Federica Ricci - Aracne editrice - · mento idoneo ed utile alla risoluzione di problemi ... terza...

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Dipartimento Impresa Ambiente & Management La Responsabilità Sociale e il valore del patrimonio intellettuale Un approccio integrato Federica Ricci

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Dipartimento ImpresaAmbiente & Management

La Responsabilità Socialee il valore del patrimonio

intellettuale

Un approccio integrato

Federica Ricci

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via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–2872–8

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I edizione: ottobre 2009

alla mia famiglia

Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi, ogni volta, risultati diversi.

A. Einstein

Indice

11 Prefazione 17 Capitolo I

Dall’impresa alla Corporate Social Responsibility: aspetti in-troduttivi 1.1 Verso la sistematizzazione del concetto di azienda, 17 – 1.2 Brevi cenni sulle teorie interpretative del concetto di azienda, 20 – 1.2.1 La teoria si-stemica, 20 – 1.2.2 La teoria organicista, 22 – 1.2.3 La teoria istituzionali-sta, 24 – 1.2.4 La teoria contrattualistica, 30 – 1.3 Verso una prima sistema-tizzazione del concetto di responsabilità sociale, 34

43 Capitolo II

La Corporate Social Responsibility e l’importanza del proces-so decisionale 2.1 L’origine e la necessità di una governance responsabile, 43 – 2.2 Il pro-cesso decisionale e la responsabilità sociale d’impresa, 53 – 2.3 Le teorie tradizionali di interpretazione del processo decisionale: dalla razionalità o-biettiva alla razionalità limitata, 58 – 2.4 Gli aspetti della teoria della razio-nalità limitata: l’approccio della psicologia cognitivista, 62 – 2.4.1 I rischi insiti nella fase di definizione del problema, 64 - 2.4.2 I rischi insiti nella fase di acquisizione delle informazioni, 65 - 2.4.3 I rischi insiti nella fase di elaborazione delle informazioni, 66 - 2.4.4 I rischi insiti nella fase di for-mulazione del giudizio e di feedback, 67 – 2.5. La responsabilità sociale e l’Alta Direzione: il ruolo dell’Autorità Pubblica, 72 – 2.6 Conclusioni, 84

Indice 10

87 Capitolo III Verso un possibile modello di Corporate Social Responbility

3.1 La dimensione esterna della responsabilità sociale: i rapporti con l’ambiente, 87 - 3.2 La dimensione esterna della responsabilità sociale: i rapporti con i clienti, 91 - 3.3 La dimensione interna della responsabilità sociale: i rapporti con i dipendenti, 98 - 3.4 La dimensione interna della re-sponsabilità sociale: i rapporti con i soci, 105 – 3.5 Il ruolo del manager, 113 – 3.6 I codici etici, 120

127 Capitolo IV

La mancanza di standard responsabili e gli effetti sul patrimo-nio intellettuale 4.1 Premessa, 127 – 4.2 La dimensione interna della irresponsabilità socia-le: i rapporti con i dipendenti, 127 – 4.3 I rapporti con in clienti e con l’ambiente, 135 – 4.4 Gli effetti della governance irresponsabile sul capitale strutturale, 140 – 4.5 I costi sociali dell’impresa irresponsabile: cenni, 149

153 Appendice

La Corporate Social Responsibility e il valore economico del patrimonio intellettuale d’impresa: studio empirico sulla Pro-vincia di Frosinone

1. Nota metodologica, 154 – Questionario, 171

181 Bibliografia

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Prefazione 1. Oggi, governare le imprese è una questione delicata e complessa,

per una serie di motivi che riguardano sia il contesto esterno che le condizioni interne di organizzazione.

La tecnologia che innova in tempi repentini, il mercato che muta le preferenze e i propri confini, le condizioni di lavoro che variano per diverse esigenze, gli interlocutori, sempre più numerosi che proiettano sull’impresa le loro attese; per queste ed altre ragioni, infatti, il gover-no delle imprese appare una questione estremamente articolata.

Il presente lavoro parte dall’assunto che la responsabilità sociale d’impresa origini proprio da detta complessità.

A ben vedere, infatti, il passaggio da una governance orientata alle esigenze dell’imprenditore e di pochi altri soggetti che affiancavano questi nella conduzione aziendale, ad una governance orientata alle e-sigenze di molti altri soggetti che a vario titolo e livello proiettano le loro attese sull’azienda, rappresenta l’origine della responsabilità so-ciale d’impresa.

Come è noto, infatti, la responsabilità implica sempre l’esistenza di un altro soggetto al quale riferire, in quanto, si è responsabili verso qualcun altro e/o verso qualcos’altro.

Ciò posto, il concetto di responsabilità implica l’esistenza di una relazione.

Questo vale anche nell’impresa, dove si avverte l’esigenza di una governance responsabile nella misura in cui essa viene ad allargare le proprie relazioni.

Chi governa le organizzazioni non può non tenere conto di questo nuovo orientamento e deve, pertanto, indirizzare la gestione in modo da soddisfare le attese di tutti i partecipanti.

Prefazione 12

Nel primo capitolo del presente lavoro si richiamano ― seppure in modo non esaustivo ― le principali teorie interpretative del concetto di azienda, nella convinzione che la governance responsabile origini dall’interpretazione del concetto di azienda quale istituto economico duraturo nel quale convivono interessi diversi.

Successivamente, sono stati richiamati i contributi principali sul concetto di Corporate Social Responsibility, nel tentativo di produrre una rassegna della letteratura sistematica ed organizzata, giungendo al seguente raggruppamento:

― il primo filone di studi, riconducibile a Friedman, per il quale l’impresa debba riferire unicamente agli azionisti, nella convinzione che «ogni altra dottrina sia profondamente sovversiva»; ― il secondo, invece, che vede in Davis il precursore, racchiude tutti i contributi per i quali la responsabilità sociale diventa uno standard a-ziendale allorquando essa inserisca nella propria funzione obiettivo anche interessi diversi da quelli propriamente economici; ― il terzo filone, ancora, racchiude tutti i contributi fondati sulla cre-denza che la responsabilità d’impresa derivi da un processo compiuto sempre in maniera spontanea e mai coercitiva; ― infine, l’ultimo filone di contributi prende le mosse dalla convin-zione che la Corporate Social Responsibility derivi dalle relazioni e-sterne che l’azienda viene ad instaurare con il contesto di riferimento.

2. Nel secondo capitolo, alla luce della letteratura nazionale ed in-

ternazionale (nonché, interdisciplinare) esaminata, si sono delineate le caratteristiche distintive di una governance d’impresa responsabile.

Per assolvere l’ambizioso compito, nella convinzione che non pos-sa considerarsi responsabile un’impresa che adotti un governo attento alle esigenze altrui in maniera contingente e non programmata, si è in-dagato sul processo decisionale con particolare riferimento alle euri-stiche meglio note come “trappole decisionali”, per comprendere, quindi, come e quando l’impresa potrebbe cadere nell’errore della non responsabilità e, quindi, per suggerire meccanismi di correzione.

3. Nel terzo capitolo, quindi, si è tentato di delineare un possibile

paradigma di governo d’impresa responsabile, indagando sia nella di-

Prefazione 13

mensione interna (dei rapporti con il personale dipendente e con gli azionisti), sia nella dimensione esterna (dei rapporti con i clienti, i fornitori, i vari partner aziendali, la comunità esterna di riferimento).

4. Dopo aver compreso cosa sia e come si implementi la responsa-

bilità sociale d’impresa, si è ipotizzato, nel quarto ed ultimo capitolo, cosa accade qualora essa manchi.

Si è costruito, con approccio qualitativo, un modello di impresa ir-responsabile, arrivando alle conclusioni che una governance così im-plementata con il passare del tempo distrugga valore, con particolare riferimento al patrimonio intellettuale.

Nell’ultimo parte del lavoro si è ritenuto utile arricchire il contribu-to di un’analisi empirica (quantitativa), condotta su un campione di piccole-medie imprese operanti nel territorio della provincia di Frosi-none, per misurare gli effetti della Corporate Social Responsibility.

La scelta dello studio empirico prende le mosse dalla convinzione che le numerose ed autorevoli costruzioni teoriche proposte dall’ampia letteratura esistente, se utilizzate da sole, rischiano di tra-smettere un’immagine della situazione parziale e, soprattutto, di non cogliere il risvolto applicativo che il tema della Corporate Social Re-sponsibilty deve necessariamente incorporare per tradursi in uno stru-mento idoneo ed utile alla risoluzione di problemi ― effettivi e poten-ziali ― che l’uomo d’azienda potrebbe trovarsi a risolvere.

Lo studio empirico, pertanto, è stato condotto somministrando un questionario opportunamente predisposto al campione selezionato, delle piccole–medie imprese del frusinate, al fine di indagare sul livel-lo di responsabilità da esse implementato.

Il questionario, infatti, è stato costruito conservando la stessa impo-stazione metodologica del paradigma proposto nel terzo capitolo di questo lavoro. Esso, pertanto, si compone di sette sezioni, di cui, la prima relativa alle informazioni generali dell’azienda (settore di rife-rimento, dimensione, posizione dell’intervistato, ecc.), la seconda e la terza relative alla dimensione interna (valori aziendali e rapporti con il personale dipendente), la quarta, la quinta, la sesta e la settima relative alla dimensione esterna (con riferimento, rispettivamente, ai rapporti con i clienti, fornitori e altri partner, con la comunità locale e con l’ambiente generalmente inteso).

Prefazione 14

L’analisi è partita dall’assunto secondo il quale esista correlazione positiva tra il livello di responsabilità sociale d’impresa e il valore a-ziendale, apprezzabile nel valore del patrimonio intellettuale.

A tal fine si è attribuito un punteggio al questionario, stilando una prima classificazione delle imprese responsabili e, in via successiva, si è quantificato il valore economico del patrimonio intellettuale impo-stando una appropriata metodologia.

Il risultato ottenuto permetterà di concludere che, effettivamente, per il campione esaminato, l’ipotesi postulata appare verificata, in quanto, all’aumentare del livello di responsabilità sociale è apprezza-bile un congiunto incremento del valore economico del patrimonio in-tellettuale.

Ci preme affermare, già in questa sede che lo studio, tuttavia, scon-ta i limiti della scarsa numerosità del campione di imprese (circa sedi-ci, su un totale di circa centocinquanta questionari recapitati) rinveni-bili, quindi, nella carenza di una sensibilità in tema di responsabilità sociale nel contesto della provincia di Frosinone.

Alla luce dello studio condotto, siamo fortemente convinti che la responsabilità sociale d’impresa “paghi”, ovvero, determini ritorni e-conomici all’impresa e che, quindi, debba essere interpretata come una sorta di investimento.

Tuttavia, fino all’istante in cui il potenziale vantaggio ad essa con-nesso non sarà visibile agli occhi dell’imprenditore, la CSR resterà so-lo un affascinante tema di dibattito dottrinale.

A tal fine, sia consentito concludere con un auspicio forse prematu-ro ed esageratamente ambizioso, che questo studio possa rappresenta-re solo il primo passo per un cammino “in progress” per destare l’attenzione e la sensibilità degli imprenditori locali affinché la CSR possa tradursi in un effettivo strumento capace di creare valore.

* * *

Prefazione 15

A conclusione di queste note introduttive l’autore desidera esprime-

re il primo ringraziamento al Prof. Marco Lacchini dell’Università de-gli Studi di Cassino per l’attenzione che ha sempre mostrato per il proprio percorso di ricerca.

Desidera ringraziare, altresì, il Prof. Raffaele Trequattrini dell’Università degli Studi di Cassino per il continuo incoraggiamen-to, per rappresentare una costante azione di guida personale e profes-sionale e per essere riuscito a trasmettere un profondo amore per la ri-cerca nell’Economia Aziendale.

Per i preziosi suggerimenti, i momenti di confronto e di aggrega-zione ringrazia i professori e gli amici del Dipartimento Impresa Am-biente e Management dell’Università di Cassino.

L’autore dedica uno speciale riconoscimento alla mamma perché rappresenta un quotidiano punto di riferimento ed un modello di vita.

Restano a carico dell’Autore, come di consueto, le lacune e i limiti che sarà dato riscontrare nel lavoro.

Federica Ricci

Cassino, Università degli Studi, novembre 2009

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Capitolo I Dall’impresa alla Corporate Social Responsibility: aspetti introduttivi 1.1. Verso una sistematizzazione del concetto di azienda

Nell’attuale scenario competitivo, caratterizzato da notevole dina-

mismo, il governo aziendale diviene complesso e particolarmente de-licato; tuttavia, prima di focalizzare l’attenzione su detta complessità, giova proporre ― in maniera schematica e nient’affatto esaustiva ― una rassegna della principale letteratura esistente sul concetto di a-zienda e sulle relative interpretazioni.

Come è noto, l’azienda è il luogo fisico dove si svolge l’attività e-conomica1; invero, l’insieme di scelte volte ad un fine anche mutevole compiute con risorse scarse. E' importante osservare, però, che non ogni attività economica è azienda, in quanto talune attività economi-che, specie quelle occasionali e non programmate, non si avvalgono dell’azienda2.

Amaduzzi definiva l’azienda come «l’insieme delle unità economi-che che sono parti componenti dell’economia generale, che rappresen-tano la mera attività economica dell’individuo, e che costituiscono un loro proprio sistema, distinto da ogni altro, dai campi economici»3.

1 L’attività economica è da intendersi come l’attività umana condotta in campo

economico. Affinché il comportamento umano sia suscettibile di analisi dal lato e-conomico, si deve verificare che i fini da raggiungere siano molteplici; gli stessi fini possano essere ordinati per importanza; i mezzi a disposizione per realizzare detti fi-ni siano scarsi, cioè limitati in natura; i mezzi a disposizione siano suscettibili di usi alternativi. Sul tema dell’aspetto economico del comportamento umano si rimanda a: L. ROBBINS, An Essay on the nature and significance of economic science, Macmil-lan, London 1932.

2 Cfr E. VIGANÒ (a cura di), Azienda. Primi contributi di una ricerca sistematica per un rinnovato concetto generale, Cedam, Padova 1997, pp. 1 ss.

3 A. AMADUZZI, L’azienda nel suo sistema e nell’ordine delle sue rilevazioni, UTET, Torino 1963, pp. 18 ss.

Capitolo I 18

L’aspetto economico del comportamento umano viene considerato l’elemento centrale anche per Bertini, il quale considera l’azienda co-me «l’espressione più elevata della condotta umana sul piano econo-mico; essa è un’istituzione sociale in quanto creata dagli uomini per il raggiungimento di finalità umane nel contesto della collettività orga-nizzata»4.

Numerosi, altresì, sono gli Autori che riconoscono nell’orienta-mento alla soddisfazione dei bisogni umani l’elemento distintivo dell’azienda; primo fra tutti lo Zappa concepiva l’azienda quale «isti-tuto economico destinato a perdurare, che per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzio-ne, o il procacciamento e il consumo della ricchezza»5.

Anche l’Onida individuava la ragione di vita delle aziende nella soddisfazione dei bisogni umani, «in quanto questa soddisfazione esi-ga consumo di beni economici e, quindi, anche produzione o acquisi-zione di questi beni. Nelle aziende si compongono, appunto, in siste-ma durevole pur vivamente dinamico, i processi di produzione o ac-quisizione e di consumo della ricchezza»6.

Sulla stessa linea di pensiero il Caramiello definisce l’azienda qua-le «unità operativa attraverso cui i gruppi umani attuano la produzione dei beni, al fine del soddisfacimento dei bisogni»7.

Tuttavia, giova rammentare, seppur brevemente, la distinzione tra azienda e impresa. Nell’accezione prevalente, infatti, l’impresa si in-tende come un’azienda che svolge attività di produzione aperta al mercato e orientata al profitto, privata, industriale, di grandi dimen-sioni; per cui l’impresa viene comunque a qualificarsi come azienda, mentre l’azienda non è solo l’impresa.

Alla luce delle considerazioni condotte è possibile identificare, quindi, i caratteri distintivi dell’azienda:

4 U. BERTINI, Il sistema d’azienda, Giappichelli, Torino 1990, p. 34. 5 G. ZAPPA, Le produzioni nell’economia delle imprese, tomo I, Giuffrè, Milano

1956, p. 37. 6 P. ONIDA, La logica e il sistema delle rilevazioni quantitative d’azienda, Giuf-

frè, Milano 1970, p. 30. 7 C. CARAMIELLO, L’azienda, Giuffrè, Milano 1989, p. 17.

Dall’impresa alla Corporate Social Responsibility: aspetti introduttivi 19

a) non è considerata come semplice aggregazione di processi, ma come un insieme di parti interdipendenti, tenute insieme da una finali-tà comune; b) è dotata di regole proprie, derivanti, cioè, dalla dimensione inter-na; tuttavia, allo stesso tempo, le decisioni di governo aziendale sono dipendenti dalle altre dimensioni (giuridica, comportamentale, etica): l’azienda non può essere considerata come un «sistema di processi e-conomici autonomi e separati», ma come un «sistema di processi eco-nomici che contempera le differenti dimensioni»; c) esprime un concetto di valenza generale e non unicamente valido per le aziende di produzione che operano sul mercato; d) non ha la sola funzione di adattare al meglio le risorse scarse per soddisfare i fini molteplici, ma quella di incrementare il valore quali-tativo e quantitativo di tutte le fasi dell’economia; e) è costituita e gestita per volontà di persone, ma ha una vita auto-noma anche rispetto agli uomini che la fondono e la gestiscono; f) i propri risultati devono essere misurati con metodi oggettivi o comunque sottoponibili a verifiche e controlli8.

Le caratteristiche così delineate, convivono anche nell’impresa ir-responsabile, la quale, come preliminarmente asserito, è comunque un’impresa, per cui non si discosta ― in linea teorica ― dai suddetti elementi distintivi; essa, tuttavia, si discosta per altri comportamenti, dei quali si dirà in seguito.

8 Cfr. E. BORGONOVI, Appunti per un dibattito sulla cultura aziendale, in Atti del

Convegno della Società Italiana di Ragioneria ed Economia Aziendale, Roma 2006, p. 76.