Ferraresi sdt 21 22 10 2016

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Un percorso della neoruralità verso sistemi socioeconomici territoriali locali Per una nuova geografia dei luoghi

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Un percorso della neoruralità verso sistemi socioeconomici territoriali locali

Per una nuova geografia dei luoghi

L’Osservatorio dei Territorialisti/e di Milano (OSTEMI)

• OSTEMI dalla sua formazione nel marzo ‘15 (presentazione locale dei due primi numeri della rivista SdT sul “Ritorno alla terra”) si è proposto come un “luogo comune interattivo” tra ricerca territorialista e le esperienze di neoruralità contadina dell’area milanese/lombarda.

• Questo lavoro comune si è sviluppato sino a dar luogo al seminario del 19/02/16 a Cascina Cuccagna a Milano: “Produrre e scambiare valore territoriale tra Contadini e Complici: dopo le esperienze pioniere dare struttura e corpo territoriale alle filiere della agricoltura contadina”.

• Si è cosi delineato un obiettivo condiviso in questa relazione, di natura strutturale, che nutre le diverse esperienze e che in più le induce ad operare in comune, per appunto “…dare struttura e corpo territoriale…” alla neoruralità contadina ed al rapporto coi loro referenti sociali.

Dal seminario al “Laboratorio territoriale plurimo e interattivo”

• un “Laboratorio territoriale plurimo e interattivo” basato su un “patto” sottoscritto dagli attori di quelle esperienze che si sono incrociate nel seminario e nel percorso precedente

• un “laboratorio tra laboratori” che “in autonomia” sviluppano i propri diversi percorsi attorno all’obbiettivo condiviso suddetto ma impegnandosi reciprocamente a comunicare ed interagire in quell’ambiente comune che è il laboratorio

• il documento/ patto è sottoscritto da più di 30 soggetti che si impegnano (o vogliono essere interessati ) alla interazione tra questi diversi processi/laboratori in cui operano.

Una nuova geografia del locale nella mappa delle pratiche neorurali e territoriali

• Nell’incontro dedicato a dare il via alla attivazione pratica del “Laboratorio plurimo“ viene prodotta una mappa della loro localizzazione sul territorio, su una cartografia paesistica a scala regionale

• Questa prima mappa è un elemento sempre più rilevante di riferimento: vi si leggono i segni in evoluzione di una strategica “geografia del locale” alternativa alla dominante “geografia dei flussi globali”

• Nella attivazione del laboratorio plurimo questa “mappatura” di processi neorurali viene assunta come un passaggio essenziale del riconoscere, rappresentare, comunicare la loro capacità di costruire il locale e di connettersi in sistemi territoriali vasti

La mappa come incontro di saperi esperienziale ed ”esperto”

• Cogliere e riesprimere i caratteri propri di quei processi neorurali in campo:– forme economiche, produzioni contadine, struttura delle loro filiere,

forme sociali e civili, – processi di valorizzazione di patrimoni territoriali nei contesti specifici

nella loro complessità locale.– una azione non può che essere prodotta direttamente attorno al tavolo

dagli operatori territoriali (contadini e complici sociali) nei luoghi e nelle filiere) che esprimono

• Un sapere esperienziale che forma la base prima di un prezioso archivio di schede sui processi vivi in campo. – si ritiene che questo materiale vivo, proprio per rimanere vivo e

comunicante, operabile in tempo reale, sia trattato in una piattaforma informatica (disponibile nel laboratorio plurimo) inteso come un servizio in mano a questi soggetti in campo.

La mappa come incontro di saperi esperienziale ed ”esperto”

• Collocare e rileggere le esperienze nella relazione interattiva con i sistemi ambientali e insediativi del contesto territoriale vasto dell’area milanese e lombarda cogliendo come tali socioeconomie neorurali posso costruire un“locale di ordine superiore” o altre forme rilevanti di sviluppo locale per nodi e reti, o processi di scambio di “valore territoriale”

– la base di sfondo che accoglie e interrela i processi neorurali deve essere una cartografia regionale di natura “non funzionalista” ma “valoriale”

– che si esprima in un linguaggio dialogante con la qualità locale di quei processi ; e non può essere che proposta e gestita in prima istanza da chi esprima un sapere disciplinare proprio di processi di ricerca o di piano e progetto

La mappa: una interpretazione per il progetto

• La mappatura che si va formando in questi termini assumerà un carattere proattivo, non solo descrittivo/interpretativo, per affrontare elementi di realizzazione della ‘ bioregione agrourbana ’ , definendo coralmente temi emergenti di quello scenario:

– la nuova centralità (che rovesci quella metropolitana) delle “aree interne”, ex marginali e periferiche che esprimono valore identitario

– la costruzione delle relazioni di queste e altre aree di “locale denso” con la domanda urbana dei beni di qualità locale e ambientale che producono

– l’introdurre la biodiversità (“l’invasione del locale”) nelle piane dell’agricoltura estensiva e della urbanizzazione diffusa.

Consapevolezza e Comunicazione

• Questa mappatura costituisce uno strumento di avvio della pratica della relazioni sistematiche tra chi opera in ”laboratori plurimi”, in un incontro senza intermediazione tra chi esprime i saperi esperienziali e disciplinari, costruendo

– un codice linguistico comune (meticcio)

– una comunicazione “esterna” con ulteriori soggetti potenziali dello scambio di questa coscienza ed esperienza locale e del valore territoriale