Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta ......tainer pieni di merce. E, in Italia,...

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Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta San Giorgio su Legnano Domenica 27/01/2019 Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482 don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/d.Angelo: 0331 401570 www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected] RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150 CALENDARIO LITURGICO Domenica 27 gennaio 2019 S. FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-17.30 Lunedi 28 S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa h 8.30 Mussi Paola Martedi 29 Feria h 8.30 Ghiringhelli Ormea e Biglietti Umberto Mercoledi 30 Feria h 8.30 h 20.30 Africano Giancarlo Giovedi 31 S.Giovanni Bosco, sacerdote h 8.30 Venerdi 01/02 B. Andrea Carlo Ferrari. vescovo h 8.30 h 18.00 Sabato 02 PRESENTAZIONE DEL SIGNORE h 8.30 h 17.30 Sonzoni Alberto/Daniele/ Genoni Pinuccia e Morelli Gervaso/ Def. Azione Cattolica e in particolare Pastori Antonietta vice-presidente Domenica 03 IV dopo l’Epifania h 8.00 don Paolo Morelli h 10.30 Pro populo h 17.30 Triolo Lilli/Comerio Riccardo Anno 19 N° 22 Orari apertura chiesa 7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30 www.parrocchiadisangiorgio.com ANNO PASTORALE 2018-19 CRESCE LUNGO IL CAMMINO IL SUO VIGORE LA PAROLA DELLA DOMENICA Mt 2,19-23 Imbarazzo. Ogni anno questa festa mi lascia un po' perplesso. Perché? Proporre una famiglia come mo- dello alle nostre famiglie concre- te, in questi tempi di frammenta- zione e caos, mi sembra una cosa stupenda. Ma proporre questa fa- miglia che aveva come figlio il Figlio di Dio!". Superata però la prima impasse, dobbiamo davvero fermarci sul motivo per cui questa famiglia è straordinaria. E’ una famiglia che ha il coraggio di mettere Gesù in mezzo. "Per forza!" - direte voi. Non mi pare sia così immediato: anche Maria e Giuseppe hanno dovuto riconoscere e credere in questa Presenza. Il mistero della Nascita di Dio che si compie conti- nuamente nelle nostre case c'invi- ta alla stessa considerazione: an- che se non possiamo avere un Dio sgambettante per casa, lo possia- mo avere continuamente presente nelle nostre decisioni, nelle nostre preghiere, nelle nostre comunità. Anche la famiglia di Nazaret ha avuto i suoi problemi. Le disavven- ture terribili di questo bambino che fa paura ai re sanguinari ci fa riflettere: l'esilio in Egitto (che mi torna in mente ogni volta che ve- do una famiglia straniera che mi chiede aiuto) ci ricorda dell'ostili- tà che Dio ha subìto da subito! Insomma, siamo schietti: media- mente teniamo Dio fuori dalle no- stre famiglie, e si vede! Prendia- mo esempio da Nazareth, dove è naturale percepire la sua Presen- za. Dio chiede di abitare le nostre famiglie! Cerchiamo allora, con semplicità, di ricominciare da Dio, di infilarlo in mezzo alle nostre scelte, ai nostri ruoli educativi, alle nostre relazioni famigliari. Solo così, credo, riusciremo a vi- vere della serenità che doveva avvolgere la Santa Famiglia di Nazaret. RIDISCESCE GESU’ NELLA CASA DI NAZARET CON MARIA E CON GIUSEPPE E STAVA LORO SOTTOMESSO COSA E’ LO STILE CRISTIANO? A questo proposito è opportuno farsi «la domanda: cosa è lo stile nuovo, cosa è lo stile cristiano?». Del resto, ha affermato il Pontefice, «all’inizio dei tempi degli apostoli ci fu un dibattito: al- cuni volevano che i convertiti passassero prima per i riti ebrei, giudei e poi diventas- sero cristiani». E invece «no: “vino nuovo, otri nuove” è lo stile cristiano». «Per capire cosa sia lo stile cristia- no», ha proseguito il Papa, è «meglio capire forse gli atteggiamenti nostri che sono di uno stile non cristiano e poi potremo vedere». Oltretutto, ha fatto notare Francesco, sono atteggiamenti «non solo nostri», perché «nel tempo di Gesù c’erano già questi atteggiamenti». E, ha aggiunto, «ne dirò tre soltanto: lo stile accusatorio, lo stile mondano e lo stile egoistico». 1.«Lo stile accusatorio ha affermato il Pontefice è lo stile di quei credenti che sempre cercano di accusare gli altri, vivono accusando: “No, ma questo, quello, no quello, no, quello non è giusto, quello era un buon cattolico” e sempre squalificano gli altri». È’ «uno stile — io direi di pro- motori di giustizia mancati: sempre stanno cercando di accusare gli altri», ha com- mentato il Papa. Ma così facendo «non si accorgono che è lo stile del diavolo: nella Bibbia il diavolo lo si chiama il “grande accusatore”, che sempre sta accusando gli altri. E questa è una moda fra noi». In real- tà, «anche Gesù rimprovera coloro che accusavano: invece di guardare la pagliuz- za negli occhi degli altri, guarda la trave nei tuoi, guardati dentro. Anche tu sei o sai». Lo stesso avviene quando al Signore «hanno portato quella donna presa in adulterio e volevano lapidarla: è giusto, possiamo farlo?». E Gesù risponde: «Coloro che non hanno peccato gettino la prima pietra. Il Vangelo dice che se ne so- no andati zitti, zitti, zitti, incominciando dai più vecchi». «Noi ha proseguito Francesco abbiamo di più: Gesù a questi accusatori rimprovera», ma «ci sono tanti cattolici: “Io sono cattolico” — “Perché?” — “Io recito il credo, credo tutto e sono catto- lico”. Ma non hai lo stile cristiano, forse ti credi buon cattolico però sei un cattivo cristiano, perché soltanto il vino e non gli otri, non lo stile». Sicuramente «vivere accusando gli altri, cercando i difet- ti, non è cristiano». (Continua)

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Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta San Giorgio su Legnano

Domenica 27/01/2019

Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482

don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/d.Angelo: 0331 401570

www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected]

RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con

RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150

CALENDARIO LITURGICO

Domenica 27 gennaio 2019

S. FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-17.30 Lunedi 28 S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa h 8.30 Mussi Paola Martedi 29 Feria h 8.30 Ghiringhelli Ormea e Biglietti Umberto Mercoledi 30 Feria h 8.30 h 20.30 Africano Giancarlo Giovedi 31 S.Giovanni Bosco, sacerdote h 8.30 Venerdi 01/02 B. Andrea Carlo Ferrari. vescovo h 8.30 h 18.00 Sabato 02 PRESENTAZIONE DEL SIGNORE h 8.30 h 17.30 Sonzoni Alberto/Daniele/Genoni Pinuccia e Morelli Gervaso/ Def. Azione Cattolica e in particolare Pastori Antonietta vice-presidente Domenica 03 IV dopo l’Epifania h 8.00 don Paolo Morelli h 10.30 Pro populo h 17.30 Triolo Lilli/Comerio Riccardo

Anno 19 N° 22

Orari apertura chiesa 7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30

www.parrocchiadisangiorgio.com

ANNO PASTORALE

2018-19 CRESCE LUNGO

IL CAMMINO IL SUO

VIGORE

LA PAROLA DELLA DOMENICA Mt 2,19-23 Imbarazzo. Ogni anno questa festa mi lascia un po' perplesso. Perché? Proporre una famiglia come mo-dello alle nostre famiglie concre-te, in questi tempi di frammenta-zione e caos, mi sembra una cosa stupenda. Ma proporre questa fa-miglia che aveva come figlio il Figlio di Dio!". Superata però la prima impasse, dobbiamo davvero fermarci sul motivo per cui questa famiglia è straordinaria. E’ una famiglia che ha il coraggio di mettere Gesù in mezzo. "Per forza!" - direte voi. Non mi pare sia così immediato: anche Maria e Giuseppe hanno dovuto riconoscere e credere in questa Presenza. Il mistero della Nascita di Dio che si compie conti-nuamente nelle nostre case c'invi-ta alla stessa considerazione: an-che se non possiamo avere un Dio sgambettante per casa, lo possia-mo avere continuamente presente nelle nostre decisioni, nelle nostre preghiere, nelle nostre comunità. Anche la famiglia di Nazaret ha avuto i suoi problemi. Le disavven-ture terribili di questo bambino che fa paura ai re sanguinari ci fa riflettere: l'esilio in Egitto (che mi torna in mente ogni volta che ve-do una famiglia straniera che mi chiede aiuto) ci ricorda dell'ostili-tà che Dio ha subìto da subito! Insomma, siamo schietti: media-mente teniamo Dio fuori dalle no-stre famiglie, e si vede! Prendia-mo esempio da Nazareth, dove è naturale percepire la sua Presen-za. Dio chiede di abitare le nostre famiglie! Cerchiamo allora, con semplicità, di ricominciare da Dio, di infilarlo in mezzo alle nostre scelte, ai nostri ruoli educativi, alle nostre relazioni famigliari. Solo così, credo, riusciremo a vi-vere della serenità che doveva avvolgere la Santa Famiglia di Nazaret.

RIDISCESCE GESU’ NELLA CASA DI NAZARET CON MARIA E CON

GIUSEPPE E STAVA LORO SOTTOMESSO

COSA E’ LO STILE

CRISTIANO?A questo proposito è opportuno farsi «la

domanda: cosa è lo stile nuovo, cosa è lo stile cristiano?». Del resto,

ha affermato il Pontefice, «all’inizio dei tempi degli apostoli ci fu un dibattito: al-cuni volevano che i convertiti passassero

prima per i riti ebrei, giudei e poi diventas-sero cristiani». E invece «no: “vino nuovo,

otri nuove” è lo stile cristiano». «Per capire cosa sia lo stile cristia-

no», ha proseguito il Papa, è «meglio capire forse gli atteggiamenti nostri che sono di uno stile non cristiano e

poi potremo vedere». Oltretutto, ha fatto notare Francesco, sono atteggiamenti

«non solo nostri», perché «nel tempo di Gesù c’erano già questi atteggiamenti». E, ha aggiunto, «ne dirò tre soltanto: lo stile

accusatorio, lo stile mondano e lo stile egoistico».

1.«Lo stile accusatorio — ha affermato il Pontefice — è lo stile di quei credenti che sempre cercano di accusare gli altri, vivono

accusando: “No, ma questo, quello, no quello, no, quello non è giusto, quello era un buon cattolico” e sempre squalificano

gli altri». È’ «uno stile — io direi — di pro-motori di giustizia mancati: sempre stanno

cercando di accusare gli altri», ha com-mentato il Papa. Ma così facendo «non si accorgono che è lo stile del diavolo: nella Bibbia il diavolo lo si chiama il “grande

accusatore”, che sempre sta accusando gli altri. E questa è una moda fra noi». In real-

tà, «anche Gesù rimprovera coloro che accusavano: invece di guardare la pagliuz-

za negli occhi degli altri, guarda la trave nei tuoi, guardati dentro. Anche tu sei o

sai». Lo stesso avviene quando al Signore «hanno portato quella donna presa in

adulterio e volevano lapidarla: è giusto, possiamo farlo?». E Gesù risponde:

«Coloro che non hanno peccato gettino la prima pietra. Il Vangelo dice che se ne so-no andati zitti, zitti, zitti, incominciando

dai più vecchi». «Noi — ha proseguito Francesco — abbiamo di più: Gesù a questi accusatori rimprovera», ma «ci sono tanti cattolici: “Io sono cattolico” — “Perché?” — “Io recito il credo, credo tutto e sono catto-lico”. Ma non hai lo stile cristiano, forse ti

credi buon cattolico però sei un cattivo cristiano, perché soltanto il vino e non gli otri, non lo stile». Sicuramente «vivere accusando gli altri, cercando i difet-ti, non è cristiano». (Continua)

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27 GENNAIO 2019 SANTA FAMIGLIA DI GESU’,

MARIA E GIUSEPPE

10.30 MESSA solenne 15.30 TOMBOLATA (in oratorio)

In palio: Smart TV, Barbecue, Viaggio 2 giorni Acquistate le cartelle al termine delle messe

ORATORIO GMG 2019 PANAMA I nostri giovani, pel-

legrini a Panama, vivono questa Do-

menica il cuore della GMG: la veglia e la

Messa con Papa Francesco al Campo

Giovanni Paolo II, nella capitale pana-mense. Siamo uniti nella preghiera per-

ché la GMG sia espe-rienza di arricchimento della fede e dia coraggio per compiere scelte

importanti.

Martedì 29 gennaio ore 21 in Oratorio CATECHESI GIOVANI JUNIOR

Giovedì 31 gennaio (S.Giovanni Bosco) ore 21.00 in chiesa a Canegrate MESSA in SUFFRAGIO di FEDERICA e per i NOSTRI ORATORI

Domenica 3 febbraio ore 18 ad Arluno:

Messa con Consegna Credo per i ragazzi di 3a media.

Martedì 5 febbraio ore 21 in Oratorio Consiglio dell'Oratorio

Sabato 9 febbraio ore 21 in OSL a Canegrate

CATECHESI GIOVANI SENIOR

Domenica 10 febbraio Messa (10.30) + Incontro in Oratorio per i GENITORI dei ragazzi delle

MEDIE

Domenica 10 febbraio ore 15 in Oratorio Incontro di Catechismo per le Famiglie del 3°Anno di Iniziaz Cristiana

“E’ VITA E’ FUTURO” S. Messe animate sul tema della vita. Sul sagrato ven-dita delle primule a sostegno del Centro Aiuto alla Vita RILANCIAMO IN QUESTA OCCASIONE IL

PROGETTO GEMMA A sostegno di mamme in difficoltà che faticano a

portare avanti la gravidanza fino ai primi mesi dopo la nascita del figlio. CHI DESIDERA PARTECIPARE PUO’

RIVOLGERSI AL PARROCO

Lunedi 04/ S. BIAGIO h 8.30 S. Messa e benedizione della gola

INCONTRO SULLA LITURGIA 12 febbraio 2019, ore 21, presso la sala Mons. Carlo Maino in Parabiago, Piazza Maggiolini 18

(adiacente alla Chiesa Parrocchiale del SS Gervaso e Protaso) sarà presente Don Norberto Valli, e-sperto liturgista docente presso il Seminario di

Venegono, per approfondire alcuni aspetti liturgici del tempo di Quaresima.

Un appello che arriva al profondo più remoto delle nostre coscienze

Caritas Ambrosiana

RESTARE UMANI “PER NOI AIUTARE CHI HA BISOGNO NON E’

UN GESTO BUONISTA,

DI INGENUO ALTRUISMO

O, PEGGIO ANCORA, DI CONVENIENZA:

E’ L’ESSENZA STESSA DELLA NOSTRA

FEDE”.

91. Paradossi del nostro tempo

Vedere il grande male che c’è nel mondo, le tragedie causate dall’uomo e scoraggiarsi,

perdere la speranza...Dio dov’è?

Dio è lì, siamo noi che non lo vediamo e pre-sumiamo di vivere senza di Lui e diventiamo

pasticcioni e anche “bastardi”.

Non ci accorgiamo che il male è anzitutto in noi e che per guarire il male del mondo dob-biamo anzitutto guarire il nostro “piccolo”

male.

CATECHESI ADULTI 2° CICLO

Martedi 19 febbraio Martedi 26 febbraio Martedi 05 marzo

INTRUDUZIONE ALLA BIBBIA Le Lettere di Paolo

Relatori: don Massimiliano Scandroglio e don Isacco Pagani

ore 21.00

presso l’Oratorio femminile di Canegrate (di fianco alla chiesa parrocchiale)

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Il dolore del Papa, il nostro smarrimento

SÌ, LA PAURA CI RENDE PAZZI MARINA CORRADI

Soltanto negli ultimi giorni: 117 annegati nel Mediterraneo, e 53 tra il Marocco e la Spagna. 393 riportati in Libia, nei centri in cui secondo l’Onu si registrano «privazione della libertà e deten-

zione arbitrarie in centri ufficiali e non ufficiali; tortura, compresa la violenza sessuale; rapimen-to per riscatto; estorsione; lavoro forzato; uccisioni illegali». Ma «tutti sono sani e salvi», fa sape-

re il ministro dell’Interno, perché «la collaborazione funziona».

E ancora, 47 salvati in mare dalla 'Sea Watch', adesso nel Mediterraneo in mezzo a una tempesta. Fanno rotta verso la Sicilia, ma i nostri porti pur aperti per loro devono risultare chiusi. Numeri

con tre cifre, deportazioni e morte all’ingrosso, come si parlasse di roba, di cargo carichi di con-tainer pieni di merce. E, in Italia, il Cara di Castelnuovo di Porto, dove davvero i migranti impara-vano l’italiano e i bambini andavano a scuola, sgomberato in pochi giorni. Caricati su un pullman all’alba: gente che si era visto riconosciuto il diritti alla 'protezione umanitaria' cacciati con uno zaino in mano, senza conoscere la meta. I bambini, portati via senza nemmeno salutare le mae-stre. Una brutalità cui non siamo abituati. Ma, per lo più, stiamo a guardare. Alcuni francamente addolorati. Altri, smossi da certe immagini, perplessi, ma per poco: poi di nuovo distratti. Secon-do i sondaggi però oltre il 30 per cento degli elettori continua a approvare la linea del «la pacchia

è finita».

Qualcuno che mancasse da qui da anni, e tornasse, leggerebbe certi titoli con incredulità. È nor-male, è ragionevole che ciò che accade non susciti una protesta corale, un riempirsi di piazze?

Come un gran sonno. Il Papa domenica, all’Angelus, ha ricordato gli uomini, le donne e i bambini morti in mare senza soccorsi. Ancora Francesco, in volo verso Panama, parlando del muro del

Messico ha commentato, dolente: «La paura ci rende pazzi». Quel muro che si spinge fin dentro l’oceano, monumento all’ossessione dell’Occidente: l’invasione. L’incubo collettivo di orde di po-veri che, come cavallette, vengano a occupare il nostro territorio. A rubarci il pane, mentre già siamo impoveriti, già temiamo per il nostro futuro. «Prima gli italiani!» ( le parole d’ordine per

sedurre le folle devono essere semplici e facilmente ripetibili, senza bisogno di pensare). La pau-ra toglie la ragione e dà il primato alle viscere, a quel moto antico in noi che pensa solo alla so-pravvivenza propria. La paura rende pazzi, ci dice il Papa: in tre parole, la voce di una coscienza umana e cristiana. Richiamo lucido a un mondo civile che sta perdendo la bussola, e la memoria di un lungo cammino. Muri fin dentro l’oceano, navi stipate di uomini e bambini riscaricate come

ghiaia sulle rive della Libia. Prigionia, stupri, dicono i tg che ancora non si sono allineati.

Qualcuno cambia canale. Qualcuno, forse molti, per un momento sussultano: secondo un sondag-

gio di ieri, 60 italiani su 100 si dicono contrari alle deportazioni in Libia.

Qualcosa in questa nuova brutalità contraddice la nostra storia, la nostra memoria. E, tuttavia,

restiamo a guardare.

Quindici giorni fa in Calabria, a Torre Melissa, quando una barca piena di migranti curdi si è ribal-tata a poca distanza dalla costa, i cittadini si sono gettati in mare. Hanno tratto a terra 51 perso-ne, fra cui donne, e quattro bambini, uno appena nato. Li hanno ospitati, scaldati, sfamati. Que-sta è l’Italia, quella che c’è e che vorremmo, quella che eravamo capaci di far vedere e sentire al

mondo.

Perché fra trent’anni forse, quando il tempo avrà con fatica creato nel nostro Paese un amalga-ma fra chi c’era già e chi è arrivato da lontano, sui libri di storia delle scuole si racconteranno questi giorni. E i nipoti di quelli delle barche, dei campi libici, gli eredi dei sommersi e dei sal-

vati chiederanno ai figli dei nostri figli: ma voi italiani, dove guardavate? Sarà difficile allora, e amaro, ricordare quel sonno, quella pazzia fatta di indifferenza e paura mischiate, inacidite.

Sarà aspro allora, ricordare, e affiorerà, ombrosa,la vergogna. (da Avvenire 25 gennaio 2019)

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Il Presidente Mattarella nel Giorno della Memoria

«Il virus della Shoah può rinascere»

Sono passati settantaquattro anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Eppure,

nonostante il tanto tempo trascorso, l’orrore indicibile che si spalancò davanti agli occhi dei testi-

moni è tuttora presente davanti a noi, con il suo terribile impatto. Ci interroga e ci sgomenta anco-

ra oggi. Perché Auschwitz non è soltanto lo sbocco inesorabile di un’ideologia folle e criminale e di

un sistema di governo a essa ispirato. Auschwitz, evento drammaticamente reale, rimane, oltre la

storia e il suo tempo, simbolo del male assoluto. Quel male che alberga nascosto, come un virus

micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie, nel buio accecante degli

stereotipi e dei pregiudizi. Pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, appena se ne ripresentino

le condizioni. Una società senza diversi: ecco, in sintesi estrema, il mito fondante e l’obiettivo per-

seguito dai nazisti. Diversi, innanzitutto, gli ebrei. Colpevoli e condannati come popolo, come

gruppo, come “razza” a parte. Gli ebrei. Portatori di una cultura antichissima, base della civiltà eu-

ropea, vittime da sempre di pregiudizi e di discriminazioni, agli occhi dei nazisti diventano il pro-

blema, il nemico numero uno, l’ostacolo principale da rimuovere, con la violenza, per realizzare

una società perfetta, a misura della loro farneticazione. Ma quando il benessere dei popoli o gli in-

teressi delle maggioranze, si fanno coincidere con la negazione del diverso – dimenticando che

ciascuna persona è diversa da ogni altra - la storia spalanca le porte alle più immani tragedie.

Gli ebrei erano bollati con il marchio, infamante, della diversità razziale. Dipinti con tratti grotte-

schi, con una tale distorsione della realtà da sfociare nel ridicolo, se non si fosse tradotta in trage-

dia. La furia nazista si accanì con micidiale e sistematica efficienza anche contro altre categorie di

“diversi”: i dissidenti, gli oppositori, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali, i testimoni di Ge-

ova, i rom e i sinti, gli slavi. Nell’ordine nuovo, vagheggiato da Hitler, non c’era posto per la diver-

sità, la tolleranza, l’accettazione, il dialogo. La macchina della propaganda, becera quanto efficace,

si era messa in moto a tutti i livelli per fabbricare minacce improbabili e nemici inesistenti.

Dove la propaganda non bastava, arrivavano il terrore e la violenza. La ragionevolezza e

l’intelligenza umana furono oscurate, fino al punto di non ritorno, dalla nebbia fitta dell’ideologia

e dell’odio razziale. Per gettare il marchio di infamia sugli ebrei furono utilizzati tutti i mezzi di

indottrinamento allora a disposizione: giornali, radio, cinema, manifesti, libri per bambini, trattati

pseudo scientifici, vignette. Per sterminarli si fece ricorso agli strumenti tecnici più avanzati e alle

più aggiornate teorie d’organizzazione burocratica e industriale. L’eliminazione del “diverso”, del

sub-umano, come prodotto finale delle fabbriche della morte. Come ha acutamente notato Bau-

man, con un paradosso apparente, la modernità tecnologica e scientifica del tempo era piegata

spregiudicatamente al servizio di una ideologia antimoderna, barbara e regressiva.

Le persecuzioni naziste si iscrivevano in un progetto di società basato sul predominio dei popoli

cosiddetti forti e puri sui popoli deboli, su un nazionalismo esasperato nemico della convivenza,

sulla guerra come fonte di rigenerazione e di grandezza, su un imperialismo alimentato da delirio

di onnipotenza, sulla sottomissione dell’individuo allo Stato, sulla negazione della libertà di co-

scienza, sulla repressione feroce di ogni forma di dissenso.

Tutto quel che la nostra Costituzione ha voluto consapevolmente bandire e contrastare - segnan-

do un discrimine tra l’umanità e la barbarie - con il riconoscimento di eguali diritti e dignità ad o-

gni persona e con l’obiettivo e il metodo della cooperazione internazionale per una convivenza pa-

cifica tra i popoli e gli Stati.

Ho trovato di grande interesse il tema scelto quest’anno per il Giorno della Memoria, scandaglian-

do in profondità la terribile condizione femminile all’interno dei campi di sterminio. Di quelle don-

ne umiliate e violate, nel fisico e nell’animo, di quelle madri, che con l’ultima forza residua, hanno

abbracciato e rincuorato fino all’ultimo istante i loro piccoli, nel buio tremendo delle camere a gas.