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I l rinnovamento continuo delle cellule e dei tessuti dell’organismo, la produzio- ne di scorie del metabolismo alimentare, l’introduzione di sostanze tossiche come additivi, conservanti, coloranti, residui di trattamento alimentare e farma- ci, il rallentamento dei liquidi e delle attività vitali conseguenti allo stile di vita sedentario, il progressivo accumulo di tensio- ni a livello muscolare, rendono necessario l’allontanamento di sostanze, scorie e tossine che ac- cumulandosi progressivamente, soprattutto a livello della matri- ce connettivale, ostacolano, ral- lentano o impediscono i normali processi vitali e il continuo pro- cesso di rigenerazione. Un corretto comportamento ali- mentare e uno stile di vita attivo sono essenziali per assicurare tale processo di depurazione. Quando la digestione è insuffi- ciente, inadeguata o scorretta si formano sostanze dannose. L’insieme di scorie e tossine derivanti dalla cattiva digestio- ne e dalla trasformazione degli alimenti tende a depositarsi nei Premessa indispensabile perché si rinnovi in continuazione dentro di noi il prodigio della vita e si possano moltiplicare e rinnovare le cellule dei nostri tessuti è l’allontanamento di ogni so- stanza che possa impedire o rallentare il processo di rigenerazione. Tale consapevolezza viene formulata con chiarezza e semplicità da Swami Kriyananda nei Segreti del benessere con la riflessione: ‘Il segreto del benessere è la purezza, interiore ed esteriore, le emozioni sane, i buoni pensieri. La malattia prospera là dove ci sono impurità, mentre la buona salute fiorisce dove si coltiva con attenzione la purezza fisica, mentale, emotiva e spirituale’. * Bruno Brigo tessuti provocando la comparsa di sintomi e segni facilmente ri- conoscibili. Alimentazione corretta Il primo provvedimento da adot- tare per depurare l’organismo è quello di seguire abitudini ali- mentari corrette che vengono riassunte, qui di seguito, in 10 punti. 1) Non mangiare prima che il cibo del pasto precedente sia stato digerito. 2) Ridurre le proteine animali (carne, formaggi, uova) da con- sumare in un solo pasto duran- Silybum marianum Foto di R. Brancaleoni DISINTOSSICARE E DEPURARE L’ORGANISMO FOCUS - FITOTERAPIA 30 t natural 1 marzo 2014

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Disintossicare e depurare l'organismo, Natural 1 di marzo.

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Il rinnovamento continuo delle cellule e dei tessuti dell’organismo, la produzio-

ne di scorie del metabolismo alimentare, l’introduzione di sostanze tossiche come additivi, conservanti, coloranti, residui di trattamento alimentare e farma-ci, il rallentamento dei liquidi e delle attività vitali conseguenti allo stile di vita sedentario, il progressivo accumulo di tensio-ni a livello muscolare, rendono necessario l’allontanamento di sostanze, scorie e tossine che ac-

cumulandosi progressivamente, soprattutto a livello della matri-ce connettivale, ostacolano, ral-lentano o impediscono i normali processi vitali e il continuo pro-cesso di rigenerazione.

Un corretto comportamento ali-mentare e uno stile di vita attivo sono essenziali per assicurare tale processo di depurazione. Quando la digestione è insuffi-ciente, inadeguata o scorretta si formano sostanze dannose. L’insieme di scorie e tossine derivanti dalla cattiva digestio-ne e dalla trasformazione degli alimenti tende a depositarsi nei

Premessa indispensabile perché si rinnovi in continuazione dentro di noi il prodigio della vita e si possano moltiplicare e rinnovare le cellule dei nostri tessuti è l’allontanamento di ogni so-stanza che possa impedire o rallentare il processo di rigenerazione. Tale consapevolezza viene formulata con chiarezza e semplicità da Swami Kriyananda nei Segreti del benessere con la riflessione: ‘Il segreto del benessere è la purezza, interiore ed esteriore, le emozioni sane, i buoni pensieri. La malattia prospera là dove ci sono impurità, mentre la buona salute fiorisce dove si coltiva con attenzione la purezza fisica, mentale, emotiva e spirituale’.

* Bruno Brigo tessuti provocando la comparsa di sintomi e segni facilmente ri-conoscibili.

Alimentazione correttaIl primo provvedimento da adot-tare per depurare l’organismo è quello di seguire abitudini ali-mentari corrette che vengono riassunte, qui di seguito, in 10 punti.

1) Non mangiare prima che il cibo del pasto precedente sia stato digerito.2) Ridurre le proteine animali (carne, formaggi, uova) da con-sumare in un solo pasto duran-

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te la giornata e alternare con alimenti di origine vegetale di buon contenuto proteico come i legumi (fagioli, piselli, fave, lenticchie, ceci, soia).3) Evitare i grassi ‘trans’ larga-mente utilizzati dall’industria alimentare per preparare mar-garina, biscotti, pasticcini, tor-te, merendine, cibi e patatine fritte, cracker, popcorn e molti altri prodotti commerciali uti-lizzando oli idrogenati. Limita-re i grassi saturi di origine ani-male presenti nelle carni rosse, nei latticini, nel lardo, nel bur-ro, nella margarina, negli oli di palma e di cocco abitualmente presenti in dolci e torte.4) Consumare i grassi ‘buoni’ presenti soprattutto negli oli vegetali spremuti a freddo e bio-logici, come oliva, lino, girasole, mais, vinacciolo, sesamo, soia e che abbondano in alcuni pesci, come tonno, salmone, sgombro, sardine, pesce azzurro. Ottima fonte quotidiana di omega 3 sono i semi di lino finemente macinati.5) Limitare al massimo i prodotti da forno, dolci, gelati, torte, pa-ste, confetture e tutti gli zuccheri raffinati o ad alto indice glicemi-co, preferendo i cereali completi, come pane e pasta integrali. 6) Eliminare accuratamente o limitare i cibi contenenti addi-tivi, conservanti, coloranti, re-sidui di coltivazione, scegliendo alimenti prodotti con metodi biologici e lavorati con sistemi naturali. 7) Consumare quotidianamente e in abbondanza verdure crude e frutta di stagione per assicurare il nutrimento e garantire un ade-guato apporto di sostanze vitali, come vitamine e minerali, che ci proteggono contro gli effetti deva-stanti dei radicali liberi, molecole responsabili dell’invecchiamento precoce e di numerose malattie

cardiovascolari, infiammatorie, tumorali, degenerative.8) Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, possibilmente oligomi-nerale, lontano dai pasti, per fa-cilitare la diuresi e favorire l’eli-minazione delle sostanze in ecces-so. Cercare, inoltre, di assumere liquidi sotto forma di minestre, zuppe, succhi e centrifugati di frutta e di verdura. Tra le bevande particolarmente raccomandato è il tè verde. 9) Praticare un’adeguata attività motoria quotidiana, senza frene-sia o ansia, come camminare, cor-rere, andare in bicicletta, pratica-re ginnastica o nuoto. Bastano 30 minuti al giorno di attività moto-ria per liberare le articolazioni, tonificare i muscoli e rendere so-lide le ossa. 10) Praticare periodicamente del-le cure disintossicanti, soprat-tutto nei cambi di stagione.

Per ridurre al minimo le conse-guenze dell’inquinamento ali-mentare è preferibile consumare alimenti freschi e di stagione che non contengano sostanze estra-nee al ciclo biologico naturale di piante e animali. L’industria ri-corre sempre più all’impiego di sostanze non nutritive, aggiunte agli alimenti per migliorare il co-lore, l’aspetto, il sapore, la con-sistenza oppure per prolungarne la conservazione. Tutto questo ha indubbi vantaggi di comodi-tà e praticità. Si ritiene tuttavia che l’impiego smodato degli ad-ditivi alimentari sia in parte re-sponsabile dell’incremento delle intolleranze alimentari. È quindi consigliabile comprare prodotti freschi piuttosto che conservati, facendo particolare attenzione alle etichette che segnalano la presenza di additivi, solitamente elencati in fondo alla lista degli ingredienti.

Manifestazioni coMuni dell’accuMulo di tossine nell’organisMo- lingua impaniata e alitosi,- disturbi digestivi,- produzione eccessiva di muco e manifestazioni catarrali,- irregolarità della funzione intestinale,- meteorismo e intestino irritabile,- rigidità con dolori articolari e muscolari,- sudorazione eccessiva e sgradevole,- tendenza a soprappeso e obesità,- cellulite,- stanchezza cronica,- mal di testa,- tensione dolorosa muscolare.

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Il digiuno controllatoLa pratica di digiuni parziali di breve durata e ben tollerati è sa-lutare in quanto assicura periodi di riposo digestivo. È consiglia-bile, per esempio, la pratica di un digiuno parziale settimanale di almeno 16 ore, per almeno un mese. Tale digiuno potrà con-sistere nel bere semplicemente acqua o nel consumare unica-mente frutta di stagione o mine-stra di verdura oppure succhi di frutta o legumi o latte di soia.

Il digiuno prolungato e senza controllo per raggiungere un calo ponderale è da considerar-si, invece, una pratica altamente pericolosa. Il digiuno compor-ta innanzitutto un progressiva riduzione di proteine che assi-curano un’adeguata protezione immunitaria e una corretta atti-vità del fegato. Il livello energe-tico tende a diminuire, l’attività cardiaca si indebolisce e i valori della pressione tendono a scen-dere. Il tono dell’umore tende a deteriorarsi per la ridotta produ-zione di endorfine, sostanze ad azione morfino-simile, prodotte dall’organismo e responsabili del senso di benessere. Il calo ponderale atteso è, infine, so-vente inferiore alle aspettative, anche per i meccanismi messi in atto dall’organismo con ridotta attività della tiroide, rallenta-mento generale del metabolismo e ridotta dispersione calorica. Tuttavia la pratica del digiuno è prevista sia nel mondo animale che umano.

Il digiuno viene consigliato dalle cinque maggiori religioni, viene praticato da buddhisti e tibeta-ni, così come veniva praticato da Assiri, Babilonesi e Fenici. Studi sperimentali hanno dimostrato

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che la digiunoterapia purifica l’organismo, ridona energia, eli-mina ciò che è superfluo e dan-noso, come le riserve eccedenti, le cellule invecchiate e degene-rate, rallenta il metabolismo, si resetta preservando i tessuti vitali e nobili, potenzia l’attivi-tà antinfiammatoria, migliora il senso di benessere, è un’ottima forma di prevenzione, stimola l’autoguarigione. Attualmen-te vengono preferite forme di digiuno parziale, praticato per breve tempo e sotto controllo, per eliminare l’eccesso, liberare l’organismo dalle tossine e re-stituire energia. Un esempio di digiuno parziale prevede il con-sumo di verdura, frutta, un po’ di cereali, con l’esclusione di zuccheri, grassi e sali, per circa 600 calorie al giorno.

Bere per eliminareTradizionalmente l’acqua è espressione di purificazione e rigenerazione. Essa rimuove il male e dona salute. I nostri reni lavorano duramente e ininter-rottamente per filtrare ed eli-minare tutte le scorie che pro-vengono dalla circolazione san-guigna. L’assunzione di almeno due litri di acqua al giorno, non fredda, per evitare una reazione di stress da parte dell’organi-smo, preferibilmente oligomine-rale naturale, lontano dai pasti, facilita la diuresi e favorisce l’e-liminazione dei sali in eccesso. Alcune bevande, come il tè e al-

cune piante facilitano il compito di eliminazione delle scorie.

IL DRENAGGIO CON PIANTE MEDICINALI

Sono conosciute anche come ‘cure di drenaggio’ perché han-no come scopo principale quel-lo di eliminare le tossine che si accumulano continuamente nel nostro organismo, soprattutto per le conseguenze dell’inquina-mento alimentare, atmosferico e medicamentoso. Servono inoltre all’eliminazione dei prodotti che si liberano per il ricambio cellu-lare. Il drenaggio viene attuato stimolando in maniera debole e prolungata gli organi di elimi-nazione, detti emuntori, come cute, polmone, fegato, reni, in-testino. Le cure depurative van-no eseguite per una durata di alcune settimane. Periodi idea-li sono l’inizio della primavera (‘cure di primavera’) e l’autun-no per preparare l’organismo al cambio stagionale.

Definizione di drenag-gio in fitoterapiaIl drenaggio è una tecnica codifi-cata dal medico francese Leclerc negli anni ‘20, utilizzata in fito-terapia per eliminare le scorie che si accumulano nel nostro organismo, soprattutto per le conseguenze dell’inquinamento alimentare, atmosferico, medi-camentoso e del ricambio dei tessuti. Il drenaggio viene attua-to stimolando in maniera debole e prolungata gli organi di elimi-nazione, detti ‘emuntori’ (cute, polmone, fegato, reni, intestino, tessuti connettivali).

Ruolo e modalità del drenaggio in fitoterapiaIl drenaggio viene utilizzato so-litamente in preparazione a un

trattamento specifico farmaco-logico, omeopatico, fitoterapi-co, ecc. La posologia media dei fitocomplessi o gemmoderivati utilizzati è inferiore a quella te-rapeutica. La durata media del drenaggio è di 20-40 giorni.In generale si distinguono due tipi di drenaggio: ‘aspecifico’ con effetto su più organi di eli-minazione o emuntori e ‘speci-fico’ con azione selettiva su un organo (cute, fegato, rene).

Il drenaggio aspecificoLe indicazioni del drenaggio aspecifico comprendono diver-se condizioni, come il cambio di stagione, la convalescenza, il sovrappeso, le alterazioni del metabolismo, la steatosi epati-ca (‘fegato grasso’), la ritenzio-ne idrica, le difficoltà digestive, l’alitosi, la stipsi, la stanchezza persistente.

AloeL’Aloe o giglio del deserto cre-sce spontanea nel Sudafrica, in Sudamerica e nelle regioni me-diterranee. Come tratto distin-tivo presenta una straordinaria capacità di trattenere acqua an-che in clima caldo e arido che le consente di sopravvivere in con-dizioni estremamente difficili. Il nome Aloe deriva dal greco ‘als, alos’, significa ‘mare, acqua marina, sale’ e allude al sapore del succo, amaro e salato come l’acqua del mare. Tra le 350 va-rietà di Aloe presenti sulla terra quelle di interesse cosmetico o terapeutico sono principalmen-te quattro: Aloe barbadensis Miller o Vera, Aloe arborescens Miller, Aloe ferox, Aloe chinen-sis. ‘Rimedio dell’armonia’ per la Medicina Tradizionale Cinese, chiamata ‘Kumari’ che significa ‘Dea della vita’ dalle popolazio-

i tipi di drenaggio in fitoterapia1) drenaggio pre-terapeutico (prima di intraprendere una terapia) 2) drenaggio intra-terapeutico (nel corso di un trattamento) 3) drenaggio post-terapeutico (al termine di una terapia)4) drenaggio semplice

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ni himalayane, ‘dono di Venere’ per la Medicina estetica, ‘Erba santa’ secondo la definizione dell’abate Kneipp, l’Aloe è stata utilizzata a scopo terapeutico in ogni epoca, in ogni continente, in ogni cultura. Cleopatra la uti-lizzava per la sua proprietà idra-tante, emolliente, protettiva, ca-pace di mantenere o ristabilire l’elasticità e l’aspetto giovanile della pelle. Per uso interno l’A-loe arborescens ha dimostrato di possedere proprietà depurative, antinfiammatorie e immunosti-molanti. Allo stato attuale sono noti oltre 160 principi attivi con proprietà depurative, antinfiam-matorie e immunostimolanti. Il principale costituente dell’Aloe è l’acemannano, un mucopoli-saccaride che aumenta le difese immunitarie e potenzia l’attività dei macrofagi che distruggono scorie e cellule tumorali. Per ottenere un effetto depurativo assumere due cucchiai di succo puro di aloe al risveglio, a digiu-no, per cicli di almeno quaran-ta giorni, eventualmente con tè verde oppure con il succo di un limone.

La linfa di betullaUgualmente prezioso risulta l’u-so della linfa di betulla per ot-tenere un effetto depurativo a livello della pelle. Già alla fine del 1500 il medico senese Mat-tioli annotava nei suoi Commen-tari: ‘La betulla toglie le mac-chie dal viso e rende la pelle e

la carnagione belle’. La linfa di betulla si raccoglie in primave-ra praticando dei fori nel tronco dell’albero e inserendo un picco-lo raccoglitore per il drenaggio nei vasi di raccolta posti a terra. Nel calendario celtico degli albe-ri la betulla era l’emblema della rinascita primaverile del sole, dopo l’apparente morte inverna-le. Fin dall’antichità il candore della corteccia simboleggiava la purificazione e suggeriva le proprietà terapeutiche. I fasci di betulla intorno all’ascia por-tati dai littori avevano, infatti, il potere di rendere pura l’aria da-vanti ai magistrati e alludevano alla flagellazione con le verghe di betulla, capace di scacciare il male dai colpevoli. Negli anni 20’ del secolo scorso il medico francese Leclerc ne propose l’u-so come rimedio fondamentale nel trattamento della cellulite per le sue proprietà depurative e diuretiche, favorenti l’elimina-zione delle scorie del metaboli-smo e dei prodotti del ricambio tessutale. Tali proprietà sono dovute soprattutto alla betul-lina, un principio attivo classi-ficato come eteroside triterpe-nico. Solitamente si consiglia di assumere la linfa di betulla (Sève de bouleau) alla prima di-luizione decimale, 30 gocce, in un po’ d’acqua, prima di colazio-ne e cena, per almeno 40 giorni consecutivi e, successivamente, per cicli ripetuti di 20 giorni al mese di cura seguiti da 10 giorni

di pausa. È opportuno praticare o ripetere il trattamento con linfa di betulla soprattutto nei cambi di stagione e in partico-lare all’inizio della primavera e dell’autunno.

Le cure di primaveraLe parole del Faust di Goethe ‘La primavera già tesse i suoi fili dentro le betulle e lo stesso abete l’ha sentita; non dovrebbe avere effetto anche sulle nostre membra?’ sono appropriate alla stagione primaverile e risuona-no come esortazione ad acco-gliere dentro di noi il risveglio della primavera, dopo il riposo invernale. Le giornate diventano via via più lunghe, aumentano le ore di luce, gli alberi hanno già messo le nuove gemme, le forze

piante officinali utilizzate nel drenaggio aspecifico- Aloe (Aloe arborescens Miller)- Betulla (Betula alba L.)- Carciofo (Cynara scolymus L.)- Cicoria (Cichorium intybus L.)- Coda cavallina o equiseto (Equisetum arvense L.)- Cren (Cochlearia armoracia L.)- Crescione (Nasturtium officinale

R. Brown)- Fumaria (Fumaria officinalis L.)- Rafano (Raphanus sativus L.) - Tarassaco (Taraxacum officinale

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assopite del macrocosmo mani-festano ovunque nuovo vigore. Ma l’adattamento alla nuova stagione richiede di rimuove-re tutto ciò che ne ostacola la piena manifestazione. La tradi-zione popolare millenaria esor-ta a eliminare le conseguenze dell’immobilità dell�inverno, gli abusi delle festività, gli ecces-si del carnevale proponendo un cambiamento dello stile di vita con la ripresa dell�attività fisica, la modificazione delle abitudini alimentari e il ricorso alle ‘cure di primavera’, per smaltire le scorie del metabolismo e allon-tanare le tossine accumulate, sostituendo l’uomo vecchio con la nuova creatura, mettendo in sintonia il microcosmo perso-nale con il macrocosmo in cui opera la natura che si rigenera. Le cure depurative praticate da millenni in tutte le civiltà in questo passaggio stagionale, hanno tutte in comune l’assun-zione prolungata e regolare di piante medicinali per un perio-do sufficientemente lungo, che nel calendario cristiano coinci-de con il tempo di quaresima. In questo modo vengono stimolati in maniera blanda ma efficace il fegato, il rene, l’intestino, la pelle e gli organi di eliminazio-ne che canalizzano verso l’ester-no le sostanze da eliminare e i liquidi in eccesso.

Il drenaggio specificoSi distingue in base all’organo da stimolare: drenaggio epati-co, renale, connettivale, venoso, linfatico, pancreatico, osteoar-ticolare, cutaneo. Per ciascuna forma di drenaggio specifico viene proposta una pianta me-dicinale che svolge le proprietà terapeutiche a livello dell’orga-no da trattare.

Il drenaggio epaticoCardo marianoPianta della famiglia delle Com-positae, di cui vengono utilizza-ti i frutti, impropriamente chia-mati ‘semi’. Il principio attivo più importante è la silimarina ad attività epatoprotettiva e ri-generante del parenchima epa-tico. La tiramina ha un’azione tonico-vascolare. Le principali indicazioni comprendono: epa-tosteatosi o fegato grasso; epa-tite acuta e cronica; cirrosi epa-tica; ipotensione arteriosa. La posologia media consigliata è di 30 gocce di tintura madre, 3 volte al dì oppure 1 capsula (50 mg) di estratto secco, 3 volte al dì oppure l’infuso con 1 cuc-chiaino di frutti tritati in acqua (3-4 tazze al dì). Da evitare nei soggetti ipertesi.

Il drenaggio renaleTè di GiavaÈ una pianta della famiglia del-le Lamiaceae (Orthosiphon sta-mineus Bentham) che cresce in luoghi paludosi dell’Isola di Giava, dell’India e dell’Austra-lia. L’orthosiphon viene chia-mato dai Malesi ‘baffi di gat-to’ per la presenza di quattro stami sottili che circondano il cuore del fiore. In quelle re-gioni vengono seccate le foglie come quelle del tè per evitare il processo di fermentazione e per conservare aroma e virtù terapeutiche della pianta. Di esse la più importante è quel-la diuretica con aumento della quantità di urine e accelerato smaltimento di scorie e tossine. L’effetto è dovuto alla presen-za di diterpeni e triterpeni. Per questo motivo l’orthosiphon è impiegato in numerose condi-zioni conseguenti all’accumu-lo di tossine nei tessuti, come

l’eczema, i dolori articolari, la ritenzione idrica, la cellulite, il sovrappeso e l’insufficienza re-nale funzionale. Si prepara ver-sando due cucchiai da minestra per mezzo litro d’acqua bollen-te e lasciando in infusione per 10 minuti. Si può utilizzare l’e-stratto fluido con la posologia media di 15 mL (3 cucchiaini da caffè), in un litro d’acqua, da bere nella giornata.

Il drenaggio connetti-valeCentella asiatica La Centella (Hydrocotyle asiati-ca L.) è una pianta della fami-glia delle Ombrellifere, nota an-che come ‘ombelico di Venere’. Il nome cinese fo-ti-tieng significa ‘elisir di lunga vita’. I taoisti ne raccomandano l’uso concomi-tante con il ginseng. Nella me-dicina ayurvedica è ritenuta l’e-quivalente indiano del ginseng. Nello Sri Lanka le foglie fresche di centella sono considerate un alimento in grado di assicurare salute e longevità. In fitoterapia si utilizza la pianta fresca inte-ra per la proprietà eudermica, flebotonica e sedativa. Recenti ricerche hanno consentito di isolare principi attivi capaci di stimolare la produzione di fibre collagene del connettivo sotto-cutaneo. Le principali indicazioni com-prendono: invecchiamento cu-taneo; eczema e psoriasi con ispessimento cutaneo; cellulite; fragilità capillare e teleangecta-sie; edema misto venoso-linfati-co; smagliature; esiti di ustioni, cicatrici e aderenze. La posolo-gia media consigliata prevede 30 gocce di tintura madre, di-luite in un po’ d’acqua, 3 volte al dì, prima dei pasti, per cicli ripetuti.

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Il drenaggio venoso Ippocastano L’ippocastano o castagno d’In-dia (Aesculus hippocastanum L.) è un albero appartenente alla famiglia delle Ippocastanacee, introdotto in Europa dalla Tur-chia nel XVI secolo e valorizzato soprattutto dal medico senese Mattioli nei suoi Commentari del 1586 come flebotonico e astrin-gente, capace cioè di indurre un aumento del tono della parete vascolare venosa. Per sottolinea-re la spiccata attività dell’ippoca-stano a livello di sistema venoso Artault di Vevey scrive nel 1896: ’La tintura di ippocastano calma il dolore e riduce i noduli delle emorroidi più rapidamente di ogni altro trattamento’. Il celebre fitoterapeuta francese Leclerc ha evidenziato ’risultati eccellenti in malati con varicocele o che pre-sentano congestione ed ipertrofia della prostata’. Si può utilizzare la tintura madre di ippocastano nella posologia abituale di 30 gocce della tintura madre, 3 vol-te al giorno oppure il macerato glicerico nella posologia di 50 gocce, 3 volte al dì.

Il drenaggio linfatico Meliloto Il meliloto (Melilotus officinalis L.) è una pianta della famiglia delle Fabaceae, di cui si utilizza-no le sommità fiorite. È uno dei costituenti principali attivi dei ‘bagni di fieno’ con effetti favore-voli nel trattamento dei processi dolorosi osteoarticolari e della ritenzione idrica. Il meliloto agi-sce con meccanismo protettivo sul microcircolo, facilita la cir-colazione e il drenaggio linfati-co, favorisce il ritorno venoso. Ha proprietà diuretiche e svolge un’attività di normalizzazione del sistema nervoso vegetativo,

migliorando la qualità del sonno. Il meliloto contiene derivati feno-lici (acido caffeinico, acido sali-cilico). Agisce con meccanismo protettivo sul microcircolo, faci-lita la circolazione e il drenaggio linfatico, favorisce il ritorno ve-noso. Indicazioni principali sono costituite da linfedema; edema misto venoso-linfatico; emor-roidi; distonia neurovegetativa; vampate di calore in menopausa. La posologia media consigliata è di 30 gocce della tintura madre,

in un po’ d’acqua, 1-3 volte al dì, per cicli di trattamento (20 gior-ni al mese).

Il drenaggio pancrea-ticoGalega La galega (Galega officinalis L.) viene utilizzata nella tradizione, sotto forma di tisana, per favori-re la secrezione lattea. I semi di Galega sono ricchi di galegina, un derivato guanidinico dotato di attività ipoglicemizzante. La

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Galega officinalis

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posologia media della tintura madre utilizzata nel diabete di tipo 2 è di 10-30 gocce 3 volte al dì, prima dei pasti.

Il drenaggio osteoarticolareOrtica L’ortica (Urtica dioica L.) che nella mitologia germanica è la pianta consacrata al dio Thunar, analogo al Giove latino, nelle credenze popolari è considerata un portafortuna. Scrive Plinio il Vecchio: ‘Per molti è oggetto di su-perstizione, perché costoro pensa-no, mangiandone, di preservarsi in tal modo da ogni malattia per tutto l’anno’. Ritenuta ‘panacea’ nel Medio Evo soprattutto per le emorragie e per ‘purificare il san-gue’. In una pagina dei Miserabili Victor Hugo loda le molteplici vir-tù dell’ortica con le parole di Jean Valjean, protagonista del roman-zo: ‘Si sa, una pianta che nessuno vede, che tutti disprezzano e calpe-stano, diviene preziosa se appena si ha fiducia nelle sue virtù nasco-ste‘. Ricca di clorofilla, minerali (calcio, potassio, silicati solubili), acido formico, derivati dell’acido caffeico e vitamine, viene utilizza-ta come pianta rimineralizzante, antireumatica (inibizione della cascata dell’acido arachidoni-co), antiallergica (inibizione del PAF), per le proprietà diuretiche (foglie) e per l’ipertrofia benigna della prostata (radici). Le foglie vengono utilizzate in fitoterapia nelle seguenti condizioni: proces-si infiammatori osteoarticolari; iperuricemia; manifestazioni aller-giche; ritenzione idrica; carenza di minerali; anemia da carenza di ferro; cure depurative; alterazioni del metabolismo. Le radici sono impiegate nella ipertrofia prosta-tica benigna, nell’acne femminile e nell’acne rosacea in menopausa.

OlmariaL’olmaria o regina dei prati (Spira-ea o Filipendula ulmaria L.) è una pianta della famiglia delle Rosace-ae, di cui si utilizzano le sommità fiorite raccolte in estate. Re Al-boino la utilizzava nel trattamen-to delle crisi di gotta. Nel secolo scorso Tissier, medico di Lione, ne dimostrò la netta azione diureti-ca. Numerosi Autori sostengono la sua efficacia nell’edema degli arti inferiori e nel versamento ar-ticolare. L’olmaria è specifica per le manifestazioni dolorose arti-colari e dell’edema. È una pianta officinale contenente salicilati e per tale motivo viene definita an-che ‘Aspirina vegetale’. Tali com-ponenti conferiscono all’olmaria proprietà antipiretiche, antalgi-che e antinfiammatorie. Le indi-cazioni principali sono rappresen-tate dalle manifestazioni dolorose del processo artrosico, versamen-to articolare, iperuricemia e got-ta, cellulite dolorosa. La posolo-gia media consigliata della tintu-ra madre è di 50 gocce, 3 volte al dì, per cicli ripetuti di 20 giorni al mese. È una pianta a salicilati indicata nell’aggravamento con il freddo-umido, in autunno e in primavera.

Alchechengi Si tratta di una pianta della fa-miglia delle Solanaceae (Physalis alkekengi L.) di cui si utilizzano i frutti. Contiene principi amari steroidici. Ha un’attività diuretica uricolitica fedele. Viene utilizzato come tisana o tintura madre per favorire l’eliminazione dell’acido urico dai tessuti (calcolosi renale da urati, tofi), spesso in associa-zione con altri fitocomplessi. La posologia media consigliata del-la tintura madre è di 30 gocce, 3 volte al dì, per cicli ripetuti di 20 giorni al mese.

Il drenaggio cutaneoCedro del Libano Il Cedro del Libano (Cedrus liba-ni Richard) è una conifera della famiglia delle Pinaceae, dalle di-mensioni maestose e dalla forma tabulare per la disposizione oriz-zontale dei suoi rami. Simbolo di forza e di maestosità nell’Antico Testamento, con i suoi tronchi furono costruite le colonne del tempio di Salomone a Gerusa-lemme e le navi dei Fenici, come riferito dallo storico Teofrasto. In gemmoterapia si utilizza nel-le affezioni dermatologiche con prurito e pelle secca. In derma-tologia si dimostra efficace nelle dermopatie cheratosiche (‘der-mopatie secche’). Le principali indicazioni sono rappresentate da affezioni dermatologiche in-tensamente pruriginose, su pelle secca; dermopatie ‘secche’ (ec-zema, psoriasi, ittiosi); cherato-si palmo-plantare. La posologia abituale consigliata è di 50 gocce del macerato glicerico di Cedrus libani, 1-2 volte al dì, in un po’ d’acqua, prima del pasto. Spesso si associa Ribes nigrum che ne potenzia l’attività.

Le gemme di olmoL’olmo (Ulmus campestris L.) è un albero longevo a foglia caduca che può raggiungere ragguarde-voli dimensioni. Una ricetta del I secolo d.C. consiglia di tritarne le foglie e la seconda corteccia per trattare le affezioni dermato-logiche e per favorire la cicatriz-zazione di ulcere e piaghe. Alla fine del XVIII secolo viene risco-perto e riproposto il suo uso nel trattamento di affezioni derma-tologiche ribelli. È il gemmotera-pico delle affezioni dermatologi-che ‘umide’, caratterizzate da se-crezioni o da pelle seborroica. Il gemmoderivato ottenuto dall’ol-

focus - fitoterapia

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mo svolge un’attività ‘drenante’ sulla pelle. Esso è inoltre un rego-latore dell’attività delle ghiandole sebacee. Le indicazioni principali comprendono: acne giovanile, se-borrea, eczema trasudante, herpes recidivante, dermopatie ‘umide’. La posologia consigliata è di 50-70 gocce al dì del macerato glicerico alla prima decimale preparato da Ulmus campestris, in un po’ d’ac-qua, lontano dai pasti. Si possono associare i gemmoderivati com-plementari, come Juglans regia (acne), Linfa di betulla (seborrea), Ribes nigrum (eczema), Rosa cani-na (Herpes labiale recidivante).

* Medico, specializzazione in Medici-na Interna e Riabilitazione, autore di numerosi testi di Medicina integrata

Bibliografia- Borrel M., Les plantes et leurs vertus.

Editions de chêne, 2002.- Brigo B., Cure depurative, sette vie

per una purificazione naturale. Tec-niche Nuove, Milano, 2001.

- Brigo B., L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia. Tecniche Nuove, Mi-lano 2009.

- Brigo B., Tisane dalla A alla Z, Ricette antiche e moderne. Tecniche Nuove, Milano, 2013.

- Campanini E., Sovrappeso e cellulite. Tecniche Nuove, Milano, 2005.

- Campanini E., Manuale pratico di gemmoterapia (II edizione). Tecni-che Nuove, Milano 2005.

- Campanini E., Dizionario di fitotera-pia e piante medicinali (III edizione). Tecniche Nuove, Milano, 2013.

- Giannelli L., Medicina Tradizionale Mediterranea. Tecniche Nuove, Mila-no, 2008.

- Morel J-M., Traité pratique de phytothérapie. Editions Grancher, 2008.

- Peroni G., Tutte le piante del dottor Peroni. Macchione Editore, Varese, 2006.

- Pietta P., Pietta A., Fitomedicina dal-la A alla Z. Ricchiuto Editore, Vero-na, 2010.

- Piterà F., Compendio di gemmotera-pia clinica. De Ferrari Editore, Geno-va, 1994.

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