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette

Quante volte devo perdonare? Buon senso, opportunità, giustizia umana sono termini insufficienti per comprendere adeguatamente la morale cristiana; e non solo perché Cristo è venuto a perfezionare la legge. “Occhio per occhio e dente per dente”, come fu detto agli antichi è una norma che Cristo, nella sua autorità di legislatore supremo, dichiara superata. Ma c’è qualche cosa di più. Dopo la morte redentiva di Cristo l’uomo si trova in una situazione nuova: l’uomo è un perdonato. Il debito gli è stato rimesso, la sua condanna cancellata. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2Cor 5,21). Il Padre ormai ci vede in Cristo: figli giustificati. Il mio peccato può ancora indebolire il mio rapporto filiale con il Padre, ma non può eliminarlo. Più che dal suo peccato l’uomo è determinato dal perdono infinitamente misericordioso di Dio: “Il peccato dell’uomo è un pugno di sabbia - così san Serafino di Sarov - la misericordia divina un mare sconfinato”. La miseria umana s’immerge nell’accoglienza purificatrice di Dio. Se questa è la novità portata da Cristo, anche il perdono umano deve adeguarsi ai parametri divini: “Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro” (Lc 6,36). Se il Padre guarda l’uomo come perdonato in Cristo, io non lo posso guardare come un condannato. Se il Padre ci accoglie in Cristo così come siamo per trasfigurarci in lui, l’accoglienza benevola diventa un bisogno della vita, una beatitudine. La comunità cristiana non pretende di essere una società di perfetti, ma vuole essere un luogo di perdono, una società di perdonati che ogni giorno gusta la gioia della benevolenza paterna e desidera renderla manifesta nel perdono reciproco.

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo

prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello»

Page 2: Foglio settimanale delle Parrocchie San Nicolò di Bari e ......Nm 21,4-9 Sal 77 Fil 2,6-11 Gv 3,13-17 Esaltazione delle Santa Croce 8.30 18.30 18.30 S. Messa - S. Agata S. Messa -

Commento al Vangelo

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DA "AMAREZZA" A "STELLA DEL MARE", LE INTERPRETAZIONI DEL NOME DI MARIA

Hanno camminato dal 27 luglio, lungo gli itinerari storici della fede come la Via Francigena, il Cammino di San Benedetto, il Cammino di San Francesco, sulle orme di grandi Santi come San Paolo, i Santi Cirillo e Metodio, San Francesco d'Assisi, San Benedetto da Norcia o Santa Caterina da Siena: «Santi tra cui ci sono i Patroni d'Europa e che rappresentano con la loro vita una ideale"traccia da seguire", alla riscoperta dell'eredità culturale cristiana», spiegano i promotori.Una tenda, un campo diverso ogni sera, tra l’1 e il 2 agosto si sono ritrovati a Roma in attesa del’appuntamento del 3 agosto con Papa Francesco. Sono oltre 5.000 scout provenienti da tutto il mondo ma soprattutto dall’Europa impegnati in Euromoot, la manifestazione nata nel 2007 per camminare insieme letteralmente e riflettere sul che cosa significhi essere cristiani (non solo cattolici) ed europei.L’Uigse-Fse, l’organizzazione internazionale che raggruppa tutte le associazioni di Guide e Scout d’Europa, fondata nel 1956 a Colonia, coinvolge circa 70mila giovani in tutto il mondo e nel 2003 è stata riconosciuta dal Pontificio consiglio per i laici come associazione privata di fedeli di diritto pontificio. Riunisce associazioni in prevalenza cattoliche ma accoglie anche evangelici (in Canada e Germania) o ortodossi (in Romania e Russia).Sono partiti da Paesi diversi, hanno percorso camminando le strade dell’Umbria, del Lazio, dell’Abruzzo in gruppi di 30-50 ragazzi e ragazze, tra i 16 e i 21 anni, nel gergo del movimento scoutistico fondato nel 1907 da Robert Baden-Powell, l’età di “rover” e “scolte”. Euromoot è nato nel 2007 tra Slovacchia e Polonia, in quella prima edizione si camminò la notte fino al santuario di Czestochowa, e quest’anno ha coinvolto giovani da 21 Paesi: la metà sono italiani, Francia e Polonia gli altri Paesi più rappresentati.Il cammino non è stato soltanto fisico; si è camminato, dicono, «con lo spiritoto, la mente e il cuore». I gemellaggi infatti sono passati per punti prestabiliti, dove hanno avuto l'opportunità di confrontarsi su temi che li hanno portati a interrogarsi sulla propria identità di cittadini europei e cristiani e a riscoprire il valore della Parola con una attività che ha richiamato gli antichi esercizi amanuensi dei monaci benedettini: i «mobilia scriptoria», trascrivendo a mano i 4 Vangeli.

«Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all'incontro e no allo scontro; si al dialogo e no alla violenza;

si al negoziato e no alle ostilità;sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; si alla sincerità e no alla doppiezza.

Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d'animo.» (Papa Francesco)

La festa del Santissimo Nome di Maria fu concessa dal Vaticano, nel 1513, ad una diocesi della Spagna, Cuenca. Soppressa da san Pio V, fu ripristinata da Sisto V e poi estesa nel 1671 al Regno di Napoli e a Milano. Il 12 settembre 1683, avendo Giovanni III Sobieski con i suoi Polacchi vinto i Turchi che assediavano Vienna e minacciavano la cristianità, il Beato Innocenzo XI, in rendimento di grazie, estese la festa alla Chiesa universale e la fissò alla domenica fra l'Ottava della Natività. Papa San Pio X la riportò al 12 settembre. Secondo il Martirologio romano il significato di questa ricorrenza è quello di rievocare «l’ineffabile amore della Madre di Dio verso il suo santissimo Figlio ed è proposta ai fedeli la figura della Madre del Redentore perché sia devotamente invocata».Nella storia dell'esegesi ci sono state diverse interpretazioni del significato del nome di Maria. Eccone alcune.AMAREZZAQuesto significato è stato dato da alcuni rabbini: fanno derivare il nome MIRYAM dalla radice MRR = in ebraico "essere amaro". Questi rabbini sostengono che Maria, sorella di Mosè, fu chiamata così perchè, quando nacque, il Faraone cominciò a rendere amara la vita degli Israeliti , e prese la decisione di uccidere i bambini ebrei. Questa interpretazione può essere accettata da noi Cristiani pensando quanto dolore e quanta amarezza ha patito Maria nel corredimerci: [Lam. 1,12] Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore simile al mio dolore... Inoltre il diavolo, di cui il Faraone è figura, fa guerra alla stirpe della donna, rendendo amara la vita ai veri devoti di Maria, che, per altro, nulla temono, protetti dalla loro Regina.MAESTRA E SIGNORA DEL MARESecondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Maestra-Signora) + YAM (= mare): come Maria, la sorella di Mosè, fu maestra delle donne ebree nel passaggio del Mar Rosso e Maestra nel canto di Vittoria (cf Es 15,20), così "Maria è la Maestra e la Signora del mare di questo secolo, che Ella ci fa attraversare conducendoci al cielo" (S.Ambrogio, Exhort. ad Virgines).Altri autori antichi che suggeriscono questa interpretazione: Filone, S. Girolamo, S. Epifanio. Questo parallelo tipologico tra Maria sorella di Mosè e Maria, madre di Dio, è ripreso da S. Agostino, che chiama Maria "tympanistria nostra" (Maria sorella di Mosè e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. è la tympanistria nostra, cioé dei Cristiani: il cantico di Mosè del Nuovo Testamento sarebbe il Magnificat, cantato appunto da Maria: questa interpre-tazione è sostenuta oggi dal P. Le Deaut, uno dei più grandi conoscitori delle letteratura tergumica ed ebraica in genere: secondo questo autore, S. Luca avrebbe fatto volontariamente questo parallelismo.ILLUMINATRICE, STELLA DEL MARESecondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da: prefisso nominale (o participiale) M + 'OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Così S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo (insieme alla precedente). Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realtà non abbia interpretato il nome come "stella del mare", ma come "stilla maris", cioè: goccia del mare. La presenza della radice di "mare" nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni

e/paragoni di Maria con il "mare": Pietro di Celles (+1183) Maria = "mare di grazie": di qui Montfort riprende: "Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria" (Vera Devozione, 23). Qohelet 1,7: "tutti i fiumi entrano nel mare"; S. Bonaventura sostiene che tutte le grazie (= tutti i fiumi) che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono "confluite" in Maria, il mare di grazie. S.Brigida: "ecco perché il nome di Maria è soave per gli angeli e terribile per i demoni".PIOGGIA STAGIONALESecondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. PRIMA PIOGGIA STAGIONALE) Maria è considerata come Colei che manda dal cielo una "pioggia di grazia" e "pioggia di grazia essa stessa". Questa interpretazione, che C. A Lapide attribuisce a Pagninus, viene in parte ripresa da S. Luigi di Montfort nella Preghiera Infuocata: commentando Ps. 67:10 "Pluviam voluntariam elevasti Deus, hereditatem tuam laborantem tu confortasti" (Una pioggia abbondante o Dio mettesti da parte per la tua eredità), il Montfort dice: "[P.I. 20] Che cos'e`, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?" Maria, pioggia di grazie, formerà e manderà sulla terra una pioggia di missionari.ALTEZZASecondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MAROM (ebr. ALTEZZA, EXCELSIS): questa ipotesi è sostenuta, tra gli antichi dal Caninius, e, tra i moderni, da VOGT, soprattutto in base alle recenti scoperte dei testi ugaritici, che hanno permesso la comprensione di molte radici ebraiche. Luca 1:78 “per viscera misericordiae Dei nostri in quibus visitavit nos oriens” . Questo versetto, in base al testo greco e alla retroversione in ebraico, può essere tradotto così: “Ci ha visitati dall'alto un sole che sorge: Cristo è il sole che sorge che viene dall'alto (il Padre)” oppure “ci ha visitati un sole che sorge "dall'alto" = da Maria”