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Il controllo della contaminazione negli impianti oleodinamici è una materia molto vasta e complessa; ne indichiamo di seguito alcuni punti fondamentali. Il nostro servizio Tecnico Commerciale è a Vostra disposizione per ulteriori approfondimenti. La funzione del fluido in un sistema oleodinamico è trasmettere le forze ed i movimenti. Per assicurare l’efficienza e l’affidabilità del sistema, è essenziale nella scelta del fluido tener conto dei requisiti del sistema e delle condizioni operative (pressione di esercizio, temperatura ambientale, localizzazione dell’impianto, ecc.). A seconda delle caratteristiche richieste (viscosità, potere lubrificante, protezione antiusura, densità, resistenza all’invecchiamento e alle sollecitazioni termiche, compatibilità coi materiali, ecc. ), è possibile scegliere tra numerosi oli minerali (i più utilizzati), fluidi sintetici, fluidi a base acquosa, fluidi “ecologici”, ecc. Tutti i fluidi idraulici sono classificati secondo normative internazionali. La contaminazione solida è riconosciuta come la causa principale di malfunzionamento, guasti e degrado precoce negli impianti oleodinamici; è impossibile eliminarla completamente, ma si può tenere efficacemente sotto controllo con adeguati dispositivi (filtri). Qualsiasi fluido venga utilizzato, é essenziale che venga mantenuto al livello di contaminazione solida richiesto dal componente più sensibile utilizzato. COME SI MISURA LA CONTAMINAZIONE Il livello di contaminazione viene determinato conteggiando il numero di particelle di determinate dimensioni per unità di volume del fluido e quindi classificato in Classi di contaminazione, secondo normative internazionali. La misurazione avviene tramite Contatori automatici di particelle che possono esaminare il fluido in linea (collegati ad appositi punti di prelievo predisposti sull’impianto) o a campione. Le misurazioni ed i prelievi devono essere eseguiti secondo le norme ISO che le regolano, per assicurarne la validità. La normativa più utilizzata nel settore oleodinamico è la ISO 4406:1999; molto utilizzata è pure la NAS 1638 (in fase di revisione). CLASSI DI CONTAMINAZIONE SECONDO ISO 4406:1999 La classe di contaminazione secondo questa normativa è data da 3 numeri che indicano il numero di particelle per 100 ml con dimensioni maggiori di 4, 6 e 14 µm (c) rispettivamente. La classe di contaminazione sopradescritta descrive un fluido contenente: - tra 1.000.000 e 2.000.000 particelle ≥ 4 µm (c) per 100 ml - tra 130.000 e 250.000 particelle ≥ 6 µm (c) per 100 ml - tra 16.000 e 32.000 particelle ≥ 14 µm (c) per 100 ml FILTRAZIONE IN PILLOLE Codice ISO Codice ISO 21/18/15: 21 18 15 ≥ 4 µm (c) ≥ 6 µm (c) ≥ 14 µm (c) Numero di particelle per 100 ml più di fino a 22 21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 2.000.000 1.000.000 500.000 250.000 130.000 64.000 32.000 16.000 8.000 4.000 2.000 1.000 500 250 130 4.000.000 2.000.000 1.000.000 500.000 250.000 130.000 64.000 32.000 16.000 8.000 4.000 2.000 1.000 500 250

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Il controllo della contaminazione negli impianti oleodinamici è una materia molto vasta e complessa; ne indichiamo di seguito alcuni punti fondamentali.Il nostro servizio Tecnico Commerciale è a Vostra disposizione per ulteriori approfondimenti. La funzione del fluido in un sistema oleodinamico è trasmettere le forze ed i movimenti. Per assicurare l’efficienza e l’affidabilità del sistema, è essenziale nella scelta del fluido tener conto dei requisiti del sistema e delle condizioni operative (pressione di esercizio, temperatura ambientale, localizzazione dell’impianto, ecc.). A seconda delle caratteristiche richieste (viscosità, potere lubrificante, protezione antiusura, densità, resistenza all’invecchiamento e alle sollecitazioni termiche, compatibilità coi materiali, ecc. ), è possibile scegliere tra numerosi oli minerali (i più utilizzati), fluidi sintetici, fluidi a base acquosa, fluidi “ecologici”, ecc. Tutti i fluidi idraulici sono classificati secondo normative internazionali.La contaminazione solida è riconosciuta come la causa principale di malfunzionamento, guasti e degrado precoce negli impianti oleodinamici; è impossibile eliminarla completamente, ma si può tenere efficacemente sotto controllo con adeguati dispositivi (filtri). Qualsiasi fluido venga utilizzato, é essenziale che venga mantenuto al livello di contaminazione solida richiesto dal componente più sensibile utilizzato.

COME SI MISURA LA CONTAMINAZIONE

Il livello di contaminazione viene determinato conteggiando il numero di particelle di determinate dimensioni per unità di volume del fluido e quindi classificato in Classi di contaminazione, secondo normative internazionali.La misurazione avviene tramite Contatori automatici di particelle che possono esaminare il fluido in linea (collegati ad appositi punti di prelievo predisposti sull’impianto) o a campione. Le misurazioni ed i prelievi devono essere eseguiti secondo le norme ISO che le regolano, per assicurarne la validità.La normativa più utilizzata nel settore oleodinamico è la ISO 4406:1999; molto utilizzata è pure la NAS 1638 (in fase di revisione).

CLASSI DI CONTAMINAZIONE SECONDO ISO 4406:1999

La classe di contaminazione secondo questa normativa è data da 3 numeri che indicano il numero di particelle per 100 ml con dimensioni maggiori di 4, 6 e 14 µm(c) rispettivamente.

La classe di contaminazione sopradescritta descrive un fluido contenente:- tra 1.000.000 e 2.000.000 particelle ≥ 4 µm(c) per 100 ml- tra 130.000 e 250.000 particelle ≥ 6 µm(c) per 100 ml- tra 16.000 e 32.000 particelle ≥ 14 µm(c) per 100 ml

FILTRAZIONE IN PILLOLE

Codice ISO

Codice ISO 21/18/15: 21 18 15≥ 4 µm(c) ≥ 6 µm(c) ≥ 14 µm(c)

Numero di particelle per 100 mlpiù di fino a

2221201918171615141312111098

2.000.0001.000.000

500.000250.000130.00064.00032.00016.0008.0004.0002.0001.000

500250130

4.000.0002.000.0001.000.000

500.000250.000130.00064.00032.00016.0008.0004.0002.0001.000

500250

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FILTRAZIONE IN PILLOLE

FILTRI E MATERIALI FILTRANTI

In ogni impianto l’olio ha sempre una contaminazione iniziale, che tende poi ad aumentare durante il funzionamento a causa di usura dei componenti, ingresso da guarnizioni, ecc.: perciò è necessario utilizzare fi ltri che, trattenendo il contaminante, permettono di ottenere e mantenere il livello di contaminazione richiesto.A seconda della loro posizione nel sistema, i fi ltri più comunemente usati sono:- fi ltri sul ritorno, a valle di tutti i componenti, fi ltrano l’olio prima che rientri nel serbatoio. La loro funzione è mantenere il livello di contaminazione richiesto nel serbatoio (protezione indiretta dei componenti) e devono essere dimensionati per avere una elevata capacità di accumulo di contaminante (cioè una lunga durata). Normalmente utilizzano setti in microfi bra (fi ltrazione assoluta, ßx ≥ 75) o in carta (fi ltrazione nominale, ßx ≥ 2).- fi ltri in mandata, sulla linea di pressione, proteggono direttamente uno o più componenti, assicurando che vengano alimentati con olio al giusto livello di contaminazione. Normalmente utilizzano setti in microfi bra (fi ltrazione assoluta, ßx ≥ 75), talvolta in carta (fi ltrazione nominale, ßx ≥ 2).- fi ltri in aspirazione, sulla linea di aspirazione, proteggono la pompa da eventuale contaminazione grossolana. Normalmente utilizzano setti in tela metallica (fi ltrazione geometrica) e vanno dimensionati in modo da evitare problemi di cavitazione della pompa.

Per evitare ingresso di contaminante dall’ambiente esterno è importante utilizzare validi fi ltri aria (sfi ati), che fi ltrino l’aria che viene richiamata nel serbatoio quando l’olio viene inviato agli utilizzi.

Quando è richiesta una classe di contaminazione molto bassa (cioè una pulizia molto elevata) può essere necessario utilizzare un fi ltro di ricircolo, che lavorando a portata e pressione costanti assicura la massima effi cienza fi ltrante.

Dato che anche l’olio nuovo può avere una certa contaminazione solida, è buona norma effettuare qualsiasi operazione di riempimento e rabbocco dell’impianto utilizzando una unità di fi ltrazione.

COME SI MISURA L’EFFICIENZA FILTRANTE

Rapporto Beta:

ßx = (nin = X µm) : (nout = X µm)

dove “n” è il numero di particelle= x µm a monte e a valle del fi ltro

Es. se ci sono 100.000 particelle = 10 µm prima delfi ltro e 1.000 particelle dopo:ß10 = 100.000 : 1.000 = 100

Effi cienza fi ltrante �(%):

� = 100 - (100 : ß)

i.e.ßx = 2 signifi ca � = 50,00 %ßx = 20 signifi ca � = 95,00 %ßx = 75 signifi ca � = 98,67 %ßx = 100 signifi ca � = 99,00 %ßx = 200 signifi ca � = 99,50 %ßx = 1.000 signifi ca � = 99,90 %

99,99

99,90

99,00

90,00

1,00 10 100 1000

� %

ßx

� %

nin

nout

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I costruttori di componenti oleodinamici indicano la classe di contaminazione richiesta dai loro prodotti per un funzionamento ottimale.Per ottenere la classe di contaminazione richiesta, il setto fi ltrante UFI va scelto secondo la tabella sottostante:

SETTI FILTRANTI E CLASSI DI CONTAMINAZIONE

Settori di applicazione

Banchi prova,aeronautica.

Aeronautica,robotica ind.le.

Robotica ind.le,macch. utensilidi precisione.

Macchine ind.li ad elevata affidabilità.

Trasmissioniidrostatiche.

Macchine ind.li,macchine

movimento terra.

Macchine mobili.

Macchine perindustria pesante.

Macchine agricole,impianti semplici,

uso noncontinuativo.

Pompe/motori - Pistoni, variabile> 21 MPa

Pistoni, variabile< 21 MPa

Palette, variabile> 14 MPa

Pist./pal., variabile< 14 MPa

Pist./pal., fi ssa> 14 Mpa

Pistoni, fi ssa< 14 Mpa

Palette, fi ssa> 14 MPa

Palette, fi ssaingranaggi> 14 MPa

Palette, fi ssaingranaggi< 14 MPa

Palette, fi ssaingranaggi< 14 MPa

Valvole Servovalvole> 21 MPa

Servovalvole< 21 MPa

Proporzionali> 21 MPa

Proporzionali< 21 MPa

A cartuccia> 14 MPa

A cartuccia< 14 MPa

A solenoide> 21 MPa

A solenoide< 21 MPa

A solenoide> 14 MPa

A solenoide> 14 MPa

Classe di contaminazione

NAS 16384 5 6 7 8 9 10 11

Classe di contaminazioneISO 4406-1999

15/13/10 16/14/11 17/15/12 18/16/13 19/17/14 20/18/15 21/19/16 22/20/17

Setto fi ltranteUFI

raccomandato

FAß5(c) > 1.000

FA - FBß5(c) > 1.000ß7(c) > 1.000

FB

ß7(c) > 1.000

FB - FCß7(c) > 1.000ß12(c) > 1.000

FC - FDß12(c) > 1.000ß21(c) > 1.000

FD

ß21(c) > 1.000

FD - CCß21(c) > 1.000

ß10 > 2

CC

ß10 > 2

Dal 1999 il nuovo standard ISO 16889 ha sostituito il precedente ISO 4572 relativo al Multi-Pass test, che misura il valore Beta di un elemento fi ltrante.Il nuovo standard impiega la nuova polvere di prova ISO MTD al posto della precedente ACFTD sia nei banchi prova per il Multi-Pass test sia nella calibrazione dei contatori automatici di particelle.Nell’ ISO 16889 la misura della particella è effettuata in modo differente che nell’ISO 4572. Per evitare possibili confusioni, i micron misurati secondo ISO 11171 vengono perciò indicati come µm(c).

A seconda del metodo di misura utilizzato, i valori Beta di riferimento dei setti fi ltranti UFI sono i seguenti:

NUOVI RIFERIMENTI PER IL RAPPORTO “BETA”

N.B. Le classi di contaminazione ottenute (cioè le prestazioni ottenute sul campo) come pure i valori di perdita di carico restano invariati.

Setto UFI ßx(c) > 1000(ISO 16889)

ßx > 200(ISO 4572)

FA 5 µm (c) 3 µm

FB 7 µm (c) 6 µm

FC 12 µm (c) 12 µm

FD 21 µm (c) 25 µm

FILTRAZIONE IN PILLOLE

N.B. La norma NAS 1638 è uffi cialmente non valida per progetti successivi al 30 maggio 2001.

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La vita dell’elemento filtrante è influenzata in modo significativo dal livello di contaminazione dell’ambiente in cui è situato l’impianto e dal grado di manutenzione riservato all’impianto stesso. Per tenere nel dovuto conto questi parametri, il valore della portata reale va moltiplicato per un “fattore ambientale”, secondo la tabella sottoindicata:

FATTORE AMBIENTALE

Grado di manutenzione dell’impianto Livello di contaminazione ambientale

BASSO MEDIO ALTO• serbatoio ben protetto, con sfiati aria efficienti• pochi attuatori, con ottima protezione da ingresso di contaminante• frequente monitoraggio delle condizioni del filtro

1,0 1,0 1,3

• serbatoio protetto, con buoni sfiati aria • molti attuatori, con buona protezione da ingresso di contaminante• monitoraggio programmato delle condizioni del filtro

1,0 1,5 1,7

• serbatoio con scarse protezioni• molti attuatori, con scarsa protezione da ingresso di contaminante• monitoraggio casuale delle condizioni del filtro

1,3 2,0 2,3

Es. impianto situatoin ambiente climatizzato

Es. impianto situatoin capannone industriale

Es. impianto situato in ambiente ostile

(fonderia, lavorazione legno, macchine mobili).

Durante il funzionamento dell’impianto, la perdita di carico attraverso il filtro aumenta man mano che l’elemento si intasa, a causa del contaminante ritenuto. L’elemento filtrante va sostituito quando intasato e comunque prima che la perdita di carico raggiunga il valore di taratura della valvola di bypass. E’ perciò sempre raccomandato l’uso di un indicatore di intasamento (visivo o elettrico), tarato ad un valore inferiore a quello della valvola di bypass, per avere una segnalazione precisa del momento più idoneo per la sostituzione dell’elemento filtrante.

Per i filtri sul ritorno e per i filtri in bassa pressione l’indicatore di intasamento può essere un manometro o un pressostato che misura la pressione a monte del filtro. Per i filtri ad alta pressione e per alcuni filtri sul ritorno, l’indicatore di intasamento può essere di tipo differenziale: misura cioè la pressione a monte e a valle del filtro e attiva un segnale quando la pressione differenziale raggiunge il valore stabilito. Per i filtri in aspirazione l’indicatore di intasamento è un vuotometro o un vuotostato che misura la depressione a valle del filtro. Tutti i filtri UFI hanno di serie la sede per il montaggio dell’indicatore; se il filtro viene ordinato senza indicatore, la sede è tappata con un grano e l’indicatore può essere montato con facilità in un secondo tempo.

INDICATORI DI INTASAMENTO

Per evitare errori nel dimensionamento di un filtro, va considerata la portata REALE dell’olio che lo attraversa:

· nei filtri in aspirazione ed in pressione la portata è normalmente quella della pompa (unica eccezione i filtri a piastra serie FPD01 e 12, in cui la portata è solo quella richiesta dalla valvola pilota);· nei filtri sul ritorno è necessario calcolare la portata massima possibile, tenendo conto di eventuali linee di ritorno supplementari e della eventuale presenza di cilindri e di accumulatori. Se non si conoscono con esattezza tali dati, è buona norma considerare in via cautelativa una portata di almeno 2 ÷ 2,5 volte la portata della pompa.

PORTATA REALE ATTRAVERSO IL FILTRO

FILTRAZIONE IN PILLOLE

Una volta determinato il setto filtrante e la portata REALE, il filtro va scelto in base alle tabelle delle portate indicate a catalogo, che tengono conto della perdita di carico ∆p (detta anche caduta di pressione) che il fluido subisce attraversando il filtro, che non deve essere superiori a determinati valori.In pratica, il “∆p totale” (∆p corpo filtro + ∆p elemento) con elemento filtrante pulito deve essere· 3 kPa (0,03 bar) max per filtri in aspirazione· 35 ÷ 50 kPa (0,35 ÷ 0,5 bar) max per filtri sul ritornoMinore è la perdita di carico iniziale, migliore è l’efficienza del filtro e maggiore la durata.N.B. Normalmente le curve di perdita di carico sono riferite a olio minerale con viscosità cinematica “V” di 30 cSt e peso specifico “ps” = 0,9. Per olii con caratteristiche differenti vanno considerati i seguenti fattori di correzione ai valori di ∆p0 rilevati dalle curve:

CORPO FILTRO: la perdita di carico è direttamente proporzionale al peso specifico “ps” (densità) dell’olio, quindi in caso di ps1 ≠ 0,9 ∆p1 = (∆p0 x ps1) : 0,9

ELEMENTO FILTRANTE: la perdita di carico attraverso l’elemento filtrante varia in funzione della viscosità dell’olio, quindi in caso di viscosità V1 (cSt) diversa da cSt:· per olio con viscosità ≤ 150 cSt ∆p1 = ∆p0 x (V1 : 30)· per olio con viscosità > 150 cSt ∆p1 = ∆p0 x [V1 : 30 + (V1 : 30)] : 2

Alcuni fluidi hanno una difficile filtrabilità (difficoltà ad attraversare un setto filtrante multistrato).In questi casi bisogna considerare un fattore di correzione nel dimensionamento del filtro: tale fattore va verificato con il costruttore del filtro, dettagliando tutte le caratteristiche del fluido utilizzato. Quando si dimensiona un filtro è buona norma tenere in considerazione anche la velocità massima raccomandata per il fluido (vedi il relativo diagramma per ciascuna famiglia di filtri, prima dei diagrammi delle perdite di carico):per le linee di aspirazione 0,1< v < 1 m/sper le linee di ritorno 1,5< v < 4 m/s per le linee di mandata 5< v < 10 m/s

PERDITA DI CARICO O CADUTA DI PRESSIONE (∆p) - secondo ISO 3968:2005

· 35 ÷ 50 kPa (0,35 ÷ 0,5 bar) max per filtri mandata < 11 MPa (110 bar)· 80 ÷120 kPa (0,80 ÷1,2 bar) max per filtri mandata > 11 MPa (110 bar)

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FILTRAZIONE IN PILLOLE

Le linee indicate si riferiscono ad olii nelle gradazioni ISO preferenziali e indice di Viscosità V.I. = 100Olii con V.I. più elevato hanno una curva più ripida.Oli con V.I. più basso hanno una curva più piatta

TEMPERATURA °C

TEMPERATURA °F

TEMPERATURA °C

VIS

CO

SIT

Á C

INE

MAT

ICA

, cS

t

VIS

CO

SIT

Á C

INE

MAT

ICA

, cS

t

VISCOSITÀ IN FUNZIONE DELLA TEMPERATURA

CLASSIFICAZIONE ISO DEI FLUIDI E COMPATIBILITÀ CON I MATERIALI

Questa tabella dà alcune indicazioni generali sulla classificazione dei fluidi (secondo ISO 6743) e sulla loro compatibilità con i materiali; suggeriamo di verificare con il fornitore del fluido le sue caratteristiche.

Rif. ISO Tipo di fl uido CaratteristicheCompatibilità(10° carattere del codice di ordinazione)

HH

HL

HM

HV

HFA

HFB

HFC

HFD

HTG

HPG

HE

Fluido a base minerale

Fluido a base minerale

Fluido a base minerale

Fluido a base minerale

Fluido resistente al fuoco

Fluido resistente al fuoco

Fluido resistente al fuoco

Fluido resistente al fuoco

Fluido a basso impatto ambientale

Fluido a basso impatto ambientale

Fluido a basso impatto ambientale

Senza additivi

Additivi anticorrosione e antiossidazione

Additivi antiusura

Additivo migliorativo della viscosità

Emulsione olio in acqua (acqua > 90%)

Emulsione acqua in olio (acqua > 40%)

Acqua glicole

Fluido sintetico (estere fosforico)

Fluido a base vegetale

Fluido sintetico a base di glicole

Fluido sintetico a base di estere

N

N

N

N

G (alluminio e zinco non compatibile)

G (alluminio e zinco non compatibile)

G (alluminio e zinco non compatibile)

F (NBR non compatibile)

N

G (alluminio e zinco non compatibile)

F (NBR non compatibile)

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FILTRAZIONE IN PILLOLE

SUPPORTO INTERNO

RETE ESTERNA PROTETTIVA

RETE INTERNA PROTETTIVA

TNT ESTERNO DI SUPPORTO

TNT INTERNO DI SUPPORTO

FIBRA

L’elemento fi ltrante può essere considerato come il processore all’interno del computer di fi ltrazione, ed è proprio per questo motivo che un’approfondita conoscenza e molti anni di abilità produttiva portano a signifi cative differenze nel design e nello sviluppo dell’affi dabilità e delle prestazioni dell’elemento stesso. Gli elementi fi ltranti per uso oleodinamico utilizzano generalmente uno dei seguenti materiali:- Rete metallica: è un fi ltro di superfi cie e fornisce una fi ltrazione geometrica. La sua capacità di fi ltrazione è defi nita come “il più largo diametro della particella solida che passa attraverso il materiale”- Cellulosa (carta impregnata con resine speciali): è un materiale fi ltrante di profondità, a struttura irregolare. E’ classifi cato sulla base della dimensione media dei suoi pori.- Microfi bra (fi bra inorganica impregnata con resine speciali): è un materiale fi ltrante di profondità, a struttura regolare. E’ classifi cato sulla base della dimensione media dei suoi pori ed è formato da più strati. Grazie alla struttura multistrato con porosità differenziale, la microfi bra trattiene anche le particelle di dimensioni più piccole rispetto al valore nominale di fi ltrazione.

La capacità di ritenzione è descritta nel grafi co sotto riportato:

Tela metallica

Fibra

Carta

10.000 99,99

1.000 99,90

200 99,50

100 99,00

FA FB

ß (c)

µm (c)

effi ciency � (%)

FC FD

10

0 57 12 21

10 15 20 25

90,00

1

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www.ufi hyd.com

SOSTITUZIONE DEGLI ELEMENTI FILTRANTIPer mantenere la classe di pulizia dell’olio richiesta, l’elemento fi ltrante deve essere sostituito non appena l’indicatore di intasa-mento ne segnala la necessità, alla temperatura di esercizio.

Prima di aprire il corpo fi ltro, accertarsi che l’impianto sia spento e che non ci sia pressione all’interno del fi ltro.

Utilizzare solo elementi fi ltranti originali UFI, verifi cando l’esatta corrispondenza del codice di ordinazione, in particolare per quanto riguarda il grado di fi ltrazione.

Pulire accuratamente il corpo fi ltro prima di inserire l’elemento fi ltrante nuovo, verifi care le condizioni delle guarnizioni e sostituirle se necessario.

Gli elementi fi ltranti intasati NON POSSONO essere puliti e riutilizzati, sopratutto gli elementi in microfi bra ed in carta.

SMALTIMENTO DEGLI ELEMENTI FILTRANTIGli elementi fi ltranti esausti e le parti di fi ltro sporche di olio sono classifi cati come “rifi uti speciali pericolosi” e devono essere smaltiti secondo la normativa in vigore, tramite gestori ed operatori autorizzati.Verifi care che lo smaltitore prescelto abbia la competenza e le autorizzazioni per trattare questa tipologia di rifi uti.

Per altre informazioni sulla nostra politica ambientale e della qualità Vi invitiamo a visitare il nostro sito web.

CONVERSIONE UNITÁ DI MISURA

perconvertire

perconvertire

dividereperin

inmoltiplicare per

l

l

l/min

kg

bar

kPa

bar

°C

galUS

galUK

m3/h

lb

psi

psi

kPa

°F

0,2642

0,22

0,06

2,205

14,5

0,145

100

°C x 1,8 +32