Filosofia del linguaggio III 2017-18 - uniroma1.it · 2019-10-09 · Filosofia del linguaggio III...

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Filosofia del linguaggio III 2017-18 Dott.ssa Filomena Diodato [email protected] Ferdinand de Saussure Approfondimento su alcune nozioni-chiave Suggerimenti per la prova scritta (15 gennaio 2018)

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Filosofia del linguaggio III 2017-18

Dott.ssa Filomena [email protected]

Ferdinand de Saussure Approfondimento su alcune nozioni-chiave Suggerimenti per la prova scritta (15 gennaio 2018)

Fonetica/Fonologia

Definizioni saussuriane: Fonetica: disciplina diacronica che studia i mutamenti

dei suoni nel tempo; Fonologia: studio del meccanismo dell'articolazione

dei suoni, che non è sottoposto all'azione del tempo.

La fonologia in senso saussuriano non è parte della linguistica (interna):

"[La lingua] è un sistema fondato sull'opposizione psichica di tali impressioni acustiche, esattamente come un arazzo è un'opera d'arte prodotta dall'opposizione visiva tra fili di colori diversi: ora, ciò che importa per l'analisi è il gioco delle opposizioni, non i procedimenti grazie a cui si sono ottenuti i colori" (p. 45)

Fonema vs "unità irriducibile" (nota 111)

L'uso corrente risale alla nozione di fonema come rappresentazione psichica ricavata per astrazione dai suoni linguistici (Saussure Mémoire, Kruszewski, Badouin de Courtenay, Trubekoj).

Nel Cours, Saussure usa fonema per riferirsi alla più piccola porzione di suono che compone il sintagma, quindi a un elemento della parole, ovvero all'aspetto sostanziale dell'unità minima (proprietà acustiche e percettive del suono).

Oggi per indicare la più piccola porzione sonora sul piano della parole si usa unità fonetica (fonia o suono), oggetto appunto della fonetica, in opposizione a fonema, che – contrariamente all'uso saussuriano – è l'unità formale sul piano della langue, oggetto della fonologia o fonematica.

Saussure utilizza "unità irriducibile" per indicare l'unità formale senza specificazione dei contenuti di sonorità.

Arbitrarietà relativa

In una lingua "solo una parte dei segni è assolutamente arbitraria; presso altri interviene un meccanismo che permette di riconoscere dei gradi nell'arbitrarietà senza però eliminarla: il segno può essere relativamente motivato".(CLG, p. 158).

vingt (venti) vs dix-nuf (diciannove) plurale inglese in –s

"Finora le unità ci sono apparse come valori, vale a dire come elementi di un sistema, e le abbiamo considerate soprattutto nelle loro opposizioni; adesso riconosciamo le solidarietà che le collegano; solidarietà che sono d'ordine associativo e di ordine sintagmatico, e che, appunto, limitano l'arbitrarietà". (CLG, p. 159)

Motivatezza ed economia cognitiva

"In effetti tutto il sistema della lingua poggia sul sistema irrazionale dell'arbitrarietà del segno che, applicato senza restrizione, sfocerebbe nella massima complicazione; ma lo spirito riesce a introdurre un principio d'ordine e di regolarità in certe parti della massa dei segni; ed è in ciò il ruolo del relativamente motivato" (CLG, p. 159)

Come non ci può essere una lingua massimamente immotivata (limite verso il quale tendono le lingue lessicologiche – isolanti come il cinese), non ci può essere neppure una lingua massimamente motivata (limite verso il quale tendono le lingue grammaticali – flessive come il sanscrito).

Tra questi due estremi si collocano tutte le lingue esistenti.

Analogia "L'analogia implica un modello e la sua imitazione regolare. Una forma analogica è una forma fatta a immagine d'una o più altre secondo una regola determinata" (CLG, p. 195; anche p. 197)

Fase 1 Lat. Honos : honosemFase 2 rotacizzazione della /s/ quindi honosem = honoremFase 3 honor : honorem, calco di orator : oratorem

Calcolo del quarto termine della proposizione:

oratorem: orator = honorem : xx = honor

L'analogia ristabilisce la regolarità, là dove il mutamento fonetico crea turbamento.

Principi generali dell'analogia

L'analogia non agisce con la stessa forza su tutte le forme che in teoria potrebbero essere 'regolarizzate'. Non si può dire,quindi, quale sarà l'estensione del fenomeno analogico;

Non si può dire a priori quali sono i tipi da cui muove il meccanismo analogico. Non è neppure detto che siano le forme più numerose.

L'analogia non coincide con la sostituzione di un elemento con un altro (come nel mutamento fonetico) perché le due forme, quella irregolare e quella regolare, coesistono fino a quando la seconda soppianta la prima.

L'analogia è un fenomeno di ordine grammaticale (e sincronico) perché occorre essere coscienti del rapporto tra due forme (coscienza che manca nel caso del mutamento fonetico, che è cieco).

L'analogia ha origine nella parole.

"Niente entra nella lingua senza essere stato saggiato nella parole e tutti i fenomeni evolutivi hanno la loro radice nella sfera dell'individuo" (CLG, p. 203)

"Ma una cosa interessa in particolare il linguista: nella massa enorme dei fenomeni analogici, che rappresentano qualche secolo di evoluzione, quasi tutto gli elementi sono conservati; soltanto che essi sono distribuiti altrimenti. Le innovazioni dell'analogia sono più apparenti che reali. La lingua è un vestito coperto di toppe fatte con la sua stessa stoffa" (CLG, pp. 206-207) – v. definizione della lingua come sistema in cui "tutto si tiene".

Principi generali dell'analogia

Agglutinazione

A differenza dell'analogia, si ha agglutinazione quando due termini, originariamente distinti, concorrendo spesso nello stesso sintagma, si saldano in un'unità difficilmente analizzabile.

Es. ancòra (lat. hanc horam)

Linguistica geografica

La lingua cambia nel tempo (fatto pancronico).

L'evoluzione non è uniforme nello spazio, per cui la lingua cambierà secondo i luoghi.

Ciascuna innovazione si produce in una determinata area, raramente si diffonde su tutto il territorio, creando delle differenze dialettali che si delimitano entro certi confini (isoglosse).

Le lingue non hanno confini naturali.

Guilleron, Atlas linguistique de la France (1902-10)

ALI - Atlante linguistico italiano

Forza di interscambio e spirito di campanile

Spirito di campanile: spirito particolaristico che tende a conservare fedelmente le proprie tradizioni.

Forza di interscambio: spinge gli uomini a comunicare tra loro; è un principio unificante che contrasta i particolarismi.

J. Schmidt, allievo di F. Schleicher , corregge la teoria dell'albero genealogico con quella delle onde (Wellentheorie) sostenendo che le corrispondenze parziali fra due o più lingue indoeuropee sono dovute alla diffusione di innovazioni diffusesi "a onda" in una parte del territorio indoeuropeo corrispondente a quelle che furono più tardi le regioni di quelle lingue.

Chiusura del Cours

"Dalle incursioni che abbiamo ora fatto nei domini limitrofi della nostra scienza, si ricava un insegnamento soltanto negativo, ma tanto più interessante in quanto concorda con l'idea fondamentale di questo corso: la linguistica ha per unico e vero oggetto la lingua considerata in se stessa e per se stessa" (CLG, p. 282, nota 305)

Terzo principio della linguistica saussuriana(Tullio De Mauro)

Linearità del significante

Arbitrarietà del segno

«In virtù di tale terzo principio le lingue sono soggette a un possibile permanente moto di trasformazione delle articolazioni formali entro la massa parlante e attraverso il tempo, e i valori attribuibili ai segni dipendono immediatamente, volta per volta, oltre che nell’insieme, dal grado di intesa che si stabilisce tra i parlanti di diverso strato sociale e diversa collocazione temporale».

Illimitatezza semantica(De Mauro, Minisemantica, 1982)

«Una lingua, per così dire, ci costringe o, perlomeno, ci sospinge sempre a essere adeguati alle situazioni. Ci sospinge sempre a riscoprirci esseri umani tra gli altri, non più sapienti degli altri perché tutti indefinitamente capaci di accrescere, nella lingua e con la lingua, il nostro sapere».

«Ogni enunciato e ogni ricezione di alcunché come enunciato pone in essere una forma significante e un significato e la convalida dell'una e dell'altra non è affidata a una convenzione rigida precostituita o alle regole di un calcolo, ma all'uso, all'intesa che possa stabilirsi tra utenti. Il ricorso continuo a verifiche metalinguistiche consente il consolidarsi di tale intesa».

Il ponte della comunicazione

1

Saussure e Wittgenstein(De Mauro, Introduzione alla semantica, 1965)

Wittgenstein, Ricerche filosofiche (1953)

Il linguaggio va indagato nelle connessioni che intrattiene con le pratiche di vita, nella trama grammaticale che emerge dall’interdipendenza ontologica di naturale, sociale e simbolico.

Nozione di «gioco linguistico»«Seguire una regola»

Il linguaggio è la modalità propria della forma di vita umana, ed è storico e sociale, non inquadrabile nei termini di una teoria che possa dirsi compiuta.

«Se descrivere un linguaggio è descrivere una forma di vita, intepretare i segni verbali significa viverli e riviverli in un lavorio di scavo e approfondimento del loro senso che può avere un limite ultimo solo con l'esitinguersi dell'esistenza soggettiva, in quanto può confondersi con l'intero fluire della vita stessa».

Nozioni fondamentali

Langage, langue, parole Linguistica interna e linguistica esterna Materia, oggetto e compiti della linguistica Linguistica e semiologia Circuito della parole Unità irriducibili (fonema) Arbitrarietà radicale Arbitrarietà relativa Linearità del segno Identità ed entità linguistica Valore linguistico Lingua come sistema Lingua come forma vs sostanza (materia) Sincronia e diacronia Tempo e massa parlante (mutabilità e

immutabilità del segno) Spirito di campanile e forza di interscambio Analogia e agglutinazione

Temi generali

Antireferenzialismo

Antipsicologismo

Autonomia della linguistica

Note 12 (organizzazione del volume) 14 (semantica) 16 (vulgata saussuriana) 38 (terminologia) 40 (materia della linguistica) 41 (storia vs descrizione) 45 (lingua come schema) 54 (facoltà del linguaggio) 65, 67, 68, 216 (langue e parole) 70 (norma) 91 (sistema) 103 (fonetica, fonologia) 111, 115 (fonema) 128 (langue) 129 (lingua come nomenclatura) 130 (entità linguistica) 132 (esempio 'arbre') 134 (significante e significato) 137, 138 (arbitrarietà) 140 (simbolo) 142 (onomatopea) 144 (linearità del significante) 145 (significante)

Note 146, 162 (storicità della lingua) 150 (significato) 154 (metodo diacronico) 157 (lingua come istituzione) 161 (lingua come uso) 165 ,166(lingua e economia) 167 (arbitrarietà e sincronia) 174, 176 (sincronia e diacronia) 207 (unità linguistica) 217 (identità) 221 (biplanarità del segno) 225 (forma, sostanza, materia) 226, 303 (socialità della lingua) 227 (pensiero-suono) 231 (significazione e valore) 242 (entità concreta) 243 (individuazione funzionale) 251 (frase) 253 (rapporti associativi) 305 (oggetto della linguistica)