Ferdinand de Saussure Corso Di Linguistica Generale

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Saussure

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  • Ferdinand de Saussure nasce a Ginevra, nel 1851,e studia a Lipsia. A vent'anni 'SCrive i'l, Mmoiresur les voyelles che gli vaie una fama interna-zionale. A 22 anni la Sorbona gli offre la primacattedra di grammatica comparativa. Nel 1891rItorna a Ginevra, dove insegner fino alla morte(1913). Il Cours, Il libro di linguistica generale.al quale Saussure aveva pensato e' lavorato du-rante i 'lunghi anni di silenzio seguiti all'eso'rdioprecoce, non fu completato. Nei'la forma attualeesso la ricostruzione, opera di Bally e Seche-haye, dei corsi ginevrini fra il 1906 e il 1911.

    lire millenovecento

    Ferdinand de Saussure

    CORSODI LINGUISTICA GENERALE

    Introduzione. traduzione e commenrodi Tullio De Mauto

    Titolo origillaleCOIITS d~ Iil1l.IIistiqlle l."h(Jl~

    Paris, Edieions PayoT 1922Nella Biblioteca di cultura moderna,.

    prima edizione 1967s~nda edizione 1968Nella .. Universale IO

    prima edizione rivedura 1970

    '.".. .

    Proptieti letteraria ristn'ara

    1962, Editioos Pay

  • Finito di stampare nel luglio 1970oello stabilimento d'arti grafiche Gius. Laterza & Figli, Bari

    CL 2lUI1J3-O

    I:-;Tl

  • t""i, anche la pi accreditata, _(, riguardata come ipotesi. e gni ipo-tesi, anche la pi stmnn, c Cllllsiderab come una pos_'ibile tesi, S1I-scC'ttibill' di verifica e svolginll'Ilti. Questo attc/{giamcnto ha incar-

    l' IL;lt" ne'lIn iin).{uistica Fenlinand de Sanssnre.For,l.' propri" la nativa lendl.'nia alla ric,m:a s,,",lta ai limiti del~ii. noto i: cii, ch" lo spingc fuori dai campi nei quali si erano mo>!!ii ,,,,,i avi, c l" a",-ia \"cr.>o una isciplina ancm llfiai, quale ancorain quegli anni cra la linguistica. ):ell'ambilo ' cnll "ii', si a ...",uue il compito di inaugurare la nuova disciplina nellenr,i\"t'rsit:. fran"",,!.

    .\lI'e.ordin l'reroce c intenso c'''llpren~ibilc che succedesse unadi"tC'sal,ausa

  • aspetti fonici; Whitney, Steinlhal, Paul, Finck insistono sulla ~"c~a1it dci falti lingui'itci e, con molti neogrammatici, sulla ne~'iSltdi guardare la linl'lua nel "uo c0nt""to sociale; Steinthal, sulle ormedi Humoolt, ripropone la visonc globale ei fatti lingui.itici. ~ipotrIanddbrot ed Herd,m, la "t'man_tica cnn l'Umann, l'riclo, Tricr, Lyuns, la psila tradirebbc qud ch.. es.~i hauno compi\\to per diffondere le t.,.-,ril' d('1 maestro chi si n;liicondes~c' che il C"'gni altra teoria. ].'0l'{'fa.insigne di Bally e Sech,'bare of'gi continuata da,,..m 8"ltanto dachi contribuiscc a. comprenr1ef
  • J:!!!.c volte guern. g~~~~et:0~_,:!l~_il ve~_ soltanto iII un certo senso..se. badiamo al concreto ed effettivo cont~n~to~-psi;:oigTco-.(per Diareil ternlne stesso di Sau5Surc) che guerre di "olta in ,:olt.. co'munica,ovvero al concreto atto fomi.torio con cui guerre realizzato di "oltain volta, ..'!.ogni replica ci tro\'amo dina.nzi a qualche cosa di divc>so.~~~,_dice.:.'!!o_ Q_~~e, a~'~ in lesta fanfare, sfilate gloriose, vessi.ili.9l. .s..a.TTIscgno; un altro~ un fratello morto, o una casa distrutta;von Clausewitz penser al prolllngalllcnto della politica con altrimezzi, e il soldato S
  • vello. (come Saussure ama dln-j. La dcsignarionc de; rapporti tralingua c p(1.~Qle sul versante d(,]la J"arule c 01ts. {Hjelmslev), che si presen-tano unitnriamente alla memoria, alla percezione, alla ideazione deisoggetti parlanti.

    L'organizzazione della lingua deriva anzitutto dall'iocrocio deidue principi. L'arbitrariet. all'origine del carattere oppositivo delleentit. significanti e significate; queste. non avendo una base asso-iuta, naturale, sono quel che sono soltanto in quanto delimitate dallealtre entit con esse coesistenti. La lInearit Cl invece all'origine delcarattere sintagmatico delle entita: queste, in quanto si snodanolinearmente, lungo l'asse deU" successioni, possono scomporsi insegmenti semantico-significanti di minore estensione. Oppositivit.e sintagmaticitil. sono la doppia radice di quel che Sau!l-Sure chiamava_equilibrio. e gli .,ditori, seguiti poi da )[artinet, banno chiamato economia. della lingua..J.,a Iingua,..-&.puOeoll!li

  • strutture di segni minimi. Saussure insiste con forza sul caratterepotenziaI" sulla, productivit , e, come egli dice, suna crativiW tdella lingua: il fatto che una detenninata combinazione sintagma:tlca esista ha una importanza assai minore del fatto che essa passaesitere. La modalit di produzione> di nuovi segni compl~i l'ana-logia, che la for~ creati\-a della lingua.

    Il caru.ttere sistemico' della lingua impone alla linguisticadi assumere un atteggiamento. sistematico ,: anche se si tratta didescrivere una unit minima, poich descriverla comporta. deter*minume il va/Me, nece"5ario vcderla in tutte le sue possibili asso-ciazioni oppO$itive (che noi diciamo oggi parn.d.igmatiche) ed in tuttel" sue possibilit di combinazione sintagmatica. Ossia, anche ~bbiettivo dello studio non direttam"nte il sistema, ma una sua l,arteanelli: minima, pur se'mprc neccs;;ario, S

  • tico al punto che non riusciamo nemmeno a gillStificare la base sucui constatiamo un ~ambiamento.

    Per Saussure il problema. . alla fine delle stle meditamni, abba.stam:a semplice. La. formula con cui egli lo risolve : una serie diequluioni idiosincroniche tra significazioni che divergano Il follieche divergano. ma che, tuttavia, in ciascuno stato di lingua. in cuicoesistano, siano varianti dello stesso significato e dello stes-

  • sale razionalit. ~d dcscri\'
  • Le considerazioni precedenti dovrebbero servire, tra l"a1tro" adapprofondire qoella che del resto COlllItlU"i-s. opinio: il pensierodi Saussure 5tato ed al centro di sviluppi molteplici, molti ancorasul nascere, nell'ambito delle scienze storiche ed antropologiche;e 50ltanto perch le graduatorie ripugnano sempre all'intdligenzastorica, occorre astenersi dal dire che il Cou,s tra i libri pi impor-tanti della cultura del Xovecento. Tentame una interpretazione d,-,cu-mentariamente p criticamente "alida un compito di ri!ie,",) rer lalinguistica" m,n solo per essa. E di rilievo non soltanto st/,ricu ederudito' molle volte (basti pensare a lavori Come quello, gi men_zionato, rdinand de Saussure.

    II preseute lavoro, dunque, i,,~uffidente. E a chi l'ha cOI11}'iutO)tocca solo la magra consolazione di dire che, se moltissimi putranr-orile"arne molte deficienze e lacune, ben pochi potranno farne i"ek-nLodavvero cumpleto_ La speranza dell'autore, il motivo per cui, conesitazioue, l'gli lo licenzia, e che, nonostante ogni difetto, esso po'iSill

    , ","ella prefa'ione alla recente "dili,me critica del CO"" Hudolf Er:.~]crcita soltanto tre studi che. dopo SM ('957), abbiano Ine.""o a profitto lefonti ntano!>Critte: l'articolo di A. Burg"r gi. qui ri~ordato, it saggiO) d'ungiovane e ,'alente studio", italiano, Giorgi" Derassi 1". ["elenco delle ah1>,,-~,;",.ioo;), e 1'[ntJ'O,-f",,:,,,,, "1/,, ....."~"tir,' dello SCl"-ente. A 'luedo "" di G. Lepschy ."Il'arhitrariet (ma in la"ori posteriori LepfChl'continua a non prend'ile in considerazione il p"nsiero di Saussurn aH" lucedegli ineditil e. soprattuttu. gli scritti pi re

  • mento si render conto che non sarebbe stato ragionevofe fare altri-menti, certo in qucsto e forse anche i'l altri ca.~i, Per un vocabolo,infine si addirittura rinun~iaro all'adattamento, e lo si riportatodi pe~o, in corsivo, nel testo italiano: si tratta di parole. Anche quile possibili tradu~ioni sono discusse nel commento, e anche in questocaso il traduttore spera ehe, a conti fatti, avr il ragionato assensodei lettori.

    Il testo su cui stata condotta la traduzione qucllo della stampa1962; esso tuttavia stato costantemente confront.... to con la primaedizione, riprodotta nella prima colonna dell'edizione critica del CLGdi Engler, e in nota si sono segnalate le variazioni pi signifi:ativ~_introdotte da Bally e Sechehaye uel pas.~aggio alle successive ed'ZlOm.

    All'internn della traduzione i rindi di pagina si riferiscono allanumerazione dell'impaginato italiano. In margine al testo si s'Jnoindicati i numeri ddle pagine dell'originale francese (si avverta cbela paginazione del CLG rimasta immutata a partire dalla secondaedizione, e quindi i numeri di pagina margillali si riferiscono a questao'a una qualsiasi delle stampe successive). I rinvii che si trova,:o ~ell.enotizie biografiche e critiche e nel commento del curatore SI rlfen-SCanO invoce alla paginazione del testo fraucese. l richiami numericia esponente chiusi tra parentesi quadre, nel testo della tradll~ione,rinviano alle note di commento.

    Alla base del lavoro stanno due tipi di indagine: la. lettura dei testiora in via di edizione e l'esplora~i:one di uua bibliografia molto estesae dispersa. n primo tipo di indagine non sarebbe stato possibile senza.la generosa collahorazione di Rudof Eng1er. Per suo inter\'en~o. L'~_tore Harrassowitz di \\'iesbaden {presso il quale appare ora il pnmofascicolo della edi~ione critica del Cour., e gli altri seguiranno neiprossimi mesi ed anni} sin dal 1964 mi ha consentito di vedere eutilizzare le bo~ze dell'edizione Engler. Non credo che casi del generesiano molto frequenti e molto grande quindi la mia gratitudine.

    Nel secondo tipo di indagine, come ogni altro studioso italiano,mi Sono scontrato con il caos delle nostre biblioteche e con la ridicola esiguit dei mezzi a disposizione per la ricerca e l'acquisto dilibri nei nostri istituti. Se in qualche modo il lavoro stato non dircompletato ma almeno avviato, ci dovuto all'illterv~to oort~ ~amichevole di studiosi italiani e di vari paesi. In particolare ffi1 Slconseuta di ringraziare caldamente il dr_ F. Albano Leoni (G6te-borg), i professori J. Baiasz (Budapest), E. Beuveniste (parigi), J.Cremona (Cambridge), C. De Simone (Tiibingen}, il dotto W. Dressler(Vienna), anche per ci R. Engler, il dott. Kennosouke Ezawa (Co-

    XXI!

    .lonia}, i pro!. R. Godel (Ginevra), C. Luporini (Firenze), Mlie Mat_tbe Man;ellesi (parigi), i professori L. E. Rossi (Roma) e P. Palum-bo (Palermo), la signora Inga Sfekina (Mosca), l'amico Dieter Wan-ner (Svinera).

    La Bibliothque publique et universitaire di Ginevra ha cortese-mente risposto a mie richieste circa il fondo saussuriano ch" essaconserva. Robert Godei mi ba fornito preziosi chiarimeuti, RomanJakobson ha con spirito stoico suhlto una minuta intervista su nume-J:OSe questioni saussuriane nel coT!io d'una lunga conversazione romana.

    Pi volte ho potuto discutere con Emilio Ganoni delle nozionidi sistema e di potenzialit e della parte che esse hanno nella dottrilllLsaussunana e nella 'semiologia, con Benedetto Marzullo del rapportotra analisi strutturale e ricerca filologica: di questi 1.6"'(01 &r9""'I'O\ misono liberameute avvalso, cosi come ho messo a profitto l'ormailunga consuetudine COli Giulio Lepschy e le sue acute osservazionia miei precedenti lavori che toccavano questioni saussuriane.

    Infine ringra~io gli amici Luigi Ferrara e Raffaele Simone che inihanno dato il loro aiuto nella revisione della traduzione e del com-mento.

    La lezioue ultima di Saussnre quella d'uno storicismo [it'"'lm-arill-\'1~' Ed la stessa difficile lezione che pu ricavarsi d.a.1l'opera diAntonino Pagliara il quale, quando ancura la cultura e la. linguisticaitaliana seguivano altre strade. ha insegnato, sfidando l'isolamento,che le vie della storia DOn sono necessariamente qnelle dell'intuizio-nismo e del misticismo, ma possono e devono 'eSSere quelle del pa-z.iente esercizio della :ragione, delia dimostrazione rigorosa, delloauslHken nietzscheano. Dunque Don soltanto per motivi soggettivie privati.. non soltanto prchl': un aluu';lo vorrebbe dar prova d'affettoal suo professore neli'occasioue ormai prossima del suo settantesimocompleanno, ma per motivi oggettivi, per il particnlare debito chela linguistica e gli studia Jnml

  • lXTl{Olll"ZIOXE ALl.A TERZA EI>lZIOXEE .\DDE);DA

    E5auritasi anche la secunda edizione, questa nuova, si proponeonzitutto di rendere economicamente pii! acces.~ibile questo libro.Xel testo della traduzione sono stati curretti errori di stampa e sviste;lo ste!lSO si latto nel cummento c nelle notizie. l-'oich i due anniintercorsi sono stati ricchi di contributi qui di seguito si riportanoparecchi addenda, che vanno riferiti aUe varie pagine delle notiziee delle note.

    pp. ~8.S86: documenti saussuriani: per nuol'i testi saussuriani (ohrequelli dei 4 voli. dell'ed. Englcr) cfr. qui di seguito gli addelldaa p. 314-1:; (Nib.llmgen sull'identit del simbolo), 31_~-16 (ana-grammi), 339-40 (appunti di morfologia ed. da n. ("-.odel). 346(traduzione di !t. Simone degli appunti del Il corso), 3.50 (lettereAscoli-Saussure), 390 (Irammento su lxj>ression). Altri testi sonoselezionati nel L.xique de la te",,;no/0l:ie sSti mS sanssuriani vi sono importanti osser\"uionid'indole generale: per es. in ;.15. t, 3951\/4, pp, s" di copertinae l si legge ilteslo che, per l"evidcnte interess.., si pubblica qui:

    - La [e8end~ S

  • pp. ,}l5"16; gli anagl"ammi: la questiooe uon ha cessato di solleci-tare le attenzioni soprattuttu dci critici letterari: 1- Starobinskiha continuato nella benemerita attiviL'l. di render pubbliche notedi S. in proposito, in dne articoli Les ",ols So,,"" l.s mots: kxtesinUi15 aes cal,i.,s d'anagrammes de Fe,dinand d. Sal
  • di vista generale ~ottostante al,lavoro ~h"q u i c i i n t e r e s s a. Talvolta stato nitkato - e persinorespinto in blocco - come' mentalistico ',Tuttavia, I e a r g 0_mentazioni che sOno stat" avanzate a di-fesa d,' questa valutaziune negativa del_l'orientamento saussuriano di fondo nonsembrano preo~cupanti La nootra diso.:ussione sidiscosta in due modi da una rigorosa concezione saussuriana.In primu luogo, non di~iamo nulla del lato semantico della IlItI{;;ll'ttodel problema d~i rapporti Croce-Sau>il
  • I47-53) della linguistica italiana. A dire dI'no Spitzer, dopo l'~scol~la linguistica italiana non av",-a prodotto (3 parte le teone d,Croce)-_ niente di importante e nuovo. come cm _m,vece a~venutoin Russia con Trubcckoj l! Jakobson. in 'Francr.l con 5~ussurel." Meillet ccc. Croce dta le parole dello Spitzer e. um esse, li nOfil'd; Saussure (Pagine sparso. vol. II, Bari ,,)~. p. .19~J. .

    S . pens" al fatto che nella biblioteca dI CIuee (come nsultad

    . e s'accertamento cortesemente s,'oltuvi nel 10;167 dal dottoa un . '_\"\ s' sarebbe

    Piero (raveri) il CLG parrebbe non esser mal es'" I D. -,tentati di escludere che il passo crociano rnmment:\t~' dal nostro

    .. .. ''10 E tutta,:,a il n~SSO esiste (ed e stato rcpe-Plsam sIa mal eSlS . ....rito da un valente studioso belga, M. Dene;0"0 oprons a..cc SauSliUr-c un...

    alle paglOe lOtrodutt"e.. ' . -. g. "." "l d'une part et c ang ,distindion S, h la l' ua non" aluo che un .n.' ,~I,on's,sitll. pervenuto alla conseguenza c e Ing .. .. . h lafoggiato dai grammatici, e ~he so"" realtll. ""no gh met,,,dul c e par no

    " ~'Tt'ano inccssantem,'ntc parole .. linguaggi". .... questo 'n.' ,

  • giovani la lezione di Saussu..e (e HjelTIls1e") stenti ad andareperduta: cfr. la 1nJmd"zirme di F, Antinu~d (pp. \"Il-XXXI) .01N. Chomsky. Le sl...II..,e della sintassi. Hari 1
  • de dpendance. Saus~ure tait d'ailleurs trs scrupuleux ~lIr Cepoint: il n'a pas revendiqu la priorite pour la dcOllverte. qu'ilavait fait a\'ant Brugman. de' la na~ale 'sonante, il a "ouventreconnu sa dette l'gnrd du linguiste amricain W. D. Whitner,et marque une l'stime particulire pour les linguistes de l'colede Kazan, Bam\ouin de Cnurtenay l'l Kruszewski., In verit,piu che da presunti. feticismi _. la questione delle. funti. diSaussore pare viziata dal credere che I"ori[':inalit di Sau~surestia nel1'enunc.iazione di questu " quel particolare punto di vista,un credere che non certo da condividere. Sao"sure ~tessu, nellaconversazione con \{iedlinger d..! 19I.T9Q9 qui riportala (p. 320),autorizza a rifiutarlo dkendu: La thorie rloit tre un ~~'Stme'lussi serr que la langue. La est le point difficile, car ce n'estrien de po,er il la ~uite l'une de l'autrc des affirmations, des \'ue~sur la langne: le tuut est le cuord')nner l'n sys-t m e.. Ancora una volta dobbiamo al fine spirito meditativo diR. Godel aver sce\'erat ed e'pre~so mel';lio di tutti il senso, ilmovimento profondo d..! pensiero di Sau~sure: .On est en droitde parler d'une linguistique saussurienne. Si cette linguistiques'insre dans un courant d'ide' dout Whitne)' et Winteler sontle.' premiers tmuins, elle n'est pas moins uriginale. Plus quetout autre, Saussure a eu le souci d'approfondir les problmes,de dgager l.,,; principes d 'one vritable sdence du lhgage, nonsubordonne la psychologie n; bome l'tude historique, etd'ordonner 'ces princip,," l'n une axiomatique rigoureuse. Cesproccupatioas sont ce)les d'un ""prit philosophique ....

    p. 350: Ascoli.Saussure. per i rapporti per,onali tra i due cfr. letre lettere di Saus,ure a Ascoli, e la lettera di Ascoli a Saussure,datate 15.10.1894, 23.10.1894, 14..1.1895 e. prob" dicembre 1894,originate dal congresso degli orientalisti di Ginevra, di cui S. fusegretario (p. 313), e accumpagnanti un cortese scambio di ri-tratti cfr. D. Gazdaru, Co...sfJotukncia Fd,S.-G.T.A" in Con-trol'e,sias ~' docume"tos lingUisticos, La Plata 1967, pp. 179--94.Tra le carte De Gubematis nella H. Xaz. di Filenze A, Proooo_cimi segnala cortesemente una Lettera di G. L Ascoli al ne Gu-bernatis, dd 1.1.8,1894, in cui si le'l'ge:. n 26 san', a :\lilano, dondevi risctiver, ma temo di non poter ~ungcre a Ginevra se non il3. Il [segreto De (aggi .."la SOl'Mpposta): Sau,surc mi scrive,eSSer probabile, ma non sicura, la costituzione dclla sezione lin-guistica, e' la lingua italiana esser tra le officiali del Congresso,ma che in fondo gradiranno se parleremo in tedesco (, in fran-

    XXXI\'

    cese. Risponde cosi. e con molta affezione, alle interrogazioniche io aveva avventurato, senza sapere a qual persona mi do-vessi ri\olgere. t egli lo stesso [De (aggiunlall Sau,sure cheinsegna a Parigi? '. slentre A. sembra aver conusciuto S. solonel 1894, S, conosceva per fama e ammirava il liuguista italianosin dai tempi del JUmoi,.

    pp. 361-62: il catalogo della biblioteca di Saussure non cO,ntienel'elenc~ di tutti i libri effettivamente posseduti da Saus,surc Crestati in possesso della biblioteca di Ginevra; come cortesementemi informa R. Gode!, alcuni libri (r~anti il timbro della biblio-teca di Saussure) sono pas..ati nella bibliuteca di Ch. Bally econ altri libri di Bally sono poi entrati nel patrimoniu dellabiblioteca universitaria di Ginevra: sarebbe quindi utile unapiccola ricerca che appurasse quali sono i vnlumi in questa si-tuazione, in modo da integrare quanto sappiamo dal catalogodel fondo Saussure e ricostruire megliu la fisionomia della bi-blioteca Saussure; la questione particolarmente rilevante perla Sp,och,,:issew;du.ft di Gabelentz: l'edizione del 1891 (colloca-zione FL 12076) fu effettivamente pooseduta da Saussure, epass poi tra i libri di Ballr.

    pp. 379-80, n. 40: molii e objet: un dotto Bcrke \'ardar, di lstanbul,in una irritata lettera alla I Quinzaine littraire. n. 57. 16-30setto 1968, purtroppo senza conoscere gli argomenti a so~tegnodell'interpretazione qui propo~ta, ma conoscendone solo la sche-matiea conclusione (attraverso un'intervista della stessa I Quin-zaine. n. 51, 15-31 maggio 1(68). rifiuta l'intt'rpreta.lione stessa;a suo avviso occorre senl..a dubbio. restitoer ce temlt' :o"jell.50n SellS moins rvolutionnaire. qui a eu cours jusqu'il nosjoulS panni tous ceux qui ont etudi lt' fondateur de la lingui-stique moderne., col ri~ultato di vedere in Saussure uno studiosoesclusivista, privo d'interesse per tutte le manifestazioni lingui-stiche che non siano il sistema linguistico, e, naturalmente, unostudioso che si contraddice, S

  • p. 16 dell'estratto, R. GodeI. ThloYie de la phrast. in l.a si...tassi.Alti del Hl wlII'egllo del/a S'ocieli! di Lillguistica lIalia...a. Roma1970. pp. 11-41. a p. 48. n. l5.

    pp. 385-89, n. 65' la collocazione formale del principio dell'aybitYaiyedu s;/ine: secondo G. )Iouoin. Saussure ou le slrueluralisle sansI. sa,o;,. Parigi 1968. p. 5l l'interpretazione che questo commentod. del CLG a bien montr que la thorie du signe commandela notinn d.. systme (Corso. pp. 333-334) qui commande celled'Hat de langue. donc celle de- syncronie et de diachroni".;anche R. Engler. re

  • dence of mv conception and t..rm pbonulog~' (then accepterlb" Truhet.koy aod PTague Circle) [rom Secbchay.,'s P''';:Mmmrci mil/lOdrs, see my revie", ,,{ van \\ijk's PI",nol0I:.1, n'printedin my Sll', '01. l .

    pp. 440-4~ o. ~.ll: senso. si;:nific"dollc l' ."p'i/ir"t.>: C. l)l'rcabol" siK"'ficar", Xl' cuosegne ch,..come quando nui intendiam" rifcrirci geu..ricanwnte al "ah'n'.alla fun.ione d'una co.a, d'un faUo, n a un qU

  • l. SflUSSurt

    conso DI UXGt"lSnc.-\ GfSERALE

  • PREFAZIO:\E ALLA PRL\fA EDIZIO:\E

    Assai spesso abbiamo sentito deplorare da Ferdinand de Saus-sure l'insufficienza dci principi l> d."i mdodi che ~ratterizzavano lalinguistica entro cui il suo genio cre"",iuto, e per tutta la vita egliha ostinatamente cercato le leggi direttrici capaci di urientare il suopensiero in qUl!Sto caos l'l: Soltanto nel '906, raccugliendo la succ",;.-sion" di Joseph Werllieimer {'I all'Univen;it di Ginevra, Saussurepot fare conoscere le idee personali che aveva maturato dumntemolti anni. Sulla linguistiffi genl>rale egli fente diminuita l'l.

    Tutti coloro cbe hanno avuto il privilegio di seguire un insegna-mento tanto fe

  • ,naml de Sao"ore "",gnano ona tappa brillante non .meno di quella,l:i1l. l"nl",na, della pubblica?i"ne dd .M4m(li~e 5'" les .'oyclles ['l,

    Bisognava dunque ricorrere alle note prese dagli studenti nelcorso delle tre S. forse. mcorreremo in Ilna 'lol'pia "ritira....nz'tutto c, si pntr';' di ch - ,- , .l'in. re e qllesto 'InS,,,me. " incomplt:ttt'

    "l'goamento del maestro no,l ha mai a,uw h 1""'1-' ,. ,. , 'tutt I - d ' . "'" , , a 'Tnn arc

    e e partI ella hngnistica. n" di "mieltar" su ",', ,alttt ' ,. "lIl1aUcere anta, ,''''a; matllrialmcnte, egli nun 111 pl1t""a l'Ire I -

    preOCcupaZlOne. d'altronde era tntta d', ,. , ,.a suainci - f _. ,l\eTsa. ~,U1uatu da ,dclmi" P' fundamentall, personali, che si tmvaoo dm'ulllpl" m'Ila SU'I.opera e armano la trama di questo less , 'd " . , ,

    ,. h . . u o "oh U c m~lC'mc ,'"ri-lill

    eg l a lavorato m proronditi! - ~ ,.,.. ' .'f-' , _, e SI" I luw in sllperfi~i" ,emant'ca Il') ~o' nOI 1b .1 ' ., l a, lama l'lmp''''''siolle che hliaCUne nuocciano alla compk.... iva architettura J;.... ,. '.lin'.ni ,. d" ., . a,,;enza , ulla

    ,,_ ~ ,ea e a !>",ole. si fa sentire d' " Qagli uditori del te . , '1'1\" Il,,,,tu studio. J'rom{'s,u

    , . _ Tlo corso, a,rebhe a"utu senza dubbio Un .stod onore nel cors, successivi 1"1' e si sa t be 1".promessa no ha t t _.' . . roppo 11e pefl'h '1IIe,;t..,racco,t n, po U o C;;Ser mantenuta_ ;';-"i ,i ~ialllO limi lati a

    lere e a mettere al loro f'O" , , 'd' o

  • pii! definitiva; ma, a parte il fatto che in questa parte \"i sono parechiT'arti~olari originali e pretiosi, una lettura anche superficiale m"'"strer cii, che la sua soppre!\sione comporterebbe. per contrasto. nellacomprensione dei principi su l'ui F. de Sa"ssure fonda il suo sistema'li linguistica statica.

    Xoi avvertiamo tutta la responsabilit che ci assumiamo diTI fronte alla critica, di frunte all'autore stesso, che forse non a\Tebbe

    autoriuato la pubblicMione di queste pagine [III.Accettiamo qnesta re;;ponsabilit per intero. e vogliamo essere

    M,li a portada. La critica sapr distinguere tra il maestro e i suoiinterpreti I 't'ui le saremo grati se diriger su noi i suoi culpi, di cuisarebbe ingiusto gra\"are una memo,ia che ci Cara.

    Ch. Ba1~I', Alb. Suhelmye

    PREVAZIO:.;E ALI.A SE'DA EDlZIQ~E

    Que!ita seconda orlitione non apporta alcun cambiamento essen-tiale al testo della prima. Gli editori si sono limitati a tahmi cam-'hiarnenti di dettagliol"l destillati a rendere in certi punti la redazione'piil chiara Il piil preci~a.

    CII. B . Alb. S.

    PREF"ZIO;

  • S(~L\]~IlO ,1.1.1..\ STOl/l.-\ IH~I.L.-\ I.IXC\"ISTlC\ {lOJ

    La scienza che s fonnata intorno ai fatti di lingua (2ll] pas- 13sata per tre fasi successive prima di riconoscere quaJe il suo veroed unico oggetto (1I.l)

    .Si cominciato a fare ci che si chiamava la _grammatica ,.Questo studio. inaugurato dai greci. l'ontinuato principalmentedai francesi, fondato sulla logica ed privo d'ogui visionc scien-tifica edisinteressata circa la lingua stessa; esso bada unicamentea fornire delle regole per distinguere le forme corrette dalle formenon corrette; una disciplina nonnativa assai lontana dall'os-servazione pura ed il suo punto di vista necessariamente ri-stretto (U).

    Successivamente apparve la filologia. Esisteva W ad Ales-sandria una scuola, filolflgica '. ma questo termine legato so...prattutto al movimento scil'ntilico che, creato da Friedrich AugustWolf a partire dal 1777, si sviluppa ancora sotto i nostri occhi (23 1.La lingua non J'unko oggett della filologia, che vuole anzituttofissare, interpretare, commentaw i testi; questo primo studio laconduce a occuparsi aJtresl dell;t storia letteraria, dei costumi,delle istituzioni eCc. l"); in ogni campo essa lLSa del suo metudopeculiare. che la critica. Se affronta le questioni linguistiche, 'l'' soprattutto per confnlOtare testi di dh'crse epochl'. detenninarela lingua caratteristica per dascun autore, decifrare e interpre-tare iscrizioni redatte in una lingua an-aica o oscura. Senza dubbiuqueste ricerche hanno prepar.tu la linguistica storica: i la\"Ori diRitschl su Plauto po~O}no e'Ser chiamati lingoi tiei (261; ma, inquesto dominio, la critica liIuln/-:ka in difetto ~u un punt,,: essa

  • "si dedica troppo serviimente alla lingua scritta e dimentica lalingua viva; d'altronde l'antichi~ greca e latina che l'assorbequasi completamente.

    Il terzo periodo cominci allorcM si scopri che si potevanocomparare le lingue tra loro. Cosi ebbe origine la filologia compara-tiva {) ~ gramma.tica comparata ... Nel 1816. in un'opera intitolataSistema della Cimiugazioue del sallscl'ilo, Franz Bopp studia i rap-porti che uniscono il sanscrito col germanico, il greco, il latinoecC. t"l. Bopp non era il primo a constatare lali affinit e ad am-mettere

  • Ma questa scuola, che ha avuto il merito incontestabile diaprire un campo nuovo e fecundo, non pervenuta a costituire lavera scienz... linguistica. Essa nOI1 s' 'tnai preoccupata dj determi-nare la natura del suo oggetto di studio Ora, senza questa opera-zione c1ementare, una scienza incapace di crearsi un metodo,

    11 primo errore, contenentei:n germe tutti gli altri. che lagrammatica comparata, nellesoo--indagini, limitate d'altronde allelingue indoeuropee, non si mai chiesta che cosa volessero dire iconfronti che essa faceva, che cosa significassero i rapporti chescopriva, Essa fu csc1u.

  • grammatica comparata l, Tuttavia, per quanto grandi siano i ser.-vizi resi da questa scuola, non pu dirsi che essa abbia lumeggiatol'insieme della questione, e ancor oggi i problemi fondamentalidella linguistica generale attendono una soluzione.

    ,

    l La nU

  • mentre il linguaggio fatto soCiale. Ma bisogner allora incorpo-rare la linguistica nella sociologia? Quali relazioni esistono tra lalinguistica e la psicologia sociale? In fondo, tutto psicologiconella lingua. comprese le sue manifestazioni materiali e mecca-niche, come i mutamenti di suono; e, poich la. linguistica for-nisce alla psicologia sociale doc\1menti cos preziosi, non dovrfar corpo con essa? Tutti problemi, questi, che qui sfioriamosoltanto e che riprenderemo pi oltre.

    I rapporti della linguistica con la fisiologia non sono invececosi difficili da determinare: la. relazione unilaterale, nel sensoche lo studio delle lingue richiede chiarimenti alla fisiologia deisuoni, senza per fornirgliene alcuno. In ogni caso, la confusionetra le due scienze i: impossibile: l'essenziale della lingua, comevedremo, estraneo al carattere fonico del segno linguistt.flIl.5].

    Quanto alla filologia, siamo gi d'accordo: essa nettamentedistinta dalla linguistica, malgrado i punti di contatto e il mutuoaiuto che le due scienze posSono darsi.

    Quale infine l'utilit della linguistica? Pochissime personehanno in proposito idee chiare; e non questo il luogo per fissarle.Ma evidente che, per esempio, le questioni linguistiche interes-sano tutti quelli che, siano storici o filologi ecc., devono maneg-giare testi. Anche pi evidente !'importanza della linguisticaper la cultura generale: nella vita degli individui e delle societil lnguaggio un fatlore pi importante di ogni altro. Sarebbeinammissibile che il suo studio restasse faccenda privata di qual-~~ che specialista; in effetti, tutti se ne occupano poco o molto;

    ma _ conseguenza paradossale proprio dell'interesse che vi siannette - non v' dominio nel quale siano germinati pi pregiu-dizi, pi idee assurde. pi fantasie e invenzioni. Dal punto divista psicologico. tali errori non sono da trascurare; ma il compitI')della linguistica anzitutto quello di denunziarli e di dissiparlicompletamente per quanto possibile.

    16

    C"piI"'" III

    O{;GETTO IlEJ.L\ I.l:"GI ISTICA

    I. La lillglla: S/la definizione [1$].

    Quale l'oggetto 11'1 a un tempo integrale e concreto della 23linguistica? La questione, come vedremo pi oltre, particolar~mente difficile; qui limitiamoci a far sperimentare tale difficolt.

    Altre scienze operano su oggetti dati in partenza, i quali pos-sono poi venir considerati da diversi punti di vista; nel dominioche ci interessa non vi nulla di simile. Si pronunci la parolaI/udo: un osservatore superficiale sar tentato di vedervi un og_getto linguistico concreto; ma un esame pi attento vi far scor.gere in seguito tre o quattro cose perfettamente diverse, a secondadi come la si considera: come suono, come espressione di un'idea,come corrispondente del latino n1ldum ecc. L'oggetto stesso, lungtdal pren'dere il punto di vista, si direbbe creato dal punto divista, e d'altra parte niente ci dice a priori che uno dei modi diconsiderare i fatti in questione sia anteriore o superiore agli altri.

    Inoltre, qualunque sia :il punto di \'ista adottato, il fenomenolinguistico presenta eternamente due facce [.la] che si corrispon-dono e delle quali l'Una non vale che in virt dell'altra. Eccoqualche esempio.

    I. Le sillabe che si articolano sono impressioni acustiche per-cepite dall'orecchio, ma i suoni non esisterebbero senza gli organivocali; cos una 11 esiste solo per la corrispondenza dei due =4aspetti. Non dunque possibile ridurre la lingua al suono, n Idistaccare il suono dall'articolazione boccale; reciprocamente, imovimenti degli organi vocali non sono definibili se si fa astra-..-lzione dall'impressione acustica (v. p. 53 sg.).

    17

  • 2. Ma ammettiamo anche che il suono sia una cosa semplice: forse il suono che fa il linguaggio? No, il suono soltanto unostrumento del pensiero e non esiste per se stesso. Sorge qui unanuova corrispondenza piena di pericoli: il suono, unit complessaacustico-vocale, forma a sua volta con l'idea una unit complessa,fisiologica e mentale. E non ancora tutto.

    3. lllinguaggiu ha un lato individuale e un lato sociale, Il nonsi pu concepire l'uno senza l'altro.

    4. Inoltre, in ogni istante il linguaggio implica sia un sistemastabile sia una evoluzione; in ogni momento una istituzioneattuale ed un prodotto del passato. A prima vista sembra moltosemplice distinguere tra il sistema e la sua storia, tra ci che esso e ci r:he stato: in realt il rapporto che unise queste due cose cos stretto che faticoso separarle. Il problema sarebbe forse pisemplice se il fenomeno linguistico venisse considerato nelle sueorigini, e cio se, ad esempio, si cominciasse con lo studiare illinguaggio infantile? [4~1 No, perch un'idea completamente falsacredere che in materia di linguaggio il problema delle originidifferisca da quello delle condh:ioni pennanenti (~J; non si escedunque dal circolo.

    Cos, da qualunque lato si affronti il problema, da nessunoci si presenta l'oggetto integrale della linguistica: dovunque ciimbattiamo in questo dilemma: o noi ci dedichiamo a un soloaspetto 'd'ogni problema, rischiando di non percepire le dualitsegnalate pi su: oppure, se studiamo illingnaggio sotto parecchiaspetti in uno stesso momento, l'oggetto della linguistica ci ap-pare un ammasso confuso di -cose eteroclite senza legame reci-proco. Appunto procedendo in tal modo si apre la porta a parec-chie altre scienze - alla psicologia, all'antropologia, alla gramma-

    25 tica nonnativa, alla filologia ecc. - che noi separiamo nettamentedalla linguistica, ma che, col favore d'un metodo poco corretto,potrebbero rivendicare il linguaggio come uno dei loro oggetti [Ul.

    A nostro avviso, non vi che una soluzione a tutte questedifficolt; OGCOl'T~ /HJI'si immediaJamenie sul ieTuno ddJa linguae pu1UkTla pc, 1I0"1Ia di tuJk k alb-e lItanifestazioni .w lingllaggio.In effetti, tra tante dualit, soltanto la lingua sembra suscetti- :bile di una definizione autonoma e fornisce un punto d'appoggio ,_soddisfacente per lo spirito.

    18

    ,!

    Ma che cos' la lingua? (52J Per noi, essa non si confonde collin-guaggioli3J; essa non ne che una detenniriatapar:te, quantunque, vero, essenziale. E:iSa al tempo stesso un prodotto sociale dellafacolt del linguaggio ed un insieme di convenzioni necessarie,adottate dal corpo sociale per consentire l'esercizio di questafacolt negli individui. Preso nella sua totalit, il lingua,ggio multiforme ed eteroclito: a cavallo di parecchi campi, nello stessotempo fisico, fisiologico, psichko, esso appartiene anche al dominioindividuale e al dominio sociale; non si lascia classificare in alcunacategoria di fatti umani, poich non si sa come l'nucleare la suaunit.

    La lingua, al l'ontrario, in s una totalit e un principio diclassificazione. Dal momento iu cui le assegnamo il primo postotra i fatti di linguaggio, intmduciamo un ordine naturale in uninsieme che non si presta ad altra classificazione.

    A questo principio di classificazione si potrebbe obiettare chel'esercizio del linguaggio poggia su una facolt che ci deriva dall",natura, mentre la lingua alcunch d'acquisito e convenzionale,che dovrebbe esser subordinato all'istinto naturale invece d'averela precedenza su questo.

    Ecco che cosa si pu rispondere.Anzitutto, non provato che la funzione del linguaggio, quale

    si manifesta quando noi parliamo, sia interamente naturale, nelsenso che il nostrO apparato vocale sia fatto per parlare comele nostre gambe per camminare [Wl. I linguisti sono lontani 2ldall'esser d'accordo su questo punto. Per \Vhitney, che assimilala lingua a un'istituzione sociale alla pari di qualunque altra, per caso, per semplici ragioni-di comodit, che ad~periamo l'ap-parato vocale come strumento della lingua: gli uomini avrebberopotuto scegliere altrettanto bene il gesto e adoperare inunaginivisive anzich immagini acustiche [~l. Questa tesi senza dubbiotroppo rigida. La lingua non un'istituzione sociale somigliantein tutto alle altre (v. p. 12 sg. e 94 sg.); inoltre Whitney vatroppo oltre quando dice che la nostra scelta caduta per casosugli organi vocali; in certo modo, queSti ci sono stati impostidalla natura. Ma sul punto essenziale il linguista americano cisembra aver ragione: la lingua una convenzione, e la naturadel segno sul quale si conviene indifferente. Il problema dcl-

    IO

  • 2. Posto tidla lingua tra i falli di lingll4ggio {SOl.

    l Per trovare nell'insieme del linguaggio la sfera che corrispondealla lingua, occorre collocarsi dinanzi all'atto individuale dm per-mette di ricostituire il circuito delle parole l'''J. Questo atto pre-

    ~uppone almeno due individui, il minimo esigibile perch il cir-cuito sia completo. Siano dunque due persone che discorrono:

    Il punto di partenza del circuitu nel cervello di unu dei due 2Sindividui, per esempio A, in cui i fgtti di ell~Cie"lllo, che no chia-meremo contetti, si trovano assodati_ u, compresa la. scrittura, e queste consta-tazioni, congiunte alle osservazioni fatte sulle diverse forme di

    27 afa-sia dovute a lesione dei centri di 10calizzaziofLe, sembranoindicare: l. che i vari disturbi del linguaggio orale sono in centomodi intrecciati a queUi del linguaggio scritto: 2. che in tutti icasi di afasia e di agralia ci che viene colpito non tanto la fa-colt di proferire questo o quel suono o di trad:iare questo o quelsegno quanto la facolt di evocare con un qualsiasi strumento isegni d'un linguaggio regolare. Tutto d ci induce a credere che aldi sotto del funzionamento dei diversi organi esiste una facoltpi generale, quella che comanda ai segni e che sarebbe la facoltlinguistica per eccellenza. Per tal via torniamo alla stessa conclu-sione di prima.

    Per attribuire alla lingua il primo posto nello studio del lin-guaggio, si pu infine fare valere questo argomento, cne la facolt- naturale o no - di articolare pa,ok:; [&I] non si esercita se nonmerc lo strumento creato e fornito dalla collettivit: non dunquechimerico dire cne la lingua che fa l'unit del linguaggio.

    20 Z1

  • ~..QUl.'sta analisi non prdende di eJi5eT completa: si potrebbero

    distinguere anC'Jf

  • la pa,ole, al contmrio, un atto individuale di volonta t' diintelligenza, nel quale conviene distinguere: 1. Il' combinazioni

    3'; con cui il soggetto parlante utilina il codice [II) della lingua invista dell'espre~ione del proprio pensiero personale: 2. il mec-canismo psico-fisieo che gli permette di eskrnare tali combi-nazioni [17],

    da notare dw noi abbiam{l definitu delle cose e n"n deivocaboli. Le distinzioni stabilite non hanno dunque niente da te-mere per taluni termini ambigui che non coincidono pas..;.andoda nna lingua all'altra, Per esempio, in tedesco Sp'ache vuoI dire

    ~ lingua o e ~ linguaggio ~: ReJe corrisponde a un di presso a pa'ole~, ma assomma il senso speciale di discorso . In latinosenno significa piuttosto linguaggio e pa,ole., mentre linguaequivale a + lingua., e cosi via, Nessun vocabolo corrisponde conesattezza a quaJcuna delle nozioni precisate pi su; ecco perchogni definizione fatta a proposito d'una parola vana: e un cat-tivo metodo partire dalle parole per definire le cose {nl.

    Ricapitoliamo dunque i caratteri delia lingua,'l:. un oggetto ben delinito nell'insieme eteroclito dei

    fatti di linguaggio, La si pun la ';l'rttllra, l'alfaiJ,'tn tI"i s"nlmllllti, iriti simholici, It, f"rm" di ... 'r!l'sia. i ",'gn"li militari ",.,', et't'. Es.~i, seml'lin'mt'ntc il l'iii imp"rtanle di tali sistemi P"I,

    25

  • Si pu dunque concepire Wla scienza du.sludiilla.lIild. dei. st{!.l1tul quadro ddla t,ila sociale: es'>a potrebbe formare una parte dellapsicologia sociale c, di con~q:;1Jenza, della psicologia generale;noi la chiameremo .,emiologil1. l (dal grecn .rr,fLE1t>'1 segn(l o) [131.E",a potrebbe dirci in che consistono i segni, qllali leggi li rego-lano. Poich essa non esiste ancora non possiamo dire che cosasar; essa ha tuttavia diritto ad esistere e il suo posto deter-minato in part(-nza. La ling-uisti
  • 1.l:"\;I'ISTI('.,\ 111'1.1.,\ U:\{;l''\l': 1.1:\(;\ISTlL\ [lE!.I..\ !',\HO!.!'.. 1"1

    36 Con l'a':corare alla scienza della lingua il suo vero posto nell'insieme dI'gli ~tudi intorno al linguaggio, abbiamo al tempo stessodatu rnl1ocazionc all'intera linguistica. Tutti gli altri elementidd linf,'11aggin, chc custituiscono la parok, vengono spontanea-m(>nte il subordinar~i a questa prima scienza, cd appunto grazie atalI' subordinazinnc tutte le parti dc'lla linguistica trovano il loI'Oposto naturale.

    Cnnsi('\{'riamo per es 1 tutti gli ,-s"llll''''ri, i!l,-ntiri, siano ripartitilr di indi"i ,os~,or ral'l'no"'ntat,, nm la formula

    II l -! l -' l .., l = I Illlotldl" 1""1 ,",'I1

  • In che maniera la PlUole presente nella stessa collettivit?'Essa la ~omma di ci che la gente dice, ed include: al le combi-nazioni individuali, dipendenti dalla volont di quanti parlano;h) atti di fonazione, egualmente volontari, necessari per l'esecu-,zione di tali combinazioni {lIlll,

    Non v' dunque niente di collettivo nella paf()u_; le sue mani-festazioni sono individuali e momentanee. Qui non v' altro chela somma di casi particolari secondo la fonnula:

    (I + l' + l" + l'" .+ .. , .)Per tutte queste ragioni sarebbe chimericu riunire sotto un

    unico punto di vista la lingua e la parole. La totalit globale dellinguaggio inconoscibile, perch mm omogenea, mentre in-vece la distinziune e la subordinazione qui proposte rischiaranotutto,

    Tale la prima biforcazione che si incontra nel momento incui si cerca di costruire la teoria del linguaggio. Bisogna s.;e-gliere tra dUe strade che impossibile percorrere nellu stessotempo; sono strade da seguire separatamente.

    A rigor di termini, il nome di linguistica pu essere conser-vato ad entrambe le discipline e si pu par}are di una linguistica

    39 dcIIa parole [611. Ma bisogner non confonderla con la lingui-stica propriamrnte detta, quella il cui unico oggetto la lingua.

    Ci occuperemo qui soltanto di quest'ultima e, se neUe nostredimostrazioni chiedClremo lumi allo studio della parole, ci sior-zeremo di non cancellare mai i limiti che separano i due campi.

    30

    ELDIE:"TI l:\TEl/;,\1 l'Il EST~I

  • unit linguistica.Lin grad" avanzat" di civilt favorisce lo svi-luppo di talune linguc spedali (lingua giuridica, tenninologia,;cientifit'a "n'.) [SOl.

    Quest" ri porta a un ter7.. l','r ,[ir ,-,,,,.1100 hanno mai acco!to Ull solo t ..mlim artiiidak' \""lU[n rhl-l't'stemo_ Si dira forse r1w questi idiomi ""no iu"ri ,J,oll.' r"l~,laricondizioni d!'! lingltagl':;io, inc'lpa,-i ,li ra-bolo preso in prestito non conia l'iiI '"'11110' t,ti" ,l,t! l1l"nll'llt" incui \'if"ne stUrii:lt" il[ scno ;11 _,:st!'nM: l'S"" "sislo' _',.II'lIlt,' ",razie;dla rdazione l' all'oppo_'izir>n" "on i \',wahnli risl~mdn"l unicamtmte al hl_"1-'11" di t"hiareua,

    C"n la linguistica interna tutt" l'c' ,hl l'Cs.;lIlH'l1tc. EssJ. non amo(l)etle una disp"sizj"ne 'lualsi:tsi. La lingua t' Ull sisl'ma ..ht' co_(l'-'_'ce snltanto l'"rdine che gli c propri". ln confrontu cui /.:iocodel:;li scatThi (OIJ( far capire m('/.:1io tutto ('i, puich in tal" casol' rdati\'ampnte facile distinguere d che & {'stt'mo da ci che :ntemo: il fatt" che il gioco sia p

  • 'C ttuisco dei ""ZZI m legno conn'1"llC il ~i~tem ... c le regll e..,e sus 1 ,-- . -. . , '.", b"amento indifferente per il Sl..tema:tkt pezzI 1ll avonu l cam 1 .

    . . t ., fO dei ""zzi questo camb13.-ma se innl1U1sre (l aumen ,l l nume r-' . ,mCllt" in\Tste prufundamentl' la grammatica t del giOI'''. ~~n-

    . fan' dlshn-diml'llo 'o H'TU diI' occorre una certa a,ltenzlOne per .' .'zioni del genere. Quindi dinanzi a ogni ~illgo]o caso Cl s~ porra

    cl , f l'no e ""T risol\'erla Si osser-la qucstione della natura e l'nom 'l'W .'n'r:" questa regola: .~ntern~l tuttu..l'i che intacca._ll slst~ma aqualsiasi livellD l"'l.

    "

    1~_\PPI

  • z. Prestigio della scril/ura: cal/se del .HlD ascelldm!c risf'cllo alla.forma parlala l~l).

    Lingua e scrittura sono due distinti sistemi di seg"n.i, l'u~karagion d'essere del secondo la rappresent:uinne dci pTlmu: log-getto linguistico non lo definito dalla combinazione ella fonnascritta e parlata: quest'ultima costituiscI" da. sola l'ogg~tto dellalin,gui,;tica. :\la 1\ vocaholo serit to si mescola cosi intlmu':"t'nte

    d .. ". "01:' l'hl' finisCI' con l usur-aI n>cahol.. parlat" 1 cm e lmmag"1 ..' - llan' il ruolo principall' : cnsi si ",niva a dare altrettanta e anzImaggiore importanza alla rapprescntu.ione del segno \'ocale che alsegno ste,;;;n. un l'O' comI' se si credesse che per ,om.>:,(:ere qu~l.cuno sia mc!-:Iio guardarne la fotografia che guardarlo 11I faccm.

    Qm'stn. illmione esi,;tita in n:::ni tempo, e II' opinioni correntidh'ulgatc ~ulla lingua ne son,) intaccate. Cos si crerie ch~ unidioma si alteri pi rapidamente quando la scrittura non eSiste:niente di pi falso. La scrittura puo, in certe contlizioni, .rallen~tare i cambiamenti della lingua, ma la sua consen"azione, 1\1\cce.non per niente rompromessa dall'assenza di scrittura. lllituano,che si parla ancor oggi nella prussia orientale e in una parte dellaRussia conosciuto in documenti scritti solo a partire dal 1540 ;ma a ~uest'epoca cosi recente esso offre, nell'imicme, un'immagine dell'indocuropeo tanto fedele guanto quella offe~ta dallatino del III secolo a. C. Ci-6 basta a mostrare in che misura lalingua indipendente dalla scrittura. . '

    Taluni fatti linguistici assai sottili si sono consen'atl senza Ilsoccorso d'alcuna notazione. In tutto il periodo de!l'antico altotedesco si : scritto '(i/CII, Il/p/m e '["5tH, mentre alla fine delXII se(l'lo appaiono le grafie [o/m e fiiden accanto a s['~i(!l chesussiste, Donde \"iene la differenza? Dovun'lue essa s' prndotta.~6 "i era una l' nella sillaba seguente: il protogt:rmanico an,,,a *da,t-

    />yall e *j6lyall, ma *,lau{Ctl! .. Alle soglie del period il posto a.;,;e!illalo al suono neIla legge della rota-zione collsonalltica o Lall"'cysc!It'Ollllg (\. p. 175). Ancora oggil'nson{' ("olte ronfondonn la lingua COllo I~ sua' ortografia: Ga-_"'ton D\."champs non dire\'a forse di OertlIelot che a\'e\,a sal-"ato il fralW"se dalla ro"ina. perch si era upposto alla riforma"n"gmllra l''''J?

    ~la r"nl(' ~i spi

  • ch ogni ~oluzionc che ~i richi,una ad essa pi fadle. Sottoquest'aspetto la snittura si arroga un'impo.rtanza ('ui non 1ladiritto.

    S 3. I sistemi di ~criltllm [11.

    \'j ,on per cntrambi isistemi di scrittura, ma la tendenza e piil. lorte nd primu. P~r uncinese, l'ideogramma e la parula parlata suno a cgual titolo segnidell'idea: per lui la scrittura il una sc(onda ling-ua c, nel COD\'eI"_sarc, quano duc parole hanno egual ~uono, gli capita di ricor-rere alla parola scritta per chiarire il S\lO pen~iero. :-.ra qllcstasostituzione, potendo e~scre as~oluta. non ha Ic st's,;e cunscguenzeinganne\'oli che ha nella nu~tra scrittura: le parule eim",i di di-"ersi ialetti che curri..;pondono a una "tcs.q id"" si ..unnettonoaltlettanto bene allu stesso scgno grafico.

    Qui il nustro studio "i limitera al sistema f

  • V' un'altra causa di discordanza tra. grafia e pronunzia.Quando un pop"lo impurla da un altro il suo alfabeto, accade

    ,,~)tS"O clle le risDr5C di tale sistema r::rafico siano male appropriateall'l nuova funzione. Si allora obhligati a ricorrere a degli espe-.dienti. Per l'sempio, ci hi s'~nf: di due lettere per designare unsuuno solo. l': il caso della fricativa dentale sorda" nelle lingue

    5l> f(ermanichc che, non aveno l'aliabeto latino alcun segno perr"ppresentarla, stata resa C"11 III. 11 re mcro\"ingio Cilpericotent" di aggiunf;ere alle leUere latine un segno speciale perqUl:stu SUlmo, ma nun ebbp SUCCeSSi! e l'uso ha consacmto il th.L'ingksc del Medioevu an;., una c chiusa (per esempio in seti~ ~emenz:l"l ed Ulla ,. aperta \l'er esempio in Id guidare ); poi-l'h': l"alfabcto non offriva seglli distinti per i duc suuni si pensdi serilcre seed e bui. In francese, per rappresentare la fricativa.', si ricorre al doppio segno ch, e cos via.

    Vi l~ pui la rrencmpal.iunc etimologica, prepunderante inc('rte l'l)Oche, come ad e,cmpiu nel Rina.~cimento. Spesso per-fino una falsa etim"i

  • forl.a e i grammatici si accaniscono ad attirare l'attenzione sullaforma scritta. P~icologicamcnk, il. fatto ~i spiega benI.', ma hacomunque conscl;uenze ingannevoli. L'uso che si la delle paroleprUIlIUlZlTe e pronunzia una consacraziune di 'luesto abusu ecapoyolge il rapport" legittimn e rcale esistente tra la scritturae la lingua. Quando si dite che bisogna. pronunziare una lettera_in questo () quel modo, si scambia l'immag"ine per il modello.Perch ai potesse pronunziar"i 4'iI, bisognerehhe che esi~tesse perse ~tes,o. La verit che w si scrive Di. l'er spiegare questa biz-zarria, .si aggiunge che in tal caso ,i tratta d'una pronunzia. t'C-,ezionale di l} o di i: altro modo d'esprimer,i fabo, perch implicauna dipendenza della lingua dalla forma scritta. Si direhbe checi si permette qualchc cosa contro la scrittura, come se il segnografico fosse la norma.

    Queste spiegaziuni flttizic ...i palesano fln nelle regole gramma-ticali, per esempio in quelle dclla h in francese. In francese visono delle parole a iniziale vocalica senla aspirazione, le qualihanno ricevuto la h per ricon!n della loro fonna latina: cosi siscrive flOmme (nell'uso antico ome) per memoria di hl}l/lO. Ma visono altre parole, venute dal germanico, in cui la Il stata real-mente pronunziata: hafzl, harcng, ho>/Ie ecc. Finch l'aspira+zi'llle esistita, tali parole si sono sottomesse alle leggi relativealle consonanti. iniziali, e si detto dCII haches, le JJdrellfl, mentre,scc

  • l. Defilliziolle IMl.

    55 Quand,) mentalmente ~i sopprime la scrittura, chi f: pril'atodi questa immagine st:nsibil" rischia di non percepire pi nientealtro che una massa infomle di cui non sa che fare. come sesi lenisse il salvagente a,dli sta imparanu a nuotare.

    Bisognerebbe allora sostituire il naturale all'artificiale, il che per impossibile per chi non abbia studiato i suoni della lin-gua: questi, infatti, staccati dai loro segni grafici, non rapprL':ien-tana pi che delle nozioni vaghe, e si finisce col preferiTe l'aiuto.ancbe se ingannevr,le, della scrittura. In effetti i primi linguisti,che ib'1lUraVano tutto della fisiologia del suono, sono continua-mente caduti in trappola: abbandonare la lettera era per lorosprofondare; per noi, invece, il primo passu verso la verit.

    \ perch proprio lo studio dei suoni in se stessi che ci offre il soc-corso cercato. I linguisti moderni alla fine l'hanno capito t', ri-prendendo pcr proprio conto ricerche avviate da altri (fisiologi,terici del canto ecc.), banno otato la linguistica d'una scienza.ausiliaria che la ha affrancata dalla parola snitta.

    La fisiologia. deLsuonu (in tedesco Laul- oppure SpraclJphy-siolgie) spesso chiamata. fonetica. (ted. 1-'/wllclik, inS!. pha-Iletics). Questo termine ci sembra improprio e lo sostituiamo mitermine- .fonulag1tl. . La ragione che. fonetica. ha inzialmen-

    .'i6 .te designatu e deve cuntinuaI"e a designare lo studio delle evo--lm:iuni dei suoni e non si dovrebbero confundere sotto un solnome due studi completamente distinti. La fonetica una slenzast,orica: analizza degli eventi, delle trasfonnazioni, c si muovenel tempo. La lUllulogia si culloca fuori del tempo, l'oi.'h il mec-

    "anismo dell'arti('qlazione resta sempre simile a se st~'S.~o [1031.Ma non basta dire chl' questi due "tudi non si ,'onfolldnllU:

    ,'a aggiuntu dlC e~i non lXlSSO!1U nemmeno opporsi. Il primo una delle parti essenziali della sL'ienza della lingua: la fonolugi'i.in"ecl', bisogna ripetere, non .-tIC una disciplina ausiliaria c harapporto solo

  • vizio dei soli linguisti. Anzitutto, come fare adottare un sistemauniforme agli inglesi, ai tedeschi, ai frallcesi ecc.? E poi un alfa-beto applicabile a tutte le lingue rischiercbbe di essere ingombrodi segni diacritid e, a non parlare dell'aspetto desolante che avreb-be una pagina d'un testo simile, chiaro che, a forza di preci-.sare, una scrittura del genere l>scurerebbe quel che vuole chiariree imbroglierebbe il lettore. Non. ci sono \'antaggi che compen!>inoinconvenienti del genere sicch, fuori della sdenza, l'esattezzafonologica non multo desiderabile [101J.

    Vi poi la questione della lettura. Noi leggiamo in due.modi:la parola nuova o sconosciuta viene letta lettera dopo lettera,mentre la parola usuale e familiare s'abbraccia d'un sol colpod'occhio, indipendentemente dalle lettere che la compongono,sicch l'immagine di parole del genere acquista per noi un valoreideugrafico, Qui l'ortografia tradizionale pu rivendicare i suoidiritti: utile distinguere in francese lanl e iemps, el, esi ed ail,du e du, il devall e i.ls droaienl ecc. Limitiamoci a desiderare chela scrittura usuale sia liberata dalle sue pi grosse assurdit,perch, se nell'insegnamento delle lingue un alfabeto fonologicopu rendere dei servizi, il suo uso non va generalizzato.

    3, eTilica della testimonianza della scrittuTa 1108].

    58 dunque un errore credere che, riconosciuto il carattereingannevole della scrittura, la prima cosa da fare sia rifonnarel'ortografia Il vero aiuto che ci d la fonologia di permettercidi prendere alcune precauzioni rispetto alla forma scritta attraverso cui dobbiamo passare per arrivare alla lingua. La testi-monianza della scrittura ha 'valure solo a condizione d'essere in-terpretata. Dinanzi a ogni casu particolare bisogna delineare iisistema !onQwgiUI della lingua studiata, vale a dire la tabelladei suoni da essa adoperati, dato che, in effetti, ogni lingua la-vora con Un numero determinato di fonemi ben differenziati.Questo sistema la sola realt che intere!'.S3. il linguista. I segnigrafici sono solo una sua immagine la cui esattezza va control-lata. La difficolt di tale detenninazione varia secondo gli idionie le circostanze.

    46

    Quando si tratta d'una lingua appartenente al passato, siamnridotti a soli documenti indiretti; quali sono allora le risorseutilizzabili per stabilire il siste'ma fonologico?

    I. Per prima l'usa vi sono indizi esterni, e anzittltto le testi-moniaoze dei contemporanei che hanno descritto i suoni e lapronuncia della loro epoca. Ad esempiu i grammatici francesidel XVI e XVII secolo, specie coloro che volevano ammaestraregli stranieri, ci hanno la'>Ciato oS'iervazioni numerose e interes-santi. Tuttavia questa fonte di informazione assai poco sicura,non avendo i loro autori alcun metodu fonologico. Le loro descri-zioni 'sono fatte con termini di fortuna, senza rigore scientifico,La loro testimonianza esige dunque a sua vnlta una interpreta~zione. Ad esempio i nomi dati ai suoni forniscono indizi troppospesso ambigui: i grammatici greci designavano le sonore (comeb, d, g) col termine' medie' (misai) e le sorde (come p, /, kl coltermine psilai, che i latini tradusserotenuis.

    2. Si possono reperire notizie pi sicure c?mbina,ndo questi 59primi documenti con gli indizi interni, che classificheremo sottodue rubriche.

    a) Indizi tratti dalla regolarit ~lle evoluzioni: fonetiche.Quando si tratta di determinare li valore di una lettera, multo

    importante sapere c.he cosa era in una fase anteriore il suono daessa rappresentato. Il suo valore attuale il risultato d'nna evo-luzione che consente di scartare immediatamente certe ipotesi.Cosi noi non sappiamo esattamente quale fosse il valore dellas in sancrito, ma poich continua una k palatale dell'indoeuro-peo, d limita nettamente il campo delle suppusizioni.

    Se, oltre che il punto di partenza, 'ii conosce anche l'evoluzioneparallela di suoni analoghi della stessa lingua nella stessa epoca,ragionando per analogia possibile stabilire delle proporzioni.

    11 problema naturalmente pi facile se si tratta di detemI-nare una pronunzia intermedia di cui si conosce tanto il puntodi partenza quanto il punto di arrivu [lotJ. La ali francese, pere"empio in Sllu/er, era necessariamente un dittongo nel Medio-evo, poich si trova collocata tra un pi antico al e la o del fran-cese moderno; e se per altra via si sa che a un dato momento ildittongo III' esisteva ancora, ben certo che esisteva anche nelperiodo precedente. Noi non sappiamo esattamente che cosa rap--

    +7

  • pr"s,'nta la ~ d'una parola com,' r,(ntico alto tl-dcsc" U'";;(f: mai punti di riferim,'nto SOliO da una parte il pii. alllicn l''llier edall'altm la f"rIDa moderna ;,"m,sa, Questa z dl'\'C dunque essureun SUOllO intL'rIDedin tm I e s: impo_,sihile, in via d'es
  • l'Hr:\Cll'l 111 FO:\OLOC1.\

  • CuPi/olo I

    LE SPECIE FOX{JLOGICHE

    I. Dtfilljzi01IC di fOlltma [111).

    ~Per questa parte abbiamo potuto utiliz.are la riproduzione sttonogra- 63Iica di tre conlerenze fatte

  • La catena acustica non si divide in tempi eguali, ma in tempiomogenei, caratterizzati dall'unit di impressione, ed qui ilpunto di partenza naturale per lo studio fonologico [mI.

    Sotto questo aspetto l'alfabeto greco primitivo merita la nostraammirazione. Ciascuno dei suoni semplici rappresentato da unsolo segno grafico, e reciprocamente cia'>Cuno dei segni graficicorrisponde a un ~uon{l ~ernpli(e sempre identiw. una sco-perta geniale che i latini hanno ereditato. Nella notazione dellaparola barbarrJs ~ barbaro~, ciascuna lettera corrisponde a untempo omogeneo:

    BAPllAPO~I I I I

    Nella figura qui sopra la linea orizzontale rappresenta la catenafonica, le harrette verticali rappresentano i passaggi da un suonoall'altro. Nell'alfabeto greco primitivo non si trovano grafie com-plesse come il francese ch per ~, n rappresentazioni doppied'uno stesso suono come c e s per s, e nemmeuo ~":gni sempliciper un suono doppio come -lO per ks. Questo principio, necessarioe sufficiente per una buona scrittura fonologica, dai greci statorealizzato qua~i integralmente l.

    6;5 Gli altri popoli non hanno scorto questo principio, e i loroalfabeti non analizzano la catena parlata nelle sue fasi acusticheomogenee. I ciprioti, per esempio, si sono arre;:tati ad unita picomplesse, del tipo pa, ti, kG ecc., questa notazione chiamatasillabita, con una designazione un po' inesatta perch una sillabapu esser formata anche da altri tipi, per esempio pak, Ira ecc.

    l yero che essi hanno-scritto X. e. 011 per Ah. Ih, ph: o1IEPil rapp,esenta ph

  • 2. L'apparato t'CIcale e il suo junzio/larnentollllll.

    su quali principi costallti e a~sai semplki c fondata ogni cla

  • ~----- ------

    consistono e assai pi d che li distingue gli uni dagli altri.Ora, per la classificazione un fattore negativo pu avere pi im-portanza che un fattore positivo. Per esempio, respirazione, ele-mento positivo, ma che interviene in ogni atto fonatorio, non ha,-alare diffcren1.iatore; mentre l'assenza di risonanza nasale, fat-tore negll.tho, serdr, altrettanto bene quanto la presenza, acaratterizzare dei fonemi. L'essenziale dunque che due deifattori enumerati pi in alto sono costanti, necessari e sufficientiper la 'produzione del suono:

    a) l'espirazionebj l'articolazione boccale

    mentre gli altri due possono mancare o aggiungersi ai primi:c) la \'ibrazione della laringed) la risonanza nasale.

    D'altra parte. noi sappiamo gi che a, c e Il sono uniformi,mentre b comporta variet infinite.

    Inoltrt', bi50gna ricordarsi che un fonema identificato quando~i determinato l'atto fonatorio, e che reciprocamente si sardeterminata ogni specie di fonema identificando tutti gli attifonatori. Ora questi, come mostra la nostra classificazione deifattori in gioco nella produzione del suono, non si trovano diffe-renziati che per gli ultimi tre. Bisogna dunque stabilire per ognifonema quale la sua articolazione boccale, se comporta un suonolaringale ( __ l o no ([ ]), se comporta una risonanza nasale(.'....) o no (~ l). Quando uno di questi tre elementi 11011 de-terminato, l'identificazione del suono incompleta; ma quandosiano noti tutti e tre, le loro dh'erse combinazioni determinanotutte le specie e,;..--enziali di atti fonatori.

    Si ottiene cosi lo schema delle possibili variazioni:

    [JlJ

    "eneralmente i suoni si

  • CJi~mpju le a.~pirat(' (pii. dII ~cc.). le affrirah' {ls, d~, Pf en ..I. Il'ron~nnallti paIatizzate.le n)eali rleholi {J o e muto {.co.l, n. airil",-Vl'rsu, fUDI'mi semplici che ~"n(J privi ,Ii importanza pratica e non("renziati.

    A. - APERTlTl.\ ZEIe, senza dire niente sul g-radn di chiu.~ura, r- IJchiama !'impressione di slre~ment" prod"Uo dal pa.~saggio del-l'aria \lat. fricrr).

    l..\lll"\)E:->T.\I.1 UE~T.\1.1-- ,

    J , J"

    I J----

    ,,' "1

  • "--.-

    posito delle vibranti sorde o nasali pu ripetersi ci che s' dettodelle laterali. d~lla punta d~lla lingua, X~i suoni che interessano il palato, l'orec-chio distinr;u~ generalmente un'arti[()lazione d'a\'anti (palatali)

    ~ un'artic()lalinne di dietro (n"lari) I.14 Yi ndle fricati\'e ci che corrisponde a Il, 11/, Il ecc. nelle

    ocdusiw, ya)e a dir~ una " nasale, una z nasale ecc?, faciltl~upporlo, ad ~sempi(j si sent~ una ;: nasale nel francese ill"el/fer,ma, in generale, la fricati\-a nasale non e un SU'JllO di cui la lin-gua ahbia c"scienza. Il

    13/-1,

    II II II II

    C. .-\j'ERTl'/n Z' ~.\5.\Lf: (~'edi sopra p. (0).

    1 F,~klo: al >UO, JlKlud" d, '~mJ1liha,iom'. F ..k Sau",url ""'i hl1 EHTUt\ 3: l.TQum:. Due tipi di articolazione hann()a che fare CfJn questa da5M::

    1. L'articolazione la/erale, la lingua si appoggia nJlltro laparle anteriore del palato, lasciand') per" un'apertura a [lestrae a sinistra, p'lsizi"ne rapprcsentllta. da I nelle nostre f'Jrmulc.Se'_'und" il luogo di articolazione si distinguono i dentale, i' pala-tale o mOllillie ed I ~lturale " \elare. In 'Iuasi tutte le ling-ue

    'Jue~ti fonemi ,Sono d~lle !i'Jll"re, alI" !ite';s" mod" di I" .: e'x. Tut-tavia la sorda non t impossibile: biste anche in francese, in ('uiuna I sUlTessinl a una sorda sara pronunziata senza suono larin-gal,: (per esempio in pillie in opposizione a bleu): ma n'm ~i ha(oseienzo. di questa differenza,

    f: inutile parlare di I na...a)e,bencht esista, soprattutto d'JJ'"nel frane. Imlllltll1l1.

    62 63

  • Fonemi siffatti, che corrispondono alle consonanti sorde, esistono,ma non devono essere confusi con le vocali bisbigliate, cio arti-colate con la glottide rilasciata. Si possono assimilare le vocalisorde alle h aspirate pronunziate davanti ad esse: cos in hi sisente dapprima una i senza vibrazioni, poi una i m;'rma(e.

    Il

    "

    Il

    ,

    Il

    Capi/olo JI

    IL r:OXE~I.-\ :\"EI.I..-\ CATEX.-\ P_-\Hl..-\T.-\

    I , , I , , , I!---- ----1----I-orsi "s i o'r sI i -15i '( 5 i OrsI,I[J Il Il I

    F. - APERTUR.\ 5: c Q ii, la cui articolazione corrisponde rispet.tivamente a quella di i, u, ii. Le vocali nasalizzate sono frequenti(i, 6, li in france~e in pin, poni. bTlm). Le forme sorde sono la haspirata di h~ ho hO.

    N.B. -Molte lingue distinguono qui parecchi gradi di apertura:cos il francese ha almeno due serie, l'Una detta chiusa, ~ li 9,in di, dos, dellx l'altra aperta f C! (i, in mer, IIWrl, I7k:flrl.

    li i ----

    G. - APERTURA 6; a, apertura massima,che ha una forma nasalizzata, un po' pichiusa, vero, ii {per esempio in grand}, eduna fonna sorda, la Il di ha.

    \iJ1,

    .""-'

    r. .vcunil di sludiaTe i suoni nella calena paTZala [Il"l.

    Xti trattati specializzati e soprattutto nelle opere dei fone-- 77tisti inglesi si possono trovare analisi minuziose dei suoni dellinguaggio [ll'tl].

    Sono sufficienti a far si che la fonologia risponda al suo compito di scienza ausiliaria della linguistica? Tanti particolari accu-mulati non hanno valore in se stessi: solo la sintesi importa. IlIingui"ta non ha alcun bisogno d'essere fonologista consumato,ma dliede solo che gli si forniscano un certo numero di dati ne-cessari allo studio della lingua.

    In un punto il metodo di ques.ta fonologia particolarmentedifett

  • comporta un rapporto e una regola, il che molto differente dauna. constatazione. Nella ricerca dd principio fonologko, lascienza lavora dunque controcorrente aCl"(~ntuando la sua predile-:zione per i suoni isolati. Bastanu due fonemi per noli far capirepiu niente. Cos in antico alto tedesco Iragl, bl/lg, wagll, lang"danr, .10m ~ono diventati pi tardi hllgal, balg, l.'on questo l'unico problema che si debba risoh'ere con tal metodo;ma un fatto certo: diveuta quasi impo~sibiledis,'utere la qllestiolledelle sonanti fuori dun esattu apprezzamento delle leggi che ,re-golano la combinazione dei fonemi.

    2. L'impiosl()fIt'; e l'esplosione (121).

    Noi partiamo da un'osservazione fundamentale: quando sipronunzia uu gruppo ap'pa si perccpisce una differenza tra il' duep. di cui l'una corrisponde a Una chiusura, l'altra ad una apertura.Queste due impressioni sono abbastanza analoghe perch la se- 80quenza pp Veuga rappresentata da un medesimo p (v. p. 54 no-Ia). Tuttavia questa differenza che ci permette di distinguerec~n segui speciali (> rono tali fnsi intermedie chechbml'remo I,JIIf!1! () articolazioni ~i.,tilllft~, t,se per pO,SOno

    67

  • lIt.,

    "~,o

    ,

    as~imilar~i alle articolazioni implosive, dato che il loro effetto analogo, cosicch nel seguito non si terr contu se non dell'im-plo'.;ione o dell'esplmionc l,

    Questo metodu, che nun sarebbe ammi,sibile in un completotrattato di fonologia. si giustifica in un'cspc'SiLilJnc che riconduceal pi semplice schemi possibile il fenomeno della sil1abazionecon;idcrato nel suo fattore esscn7.iale. :\01 non preteniamodi ~isolVt:re tutte le difficoltil che sollc\"a la didsione ridIa catenaparlata in sillabe, ma vogliamo Sf!lo porre una b:\.Se razionale perlo studio di questo problema.

    Ancora un'osservazione. ;'\on bisogna confondere il movimentodi chiusura o apertura richiesto dall'emissione dei suoni con lediverse aperture dei suoni ste5si. Qualsiasi !on(lma pu esseretanto implosivo ch(l esplosivo; tuttavia vero che l'aperturainfluisce sull'implosione e sull"esplosione, nel S(lnso- che la distin-zione dei dIII' movimenti diventa tanto meno netta quanto mag-giore l'apertura del suono_ Cosi con i, II, ii si percepisce ancorabene la differenza: in aiia possibile apprezzare una i chiudentecd una i aprente; allo stesso modo in alilia, aliila si distinguenettamente il suono implosivo dal suono esplosivo che segue, alpunto che la scrittura, contrdriamente alla sua abitudine, rilevatalora qU(l,;ta distinzion(l; la IV ingl,se, la j tedesca (l spesso la yfrancese (per c,. in ytlU) rappresentano dei suoni aprenti li, tin oppo,i/:ione a " ed i che vengono utilizzati per e f. ~[a a ungrado di ap~rtura pii!. alto_ (e. o), !'implosione e l'esplosione, teo-ricamente concepibili (cfr. aUa, a06/1), sono me,lto difficili da di-stin~uere in pratica. Infine, come si visto prima, al grado piuelevato, /I n'ln presenta piu n implosioni n esplosioni, p(lrchper questo fonema l'apertura cancella o;;ni diterenza di tal genere.

    l l:; quo'lo uno ml'u lldla ratl'naparlata. Si pu dire (he P non era altm (111' un'unita a"traltariunente i caratteri comuni di p e fi, che soli ~i incontrano ndlarealt, esattamente come B l' .lI sono riunite in una il."traziunl'~uperiore, le labiali, Si parla di P rome si parlerebbe di una ~l'cdeloolo/lica: vi sono c-semplari ma~("hi e femmine, ma non esemplariideali della specie. Finora abbiamo appunto distinto e cla,,~i1ieato astrazioni: ma era necessario pHl

  • \:\1\' di n, n, n, lf.. " riunire "n~ i veri e1c'l.lenti della taro/e. Ora~i \",t1~, 1't'I"
  • piazzarsi nella posizione richiesta per escguire la seconda e~plo~ione senza che l'effetto acustico della prima nc sia stato impedito;pcr esempio in pri~, mentre si -pronunzia la p, gli organi si tro-vano gi in r. Ma impossibile -pronunziare in anelli continui laserie inversa rp: non chc sia meccanicamente impossibile pren-dere la posizione di p nello stesso tempo ili cui si articola. unar aprente, ma il movimento di questa r, incontrando l"aperturaminore di p, non potr essere percepito. Se dunque si \'uole faresentire rp, bisogner riprendere due volte l'articolazione e l'emis-sione ~ar interrotta.

    "Una concatena7.ione esplosiva continua pu comprendere pidi due elementi, purch si passi sempre da una apertura min,:>ro:' a una~.pertura maggiore (per esempio kr.I'a). Facendo astrazic'ile dacerti l'asi particolari sui quali non possiamo insistere l, "i pu'"dire che il numero possibile delle tsplosioni trova il ~u,) limitenaturale nel numero dei gradi di apertura che pos:iibile l'Lltica-mente dbtinguere.

    56 4- LA CONCATE;AZIOXE D1PL051VA (> retta dalla I,'ggl'inversa. Se un fonema pi aperto del seguente si ha una impres-sione di continuit (per esempio ff, fi); se questa condizione nun rispettata, se il fonema seguente pi aperto o ha lo. ste.ssa aper-tura del precedente, la pronunzia resta possibile, ma l'impres"ionedi continuit non c' pi: cos!F di asPta ha lo stesso carattere dipll in cha-Pkll (v. sopra p. 70 sg,), Il fenomeno interamente pa-rallelo a quello che abbiamo esaminato nella catena. e~pl"*'a:in H, il i, in virt del SUl.' grado di apertura inferiore, libera; dal

    , Qui, con una sempHfioazione ,"oluta. nel lonema si con,iol~ra solo ilsuo grado d'apertura, senza tenEre conto n del IUOllo no:' del caTatter~ parti-colare ddl'art;c~lazion~{sorda o .0naTa, vibrante o laterale, ecc.l. Le conelusioni tTatte dal principio unico dell'apertura non possono applieu,;i atutti; casi reali senla eccezioni. Cosi in Un gruppo come I.ya i primi tr.. ele-menti diffi.cilm~nte possono pronunziarsi SCome si vede, la concatena7.ione implosiva, come quella esplo-siva, pu comprendere pil di due elementi, se ciascuno d'essi haun'apertura superiore a quelle! che se~e (cfr. MM).

    Lnscianl1Q da parte le interru7.ioni di catene, mettiamoci orada\'anti alla. catena continua nonnale, che potrebbe dirsijisi(llogica,guale rappresentata dalla parola francese p"rli(/lIi~r(lI/enl, ossiaj"i;iiillj~~ J

  • da llil silenzio a una prima illll'l'bii>ll(" per 6empio in ,irt di"rtisle, Cl da una esplosione a Ulla implosione, come in p,;rl diparlicllliholl"III, il suono in mi 'si produce quC;::la prima implo-~ione ~i distinglle dai suoni \"icini per un effetto proprio, che l'effett.o \ocalico. Questo non dipende affatto d:1i grado di aper-tura piit ~ande dd suono a perch, in pii, fio produce altrettanto'ben(': e5,;o in\"('ce inerente alla l'rima i11lplo~kllll'. 'luale chesia la sua specie fonologic:a, vale a dir.. il suo grado di apl'rtura.;altres pm"o importa che n~nl>a dopo un silenzio o una ('~plosionl', Il suono che d"- que,;ta impressionl' per il- suo caratter(' diprima imptosh'a pu e~~ere chiamat" l'ullio l'oralico,

    .\ tale unit s' dato il nome di SOI1 ha un senso, cii) dipende dalfatt'l che esso si richiama apparentemente alle ieg-g-i della slllaba.Senonchc non solo n'm si fornisc'ln'l poi qU5le kgg-i, ma si daa questa qualit sonantica il nome ,Ii silbclFbiideJlJ, come :sea ~ua volta la formazione d'una ~illaba dipendesse da 'luestoaccento.

    Si vede (ome il n'lstro metodo si oppone ai due primi: ana-linando la sillaba, tale quale si presenta nella atena, abhiamo'lttenuto l'unit irriducibile, il suono aprente ed il suonu chiu-dente, poi, combinand'l queste unit, siamo giunti a definire illimite della sillaba e il punto vocalio. Noi sappiamo inoltre inquali cundizioni fisiologiche devono produl""i questi effetti acu-stici. Le teorie criticate pi in alto segur>l'lIJ il cammino contrario:si prendono delle specie fon'llogiche isolate e da questi suoni siprdende di dedurre il limite

  • S,'Ula dubhi" 'luesla h""da non e~aurisce n risolve tU1t1 1l'r,,hkm. r,,~ lo iato, di impiego tanto frequente, non altro, Ile una concatruaziolle im/,losiT'a illtaTul/a, con o senza intervento

    (,. DI/rnlll ddl'implosionc e dell't'splosiollc ('''l.

    Spiq.;ando la sillaba mediante il gioco delle esplo5ioni e rlcll~implosiuni, si modotti a un'o$.."'Crvaziune importante che i: lageneralizzazione di un fatto metrico. Nelle parole greche e lat;ne

    ~i distingunllo due tipi di lunghe: quelle per natura (ma/di equelle per p

  • donde una particolare imprt..,~iollc acustica: si direbbe che lasonante cOlltinull nt:l .~ccundo elemento del gruppv. Im'ersamente;m gruppo come ij>li non si distinb'Ue in niente da un gruppo CGme1M, se non per il grado di apcrtura dell'ultima esplosi"a. Cii) "aiea dire che i gruppi chiamati dai fonugl"W ittunghi ascendentinon sono dei dittonghi m'l dci l;ruppi e~plo~iv'JimplfJsil"i il (uiprimo elemento rcl,lti\"amcnte aperto, senza per che ne risultilliClItC di particulare dal punto di vista acu.~tio;o (i)\i). Quanto ail;ruppi del tipo uo, ia con l'accento su Il c i, quali possono tro\'arsiin certi dialetti tedeschi (dr. buob, liab), non son altro che deifal,i dittonghi i 'Iuali non dannu l'impressione di unit com" Ulij Ccc. Xon possibile pronunziare ,i
  • mando la sua articolazione {'splo~iIa in una articola.zione implo-siva.

    La gente del popolo dice oiH'rirr per om.m"er: fenumeno intutto ~imile, soltanto che qui il secondo elemento e non ilterzo che ha cambiato articol=ionc cd di\entato sonante://t"}.' -~ ul'fj'J, 5ucces;;ivamcnte si potuta "Sviluppare Ulla edavanti alla r sonante.

    3. Citiamo ancora il caso ben noto elle vocali protetichedavanti ad s anteconsonanlica in francese: latino sC/itl/lII - -> iseli-/1/11I_ frane. esCI!, iGu. II gruppo sk,come abbiamo visto a p. 72,Il una concatenazione interrotta; Sk piO. naturale. Ma questa simplosiva deve fare punto \"(){:alico quano all'inizio della

    95 frase o quando la parola prcctdente termina con una consonantedi apertura debole. L'i o la e protetiche ilon fanno lhe esagerarequesta qualit sonantica; ogni carattere fonologico poco appari-scente tende a irrobustirsi quando lo si vuole conservare. loste;;so fenomeno che si riproduce nel caso di escfandre e nellepronunzie popolari di esqllekUe, tosta/Ile. ancora lo stesso feno-meno che si ritrova nella pronunzia volgare della preposizionede, che si trascrive con ed: 1111 odl ed tmlehe. Per sincope, de (alle"e diventato d'/alleM; ma per farsi sentire in questa posizione,la d deve essere implosiva, Jfane/w, ed una vocale si sviluppadavanti a d come nei casi precedenti.

    4. appena necessario tornare sulla questione delle sonantiindoeuropee, e di chiedersi per esempio perch l'antico alto tedesco hagl s' trasfonnato in hagal, mentre baIg restato intatto.L1. l di quest'ultima parola, secondo elemento d'una concatena-zione implosiva (M~?), ha il ruo!o di con-sonante e non aveva alcunaragione di cambiare funzione. AI contrario la l, egualmente implo-siva, di haiil faceva punto vocalico. Essendo sonantica, ha pututosviluppare anterionnente una vocale pi aprente (una a, se sideve credere alla testimonianza della grafia}. Del resto, la a si oscurata col tempo, perch llagel si pronunzia oggi di nuovoMC!. proprio ci che differenzia la pronunzia di questa parolae del francese aigk: la l chiudente nella parola germanica cdaprente nella parola francese con e muta finale (lile).

    80

    ,,

    il,~'-I

    , ,,

    "

    t

    l'''~/r l'~;,,IU

    1'1{]:\C[I'] CI'::\EIC\l.J

  • Ca.pilol., 1 .

    XATVlt .... ilEI. SE{;~O LJ!\'GlJISTICO

    I. Segno, sigllificaJo, signific(lIlle l'UI,

    l'er certe persone la lingua, ricondotta al suo principio essen-ziale, una nomenclatura, vale a dire una lista di termini corri~

    spondent.i_~~_~ltrettante(mie [1191. Per esempio;

    o.ii.~~~..~,,_;i~

    . 'i"'.6

    . ~

    ARBOR EQVOS

    i

    Questa conceziune criticabile per molti aspetti. Essa supponec1!,I~J..~

  • \\ arlmr /\~

    gua ci appaiono confonni alla realt, e scartiamo tutti gli altriche potn::bbero immaginarsi ('3:>J .

    Questa definizione pone un importante problema di tennino-logia [1331. Noi chiamiamo segllo la combinazione del wncetto edell' immagi n';--acu"stica:"-ma -"n-ellFu:.;o- ,Orrenfe quesTo termInedesigna generalmente -soltant()I'immgiiie-afustica, per esempiouna parola (a;b~~__~c.c:J.5icllinenHca- die--sc "rbar chiamatosegno, ci solo in quanto esso porta il concetto ~ albero 3, inmodo che l'iea della parte sensoriale implica quella del totale.

    L'ambiguit sparirebbe se si designa.~sero le tre nozioni qui inquestione con dei nomi che si richiamano l'un l'altro pur oppo.nendosi. ~9L_p.~QO.E,~_!!!.() __~L.o~s..c.I. ...are la parole segno per desi-gnare il totale, e d rimpiazzare cOIIU/iO e immagine acusticanspdfivamJi.te con'-sig1Iijictifo-'' si~il7iciUlle: questi due ultimitenniniliannorr-varifagg1

  • sociazione di un significante a un significato, possiamo Cos l'idea di G sorella, non legata da alcun rapporto interno/, alla sequenza di suoni s-o, che le selVe in frantcse da significante;\ potrebbe anche esser rappresentata da una qualunque altra se-

    quenza: lo provano le differenze- tra le lingue e l'esistcnia stessadi lingue differenti: il significato G bue ~ ha per significante b-o-!

    \I da un lato ed o-k-s (Ochs) dall'altro lato della frontiera tU,).Nessuno contesta il principio dell'arbitrariet del segno; ma,

    spesso, piu facile scoprire una verit che assegnarle il postoche le spetta. Il principio enunziato pi su domina tutta la lingui-stica della lingua; le sue conseguenze sono innumerevoli. veroche esse non appaiono tutte immediatamente con eguale evidenza;solo dopo molti giri vengono scoperte e con esse si scopre l'im-portanza primordiale del principiolllllll.

    Un'osservazione incidentale: quando la semiologiasar organiz-zata, dovr chiedersi se i modi d'espressione che si fondano susegni interamente naturali, come la pantomima, le spettino di di-ritto (liI'l). Supponendo che li accolga, il suo oggetto principalesar nondimeno l'insieme dei sistemi fondati sull'arbitrariet delsegno. In effetti, ogni modo _d'~~r~~on~ ereditato in una societpoggia in linea di principio su una abitudine collettiva o, ci che

    101 lo stesso, sulla convenzione. I segni di cortesia, ad esempio,dotati spesso d'una certa espres.sivit naturale (si pensi al cineseche saluta il suo imperatore prostemandosi nove volte), sononondimeno fissati da una regola: questa regola che costrin-gI' a impiegarli, non il loro valore intrinseco. Si pu dunque direche i segni interamente arbitrari realizzano meglio di altri l'idea-le del procedimento sellliologico: perci che la lingua, il piilcomplesso e diffuso tra i sistemi di espressione, altres ilp caratteristico di tutti. In questo senso, la linguistica pu di-,entare il modello generale di ogni semiologia, anche se la linguanon ,he un sistema particolare.

    Ci si serviti della parola simbulo per designare il segno lingui-stico o pi esattamente ci che chiamiamo significante. Vi sonodegli inconvenienti ad accoglierlo, appunto a causa del nostropnmo principio. Il simbolo ha per carattere di non essere maicompletamente arbitrario: non vuoto, implica un rudimento di

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    kg;l.1;le naturale tra il ~isni!kantc e il ~is:ninl"atu. Il ~il1lb"lo ,Iellasiu~tizia, la hilanda, nnll l'fltr-eb1Je l's~cru ~f)~tituitu da 'llla[siasialtra {'osa, per c~empiu da IIn carro 1"01,

    La parola urbilrrlrid richiede anche UlI'osservazione. E~sane,n deve aare,.taeadil,-"jl~iSI,!!D~:~~_t.!!!lGtI,I"'t!lQlla,k) ~ogg('tto"'p'nttante (~i \-edrn-pilin hasso che-lIDn'rr'-itrpotcre-"-ddj"jndividu camhiare in qualcosa un segno un;'t-\'olt:nttabilitoin lm gruppo lin~i~tic,,); ~"i \"gliamo dire ,",le iIi/motivi/Io,\'al

  • tanee ella realt, dettate, per dir clisi, dalla natura. "Ma per lama~l;i(lr parte di e~-.e ~i pu neli:are che vi sia un legame nece_~._ario tm. il signiftcante e il significato. Basta confrontare a questoriguardu due lingue l'er \"edere quanto tali espresoioni variino dauna lingua. all'altra {per esempio, al francese are! corrisponde iltedesco ,mI). Si sa d'altro canto che molte esclamazioni hanno(Olnindato cnn l'essere parole di senso detenninato (cfr. diab/e!mo,diw!"", mo,I Diw, ecc.).

    Riassumendo, le onomatopec c 11:- esr!amaliuni sono d'impor-tanza secondaria e la loro urigine simbolica in parte l'olltesta-bile.

    IO] Il signilkante, essendo di natura auditi\u. ~i svolge sultantonel tempo ed ha i caratteri che trae dal tempo: a) rappresellfa lillaes/msiolll!, e h) lale eslensiolle IltisllMbi!e iii IUla sola dimell.,iol/e: una linea 1145 ).

    Questo principio evidente, ma sembra che ci si sia sempredimenticati di enunziarlo, senza dubbio perch lo si trovatotroppo semplice: tuttavia esso fondamentale e le sue conseguenzesono incalcolabili. La sua importanza pari a quella della plmalegge. Tutto il meccanismo della lingua ne dipende (v. p. 149).In opposizione ai significanti visivi (segnali marittimi ecc.)che possono offlre complicazioni simultanee su pi dimensioni,i.significanti acustici non dispongono che della linea del tempo: iloro elementi si presentano l'uno dopo l'altro; fonnano una ca-tena. Tale carattere appare immediatamente non appena li sirappresenti con la scrittura e si sostituisca la linea spaziale deisegni grafici alla successione nel tempo.

    In certi casi, ,ci non appare con evidenza. Se per esempioaccento una sillaba. sembra che accumuli sullo stesso puntodegli elementi significativi diversi. Ma un'illusione: la sillaba e ilsuo accento non costituiscono che un atto fonatorio; non vi dualit all'interno di questo atto, ma soltanto opposizioni di\'ersecon ci che accanto (\'. a questo proposito p. 157).

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    r. lmnw/,!bililli. [1~6).

    ') Se, in rapporto all'idea che mppresenta; il-!1igni1kante appare IO~( ~celto liberamente, per contro, in rapporto alla comunit. lingui-, stica che l'impiega, non libero, ma imposto. La massa sociale. ;~n viene affatto consultata. ed il significante scelto dalla lingua/non potrebbe essere sostituito da un altro\ Questo fatto, che po-f-reh-o:ehiamarii "alla buona la carta obbligata., sembra impli-care una contraddizione. Si dice alla lingna _Scegli!.t. ma siaggiunge: Deve esSl.'I' questo segno e non un altro ~(Non ~fiUlt~un individuo sarebbe incapace, se lo volesse, di modificare in qual-che cosa la scelta che stata fatta, ma la massa stessa non puesercitare la sua sovranit neppure su una sola parola: essa legata alla lingua quale .

    La lingua non pu dunque essere assimilata a un contrattopuro e semplice, ed proprio da questo lato che il segno lingui-stico particolannente interessante da studiare; perch se si\"Uol dimostrare che la legge ammessa in una collettivit unacosa che si subisce e non una regola cui liberamente si consenta,proprio la lingua offre di ci la prova pi schiacciante.

    Vediamo dunque come il segno linguistico sfugge alla nostravolont, e traiamo poi le importanti conseguenze derivanti daquesto fenomeno.

    In qualsiasi epoca, e per quanto possiamo risalire indietro, la IOSlingua appare sempre come 'un'eredit dell'epoca precedente.L'atto con cui a un dato momento i nomi sarebbero dati allecose, con cui un contratto si sarebbe stretto tra i concetti e le im-

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  • magini acu~tiche - 'lul'Stn atto ~i PU;) concepIre, ma m,n ! maistato constatato. L'idea ch~ l~ cosc avrebbero potuto svolgersi'co,l ci suggerita dal no~tro ~('ntimento assai \'ivo d~ll',(rbilrarida ,ld segno.

    Di latto, nes~Ulla societ n'llosce e mai ha conosciuto la lin-gua altro che come 1m prodotto credh"to dalle gcneral.inni precc-,lenti e da accettare tale e quale. Perci la questione ddl'ori-gine del lingmtggio non ha !'importanza dI(' generalmente le siattribuisce [!l']. Non neppure una questiol1e da porre: il solooggetto real~ della linguistica la vita norma!l" c regolarci' di unidioma gi costituito. Uno stato di lingua determinato sempre ilprodotto di fattori storici, e sono questi fattori che spieganoperch il segno linguistico immutabile, vale a dire resiste a ognisostituzione arbitraria.

    Ma dire cheJ~.!ingtla un'eredit non spiega niente se non siva oltre. Non forse possibile modificare da un momento all'altrodelle leggi e,istenti ed ereditate?

    Quest'obie7.ione ci porta a collocare la lingua nel suo quadrosociale e a p'Jrre la questione come la si porrebbe per altre isti-tuzioni sociali. Queste ultime in che modo si trasmettono? Eccola questione pi generale che include queUa dell'immutabilit.Occorre anzitutto valutare il grado maggiore o minure di libertdi cui godono le altre istituzioni: si vedr che per ognuna vi unequilibrio diverso fra la tradizione imposta e l'azione libera deUasociet. In seguito, si cercher perch, in una categoria data, ifattori del primo ordine sono piu o meno potenti che qiIelli delsecondo. tnfine, tornando alla lingua, ci si chieder percll~ il fat-

    T06 tore storico della tra-~missione la domina interamente ed escludeogni cambiamento linguistico generale e improvviso.

    Per rispondere a questa domanda, si potrebbero far \'alere nu-merosi argomenti dicendo, per esempio, che le modificazioni dellalingua non sono col1er;ate al susseguirsi delle generazioni, le quali,lungi dal sovrapporsi le une alle altre ome i cassetti d'un mobile,si mescolano, si compenetrano e contengono ciascuna individui ditutte le et. Si richiamer altres la somma di sforzi che esige l'ap-prendimentc. della lingua materna, per concludere da ci che impossibile \1" mutamento generale. Si aggiunger che la rifles-sione non interviene nella pratica di un idioma; che i soggetti

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    snno, in larga misura, incoscienti dclle leggi della lingua; e: seIl''11 sc n!! rl'ndullo conto, come potrcbbero modificarlc? E fos:!

  • 4. La resislell:a dcll'lerzia ca/ldti,'u .3

  • l'idea di Teil ~ parte 9; una parola semplice. In un modo onelfaltro semIJre uno spostamento di rapporto.

    In anglosassone-, la fonna preletter:aria fOt, il piede., re-stata fm (ingl. modo foot). mentre il suo plurale foti, i piedi t, diventalo Ft (ingl. mod. fUI). Quali che siano le alterazionisupposte, una cosa certa: vi stato uno spostamento di rapporto,sono ,;orte altre corrispondenze tra la materia fonica e l'idea [UOl.

    Una lingua radicalmente impotente a difendersi contro ifattori chl" spostano ad ogni istante il rapporto tra significatoe significante. una delle conseguenze dell'arbitrariet del segno.

    Le altre istituzioni umane - i costumi, le leggi ecc. - sonotutte basate, in gradi diversi, sui rapporti naturali delle cose:vi in esse una congruenza necessaria tra i mezzi impiegati ei fini da perseguire. Perfino la moda che fissa il nostro abbiglia-m('nto non interamente arbitraria: non ci si pu allontanareoltre un ('erto limite dalle conizioni dettate dal corpo umano.La lingua, al mntrario, non affatto limitata nella scelta deisuoi mezzi, perd1t\ nun si vede che cosa impedirebbe di associareuna 'lualunque idea a un;\ qualunque sequenza di suoni [1~1J.

    Per fare ben sentire elle la lingua una istituzione pura,Whitney ha assai i

  • all, forze sociali e-.;crcitantisi su ('s~a di ';\'iluppare i loro effetti,-c--::-;-arri\a al principio di l"(llltinuit, che annuIla la libert, Ma

    1;\ "0nlinuit implica neecs,;ariamente l'alterazione, lo spostamc!Jool'i:! Il meno considerc\'ule dei rapporti.

    '! IiI/gliar~~~~massa

    por/allf{'

    tempo

    sociale, perdl

  • Dc

    ."

    1.A UXGI-ISTIL\ ST.\TlC.\E L.\ Ll:\Gn~Tlc.\ E\OlxnY.\

    I. Dualit iii/l'ma di tuU~ le s(iellze operaI/ii sui l'alori [1'1:11.

    Ben pochi linguisti sospettano che l'intervento del fattoreternrm- _ tale da creare alla linguistica difficolt particol.ari e ch.eesso pone la loro scienza dinanzi a due vie del tutto divergentI.

    Le altre sclenze per la maggior parte ignorano questa dualitradicale; il tempo non vi produce effetti particolari. L'astronomiaha constatato che gli astri subiscono notevoli cambiamenti,ma non perci si ;;issa in due discipLine. La geologia ragionaquasi costantem

  • I,ari alla lin),:ua: in ne;;.~un() si con~tata una .simile precisioned~i valori in gioco, un numero cosi grande cd una tale diversitdi tennini, in una cosi stretta dipcnden;r;a reciproca. La molte-pli,-it dei segni, gii invorata per spiegare la continui dellalingua, ci impcdise,~ nel modo pii! completo di studiare simul-taneamente i rapporti ncl tempo e i rapporti nel sistema.

    E.cco perch,: noi distinguiamo due linb'Uistiche. Come le chia-meremo? l tennini elle ci si offrono non suno tutti egualmenteadatti a dar rilicvo a questa distinzione, Ad esempio l ~toria e linguistica storica. non sono utilizzabili, perch ric1liamanoidee troppn vaglle 1"181; come la storia politica comprende tanto

    Il,, la descrizione di epoche quantu la narrazione degli an'e-!limenti, si potrrbbe immaginare che descrivendo degli statidella lingua successivi si studi la lingua secondo l'asse del tempo;per questo bisognerebbe considerare separatamente i fenomeniche fanno passare la lingua da uno stato all'altro. I tennini di(';'{}/Ilzio-ne t: di Unguistica evolutiva )\Qno pii! precisi e noi li impie-gheremo spesso; per opposizione, si pu parlare della scienzadegli" stati di lin.,"Ua o lillgllislica stalica [1611,

    Ma per meglio dar rilievo a questa opposizione e a quest'in-nodarsi di due ordini di feuomen! relativi al medesimo oggetto,prefcriluno parlare di linguistic:a sjll~Tollica e di linguistica dia-(rollira [1701. !lincronieo tutto d'l che ~i riferisce a11~aspettostatico della nostra scienza, diacronico tutto d che ha rapporticon-le C"Q\llljQIli. Similmente, sincTonia e diacronia designeran