Ferrua Santa Prisca Civilta Catholica 1940

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AG L i o B LATO R I DELLA STREN NA TALIZIA PER LE MONACHE POVERE Un doveroso espt"€SSO non con parole n ma Qicuni bD'eva strtdd cl; riconoscenza pell've;nJJteci cen-wtsnoBO di socco5'si con i01 co§'stò. deu nosh'o ... ringrazio di cuore, e ·siccome nel biglietto era scritto: gheremo, pregheremo, pregheremo ... ... grazie di tutto cuore a V. R. ed a tuttl l cari Benefattori, per fatto una giornata di particolari preghiere, offrendo, a pro loro, tutti i sacrifici nostra vita religiosa. Scusate .se spesso Vi molesto, ma è 1'estrema necessità mi Ispinge ... . .. il S. Cuore di Gesù, per cui non lasciamo di pregare con novene ve ne dia larga ricompensa. Siamo povere nel vero senso della parola! povero Monastero fradicio piove da per tutto e s'inciampa sui pavimenti Bisogna lasciarlo in tale brutto stato non avendo nessun mezzo per accomo ... tante ,sono le spese e le malattie con cui iI buon Dio suole provarci! TI è il nostro compagno indivisibiIe, e questo è iI fine della no'stra vocazione: la n:zione. L'umanità peccatrice ha bisogno di vittime propiziatrici per placare Divina in tempi così calamitosi, e il nostro Monastero vuole unirsi alle generose! ... ... Vi ringrazio tanto e poi tanto della preziosIssIma offerta. Non potete il conforto che ha donato alla povera Comunità. SolG iI Cuore di Gesù B testimone di tutto saprà rimeritarVi... ... promettonQ quotidiane preghiere, hanno applicato ed l'avvenire, la S. Comunione secondo le Vostre intenzioni. .. ... al sommo commossa, sciolgo inni di ringraziamento al Signore per il che avete procurato alla ferita. La VOfltra granfIe carità è stata mancheremo di ricambiare tutto con la quotidiana preghiera ... ... solo Gesù può ricompensare tanta carità. La rnanffestazione della nostra tudine è la continua preghiera di giorno e di notte per le Vostre intenzioni cari Benefattori. .. ... siamo andate subito da Gesù, il Dispensatore ai tutti i beni veri l'abbiamo pregato· di essere largo con Loro, anche in compenso deIIa ci hanno fatto ... ... grazie. grazie, e Gesù sia con VoL . ... Gl"SÙ rimuneri Voi e codesti buoni Si!!;nori che si adoperano a floffel."ente. Noi !'IempJ"f;' il Sif!nore in loro favore ... GIACOMO MARTEGANI S. I. Direttore responsabile TIPOGRAFIA CONSORZIO NAZIONALE - Via E. Q. Visconti, 2 - ROMA - Telei. 17 JFlElflBRAJO 1940 QUADERNO 2152 BtfWius poplilus Dominu.., D€JU.s eius. (Psalm. 143. v. 15), Qapisaldi della pace secondo l'i]]segnal1aento del Papa. - A. Ifilessineo S. l .. Il primo decennio dei Patti Lateranensi. - F. !ti. Cappello S. I .. psicologia della Inorte e l'univel'sale possi- bilità della fede. - R. Lombardi S. l .. Un UOlno e un lihro. - D. lVlondrone S. l. eologia: Il lnitreo sotto ]a chiesa. - A. Fer- rlla S. I. Una buona pubblicazione per ragazzi. - *** Bibliografia (v. pago interna) llaca contemporanea . pere pervenute alla Direzione (3<1 pago {Ili cop.) Pago ) ) » » )) ) 249 262 273 286 298 309 311 319 -AMJH1NIISTRAZIONE: VIA 246, ROMA

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Ferrua Civilta catholica 1940

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AG L i o B LATO R I

DELLA STREN NA ~JA TALIZIA

PER LE MONACHE POVERE

Un &'iril9n'0l~iCllme~j;to doveroso espt"€SSO non con parole n ma co~ Qicuni bD'eva strtdd cl; ~ettell'e dà riconoscenza pell've;nJJteci cen-wtsnoBO di MOB1oste!l'~ socco5'si con i01 co§'stò. deu nosh'o ~eUori •

... ringrazio di cuore, e ·siccome nel biglietto era scritto: gheremo, pregheremo, pregheremo ...

... grazie di tutto cuore a V. R. ed a tuttl l cari Benefattori, per fatto una giornata di particolari preghiere, offrendo, a pro loro, tutti i sacrifici nostra vita religiosa. Scusate .se spesso Vi molesto, ma è 1'estrema necessità mi Ispinge ...

. .. il S. Cuore di Gesù, per cui non lasciamo di pregare con novene ve ne dia larga ricompensa. Siamo povere nel vero senso della parola! povero Monastero fradicio piove da per tutto e s'inciampa sui pavimenti Bisogna lasciarlo in tale brutto stato non avendo nessun mezzo per accomo

... tante ,sono le spese e le malattie con cui iI buon Dio suole provarci! TI è il nostro compagno indivisibiIe, e questo è iI fine della no'stra vocazione: la n:zione. L'umanità peccatrice ha bisogno di vittime propiziatrici per placare Divina in tempi così calamitosi, e il nostro Monastero vuole unirsi alle generose! ...

... Vi ringrazio tanto e poi tanto della preziosIssIma offerta. Non potete il conforto che ha donato alla povera Comunità. SolG iI Cuore di Gesù B testimone di tutto saprà rimeritarVi...

... promettonQ quotidiane preghiere, hanno applicato ed l'avvenire, la S. Comunione secondo le Vostre intenzioni. ..

... al sommo commossa, sciolgo inni di ringraziamento al Signore per il che avete procurato alla ferita. La VOfltra granfIe carità è stata mancheremo di ricambiare tutto con la quotidiana preghiera ...

... solo Gesù può ricompensare tanta carità. La rnanffestazione della nostra tudine è la continua preghiera di giorno e di notte per le Vostre intenzioni cari Benefattori. ..

... siamo andate subito da Gesù, il Dispensatore ai tutti i beni veri l'abbiamo pregato· di essere largo con Loro, anche in compenso deIIa ci hanno fatto ...

... grazie. grazie, e Gesù sia con VoL .

... Gl"SÙ rimuneri Voi e codesti buoni Si!!;nori che si adoperano a 1'11w.~n,h3 floffel."ente. Noi !'IempJ"f;' pl."e~lIiamo il Sif!nore in loro favore ...

GIACOMO MARTEGANI S. I. Direttore responsabile

TIPOGRAFIA CONSORZIO NAZIONALE - Via E. Q. Visconti, 2 - ROMA - Telei.

17 JFlElflBRAJO 1940 QUADERNO 2152

BtfWius poplilus CUill~ Dominu..,

D€JU.s eius. (Psalm. 143. v. 15),

Qapisaldi della pace secondo l'i]]segnal1aento

del Papa. - A. Ifilessineo S. l ..

Il primo decennio dei Patti Lateranensi. - F. !ti.

Cappello S. I ..

psicologia della Inorte e l'univel'sale possi­

bilità della fede. - R. Lombardi S. l ..

Un UOlno e un lihro. - D. lVlondrone S. l.

eologia: Il lnitreo sotto ]a chiesa. - A. Fer­rlla S. I.

Una buona pubblicazione per ragazzi. - *** Bibliografia (v. pago interna)

llaca contemporanea .

pere pervenute alla Direzione (3<1 pago {Ili cop.)

Pago

)

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-AMJH1NIISTRAZIONE: VIA RIPETTA~ 246, ROMA

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ARCHEOLOGIA

Il mitre o sotto la chiesa.

IDi tutti gli dei che mossero dall'oriente verso l'occidente alla quista del mondo e specialmente del1 'impero romano, Mitra era us

dane regioni più lontane. Sin dal foudo della Persia. Non è meraviglia che sia arrivato ultimo fra tutti. Ma pur cosÌ, e trovand() campo già occupato e contesogli da divinità nazionali e· straniere

ogni specie, seppe farsi un. posto ben largo, e quanto piiI tardi era l1lluto tanto più vittorioso contese ad altri il luogo, e --ultimo fra

cedette alla definitiva vittoria del cristianesimo. Non per nulla era

celio soldato e dai soldati in special modo OnOI"ato.

Anzi fu detto con certa enfasi, che se il mondo

cristiano sarebbe restato mitriaco. La quale proposizione, a mio a

110n ha in sè apparenza alcuna di verità; ma può in qualche modo

IDI 'idea del grandissimo numero di santuari mitriaci, che in questi timi anni si sono scoperti in tutto 1'occidente romano. Tanto

essa ha ragione di essere nel senso di coloro i quali vogliono nei so strati della dogmatica e della liturgia cristiana una buona

<iIleUa dottrina e del culto di Mjtra.

Perciò non è in questo senso che suona il titolo messo più s

Voglio invece parlare di un mitreo reale \"enuto testè alla luce una vera chiesa, fatto che può parere a prima vista curioso, ma

non è affatto unico a Roma. Di un mitreo sotto la chiesa dell'Ara C si è parlato ancOra recentemente; un. altro era apparso già nel

cino all'abside di S. l\fartino ai Monti, e non pochi dei lettori avI'

visto coi loro occhi il più celehre esempio di questo genere, trovato adiacente all'abside della chÌesa di S. Clemente. Nella s

posizione è apparso recentemente quello di cui vogliamo dare qui notizia.

Quale il significato di adiacenze cosÌ strane, se pure ne hanno qualcuna? Sarà puro caso o intenzione ben determinata di ~termin

anche la memoria di un santuario aborrito, erigendog-1i sopra un

cristiano? Se mi fermassi a discutere questi e altri simili quesiti, non

quando comincerei l'illustrazione del nuovo mitreo che ho detto, quale invece è degnissimo che ne facciamo una buona conoscenza, perciò veniamo subito ad esso.

... 77

:\: * *

Che l'antica chiesa di S. Prisca sulPaventino sorgesse primamente

ruderi antichi, era facile indovinare da chiunque desse un'oc­

alle fondazioni ben visibili anche a fior di terra. Ma pochi

e tasti fatti per accertarsi della solidità di queste basi, forse nel­di svuotare anche vani utili o di incappare qllandochessia in

vetusta casa e chiesetta domestica di S. Prisca, ricollegata da

leggende con la fedele cooperatrice di S. Paolo, l'eponima fon-­del cimitero di Priscilla, fecero scoprire senza fat.ica che tutto­

e ali 'intorno della chiesa esiste ancora il pianterreno di un mae~ palazzo romano del II secolo.

Esso è composto di tanti larghi corridoi coperti di volta a botte e

anam.ente intrecciati fra loro, la cui disposizione generale si potrà quan do si siano liberati dalle terre e rottami di cui sono

Uno però si può già fin da ora visitare, quello che si stende

NE in prosecuzione della cripta e dell'abside della chiesa, per

a proprio n più interessante, in cui è venuto ad installarsi il

(vedi figura annessa). Appena entriamo, ci troviamo in una sala rettangolare, coperta di

ta a botte, lunga un Il metri, larga 4,30 (l). Lungo i muri di NO e

SE corrono due podii larghi m. 1,35 e alti circa 0,75, per modo che

pavimento non l"esta lib'era che una corsia di m. 1,60 fra le due te. Queste erano certamente riservate per gli iniziati, i quali ti su di esse aJla nl0da degli antichi vi pigliavano i loro pasti sociali

i religiose; prostrati, inginocchiati o in piedi vi assistevano alle

del culto. Non potevano dunque essere molti i soci della confraternita mi­

. Sebbene il nostro mitre o sia dei più vasti, tuttavia non potevano posto nei suoi podii più di una trentina di persone. Quello di NO non ha che una lunghezza utile di un 6 m. circa e quello di SE

m. 7,50. Poniamo pure che un certo nlunero restasse nel vestibolo

cui diremo e qualcuno si trattenesse necessariamente in funzioni litur­o in vari servizi secondari; ben difficilmente il numero totale

iniziati poteva superare i 50. Ecco dunque a che cosa si riduce il grande numero di mitrei che

l'occidente, quale diffusione reale del mitria-

sono leggermente approssimative,perchè la grande tra·

di ogni particolare costruttivo non consentono misure·

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iL 1\1LT1\.EO SÙ'TTO LA CHmSA !Wl

e Immen} di adepti p0.6S0no essi l'appresentare. Di ciò si deve

conio, quando si istituisce un paragone con la propagazione di religioIDl:i~ per esempio del cristianesimo.

Vediamo ora come questi mitriasti si trovassero nel loro santuario. parte di NO potevano aceedere dalle porte a e b comtmicanti con

ambienti, e venire ad accomodarsi sul podio di quella parte. Un

accesso vi poteva essere pure dall'ambiente X. Attraversando Ìn­

i! corridoio centrale potevano salire per i gradini c e d sul podio

o sboccarvi addirittura venendo dal di fuori, attraverso alla e.

ogni parte si vedeva benissimo l'edicola di fondo, davanti alla

compivano gli atti principali del culto; nel corridoio centra le e operavano gli off.i(~ianti, attorno ad un'ara di cui si è tro:­

ancora una parte notevole; uno dei tl'e ambienti adiacenti a NO

da sacrestia (appara.torium) , o forse anche il Yesti~

opportuno fare lIna digressione sopra le credenze ed mitriaci, ma ciò ci porterebbe troppo in lungo e del resto se ne

scritto largamente da altri (1). Basti dire che la sua parte cen-

consisteya nella rievocazione dei fatti del dio .i\iitra, divinità di

aBtrale, sembra, e assimilata spesso al sole o messa con esso in

connessione. TI fatto principale che si trova raffigurato in quasi

i mitrei al posto di onore era. l'uccisione di un toro malefico, che

inseguiva con corsa veloce, raggiungeva finalmente in una grotta, va e gli piantava il suo largo coltello nella spalla.

grotta el'a per i fedeli di Mitra l'immagine di tutto l'universo si ripete continuamente la lotta fra il principio huono e quello

perciò curavano di organizzare i 101'0 mitrei in una spelonca

e più spesso in locali coperti semisotterranei., che di spelonche

facilmente assumere l'aspetto. Perciò i muri del nostro mitI'eo

in parte intenzionalmente laceratì della loro rivestitura laterizia, . rendere un sembiante dii grotta naturale, e il resto delle volte la­

in tutta la sua rozzezza primitiva.

l) So.pratuHo. dal GUM~NT Les Mystères de Mithra Bruxelles 1913. Simillllenre La légende de Mithra P'arits 1906. Più brevemente molti libri sulle reli. . -

misteriosofiche, quali gli itaHani R. PETTAZZ()NI l misteri Bologna s. Il. e

Le religioni misteriosofMche del mondo antico Roma 1923.

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302 ARCHEOLOG[A

Anche l'edicola di fondo aveva la volta e i lati cosparsi di , d' ' di tufo l)er dare la stessa impressione, Essa peZZI l pomICe e, ", .'

da due muriccioJi sporgenti dal fondo termInantI sulla iront~ In

strino corinzio l'abescato d'acanto e colorito in giallo, Al dIsopra

capitelli gira una volta piuttosto bassa, formando un vano alto m .. 2

l , 2 36 profondo l 22, Tutta l' edico] a sorge sopra un largo argo " . ,

l 'come la continuazione di quelli laterali, ed el'a un tempo c le e l' l' di sacre fiO'urazioni, non modellate in pietra come neg l a ~rl ,

ma in istu:co, perciò arrivate a noi in lniserabili framUJelltl,

da mani violente e sfal"inati dall'umido e dal tempo,

.Anche i soggetti rappresentati non sono quei soliti. , nel mezzo j1 Mitra tauricida, ma una figura gigantese~ 8dral~ta s~l dell'edicola che, sebbene distrutta nella parte superIOre, 81 puo

riconoscere per una pel'sonificazione clell'Ocea,no, ,che non manca, in altri mitre i , ma in proporzioni molto mInOrI. Doveva teneI

sinistra un' anfora da cui sgorgava una fontanella d'acqua, ~ad~nte " vaschetta al margine dell'edicola (I). Indi per un canale dI pl~~bo fluiva nella fogna che corre sotto jl pavimento della cella,

verso SO sotto la chiesa attuale. Grande pa.rte aveva l'acqua, uaturalmente quella, {~i fO,nte:

mitl'iaco, e una fontana si è ritrovata in quasi tuttI ~ IDltreI, , dendo da incerte significazioni mistiche, essa era usata per molte

ZiOlli, nelle quali Tertulliano vide persino un scinlmjottamento

tesimo cristiano. Allo stesso scopo di contenere acqua lustrale '. un vaso panciuto eli terracotta, inserito profondame,nte ~ mezzo Il

di destra (g). L'interno e la bocca sono ancora rIvestIte della,

ristica muffa verde. Sopra la figura giacente, all'angolo destro della nicchia,

rata l'uccisione del toro, sempre in istucco: restano collo della b'estia, la destra del dio e il profilo del Mitra e di. un grosso cane a tutto tondo con frammenti di. , ,

l ., l'rI'icon'oscibili sono stati trovati ammncchlatl h rato, per o p1U . , ., Essi dovevano comporre ]a scena centrale dell'edicola; ~litra che

spalle si strascina il mitico toro (da lui inseguito e raggIunto) , verna ove poi lo rinchiude: composizione non nuova ma che e

'l d' Resto del manto di un terzo ricorresse qUI a posto onore. . . velano chiaramente sulla si.nistra un altro fatto del dIo: la

tra le fronde di un albero. In alto neII'anu-olo sinistro sotto la volta, doveva essere

un busto r~diato de] sole. figurato a traforo in una, lamina di.

che si è ritrovata lì vicino fra le terre, Il busto del 'sole e

rispondente della luna stanno spesso nei mitrei come a contemplare

~ alto le geste di Mitra, cui piglia parte, possiamo dire, tutto l'uni-

personaggI In particolare non sogliono mai mancare: il genio

mattino e quello della sera, detti Caute e Cautopate, cioè il sole

sorge e quello che tramonta. Qui essi stavano molto lontano dal­

edicola, nelle nicchiette h ed i che si rizzano ben alte al pl"incipio

dei podii. In quella di sinistra tutta. colorita in violaceo era il della sera, nell'altra di color gialliccio Caute, statua di marmo

cui resta a pezzi la maggior parte. E' un giovane non nel solito ve­

'di Mitra, ma con breve clamide e una tunichetta che non arriva più

giù delle anche, appoggiato ad un tronco ai cui piedi un gallo canta

sveglia del giorno, Tra le mani doveva tenere una fiaccola alzata.

I convitati di Cana si lamentavano con il padron~ di casa, che avesse

to il buon vino alla fine del pranzo; lo stesso potrebbero fal'.e i lettori con me, che ho riservato loro aIla fine la parte più nuova

'interessante. Era però necessario premettere quelle generalità per . rendere meglio quanto resta.

Fin dal prim,o entrare nella sala e facile acèorgersi che i due m~['i ali sono coperti di pitture, un dì vivaci ed ora in parte sbiadite e

parte l'ovinate con lo stucco, E' questa una grande novità del nostro

, chè pochi altri si sono trovati con tracce di decorazione piuo-niuno, se' si eccettua quello di Dura Europo, con quadl'i cosÌ nu.'· , e ben conservati. Anche i soggetti rappresentati non la cedono :in

. Esanliniamoli per parte.

dove finisce il podio destro, poco prima dell'edicola, si vede ·uomo attempato vestito di abito rosso stretto alla vita con cintola

a e di mantel10 parimente rosso vivo. Seduto sopra una sedia, guarda profilo verso destra, alzando alquanto la mano verso un energica fi·

che si avanza di profilo in simile costume, ma con tunica ben corlta

po scoperto, saluta.t;tdo romanamente. Accanto alla testa dell'uomo si legge a fatica una scritta dipinta in buona capitale nlStica;

[pa;tri) . I A b oriente I ad occidente ( m) tutela Saturni. Davanti

, testa dell'altro è scritto: [Na]ma [heliodromis]. l Tutela S(ol]is.

In tutto simile si avanza un terzo personaggio, portando nella destra

ramoscello: davanti alla sua testa sta scritto: [Na]ma Persis. I Tutela , . Seguivano un quarto un quinto e un sesto, figlue ormai qua.si

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iiniconoscibili SU cui si leggono a stento le scritte: IV ama leoni. I I1ovis. Nama militibus. I Tutela Mart[is]. Nama [cryphiis]. I llLDercurii] (l). Poi per m. 1,30 il muro resta interrotto dalla porta

S. Gerolamo scrivendo a Leta cosÌ accenna alla conversione di

11]]][ .suo nobile parente (2): Ante paucos anno.') propinquus vester lI1M}bilitatem patricimn nomine sonans, cum praefecturam regeret mMJi6U~e specu llfithrae et onuua. portentuosr;, illa quibus corax, cry

mùles, leo, Perses, heliodromus, pater initiantur subvertit, fregi t, et his quasi obsiclibus alite praemissis inpetravit baptismum Christi?

In· questi nomi abbiamo i diversi gradi dell 'iniziazione

garantiti sia nel numero come nell'ordine degli accenni di altri

ein modo più eloquente dai nostri testi. Il loro ordine discendente iEell1Illa in tutto quello ascendente· di S. Gerolamo e Ile -viene alla sua inustrato. Che se lnanca il corax o corvo, lo ritroviamo di servizio

raItra parte del muro. Due particolari sono da notare: nessuno di ~1to:ro è vestito dell'abito di parata, ma di tunica e mantello alla

1t21re; mentre conforme ad un passo di Porfirio si suole dire che (CJluattro gradi superiori erano veri partecipanti alla liturgia di

qui tutti compaiono senza nessuna distinzione.

Ma ciò che più interessa, ad ognuno dei gradi è assegnato un

ne1ta come suo protettore. Giacchè credo che le acclamazioni f:iamo da tradurre: Gloria ai soldati, protetti di Marte ecc. (3). gamente saranno da intendere le sette stelle che adornano l'interno

d1!Ino del manto di Mitra nel celebre affresco di S. Maria

\lì etere (4). TI che viene a precisare ulteriormente quanto già s

(d!eU'ÌmpOl'tante ufficio dei sette pianeti nella dottrina mitriaca.

(1) La legittimità di questi supplementi appare sia uii.O'li come dai nomi dei pianeti che ancora si scorgono. Solo· nell'ultimo "[Doteva forse scegliere per i cryphiis ugualmente bene la luna. La parola lf:8e;lr'siana e significa onore, gloria, venerazione, conservatasi tale e quale nella gia di Mitra. Ce n'erano noli iSolo tre poco chiari esempi, quando un gran (Le ne venne a rivelare il mitreo di Dura, al "quale ora si aggiunge iiI nostro.

(2) HIERON. Epist. 107, 2 ad Laetam: Corpus Vindob. 55 p. 292. E' dell'anno ]ll secondo grado Cryphi.us è nei codici nymphus. llimJus e nimplus; ora Dura si sono trovate due acclamazioni \lclI-LOC vUI-LCPro e ocyoc66l vUI-LCPro, da confrontare jj~ VÙI-Lcpe: J(oc'i:pe: di Firmico Materno Math. V. 2. Sarebbe dunque il iSecondo rmJ!mphus? lo non credo che tutto ciò possa infirmare la testimonianza di due )tiioni le quali dicono (CIL 751a e 753) ostenderunt crypb"ios e tradiderunt

(3) Tutela nel senso o passivo di pr.otetto è comune nel linguaggio sacro. ORAZIO: Virginum primae puerique daris patribus orti Deliae tutela deae.

. (4.) Not. scavi 1924 tav. VIT.

la porta troviamo cinque figure di aspetto totalmente diverso': le nobili e maschie figure militari nè i I"icchi e vivaci vestiti:

tozze e senza espressione nel loro tondeggiare, ora di profilo­a noi di tre quarti, ricoperte di barba corta ma intera; il

di una sola tunica a mezze maniche, ornata di sottili strisce stretta alla vita e scendente appena a mezza coscia: vesti"

uffici parimenti servili. Il magnifico carminio ha fatto posto· colore ocraceo diffuso.

costoro sfilano verso l'edicola, ma ~enza fretta. n pI'imo eU appena un~ombra va accanto ad un pingue bovino. Il seguente·

seno un grosso gano, ricco di penne, con cresta e bargigli vi­terzo va chino spingendo avanti a sè un nlontone che pare non

volentieri alla morte. II quarto procede ritto, portando sulla p.n cratere o ciotolone an&ato. TI seguente, ultimo dell'a fila, viene

chino, spingendo con qualche fatica un'ombra di animale di .00 distingue forse un possente grifo suino. Sulla testa di ciascuno

è scritta l'acclamazione ]l,cuua seguita dal nome e dall'ufficio: Resta solo intero un nama Theodoro leoni.

sfilata dei leoni con le loro offerte continua f:ìulla prima parte di sinistra, fra la nicchia i e la porta b. Anche qui abbiaul()

figure similissime alle precedenti ~ ma di tinta alquanto più viva~­

. manicate fino ai pol~i e 1m poco più lunghe. Sono passa­conservate solo la seconda che porta un cratere e la terzat·

o focaccia tenuto fra le mani dentro un altro oggetto non l'i-, . SOpl"a ciascuna è parimenti scritto in una ~ola riga:

°Py[rit]hoo leoni; lUI·ma. He[li]odoro leoni; nama Gélasio leoni;' Phoebo leoni ecc.

di sopra e oltre la porta b continuano tre altre figure simili ili/.

precedenti. Sono altri tre leones dei quali il primo ed il se­

portano in mano un mazzo di candele ed un gallo, il terzo poi: conservato, sta dritto e fermo, 1"Ìvolto a noi di tre quarti.

nella sinistra in basso un mazzo di candele, e nella destra in: di esse accesa.

si è egli arrestato dinanzi alla scena augusta che segue, suno· muro che ancora resta. Avviene essa in una grotta scura SCU1·Ilt~, con netti contorni conchigliformi quasi di un ombrello spie­

el fondo di un violaceo carico spiccano due figure nimbate di--di sfarzoso abito rosso stretto alla vita da cintola gialla..

alla nostra destra è Mitra, riconoscibile al berretto frigio~ l'altro·

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-con capo radiato scoperto, e copiosi capelli scendenti in. le~~giéld.r anella sulle gote, è il sole: il riverbero della

:un'azzurro ben distinto l'oscurità della grotta.

Le due divinità sono assise ad una mensa circolare, volte

-spettatore, ma parlano fra di loro con gesti solenni. Il sole mente mentre fa con la destra il gesto oratorio tiene nella >:o,'r 11,,i~'''Q'

;al fianco il globo del mondo; Mitra dal canto suo leva verso di

.destra un corno da bere. Davanti ai due numi, ai margini

ma ancora dentro di essa, è la figura di un mOl'etto con faccia ··simo corvo, il servo, che si presenta appunto con un piatto fra . Tutta la rappresentazione non è ignota e facilmente

,convito nel quale Mitra e il sole si giurano eterna alleanza e

Quale è il senso generale di queste pitture? Bisogna ,esse ricoprono uno strato inferiore di intonaco più antico,

:pinto, con soggetti molto simili agli attuali, per quanto ne

re là da brandelli di iscrizioni e tratti di figure. Se non che la . convito ora descritto mi pare mancasse nella decorazione p

,Di fatto, scoperchiando delicatamente lo

luna lunga iscrizione metrica dipinta, terminante con Accip(e) et huius ramos, pater, accipe, sancte, leones. ,'~uesto settore doveva far parte della grande processione

-cevuti dal pater sanctus che abbiamo visto figurare all'

parete opposta.

Mi semhra dunque che qui si H'atti di una cerimonia

lenne, credo per l'iniziazione di un gruppo di leones. Poteva

,cosÌ. Entrano prima i gruppi dei fedeli per gradi, si avanzano 'cattedra in cui siede il pater sanctus, lo salutano e vanno a

loro posto sul podio, mentre i compagni cantano l'acclamazione

; heliodromis tutela solis ecc.

Entrano allora i nuovi leones già pronti nell'apparatorium, ,con arnesi di culto, specialmente quelli per i sacrifizi di ' , ,

~ ',agape finale:. animali di vario genere, focacce, lumi, vasi di

.a,cqua. Pare che il rito speciale della loro consacrazione c r~~ 'llnzione di miele stIlla fronte,. E tanto basti, non potendoci, f~ndere in altre congetture su tutti i particolari (l). Che già:

Cl) Solo una nota. Si parla -spesso. di mistica ebbrezza che dove\'a· ~:menti degli iniziati al gu'Stare del contenuto di quei crateri. Un italiano

IL MITREO ~OTTO LA CHll'.;::iA

ci apprendono le nostrè pitture per quel pochissimo

iamo di tutto il cerimoniale mitriaco.

a un'altra domanda per finire. Come nacque e come fini jJ mitreo con il suo culto?

più ferventi adoratori di Mitra furono in ogni tempo soldati; mm

conosciamo nei pressi di S, Prisca alcun quartiere di milizie a

possa dfel'ire il nostro santuario: data poi la natlua dei nomi, potevano essere nè pretoriani nè delle milizie urbane. Il mitreo

negli androni semisotterranei di un grande palazzo con varie

che sarebbe lungo dire. Il locale di SO prima servì forse di e di vestibolo, poi in un secondo tempo restò come amplia ..

del mitreo e sacello accessorio dedicato a divinità anguipedi dH·, a determinare,

Quando ciò avvenne? I muri più antichi sono di quel laterizio TiU

. dell'epoca preseveriana; lo stile delle pitture dello strato

Cl riporta al principio del terzo secolo con il suo impres·· incipiente, ancora saturo di formalismo ellenistico; infine ano

tempo si deve riferire un 'iscrizione da qualcuno graffita su['­

del mlU"O sini~tro dell'edicola: Natus prima luce I duobus Augg . (ulibus) I Severo et Anton[ino] I XII k(alendas) decem(bres) ! die:i , I lu.na XVIII. Chi nacque il 20 novembre del 202 (essendo con·'

Settimio Severo e Antonino Ca~'acana) (l), fu poi iniziato, credo 1

al 250. Poco più antica sembra quell'altra iscrizione che forse alla dedica di tutto il lnitreo: Deo Soli invicto 111it1ìre I quodt

nu.mini eius I ex audito gratias e[ t vota.] ecc. (2). Il secolo III segna l'apogeo del favore goduto dal mitracismo. NIe:R

esso perde la protezione ufficiale ed ha a subire i crescenti

delle leggi e dei magistrati cl"Ìstiani. Tuttavia ancora nel 39.2:

Flaviano ne celebra pubblicamente le feste, e una iscrizione

aca porta anCOl'a la data del 387. A lungo dunque resistette quesito anche dopo le note leggi di Teodosio, duramente difeso da ele, del1a nobi1tà e dell'esercito, che spesso conveniva risparmiare.

ogni giorno vino bene schietto senza provare quei turbamenti di teslt'Jl;

difficilmente persuadev.si che l'appressare le labbra ad un vaso in cui era cet'm acqua che vino potesse produrre in solidi soldati tali effetti soprannaturali.

(1) natus non credo che si possa prepdere . nel .senso mistico (=iniziato), anch~ le iniziazioni, come appare da varie· iscrizioni, dovevano farsi a primave:r:Jl. bizzarria segnare cosÌ in quel luogo la propria fede di nascita; ma i graffiltn

troppo spesso delle bizzarrie. (2) Doveva pressapoco continuare: reddere moniti, Sl#J1Lt o simili, Vuole .dire dn,;>;

stati ammoniti, per esempio in sogno, da Mitra stesso a fargli quella dedic·,JI, ..

Page 7: Ferrua Santa Prisca Civilta Catholica 1940

ARCHEOLO~IA

Nel nostro mitreo vi sono parecchi pezzi di muratura che

<1lldl età molto decadenti, alcune lucerne presentano i tipi del

!Co]o quarto, e alla fine di questo secolo ci riportano alcune

Valente e frammenti di epigrafi murati nei podii. Tardi

-vette in esso cessare il culto e non pacificamente, come nel

(ili] Gracco. La statua di Caute fu fatta violentemente in molti

(C]uella di Cautopate sconlparve semplicemente; tutta infranta

].~iscrizione dedicatoria; le pitture dei muri ferocemente picconat

facce; ma specialmente le grandi composizioni di stucco pOllCr(].m<

nmo orrendamente macellate. Il locale come luogo conta1rnilna1to<

<1llfubandonato e senza uso, ripieno solo delle sue rovine: per p

che nessuno più vi si radunasse furono ammassati detriti e gran n

qjli anforoni contro l'ingresso.

Sul mitreo sorse poi la chiesa di S. Pl'isca, e la sua abside

]fJ'osarsi proprio in corrispondenza del vestibolo e dell'entrata

l()ale (l). Un'elegante iscrizione di Callisto III murata sull'abside o

J("]produce ancora la vetnsta leggenda già letta nel '400 da Pietro incisa sull'architrave della porta li.tteris anti.quis:

Haee domus est Aquilae seu Priseae virginis almae qua.'!, lupe Pnule, tuo ore vehis domino.

Ifie, Petre, divini tribuebas fereula verbi saepius hoeee loeo saerifieans domino (2).

}\:fa la grande casa romana (parte delle terme Surane?) con

ml:1treo venuti oggi alla luce suggeriscono che fino ben tardi non

(i:pli luogo consacrato al culto del vero dio; che perciò la do recclesia di Aquila e Priscilla e il luogo dei primi lninisteri di S. :um Ronla, se ancora si può trovare, è da ricercare altrove.

. (1) La prima menzione del titulus PriscCl€ è fFa i sottoscrittori del mano del 499 e in un'iscrizione funeraria di poco anteriore (Silvagni Inscr.

.5153). Per alcune congetture che tendono a riportare le origini della chiesa llùrucora del sec. IV, vedi DE ROSSI Bull. di arch. cristo 1867 p. 46 sego J. P. Romische Titelkirchen p. 101 segg. MARUCCHI Eglises de Rome Roma 1909 I~egg_ I CARINI Sul titolo pTesbiterale di S. Prisca Roma 1895.

(2) DE ROSSI Inscr. christ. II 443, 165. Il Pau.le lupe non' è corruzione del <Come !Spesso si crede, ma allusione al Beniamin lupus rapax . della Gen. 49,

1P'lIIdri spe·sso applicato a S. Paolo. Vedi specialmente ARÀTORE Act. Apost. II 485

RIVISr-fA DELLi\ STAMPi\

UNA BUONA PUBBLICAZIONE PER RAGAZZI

Ministro della cultura popolare, jn data 18 novembre 1938, Ct()l ..

va a tutti gli editori di giornali per ragazzi, convocati apposi­, le seguenti preziose direttive: (C La stampa per i ragazzi dovrà

assolvere una funzione educativa .... L'avventura avrà la , purchè sia audace e sana, ripudiando tutto ciò che vi è neUer

criminali, paradossali, tenebrose e moralmente equivoche che tanta parte della stampa per ragazzi ».

tale affermazione, nlentre si ammetteva esp~icjtamente che Ultléll

stampa giovanile non era del tutto sanamente educativa, nOItll.

di porre in rilievo come il problema soHevato dalla produ­

aria e giornalistica, destinata agli adolescenti, era di tale nat­

richiedere una pronta soluzione, dettata da quel senso acuto dii. Lloa.1.1J..l~LCl', necessario quando si tratta dell'educazione della tenera

ancora inesperta.

da queste considerazioni e direttive, anche i cattolici ctove­

assare dal campo teorico a quello pratico, senza più accontentarsi

consigli precauzionali. In realtà non erano mancati nel

educatori ed apostoli, i quali avevano cercato di opporre gio:t ..

giornalino, colore a colore, immagini a immagini. Ma la cerchia

di questi tentativi era rimasta troppo ristretta, sopratutt<o)

tali iniziative tradivano facilmente lo sforzo e quindi non riu·

a suscitare una larga simpatia nei minuscoli lettori.

Cattolica si è messa, invece all'opera e, forte della unione

e dell'appoggio morale di tutti i suoi iscritti, superando non

difficoltà tecniche, ha creato un periodico caratteristico per l'a-

alla consegna espressa nel nome datogli,

te il suo cammino da trionfatore, a causa della sua perle­

e della genialità delle sue trovate. Prova della perfezione

è la vasta tiratura, alla quale è asceso in breve tratto di tempo! che esso venga ricercato non soltanto in Italia, ma ancora in

. che già lo riproducono o integralmente o lo inseriscono fra

accreditate e antiche loro pubblicazioni di questo genere.

ad esempio, in Olanda una importante casa editrice si è assi·