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1 FOCUS Il dramma nascosto di una attenzione sotto assedio Sito WE+Network, Febbraio 2015 Barbara Parmeggiani Executive Consultant, Psychotherapist & Coach [email protected] “His strategy was simple: focus” Daniel Goleman a proposito di Steve Jobs Daniel Goleman è uno degli autori che ha influenzato maggiormente la mia formazione professionale. La sua azione di divulgatore, anche al di là del best seller Emotional Intelligence, ha avuto un impatto incredibile sulla cultura occidentale. Mi ha colpito soprattutto il suo ruolo di mediatore intelligente tra U.S.A. e Oriente, in particolare per quanto riguarda meditazione e buddismo. Non tutti sanno infatti che Goleman è stato uno dei pionieri che, negli anni ’70, ha soggiornato lungamente in Asia per attività di ricerca. Attraverso due suoi amici Adam Angle e Francisco Varela (e il loro Mind and Life Institute, nato per stimolare il dialogo tra il Dalai Lama e gli scienziati occidentali), ha poi organizzato nel 1990 un incontro su Emozioni e Salute, pubblicato nel libro Healthy Emotions. Dieci anni dopo ha inoltre messo in piedi un secondo dialogo su ciò che rende distruttiva una emozione, narrato in un secondo libroDestructive Emotions. Cosi lo ricorda Mark Epstein, quando alla fine del decennio, frequentava il corso di Psicofisiologia di Harvard: L’argomento del corso era la connessione mente-corpo, gli stati di coscienza, il biofeedback e la relazione del sistema nervoso con l’umore e il pensiero. Alcune lezioni erano tenute in un auditorium da un professore, ma la gran parte dell’insegnamento si svolgeva in aule più ristrette guidate da studenti laureati. L’insegnamento della mia sezion e era condotto da un giovane, di nome Daniel Goleman, che aveva un casco di capelli scuri a riccioli e che, il primo giorno che avevo varcato la soglia della sua aula, portava un paio di pantaloni a coste larghe a zampa d’elefante, di colore porpora. I suoi pantaloni mi piacevano. Era appena tornato dall’India, dove aveva fatto ricerche sulle tecniche di meditazione, e portava ancora con lui l’aura del subcontinente. Mi pareva quasi di poter sentire il profumo dincenso. La mia reazione più

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FOCUS

Il dramma nascosto di una attenzione sotto assedio

Sito WE+Network, Febbraio 2015

Barbara Parmeggiani Executive Consultant, Psychotherapist & Coach

[email protected]

“His strategy was simple: focus”

Daniel Goleman a proposito di Steve Jobs

Daniel Goleman è uno degli autori che ha influenzato maggiormente la mia formazione

professionale. La sua azione di divulgatore, anche al di là del best seller “Emotional Intelligence”,

ha avuto un impatto incredibile sulla cultura occidentale. Mi ha colpito soprattutto il suo ruolo di

mediatore intelligente tra U.S.A. e Oriente, in particolare per quanto riguarda meditazione e

buddismo. Non tutti sanno infatti che Goleman è stato uno dei pionieri che, negli anni ’70, ha

soggiornato lungamente in Asia per attività di ricerca. Attraverso due suoi amici Adam Angle e

Francisco Varela (e il loro Mind and Life Institute, nato per stimolare il dialogo tra il Dalai Lama e

gli scienziati occidentali), ha poi organizzato nel 1990 un incontro su Emozioni e Salute, pubblicato

nel libro “Healthy Emotions”. Dieci anni dopo ha inoltre messo in piedi un secondo dialogo su ciò

che rende distruttiva una emozione, narrato in un secondo libro“Destructive Emotions”.

Cosi lo ricorda Mark Epstein, quando alla fine del decennio, frequentava il corso di Psicofisiologia di

Harvard: “L’argomento del corso era la connessione mente-corpo, gli stati di coscienza, il

biofeedback e la relazione del sistema nervoso con l’umore e il pensiero.

Alcune lezioni erano tenute in un auditorium da un professore, ma la gran parte dell’insegnamento

si svolgeva in aule più ristrette guidate da studenti laureati. L’insegnamento della mia sezione era

condotto da un giovane, di nome Daniel Goleman, che aveva un casco di capelli scuri a riccioli e

che, il primo giorno che avevo varcato la soglia della sua aula, portava un paio di pantaloni a coste

larghe a zampa d’elefante, di colore porpora. I suoi pantaloni mi piacevano. Era appena tornato

dall’India, dove aveva fatto ricerche sulle tecniche di meditazione, e portava ancora con lui l’aura

del subcontinente. Mi pareva quasi di poter sentire il profumo d’incenso. La mia reazione più

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immediata dopo il nostro incontro fu che desideravo tutto ciò che lui aveva:non solo il suo aspetto,

ma la sua comprensione delle cose.”

Insomma la dedizione di Goleman a questi temi non ha origine recente, anzi il guru

dell’Intelligenza Emotiva, si occupa delle innumerevoli sfaccettature dell’attenzione da ormai oltre

trent’anni. Rileggo quindi con piacere il suo bel volume, FOCUS, per verificare e fissare alcune idee

sull’utilizzo dell’attenzione nel mondo contemporaneo.

E’ sotto gli occhi di tutti come oggi l’attenzione sia assediata da ogni lato e come sia ormai entrato

nella consuetudine quotidiana vedere una persona che parla animatamente con un interlocutore

virtuale mentre consuma un veloce tramezzino al bar, o guidare l’auto dando costantemente

un’occhiata al navigatore, o ascoltare qualcuno mentre messaggia un amico sullo smartphone.

Quasi quasi non ci stupiamo più. Eppure è evidente che è arrivato il momento di chiederci che cosa

accade al nostro rendimento quando ci comportiamo così, frazionando il nostro impegno su mille

fronti. La nostra attenzione parcellizzata è altrettanto efficace della classica concentrazione che ci

guida nella elaborazione di un complesso calcolo matematico o di un lavoro prolungato che ci

assorbe completamente? La risposta di Goleman è certamente no.

Per restare concentrati e produttivi occorre guardarsi da due varietà principali di distrazioni, quelle

sensoriali e quelle emotive. Le prime sono in vertiginoso aumento nel mondo contemporaneo e ci

insidiano da tutte le parti. Pubblicità, avvisi, flash istantanei attraversano continuamente il nostro

campo di attenzione sotto le spoglie di un pop-up sullo schermo, di un banner chiassoso, di un

suono imprevisto che ci fa sobbalzare quando apriamo un biglietto di auguri. Una marea di

interlocutori cerca di sedurci attraverso i più originali espedienti per cercare di catturare un minuto

del nostro tempo.

Ancor più pericolose sono però le distrazioni che portano con sé una carica emotiva: la sfida più

grande viene dal tumulto di emozioni che attraversano le nostre vite. Per concentrarci dobbiamo

mettere a tacere i nostri catalizzatori emotivi, che altrimenti ci portano costantemente ad altro:

l’amico di un tempo che ci chiede la connessione su Linkedin ed attiva la nostalgia spensierata di

quei tempi, il capo maldestro che ci ha ferito con un commento malevolo e ci lascia frustrati e

offesi, la telefonata del partner che non arriva e che fa crescere ansia e nervosismo … E’ provato

che le persone che si concentrano meglio sono relativamente immuni ai tumulti emotivi. Per

quanto ci riguarda l’incapacità di abbandonare un oggetto di attenzione per soffermarsi su altri può

far sì che la mente si trovi a rimuginare senza fine ripercorrendo sempre gli stessi circoli di

preoccupazioni. Ruminazioni mentali, chiacchiericcio interiore, alta suscettibilità sono solo alcuni

dei sintomi che denotano che la nostra tranquillità psichica è a rischio. Eppure tutti gli insegnanti

sanno dalla loro esperienza che quando la mente è sgombra e la nostra attenzione è focalizzata

impariamo molto meglio!

Un altro nemico nascosto è poi il cosiddetto multitasking. Goleman ci ricorda che il multitasking più

che altro è un mito: in realtà la nostra attenzione non si può suddividere in parallelo. Somiglia più

a un tubo, che può condurre un liquido in un’unica direzione e non ad un palloncino che si può

gonfiare a piacimento. Se si cambia continuamente il centro di attenzione, si saltella da una parte

all’altra, la concentrazione si indebolisce, non si consolida nulla e si fa decisamente più fatica.

Riprendere un compito interrotto richiede anche una decina di minuti per arrivare al livello di

immersione precedente.

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Con fortunata definizione Michael Csíkszentmihályi aveva chiamato questo stato di immersione

profonda in un compito sfidante “the flow”: uno stato di flusso e assorbimento che può essere

raggiunto in attività anche disparate tra loro, dal gioco, al lavoro, all’arte, allo sport. Quando siamo

totalmente concentrati su una attività riusciamo a dare il massimo, quasi non ci accorgiamo del

tempo che scorre e la nostra performance diventa ottimale.

Riusciamo a farlo abitualmente? I dati che riporta Goleman dal mondo delle imprese sono

sconfortanti. Da ricerche contemporanee nel mondo del lavoro nordamericano sembra che solo il

20% dei dipendenti raggiungano uno stato di flusso almeno una volta al giorno, mentre il 15%

non riesce mai a contattarlo nella giornata-tipo. Quali sono invece gli stati d’animo più frequenti in

azienda? In barba a tutti gli sforzi sull’engagement, da una parte si parla di una maggioranza di

“annoiati”, ovvero di quelli che scorazzano su internet ad ogni piè sospinto, tra il Meteo, Facebook

e le aste online, e dall’altra di una componente cospicua di stressati, sommersi da ondate anomale

di adrenalina e cortisolo, incalzati dall’ansia e dalla incapacità di fermarsi.

In conclusione dobbiamo allora imparare a osservare la nostra attenzione e a capire meglio come

funziona: è come un muscolo, va allenata costantemente per migliorarla e per preservarne

l’efficacia è importante riposarsi. Magari scegliendo una bella passeggiata in un luogo silenzioso e

tranquillo piuttosto che una serata davanti alla playstation che invece di rilassarci potrebbe

aumentare esponenzialmente la fatica mentale derivante da una cascata di stimoli sensoriali

violenti e aggressivi. Stupirci poi che dopo un dessert di suoni, luci, colori movimento, emozioni

violente non riusciamo a prendere sonno?

I riferimenti sono a:

Mihaly Csikszentmihalyi, Flow: The Psychology of Optimal Experience, 2008

Mark Epstein, Going on being, Life at the crossroads of Buddhism and Psychotherapy, 2008

Daniel Goleman,

o Healing Emotions: Conversations with the Dalai Lama on Mindfulness, Emotions, and Health, 2003

o Destructive Emotions: A Scientific Dialogue with the Dalai Lama, 2004 o Focus: The Hidden Driver of Excellence, 2013

o Daniel Goleman website, In his own words,

http://www.danielgoleman.info/biography/

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In un ambiente confortevole, informale, partecipativo introduciamo e condividiamo spunti da un testo che ha costituito un riferimento per uno di noi,

ha influenzato il nostro modo di vedere il mondo, ha arricchito il nostro bagaglio professionale

Il vantaggio della felicità di Shawn Achor

mercoledì 15 APRILE 2015, 17.30-20.00 Sede Telethon, Via Varese 16b, Roma

17.30 Welcome a cura di Telethon

17.45 Saluto da We+Network

18.00 IL VANTAGGIO DELLA FELICITA’, di Shawn Achor

presentato da Sandra Camuffo

“We think we have to be successful, then we’ll be happier” Pensiamo che dobbiamo raggiungere il successo, e allora saremo più felici. Ma il nostro cervello funziona diversamente. La scoperta della Psicologia Positiva è che riusciamo ad essere creativi, motivati, energici, resilienti e produttivi quando siamo felici e abbracciamo il mondo e noi stessi con un pensiero positivo. Il cambiamento di prospettiva è possibile, perché la felicità è una scelta, cresce da piccoli semi di buone abitudini quotidiane e si diffonde. E noi possiamo aiutarci a sfruttare al meglio il Vantaggio della Felicità e liberare il nostro potenziale.

19.00 Aperitivo e Arrivederci!

L’adesione al programma è ad invito, ad esaurimento posti. Iscrizione obbligatoria, riempire il modulo all’indirizzo http://www.weplusnetwork.com/it_IT/readings. Per Informazioni: [email protected], tel. 349.123.8282

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Integrated Experiential Coaching di Lloyd Chapman

mercoledì 20 Maggio 2015, 18.00-20.00 Sede WE+, Via Labicana 45, Scala C 4 piano Roma

17.45 Welcome e Saluto da We+Network

18.00 INTEGRATED EXPERIENTIAL COACHING, di Lloyd Chapman

presentato da Federica Setti

“In che modo sostenere il proprio sviluppo e divenire dei professionisti nel coaching? Cosa significa essere un scientist practitioner coach? Come e perché un coach può contribuire con la sua pratica e ricerca allo sviluppo di una knowledge base condivisa per l’ executive coaching?”

Queste le domande cui Lloyd Chapman ha provato a rispondere attraverso un percorso di ricerca e riflessione sulla pratica di Executive Coach che lo ha condotto ad essere uno dei pochi ad avere un PhD in Coaching al mondo. Nel suo libro Integrated Experiential Coaching ci illustra il suo Modello di intervento nell’ Executive Coaching, definito grazie ad una rielaborazione critica dei Modelli di Wilber sullo sviluppo integrato e di Kolb sull’ apprendimento esperienziale ed operazionalizzato attraverso molteplici tecniche e strumenti. E noi coach? Abbiamo scelto i nostri modelli di riferimento? Siamo interessati a far evolvere la nostra professionalità?

19.00 Aperitivo e Arrivederci!

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Le parole sono finestre (oppure muri) di Marshall B. Rosenberg

mercoledì 10 GIUGNO 2015, 17.45-20.00

Sede Sogei, Via Mario Carucci 99, Roma

18.00 Welcome a cura di Sogei

18.15 Saluto da We+Network

18.30 LE PAROLE SONO FINESTRE (oppure muri) di Marshall B. Rosenberg

presentato da Stella Laterza

Una comunicazione di qualità con se stessi e con gli altri è oggi una delle competenze più preziose. Attraverso un processo in quattro punti, Marshall Rosenberg mette a disposizione uno strumento molto semplice nei suoi principi, ma estremamente potente, per migliorare radicalmente e rendere veramente autentica la nostra comunicazione e la relazione con gli altri. Molto più che un processo, è un percorso di libertà, di coerenza e di lucidità.

19.40 Aperitivo e Arrivederci!

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Le armi della persuasione di Robert B. Cialdini

mercoledì 8 LUGLIO 2015, 17.30-20.00

Sede Weplusnetwork - Via Labicana 45, Roma

17.45 Saluto da We+Network

18.00 LE ARMI DELLA PERSUASIONE, di Robert B. Cialdini

presentato da Francesco di Coste

“Come e perché si finisce col dire di si?” Partendo da questa domanda possiamo scoprire quali misteriose leve utilizzano i persuasori per ottenere l’acquiescenza degli altri. Quali tipi di richieste hanno una probabilità maggiore di essere accolte e perché? Il viaggio di scoperta dei meccanismi di acquiescenza presenta momenti di laboratorio ed esperienze sul campo, permettendo di individuare, con un buon rigore scientifico, i principali “registri persuasivi” utilizzati in tutte le epoche e ad ogni latitudine. Potremo così comprendere meglio i nostri processi decisionali.

19.00 Aperitivo e Arrivederci!

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In un ambiente confortevole, informale, partecipativo introduciamo e condividiamo spunti da un testo che illustra un metodo efficace per liberare la mente da pensieri stressanti, potenziando la nostra

consapevolezza e la capacità di utilizzare le nostre energie.

Vivere momento per momento di Jon Kabat-Zinn

mercoledì 23 SETTEMBRE 2015, 17.45-20.00

Sede: Roma Scout Center, Largo dello Scautismo, 1 (5 min a piedi da MB Bologna)

17.45 Saluto da We+Network

18.00 VIVERE MOMENTO PER MOMENTO, di Jon Kabat-Zinn

presentato da CLELIA ROMEO e BARBARA PARMEGGIANI

Quante volte ci troviamo a fare qualcosa mentre la nostra mente è occupata da pensieri su errori del passato o da preoccupazioni per il nostro futuro?

In alcune fasi della nostra vita le molte richieste cui dobbiamo far fronte sono causa di stress e i pensieri che si affastellano nella nostra mente non ci aiutano a concentrarci utilizzando al meglio le nostre risorse, anzi a volte sono associati a emozioni negative che ci debilitano. Il libro è una guida pratica su modi semplici e efficaci per contrastare i disturbi provocati o collegati allo stress come l’ansia, l’insonnia, la mancanza di energie e di entusiasmo. Il percorso proposto si è diffuso in molti ambiti da quello ospedaliero a quello aziendale aiutando migliaia di persone in America e in Europa a trovare un migliore equilibrio psico-fisico e a generare maggiore consapevolezza e serenità.

Sperimenteremo insieme qualche esercizio di base per confrontarci sulle sensazioni generate e sulle possibilità di applicazione nel quotidiano, mettiamoci comodi!

19.20 Aperitivo e Arrivederci!

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consapevolezza e la capacità di utilizzare le nostre energie.

PUNTA ALLA SOLUZIONE di Paul Z. Jackson e Mark McKergow

mercoledì 21 OTTOBRE 2015, 17.45-20.00

Sede: SIELTE (da confermare)

17.45 Saluto da We+Network

18.00 PUNTA ALLA SOLUZIONE, di Paul Z. Jackson e Mark McKergow

presentato da CARMELA DE MICHELE

Approccio Solution Focus: da esperti del problema a esperti della soluzione Il Solution Focused Approach abbandona la logica consueta che analizza un problema in tutte le sue sfaccettature, puntando direttamente ad individuare le possibili soluzioni, che non necessariamente sono le migliori, ma certamente sono quelle che possono funzionare. L’approccio favorisce quindi nelle persone un cambiamento positivo di fronte a situazioni problematiche. Il libro, scritto con un linguaggio chiaro ed un taglio agile presenta case study ed esempi , proponendo un approccio efficace tanto sul lavoro, per sbloccare situazioni complesse nel team e sostenere lo sviluppo organizzativo, quanto nella vita privata, per ritrovare l’entusiasmo e la forza per affrontare le difficoltà.

Sperimenteremo insieme qualche esercizio linguistico per “assaggiare” il metodo e comprenderne la validità.

19.20 Aperitivo e Arrivederci!

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consapevolezza e la capacità di utilizzare le nostre energie.

CONVERSAZIONI CORAGGIOSE di Susan Scott

mercoledì 18 NOVEMBRE 2015, 17.45-20.00

Scout Center Roma – Largo dello Scautismo, 1

17.45 Saluto da We+Network

18.00 CONVERSAZIONI CORAGGIOSE, di Susan Scott

presentato da VINICIO DE LUCA

Il successo o il fallimento nella nostra vita avviene “conversazione dopo conversazione”. L’importanza e la forza delle conversazioni che quotidianamente abbiamo con gli altri spesso è sottovalutata: se è vero che alcune conversazioni le ricordiamo molto bene, e magari ci hanno cambiato la vita, è anche vero che difficilmente riconosciamo ad ognuna di esse tutta l’importanza che meriterebbero, e raramente ci assicuriamo che siano tutte conversazioni costruttive, per noi e per gli altri. Susan Scott ci aiuta a definire molto bene cosa significhi avere una conversazione costruttiva, di successo; ci aiuta ad affrontare, impostare e condurre conversazioni, soprattutto quelle più difficili. Lo fa attraverso sette principi e relativi strumenti, efficaci stimoli alla consapevolezza e al cambiamento nel lavoro e nella vita privata. Ogni principio è un potente veicolo di riflessione e analisi del nostro percorso di vita ed offre perciò spunti che per ognuno di noi potranno rivelarsi importanti e preziosi.

19.20 Aperitivo e Arrivederci!

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