Foglio di Strizzando l’occhio ad · 2019-10-18 · Strizzando l’occhio ad... Eraclito Foglio di...

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I meccanismi di sviluppo fin qui utilizzati con le loro spesso disastrose conseguenze impongono un riflessione sull’at- tuale uso dell’ambiente. Una ri- flessione che ha da sempre trova- to terreno fertile nel nostro istitu- to. Stimolare i giovanissimi a lavo- rare e proporre loro idee sul tema ecologico, soprattutto in relazione all’ambiente o quartiere in cui gli alunni stessi vivono, è uno dei no- stri “esercizi” quotidiani. Ed ogni volta il lavoro ricambia con validità l’occasione proposta. Dalle diverse classi, grazie anche all’esperienza maturata con Giornalisti nell’Erba, giungono periodicamente elabora- ti consistenti in disegni, registra- zioni di interviste, collages e, non ultimo, GreeNews, ovvero il nostro piccolo sforzo editoriale che nasce proprio dalla multiformità delle proposte e dai mezzi espressivi utilizzati dai ragazzi. L’obiettivo è quello di incrementare l’interesse delle nuove generazioni verso la protezione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico. Da qui la scelta degli argomenti trattati in questo numero speciale: l’inquina- mento dell’aria, dell’acqua e del suolo, l’assetto idrogeologico e la gestione del territorio, l’alimenta- zione, i problemi demografici ed energetici. L’ecologia, l’amore per l’ambiente che ci circonda è dun- que per noi il tema principale per sviluppare la scuola ideale di oggi e di domani. Strizzando l’occhio ad Eraclito… Strizzando l’occhio ad... Eraclito Foglio di informazione verde dell’I.C. DONATELLO

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Foglio di

I meccanismi di sviluppo fin qui utilizzati con le loro

spesso disastrose conseguenze impongono un riflessione sull’at-tuale uso dell’ambiente. Una ri-flessione che ha da sempre trova-to terreno fertile nel nostro istitu-to. Stimolare i giovanissimi a lavo-rare e proporre loro idee sul tema ecologico, soprattutto in relazione all’ambiente o quartiere in cui gli alunni stessi vivono, è uno dei no-stri “esercizi” quotidiani. Ed ogni volta il lavoro ricambia con validità l’occasione proposta. Dalle diverse classi, grazie anche all’esperienza maturata con Giornalisti nell’Erba, giungono periodicamente elabora-ti consistenti in disegni, registra-zioni di interviste, collages e, non ultimo, GreeNews, ovvero il nostro

piccolo sforzo editoriale che nasce proprio dalla multiformità delle proposte e dai mezzi espressivi utilizzati dai ragazzi. L’obiettivo è quello di incrementare l’interesse delle nuove generazioni verso la protezione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico. Da qui la scelta degli argomenti trattati in questo numero speciale: l’inquina-mento dell’aria, dell’acqua e del suolo, l’assetto idrogeologico e la gestione del territorio, l’alimenta-zione, i problemi demografici ed energetici. L’ecologia, l’amore per l’ambiente che ci circonda è dun-que per noi il tema principale per sviluppare la scuola ideale di oggi e di domani. Strizzando l’occhio ad Eraclito…

Strizzando l’occhio ad...

Eraclito

Foglio di informazione verde dell’I.C. DONATELLO

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Pianeta

spazzatura

N on tutti sono attenti alla salvaguardia del nostro pianeta. Alla televisione si sentiamo parlare spesso del famoso e

nocivo "cibo spazzatura", ma anche il nostro pianeta non è così "sano". Molte persone non reputano che gettare un pezzo di carta o un mozzicone di sigaretta a terra sia un'azione gra-ve che inquina l'ambiente. L'uomo è un essere tanto geniale quanto stupido, e non si rende conto della bellezza del posto in cui vive, non fa niente per salvaguardare la sua terra, i suoi luo-ghi, i meravigliosi paesaggi che ha… niente di niente. Panta Rei, forse non tutti ne conoscono , per chi non lo sapesse, Panta Rei è un'espressio-ne greca che significa "tutto scorre", ovvero, per semplificarla o renderla più chiara, tutto ciò che noi facciamo, bello o brutto che sia, si ripercuo-terà sull'ambiente (nel nostro caso). Perché, se-condo voi, in Italia ultimamente ci sono tutte queste scosse sismiche, che stanno devastando la parte centrale del nostro paese? Perché le specie di pesci tropicali si stanno spostando ver-so le acque del nord, invece che rimanere nei loro luoghi di appartenenza? O, tornando un po' indietro nel tempo, perché nel 2011 ci fu quello Tsunami in Giappone che distrusse la maggior parte della costa setten-trionale di Tōhoku? Noi, come uomini, ma prima di tutto come abitanti del nostro bellissimo pia-neta, dovremmo cercare di tenerci stretti i me-ravigliosi angoli che esso ci offre, e non sfruttarli fino a provocarne la ribellione.. Potremmo pen-sare a delle soluzioni per poter migliorare la qualità della nostra vita e la condizione del no-stro pianeta, anche solo iniziare a fare la raccol-ta differenziata o anche semplicemente buttare la carta nel bidone dell'immondizia sarebbe un grande passo avanti. Secondo me, per migliora-re la qualità della nostra vita, si dovrebbero am-pliare le aree verdi nelle città, o mettere degli alberi lungo le principali strade e autostrade del nostro paese, essi migliorerebbero, sebbene in modo minimo, la condizione dell'aria che respi-riamo. Si potrebbero istallare delle telecamere su ogni lampione delle città italiane che

”sparerebbero” dei laser su chiunque getti qual-cosa per terra. Si potrebbero anche semplice-mente aumentare i controlli lungo le strade, ag-giungere altri cestini per buttare cartacce, dei posacenere per evitare che i mozziconi vengano gettati per terra. Potremmo parlare per ore delle soluzioni su co-me migliorare l'ambiente che ci circonda, ma se vogliamo cambiare davvero le cose, dobbiamo prima cambiare il nostro comportamento. Benedetta Trombini

Per un mondo più civile

O vviamente l'ambiente ripaga tutto ciò che

noi facciamo nei suoi confronti, in base ai nostri comportamenti. Uno dei problemi più frequenti e recenti è l'inquinamento, terrestre e marino. I nuovi prodotti tecnologici (cellulari, computer, tablet ,ecc) da una parte migliorano tecnicamente la nostra vita, ma dall'altra la peg-giorano, in quanto arricchiscono le discariche e l'ambiente di PERICOLOSI rifiuti. Un altro com-portamento sbagliato nei confronti del pianeta terra è quello del gettare a terra: Gomme da masticare; Cicche di sigarette; Carte sporche. Come rimediare? Evitare tutto ciò. Sappiamo che l'ambiente ci ricambia per quello che facciamo, per come ci comportiamo, ci dobbiamo comportare da per-sone civili ed educate. Oppure potremmo sfruttare ciò che ci piace e che sappiamo usare di più: la tecnologia! Potremmo magari inventa-re l'aggeggio più utile dell'esistenza:un robot pulisci tutto per ogni città. Quest'ultimo sareb-be dotato di uno scanner che vede tutto ciò che succede per quanto riguarda il gettare la spaz-zatura. Ogni persona che getta l'immondizia fuori i cassonetti verrebbe fermata da questo robot e severamente punita. Credo che questo oggetto elettronico potrebbe aiutarci a diventare tutti più civili e rispettosi verso l'ambiente… Danilo Minati

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EVITARE GLI ERRORI DEL PASSATO

Panta rei, diceva il famoso filosofo gre-

co antico Eraclito, ovvero tutto scorre. Tutto

quello che creiamo sia di negativo che di posi-

tivo, prima o poi ci ritorna indietro, come con-

seguenza delle nostre azioni.

Da migliaia di anni oramai l'uomo ha apportato

tante modifiche all'ambiente e per questo al

giorno d'oggi abbiamo aspetti positivi e negati-

vi al riguardo. Il Pianeta Terra ogni giorno su-

bisce catastrofi naturali come fenomeni climati-

ci e geologici. Questi sono di diversi tipi e si

estendono per tutto il territorio terrestre: gli

uragani nell'Atlantico e

nel Pacifico settentrionale,

i tifoni nelle coste dell'A-

sia nord-orientale e i ci-

cloni nella zona dei Carai-

bi, il Golfo Arabico, il

Madagascar, l'Asia del

Sud, il Sud-est asiatico e

l'Australia orientale.

Ognuno di noi è consape-

vole del fatto che tutti

questi fenomeni sono conseguenze della catti-

veria dell'uomo e, come ho già accennato pri-

ma, tutto scorre.

Ci sono molti altri problemi nel nostro Pianeta

per esempio l'effetto serra, il buco dell'ozono e

l'inquinamento dell'aria.

Se ognuno di noi si impegnasse per que-

sto piccolo grande progetto vivremmo in un

Pianeta perfetto, generoso con tutti.

Quindi, ricapitolando:

Un ambiente pulito è quello che desiderano sia

piccini che grandi, stanchi di vivere in un mon-

do in frantumi. Noi giovani saremo i prossimi

ad avere la responsabilità della terra e dobbia-

mo essere i primi ad impegnarci a non ricadere

negli errori dei nostri padri.

Sara Cortese

C ome ben sappiamo, la natura è un bene

preziosissimo, che però non sempre ri-

spettiamo, e possiamo accorgercene anche dalle

piccole cose (almeno alcuni le definiscono così)

come: buttare pezzettini di carta, mozziconi di

sigarette o gomme a terra, facendo il ragiona-

mento che "tanto una in più una in meno che fa?

Sono proprio io ad inquinare con questo pezzetti-

no? Credo proprio di no!". Il problema è che que-

sto lo pensano milioni di persone. Volendo sapere

davvero quanto male stiamo facendo all'ambien-

te, dovremmo intervistarlo. Purtroppo questo

non è possibile, ma si potrebbe sempre cercare di

mettersi nei suoi panni. Io sono sicura, che se do-

vessi intervistare il mare, non sarebbe contento.

Anzi secondo me direbbe "sai, qui tutti mi ama-

no, ma non lo dimostrano perché

non mi rispettano, mi buttano

robaccia addosso, sono stufo... e

pure tutti parlano bene di me, ma

non fanno nulla per farmi rima-

nere pulito e sano”. Credo che gli

darei anche ragione. Magari dovremmo davvero

pensare quando facciamo queste cose. Secondo

me, anche i prati non sarebbero per niente felici

di questa situazione. Potrebbero mai dirmi che

"tutti saltellano su di me, sono privo di sporcizia e

spazzatura, la gente si impegna per tenermi co-

sì!"? Io non credo proprio. Io, al loro posto, sarei

disperata. Cercate di immaginarvi sporchi e non

lavarvi…sarebbe tremendo! Secondo me, la natu-

ra si sente proprio in questo modo. Vogliamo

parlare dell'aria? Non credo che con tutto questo

smog si senta benissimo. Non vorrei essere nella

sua situazione, tra tutto quel fumo, ma ripeto,

dovremmo provare a metterci nei loro panni e

sentirsi disprezzati come l'ambiente. Spero viva-

mente che cominceremo ad accorgerci del grave

danno, cominciando da me e tutti voi. Rispetto

per l'ambiente, come per gli umani.

Ludovica Faiazza

Intervista all'ambiente

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UN IMPEGNO DI TUTTI

O ggi nel mondo ci sono persone alle quali non gli importa niente della terra o del mare. Oggi vedia-

mo per strada la gente che butta rifiuti per terra e nel ma-re. Gli animali nel mare che muoiono per colpa di questa gente menefreghista, poi sono i primi a lamentarsi che le città sono sporche. Vengono buttati oggetti come divani, reti dei letti, materassi e c'è gente che queste cose non le può avere. Ci sono persone che non si fanno neanche il ba-gno al mare per quanto è sporca l'acqua. La mia famiglia me lo ha fatto capire fin da piccolo che non si inquina nè il mare e né la terra. Le persone che buttano le cartacce per terra, se le rimproveri se la prendono pure e dicono che sei troppo fiscale. Secondo me, se tutti si impegnassero a fare del loro meglio potremmo riuscire a far diventare questo mondo migliore. Si dovrebbero mettere delle telecamere che controllano tutta la gente che butta sporcizie per strada o mozziconi di sigarette. Altre cose che inquinano il mondo sono le macchine vecchie e le persone bruciano l'erba e gli alberi. Spero che tra qualche anno questo mondo possa diventare migliore e non peggiorare. Nicolò Mastrantoni

VITTIMA DI UN MOSTRO

Il pianeta Terra è, ormai da anni, vittima del Grande Mostro: l'inquinamen-to. Esso è un fenomeno arti-ficiale causato dall'uomo e non è da sottovalutare. In-fatti le sostanze chimiche diffuse nell'aria possono por-tare gravi malattie come il

tumore e il cancro. Siamo arrivati a questo risultato perché l'uomo necessita di usufruire dei terreni e dei campi per costruire industrie in cui vengono utilizzate, nella maggior parte dei casi, sostanze chimiche, cancerogene, teratogene e mutagene. Queste sono le conseguenze: • sostanze cancerogene: provocano i tumori. • sostanze teratogene: provocano malformazioni sui feti. • sostanze mutagene: innescano mutazioni e, di conse-guenza, provocano il cancro. Purtroppo è difficile ricorrere ad una soluzione poiché l'es-sere umano necessita di tutto ciò che lo circonda, ossia dei prodotti fabbricati nelle industrie. Giorgia Defranchi

LA TERRA? CHE DISASTRO!

L ’uomo da sempre ha usato le risorse della natura per migliorare la sua vita. Dalla sua comparsa

sulla Terra l’uomo era in equilibrio con la natura, ossia usava i prodotti che gli forniva la Terra, come il legno e la pietra, per costruire e coltivare e viveva a stretto contatto con il mondo naturale. Tra uomo e natura c’era rispetto. Successivamente l’uomo, per migliorare la sua vita, ha in-ventato prodotti nuovi, strumenti, e con la rivoluzione in-dustriale la nascita delle fabbriche e la costruzione di città sempre più grandi l’uomo si è allontanato dalle sue origini naturali. L’errore più grande è stato quello che non ha più rispettato il suo mondo e gli altri esseri viventi e ha causa-to molti danni: la distruzione delle foreste, l’inquinamento dei mari, dei fiumi e dell’aria. I danni provocati all’am-biente hanno causato la morte di molti animali mettendo in pericolo di estinzione alcune specie: balene, gorilla, tar-tarughe. Ormai oggi i tipi di inquinamento sono tanti e diversi ed è anche difficile riconoscerli. In città l’inquina-mento è arrivato anche dentro le nostre case, si parla di inquinamento “indoor”, provocato dai prodotti che usiamo comunemente che spesso contengono sostanze chimiche dan-nose per la nostra salute e per l’ambiente. Da anni ormai la gravità di questo problema è riconosciuta a livello mon-diale e sono nate associazioni come il WWF e l’UNE-SCO che ci aiutano a proteggere gli animali e il nostro territorio. Numerosi sono i rimedi che gli esperti hanno studiato per diminuire l’inquinamento: usare materiali naturali per le costruzioni di oggetti ed edifici, sfruttare le risorse naturali come l’acqua, l’aria e il sole per produrre energia, auto elettriche che non inquinano le nostre città. Anche noi però dobbiamo sforzarci e impegnarci nella vita di tutti i giorni, trovando delle piccole soluzioni come ad esempio: spegnere le luci quando non servono, mettere il coperchio sulla pentola per far bollire l’acqua, non buttare niente a terra e impegnarci a fare la raccolta differenziata dei rifiuti, in questo modo possiamo contribuire a rendere il mondo più sano e pulito per il nostro futuro. Mi ha molto impressionato la storia che esiste un isolotto fatto di rifiuti è talmente grande che un uomo può persino andare a visitarlo. Ho contribuito anch’io alla nascita di quest’i-sola? Se continuiamo così cosa succederà? Saremo sommer-si dai rifiuti? Tutto questo mi fa paura e mi chiedo: “perché, visto che a noi piccoli insegnano a rispettare la natura, loro non lo fanno?” Sono preoccupata per il futuro di tutti. Riusciremo a salvare il nostro pianeta? O dovre-mo andare in giro in città con le mascherine come in Cina? Spero tanto che riesca, in futuro ad uscire all’aria aperta, tuffarmi dentro il mare, passeggiare nei boschi e sulle rive dei fiumi. Aurora Moroni

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Una città a misura di

bambino

India batte Italia. Almeno sull’ambiente. E a

fare la differenza sono stati in bambini. Quelli

che sognano un Perù pulito, con città libere

dalla violenza e dall’inquinamento dove poter

giocare e crescere al sicuro. Vi chiederete:

“Che cosa c’entra il Perù con l’India?” Perché

proprio a Nuova De-

lhi (la capitale

dell’India) si è svolto

a febbraio il

“Cities4kids - Urban

95”, una conferenza

alla quale hanno

preso parte una sele-

zione di bambini pe-

ruviani e indiani che

si sono scambiati

opinioni ed esperien-

ze con l’obiettivo di creare città-amiche. “Ci

siamo visti perché vogliamo migliorare e salva-

guardare l’ambiente che ci circonda” ha detto

uno dei rappresentanti del Collettivo di Bambi-

ni, Bambine e Adolescenti Uniti per l’Infanzia

(CONNAUPI) nel corso della conferenza.

L’obiettivo di Cities4kids è stato quello di far

incontrare bambini, ingegneri, architetti e poli-

tici, affinché comprendano che lo sviluppo ur-

bano sostenibile include l’infanzia, e di conse-

guenza il diritto alla salute, all’istruzione,

la salvaguardia dalla violenza e dallo sfrutta-

mento, oltre che un ambiente libero dall' inqui-

namento. Il titolo scelto

per Cities4kids potrebbe diventare uno slogan

anche nel nostro paese “Bambini piccoli, città

grandi”. Il problema è che chi è fortunato come

noi, può esprimere la propria opinione sul

giornale della scuola e magari far arrivare il

messaggio anche a chi governa. Gli altri nostri

coetanei non vengono ascoltati e non hanno la

possibilità di denunciare le cose che non vanno

nelle loro città. Allora Cities4kids anche da noi

per realizzare finalmente città a misura di bam-

bino.

Tommaso Dionisi

LA TERRA CHE VORREI

P er me dovremmo riconsiderare la natura, cioè ripensare che essa è stupenda e non la dob-

biamo inquinare. L’aria, soprattutto nelle grandi città, è molto spesso inquinata. Me ne accorgo quando vado al centro di Roma e passeggio per la città. L’aria ha un cattivo odore e mi sembra di soffocare. Sarebbe meglio fare molte più passeggiate, andare in bici o con i pattini piuttosto che andare in auto, perché inquina moltissimo. Non mi piace vedere tutta la sporcizia in mezzo alla strada perché so che nessuno la raccoglie e la butta. Qualche giorno fa stavo uscendo dal cinema ed a un certo punto ho visto un secchiello di pop corn versato a terra: non mi è piaciuto vederlo così, quindi l’ho preso e l’ho buttato. Mi piacerebbe vedere che le zone verdi di Roma fossero piene di fiori e non di carta, plastica o er-bacce. Vorrei che i rappresentanti del comune di Roma facessero un servizio migliore per le zone ver-di, ripulendo, tagliando l’erba, facendo crescere i fiori, alberi, cespugli… Vorrei infine che si mettesse impegno nel cercare nuovi carburanti , meno inquinanti per le auto, per permetterci di avere un’aria più pulita. Alcuni di essi esistono ( sono chiamati bio-carburanti e derivano dal mais) ma non sono molto conosciuti e sviluppati. Tutti dovrebbero capire che la Terra è troppo bella per buttarla via in questo modo! Federica Cristofanilli

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L ’inquinamento è un fenomeno che dan-neggia l’ambiente, perché è il risultato

dell’insieme di tutte le sostanze tossiche che costituiscono lo smog, velenoso per tutti gli es-seri viventi. Questo smog è causato dalla gran-de quantità di vapori tossici emessi dalle fab-briche e dalle grandi industrie a seguito della combustione dei combustibili fossili, come il pe-trolio, il carbone e il metano per produrre energia e permettere così il funzionamento dei macchinari industriali. Nel corso degli anni la quantità di materiale tossico nell’aria è notevolmente aumentato; ciò ha causato importanti cambiamenti climatici visibili soprattutto nelle zone in cui si produce più smog. Uno dei più significativi problemi causati dallo smog nell’atmosfera è il buco nell’ozono. L’ozono è un gas che ci protegge dai raggi ul-travioletti del Sole; a causa del buco, ora siamo più esposti a questi raggi dannosi che provoca-no numerose malattie. Un’altra significativa conseguenza dell’inquina-mento è la presenza, nelle falde acquifere delle sostanze di scarto prodotte dalle fabbriche, che rendono l’acqua tossica. Come s’intuisce, l’uomo è l’unico responsabile di questo fenomeno. Per me la sua maggior colpa è l’aver permesso che la quantità di ani-dride carbonica nell’aria aumentasse in modo notevole a causa del continuo disboscamento delle foreste per far spazio alle grandi industrie che vi verranno costruite. La mancanza delle piante che producono ossi-geno comporta una diminuzione di questo gas nell’aria, e di conseguenza l’aumento dell’ani-dride carbonica prodotta dalla respirazione. Il problema dell’inquinamento per me può es-sere risolto: diminuendo la quantità di foreste disboscate in modo da permettere all’ossigeno di aumentare; inoltre promuoverei ricerche che permettano di sviluppare modi di produrre energia attraverso l’impiego di fonti rinnovabili che fanno diminuire l’emissione di sostanze tossiche delle fabbriche e di conseguenza la quantità di smog nell’atmosfera. Valerio Boffa

Ognuno di noi con un piccolo gesto quotidia-no, può provocare enormi danni all’ambiente in cui viviamo. In estate, quando si va in vacan-za, vedere il mare inquinato, non è una soddi-sfazione. La natura, che è qualcosa di bellissi-mo, di unico è stata rovinata e sta peggiorando di giorno in giorno. È inutile incolpare gli altri, perché la colpa è anche nostra: facciamo le co-se più comode, come utilizzare la macchina , senza stare a preoccuparci dell’ambiente che si rovina. Il mondo è bello ed è veramente un peccato sfruttarlo in questo modo. Il mondo è colore, è vita e purtroppo si sta facendo sempre più cupo, come quando il sole viene coperto dalle nuvole. Si va avanti, ma si sta andando avanti nel modo giusto? A questa domanda ri-spondo di no. Se ci prendiamo cura della ambiente, esso ci ripa-ga, ma non lo stiamo facendo? Vorrei che tutto migliorasse, rive-dere il mare cristallino, veder rifiorire le piante, vorrei rivedere i colori. Siamo avvantaggiati dalla tecnologia perché ci offre molti modi di risparmiare, come usare i pannelli solari e fotovoltaici. Delle soluzioni ci sarebbero, per esempio non utilizzare mezzi che inquinano e fare bene la raccolta differen-ziata. Consideriamo che se dovessimo gettare ogni rifiuto nel posto sbagliato, il secchio della spazzatura si sentirebbe a disagio, come quan-do indossiamo qualcosa di inappropriato: a noi, non sta bene, figuariamoci all’ambiente. Oppu-re immaginiamo se gli alberi fornissero Wi-fi, li pianteremmo ovunque; però il loro lavoro è più grande: fornirci ossigeno e assicurarci la vi-ta. Le soluzioni sono tante e tutti le conoscono, ma nessuno le applica. Dovremmo metterci un po' nei panni dell’ambiente. Se succedesse a noi tutto questo? Dobbiamo prenderci più cura dell’ambiente, così da migliorarlo sempre di più. Mariz Saad

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Pfand: l'invenzione tedesca per il riciclo

Tutto scorre, tutto cambia, tutto si trasforma ma nulla si crea e nulla si distrugge”, e questo la Germania lo sa bene: da qualche anno ha adottato un metodo di riciclaggio straordina-rio chiamato Pfand (o normativa Dpg Deu-tsche Pfandsystem Gmbh) che consiste nel trasformare i rifiuti in energia Il sistema dello Pfand non è altro che l’enne-sima iniziativa del governo tedesco che consi-ste nel trasformare i rifiuti in vapore. In Ger-

mania, nel 2012, l’1% dell’energia elettrica tota-le è stata prodotta dalla termovalorizzazione di rifiuti. Questo valore è in crescita. Nella centrale MHKW a Rothensee cittadina si-tuata nella zona del Mag-

deburgo a circa 100 chilometri da Berlino si trova una delle numerose centrali elettriche sparse sul territorio tedesco, in cui i rifiuti ur-bani vengono trasformati in energia elettrica. Il problema è che la Germania, per quanto assurdo possa sembrare, non produce rifiuti sufficienti per produrre l’energia di cui neces-sita il paese. Nell’ultimo decennio sono state chiuse quasi tutte le discariche per rifiuti ur-bani e costruite molte centrali come quella di Rothensee, in previsione di un aumento della produzione di immondizia. Tutto ciò non si è verificato e ha messo in crisi le centrali elet-triche costringendole a rivolgersi a paesi dell’UE meno attenti al problema e desidero-si di disfarsi dei propri rifiuti. Tonnellate di rifiuti arrivano in Germania da Regno Unito, Irlanda, Svizzera e Italia pronti per essere convertiti in elettricità. Per avere un idea della quantità di elettricità prodotta, la sola centrale di Rothensee produce energia per circa 50.000 case. Una normativa europea mira a diminuire il più possibile la presenza di discariche, mul-tando pesantemente i paesi che ne fanno an-cora largo uso, di conseguenza ha reso accet-

tabili i prezzi dell’esportazione dei rifiuti. La Germania al momento ha un tasso di rici-clo del 65%, uno tra i più alti al mondo, que-sto si deve principalmente alle politiche volu-te dal governo negli ultimi vent’anni. Spesso negli appartamenti di Berlino ci sono 4 o 5 contenitori per differenziare i rifiuti, nei cor-tili condominiali compaiono bidoni di diversi colori, giallo per la plastica, marrone per l’or-ganico, blu per la carta e altri tre per diversi tipi di vetro. L’import di rifiuti da paesi esteri ha denomi-nato scelte politiche che hanno portato ad un aumento del costo di smaltimento dei rifiuti,

in 3 anni si è passati dai circa 30€ per tonnel-

lata agli attuali 80€, un prezzo che pochi pae-si sono disposti a sostenere. La diminuzione dell’importo ha quindi determinato la chiusu-ra di molte di queste centrali, ovviamente le più vecchie e meno produttive. Aurora Bianchi

PER UN MONDO PIÙ PULITO…

Il mondo è una briciola in confronto all’universo e non ci vuole molto a rovinarlo. Anche se già abbia-mo dato inizio alla rovina di questo mondo, impe-gnandoci tutti insieme, riusciremo a renderlo molto più pulito, come molto tempo fa…. Ci sono molti metodi per ripulire l’ambiente: •Non lasciare rifiuti per terra perché si può inquina-re molto e anche perché per le generazioni future sarà molto difficile rimuoverli e si rovina drastica-mente l’ambiente. •Non sotterrare i rifiuti, come è già successo in Campania per colpa della mafia, che sotterra so-stanze chimiche, tra cui amianto e molti rifiuti alta-mente tossici. •Non usare troppo i mezzi di trasporto perché in-quinano l’ambiente e possono provocare malattie polmonari. •Non scaricare le fogne in mare perché inquinando le acque i pesci si possono estinguere e anche i co-ralli, perché sono indicatori ambientali: se il mare è pulito, i coralli riescono a vivere, invece se il mare è inquinato i coralli muoiono. Gloria Sanniti

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“Nonno, nonno! - esclamò il piccolo Flavio -

mi racconti di nuovo quella storia?”.

“Quale storia?”, gli chiesi, anche se conoscevo

già la risposta.

“Quella in cui tu e nonna salvate il mondo!”.

“Ok piccolo, accomodati, il mio racconto sarà

molto lungo”. Flavio si mise seduto accanto a

me, con le piccole gambe appoggiate sopra le

mie.

“Era il lontano 3394, ricordo di aver appena

compiuto 18 anni, quando venni a conoscenza

del duro compito che mi era stato assegnato:

rappresentare l’Italia in una missione suicida,

insieme ad una ragazza minuta, con dei lunghi

capelli rossi e dei bellissimi occhi verdi; bastò

uno sguardo per capire che non era il mio tipo,

non la sopportavo.

Pochi mesi prima si era scoperta l’esistenza di

un nuovo continente, la Zealandia, che a quanto

pareva era rimasta intatta dopo l’Esplosione (a

causa della quale l’ozono sparì completamente

e di conseguenza il sole seccò tutta la vegetazio-

ne), grazie ai suoi abitanti che avevano fatto di

tutto per conservare la loro terra, evitando qual-

siasi genere di tecnologia moderna. Era l’unico

posto in cui c’era tutto il necessario per vivere:

acqua, cibo e soprattutto un clima adeguato, co-

sa che non c’era da nessun altra parte a causa

del riscaldamento globale. Si viveva nel deserto

e la popolazione si è dovuta abituare ad una

temperatura altissima, ovvero dai 50 ai 60 gradi

di inverno fino ad arrivare agli 85 gradi d’estate.

La sera del giorno del mio diciottesimo com-

pleanno mi arrivò una lettera che diceva che ero

stato scelto per partire per una missione ardua e

rischiosa, che se portata a termine poteva salva-

re l’intera popolazione mondiale. Ma non ero

solo. Questo lo scoprii solo la mattina della par-

tenza, quando vidi una ragazza che disse di aver

ricevuto la stessa lettera. Sembrava molto spa-

ventata, ma non la biasimavo.

L’impresa consisteva nel trovare questo conti-

nente, la Zealandia, di cui non avevamo nes-

sun’informazione sulla quale basarci, e conqui-

starlo per poi sfruttare le risorse che c’erano per

cercare di riportare il pianeta Terra al suo stato

originario, o perlomeno per raggiungere una

condizione di vita favorevole.

Quella mattina io e la ragazza, che disse di chia-

marsi Clarissa, salimmo su un carro diretto a

nord. Non sapevamo dove ci avrebbe portato,

ma d’altro canto non conoscevamo neanche la

nostra meta, dato che le fonti erano poche e im-

precise, ma dovevamo comunque provarci se

volevamo salvare l’umanità. Durante il viaggio ci

conoscemmo meglio e più parlavamo, più capii

che eravamo troppo diversi per andare d’accor-

do. Lei molto timida e sensibile, io un ragazzo

molto estroverso che amava la confusione. Ma,

come si sa, gli opposti si attraggono, e solamen-

te dopo mesi e mesi di sofferenza e nostalgia di

casa capii che quel fastidio che mi trasmetteva

celava in realtà un’attrazione.

Dopo circa due mesi di ricerca trovammo final-

mente un’ isola diversa dalle altre: non solo era

più grande, ma era talmente tanto piena di vege-

tazione che pensammo di aver trovato un cactus

gigante. Con qualche pezzo di legna raccolto lì

vicino costruimmo una zattera, la mettemmo in

mare e cominciammo ad avviarci verso la gran-

de isola verde. Ci mettemmo molto più tempo

del previsto dato che l’isola era decisamente di-

stante rispetto a quello che ci eravamo immagi-

nati. Una vol-

ta toccata ter-

ra e detto

addio alla

nostra zatte-

ra, ci met-

temmo in

cammino.

Dopo qualche ora di esplorazione individuam-

mo altri due ragazzi dalla pelle scura che dissero

di chiamarsi Zara e Badu, provenienti entrambi

dall’Africa. Anche loro erano lì per lo stesso

scopo: sfruttare le risorse di quel luogo per sal-

vare la popolazione. Ma non eravamo solo in

quattro. Ben presto incontrammo molte altre

coppie, sempre formate da un maschio e una

femmina e sempre presenti in Zealandia per lo

stesso motivo. La dura verità ci si manifestò da-

vanti ai nostri occhi: ci avevano sfruttato per

correre un rischio che gli altri non volevano cor-

rere. La domanda è: chi ci aveva usato? Non lo

scoprimmo mai. Probabilmente i vertici delle

nazioni, a cui serviva qualcuno che portasse a

termine una missione tanto difficoltosa.

Arrivammo al centro di quella città e vedemmo

una scena sbalorditiva: un labirinto di vie fatte

di asfalto, materiale per me inesistente, con dei

palazzi di mattoni alti più di quattro piani. Ma la

cosa più stupefacente era il fiume che divideva

in due parti la città. Era così strano per me ve-

dere tanta acqua in uno stesso posto che pensai

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Pag. 9 GreeNews

di essere in un sogno.

Trovammo un palazzo diverso dagli altri, fatto

di pietra bianca. Entrammo e scoprimmo che

quella era la sede del Parlamento Zelandese.

Chiedemmo di poter parlare con il Presidente e

ci accompagnarono in una stanza molto illumi-

nata grazie alle vetrate che permettevano una

vista mozzafiato su tutta la città. Seduto alla scri-

vania c’era un uomo grasso con una folta barba

castana che ci chiese da dove provenissimo e

chi fossimo. Noi gli spiegammo tutto ma lui non

fu d’accordo con i nostri piani. Quando vide

che non ci saremmo arresi molto facilmente da-

to che non avevamo fatto tutta quella strada per

un “no”, mandò a chiamare dei poliziotti che ci

portarono di peso fuori dall’edificio. Ma io non

mi tirai indietro. Proposi un piano a parer mio

perfetto: ci saremmo muniti con delle mazze da

baseball e avremmo fatto irruzione nel palazzo.

Ovviamente non avremmo fatto del male a nes-

suno ma le mazze ci sarebbero servite per mi-

nacciare il Presidente e dimostrare la forza delle

nostre intenzioni. Si tirarono tutti indietro, chi

per paura, chi per stanchezza, e rimanemmo

solo in due, come all’inizio, io e Clarissa. Fu a

quel punto che capii quanto tenevo a lei perché

mi stavo per tirare indietro anche io, dubitando

improvvisamente del mio piano, ma poi sentii la

sua voce che disse “io ci sto” e questo mi diede

la forza per andare avanti.

Entrammo di nuovo nell’edificio e poi nell’uffi-

cio del Presidente. All’improvviso mi venne

un’idea, un patto che avremmo potuto fare con

lui ed esclamai: “non siamo qui per conquistare

il suo territorio o per uccidere queste persone.

Siamo qui perché abbiamo diritto di vivere co-

me lei. Ora le vorrei proporre un accordo. Lei

ci aiuta a riportare la Terra al suo stato origina-

rio, e io le prometto che le darò 1/4 del nostro

territorio. Dopotutto ho notato che qui state un

po’ stretti”.

“Sì, l’ho notato anche io”, disse il Presidente

con un sorriso dolce sulle labbra. “Ho voluto

mettervi alla prova, volevo vedere se ci tenevate

davvero a salvare l’umanità. Sì, accetto il patto,

ve lo meritate”.

A quel punto mi cadde la mazza dalle mani e

per poco non svenni, ma poi Clarissa fece una

cosa che mi scandalizzò ancor più del Presiden-

te, mi baciò.”

“Mi emoziono ogni volta che la sento, nonno

Gabriele!” disse il piccolo Flavio. “Nonna Cla-

rissa! Lo sai che nonno ti amava tanto?”, escla-

mò tutto gioioso.

Ogni volta che glielo raccontavo mi sentivo be-

ne, come se stesse riaccadendo tutto in quel

momento. Guardai fuori dalla finestra e pensai

che tutto quel verde era opera mia e di Clarissa,

e mi addormentai soddisfatto.

Beatrice Lorusso, Irene Greco, Giulia Cicero,

Sara Baldi

“NON” PANTA REI

N el nostro paese ci sono molti aspetti da migliorare.... Prendiamo in considerazio-

ne l’ambiente. Noi abbiamo un ambiente molto ricco! Flora, Fauna.. E chi ne ha più ne metta! Secondo noi e penso per tutti, l’ambiente è una cosa molto importante e non va trascurato, dovreb-be stare un po’ più a cuore a tutti i cittadini. Tutti noi lo trascuriamo, pensando che sia una cosa da tutti giorni, ma non lo è. Nella nostra cit-tà, Roma, ci sono molte questioni da risolvere, una di queste è l’inquinamento, un problema non da poco. Per risolvere quest’ ultimo, bisogna applicare dei metodi efficaci, i quali sono tutti “a base di rispetto” , o meglio, rispetto per l’ambiente. Il pri-mo metodo è quello di installare impianti a gas nelle macchine, di modo da non inquinare l’aria che respiriamo. Il secon-do metodo incomincia col produrre energia pulita e inesauribile, utilizzando raggi solari, l’acqua e tutto ciò che madre natu-ra può offrirci... Però si deve dare anche un po’ di merito a noi uomini, che riusciamo a trasformare le fonti rinnovabili in… Energia elettrica, acqua calda e molto altro! Il terzo metodo è quello più semplice ovvero di sta-re attenti a dove gettiamo il nostro cibo o i rifiuti in generale e “NON LASCIARE SCORRE-RE “ questo è molto importante perché l’ambiente non è una cosa da tutti i giorni. Quindi, tu che stai leggendo, rifletti e aiuta il mondo a crescere, facendo un piccolo sforzo.

Ariele D’Amici e Valerio D’Alessandro

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L ’acqua. Avete mai pensato a quanto

questo elemento sia importante nel-

la nostra vita quotidiana? Ogni giorno

ne utilizziamo litri e litri in attività non indispensabili come annaffiare il giardi-

no per ore o inutili per divertici con i

gavettoni o fare docce lunghissime. E

se questa utile risorsa un giorno finisse?

La sera spesso riempiamo la vasca d'ac-qua, pensando che dopo una giornata di

studio possiamo rilassarci e liberare la

mente da tutti i pensieri (Mamma e papà

che ci sgridano per i brut-

ti voti o ci chiedono la pa-

gella...). Rare volte, però, ci soffermiamo a pensare

quanto l’acqua sia impor-

tante per la nostra como-

da vita quotidiana. Eppu-

re nel mondo milioni di persone muoiono per la

carenza di questa risorsa.

Ne veniamo informarti, dalle notizie del

telegiornale o durante le comunicazioni

di “Pubblicità Progresso” , che invitano a

donare un euro per costruire i pozzi ne-cessari a portare in superficie questo

preziosissimo liquido lì dove manca.

Forse non tutti lo fanno ma, almeno,

quelle denunce ci fanno riflettere e noi

non possiamo più far finta di ignorare che ciò possa accadere, anche se avvie-

ne lontano, lontano da noi, dalla nostra

casa, comoda e pulita. Eppure ci com-

portiamo come se ciò non ci riguardas-

se, come se noi vivessimo in un altro

pianeta. Perché rattristarci con i proble-mi degli altri? Abbiamo altro a cui pen-

sare. Pensiamo di dovere affrontare pro-

blemi più gravi. Ci sembra di toccare il

fondo per il tradimento di un’amica op-

pure pensiamo che la nostra comoda vi-ta possa essere sempre così. Ma andrà

sempre tutto bene? E se vi dicessi che la

scarsità d'acqua sta interessando anche

il nostro piccolo paese? Che ormai non è

più un problema che riguarda soltanto

l'Iraq o l'Africa, siamo di fronte a un’e-mergenza mondiale? L’Italia gode di

grandi quantità di risorse idriche, pecca-

to che vengano usate in maniera sconsi-

derata: ciascuno di noi, può arrivare a

consumare fino a 6 mila litri d'acqua

l’anno. Ora chiudete gli occhi. Immagi-

nate una vita senz'acqua. Impossibile!

Tutti gli esseri viventi morirebbero. La vita diventa difficile anche quando l’ac-

qua è talmente scarsa da divenire pre-

ziosissima. Non poter riempire la vasca

di confortevole acqua calda? Non poter

lavare con il profumatissimo shampoo i

tanto preziosi capelli? Aprire il rubinetto e non vedere più l'acqua scorrere. Im-

maginiamoci al posto di quelle ragazze

che, per qualche litro di acqua, debbono

percorrere chilometri sotto il sole cocen-

te. La siccità è uno spettro che vola su molte parti del mondo. Stati come la

tanto “sognata” California, l’ immensa

Cina e l’ancora verde Brasile sono oggi

gravemente minacciati . Dobbiamo sve-

gliarci dal sonno perenne da cui siamo

stati colpiti. Scuoterci dall’ indifferenza. L’acqua, il nostro “oro blu” si sta esau-

rendo. E noi? Vogliamo restare a guar-

dare?

COSA POSSIAMO FARE NOI CITTADINI DEL MONDO?

SEGUIRE ALCUNE BUONE REGOLE

PER CONTRIBUIRE AL RISPARMIO

DELL’ACQUA

Fai la doccia anziché il bagno nella va-

sca. Si consuma una minore quantità di

acqua, ma, attento, non ci restare trop-

po a lungo!

Non usare eccessive quantità di sapone.

Occorre più tempo per il risciacquo e,

quindi, maggiore quantità di acqua.

Chiudi bene il rubinetto. Sappi che po-

che gocce possono disperdere anche 100 litri di acqua in un giorno.

Se vuoi bere acqua fresca, raccoglila in

una bottiglia e conservala in frigo. Pensa

a quanta se ne sprecherebbe per farla scorrere.

Jennifer Muhimuzi

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Con l'espressione "Terra dei fuochi" si indica una vasta area situata nell'Italia meridionale, in Campania, tra le province di Napoli e Caserta, nota ormai a tutti, purtroppo, per la presenza di rifiuti tossici e per il loro impatto sul-la salute della popolazione locale. La terminolo-gia "Terra dei fuochi" è stata utilizzata per la pri-ma volta nel 2003, nel Rapporto Ecomafie 2003 curato da Legambiente. Dal 1970 in poi nelle campagne della Campania sono stati accumulati scarichi industriali, rifiuti tossici e radioattivi. In particolare, nelle zone dell'Agro Aversa-no, Caivano, Acerra e Giugliano, in Campa-nia questi rifiuti sono stati i responsabili di un alto tasso di tumori che hanno colpito so-prattutto giovani donne, con il cancro al seno, alla tiroide, o terribili tumori ai bambini. I primi sospetti sull'attività illegale dello smaltimento dei rifiuti tossici, furono evidenziati nella prima metà degli anni novanta, da un'indagine della Polizia di Stato. L'informativa del 1996 presenta-va i risultati delle indagini e i dettagli sui reati e i presunti autori che però non ebbe ulteriori svi-luppi fino al 2011, quando vennero riaperte le indagini. Nel 2011, secondo un rapporto dell'AR-PAC della Campania, un'area di 3 milioni di metri quadri, compresa tra i Regi Lagni, Lo Uttaro, Masseria del Pozzo-Schiavi (nel Giuglianese) ed il quartiere di Pianura della città di Napoli, risulte-rebbe molto compromessa per l'elevata e mas-siccia presenza di rifiuti tossici. Nel 2015 nel co-mune di Calvi Risorta, il Corpo forestale dello Stato ha scoperto un'area di sversamento di ri-fiuti clandestina, ritenuta la più grande discarica sotterranea d'Europa di rifiuti tossici. Si pensa che sia opera della camorra per lo stesso siste-ma di sigillamento degli strati della discarica, si-mile a quello utilizzato dal clan dei casalesi. La Terra dei fuochi comprende un territorio di 1076 km², nel quale sono situati 57 comuni, nei quali risiedono circa 2 milioni e mezzo di abitan-ti: 33 comuni situati nella provincia di Napoli e 24 comuni situati nella provincia di Caserta. È compresa quasi l'intera provincia napoletana, mentre del casertano è colpita soprattutto la parte meridionale e sud-occidentale. Se si consi-dera che tutta quest'area è stata irrimediabil-

mente danneggiata dallo smaltimento illegale dei rifiuti, si può chiaramente comprendere qua-li trasformazioni sta subendo il nostro Pianeta...

Inceneritori di Malagrotta I cittadini di Valle Galeria, alla periferia nord di Roma, sono in fermento sui social a causa dell’annuncio di Manlio Cerroni, il dominus dei rifiuti romani, proprietario degli inceneritori di Malagrotta, che vuole riaccendere il gassificato-re di Malagrotta. Manlio Cerroni, arrestato nel 2014, per traffico illecito di rifiuti, ora è in attesa di sentenza da parte della Magistratura. Intanto è stato ricontattato dalla giunta della Raggi per riaprire la discarica di Malagrotta. Per trent’anni gli inceneritori di questa zona hanno inquinato l’aria fino a quando l’ormai ex sindaco Ignazio Marino ha deciso di far chiudere questo stabili-mento, dicendo che sarebbero bastati gli incene-ritori di Colle Ferro e San Vittore. Ma l'emergen-za rifiuti della scorsa estate e la mancanza di proposte alternative valide, ha portato il nuovo sindaco di Roma a bussare di nuovo alle porte del patron di Malagrotta. In questo quadro, l'e-voluzione degli eventi legata allo smaltimento dei rifiuti nella capitale, è andata a finire co-sì...D'altro canto, Roma si sta avvicinando al tra-guardo del 50% della popolazione che effettua la raccolta differenziata e per questo si è ridotta la produzione di CDR (combustibili da rifiuti) che alimenta gli inceneritori. Al momento una parte di CDR finisce all’estero o in altre regioni italia-ne. Per questo il CO.LA.RI, consorzio laziale rifiu-ti, che è ha gestito per 30 anni la discarica di Ma-lagrotta, è riuscito ad ottenere dalla regione l’autorizzazione per attivare una tecnologia più moderna per lo smaltimento dei rifiuti. A cosa ci porterà questa nuova gestione delle attività le-gate ai rifiuti di Roma? Alessandra Di Giulio, Andrea Stefanelli, Niccolò

Tirabassi, Giulia Anzellotti

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“TU TERRA”

“TU COME STAI

QUALE MONDO VUOI

IO VOGLIO UN MONDO MIGLIORE

TU DOVE STAI

DI CHE PIANETA SEI

QUESTO HA BISOGNO

D’AMORE…..”

(“Il Gigante” RIO)

Tu Terra che sei stata danneggiata e

“ferita” da noi.

Tu che con l’aumento della temperatura ti

sei “ammalata”, tu che hai sopportato

l’uomo, il tuo “nemico” che non ti ha con-

siderato mai fino a quando ha finalmente

capito.

Tu non ci hai punito, hai resistito, hai

aspettato pazientemente che noi capissimo

i nostri errori e imparassimo a trovare ri-

medi. Ora siamo riusciti a vedere il ”buco

dell’ozono”, la desertificazione e l’inqui-

namento che ti ha dato “il colpo di gra-

zia”, danneggiando il suolo con gli insetti-

cidi, l’aria con il fumo e i gas tossici, l’ac-

qua con le buste gettate in mare che poi

uccidono gli animali che le mangiano.

L’uomo non aveva capito nulla ma, come

fa sempre, prima fa i suoi sbagli e poi

pensa a come recuperare gli errori.

Come soluzioni ha trovato: le energie rin-

novabili, la raccolta differenziata, il rici-

claggio, l’uso delle targhe alterne.

Prima si comportava da PADRONE, deci-

deva solo lui, causava danni, ma il punto è

che ora deve essere RESPONSABILE e

pensare anche al futuro, a proteggere il

posto dove vive e non distruggerlo.

Terra, adesso non devi fare altro che

aspettare la guarigione e poi potrai essere

come prima: il Pianeta Azzurro, azzurro

come la speranza.

Giordana Costantini

C ome possiamo vedere il nostro ambiente è molto inquinato. La maggior parte di que-

sto problema lo creiamo noi. Ma in che modo provochiamo tutto ciò? Facile, se pensiamo a ciò che facciamo tutti i giorni, da quando ci al-ziamo la mattina. Con i mezzi di trasporto inqui-niamo molto facilmente, con tutto il gas di sca-rico che si disperde nell'aria. Però un rimedio c'è, quello di mettere alle macchine motori a gas GPL, e nel futuro di usare l'idrogeno come combustibile. Anche le industrie, che comunque ci servono, dovrebbero però cercare di creare meno degrado ambientale. Le industrie che ser-vono a noi, potrebbero avere degli scarichi di-versi e non nel mare, dove si potrebbe creare inquinamento termico. Ecco appunto, anche il degrado ambientale ha causato problemi nel mare ed ora non siamo sicuri di farci un bel ba-gno nel mare con l’acqua limpida, anche perché molti depuratori non si accendono oppure sono rotti. Anche l’acqua che noi beviamo oppure che usiamo per lavarci, essendo inquinata può dan-neggiarci. Questo fatto è avvenuto già a Caser-ta, nella Terra dei Fuochi, con una tragedia che ha causato e continua a causare milioni di mor-ti, soprattutto bambini. Negli ultimi anni, si è creato il buco nell’Ozono grazie a tutto l’inqui-namento. L’Ozono è un gas che fa parte di uno strato della stratosfera. Questa parte dell’atmo-sfera è importante perché ci protegge dai raggi ultravioletti, che possono causarci gravi danni alla pelle e al corpo. Per proteggere l’ambiente non c’è bisogno solo di non inquinare, ma do-vremmo curare di più il nostro ambiente, non buttando cartacce o magari raccoglierle se le vediamo per terra; fare bene la raccolta diffe-renziata; non distruggere l’habitat degli animali e non disboscare perché gli alberi sono impor-tantissimi, per il fatto che ci danno ossigeno per respirare e ci proteggono dalle valanghe, dagli smottamenti, ecc… Insomma, dobbiamo impe-gnarci a proteggere il nostro ambiente, per ren-derlo migliore sia per noi ma anche per le gene-razioni future.

Erica Santamaria

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UOMO-AMBIENTE PRIMA E DOPO L’ uomo fin dall’ antichità ha cambiato l’am-biente sfruttandolo a suo vantaggio, tuttavia non pensando alle conseguenze che sarebbe-ro venute dopo. Già circa duecentomila anni fa l’ uomo iniziò radicalmente a cambiare l’ ecosistema ad esempio con la caccia, l’ agricol-tura e la pesca ma non solo, anche espanden-dosi in più parti del mondo. Nonostante la sua continua evoluzione l’ uomo conserva il suo istinto di cambiare il paesaggio sempre più per il proprio fabbisogno, inoltre la nostra società è diventata consumistica perché ormai si pen-sa solo a consumare e non si pensa al futuro o meglio… nessuno pensa a cosa succederà tra tanto tempo COSA CREDO CHE SUCCEDERA TRA TANTO TEMPO Secondo me, tra un centinaio di anni l’ uomo, continuando di questo passo cambierà ancora di più la terra o magari non esisterà più per via dell’ inquinamento e di ciò che consumeremo, per il semplice fatto che tutt’oggi noi consu-miamo moltissimo. Io sono dell’ opinione che, continuando a crescere demograficamente, le risorse non basteranno per tutti ma non par-liamo solo di cibo anche di energia, quindi elettricità, calore ma anche di combustibili , che inquinano moltissimo e acqua che spesso non basta per tutti. COSA DOVREMMO FARE PER EVITARE UNA CATASTROFE Con la situazione attuale, le uniche cose da fa-re sono CONSUMARE di meno e INQUINARE di meno. Bisognerebbe ridurre gli scarichi fognari usare meno detergenti sintetici e usare meno concimi chimici, non solo a causa dell’effetto serra. Abbiamo constatato che, rispetto a circa cento anni oggi la media della temperatura terrestre è aumentata di 0.5° C ma, secondo alcuni studi, la temperatura nel prossimo se-colo aumenterà di 2.55° C e tutto ciò ridurreb-

be le piogge e cambierebbe la direzione del vento, così aree fertili diventerebbero aride e, come se non bastasse, ci sarebbe un innalza-mento del livello del mare che varia da 1-2 metri, che non sono pochi! Per evitare l’effetto serra, in futuro è consiglia-bile usare fonti di energia rinnovabili e che non inquinino, ma anche diminuire l’ uso di combustibili fossili anche per evitare la defore-stazione . Possiamo aggiungere anche che si corrono rischi con centrali nucleari e con indu-strie chimiche, che con la fuoriuscita di sostan-ze radioattive e tossiche potrebbero, non solo cambiare il paesaggio, ma anche arrecare gra-vi danni al nostro organismo. Possiamo ricor-dare le centrali a Cernobil e Fukushima o le industrie di Milano. PICCOLE MA NOCIVE PER TUTTO Le sigarette si sa sono pericolose per l’ uomo ma non solo… Anche chi sta vicino ad un fumatore viene in un certo senso intossicato dal fumo, ma la co-sa che viene danneggiata senza accorgersene è l’ ambiente, molti penserebbero perché le sigarette non sono biodegradabili , e invece no … anzi sono fotodegradabili ( cioè deperiscono per via dei raggi solari , ma si consumano in parte). Negli anni ’50 venne introdotto il filtro per ridurre i danni che presenta il fumo ma non fu proprio una buona idea… I mozziconi delle sigarette infatti inquinano moltissimo e in Italia i rifiuti delle sigarette oc-cupano una percentuale da non ignorare ov-viamente non quanto in America che occupa-no il 30% dei rifiuti complessivi. Comunque an-che il fumo che produce la sigaretta è un mix che contiene migliaia di sostanze nocive tra cui alcune cancerogene e spesso questo tipo di inquinamento va in mare e ciò che rimane dei mozziconi viene perfino mangiato dai pesci. Bisogna comunque sempre fare attenzione a cosa si fa e le conseguenze che ne derivano perché se noi ci comportiamo male con la na-tura, la natura ci si ritorce contro. La Terra è un pianeta bellissimo non dobbiamo rovinar-lo , ma preservarlo! Valerio Di Paola Ficarella

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L'ambiente è l'habitat naturale per eccellenza dell'uomo. L'uomo in tutta la sua storia ha imparato a viver-ci: si è adattato ad esso quando aveva ancora molte poche conoscenze mentre ora è l'ambien-te che deve adattarsi all'uomo, o meglio l'uomo con costruzioni e con l’utilizzo di strumenti vari sta cercando di renderlo il più comodo possibile per le sue esigenze personali. Purtroppo l'uomo ignora la conseguenza delle sue azioni sull'ambiente che si analizzeranno brevemente in quest’articolo ma soprattutto si avanzeranno diverse soluzioni al problema . Partiamo dal problema numero uno al mondo: l'inquinamento Quando si parla di inquinamento si pensa solo all'inquinamento atmosferico e all'effetto serra, ma c’è anche quello del suolo e delle acque. Tutto questo può essere evitato con semplici metodi: per non inquinare l'aria si potrebbe cer-care di utilizzare solo macchine con motore elettrico e si dovrebbero ridurre i consumi di troppi combustibili fossili nelle fabbriche. Per non inquinare le acque dovremmo noi per primi stare attenti a non gettarvi rifiuti specie di plastica, anche perché potrebbe finirci intrappo-lato un pesce e danneggeremo quindi anche le specie di vita marine, si potrebbero evitare gli eccessivi scavi petroliferi perché un qualsiasi problema o errore significherebbe scaricare gra-vi conseguenze sull'ambiente marino. Gli scavi petroliferi dovrebbero essere ridotti an-che sulla terraferma perché svuotare e scavare continuamente il suolo porta ad altri e nuovi problemi. Un'altra causa dell'inquinamento che viene sottovalutata è quella dello smaltimento delle deiezioni animali, che spesso vengono scaricate nei corsi d'acqua; anche questo potrebbe essere evitato usando gli escrementi come concimi or-ganici. Questi elencati sopra, sono solo alcune delle dritte per combattere l'inquinamento all'ambien-te ma è anche vero che sta a noi prenderci cura di esso e rispettarlo. Lorenzo Illari

COME IL MONDO STA CADENDO A

PEZZI IL NOSTRO MONDO

Nella nostra società ormai malandata molti

sono i problemi che ci affliggono. Alcuni di

questi riguardano l’ambiente, i quali provoca

oggi giorno sempre più danni al nostro ecosi-

stema e, purtroppo, anche a noi. Una delle

cause dell’inquinamento ambientale sono i

gas di scarico che le industrie e i vari mezzi

di trasporti producono. Non dobbiamo pen-

sare però che questi problemi non ci riguar-

dino e riguardino solo stati come la Cina, do-

ve non si può camminare per strada senza

usare una mascherina per quanto è inquinata

l’aria. Ci sono zone d’Italia che sono molto

peggio di come noi ci immaginiamo, zone

per così dire “invivibili”.

IN ITALIA

Tra le zone più inquinate Italiane al livello

ambientale al primo posto possiamo trovare

Frosinone che ha superato i limiti di legge

per 115 giornate, di seguito troviamo Pavia

con 114 e Vicenza con 110, dopo troviamo

rispettivamente i due capoluoghi Milano e

Torino con rispettivamente 101 e 99 giorna-

te; Roma, con i suoi 65 giorni oltre la soglia

d’attenzione si piazza al venticinquesimo po-

sto. Da ricordare certamente è anche la

spiaggia di Rosignano, a sud di Livorno, una

bellissima spiaggia di sabbia bianca. Non

sembrerebbero esserci problemi, appunto,

sembrerebbero… essa in realtà è una delle

più inquinate spiagge d’Italia, per il semplice

fatto che si trova praticamente davanti allo

stabilimento chimico di Solvay. In più la

spiaggia è bianca perché è fango industriale

mischiato ad acqua. Basta pensare che in es-

so vengono versati 1449 kg di arsenico, 3218

di piombo, 15049 di zinco e si potrebbe con-

tinuare così per molti numeri…

CINA: IL PAESE INVIVIBILE

Tutti ricorderanno la Cina come un paese

ricco e industrializzato, ma non tutti sanno

che esso in realtà è il paese più inquinato al

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mondo (con 8.240.958 tonnellate di emissio-

ni di anidride carbonica all’anno), le sue atti-

vità produttive provocano danni alla salute di

chi vive lì e dei paesi che la circondano.

Ogni anno l’inquinamento causa milioni di

vittime. Alcune testimonianze di civili dico-

no: «È diventata un’epidemia». Ma ormai la

popolazione non ha scelta e si abitua:

«Conviviamo con mal di testa e vomito». I

bar e le caffetterie offrono «airpocalypse

happy hours» o cercano di attirare i clienti

esponendo un cartello con scritto purificatori

d’aria all’interno. Ci sono persino siti che ti

insegnano come costruire da solo un purifi-

catore. E poi, a tutto ci si abitua. In Cina or-

mai le maschere sono diventate un accesso-

rio come un altro. Diversi stilisti le hanno

inserite nel loro catalogo e può succedere di

vederle sulle passerelle delle sfilate di moda.

Gli uffici più grandi le forniscono ai propri

impiegati e non è raro che qualcuno ti offra

una maschera usa e getta se hai dimenticato

la tua. Anche se in ritardo il governo sta cer-

cando di porre rimedio. Nel piano quinquen-

nale lanciato quest’anno c’è l’obiettivo di

ridurre l’inquinamento del 18 per cento entro

il 2020. Nell’attesa ai cittadini non rimane

che rimanere in casa e accendere i purificato-

ri e aspettare che tiri il vento.

NUOVA DELHI, LA CITTA’ PIU’ IN-

QUINATA AL MONDO

Nuova Delhi è la città più inquinato al mon-

do. Molti avrebbero pensato che fosse Pechi-

no la città più inquinata, ma non è così. A

preoccupare maggiormente sono i dati sul

particolato fine, o PM2,5 (un quarto di cente-

simo di millimetro) una polvere “toracica”

sottile che penetra a fondo nei polmoni, la

stessa per cui nel 2005 l’Organizzazione

Mondiale della Sanità, vista la relazione con

l’insorgere di malattie polmonari, ha posto il

limite massimo consigliato a 25 microgram-

mi per metro cubo (µg/m³). Nel periodo no-

vembre-gennaio, il più inquinato dell’anno,

la concentrazione giornaliera ha raggiunto

però livelli medi di 473 µg/m³, con picchi

fino a 575 nelle ore di punta, contro la media

dei 227 µg/m³ di Pechino. “La qualità dell’a-

ria ha raggiunto livelli allarmanti”, ha dichia-

rato Anumita Roy Chowdhury, direttore ese-

cutivo del Cse: “non c’è più spazio per azio-

ni morbide, la città ha bisogno di politiche

aggressive, dati trasparenti e parametri preci-

si per soddisfare gli standard sull’aria e ri-

durre i rischi per la salute pubblica”.

L’aria inquinata è oggi la quinta causa di

morte nel subcontinente, dove si registra il

più alto tasso di malattie respiratorie croni-

che al mondo, secondo l’Organizzazione

mondiale della Sanità. Tuttavia, l’inquina-

mento non sembra essere tra le priorità del

neoeletto governo di Delhi, presieduto da

Arvind Kejriwal.

COME FERMARE TUTTO CIO’

I problemi sono tanti e la causa di essi siamo

anche noi, ma come si potrebbe riuscire a

impedire che ci sia tutto questo inquinamen-

to? Un alternativa importante è stata intro-

dotta con l’invenzione delle marmitte catali-

tiche. La marmitta catalitica è un dispositivo

incorporato nel sistema di scarico di un’auto-

mobile che riduce la quantità di sostanze in-

quinanti nei suoi gas di scarico. Essa contie-

ne un elemento in ceramica, con struttura a

nido d'ape, rivestito di una pellicola sottile di

metalli catalizzatori quali il palladio, il rodio

e il platino (3 o 4 grammi). Quando i gas di

scarico passano attraverso il convertitore ca-

talitico, questi metalli favoriscono le reazioni

chimiche che trasformano gli agenti inqui-

nanti, in composti innocui, come anidride

carbonica azoto e acqua. Esse potrebbero es-

sere applicate anche alle centrali e quindi im-

pedire che esse producano gas di scarico. In

questo modo si potrebbero diminuire le im-

purità. In più, se la tecnologia in futuro si

evolvesse si potrebbe utilizzare il principio

delle marmitte catalitiche per applicarlo in

qualsiasi ambiente di lavoro che inquini.

Raffaele Gentile

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Pag. 16 GreeNews

L’ambiente della nostra terra è caratteriz-

zato da fauna e flora, entrambe però dimi-

nuiscono ogni giorno sempre di più a cau-

sa dell’inquinamento provocato dall’uo-

mo. Palazzi, mezzi pubblici, industrie sono la

causa principale di questo inquinamento.

Le industrie ad esempio emanano nell’aria

e non solo, gas che causano la morte di

molti animali soprattutto marini e causano

anche il surriscaldamento globale. Il surri-

scaldamento globale è causato dalle trop-

pa anidride carbonica e la concentrazio-

ne di combustibili fossili presenti nell’aria.

Questo surriscaldamento globale è chia-

mato effetto serra. L’effetto serra potrebbe

portare l’immigrazione di moltissime perso-

ne in altri paesi ,la desertificazione e/o l’i-

nondazione di molti paesi. Un altro proble-

ma stato rilevato in Antartide è quello del

buco dell’ozono .L’ozono è caratterizzato

da tre atomi di ossigeno, protegge la su-

perficie terrestre dai raggi ultra violet-

ti ,pericolosi per la vita dell’uomo. Il buco

dell’ozono è stato causato dai gas CFC

(clorofluorocarburi), questi gas strappano

un atomo di ozono trasformandolo in ossi-

geno e lasciando via libera ai raggi ultra

violetti dannosi per la vita dell’uomo. An-

che l’estrazione di minerali causa gravi

problemi all’ambiente perché : i metalli

estratti devono subite una serie di lavora-

zioni e ciascuno di essi provoca inquina-

mento ,i materiali di scarico al loro volta

inquinano l’ambiente ,proprio perché ven-

gono gettati in acqua distruggendo la vita

acquatica. I mezzi pubblici contribuiscono

a questo inquinamento .Per combattere

questo tipo di inquinamento come impianti

si potrebbe utilizzare il metano un gas natu-

rale privo di zolfo al posto della nafta, ga-

solio o carbone e inoltre rilasciano nell’aria

l’ossido di carbonio dovuto alla non Perfet-

ta combustione, poi l’anidride solforosa

che si forma a causa della presenza di zol-

fo nei combustibili. Da questa anidrite sol-

forosa si creano le piogge acide che por-

tano alla corrosione di metalli e causano

danni anche ai palazzi .In Campania c’è

un forte allarme ,a causa dei di rifiuti che

vengono messi sottoterra. Questa zona vie-

ne chiamata Terra dei fuochi, si trova a

Caserta. Le persone che abitano in quella

zona coltivano e si nutrono di ciò che

hanno coltivato inoltre i rifiuti arrivano an-

che alle falde acquifere inquinando l

‘acqua e anche questo è dannoso per l

‘uomo anche perché essi alterano il PH

della pelle. Il Messaggero ha annunciato

che in questi ultimi mesi sono morti otto

bambini, tra cui uno di sette mesi! Per risol-

vere tutti questi problemi, bisognerebbe

provare a collaborare tutti, perché come

si è visto l’inquinamento non distrugge solo

l’ambiente ma anche la vita dell’uomo.

Bisognerebbe consumare meno ener-

gia ,tenere meno accesi i riscaldamenti.

Piantare sempre più alberi e coltivare

piante ,in modo da creare più spazi verdi e

più parchi. Poi bisognerebbe diminuire le

costruzioni di industrie e case, uscire di più

e lasciare, anche solo per un’ora, telefoni

e altri oggetti elettronici, inoltre da poco

tempo si è introdotta anche la Differenzia-

ta che contribuisce a salvare gli alberi nel

caso si dovesse parlare di carta che ap-

punto viene riciclata. Ci sono diversi modi

per migliorare l’ambiente che ci circonda,

solo che non sempre riusciamo a metterli

in pratica. Si potrebbero utilizzare più fonti

rinnovabili per produrre energia si potreb-

be far ricorso al vento per le pale eoliche

e anche all’energia solare. Al posto dell’e-

lettricità si potrebbero utilizzare delle can-

dele e la sera, invece di utilizzare mezzi di

trasporto come le auto, si potrebbero usa-

re le biciclette. La protezione dell’ambien-

te è importante non solo per le piante e gli

animali ma anche per l’uomo, quindi im-

pegniamoci a migliorarlo insieme! Perché

senza un ambiente sano non possiamo re-

spirare e quindi vivere.

Ginevra Sabelli

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Pag. 17 GreeNews

Panta rei, tutto scorre, come diceva il famoso

filosofo greco Eraclito.

Tutto quello che l’uomo produce sia di negativo

che di positivo, torna a nostro favore o a nostro

discapito. Da molti anni la terra sta cambian-

do ma, soprattutto negli ultimi mesi, la terra è

in continuo movimento, come abbiamo potuto

constatare dai molti terremoti.

I fenomeni che sono legati al clima, apparten-

gono alle forze esogene o esterne che provocano il

cambiamento interno del nostro Pianeta; essi,

hanno una cadenza stagionale e colpiscono delle

aree prevalentemente determinate come l’At-

lantico, il Pacifico settentrionale con gli ura-

gani, le coste dell’Asia nordorientale con i ti-

foni e la zona dei Caraibi, il Golfo Arabico,

l’Asia del sud, il Madagascar, il Sud est

asiatico e l’Australia orientale colpita dai ci-

cloni. Ci sono anche i fenomeni geologici come

le eruzioni vulcaniche e i fenomeni sismici.

Nel nostro Pianeta, ci sono anche dei fenomeni

del tutto imprevedibili come l’impatto di me-

teoriti o eruzioni limniche, ovvero la fuoriuscita

di anidride carbonica dalle acque come quella

del lago Nyos avvenuta nel 21 agosto 1986, che

provocò la morte per soffocamento di oltre 1800

persone e 3500 capi di bestiame.

Le calamità più recenti.

Un caso molto recente di calamità naturale, è

quello dello tsunami nell’Oceano Indiano.

Il 26 dicembre del 2004,una serie di onde

anomale, colpì le isole e le penisole vicino al

l’Oceano Indiano. Questo tsunami, causò la

morte di 300 mila di persone e oltre milioni di

feriti e sfollati.

Altri due casi, sono avvenute nel maggio del

2008 in Myanmar dove il ciclone Nargis si è

abbattuto sul delta del fiume Irrawaddy e

causò oltre 80.000 morti.

Il 12 maggio dello stesso anno, un violentissimo

terremoto, scosse la provincia cinese del Si-

chuan e secondo le fonti, i morti sono stai oltre

70.000. Sul nostro pianeta, ci sono altri pro-

blemi come l’inquinamento dei fiumi, l’inqui-

namento dell’aria dovuto all’ossido di carbo-

nio, agli ossidi di azoto, all’anidride solforosa

e alle pioggia acide. Il buco dell’ozono, negli

ultimi anni, sta causando molti problemi.

Come possiamo risolvere l’inquinamento delle

acque dei fiumi? Scopriamolo insieme!

Alimentare i laghi con le acque pulite

Proteggere le zone che alimentano le falde ac-

quifere

Proteggere le zone di alta montagna dove ab-

bondano le acque potabili.

Cosa possiamo fare noi piccini nel nostro pic-

colo? Ognuno di noi, dovrebbe prendersi cura

nel proprio piccolo, del posto in cui vive.

Tutto quello che si desidera sia dai grandi che

dai piccini, è un mondo pulito. Noi ragazzi che

ora stiamo scrivendo queste notizie, saremo il

futuro, quindi dobbiamo essere i primi a non

fare gli errori che hanno fatto le persone prima

di noi in passato.

Margherita Posca

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Pag. 18 GreeNews

Ora parliamo noi. Da sempre gli adulti ci

parlano dell’inquinamento e dei problemi

del nostro pianeta, ma in realtà si parla del

NOSTRO futuro e delle NOSTRE scelte,

quindi ora parlano i giovani.

Davide, 16

D. Cosa ne pensi dei problemi dell’ambien-

te? R. Penso che siano problemi molto seri che

purtroppo non vengono presi molto sul serio in

questo periodo perché non ci sono effetti im-mediati. Problemi come il buio nell’ozono o lo

scioglimento dei ghiacciai sono molto impor-

tanti e tutti dovrebbero conoscerli; purtroppo

non se ne parla molto e, quando si fa, non mol-

ti ascoltano perché l’interesse è poco.

D. Cosa faresti tu per migliorare la situazio-

ne?

R. Per migliorare la situazione ognuno do-vrebbe fare la sua parte: come disse Madre

Teresa di Calcutta, “ Quello che facciamo non è che una goccia nell’oceano ma se non lo fa-

cessimo l’oceano avrebbe una goccia in me-

no.” Il miglioramento dovrebbe partire da qualcuno, ad esempio : qualcuno che non butta

più la carta per terra, perché di solito quando

si butta per terra qualcosa, il motivo è “tanto è

già sporco”, che è un’idea sbagliatissima e

che andrebbe eliminata del tutto.

Tommaso, 8

D. Cosa faresti per proteggere l’ambiente?

R. Per proteggere l’ambiente bisognerebbe

usare di meno la macchina, ridurre il fumo

delle fabbriche e non fumare.

D. Come inizieresti tu personalmente a dare

un aiuto all’ambiente? R. Inizierei andando a piedi a scuola e usando

meno moto e automobili.

D. Chi inquina? R. L’inquinamento viene provocato dall’uomo:

se non avesse creato tante cose che inquinano. Sarebbe stato meglio di adesso.

D. Cosa ne pensi della deforestazione?

R. Non bisogna tagliare gli alberi perché sen-za l’uomo e gli animali non possono vivere.

Benedetta, 14

D. Cosa ne pensi dei problemi dell’ambien-

te?

R. I problemi dell’ambiente sono tanti, e siamo

degli incivili, inquiniamo e sporchiamo conti-nuamente la nostra bellissima Terra senza

pensare alle conseguenze che causiamo : defo-

restazione, inquinamento dei mari, dell’aria

che respiriamo, le strade; tutto perché non ri-

ciclano e perché siamo incapaci di prenderci cura di un qualcosa che ci permette di vivere

la nostra vita. Dovremmo essere più rispettosi

nei confronti della Terra e di tutto ciò che c’è al suo interno.

D. Tu personalmente, fai qualcosa per l’am-

biente? Se no, vorresti iniziare?

R. Cerco di fare il possibile, non usò eccessi-

vamente deodoranti spray, quando sono in gi-ro non butto cose a terra, purtroppo non faccio

la raccolta differenziata perché dove abito non

ci sono gli appositi bidoni e cerco di non spre-care acqua.

Raffaele, 13

D. Cosa pensi dei problemi dell’ambiente? R. È un problema sempre più grave, andrebbe

affrontato con serietà, soprattutto per salva-guardare le generazioni future.

D. Tu hai qualche idea su come potrebbe es-

sere affrontato? R. Bisognerebbe creare commissioni di esperti

e spostare finanziamenti importanti su questa

emergenza.

Alessandro, 15

D. Cosa si potrebbe fare per risolvere i pro-

blemi dell’ambiente? R. Penso che si dovrebbe diminuire la superfi-

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cie dell’area urbana o almeno bloccarla a

questi livelli e aumentare le aree boschive. Ri-guardo l’aria, le aziende dovrebbero sensibi-

lizzare, evitando di usare idrocarburi.

D. Cosa pensi di quello che l’uomo ha fatto

alla natura?

R. Beh, non posso biasimare i nostri antenati, dato che non erano a conoscenza dei danni che

avrebbero causato nel futuro, però come è pos-sibile che non ci abbiano mai pensato? Secon-

do me, gli uomini delle precedenti Rivoluzioni

industriali sono stati molto egoisti e presi dalla foga del provare qualcosa di nuovo e non han-

no fatto caso all’ambiente.

Margherita, 13

D. Cosa ne pensi dei problemi dell’ambien-

te?

R. Secondo me, l’inquinamento potrebbe cau-sare gravi danni, soprattutto ai bambini che

amano stare all’aria aperta a giocare. Della

deforestazione penso che noi che viviamo qui

in Italia, non lo sentiamo molto come proble-

ma, però quando penso che se questa cosa po-trebbe prendere il sopravvento arrecando gra-

vi danni a noi e al nostro paese, mi spavento.

Matteo, 13

D. Cosa ne pensi dei problemi dell’ambien-

te?

R. Per l’inquinamento non si vuole fare nien-te… I mezzi ci sarebbero, ma il problema è che

non si vogliono usare. Penso che tutti debbano

fare la propria parte e dovremmo anche co-minciare a interessarci di più a quello che ci

circonda, non solo ai nuovi oggetti elettronici per poter buttare quelli vecchi. Interessiamoci

della natura, dei suoi problemi e cerchiamo di

risolvere quelli che noi umani abbiamo causa-to.

Elettra, 14

D. Cosa ne pensi dei problemi dell’ambien-

te?

R. I problemi dell’ambiente sono dovuti al no-

stro comportamento, che poi ci farà trovare tutto contro di noi. L’inquinamento, la defore-

stazione sono cose che facciamo perché non sappiamo apprezzare quello che la natura ci

ha dato.

Sofia Martino

M olte volte, guardando il cielo, non ci ren-diamo conto che è pieno di “errori” com-

messi dall’uomo che a causa della sua azione irri-spettosa sull’ambiente naturale ha alterato le bel-lezze che ci circondano. Noi ragazzi di oggi, futu-ro di domani, dobbiamo iniziare ad escogitare nuove idee per avere un mondo migliore per le ge-nerazioni che verranno e per vivere una vita più sana. Alcuni paesi si sono già messi in moto con idee creative, ecosostenibili e non inquinanti. An-che noi potremmo iniziare con piccoli significativi passi che faranno la differenza. Ad esempio po-tremmo riciclare in modo più intelligente la spaz-zatura, incentivando le centrali di smaltimento dei rifiuti e produrre energia con cui poter alimentare le automobili o intere abitazioni; alcuni rifiuti, adeguatamente trattati, come la stoffa, si potrebbe-ro utilizzare come fonti isolanti per le case ed altri materiali, come quelli delle lattine potrebbero esse-re riutilizzati per la carrozzeria delle automobili. Dovremmo limitare lo smog anche con lo stimolo perso-nale di condurre una vita più sana, riducendo l’utiliz-zo delle auto e camminando più spesso a piedi o in bici-cletta per raggiungere la scuola o il posto di lavoro – cosa che ridurrebbe anche i problemi legati al sovrappe-so – e si potrebbe creare in ogni città con un alta percentuale di smog una zo-na adibita alla sola circolazione dei veicoli. Tutto questo si potrebbe realizzare se ci fosse la volontà di realizzarlo: se non creiamo noi per primi le fon-damenta, tutto il palazzo crollerà di sicuro. Infatti in Italia molte persone hanno sostenuto idee bril-lanti al fine di ridurre l’inquinamento; ma se non iniziamo a rispettare l’ambiente, il mondo, il no-stro pianeta, essendo in primo luogo più civili nella sua cura, mai niente potrà cambiare.

Silvia Getuli

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Com’è che fa sempre più caldo? Effetto serra: costi e benefici “La cosa più costosa che possiamo fare è quella di non fare nulla. Questo bilancio fa dell’azione per il clima una priorità”. Con questa frase Barak Obama, ex presidente degli Stati Uniti e fautore di una politica attenta all’ambiente, ha voluto ribadire che se non risolviamo al più presto il problema del clima si può provocare un grave danno al nostro pianeta. Ce ne stiamo rendendo con-to da soli, basta guardare l’anno appena passato per osservare come il clima sia mu-tato radicalmente. Caldo, freddo, caldo, le stagioni sembrano impazzite e con loro an-che le piogge. Non a caso il 2016, con un in-nalzamento quasi di un grado centigrado su-periore alla media del 1900, è stato conside-rato dalla NASA l’anno più caldo di sempre battendo i record precedenti. Da milioni di anni la terra è costantemente illuminata dalle radiazioni elettromagneti-che provenienti dal sole che scaldano il no-stro pianeta e danno origine alla vita. Oggi noi parliamo del problema dell'effetto serra ma non ne conosciamo profondamente i meccanismi che lo regolano. Si tratta di un fenomeno naturale da sempre presente e che regola la temperatura. In effetti sono gas che trattengono il calore del sole nella zona più prossima alla superficie terrestre, riscaldandola. In generale non sono una co-sa negativa. Senza di loro la terra perdereb-be troppo calore e sarebbe una crosta di ghiaccio. In questo caso e in determinate condizioni svolgono quindi una azione favo-revole alla vita. Allora dov’è il problema? Es-sendo l’atmosfera un sistema equilibrato do-ve se entra qualcosa, qualcosa esce. Questo equilibrio è andato in tilt. Il problema è causato dall'eccessiva presen-za di questi gas come: vapore acqueo (H2O), anidride carbonica (CO2), protossido di azo-to (N2O), metano (CH4). Il loro aumento è

dovuto al massiccio utilizzo dei combustibili fossili e alla deforestazione incontrollata. Le conseguenze sono sotto i nostri occhi, e ne elenchiamo quelle più evidenti: lo sciogli-mento dei ghiacciai perenni e le calotte pola-ri, con conseguente innalzamento dei livelli del mare: questo significa che alcune isole e città costiere potrebbero essere sommerse. Le acque dell’oceano che si stanno acidifi-cando, uccidendo specie animali e determi-nando minore nutrimento per gli uomini.. Inoltre in alcune zone ci sarà siccità, in altre piogge troppo abbondanti, fenomeni che fa-ranno gravi danni all’agricoltura e che po-trebbero causare carenze di cibo e addirittu-ra carestie. Non è certo un bello scenario quello che si sta prospettando anche perché associato ad eventi naturali estremi come frane, valanghe alluvioni, terremoti ecc, che si verificano sempre più spesso, si pro-spettano danni economici superiori ai 400 milioni di dollari, secondo le stime dell’Agen-zia europea dell’ambiente. Nonostante la maggior parte degli scienziati sia ormai d’accordo nell’affermare che il ri-scaldamento globale esiste ed è causato dall’uomo, ci sono ancora persone che lo ne-gano affermando che i cambiamenti clima-tici ci sono sempre stati, ma è anche vero che non sono mai stati così grandi e veloci, sarebbe quindi saggio aprire gli occhi e preoccuparcene attivamente prima che la situazione precipiti, adottando strategie per ridurre le emissioni di gas nocivi. Anche a livello politico si sta cercando di fare qualco-sa, e nel dicembre del 2015 si è tenuta a Pa-rigi la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici; si sono adottate mi-sure preventive per impedire che la tempera-tura media globale non aumenti più di due gradi entro il 2100 ma, secondo gli esperti, i piani di Parigi sono insufficienti a far rag-giungere i traguardi prefissati, perché passa-re dal dire al fare e mettere in pratica i buoni propositi non è sempre semplice. La cosa che ci lascia perplessi e dubbiosi è il cambiamento della politica americana con l’elezione del nuovo presidente Donal Trump. Il miliardario non ha fatto mistero

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della inversione di tendenza rispetto all’attenzione ai cambiamenti climatici del suo predecessore. Le sue esternazioni co-me:” I cambiamenti climatici sono una “bufala” inventata dalla Cina per impoverire l’America” , e l’elezione di un attivo negazio-nista, Schott Pruitt a capo dell’EPA, ente per la protezione ambientale, aprono scenari di controtendenza che non sono di buon auspi-cio. E noi che cosa possiamo fare? Da cittadini votare partiti che si impegnano a regolare le emissioni nel nostro paese. Da consumatori: comprare prodotti da aziende che rispettino l’ambiente. Dare un contributo nel quotidia-no tenendoci informati e riciclando. Prende-re i mezzi pubblici invece dell’auto o farci una bella camminata.. Risparmiare l’acqua e l’energia, magari indossare un maglione in più invece di alzare la temperatura dei ter-mosifoni. Non possiamo più far finta di non sapere, siamo tutti in ballo, se ci impegnia-mo possiamo ancora farcela a salvare que-sto nostro pianeta, tutelando la nostra stes-sa salute. Giulia Vernucci

INTERVISTA AD UN NONNO SPECIALE Il luogo in cui noi tutti viviamo, l’ambiente, ha diritto di essere rispettato e quindi non inquinato. Molte volte sentiamo in televi-sione o leggiamo sui giornali che il forte inquinamento sta distruggendo gran parte del territorio del nostro Paese. Per fortuna c’è qualcuno che, nel suo pic-colo, tenta di porre rimedio a tutto questo e salvaguardare la natura. È il caso di mio nonno, Francesco Coarelli (proprio come me), il quale da oltre trenta anni si occupa dell’ARAL, l’associazione regionale degli

apicoltori del Lazio, e ne è Presidente ono-rario. D. Come è nato il tuo interesse per l’api-coltura? R. Risale a tanti anni fa, quando sentii il bisogno di occuparmi in maniera più effi-cace di questa attività, tanto preziosa, no-ta e praticata fin dai tempi più remoti. D. Cosa potrebbe accostare i giovani di oggi all’apicoltura. R. Sicuramente il fatto di poter praticare un’attività all’aria aperta, che esalta le ec-cellenze del nostro territorio e nello stesso tempo permette di custodire e salvaguar-dare la natura. D. In che modo l’apicoltura può aiutare l’ambiente? R. Rispettandone tempi e ritmi, non po-nendosi obiettivi come quello del profitto o dello sfruttamento ambientale. Tutte le fa-si di questa nobile attività infatti, avvengo-no nel totale rispetto dell’ambiente. D. Il miele prodotto nel Lazio è molto venduto a livello nazionale? R. Certo, non solo è venduto in Italia ma anche all’estero e sono particolarmente pregiate alcune varietà monofloreali, co-me quello di eucalipto e di acacia. Francesco Coarelli

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Pag. 22 GreeNews

O rmai da molto tempo il nostro pianeta è

inquinato e già ci sono stati degli AL-

LARMI INQUINAMENTO.

Per esempio i mari e i fiumi sono molto in-

quinati per via delle industrie che scaricano

senza rispetto gli scarti nell’acqua.

L' inquinamento ha anche favorito l'effetto

serra, infatti l'anidride carbonica (gas nocivo

per gli uomini) ha formato una specie di cap-

pa intorno alla Terra che non fa passare il ca-

lore emesso da questa. Così il troppo calore

nell'atmosfera sta facendo sciogliere anche i

ghiacciai delle cime più alte, che fino a poco

tempo fa erano considerate eterne. Questo

provoca l'innalzamento dei mari, la sommer-

sione di isole e il mutamento della flora e

della fauna.

Il troppo calore provoca anche gravi tumori.

Ma non bisogna pensare che sono solo le

fabbriche le colpevoli dell’inquinamento:

spesso siamo noi a produrlo, anche con le

azioni più inconsapevoli, come prendere la

macchina anche per fare brevi tragitti, che

potrebbero essere fatti a piedi.

Inoltre anche il più semplice rifiuto lasciato

dove non deve essere può causare danni! E

poi la maleducazione è contagiosa: chi passa

e vede spazzatura a terra pensa: “Ma si, l'ha

buttato lui, quindi posso farlo anche io!”.

Ed il bello (anzi, il brutto) è che a pochi pas-

si di distanza c'è un cassonetto.

I rifiuti lasciati in giro non sono solo brutti

da vedere e maleodoranti, essi attirano topi,

che portano malattie e rilasciano sostanze

che penetrano nel terreno inquinando le falde

acquifere e il terreno stesso. Così i prodotti

della terra diventano come dei veleni, e an-

che gli animali, che si cibano di essi, si am-

malano. Per le persone il rischio è doppio

perché noi consumiamo sia le verdure che le

carni. Un esempio di ciò è quanto è accaduto

nella terra dei fuochi, dove dei delinquenti

hanno sotterrato rifiuti tossici e i contadini,

all’ oscuro di tutto, hanno continuato a colti-

vare la terra. La conseguenza è stata che tan-

te persone si sono ammalate e morte, e poi,

chi vive lì, spesso non ha neanche i soldi per

trasferirsi, ed è condannato a vivere in quel

posto totalmente inquinato.

Un altro grave problema di salute del nostro

pianeta è stato rilevato in Antartide, a causa

del buco dell'ozono. Esso si trova nella zona

della stratosfera ed è formato da molecole di

ozono e ossigeno. I principali responsabili

del buco dell’ozono sono i gas CFC, quelli

contenuti nelle bombolette, (che vengono

usati dai “writers” per disegnare i “murales”

ed alcune volte sporcare i muri delle città)

cioè clorofluorocarburi. Una molecola di

questo gas, dopo essere salita fino alla strato-

sfera, può distruggere fino a 1000 molecole

di ossigeno.

L'ozono ci protegge dai raggi ultravioletti

del sole e, quindi, distruggendone una parte,

passano tali raggi che fanno molto male alla

pelle perché

alterano il suo

PH, provocan-

do anch'essi

tumori.

Eppure baste-

rebbe poco per

comportarsi in

modo civile e

proteggere la

salute del no-

stro pianeta e

di conseguenza anche la nostra.

Ora, ad esempio, si è introdotta la raccolta

differenziata, che separando gli scarti ricicla-

bili da quelli che non lo sono, permette di

recuperare tanti materiali, evitando di utiliz-

zare la materia prima.

Per evitare l'inquinamento si potrebbe pro-

durre la carta senza tagliare nuovi alberi, op-

pure si potrebbero uccidere meno animali

per fare le giacche o le borse di pelliccia pre-

giata, che poi non servono a niente.

Si potrebbero anche costruire più parchi pro-

tetti, anche marini, dove le specie in via di

estinzione sono protette e la natura non può

essere distrutta.

Oppure evitare, per cercare minerali, di sca-

vare delle buche distruggendo foreste intere,

come è capitato alla Foresta Amazzonica,

che è in parte distrutta, perché sotto di essa si

trova l'oro, quindi si cerca di prenderne il più

possibile.

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Pag. 23 GreeNews

Cercare di non buttare a terra le cartacce e

quando qualcuno le butta invitarlo gentil-

mente a riprenderle.

Si potrebbe dare una risistemata alla città,

per esempio i muri scritti andrebbero sbian-

cati e magari i paletti storti raddrizzati.

E per finire dare un tocco di colore alla città,

anche aggiungendo nuove piante, visto che

ci sono tutti questi palazzi grigi che, secondo

me, insieme allo smog rendono la città poco

accogliente.

E poi, chi vive in mezzo al colore è più sere-

no!

Giulia Fresegna

I fattori che provocano l'estinzione del-le balene sono principalmente quattro:

1-I CAMBIAMENTI CLIMATICI 2-L'ASSOTTIGLIAMENTO DELLA FASCIA

DELL'OZONO 3-L'INQUINAMENTO

4-LA SCARSITA' DI CIBO

Il fattore che ci interessa di più, ma non per importanza, è l'inquinamento. Le so-stanze tossiche rilasciate nell'ambiente vengono accumulate nei tessuti adiposi delle balene, entrando così nella catena alimentare; a dimostrarlo furono i giap-ponesi che prendendo delle balene dalla Norvegia trovarono al loro interno del POPs, una sostanza nociva per il corpo. Un altro fattore legato all'estinzione è la pesca eccessiva, infatti, molte balene ri-mangono imprigionate nelle reti e molto spesso muoiono. Ma il fattore più impor-

tante per l'aumento di balene è la ripro-duzione, che in natura avviene molto ra-ramente. Una volta che avviene, le bale-ne concepiscono solamente un piccolo balenottero, che rimane vicino alla mamma fino all'età di tre anni. Ma tutto questo avviene solo se l'uomo non mette mano, perché in molti paesi le balene vengono cacciate per le loro carni e per le loro pelli. Invece per quan-to riguarda gli altri fattori sono causati sia dalla natura che dall'uomo; ad esem-pio i cambiamenti climatici per certi ver-si sono una cosa naturale; l'assottiglia-mento della fascia dell'ozono invece è un fattore provocato dall'uomo. Per quanto riguarda infine la scarsità di cibo per le balene, essa è dovuta dall'uomo, che pescando leva il nutrimento per le balene. La maggior parte dell'estinzione delle balene è dovuta dall'uomo ed è per que-sto che eviteremmo l'afflusso di naviga-zioni negli oceani in cui vivono queste creature. Infatti navigando in questi po-sti con delle navi molto grandi si danneg-gia il loro habitat. Sara Di Sapia, Sophia De Leo

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Pánta rêi è il “tutto scorre” attribuito a Eraclito un filosofo greco nato ad Efeso tra il VI ed il V secolo a.C. Se chiudo gli occhi riesco a vederlo mentre guarda l’acqua del fiume che scorre vicinissimo alla sua città immer-sa nel verde e nella tranquillità, che ancora oggi caratterizza quella città che io conosco. Lo invidio e penso cosa direbbe oggi Eraclito se guardasse lo scorrere del Tevere e vedesse quello che questo trascina verso il mare: acqua fognarie, scarichi industriali, sostanze nocive, concimi chimici, metano in quantità tal-mente alta da dar vita ad un inquina-mento stabile. Acqua che finisce in mare dove magari una petroliera ha lavato le sue cisterne scaricando in mare oli minerali che danneggiano irrimediabilmente la vita marina. E’ l’uomo l’unico colpevole, è lui (siamo noi) che con il suo atteggiamento sfrutta al massimo ogni risorsa pen-sando sia eterna. La deforestazione, l’uso del carbone e dei suoi derivati con il conseguente au-mento dell’anidrite carbonica dell’at-mosfera che da poi inizio all’effetto serra che da a sua volta via all’aumento delle temperature medie del pianeta che porta allo scioglimento dei ghiac-ciai , alla crescita del livello dei mari , alla formazione degli uragani.

L’uomo che costruisce dove non do-vrebbe e poi si scaglia contro la natura che definisce crudele perché magari con un terremoto, con un uragano, con un’inondazione, una slavina si porta via tante vite. Cosa direbbe Eraclito? Lo vedo scuotere la testa lo vedo an-che prendermi la mano per portarmi nella sua città in riva al fiume che lo ha ispirato perché gli abitanti della città che è sorta a qualche chilometro dall’antica Efeso hanno un profondo ri-spetto della natura e lo manifestano con case dotate di pannelli solari, con pale eoliche che sfruttano il vento, che lì soffia costantemente, per ricavarne l’energia elettrica. Con l’uso di fertilizzanti naturali con la cura quasi maniacale di alberi, ruscelli, fiori e animali. Io penso che per riprenderci il nostro bellissimo pianeta dovremmo fare dei grandi passi indietro imparando a ri-spettare ed amare ogni cosa che ci cir-conda perché noi facciamo parte del mondo e continuare a trattarlo come facciamo ora sarebbe come distrugge-re noi stessi sempre più velocemente.

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Dalla saggezza del pensiero filosofico di Eraclito alla consapevolezza del “valore” dell’ambiente. Eraclito nacque ad Efeso in Asia Minore e raggiunse la maturità attorno al 500 A. C. Per il suo carattere superbo ed altero, ostile alla democrazia della sua città, nonché per le sue opere molto complesse, venne soprannominato ‘’ l’oscuro ’’. Si ritirò nel tempio di Artemide dove scrisse il libro ‘’ Peri Physeos’’ , vivendo in con-templazione ed in isolamento. Alla base del pensiero di Eraclito vi è la contrap-posizione tra la filosofia da lui identi-ficata con la verità e la comune menta-lità degli uomini. Egli divide la società in due gruppi: i dormienti sono la gen-te comune, coloro che non comprendo-no le leggi del mondo e si affidano ai miti, poi ci sono gli svegli, cioè i filoso-fi, capaci di cogliere il segreto delle cose. E’ di Eraclito la teoria del diveni-re; egli immagina il mondo come un fiume in cui tutto scorre, tanto che non ci si può bagnare due volte nelle stesse acque, perché ogni cosa muta in continuazione: teoria esplicitata nel “ Panta rei”. La forma dell’essere è il divenire, poiché ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione ed anche ciò che sembra statico e fermo in real-tà è dinamico. Questa interpretazione filosofica ci riporta indietro nel tempo quando ancora il rapporto uomo-ambiente era armonico e i due fattori citati erano opposti, ma avevano un bi-

sogno utilitaristico l’uno dell’altro. Col passare dei secoli l’uomo si è indub-biamente evoluto, ma ha perso un po’ della sua saggezza venendo meno il ri-spetto per la natura. Il rapporto non è più armonico ma profondamente sbilan-ciato, l’uomo aggredisce, distrugge, sfrutta, e la natura da benigna diventa “matrigna”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, pensavamo di poter im-perterriti violentare l’ambiente che ci circonda senza pagarne le conseguen-ze? L’ambiente pur profondamente ma-nomesso dal sistema industriale, rima-ne ancora la nostra risorsa, che ri-schiamo di portare al collasso conti-nuando a cementificare ed inquinare per smania di profitto. Oggi più che mai occorre diventare consapevoli che l’ambiente è una risorsa limitata e irri-producibile, per questo lo dobbiamo di-fendere con le unghie e con i denti per conservarlo, valorizzarlo e non sempli-cemente sfruttarlo o divorarlo. Esso è l’habitat in cui la qualità della vita non deve essere un lusso ma la necessità stessa per sopravvivere. Il territorio deve essere certo utilizzato per atti-vità economiche, turistiche e è produt-tive, ma nel rigoroso rispetto della no-stra identità geografica e paesaggisti-ca, ma anche di quella storica, cultura-le e linguistica. Allora basta essere dormienti, cerchiamo di essere svegli come i filosofi secondo la lezione di Eraclito, siamo ancora in tempo per rimboccarci le maniche e salvaguarda-re l’ ambiente, la nostra risorsa più pregiata, un “valore” inestimabile, dal quale dipende il nostro sostentamento e benessere. Luna Carpentieri

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L a deforestazione e il disboscamento so-

no problemi comuni in tutta Europa che

causano molti danni all'ambiente e anche a

noi esseri viventi. In Europa attualmente ri-

mane solo il 3% di foreste, una percentuale

davvero troppo esigua. Abbiamo cercato di

affrontare il problema chiedendo ad alcune

persone cosa ne pensano:

Alla domanda “Cosa ne pensi del disbosca-

mento in Italia?”

Ci è stato risposto che è un problema molto

serio perché verrà a mancare l'ossigeno che

aiuta a vivere noi esseri viventi, partendo

dalle piante che sono quelle che trasformano

l'anidride carbonica in ossigeno e che il di-

sboscamento in Italia, come in tutte le nazio-

ni del mondo, è sbagliato, perché i boschi

danno ossigeno alla terra, costituiscono la

nostra linfa vitale.

Una piaga difficile da debellare in Italia è

quella dei piromani, che soprattutto in estate

agiscono pressoché indisturbati su e giù per

la Penisola, deturpando in modo spesso irri-

mediabile il nostro patrimonio boschivo. Ab-

biamo provato a chiedere: “Cosa fare e come

punire chi incendia volontariamente?”

Abbiamo notato come ci sia da parte di tutti,

il desiderio di non lasciare impunito chi lo

fa, anzi di punirlo seriamente molto seria-

mente, anche con la prigione e pene severe

e multe. Qualcuno, quasi rassegnato, ci ha

risposto che esistono già sanzioni per punire

chi incendia i boschi volontariamente sareb-

be importante che chi di dovere faccia rispet-

tare le leggi già esistenti.

Quindi “Come risolvere il problema degli

incendi?”

Di fronte alla razionalità dei più, che in mo-

do energico ci hanno detto con più controlli

e penalizzando chi provoca gli incendi ci è

piaciuta la risposta di un signore avanti con

gli anni cresciuto in un paese di montagna

che quasi rassegnato ci ha risposto “Penso

che non si possa risolvere se il problema sia-

mo noi esseri umani…dovremmo cambiare

la mentalità, pensare che stiamo distruggen-

do il nostro mondo, la nostra atmosfe-

ra...quindi non credo ci sia una formula ma-

gica. Dovremmo cominciare da noi stessi,

dalla nostra testa.”

Noi siamo d’accordo con lui, bisogna innan-

zi tutto educare le nuove generazioni ad aver

rispetto di ciò che la natura ci ha donato. Po-

tremmo vietare l'utilizzo dei fuochi per alcu-

ni Km dai boschi o potremmo mettere più

leggi e divieti per impedire gli incendi. Ma

soprattutto ci piacerebbe che ogni persona

colta a deturpare un albero subisca una ade-

guata pena del contrappasso e sconti la giu-

sta punizione passando gran parte della sua

vita a piantare nuovi alberi per tutti quelli

che ci sono e che verranno…

Giovanni Ciarcia, Chiara De Santis, Camilla

Gargiulo, Emanuele Leva , Giulia Natale

N ell' ultimo periodo i problemi am-bientali sono aumentati e uno di

questi è l'inquinamento dell'ambiente mari-no. Tra le specie animali più a rischio ci so-no la foca monaca e i datteri marini. In Italia ci sono molti parchi marini ed esistono nu-merose associazioni che controllano le no-stre coste e il nostro desiderio è che siano destinate ad aumentare. Bisognerebbe mol-tiplicare i parchi marini per proteggere e tu-telare gli animali a rischio d'estinzione. Un esempio è costituito da "Zoomarine", un luogo delizioso poco lontano da Roma in cui far divertire i bambini ma allo stesso tempo in grado di far capire alle famiglie quanto sia fondamentale evitare l' estinzione di tante specie meravigliose. Per mantenere le spiag-ge pulite, quando qualcuno butta rifiuti sulla spiaggia ci dovrebbero essere dei poliziotti in borghese che obbligano la persona che ha contribuito nel suo piccolo a rovinare la spiaggia a pulirla. In Italia ci sono molte spiagge straordinarie che ogni giorno vengo-no inquinate. Alcune di esse sono state pro-tette dopo alcuni episodi spiacevoli, come è

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successo ad esempio ad una spiaggia in Sar-degna, detta la spiaggia rosa. Si è scoperto che i visitatori si prendevano manciate di questa sabbia rosa e se la portavano a casa. Si può essere più incivili? Le soluzioni più comuni dovrebbero essere: usare meno prodotti chimici, smaltire in modo corretto i rifiuti, non gettare rifiuti negli scarichi di casa, evitare l' uso di plasti-ca, non usare pesticidi e diserbanti, agire in modo ecologico anche a scuola o a lavoro ed aiutare a ripulire le spiagge o i corsi d' ac-qua. Se queste azioni fossero eseguite da tutti forse i nostri mari, fiumi, laghi ecc. sa-rebbero più puliti! Per mantenere le spiagge pulite è necessa-rio dare delle multe salate ma soprattutto bisogna pretendere educazione e rispetto da parte dei visitatori. Le condizioni delle nostre spiagge sono talvolta pessime ed ognuno di noi dovrebbe contribuire per la loro salvaguardia. La soluzione migliore sa-rebbe quella di invitare le persone a non gettare rifiuti sulla spiaggia o nel mare per evitare l' estinzione di molte specie animali e preservarne altre. Sarebbe bello se ogni scuola organizzasse almeno una settimana l’anno di “Ecologia

sulla spiaggia”, portando gli studenti a con-statare con mano i danni provocati dall’uo-mo, per far rendere consapevoli tutti del pericolo che corriamo. Raccogliere i rifiuti e preparare la spiaggia alla nuova estate, que-sto sì che ci farebbe davvero capire l’impor-tanza del mare! Se ogni ragazzo potesse per almeno un gior-no essere Ministro dell’Ambiente, oltre a fa-re più controlli sugli scarichi industriali e a tutelare maggiormente le specie animali, or-dinerebbe a tutti gli adulti di dire basta a ciò che inquina il mare. Sarà che a noi l’idea del mare fa pensare alle vacanze e alzi la mano chi non ama immaginare se stesso sdraiato su una spiaggia pulita a contemplare il mare limpido e trasparente proprio come quello di certe fotografie…il nostro paese è pieno di spiagge meravigliose, è un nostro dovere tutelarle per noi e per le generazioni future. Sharon Buffolo, Elisa Stefanelli, Matteo Di

Clemente, Emil Nichita, Aurel Racaru

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L'acqua dolce è fondamentale per la no-stra vita e sta quasi per diventare rara. Gran parte dell' acqua è intrappolata nei ghiacciai e nelle calotte polari, ma anche nei mari, nei fiumi, nei laghi, negli oceani e nelle falde sotterranee. L'acqua è mol-to preziosa, non è infinita quindi non dobbiamo sciuparla. Molte, troppe volte il mare è ricco di sostanze nocive che spesso vengono trasportate dai fiumi. L'alluvione è un'inondazione catastrofica causata da condizioni atmosferiche par-ticolari, che provocano piogge torrenziali per giorni o settimane consecutivi. Tale evento è favorito dai cambiamenti clima-tici che si stanno verificando nella zona dell'Europa; i dati sono impressionanti, circa 20.000 vittime e quasi mezzo milio-ne di senzatetto. Molti fiumi sono strari-pati invadendo pianure e città causando alluvioni e frane disastrose. In Italia le inondazioni più catastrofiche sono avve-nute in Valtellina, a Cuneo, ad Asti, ad Alessandria, a Sarno, a Genova. Però non sarebbe del tutto impossibile evitar-le, per esempio si dovrebbero tagliare meno alberi sulla riva dei fiumi. Alla do-manda su cosa potremmo fare per evita-re le alluvioni, la risposta più frequente ed unanime è stata quella di non inter-rompere il percorso della natura ma di rispettarla. Forse lo stato potrebbe occu-parsi di più della manutenzione dei tom-bini e degli argini dei fiumi. Secondo noi il nostro paese è soggetto a numerose inondazioni perché negli ultimi anni c'è stato un forte cambiamento climatico. L'Italia è un paese che, costantemente , soprattutto nel periodo autunnale, è sog-getto a pericolose alluvioni, spesso con numerosi morti. E ogni volta i mass me-dia ci bombardano con fiumi di articoli e ci ripropongono sempre la stessa do-manda: perché? E noi ci chiediamo perché un paese civi-le come l'Italia non è in grado di garanti-

re questa sicurezza ai cittadini? Perché se piove per giorni interi la popo-lazione deve aver paura di uscire di ca-sa? Perché alla fine tanti interrogativi riman-gono tali e nessun governo, nessun sin-daco, nessun prefetto è in grado di pren-dere per mano la situazione e dare una risposta ai cittadini? Troppo spesso, do-po una tragedia, si pensa a quello che si poteva fare. Anziché chiudere la stalla con i buoi già fuggiti, sarebbe il caso che durante il periodo estivo si pensasse a prevenire e a tutelare il nostro meravi-glioso Paese. Serena Anghel , Alessia Androne, Davi-

de Tatu, Elisa Marchetti Elisa, Giovanni

Digiacomo

D a due anni circa a Roma e nelle periferie è stato inserito un nuovo sistema di smalti-

mento dei rifiuti: la raccolta differenziata. Da molti cittadini di Roma questo cambio non è sta-to preso nel modo giusto. Abbiamo intervistato alcune persone apparte-nenti a varie fasce d’età per capire i diversi punti di vista da un’età all’altra, domandando cosa ne pensassero della differenziata e perché a Roma non funzionasse a dovere. Tutti ci hanno risposto che è giusto farla ma visto che non c’è organizza-zione si dovrebbe tornare al sistema precedente,

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magari adibendo delle aree con cassonetti diffe-renziati. Anche secondo noi è giusto farla, ma con la giusta organizzazione, dando maggiori in-formazioni ai cittadini e coinvolgendo tutti per il medesimo obiettivo: Roma pulita! Se avessimo la possibilità di fare una richiesta alla sindaca Raggi le vorremmo chiedere di guar-darsi intorno, di imporre multe severe anche a chi getta piccoli rifiuti in terra e di pensare un po’ di più alle periferie di Roma. Sappiamo che ciò che ha ereditato non è una questione facile ma nel nostro quartiere ogni giorno vediamo rifiuti buttati per le strade, cibo e spazzatura sparsi in mezzo alla strada perché tolti via dai cani e dai gatti randagi di notte, signori che non raccolgono i bisogni dei propri animali perché non hanno tempo, un degrado tale che spesso ci fa deside-rare di voler abitare altrove. Ma noi abitiamo a Roma, Roma che è da sempre Caput mundi, la Città Eterna e tale deve rimane-re. Roma è una delle mete turistiche preferite dagli stranieri di tutto il mondo. E’ la città che tutto il mondo ci invidia e che chiunque desidera visita-re almeno una volta nella vita. Noi che ci abitia-mo abbiamo il dovere di proteggerla e di preser-vare il suo valore storico, artistico e culturale. Molte delle sue meraviglie si stanno rovinando a causa delle disattenzioni dell’ uomo e questo a noi romani deve farci riflettere. Perciò, come si dice dalle nostre parti, “Volemose bene” e ab-bracciamo idealmente la nostra città , amiamola imparando innanzitutto a non sporcarla e a de-nunciare chi non la rispetta .I turisti devono tor-nare ad amarla e noi dobbiamo presentarla agli occhi del mondo pulita, meravigliosa, unica…come solo Roma sa essere. Laura Duro, Fabiola Garsia, Alessio Caldarella

Per molti anni, e ancora oggi la Calabria è sog-getta allo smaltimento illegale di rifiuti radioatti-vi provenienti dalle industrie italiane del Nord, e dal resto d'Europa. Questo smaltimento viene praticato dalla mafia perché ci guadagna tanti soldi ma in modo disonesto. La Mafia smaltisce i rifiuti radioattivi in due modi: il primo modo è di

caricare i fusti su una nave, portarla al largo e affondarla. Il secondo modo, è impastare i rifiuti assieme al cemento. Il secondo caso venne fatto dalla mafia quando far affondare le navi diventa-va pericoloso. Secondo la testimonianza di un pentito della mafia, l'ultimo tratto della galleria tra Rosarno e Gioiosa Ionica sarebbe stato fatto con del cemento mischiato con scorie radioatti-ve. Ci sono persone che decisero di indagare sull'affondamento delle navi, come il capitano Natale De Grazia che nel 1991 stava indagando sulla nave incagliata sulla spiaggia di Amantea: la Jolly Rosso. La Jolly Rosso non è l’unico caso di affondamento di navi. Secondo le informazioni del blog “Su la testa” , lo Stato Italiano conosce il nome e il luogo di 55 navi affondate nei mari ita-liani. Secondo l’anti-mafia, invece, sono circa 88 le navi affondate nei mari italiani tra il 1979 e il 2001. A causa di questi rifiuti radioattivi molte persone si ammalano, e di conseguenza muoio-no come è accaduto al pescatore Fausto Squilla-ciotti, che dopo aver ritirato le sue reti da pesca vide una palla di fango. Quando la toccò, avvertì un forte prurito e un bruciore. Dopo un breve periodo si ammalò di LMC (leucemia mieloide cronica) e morì dopo 14 anni. L'ingegner Colosi-mo, nel 1993 vide dei fusti radioattivi sulla spiaggia di Copanello. Giulio Golia, un giornali-sta di un programma te-levisivo (le Iene), decise di indagare sul letto del fiume Franco, dove, tempo fa, venne avvistato un fusto arancione. Quando andò a misurare la radioattività sul letto del fiume Franco, questa era di 2.942 (30 volte superiore al normale). La radioattività ad un metro e mezzo di profondità in Calabria è quasi come quella di Chernobyl do-po 25 anni. Queste informazioni sono state prese dal sito “il Lamentino.it” . Secondo me questa attività illecita, che troviamo in tutta Italia, prati-cata soprattutto nel Sud della penisola, gode dell'appoggio di politici corrotti che aiutano la mafia in cambio di denaro. Se io potessi cambia-re le cose, farei maggiori controlli sui territori esposti alla radioattività, farei controlli anche nel mare, metterei in sicurezza i territori esposti maggiormente alle radiazioni, farei indagini sui relitti affondati e cercherei i fusti radioattivi per metterli in sicurezza. Gabriele Frisina

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“Senza acqua non si vive e con poca acqua si vive male” LA TERRA: IL PIANETA AZZURRO L’ acqua è senza dubbio la più importante risorsa della Terra, è responsabile dei cambiamenti delle sue forme geologiche e paesaggistiche ed è sol-tanto grazie alla sua abbondante presenza che è stata possibile la nascita e l’evoluzione della vita vegetale e animale. L’acqua ricopre, infatti, i ¾ della superficie terrestre, al punto che la Terra vista dallo spazio appare quasi come un “pianeta liquido”, un pianeta azzurro. “Dove non c’è acqua non c’è vita” L’ACQUA: LA BASE DELLA VITA L’acqua è la molecola più abbondante su tutta la Terra, tanto da costituire dal 50% a oltre il 90% del peso di ogni essere vivente. L’acqua è indispensabile per la vita. Tutti i viventi sono costituiti per la maggior parte di acqua allo stato liquido. Nell’uomo, il bisogno d’acqua cre-sce enormemente. La nostra routine quotidiana è strettamente dipendente dall’acqua. LA MOLECOLA D’ACQUA L’acqua è una molecola composta da un atomo di ossigeno legato a due atomi di idrogeno. La sua formula chimica è H2O. Ogni atomo di idrogeno possiede un solo elettro-ne che viene messo in comune con l’ossigeno che, a sua volta, partecipe ad un legame con un elettrone. LE PROPRIETA’ DELL’ACQUA E LA LORO IMPOR-TANZA Le caratteristiche particolari della molecola per-mettono all’acqua di avere una seria di proprietà importantissime: - DENSITA’ - TENSIONE SUPERFICIALE - CAPILLARITA’ - ELEVATA CAPACITA’ TERMICA - OTTIMO SOLVENTE UNA RISORSA PREZIOSA L’acqua è un elemento indispensabile per la vita

umana e la sua disponibilità condiziona l’esisten-za delle persone, la vita. Tuttavia, per miliardi di persone, disporre di 50 litri d’acqua ogni giorno è pura utopia. Oggi più di 1,5 miliardi di persone non hanno li-bero accesso all’acqua potabile e nel 2020, di questo passo, potrebbero essere più di 3 miliar-di. La conseguenza di tutto ciò è che circa un ter-zo della popolazione mondiale vive in paesi con-siderati ad “emergenza idrica”, nei quali viene utilizzata acqua considerata “non sicura” non è sufficiente a soddisfare la domanda. Quasi 3,4 milioni di persone ogni anno muoiono a causa di malattie trasmesse dall’acqua. Se non subentreranno cambiamenti significativi, circa 5,3 miliardi di persone, cioè 2/3 della popo-lazione della Terra, nel 2025 vivranno in condi-zioni di povertà idrica. E’ comunque da sottoli-neare che l’Italia è il Paese che consuma più ac-qua in Europa, il terzo nel mondo dopo Canada e Stati Uniti. E’ necessaria una nuova consapevo-lezza del fatto che la rarità crescente delle risor-se di acqua dolce ed il cattivo uso che ne viene ancora fatto, minacciano gravemente le possibili-tà di uno sviluppo sostenibile del nostro pianeta. Camilla Giori

L'inquinamento incide molto sulla nostra vi-ta quotidiana poiché dall'inquinamento di-pendono molte cose tra cui il cambiamento climatico. Con l'aumento della temperatura terrestre si altera il nostro habitat naturale. Il 60% dell'inquinamento è dovuto alla com-bustione di carbonfossili per la produzione di energia elettrica. Per diminuire l'inquina-mento basterebbe cercare il più possibile di usare fonti di energia pulita e rinnovabile. Le energie rinnovabili sono diverse: solare (costituito dai pannelli fotovoltaici), idroe-lettrica (fornitaci dalla velocità dell’acqua nei fiumi), eolica (prelevata grazie alla velo-cità del vento raccolta con delle pale), geo-termica (prelevata dal calore che emana la Terra), biomassa (ottenuta dai rifiuti natura-

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li). Per fortuna esistono persone con una buona coscienza che si impegnano a salva-guardare l'ambiente anche attraverso la diffusione di queste energie. Io sono molto vicino a questo discorso per-ché mia madre dal 2013 è entrata a far par-

te di una società che è nata come forni-trice di pannelli fo-tovoltaici, termodi-namici e molti altri prodotti per la sal-vaguardia dell'am-biente. Questa so-

cietà ha anche una collaborazione con l’A.N.T.E.R. - Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili - la quale ha in mente molti progetti. Tra questi progetti quello che, a mio parere, è il più interessante, è il progetto "Sole in classe" che manda dei suoi tesserati nelle scuole elementari e medie per dare ai ragazzi delle lezioni di educazio-ne all'ambiente che i nostri genitori non hanno avuto da piccoli. L'argomento dell'inquinamento, per fortu-na, viene trattato anche da uomini conosciu-ti e autorevoli; infatti anche Papa Francesco circa 2 anni fa fece un discorso su quanto è importante preservare la Terra, come anche il Presidente Obama, che in un discorso pro-nunciò la frase: "Noi siamo la prima genera-zione a soffrire dell' inquinamento e l'ultima che può fare qualcosa per salvare la Terra". Il Presidente in questa frase intende dire che è ora di muoversi per provare a inquinare di meno per preservare la Terra poiché la stia-mo portando alla morte. Giordano Graziani

Il termine Panta Rei è una bellissima espres-sione greca che viene indicata come un afo-risma di Eraclito. Essa significa “tutto scorre”

e per interpretarla Platone utilizza l'esempio del fiume: non si può toccare due volte la stessa acqua di fiume, poiché essa seguirà la corrente e scorrerà via. Noi possiamo appli-care lo stesso aforisma all'ambiente: abbia-mo fatto “scorrere” via troppe possibilità di salvare l’ambiente e ormai rimangono po-chissime opportunità, che tutti stanno igno-rando o trascurando con scuse che finiranno per distruggere il nostro bellissimo pianeta. Alcune di esse sono economiche (gli impianti di riciclaggio costano troppo, così come gli impianti fotovoltaici, le centrali idroelettri-che e tante altre installazioni che sono giudi-cati negativamente), altre di esse sono poli-tiche (si ritiene che sia meglio utilizzare l'e-nergia nucleare al posto di quella elettrica poiché il nucleare è più economico, ma an-che più pericoloso) e altre sono addirittura pregiudizi sociali (molte persone pensano che riciclare non serva a niente e per questo non rispettano tale principio e aumentano il problema dell'inquinamento urbano). Un modo per confutare tali scuse potrebbe es-sere capire che rispettare il Pianeta è un fon-damentale passo: occorre sviluppare l'edu-cazione ambientale sia nelle scuole, cioè partendo dai ragazzi, sia educando gli adulti, in quanto, ancora per qualche anno, saran-no loro i difensori dell'ambiente o i suoi di-struttori. Quindi, non siamo solo noi ragazzi a doverci preoccupare del mondo. Potrà es-sere la nostra determinazione e il nostro im-pegno a salvare l’ambiente, prima che il tempo scorra via dalle nostre mani toglien-doci l’ultima chance. Valeria Cristofanilli

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GreeNews Periodico dell’Istituto Comprensivo Donatello

Via di Grotte Celoni 20 - 00133 Roma

Redazione alunni

Alessandra Di Giulio, Alessia Androne, Alessio Caldarella, Andrea Stefanelli, Ariele D’Amici, Aurel

Racaru, Aurora Bianchi, Aurora Moroni, Beatrice Lorusso, Benedetta Trombini, Camilla Gargiulo,

Camilla Giori, Chiara De Santis, Danilo Minati, Davide Tatu, Valerio Di Paola Ficarella, Elettra

Calcagni, Elisa Marchetti, Elisa Stefanelli, Emanuele Leva, Emil Nichita, Fabiola Garsia, Federica

Cristofanilli, Francesco Coarelli, Gabriele Frisina, Ginevra Sabelli, Giordana Costantini, Giordano

Graziani, Giorgia Defranchi, Giovanni Ciarcia, Giovanni Digiacomo, Giulia Anzellotti, Giulia

Cicero, Giulia Fresegna, Giulia Vernucci, Gloria Sanniti, Irene Greco, Jennifer Muhimuzi, Laura

Duro, Lorenzo Illari, Lorenzo Spasaro, Ludovica Faiazza, Luna Carpentieri, Margherita Posca, Mariz

Saad, Matteo Di Clemente, Niccolò Tirabassi, Nicolò Mastrantoni, Raffaele Gentile, Erica

Santamaria, Sara Baldi, Sara Cortese, Sara Di Sapia, Serena Anghel, Sharon Buffolo, Silvia Getuli,

Silvia Luciani, Sofia Martino, Sophia De Leo, Tommaso Dionisi, Valeria Cristofanilli, Valerio

Boffa, Valerio D’Alessandro.

Redazione Docenti: Elena Margozzi, Davide Dionisi, Monica Pietrantoni, Eleonora Raso, Filomena

Zarrelli, Maria Andreina Parogni, Marina Zaganelli, Marta Compagnone, Tommaso Testaverde

Documentazione fotografica a cura di Emma Giorgi, Nicole Campione, Sabrina Cretu, Silvia Luciani, Zoran Todorovic

Responsabile del Progetto DonatelloNews Prof.ssa Lucia Viola

(questo numero è stato chiuso il 3 marzo 2017)