Finco 2007 La Durata Delle Vocali Friulane Risultati Di Unindagine Fonetica

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    Biblioteca di studi linguistici e filologici

    7

    LADINE LOQUI

    IV COLLOQUIUM RETOROMANISTICH

    an Denkl ai 26 e 27 di Avost dal

    2 5

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    p r cure

    i

    a cura

    i

    berausgegeben

    von

    Societ Filologica Friulana

    Biblioteca di studi linguistici e filologici

    diretta

    da

    Federico Vicario

    Giorgio De Leidi, Isuffissi nel friulano, l984

    Rienzo Pellegrini (a cura di),

    Un Canzoniere riulano delprimo Cinquecento,

    1985

    Federico Vicario (a cura di), Carte riulane del Quattrocento dal/'archiviodi San

    Cristoforo di Udine,2001

    Rosanna Benacchio, dialetti sloveni del Frinli tra peri>&

    e

    contatto, 2002

    Elwys De Stefani, Cognomi della Camia, 2003

    Daniela Piccini, Lessico latino medievale in Friuli, 2006

    Federico Vicario (a cura di). Ladine loqui.

    V

    Colloquium retoromanistich, 2007

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    ranco inco

    LA DURATA DELLE VOCALI FRIULANE:

    RISULTATI DI UN IND AG INE FO NE TICA

    Questo contributo intende presentare i risultati di un indagine acustica

    sulla durata dei fonemi vocalici di quattro variet friulane, tenendo conto

    dei fattori di variabilit che possono condizionare l organizzazione tempo-

    rale dell enunciato. I quattro centri abitati in cui sono state condotte le in-

    chieste e le registrazioni audio sono tutti compresi nella provincia di Udi-

    ne: San Daniele del Friuli, Tarcento, Preone e Pradumbli (frazione del co-

    mune di Prato Carnico). Le prime due sono localit collinari dove si parla-

    no variet friulane di tipo centrale (Francescato 1966: 327-329,338; Frau

    1984: 104- 105; Frau 2004) e costituiscono i vertici settentrionali dell area

    presa a riferimento della lingua standard (Vanelli l998a: 14). Le altre due

    localit indagate si trovano in Carnia: Preone situato nell alta valle del

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    ca generale del luogo d i residenza; confronto con la situazione linguistica

    del passato o di altre comunit vicine; opinioni sul dialetto e sull'opportu-

    nit di mantenerlo e trasmetterlo alle generazioni future, sul suo insegna-

    mento scolastico, ecc.

    Le

    conversazioni sono state registrate mediante au-

    dioregistratore digitale DAT.

    La seconda parte del rilevamento

    consistita nell'intervista direttiva, ba-

    sata su un questionario fonetico redatto in italiano, dove si chiedeva la tra-

    duzione di semplici frasi nella variet friulana locale. Tale fase dell'intervi-

    sta stata effettuata in almeno due (pi spesso tre o quattro) sessioni di re-

    gistrazione, poich si trattava della parte pi affaticante e monotona per gli

    intervistati. La somministrazione completa in ununi ca sessione del lungo

    questionario fonetico avrebbe potuto indisporre l'informante e condizio-

    nare i dati registrati.

    Il questionario fonetico stato compilato scegliendo un corpus di les-

    semi a cui sono state aggiunte alcune parole nonsense contenenti i segmen-

    ti, i contesti e le condizioni prosodiche ricercati1. Gli items sono stati inse-

    riti all'interno di frasi-cornice, sempre

    di

    tipo dichiarativo, con la funzio-

    ne di soggetto (coincidente con il tema). Tutto ci per ottenere costante-

    mente un'intonazione di tipo conclusivo ed evitare enfatizzazioni prosodi-

    che sugli items (con durata, intensit e alterate). Inoltre le frasi sono sta-

    te spesso congegnate per elicitare anche elementi funzionali (articoli, con-

    giunzioni, preposizioni, pronomi clitici, ecc.).

    La registrazione audio delle risposte al questionario fonetico awenu-

    ta direttamente su computer portatile Apple iBook G4, munito di sche-

    da audio M-Audio FireWire 1814 Multichannel, collegato a un microfo-

    no direzionale Behringer ECM 8000. La digitalizzazione del segnale audio

    (in formato AIFF) stata effettuata con una frequenza di campionamen-

    to (sampling rate) di 44.100 Hz e una risoluzione a 24 bit. Le tracce sono-

    re sono state esaminate con il software di analisi spettroacustica Praat (ver-

    sione 4.4.03) di Paul Boersma e David Weenink.

    Nel calcolo della durata media si adottato il criterio di Chauvenet per

    individuare (ed eventualmente rigettare) i dati outliers, dei quali si per

    tenuto conto nel valutare variabili condizionanti quali la frequenza d'uso,

    a durata

    delle

    vocali friulan e

    121

    l'allungamento pragmatico, ecc.'. Accanto alla durata media (espressa in

    ms) viene indicata anche la deviazione standard

    o).

    er confrontare ade-

    guatamente i diversi valori durazionali si tenga conto che la soglia di per-

    cettibilit nella differenza di durata compresa tra i 10 e i 40 ms (Leniste

    1970: 13), a seconda delle condizioni acustiche ambientali. I dati presen-

    tati nel testo, qualora non indicato diversamente, s'intendono riferiti alla

    media di tut te e quatt ro le localit indagate.

    In sede tonica il vocalismo del friulano centrale conosce 4 gradi d'aper-

    tura: aperto /a/, medio-aperto

    C 131

    medio-chiuso /e/ /o/, chiuso /i/ /u/;

    le opposizioni tra segmenti medio-aperti e medio-chiusi hanno in realt uno

    scarso rendimento funzionale. In sede atona invece i gradi di apertura so-

    no 3, poich vi un solo grado medio le/ lo/ con realizzazione intermedia.

    Inoltre in sillaba tonica finale presente l'opposizione fonologica quanti -

    tativa tra vocali lunghe e brevi /V:/ /V/: es. b d t 'bru:t/ brodo brut

    /'bru t/ brutto , m l /'mi:l/ miele md /'mil/ mille , k t /'la:t/ andato

    lat /'lat/ latte . Il sistema vocalico del friulano centrale dunque costi-

    tuito da due serie di fonemi (7 brevi e 7 lunghi) in sede tonica e da una se-

    rie di 5 fonemi in sede atona (Frau 1984: 18-19).

    Le vocali fonologicamente unghe (indicate con accento circonflesso nel-

    la grafia friulana) occorrono in sillaba tonica finale, e precisamente: a) in

    sillaba chiusa con una coda monoconsonantica, dove la consonante fina-

    le non sia n una nasale, n un'affricata postalveolare, n un'occlusiva pala-

    tale: mi t modo , n h naso , nefC'neve , andi canale , ecc.; b) in sillaba

    aperta, soprattutto negli infiniti verbali di I,

    11

    e

    IV

    coniugazione e in po-

    chi monosillabi: clama chiamare , savi sapere , durmf dormire ,j lei ,

    mi mia?, tr i tre , vui oggi , chi quella , n6 noi , tb tua?, $6 suaX, ecc.;

    C) in dittongo discendente, dove la tonica lunga seguita da /-i/ desinenza

    plurale dei nomi maschili uscenti in laterale: pa i /pa:$ pali (sing.

    pal ,

    i

    l&ja:i/ gialli (sing.

    o,

    ecc.; d) in sillaba chiusa con coda biconsonanti-

    ca, costituita da occlusiva o fricativa piatta e dal morfema plurale sigmatico

    /+SI:Zhcs /'lu:k+s/ luoghi , untics /anltiik+s/ antichi , ecc. Va inoltre det-

    to che in friulano attiva la regola di desonorizzazione delle ostruenti fina-

    Nella compilazione del questionario si sono seguite in particolare le indicazioni di La

    defoged (2003: 1-12).

    Sul criterio di Chauvenet e la sua applicazione si veda la pagina Web

    ISHTAR

    dell'uni-

    versit di Bologna

    .

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    li, che risulta correlata all'allungamento fonologico delle vocali toniche in

    sillaba finale (cfr. Vanelli l998b e BaroniIVanelli 1999).

    Dai dati raccolti nelle quattro localit indagate si ricava che

    il

    rapporto tra

    la durata media delle vocali f~nolo~icamenterevi e quella delle vocali fonolo-

    gicamente lunghe in friulano

    circa del 61 . Si pu confrontare questo da-

    to con la proporzione brevillunghe in altre lingue europee: finlandese 44,

    ,

    danese 50,5 , estone 58,1 (e 49,4 tra vocali brevi ed extralunghe), tede-

    sco (occidentale) 5 1?h serbo-croato 67,2 (Lehiste 1970: 34).

    L'organizzazione temporale del parlato

    condizionata da variabili di di-

    verso ordine e gado. Sul piano fonetico e fonotattico la durata vocalica

    influenzata dal timbro (qualit vocalica), dal contesto fonetico, dalla lun-

    ghezza della parola, dalla posizione del segmento all'interno del lessema e

    dal tipo di sillaba in cui

    inserito. Sul piano prosodico i condizionamenti

    dipendono dal grado di prominenza, dalla posizione dell'accento, dall'in-

    tonazione e dalla velocit di elocuzione. Anche fattori d'ordine sintattico,

    semantico e lessicale come la posizione del costituente, l'enfasi, la clas-

    se di appartenenza del lessema e la sua frequenza d'uso possono influire

    sulla durata segmentale.

    1 Timbro

    Per quanto riguarda la variabile del timbro (qualit vocalica), essa

    lega-

    ta alla specifica configurazione assunta dal t ratto vocale supraglottidale e

    ai

    relativi movimenti articolatori. tal riguardo i dati tratti dalle misurazioni

    effettuate sui diversi fonemi vocalici friulani si accordano con il fenomeno

    della 'durata intrinseca delle vocali', in base al quale a parit di altri fatto-

    ri l grado di chiusura delle vocali

    inversamente proporzionale alla loro

    durata (Lehiste 1970: 18-19; Maddieson 1997: 623-624)3.

    A conferma di tale generalizzazione si confrontino anche i dati presentati da Marco Ba-

    roni e Laura Vanelli relativi a tutti i fonemi vocalici, ma limitati alla sequenza vocale

    tonica occlusiva dentale (BaroniIVanelli 1999: 307-308), e i dati presentati da Ren-

    zo Miotti, limitati alle vocali fonologicarnente unghe (Miotti 2002: 69), dove per la

    durata di /u:/ risulta leggermente maggiore di quella di /o:/. Nei dati raccolti ad Arte-

    gna Trumper/Romito/Maddalon1991:345 tale generalizzazione generalmente va-

    lida, eccetto che per l anteriore chiusa /i (:)/ (breve e lunga), che presenta in tutti i casi

    una durata relativa molto alta.

    a

    dur t delle voc li friul ne

    123

    Quest'ultima

    condizionata dall'estensione del gesto articolatorio: in

    una sequenza CVC il mutamento d i posizione articolatoria, nel passaggio

    da una consonante a una vocale aperta

    e

    poi nuovamente a una consonan-

    te, comporta un movimento pi ampio e perci richiede pi tempo rispet-

    to alla sequenza con una vocale chiusa (Catford 1977: 197). Data la coe-

    renza dei risultati con tale fenomeno, in questa sede ci si limita a presenta-

    re i dati relativi al fonema vocalico /a(:)/ (breve e lungo), rinviando ad al-

    tra occasione l'esposizione dei dati riguardanti gli altri segmenti vocalici e

    le considerazioni relative.

    2

    Sintassi

    Varie indagini sperimentali hanno evidenziato

    un

    rapporto assai stretto tra

    sintassi e prosodia (cfr. CooperIPaccia Cooper 1980 e NesporIVogel 1986).

    In particolare, la struttura sintattica condiziona il timin soprattutto ai con-

    fini dei costituenti maggiori: in tale contesto oltre all'eventuale presenza di

    pause e declinazione intonativa stata infatti rilevata una tendenza verso

    l'incremento relativo della durata segmentale (Marotta 1985: 6, 108). Que-

    sto aspetto non

    stato oggetto d'indagine specifica nella presente ricerca, ma

    di tale fattore di variabilit si

    comunque tenuto conto nell'elaborazione del

    questionario onde ridurne l'incidenza. Per tale ragione nel questionario gli

    items costituiscono la testa di sintagmi nominali soggetto con un modifica-

    tore postnominale (un sintagrna aggettivale o prepo~izionale)~.

    3. Allungamentopragmatico

    livello semantico-pragmatico un fenomeno quale l'enfasi pu deter-

    minare allungamenti, spesso notevoli, nella durata segmentale dell'elemen-

    to in risalto (cfr. Magno CaldognettoIFava 1974). Poich i dati friulani so-

    no stati ricavati solo in minor parte da registrazioni di parlato spontaneo, le

    vocali interessate da allungamento pragmatico sono risultate pochissime (18

    in tutto) e dunque non si prestano ad analisi dettagliate. Si pu per dire

    in generale che esse presentano una durata fino a 4 volte superiore a quella

    Come testa sono stati usati anche infiniti e participi sostantivati.

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    delle corrispondenti vocali non soggette a tale allungamento.A parte i casi

    pi macroscopici, nell'individuazione di allungamenti enfatici si applica-

    to il criterio di Chauvenet sui dati di durata, confrontandoli con quelli re-

    lativi all'intensit e alla f Naturalmente dei casi accertati non si tenuto

    conto nel calcolo della durata media dei segmenti vocalici.

    4.Velocit d elocuzione

    La velocit d'elocuzione, ovvero il numero di sillabe o segmenti prodotti

    per unit

    di

    tempo, dipende sia dalle caratteristiche individuali che da fattori

    d'ordine pragrnatico. Essa condiziona fortemente la struttura prosodica del-

    l'enunciato, pertanto una variabile di cui tener seriamente conto negli stu-

    di sulla durata segmentale. A velocit sostenuta aumentano i fenomeni

    di

    ri-

    duzione sia timbrica che temporale e alcuni accenti lessicali perdono parzial-

    mente o totalmente la loro prominenza. Inoltre si notato che una maggiore

    velocit d'elocuzione influenza i costituenti fonologici in modo interlingui-

    sticamente differente: in alcune lingue essa si ripercuote soprattutto nella ri-

    duzione delle sillabe atone, mentre in altre l'abbreviamento colpisce propor-

    zionalmente tutte le sillabe dell'enunciato (Bertinetto l98 1 139, 171). Per

    quanto riguarda i dati friulani raccolti, il tempo elocutivo medio di ciascun

    intervistato (~e~rne ntilsecondo ,on arrotondamento al primo decimale) il

    seguente: Pradumbli 9,l; Preone 8,3 e 8,9 (due informanti); San Daniele 8,7;

    Tarcento 9,4; la media complessiva 8,9 segmentilsec (o 0,5).

    Per verificare in che modo una velocit d'elocuzione elevata incidesse sul-

    la durata segmentale, stato fatto leggere agli intervistati lo stesso identico

    testo (composto di 24 frasi e 123 parole) dapprima con un tempo elocu-

    tivo lento, poi nuovamente a velocit sostenuta. A parte gli altri fenomeni

    di riduzione (assimilazioni, lenizioni, centralizzazioni, ecc.), per quanto ri-

    guarda la durata vocalica si constatato n tutte e quattro le variet un

    abbreviamento distribuito in modo sostanzialmente proporzionato sulle sil-

    labe toniche e atone. Ad es. a Pradumbli, tra la lettura lenta (7,8 segmen-

    tilsec) e la lettura a velocit elevata (12,5 segmentilsec) si registrata una

    riduzione media di durata del 45% per le vocali toniche fonologicamente

    lunghe, del 39% per le toniche fonologicamente brevi, del 35% per le pre-

    toniche, del 34% per le postoniche e del 41% per le atone finali. Come si

    pu notare in friulano l'abbreviamento non va a incidere maggiormente sui

    a durata delle vocali riulane

    125

    segmenti atoni, ma distribuito in modo proporzionale. Tale caratteristi-

    ca si accompagna, nelle variet indagate, alla conservazione della distinti-

    vita del timbro vocalico in posizione atona (cio la mancata riduzione del-

    le vocali atone a schiva o la loro caduta); queste due caratteristiche vengo-

    no solitamente indicate come propriet fondamentali delle cosiddette lin-

    gue a isocronia sillabica' (Bertinetto 1981 170- 171).

    5

    Accento lessicale

    L'accento lessicale ripartisce le vocali in toniche e atone, ma nella realt

    acustica ci possono essere pi gradi d i prominenza a seconda di vari fatto-

    ri, sia pragmatici che ritmici. Ad esempio l'accento lessicale pu non tro-

    vare piena realizzazione nella catena parlata, se inserito in configurazioni

    aritmiche (stress C M , cc.). Nel caso di sintagmi complessi il parlante ten-

    de a produrre un unico accento di sintagma nonostante i costituenti abbia-

    no un proprio accento lessicale. In un dominio accentuale pi ampio della

    singola parola, l'accento lessicale sembra infatti essere un attributo alquan-

    to astratto, pi o meno suscettibile di essere effettivamente realizzato a se-

    conda del contesto ritmico in cui si trova inserito (Marotta 1985: 80). Tut-

    tavia la prominenza una nozione difficile da precisare, che annovera di-

    verse proposte di definizione, sebbene non vi siano dubbi sul fatto che essa

    sia veicolata da indici soprasegmentali (in primo luogo f ) . Perci nel pre-

    sente lavoro si adottato un criterio binario, limitandoci a distinguere due

    soli gradi di prominenza (atonoltonico), senza discriminare le vocali con

    accento lessicale effettivamente realizzato dalle vocali sottoposte a deaccen-

    fazione (seguendo in ci Dell Aglio/Bertinetto/Agonigi 2002: 55). Come

    ci si poteva attendere a parit d'altri fattori e vocali toniche presenta-

    no una durata ben maggiore delle corrispettive atone

    Per quanto riguarda la posizione dell'accento lessicale ail'interno del les-

    sema (o del gruppo clitico), i dati friulani indicano chiaramente che la voca-

    le tonica a parit di altre condizioni ubisce una compressione pi forte

    nei proparossitoni rispetto ai parossitoni. In sillaba tonica aperta la durata

    media di /a/ seguita da ostruente sorda (ad es. tche tacca , tcule mac-

    chia ) 170 ms (o 29) nei parossitoni e l3 5 ms (o 31) nei proparossitoni,

    seguita da ostruente sonora (ad es. spde spada , spdule spalla di maia-

    le ) 202 ms (o 28) nei parossitoni e 175 ms (o 30) nei proparossitoni. In

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    La durata delle vocali friulane

    27

    sillaba tonica la durata media di

    a

    seguita da nasale tautosillabica (ad es.

    san sano , snte santa , sntule madrina ) 170 ms (o 31) negli ossitoni,

    184 ms (o 36) nei parossitoni e 125 ms (o 34) nei proparossitoni. Su tale

    argomento si veda anche la variabile lunghezza di parola (vd. infra).

    6. Struttura sillabica

    Per quanto riguarda la variabile relativa alla struttura sillabica, i dati rac-

    colti sembrano dividere le variet centrali da quelle carniche. Come si pu

    vedere nella tabella sottostante (dati espressi in ms), nelle due variet cen-

    trali (San Daniele e Tarcento) le vocali toniche (fonologicamente brevi) in

    sillaba aperta presentano generalmente una durata maggiore rispetto a quel-

    le in sillaba chiusa (ad eccezione delle vocali seguite da r ~ t ic a ) ~ .iceversa

    nelle due variet carniche (Preone e Pradumbli) risultano generalmente pi

    lunghe le toniche in sillaba chiusa (ad eccezione delle vocali seguite da con-

    sonante nasale). Tale dato sembrerebbe indicare che nelle variet carniche

    la durata della vocale tonica non sia legata alla struttura sillabica.

    7. Frequenza d uso e classi i parole

    E

    stato notato che la bassa frequenza d'uso di un lessema costituisce un

    fattore di allungamento nella pronuncia rispetto alle parole con un maggior

    numero di occorrenze. D'altro canto altre ricerche hanno mostrato che gene-

    In questa sede si considera sillaba chiusa anche quella in cui la vocale seguita da sibi-

    lante complicata (cfr.

    Dell AglioIBertinettolAgonigi

    2002:

    54 .

    ralmente i lessemi ad alta frequenza d'uso vengono riconosciuti pi facilmen-

    te rispetto alle parole con minor numero di occorrenze, la loro 'soglia di rico-

    noscimento' (recognition tbresbokt) dunque pi bassa e perci possono esse-

    re pronunciati in modo meno accurato (van Bergem 1993: 4; ivi i riferimen-

    ti bibliografici).

    La

    frequenza d'uso quindi una variabile significativa nelle

    regole che determinano il timing segmentale, pertanto n fase di compila-

    zione del questionario e ne tenuto conto il pi possibile nella scelta degli

    items da elicitare. Purtroppo il friulano non dispone di lessici di frequenza e

    di studi sulla dispersione lessicale6,sicch nella presente ricerca non si potu-

    to valutare tale variabile se non a grosse linee e su base empirica. Ad ogni mo-

    do, applicando il criterio di Chauvenet, si sono notati alcuni casi caratterizza-

    ti da un sensibile scarto dalla media, la cui durata segmentale mostrava valo-

    ri significativamente pi alti: molti di questi casi sono costituiti da nomi pro-

    pri (antroponimi e toponimi) e lessemi verso i quali gli intervistati manifesta-

    vano minore familiarit.

    In diverse ricerche si notato anche che le parole appartenenti a una del-

    le cosiddette categorie maggiori (nomi, aggettivi, verbi) presentano general-

    mente durate segmentali superiori a quelle di parole appartenenti alle catego-

    rie minori (preposizioni, congiunzioni, ecc.) (Cooper/Paccia Cooper 1980:

    53 .

    Quindi un'altra variabile presa in considerazione nella compilazione del

    questionario riguarda la differenza di durata tra vocali atone di parole piene e

    vocali di parole funzionali (o vuote), considerate lessicalmente atone. Queste

    ultime hanno una funzione prevalentemente o esclusivamente sintattica (ar-

    ticoli, congiunzioni, preposizioni, pronomi clitici, ecc.), pertanto presentano

    solitamente un'alta frequenza di occorrenze.

    La

    soglia di riconoscimento delle

    parole funzionali dunque pi bassa e perci queste possono essere pronun-

    ciate in modo meno accurato rispetto alle parole piene. In effetti alcuni studi

    hanno dimostrato che le vocali dei monosillabi funzionali possiedono carat-

    teristiche timbriche e temporali analoghe alle vocali lessicalrnente atone del-

    L'unico lavoro sulla frequenza lessicale del fiiulano costituito daBurelliIMiculan (2002),

    che per risulta poco utilizzabile ai nostri fini poich non distingue le parole omografe,

    non lemmatizza le forme flesse ed basato su un corpus poco bilanciato di testi spoglia-

    ti, dove ai primi posti per numero di occorrenze troviamo parole caratterizzate da disper-

    sione minima: infatti nelle prime 450 posizioni compaiono parole come aleluia apuestd

    apostolo , dissepul discepolo , profete profeta , responsorikl responsoriale , salm sal-

    mo , vanzeli vangelo e nomi propri comeAbram Israel Gjerusalem Gjesz Mos.

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    le parole piene (van Bergem 1993: 22; Dell'Aglio 2003: 287-288, ivi i riferi-

    menti bibliografci). Anche i dati friulani raccolti nelle quattro localit risul-

    tano conformi a questa tendenza generale. Ad esempio la durata media di

    a

    nei monosillabi funzionali proclitici

    68 ms (o 12) a Pradumbli e 77 ms (o

    18) a Tarcento, mentre nelle parole piene la durata media di

    a

    pretonica

    ri-

    spettivamente 74 ms (o 17) a Pradumbli e 82 ms (o 22) a Tarcento.

    In questa ricerca non sono state indagate le parole funzionali polisillabiche

    (es. le preposizioni improprie) o i sintagrni fonologici caratterizzati

    da

    stress

    hp-

    se, dove l'effettivo grado di prominenza risulta condizionato

    d l

    contorno rit-

    mico (distanza interaccentuale). Tale h b i t o di indagine dovr essere svilup-

    pato congiuntamente alle ricerche sui correlati acustici dell'accento e sulla fo-

    nologia ritmica del friulano.

    8.

    unghezza

    della parola

    La

    durata di una vocale pu essere influenzata anche dalla lunghezza della

    parola in cui

    inserita. In molte lingue

    stato osservato

    il

    cosiddettopolysylh-

    bic sbortening efect, vale a dire l'abbreviamento progressivo della vocale tonica

    in funzione proporzionale al numero di sillabe che compongono la parola. In

    tali lingue le parole possiedono una propria durata che tende a rimanere rela-

    tivamente costante e, se aumenta il numero di segmenti (per processi morfo-

    logici ecc.), la durata di questi decresce (Lehiste 1970: 40).

    La

    regola che met-

    te in relazione la durata della vocale tonica con la lunghezza della parola,

    tal-

    volta postulata come universale, conosce per delle eccezioni: nelle lingue ro-

    manze infatti il fenomeno eppur presente are molto meno diffuso e in-

    cisivo rispetto alle lingue germaniche (Marotta 1985: 24-25). Per quanto ri-

    guarda il friulano, i dati raccolti indicano chiaramente che la vocale tonica

    parit di altre condizioni ubisce una compressione pi forte nei proparossi-

    toni rispetto

    ai

    parossitoni, indipendentemente dal numero di sillabe che com-

    pongono la parola. Ad es. la durata media di

    a

    tonica nei bisillabi pte pat-

    ta', ptin pattino e

    datu

    dattero corrisponde a quella nei trisillabi compte

    compatta e simptic simpatico (170 ms, o 29), mentre la durata media di

    a

    nei trisillabi ptine patina , ptul pinna e btule parlantina coincide

    sostanzialmente con quella in antipticbe antipatica e matedticbe matema-

    tica (145 ms, o 33). Nel friulano la forza di compressione dovuta alle sillabe

    atone postoniche incomparabilmente maggiore di quella delle sillabe preto-

    niche. Questa asimmetria sembrerebbe riflettere una struttura ritmica in cui

    a durata delle vocali friulane

    129

    le sillabe atone sono solidali pi con la sillaba tonica precedente che con quel-

    la seguente (cfr. Marotta 1985: 23). Dunque in friulano la lunghezza della pa-

    rola, ovvero il numero di sillabe che la compongono,

    un fattore subordina-

    to alla posizione della sillaba tonica nel condizionare la durata della vocale ac-

    centata: infatti ha pertinenza solo il numero delle sillabe postoniche7.

    Anche la lunghezza di frase pu interagire con la durata segmentale (cfr.

    Marotta 1985: 93). Per ridurre l'incidenza di tale variabile il questionario uti-

    lizzato

    costituito da frasi con un numero simile di sillabe (mediamente 13-

    14 sillabe per frase).

    9. Posizione all interno della parola

    Un ulteriore elemento che pu condizionare la durata di un segmento

    la

    posizione di quest'ultimo all'interno del lessema o, pi precisamente, all'in-

    terno del gruppo clitico. Le lingue possono differire notevolmente tra loro ri-

    guardo tale aspetto: ad es. in posizione finale a parit di altre condizioni

    si riscontra un netto al lungamento della vocale in inglese, mentre all'opposto

    in italiano le vocali accentate finali risultano generalmente pi brevi di quel-

    le collocate in altra posizione (Bertinetto l981 73-77). Per quanto riguarda

    i dati friulani, di particolare interesse risulta il diverso comportamento delle

    variet indagate proprio riguardo la durata della vocale tonica in posizione fi-

    nale. Nella tabella seguente sono messe a confronto: a) la durata media di /a:/

    tonico in sillaba finale aperta e chiusa e in penultima sillaba aperta, b) la du-

    rata media di

    a

    tonico in sillaba aperta finale e penultima.

    S.

    Daniele

    278 (o 18) 286 (o 16) 232 (o 22) 165 (o 13) 183

    0

    33)

    Pradumbli

    278 (a 28)

    >

    251 (o 48) 264 (o 32) 205 (o 23)

    >

    l69 (o 16)

    Tarcento

    Preone

    Nella presente ricerca non sono state indagate le rare forme bisdrucciole, costituite so-

    litamente da gruppi clitici: es. cjtinusal trovacelo .

    231 O 26) 304 O 16) 268 (O 28)

    351

    (o

    16) > 312 O 42) 294 (O 35)

    151 O 12) 164 O 18)

    262 (o 28)

    >

    187 (O 30)

  • 7/24/2019 Finco 2007 La Durata Delle Vocali Friulane Risultati Di Unindagine Fonetica

    9/13

    Come si pu notare vi una netta divergenza tra le variet carniche

    (Pradumbli e Preone) e quelle centrali (San Daniele e Tarcento): nelle pri-

    me la durata media della vocale tonica (sia lunga che breve fonologica-

    mente) in finale assoluta di parola (ovvero di gruppo clitico) maggiore

    rispetto alle vocali toniche non finali, mentre nelle seconde inferiore. Se

    si adotta come valore di riferimento la durata media complessiva delle vo-

    cali toniche non finali, si pu allora parlare di allungamento delle voca-

    li toniche finali per le due variet carniche e di abbreviamento per le due

    variet centrali.

    10 Contesto postvocalico

    Tra i fattori contestuali che condizionano la durata vocalica vi sono so-

    prattut to quelli dipendenti dalla qualit della consonante seguente. Secon-

    do molti studiosi, tra cui Pierre Delattre, tendenzialmente le vocali hanno

    durata rispettivamente maggiorelminore se sono seguite da: a) consonan-

    ti sonore/sorde, b) fricative/occlusive, C)occlusive nasalilorali, d) liquidel

    non liquide (Delattre 1965: 64)8.

    Secondo un noto universale osservazionale, a parit di altre condizioni,

    le vocali seguite da consonante sonora sono pi lunghe di quelle seguite

    dalla controparte sorda (Delattre 1962: 1 4 1-1142)9.Sono state avanzate

    varie spiegazioni di questo fenomeno, molte delle quali lo mettono in re-

    lazione con un altro universale: la durata acustica delle consonanti sonore,

    soprattutto ostruenti, pi breve rispetto alle corrispondenti sorde. Que-

    ste ipotesi chiamano in causa la differenza di forza articolatoria o il contra-

    sto percettivo tra consonanti sorde e sonore (una rassegna critica in Mad-

    dieson 1997: 624-625). Secondo Maddieson la differenza di durata voca-

    lica sarebbe dovuta all interazione tra a) principi di distribuzione tempo-

    rale

    timing)

    he producono durate simili per parole con strutture simili e

    b) l effetto della sonor it sulla durata intrinseca della fase di tenuta delle

    occlusive. La spiegazione del fenomeno si sposta perci sulla differenza di

    Su tale aspetto cfr Lehiste (1970: 19-27).

    Tuttavia per Patricia

    A

    Keating l abbreviamento delle vocali seguite

    da

    consonanti sor-

    de, sebbene molto diffuso interlinguisticamente,non un vero universale fonetico, ma

    una regola specifica di determinate lingue (Keating 1985: 120).

    a durata delle vocalifrulane

    131

    durata consonantica ed ragionevole pensare che questa abbia un fonda-

    mento aerodinamico. Se vi una forte resistenza al flusso d aria nel trat-

    to supraglottidale, come nella fase di tenuta di un occlusiva, la vibrazione

    delle corde vocali viene impedita. Ma una serie di manovre per espande-

    re la cavit orale, come l abbassamento della laringe, pu ridurre tale re-

    sistenza. Similmente, un occlusione pi breve e un area di con tatto meno

    estesa aumentano la probabilit che le corde vocali possano continuare a

    vibrare durante la fase di tenuta fino al momento del rilascio.

    La durata pi breve della fase occlusiva limita il tempo necessario a man-

    tenere la sonorit, mentre un area di contatto meno estesa lascia pi su-

    perficie per assorbire la crescente pressione endo-orale (Maddieson 1997:

    625-627).

    dati friulani raccolti si dimostrano coerenti con la tendenza generale,

    poich la durata media d i /a/ (in sillaba tonica aperta) seguita da occlusi-

    valaffricata sorda 176 ms (o 29), da sonora 202 ms (o 28); seguita da

    fricativa sorda 217 ms (o 25), da sonora 233 ms (o 36). La durata me-

    dia di /a/ pretonica davanti a consonante sonora 88 ms (o 15) (precisa-

    mente 9 3 ms (o 15) in sillaba aperta e 83 ms (o 21) in sillaba chiusa), da-

    vanti consonante sorda 74 ms (o 8) (precisamente 65 ms (o 8) in sillaba

    aperta e 83 ms (o 21) in sillaba chiusa). Vi conformit dei dati friulani

    anche per quanto riguarda la relazione tra durata e sonorit consonanti-

    ca: in posizione intervocalica postonica la durata media della fase occlusi-

    va di /t/ 1 18 ms (o 16), mentre quella di /d/ 70 ms (o 11). La durata

    media della fase occlusiva di [t] finale postonica 197 ms (o 19) dopo vo-

    cale fonologicamente breve, ma scende a 99 ms ( o 16) dopo vocale fono-

    logicamente lunga (in questo caso [t] il prodot to della desonorizzazione

    di ld / in fine di parola)lO.Tali proporzioni si accordano con i dati presen-

    tati da Baroni e Vanelli, dove si mette in rilievo che la durata dell occlusi-

    va sonora interna simile alla durata della corrispondente occlusiva finale

    desonorizzata, che dunque si conforma solo in qualit, ma non in quanti-

    t, all omologo segmento sordo (BaroniIVanelli 1999: 305 ,3 14).

    Un altra variabile contestuale rappresentata dal modo d articolazio-

    ne della consonante post-vocalica: secondo la generalizzazione di Delat-

    O

    Tali dati si riferiscono alle parole interne, mentre prima di pausa (a fine frase) i valori

    della durata media salgono rispettivamente a 232 ms (O 21) e 140 ms (O 20) dopo vo-

    cale fonologicamente lunga.

  • 7/24/2019 Finco 2007 La Durata Delle Vocali Friulane Risultati Di Unindagine Fonetica

    10/13

    tre, sopra menzionata, le vocali hanno solitamente una durata maggio-

    re se seguite da consonanti fricative, piuttosto che da occlusive (Delattre

    1965: 64). I dati friulani si accordano abbastanza bene con tale generaliz-

    zazione: ad esempio, in sillaba chiusa finale la durata media di /a/ tonica

    seguita da fricativa 192 ms (o 2 l ) , seguita da occlusiva invece 159 ms

    (o 28); in penultima sillaba aperta la durata media di /a/ tonica seguita

    da fricativa sorda 217 ms (o 25), seguita da occlusiva sorda invece 176

    ms (o 29) , seguita da fricativa sonora 233 ms (o 36), seguita da occlusi-

    va sonora invece 202 ms (o 28). Tale tendenza generale si riscontra an-

    che nella vocale fonologicamente lunga in sillaba chiusa finale, ma solo

    nelle due variet centrali, dove la durata media di /a:/ seguita da fricativa

    307 ms (o 18) a San Daniele e 324 ms (o 14) a Tarcento, seguita da oc-

    clusiva 286 ms (o 16) a San Daniele e 304 ms (o 16) a Tarcento. Nelle

    due variet carniche troviamo invece la situazione opposta, poich la du-

    rata media di /a:/ seguita da fricativa 239 ms (o 38) a Pradumbli e 282

    ms (o 23) a Preone, ma seguita da occlusiva 251 ms (o 45) a Pradumbli

    e 3 12 ms (o 42) a Preone.

    Per quanto riguarda la generalizzazione secondo la quale solitamente le

    vocali sono realizzate pi lunghe se seguite da consonanti nasali, piuttosto

    che da consonanti orali (Delattre 1965: 64), essa trova riscontro limitato

    nei dati friulani . Come si pu notare dalla tabella sottostante, in penul-

    tima sillaba aperta la durata di /ai tonica seguita da nasale di pochissimo

    superiore alla /a/ seguita da occlusiva sonora, ma notevolmente pi bre-

    ve rispetto ad /a/ seguita da fricativa sonora (valori espressi in ms).

    l

    Tale generalizzazione conosce diversi controesempi, ad esempio Morris Halle e Kenneth

    N. Stevens per l'inglese e Claes-Christian Elert per lo svedese (cit. in Lehiste 1970:

    25,

    27) hanno constatato una maggiore durata delle vocali seguite da un'occlusiva sonora

    alveodentalelbilabiale) rispetto a quelle seguite dalla corrispondente consonante nasa-

    le. Halle e Stevens suggeriscono che ci dipenda dalla particolare posizione assunta dal

    le corde vocali per mantenere la vibrazione du rante l'articolazione delle occlusive sono-

    re, non necessaria invece nella pronuncia delle consonanti nasali.

    La

    durata

    delle vocali fri ulan~

    33

    Dunque la nasalit della consonante un fattore di allungamento del-

    la vocale precedente che si scorge solamente nel confronto tra occlusive

    nasali e occlusive orali, ma anche qui con incidenza minima.

    Per quanto riguarda la durata delle vocali seguite da liquida va segna-

    lato l'effetto allungante del fonema rotico /r/ (realizzato solitamente co-

    me tap

    [r])

    sulla vocale precedente. Ci non tanto evidente nelle vocali

    fonologicamente lunghe, quanto in quelle fonologicamente brevi: in ul-

    tima sillaba tonica la durata media di /a/ seguita da /t / finale 274 ms (o

    36), seguita da /l/ finale 172 ms (o 27), seguita da nasale finale 170

    ms (o 3 1). Va notato che nelle due variet centrali, in ultima sillaba toni-

    ca chiusa da 11-1 inale, i valori della durata media dei fonemi /a / breve e

    /a:/ lungo sono sostanzialmente coincidenti: a San Daniele /a:/ 284 ms

    (o 48) e /a/ 282 ms ( o 35), aTarcento /a:/ 317 ms (o 25) e /a/ 314 ms (o

    27). L'a llungamento si verifica anche in sillaba atona, ad es. a Pradumbli

    la durata media di /a/ postonica in sillaba aperta seguita da ostruente so-

    nora 71 ms (o 24), seguita da /r/ 92 ms (o 16); la durata media di /a/

    pretonica in sillaba aperta seguita da ostruente sonora 96 ms (o 15), se-

    guita da /t / 105 ms (o 21).

    Secondo Ilse Lehiste la sonante /r/ conserverebbe tuttora in molte

    lingue un certo grado di sillabicit, pur avendo perduto il pi delle vol-

    te la facolt di costituire un nucleo sillabico indipendente (come aweni-

    va in indeuropeo). A riprova di ci la studiosa mostra che l'intero nesso

    V+sonante, in inglese, subisce l'influsso accorciante o allungante dell'oc-

    clusiva seguente, a seconda che sia sorda o sonora (secondo le tendenze

    tipiche di quella lingua), proprio come se si trattasse di una singola vo-

    cale (Lehiste 1974: 924-934). Ci permetterebbe di spiegare agevolmen-

    te la diffusa metatesi delle sonanti del tipo

    TERT

    TRET, en nota anche

    al

    friulano: es. fersrie efressrie padella . In accordo con la spiegazione

    della Lehiste, si pu concludere che in friulano il fonema rotico /r/ abbia

    conservato un certo grado di sillabicit, provocando l'allungamento del-

    la vocale precedente.

    Riguardo la durata delle vocali davanti a nesso consonantico costitui-

    to da liquida+ostruente, va notato il diverso comportamento tra le due

    variet centrali e le due variet carniche: nelle prime la durata vocalica in

    sillaba tonica finale maggiore davanti al nesso rotica+ostruente, mentre

    nelle seconde maggiore davanti al nesso laterale+ostruente (vedi la ta-

    bella seguente dove i valori sono espressi in ms).

  • 7/24/2019 Finco 2007 La Durata Delle Vocali Friulane Risultati Di Unindagine Fonetica

    11/13

    La durata delle vocalifriulane

    35

    / a l c i 181 o 10)

    165 O25)

    245 o 22) 330 O 31)

    /arC/

    207 o 13)

    204 o 38) 205 o 20) 215 o 15)

    In conclusione, l obiettivo di questa ricerca era quello di fornire una pri-

    ma panoramica sufficientemente ampia del comportamento durazionale dei

    fonemi vocalici friulani. I dati qui presentati non pretendono certo

    di

    essere

    conclusivi: da essi si possono ricavare indizi, piuttosto che trarre conclusio-

    ni. Saranno dunque necessari approfondimenti e ulteriori indagini per fare

    maggior luce su tale importante aspetto della prosodia friulana.

    OSSITONI

    la:/ 163 o 18) 231 o 26) 351 o 16) 278 o 28) 256 o 63)

    la:/ occlusiva sorda

    286 o 16) 304 o 16) 312 o 42) 251 o 45) 289 o 52)

    a;

    fricativasorda 307 o 18) 324 o 14) 282 o 23) 239 o 38) 288 o 38)

    /a:/ laterale

    209 o 16) 281 o 24) 298 o 38) 299 o 23) 272 O46

    lali

    rotica

    284 o 48) 317 o 25) 310 o 44 267 o 43) 294 O32)

    /a/ 165 o 13) 151 o 12) 262 o 28) 205 o 23) 196 o 37)

    Ia/+occlusivasorda

    13 6 ~ 13 ) 38 015) 188 021) 174 o18) 1 59 ~ 28)

    /a/+fricativasorda

    190 o15) 1 86 ~1 3) 14 012) 180 o20) 192 o21)

    la/ laterale

    123 o 16) 186 o 10) 196 o 15) 182 o 17) 172 027 )

    la/ rotica

    282 o 35) 314 o 27) 247 O25) 254 O23) 274 0 36)

    la/ nasale 161 o 18) 202 o 13) 186 045) 133 043) 170 031)

    la/ sibilante ostruente

    193 o 31) 182 o 52) 195 o 28) 190 o 23) 190 o 45)

    la/ laterale ostruente

    181 o 10) 165 o 25) 245 o 22) 330 o 31) 230 o 38)

    /a/ rotica ostruente

    207 o 13) 204 o 38) 205 o 20) 215 o 15) 208 o 18)

    /a/ nasale ostruente 186 o 18) 180 o 21) 218 o 22) 226 o 24) 202 o 23)

    PAROSSITONI

    SILLABA CHIUSA

    /a/ sibilante

    162 034) 201 037) 184 041) 175 035) 180 026)

    la/ laterale

    172 o 20) 184 o 17) 170 o 28) 218 o 32) 186 o 22)

    /a/ rotica

    251 o 26) 259 O25) 195 O21) 201 O18) 226

    0

    33)

    /a/

    nasale

    154 o 19) 195 029) 205 038) 174 037) 182 023)

    SILLABAAPERTA

    /a/ occlusiva sorda

    183 o 33) 164 o 18) 187 o 30) 169 o 16) 176 o 29)

    a

    fricativasorda

    214 o 22) 232 o 18) 217 o 25) 205 o 19) 217 o 25)

    la/ occlusiva sonora

    229 o 20) 231 o 17) 173 o 24) 174 o 25) 202 o 28)

    la/ fricativa sonora

    233 o 21) 254 o 19) 226 o 22) 220 o 21) 233 o 36)

    la/ laterale

    215 o 24) 227 o 20) 203 o 25) 223 o 29) 217 o 24)

    /a/ rotica

    226 o28) 221 o 16) 217 o29) 21 8 u27) 22 0 o21)

    la/ nasale

    167 017) 201 0 11) 176 012) 166 010) 177 016)

    PROPAROSSITONI

    SILLABA

    APERTA

    la/ consonante sorda

    132 O19) 135 o 21) 152 o 23) 161 o 21) 145 o 33)

    la/ consonante sonora

    l87 o 24) l96 o 25) 229 o 20) 23 1 o 22) 2 11 o 22)

    SILLABACHIUS 110 o 18) 118 o 15) 132 o 17) 139 o 18) 125 034)

  • 7/24/2019 Finco 2007 La Durata Delle Vocali Friulane Risultati Di Unindagine Fonetica

    12/13

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    sgg. seguenti

    vol.

    volume

    C

    consonante

    f frequenza fondamentale

    O

    deviazione standard

    V vocale