Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

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Fisiopatologia dell’attività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima

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Fisiopatologia dell’attività mentale

secondo il modellogerarchico-dinamico

parte settima

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obiettivo

• Descrivere un modello fisiopatologico dell’attività mentale (psicopatologia) fondato sulla centralità della

dis-integrazione strutturale-funzionale

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La dis-integrazione:excursus storico-terminologico

Moreau De Tours (1845)

dissociazione/dissoluzione

alterata capacità di integrazione mentale

alterazione campo di coscienza

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La dis-integrazione:excursus storico-terminologico

Moreau De Tours (1845)

dissociazione dis-integrazione mentale

alterazione della coscienza

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La dis-integrazione:excursus storico-terminologico

Pierre Janet (1889)

dèsagregation/dissociation

automatismo psicologico

alterata integrazione tra livelli mentali/coscienza

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La dis-integrazione:excursus storico-terminologico

Pierre Janet (1889)

dissociazione alterazione gerarchia funzionale

alterazione della coscienza

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La dis-integrazione:excursus storico-terminologico

John Hughlings Jackson (1895)

dissoluzione

alterazione dell’integrazione funzionale

inverso dell’evoluzione-sviluppo

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La dis-integrazione:excursus storico-terminologico

John Hughlings Jackson (1895)

dissoluzione alterazione gerarchia funzionale

alterazione della coscienza

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“sembra si supponga che al di sopra delle perdite di coscienza non vi siano gradi più leggeri di affezione negativa di coscienza (…) Possiamo dire che un malato è perfettamente cosciente e tuttavia dichiararlo indeciso, non chiaro nelle sue osservazioni e apatico. Quest’asserzione riconosce in lui una deficienza di volontà, di memoria, di ragione e di emozione, e, siccome queste facoltà sono gli elementi (distinti artificiosamente) della coscienza, l’asserzione equivale a dire che il malato ha un certo grado di affezione negativa della coscienza”

John H. Jackson, 1895

Psicopatologia e alterazioni della coscienza

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Psicopatologia della coscienza secondo Henri Ey

psicopatologia della coscienza

campo di coscienza

autocoscienza

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Fisiopatologia del campo di coscienza

• destrutturazione della relazione attuale Soggetto-Mondo

• alterazioni della lucidità, ampiezza, orientamento temporo-spaziale del Soggetto nel Mondo.

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Fisiopatologia dell’autocoscienza

• disorganizzazione della relazione storico-evolutiva Soggetto-Mondo

• alterazioni dell’identità (coerenza, flessibilità e fluidità dei processi narrativi e logici del Soggetto).

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Psicopatologia del campo di coscienza

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Psicopatologia del campo di coscienza

destrutturazione alterazione sincronia

acuzie

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Psicopatologia dell’autocoscienza

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Psicopatologia dell’autocoscienza

disorganizzazione alterazione diacronia

cronicità

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alterazionecampo di coscienza

disturbi dicoscienza

alterazioneautocoscienza

(destrutturazione) (acuzie)

(disorganizzazione) (cronicità)

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Psicopatologia(fisiopatologia delle funzioni mentali)

• La psicopatologia della coscienza coincide con l’intero campo della psicopatologia.

• I diversi disturbi mentali sono l’espressione di gradi diversi di alterazione della coscienza.

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Nosografia

La classificazione dei disturbi mentali

rispecchia la presenza di livelli diversi

dell’alterazione del rapporto tra

l’organizzazione del sistema (identità-

memoria) e la strutturazione del sistema

(campo di coscienza-categorizzazione).

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Nosografia dei disturbi mentali(secondo Henri Ey)

Disturbi mentali acuti

• destrutturazione della coscienza

• alterazioni prevalenti del campo di coscienza

Disturbi mentali cronici

• disorganizzazione della coscienza

• alterazioni prevalenti dell’identità

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Livelli di destrutturazione del campo di coscienza

campo di coscienza

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Livelli di destrutturazione del campo di coscienza

campo di coscienza

epilessia

psicosi confusionali

psicosi deliranti acute

crisi di mania e malinconia

reazioni nevrotiche acute

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Livelli di disorganizzazione dell’autocoscienza autocoscienza

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Livelli di disorganizzazione dell’autocoscienza autocoscienza

oligofrenie

demenze

schizofrenia paranoia

nevrosi

disturbi personalità

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Elementi di eziologia

La patologia della funzione mentale è l’espressione dell’alterazione della relazione tra il corpo e ilmondo.L’alterazione della relazione può dipendere tanto da fattori inerenti il corpo (endogeni) quanto da fattori inerenti il mondo (esogeni). [eziologia]

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La ricerca di Bennett sui macachi

obiettivo:

analizzare i fattori che intervengono nel modulare la disponibilità della serotonina

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La ricerca di Bennett sui macachi

metodo:

• due gruppi di individui: uno con corredo genetico favorevole e l’altro sfavorevole rispetto alla disponibilità della serotonina;

• i piccoli di ciascun gruppo furono posti in due contesti ambientali diversi: metà a contatto con la madre e metà a contatto con i soli coetanei;

• dopo sei mesi: analisi della concentrazione dei metaboliti della serotonina

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La ricerca di Bennett sui macachi

conclusione:

fattori modulatori della disponibilità serotonina

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La ricerca di Bennett sui macachi

conclusione:

fattori modulatori della disponibilità serotonina

corredo genetico sfavorevole

contesto ambientale sfavorevole bassa disponibilità

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La ricerca di Bennett sui macachi

conclusione:

fattori modulatori della disponibilità serotonina

corredo genetico sfavorevole

contesto ambientale favorevole normale disponibilità

corredo genetico favorevole

contesto ambientale sfavorevole

normale disponibilità corredo genetico favorevole

contesto ambientale favorevole

normale disponibilità

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La ricerca di Bennett sui macachi

conclusione:

la ridotta disponibilità della serotonina nei piccoli macachi è il risultato del concorso congiunto di due fattori: un corredo genetico sfavorevole associato ad un contesto di allevamento sfavorevole

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La ricerca di Tienari sull’uomo

obiettivo:

individuare alcuni fattori di rischio per la comparsa di sintomi indicatori di schizofrenia nell’adolescenza

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La ricerca di Tienari sull’uomo

metodo:

• identificazione, in una popolazione di soggetti adottati, di individui ad alto rischio genetico per la schizofrenia, in quanto figli naturali di genitori schizofrenici;

• distinzione dei giovani in due gruppi: uno positivo e l’altro negativo per la presenza di sintomi indicatori di schizofrenia.

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La ricerca di Tienari sull’uomo

metodo:

• analisi dello stile relazionale della famiglia adottiva;

• distinzione delle famiglie adottive in due gruppi: uno positivo e l’altro negativo rispetto alla presenza di uno stile relazionale disfunzionale.

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La ricerca di Tienari sull’uomo

metodo:

incrocio tra i risultati relativi all’analisi psicopatologica dei giovani adottati e i risultati dell’analisi dello stile relazionale della famiglia adottiva.

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La ricerca di Tienari sull’uomo

conclusione:

fattori di rischio per la comparsa di sintomi schizofrenici

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La ricerca di Tienari sull’uomo

conclusione:

fattori di rischio per la comparsa di sintomi schizofrenici

corredo genetico sfavorevole

contesto ambientale sfavorevole alta incidenza sintomi

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La ricerca di Tienari sull’uomo

conclusione:

fattori di rischio per la comparsa di sintomi schizofrenici

corredo genetico sfavorevole

contesto ambientale sfavorevole alta incidenza sintomi

corredo genetico sfavorevole

contesto ambientale favorevole bassa incidenza sintomi

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La ricerca di Tienari sull’uomo

conclusione:

L’alta incidenza di sintomi indicatori di schizofrenia nei giovani adottati è il risultato del concorso congiunto di due fattori: un corredo genetico sfavorevole associato ad un contesto familiare sfavorevole.

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struttura

organizzazione

ambiente

funzione

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Eziologia dei disturbi mentali

corpo ambiente

funzione

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Eziologia dei disturbi mentali

fattori endogeni fattori esogeni

funzione

eziologia multifattoriale (biopsicosociale)

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Eziologia multifattoriale

• In un’ottica eziologica multifattoriale, i singoli fattori (bio-psico-sociali) non costituiscono le cause dei disturbi mentali, bensì i fattori di rischio per l’emergere dei disturbi stessi.

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Eziologia dei disturbi mentali secondo Jackson

“(…) va considerato il problema dell’ereditarietà della malattia mentale. Ritengo che nessuno erediti una tendenza alla pazzia nel senso che erediterebbe una tendenza alla malattia (processo patologico) di qualche parte del suo cervello. Eredita un cervello sano, ma più piccolo della media; non intendo morfologicamente piccolo, ma piccolo in senso anatomo-fisiologico per cui l’individuo ha meno elementi funzionali ai più elevati livelli dei suoi centri cerebrali superiori. Eredita un cervello che ‘soccomberà’ alle influenze sfavorevoli più facilmente del cervello di un individuo medio”

John H. Jackson

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Il rapporto genetica-ambiente nei disturbi mentali

Il nucleo teorico si fonda sul modello “vulnerabilità-stress”

(Zubin, Spring 1977), secondo cui la patologia psichiatrica è frutto:

• di un deficit individuale su base genetica (“vulnerabilità”) -la cui gestione richiede l’intervento farmacologico-…

• …le cui manifestazioni risentono dello “stress” correlato all’intensità emotiva familiare -la cui gestione richiede un intervento psicosociale-.

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Fattori di rischio familiari

• Agli inizi degli anni ’70 l’antropologo inglese George Brown effettua una ricerca sui pazienti psicotici dimessi dall’ospedale e rientrati in famiglia, rilevando una correlazione positiva tra la frequenza dei ricoveri e alcune caratteristiche interattive familiari (ipercoinvolgimento emotivo, critica, ostilità): le famiglie con alti punteggi alle scale di valutazione di tali caratteristiche sono dette “famiglie ad alta emotività espressa”.

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Bisogni evolutivi e funzioni genitoriali età motivazioni (bisogni) funzioni genitoriali

12-18 affiliazione simbolica riconoscimento

6-12 affiliazione concreta

(cooperazione)

rispecchiamento

3-6 agonismo

orientamento

0-3 attaccamento

esplor., predaz., territor.

protezione

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Dinamiche familiari e fattori di rischio relazionali

• All’interno di questo schema evolutivo è possibile costruire una mappa orientativa sulla correlazione tra specifiche dinamiche della coppia genitoriale e specifiche espressioni dei bisogni evolutivi dei figli

• La tipologia delle dinamiche di coppia utilizzata è frutto della riflessione sulla Mediazione Familiare svolto da Francesco Canevelli e di Marina Lucardi: congelamento, esasperazione, spostamento, vittimizzazione, negoziazione (Canevelli, Lucardi 2000/2010)

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Congelamento

- Evitamento dell’esplicitazione di conflittualità ed emotività connesse con la separazione

- Ex partner come interlocutore possibile

- Dichiarata disponibilità <---> rancore inespresso

- Scarsa differenziazione/ambiguità

- Rigide limitazioni della possibilità di confronto e scambio sul piano dei contenuti e delle emozioni

- Differenza tra colloquio individuale e congiunto

- Forte potere analgesico e alta accettabilità sociale

- Delega al terzo (mantenimento del “gelo”)

-Identità centrata sull’evitamento della perdita

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Esasperazione

- Conflittualità espressa direttamente in escalation

- Ex partner come unico interlocutore possibile

- Richiami e provocazioni

- Agonismo puro: la lotta per la lotta

- Fragilità dell’altro origina uno stop dell’escalation

- Abbandono della lotta vissuto come tradimento

- Spartizione rigida delle aree su cui operare le provocazioni

- Altra proiettività nell’innamoramento

- Terzo come spettatore passivo

-Identità centrata sulla lotta

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Spostamento

- Conflittualità esibita ed agita, la cui gestione è affidata a terzi

- Ex partner come nemico

- Propri attacchi percepiti come difesa

- Nei casi estremi interlocutorietà impossibile

- Visione dicotomica del mondo (amico-nemico, perdente-vincente)

- La storia del rapporto viene riletta in termini di stategie ed inganni

- Logica di guerra

- Terzo come alleato

-Identità centrata sulla dominanza

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Vittimizzazione

-Schema fisso aggressore-vittima

- Rilevante intensità e qualità dell’aggressione

- Differenza tra contributo relazionale e responsabilità

-Precluso il riconoscimento dell’altro come interlocutore

- Rovesciamento delle immagini di sé e dell’altro

- Terzo come giudice e terapeuta

-Identità centrata sul possesso

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Negoziazione

-Riconoscimento dell’ex partner come interlocutore privilegiato sui temi della conclusione del rapporto e della genitorialità

-Mantenimento di divergenze e immagini negative dell’altro

- Delimitazione dell’area conflittuale e della percezione della negatività dell’altro

-Dimensione di ascolto

- Possibilità di mostrare bisogni e formulare richieste

- Limitazione dell’interlocutorietà nello spazio e nel tempo

- Accettazione della condizione di separazione

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Modalità di gestione e teoria dei s.m.i.

Le “modalità di gestione della conflittualità” costituiscono la categorizzazione, effettuata da un osservatore, dell’espressione fenomenica dell’attivazione dei sistemi motivazionali interpersonali nella relazione di coppia.

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Attivazione motivazionale e relazioni interpersonali diadiche

relazione diadica s.m. limbici

attaccamento/accudimento

agonismo

cooperazione

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Relazione di coppia sostenuta dall’attaccamento/accudimento

• schema interpersonale: sé protettivo/vulnerabile

• dinamica interpersonale: protezione

• innamoramento: percezione dell’altro accudente/vulnerabile

• crisi: riduzione percezione dell’altro accudente/vulnerabile

• emozione di fondo: paura (colpa nell’attivatore crisi; rabbia e tristezza nel partner)

• gestione dell’emotività: riduzione segnali conflittualità

• elementi fenomenici:

evitamento dell’esplicitazione della conflittualità

controllo dell’espressione dell’emotività

alto livello interazione

congelamento

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Relazione di coppia sostenuta dall’agonismo (diadico)

• schema interpersonale: sé dominante/sottomesso

• dinamica interpersonale: lotta (tensione vitale)

• innamoramento: percezione della tensione vitale nell’altro

• crisi: riduzione percezione tensione vitale nell’altro

• emozione di fondo: depressione (vuoto)

• gestione dell’emotività: aumento segnali conflittualità

• elementi fenomenici:

conflittualità esplicita

alto livello espressione emotività (rabbia)

alto livello interazione

la percezione di debolezza sospende la lotta

esasperazione

Page 58: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Relazione di coppia sostenuta dall’agonismo (triadico)

• schema interpersonale: sé coalizzato (con l’altro contro un terzo)

• dinamica interpersonale: potere

• innamoramento: percezione del “potere” dell’altro

• crisi: ridotto accesso al potere dell’altro

• emozione di fondo: vergogna

• gestione dell’emotività: coalizione con terzi

• elementi fenomenici:

conflittualità agita tramite terzi

bassissimo livello interazione

percezione di debolezza dell’altro aumenta la lotta

spostamento

Page 59: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Relazione di coppia sostenuta dalla fusione s.m.i.

• schema interpersonale: sé accudente-sottomesso (“vittima”)

sè vulnerabile-dominante (“carnefice”)

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altro

accudente

vulnerabile dominante

sottomesso

attaccamento/accudimento agonismo

Page 61: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Relazione di coppia sostenuta dalla fusione s.m.i.

• schema interpersonale: sé accudente-sottomesso (“vittima”)

sè vulnerabile-dominante (“carnefice”)

• dinamica interpersonale: corto circuito tra potere e protezione

• innamoramento: percezione altro “forte/debole”

• crisi: intensità dinamica relazionale

• emozione prevalente: corto circuito tenerezza-paura (“vittima”)

corto circuito paura-rabbia (“carnefice”)

• gestione dell’emotività: intensità dinamica relazionale

• elementi fenomenici:

conflittualità agita; alto livello interazione; mutevolezza posizioni

vittimizzazione

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Dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale

.• la qualità della relazione genitoriale può dipendere dalla qualità

della relazione coniugale.• In casi simili è possibile definire una mappa orientativa sulla

correlazione tra bisogni evolutivi dei figli e qualità della funzione genitoriale

Page 63: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Tipologie di coppia e funzione genitoriale

protezione

(sensibilità

vulnerabilità)

orientamento

(attenzione al

contesto)

rispecchiamento

(libertà

narrativa)

riconoscimento

(tolleranza

differenze)

congelamento

esasperazione

spostamento

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Tipologie di coppia e funzione genitoriale

protezione

(sensibilità

vulnerabilità)

orientamento

(attenzione al

contesto)

rispecchiamento

(libertà

narrativa)

riconoscimento

(tolleranza

differenze)

congelamento ipersensibilità

esasperazione sensibilità oscillante

spostamento sensibilità strumentale

Page 65: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Tipologie di coppia e funzione genitoriale

protezione

(sensibilità

vulnerabilità)

orientamento

(attenzione al

contesto)

rispecchiamento

(libertà

narrativa)

riconoscimento

(tolleranza

differenze)

congelamento ipersensibilità regole

asettiche

esasperazione sensibilità oscillante

regole

caotiche

spostamento sensibilità strumentale

regole

strumentali

Page 66: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Tipologie di coppia e funzione genitoriale

protezione

(sensibilità

vulnerabilità)

orientamento

(attenzione al

contesto)

rispecchiamento

(libertà

narrativa)

riconoscimento

(tolleranza

differenze)

congelamento ipersensibilità regole

asettiche

povertà narrativa

esasperazione sensibilità oscillante

regole

caotiche

narrazione episodica

spostamento sensibilità strumentale

regole

strumentali

narrazioni

incompatibili

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Tipologie di coppia e funzione genitoriale

protezione

(sensibilità

vulnerabilità)

orientamento

(attenzione al

contesto)

rispecchiamento

(libertà

narrativa)

riconoscimento

(tolleranza

differenze)

congelamento ipersensibilità regole

asettiche

povertà narrativa

offesa

esasperazione sensibilità oscillante

regole

caotiche

narrazione episodica

indifferenza

spostamento sensibilità strumentale

regole

strumentali

narrazioni

incompatibili

tradimento

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Tipologie di coppia, funzioni genitoriali e sviluppo del comportamento dei figli

congelamento esasperazione spostamento

protezione

orientamento

rispecchiamento

riconoscimento

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Tipologie di coppia, funzioni genitoriali e sviluppo del comportamento dei figli

congelamento esasperazione spostamento

protezione att. evitante att. resistente att. differenziato

(sicuro/invertito-resistente)

orientamento

rispecchiamento

riconoscimento

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Disorganizzazione dell’attaccamento e strategie controlling

• nei bambini con disorganizzazione dell’attaccamento si rilevano stili di relazione tesi a “controllare” la figura di accudimento

• gli stili di relazione sono costituiti da un atteggiamento accudente o agonistico o seduttivo verso la figura di aacudimento

• tali stili possono essere considerati espressione dell’attivazione dei sistemi motivazionali dell’accudimento o agonistico o sessuale, la cui attivazione precoce è l’espressione sia del fallimento dell’attaccamento sia dell’attivazione di tali sistemi da parte del caregiver

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Tipologie di coppia, funzioni genitoriali e sviluppo del comportamento dei figli

congelamento esasperazione spostamento

protezione att. evitante att. resistente att. differenziato

(sicuro/invertito-resistente)

orientamento gregario

emarginato

dominante

emarginato

dominante

gregario

rispecchiamento

riconoscimento

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Tipologie di coppia, funzioni genitoriali e sviluppo del comportamento dei figli

congelamento esasperazione spostamento

protezione att. evitante att. resistente att. differenziato

(sicuro/invertito-resistente)

orientamento gregario

emarginato

dominante

emarginato

dominante

gregario

rispecchiamento affil. superficiale affil. caotica affil. “contro”

riconoscimento

Page 73: Fisiopatologia dellattività mentale secondo il modello gerarchico-dinamico parte settima.

Tipologie di coppia, funzioni genitoriali e sviluppo del comportamento dei figli

congelamento esasperazione spostamento

protezione att. evitante att. resistente att. differenziato

(sicuro/invertito-resistente)

orientamento gregario

emarginato

dominante

emarginato

dominante

gregario

rispecchiamento affil. superficiale affil. caotica affil. “contro”

riconoscimento individ. subordinata

all’appartenenza

individ. instabile individ. subordinata

al potere

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Tipologie familiari come fattore di rischio per la psicopatologia

congelamento depressione

esasperazione borderline

spostamento paranoia

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Eziologia e patogenesi

La patologia della funzione mentale è l’espressione dell’alterazione della relazione tra il corpo e ilmondo.L’alterazione della relazione può dipendere tanto da fattori inerenti il corpo (endogeni) quanto da fattori inerenti il mondo (esogeni). [eziologia]L’alterazione si manifesta come perdita dell’equilibrio dinamico (dis-integrazione) tra le diverse funzioni mentali. [patogenesi]

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Meccanismi della dis-integrazione (patogenesi) secondo Jackson

“sostengo che la malattia produce unicamente dei sintomi mentali negativi [deficit] corrispondenti alla dissoluzione, e che tutti i sintomi mentali positivi elaborati (illusioni, allucinazioni, deliri e condotta stravagante) sono il risultato dell’attività di elementi nervosi non colpiti da alcun processo patologico (…) l’attività mentale più assurda e le azioni più stravaganti degli alienati sono quanto sopravvive dei loro stati meglio adattati”

John H. Jackson

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Elementi di patogenesi gerarchico-dinamica(Jackson; Ey)

La dis-integrazione comporta la riorganizzazione dell’intero sistema, la cui attività sarà espressione dell’effetto combinato:

• del deficit del livello/i lesionato/i;• dell’integrità del/i livello/i soprastanti e/o

sottostanti a quello lesionato;• delle alterazioni dipendenti dal rapporto

(ipo/iperstimolazione) tra livello lesionato e livelli integri.

• della fase evolutiva del sistema

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Validazione clinica del modello fisiopatologico fondato sulla teoria gerarchico-dinamica

• Le condizioni patologiche che determinano alterazioni focali della struttura (“disturbi neuropsichiatrici”) costituiscono i dati (clinici) idonei per la validazione del modello fisiopatologico fondato sull’organizzazione gerarchico-dinamica delle funzioni mentali.

• La validazione del modello permessa dalle osservazioni relative agli effetti delle alterazioni focali della struttura (“disturbi neuropsichiatrici”) rende plausibile l’applicazione nelle condizioni cliniche relative agli effetti delle alterazioni diffuse della struttura (“disturbi psichiatrici”).