Filiera Grano Duro News - n. 8 - ott 08

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Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected] Direttore responsabile: Dott. Marco Bon Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia- Romagna ai sensi della L. R. 28/1998. PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICO - ECONOMICA N. 8 - OTTOBRE 2008 Filiera Grano duro news Grano duro news Filiera PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICO-ECONOMICA A SOSTEGNO DEL PROGETTO PILOTA “GRANO DURO DI ALTA QUALITÀ” IN EMILIA ROMAGNA SOCIETà PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA Il progetto pilota pag. 1 prosegue il cammino La Fusariosi della spiga: pag. 2 una annata favorevole alla malattia Andamento meteo pag. 3 periodo maggio-giugno 2008 Selezione per tolleranza pag. 4 alla fusariosi della spiga: risultati preliminari dopo sette anni di sperimentazione Campagna 2008: sintesi di pag. 5 un anno “anomalo” per il grano duro in Emilia-Romagna “From Seed to Pasta”: pag. 7 un successo internazionale! Una difficile annata pag. 8 Sommario Il progetto pilota “Grano duro di alta qua- lità in Emilia-Romagna” sta entrando nel terzo anno di attività e, anche se sono passati solo due anni dal suo avvio, osser- vando quanto è mutato lo scenario della durogranicoltura, sembra letteralmente passata “un’era”. Sul fronte dei prezzi si è registrata quello che è stato definito un vero e proprio “otto volante”: basti ricordare che a fine settembre del 2006 la Borsa Merci di Bologna, principale piazza di riferimento, quotava il grano duro di prima qualità 169 euro/tonnellata, cir- ca un anno e mezzo più tardi (nel mar- zo 2008) si raggiungeva il picco di 525 euro/tonnellata per poi ridiscendere alla quotazione di fine settembre a 298 euro/tonnellata. Sul fronte del costo dei mezzi di produzione si è registrata una analoga “rivoluzione”, legata in lar- ga misura all’andamento del costo del petrolio e dell’energia in genere. Anche le superfici investite sono variate sensi- bilmente: a livello nazionale si è passati da 1,342 milioni di ettari nella campa- gna 2005/2006 a 1,439 milioni in quella 2006/07 fino a 1,566 milioni di ettari in quella 2007/2008. In Emilia-Romagna l’aumento è stato proporzionalmente ancora più rilevante: da 32 mila ettari del 2005/2006 a 46 mila l’anno successi- vo, fino ai 67 mila del 2007/2008. Anche la risposta produttiva dei diver- si bacini italiani ha mostrato negli ulti- mi anni, sia in termini di resa sia per gli aspetti qualitativi e sanitari, una marcata variabilità; tale variabilità è stata legata essenzialmente ad andamenti climati- Il progetto pilota “Grano duro di alta qualità” prosegue il cammino Tiberio Rabboni - Assessore all’Agricoltura - Regione Emilia-Romagna ci molto differenziati negli anni e nelle diverse località. Come ben evidenziato in altro articolo di questo opuscolo, se consideriamo in particolare la situazione dell’Emilia-Romagna, se nel 2006/2007 si era registrata una annata non ottimale, ma comunque entro la normale variabi- lità climatica, nel 2007/2008 le condizio- ni sono state veramente al di fuori dalla norma: in particolare la piovosità assolu- tamente anomala in diversi areali, inizia- ta nel periodo antecedente la fioritura e protrattasi fino quasi alla maturazione, ha penalizzato interi bacini produttivi, con danni rilevanti sia sulle rese sia sulle ca- ratteristiche igienico-sanitarie del prodot- to (presenza di “vomitotossina” - DON). Nonostante le difficoltà legate a un siffat- to andamento climatico l’intento dei pro- ponenti è quello di riconfermare il pro- getto, magari focalizzando l’attenzione su quegli aspetti di agrotecnica, di scelta degli ambienti di coltivazione, di gestione del prodotto nelle fasi successive alla rac- colta ecc., che possono più efficacemente contrastare condizioni particolarmente avverse, anche quando determinate da andamenti climatici straordinari. Sono convinto che anche, e forse ancor più, quando le condizioni produttive si presentano difficili, è indispensabile una stretta integrazione tra i soggetti della filiera, per favorire l’adozione delle pos- sibili contromisure in ciascuna fase inte- ressata, dalla produzione, allo stoccaggio, alla trasformazione. Credo dunque che in questo senso il progetto possa rappresen- tare un valido esempio, da seguire, affina- re e sviluppare.

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il progetto pilota pag. 1 prosegue il cammino La Fusariosi della spiga: pag. 2 una annata favorevole alla malattia Andamento meteo pag. 3 periodo maggio-giugno 2008 Selezione per tolleranza pag. 4 alla fusariosi della spiga: risultati preliminari dopo sette anni di sperimentazione campagna 2008: sintesi di pag. 5 un anno “anomalo” per il grano duro in Emilia-Romagna “From Seed to Pasta”: pag. 7 un successo internazionale! Una difficile annata pag. 8

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Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected]

Direttore responsabile: Dott. Marco Bon

Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO)

Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006

Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna ai sensi della L. R. 28/1998.

Periodico di informazione tecnico - economican. 8 - ottoBre 2008

Filiera Grano duronews

Grano duronewsFiliera

Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno delProgetto Pilota “grano duro di alta qualità” in emilia romagna

SOciETàProdUttori Sementi S.p.a. BOLOGNA

il progetto pilota pag. 1 prosegue il cammino

La Fusariosi della spiga: pag. 2 una annata favorevole alla malattia

Andamento meteo pag. 3 periodo maggio-giugno 2008

Selezione per tolleranza pag. 4 alla fusariosi della spiga: risultati preliminari dopo sette anni di sperimentazione

campagna 2008: sintesi di pag. 5 un anno “anomalo” per il grano duro in Emilia-Romagna

“From Seed to Pasta”: pag. 7 un successo internazionale!

Una difficile annata pag. 8

Sommario

Il progetto pilota “Grano duro di alta qua-lità in Emilia-Romagna” sta entrando nel terzo anno di attività e, anche se sono passati solo due anni dal suo avvio, osser-vando quanto è mutato lo scenario della durogranicoltura, sembra letteralmente passata “un’era”.Sul fronte dei prezzi si è registrata quello che è stato definito un vero e proprio “otto volante”: basti ricordare che a fine settembre del 2006 la Borsa Merci di Bologna, principale piazza di riferimento, quotava il grano duro di prima qualità 169 euro/tonnellata, cir-ca un anno e mezzo più tardi (nel mar-zo 2008) si raggiungeva il picco di 525 euro/tonnellata per poi ridiscendere alla quotazione di fine settembre a 298 euro/tonnellata. Sul fronte del costo dei mezzi di produzione si è registrata una analoga “rivoluzione”, legata in lar-ga misura all’andamento del costo del petrolio e dell’energia in genere. Anche le superfici investite sono variate sensi-bilmente: a livello nazionale si è passati da 1,342 milioni di ettari nella campa-gna 2005/2006 a 1,439 milioni in quella 2006/07 fino a 1,566 milioni di ettari in quella 2007/2008. In Emilia-Romagna l’aumento è stato proporzionalmente ancora più rilevante: da 32 mila ettari del 2005/2006 a 46 mila l’anno successi-vo, fino ai 67 mila del 2007/2008.Anche la risposta produttiva dei diver-si bacini italiani ha mostrato negli ulti-mi anni, sia in termini di resa sia per gli aspetti qualitativi e sanitari, una marcata variabilità; tale variabilità è stata legata essenzialmente ad andamenti climati-

il progetto pilota “Grano duro di alta qualità” prosegue il camminoTiberio Rabboni - assessore all’agricoltura - regione emilia-romagna

ci molto differenziati negli anni e nelle diverse località. Come ben evidenziato in altro articolo di questo opuscolo, se consideriamo in particolare la situazione dell’Emilia-Romagna, se nel 2006/2007 si era registrata una annata non ottimale, ma comunque entro la normale variabi-lità climatica, nel 2007/2008 le condizio-ni sono state veramente al di fuori dalla norma: in particolare la piovosità assolu-tamente anomala in diversi areali, inizia-ta nel periodo antecedente la fioritura e protrattasi fino quasi alla maturazione, ha penalizzato interi bacini produttivi, con danni rilevanti sia sulle rese sia sulle ca-ratteristiche igienico-sanitarie del prodot-to (presenza di “vomitotossina” - DON).Nonostante le difficoltà legate a un siffat-to andamento climatico l’intento dei pro-ponenti è quello di riconfermare il pro-getto, magari focalizzando l’attenzione su quegli aspetti di agrotecnica, di scelta degli ambienti di coltivazione, di gestione del prodotto nelle fasi successive alla rac-colta ecc., che possono più efficacemente contrastare condizioni particolarmente avverse, anche quando determinate da andamenti climatici straordinari.Sono convinto che anche, e forse ancor più, quando le condizioni produttive si presentano difficili, è indispensabile una stretta integrazione tra i soggetti della filiera, per favorire l’adozione delle pos-sibili contromisure in ciascuna fase inte-ressata, dalla produzione, allo stoccaggio, alla trasformazione. Credo dunque che in questo senso il progetto possa rappresen-tare un valido esempio, da seguire, affina-re e sviluppare.

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Filiera Grano duronews N. 8 - Ottobre 2008

Nel n. 6 - aprile 2008 di questo periodico è stato ricordato che la Fusariosi della spiga è un problema sempre attuale per il grano duro. E’ stato sottolineato il fatto che, nonostante la malattia non si sia presentata in forma grave e diffusa negli areali di coltivazione dell’Emilia-Romagna negli ultimi anni (a causa di condizioni meteorologiche non molto favorevoli ai Fusaria), è necessario mantenere sempre alto il livello di at-tenzione. La primavera del 2008 è stata caratte-rizzata da piogge frequenti e tempe-rature miti, condizioni estremamente favorevoli allo sviluppo dei Fusaria che causano la Fusariosi della spiga. La concomitanza di queste condizioni con il periodo di antesi di molte varietà di grano duro ha fatto si che la malattia si sia sviluppata spesso in forma grave. La presenza diffusa dei tipici sintomi della malattia sulle spighe, l’alta frequenza di cariossidi striminzite, discolorate e con colorazioni rosate hanno indotto a rite-nere concreto il rischio di una contami-nazione elevata da micotossine al mo-mento della trebbiatura. I dati analitici hanno poi confermato questo timore. In un campione numericamente limitato, ma formato da lotti provenienti da di-versi areali, il don (deossinivalenolo, la fusariotossina più frequente negli areali del nord Italia) è risultato presente su livelli mediamente elevati, con numero-si campioni analizzati superiori ai limiti stabiliti dall’Unione Europea, regola-mento 1126/2007 (pari a 1750 ppb per il grano duro). Per tracciare un bilancio più esaurien-te della campagna 2007-08 è necessario avere a disposizione dati numericamen-te più consistenti ed informazioni det-tagliate relative alle scelte effettuate dai coltivatori in termini di precessioni colturali, lavorazioni del terreno, varie-tà ed altre tecniche colturali, compresa l’esecuzione dei trattamenti fungicidi. E’ però possibile già da ora effettuare alcu-ne riflessioni.

difeSa fitoSanitaria

La fusariosi della spiga:una annata favorevole alla malattia che confermaperò l’affidabilità dei sistemi di previsione Vittorio Rossi - istituto di entomologia e Patologia vegetale - università cattolica del sacro cuore (Piacenza)

Due parole chiave: prevenire e pre-vedereA livello di prevenzione vi sono due ele-menti da tenere in considerazione: 1) il rischio di Fusariosi è sempre poten-

zialmente presente;2) l’andamento stagionale e la zona di

coltivazione contano per circa il 50% di questo rischio (e non può pertanto essere gestito) mentre il restante 50% dipende dalle scelte colturali (ed è quindi gestibile dal coltivatore).

E’ quindi indispensabile che vengano sempre applicate tutte le misure preven-tive relative alla scelta varietale ed alle tecniche colturali, ormai ampliamente divulgate (vedere al riguardo l’artico-

lo “Prevenzione dalle micotossine nei cereali autunno-vernini dal campo allo stoccaggio” pubblicato su Agricoltura 7-8/2008) e presenti nei vari disciplinari di produzione, compreso il “Disciplina-re per la coltivazione e la conservazione del grano duro di alta qualità” (vedi an-che il n. 6 - aprile 2008). Per quanto concerne la previsione, la Regione Emilia-Romagna, il Crpv e l’Università Cattolica di Piacenza stan-no portando avanti un progetto deno-minato Mico-inform, che ha come sco-po la messa a punto di un sistema di divulgazione periodica delle previsioni del rischio da micotossine prodotte dal modello FHB-wheat e dal sistema

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Fig. 1 - Dati meteoro-logici rilevati in una stazione della pianura bolognese nel 2008 e simulazioni fornite dal modello FHB-wheat: FHB-inf indica il ri-schio di infezione da parte di F. culmorum (marrone) e F. grami-nearum (verde); FHB-tox indica il rischio di accumulo delle fusa-riotossine (rosso). In generale, le simulazio-ni del 2008 hanno for-nito indici di rischio più di dieci volte supe-riori a quelli del 2007 e paragonabili a quelli del 2002.

FHB-inf

FHB-tox

Temperatura (°C)

Umidità relativa (%)

Pioggia (mm)

°C %

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Filiera Grano duronews

di supporto alle decisioni FHB-DSS. Nell’ambito di questo progetto, l’Uni-versità Cattolica ha prodotto anche nel 2008 le previsioni di rischio a caden-za settimanale, a partire dalla metà di aprile e fino alla raccolta. Tali previsio-ni sono poi state trasferite dal Crpv ai vari soggetti della Filiera, tra i quali le OP cerealicole, le Cooperative e Cen-tri di stoccaggio dei cereali. Su tutti gli areali di coltivazione della regione (seppur con differenze da zona a zona), il sistema di previsione ha segnalato precocemente la presenza di condizio-ni estremamente favorevoli allo svi-luppo della Fusariosi della spiga per le varietà con antesi fra la fine di aprile e la metà di maggio, con un conseguente rischio elevato di presenza di don nelle cariossidi al momento della trebbiatura (Fig. 1). Le previsioni danno la possibilità di programmare l’epoca ottimale per l’esecuzione dei trattamenti fungicidi, i quali come è noto sono più efficaci quando effettuati nei 3-4 giorni pre-cedenti l’infezione rispetto a quando eseguiti più anticipatamente oppure ad infezione avvenuta. Le previsioni inoltre consentono una corretta pia-nificazione delle analisi da eseguire al ricevimento delle partite e del conse-guente stoccaggio.

Le priorità per il futuroNegli ultimi anni sono state dedicate risorse alla ricerca ed alla sperimen-tazione sulla Fusariosi della spiga nei cereali autunno-vernini, ed in partico-lare nel grano duro che, come noto, è la specie più sensibile. Queste attività hanno prodotto risultati di rilievo, tan-to che buona parte delle nuove risorse sono state dirottate su altri aspetti della qualità e sicurezza degli alimenti ed in particolare al problema delle fumonisi-ne nel mais (micotossine prodotte da F. verticillioides e specie affini). L’annata 2008 ha ribadito che il problema fusari-otossine nel grano duro non è risolto e non può essere accantonato. Sarà per-tanto necessario continuare a finanzia-re la ricerca in questa filiera di punta per l’Emilia-Romagna e, per certi aspet-ti ancor più, dedicare risorse alla divul-gazione dei risultati ottenuti, facendo anche ricorso alle nuove metodologie dell’ICT (Information and Communi-cation Technology), che permettono di raggiungere gli utenti in modo capillare e tempestivo.

aGrometeoroLoGia

andamento meteoLe precipitazioni del periodo maggio-giugno 2008 William Pratizzoli – area agrometeorologica e territorio, arPa emilia-romagna

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Anomalia di Precipitazione (%)del periodo 1° maggio-31 giugno 2008 rispetto al clima 1991-2005

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Precipitazione cumulata di maggio e giugno 2008 (mm) Nei mesi considerati i va-lori di precipitazione cu-mulata sono risultati, in gran parte della regione Emilia-Romagna, superio-ri a quelli medi calcolati sul periodo 1991-2005. Gli scostamenti maggiori si rilevano nelle province centro occidentali dove sono presenti vaste aree di pianura in cui i valori di pioggia cumulata del periodo, tra 200 e 350 mm, risultano fino al 75% in più rispetto alla media calco-lata nel periodo di riferi-mento.Le anomalie del periodo sono da imputare pre-valentemente all’anda-mento meteorologico dei due mesi considerati in particolare a causa delle frequenti condizioni di maltempo presenti nel periodo compreso tra la seconda metà di maggio e le prime due decadi di giugno. Lo scostamento delle precipitazioni cumulate dei due mesi considerati ha raggiunto valori di oltre 100 mm in tutta l’area centro-occidentale della regione, oltre il doppio di quanto atteso considerando il periodo 1991-2005.

Situazione meteorologicaDurante la seconda quindicina di maggio un’estesa figura di bassa pressione, in spo-stamento molto lento ha portato sulla Emilia-Romagna correnti molto umide e insta-bili. I temporali sono stati frequenti e la precipitazioni ad essi associate particolar-mente intense. Le piogge sono state abbondanti ovunque a parte una fascia ristretta lungo la costa e il Delta del Po. Il giorno 26 maggio la regione è sotto l’influsso di un caldo e umido promontorio di alta pressione, interrotto il giorno 29 dello stesso mese dal passaggio di un’intensa linea temporalesca accompagnata da forti rovesci, grandine (tra il cesenate e il lughese), e raffiche di vento forte (causa di diffusi allettamenti precoci). Ancora una volta meno interessata la fascia più prossima alla costa.Le temperature del mese, pur con sbalzi significativi, hanno avuto un valor medio prossimo al valore climatologico. La prima metà del mese di giugno non vede un cambiamento delle condizioni generali sulla regione: un intenso campo di alta pressione si posiziona in maniera anomala sulla Scandinavia mentre la corrente a getto in quota scorre sopra le coste del Nord-Africa. L’Italia si viene così a trovare in una situazione permanente di bassa pressione. Pur con alcune fasi più asciutte, l’Emilia-Romagna è interessata a più riprese da pesanti piogge temporalesche e tutti i giorni, da qualche parte della regione, piove. Gli allagamenti più consistenti si hanno tra il reggiano ed il modenese. Verso la fine del periodo altri impulsi perturbati interessano buona parte del territorio ed il 14 mattina la zona tra Reggio Emilia e Bologna ma, soprattutto, la costa ferrarese subiscono un nuovo pesante carico di precipitazioni. Le temperature sono state, ovvia-mente, un po’ al di sotto dei valori stagionali.

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Dal 1995 il genere dei funghi che causano la malattia denominata “fusariosi della spiga” sono diventati un problema per-manente in Italia con gravità variabile a seconda dell’anno e dell’areale di coltiva-zione. Questo, soprattutto in riferimento al grano duro specie notoriamente più sensibile del grano tenero. L’associazione tra “fusariosi della spiga” del frumento e presenza di micotossi-ne di Fusarium nelle cariossidi è stata evidenziata in vari studi ed è ormai di-mostrato che per ottenere frumento non contaminato da tali sostanze è necessaria una azione preventiva allo scopo di ridur-re l’infezione alle spighe.Estrema importanza ha “l’effetto ambien-tale” sulla manifestazione della malattia, che provoca sintomi solo quando, dalla spigatura in avanti, ci sono condizioni di temperatura ed umidità favorevoli. Quindi i sintomi che causano le differenze di su-scettibilità rilevate tra varietà, molto spes-so hanno una componente “ambientale” predominante proprio perché non esiste una vera resistenza alla fusariosi della spi-ga nelle varietà attualmente coltivate in Italia ed in Europa (Otto et al. 2002).I dati pubblicati nel supplemento del n. 34 - 12/18 set. 08 del “L’Informatore Agrario” dimostrano come non vi siano sostanziali differenze di grado di infezione tra le va-rietà di grano duro coltivate nelle prove dell’areale centro-nord Italia.

attività di ricerca

Selezione per tolleranza alla fusariosi della spiga: risultati preliminari dopo sette anni di sperimentazioneGianluca Ferrazzano - divisione ricerca - società Produttori sementi Bologna

Alcune pratiche colturali possono ridur-re, ma non controllare totalmente la ma-lattia. La costituzione di nuove varietà aventi un alto livello di resistenza parziale alla fusariosi è il mezzo più efficiente per controllare la malattia a causa del basso costo per i coltivatori e dei vantaggi per l’ambiente e la salute dei consumatori. Per questo motivo in tutto il mondo sono in corso ricerche per mettere a punto va-rietà resistenti alla fusariosi della spiga.Sono altresì note varietà esotiche, prin-cipalmente grani teneri di origine cinese, ma anche brasiliana e giapponese, che presentano una buona tolleranza alla fusariosi. Sono anche note linee di Triti-cum Dicoccoides e Triticum Macha par-ticolarmente tolleranti. Purtroppo queste varietà hanno caratteristiche negative per una coltivazione diretta in Italia e sono state utilizzate in passato dalla Società Produttori Sementi (PSB) nei programmi di incrocio e relativa selezione su grano duro.L’attività di breeding specifica della PSB nei riguardi della fusariosi della spiga è cominciata nell’anno 2001. E’ importante sottolineare che la sola se-lezione tradizionale in campo sia un me-todo inaffidabile e poco efficiente a causa della forte dipendenza della malattia da condizioni ambientali poco controllabili. Poiché la resistenza a questa malattia di-pende da diversi caratteri quantitativi la selezione assistita da marcatori moleco-lari (MAS) strettamente associati a questi caratteri quantitativi è stata applicata sui

materiali PSB per selezionare le linee più promettenti.Il lavoro di selezione per ottenere mate-riale tollerante la fusariosi della spiga è cominciato trasferendo le resistenze del grano tenero e del T. Dicoccoides su al-cune varietà di grano duro preesistenti e moderatamente tolleranti la fusariosi. Questi materiali sono stati selezionati im-piegando inoculi artificiali in serra prima e in campo poi e utilizzando la selezione assistita da marcatori molecolari associa-ti ai QTL di resistenza.Le caratteristiche delle prime linee di gra-no duro tolleranti sono state migliorate in-crociandole con una serie di varietà com-merciali. Da questi incroci sono derivate famiglie che daranno origine a linee uti-lizzabili, in prospettiva, per l’ottenimento di varietà commerciali di grano duro. Le caratteristiche agronomiche e qualitati-ve di queste famiglie sono state saggiate ottenendo risultati incoraggianti. La ca-ratteristica più interessante, risiede nel loro basso accumulo di DON in presenza di pesanti cicli di inoculo artificiale effet-tuate in serra climatizzata e in campo. In effetti, la quantità di DON accumulato nel seme prodotto dalle famiglie selezionate è sempre stata largamente inferiore a quella riscontrata nel seme prodotto dalle attuali varietà commerciali inoculate nello stesso modo e nelle stesse condizioni.

Bibliografia:Otto C.D. et al., 2002. Genetic dissection of a major Fusarium head blight QTL in tetraploid wheat. Plant Molecular Biology 48, 625-632.

Selezione in serra per tolleranza alla fusa-riosi della spiga.

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Linee in selezione Indice DOn% rispetto alla media delle varietà

G508 (incrocio multiplo) 36,8

G519 (incrocio multiplo) 51,9

G526 (incrocio multiplo) 65,6

Media linee 51,4

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Orobel 85,5

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Iride 108,0

Levante 108,8

Simeto 132,5

Media varietà 100,0

Tab. 1 - Anno 2008.Confronto dell’indice di DON tra linee e varietà di grano duro coltivate in campo a filette re-plicate, inoculate artifi-cialmente e mantenute costantemente umide tramite nebulizzazione (dati preliminari).

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aGronomia

campagna 2008: sintesi di un anno “anomalo” per il grano duro in emilia-romagnaPierluigi Meriggi – Horta s.r.l. - spin off università cattolica del sacro cuore (Piacenza)

L’andamento climatico dell’annata ed in particolare del periodo primaverile ha messo a dura prova le coltivazioni di grano duro della regione. Gli eccessi del-la primavera 2008, manifestatisi anche con forti temporali e nubifragi durante la fase di maturazione del grano, hanno generalmente favorito l’allettamento delle colture. Pur tuttavia sono state raggiunte, in alcune aziende agricole, performances produttive di eccellenza, specie nelle col-ture scarsamente o per nulla allettate. Le corrette scelte tecniche si sono comunque rilevate fondamentali per attenuare gli effetti negativi del clima.

Andamento meteorologico e della coltura del grano duro in Emilia-RomagnaLe piogge di fine estate ed inizio autunno 2007 hanno permesso una buona lavora-zione dei terreni e una corretta prepara-zione dei letti di semina; in queste condi-zioni le semine dei cereali autunno ver-nini e del grano duro in particolare, sono state realizzate in modo corretto.Successivamente le temperature, al di so-pra della norma e senza forti oscillazioni, hanno consentito emergenze regolari ed uno sviluppo delle plantule costante, tan-to da riscontrare l’inizio dell’accestimen-to già nel mese di dicembre.Inoltre i primi mesi del 2008, caratteriz-zati da temperature medie elevate hanno permesso un ottimo sviluppo vegetativo del grano duro.Infatti all’uscita dell’inverno le colture si presentavano generalmente molto bene, senza particolari sintomi di carenza di azoto e con un elevato numero di culmi per metro quadrato. Apparentemente, le premesse affinché il grano duro potesse esprimere nei nostri ambienti di coltiva-zione buone rese ettariali, c’erano tutte.L’eccellente stato nutrizionale era ascri-vibile sia alla ormai consolidata pratica della fertilizzazione azotata con interven-ti frazionati, attuata in copertura, sia alle scarse precipitazioni nei mesi invernali che non hanno assecondato, per il se-condo anno consecutivo, il dilavamento degli elementi nutritivi ed in particolare dell’azoto. Ad eccezione di alcune aree della regio-ne ove, a fine aprile, si poteva notare un principio di stress idrico, le colture ad inizio spigatura si presentavano ancora

regolari e ben impostate. Dal punto di vista sanitario, rispetto alla norma, si po-teva riscontrare nel grano duro una mag-giore presenza di oidio e qualche attacco diffuso di cecidomia, dittero le cui larve ostacolano il trasferimento degli assimi-lati verso la spiga causando l’imbianchi-mento delle stesse.Le prime precipitazioni del mese di mag-gio, accompagnate da un riequilibrio termico, sono state favorevoli alle colti-vazioni in quanto hanno consentito una “ripresa” del contenuto idrico dei terreni ed il mantenimento di condizioni più re-golari per la fase riproduttiva.Purtroppo a partire dalla fine della prima decade di maggio le piogge sono cadute con eccessiva insistenza ed hanno inco-minciato a provocare nel grano duro i primi allettamenti. Le precipitazioni hanno raggiunto in al-cuni areali valori di intensità veramente eccezionale per il periodo: sono stati ri-scontrati in modo non inconsueto, valori di pioggia cumulati in un giorno anche superiori a 40-50 mm. Mentre le precipi-tazioni di maggio hanno sostanzialmente favorito lo sviluppo delle malattie fungi-ne, in particolare della fusariosi, e gli al-lettamenti solo limitatamente alle varietà più precoci, quelle più intense a carattere temporalesco e talvolta sotto forma di veri e propri nubifragi, riscontrate nella prima decade di giugno hanno inciso più decisamente in negativo comprometten-do la stabilità delle piante in quasi tutte le coltivazioni. Il rialzo repentino delle temperature dopo la metà di giugno ha favorito una rapida maturazione del grano duro, concorrendo nel peggioramento dei parametri qualita-tivi già compromessi dagli allettamenti.In conclusione è stata un’annata clima-tica molto contrastata con ostacoli cli-

matici differenti rispetto alla precedente (tab. 1). Una prima fase mite ed estrema-mente favorevole per le colture, quasi fin troppo ingentilite dalle alte temperature e dalla ottima disponibilità dei nutrienti nel terreno ed una seconda di forte con-trasto per le precipitazioni molto abbon-danti che hanno compromesso la stabili-tà delle colture.Nelle figure 1 e 2 sono riportati, a tito-lo esemplificativo, gli andamenti delle temperature e delle precipitazioni medie mensili rilevate, nelle ultime 3 annate ce-realicole, presso l’Az. Agr. Cà Bosco a Ra-venna, località rappresentativa della valle padana sud – orientale.In particolare dalla figura 1 si evince come nell’ultima annata le temperatu-re, ad eccezione del mese di gennaio, si siano ben differenziate rispetto 2006/07 e comunque siano rientrate nella norma del periodo.Per quanto riguarda l’andamento delle precipitazioni (fig. 2), nell’ultima anna-ta, queste si sono ripartite in modo più uniforme nel periodo marzo - giugno, consentendo un sicuro assorbimento dei concimi azotati distribuiti nel periodo primaverile. Le stesse, dal punto di vista quantitativo, si sono allineate maggior-mente rispetto ad una media storica del periodo. Naturalmente questi tipi di grafici non sono in grado di evidenziare la forte ir-regolarità e intensità delle precipitazioni che si sono abbattute sulla regione nel periodo maggio-giugno e che hanno cau-sato i noti inconvenienti alle colture.

Fattori agronomici di equilibrioCome facilmente intuibile dal commen-to dell’andamento meteorologico, la campagna cerealicola appena termina-ta è stata anche caratterizzata da una

Ostacoli climatici 2006/07 2007/08

Eccesso di precipitazioni (in spigatura)

Fenomeni non significativiAbbondanti precipitazioni nel mese di maggio e nella prima decade di giugno

SiccitàForte siccità nel mese di aprile e nelle prime 2 decadi di maggio

Temporanei e lievi sintomi di siccità a fine aprile

Eccessi di temperatura

Temperature superiori alla norma durante tutto il ciclo del grano

Temperature superiori alla norma in particolare nel periodo invernale

Tab. 1 - Principali ostacoli climatici verificatisi nell’ultimo biennio.

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Filiera Grano duronews N. 8 - Ottobre 2008

ti, la difesa fungina e l’avvicendamento.Il grano duro merita molta attenzione ne-gli approfondimenti di tecnica colturale affinché, in Emilia Romagna ma anche in altre regioni del nostro paese, occupi sta-bilmente quegli spazi negli ordinamenti colturali che assolutamente gli possono competere.

sostanziale incertezza sulle possibili performances produttive delle colture. Tale incertezza si è protratta per tutto il mese di maggio. Da un lato era possibi-le rilevare aspetti sicuramente favore-voli, quali ad esempio l’ottimo stato nu-trizionale delle colture e la ripristinata disponibilità idrica dei terreni durante il periodo della maturazione, che alla fine ha sicuramente premiato il frumen-to tenero ma non è stata sfruttata dal duro, in gran parte allettato e oltretutto gravato da problemi fitosanitari (prin-cipalmente oidio e fusariosi, ma anche ruggine bruna e septoria); dall’altro aspetti meno favorevoli, quali l’eccessi-va fittezza delle piante e la accentuata “spinta vegetativa” delle colture, che non hanno sicuramente ostacolato il fe-nomeno dell’allettamento.Per comprendere bene come questi aspetti abbiano interagito tra di loro, esemplificativi sono i risultati riportati in figura 3. Nella stessa sono riportati i risul-tati di una sperimentazione che è ormai al terzo anno di attuazione e che verifica la risposta quanti-qualitativa del grano duro a differenti dosi di azoto somministrato (da 0 a 250 kg/ha).In particolare nella figura 3A (resa in granella) si evince come il testimone a zero azoto abbia prodotto quest’anno allo stesso livello del 2006, annata pe-raltro caratterizzata dal raggiungimento di elevate rese e da una buona risposta della coltura alle somministrazioni azo-tate, e superiore al 2007, ove la precoce siccità e le alte temperature di maggio hanno provocato il classico fenomeno della “stretta”. Mentre nel 2007 la rispo-sta della coltura non c’è stata a causa del mancato assorbimento dell’elemen-to, nell’annata appena trascorsa gran parte dell’azoto è stato assimilato dalla coltura, la quale ha conseguito il massi-mo della produzione con i 100 kg/ha di azoto, contro i circa 200 del 2006. I ri-sultati della prova indicano infatti che nell’anno in corso l’optimum della conci-mazione azotata era più ridotto rispetto

Fig. 2 - Andamento delle precipitazioni medie mensili durante il ciclo nelle ultime 3 annate cerealicole. Ravenna Az. Agr. Cà Bosco.

Fig. 1 - Andamento delle temperature medie mensili durante il ci-clo nelle ultime 3 annate cerealicole. Ravenna Az. Agr. Cà Bosco.

Fig. 3 - Effetti di dosi crescenti di azoto su resa in granella (3A), percentuale di al-lettamento (3B) e proteine (3C) del grano duro, nelle ultime 3 annate cerealicole. Ravenna Az. Agr. Cà Bosco.

al 2006 e questo per il ben noto motivo del mancato dilavamento dell’elemento durante il periodo invernale. In pratica quest’anno somministrando quantità su-periori a 200 kg/ha di azoto si sono otte-nuti effetti negativi sulle produzioni, con risultati addirittura inferiori al test non concimato. Una parte della spiegazione di questo ef-fetto la possiamo ritrovare nel grafico 3B che indica l’allettamento della prova nel 2008 (nelle due annate precedenti non erano stati riscontrati fenomeni signifi-cativi). Come si può evincere dal grafico vi è una netta correlazione fra l’alletta-mento e le dosi di azoto somministrate; mentre fino a 100 kg/ha di N il fenomeno è contenuto e la percentuale di coltura allettata non supera il 25%, man mano che l’apporto del fertilizzante aumenta anche l’allettamento cresce. Un punto percentuale di allettamento ha corrispo-sto ad una perdita di circa mezzo quinta-le di granella.Infine l’andamento del tenore proteico nel 2008 (fig. 3C) è molto simile a quel-lo dell’annata precedente. Ciò è dovuto in parte alla notevole fertilità naturale residua dei terreni, per i motivi sopra ricordati, che ha consentito di ottenere elevate percentuali di proteine anche nel test non concimato e dalla non completa efficienza della sintesi proteica a causa dell’allettamento della coltura.In conclusione possiamo sottolineare che le annate “sfavorevoli” come il 2008, possono esprimere anche una certa posi-tività, in quanto possono rappresentare un’occasione per analizzare le varie espe-rienze tecniche e per ridisegnare più cor-rettamente i disciplinari di coltivazione nei quali far risaltare con il giusto peso i vari fattori agronomici di equilibrio, in grado cioè di mitigare i deleteri effetti de-gli eccessi del clima. Ricordiamo a tal proposito che, oltre alla concimazione azotata, importantissimi aspetti della tecnica agronomica sono: l’investimento, la scelta varietale, in atte-sa di poter predisporre di varietà tolleran-

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Temperature medie mensili (°C) Precipitazioni (mm)

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Filiera Grano duronews

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From Seed to Pasta:The Durum Wheat Chain

BolognAItAly

June 30 - July 32008

international Durum Wheat Symposium

Il simposio scientifico“From Seed to Pa-sta: The Durum Wheat Chain”, tenutosi a Bologna tra il 30 giugno e il 3 luglio 2008 e che la Società Produttori Sementi di Bo-logna ha avuto l’onore di organizzare in collaborazione con i più importanti centri di ricerca internazionale nel breeding del frumento CIMMYT (Messico) e ICARDA (Siria), ha riscosso un grande successo internazionale.Sono state 370 le personalità fra ricercato-ri, scienziati, esperti ed operatori del setto-re, provenienti da 40 Paesi del Mondo, che si sono confrontate nei 3 giorni di lavoro sui temi della filiera grano duro-pasta.Dalla storia della pasta, alle sue caratte-ristiche nutrizionali; dalla genomica alla selezione assistita; dal breeding alla sele-zione di nuove varietà sempre più perfor-manti e sempre più efficienti nell’utilizzo dell’acqua e dell’azoto oltre che resistenti alle patologie (fusariosi, ruggini ecc.); dagli aspetti nutrizionali alle qualità moli-torie della semola; dall’esempio concreto della filiera integrata Barilla - Produttori Sementi alle prospettive di sviluppo del grano duro nell’Unione europea e nel mondo; sono questi, solo alcuni dei temi trattati nelle 50 relazioni suddivise nelle 10 sessioni tematiche e nei 133 poster presentati.Tematiche trasversali alla filiera che evi-denziano l’innovativo approccio con cui è stato organizzato il Simposio. Un ap-proccio di filiera che è risultato una delle chiavi del grande successo ottenuto dalla manifestazione oltre a quello di essere ri-uscita a riunire insieme i maggiori esper-ti, a livello mondiale, di aree di ricerca molto diverse tra loro, ma tutte collegate alla filiera del grano duro e della pasta.Bologna è divenuta così, per 3 giorni, la capitale mondiale della filiera della pasta:

eventi

“From Seed to Pasta”: un successo internazionale!Marco Bon - società Produttori sementi Bologna

pasta universalmente riconosciuta qua-le simbolo del “made in Italy” alimentare nonché parte fondamentale della “dieta mediterranea” di cui, proprio nei giorni di svolgimento del Simposio, è stato richiesto il riconoscimento all’Unesco quale “patri-monio dell’umanità”, essendo un patrimo-nio culturale intangibile degno di essere tutelato dall’Agenzia delle Nazioni Unite.Non a caso Bologna è il capoluogo di una Regione molto impegnata nel settore ce-realicolo, una Regione, l’Emilia-Romagna che ha visto svilupparsi, tra molte eccel-lenze, un’industria agro-alimentare qua-lificata e ove, tra l’altro, hanno sede Ba-rilla, la più importante industria pastaria mondiale, la Società Produttori Sementi, impegnata da ben 97 anni nella costitu-zione varietale e nella diffusione dell’in-novazione, e l’Università di Bologna, prima Università del mondo occidentale. Una Regione, inoltre, in cui si è sviluppa-ta una duro-granicoltura di qualità, signi-ficativamente superiore alla media grazie alla presenza di aziende agricole con un alto livello imprenditoriale e notevoli po-tenzialità tecnico agronomiche.Ad ulteriore testimonianza del grande valo-re che il Simposio ha assunto a livello inter-nazionale va segnalata la sponsorizzazione, oltre che della Fondazione Cassa di Ri-sparmio in Bologna, della Regione Emilia-Romagna e della Barilla, anche della FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Vanno infine ricordati i commenti dei due rappresentan-ti della Commissione Europea, che hanno partecipato al Simposio, positivamente im-pressionati dalla qualità dell’organizzazione e dai contenuti del Simposio stesso.Numerosi i partecipanti che hanno ri-chiesto una riedizione del Simposio in un prossimo futuro.

Il Simposio è visibile su internet!

Per la prima volta un simposio in-teramente visibile a tutti su internet.

www.fromseedtopasta2008.it è l’in-dirizzo del sito internet interamente dedicato al Simposio, in cui è possibi-le guardare i video delle relazioni e la maggior parte dei 133 poster presentati al Simposio internazionale “From Seed To Pasta: The Durum Wheat Chain”.Il grande successo ottenuto e il valore delle relazioni e dei poster presentati all’evento bolognese, hanno spinto gli organizzatori a proseguire nell’attività di divulgazione delle conoscenze e dei risultati recentemente conseguiti all’in-terno della filiera grano duro-pasta.Sono state così messe a disposizione dell’intera community del grano duro più di 40 relazioni dei maggiori esper-ti mondiali del settore, che analizzano tutti i diversi aspetti della filiera sia in chiave scientifica che tecnologica. Scaricabili, sono anche la maggior par-te dei poster presentati, già suddivisi nelle diverse tematiche affrontate.

La numerosa platea intervenuta al Simposio. Dott. Timothy Hall, DG Research, Commissione Europea.

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Filiera Grano duronews N. 8 - Ottobre 2008

Il simposio “From Seed to Pasta: the Du-rum Wheat Chain”, tenutosi a Bologna nell’estate 2008, con la partecipazione di 370 ricercatori provenienti da 40 paesi rappresentanti di tutti e 5 i continenti, ha sancito il ruolo centrale ed internazionale della filiera grano duro pasta italiana. No-nostante siano stati tanti e molto diversifi-cati gli argomenti affrontati durante il sim-posio, partendo dalla ricerca scientifica, in particolare quella relativa alla genetica, fino alle tecnologie di produzione della pasta, è emerso chiaramente che l’Italia occupa una posizione di eccellenza sul panorama mondiale per quanto riguarda il grano duro in tutti i suoi aspetti. Partico-lare attenzione è stata riservata ai progetti di filiera e le modalità per realizzarli pre-sentate da Barilla e dai suoi partner e che si sono mostrate particolarmente all’avan-guardia, tanto da divenire un caso di stu-dio e modello di business.In questo contesto, va inserito il progetto “Grano Duro di Alta Qualità in Emilia Ro-magna” dove il coinvolgimento diretto del-la Regione Emilia Romagna ha rappresen-tato un ulteriore elemento di interesse ed apprezzamento, grazie al suo ruolo di faci-litare e supportare lo sviluppo di iniziative innovative e dare nuova linfa e “frizzantez-za” al business. Ovviamente, non va perso di vista il fatto che questi progetti vengono valorizzati soprattutto dagli obiettivi rag-giunti e dai risultati operativi, che nel caso del suddetto progetto sono le produzioni quantitative e qualitative di grano duro.Per quanto riguarda quest’ultimi aspetti, a livello nazionale la campagna grano duro si è conclusa con buoni risultati sia in termini quantitativi, con una produzione di più 5,5 milioni di tonnellate, che qua-litativi. L’andamento stagionale, soprat-tutto nelle prime fasi di sviluppo, è stato ottimale per la coltura del grano duro. In particolare, nelle aree del centro sud le abbondanti piogge del periodo invernale hanno fornito la riserva idrica necessaria al completamento del ciclo. Anche le tem-perature che sono state appena al di sopra alla media stagionale, ma più basse dello scorso anno, hanno impedito lo sviluppo precoce di malattie che avevano influito pesantemente sulla campagna 2006-07.Più critica la situazione al nord dove, dopo un inverno e una primavera piutto-sto “asciutti”, la campagna si è chiusa con i mesi di maggio e giugno particolarmen-te piovosi. In particolare, in alcune zone,

reSoconto annata

Una difficile annataRoberto Ranieri e Maroun Atallah - Barilla g. e r. fratelli

soprattutto nel settore nord – ovest della regione, dove le piogge hanno raggiunto picchi anche di oltre 300 mm in un mese.Condizioni di questo genere non poteva-no non lasciare il segno: i frequenti allet-tamenti e lo sviluppo di fitopatie, favoriti dalle piogge e dall’altissimo tasso di umi-dità, hanno influenzato in modo deter-minante sia le rese che le caratteristiche qualitative del grano raccolto. Non solo, ai fattori climatici si sono aggiunte anche pratiche colturali non sempre adeguate all’eccezionalità dell’annata. Le concima-zioni azotate, ad esempio, eseguite, come consuetudine, durante l’inverno non han-no trovato le condizioni (scarsità di piog-gia e di umidità) per supportare la coltura nelle fasi di crescita iniziali. L’azoto, quindi è restato sul terreno finché con l’avvento delle piogge tardive, si è reso disponibile tutto insieme nelle fasi avanzate di cresci-ta favorendo l’allettamento. A questo pro-blema, inoltre, hanno contribuito anche le dosi di semina, in alcuni casi più elevate rispetto a quelle realmente necessarie. Di conseguenza, si sono create le condizioni ottimali per lo sviluppo e la diffusione di funghi patogeni appartenenti al genere Fusarium noti per essere responsabili della fusariosi della spiga. La diffusione di questi ed altri patogeni ha influenzato in modo significativo le caratteristiche della produzione di grano, in particolare per quanto riguarda l’elevata presenza di cariossidi striminzite e il conseguente peso ettolitrico spesso molto basso e ha (soprattutto) determinato la comparsa di maggiori rischi igienico-sanitari associati agli attacchi di Fusarium. Meno influen-zati invece risultano altri importanti para-metri qualitativi come il contenuto protei-co, la qualità del glutine e il colore.Dall’analisi dei dati qualitativi degli ultimi due anni emergono chiaramente le ottime potenzialità della regione Emilia Romagna per la coltivazione del grano duro. Ma per raggiungere il pieno risultato del progetto, e rendere soddisfatti sia i partner agrico-li che l’industria di trasformazione, urge operare in modo da contrastare le sempre più frequenti condizioni climatiche av-verse. Questo è possibile solo adeguando l’agrotecnica adottata alle specifiche con-dizioni dell’annata e seguendo le indica-zioni del disciplinare di coltivazione che riporta chiaramente le pratiche agrono-miche da eseguire e ne vieta altrettanto chiaramente altre ritenute ad altissimo

rischio per gli attacchi di Fusarium e la conseguente sorgenza di problemi relati-vi alle micotossine. Inoltre, il progetto in questione rappresenta anche il consoli-darsi di una rete di tecnici agronomi dei diversi partner che, tramite anche incontri periodici, sono in grado di individuare e di proporre con prontezza i percorsi coltu-rali più adeguati che tengano conto delle precessioni colturali e delle più moderne tecniche agronomiche.Sul fronte della ricerca, l’impegno di Ba-rilla in questa direzione è iniziato agli inizi del 2000 promuovendo studi ed attività di ricerca. Altamente significativo l’impegno nel campo del miglioramento genetico dove vengono realizzati dei programmi di incrocio, con la Produttori Sementi Bolo-gna e con l’Istituto ISPA (Istituto di Scien-ze delle Produzioni Alimentari) del Consi-glio Nazionale delle Ricerche di Bari, per individuare delle caratteristiche di tolle-ranza e di resistenza al Fusarium in grano duro. Non meno importante l’impegno sul fronte delle metodologie analitiche, dove sono stati raggiunti rilevanti risultati sulla determinazione rapida ed accurata delle micotossine. Nel campo della prevenzio-ne, l’attenzione è rivolta verso la messa a punto di modelli previsionali di insorgen-za di malattie e di rese agronomiche.Il progetto ”Grano Duro Alta Qualità” ha quindi tutti i mezzi produttivi e tecnologici per cogliere, da questa annata agraria, pre-ziosi suggerimenti per il futuro del grano duro in Emilia Romagna.

Un particolare del nuovo mulino Barilla di Pedrignano (Parma).

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