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5 SCIENZE E RICERCHE • N. 44 • GENNAIO 2017 | SCIENZE ASTRONOMICHE E METEOROLOGICHE sono sorprendenti e inaspettati e non trovano un’immediata spiegazione dal punto di vista scientifico. 1. Un’opera letteraria inaudita L Evangelo come mi è stato rivelato è l’opera letteraria principale di Maria Valtorta (1897- 1961). Scritta su comuni quaderni, di getto, mentre si trovava allettata per gravi proble- mi di salute, negli anni a cavallo tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il primo periodo post-bel- lico, l’opera, che indicheremo con EMV, consiste in una det- tagliatissima vita di Gesù di Nazareth. Per dare un’idea della sua estensione si consideri che il romanzo più lungo scritto sinora, Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, con- sta di 9.609.000 caratteri 1 , mentre L’EMV, pubblicato dal Centro Editoriale Valtortiano (CEV) in dieci volumi, consta di circa 10.800.000 caratteri. L’Autrice mentre descrive le vicende dei tanti personaggi che animano le vicende della sua vita narrate nei Vangeli, annota paesaggi, costumi, usanze, personaggi dell’epoca, strade, città, fiumi, laghi, colline, vallate, vegetazione, col- tivazioni, clima, il cielo con i suoi astri. La ricchezza di ele- menti narrativi presenti nell’opera ha permesso di eseguire su di essa numerosi studi poiché l’Autrice afferma che non si tratta del frutto della sua fantasia, ma che ha annotato tutto ciò che osservava poiché era come se fosse presente nella Palestina di duemila anni fa, là dove si svolgevano le vicende narrate nei Vangeli. Nei suoi scritti, ad esempio, sono presenti tanti elemen- ti narrativi che veicolano informazioni cronologiche come, giorni di riposo cultuale, riferimenti alle principali festività giudaiche, giorni di mercato, stagioni dell’anno, mesi riferi- ti sia al calendario luni-solare ebraico sia a quello giuliano 1 Guinness World Records: http://www.guinnessworldrecords.com/ world-records/longest-novel (sito web visitato il 12 dicembre 2016). Finzione letteraria o antiche osservazioni astronomiche e meteorologiche nell’opera di Maria Valtorta? EMILIO MATRICCIANI 1 E LIBERATO DE CARO 2 1 Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB), Politecnico di Milano 2 Istituto di Cristallografia, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IC-CNR), Bari L’Evangelo come mi è stato rivelato è l’opera letteraria principale di Maria Valtorta (1897-1961), scritta mentre si trovava allettata per gravi problemi di salute negli anni a cavallo tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il primo periodo post-bellico. L’Autrice riporta in questa voluminosa opera descrizioni particolareggiate di usi, costumi, paesaggi della Palestina del tempo in cui visse Gesù di Nazareth, una mole d’informazioni di ogni sorta: storiche, archeologiche, astronomiche, geografiche, meteorologiche. La ricchezza di elementi narrativi ha permesso di eseguire numerosi studi sui suoi scritti poiché l’Autrice afferma che non si tratta di fantasia, ma che ha annotato tutto ciò che osservava “in visione”. Quanto affermato da Maria Valtorta non dovrebbe essere possibile in termini esclusivamente razionali poiché in base alle nostre conoscenze scientifiche non è possibile avere “visioni” di avvenimenti passati che, nel caso spe- cifico in questione, sarebbero risalenti a duemila anni fa, quando Gesù di Nazareth percorreva le vie della Palestina. Ma dall’analisi dettagliata delle informazioni calendariali esplicite ed implicite, quali riferimenti alle fasi lunari, co- stellazioni, pianeti visibili nel cielo notturno mentre si svol- gono le vicende narrate, verificabili con il sussidio dell’A- stronomia, si constata che ogni avvenimento descritto sot- tende un ben preciso riferimento cronologico - giorno, mese e anno - senza che esso sia stato riportato esplicitamente dall’Autrice. Ad esempio, da queste analisi si deduce che la crocifissione di Gesù sarebbe avvenuta il venerdì 23 aprile 34, che coincide con una delle possibili date della sua morte deducibili astronomicamente. Maria Valtorta ha annotato anche i giorni di pioggia e ciò ha permesso una verifica sta- tistica con i dati meteorologici odierni della Palestina, sotto la duplice ipotesi che si tratti di osservazioni meteorologi- che casuali e che non ci siano stati significativi cambiamenti nel regime delle piogge nella regione. Il confronto statistico tra i giorni piovosi descritti nell’opera, annuali e persino mensili, e quelli forniti dal Servizio Meteorologico Israelia- no mostra che essi sono sovrapponibili. I risultati ottenuti

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SCIENZE E RICERCHE • N. 44 • GENNAIO 2017 | SCIENZE ASTRONOMICHE E METEOROLOGICHE

sono sorprendenti e inaspettati e non trovano un’immediata spiegazione dal punto di vista scientifico.

1. Un’opera letteraria inaudita

L’Evangelo come mi è stato rivelato è l’opera letteraria principale di Maria Valtorta (1897-1961). Scritta su comuni quaderni, di getto, mentre si trovava allettata per gravi proble-mi di salute, negli anni a cavallo tra la fine

della Seconda Guerra Mondiale e il primo periodo post-bel-lico, l’opera, che indicheremo con EMV, consiste in una det-tagliatissima vita di Gesù di Nazareth. Per dare un’idea della sua estensione si consideri che il romanzo più lungo scritto sinora, Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, con-sta di 9.609.000 caratteri1, mentre L’EMV, pubblicato dal Centro Editoriale Valtortiano (CEV) in dieci volumi, consta di circa 10.800.000 caratteri.

L’Autrice mentre descrive le vicende dei tanti personaggi che animano le vicende della sua vita narrate nei Vangeli, annota paesaggi, costumi, usanze, personaggi dell’epoca, strade, città, fiumi, laghi, colline, vallate, vegetazione, col-tivazioni, clima, il cielo con i suoi astri. La ricchezza di ele-menti narrativi presenti nell’opera ha permesso di eseguire su di essa numerosi studi poiché l’Autrice afferma che non si tratta del frutto della sua fantasia, ma che ha annotato tutto ciò che osservava poiché era come se fosse presente nella Palestina di duemila anni fa, là dove si svolgevano le vicende narrate nei Vangeli.

Nei suoi scritti, ad esempio, sono presenti tanti elemen-ti narrativi che veicolano informazioni cronologiche come, giorni di riposo cultuale, riferimenti alle principali festività giudaiche, giorni di mercato, stagioni dell’anno, mesi riferi-ti sia al calendario luni-solare ebraico sia a quello giuliano

1 Guinness World Records: http://www.guinnessworldrecords.com/world-records/longest-novel (sito web visitato il 12 dicembre 2016).

Finzione letteraria o antiche osservazioni astronomiche e meteorologiche nell’opera di Maria Valtorta? EMILIO MATRICCIANI1 E LIBERATO DE CARO2

1 Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB), Politecnico di Milano

2 Istituto di Cristallografia, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IC-CNR), Bari

L’Evangelo come mi è stato rivelato è l’opera letteraria principale di Maria Valtorta (1897-1961), scritta mentre si trovava allettata per gravi problemi di salute negli anni a cavallo tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il primo periodo post-bellico. L’Autrice riporta in questa voluminosa opera descrizioni particolareggiate di usi, costumi, paesaggi della Palestina del tempo in cui visse Gesù di Nazareth, una mole d’informazioni di ogni sorta: storiche, archeologiche, astronomiche, geografiche, meteorologiche. La ricchezza di elementi narrativi ha permesso di eseguire numerosi studi sui suoi scritti poiché l’Autrice afferma che non si tratta di fantasia, ma che ha annotato tutto ciò che osservava “in visione”. Quanto affermato da Maria Valtorta non dovrebbe essere possibile in termini esclusivamente razionali poiché in base alle nostre conoscenze scientifiche non è possibile avere “visioni” di avvenimenti passati che, nel caso spe-cifico in questione, sarebbero risalenti a duemila anni fa, quando Gesù di Nazareth percorreva le vie della Palestina. Ma dall’analisi dettagliata delle informazioni calendariali esplicite ed implicite, quali riferimenti alle fasi lunari, co-stellazioni, pianeti visibili nel cielo notturno mentre si svol-gono le vicende narrate, verificabili con il sussidio dell’A-stronomia, si constata che ogni avvenimento descritto sot-tende un ben preciso riferimento cronologico - giorno, mese e anno - senza che esso sia stato riportato esplicitamente dall’Autrice. Ad esempio, da queste analisi si deduce che la crocifissione di Gesù sarebbe avvenuta il venerdì 23 aprile 34, che coincide con una delle possibili date della sua morte deducibili astronomicamente. Maria Valtorta ha annotato anche i giorni di pioggia e ciò ha permesso una verifica sta-tistica con i dati meteorologici odierni della Palestina, sotto la duplice ipotesi che si tratti di osservazioni meteorologi-che casuali e che non ci siano stati significativi cambiamenti nel regime delle piogge nella regione. Il confronto statistico tra i giorni piovosi descritti nell’opera, annuali e persino mensili, e quelli forniti dal Servizio Meteorologico Israelia-no mostra che essi sono sovrapponibili. I risultati ottenuti

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a stabilire una data abbastanza preci-sa attraverso un complesso calcolo matematico e ciò esclude che l’Au-trice fosse consape-vole del dato crono-logico sotteso. Sap-piamo, per certo, che Maria Valtorta non aveva compe-tenze astronomiche e che non era mai stata in Palestina. Per giunta, durante la Seconda Guerra Mondiale non esi-stevano programmi automatici di cal-colo astronomico. Né, tanto meno, per la scienza sarebbe possibile recupe-rare informazioni cronologiche detta-gliate appartenenti a un passato remo-to. Pertanto, sem-brerebbe del tutto ovvio aspettarsi che l’incrocio di tante informazioni calendariali e astro-

nomiche presenti nella lunghissima narrazione della vita di Gesù effettuata da Maria Valtorta dovrebbe portare a tante contraddizioni cronologiche. Dagli anni ‘90 è stata proprio la verifica di questo aspetto della questione ad essere al centro degli studi scientifici sull’opera valtortiana3,4,5,6 e lo è anche per il presente articolo. La dettagliata analisi degli scritti valtortiani condotta negli ultimi anni ha dimostrato, sorpren-dentemente, che ogni avvenimento narrato sottende una ben precisa data. In questo studio, inoltre, l’opera valtortiana sarà analizzata per la prima volta anche per quanto concerne il vaglio di un’altra scienza: la meteorologia. Partiremo con il fornire un breve esempio inedito degli studi sull’opera val-tortiana basati sull’analisi astronomica e cronologica dei dati

3 Jean Aulagnier, Avec Jésus au jour le jour, Éditions Résiac, Montûrs (1994).4 Lonnie L. Van Zandt (1994), https://engineering.purdue.edu/~zak/Van_Zandt.pdf (sito web visitato l’1 settembre 2016).5 Jean-François Lavère, L’énigme Valtorta, Une une vie de Jésus ro-mancée, Tome I (2012) et II (2014), Les Editions Rassemblement A Son Image.6 Liberato De Caro, I cieli raccontano. Indagine sulla vita di Gesù nell’o-pera di Maria Valtorta attraverso l’Astronomia, Vol. I (2014) e II (2015), Centro Editoriale Valtortiano, Isola del Liri (Fr).

in vigore duemila anni fa nell’Impero Romano. Nessuna data, però, è ripor-tata esplicitamente rispetto al calen-dario giuliano, se si eccettua un solo caso (cfr. EMV 461.162) sebbene, anche in questo, non sia indicato l’anno. Troviamo, inoltre, tanti rife-rimenti all’aspetto della Luna nel cie-lo notturno (fasi lunari), a pianeti, costellazioni, alle condizioni meteo-rologiche, tutti ele-menti narrativi ac-curati e dettagliati che arricchiscono gli avvenimenti della vita di Gesù descritti, tanto da sembrare di avere a disposizione dati reali, come se fos-sero stati annotati da un attento os-servatore presente sulla scena. Il det-taglio dei riferimenti astronomici e meteorologici presenti nell’opera valtortiana è tale da renderli sottoponibili alla ve-rifica di un’indagine scientifica.

Infatti, in linea di principio, due sono le ipotesi possibili sull’opera di Maria Valtorta. La prima, la più ovvia, è che sia i dati calendariali sia quelli sottoponibili a un’analisi astro-nomica siano il frutto della sua fantasia. In tal caso, ogni loro analisi porterebbe all’impossibilità di ricostruire un quadro cronologico coerente. La seconda è che si tratti di dati che sottendono una ben determinata cronologia e, pertanto, at-traverso la loro analisi, sarebbe possibile associare a ogni avvenimento narrato date precise riferite al calendario giu-liano. Quest’ultimo risultato, a sua volta, implicherebbe la necessità di dover dare una risposta a quale possa essere stata l’origine di tale informazione cronologica poiché non si può certo ricondurre alle conoscenze, alle competenze e alla con-sapevolezza dell’Autrice. Un dato astronomico, infatti, porta

2 «Maestro, Giovanni è morto il sesto giorno avanti le none di giugno secondo i romani, quasi alla neomenia di tamuz secondo gli ebrei». Nella citazione dei passi dell’EMV il primo numero indica il capitolo, il secondo la suddivisione del capitolo, entrambi stabiliti dal curatore dell’opera.

Abstract

The Gospel As Revealed to Me (L’Evangelo come mi è stato rivelato) is the main literary work by Maria Valtorta (1897-1961), written while she was bedridden for serious health problems in the years between the end of World War II and the first years after the war. In her voluminous work she reports detailed descriptions of uses, customs, landscape of Palestine at the time of Jesus of Nazareth, a large quantity of information of every kind: historical, archaeological, astronomical, geographical, meteorolog-ical. The richness of narrative elements has allowed pursuing many stud-ies on her literary work because she states that it is not due to her imagi-nation, but that she has written down everything she watched “in vision”. This should not be possible based only on logical reasoning because, as far as we know, it is not possible to have visions on past events which, in this case, would refer to 2000 years ago when Jesus walked the roads of Palestine. However, by a detailed analysis of explicit and implicit calen-dar information, such as reference to lunar phases, constellations, planets visible in the night sky while she tells what is happening, verifiable with the Astronomy, it is ascertained that every event described implies a pre-cise chronological reference – day, month, year – without being explicitly reported. For example, from this analysis it is inferred that the crucifix-ion should have occurred on Friday 23rd of April in the year 34, which coincides with one of the dates of crucifixion deducible with the help of Astronomy. Maria Valtorta has recorded also the days with rain and this allows a statistical test with the current meteorological data of Palestine, under the hypothesis of random observations and no important changes regarding rainfall daily frequency in Palestine. The annual or monthly av-erage frequencies of rainy days deduced from the data available from the Israel Meteorological Service and the similar frequencies deduced from the analysis of the Maria Valtorta’s work agree very well. These results are surprising and unexpected, and no scientific explanation seems to be immediate.

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Nisan del calendario luni-solare ebraico, vigilia di pasqua, è stato un venerdì, perché riferendosi a essa si parla di pa-rasceve (ossia di vigilia) (cfr. EMV 372-375), e si afferma che la pasqua è caduta in giorno di sabato (cfr. EMV 378.3). Anche la vigilia (14 di Nisan) di pasqua della crocifissione è posta dall’Autrice a un venerdì, in accordo con la cronologia degli avvenimenti della morte di Gesù descritta nel Vangelo secondo Giovanni. Infine, la penultima pasqua pubblica di Gesù è posta in aprile, senza indicare il giorno della settima-na (cfr. EMV 195.3). Come verificheremo, questi semplici dati sono estremamente vincolanti nel fissare le possibili date del calendario giuliano associabili a tali festività ebraiche.

Per comprendere questo punto è necessario considerare che il calendario ebraico è luni-solare, con 12 mesi lunari per una durata dell’anno di 354 giorni, circa 11 giorni in meno rispetto all’anno solare. Per questo motivo gli anni del calen-dario ebraico sono costituiti da 12 o da 13 mesi lunari, que-sti ultimi detti anni embolismali. Infatti, all’incirca ogni tre anni è necessario aggiungere un mese lunare per riallineare il calendario con le stagioni, dando luogo agli anni embo-lismali. Il calendario ebraico moderno ha già prefissato gli anni costituiti da 13 mesi, ma nel I secolo non era così, e gli anni con 13 mesi erano ufficialmente proclamati dal Sine-drio soltanto quando necessario. L’equinozio di primavera, che segna astronomicamente la fine dell’inverno, di solito era una condizione sufficiente per garantire una crescita ade-guata degli agnelli da immolare per la Pasqua e la presenza delle prime spighe di grano mature da offrire durante la li-turgia degli Azzimi del 16 di Nisan, data la bassa latitudine della regione e il conseguente clima mite. Quando ciò non succedeva, a causa di un inverno troppo rigido, anche se era già passata la data dell’equinozio di primavera, nell’anno che terminava era inserito un tredicesimo mese, per far slittare di circa trenta giorni l’inizio di quello nuovo.11 Non sappiamo quali siano stati gli anni embolismali del I secolo poiché non ci sono pervenuti documenti storici al riguardo, ma l’Astro-nomia permette di determinare quali potrebbero essere stati gli anni embolismali di quel periodo storico.

L’inizio dei mesi lunari nella versione moderna del calen-dario luni-solare, che astronomicamente hanno una durata di circa 29,5 giorni, è oggi predeterminato secondo regole ben definite. Duemila anni fa, invece, essi iniziavano dopo l’osservazione diretta della prima luna crescente al tramonto del sole, dopo la congiunzione della Luna con il Sole (luna nuova). Osservando a occhio nudo il cielo non sempre è pos-sibile, però, verificare che si sia nella fase di luna crescente già nel primo giorno dopo la congiunzione e, di conseguen-za, alcuni mesi erano di 29 giorni, altri di 30, mai di 31 o di 28, per convenzione. Dal punto di vista pratico l’esperienza mostra che in un’osservazione del cielo a occhio nudo, se la frazione del disco lunare illuminato dal sole, visto dalla Ter-ra, è inferiore al 2%, diventa molto difficile vedere la Luna nel crepuscolo del tramonto, causando spesso un conseguen-te slittamento di 1 giorno dell’inizio del mese lunare. Anche

11 F. La Greca e L. De Caro, ibid.

in essa presenti, rimandando il lettore alla bibliografia citata per eventuali approfondimenti. Sottoporremo, poi, l’EMV all’analisi meteorologica.

2. Dalle osservazioni astronomiche contenute nell’EMV la data della crocifissione di Gesù: Newton aveva ragione?

Il calendario ebraico è luni-solare e anche dopo migliaia di anni può essere ricostruito grazie al sussidio dell’Astro-nomia, data la periodicità del moto della Luna intorno alla Terra e di questa intorno al Sole. Isaac Newton è stato il pri-mo che ha ricostruito con il metodo moderno, con calcoli astronomici, la data della crocifissione di Gesù, da lui posta al venerdì 23 aprile dell’anno 34 (il 14 del mese di Nisan, vigilia di pasqua del calendario luni-solare ebraico), in un lavoro pubblicato postumo nel 17337. Gli studi più recenti confermano la possibile storicità di questa data8 e, sorpren-dentemente, anche i dati contenuti nell’EMV, sottoponibili a un’indagine astronomico-calendariale, portano a questa da-tazione della crocifissione.9

Infatti, dall’analisi dettagliata delle informazioni calenda-riali esplicite – ad esempio, riferimenti ai giorni di riposo cultuale (sabato), secondo la tradizione ebraica – ed implici-te – riferimenti alle fasi lunari, costellazioni, pianeti visibili nel cielo notturno mentre si svolgono le vicende narrate –, contenute nell’EMV, è emerso, inaspettatamente, un quadro cronologico coerente. Ad ogni avvenimento narrato è possi-bile associare una precisa data, determinata dall’incrocio di tanti elementi narrativi veicolanti stretti vincoli cronologici. Questo risultato implica che le informazioni astronomiche e calendariali riportate nell’EMV non possono essere frutto della fantasia dell’Autrice. È al di fuori degli scopi del pre-sente articolo rispondere alla questione di come sia possibile questo e verificare nei dettagli come si ricostruisca il quadro cronologico suddetto. Per questo ultimo aspetto si rimanda alla bibliografia precedentemente citata.10 Per dare un’idea di quanto vincolanti siano le informazioni calendariali ripor-tate da Maria Valtorta, sebbene in tutti i suoi scritti non sia mai precisata alcuna data in termini di giorno, mese e anno, in quest’articolo dimostreremo attraverso un’analisi inedita come sia possibile determinare univocamente la datazio-ne della crocifissione di Gesù dalle informazioni riportate nell’EMV.

Nella narrazione valtortiana della vita di Gesù si afferma esplicitamente che l’anno prima della sua morte, il 14 di

7 I. Newton, Of the Times of the Birth and Passion of Christ, «Obser-vations upon the Prophecies of Daniel and the Apocalypse of St. John», London 1733; Un estratto dell’articolo originale di Newton riguardante proprio la datazione della crocifissione si trova in J. P. Pratt, Newton’s Date for the Crucifixion, «Quarterly Journal of the Royal Astronomical Society» 32 (1991) 301–304. La conclusione di Newton è questa: «Thus all the characters of the Passion agree to the year 34; and that is the only year to which they all agree».8 F. La Greca e L. De Caro, Nuovi studi sulla datazione della croci-fissione nell’anno 34 e della nascita di Gesù il 25 dicembre dell’1 a.C., “Annales Theologici”, in corso di pubblicazione (2017).9 L. De Caro, ibid.10 L. De Caro, ibid.

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dai più importanti studi di Astronomia sull’argomento.13 I risultati dell’analisi astronomica sono riassunti nella Tabella 1 nella quale sono riportati in grigio i giorni che cadono di sabato e, graficamente, le fasi lunari. Dalla Tabella 1 emerge chiaramente che soltanto negli anni 33 e 34 si sarebbero po-tute avere due pasque ebraiche cadute di sabato, evidenziate da due caselle grigie nella stessa riga, entrambe nel mese di aprile, nell’ipotesi che il 34 sia stato embolismale e che il mese di Nisan sia iniziato con 1 giorno di ritardo. Sotto tale ipotesi anche 3 anni prima, il 31, sarebbe stato embolismale.

Il giorno della vigilia di pasqua, quindi, negli anni 33 e 34 è stato un venerdì, il 3 aprile per il 33, il 23 aprile per il 34. È possibile verificare che non esistono altre possibilità e che pur forzando tutte le pasque a cadere in aprile anche per gli anni 26-28, non si succedono mai due vigilie pasquali di ve-nerdì, così come sarebbe potuto accadere negli anni 33 e 34.

Si consideri che, in base a quanto appena discusso, non era affatto scontato che esistesse una soluzione che soddisfa-cesse tutti i vincoli imposti al problema dai dati calendariali contenuti nell’EMV. Anzi, tutto l’opposto, poiché ci sono tanti altri elementi narrativi negli scritti di Maria Valtorta che contengono vincoli calendariali e astronomici, che non discutiamo per brevità, che concordano con tale ricostruzio-ne cronologica. Ritenere che il tutto possa essere frutto del caso è fuori discussione. Per un approfondimento in merito rimandiamo agli studi citati.14

Il risultato sintetizzato in Tabella 1 è emblematico per ri-assumere quanto sistematicamente emerge dall’analisi astro-nomico-calendariale dell’EMV: l’unicità della ricostruzione cronologica associabile agli avvenimenti narrati. In questo articolo, per motivi di brevità, abbiamo soffermato la nostra attenzione soltanto sulla datazione della crocifissione, mo-strando che questa data debba essere necessariamente quella del venerdì 23 aprile dell’anno 34. Ma ogni altra data asso-ciabile agli avvenimenti narrati e, in ultima analisi, ai tanti avvenimenti della vita di Gesù narrati nei Vangeli canonici, dall’analisi astronomica e calendariale dell’EMV trova un’u-nivoca determinazione. Si noti, inoltre, che la datazione della crocifissione proposta da I. Newton, quella del 23 aprile 34, che emerge anche dall’EMV, raramente è presa in conside-razione dagli storici, che di solito pongono la crocifissione al 7 aprile del 30 o al 3 aprile del 33. Non possiamo, perciò, nemmeno ipotizzare che Maria Valtorta sia stata in qualche modo influenzata da quanto conosceva al riguardo, o che

13 J. K. Fotheringham, The evidence of astronomy and technical chronol-ogy for the date of the crucifixion, “Journal of the Theological Studies”, 35 (1934), pp. 146-162; B. E. Schafer, Lunar visibility and the crucifix-ion, “Quaterly Journal of the Royal Astronomical Society”, 31 (1990), pp. 53-67; J. Finegan, Handbook of Biblical Chronology, Principles of time reckoning in the ancient world and problems of chronology in the Bible, Peabody 1998, p. 363; C. J. Humphreys, W. G. Waddington, The jewish calendar, a lunar eclipse and the date of Christ’s crucifixion, “Tyndale Bulletine”, 43 (1992), p. 336; H. K. Bond, Dating the death of Jesus: mem-ory and the religious imagination, “New Testament Studies”, 59 (2013), pp. 461-475.14 L. De Caro, ibid.

condizioni atmosferiche sfavorevoli potevano ritardare l’ini-zio dei mesi lunari di 1 giorno, visto che la sottile “virgola” di luna crescente era visibile nel cielo solo per circa un’ora dopo il tramonto del sole.

Con un software di calcolo astronomico12 è oggi possibile determinare con sufficiente accuratezza l’ora del sorgere e tramontare della Luna, la percentuale del suo disco illumi-nato dal Sole, così come era visibile da Gerusalemme due-mila anni fa. In tal modo è possibile avanzare delle ipotesi attendibili su quando i mesi lunari, verosimilmente, abbiano avuto inizio rispetto al calendario giuliano e determinare, ad esempio, le date delle principali feste di pellegrinaggio ebrai-che, come la Pasqua e i Tabernacoli, rispetto al calendario giuliano in uso nel I secolo d.C. in gran parte dell’Impero Romano. L’inizio di tali festività cadeva al tramonto del sole del 14 del mese lunare, quando iniziava il giorno 15, entro un giorno circa dall’effettivo plenilunio.

Fatte queste premesse generali si noti che il verificarsi due volte di seguito che la vigilia della pasqua ebraica cada nel-lo stesso giorno della settimana, come emerge dagli scritti valtortiani, rappresenta un forte vincolo calendariale. Infatti, poiché un mese lunare è di circa 29,5 giorni, 12 mesi lunari sono pari a circa 354 giorni, a meno di qualche ora di scarto. Ma 354 non è multiplo intero di 7; dà resto 4. Conseguente-mente da questa semplice considerazione si deduce che dopo 1 anno di 12 mesi lunari non è possibile che la pasqua ebraica cada nello stesso giorno della settimana di quella dell’anno precedente, avendosi un resto di 4 giorni, oltre un numero intero di settimane. Tredici mesi lunari, invece, sono pari a 384 giorni, a meno di qualche ora di scarto. Anche 384 non è divisibile per 7 poiché dà resto 1. Lo scarto, però, è pari soltanto a 1 giorno. Pertanto, nell’ipotesi di un ritardo di 1 giorno nell’inizio del mese lunare di Nisan, cosa possibile per la flessibilità con cui nel I secolo erano proclamati gli inizi dei mesi lunari, come precedentemente ricordato, nel caso di anno embolismale è possibile che la pasqua cada nel-lo stesso giorno della settimana in cui era caduta l’anno pre-cedente. Un semplice calcolo matematico, quindi, dimostra che solo se le due precedenti condizioni sono entrambe veri-ficate (anno embolismale e ritardo di un giorno del mese di Nisan), è possibile avere due pasque consecutive dell’antico calendario luni-solare ebraico che cadono nello stesso giorno della settimana.

Una rapida occhiata alle possibili datazioni della pasqua, considerate più probabili dagli storici, negli anni in cui Pon-zio Pilato si trovava in Palestina (26-36 d.C.), permette di verificare che soltanto negli anni 33 e 34 il 14 del mese di Nisan (vigilia di pasqua) sia potuto cadere due volte di se-guito in un venerdì del mese di aprile, secondo quando indi-cato da Maria Valtorta, nelle ipotesi di anno embolismale e di ritardo di 1 giorno nello stabilire l’inizio del mese di Nisan per l’anno 34. Non ci sono altre possibilità, come si deduce

12 Nei nostri studi abbiamo usato Skychart, sviluppato da Patrick Cheval-ley, sito web http://www.ap-i.net/skychart/

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una forte correlazione con la datazione della crocifissione, il venerdì 23 aprile 34, che emerge dall’analisi astronomica della sua opera. Si consideri che prima dell’anno 1943 il ve-nerdì santo è caduto il 23 aprile soltanto nel 1886. E dal 1943 ad oggi non è mai più capitato che il venerdì santo sia caduto il 23 aprile. La prossima volta sarà nel 2038. La coincidenza per caso, dunque, si può senza dubbio escludere e, dal punto di vista razionale, tutto quanto rimane senza un’immediata spiegazione.

avesse letto lo scritto di Newton. D’altra parte, come già os-servato, nessuna data è esplicitamente riportata nell’EMV. È solo grazie a una complessa e rigorosa analisi astronomica e calendariale degli elementi narrativi presenti nei suoi scritti che è possibile determinare una precisa cronologia di ogni avvenimento della vita di Gesù da lei raccontato. Per di più quelle che Maria Valtorta indica come locuzioni e visioni mi-stiche, che avrebbero portato alla stesura dell’EMV, sarebbe-ro iniziate il venerdì santo del 23 aprile del 1943. Troviamo

Giorni di Nisan Fase lunare 29 30 31 E 32 33 34 E

1 5 apr 25 mar 13 apr 1 apr 21 mar 10 apr

2 6 apr 26 mar 14 apr 2 apr 22 mar 11 apr

3 5 apr 27 mar 15 apr 3 apr 23 mar 12 apr

4 8 apr 28 mar 16 apr 4 apr 24 mar 13 apr

5 9 apr 29 mar 17 apr 5 apr 25 mar 14 apr

6 10 apr 30 mar 18 apr 6 apr 26 mar 15 apr

7 11 apr 31 mar 19 apr 7 apr 27 mar 16 apr

8 12 apr 1 apr 20 apr 8 apr 28 mar 17 apr

9 13 apr 2 apr 21 apr 9 apr 29 mar 18 apr

10 14 apr 3 apr 22 apr 10 apr 30 mar 19 apr

11 15 apr 4 apr 23 apr 11 apr 31 mar 20 apr

12 16 apr 5 apr 24 apr 12 apr 1 apr 21 apr

13 17 apr 6 apr 25 apr 13 apr 2 apr 22 apr

14 18 apr 7 apr 26 apr 14 apr 3 apr 23 apr

15 Pasqua 19 apr 8 apr 27 apr 15 apr 4 apr 24 apr

16 20 apr 9 apr 28 apr 16 apr 5 apr 25 apr

17 21 apr 10 apr 29 apr 17 apr 6 apr 26 apr

18 22 apr 11 apr 30 apr 18 apr 7 apr 27 apr

19 23 apr 12 apr 1 mag 19 apr 8 apr 28 apr

20 24 apr 13 apr 2 mag 20 apr 9 apr 29 apr

21 25 apr 14 apr 3 mag 21 apr 10 apr 30 apr

22 26 apr 15 apr 4 mag 22 apr 11 apr 1 mag

23 27 apr 16 apr 5 mag 23 apr 12 apr 2 mag

24 28 apr 17 apr 6 mag 24 apr 13 apr 3 mag

25 29 apr 18 apr 7 mag 25 apr 14 apr 4 mag

26 30 apr 19apr 8 mag 26 apr 15 apr 5 mag

27 1 mag 20 apr 9 mag 27 apr 16 apr 6 mag

28 2 mag 21 apr 10 mag 28 apr 17 apr 7 mag

29 3 mag 22 apr 11 mag 29 apr 18 apr 8 mag

30 4 mag 23 apr 19 apr

Tabella 1: Ricostruzione dei giorni del mese di Nisan per gli anni 29-34 secondo il calendario giuliano. I giorni di sabato sono indicati dalle caselle grigie. La “E” indica gli anni embolismali, di 13 mesi.

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gi che lo determinano (mare Mediterraneo a ovest e deserto a est e a sud), l’analisi statistica dei giorni piovosi forniti dall’IMS può essere confrontata con quanto Maria Valtorta ha scritto al riguardo.

L’Autrice non è mai stata in Palestina e l’esperienza perso-nale che aveva della frequenza delle precipitazioni era tipica dell’Italia del centro-nord, ben diversa da quella che caratte-rizza un clima semi-desertico. Per dare un’idea delle grandi differenze è utile osservare che, ad esempio, ad Alamogordo (latitudine 32,5°, simile alle località della Palestina), in New Mexico (USA), con un clima pure semi-desertico e piogge concentrate in un periodo dell’anno (in estate e in autunno in questa località mentre in Palestina sono concentrate in au-tunno e in inverno), dal 1951 al 2000, in 50 anni, ci sono stati 2657 giorni piovosi, ossia una media annua di 53,1 gior-ni di pioggia. Per confronto, a Milano, dal 1858 al 2000, in 143 anni, ci sono stati 15635 giorni piovosi, cioè 109,3 per anno16, una frequenza media doppia, tipica delle località in cui può piovere in ogni mese dell’anno.

Per verificare la verosimiglianza dei dati presenti nell’EMV è stato necessario ricercare nell’opera tutti i riferimenti ai giorni di pioggia riguardanti il periodo della vita pubblica di Gesù. La ricostruzione astronomica delle date associabili agli avvenimenti narrati da Maria Valtorta ha poi permesso di stimare quanti giorni della vita pubblica, sul totale di tre anni e alcuni mesi, siano stati effettivamente descritti nell’o-pera. Ha permesso, inoltre, di stabilire se i riferimenti alla pioggia riguardassero lo stesso giorno, oppure più giorni contigui, o giorni separati tra loro da intervalli senza precipi-tazioni. Una prima parte dell’analisi è riassunta nella Tabella 2, che riporta il numero di giorni descritti e i giorni di pioggia suddivisi per stagione, per i singoli anni di vita pubblica di Gesù, mentre la Tabella 3 riporta il nome delle località, mo-strate nella mappa di Figura 1, le coordinate geografiche e le date alle quali sono associati i giorni di pioggia. Queste ul-time sono state dedotte negli studi precedentemente citati.17

16 E. Matricciani, A mathematical theory of de-integration long-time in-tegrated rainfall statistics. Part II: from 1 day to 1 minute, International Journal of Satellite Communications and Networking, 31 (2013), p. 77-102.17 L. De Caro, ibid.

3. Giorni di pioggia descritti nell’EMV e loro datazione secondo la ricostruzione basata sull’Astronomia

L’Astronomia non è l’unica scienza alla quale si può sotto-porre l’analisi dell’EMV. Maria Valtorta, infatti, ha annotato nei suoi scritti anche i giorni di pioggia e ciò suggerisce una verifica statistica con i dati meteorologici odierni della Pa-lestina. Il confronto statistico riferito a presunte condizioni meteorologiche tanto distanti nel tempo non può essere così puntuale come l’analisi calendariale-astronomica appena di-scussa ma, ciò nonostante, esso è di sicuro interesse.

La frequenza delle precipitazioni dipende dal clima locale di ogni regione della Terra. La Palestina si situa in un’area geografica di transizione tra una regione di clima temperato e una di clima arido. La parte meridionale e le aree orientali sono caratterizzate da un clima arido mentre il resto è carat-terizzato da un clima mediterraneo. Una delle caratteristiche fondamentali di questo tipo di clima è la grande variabilità nella quantità di precipitazione da anno in anno e tra aree diverse. L’estate è molto calda, raramente piove, l’inverno è fresco e piovoso, con piogge da ottobre a maggio circa, tanto che il Servizio Meteorologico Israeliano, indicato in seguito con IMS (Israel Meteorological Service), dà15 i dati statistici della precipitazione (pioggia, neve) di lungo termine riferiti al così detto anno di pioggia, da agosto a luglio.

In altre parole il clima della Palestina è mediterraneo lun-go la costa e semi-desertico, con pioggia scarsa e poco fre-quente, nella depressione del fiume Giordano e nel Deserto di Giuda, più abbondante e frequente man mano che ci si sposta verso il Mar Mediterraneo e verso Nord. Oggi i ser-vizi meteorologici di molti paesi, come l’IMS, mettono a di-sposizione estese banche dati delle precipitazioni nelle loro aree geografiche, che permettono di calcolare, tra l’altro, la frequenza media annuale dei giorni di pioggia al variare del-la latitudine e longitudine di una località, dati che possono essere confrontati con quanto riportato nell’EMV. Poiché il clima della Palestina è rimasto quasi invariato negli ultimi duemila anni perché non sono cambiati i vincoli climatolo-

15 Central Bureau of Statistics, http://www.cbs.gov.il/reader/shnaton/shnatone_new.htm

EMVI anno

6 gen 317 gen 32

II anno9 gen 3227 dic 32

III anno28 dic 3217 dic 33

Mesi finali18 dic 3323 apr 34

Totale6 gen 3123 apr 34

Giorni descritti 75 su 366

15+30+20+10115 su 354

35+25+25+30150 su 354

35+35+35+4540 su 126

20+0+10+10380 su 1204

105+90+90+95

Giorni di pioggia9 su 75

0+1+7+116 su 1153+3+9+1

22 su 1503+2+7+10

5 su 404+0+0+1

52 su 38010+6+23+13

Tabella 2: Numero dei giorni di pioggia descritti negli anni di vita pubblica di Gesù dedotti dall’analisi astronomica dell’EMV. In ogni cella le quattro cifre si riferiscono, nell’ordine, alla primavera, estate, autunno, inverno, con inizio delle stagioni agli equinozi e ai solstizi.

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Figura 1: Località della Palestina visitate da Gesù in giorni di pioggia secondo l’EMV.

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Tabella 3: Giorni di pioggia, località (latitudine, longitudine) secondo l’EMV negli anni della vita pubblica di Gesù, suddivisi per

anno.

I anno (6 gen 31-7 gen 32)1, Nazaret (32.73, 35.27);18 2, Esdrelon (32.71, 35.13); 19 1, Meron (32.99, 35.54);20 1, Acqua Speciosa (31.97, 35.73);21

3, Acqua Speciosa (31.97, 35.73); 22 1, Acqua Speciosa (31.97, 35.73).23

II anno (9 gen 32-27 dic 32)1, Betsaida (32.88, 35.28);24 1, Ippo (32.78, 35.66);25 1, Sichem (32.23, 35.26);26 1, Gerusalemme (31.78, 35.22);27

1, Cafarnao (32.88, 35.58); 28 1, Cana-Nazaret (32.75, 35.59; 32.73, 35.27);29 1, Gennesaret (32.85, 35.52);30 4+1, Arbela (32.55, 35.85);31 1, Meron (32.99, 35.54);32 3, Magdala (32.84, 35.50).33

III anno (28 dic 32-17 dic 33)2+1, Nazaret e Jiftael (32.73, 35.27; 32.83, 35.39);34 1, Tolemaide (32.82, 35.09);35 1, circa latitudine di Cipro;36 1, Aczib

(33.09, 35.11);37 2, Pella-Jabes Gaalad (32.45, 35.61);38 2, Pella-Jabes Gaalad (32.45, 35.61);39 1, nei pressi del Guado

18 “La giornata è burrascosa, prossima ad un temporale” (EMV 92): giovedì 2/08/31; “Gesù esce nell’orto, che appare tutto lavato dal temporale della sera avanti … la recente pioggia che ha deterso l’aria. Pietro dice: «É venerdì... Maestro, domani è sabato...»” (EMV 93): venerdì 3/08/31.19 “Un giorno seminuvoloso di fine autunno. Vi deve essere stata della pioggia nella notte … Verso sera, ecco un carro militare romano che li raggiunge. … I due soldati fermano; dalla tenda tirata sul carro, poiché comincia a piovere” (EMV 109): 4-5/10/31. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Kyriat Tivon.20 “Piove, Maestro. Che facciamo?” (EMV 110): venerdì 12/10/31. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Hatzor.21 “La voce di Gesù rimbomba nello stanzone pieno di folla, perché piove” (EMV 120): terza decade di novembre; “Vai a cercare il Maestro. E’ nel bosco sul fiume” (EMV 121): se Gesù è nel bosco non piove; non siamo, quindi, nello stesso giorno del cap. 120; “le piogge cadute i giorni avanti” (EMV 122): il riferimento è al cap. 120. In realtà, si tratta di un sol giorno di pioggia sebbene Maria Valtorta faccia genericamente riferimento ai “giorni avanti”; “Giovanni che viene dai prati” (EMV 122): stanno all’aperto; quindi non piove. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Niran.22 “Aia allagata dalla pioggia … pioggia che infittisce” (EMV 123): terza decade di novembre; “La giornata è talmente orrida che non c’è nessun pellegrino. Piove a rovesci” (EMV 124): giorno di pioggia, diverso dal precedente; “La giornata meno tremenda, per quanto ancora piovosa, permette alla gente di venire dal Maestro” (EMV 125): terzo giorno di pioggia consecutivo.23 “la giornata è piovosa” (EMV 137): domenica 6/01/32.24 “Il temporale di giorni or sono ci ha fatto sostare di poche ore” (EMV 180): 10-12/03/32.25 “Vedo che il cielo si incupisce e il sole si nasconde dietro dei nuvoloni temporaleschi … La tempesta si fa sempre più brutta” (EMV 185): 23-24/03/32; “il recente temporale” (EMV 186): si riferisce all’EMV 185.26 “Un acquazzone nella notte ha messo un poco di fango nelle vie” (EMV 193): mercoledì 2/04/32; “Ma deve avere molto piovuto” (EMV 193): fa riferimento alla pioggia della notte.27 “Il cielo è a pioggia” (195): venerdì 4/4/32.28 “Egli ci ha salvato anche dalla pioggia … la pioggia, i tuoni e i lampi … sotto un temporale … grandine prossima” (EMV 238): venerdì 11/07/32; “pioggia persistente … grandine” (EMV 239): dalla narrazione si evince che è sempre lo stesso giorno del cap. 238.29 “Tanto la recente burrasca le ha lavate e la rugiada le mantiene” (EMV 244): 17-18/07/32.30 “Stia mettendo insieme una burrasca” (EMV 274): 15/09/32. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Ginosar.31 “Viva l’acqua! Ha servito anche a tenerti nella mia casa cinque giorni” (EMV 296): martedì 11/11/32; “arrivo ad Aera sotto la pioggia; è tre giorni che viene verso questo luogo, con le bestie sotto l’acqua” (EMV 296): sera del mercoledì 12/11/32; Pietro sapeva che Gesù sarebbe rimasto ad Arbela per il riposo sabbatico a prescindere dalla pioggia. Per la pioggia la partenza di Gesù viene rimandata dalla domenica al martedì, per essere al mercoledì sera ad Aera. I giorni di pioggia, quindi, sono la domenica, il lunedì, il martedì e il mercoledì, poiché l’arrivo ad Aera avviene sempre sotto la pioggia. Non possiamo dire che il sabato piovesse, poiché questo giorno non è descritto nella narrazione. Perciò i giorni di pioggia consecutivi sono stati almeno 4. Si può ragionevolmente ipotizzare 4 giorni consecutivi più 1 separato dai 4 da 1 giorno senza precipitazioni. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Irbid.32 “Rivedo il lago di Meron in un fosco giorno di acqua … Fango e nuvole” (EMV 298): domenica 16/11/32.33 “Acqua, acqua, acqua …” (EMV 302): 28/11/32; “cercando il sole tiepido succeduto a giorni di burrasca” (EMV 305): 5/12/32; Maria Valtorta parla di più giorni di pioggia; dalla narrazione, però, non si può dire quanti siano stati con precisione. Si può assumere che si abbiano avuti almeno tre giorni consecutivi di pioggia, visto che Maria Valtorta parla di un “sole tiepido succeduto a giorni di burrasca”.34 “È una piovosa mattina di inverno” (EMV 312): 28/12/32; (EMV 313): 29/12/32; “Nazaret è buia e dormente sotto l’acqua gelida della notte d’inverno” (EMV 314): 29/12/32; “Deve aver piovuto tutta la notte. Ma con l’alba è succeduto un vento asciutto che ha respinto le nubi verso sud, oltre i colli di Nazaret. Perciò un timido sole invernale osa affacciarsi” (EMV 315): 30/12/32; “perseguitati da un tempo piovoso e freddo” (EMV 316): 31/12/32. Nel cap. 315 si fa riferimento a una giornata fredda ma senza pioggia. Perciò potrebbero essere stati 2 giorni consecutivi di pioggia più uno separato dai due precedenti per un giorno senza pioggia (cfr. EMV 315). La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Iblin.35 “La pioggia si infittisce” (EMV 318): 1/1/33.36 “Inferno che è il mare, fischia per tutto commento e mugola” (EMV 320): 3/1/33; “Ma che tempesta!” (EMV 322): lunedì 5/1/33, si riferisce alla tempesta del cap. 320. Non considerato nella media perché non fa parte della Palestina.37 “Le ultime grandinate hanno bruciato a strisce la campagna” (EMV 332): 25/1/33. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Rosh Hanikra.38 “Per essere a Pella prima della pioggia” (EMV 357): 15/03/33 a Gadara; “cadono le prime gocce di pioggia … via bagnata di pioggia” (EMV 358): 16/03/33 a Pella; “olmo scivoloso di pioggia” (EMV 359): 17/03/33 a Jabes Gaalad.39 “Per essere a Pella prima della pioggia” (EMV 357): 15/03/33 a Gadara; “cadono le prime gocce di pioggia … via bagnata di pioggia” (EMV 358): 16/03/33 a Pella; “olmo scivoloso di pioggia” (EMV 359): 17/03/33 a Jabes Gaalad.

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Dall’analisi emerge che dei 1204 giorni di vita pubblica di Gesù (dal 6 gennaio 31 al 23 aprile 34) soltanto 380 cir-ca sono stati effettivamente descritti da Maria Valtorta e, di questi, 52 sono stati annotati come giorni di pioggia. Dall’os-servazione astronomica si evince che i 380 giorni descrit-ti nell’EMV si distribuiscono nei mesi dell’anno secondo quanto riportato nella Tabella 4. Questi ultimi dati devono considerarsi suscettibili di piccole variazioni, di qualche giorno, dovute a possibili indeterminazioni nella ricostruzio-ne cronologica per i giorni che cadono al passaggio da un mese all’altro.

Se si esclude il dato corrispondente alla località costiera di latitudine circa uguale a quella di Cipro, non appartenente alla Palestina, si ricava una frequenza annua di 51x365/380=49 giorni di pioggia. Per quanto annotato prima riguardo ad Ala-mogordo, 49 giorni piovosi all’anno è un dato compatibile con un clima in cui le piogge siano concentrate in due stagio-ni contigue dell’anno, come avviene anche per la Palestina.

Le osservazioni riportate nell’EMV sono evidentemente

dovute a ragioni indipendenti dal verificarsi di eventi me-teorologici e, di conseguenza, è corretto ipotizzare che il numero di giorni piovosi (51 giorni) rapportato al periodo di osservazione (380 giorni) sia un dato attendibile per la Palestina, così come altre informazioni ricavate in seguito, e possa essere confrontato con il medesimo dato statistico ricavato dalla banca dati dell’IMS, ipotizzando che non ci siano stati significativi cambiamenti nel regime delle piogge in quell’area geografica, data la permanenza dei fattori che ne determinano il clima, ossia il mare Mediterraneo a ovest e il deserto a est e a sud.

4. Un quadro meteorologico statisticamente coerente con i dati odierni della Palestina

Come osservato, in Palestina i giorni piovosi sono concen-trati soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Relativamente al periodo 1990-2015 e per 184 località distribuite in tutta la Palestina, quasi tutte osservate per 26 anni, la Figura 2

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

21 32 43 62 33 18 37 19 26 30 35 24

Tabella 4: Distribuzione mensile dei 380 giorni descritti nell’EMV.

del Giordano (31.84, 35.55);40 1, Guado del Giordano (31.84, 35.55);41 3, Esdrelon (32.71, 35.13);42 1, Tiberiade (32.78, 35.53);43 1, Cafarnao;44 2, Nazaret-Engannim (32.73, 35.27; 32.46, 35.30);45 1, Nobe;46 1, Betania oltre Giordano; 47 1, Bet Horon (31.88, 35.40);48 2, Nobe.49

Mesi finali1, Gofena (31.96, 35.22);50 1, Doco (31.86, 35.46);51 2, Betania (31.78, 35.22);52 1, Gerusalemme (31.78, 35.22).53

40 “Insistere di pioggia … piovasco violento” (EMV 360): 19/03/33.41 “Brevi piovaschi” (EMV 361): 22/03/33. 42 “Il temporale incombe … acquazzone” (EMV 428): giovedì 18/06/33; “deve aver continuato a piovere per tutto il dì avanti … lo scroscio dura” (EMV 429): 19/06/33; “rami ancora gocciolanti come per un temporale” (EMV 430): 20/06/33; i giorni di pioggia consecutivi dovrebbero essere 3 perché se i rami erano ancora gocciolanti vuol dire che aveva smesso di piovere da poco.43 “I primi tuoni e lampi solcanti il cielo livido … Entrano, fra il primo scroscio d’acqua” (EMV 445): 2/9/33.44 “Prima che piova” (EMV 458): 11/09/33; “senza curarsi del temporale” (EMV 459): 11/09/33; “avevamo navigato in un mare in tempesta” (EMV 460): 12/09/33; si riferisce al giorno precedente; “acquazzone della sera avanti” (EMV 461): 12/09/33; si riferisce al giorno precedente.45 “Breve pioggia, caduta certo da poco” (EMV 478): 24/9/33, vicino Nazaret; “oggi pioverà” (EMV 480): venerdì 25/9/33; “non vedete come è bagnato e stanco?” (EMV 481): venerdì 25/9/33 a Engannim; in totale 2 giorni di pioggia consecutivi. Per la seconda località la latitudine e la longi-tudine considerate sono quelle della città di Jenin.46 “Una vera tromba d’aria sotto un cielo pauroso” (EMV 489): 4/10/33. Per Nobe la latitudine e la longitudine considerate sono quelle di Geru-salemme.47 “La stagione è brutta, piove, c’è fango” (EMV 504): 27/10/33.48 “Perché ha piovuto” (EMV 514): 6/11/33.49 “Dopo un sabato e due giorni di tempo piovoso” (EMV 530): 22-23/11/33.50 “Al suono del vento si unisce quello della pioggia” (EMV 561): inverno. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Jifna.51 “Deve esser scesa nella notte una breve pioggia” (EMV 576): primavera del 34. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle della città di Gerico.52 “Non è molta la pioggia” (EMV 581): giovedì 15/04/34; “forse a sesta tornerà la pioggia” (EMV 582): venerdì 16/04/34; “accendere di luce le gocce della pioggia” (EMV 583): venerdì 16/04/34. La latitudine e la longitudine considerate sono quelle di Gerusalemme.53 “Questo giorno temporalesco” (EMV 608): venerdì 23/04/34.

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mostra la durata del periodo piovoso annuo in funzione della longitudine (Figura 2a) e della latitudine (Figura 2b), così calcolata: si determina prima l’intervallo di tempo continuo tra l’ulti-mo giorno piovoso di primavera e il pri-mo giorno piovoso d’autunno, e questo valore è sottratto alla durata dell’anno, determinando così la durata del periodo piovoso annuo. Nella Figura 2 sono in-dicate esplicitamente, per riferimento, le medie di alcune località e la retta di regressione che mostra l’andamento al variare della latitudine o della longitu-dine. Si può notare che per quasi metà dell’anno non piove mai o raramente e, anche se non mostrato esplicitamente, sempre nel periodo che va da maggio a ottobre. Solo in pochissime località può piovere due o tre giorni in estate.

La Figura 3 mostra la media annua dei giorni piovosi, in funzione della lon-gitudine (a) e della latitudine (b) per le località citate. Le croci rosse corrispon-dono al valore ricavato dall’EMV (49), quelle nere al valore medio di 159 loca-lità con latitudine maggiore di 31,5°, la latitudine minima delle località per cui l’EMV indica giorni di pioggia (Figura 1), pari a 50,6 giorni. È evidente che sia i valori medi, sia i valori a ±1 devia-zione standard della latitudine e longi-tudine delle località descritte nei giorni piovosi, sorprendentemente, coincido-no. Sono indicate esplicitamente, per riferimento, le medie di alcune località e la retta di regressione che mostra l’an-damento al variare della latitudine, e i due limiti a ±1 deviazione standard. È possibile notare un accordo inaspettato anche da questa analisi più dettagliata. Le località indicate dall’EMV hanno una distribuzione in longitudine un po’

34.4 34.6 34.8 35 35.2 35.4 35.6

140

150

160

170

180

190

200

210

220

230

240Periodo piovoso

Longitudine (° )

Med

ia a

nnua

(gio

rni) G

T

K

M

N

T

HU

30 30.5 31 31.5 32 32.5 33

140

150

160

170

180

190

200

210

220

230

240Periodo piovoso

Latitudine (° )

Med

ia a

nnua

(gio

rni)

N

M

K

T

HU

G

Figura 2: Media annua del periodo piovoso relativo a 184 località della Palestina al variare della longitudine (a) e della latitudine (b), dal 1990 al 2015.1 Sono esplicitamente indicati i valori di Gerusalemme (G, rosso), Tel Aviv (T, nero), Haifa Università (HU, verde), Nazareth (N, magenta), Malkiya (M, nero), Kalya (K, nero). È mostrata anche la retta si regressione tra la media annua e la longitudine (a) o la latitudine (b).

1 Fonte dei dati: elaborazione ottenuta dai dati scaricabili liberamente da https://ims.data.gov.il/ims/7, (IMS).

(b)

(a)

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più spostata ad Est rispetto ai dati ripor-tati dall’IMS perché, oltre alle località della Palestina, nei viaggi di evange-lizzazione descritti nell’EMV sono indicate anche molte località a Est del Giordano (Figura 1), oggi appartenenti alla Giordania e non presenti nella ban-ca dati dell’IMS.

Un altro dato interessante per le ap-plicazioni è il numero di coppie di gior-ni piovosi, come stabilito dalla teoria matematica della de-integrazione della quantità d’acqua raccolta ogni giorno54, che è in grado di fornire, tra l’altro, la statistica della quantità d’acqua cadu-ta ogni minuto (in pratica, istantanea). La teoria ha bisogno di pochissimi dati d’ingresso misurati localmente, e tra questi il numero di giorni piovosi e il numero delle coppie di giorni piovosi. I giorni piovosi sono quelli direttamen-te registrati dai servizi meteorologici (come l’IMS), mentre il numero di coppie di giorni piovosi si determina considerando sequenze disgiunte di due giorni alla volta, e dichiarandole piovose se piove in uno dei due giorni o in entrambi. Dal punto di vista me-teorologico, se si trasforma il tempo in distanza mediante la velocità (costante) di traslazione orizzontale delle pertur-bazioni, si ha un’idea approssimativa della loro estensione. Il numero di cop-pie piovose è dunque un altro dato tipi-co, come il numero di giorni piovosi, di una certa area geografica, e dà un’idea dell’estensione su vasta scala delle per-turbazioni e del loro succedersi. Le due variabili aleatorie sono tra loro abba-stanza correlate.

54 E. Matricciani, ibid.

Figura 3: Media annua dei giorni piovosi relativi a 184 località della Palestina al variare della longitudine (a) e della latitudine (b) dal 1990 al 20151. Le croci in rosso riportano il valore ricavato dall’EMV (49) per i valori di longitudine (o latitudine) media e per i valori a ±1 deviazione standard, ricavati dalla Tabella 3. Le croci in nero riportano gli stessi dati ricavati per 159 località con latitudine maggiore o uguale a 31,5° (latitudine minima relativa alle località descritte nella Tabella 3), media pari a 50,6. Sono esplicitamente indicati i valori di Gerusalemme (G, rosso), Tel Aviv (T, nero), Haifa Università (HU, verde), Nazaret (N, magenta), Malkiya (M, nero), Kalya (K, nero). È mostrata anche la retta si regressione tra l’indice medio e la longitudine, o la latitudine, e i limiti a ±1 deviazione standard.

1 Fonte dei dati: elaborazione ottenuta dai dati scaricabili liberamente da https://ims.data.gov.il/ims/7, (IMS).

(b)

(a)

34.4 34.6 34.8 35 35.2 35.4 35.610

20

30

40

50

60

70

Giorni piovosi

Longitudine (° )

Med

ia a

nnua EMV

IMS

GN

K

M

T

HU

30 30.5 31 31.5 32 32.5 3310

20

30

40

50

60

70

Giorni piovosi

Latitudine (° )

Med

ia a

nnua

HU

T

M

K

NG

EMVIMS

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La Figura 4 riporta la media annua del numero di coppie di giorni piovo-si relativo alle già citate 184 località della Palestina in funzione della lon-gitudine (Figura 4a) e della latitudine (Figura 4b). La stima delle coppie pio-vose deducibili dall’EMV, in base alla cronologia ricostruita nella Tabella 3, dà 41 coppie e, se si esclude sempre il dato relativo a Cipro per confronta-re i dati ricavati dall’EMV con quelli ricavabili dall’IMS, in un anno si tro-vano 40x365/380=38,4 coppie piovo-se, in accordo con il valore derivabile dall’IMS per le 159 località di latitudi-ne >31,5°, ossia 36 coppie. Ancora una volta è possibile notare, dalla Figura 4, una sorprendente correlazione tra i dati medi e a ±1 deviazione standard della latitudine e longitudine deducibili dall’EMV, e quelli ricavabili dall’IMS per 159 località con latitudini maggiori di 31,5°.

5. Distribuzione mensile dei giorni piovosi

Osserviamo ora i dati meteorologici con dettaglio temporale più fine. La Fi-gura 5 mostra per ogni mese dell’anno il valore medio e i valori a ±1 devia-zione standard per le 184 località della Palestina già esaminate. Si noti che il ciclo annuale è ripetuto per mostrare la continuità della funzione tra dicembre e gennaio. La figura conferma l’anda-mento fortemente stagionale delle pre-cipitazioni.

Da questi dati dell’IMS possiamo calcolare il valore medio e la deviazio-ne standard mensili previsti per i gior-ni mensili descritti nell’EMV, tenendo conto che sono stati descritti soltanto i

Figura 4: Media annua delle coppie di giorni piovosi relative a 184 località in Palestina al variare della longitudine (a) e della latitudine (b) dal 1990 al 20151. Le croci in rosso riportano il valore 38,4 ricavato dall’EMV per i valori di longitudine (o latitudine) media e per i valori a una deviazione standard della latitudine o longitudine, ricavati dalla Tabella 3. Le croci in nero riportano gli stessi dati ricavati per le 159 località con latitudine maggiore o uguale a 31,5° (latitudine minima relativa alle località descritte nella Tabella 3), media pari a 36,0. Sono esplicitamente indicati i valori di Gerusalemme (G, rosso), Tel Aviv (T, nero), Haifa Università (HU, verde), Nazaret (N, magenta), Malkiya (M, nero), Kalya (K, nero). È mostrata anche la retta di regressione tra l’indice medio e la longitudine, o la latitudine, e i limiti a ±1 deviazione standard.

1 Fonte dei dati: elaborazione ottenuta dai dati scaricabili liberamente da https://ims.data.gov.il/ims/7, (IMS).

(b)

(a)

34.4 34.6 34.8 35 35.2 35.4 35.6

10

15

20

25

30

35

40

45

50Coppie piovose

Longitudine (° )

Med

ia a

nnua

EMVIMS

GN

K

M

T

HU

30 30.5 31 31.5 32 32.5 33

10

15

20

25

30

35

40

45

50Coppie piovose

Latitudine (° )

Med

ia a

nnua

HU

T

M

G

NIMS

EMV

K

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anno (ipotesi fisicamente accettabile), il valore medio men-sile μi può essere considerato come una variabile aleatoria con valore medio dato dalla eq. (1) e deviazione standard55 data da:

3/26ii s=� (3)

Se ora consideriamo il valore medio a +1 deviazione stan-dard σi , otteniamo:

(4)

E un valore totale di giorni piovosi annui dato da:

(5)

un valore molto vicino a quello di lungo termine 47,8 per le 184 località (oppure 50,6 per le 159 località di latitudine >31.5°, Figura 3). In altre parole, i dati sperimentali indicano che il valore dato dalla combinazione della eq. (4) e della eq. (5) sia una stima più precisa del valore medio mensile dei giorni piovosi per un periodo di 3 anni osservati casualmente soltanto per 380 giorni come riportato nella Tabella 4, rispet-to al periodo di lungo termine (26 anni).

55 Chiamato N il numero di osservazioni tra loro scorrelate, la devia-zione standard della variabile aleatori “valore medio” è proporzionale a

, di conseguenza al variare di N da 26 a 3 essa si scala come indicato nella eq. (3). Si consulti un manuale di statistica, o E. Matricciani, Lezioni di probabilità e processi aleatori, Progetto Leonardo, Esculapio, Bologna, 2a ed., 2011.

giorni totali della Tabella 4 e che questi dati parziali si rife-riscono a circa 3 anni, da agosto a luglio di ogni anno, es-sendo il primo giorno di pioggia nell’EMV il 3 agosto 31, a Nazareth, e l’ultimo il 23 aprile 34 a Gerusalemme, come deducibile dalla Tabella 3, e che, dopo aprile, i giorni piovosi sono estremamente rari (Figura 5).

Siano mi e si il valore medio e la deviazione standard, ri-spettivamente, dei giorni piovosi del mese i - esimo dell’an-no, i = 1,2,...12, secondo l’IMS (Figura 5); δi i giorni descritti per il mese i - esimo secondo l’EMV (Tabella 4), di i giorni di ciascun mese (31 per i = 1 , etc.). Il valore medio di giorni piovosi di ciascun mese si può scalare, dai dati graficati nella Figura 5, in rapporto ai giorni mensili osservati nell’EMV, trovando così il valore medio relativo a 380 giorni osservati secondo la Tabella 4:

ii

ii m

d3�

=� (1)

Ad esempio, per i = 1, il fattore che moltiplica m1 è pari a 21/(3 x 31). Il valore annuale di giorni piovosi è quindi dato da:

2,1712

1

=�= �=i

iG

(2)

Il valore totale (eq. (2)) è minore del valore medio di lungo termine, ossia 47,8 per tutte le 184 località, o 50,6 per le 159 località di latitudine >31,5°, perché, ovviamente, il numero parziale di giorni mensili osservati in 3 anni nell’EMV (δi) è minore del numero di giorni mensili totali osservabili in 3 anni (3 di). D’altra parte, passando da 26 a 3 anni, e suppo-nendo osservazioni scorrelate di mese in mese e di anno in

2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 240

5

10

Giorni piovosi mensili Palestina

Gio

rni

m+s

m-s

m

2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 240

0.5

1

1.5

2

2.5

Mese

Dev

. sta

ndar

d (g

)

Figura 5: Figura superiore (a): valore medio e valori a ±1 deviazione standard dei giorni piovosi mensili relativi a 184 località in Palestina, da gennaio (1) a dicembre (12). Figura inferiore (b): deviazione standard (in giorni). Si noti che il ciclo annuale è ripetuto per mostrare la continuità delle funzioni tra dicembre e gennaio.

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vocato da molti fattori, sia climatici (ciclici) sia dovuti all’uo-mo (guerre, distruzioni, abbandono delle coltivazioni)56. Ne-gli ultimi decenni sul Mediterraneo c’è stata una tendenza generale a una riduzione della quantità d’acqua precipitata e, nel contempo, ad un aumento dei suoi valori di picco (massi-mi), con inverni più rigidi ed estati più torride. Nel Mediter-raneo orientale si sono avute tendenze contrastanti negli anni 1951-199057. Un’eccezione, infatti, alla tendenza generale è l’area geografica che include il Negev e la parte centro-meridionale della Palestina, dove c’è stato un aumento della quantità d’acqua totale precipitata, sembra a causa di un uso diverso del suolo (coltivazioni agricole) 58.

Nel nostro studio abbiamo confrontato con i dati degli ul-timi decenni il numero di giorni piovosi, l’unica grandezza meteorologica ricavabile dall’EMV, ipotizzando che questa variabile aleatoria non sia cambiata drasticamente negli ul-timi 2000 anni.

A sostegno di questa ipotesi la Figura 7 mostra l’anda-mento del numero di giorni piovosi (pannello superiore) e la quantità d’acqua (pannello inferiore) accumulata nel mese di Marzo, nella città di Gerusalemme, dal 1960 al 2014 (55 anni). Le curve in rosso sono state ottenute filtrando le serie temporali originali con un filtro che elimina le componenti sinusoidali di periodo inferiore a 7 anni, per ridurre le flut-tuazioni di breve periodo. La Figura 8 mostra il diagramma di dispersione tra le due grandezze, la cui correlazione è 0,57 per i dati non filtrati e 0,30 per i dati filtrati. Questi ultimi, non avendo più le fluttuazioni rapide, sono più adatti ad evi-

56 Hellsworth Huntington, The Climate of Ancient Palestine, Bulletin of American Geographical Society, (1908) XL, parte I p.513-522, parte II p. 577-586, parte III p. 641-652. Anche se del 1908, l’articolo riporta uno studio ancora attuale e importante. 57 P. Abert, I. Osetinsky, B. Ziv, H. Shafir, Semi-Objective classification for daily synoptic systems: Application to the Eastern Mediterranean Climate Change, International Journal on Climatology (2004), 24, p. 1001-1011. 58 P. Abert, S.O. Krichak, D. Haim, H. Shafir, , I. Osetinsky, Climatic trends to extremes employing regional modeling and statisticalinterpretation over the E. Mediterranean, Global and Planetary Change (2008), 63, p. 163-170.

Si noti che se si scala direttamente il valore dato dall’eq. (2) a 3 anni si ottiene circa lo stesso valore dato dalla eq. (5), ossia 17,2 x 3 x 365/380 = 49,6.

Applichiamo lo ragionamento ai giorni piovosi dell’EMV. Si trova:

(6)

(7)

Il valore medio a ±1 deviazione standard σi è dato da:

(8)

Per cui il numero di giorni totali in 380 giorni è stimato in:

(9)

un valore praticamente identico a quello dell’IMS (51,2). Da esso si ottiene un valore medio annuo pari a 51,6 x 365/380 = 49,6 praticamente identico al numero di giorni piovosi annui (49) descritti nell’EMV. Se si scala direttamente l’eq. (7) a 3 anni si trova 17,3 x 3 x 365/380 = 51,0 a conferma dell’eq. (9).

In altre parole, la stima del numero totale di giorni piovosi a partire dai giorni mensili sembra molto robusta per cui si può ritenere che la distribuzione mensile dei giorni piovosi secondo l’EMV sia attendibile. La Figura 6 mostra sinottica-mente tutti questi risultati.

In conclusione, anche quest’analisi fine indica che la di-stribuzione mensile dei giorni piovosi non può essere frutto dell’inventiva dell’Autrice.

6. In 2000 anni è cambiato il clima della Palestina?

La Palestina di oggi sembra sia più arida e meno piovosa di quella di 2000 anni fa. Il cambiamento sembra sia stato pro-

Figura 6: Valore medio mensile dei giorni piovosi osservati in circa 26 anni per 184 località della Palestina (curva IMS, nero), e in 3 anni per soli 380 giorni in accordo alla Tabella 4 in base ai dati IMS (curva IMS EMV, verde), equazione (4). La curva EMV (rosso) mostra il numero di giorni mensili ricavati dall’EMV, equazione (8). Si noti che il ciclo annuale è ripetuto per mostrare la continuità delle funzioni tra dicembre e gennaio.

2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 240

5

10

Giorni piovosi mensili EMV

Mese

Gio

rni

EMV IMS EMV

IMS

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Figura 7. Numero di giorni piovosi (figura superiore) e quantità d’acqua totale precipitata (figura inferiore), espressa in cm di altezza per m2 di superficie, in Gerusalemme nel mese di Marzo, dal 1960 al 2014 (55 anni)1. Le curve in rosso sono state ottenute filtrando le serie temporali (blu) con un filtro alla Butterworth che elimina le componenti sinusoidali di periodo inferiore a 7 anni.

1 Fonte dei dati: elaborazione ottenuta dai dati scaricabili liberamente da https://ims.data.gov.il/ims/7, (IMS).

Figura 8. Diagramma di dispersione tra il numero di giorni piovosi (ascissa) e la quantità d’acqua totale precipitata (ordinata), espressa in cm di altezza per m2 di superficie, in Gerusalemme nel mese di Marzo, dal 1960 al 2014 (55 anni). Il coefficiente di correlazione è 0,57.

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teorologici odierni della Palestina. Quello che è emerso, an-cora una volta, è sorprendente e inatteso perché coerente con i dati odierni. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad accurati dati concernenti fenomeni realmente accaduti durante la vita di Gesù, annotati da un attento osservatore di quell’epoca, da un testimone oculare.

Si apre, naturalmente, la questione, irrisolta da un punto di vista esclusivamente razionale, di come sia possibile tut-to ciò, poiché quanto annotato da Maria Valtorta non può essere riconducibile in alcun modo alla sua fantasia o alle sue competenze astronomiche e meteorologiche. Infatti, se da una parte l’analisi scientifica condotta ha permesso di porre in evidenza tutti i risultati sorprendenti ed inaspetta-ti descritti nel presente studio, dall’altra, però, quest’analisi e le nostre conoscenze scientifiche non possono fornire una spiegazione immediata di come ciò sia stato possibile.

Ringraziamenti

Desideriamo ringraziare il Servizio meteorologico isra-eliano per aver messo a disposizione i dati meteorologici grezzi, e il collega Carlo Riva, del Politecnico di Milano, per averci fornito una preziosa consulenza per i programmi di analisi dati.

denziare il legame di lungo termine. Come si può notare non esiste una correlazione elevata tra le due grandezze, fatto ancora più evidente nelle grandezze filtrate. In altre parole, sono possibili mesi con lo stesso numero di giorni piovosi ma con quantità d’acqua molto diversa. Questo risultato con-ferma che il numero di giorni piovosi sia una variabile alea-toria molto stabile nel tempo, tale da permettere il confronto con quanto deducibile dall’analisi dell’EMV.

7. Conclusione

La ricchezza di elementi narrativi presenti nell’Evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta (EMV) ha per-messo di eseguire su di esso studi astronomici e meteorolo-gici, atti a verificare il più possibile quanto l’Autrice afferma. Dall’analisi è emerso un risultato sorprendente ed inaspetta-to: ciò che Maria Valtorta narra sembra non sia frutto della sua fantasia. Infatti, grazie a una complessa e rigorosa analisi astronomica degli elementi narrativi presenti nei suoi scritti è stato possibile determinare una precisa cronologia di ogni avvenimento della vita di Gesù da lei raccontato e, in parti-colare, essa ha condotto a datarne la crocifissione al 23 aprile 34, un dato già proposto da I. Newton.

Maria Valtorta ha annotato anche la presenza di pioggia e ciò ha suggerito una verifica statistica diretta con i dati me-