Federica Miglietta, PhD Facoltà di Economia

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Federica Miglietta, PhD Facoltà di Economia Evento Stoxx, Museo Poldi Pezzoli, Milano Martedì 24 maggio 2011

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Federica Miglietta, PhD

Facoltà di Economia

Evento Stoxx, Museo Poldi Pezzoli, Milano

Martedì 24 maggio 2011

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Perché accostiamo due termini così differenti tra loro:◦ Finanza◦ Islamica

ISLAM E’ RELIGIONE E SOCIETA’

L’Islam non nega l’economia di mercato, ma pone un freno alle conseguenze negative che possono derivare dal libero gioco delle forze economiche. Il fine ultimo di tutte le proibizioni e le raccomandazioni è quello di mantenere la giustizia distributiva e l’uguaglianza di opportunità.

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La Finanza Islamica: fondata sulle proibizioni (prohibition-driven finance)?

La riba◦ Il termine deriva dal verbo “raba” che significa

“aumentare”, “accrescere”.

◦ La riba era proibita ai tempi del Profeta

◦ Riba è comunemente tradotto come “usura”, “interesse”, “premio”

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Il Corano è molto severo con la riba. E’ considerato un comportamento che porta ad una maledizione perenne ed alla pazzia

Ogni buon musulmano è consapevole del divieto di riba: il problema risiede nelladefinizione e nella traduzione di “riba” in concetti economici moderni. La riba siriferisce al tasso di interesse, qualsiasi sia illivello applicato, o solo all’usura?

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Molti economisti moderni definisconoformalmente la riba come segue.

1) Rappresenta un “premio” fissato ex-ante2) E’ legato al periodo di tempo e all’ammontare

del prestito3) Il suo pagamento è garantito

indipendentemente dai risultatidell’investimento e dai motivi per i quali ildenaro è stato preso a prestito

Vi è una ratio economica dietro il divieto diriba?

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La ricchezza che si ottiene dal proprio lavoro deve sempre essere utilizzata per creare ulteriore lavoro e ricchezza per la società. Deve, dunque, circolare all’interno dell’economia → la tesaurizzazione non è permessa perché sottrae il denaro all’uso produttivo.

A questa proibizione sono legate indirettamente, sia la zakat (ovvero una tassa religiosa) che la penalizzazione del contante nel caso degli indici islamici

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Nel Corano si afferma che “Allah ha permesso il commercio e proibito l’usura”.

Si riporta un hadith del Profeta ove si affermerebbe: “il profitto si ottiene condividendo le perdite”. Tutti gli strumenti finanziari per il commercio e la produzione si basano sulla condivisione dei profitti e delle perdite. La partecipazione ai profitti rappresenta una remunerazione per lo sforzo imprenditoriale.

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Gli indici islamici si propongono di offrire al gestore un menu di titoli di società il cui business sia conforme alla Shari’ah

Tali indici vengono filtrati con l’imposizione:◦ di business screens relativi all’ambito di attività della

società◦ di financial ratios derivanti direttamente dalle regole

coraniche

Sulla costruzione degli indici vigila uno Shari’ah Board, ovvero un comitato di giurisperiti della legge islamica conoscitori della fiqh al mu’amalat, ovvero la giurisprudenza commerciale islamica

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Il primo filtro consiste nel determinare quali settori sono halal, ovvero permessi e quali, al contrario sono haram, non ammissibili all’interno del portafoglio. I settori tradizionalmente esclusi dal portafoglio sono relativi a:

finanza basata sul tasso di interesse (banche ed assicurazioni convenzionali),

produzione, commercializzazione e distribuzione di alcool e suoi derivati,

produzione, commercializzazione e distribuzione di carne suina e suoi derivati,

produzione, commercializzazione e distribuzione di tabacco, produzione di armamenti, leisure and entertainment in senso vasto (musica, hotels, cinema,

adult entertainment).Mentre per alcune attività il divieto é perentorio per altre (adesempio nel caso di produzione di armamenti e tabacco) la sceltaè demandata al singolo Shari’ah board. Tali screens sono comunia numerosi index providers, per esempio: MSCI, Dow Jones,FTSE, Stoxx (che aggiunge le società che operano incommodities come oro e argento)

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Le società restanti sono soggette ad alcuni filtri ulteriori relativi al modo in cui le società sono gestite ed ottengono i propri profitti. In linea generale vengono escluse le società troppo indebitate (non è permessa una leva eccessiva), quelle che ricavano i propri profitti da fonti non permesse (oltre il 5%) e quelle società che ricavino interessi attivi sui crediti commerciali (divieto di riba) o che abbiano troppa cassa (divieto di tesaurizzazione)

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STOXX FTSE MSCI DOW JONES

Ricavi

Ricavi da interesse ed attività non compliant < 5% dei ricavi totali

Ricavi da attività non compliant < 5% dei ricavi totali

Debito(passività)

Debito non compliant/tot. Asset (o mkt cap) < 33%

Debito/tot. Asset < 33%

Debito/tot. Asset < 33,3 %

Debito/24 monthstrailing mktcap < 33%

Attività

Interest bearingassets/tot. Asset(o mkt cap) < 33%

Cash and Interest bearingassets/tot. Asset < 33%

Cash and Interest bearingassets/tot. Asset < 33,3%

Cash and Int.bearingassets/24 months trailmkt cap < 33%

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STOXX FTSE MSCI DOW JONES

Cassa e crediti commerciali -

Account receiv+ cash/ tot. assets < 50%

Account receiv+ cash/ tot. assets < 33.3%

Accountreceiv./24months trailmkt cap <33%

“Purificazione”dei dividendi

Consigliata una

purificazione del 5%

Si, applicata sull’indice

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Per quale ragione i rapporti citati devono essere inferiori al 33% (o 33,3%)?

Tale limite deriva direttamente dalle parole del Profeta laddove affermava che “il giudizio dipende dalla maggioranza, non dalla minoranza”, aggiungendo che “la linea di demarcazione tra la maggioranza e la minoranza è di un terzo, ed un terzo è già molto”. I giurisperiti, analizzando quanto riportato in questo hadit del Profeta, hanno derivato la regola per cui è necessario non superare un terzo (che sarebbe eccessivo).

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Il rapporto fra i vari indici islamici e un indice convenzionale

Fonte: Forte G., Mauri M., e Miglietta F., 2011

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