Fo Dario - Il Ratto Della Francesca

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Fo Dario - Il Ratto Della Francesca

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Il teatro di Dario Fo

Il ratto della Francesca

COMMEDIA IN DUE TEMPI

Nota: questo volume è stato allestito in brevissimo tempo; preghiamo pertanto il lettore di scusare eventuali refusi.

© F.R. La Comune Tutti i diritti riservati - Milano 1986

Personaggi:

FRANCESCA BOLLINI DE RILL LA SEGRETARIA GIOVANE UOMO CAPO BANDITI II BANDITO III BANDITO IV BANDITO LA MADRE DI FRANCESCA BOLLINI IL PRETE UN CHIERICO

Prima rappresentazione: Trieste, Teatro Sloveno - 3 dicembre 1986

All'alzarsi della luce ci troviamo in un soggiorno molto elegante con divani, poltrone e mobili coperti da lenzuola. Sopra i mobili e spani nella stanza vi sono alcuni scatoloni da imballaggio. Entra in scena una donna seguita da un giovane uomo con una benda nera sugli occhi e con i polsi legati.

DONNA: Ecco, vieni avanti tranquillo, così... ora puoi sederti... accomodati. GIOVANE UOMO: Volentieri signora... ma dove mi accomodo con 'sta benda in faccia che non mi fa vedere niente... (Urta contro degli scatoloni da imballaggio posti nel centro della stanza, ne fa cadere un paio) DONNA: Aspetta un attimo che abbasso le tapparelle, poi ti libero. (Esegue) GIOVANE UOMO: Perché signora, ha paura che attraverso le finestre aperte io possa riconoscere la strada e quindi, più tardi, rintracciare questo posto? DONNA: Ma cosa dici, tesoro, è solo perché non voglio che ti vedano dal di fuori... io sono tremendamente gelosa degli uomini che amo! GIOVANE UOMO: Ecco mi prenda anche in giro... la prego signora, mi sciolga. DONNA: No, ti prego io Gianni, smettila di chia-marmi signora... io mi chiamo Francesca. (Inizia a to- gliere le lenzuola dal divano) GIOVANE UOMO: Faccio fatica, signora... d'altra parte si metta nei miei panni: io sto all'ufficio spedi- zioni della Borsa, ho sentito sempre parlare di lei, si- gnora, come del padreterno... e anche di più: "La si- gnora Bollini ha fatto questo, ha disfatto quest'altro!"... ho visto tremare un sacco di impiegati perfino

fra poco quando mi spoglio nuda tu, al colmo dell'ecci-tazione, ti lecchi due quartine di marche da bollo, me le appiccichi un po' qua, un po' là, e mi spedisci come collo senza valore! Da 'sto momento mi dai del tu, capito? GIOVANE UOMO: Ci proverò... Ma io devo essere proprio rimbecillito per lasciarmi bendare come un mammalucco, e legare ai polsi poi. DONNA: Perché, non ti eccita quest'atmosfera pazza e misteriosa che sono riuscita a montare? (Toglie la benda dagli occhi del giovane, gli libera anche le mani) Eccoti sbendato. Oh, a me mi fa andare via di testa questo gioco! M'immagino d'averti sequestrato, di tenerti prigio-niero... la maga Circe che cattura Ulisse! GIOVANE UOMO: Ecco, mi manca giusto di essere trasformato in un maiale. DONNA: Sì, un bel maialino da latte da rosolare, piano, piano. (Lo butta sul divano e cerca d'abbracciarlo) Vieni, fatti pastrugnare un po'... GIOVANE UOMO: (Si libera dalla donna e si alza) Signora... cioè Francesca... mi perdoni ma mi sento ancora così imbarazzato! È l'immagine che io ho di lei, capisce, che mi blocca. DONNA: (Consuma la battuta togliendo le lenzuola che coprono i vari mobili, lenzuola che finiscono addosso all'uomo) Certo che io blocco, io mica sono una donna, sono e resto una banca! Al posto degli sportelli ci ho le zinne... le cassaforti sono le mie natiche... e fra le cosce ci ho la fessura per la cassa

ti !

e butta!" DONNA: Sbatti e butta... (Ride divertita) Ah, non male! (Entra in bagno togliendosi la camicetta) GIOVANE UOMO: Ecco perché non vuoi farmi sa-pere dove ci troviamo... è il tuo scannatoio questo... mi porti qui, mi adoperi, e ti liberi senza il pericolo che poi io ti possa venire a scocciare... DONNA: (Rientra in scena indossando un accappatoio che tiene aperto: parlando si toglie gonna e stivali) Ad ogni modo non hai capito un accidente... non è per non essere scocciata da te, ma da altri semmai, un po' più pericolosi e rognosi di te, che non ti voglio far sapere dove ti porto... Sì, è vero, non mi fido in quanto ti può sempre sfuggire con chicchessia... GIOVANE UOMO: Ah, e così sospetti che io sia un infame... uno senza parola che va in giro a spifferare... DONNA: Io non penso a niente. D'altra parte, che cosa ne so io di te? So che lavori in Borsa, ti conosco da tre giorni... abbiamo fatto colazione insieme un paio di volte... quattro baci... Di certo so che sei simpatico, piacevole, tant'è che ieri abbiamo deciso che oggi si po-teva fare all'amore. Ma di tutto quello che hai dietro... che può essere pure splendido, io non ne so niente. (Rien-tra in bagno) Tanto per cominciare, perché vieni con me? GIOVANE UOMO: Oh, bella, perché mi piaci! (La donna esce dal bagno portando un altro accappatoio per il giovane) Forse perché godo come un pazzo a beccarmi delle scalcagnate in faccia... Di certo mi affascina questa tua

DONNA: Certo, sono un mitragliatore e sparo proiet-tili dum-dum! (Comincia a spogliarlo) Io sono una donna, per di più sola, (gli abbassa la cerniera dei pantaloni) e mi devo proteggere... specie nell'ambiente in cui mi trovo, banche e affini... in mezzo a bande di satanassi, sempre pronti a farti fuori... e così ho imparato a farli fuori io, prima di loro! (Lo butta letteralmente sul divano e gli cava i pantaloni di botto) GIOVANE UOMO: Non è che stai recitando il per-sonaggio della cinica ributtante per impressionarmi? (Si mette a sedere) DONNA: No, non sto recitando, io sono cinica ori-ginale garantita... Dimmi tu che speranze, che fiducia puoi avere... Guardati intorno. GIOVANE UOMO: Eh già, è il mondo che fa schifo... voi non c'entrate niente con le schifezze. DONNA: Ehi, sessantottino di ritorno, non hai capito un tubo! Io ti stavo dicendo infatti che la più grossa responsabilità ce l'abbiamo proprio noi che ci sbattiamo per il benessere... (Si siede accanto al giovane) GIOVANE UOMO: Certo, il benessere di pochi im-bastito sull'abbiocco di molti... DONNA: Altra stronzata! No, è il benessere creato per molti... per troppi, il disastro. La gente sazia, soddisfatta, si annoia, e allora si ubriaca, si buca, snariccia coca, ha bisogno di maggior guadagno, quindi ruba, rapina, ammazza, le ragazze battono per farsi la roba... GIOVANE UOMO: Tutta colpa della noia e del be-nessere? DONNA: Stai tranquillo che dove la gente ha fame vera,

dosso al giovane) Vieni, vieni qui coccolone mio... che abbiamo cianciato fin troppo... abbasso la miseria e la tirannia, mettiamoci in libertà... spicciamoci che ho fred-do e ho il raffreddore. (Gli fa indossare l'accappatoio e lo trascina in bagno. Squilla il telefono: la donna s'arresta sconvolta) Oddio che è questo? GIOVANE UOMO: Mi pare lo squillo del telefono... DONNA: Ma nessuno conosce questo numero... a malapena lo ricordo io. GIOVANE UOMO: Allora si tratterà di un contatto o di qualcuno che ha sbagliato numero. DONNA: Prova a rispondere tu... così vediamo subito. GIOVANE UOMO: (Solleva la cornetta) Pronto? Chi? I pompieri? No, questo non è il comando dei vigili del fuoco... Come?... Ah, voi, siete i vigili del fuoco... No, qui non brucia niente... gliel'assicuro. (Abbassando la cornetta) Hai visto, avevano sbagliato. DONNA: No, non hanno sbagliato... il fuoco c'è... sono io che brucio... toccami qui... (prende una mano del giovane e la posa sul suo seno) brucio di passione per te... Acqua, acqua! (Entra correndo in bagno trascinandosi dietro il giovane) GIOVANE UOMO: (Dall'interno del bagno) Ma sei proprio una dispotica tremenda! Lascerai un po' anche a me d'iniziativa, spero! DONNA: (c.s.) Sì, prendi l'iniziativa... Oh come scot- ti anche tu... bruci... Ascolta, annusa, (entra in scena) con tutto che ho il naso tappato, mi sembra di sentire odor di bruciato. GIOVANE UOMO: (Uscendo dal bagno con un asciugamano

DONNA: Non ti preoccupare, adesso ho capito di che si tratta, è la caldaia di sotto, c'è il bruciatore che ogni tanto s'ingolfa. (Squilla ancora il telefono) Un'altra volta i pompieri? GIOVANE UOMO: Ah, ma come scocciano questi... (Solleva la cornetta) Pronto, qui non brucia niente!... Come chi sono? Lei chi vuole? DONNA: Oh, mio dio chi è? GIOVANE UOMO: È una donna... DONNA: Chiedile che numero ha fatto. GIOVANE UOMO: Che numero ha formato, scusi? Quaranta, dodici, ventuno... DONNA: È questo! (Afferra la cornetta) Pronto, chi è lei, scusi? Ha attaccato! GIOVANE UOMO: Ma non avevi detto che nessuno, oltre te, conosce questo numero? DONNA: In verità c'è qualcun altro che lo conosce. Accidenti è lei!. Sì, sì, mi ha scoperta... sono rovinata! GIOVANE UOMO: Chi t'ha scoperta? DONNA: Lei, la padrona. (Si riveste freneticamente e consumerà le battute seguenti rimettendo lenzuola, ecc., al loro posto, come stavano all'inizio della scena) GIOVANE UOMO: Ma che dici, quale padrona? DONNA: Vedrai che fra poco sarà qui... quella mi sbatte fuori... mi ammazza! GIOVANE UOMO: Ehi dico, stai impazzendo? Chi t'ammazza? DONNA: La Bollini. GIOVANE UOMO: Bollini, tua madre... DONNA: No, Francesca Bollini, sua figlia.

GIOVANE UOMO: (Ha preso gli indumenti ma non li indossa) Come, come, scusa? Ripeti: tu non saresti la Bollini? DONNA: Ma se è un'ora che te lo dico! Scusa, tu l'hai mai vista in faccia la signora Francesca? GIOVANE UOMO: Beh, un paio di volte, ma da lontano. DONNA: Ecco, da lontano. Certo da lontano le as-somiglio: abbiamo su per giù la stessa taglia, i capelli trattati con la stessa tintura... tagliati uguali... GIOVANE UOMO: È perché uguali? DONNA: Me l'ha imposto lei. GIOVANE UOMO: (Meravigliato) Te l'ha imposto? DONNA: Sicuro, e anche gli occhiali mi fa portare come i suoi... Vestiti! (Il giovane va in bagno per rivestirsi) Il maquillage, i vestiti... se ne fa sempre far il doppio, salvo quelli da sera, il secondo capo è per me. GIOVANE UOMO: Ma a che scopo? (Affacciandosi dal bagno) Lo slip! DONNA: Lo slip. (Prende lo slip e lo porge al giovane che rientra in bagno) GIOVANE UOMO: Ma a che scopo? DONNA: Per farle da sosia. GIOVANE UOMO: E che è, una farsa... una comica finale? (Esce dal bagno) DONNA: Beh, ti sembra che in questo momento abbia voglia di giocare alle comiche? Guarda, son qui che tremo... All'idea che quella m'abbia scoperto ad usare il suo scannatoio, mi sento svenire. Che poi è di sicuro una scatenata dell'erotico la signora ma solo per sé con gli

senza tutti quei miliardi che le fuoriescono perfino dalle mutande. Ormai ho perso mistero, fascino. Dì la verità, erano i bigliettoni con i quali t'incartava il tempietto dell'amore che ti sfrugugliavano l'anima. GIOVANE UOMO: A parte la trivialità gratuita, t'avverto che se davvero mi hai giocato uno scherzo si-mile... io, io... DONNA: Tu cosa? Mi prendi a sberle? Mi strozzi? E io povera oca mi ero illusa di piacerti almeno un po', per me... per come sono, per il mio cervello... non solo per il frontespizio bancario che mi portavo appresso. (Siede sul bracciolo del divano, prende la borsetta e ne estrae l'occorrente per il trucco) GIOVANE UOMO: Ma cosa parli di cervello, di come sei, se non sai far altro che fare il verso alla tua padrona. Giuro che è la prima volta che incontro qualcuno che per vivere fa il sosia. DONNA: Beh, è un mestiere che dà le sue soddisfa-zioni. Tutte le volte che ci sono dei servizi delicati e un po' pericolosi, vado io con il suo passaporto, recito la sua parte e nessuno se ne accorge. GIOVANE UOMO: E dovevi venire a sfottere proprio me? Ma tu guarda 'sta stronza fanatica. DONNA: Stronza hai detto? Ah, ti sei scoperto: vorrei tanto che lo venisse a sapere la signora Bollini, che ti volevi fare la sua segretaria convinto che fosse lei, per la sola libidine di possedere sessualmente una banca... Magnaccia! Ecco quello che sei. GIOVANE UOMO: Senti, vuoi darci un taglio di sputare merda? DONNA: Ehi meno male che fino a un attimo fa ti

GIOVANE UOMO: E che è adesso? Guarda un po' dalla finestra... DONNA: Si, ci guardo, ma tu voltati dall'altra parte. (Solleva le tapparelle) GIOVANE UOMO: Ancora? Ma sei fissata! (Esegue) DONNA: Ehi, ci sono dei pompieri... hanno appoggiato la scala proprio contro la nostra casa... GIOVANE UOMO: Ah, ma allora non si erano sba-gliati col telefono. DONNA: Ma come avran fatto a sapere il numero? Accidenti... guarda lì, da sotto la porta d'ingresso sta entrando fumo...

Bussano e suonano alla porta.

DONNA: Chi è? VOCE: (Dall'esterno) Vigili del fuoco... aprite.., vi sta andando a fuoco la casa! GIOVANE UOMO: Ecco, lo dicevo io... Presto, dammi la chiave. DONNA: (Corre per la stanza inseguita dal giovane) Ma neanche per sogno... chi mi dice che non siano dei falsi pompieri... GIOVANE UOMO: Senti, piantala di recitare il per-sonaggio della Bollini e scendi dalle casseforti: se ti va di finire arrosto son cavoli tuoi., ma non tirarmici di mezzo... Dai qua 'sta chiave. (Gliela strappa di mano e va ad aprire la porta) DONNA: No, disgraziato! Me la paghi... e prega il Signore che siano proprio i pompieri veri.

Si spalanca la porta ed entra un gran fumo. Fra il fumo spuntano due p pi i t t di h ti l i d b b l

maschera antigas al giovane che inizia a calzarla) La donna agitata, corre verso la finestra inseguita dal II pompiere che ha a sua volta una maschera in mano.

DONNA: No, grazie... io non posso, ci ho il raffred-dore... mi fa soffocare... Se non vi dispiace, portatemi sotto la finestra la scala... scendo di lì. GIOVANE UOMO: (Calzando la maschera antigas) Ma non essere ridicola... spicciati... I POMPIERE: Su, signora, si sbrighi che non abbiamo tempo da perdere... il fuoco sta montando. GIOVANE UOMO: Soffoco... Mi sento male... (Cade a terra svenuto) DONNA: E faceva il gradasso, il pirlostrato! (Si avvicina al giovane e cerca di togliergli la maschera antigas) I POMPIERE: No, non gliela tolga, è solo la prima impressione. DONNA: Ehi, che gli è successo! È svenuto!... I POMPIERE: Non è niente, non si preoccupi. Piut-tosto, calzi 'sta maschera anche lei! I pompieri sollevano la donna, la spingono a sedere su di una poltrona e cercano di metterle la maschera. La donna si divincola. DONNA: No, perdio, lasciatemi! Bastardi! (Azzanna una mano ad uno dei pompieri e sferra un calcio all'altro) I POMPIERE: Aiua... 'sta carogna! II POMPIERE: Boia, che scalcagnata! DONNA: (Corre ad afferrare una pistola sparachiodi

II POMPIERE: ma è pericoloso! I due pompieri si nascondono dietro i mobili. DONNA: Certo, specie per voi, soprattutto se vi av-vicinate: vi crocefiggo a macchina! Due secondi e vi impatacco sul muro: uno di qua e uno di là, in attesa che arrivi Gesù! Avanti, tirate via la maschera al giovanotto. (Eseguono) II POMPIERE: Ma che, lavorava in un circo equestre? DONNA: Sì! Numeri di beneficienza, come la Mar- zotto! E adesso via! Menare!... Un momento, tanto per gradire, non si potrebbe sapere per chi lavorate e com'è che siete riusciti a scoprire il numero del mio telefono? I POMPIERE: Beh, ecco noi...

I due pompieri cercano di avvicinarsi alla porta.

DONNA: Fermi lì... anzi sedetevi e raccontatemi tutto. (I due si siedono sul divano) Toglietevi le maschere, che tanto l'effetto fumo è già finito. Allora, vogliamo liberarci di quel catorcio sulla faccia, e conoscerci un po' più da vicino? I POMPIERE: Farci riconoscere? Signora, è peggio che incastrarci... No, non possiamo... cerchi di capire... DONNA: No, non capisco... e questo citrullone, guarda tu se mi dà una mano. (Sferra un calcio al giovane steso per terra) Svegliati!

III POMPIERE: Forza voi, disarmatela! (Uno dei due pompieri disarma la donna) Di qui, da questa parte... (La donna s'abbassa, i due afferrano per il collo il terzo pompiere) No, cretini, 'sto collo è mio! I POMPIERE: Scusa... è che non ci vediamo... (sono letteralmente coperti dalla schiuma dell'estintore) aspetta che puliamo i vetri. (Si puliscono gli occhiali, si tolgono le maschere, si voltano per non farsi vedere) Adesso, tienila ferma che le calzo la maschera col cloroformio... Aspetta che mi rimetto la mia, prima... (esegue) oddio... soffoco... (Barcolla) I POMPIERE: Cretino... la tua è quest'altra... quella è per lei... (Tentano di farle calzare la maschera) DONNA: No, bastardi... lasciatemi... (Si dimena, ma gli altri hanno il sopravvento) GIOVANE UOMO: Ehi, che è? (Si rimette in piedi) Dio la testa... Datemi qualcosa per la testa... per favore.

INTERMEZZO di “Il ratto della Francesca” Approfitto del cambio di scena per svelarvi qualcosa che reputo

importante in merito al testo dello spettacolo. Voi tutti siete abituati a vedere noi attori e attrici muoverci sul palcoscenico con più o meno disinvoltura, tutti presi dal gioco teatrale... preoccupati di procurarvi divertimento... e vi sarete convinti che anche noi ci si diverta un mondo. No, non è sempre così: spesso recitare un testo ci provoca angoscia... a causa dell'impegno morale che cerchiamo di comunicarvi.

Venendo al dunque, di che cosa tratta questa nostra commedia? Qual è l'impegno? I più svelti fra di voi l'avranno già capito. Si tratta di un'opera in difesa dei ricchi. Sì, avete capito bene: in difesa dei ricchi! Certo, la nostra compagnia non ha buona reputazione nè buona fama in merito. In molte occasioni, dobbiamo ammetterlo, siamo andati giù pesanti con la satira contro gli abbienti e i potenti. Ma concedeteci il rinsavimento. Oggi, sentiamo il dovere, di fronte alla folle campagna che si sta organizzando contro i ricchi, di correre in loro difesa. Ve ne sarete di certo resi conto a vostra volta, nello stesso istante in cui il ricco è tornato di moda e lo si ama, sono scoppiati l'odio e l'idiosincrasia per i signori da parte di certi ambienti. Aggressioni morali e fisiche a tormentone, rapimenti, attentati, estorsioni, ricatti e perfino arresti con tanto di manette fra due carabinieri... come Pinocchio!

Neanche lo stato, la polizia e la magistratura li rispettano più. Dio santo! Un tempo c'era un accorto ritegno da parte della giustizia a criminalizzare un ricco. Il ricco era giustamente protetto; godeva di d di i d d i i di i i i l

È notizia di qualche giorno fa, l'avrete letto anche voi, dal famoso petroliere di Genova, imprigionato per una truffa dei 24 miliardi, riposto in libertà. Ma attenti: per ottenere la libertà provvisoria, il petroliere suddetto, già cavaliere del lavoro ad opera di Giovanni Leone, è stato costretto a versare la bellezza di 2 miliardi. Ma come, a un cittadino che sottrae 24 miliardi allo stato, lo stato stesso impone il ristorno dell'otto per cento, Iva compresa, sul maltolto? Stato taglieggiatore! Governo ladro!

Ormai siamo alla vessazione: tassano le azioni in borsa, tassano i Bot, le privilegiate, indagano su ogni operazione di cambio e scambio di valuta... Ma ditelo che volete sopprimere la libera iniziativa! Che volete cancellare la razza dei miliardari dalla faccia della terra...

E una nazione appiattita dentro il grigiore dell'uniformità di malessere, invece che di benessere che volete? Niente più storie affascinanti di ricchi industriali che perdono la testa per l'attricetta, ormai abbandonata dai produttori, la impalmano e la imbarcano per un eterno viaggio di nozze a scorazzare per i mari sopra un 16 metri che "Azzurra" al confronto è una bagnarola! E ditelo che non vi interessa più sapere chi è il padre dell'ultimo neonato di Carolina!

Ditelo che non volete più storie di miliardari che comprano isole intere, coste e penisole per decine di chilometri quadrati dove poter finalmente costruire ville e palazzi straripanti di cemento, senza la rottura del piano regolatore... e sguazzarci come in una telenovela della California. Continuate, continuate con le persecuzioni ai ricchi, poi mi direte cosa troveranno da leggere le signore casalinghe e no dal parrucchiere mentre

Wojtyla che fa argine... e distrae l'opinione pubblica, prendendosela con gli omosessuali.

Come dicevo, anche Dio ce l'ha coi ricchi, perfino d'estate. 'Sti poveracci al tempo delle vacanze, tanto per evitare la ressa e l'inquinamento di Cesenatico, si trasferiscono alle Seychelles e alle Mauritius... e tornano con febbri malariche, pustole, eczemi bubbonati orrendi... ripieni di bacilli esotici assimilati bevendo succo di cocco, sbaciucchiando l'indigena che ballava intorno al barbecue.

Per aver succhiato la polpa di un granchio delle Maldive, un ingegnere di Verona s'è trovato giallo per una forma terribile di colera... che se avesse voluto beccarsela qua da noi, non gli bastava succhiarsi una tonnellata di cozze crude del golfo di Napoli, di quelle allevate sullo scarico dell'ospedale a Santa Brigida.

Una signora che a Ceylon ha coccolato per dieci minuti un babbuino s'è trovata con l'AIDS al 5° grado. Un noto costruttore di Como è tornato da Bali con tutta la famiglia pullulante di pidocchi rossi detti piraña del cuoio capelluto... come sono entrati in villa li hanno attaccati al doberman di guardia che è morto dopo tre minuti... letteralmente sbranato. I ricchi vivono di fatto segregati... poveracci, non sanno cosa sia la libertà.

Vegetano in cattività fin dalla nascita in ville e palazzi roccaforte, contornati da sistemi d'allarme elettronici, telecamere dappertutto. C'è una centrale video che segue ogni toro movimento, certo per proteggerli e difenderli in ogni istante, ma intanto si ritrovano prigionieri come a San Vittore. Escono solo se accompagnati in macchina con autista poliziotto e gorilla appresso, la macchina naturalmente è blindata con lastre d' i i Sp t tti bli d i l lt L d l

Non vi dico il fracasso di lamiere quando fanno all'amore. Fra innamorati ricchi, spesso per amarsi in modo diverso, ci si spara addosso. Sono i ricchi che fanno la moda, il gusto e la cultura... infatti chi ha inventato di mettersi l'orologio sopra il polsino e gli scarponcini fino al polpaccio anche col tight? È nostro dovere proteggere questa razza se non vogliamo vederla sparire. Propongo che il ricco sia iscritto nella lista delle specie in via d'estinzione. Ma non sono d'accordo con quelli che hanno proposto di raccoglierli tutti e di alloggiarli in zone protette quali il parco d'Abruzzo o quello della Val d'Aosta, compresa Saint Vincent col suo casinò annesso. No, il ricco, specie quello nostrano, non può essere isolato, esso ha bisogno di vivere con individui umani normali... ha bisogno di sviluppare la propria grande attività creativa. Organizzare spostamenti di masse lavoratrici, tagliare rami secchi operativi, liberarsi della mano d'opera in eccedenza, ristrutturare, modernizzare, condurre una lotta dura e spregiudicata contro maestranze e sindacati ribelli.

Parliamoci chiaro, ormai gli operai hanno abbandonato da tempo la lotta di classe, gli unici che continuano a portarla avanti, imperterriti, se pur con grande difficoltà... da soli... sono gli imprenditori. Loro non mollano! E basta quindi di dipingere la razza padrona come un'accolita di sfaccendati pigri e viziosi dediti solo alla crapula. No, il ricco che conta è un grande lavoratore: alle otto in punto del mattino è già in ufficio. Ma prima si è già fatto un 'ora di footing correndo nel parco della villa... una cavalcata di mezzora, quindi mezz'ora di sollevamento pesi e una sauna. Ha già telefonato al responsabile del personale ordinando

SCENA SECONDA Una ex cascina trasformata in abitazione con il soffitto a capriate.

Sul fondo una scala che porta ad un secondo piano, dietro la scala una vetrata. In scena, lungo la parete destra, in prima, un divano con accanto un tavolino su cui è posto il telefono. A sinistra del divano un mobile su cui ci sono alcune bottiglie, un estintore e una corda. A sinistra della scala, sul fondo, un tavolo con un televisore portatile ed un walkie- talkie. Nell'angolo un attaccapanni. Lungo la parete di sinistra si apre la porta del bagno attraverso cui si scorge la tazza del water. Nell'angolo sinistro, in prima, un frigorifero. In centro alla stanza un letto senza materasso e coperto da un tavolaccio. Accanto ad esso alcune vecchie sedie impagliate. Entrano i tre banditi, ancora travestiti da pompieri, portando a braccio la donna incatenata, imbavagliata e con gli occhi bendati. Scendono le scale e la mettono sdraiata sul letto. Quindi le tolgono il cerotto dalla bocca e si liberano da elmetti e imbragature, buttandoli in un angolo della stanza.

DONNA: (Respirando e tossendo) Oddio! ... non ce la faccio... acqua... I BANDITO (CAPO): Su, su, respiri con calma... anche col naso. DONNA: Macché col naso... (tossisce) ... ce l'ho tappalo per il raffreddore Siete dei pazzi incoscienti in-

II BANDITO: L'acqua. DONNA: Beh, allora, visto che siete tanto spiritosi, vi dò una bella notizia. (Beve) II BANDITO: Sentiamo. DONNA: Vi siete sbagliati anche voi... io non sono la signora Bollini de Rill. III BANDITO: Oh tu guarda! E chi avremmo l'onore d'aver sequestrato? DONNA: Elena Ferrucci, la sua segretaria. Ma mi sta bene perdio, così imparo a fare la cretina. Ad ogni modo se mi aveste dato un'occhiata un po' più per il sottile non avreste fatto 'sta gaffe. CAPO: (Rivolgendosi minaccioso al III bandito) Cos'è questa storia? III BANDITO: Ma non datele retta, sta facendo la manfrina. CAPO: Toglietele la benda dagli occhi. III BANDITO: (A parte, ai due) Ma è lei vi dico, la Bollini, guardate qua (mostra alcune riviste) su tutte ste copertine: Vogue, Manager, Capital, Personality... CAPO: Guardiamola in faccia... Un momento, infi-latevi le maschere... II BANDITO: Ma sono dei catorci, non ci si respira! CAPO: Beh, mettetevi queste di carnevale. (Prende da un mobile varie maschere: consegna al II bandito la maschera raffigurante Andreotti, al terzo bandito quella di Craxi; per sé si tiene Spadolini) II BANDITO: Eh, con queste è già un'altra vita. (I tre banditi indossano le maschere) II BANDITO: (Prende alcune fotografie da sopra una sedia che

gliare alla signora, mi ha assunta proprio per questo. Sa-peste quante volte mi hanno scambiata per lei. Qualche settimana fa mi sono presa perfino un paio di schiaffi dalla moglie di uno dei suoi amanti! II BANDITO: Ah, facevi da parasberle? DONNA: Sentite, se non ci credete chiedetelo al gio-vanotto che era con me, lui sa tutto. CAPO: (Rivolto al III bandito) Dì un po'! Come la mettiamo? III BANDITO: (Allontanandosi dalla donna con i due) Ma non scherziamo nemmeno... L'ho tampinata per un mese io quella... L'ho fotografata da tutte le parti, l'ho ripresa anche col video-tape... ci ho qui la cassetta, vuoi che te la faccia vedere? DONNA: Mettetela come vi pare. (Il II Bandito le toglie la benda dagli occhi. La donna guarda i tre mascheriti allibita) Ma che è?! Siamo a Montecitorio? Vi siete messi anche a far sequestri, adesso? Ad ogni modo se voi l'aveste sentita parlare almeno una volta, la signora Bollini, sentendo me adesso vi fareste una gran sganasciata dal ridere. Se fosse qui al mio posto, altro che starsene a frignare... la sentireste quella! Anche da in- catenata, si butterebbe ad addentarvi le chiappe urlando come un'aquila!

Il capo prende le fotografie e controlla l'identità della donna osservandola attentamente.

II BANDITO: Ecco, sì, devo dire che questo parti- colare della grinta è l'unico che m'ha messo in una certa perplessità... A questa proprio le manca. Altra stoffa... CAPO: Sì perché tu non l'hai vista nel pied a terre

mi diate corda per dieci minuti. (Conciliante alla donna) Ascolta tu, ci hai convinti, abbiamo sbagliato. DONNA: Oh, era ora. Mi fa piacere! III BANDITO: Sì, tu non sei la Bollini, la Bollini è una gran furba, e tu invece sei una gran stronza. DONNA: E un complimento allegorico? CAPO: Sì, diciamo che sei una cogliona, dal momento che ti fai trovare fra i piedi al posto della tua padrona. DONNA: Avete ragione... ma in quell'appartamento, ve l'ho detto, ci sono andata per via di quel ragazzo. III BANDITO: E per giocare alla serva-padrona guar- da tu che casino che ci hai procurato! Lo sai che ci hai fatto sbattere ai porci un sacco di quattrini? DONNA: Mi spiace davvero. III BANDITO: Beh, è la vita! A 'sto punto non ci resta che portarti indietro. DONNA: Non dovete scomodarvi, basta che mi la- sciate in qualche posto, poi ritrovo da me la strada. CAPO: Per carità, ti ci portiamo noi, ci mancherebbe altro. DONNA: Grazie, siete molto gentili. II BANDITO: Ti lasciamo giusto davanti al cancello della villa... DONNA: È troppo! II BANDITO: Dentro un sacco. DONNA: Ah! III BANDITO: Sì, della spazzatura... mortammaz- zata! DONNA: Ma no, scusate... perché? Che c'entro io? CAPO: (Al III bandito) Avanti tu, muoviti, vai a pren- dere 'sto sacco, e prendi anche la maschera antigas... la

CAPO: Non ce ne frega un cazzo! Bella mia, tu non hai ancora capito la psicologia del coatto... gente come noi ci tiene più alla faccia che al culo! Intendi l'aforisma? La tua padrona ci ha fregati? E noi bisogna che diamo la risposta dura! Subito! Ti si accoppa! Le si sbatte in faccia la sua esca viva... morta! DONNA: Ma a lei non gliene frega niente di me morta! CAPO: E a noi non ce ne frega che a lei non le freghi! E il gesto, per l'ambiente nostro, che conta. III BANDITO: Se no, chi ci darebbe più credito nel giro? II BANDITO: Certo, ci chiamerebbero quelli del cha cha cha della segretaria! DONNA: No, no, non ci credo, state solo barando... CAPO: Ah sì? Beh, allora tiriamoci giù la maschera. (I banditi si accingono a togliersi le maschere) Avanti! Se sei un minimo sveglia avrai già intuito che se la banda del sequestro decide di mostrarsi a grugno nudo, vuol dire che tu sei morta. DONNA:(Bloccandoli) No, no, fermi! Tenetevi le maschere per carità! Vi dico tutto subito. Sì, non è vero niente, sono io Francesca Bollini de Rill. CAPO: Eh no, adesso è troppo facile, mo' chi ti crede più a te?! (Sale la scala ed esce di scena) III BANDITO: Ha ragione, per me va bene la prima versione... prova un po' a convincermi del contrario adesso! II BANDITO: Ma un po' in fretta, che non abbiamo più tempo da perdere

II BANDITO: Bancarotta alla Mediobanca?!

Il Capo rientra nella stanza spingendo avanti a sé il giovane uomo legato come un salame e con una benda sugli occhi.

CAPO: Ecco, con questo tagliamo la testa al toro. (Lo sbenda) Avanti. Fermo così! (Ai due compagni) Fategliela vedere!

Il II e il III bandito fanno alzare la donna e la mostrano al giovane.

CAPO: (Rivolgendosi al giovane incatenato) Secondo te questa chi è? GIOVANE UOMO: Chi è in che senso? CAPO: È la Bollini o la sua segretaria? GIOVANE UOMO: Beh, è difficile dirlo con certezza... però c'è un particolare che forse la scopre... CAPO: E sarebbe? GIOVANE UOMO: (Con imbarazzo) Quando siamo saliti nel suo appartamento, lei aveva uno smeraldo al dito grosso così. Appena voi siete entrati travestiti da pompieri, lei, la prima cosa che ha fatto s'è sfilata l'anello e l'ha nascosto... DONNA: Vigliacco, ti sei già venduto! CAPO: Vai avanti. GIOVANE UOMO: Se fosse stato falso, se ne sarebbe fregata di farlo sparire. CAPO: Sveglio il ragazzo. Com'era l'anello? GIOVANE UOMO: Era un anello di parecchi carati:

vevo quell'anello... ma era un barlafuso... aveva solo un grande valore affettivo per me. Purtroppo, nel trambu- sto... gli scossoni... il "tira di qua e di là", l'ho perduto. CAPO: Non sei mica furba, sai. L'anello è l'unica prova che hai a tuo vantaggio. Tiralo fuori, a meno che tu non preferisca proprio essere sbattuta dentro il sacco della spazzatura. DONNA: Ma era un barlafuso vi ho detto! CAPO: (Al giovanotto) Dove hai visto che lo nascondeva? GIOVANE UOMO: L'ha infilato nel décolleté. DONNA: (Al giovane) Sei un infame! (Agli altri) Mi è scivolato giù... non so dove...

Il II e il III bandito afferrano la donna e la mettono in piedi sul letto.

II BANDITO: E allora ti spogli. III BANDITO: Via, togliti i vestiti. GIOVANE UOMO: Sì, sì... signora, facci 'sto spogliarello. DONNA: Taci, infame! Bidonista televisivo! (Cercando di difendersi) Ma voi siete pazzi... mi potete anche ammazzare... CAPO: Non ci resta che spogliarla noi... II BANDITO: Su, strappiamole tutto. DONNA: No, ma come vi permettete, animali! CAPO: Eh, senti com'è soda. DONNA: Basta, giù 'ste manacce... mi stracciate tutto. Fermatevi, vi dò l'anello... fermi, lo trovo io. III BANDITO: Sì, ma sbrigati, ti diamo una mano! DONNA: No per favore faccio da me Vi spiace

I banditi prendono le sedie e le dispongono in fila, come a teatro, quindi si siedono divertiti per godersi lo spettacolo.

DONNA: Siete proprio delle carogne. II BANDITO: Certo che l'ideale sarebbe un bel blues! DONNA: Eccolo, è qui... (Si contorce per bloccare l'anello e raggiungerlo con le mani affondate nel collant) Macché, m'è sfuggito. Vi spiacerebbe sciogliermi un attimo le caviglie? CAPO: No, continua così... è più eccitante... II BANDITO: Vai che sei forte! DONNA: Ecco... s'è fermato lì, sul ginocchio... ma non ci arrivo. CAPO: Stai buona! (Spinge il giovane verso la donna) Ci pensa il ragazzo che ci ha già fatto la mano... DONNA: (Al giovane) No, non toccarmi, sai spione! GIOVANE UOMO: (Alla donna, sottovoce) Non si agiti, le sto salvando la vita, non capisce? (Armeggia sullo stivale della donna) Ecco l'ho fatto scendere qui. (Ai banditi) Se non aprite il lucchetto non si può togliere lo stivale. Non avreste delle forbici?

Il III bandito libera dalla catena le gambe della donna, il capo dà al giovane delle forbici, il giovane le toglie lo stivale, mima di tagliare la calza e recupera l'anello.

DONNA: Non avrai in mente... sono collant nuovi! GIOVANE UOMO: Eccolo! CAPO: Dai qua... Splendido! È proprio uno smeraldo degno di una signora!

Entra in scena il bandito con la maschera di De Mita sul viso.

IV BANDITO: Sono usciti i giornali. (Distribuisce e mostra alcuni giornali) Su tutti c'è del sequestro. Guarda qua, c'è l'intervista al guardiano che abbiamo incerottato e sbattuto in cantina. E' riuscito a liberarsi e ha chiamato il Mainardi che sarebbe l'amministratore della Bollini. DONNA: Ecco, addio rifugio segreto... IV BANDITO: Seguendo il Mainardi è arrivata anche la polizia, anzi, qui dice che la polizia è arrivata prima di tutti, due minuti dopo che noi ci eravamo squagliati, sono stati i poliziotti a liberare il guardiano. CAPO: Accidenti, come mai così presto? Chi li aveva avvertiti? IV BANDITO: Non erano venuti per noi, ma per la signora. III BANDITO: In che senso? IV BANDITO: Erano lì per arrestarla. DONNA: (Ride divertita) ... È per la bancarotta di cui vi stavo dicendo... Ah, ah, questa è formidabile! Ah, ah... II BANDITO: Che ci avrà da ridere 'sta matta? IV BANDITO: Qui dice che anche i poliziotti sono scoppiati a ridere come matti... quando hanno saputo del rapimento... Erano convinti fosse tutta una messa in scena... CAPO: Ma va? DONNA: Eh, non mi crede nessuno a me. IV BANDITO: Toh, leggi, è tutto scritto qui. (Gli passa il giornale)

DONNA: Erano venuti per sbattermi dentro, capite? Credevate di avermi sequestrata e invece mi avete sottratta alle sgrinfie della legge. Vorrei proprio potervi abbracciare ad uno ad uno! (Riferendosi alle maschere dei banditi) Grazie pentapartito! CAPO: Non c'è di che! DONNA: Sono felicissima! Sapete che vi dico? Qual- cuno di voi vada a prendere una bottiglia di champagne... dobbiamo festeggiare 'sto colpo di fortuna. Mettetelo sul mio conto. II BANDITO: Giusto, ci vado io! CAPO: Fermo lì! Non si festeggia un bel niente.

Il bandito e il giovane escono di scena.

III BANDITO: Sì, che se tardavamo di due minuti a battercela, ci trovavamo a fare lingua in bocca con la polizia. II BANDITO: Direi proprio di stapparci una bottiglia. Vado a prenderla. (Parte deciso ma viene bloccato dal capo) CAPO: Fermo lì! Scusate ma io non sono ancora del tutto convinto. Chi mi dice che la vera signora Bollini non sia quella che è rimasta a casa e che si fa passare per la segretaria? III BANDITO: E lei allora, se è la segretaria, che interesse ha di starsene al gioco? CAPO: Ma lei l'abbiamo terrorizzata. DONNA: (Riferendosi al giornale) Ma guarda 'sto figlio di puttana... senti senti le panzane che va dicendo!

cando il giornale) che è disposto a vendere la villa di Dol- mezzo e la tenuta di Valfascio. DONNA: Con la caterva di ipoteche che ci hanno sopra? Mio marito è il più grande puffettaro ancora in circolazione dall'epoca del terziario. Ha una chiacchie- ra che al suo confronto Gelli è un dilettante. A propo- sito di Gelli sapete, mio marito era il suo braccio de- stro... (rivolgendosi al bandito con la maschera di Andreotti) lei lo dovrebbe sapere! Ah, già, è solo una maschera!, ma quando hanno trovato la lista della P2, lui nell'elenco non c'era. Era stato depennato dal gran maestro in persona, in quanto si era permesso di pagargli la quota d'iscrizione con un assegno a vuoto. Capite, arrivare a bidonare il venerabile della P2 in persona, il bidoniere massimo! II BANDITO: Beh, trovo che è un genio! DONNA: Sì, ma è anche completamente scentrato. Mio marito è uno che s'è ritrovato, non si sa come, in tutte le storie le più impossibili, ma solo per buscarsi guai. Vi ricorderete di quel medico che aveva accompagnato Sindona nella sua famosa fuga da New York? CAPO: Come no, quello che gli avrebbe sparato nella gamba e ricucito la ferita... DONNA: Bravo! Il medico era lui. Soltanto che im- besuito com'è, al momento dello sparo non ha fatto at- tenzione a dove teneva il proprio piede così ha sfiorato la coscia di Sindona e bum!, s'è bucato il dito alluce in pieno! Ci zoppica ancora adesso. (Cammina zoppicando) CAPO: Va bene, abbiamo capito che con questo suo marito è meglio non trattare. DONNA: Appunto, se non volete farvi una collezione

III BANDITO: (Mostra delle foto al capo) È questo vedi... ecco, qui è con lei in macchina... si stanno baciando...

I banditi si avvicinano per osservare le foto.

DONNA: Ehi, ma dico!, siete banditi sequestratori o paparazzi? II BANDITO: Ah, ma è un giovanotto anche questo... E una ciucciapupi la signora! (Tutti sghignazzano) DONNA: Non sia triviale, la prego! Sì è vero, il Mai- nardi è mio socio... se pure di minoranza... e mio aman- te... di maggioranza. CAPO: E il fatto della bancarotta? Come minimo, vi metteranno tutto sotto sequestro. DONNA: Come si vede che non siete del ramo: le bancarotte sono una rottura e con trauma pesante... solo per quei fessi che ci hanno messo i quattrini, non per noi bancarottieri. Organizzare una bancarotta è come sban- care una banca sana. I quattrini si portano altrove! Prima. II BANDITO: Questa è proprio una siringata di fiducia!... Direi di brindare. Vado io. CAPO: (Si alza, bloccandolo) No, fermo lì! Non fare il buffone! (Rivolgendosi alla donna) Così avete ripulito le casse... DONNA: Andate tranquilli, quello che vi spetta vi arriverà puntuale... A proposito, quale sarebbe la richie- sta? III BANDITO: Lo saprà a suo tempo.

III BANDITO: Hai sentito come smiagola? (Imitando la donna) Ma sì, ma certo... due miliardi... ma che sono? Ve li incarto o li consumate qui? IV BANDITO: (c.s.) Tenetevi pure la menta da ciuc- ciare! DONNA: Ah, ho capito, preferivate la sceneggiata a melodramma: "Sono rovinata! Madonna mia! Non ho soldi!" Questo vorrebbe dire che io sarei convinta di avere a che fare con una banda di fessi. Ditemi: siete fessi? (Al III bandito) Rispondimi tu, cretino! III BANDITO: Ehi, dico? DONNA: Calma, chiedevo soltanto. Se non vi dispiace, io sono una donna intelligente e trovo assolutamente inutile, oltre che pericoloso, cercare di tirare bidoni a gente nella vostra condizione. CAPO: Perché, sentiamo, in che condizione saremmo? DONNA: Parlo della tensione psicologica che state vivendo... tutto lo stress di giorni e giorni... l'enorme impegno psicofisico che v'è costato realizzare questo mio sequestro. IV BANDITO: Ma che ne sa, lei? CAPO: (Al IV bandito) E tu non darle corda! DONNA: E che? Avete paura che io scopra che siete dei professionisti? E che, come ogni professionista del ramo che si rispetti, vi sarete serviti anche di un basista... magari un mio impiegato... o un qualche bastardo che lavora per me. III BANDITO: Beh, veramente... CAPO: A chi fa commenti gli spacco la faccia! Non c'è

colui che scassina la banca o colui che la fonda, la banca?". II BANDITO: Ah, ah, buona questa! Tutti ridono. DONNA: A parte che voi sottovalutate l'esperienza diretta: nel giro della zona comasco, bresciano, alta Brianza, ogni famiglia di quelle che contano, chi più chi meno, tutte ci hanno avuto il loro bravo sequestrato. C'è gente come i Busnelli, che ci hanno avuto pure la ricaduta! CAPO: Come sarebbe la ricaduta? DONNA: Sì, lui l'ingegnere Busnelli... non vi ricor- date? E cosa vostra? CAPO: No. DONNA: L'hanno sequestrato una prima volta, la famiglia ha pagato, liberato, risequestrato... pagato... e così via per tre volte. Ormai per gli industriali, i ban- chieri, da noi, il sequestro è un'epidemia ciclica, come la caduta di governo nel pentapartito! E piantatela di fare tanto gli abbottonati con me: proprio voi che esistete solo perché fate parte di una banalissima logica di mercato. II BANDITO: Banalissima logica? Che vuol dire? DONNA: Vi sembrerà assurdo, ma siamo noi stessi, della classe imprenditoriale, che, di fatto, vi commis- sioniamo il nostro stesso sequestro. IV BANDITO: (Ridendo divertito) Questa è davvero un po' grossa! DONNA: Ah sì? E allora ditemi: secondo voi dove si

giro del lavaggio attraverso il Calvi, quello che amava esibirsi sui tralicci dei fiumi di Londra in equilibrio, con due mattoni nelle tasche della giacca per aumentare la stabilità e una corda al collo che lo avrebbe tenuto ap- peso in caso di caduta, cosi da evitare di bagnarsi nel- l'acqua fetida del Tamigi. II BANDITO: Ma non prende mai fiato questa? DONNA: Sì, adesso. (Prende un gran respiro) Ed il caffè di Sindona? Pare sia stata la risposta ad uno sgarro nell'ambiente dei ripulitori... una ripulitura poco pulita. III BANDITO: E allora? DONNA: E allora se non ci fossimo noi delle banche a guadagnarci col riciclaggio dei vostri soldi sporchi, voi non rapireste gli industriali, tantomeno i banchieri che ve li ripuliscono. CAPO: Questa ci ubriaca! DONNA: Se volete sto anche zitta, chiacchiero solo per far passare il tempo in attesa delle direttive. III BANDITO: (Meravigliato) Che direttive? DONNA: Andiamo, è logico che voi avete realizzato, diciamo così, il lavoro di manovalanza... cioè avete organizzato e messo in atto il rapimento, ma la trattativa vera e propria del mio riscatto verrà portata a termine da quelli che vi hanno commissionato il sequestro. II BANDITO: E qualcuno aveva ancora il dubbio che non fosse la Bollini! II BANDITO: Perché non ce la teniamo e non ci fac- ciamo fare un bel corso d'aggiornamento?

CAPO: (Allontanandosi dalla donna) Che c'è?... C'è umido?... Sì, ma che non s'infracichi troppo. Sì, va bene! Salute. III BANDITO: (Al capo) Che ha detto? CAPO: (Ai banditi) L'incontro è rimandato. II BANDITO: A quando? CAPO: Ce lo diranno... ma ha tutta l'aria che si farà spessa. IV BANDITO: Dice che c'è troppo movimento di polizia. Blocchi dappertutto. (Ripone il walkie-talkie) III BANDITO: Per me vogliono tenerci a bagnomaria per poi costringerci a mollarla in ribasso. II BANDITO: Eh sì, manco han preso i primi contatti... CAPO: (Al II bandito) E abbassa 'sta voce!, quella deve proprio sentire tutto? DONNA: Oh, non preoccupatevi per me... ad ogni modo mi pare di aver capito che ci avevo azzeccato. Sono loro che trattano. Al contrario non riesco a capire cosa aspettiate a tagliarli fuori. Volete capirla sì o no, che alla fine sono io, solo io che dovrò sborsare... quei due miliardi sono miei, senza il mio o.k. non si muove un centesimo. E voi siete così, scusate, così fessi, da farvi portar via il grosso e da accontentarvi di qualche milio- ne? Cosa portate a fare quelle maschere? II BANDITO: Ma non cianciare ancora! Che ne sai? C'è una regola da rispettare... se no sei catalogato infame e ZACH: fottuto! CAPO: (Al IV bandito) Ma la pianti anche tu di cascarci dentro le provocazioni che ti fa, coglione! IV BANDITO: Eh no eh a me coglione (Minaccia di

se non vi va, mi mandate a moriammazzata. II BANDITO: Sentiamo, tanto non abbiamo altro da fare che aspettare. DONNA: Funziona quel telefono? CAPO: Sì. DONNA: Mi fate fare una telefonata al mio ammini- stratore? CAPO: Eh no. DONNA: Perché no? CAPO: Perché il telefono del tuo caro Mainardi è sicuramente sotto controllo. DONNA: Ma dove ho in mente di telefonargli io no. In questo momento lo troviamo di sicuro al ristorante La Brasca, lì siamo fuori controllo. Lo avverto di prepararsi per una grossa riscossione. Io ho qui con me nella mia borsa tre libretti d'assegni... Permettete? (Il capo fa cenno di assenso. La donna prende la sua borsetta da un mobile e rie estrae libretti d'assegni) Li compilo fino a raggiungere i due miliardi... CAPO: Brava, e poi a lui chi glieli porta? DONNA: Il giovanotto che c'è di là. Nessuno parla di lui, manco la polizia si è accorta che l'avete prelevato a sua volta, quindi ha via libera. Lui va, preleva il riscatto... roba di qualche ora, e torna da voi. III BANDITO: E se invece se la squaglia? DONNA: Ci sono sempre io nelle vostre mani come ostaggio. CAPO: No, non ci sto... ci vado io con lui, lo voglio controllare d'appresso. DONNA: Come volete. Allora, mi fate fare 'sta telefonata?

suna intenzione di starmene con voi in pensione per qualche mese... magari con vacanza intelligente nell'Aspromonte. II BANDITO: Beh, qui non le dò torto. CAPO: Sì, ma il fatto che accetti così su due piedi di sputare due miliardi, anzi è lei addirittura ad offrirli, non si è mai visto! E puzza! DONNA: E cosa credete che valga io? Avete in mente il danno che significa per me essere tenuta fuori dal giro per tutti questi giorni? Guardate qui (prende un giornale) sui giornali: le Bastogi e le Catini che montano di quattro punti, le privilegiate Siemens e Pirelli che sbandano di cinque... 'sto passaggio dell'Alfa con il pieno che ti sta combinando... lo sballo della Fiat... dio, c'è da sguazzarci... da fare un movimento di compra e svendi da orgasmo multiplo! Cosa volete che siano, sti due miliardi pur di tornarmene nel giro? Due miliardi li ha dati Sindona di mancia a Fanfani solo perché convinces- se Andreotti che lui era il più onesto dei banchieri italiani. II BANDITO: A me, mi ha convinto. CAPO: Chi, Andreotti? II BANDITO: No, lei! Beviamoci sopra! CAPO E BANDITI IN CORO: No, zitto tu, e stai seduto. DONNA: Prendere o lasciare... bisogna decidersi adesso. CAPO: E va bene, dammi 'sto numero. (Va al telefono) DONNA: 31 67 85 (Al II bandito) Mi vuole liberare che

DONNA: Stia tranquillo. (Al telefono) Pronto... Ciao, sono Francesca... calmati... e non farti accorgere. Sono ancora con quegli amici che mi ospitano. Non mi inter- rompere. Stai a sentire con molta attenzione. Fatti tro- vare sul cavalcavia della Ghisolfa. (Al capo) Vi va bene? Fra quanto? (Al telefono) Tre quarti d'ora da questo momento. Devi essere solo. Ti ordino... se non vuoi che la facciano pagare a me... non dire niente a nessuno... da solo devi arrivare, capito? Vedrai un giovanotto venirti incontro... appresso ci sarà un altro. (Il capo parla nell'orecchio della donna) Avrà la faccia di De Mita... ma non spaventarti, è solo una maschera. Sì, lui ritirerà i soldi... No, non è la solita tangente per la DC. Monterà di dietro sulla tua macchina, ti consegnerà degli assegni e un foglio di carta scritto di mio pugno con tutte le istruzioni... ti saluto. Attento, non far niente di testa tua... ne va della mia testa. Ti bacio. (Riattacca la cornetta ed estrae dalla borsetta un notes e dei libretti d'assegni: scrive) CAPO: (Rivolgendosi al III e IV bandito) Bene, prepariamoci... tu vai a prendere il giovanotto... verrai con me... Tu con la macchina ci fai da staffetta. II BANDITO: E a me mi lasciate qui da solo con quella? CAPO: E che, hai paura che ti salti addosso e che ti violenti? Basta che la incateni per bene. Tappale anche la bocca e gli occhi... stai anche più tranquillo, a meno che non ti diverta a startene sempre con 'sta maschera in faccia... (Passa le catene al II bandito) II BANDITO: Figuriamoci... sto sudando come un cretino e oltretutto non mi fa respirare Un momento

ci ho messo le istruzioni. (Al capo) L'avvocato vi con- segnerà una valigetta con dentro i soldi, alla maniglia ci saranno appese delle manette, di quelle dei corrieri portavalori... la manetta verrà attaccata al suo polso, quindi la valigetta sarà aperta, e lei sarà liberato dalla manetta solo nel momento in cui sarà tornato qui da me. CAPO: E chi avrà la chiave per liberarmi e aprire? DONNA: Macché chiave, la sicura ha un numero in codice come le casseforti, che conosco solo io. Mi potete anche torturare, ma da me non lo saprete mai. CAPO: Adesso si stenda che dobbiamo incatenarla al collo.

La donna si stende e i banditi la incatenano.

CAPO: (Al III bandito) Legale i polsi. DONNA: Anche i polsi? Non ci avreste per caso una bella macina di granito da infilarmi al collo? II BANDITO: E stia buona! CAPO: A 'sto punto puoi continuare da te... (Ad alta voce) E’ pronto il giovanotto? IV BANDITO: Vado a prenderlo. (Esegue) CAPO: Bendalo e portalo giù. E mettetegli la ma- schera! (Rivolgendosi al III bandito) E tu vai a mettere in moto.

Il III bandito esce di scena.

DONNA: Come farò a dormire impacchettata a 'sto

avete visto poco fa, per poco non ci resto soffocata. Sia gentile, mi soffi almeno il naso, prima. II BANDITO: Ah, ma che lagna! Io lo dico sempre che le donne sarebbe meglio lasciarle a casa. DONNA: Ecco, certo... facevate meglio a sequestrare mio marito al mio posto, vi avrei pagato una tangente mensile perché lo teneste prigioniero vita natural du- rante. II BANDITO: Su, soffi. DONNA: Che è? II BANDITO: Un Kleenex. DONNA: Già usato? II BANDITO: Sì, ce l'ho da una settimana, ma l'ho già lavato tre volte. DONNA: Oh, ma che schifo! II BANDITO: Si sbrighi o la tappo senza soffiata. (La donna soffia il naso nel Kleenex) Va meglio? DONNA: No, sono tutta intasata. Mi faccia un favore: qui, nella mia borsa, ho un flacone di Rinodil... le spiace spruzzarmene qualche goccia nel naso? II BANDITO: Ah, ma è un tormentone! (Prende il flacone nella borsetta) CAPO: Certo che se le dai corda questa ti tira scemo. Noi si va. Non rispondere mai al telefono... rispondi solo al walkie-talkie... non saremo di ritorno prima di due ore... in ogni caso ogni tanto ti diamo un colpo con il trabiccolo. (Si avvia verso l'uscita) II BANDITO: D'accordo, statevi accorti... in gamba. DONNA: E a me non mi si saluta villani

efficace se toglie il tappo. II BANDITO: Ah, sì. (Toglie il tappo e infila il flaconcino nel naso della donna) Così?... DONNA: Sì, un po' più in su... adesso schiacci. Oh, ma che impiastro! Senta, se mi libera una mano faccio da me. II BANDITO: Non le libero un bel niente! Sono solo e non mi fido. Attenta, stia ferma che ci riprovo. Fun- ziona? DONNA: Sì, ma non spinga troppo! Il flacone mica deve entrarci tutto intero nella narice! Basta, ha inten- zione di lubrificarmi il cervello? Ecco, adesso passi al- l'altra. II BANDITO: Anche l'altra? (Esegue) DONNA: Ho un naso con due narici come tutti. Per-ché, lei ne ha una sola sotto la maschera? Ahcciu! (Star- nutisce proprio in faccia al bandito) II BANDITO: Ehi, che fa, mi sputa in faccia? Guarda tu che annaffiata! DONNA: La colpa è sua che mi ha irritato la mucosa e poi le ho sputato sulla maschera! II BANDITO: Beh, adesso almeno si sente libera? DONNA: Come no, libera di naso. Per il resto basta convincersi che le catene sono solo un fatto decorativo. II BANDITO: Allora, se sta ferma con le labbra io sarei pronto. (Prende il cerotto) DONNA: Senta, se le prometto che non mi lascerò più sfuggire una parola, mi evita 'sta tortura? Sia carino. II BANDITO: D'accordo ma l'avverto che come dice

DONNA: Bisogno intimo... devo fare pipì. II BANDITO: Ah, ci voleva anche questa! DONNA: E che ci posso fare? Se mi scappa mi scappa! Non sono fatta come le bambole. Dovevate anche prevederlo. Andiamo, quando si sequestra una signora, come minimo, ci si preoccupa di metterle a disposizione una donna che l'aiuti nelle situazioni delicate. Siete dei rozzi! Ce l'avete almeno un bagno? II BANDITO: Sì, è di là. DONNA: Beh, che aspetta, mi ci accompagni. II BANDITO: No, adesso basta, mica sono la sua balia... faccia come crede, se la faccia pure addosso che a me... DONNA: Ma lei è un troglodita, scusi, una bestia indicibile! II BANDITO: Devi piantarla! Adesso ti tappo! Anzi ti bendo e poi ti tappo! DONNA: Mi tappi pure. Ma io non me la faccio ad- dosso... che poi mi si irrita tutto... Che qui scommetto non avete neanche del borotalco, poi. Ce l'avete? II BANDITO: Va bene, basta che la pianti, l'accom- pagno al cesso. DONNA: (Si alza in piedi) Oh, grazie, dio le renderà merito. II BANDITO: Aspetti che le allento un po' le catene alle caviglie. (Esegue) DONNA: Ancora un poco, la prego, se no come faccio a sedermi sul water? II BANDITO: Lo so, lo so, stia calma, stavo per ar- rivarci Ecco così è più che sufficiente

DONNA: (Si dirige verso il bagno, ma fatto qualche passo si blocca) Scusi, mi è venuto in mente che ci sarà da risolvere un altro problema... con le mani bloccate a 'sto modo, è problematico abbassarmi da sola lo slip... per di più io porto il collant. II BANDITO: Senta, se lei ha in mente che io le li- beri i polsi... DONNA: Va bene, e allora me li abbassi lei. II BANDITO: Cosa? DONNA: Lo slip ed il collant... non mi dirà che la imbarazza? II BANDITO: Beh, insomma... DONNA: Mi creda, anch'io non mi ci ritrovo del tutto a mio agio... ma davanti all'emergenza... Su da bravo mi sollevi la gonna... (L'uomo si accinge ad alzarle la gonna: è molto imbarazzato) Non abbia paura che mentre lei mi fa scendere lo slip, io non tenterò di mordicchiarle l'orecchio... (riferendosi alle grandi orecchie della maschera) né l'orecchio di cartone. II BANDITO: (Interrompe il sollevamento della gonna molto risentito) Se mi sta pure a sfottere! Boia! Non m'era mai successo di dover... (Riprende a sollevare la gonna della donna sempre più imbarazzato) DONNA: Neanche a me... normalmente faccio sempre da sola. E non stia così impacciato, forza! Se mi solleva il lembo della gonna tanto che io me lo possa afferrare coi denti... poi lei se la sbrigherà meglio con l'abbassarmi il collant... Su deciso! Mi sta tirando su la gonna come fosse il siparietto d'un teatro dei burattini! S'aspetta che spunti il bao-bao?

DONNA: E non approfitti... tenga almeno la faccia sollevata. Ecco, scenda ancora un po'... basta così. (Il bandito scoppia a ridere) Perché ride? II BANDITO: Per lei. Sembra un capitano d'una go- letta che dirige le manovre: "Issa le vele... arma la randa... giù la mutanda!" Ah, ah... DONNA: Non andiamo sul volgare, per favore! Ecco come siete voi uomini: basta concedervi di tirarci giù le mutande che subito chissà cosa vi mettete in testa! Adesso non si preoccupi, nel bagno ci entro da sola. Chiuda la porta per favore. (Sempre a piccoli passi entra nel bagno e si siede sulla tazza) II BANDITO: (Si siede e la guarda) No, mi spiace, ma la porta resta aperta. DONNA: E che fa, il guardone? II BANDITO: Devo controllare. DONNA: Che faccio la pipì? II BANDITO: Lei pensi piuttosto a sbrigarsi. DONNA: Chiuda la porta! II BANDITO: No! DONNA: Ma lei è un aguzzino, e, se permette, anche un po' morboso. Vuol capire che non mi riesce se qualcuno mi guarda? E poi, per dove vuole che scappi? Dalla tazza? Non ci sono finestre. Potrei giusto tirarmi un colpo con quest'asciugacapelli a pistola. (Ha afferrato un phon che sta sul ripiano del lavandino) II BANDITO: Vada tranquilla, non guardo. DONNA: Almeno si scosti di qualche passo... se lei sta ad origliare lo sciacquettio della pipì con quelle palette che si ritrova, mi blocco, peggio. II BANDITO: Mi sposto anzi le chi do anche l'anta

il rumore dello sciacquone) Fatto. Ora sto proprio bene. La ringrazio. (Si rialza dal water) E ora mi risollevi slip e collant. Però si volti ancora. II BANDITO: D'accordo, già che ci siamo perché non mi chiede di bendarmi? (Cinge con le braccia la vita della donna e le solleva la gonna) DONNA: Dio che mani fredde ha! Ma lei trema?! Che le prende? No, si sta sbagliando... è su che me li deve tirare. II BANDITO: No, è meglio giù... così un'altra volta è già pronta. DONNA: Ma che fa? Che c'entra la gonna? Mi spo- glia? II BANDITO: Sì, che ti spoglio! Dai qua. Via, via tutto! (La sbatte sul letto) DONNA: (Cerca di rialzarsi) Oddio, ma è impazzito? Si calmi... ragioni! II BANDITO: Dai, facciamoci 'sta spassata! DONNA: Pazzo, ma che s'è messo in testa?! Eh, no, eh?! Si ricordi che sono un ostaggio da restituire inton- so. Valgo due miliardi netti, e se mi guasta mi deprezza. II BANDITO: Stai tranquilla che non ti deprezzo. Ti valorizzo semmai: (afferra le catene e blocca le gambe della donna al letto) donna razziata dal coatto rozzo non ha più prezzo! Vedrai, mi apprezzerai molto di più dei tuoi soliti ganzettini leccati e scipiti. (Abbranca il corpo della donna) DONNA: Lei sta facendo una cosa orrenda! Davanti al giudice lei... II BANDITO: Al giudice, se ci sarà, dovrai raccontare tutta la sceneggiata che hai montato con l'alzabandiera

stato un ammutinamento. (Monta in piedi sul letto) Adesso gli ordini li dà la ciurma: arma la randa, tutti sotto coperta! DONNA: D'accordo, m'arrendo... basta che facciamo con delicatezza. La prego, ho le caviglie imbragate, mi sta spaccando le gambe! II BANDITO: Va bene... stai ferma cosi... che ti libero una caviglia. (Esegue) DONNA: Oh, dio sia lodato... ero intorcinata che mi sentivo come la rana di Alessandro Volta... pronta per la scossa. II BANDITO: E l'avrai la tua scossa! DONNA: Mi liberi anche le braccia, facciamo con un minimo di tenerezza. (Il bandito le libera i polsi) II BANDITO: Sì, sì ecco, libera, tutta la tenerezza che vuoi... DONNA: L'amore in catene... l'impero dei sensi! II BANDITO: Sì, abbracciamoci! (Si butta sulla donna) DONNA: Aspetta che ti dò l'abbrivio. II BANDITO: Che abbrivio? DONNA: Per la messa in moto: contatto! (La donna armeggia con un filo elettrico. Si percepisce un piccolo lampo) II BANDITO: Ahao! (Sussulta zompando a terra) E che è perdio!? DONNA: La scossa! T'è piaciuta? II BANDITO: Ma cos'è stato? DONNA: La fase e il neutro... (Appoggia i due capi del filo sui lobi del bandito) Senti ancora! II BANDITO: Ahiuaooò! Noo! Basta! DONNA: È bella tosta eh?

DONNA: Oh, ti si è staccata anche la maschera. Che faccia da delinquente! II BANDITO: Puttana, mi hai incastrato! M'hai fatto arrapare apposta con tutta quella manfrina... Bastarda! DONNA: Bastardo tu! E figlio di puttana, che mi volevi metter sotto come una manza... II BANDITO: Sì, e sarei stato più intelligente, ma se ti becco... (Allunga le mani verso la donna) DONNA: Comincia a beccarti 'sta altra svirgola! (Ap- poggia i catodi elettrici alle mani del bandito) II BANDITO: Ahiuoahaaò! Maledetta! Le mani... non riesco più a muoverle! Son tutto un formicolio! DONNA: (Sembra sincera) Oh, mi dispiace. Prova a strofinartele l'una con l'altra. II BANDITO: Non ce la faccio... non le sento più. DONNA: E le gambe? II BANDITO: No, quelle le sento e le muovo. DONNA: Allora beccati 'sta carica sgambazza! (Collega i catodi alle gambe) II BANDITO: (Muove le gambe come se pedalasse) Uo- haioooò! DONNA: Prova un po' se le muovi ancora? II BANDITO: Pietà... Basta! DONNA: Pietà? Ah, adesso chiede pietà, (a strattoni lo riporta sul letto) 'sto figlio di puttana! Mi avete incerottata, imbavagliata, incatenata... e chi se ne frega se soffocavo? E quando ti chiedevo io di non obbligarmi a fare pipì così mortificata... che mi sentivo una gallina in batteria, ammesso che le galline facciano la pipì. A proposito, dove sono le chiavi del lucchetto? II BANDITO: Non le ho più.

stavolta ti faccio fare un salto mortale... II BANDITO: Lo giuro, non so dove le ho buttate. DONNA: E allora l'hai voluto, biciclettaro! (Lo tocca ai piedi coi fili elettrici) II BANDITO: Aiuoooaiaa! DONNA: Ehi, non sei saltato neanche questo granché con la botta che t'ho mollato! Niente, (lo tocca sulle gambe e sul corpo con le mani per controllarne la sensibilità) quasi insensibile. Vuoi vedere che ti sta sopravvenendo davvero la paralisi proprio come da manuale? II BANDITO: Santa Madonna... mi sta riprendendo il formicolio... stavolta dappertutto... anche alle gambe... Aiutami, fai qualcosa! DONNA: Qui se non ti faccio subito un massaggio con l'alcool tra mezz'ora sarai ridotto a una mozzarella. Avete dell'alcool? II BANDITO: Sì lassù. (Indica un mobile) DONNA: Come faccio ad arrivarci con le catene? II BANDITO: La chiave ce l'ho qui in tasca. DONNA: Lascia che faccio io. (Prende dalla tasca dei pantaloni dell'uomo, la chiave) II BANDITO: Sbrigati che faccio fatica a respirare. DONNA: (Apre il lucchetto e si libera dalle catene) Calma, non lasciarti prendere dallo sgomento. Ecco fatto, libera! II BANDITO: Faccia in fretta per carità, signora. DONNA: Oh, ma senti che persona ammodo. Mi chiama signora ed è tornato a darmi del lei! Non sono più la puttana ciucciapupi! II BANDITO: Mi scusi il fatto è che ero fuori di testa

II BANDITO: Che ha in mente di fare? DONNA: Ti massaggio. II BANDITO: Con una spazzola per il bucato? DONNA: Certo, bisogna creare una reazione vistosa con l'alcool. (Si dirige al mobile, trova la bottiglia dell'alcool) Ah, eccolo. Ce n'è poco. Beh, ci aggiungiamo un po' di questa benzina. (Esegue) II BANDITO: Alcool e benzina per le frizioni? DONNA: Sì, è un cocktail meraviglioso per le paralisi da scossa. (Si sente un trillo ripetuto) Che è? Ah, è il walkie-talkie, di certo sono i suoi compari... Avanti, risponda... ma l'avverto che appena smarrona da furbo, le ficco i due catodi nelle orecchie e le faccio schizzar fuori gli occhi dal cranio! II BANDITO: Per carità... non faccia scherzi. DONNA: Avanti, risponda. II BANDITO: Pronto, sì, qui Germana. Come va? Sì, da me tutto bene... Mi stavo guardando giusto la televisione. Mi diverto un mondo. Sì, il pacco regalo l'ho fatto su... confezionato al bacio. E voi... il vostro regalo? Ah, è andato al negozio... Fra quanto vi vedo? (Terrorizzato) Un'ora e mezza? (Quasi sudando) Non po- treste anticipare? (La donna gli ammolla uno scappellotto) No? (Con tono normale) Va beh... saluti. (Alla donna) Va bene? DONNA: Stupendo, è stato proprio bravo. E adesso si stenda tranquillo, porti le braccia dietro la testa che devo prepararla per il massaggio. Tiriamo su le magliette che così non le spruzzo negli occhi. (Gli annaffia il torace con la mistura poi lo massaggia con la spazzola di saggina) Adesso via col

II BANDITO: Ahiuaua! (Afferra la donna peri polsi) DONNA: Ehi, che le prende adesso? Molli i polsi! II BANDITO: No, bella! Adesso ti stronco! DONNA: Non mi dica che fingeva... Ahiaa! Piano... mi fa male! II BANDITO: Adesso ti storpio le braccia... te le spezzo! DONNA: No, no... attento che è pericoloso... non dimentichi che è tutto cosparso di benzina e alcool. II BANDITO: E con questo? DONNA: C'è rischio che lei vada a fuoco come un bonzo! II BANDITO: Sì, ma ci vorrebbe qualcuno che lo buttasse, il fuoco. DONNA: Oh, basterebbe una fiammella. II BANDITO: Brava, e chi l'accende la fiammella? DONNA: Io! Vede, dal pugno sinistro spunta un ac- cendino. II BANDITO: (Esterrefatto) Cristo! E da dove viene? DONNA: È sempre stato qui, fra le mie dita. Bisogna prevedere tutto nella vita... soprattutto quando si compiono le buone azioni. Adesso accendo. Speriamo funzioni la pietrina... buon dio, aiutami tu. (L'accendino funziona) Grazie. Hai visto, il buon dio aiuta sempre i banchieri in difficoltà! II BANDITO: Ferma, per carità! DONNA: Carità l'è morta! Adesso mi basta spalancare la mano e lasciar cadere l'accendino sul tuo corpaccione inzuppato e ti faccio flambé! II BANDITO: No, flambé no. Mollo... lascio! DONNA: Bravo. II BANDITO: Che sta combinando adesso? DONNA: Stacco la spina del bagno. (Esegue) Ti applico i

sco la spina stavolta nel 380 e parte una vampata che- rosenica che pare il finale di "Guerre Stellari". II BANDITO: Ma lei non è una donna, è un mostro! Maledetti i ricchi, gli industriali e i banchieri... specie se femmine! DONNA: (Spruzza sul corpo del bandito alcool e benzina) Ecco, lo sapevo che si finiva con il buttarla in politica... da una parte il proletariato fondamentalmente buono... anzi pacioccone, costretto dallo sfruttamento ad azioni criminali, e dall'altra il padrone subdolo e spietato... Senti proletario pacioccone, intanto che io ti preparo per l'arrosto, ti conviene sbrigarti a raccontarmi tutto di te e della tua banda... se no fra cinque minuti sei spacciato! II BANDITO: (E seriamente spaventato) No, no, parlo subito, racconto tutto... mi faccia delle domande. DONNA: D'accordo, prima domanda: dove ci troviamo, in che zona? II BANDITO: Siamo nei pressi di Mornago. DONNA: Che Mornago? II BANDITO: Mornago Cimbro... dopo Besnate. DONNA: Ah, ho capito, dalle parti di Gallarate... nella brughiera immagino? II BANDITO: Ecco, sì, da qui all'autostrada per Va- rese ci sono 5 chilometri e mezzo. DONNA: Ottimo! E gli altri tuoi soci chi sono, da dove vengono? II BANDITO: No, non posso dirlo... Mi ammazzano e ammazzano anche quelli della mia famiglia. DONNA: Ah tieni pure famiglia! Eh allora capisco è

II BANDITO: Ecco, il nostro capo è originario di Bergamo... però sua madre viene dalla... DONNA: No, calma, mica mi devi fare il pedigree, mi basta il nome e cognome di ognuno e l'indirizzo. Anzi facciamo meglio, qui c'è un quaderno, la biro, (gli porge un quaderno ed una penna) te li scrivi da te, che io ho altro da fare. Scrivi, scrivi, non ti distrarre, ti devo solo sistemare 'sta corda al collo. (Afferra una corda e la lancia sopra una trave) II BANDITO: Dico! Mica avrà intenzione d'impic- carmi? DONNA: (Gli mette il cappio al collo, tenendo l'altro capo con la mano) No, è solo per evitare che allunghi le mani per strapparti i catodi dai piedi. II BANDITO: Ma non ho nessuna intenzione, glielo giuro! DONNA: Zitto, bugiardone! (Dà uno strattone alla corda) II BANDITO: Orca miseria! Non tiri così che mi strozza! DONNA: Era solo per il collaudo! (Lo interroga tenendo la corda) Intanto vorrei sapere due cose: chi è il basista, e chi ha commissionato il mio sequestro. II BANDITO: Ah, di questo non so niente davvero. DONNA: Proviamo con lo strattone. (Esegue) II BANDITO: No, aiuto... soffoco... DONNA: Pausa... (Allentando la presa) Riprendi fiato e parla: voglio i nomi del basista e del committente, prego! II BANDITO: Non posso, quello mi fa ammazzare tutta la famiglia

avete fatto bene a scegliere una casa isolata. E tre.

La donna inserisce la spina, una fiammata terrificante si leva dal corpo del bandito. Appresso si sprigiona anche una nube di fumo.

II BANDITO: (Zompando e dimenandosi) Aiuauua! Ahiuahao! Basta! DONNA: Sono pronta con la bombola! Ti decidi! Il nome, dillo! II BANDITO: E’ il suo amante! DONNA: Quale? II BANDITO: L'avvocato! DONNA: Il Mainardi? II BANDITO: Sì, lui... mi spenga... muoio! DONNA: (Mette in azione l'estintore spruzzando un gran getto di schiuma addosso al bandito) No, non è vero! Non può essere. II BANDITO: Aiuaiaooo! Mi ha ammazzato! DONNA: Anche tu... anche tu mi hai ammazzato! (Spruzza tutt'intorno come impazzita) Oh, Anton Berto... il mio più tenero amante, quasi un figlio... gli avrei dato la vita!... E lui mi fa sequestrare per fregarmi qualche miliardo. Infame! E io l'ho scelto pure per farmi da i di i B d ! Ai h iò! M i ! (S ppi i

II TEMPO

L'azione riprende esattamente dal punto in cui l'avevamo lasciata alla fine del primo tempo.

DONNA: (,Singhiozzando) Berto, Berto! Una porcheria così non me la meritavo! Madonna santa! II BANDITO: Ahaia. DONNA: Se avevi bisogno di quattrini bastava me li chiedessi. Io te li davo... a un buon tasso... ti facevo anche il 18% senza cambiali... come Aiazzone... No... te li regalavo... tutti! Tutto ti davo. E’ terribile... peggio che m'avessi dato una coltellata! Ooah, che dolore! II BANDITO: Aiuahaa che dolore! DONNA: Ho un gran fuoco dentro... aha... che mi brucia. II BANDITO: Come brucia! DONNA: Senta, la pianti di farmi il verso! II BANDITO: Non faccio il verso... a me brucia dav- vero... ahiaa! DONNA: Perché a me no? Faccio la sceneggiata? Ma lei sa cosa significava quall'uomo per me? II BANDITO: Ma che mi frega! DONNA: (Strattone alla corda) Come si permette, cafone! II BANDITO: Signora io sto male, sono tutto una piaga... guardi i piedi, lo stomaco. DONNA: (Va verso il frigorifero sempre tenendo in mano il capo della corda) E che sarà... un'ustione di secondo grado al

II BANDITO: E adesso s'arricchisce di più lui! DONNA: Non sia infame. (Dà uno strappone alla corda) Non era affatto il marchettaro che tampina le ricche per arpionarle come crede lei. II BANDITO: Ah, no? DONNA: Zitto! (Tira di nuovo la corda, violentemente) Bello come Ippolito era... No, olio non ne trovo ma ho visto nel frigo della maionese in tubetto, che fa lo stesso. (Va al frigorifero, ne estrae un tubetto di maionese) II BANDITO: Maionese sulle piaghe?... DONNA: Uova e olio d'oliva... proteine e carboidrati... è un toccasana!... Buono che spalmo, (esegue) attento, in quest'altro pugno ho sempre l'accendino. II BANDITO: Dio, sono già una mummia bollita! DONNA: Dicevo che lui era per me come Ippolito... e io ero proprio la sua Fedra. Conosce la Fedra? II BANDITO: No, chi è? DONNA: Una tragedia greca. II BANDITO: Ah, greca! DONNA: Lasciamo correre... stai su con le braccia... che spremo il tubo. Un ragazzo d'una gentilezza, veniva da una delle migliori famiglie di Napoli. II BANDITO: Ah, napoletano era! DONNA: Cos'è quel tono? (Dà uno strappone alla corda, con rabbia) Facciamo del razzismo? Attento che ti spremo tutto il tubo di maionese in un orecchio! II BANDITO: Che razzismo, a parte che io ci ho una zia a Napoli. DONNA: Ma che mi frega di tua zia! Io lo amavo, capisci? (Piange con la testa china sul petto nudo dell'uomo)

II BANDITO: Che cosa? DONNA: Che Anton Berto non c'entra niente con il mio sequestro! II BANDITO: No, lui c'entra. DONNA: Basta infame! Dillo che sei tu che te lo sei inventato... l'hai messo di mezzo per ferirmi, sapevi che lo amavo! Dillo! O t'impicco. (Tira sempre più) II BANDITO: Sì, sì ho mentito... il Mainardi non c'entra. DONNA: (Lascia la corda di colpo, l'uomo si rovescia sul letto di schianto) Zitto impostore... c'entra e come. Ho sempre sospettato che m'avrebbe tirato il roccolo!... Un momento. Che ore sono? Ah, apposta mi dai corda... mi fai parlare per prender tempo... così quando arrivano i tuoi soci mi ribeccano, mi risbattono in catene. E poi magari mi accoppano. II BANDITO: Ma no... dal momento che a 'sto punto ci hanno i quattrini del riscatto. DONNA: Perché sarebbe la prima volta che uno paga il riscatto e poi lo ammazzano? E adesso statti zitto... C'è tempo almeno tre quarti d'ora, (prende il telefono sempre tenendo la corda) forse ce la faccio. Spero di ricordarmi il numero giusto. (Forma un numero al telefono) II BANDITO: Che fa? DONNA: Chiamo aiuto. II BANDITO: Alla polizia? Sì, sì... faccia venire la polizia. Brava! DONNA: Ti piacerebbe? No, chiamo mia madre. II BANDITO: Se viene qui e le assomiglia sono ro

Sul lato destro della scena appare la madre in piedi vicino a una finestra di un altro ambiente, uno spezzato scenico. MADRE: Chi sei? DONNA: Come chi sono? Sono Francesca. MADRE: Francesca? Ne conosco almeno sei fra Fran- ca, Francesca, Francisca... Quale sei? DONNA: Mamma, Francesca Bollini de Rill, tua figlia. MADRE: Oh, cara, perché non me l'hai detto subito. Hai una voce così diversa per telefono!... Sai che ti cercavo, non trovo più quel piccolo televisore portatile che mi hai regalato quando mi sono sposata. DONNA: Quando ti sei sposata, mamma, io non c'ero ancora e neanche i televisori. MADRE: Ah sì? E dove si guardavano i telegiornali? DONNA: Lascia perdere mamma... io ti telefonavo... MADRE: Lo sai che non trovo più neanche quelle scarpe rosse col tacco nero? Sparite! Per me ci sono gli spiriti!

Il bandito cerca di alzarsi.

DONNA: Ascoltami mamma. (Al bandito) E tu non fare scherzi... torna giù! (Strattone alla corda) Mamma ascolta: sono stata rapita! MADRE: Rapita? Formidabile, e da chi? Lo conosco? Chi è sto' pazzo scatenato? DONNA: Mamma, non è un rapimento a scopo sessuale! MADRE: Ah, no? Peccato. Di che rapimento si tratta

ma pagina, sullo stesso giornale c'è la notizia di un se- questro. Ci hai dato almeno un'occhiata? MADRE: Oh, no... le storie truculente evito sempre di leggerle, mi disturbano... Penso sempre se capitasse a qualcuno della mia famiglia! DONNA: Ma è capitato! MADRE: Cosa!? DONNA: Mamma, io, sono sequestrata! MADRE: Francesca, non dire stupidaggini...se stai al telefono come puoi parlare di sequestro? DONNA: Ma mi sono liberata! MADRE: Dio mio! Parli come le femministe di vecchia maniera: sono liberata! DONNA: Mamma è cosi, mi hanno sequestrata... poi sono rimasta sola con uno di quei mascalzoni che ha ten- tato di mettermi le mani addosso... MADRE: Addosso in che senso? DONNA: I particolari te li dirò quando c'incontriamo. MADRE: Eh, no, me la racconti subito... aspetta che mi sistemo sulla poltrona. Accendo una sigaretta... Oh, che bella storia! Allora vai avanti. Che tipo è lui, il ma- scalzone? DONNA: Lascia perdere mamma, ho fretta! MADRE: Ecco, non mi telefoni mai... e quella rara volta che ti sento, vai di fretta! Mi domando per che cosa ho messo al mondo una figlia se poi non mi riesce manco di farmi raccontare una storia bella di passione. DONNA: Bastaaaa mammaaa! Porcaccia d'una mi- seriacciaaa infame!

DONNA: Sì, scusami, stammi ad ascoltare. Sali in macchina... da Argiate dove ti trovi a qui non sono più di 15 chilometri, in 20, 25 minuti dovresti farcela. MADRE: D'accordo, dove sei tu? DONNA: Aspetta, che ti faccio spiegare da lui. DONNA: (Passa la cornetta al bandito) Ecco, parla... spiega la strada a mia madre. II BANDITO: Buon giorno signora. MADRE: Salve caro... Oh, che bella voce... mi dica. II BANDITO: Ecco, quando avrà superato di tre chi- lometri Mornago Cimbro, incontrerà un torrente... non passi il ponte, segua la strada in terra battuta sulla de- stra... e dopo un chilometro, in una radura, vedrà una casa isolata, noi siamo lì. MADRE: Una casa isolata nella radura? Ah, molto romantico! DONNA: Dia qua! (Riprende la cornetta) Hai capito tutto mamma? MADRE: Sì, però ha una bella voce profonda. Si sente che è il tipo passionale! DONNA: Mamma piantala! Aspetta, vai di sopra nella stanza dove ci sono i fucili... tira giù dalla rastrelliera il primo e il terzo... quello a ripetizione. E prendi anche le cartucce, due scatole per ogni fucile. MADRE: Ma cara non avrai intenzione di... DONNA: Mamma, basta! MADRE: Arrivo subito. (Riattaccando la cornetta) Assassina! (Esce di scena) II BANDITO: Signora, guardi, lei può sfottere... ma io sto crepando... sono tutto bolle e piaghe... e mi bru- cia da urlare. DONNA: Hai ragione... stai proprio conciato male

II BANDITO: Mi vuol chiudere in frigo? DONNA: No, ti ci siedi dentro solo per qualche mi- nuto... col fresco vedrai... ti sembrerà di stare in alta montagna. II BANDITO: E così, il bruciore mi passa? DONNA: Certo, il freddo è anestetico... non lo sapevi? Avanti, accomodati... Aspetta che ti dò una mano. II BANDITO: No, no, faccio da solo. Senta, le catene almeno... DONNA: Eh, no, ti sei già approfittato una volta... sono sola e indifesa. II BANDITO: Chiamala indifesa! DONNA: Mi voglio rovinare, ti accendo anche la te- levisione.. . (Porta accanto al bandito il televisore portatile con telecomando) E ti dò anche il telecomando, così ti scegli il canale. II BANDITO: Grazie.

Qualcuno ha aperto la porta d’ingresso sul fondo.

II BANDITO: (Che si è accovacciato dentro il frigo) Lei mi vizia! Il fresco mi fa scomparire il male... e poi sto proprio comodo!

Entra in scena un prete seguito da un chierichetto con tanto di cotta bianca, turibolo e aspensorio.

PRETE: È’ permesso, disturbo? DONNA: (Istintivamente dà un colpo allo sportello del frigo e lo richiude) Eh? Mio dio chi è?

PRETE: Poi, sa, questo è un posto con una brutta fama. DONNA: In che senso? PRETE: Beh, sa, la gente è piena di superstizioni, tant'è vero che è sempre rimasto disabitato. DONNA: Ah, sì? PRETE: Per questo m'ha fatto specie trovarci lei, signora. DONNA: Ma perché, non capisco, è una casa simpatica, piena di luce, d'aria pulita, ossigenata... II BANDITO: Auuhah! (Si lamenta nel frigorifero) PRETE: E di morti-ammazzati. DONNA: Come? PRETE: Sì, tanti anni fa... una intera famiglia... pare si siano trucidati fra di loro. E naturalmente la gente va dicendo che le anime in pena di quei disgraziati se ne vanno di qua e di là per la casa. DONNA: Ma come si può credere ancora a certe pan- zane! PRETE: Senz'altro, panzane... ma non le nascondo che tutte le volte che passo di qua, mi prende una roba... Per esempio, poco fa, sarà stata suggestione, mi era sembrato di sentire delle grida, dei lamenti, li ha sentiti anche lui. (Indica il chierico) DONNA: Ah sì, era la televisione... Stava trasmettendo un telefilm d'una violenza, oggi ormai fanno dei programmi, guardi: stupri, rapimenti, torture... II BANDITO: Aauoh! (Si lamenta di nuovo) PRETE: Ha ragione, è una vergogna! Zitta, ascolti. Non le sembra di sentire dei gemiti?

DONNA: Non ci faccia caso, è mio marito. PRETE: Suo marito? E lo tiene in frigorifero? DONNA: Sì, sta facendo esperimenti d'alta quota... si allena per le grandi altezze. II BANDITO: Aha... non ce la facevo più. PRETE: Grandi altezze in un frigorifero? DONNA: Certo, con progressioni di cinque minuti a crescere. Riesce a simulare una condizione analoga a quella che si ritrova sull'Everest o sul Kilimangiaro... da 5 a 8 mila metri. PRETE: Ah, è scalatore... DONNA: Sì, scalatore... PRETE: Ha le catene! DONNA: Sì, catene da neve. II BANDITO: Aiuto, padre, mi porti via di qui, chiami un'autoambulanza, la polizia... Non ci resisto! DONNA: Ha una crisi di superdressing d'altura... PRETE: Ma è tutto ustionato... DONNA: E sì, purtroppo a quelle altitudini il riverbero dei ghiacciai non scherza e lui non vuol spalmarsi la maionese. PRETE: Maionese? DONNA: Sì, è un toccasana. II BANDITO: Mi salvi... per carità! DONNA: Resisti, caro... il padre è qui proprio per questo, per salvarti. (Al prete) Ha portato l'olio santo? PRETE: Sì. DONNA: (Al prete) Ha la fissa d'essere perseguitato non so da chi. Per questo s'allena a scalare montagne inaccessibili... dice che una volta lassù nessuno potrà più raggiungerlo.

merito l'ergastolo... chiami la polizia! Salvatemi! PRETE: Si colpevolizza di cose inaudite! DONNA: E soprattutto ha un'ansia quasi mistica di espiazione. PRETE: Certo è un caso serio. DONNA: (A parte) Che devo dire, padre, permettere che me lo rinchiudano in uno di quei serragli per uomini che chiamano ospedali psichiatrici a farmelo rinscemire più di quanto non sia già adesso con pillole ed elettroshock? (Tira la corda legata al collo del bandito) E non staccare il filo ai piedi! PRETE: Cos'è quel coso legato agli alluci? DONNA: Ah sì, sono i catodi! Ogni tanto gli mollo qualche scarica così, alla buona. II BANDITO: No, non le creda, mi ammazza con quelle scariche! È una criminale, una banchiera bastarda! Io non sono affatto suo marito! PRETE: Classico ribaltamento della sindrome di pro- strazione a quella aggressiva. DONNA: Esatto. (Al bandito) Caro, adesso distenditi un po'... fatti dieci minuti di Kilimangiaro che ti rilassa. (Sbatte il portello del frigo che si richiude sulla faccia del bandito) PRETE: Ma non rischia di soffocare? DONNA: No, va in apnea ed entra in una specie di nirvana. PRETE: Nirvana per apnea? DONNA: Sì, e si libera dall'ossessione del demonio... (Fa accomodare il prete su di una sedia) Pensi padre che è convinto che un diavolo gli sia entrato nella pancia

PRETE: È una figura retorica naturalmente... Anche il nostro Pontefice, del resto... DONNA: E posseduto dal demonio? PRETE: Sì, ...no, naturalmente! È’ convinto della sua esistenza... Egli è colpevole di tanta follia tra gli uomini... DONNA: Sta sempre parlando del diavolo, vero? PRETE: No... cioè sì, sapesse quante forme di paranossia demenziale sono state debellate da una sola preghiera! DONNA: Davvero? PRETE: Io stesso ne ho liberati a decine col solo im- porre le mani sul capo dell'afflitto. DONNA: Ah, lei è esorcista? Oh, la prego, padre, provi anche con mio marito. (Lo conduce accanto al frigorifero) PRETE: Così, su due piedi? DONNA: Insisto, tenti almeno padre! PRETE: Beh, ci proverò, (si avvicina al chierico che gli porge una candela) ma non le assicuro alcunché di straordinario... Non è il luogo adatto questo. DONNA: Grazie, padre. Il chierico agita il turibolo spargendo intorno nuvole di fumo. DONNA: (Spalancando il portello del frigo) T'avverto che se vai un'altra volta in escandescenze... richiudo. E per scaldarti attacco un'altra volta la spina. II BANDITO: No, no…non dico più niente. La donna richiude il frigorifero. Il prete solleva la candela e si pone in ginocchio davanti alla donna.

Entra la madre della Bollini de Rill. Imbraccia due fucili da caccia.

MADRE: (Scende le scale) Francesca, sei qui? Ma cos'è 'sto fumo? DONNA: Oh mamma, finalmente... accomodati... ti presento il reverendo... PRETE: Piacere, don Santini. MADRE: Un prete? Non mi dire... è lui il mascalzone?! DONNA: Mamma ti prego. MADRE: Figlia mia, questa non me l'aspettavo pro- prio. DONNA: Mamma, non vaneggiare... MADRE: Non vaneggio... con tutto che ho gli occhiali sbagliati che quella cretina di mia sorella s'è presa i miei... ho visto il movimento con le mani... tu sai che sono una donna spregiudicata... ma ci sono dei limiti. DONNA: Mamma, mi stavo preparando per fare da tramite. MADRE: Si chiama con tanti nomacci, adesso anche tramite!? PRETE: Signora, sbaglio o lei ha qualche cosa contro i preti? MADRE: Assolutamente no, fin quando si limitano a fare i preti! DONNA: Mamma, non c'è niente di quello che pensi, ci stavamo solo preparando per l'esorcismo. MADRE: Per l'esorcismo? DONNA: Sì, per cacciare il diavolo dallo stomaco. MADRE: Invece dell'alkaseltzer? Ma fammi il piacere...

PRETE: Sono fucili da caccia? Non immaginavo che anche delle donne si buttassero a massacrare poveri uc- celli e conigli selvatici. DONNA: No, si tranquillizzi... non spareremo alla selvaggina. PRETE: E a chi sparate? MADRE: Ai preti. DONNA: Ma mamma! MADRE: Specie a quelli che fanno gli esorcismi tattili con le donne sposate. DONNA: Non le dia retta reverendo... E’ un po' stramba, ma non è cattiva. PRETE: Pensa se fosse anche cattiva! MADRE: (La mamma si ritrova davanti al frigo) Che cosa ci fa questa corda nel frigo? (Aprendo il frigo e scorgendovi il bandito) Oddio! Un impiccato nel ghiaccio! E chi è questo? DONNA: Ma davvero, non lo riconosci? E mio marito. MADRE: Accidenti! Sono proprio svirgole 'ste lenti... mi storpiano le immagini. Dio come lo vedo strano. DONNA: E tu saluta la mamma, cafone surgelato! (Tira la corda) II BANDITO: Salve mamma... come va? MADRE: Salve. Sempre più strano! Anche le voci mi storpiano 'sti occhiali. PRETE: Signora, se vogliamo riprendere. DONNA: (Con i fucili va verso l'uscita) Un attimo, sistemo questi e torno. PRETE: Ma dove va, senza di lei che mi fa da tramite non riesce!

MADRE: Come no, basta guardare lei, reverendo. PRETE: La smetta di fare dello spirito, per favore... e mi aiuti... si concentri. (Le prende le mani) Voglio sentire se ha fluido. MADRE: Fluido io? Ci accendo le lampadine! PRETE: Accidenti, una vibrazione davvero eccezionale! Ah, ah... lo spiazzeremo 'sto demonio. MADRE: Che demonio? PRETE: Quello che si è ficcato attraverso la bocca nel ventre di suo genero. MADRE: Impossibile! PRETE: Cosa è impossibile? MADRE: Che un demonio per quanto scafato sia riu- scito a ficcarsi dentro mio genero, specie passando per la bocca... Ma lo conosce bene lei il de Rill? E lui, semmai che ci entra nel diavolo... e non le dico da che parte passa! PRETE: Signora, adesso sta sorpassando ogni limite! MADRE: E va bene, non s'arrabbi, glielo dico: per il sedere. Contento? PRETE: Signora, da brava, collabori. Conosce il "Memori exum inferi"? MADRE: Come no, quello che si canta al posto del "Dies Irae". PRETE: Brava, cantiamo. (Inginocchiandosi)

Entrano i banditi. Il capo ha la valigetta ammanettata al polso. Il giovane uomo è insieme a loro, indossa una maschera con il volto di Reagan.

MADRE: Oh mio dio, reverendo, guardi che facce tremende! Altro che demoni! PRETE: Continui a cantare, signora... "Benimus in laude". IV BANDITO: Che ci fanno questi? III BANDITO: Diciamo a voi, che state combinando? (Punta contro i tre una pistola) MADRE: Via, creature abbiette! "Utque fuerunt". CAPO: Che ti prende, stai buona! (Al prete) Di un po', tu sei un travestito o un prete vero? PRETE: (Continua a cantare annaffiandoli con l'aspersorio) "Exum adium ad inferi". CAPO: Ma che fai... Questo è tutto scemo! IV BANDITO: (Afferrando il prete per la collottola) Parla, dov'è il nostro uomo? PRETE: Che uomo? III BANDITO: Quello che stava di guardia... mascherato come noi. PRETE: Uomo mascherato? No, non l'ho visto... Do- vreste provare in un altro fumetto. CAPO: Ma che dice? IV BANDITO: E la donna? PRETE: Anche lei mascherata? IV BANDITO: No, bendata, e la bocca tappata. PRETE: Mai vista. CAPO: Quell'imbecille se l'è fatta scappare! E adesso, chi mi sgancia la catena dal polso? E come l'apriamo 'sta valigetta? Cristo, lo sapevo che non c'era da fidarsi! III BANDITO: Guardate il frigorifero si muove!

cursale deficienti e tonti riuniti? MADRE: Ehi, zombie, vacci piano a offendere. Non ci credi? Glielo dica lei, padre. PRETE: Sì, ci si stava preparando per esorcizzarlo. CAPO: Il frigorifero? PRETE: No, il genero della signora, che è uno scala- tore e si allena nei frigoriferi... arrivando a simulare an- che il Kilimangiaro.

Il capo, puntando l’arma, spalanca il portello del frigorifero.

CAPO: Per la miseria! Ma questo è... (Al bandito) Che ci fai lì? II BANDITO: Mi alleno fino a novemila, ascensione senza bombola, con tutto che sono incinto del dia- volo. Lui è entrato che io non volevo, sul Tibet... in tempesta... meno male che ci ho le catene da neve... iuhuuuu! Evviva la valanga azzurra!!! CAPO: O Cristo! È andato fuori di rigolo anche lui! III BANDITO: Ve l'avevo detto prima d'affittarla che questa era una casa maledetta... con gli spiriti! Gli inquilini che c'erano prima si sono ammazzati tutti be- vendo la benzina. II BANDITO: Anch'io! CAPO: Anche tu hai bevuto la benzina? II BANDITO: No, mi son solo fatto massaggiare con la benzina... e anche bruciare un po'... ma io non mi lamento per via che ho i catodi ai piedi... così che ap- pena sgarro la signora Bollini infila la spina nell'apposita presa e io friggo ai ferri che Sant'Isidoro della graticola è un dilettante!

"Gloria si fuerunt mali". CAPO: Ehi, o la piantate o sparo! (Ai banditi) Siamo una massa di dilettanti! Senta signora... lei ha detto che poco fa sua figlia era ancora qui... vero? MADRE: Sì, poi è sparita, ma ha promesso che tor- nerà. IV BANDITO: (Passa davanti al frigo chiudendo lo sportello) Dammi retta, battiamocela... quella è andata dalla polizia! CAPO: Macché polizia... con un mandato di cattura sulla testa?! III BANDITO: Capirai che gliene frega a quella... coi quattrini e la grinta che si ritrova! GIOVANE UOMO: E poi perché disperarsi, abbiamo perso la Bollini, ma abbiamo guadagnato sua madre. II BANDITO: (Riaprendo lo sportello del frigorifero) Beh, non è un gran cambio! MADRE: (Al II bandito) Senti zombie... Sì, dico a te: a parte che ho capito che non sei mio genero... è già la seconda volta che mi offendi... alla terza ti castigo! CAPO: Basta, tappatele la bocca... (il II bandito fa sedere la madre) togliete le catene a quel coglione... e con quelle legateci insieme prete e chierico.

Il II e il IV bandito tolgono le catene al bandito nel frigo.

PRETE: Ma chi siete? Si può sapere perché calzate la maschera? CAPO: Siamo solo una banda di fessi che si è lasciata

giata, 'sta bastarda! Ha cominciato con la storia che le scappava di andare a fare la pipì... Ili BANDITO: E tu naturalmente ci hai creduto che le scappasse la pipì?! II BANDITO: Ma era vero! Tant'è che poi l'ha fatta sul serio, tantissima! Che si sentiva lo sciacquettio fin di qua... cipciciet, con tutto che io avevo accesso il televisore, Niagara... pscpsc... eppure: cipciciet... si sentiva! CAPO: 'Sto disgraziato; vai avanti. II BANDITO: E poi lei ha cominciato così... tirami giù... tirami su... ah, no lo slip con il collant... piano... così... avanti tutta! CAPO: 'Sta bastarda! II BANDITO: E io mi sono sentito una roba... come un fuoco e ho cercato... III BANDITO: Di fotterla... PRETE: Un po' di rispetto almeno per la madre... andiamo! CAPO: Bastardo coglione, invece di farle la guardia! Meriterebbe d'essere castrato! II BANDITO: Ma è lei la puttana che m'ha... MADRE: Eh no! Adesso basta... d'offendere mia figlia... t'avevo avvertito: beccati 'sta stressata! (Prende la spina collegata ai catodi sui piedi del bandito e la infila nella presa) II BANDITO: (Accusando la scossa) Ahiuaahhui! Basta! Voglio la poliziaa! La polizia e la mia mamma! Voglio il processo l'ergastolooo!

DONNA: Ma perché ve la prendete tanto: eccomi qui pronta per liberarvi! IV BANDITO: La Bollini... addosso!

I banditi si lanciano verso la donna che punta contro di loro due fucili da caccia, bloccandoli.

DONNA: Fermi lì, sono caricati con pallottoni da due once... se sparo vi riduco tutti a un sanguinaccio! MADRE: Brava, che figlia stupenda! Lo sapevo che arrivavi! Mia figlia è meglio del settimo cavalleria! Arriva sempre! CAPO: La mamma, mi faccio scudo con la madre! (Al III bandito) Tu beccati il prete! IV BANDITO: A me non è rimasto che il chierico. II BANDITO: Fermi, occupato! Il frigorifero è mio! CAPO: Voglio vedere se ha il coraggio di sparare su sua madre. MADRE: Incoscienti, voi non conoscete le Bollini! III BANDITO: Metta giù quei fucili, signora, lo vede, siamo armati anche noi. DONNA: Sì, ma la scarica delle mie quattro canne... fa più bollicine... e lava più bianco... anzi, più rosso! L'avrete visto l'effetto in qualche film, BUM!, tutta una marmellata orrenda di viscere e cervella sulle pareti! Mi spiace mamma se coinvolgo anche te... lo sai che in fondo non lo faccio con intenzione maligna. MADRE: Figurati cara, al posto tuo avrei già sparato dieci caricatori. DONNA: Avete sentito? A 'sto punto è a voi che

CAPO: E chi mi dice che non sta preparando un altro dei suoi trucchi? DONNA: E proprio vero, il sospetto è il cancro del mondo! Finora vi ho forse fregati? CAPO: Basta vedere come ha ridotto quell'imbecille! DONNA: Quello è stato un caso di legittima difesa. Ma, se non sbaglio, la riscossione è avvenuta come da programma. CAPO: E chi lo sa? Mica sappiamo se dentro a 'sta valigia ci sono davvero i quattrini... DONNA: Come?! Non ci avete guardato prima? II BANDITO: Appunto, dico... IV BANDITO: Eh no... mica potevamo andare in banca anche noi... il Mainardi c'è andato solo. DONNA: E il ragazzo? Il banditore di bidoni Tv? CAPO: Certo, c'è andato anche lui... poi, al ritorno, il Mainardi è arrivato da solo, con la valigetta già chiusa, bloccata a scatto... II BANDITO: Ah, ah... il bel bidone! III BANDITO: (Chiudendo con violenza il frigorifero) E come facevamo a verificare... prendere o lasciare. II BANDITO: (Riapre lo sportello del frigorifero dall'interno) Vuoi scommettere che c'è dentro il solito pacco di giornali? E poi venite a dare del coglione a me! DONNA: Stai buono tu, o ti riattacco i catodi ai pie- di! No, non posso credere che Anton Berto possa aver fatto una cosa del genere, soprattutto sapendo che io ero nelle vostre mani. MADRE: Per me quel ragazzo può fare di peggio!

MADRE: Hai bisogno d'aiuto, figlia mia? DONNA: Sì, reggimi la valigetta... CAPO: Non sarebbe meglio cominciare col liberarmi il polso dalla manetta? DONNA: No, prima gli affari, poi il piacere... MADRE: Giusto. DONNA: Calma, che faccio scattare la combinazione, (al II bandito) e lei non guardi! DONNA: (Fa scattare la combinazione) Ecco fatto. (Punta le pistole ai banditi che si avvicinano) Indietro voi! CAPO: (Controllando il contenuto della valigetta) Ci sono! Non sono giornali! BANDITI: Evviva! DONNA: Sì, ad occhio e croce ci sono tutti. (Al capo) Giù la mano o gliela trancio dentro. CAPO: Volevo solo verificare che non fossero falsi... DONNA: Sta già controllando mia madre. Che ne dici, mamma? MADRE: Perfetti, proprio di zecca! Fammi sentire il peso. Ma questi saranno almeno due miliardi. DONNA: Brava, mamma, hai indovinato e adesso rimetti giù quei biglietti. MADRE: Quali? DONNA: Quelli che ti sei infilata nella manica! MADRE: (Restituendo il denaro) Mi umilia sempre, e davanti a degli estranei poi. DONNA: E anche gli altri. MADRE: Quali? DONNA: Quelli che hai sotto la camicia

TUTTI: Sì, sì, discutiamone. CAPO: Ma intanto non le spiace liberarmi qui? DONNA: Non ancora, finché la valigetta sta attaccata al suo polso è in buone mani; lei sa cosa le succede se ci prova a forzare la serratura? CAPO: Come no, la valigetta salta in aria. Due miliardi in fumo... e io ci perdo anche la mano! DONNA: Bravo, sotto i soldi c'è appunto un sotto- fondo al tritolo. MADRE: Oh, mia figlia è un genio! DONNA: Allora, mi volete dire quanto pensavate di incassare a cranio? CAPO: Beh, abbiamo diverse carature, ma uno per l'altro, cinquanta milioni a testa. DONNA: No, il prezzo corrente non supera i trenta e attenti, sono generosa. MADRE: E vero, mia figlia è molto generosa. PRETE: Non si potrebbe avere qualcosa anche per la parrocchia? DONNA: Padre, non si vergogna, sono soldi di un sequestro. PRETE: Basta che incassando vi diciate pentiti! CAPO: Buono padre... PRETE: Denaro pentito, denaro pulito! CAPO: Ma chi è, Marcincus? (Alla donna) Signora, facciamo trentacinque che siamo già sotto il minimo sin- dacale. DONNA: No, non si discute, trenta! III BANDITO: Ma scusi perché tira sulla nostra paga?

do! Ad ogni modo, il surgelato lì ha ragione, qui una trappola c'è, ma non per voi. CAPO: E per chi? DONNA: Sentite, non vi siete chiesti perché io sono tornata, chi me lo faceva fare? MADRE: Per salvare tua madre... DONNA: Mamma, non dire cretinate! No, sono tor- nata per offrirvi non trenta milioni a testa... ma il doppio... BANDITI: (In coro) Sessanta milioni?! MADRE: Francesca, sei pazza! Datemi una pistola che le sparo subito! (Afferra una pistola nella borsa) CAPO: (Bloccandola) Buona signora. (Alla donna) Ci faccia capire, ci regala 150 milioni in più? DONNA: Perché 150? Siete in quattro. CAPO: No, siamo in cinque, c'è quell'altro che prima non c'era. DONNA: Ah, sì... me l'ero scordato: Reagan! Quando c'è da spartire quattrini quello arriva come un fulmine. Ha partecipato anche lui? CAPO: Certo, e sta nel libro paga come noi. GIOVANE UOMO: Ma 'sti quattrini in più ce li molla in cambio di quale servizio? DONNA: Indovinato, è proprio per un servizio che stavolta io commissiono a voi. CAPO: E sarebbe? DONNA: Trenta testoni in più a testa se mi portate qui, impacchettato, il committente. CAPO E BANDITI: Cosa? DONNA: Avete capito bene: voglio l'organizzatore del mio sequestro.

I banditi si guardano l’un l’altro perplessi.

padrone sono rimasti dei delinquenti! Allora salgo di 5 punti: 35 testoni a chi mi dice il nome di questo bastardo traditore! PRETE: Signora... lasci perdere... perdoni... e pensi che la mia parrocchia ha il campanile che crolla. DONNA: Beh, eviti di passarci sotto, reverendo. Allora... non c'è nessuno a cui interessi la nuova offerta? Vi avverto, non per ricattarvi che io, i vostri nomi e cognomi nonché i vostri indirizzi, li ho già! IV BANDITO: Questo è il più fasullo e scoperto dei trabocchetti che ti fanno anche in questura: "Parla... ormai di te sappiamo tutto!" DONNA: E va bene, allora faccio l'appello... Marco Reppi... II BANDITO: Oh cazzo, sono io! DONNA: Duilio Barbires, Gino Scalaquindici, Luigi Bruzzi (al capo) fatalmente è lei... Mi mancano giusto le generalità del Reagan qui presente.

I banditi ascoltando i propri nomi si guardano esterrefatti.

CAPO: Chi ha parlato? È’ evidente, quel coglione bastardo! (Indica il II bandito nel frigorifero) IV BANDITO: E inutile che ti chiudi nel frigorifero! II BANDITO: Lo faccio solo perché fa freddo!

Il giovane uomo di soppiatto cerca di raggiungere la porta d'uscita per scappare.

DONNA: (Al giovane uomo) Fermati, non ti salti in testa di

GIOVANE UOMO: Ma io non sto camuffando. È la maschera che distorce. DONNA: No, vieni qui. Ti ho riconosciuto e che eri il committente del mio sequestro, me lo ha detto lui, (indica il II bandito) lo zozzone surgelato! CORO: 'Sto bastardo! II BANDITO: Scusate, mi ritiro nel ventre del mio igloo! DONNA: Allora, vuoi deciderti a scoprirti? GIOVANE UOMO: Signora, c'è un equivoco, non capisco per chi mi abbia preso! DONNA: Piantala infame, io ti ammazzo in nome di Gheddafi e di Allah, ti attacco alla coda di un cammello con tre missili al collo! MADRE: Figlia mia, l'hai sempre saputo che quel- l'Anton Berto era un bastardo. Sai che ti dico... cancellalo dalla lista dei 60 milioni. PRETE: E li investa nel campanile! CAPO: Io davvero non capisco per chi ti stia scam- biando. II BANDITO: Per il suo avvocato, il Mainardi. GIOVANE UOMO: Appunto, la signora è convinta che io sia il suo amante. Mi spiace ma io mi tolgo la maschera! (Esegue) DONNA: Oh, mio dio, mi salta il cuore... non sei Anton Berto?! Sei... lo spione delle caramelle di menta! GIOVANE UOMO: Impiegato alle spedizioni... per servirla. MADRE: (Alla donna) Lo conosci ? Bel ragazzo però

amanti che ti tradiscono, sarebbe un'ecatombe! DONNA: Hai ragione. (Al II bandito) Piuttosto, tu infame, cosa sei venuto a raccontarmi che il mio Anton Berto era il capoccia? II BANDITO: Per il semplice particolare che lei mi stava bruciando vivo, signora, e se io non avessi sputato velocissimo un nome qualsiasi, ma che potesse sembrare quello giusto, adesso sarei lì nel portacenere, un mucchietto grigio con tanti mozziconi per contorno. DONNA: Ma allora 'sto committente bastardo chi è? Nessuno che me lo voglia dire? MADRE: Senti Francesca, se quei 60 milioni a cranio li passi a me, io in cinque minuti ti faccio nome cognome indirizzo di quel criminale, e della sua famiglia pure! DONNA: E come fai? MADRE: Vado in trance... arriva un'anima di quelle super che gli piace parlare più che a un pentito della camorra e ci racconta tutto quello che vogliamo sapere. DONNA: Mamma, basta dire stronzate o metto te nel frigorifero! II BANDITO: Eh no, mi spiace! Privée! MADRE: Beh, io mi ci provo per mio conto. Reverendo, mi dà una mano?

La madre di Francesca si mette sul tavolo dopo averci sistemato sopra una sedia e inizia il rito.

DONNA: Allora, insisto. Volete parlare, perdio! CAPO: Senta, noi a 'sto punto glielo diremmo anche

l ti i l ità è h l i

GIOVANE UOMO: Un'altra volta con la pancia, un naso a patata, biondo. IV BANDITO: Un'altra, vestito da donna. DONNA: Ma chi è, un maniaco trasformista? Satanik? (Al giovane uomo) E rimettiti la maschera che mi fa impressione vederti a viso nudo. GIOVANE UOMO: (Indicando la maschera di Reagan) Questa? Le spiace se metto quella di Gorbaciov, la preferisco! (Esegue) DONNA: Ma se si cambiava trucco ogni volta come facevate a sapere che fosse lui? CAPO: Ci mostrava una banconota giapponese, uno yen in filigrana di riso dell'888. IV BANDITO: Era la sua carta di riconoscimento.

La madre emette un suono grave e comincia a sarfugliare.

MADRE: Ana' tros perkeios yunii banagonis... DONNA: Che dice? PRETE: Parla greco antico. DONNA: Come è possibile, mia madre non conosce manco quello moderno! E vero che potrebbe anche in- ventarlo.

Il prete e i banditi trasportano in proscenio il tavolo su cui è la madre.

PRETE: Stattene sereno spirito angosciato... dicci chi sei. MADRE: Sacomenà itriost omergoi è tè. DONNA: Che ha detto...

PRETE: Perché sfotte, signora? Non crede nemmeno nelle anime che tornano dall'aldilà?... MADRE: Traimes sagorà ahi steacos. PRETE: E poiché siete senza fede!

Le pareti della stanza cominciano a tremare, si sente un rumore grave, come il rimbombo di un terremoto.

CAPO: Che succede? DONNA: Sembra un terremoto... IV BANDITO: È la casa che balla. MADRE: Manati karagossis epato emiseton alà! PRETE: Non dovevate insultare l'aldilà! DONNA: Mamma, piantala, scendi di lì e scappiamo. PRETE: (Alla madre) Karamò altrapis estrapò? MADRE: Masapilemibà! DONNA: Che ha detto?! PRETE: Questo non posso proprio tradurlo. Tutti fuori! Ili BANDITO: (Cerca di uscire) Porta e finestra sono bloccate! II BANDITO: (Sale le scale) Anche la porta di sopra è bloccata! IV BANDITO: E anche questa di sotto!

Le pareti della stanza avanzano lentamente verso il centro. Il tavolo su cui è la madre viene trasportato a cavallo del letto.

PRETE: Guardate, le pareti avanzano! DONNA: No, dev'essere un'impressione...

CAPO: Indietro, non fatevi prendere dal panico per carità, è solo suggestione!

Il capo, il II e il III bandito salgono sul tavolo, accanto alla madre.

III BANDITO: Sarà suggestione ma quelle ci schiac- ciano davvero! DONNA: Mamma, piantala... ferma le pareti! GIOVANE UOMO: Che c'entriamo noi... MADRE: Exatron menabì enasis. IV BANDITO: (Incalzato dalla parete che continua ad avanzare) Cristo... continua a venire avanti... ci schiaccia! DONNA: (Al IV bandito) Ehi, ma non spinga! IV BANDITO: Ma non sono io, è il muro! DONNA: Non sapevo che il muro avesse delle mani e le appoggiasse sul sedere delle signore. IV BANDITO: Scusi, non volevo, è che stavo cadendo. DONNA: E non s'aggrappi al mio seno... la prego, torni con le mani sul sedere... preferisco. CAPO: Facciamo qualcosa... (Alla madre) Lei la pianti coi sortilegi! E scenda dal tavolo. MADRE: Sacragnon! Sono in trance, non vede? III BANDITO: Manda a pezzi anche i mobili, ci schiaccia! MADRE: (Alzandosi canta) Examis entoris pantheon cromenos ipigias.

Tutti sono raccolti attorno e sopra al tavolo in centro alla stanza. Il prete dal tavolo monta sulle spalle del capo dei banditi.

CAPO M h f d d i ll

DONNA: (Al III bandito che agita il turibolo) E tu che fai con quel turibolo... ti pare questo il momento di fare anche il fumo? GIOVANE UOMO: Ciao Francesca... sono felice di poterti abbracciare finalmente! DONNA: Non mi toccare, verme. (Al III bandito) Senta lei, dietro, non le sembra di esagerare coi miei glutei? III BANDITO: Signora, non so cosa farci... è il turibolo qui... che si è ingarbugliato... CAPO: E stai lontano con 'sto turibolo dalla valigetta... Mi vuoi far saltare anche in aria?! MADRE: Non spingete, per favore!v II BANDITO: Permesso, permesso! E’ la mia fermata, scusate, vorrei scendere! GIOVANE UOMO: Non c'è fermata! È stata soppressa! CAPO: Padre, lei mi sta annaffiando. Gliel'ho detto, ci vorrebbero le trombe! MADRE: Ha ragione, le trombe di Gerico. Mi passi il fucile. IV BANDITO: Pensa di poter fermare il muro a fucilate? (Le passa il fucile) MADRE: (Sollevando il fucile e soffiando nelle canne) No, ci suono!

Soffia con forza, ne esce un suono fortissimo come di corno inglese, le pareti cominciano a retrocedere.

PRETE: Guardate, il muro sta retrocedendo! CAPO: Incredibile si sposta!

Infatti Francesca Bollini è lunga distesa sul tavolo svenuta. CAPO: Chi l'avrebbe detto, una donna tremenda... svenire per lo spavento. IV BANDITO: Bisogna farla rinvenire, altrimenti chi ci dice la combinazione per la valigetta! MADRE: (Imbracciando il fucile) Macché rinvenire, la so io la combinazione per la valigetta. E datemi una mano piuttosto a incatenarla e a bendarla. II BANDITO: Sì, volentieri. CAPO: Bendarla e incatenarla? MADRE: Sì, cominciamo dalle caviglie. III BANDITO: Ehi, ma che le prende, perché vuole impacchettare sua figlia? MADRE: O bella, perché in questo momento è come fosse morta. CAPO: Ah, perché quando una è come morta bisogna incatenarla? Ma che cura è? MADRE: Insomma li volete o no, questi quattrini del riscatto? CAPO: Come no?! MADRE: Allora fate quello che vi dico, prima che rinvenga. Imbavagliatela e portatela di là. II BANDITO: Non sarebbe meglio sistemarla nel frigorifero? Non si sta male. MADRE: Spicciatevi. IV BANDITO: Io non ci capisco niente. II BANDITO: Forse si usa così fra le banchiere!

I banditi trasportano la donna fuori scena e quindi rientrano.

CAPO: Ma a lei signora, chi le dà il diritto di darci ordini?

IV BANDITO: Impossibile! III BANDITO: Ma tu guarda! La madre che fa rapire la figlia! II BANDITO: E’ normale, si usa così fra le banchiere! CAPO: Non mi dica che era lei il trasformista col quale abbiamo trattato!? II BANDITO: Già, la mamma di Satanik! MADRE: No, quello era un mio collaboratore. CAPO: Signora, sua figlia sta rinvenendo. MADRE: Presto, chi di voi sa fare le iniezioni? II BANDITO: Io! MADRE: Ecco, portatela di là e fatele un goccio di questo. (Consegna al II bandito una siringa) CAPO: Non mi dica che è con questa siringa che ha steso sua figlia!? MADRE: Sì, approfittando del trambusto che c'è stato. II BANDITO: Beh è normale, è così che si usa fra le banchiere! CAPO: Va bene, lei signora ha detto di conoscere il numero di codice per la serratura qui; le spiacerebbe liberarmi almeno il polso? II BANDITO: (Aggredisce la madre alle spalle) Aiutami a tenerla ferma che la faccio a lei l'iniezione! CAPO: Aspetta cretino, prima mi deve liberare il polso ed aprire la valigetta. (Molla uno spintone al secondo bandito, quindi si rivolge minaccioso alla donna) Adesso signora si sbrighi se no... PRETE : (Puntando il fucile e con lui il chierico armato a sua volta) Fermi! State lontani dalla signora o spariamo Fatevi in

MADRE: Non mancherò. (Al capo) Lei venga qua che la libero... (esegue) ma attento a non fare scherzi... (Al prete e al chierico) E voi teneteli sempre sotto tiro. O che bello, mi pare d'essere dentro un film. (Al capo) Ecco, il suo polso è libero! Si faccia in là. E adesso sedetevi che facciamo la distribuzione del dovuto. Quanto vi spetta? Sentiamo. CAPO: Beh, la signora ci aveva offerto 60 milioni a testa. MADRE: Certo, ma trenta li avreste ricevuti solo se le svelavate il nome del committente. Ma che il committente fossi io, l'ho svelato io stessa... quindi il premio di 30 a testa viene a me! II BANDITO: Eh sì, si usa così fra le banchiere! CAPO: E va bene, allora vada per 30 milioni ciascuno. MADRE: Sì, trenta ma lordi. IV BANDITO: E che?, c'è la trattenuta della mutua anche qui? MADRE: Bisogna detrarre gli anticipi e le spese vive, a cominciare da questa casa che ho dovuto comperare in nero... con tutto quello che poi mi è venuto a costare l'intraken delle pareti mobili. CAPO: Ah, era un trucco anche il terremoto? MADRE: Una macchina che, dovete darmi atto, ha funzionato alla meraviglia, e al momento giusto! PRETE: Straordinario... c'ero cascato anch'io! CAPO: Che fenomeno! II BANDITO: E’ normale per una banchiera! MADRE: (Porgendo un foglio) Ecco, questa è la vostra spettanza finale... 23 milioni e trecento a testa.

PRETE: (Ricevendo alcuni mazzetti di banconote) Faccio firmare la ricevuta? MADRE: Fra gente d'onore basta la parola. IV BANDITO: (Al capo) Vieni di là con la siringa che quella si sta svegliando. CAPO: (Alla madre) A proposito, che ne facciamo di sua figlia? MADRE: La do in consegna a voi, diciamo... a pensione. Dovrete tenerla segregata finché non riceverete un mio ordine, sarà per una decina di giorni. CAPO: E perché così tanto? MADRE: Fatti miei... In compenso, per questo servizio straordinario, otterrete 10 milioni in più ciascuno, contenti? CAPO: Accidenti! CORO: Ah certo! MADRE: Le spiace padre tenermi la cassa? PRETE: Volentieri, cosa non farei per il mio campanile! Ah, avrei un problema anche col battistero! MADRE: No! PRETE: Come non detto. MADRE: Bene, andate a prenderla e caricatela sulla macchina che bisogna sgombrare di qua. CAPO: E dove la portiamo? MADRE: Qui c'è la mappa con la strada per un altro rifugio. CAPO: (Ai compari) Voi andate a prendere la signora. MADRE: Ecco, la casa è qua, (indica sulla mappa) tutta arredata e rifornita E soprattutto più sicura

BOLLINI: Ehi, ma dove state andando così in fretta? MADRE: Oddio, ho le traveggole!

Il giovanotto spedizioniere approfitta dello stupore generale per impossessarsi delle armi.

CAPO: Porco cane, un'altra Bollini! BOLLINI: No, non un'altra, ma quella autentica, se permettete! II BANDITO: E questa è la segretaria, allora? III BANDITO: E noi non le avevamo creduto! Ma che fessi! II BANDITO: Che fesso, sono stato bruciato flambé da una segretaria! DONNA: Certo, devo dire che è stata bravissima, mi ha imitata alla perfezione! MADRE: E io non l'ho riconosciuta! Tutto per via di 'sti occhiali svirgoli di quella cretina di mia sorella! BOLLINI: Lascia perdere gli occhiali, mamma! Non ti vergogni? Arrivare all'osceno di far sequestrare tua figlia... per fregarti due miliardi!? MADRE: Ne avevo tanto bisogno... Tu mi passi una miseria... non ne potevo più di vivere da pitocca... volevo trascorrere almeno gli ultimi anni della mia vita da vera madre di banchieri... alla grande! E poi, figlia mia, mi è successo un fatto straordinario: mi sono innamorata. BOLLINI: Lo so, e volevi scappare alle Maldive con lui! MADRE: Come l'hai saputo? BOLLINI: Cara, ho fatto mettere microfoni spia dap- pertutto nella tua casa. Ho sempre saputo ogni partico- lare dei tuoi traffici Per di più c'era lui il giovane spe-

MADRE: Oh, non l'immagineresti mai. Il prete e il chierico di soppiatto si avviano verso l'uscita. GIOVANE UOMO: (Al prete) Fermi voi! (Agli altri) Stavano per battersela! BOLLINI: Il prete e il chierico! Perché scappare? (Si avvicina al prete) Reverendo, lei ha qualcosa di familiare! PRETE: Signora, la prego... mi rispetti. BOLLINI: (Osservandolo attentamente da vicino) Vieni qua. Ma tu guarda, (gli tocca il volto) ha il naso finto... e anche la parrucca con la pelatina! Augusto... è incredibile! Sei tu? MADRE: Sì, Francesca, è tuo marito, il de Rill. II BANDITO: Non mi dire! Ma tu guarda! BOLLINI: E che ci facevi così truccato? PRETE: Niente, collaboravo. BOLLINI: Quindi sei tu il socio di mia madre! CAPO: Eh, già, è lui il trasformista che ci portava gli ordini. IV BANDITO: Satanik?! II BANDITO: E’ normale fra i banchieri. BOLLINI: E vi siete messi insieme per succhiarmi i quattrini? Infami! PRETE: Tu mi disprezzavi... eri la padrona di tutto... mi hai umiliato fino alla disperazione!... Per fortuna ho incontrato chi mi stima e mi vuol bene! BOLLINI: E chi sarebbe 'st'angelo? Mia madre? PRETE: Sì lei, una donna adorabile! BOLLINI: Augusto! Ti sei innamorato di mia madre? II BANDITO: Ah, era lei il campanile da restaurare! MADRE: Sì, figlia mia, tuo marito mi ama!

II BANDITO: Ecco, loro si scannano e noi ci andiamo di mezzo. BOLLINI: Zitti! (Al prete) E tu dai qua la valigetta. PRETE: E il nostro viaggio d'amore?! MADRE: Sei cattiva! BOLLINI: Ve lo faccio fare io un bel viaggio. (Al giovane uomo) Togli i quattrini dalla valigetta... questa la lascio a voi. (Il giovane esegue) BANDITI (In coro): Già, vuota! CAPO: Ci sta anche a sfottere. BOLLINI: No, non del tutto vuota... dimenticate la carica di tritolo nel sottofondo. CORO: Porca miseria.

Il giovane uomo appende la valigetta carica di esplosivo alla corda, facendola penzolare dal soffitto.

BOLLINI: Dal preciso istante in cui andremo a manomettere il congegno, all'esplosione trascorreranno trenta secondi... noi due ce la battiamo... voi invece ci restate... ecco, il conto comincia da adesso... MADRE: Ma come... ammazzi anche tua madre? BOLLINI: Taci madre infame!, non c'è nessuno più criminale di te... PRETE: E tuo marito? BOLLINI: Peggio che peggio! CAPO: Ma almeno la segretaria che ha rischiato la vita per lei! BOLLINI: Non è il momento per i sentimentalismi... a p rt h ì i p r p p zz r i i i i i tti l

tiamocela. BOLLINI: (Indicando la valigetta appesa) Ecco, potete proprio dire d'avere una valigetta di Damocle sulla testa! Addio e: buona esplosione!

La Bollini e il giovane uomo escono di scena. I banditi, il prete, il chierico e la madre terrorizzati, in coro iniziano il conto alla rovescia in attesa dell'esplosione.

CORO: 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 Aaahhh! BOLLINI: Stop! Vi sarebbe piaciuto... sì dico a voi, in platea... vedo già brillare negli occhi di molti fra voi... Qualcuno si sarà detto compiaciuto: ecco i soliti vellei- tari sbranaricchi... si sono scoperti finalmente! E immagino domani, certi giornali benpensanti, che pacchia! "Abbiamo assistito ad un ignobile panphlet messo in scena da una compagnia di terroristi fanatici e sanguinari che seminano l'odio di classe e che dipingono i ricchi come criminali matricidi... spietati e cinici..." ecc. ecc... Vi sarebbe piaciuto eh?... E invece no! Il vero finale sarà di gran lunga diverso. Avanti mamma, riprendi dalla tua battuta. MADRE: Sì Francesca... tuo marito mi ama. PRETE: E’ vero, io amo tua madre. BOLLINI: Cari, cari, come mi fa piacere vedervi tanto felici. E io che vi ho sempre trattati con disprezzo e arida meschinità. Mi viene da piangere. CORO: Sì, anche noi siamo commossi. BOLLINI: Tenetevi pure questi soldi e siate felici alle M ldi (P il d ll d )

BOLLINI: E anche al chierico per un suo piccolo cam- panile. E poi, se vi interessa, vi posso assumere come mie guardie del corpo, vi va? CORO: Oh, sì. È proprio vero: ricco è bello, ricco è splendido! Dio sia benedetto per aver creato il ricco, la donna ricca, gli imprenditori, e soprattutto i banchieri: alleluia!

Canzone finale Ricco è fulgido Ha lo splendor di un angelo Ha un fascino terribile E dio l'ha benedetto Poi se l'è stretto al petto Lo bacia e gli fa coccole Lo tiene presso a sè!

I sacri testi dicono Che fu Martin Lutero Che grazie ad una folgore Beccata in un luna-park A svolgere il pensiero Che assolse dal peccato L'usura e il peculato L'arraffo e l'avidità. Iddio non è più povero Non ha il vestito straccio Non è nemmeno vecchio E' pieno di quattrin E tu eterno pavido