Focus Cina e Giappone: diversità culturale e business (parte 1)
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Seminari INTFormatevi 2012 “Focus Cina e Giappone:
diversità culturale e business”
Prof. Franco Mazzei
ICE Roma, 24.5.2012
(Selezione slides, prima parte, sez. a)
Moduli
• 1. – La gestione della diversità culturale nel business
• 2. - Il mondo sinico-confuciano: la civiltà cinese e la variante nipponica.
• 3. – Comparazione delle “variabili interculturali”: i valori fondamentali dell’Occidente e del mondo confuciano
• 4. – Effetti delle variabili culturali sul management (piano giuridico, leadership, processo decisionale, relazioni industriali)
• 5. – Comunicazione e negoziazione: strategie, approcci e stili
• 6. – La negoziazione interculturale, con riferimento specifico alla Cina e al Giappone.
Modulo 1
La gestione della diversità culturale nel business
Interculturalià e operatore cross-cultural
Situazioni di interculturalità
- La fine del bipolarismo, la globalizzazione, la rivoluzione informatica e i crescenti flussi migratori hanno favorito la diffusione di
situazioni interculturali: cioè, processi comunicativi che coinvolgono due o più contesti culturali diversi.- Oggi tali situazioni sono sempre più frequenti a livello interpersonale, nel business, in diplomazia.
- Necessità, quindi, di disporre di uomini d’affari, manager,diplomaci ecc. in grado di affrontare adeguatamente problemi di natura interculturale.
Il manager inter-culturale (cross-cultural) deve saper gestire i fattori culturali propri e della controparte. Questi, infatti - agendo come software mentali che una volta attivati funzionano automaticamente - condizionano:a) i principali contesti del business, vale a dire i rapporti “face to face” (interpersonali), tra azienda e azienda e tra azienda e cliente;b) le aree fondamentali del management: i valori, lo stile, la perfomance e l’organiz-zazione.
Comparazione tra Occidente e Asia in 4 aree manageriali
PROCESSO DECISONALE
1)Valori fondamentaliINDIVIDUALAISMO↔COMUNITARISMO
LEGALISMO ↔FIDUCIACONTRAPPOSIZIONE ↔COMPROMESSO
ANALISI ↔OLISMO
2) Stile managerialeRAZIONALE ↔RELAZIONALESTRUTTURATO ↔FLESSIBILE
DIRETTIVO ↔ADATTIVOFARE ↔COMPRENDERE
3) AzioneDI BREVE TERMINE↔DI LUNGO TERMINE
CONTROLLO ↔ RISORSE UMANECONFLITTUALE ↔COOPERATIVA
FOCALIZZATA SUL PRODOTTO↔SUL CLIENTE
4) OrganizzazioneFORMALE↔INFORMALE
FRAMMENTATA↔GENERALISTAGERARCHICA ↔INTEGRATA
IMPERATIVA ↔COOPERATIVA
Nuovo approccio manageriale- L’approccio tradizionale, noto come Practical school of management thought, sosteneva che il comportamento manageriale è universale, per cui un buon manager di New York lo sarà anche a Hong Kong. - La nuova scuola, detta Cross-cultural school of management, sostiene invece che il comportamento manageriale è funzione di una specifica cultura. - Spesso le culture similari sono classificate in gruppi (clusters): es. culture confuciane, culture euro-mediterranee, culture anglo-americane…
Anche nelle MPI… Le competenze per gestire la diversità
culturale sono necessarie anche nelle PMI, in cui la medesima persona si trova talvolta a svolgere le funzioni di CEO, di addetto alle risorse umane, di responsabile del marketing…
Spesso la prosperità delle PMI dipende dalla capacità di utilizzare “nicchie” ricavate negli interstizi della globalizzazione economica.
“TODAY, ALL BUSINESS IS INTERNATONAL BUSINESS”
Nel corso del seminario useremo una serie di “variabili interculturali” con cui metteremo a confronto le connotazioni culturali occidentali con quelle dell’Asia confuciana .
Che cosa è la Cultura? Un insieme di valori, credenze, norme e istituzioni
specifico di un determinato gruppo umano.
Rappresentata con la metafora dell’iceberg, la cultura è costituita da:• COMPORTAMENTI (la parte esterna: ciò che vediamo, sentiamo, le nostre azioni ecc.)• NORME (le regole sociali) e VALORI (idee, credenze, abitudini cui un gruppo è legato). N.B. Le norme trasformano i valori in comportamenti.• ASSUNTI DI BASE (derivanti dai bisogni umani, una sorta di “DNA mentale” degli individui e delle organizzazioni).
Bisogni umani
Significati simboliciCredenzeTradizioni
NormeValori
Linguaggio verbale e non verbaleSimboli
Prodotti culturali
CULTURA: metafora dell’iceberg
Ciò che possiamo vedere e sentire =COMPORTAMENTI
Ciò che è nascosto
Fonte: Mazzei e Ting-Toomey, 2007
ASSUNTI
ValoriValoriValoriValori AtteggiamentiAtteggiamentiAtteggiamentiAtteggiamentiValutazioni positive o Valutazioni positive o negative, sentimenti e negative, sentimenti e tendenze che la gente tendenze che la gente ha nei confronti di ha nei confronti di oggetti o concetti.oggetti o concetti.
Idee, credenze e Idee, credenze e abitudini a cui la abitudini a cui la gente è gente è emozionalmente emozionalmente legatalegata• LibertàLibertà
• AppartenzaAppartenza• OnestàOnestà
• TempoTempo• LavoroLavoro• Cambiamento Cambiamento cult.cult.
F.MazzeiICE 2011
Norme
↓Comportamenti
DINAMICA DI INTERIORIZZAZIONEBisogni umani (assunti di base)
↓Valori
↓Norme
↓Atteggiamenti
↓Comportamenti
La cultura può essere vista come un insieme di software mentali che una volta attivati agiscono autonomamente, portando all’etnocentismo: la credenza che la propria cultura sia superiore a quella degli altri.
DINAMICA DI INTERIORIZZAZIONEBisogni umani (assunti di base)
↓Valori
↓Norme
↓Atteggiamenti
↓Comportamenti
La cultura può essere vista come un insieme di software mentali che una volta attivati agiscono autonomamente, portando all’etnocentismo: la credenza che la propria cultura sia superiore a quella degli altri.
F. Mazzei
*What is Culture?
Set of values, beliefs, rules and institutions held by a specific group of people
Cultural literacyDetailed knowledge of a culture that enables a person to function effectively within it
√√
EthnocentricityBelief that one’s own
ethnic group or culture is superior to
that of others
XX
18
USA GIAPPONE PAESI ARABI Libertà individuale
Appartenenza al gruppo
Sicurezza familiare
Indipendenza Armonia di gruppo Armonia familiare
Fiducia in sé Senso della comunità
Guida parentale
Eguaglianza Anzianità nel gruppo
Età
Si comprende che, a seconda delle culture nazionali, cambi la priorità dei valori culturali di base.
E questi valori vanno conosciuti perché condizionano la comunicazione interculturale a tutti i livelli e in tutti gli ambiti.
Al fine di evitare “errori culturali”, che oggi sono la causa più frequente di fallimenti aziendali, l’operatore interculturale deve disporre di:1) Skill-set: un insieme di conoscenze pratiche che gli permetta di comportarsi in modo appropriato nella specifica situazione interculturale. Le skills necessarie sono professionali (conoscenze tecniche ed esperienze internazionali); personali (predisposizione ad apprendere mista a curiosità per il nuovo), comportamentali. Tra queste ultime, fondamentale è la cultural literacy.
2) Un particolare tipo di mind-set:
Cioèun atteggiamento mentale che consenta: a) il riconoscimento della differenza e b) un atteggiamento positivo nei confronti di
essa.
Per quanto concerne il mind-set, vi sono varie tecniche per valutare il grado di
sensibilità interculturale del singolo operatore. Molto diffusa è quelle di Bennet.
6 stadi della sensibilità interculturale
(Milton Bennet)
A) Fasi etnocentriche:1.Negazione → 2. Difesa →
3. MinimizzazioneB) Fasi etnorelative:
4. Accettazione →5. Adattamento →
6. Integrazione
FASI ETNOCENTRICHENegazione: l’incapacità di vedere le diversità culturaliDifesa: scatta quando il “diverso” comincia a far paura. Si riconosce la diversità culturale, in genere vista però negativamenteMinimizzazione: accettazione superficiale delle diversità, nella convinzione che
“… in fondo sono simili a noi”).
Negazione Si associa la differenza a una categoria indifferenziata di alterità (“stranieri”, “immigrati”). Con pochissime conoscenze, si ricorre a stereotipi anche senza l’intenzione di denigrare. Chi è in negazione non cerca di proposito il conflitto: se però ci si sente “invasi” dalla differenza, normalmente ci si sposta nella fase di difesa.
Difesa
Tutto ciò che è diverso è negativo; sentimento dominante è la paura dell’ “Altro”.
La difesa può assumere tre forme: - denigrazione, - senso di superiorità, - difesa al contrario (si denigra la propria cultura in favore dell’altra).
<Minimizzazione
“… in fondo sono simili a noi…”, le differenze considerate secondarie, aspetti di folklore…
Su questa idea si basano le religioni universalistiche, le grandi rivelazioni escatologiche; ma anche molte iniziative missionarie e di cooperazione internazionale, nonché alcune MultiNazionali che “ancora hanno approccio etnocentrico nei confronti delle loro interfacce all’estero.
Il cambio di prospettiva dall’etnocentrismo all’etnorelativismo
Si ha quando ci si rende conto che anche la nostra è una cultura, non la cultura.
Cioè quando si ha la consapevolezza che la nostra è la cultura attraverso la quale gli altri ci identificano e si relazionano con noi.
Fasi etnorelative:La nostra è una cultura…
Accettazione: la capacità di riconoscere ed apprezzare le differenze culturali nel loro contesto specificoAdattamento: la capacità di vedere le categorie culturali in modo flessibile e, quindi, di comunicare con maggiore competenzaIntegrazione: la capacità di muoversi facilmente tra prospettive multiple (fase difficilmente raggiungibile) .
Frequente in questa fase è l’impasse relativistica: se ogni comportamento o valore è accettabile all’interno di un contesto specifico, allora come orientare il proprio spirito critico? Fino a che punto accettare fenomeni che non si condividono? A questo riguardo, è utile distinguere tra accettazione dei comportamenti diversi e accettazione dei valori diversi.
L’IMPASSE RELATIVISTICA
Adattamento alla diversità
• Nella difficile fase di adattamento importante è l’utilizzo dell’empatia. A differenza della simpatia alla cui base v’è la ricerca di diversità, alla base dell’empatia c’è il voler conoscere la mappa mentale dell’Altro.
* La simpatia parte dall’assunto della similarità di base, per cui ciascuno degli interlocutori interpreta l’Altro sulla base del proprio modello culturale.
interspazio”
L’adattamento empatico
L’EMPATIA
non è simpatia
non è assimilazione
non è essere d’accordo con…
E’ invece partecipazione nell’esperienza emotiva cognitiva dell’Altro, sospendendo il sé e ristabilendolo dopo l’esperienza empatica.
- Dilemmi moraliCome risolvere l’impasse relativistica (fino a che punto accettare fenomeni che non si condividono)? Cioè, come è possibile avere sensibilità culturale senza rinunciare alla propria identità? Per riconciliare questo tipo di dilemmi morali, che si pongono già nella fase dell’accettazione (con la cosiddetta “paralisi relativistica”), utile è il “continuum etico e cognititivo” di William Perry, costituito da una graduale apertura etnorelativistica del proprio atteggiamento mentale rispetto alla diversità.
-“Continuum etico e cognititivo”
di William Perry- Dualismo (buono/cattivo, giusto/sbagliato)- Molteplicità (tutto è possibile e io no so bene
dove sto)- Relativismo contestuale (dipende dalla
percezione condivisa della situazione)- Relativismo impegnato (tra le tante opzioni
possibili scelgo quella che in questa circostanza mi sembra la più appropriata)
- TEST “Andreste a protestare contro la guerra?”
- No, non è giusto, è antipatriottico.- Tutti hanno ragioni differenti, io manifesto per solidarietà.- Questa guerra è ingiusta. - Dipende dal contesto della manifestazione (chi la organizza, le forme di protesta, gli obiettivi…).- Sì, è giusto perché la guerra è sempe sbagliata.- Partecipo in questo contesto, ma rispetto chi ritiene di non farlo.
Shock culturale: 4 stadi 1) Stadio delle “grandi aspettative”: fase di
pianificazione con ottimismo rispetto alla nuova cultura;
2) del “tutto è bello”: all’inizio tutto sembra meraviglioso;
3) del “tutto è brutto”: frustrazione sotto forma di conflitto (si dileggia il paese ospitante), di fuga (si vuole tornare a casa), di filtro (negazione, esaltazione del paese d’origine, assimilazione della nuova cultura rifiutando la “propria”), di flessibilità che porta allo stadio finale.
4) del “tutto (o quasi) è ok”: inizia l’accettazione di sé e degli altri.
La doppia curva di stress (cultural shock) ►
Fonte: Castiglioni, p. 114
Seminari INTFormatevi 2012 “Focus Cina e Giappone:
diversità culturale e business”
Modulo 2Il mondo sinico-confuciano:
la civiltà cinese e la variante nipponica.
Franco Mazzei
Modulo 2Il mondo sinico-confuciano:
la civiltà cinese e la variante nipponica.
Franco Mazzei
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ASIA CONFUCIANA: Cina, Corea, Giappone, Vietnam
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La civiltà confuciana
Nata nel bacino del Fiume Giallo, la civiltà sinica o confuciana si è diffusa dalla Cina in Corea, in Giappone e in Vietnam.Elementi culturali unificanti sono stati: 1) scrittura ideografica cinese ►2) Confucianesimo ►
La cultura giapponese è la variante più importante della civiltà sinica.
INTEGRAZIONE CULTURALE DELL’ASIA CONFUCIANA: GLI IDEOGRANNI CINESI
“trasmettitori di idee e conoscenze”
- E’ codice etico fondamentale della Cina, della Corea, del Giappone e del Vietnam, valido ancora oggi. Un inieme di norme morali che regolano il comportamento dell’uomo in quanto membro di un gruppo (famiglia, villaggio, azienda, Stato) in modo da garantirne lo sviluppo ordinato e armonico. - Sulla famiglia sono modellati Stato e Società, l’impresa.- Concetti fondamentali: gerarchia, meritocrazia, comunitarismo e armonia.
Il ConfucianesimoIl Confucianesimo
Li & Mianzi & Guanxi理 面子 关系
TRE CONCETTI FONDAMENTALI
LI (riti), norme di comportamento basate sulla persusione morale: il controllo etico è la vergogna, quindi bisogna assolutamente evitare di perdere la faccia (mianzi). ► “No mianzi, no identity”. La “faccia” è collegata alle guanxi (connes-sioni personali) basate sulla reciproca fiducia.► “No guanzi, no business”.
F. Mazzei
Due virtù fondamentali:- pietà filiale 孝 xiao
- lealtà 忠 zhong - In Cina, la virtù primaria è la pietà filiale.La lealtà è l’equivalente della pietà filiale nelle relazioni non familiari.
-In Giappone, la virtà più importante è invece la “lealtà”…Questa diversità si ripercuote anche sul modello di capilismo:- Capitalismo comunitaristico (Giappone)- Capitalismo familistico (Cina)
F. Mazzei, 2012
ZHONG GUO“Paese del Centro”
Immensità della Cina:1) Il territorio, 2) l’uomo,3) Il tempo.
Fattore geopolitico essenziale della Cina: CENTRALITA’→vulnerabilità +
universalismo
CINA: da “QIN”Prima dinastia imperiale
Grande Muraglia: segno di potenza e di vulnerabilità.
Due ossessioni geopolitiche: divisione interna, minaccia esterna.
Chinese heartlandChinese heartland
Non-Chinese buffer regionsNon-Chinese buffer regions
I tre fiumiDella Cina
I tre fiumiDella Cina
“IL GRANDE INCONTRO”, XVI sec. Mondo mediterraneo e Mondo sinico
Incontro illuminante tra gesuiti e mandarini.
L’Europa con meraviglia scopre una grande civiltà svipuppatasi
prima e fuori del mondo biblico…
Sinofili (Voltaire, fisiocratici e libertini)e sinofobi (Montesquieu, Rousseau…)
- Cineserie- La nascita della Sinologia
- “Il Collegio dei Cinesi” di Napoli (1732)oggi Università degli studi “L’Orientale
Terzo incontro (XIX sec.): l’Impero del Centro assediato
Il secolo della umiliazione si conclude nel 1949 con la proclamazione della RPC da parte di MAO.Ma le ferite non erano rimarginate: permaneva un acuto senso di vulnerabilità geopolitica e un profondo rancore nei confronti del Giappone,
Con le Guerre dell’Oppio (metà del XIX sec.)
entra nel “secolo dell’umiliazione”
Con le Guerre dell’Oppio (metà del XIX sec.)
entra nel “secolo dell’umiliazione”
Oggi assistiamo ad un mutamento epocale:lo straordinario sviluppo economico dell’Asia confuciana, innescato dal Giappone che negli anni ’90 ha ceduto il testimone della crescita alla Cina, divenuta la locomotiva dell’economia mondiale.
► La “transizione del potere” in atto sta modificando anche la geopolitica mondiale, ponendo fine alla secolare egemonia occidentale. F. Mazzei,
2011
Paese del“Sol Levante”
Paese del“Sol Levante”
Fattore essenziale: INSULARITA’
Fattore essenziale: INSULARITA’
Percezione dellaDiversità
▼Particolarismo culturale
Percezione dellaDiversità
▼Particolarismo culturale
Psicologia del secondo ►KAIZEN ►FITNESSPsicologia del secondo ►KAIZEN ►FITNESS
Confucianesimo + Shintoismo
In Giappone il substrato è costituito dallo Shintoismo, religione autctona.►Religione della natura sacralizzata sotto forma di KAMI, semplicistica dal punto di vista etico, priva di escatologia.
Al vertice del pantheon c’è AMATERASU, antenata del TENNŌ che rappresenta il paradigma della specificità culturale del Giappone ►particolarismo culturale.
*GEOPOLITICA del Giappone - La cultura giapponese è la variante più significativa della civiltà sinico-confuciana. La sua storia è un succedersi di “aperture” e di “chiusure” al mondo esterno.- Carattere geopolitico centrale: insularità. - Dotato di una straordinaria fitness, il Giappone ha saputo rispondere alle tante challenges poste:- sia dalla natura (telluricità del suolo, tsunami, tifoni, marginalità geografica…)- sia dalla vicinanza della grande civiltà sinica→ Particolarismo culturale Psicologia del secondo: KAIZEN Ossessione della gestione del rischio.
F.. Mazzei, 2012
Lo sviluppo asiatico inizia con il
miracolo giapponese (1946-1990)
Dall’olocausto atomico a locomotiva dell’economia mondiale
Le tre ondate dello sviluppo asiatico
•Nel 1967, il Giappone diventa la seconda economia capitalistica. Negli anni ’70 e ’80, promuove lo sviluppo delle “4 tigri asiatiche”: Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Hong Kong (prima ondata).
•Poi è il turno delle NIEs (Newly Industrialized Economies) di seconda generazione, dette anche “ASEAN 4”: Thailandia, Malyasia, Indonesia e Filippine (seconda ondata).
•La terza ondata riguarda la Cina, seguita poi dall’India (i due giganti demografici).
Due modelli esplicativi
Modello neoclassico, che si basa sulla razionalità economica: la “mano invisibile” del mercato
►Volo delle anatre selvatiche
Modello culturalista, che si basa sulle caratteristiche culturali
►Stato confuciano sviluppista (ruolo economico della “mano visibile” della burocrazia)
Japan
4 Tigers
ASEAN 4
Late comers
1950s 1990s
LA CINA SCOMPIGLIA IL VOLO… GIAPP. 4 TIGRI NIEs sec. gen. (Hong Kong, Singapore, (Malaysia, Indonesia) Taiwan, Corea del Sud) Thailandia, Filippine) 1950 Tessile 1960 Siderurgia Tessile 1970 Cantieristica Siderug. Tessile Auto Pelli Calzat. Prodotti legno Pelli e calzature 1980 Elettronica Cantieristica Prodotti legno (Indon.) Robotica Tessile (filati e tessit.) 1990 Bio-industria Ellettronica Elettronica Informatica Auto Nucleare Informatica Cosmesi 2000 Intelligenza artif. Biotecnologie Auto 2005 Nanotecnologie, Semiconduttori Genoma umano Robot Informatica Engineering
Cina
F. Mazzei
STATO SVILUPPISTA CONFUCIANO
1) Obiettivo prioritario: sviluppo economico. 2) Strategia EOI (Export Oriented Industriali-zation), opposta a ISI (Import Substitution Industrialization).3) Stato “forte” (tendenzialmente autoritario)4) Burocrazia efficiente e leale.5) Stretta collaborazione tra Stato e mercato.
L’Accordo del Plaza, 1985
Scoppio della “bolla”1991…
Fine della straordinariacrescita del Giappone
↓Lo “Stato sviluppista” inadatto a gestire il “post-sviluppo” e a rispondere ai vincoli della globalizzazione
Il Giappone oggi… Il secondo decennio del nuovo secolo si presenta per il Sol Levante sotto cattivi auspici. In politica interna, perdura la crisi politica, l’economia continua a presentare problemi sia per quanto riguarda i profitti delle imprese che il mercato del lavoro…. A tutto ciò si è aggiunto il triplice disastro dell’11 marzo 2011.Il Giappone mostra evidenti i segni della Grande Crisi, dati soprattutto dal fatto di essere un paese ormai largamente “de-industrializzato” ma non ancora globalizzato…
nelle nanotecnologie, in settori high-tech e nella delocalizzazone nel settore dell’elettronica. Indiscussa la supremazia nella robotica. Due i settori chiave: auto e produzione di beni strumentali.Tre atouts eccezionaliTre atouts eccezionali::1) un capitale umano “unico” al mondo; 2) un sistema politico democratico e un sistema sociale stabile; 3) un ambiente geografico favorevole commercialmente.Non mancano studiosi che ritengono che il Giappone stia elaborando un nuovo modello di sviluppo “post-crescita”,
Nonostante la crisi ìl Giappone è leader
F. Mazzei