FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI - ordinefarmacisti.it · 12/01/2012 La Gazzetta dello Sport -...

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La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 12/01/2012

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specificato nei contratti di adesione al servizio.

FEDERAZIONE ORDINI DEIFARMACISTI

Rassegna Stampa del 12/01/2012

INDICE

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI

12/01/2012 Corriere della Sera - MILANO

Lettera bomba alla presidente di Federfarma20

12/01/2012 La Repubblica - Milano

Buste esplosive a Federfarma "Ma non ci lasceremo intimidire"21

12/01/2012 La Stampa - NAZIONALE

Federfarma Ancora minacce e pacchi esplosivi22

12/01/2012 Il Giornale - Nazionale

Buste esplosive a Federfarma L'Ordine: «Basta gogne mediatiche»23

12/01/2012 Il Giornale - Milano

Falso ordigno al farmacista e lettere sospette a Equitalia24

12/01/2012 Avvenire - Nazionale

Buste con esplosivo a Federfarma Balduzzi condanna25

12/01/2012 Avvenire - Milano

Plico con polvere pirica a presidente Federfarma26

12/01/2012 QN - Il Giorno - Sud Milano

Lambrate, paura in farmacia Siringa con polvere pirica per la leader di Federfarma27

12/01/2012 QN - Il Giorno - Sud Milano

«Non ho paura delle intimidazioni Ci attaccano per sporchi interessi»28

12/01/2012 QN - Il Giorno - Brianza

Farmacie, altre buste esplosive29

12/01/2012 Il Secolo XIX

Distribuzione libera per le pompe di benzina30

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale

INTERVENTO A BARI32

12/01/2012 Leggo

I tassisti scioperano Benzina, è subito giallo33

12/01/2012 Leggo

Sotto attacco Equitalia e farmacie34

12/01/2012 Alto Adige - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 2335

12/01/2012 Corriere delle Alpi - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio36

12/01/2012 Eco di Bergamo

Ancora intimidazioni e minacce verso farmacisti e Equitalia37

12/01/2012 Gazzetta di Mantova - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio38

12/01/2012 Gazzetta di Modena - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio39

12/01/2012 Gazzetta di Reggio - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio40

12/01/2012 Il Centro - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 2341

12/01/2012 Il Mattino di Padova - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio42

12/01/2012 Il Piccolo di Trieste - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio43

12/01/2012 Il Tirreno - Livorno

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio44

12/01/2012 Il Trentino - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 2345

12/01/2012 La Nuova Ferrara - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio46

12/01/2012 La Nuova Venezia - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio47

12/01/2012 La Prealpina - NAZIONALE

Buste esplosive: dopo Equitalia, i farmacisti48

12/01/2012 La Provincia Pavese - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio49

12/01/2012 La Tribuna di Treviso - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio50

12/01/2012 Messaggero Veneto - Nazionale

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio51

11/01/2012 ADN Kronos 19:53

Professioni: il punto su Ordini e Casse previdenziali52

11/01/2012 AGI 12:10

BUSTA CON POLVERE PIRICA A PRESIDENTE FEDERFARMA55

11/01/2012 AGI 12:43

BUSTA CON POLVERE PIRICA A PRESIDENTE FEDERFARMA A MILANO56

11/01/2012 AGI 12:10

Busta con polvere pirica alla presidente di Federfarma57

11/01/2012 AGI 13:06

BUSTA CON POLVERE PIRICA A PRESIDENTE FEDERFARMA A MILANO58

11/01/2012 ANSA 00:23

Busta con ordigno rudimentale a presidente Federfarma59

11/01/2012 ANSA 17:44

Busta con ordigno a presidente Federfarma60

11/01/2012 ANSA 21:00

Buste esplosive a sedi Federfarma e Ordine farmacisti a Roma61

11/01/2012 Affari Italiani 11:48

Equitalia-Federfarma buste sospette62

11/01/2012 Affari Italiani 00:28

12:28:45 - Milano / Busta con polvere pirica a presidente Federfarma63

11/01/2012 Affari Italiani 11:48

Equitalia e Federfarma buste sospette64

11/01/2012 Corriere.it 00:36

Pacco con siringa a D'Ambrosio Lettieri«Un preoccupante clima di tensione»65

11/01/2012 Repubblica.it 11:54

busta con polvere pirica a presidente federfarma a milano66

12/01/2012 TgCom

20:34 - FEDERFARMA, NUOVE BUSTE ESPLOSIVE67

11/01/2012 Virgilio.it 19:02

Liberalizzazioni/ Alfano: Atti intimidatori segnali inquietanti68

11/01/2012 WallStreetItalia 00:55

Busta Con Polvere Pirica A Presidente Federfarma A Milano69

12/01/2012 Corriere del Giorno

Farmacisti non titolari solidali con il parlamentare Pdl70

12/01/2012 Cronaca Qui Milano

Ancora buste sospette A Milano tre consegne a Federfarma e Equitalia71

11/01/2012 Il Nuovo Corriere Aretino

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti" intensificano il lorolavorio

72

11/01/2012 Il Nuovo Corriere di Firenze

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti" intensificano il lorolavorio

73

11/01/2012 Il Nuovo Corriere Viterbese

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti" intensificano il lorolavorio

74

12/01/2012 Il Quotidiano della Basilicata

Il Governo promette ai partiti «Testo ampio sulle liberalizzazioni»75

12/01/2012 Il Quotidiano di Calabria - Catanzaro

Il Governo promette ai partiti «Testo ampio sulle liberalizzazioni»76

SANITÀ NAZIONALE

12/01/2012 Corriere della Sera - NAZIONALE

Liberalizzazioni, tocca ai benzinai78

12/01/2012 Corriere della Sera - MILANO

Volontari, intesa sulle deroghe I garage: in crisi per le disdette80

12/01/2012 Corriere della Sera - MILANO

Inchiesta sul feto soffocato dal cordone ombelicale81

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Sanità, aziende a rischio a causa dei ritardi della Pa82

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Fumo, il ministero prepara il divieto per gli under 1883

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Scatta la deregulation totale: professioni, negozi, imprese, benzina84

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Apriranno 2-3mila nuove farmacie85

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Minacce a Racca (Federfarma): non mi intimidiscono86

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

LE CIFRE SETTORE PERSETTORE87

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Licenze e saldi: scatta la deregulation totale88

12/01/2012 Il Sole 24 Ore

Lettere91

12/01/2012 La Repubblica - Nazionale

Liberalizzazioni, ecco il maxi-piano93

12/01/2012 La Repubblica - Nazionale

Saldi no stop e nuova class action la rete delle Fs passa al Tesoro deroga sull'art.18per le fusioni

94

12/01/2012 La Repubblica - Nazionale

"Energia, semplificazioni, trasporti è lì la polpa delle liberalizzazioni"97

12/01/2012 La Repubblica - Milano

Deroga in extremis al no profit niente ticket per gli enti sociali99

12/01/2012 La Stampa - NAZIONALE

"Dodici ore in auto per 1600 euro al mese Quando va bene"100

12/01/2012 Il Messaggero - Nazionale

Buste esplosive minacce a Federfarma102

12/01/2012 Il Messaggero - Nazionale

Benzina, notai, farmacie così si apre alla concorrenza103

12/01/2012 Il Giornale - Nazionale

Altro che tassisti Gas, benzina e banche: ecco da dove iniziare106

12/01/2012 Il Giornale - Nazionale

E ORA SIA IL PDL A LIBERARE LE MANI ALLE IMPRESE108

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale

Benzina, distributori liberi: tabacchi, alimentari e pieno109

12/01/2012 Avvenire - Nazionale

Non conosce crisi la «fabbrica di bambini»110

12/01/2012 Avvenire - Nazionale

Le scimmiette chimera modelli «salva-embrioni»112

12/01/2012 Avvenire - Nazionale

Stati vegetativi, nel silenzio continua il «dialogo»113

12/01/2012 QN - Il Giorno - Nazionale

Buste esplosive in farmacia115

12/01/2012 QN - Il Giorno - Nazionale

Benzina, distributori liberi: tabacchi, alimentari e pieno116

12/01/2012 QN - Il Giorno - Nazionale

Cinque euro sono proprio troppi Un dazio anche per andare al lavoro117

12/01/2012 Il Manifesto - Nazionale

Quello che non si dice118

12/01/2012 Il Manifesto - Nazionale

Via l'art. 18 E i contratti nelle ferrovie120

12/01/2012 Il Mattino - nazionale

Liberalizzazioni: tassisti in rivolta serrata il 23 gennaio122

12/01/2012 Il Mattino - nazionale

Negozi, treni, benzina: si cambia Avvocati, preventivo obbligatorio123

12/01/2012 Il Mattino - nazionale

L'eterna prevalenza della casta124

11/01/2012 Europa

Liberalizzazioni, nel Pd non è un coro125

12/01/2012 Libero - Nazionale

Adesso i pacchi bomba arrivano in farmacia126

12/01/2012 Libero - Nazionale

I taxi lasciano a piedi i Professori127

12/01/2012 Libero - Nazionale

Effetto SuperMario: spariti 25 miliardi dai conti correnti128

12/01/2012 Il Riformista - Nazionale

Conviene liberalizzare gli ordini professionali o tagliare la burocrazia?129

12/01/2012 Il Secolo XIX

Nessuno ha "sparato" sulla Croce rossa130

12/01/2012 Il Foglio

La gran confusione liberalizzata132

12/01/2012 Il Foglio

Libero disordine in vista133

12/01/2012 Il Foglio

Liberalizzare sì, ma anche gli oligopoli134

12/01/2012 Il Foglio

C'è posta per Monti dai liberisti del Pd e del Terzo polo135

12/01/2012 Il Tempo - Nazionale

E i cittadini propongono un contro-sciopero136

12/01/2012 ItaliaOggi

Monti impressiona la cancelliera137

12/01/2012 ItaliaOggi

Il governo commissaria le regioni Stretta su appalti e privatizzazioni138

12/01/2012 ItaliaOggi

I benzinai potranno vendere tutto139

12/01/2012 ItaliaOggi

I farmacisti oggetto di intimidazione140

12/01/2012 ItaliaOggi

Liberalizzazioni dove sono utili141

12/01/2012 L Unita - Nazionale

Gas, elettricità e banche ci costano oltre 3mila euro142

12/01/2012 L Unita - Nazionale

Muore per infarto Pietro Saviotti il magistrato antiterrorismo144

12/01/2012 L Unita - Nazionale

PERCHÉ (FORSE) STIAMO DIVENTANDO UN PAESE EUROPEO145

12/01/2012 La Gazzetta dello Sport - NAZIONALE

Liberalizzazioni, tassisti in rivolta146

12/01/2012 Leggo

Podestà e Pisapia: «Solidarietà»147

12/01/2012 Leggo

S. Giulia in cella consulente di Grossi148

12/01/2012 MF

Tra le liberalizzazioni spunta lo scorporo della rete Fs149

12/01/2012 L'Arena di Verona

«Cellule staminali, idea da rilanciare»150

12/01/2012 Anna

Viva le liberalizzazioni. Ma davvero servono a ripartire?151

12/01/2012 Il Salvagente

SALVA WEEK152

12/01/2012 Il Salvagente

"In tempi di crisi è un'opportunità anche per loro"153

12/01/2012 Il Salvagente

Protesi PERICOLOSE, il panico non si ferma154

12/01/2012 Il Salvagente

Chi avverte le donne? I buchi neri di chi opera ai confini dell'illegalità156

12/01/2012 Il Salvagente

Troppi antirughe a rischio Il nuovo allarme agita l'Europa157

12/01/2012 Il Salvagente

RITIRATO IL NOPRON158

12/01/2012 Il Salvagente

PIÙ LIBERALIZZAZIONI159

12/01/2012 Il Salvagente

Socialcard addio Restano i bisogni di chi non ce la fa160

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Liberalizzazioni delle farmacie: correttivi in pista entro fine mese162

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Farmacie/2: visite ed esami sempre senza Iva163

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Decreto Milleproroghe: quattro rinvii per il settore sanitario164

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Intramoenia, briciole al Ssn165

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Maxi-frenata per beni e servizi167

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Patto alle prime schermaglie169

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Fascia «C», nuovi ritocchi in cantiere171

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Protesi mammarie Pip: il censimento è partito172

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Asl e Ao: le novità contabili173

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

La «peer review» non fa Ssn175

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Caccia aperta ai geni mutanti della Sla177

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

I progetti finanziati178

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Sclerosi: sette speranze da un milione di euro179

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

IN BREVE180

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Tromboembolie sotto tiro181

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Ue, tre ruoli per rivaroxaban182

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

CASSAZIONE/ 2.183

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

FISCO .184

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Farmacia dei servizi senza Iva185

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Nessun obbligo di formazione per le Asl187

12/01/2012 Panorama

Su tasse e pensioni non ci sono stati ripensamenti, adesso ci aspettiamo lo stessorigore sulle liberalizzazioni

188

12/01/2012 Panorama

PER I VOSTRI SOLDI PASSATE DOPO189

11/01/2012 Vanity Fair

Me la sono gioca la fino ili fondo192

11/01/2012 Vanity Fair

Uscita a tre: io, lui e il cellulare196

12/01/2012 Il Fatto Quotidiano - Nazionale

RIGORE, TASSE E CASTE La pagella di mr. Monti197

12/01/2012 Il Fatto Quotidiano - Nazionale

Stesso copione: i tassisti bloccheranno le città201

SANITÀ REGIONALE

12/01/2012 Corriere della Sera - MILANO

Va bene lo sconto, ma i medicinali non sono carciofi203

12/01/2012 Corriere della Sera - ROMA

«Gemelli, entro febbraio saranno erogati 80 milioni»204

12/01/2012 Corriere della Sera - NAZIONALE

San Raffaele, fino a nove milioni di euro ai commissari205

12/01/2012 La Repubblica - Bari

Niente cure per bimbo con malattia rara La Asl: "Disguido". Fiore: "Non riaccada"206

12/01/2012 La Repubblica - Palermo

Chemioterapia fatale Lo specializzando ammette "Modificai io la cartella"207

12/01/2012 La Repubblica - Palermo

Morta dopo l'aborto indagine sui medici209

12/01/2012 La Repubblica - Firenze

Tra Anci e Regione summit senza intesa E ora via alle proteste210

12/01/2012 La Repubblica - Roma

Buste esplosive, farmacisti nel mirino211

12/01/2012 Il Messaggero - ROMA

Gemelli in credito verso la Regione il ministro: risolveremo il problema212

12/01/2012 Il Messaggero -  RIETI

Comifar vicina alla chiusura213

12/01/2012 Il Messaggero -  UMBRIA

Orvieto, niente di fatto per la farmacia214

12/01/2012 Il Giornale - Nazionale

Sanità della vergogna a Vibo: un dipendente su 4 sta a casa215

12/01/2012 Il Giornale - Nazionale

San Raffaele, Malacalza si dimette e contesta la cessione a Rotelli217

12/01/2012 Il Giornale - Genova

«Rovinato da Equitalia, devo licenziare trenta persone»218

12/01/2012 Il Giornale - Genova

Competenza e umanità: quando l'ospedale diventa un'isola felice219

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Bologna

LIBERALIZZARE PER CRESCERE221

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Ancona

I farmacisti jesini bocciano le liberalizzazioni222

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro

Farmacisti e tassisti sul piede di guerra:223

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro

Cala anche il valore patrimoniale224

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro

«Liberalizzare i farmaci non servirà»225

12/01/2012 QN - Il Resto del Carlino - Rimini

Un 'esercito' di oltre 500 farmacisti per pochi esercizi226

12/01/2012 Il Gazzettino - TREVISO

Il Comune incassa e paga i dipendenti227

12/01/2012 Il Gazzettino - VENEZIA

Piano sanitario, manovre salva-Venezia228

12/01/2012 Il Gazzettino - VENEZIA

Poletti, nuovo crac da 10 milioni229

12/01/2012 QN - Il Giorno - Sud Milano

«Non ho paura delle intimidazioni Ci attaccano per sporchi interessi»230

12/01/2012 QN - Il Giorno - Sesto

La liberalizzazione? «A favore degli iper» Ma alle botteghe l'orario lungo costa caro231

12/01/2012 QN - Il Giorno - Sondrio

I farmacisti e il decreto: «Subiremo danni ma restiamo professionisti»232

12/01/2012 Il Mattino - benevento

IN BREVE233

12/01/2012 Il Secolo XIX - Savona

«Caro paziente, ci stai costando troppo»234

12/01/2012 Il Tempo - Lazio

Il deposito farmaci Comifar a un passo dalla chiusura235

12/01/2012 Il Tempo - Abruzzo Pe

Tentò di rapinare la farmacia Condannato a un anno e mezzo236

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale

Farmacisti ed Equitalia nel mirino minacce anche a D'Ambrosio Lettieri237

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale

Benzinai come supermarket e verso la liberalizzazione238

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale

Le parafarmacie: sono solo il 10% del fatturato «La liberalizzazione dei farmaci difascia C non porterà nessuno al fallimento»

239

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia

Rapina in una farmacia Via con 2 mila 500 euro240

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Lecce

Armati di pistola assaltano la farmacia In fuga con 2mila euro241

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto

«Ma quelle azioni non vanno cedute»242

12/01/2012 QN - La Nazione - Pisa

Terme e farmacia Mugnaini investono nel settore243

12/01/2012 QN - La Nazione - Pisa

Tanti raffreddori «Ma nella media»244

12/01/2012 QN - La Nazione - Terni

Vendita della farmacia Il Tar rinvia a giugno la decisione245

12/01/2012 City - Milano

Buste esplosive a Federfarma246

12/01/2012 City - Milano

ATTENTATI Busta con ordigno in farmacia milanese247

12/01/2012 City - Napoli

Buste esplosive a Federfarma248

12/01/2012 City - Bari

Buste esplosive a Federfarma249

12/01/2012 City - Bologna

Buste esplosive a Federfarma250

12/01/2012 City - Roma

Buste esplosive a Federfarma251

12/01/2012 Metro - Bologna

Esplosivo a Federfarma "È colpa dei giornali"252

12/01/2012 Metro - Cagliari

Esplosivo a Federfarma "È colpa dei giornali"253

12/01/2012 MF

San Raffaele, slitta di un mese l'assemblea dei creditori254

12/01/2012 Corriere del Trentino - TRENTO

Negozi e orari, il Trentino chiede una clausola256

12/01/2012 Corriere del Veneto - PADOVA

«Partecipate, siamo pronti ad uscire da pubblicità, parcheggi e Telerete»257

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

«Nessuna pietà per i "baroni" del banco»258

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

«Più lavoro? Si aprano 150 farmacie contro di noi attacco di potenti lobby»260

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

Monti assicura: «Farò ampie liberalizzazioni»262

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

lettere intimidatorie a farmacie ed equitalia263

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

Più farmacie «ridurre i prezzi»264

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

«Riforma farmacie contro i cittadini»265

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

«Abbiamo una funzione sociale Nessun vantaggio per l'utenza»266

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

il no dei farmacisti267

12/01/2012 La Sicilia - Nazionale

«Così si mortifica il nostro aspetto professionale»268

12/01/2012 Unione Sarda

«Il decreto sarà una bomba» Così il Governo rassicura i partiti269

12/01/2012 Unione Sarda

La rivolta dei tassisti270

12/01/2012 Unione Sarda

Parafarmacia, raid armato271

12/01/2012 Unione Sarda

Addio video, i Blockbuster diventeranno parafarmacie272

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Ricerca biomedica, risorse alla Fondazione regionale273

12/01/2012 Cassino La Provincia

Psicologia ed estetica Un importante convegno274

12/01/2012 Corriere del Giorno

Busta esplosiva al senatore D'Ambrosio Lettieri275

12/01/2012 Corriere Fiorentino - FIRENZE

Rossi: ripresa? Monti sbaglia E sugli orari asse con l'Emilia276

12/01/2012 Giornale dell'Umbria

Vendita della farmacia, il Tar rinvia l'udienza e crescono i dubbi sulla firma Concina eOrvieto libera alla resa dei conti

277

12/01/2012 Giornale dell'Umbria

Il Governo: liberalizzazioni molto ampie278

12/01/2012 Giornale dell'Umbria

Inviate siringhe a Federfarma e finto ordigno ad Equitalia279

12/01/2012 Il Quotidiano di Calabria - Cosenza

La rivincita delle parafarmacie280

12/01/2012 Puglia

Intimidazione al sen. Lettieri e alla sua farmacia281

PROFESSIONI

12/01/2012 Panorama Economy

Una pillola ci salverà gli utili283

10/01/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'

Frodi da 400 milioni al Ssn285

PERSONAGGI

12/01/2012 La Repubblica - Bari

Siringa con insulina in pacco spedito a Lettieri288

12/01/2012 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Barletta

Luigi Pio avrà i suoi farmaci una storia che ha commosso289

12/01/2012 Brescia Oggi

«Liberalizzazioni ampie» Giallo-benzina, taxi fermi290

12/01/2012 Corriere Adriatico - NAZIONALE

Equitalia e farmacie ancora bersagli di atti intimidatori291

12/01/2012 Corriere del Mezzogiorno - LECCE

Pacco con una siringa al senatore Pdl D'Ambrosio Lettieri292

12/01/2012 Corriere del Mezzogiorno - BARI

«I farmaci per mio figlio? Lo sciroppo»293

12/01/2012 Corriere di Romagna - Ravenna

Atti intimidatori contro Federfarma nazionale La preoccupazione del presidente DalRe

294

12/01/2012 Gazzetta del Sud

«Faremo ampie liberalizzazioni»295

12/01/2012 Il Giornale di Vicenza

«Liberalizzazioni ampie» Giallo-benzina, taxi fermi296

12/01/2012 L'Arena di Verona

«Liberalizzazioni ampie» Giallo-benzina, taxi fermi297

12/01/2012 L'Arena di Verona

Liberalizzazioni, farmacisti sempre sul piede di guerra298

11/01/2012 La Sentinella del Canavese - Nazionale

I parafarmacisti al ministro «La riforma crea 7500 posti»299

11/01/2012 ADN Kronos 13:17

Liberalizzazioni: 2 buste esplosive a Racca, non mi faccio intimidire300

11/01/2012 ADN Kronos 18:49

Liberalizzazioni, buste esplosive a Federfarma301

11/01/2012 ADN Kronos 19:18

Calderone (Cup), inaccettabili minacce a Federfarma e ordine farmacisti302

11/01/2012 ADN Kronos 07:43

Liberalizzazioni, buste esplosive a Federfarma303

11/01/2012 AGI 14:35

FEDERFARMA: RACCA, MINACCE NON MI INTIMIDISCONO304

11/01/2012 ANSA 11:50

Intimidazione a sen.Lettieri (Pdl), busta con siringa305

11/01/2012 Corriere.it

Busta con polvere da sparo nella farmacia della presidente di Federfarma306

12/01/2012 Corriere.it

Tabacchi e alimentari venduti nei distributori Ma Palazzo Chigi smentisce la bozza307

12/01/2012 Il Sole 24 Ore Online 06:37

Licenze e saldi: scatta la deregulation totale308

11/01/2012 Repubblica.it 10:38

Allarme bomba nell'ufficio postale pacco sospetto fatto brillare dagli artificieri310

11/01/2012 Virgilio.it 15:01

Equitalia e Federfarma nel mirino, buste sospette a Roma e Milano311

11/01/2012 Virgilio.it 15:01

Equitalia e Federfarma nel mirino, buste sospette a Roma e Milano312

11/01/2012 WallStreetItalia 14:41

Buste esplosive a Federfarma Roma e in farmacia Racca a Milano313

11/01/2012 WallStreetItalia 19:18

Calderone (Cup), inaccettabili minacce a Federfarma e ordine farmacisti314

11/01/2012 Il Nuovo Corriere Aretino

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti" intensificano il lorolavorio

315

11/01/2012 Il Nuovo Corriere di Firenze

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti" intensificano il lorolavorio

316

11/01/2012 Il Nuovo Corriere Viterbese

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti" intensificano il lorolavorio

317

12/01/2012 Il Roma

Rivolta taxi, si liberalizza la benzina318

12/01/2012 La Provincia di Cremona

Minacce a Equitalia e farmacie319

11/01/2012 Lettera43 10:57

Racca, la pillola non va giù320

11/01/2012 Lettera43 10:03

Equitalia e Federfarma nel mirino321

NOVITA IN FARMACIA

12/01/2012 Anna

bodyguord per a inea323

12/01/2012 Donna Moderna

LE OCCASIONI della settimana324

12/01/2012 Donna Moderna

Provato per voi325

12/01/2012 Panorama Economy

Nell'aria c'è profumo di biologico326

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI

54 articoli

Via Rombon Lettera bomba alla presidente di Federfarma Al. Be. Due buste esplosive sono state recapitate ieri al presidente di Federfarma, Annarosa Racca. La primaè stata inviata all'indirizzo della sua farmacia in via Rombon, l'altra alla sede di Federfarma, a Roma.Buste dal contenuto analogo a quelle fatte giungere il giorno prima alla farmacia di Andrea Mandelli, aMonza, presidente della Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani. Annarosa Racca, che èalla testa delle 17 mila farmacie private italiane, nota per la sua combattività, ha risposto a suo modo:«Non mi faccio intimidire. Continuerò a difendere il servizio pubblico reso dalla farmacie». E ancora:«In questi giorni è stata fatta una vergognosa criminalizzazione della categoria dei farmacisti».Numerose le prese di posizione di solidarietà nei confronti della presidente di Federfarma. Le busteindirizzate ad Annarosa Racca sono del tutto simili a quelle inviate il giorno prima al presidente dellaFofi. Buste imbottite, senza mittente. Affrancata, ma con il francobollo non annullato, l'indirizzoscritto con un normografo. Dentro le buste una siringa riempita con un grammo e mezzo di polverepirica e uno spago che avrebbe dovuto fare da detonatore. Secondo gli artificieri dei carabinieril'ordigno avrebbe potuto potenzialmente esplodere ma non avrebbe avuto la forza sufficiente per faredel male. RIPRODUZIONE RISERVATA

12/01/2012 7Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 20

A Roma e a Milano Buste esplosive a Federfarma "Ma non ci lasceremo intimidire" DUE buste con polvere pirica sono state inviate ieri alla presidente di Federfarma Annarosa Racca. Una

indirizzata alla farmacia di via Rombon 29 a Milano, di sua proprietà, l'altra nella sede di Federfarma a Roma,

in via Emanuele Filiberto 190. E Annarosa Racca non esclude che possano arrivarne ancora: «Ho paura che

ve ne siano altre in giro per l'Italia», ha detto la presidente della federazione che riunisce le 16mila farmacie

private.

Episodi inquietanti che si sommano a quanto successo il giorno precedente a Monza. Una busta gialla

contenente polvere da sparo dentro ad una siringa è stata recapitata ad Andrea Mandelli, presidente della

Fofi, la federazione nazionale dei farmacisti. Il plico, anche qui, è stato spedito all'indirizzo della farmacia di

proprietà del Mandelli, in via Manzoni a Monza. Sul posto sono intervenuti gli artificieri di Milano e i carabinieri

che hanno verificato che la polvere da sparo per fortuna non aveva innesco. «Si tratta di gravissimi episodi

intimidatori - ha commentato Federfarma in una nota - che mettono a rischio non solo i farmacisti ma anche i

cittadini che vanno in farmacia.

Tali iniziative sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in

queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese».

Foto: ANNAROSA RACCA Presidente di Federfarma, ha ricevuto una delle buste nella sua farmacia

12/01/2012 7Pag. La Repubblica - Milano(diffusione:556325, tiratura:710716)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 21

Federfarma Ancora minacce e pacchi esplosivi Oltre alle buste con ordigni rudimentali giunte ieri a Milano nella farmacia della presidente di Federfarma e ieri

a Monza in quella del presidente della Federazione ordini dei farmacisti italiani (Fofi), altri tre plichi sono

arrivati a Roma e a Bari. Destinatari, si apprende, le sedi di Federfarma e Fofi nella capitale e la farmacia del

vicepresidente Fofi nel capoluogo pugliese. Le buste, annunciate lunedì con una telefonata anonima al 112,

sono state tutte intercettate dagli artificieri dei carabinieri.

12/01/2012 7Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 22

FARMACISTI Buste esplosive a Federfarma L' Ordine : «Basta gogne mediatiche» Farmacisti nel mirino: buste contenenti polvere esplosiva sono state consegnate alla sede romana di

Federfarma e nella farmacia del presidente Annarosa Racca. I plichi sono stati presi in consegna dai

carabinieri. «Si tratta - si legge in una nota di Federfarma di gravissimi episodi intimidatori che mettono a

rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che vanno in farmacia. Tali iniziative sono il risultato di un

clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in queste settimane aggredisce la

farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese». Federfarma ha quindi invitato tutti i

soggetti interessati, a partire dagli operatori della comunicazione, ad «abbassare i toni e a non criminalizzare

le farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale» e ha chiesto un incontro urgente al ministro

dell'Interno Annamaria Cancellieri. Al presidente Racca è arrivata la solidarietà del segretario nazionale della

Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Giacomo Milillo. «Ci auguriamo - ha detto - che

questi gravi atti intimidatori vengano repressi con la massima decisione e tempestività». E Maurizio Pace,

segretario della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) - destinataria martedì scorso di due

buste con siringhe contenenti polvere - sottolinea che la Federazione non accetta «gogne mediatiche» che

«nulla hanno a che fare con la democrazia». Anche il segretario della Commissione Sanità di Palazzo

Madama, il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, ha ricevuto a Bari una busta con un marchingegno

intimidatorio:una siringa legata con un filo a un fumetto.

12/01/2012 10Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 23

LE MINACCE Falso ordigno al farmacista e lettere sospette a Equitalia PaFu Conteneva polvere gommosa e una piastrina di metallo con due piccoli fili attaccati e un foglietto con parole

generiche di minaccia (ma si esclude la matrice anarchica) la busta arrivata ieri mattina alla sede di Equitalia

in via dell'Innovazione, alla Bicocca. Tre impiegati sono rimasti potenzialmente coinvolti perché venuti a

contatto con il contenuto della busta. Sul posto, quindi, è arrivato il mezzo di coordinamento avanzato del 118

di Milano che ha attivato, come da prassi, le procedure di prevenzione previste dal «protocollo antrace»,

portando le tre persone all'ospedale Sacco per i controlli di rito. Il 22 dicembre scorso un'altra busta, simile a

quella recapitata ieri, è stata sequestrata in un'altra delle tre sedi sede milanesi di Equitalia, in via San

Gregorio. Come rilevato sul posto dagli artificieri della polizia dopo aver fatto evacuare due piani dell'edificio e

dalle prime analisi del Nucleo Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico) dei vigili del fuoco la polvere è

risultata innocua ma sono ancora in corso ulteriori accertamenti della polizia scientifica. Sempre ieri un plico

contenente un rudimentale piccolo ordigno è stato scoperto in una farmacia di via Rombon (Lambrate) di

proprietà della presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca. Nessuno ha riportato lesioni. La busta, di quelle

imbottite, conteneva un giornalino del fumetto Lupo Alberto, una siringa con un grammo e mezzo di polvere

pirica e avrebbe potuto provocare una fiammata. Praticamente la fotocopia della missiva spedita il giorno

prima a Monza in via Manzoni, nella farmacia di Andrea Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti

italiani (Fofi). Il plico, senza mittente né rivendicazioni, era indirizzato proprio alla dottoressa Racca. Sul caso

indagano i carabinieri.

12/01/2012 5Pag. Il Giornale - Milano(diffusione:192677, tiratura:292798)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 24

MINACCE Buste con esplosivo a Federfarma Balduzzi condanna ROMA . Cinque episodi in poche ore. Ieri due buste esplosive sono state inviate al presidente di Federfarma

Annarosa Racca (una nella sua farmacia di Milano, l'altra nella sede romana dell'associazione). Fanno

seguito ai due plichi con identico contenuti spediti l'altroieri al presidente di Fofi (la federazione degli ordini dei

farmacisti) Andrea Mandelli e alla missiva intercettata ieri mattina alle Poste di Bari, e indirizzata al senatore

Pdl Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente del locale Ordine dei farmacisti. I tre sono accomunati dalle critiche

contro il pacchetto di liberalizzazioni che sta per essere varato dal governo-Monti. «Temo ci siano altre buste

in giro, ho chiesto un incontro urgente al ministro degli Interni. Ma continuerò a difendere il servizio pubblico

reso dalle farmacie», ha detto Racca, condannando la «criminalizzazione» in atto contro la sua categoria. Le

cinque buste hanno caratteristiche simili: colore giallo, imbottite, nessuna indicazione del mittente, indirizzo

scritto con un normografo. Dentro le buste un fumetto e una siringa riempita di polvere pirica e uno spago.

«Auspico che sia fatta chiarezza al più presto», auspica il ministro della Salute, Renato Balduzzi. «Massima

solidarietà - conclude - alle vittime delle intimidazioni, auspico che sia fatta chiarezza al più presto. Oltre

l'esecrazione, c'è da rimanere stupiti e avviliti». Solidarietà anche dagli industriali del farmaco, e dalle

organizzazioni proliberalizzazioni delle parafarmacie.

12/01/2012 7Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 25

Plico con polvere pirica a presidente Federfarma Una siringa con un grammo e mezzo di polvere pirica. Che avrebbe potuto provocare una fiammata. È il

contenuto della busta recapitata ieri mattina alla farmacia di via Rombon 29, di proprietà di Anna Rosa

Racca, presidente di Federfarma, la federazione che riunisce 16mila farmacie private. Nessuno ha riportato

lesioni. Ieri un'altra busta con polvere pirica è arrivata alla sede di Federfarma a Roma. Un plico analogo a

quello di via Rombon era stato recapitato martedì a Monza nella farmacia del presidente della Federazione

Ordini farmacisti.

12/01/2012 1Pag. Avvenire - Milano(diffusione:105812, tiratura:151233)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 26

Lambrate, paura in farmacia Siringa con polvere pirica per la leader diFederfarma Gli artificieri: esplosione quasi impossibile TINO FIAMMETTA di TINO FIAMMETTA - MILANO - LE PAVENTATE liberalizzazioni delle farmacie rischiano di degenerare in

un problema di ordine pubblico. Ieri due buste esplosive sono state recapitate a Roma e a Milano. Nel mirino

la farmacia di via Rombon, di proprietà di Annarosa Racca, presidente di Federfarma. Niente di casuale.

Ventiquattro ore prima stessa sorte era toccata all'omologo dirigente della Federazione nazionale dei

farmacisti. Un'altra busta contenente polvere pirica era stata recapitata nella sua farmacia di Monza.

PROVOCAZIONI, intimidazioni, minacce che si inquadrano nel clima incandescente causato dai programmi

di liberalizzare le farmacie (aperture di nuovi punti vendita e prezzi non più vincolati per alcuni farmaci).

Progetti che incontrano la ruvida resistenza proprio dei farmacisti. È probabile che chi nei giorni scorsi ha

pianificato questa strategia della paura contro la lobby dei camici bianchi, nutra un rancore profondo verso chi

- si ritiene - non voglia rinunciare a un privilegio. Ed ecco che ieri mattina la dottoressa Racca appena ha

visto quella busta gialla imbottita, senza mittente e con il destinatario scritto con il normografo, ha subito

chiamato i carabinieri. D'altra parte l'allerta del suo collega monzese era arrivato appena qualche ora prima.

E i sospetti hanno trovato conferme. All'interno della missiva c'era una siringa monouso senza ago, con

all'interno qualche grammo di polvere pirica, un filo di cotone collegava la polvere con il lembo di apertura

della busta. Nelle intenzioni dell'attentatore, chi avrebbe strappato la busta per aprirla, avrebbe creato una

frizione nello stantuffo, tale da fare scoccare una scintilla che avrebbe poi appiccato una fiammata favorita

dalla presenza di un giornalino (a fumetti, di Lupo Alberto) contenuto nella confezione. Per la farmacia della

dottoressa Racca è stata una mattinata comprensibilmente movimentata. Chiusa al pubblico, sia pure

momentaneamente, con il via vai di carabinieri e artificieri che hanno suscitato legittima cursiosità fra i

passanti. Per fortuna non è accaduto nulla, o quasi. Nessuno si è fatto male. E probabilmente nessuno si

sarebbe mai ferito con quegli ingredienti approssimativi e assemblati in maniera maldestra. Secondo gli

artificieri, le probabilità che quella busta (come quella del collega monzese, Mandelli) esplodesse veramente,

sarebbero state molto remote. MA L'OBIETTIVO dell'ignoto incendiario non era certo seminare «morte e

terrore», ma solo un po di panico per non fare allentare la tensione su un problema - quello delle

liberalizzazioni - che sta agitando numerose categorie ritenute (a torto o a ragione) «protette e privilegiate».

Obiettivo centrato in pieno. Difficile, se non impossibile, a botta calda indirizzare le indagini delle forze dell'

ordine in una qualsiasi direzione. La domanda che si pongono gli investigatori, per il momento, è: perché solo

le farmacie, nel mirino di oscuri sabotatori? La categoria non è tra le più invise, e non sembra che la reazione

dei dottori dietro il bancone stia assumendo toni scomposti e isterici. Altre categorie, anche in predicato per

essere liberalizzate, stanno reagendo in maniera diversa, più o meno decisa. «Tali iniziative - ha

stigmatizzato Federfarma - sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna

mediatica che in queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo

del Paese». In serata, anche il sindaco Giuliano Pisapia ha espresso la propria totale solidarietà alla

presidente Anna Rosa Racca: «Un atto che condanno con forza e voglio ribadire che chi sceglie di compiere

gesti simili troverà sempre nelle istituzioni un assoluto avversario». [email protected]

12/01/2012 12Pag. QN - Il Giorno - Sud milano(diffusione:69063, tiratura:107480)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 27

«Non ho paura delle intimidazioni Ci attaccano per sporchi interessi» Dura risposta della presidente Annarosa Racca ANNA GIORGI Di ANNA GIORGI - MILANO - «VORREI LANCIARE io un messaggio a chi mi ha recapitato i plichi contenti

polvere esplosiva. A loro dico che se pensa di intimidirmi si sbaglia di grosso. Non basta questo a fermarmi,

facciano pure, a me non fa paura nulla. Io continuerò sempre la mia battaglia per difendere un servizio

pubblico fondamentale». Annarosa Racca, la lady di ferro, presidente di Federfarma, la Federazione

nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il servizio sanitario nazionale, è

ancora più battagliera dopo gli atti intimidatori diretti alla sua farmacia di via Rombon e alla sede di

Federfarma a Roma. La busta, di quelle imbottite, conteneva una siringa con un grammo e mezzo di polvere

pirica e avrebbe potuto provocare una fiammata. Il plico recapitato alla sua farmacia, in via Rombon a Milano,

sarebbe del tutto analogo a quello recapitato due giorni fa a Monza, nella farmacia del presidente del Fofi

(Federazione ordine farmacisti italiani), Andrea Mandelli. Dottoressa lei che spiegazione si è data, perché un

gesto dal significato così grave proprio contro la vostra categoria? «Credo che alla origine di tutto ci sia una

denigrazione delle farmacie indicate ingiustamente e in maniera direi criminale come lobby di potere; queste

considerazioni hanno esasperato il clima e stanno creando tensioni molto gravi. Chi cerca di intimidirci,

attacca il nostro servizio solo per sporchi interessi. Sto controllando che oltre a Milano e Roma non ci siano

stati altri casi e, prima di tutto, spero che nessuno sia rimasto ferito». Lei dice che i cittadini comuni sono dalla

vostra parte e voi avreste la soluzione per aprire nuove farmacie e creare nuovi posti di lavoro... «Il nostro

servizio farmaceutico è quello che vogliono i cittadini e secondo i sondaggi è al primo posto nel loro

gradimento. È vergognoso che per interessi economici venga criminalizzata una categoria come la nostra,

amata dai cittadini, e si tagli un servizio pubblico che prevede una copertura indispensabile su tutto il

territorio». Quindi l'intimidazione non viene dal basso? «So che su questo le forze dell'ordine stanno facendo

le necessarie indagini». Lei quando ha ricevuto la busta si trovava a a Milano? «No, a Roma alla sede della

Federazione, ma il plico è stato ritirato direattamente dagli artificieri dei carabinieri». Intanto cosa farà come

presidente di Federfarma? «Ho chiesto subito un appuntamtno urgente ai rappresentanti del Governo. Vista

la gravità della situazione e per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti, dei dipendenti e degli stessi cittadini,

ho chiesto un incontro al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri». [email protected]

12/01/2012 13Pag. QN - Il Giorno - Sud milano(diffusione:69063, tiratura:107480)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 28

IL CASO DOPO QUELLO A MANDELLI PLICHI SIMILI A MILANO, ROMA E BARI Farmacie, altre buste esplosive Il prefetto: «Episodio preoccupante e vigliacco, staremo attenti» DARIO CRIPPA di DARIO CRIPPA - MONZA - TUTTO COME PREVISTO. Dopo la busta «esplosiva» recapitata alla farmacia

Mandelli di via Manzoni martedì e quella giunta qualche ora più tardi alla sede romana della Fofi, la

Federazione Italiana Farmacisti Italiani, ieri sono proseguiti gli arrivi dei misteriosi plichi intimidatori. In

mattinata, alla farmacia di via Rombon a Milano di proprietà della dottoressa Annarosa Stracca, presidente di

Federfarma, è stata recapitata una busta con un grammo e mezzo di polvere pirica contenuta in una siringa.

Stesso plico in una busta arrivata alla sede di Federfarma di Roma. E, nelle stesse ore, un'ennesima busta

simile è stata inviata al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), segretario della Commissione Sanità del

Senato. Tutto era stato annunciato da una telefonata giunta lunedì ai carabinieri di Roma da parte di un

sedicente comitato «contro le lobby» e a favore della liberalizzazione dei farmaci. Tutte le buste contenevano

appunto polvere da sparo. Unica variante, gli oggetti che si accompagnavano alla missiva: se a Monza si era

trattato di un opuscolo di una ditta farmaceutica, a Bari la siringa era legata con un filo a un libro a fumetti di

«Lupo Alberto». La busta stavolta non è però davvero giunta a destinazione, alla farmacia cioè di cui è

titolare il senatore D'Ambrosio Lettieri, ma è stata intercettata prima in un ufficio postale. Intanto le indagini

dei carabinieri sono partite da Monza, e cioè dalla farmacia di cui è titolare Andrea Mandelli, presidente

nazionale della Fofi. I carabinieri di Monza, con il nucleo antisabotaggio, la squadra rilievi tecnici e i militari

della Compagnia guidata dal capitano Luigi D'Ambrosio, hanno analizzato la scena. Il plico - contenuto in una

busta A4 con l'indirizzo trascritto a penna - è stato inviato al Ris di Parma e del fatto è stato avvertito anche il

sostituto procuratore Alessandro Pepè. La postina che ha consegnato il plico, ovviamente ignara, è stata

sentita dai militari. Il prefetto di Monza, Renato Saccone, nell'elogiare i carabinieri di Monza per la loro

tempestività - i dipendenti della farmacia Mandelli pare fossero stati preallertati dell'arrivo di una busta

intimidatoria da non aprire assolutamente -, osserva: «Un episodio preoccupante e di grande vigliaccheria

che si inserisce in un fenomeno nazionale: c'è bisogno di grande attenzione». Image: 20120112/foto/455.jpg

12/01/2012 4Pag. QN - Il Giorno - Brianza(diffusione:69063, tiratura:107480)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 29

LA POLITICA E LA CRISI PRIME INDISCREZIONI SUL MAXI-DECRETO PER LA CRESCITA. MAPALAZZO CHIGI PRENDE LE DISTANZE Distribuzione libera per le pompe di benzina Potranno rifornirsi dalla compagnia meno cara. Rivolta tassisti: fermi il 23 Il decreto sulle liberalizzazioni sarà «un provvedimento molto ampio». Da Berlino il premier Mario Monti ha

confermato che, la prossima settimana (probabilmente venerdì 20), il Consiglio dei ministri darà il via libera a

un maxi-decreto per favorire la concorrenza a tutto campo: dai taxi alle banche. Ieri circolavano indiscrezioni

sul provvedimento, addirittura una prima bozza, ma in serata Palazzo Chigi ha parlato di «notizie prive di

fondamento». Il quadro delle misure, comunque, appare delineato. Alcuni settori potrebbero rimanere fuori

dal decreto, come il gas e l'acqua. Appare problematico anche lo scorporo di Bancoposta con i sindacati sul

piede di guerra, che accusano il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, ex banchiere, di voler fare un

regalo alle banche. Per il resto, Monti non intende fare sconti a nessuna delle categorie coinvolte anche a

prezzo di uno scontro. Come nel caso dei tassisti, che hanno proclamato uno sciopero nazionale per il 23

gennaio. Ma già ieri sera a Napoli diverse centinaia di macchine hanno stazionato, in segno di protesta, in

piazza del Plebiscito. Anche i petrolieri sono contrari al decreto, che metterà fine al controllo dei distributori da

parte delle compagnie: entro l'anno una pompa di benzina su tre potrà essere venduta ai gestori, a società o

a cooperative, mentre il 50 per cento del carburante erogato potrà essere comprato sul mercato a un prezzo

più conveniente, senza passare (come ora) attraverso un unico fornitore. Avanti tutta anche sulle farmacie

con l'obiettivo di estendere la vendita libera dei farmaci di fascia C. ANTITRUST Nella bozza del decreto ci

sarebbe una norma che consente a palazzo Chigi di intervenire sugli atti delle Regioni contrari alla

concorrenza: un vero è proprio "ufficio Antitrust" presso la Presidenza del Consiglio, che dovrebbe vigilare sui

servizi pubblici locali e sulle attività che ricadono nell'orbita soprattutto delle Regioni. La norma avrebbe una

sua logica: l'Antitrust non può impugnare gli atti delle Regioni contrari alla concorrenza davanti alla Corte

Costituzionale, cosa che invece può fare il governo con il conflitto di attribuzione. L'idea è quella di

neutralizzare un'eventuale offensiva degli enti locali contro le liberalizzazioni decise a palazzo Chigi, come sta

accadendo per gli orari dei negozi e come potrebbe accadere per i taxi. Lo stesso ufficio avrebbe però la

possibilità di intervenire anche sui comportamenti delle imprese private, addirittura con la Guardia di Finanza.

«Aspettiamo di vedere la norma», ha detto ieri il presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella. Da parte sua, il

governo ha escluso che la norma allo studio riguardi le imprese private. NODO BANCOPOSTA Fra le ipotesi

al vaglio del governo c'è anche lo scorporo di Bancoposta dal circuito delle Poste: in pratica, gli sportelli degli

uffici postali non potranno più offrire alla clientela anche servizi finanziari, come avviene ora. È chiaro che le

Poste, cioè la consegna della corrispondenza, non avranno vita facile senza la "stampella" finanziaria di

Bancoposta, in viaggio verso il circuito privato. Secondo i sindacati, l'operazione si profila come «l'ennesimo

regalo» alle banche. Considerando che a gestire questo capitolo sarà Passera, cioè un ex banchiere in veste

di ministro, Monti potrebbe valutare l'opportunità di evitare polemiche su un eventuale conflitto di interessi.

BENZINAI Per le pompe di benzina è in arrivo una rivoluzione, che metterà fine al potere dei petrolieri sulla

distribuzione dei carburanti. In pratica, un terzo degli impianti saranno venduti ai gestori stessi, a società di

più gestori o a cooperative e verrà consentito ai benzinai di rifornirsi presso i grossisti che offrono prodotti a

prezzi più convenienti fino al 50 per cento della fornitura. Oggi invece gli impianti sono proprietà delle

compagnie che impongono il marchio unico e anche il prezzo alla pompa. Non solo. Il governo consentirà

sempre ai gestori di vendere prodotti non oil, dalle sigarette ai giornali agli alimentari, senza alcuna

limitazione. TASSISTI IN RIVOLTA Riuniti in assemblea a Bologna, i tassisti hanno proclamato per il 23

gennaio uno sciopero nazionale contro la liberalizzazione del settore, che rischia di svalutare le circa 45 mila

licenze in circolazione. Non basta. Lunedì i tassisti si sono dati appuntamento a Roma per protestare con

l'obiettivo di "assediare" il palazzo dell'Antitrust, accusato di aver diffuso i dati sulle licenze di taxi nelle città

italiane contestati dalla categoria. Il Pdl è schierato con i tassisti: «Non possono essere il capro espiatorio»,

12/01/2012 2Pag. Il Secolo XIX(diffusione:103223, tiratura:127026)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 30

ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno. I consumatori però non ci stanno e minacciano denunce a

raffica: «La liberalizzazione del settore farà diminuire i prezzi e consentirà la creazione di circa 20 mila nuovi

posti di lavoro».

BUSTE ESPLOSIVE NELLE SEDI DI FEDERFARMA Buste con ordigni rudimentali sono state intercettate

dai carabinieri a Milano nella farmacia della presidente di Federfarma e a Monza in quella del presidente della

Federazione ordini dei farmacisti italiani. Altri tre plichi sono giunti a Roma e a Bari nelle sedi di Federfarma

CONTROSCIOPERO SU TWITTER: GIÙ DAL TAXI IL 20 Fermo nazionale dei taxi? Su Twitter si sta

diffondendo l'idea del "controsciopero" degli utenti sulla chiave #menotaxipertutti: un'astensione di massa

dall'utilizzo dei taxi per venerdì 20 gennaio, tre giorni prima del fermo nazionale, per sostenere la

liberalizzazione

UN'EQUITALIA REGIONALE PER IL PIEMONTE IL PIEMONTE pensa a un'alternativa regionale a Equitalia

a partire dal 2013 quando, per effetto delle ultime due manovre, il sistema di riscossione dei crediti dello Stato

cesserà di operare. L'iniziativa, partita dall'Udc, è stata condivisa dalla maggioranza di Cota (Lega)

12/01/2012 2Pag. Il Secolo XIX(diffusione:103223, tiratura:127026)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 31

INTERVENTO A BARI Intercettata la missiva minatoria prima della consegna alla farmacia del senatore Pdl l Le farmacie ed Equitalia continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: a Roma, a Milano e a Bari

sono arrivate lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore

Luigi D'Am brosio Lettieri, presidente dell'Or dine dei farmacisti di Bari, mentre u n'altra busta contenente un

finto ordigno e della polvere, oltre a un foglio con generiche minacce, è arrivata in una delle sedi di Equitalia a

M i l a n o. Le buste intimidatorie nei confronti di rappresentanti dei farmacisti (una è stata mandata nella

sede di Federfarma e una a quella della Federazione dell'ordine dei Farmacisti) erano attese: lunedì, infatti,

una telefonata anonima al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere a Monza, Milano, Bari e

Roma e sono state tutte intercettate dagli artificieri dei carabinieri. I plichi, con una quantità limitata di polvere

pirica, sono stati spediti il 7 gennaio e al momento non ci sono state rivendicazioni. Dopo quella arrivata a

Monza al presidente Fofi (Federazione ordine farmacisti italiani) Andrea Mandelli, ieri mattina una busta

imbottita, senza mittente e senza rivendicazioni, che conteneva una siringa con un grammo e mezzo di

polvere pirica è arrivata in una farmacia di Milano di proprietà della presidente di Federfarma, l'associazione

che rappresenta le circa 17.000 farmacie private italiane. «E' stata fatta, da certi giornali, una vergognosa

criminalizzazione della categoria dei farmacisti, e la conseguenza sono atti come l'invio di ordigni rudimentali

al presidente di Federfarma», ha detto Annarosa Racca. La stessa Federfarma ha rivelato che buste simili

sono state recapitate nella sede romana dell'associazione e per questo ha chiesto «un incontro urgente» con

il ministro dell'Inter no Annamaria Cancellieri, vista «la gravità della situazione e per salvaguardare

l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle farmacie e degli stessi cittadini utenti del servizio

farmaceutico». Una di queste buste è stata inviata ieri alla Federazione dell'ordine dei farmacisti. Infine, a

Bari una busta contenente una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti di Lupo Alberto, è

stata intercettata prima che arrivasse alla farmacia del senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

provinciale dell'o rd i n e dei farmacisti. Il ministro della Sanità Renato Balduzzi ha espresso «massima

solidarietà» si è augurato che «sia fatta chiarezza al più presto su chi può ideare cose di questo genere,

verso cui l'unica cosa che si può dire, oltre l'esecrazione, è il rimanere stupiti e avviliti». Lo stesso ha fatto il

segretario del Pdl Angelino Alfano e anche il sindaco di Milano Giuliano P i s ap i a . Conteneva invece

polvere, un finto innesco e una lettera di minacce la busta sospetta arrivata questa mattina in un ufficio di

Equitalia a Milano. Da dicembre, sono continui gli atti intimidatori nei confronti di Equitalia avvenuti a Roma,

Livorno, Caserta e Napoli e nel capoluogo lombardo, quella di viale dell'Inno vazione è la seconda sede a

ricevere plichi sospetti, dopo la busta contenente polvere bianca arrivata nell'ufficio di via San Gregorio lo

scorso 22 dicembre. [Ansa] Enrico Martinelli

12/01/2012 4Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale(diffusione:48275, tiratura:63756)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 32

I tassisti scioperano Benzina, è subito giallo «Distribuzione libera dei carburanti». Poi le smentite Marco Pasciuti ROMA - Uno sciopero dei taxi annunciato per il 23 gennaio. Buste sospette recapitate a

Federfarma. Un bozza del decreto che circola per metà giornata e che in serata viene smentita da Palazzo

Chigi. Sul tema liberalizzazioni la confusione regna sovrana. Sembrava che per la distribuzione del

carburante fosse arrivata la svolta. Benzinai liberi dai contratti di esclusiva con le compagnie e con facoltà di

rifornirsi dove benzina e diesel costano meno, di vendere nei loro distributori anche giornali, sigarette e

alimentari e di riscattare gli impianti dove lavorano. Fino alle 22 di ieri sera sembravano questi i punti

fondamentali della bozza allo studio del governo. Poi la nota di palazzo Chigi: «Notizie prive di fondamento».

Certo, invece, è che i tassisti sono sul piede di guerra contro la volontà dell'esecutivo di liberalizzare le

licenze. Nel 2006 avevano vinto contro le lenzuolate di Bersani. Ora la «casta dei poracci» (come si sono

definiti) ci riprova. La marcia dei tassistii è partita ieri da Bologna: lunedì assemblea al Circo Massimo a

Roma e una settimana dopo, il 23, lo sciopero nazionale. Così ha deciso il parlamentino nazionale di 19 sigle

fra sindacati e cooperative del settore, riunitosi ieri nel capoluogo emiliano. «Siamo pronti a scendere in

piazza e manifestare contro questo governo che ci sta sfondando il cranio», urlava ieri un tassista di

Fiumicino nella sala del palazzone Legacoop. Nella serata di ieri gli autisti napoletano hanno dato il là alle

proteste invadendo piazza del Plebiscito. Sulle liberalizzazioni Pd e Terzo Polo hanno chiesto coraggio al

premier. Mal di pancia in casa Pdl: pur annunciando un sì, il partito di Berlusconi rivendica «un indispensabile

confronto». Mario Monti tira dritto, annuncia «un provvedimento molto ampio» e conferisce alla promessa il

crisma dell'ufficialità illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la Cancelliera Merkel. Con un ministro

che annuncia: «Quella sulle liberalizzazioni sarà una cosa gossa, una bomba...».Per ora materiale esplosivo

è arrivato solo a Federfarma. A Milano la consegna in una farmacia di proprietà della presidente della

federazione, Annarosa Racca: una busta contenente una siringa con un grammo e mezzo di polvere pirica.

Plichi simili sono stati recapitati al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di

Bari, e a Roma nelle sedi di Federfarma e della Federazione Ordine Farmacisti Italiani.

12/01/2012 2Pag. Leggo

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 33

34 Plico con polvere pirica alla presidente di Federfarma. Buste sospette agli esattori Sotto attacco Equitalia e farmacie Francesca Gatti Crisi economica e liberalizzazioni, sale la tensione a Milano: ieri due buste sospette,

contenenti gelatina, sono arrivate a Equitalia, in viale dell'Innovazione, e un'altra missiva contenente una

siringa con polvere pirica è giunta nella farmacia di proprietà della presidente di Federfarma, Anna Rosa

Racca, in via Rombon 29. Poiché martedì era già arrivata una busta simile al presidente della Federazione

dell'ordine dei farmacisti (Fofi), Andrea Mandelli, quando i dipendenti della farmacia hanno visto quella

missiva, senza mittente, hanno subito chiamato i carabinieri: dentro lo stesso contenuto inviato a Mandelli. La

polvere pirica era in quantità esigua e non avrebbe mai potuto provocare un'esplosione. «Si tratta di

gravissimi episodi intimidatori - ha poi spiegato la Racca, ricordando che una terza busta simile ieri è arrivata

anche nella sede di Federfarma nazionale a Roma e chiedendo un incontro con il ministro ell'interno

Annamaria Cancellieri -. Mettono a rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che vanno in farmacia.

Tali iniziative sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in

queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese»

Quindi, i farmacisti chiedono di abbassare i toni e di non criminalizzare le farmacie che svolgono un servizio

pubblico fondamentale. Quanto a Equitalia, a neppure un mese, torna la paura negli uffici degli esattori delle

tasse: era il 22 dicembre quanto una busta contentente finta antrace, arrivò negli uffici di via San Gregorio. In

viale dell'Innovazione 1, ieri, sono arrivate due buste dal contenuto innocuo. Per i tre dipendenti che le hanno

toccate, dal momento che le missive non sono state aperte, non è stato necessario alcun controllo in

ospedale. In ogni caso, saranno gli esami del laboratorio specialistico di Foggia a stabilire la sostanza

contenuta.

12/01/2012 34Pag. Leggo

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 34

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 Lettere intimidatorie spedite a Federfarma ROMA. Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda il trionfo contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano un contro-

sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti».

L'avvio delle liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri

oggetto di minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe

sono state recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri,

presidente dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al

presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una

telefonata anonima arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli

artificieri. I plichi, che contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio.

«Non mi farò intimidire» ha detto Annarosa Racca, accusando i media: «È stata fatta da certi giornali una

vergognosa criminalizzazione dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato

che buste simili sono state recapitate alla sede romana, ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno

Annamaria Cancellieri. «Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.

(m.r.t.)

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12/01/2012 7Pag. Alto Adige - Ed. nazionale(diffusione:36446, tiratura:45959)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 35

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 2Pag. Corriere delle Alpi - Ed. nazionale

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 36

Ancora intimidazioni e minacce verso farmacisti e Equitalia Gli uffici Equitalia a Milano dove sono state recapitate buste sospetteAnsa MILANO Le farmacie ed Equitalia

continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: a Roma, a Milano e a Bari sono arrivate lettere

contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio

Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, mentre un'altra busta contenente un finto ordigno e della

polvere, oltre a un foglio con generiche minacce, è arrivata in una delle sedi di Equitalia a Milano. Le buste

intimidatorie nei confronti di rappresentanti dei farmacisti (una è stata mandata nella sede di Federfarma e

una a quella della Federazione dell'ordine dei Farmacisti) erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere a Monza, Milano, Bari e Roma e sono state tutte

intercettate dagli artificieri dei carabinieri. I plichi, con una quantità limitata di polvere pirica, sono stati spediti

il 7 gennaio e al momento non ci sono state rivendicazioni. Dopo quella arrivata martedì a Monza al

presidente Fofi (Federazione ordine farmacisti italiani) Andrea Mandelli, ieri mattina una busta imbottita,

senza mittente e senza rivendicazioni, che conteneva una siringa con un grammo e mezzo di polvere pirica è

arrivata in una farmacia di Milano di proprietà della presidente di Federfarma. «È stata fatta, da certi giornali,

una vergognosa criminalizzazione della categoria dei farmacisti, e la conseguenza sono atti come l'invio di

ordigni rudimentali al presidente di Federfarma», ha detto Annarosa Racca. La stessa Federfarma ha rivelato

che buste simili sono state recapitate nella sede romana dell'associazione. Infine, a Bari una busta

contenente una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti di Lupo Alberto, è stata intercettata

prima che arrivasse alla farmacia di Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente provinciale dell'ordine dei farmacisti.

12/01/2012 4Pag. Eco di Bergamo(diffusione:54521, tiratura:63295)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 37

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

RISERVATA

12/01/2012 4Pag. Gazzetta di Mantova - Ed. nazionale(diffusione:33451, tiratura:38726)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 38

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

RISERVATA

12/01/2012 4Pag. Gazzetta di Modena - Ed. nazionale(diffusione:10626, tiratura:14183)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 39

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

RISERVATA

12/01/2012 6Pag. Gazzetta di Reggio - Ed. nazionale(diffusione:13244, tiratura:16908)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 40

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 Lettere intimidatorie spedite a Federfarma ROMA. Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda il trionfo contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano un contro-

sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti».

L'avvio delle liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri

oggetto di minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe

sono state recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri,

presidente dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al

presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una

telefonata anonima arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli

artificieri. I plichi, che contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio.

«Non mi farò intimidire» ha detto Annarosa Racca, accusando i media: «È stata fatta da certi giornali una

vergognosa criminalizzazione dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato

che buste simili sono state recapitate alla sede romana, ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno

Annamaria Cancellieri. «Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.

(m.r.t.)

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12/01/2012 6Pag. Il Centro - Ed. nazionale(diffusione:24265, tiratura:30718)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 41

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 2Pag. Il Mattino di Padova - Ed. nazionale(diffusione:30823, tiratura:37705)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 42

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è una vergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 3Pag. Il Piccolo di Trieste - Ed. nazionale(diffusione:44247, tiratura:212000)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 43

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : c'è una vergognosa criminalizzazione ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 9Pag. Il Tirreno - Livorno(diffusione:80832, tiratura:102004)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 44

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 Lettere intimidatorie spedite a Federfarma ROMA. Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda il trionfo contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano un contro-

sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti».

L'avvio delle liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri

oggetto di minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe

sono state recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri,

presidente dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al

presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una

telefonata anonima arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli

artificieri. I plichi, che contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio.

«Non mi farò intimidire» ha detto Annarosa Racca, accusando i media: «È stata fatta da certi giornali una

vergognosa criminalizzazione dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato

che buste simili sono state recapitate alla sede romana, ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno

Annamaria Cancellieri. «Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.

(m.r.t.)

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12/01/2012 7Pag. Il Trentino - Ed. nazionale(diffusione:38580, tiratura:292000)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 45

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 4Pag. La Nuova Ferrara - Ed. nazionale(diffusione:10740, tiratura:14040)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 46

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 2Pag. La Nuova Venezia - Ed. nazionale(diffusione:12660, tiratura:84000)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 47

Buste esplosive: dopo Equitalia, i farmacisti MILANO - Le farmacie ed Equitalia continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: a Roma, a

Milano e a Bari sono arrivate lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa

Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, mentre un'altra

busta contenente un finto ordigno e della polvere, oltre a un foglio con generiche minacce, è arrivata in una

delle sedi di Equitalia a Milano. E un'altra busta con minacce è stata spedita a casa del direttore di Equitalia a

Piacenza Stefano Castagnetti.

Le buste intimidatorie nei confronti di rappresentanti dei farmacisti (una è stata mandata nella sede di

Federfarma e una a quella della Federazione dell'ordine dei Farmacisti) erano attese: lunedì, infatti, una

telefonata anonima al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di 5 lettere a Monza, Milano, Bari e Roma e sono

state tutte intercettate dagli artificieri dei carabinieri. I plichi, con una quantità limitata di polvere pirica, sono

stati spediti il 7 gennaio e al momento non ci sono state rivendicazioni.

Dopo quella arrivata martedì a Monza al presidente Fofi (Federazione ordine farmacisti italiani) Andrea

Mandelli, ieri mattina una busta imbottita, senza mittente e senza rivendicazioni, che conteneva una siringa

con un grammo e mezzo di polvere pirica è arrivata in una farmacia di Milano di proprietà della presidente di

Federfarma, l'associazione che rappresenta le circa 17mila farmacie private italiane. «E' stata fatta, da certi

giornali, una vergognosa criminalizzazione della categoria dei farmacisti, e la conseguenza sono atti come

l'invio di ordigni rudimentali al presidente di Federfarma», ha detto Annarosa Racca.

La stessa Federfarma ha rivelato che buste simili sono state recapitate nella sede romana dell'associazione e

per questo ha chiesto «un incontro urgente» con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, vista «la

gravità della situazione e per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle farmacie e

degli stessi cittadini utenti del servizio farmaceutico». Una di queste buste è stata inviata martedì alla

Federazione dell'ordine dei farmacisti. Infine, a Bari una busta contenente una siringa da insulina legata con

un filo ad un libro a fumetti di Lupo Alberto, è stata intercettata prima che arrivasse alla farmacia del senatore

Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente provinciale dell'ordine dei farmacisti.

Il ministro della Sanità, Renato Balduzzi, ha espresso «massima solidarietà». Conteneva invece polvere, un

finto innesco e una lettera di minacce la busta sospetta arrivata questa mattina in un ufficio di Equitalia a

Milano. Da dicembre, sono continui gli atti intimidatori nei confronti di Equitalia avvenuti a Roma, Livorno,

Caserta e Napoli.

12/01/2012 05Pag. La Prealpina - Ed. nazionale(diffusione:38000)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 48

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 3Pag. La Provincia Pavese - Ed. nazionale(diffusione:22080, tiratura:27264)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 49

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 6Pag. La Tribuna di Treviso - Ed. nazionale(diffusione:19022, tiratura:23555)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 50

Tassisti in rivolta, sciopero il 23 gennaio Lunedì assemblea a Roma. Lettere intimidatorie ai farmacisti : «C'è unavergognosa criminalizzazione» ROMA Non ci stanno a vedere raddoppiare le licenze da un esecutivo che non vuole ascoltarli. «Questo

governo ci sta sfondando il cranio» urla un autista di Fiumicino. «Non si tratta» grida un altro. Superando

contrasti e divisioni, dopo sei ore di trattativa sofferta, i tassisti d'Italia riuniti nel parlamentino di Bologna

scelgono la linea dura. La «casta dei poracci», così si definiscono, va allo scontro per protestare contro il

decreto sulle liberalizzazioni che il governo sta cucinando a Palazzo Chigi per metterlo sul piatto il 19

gennaio. Diciannove sigle sindacali trovano una linea comune tra gli oltranzisti della protesta e gli attendisti e

proclamano per il 23 gennaio lo sciopero nazionale. A precedere la serrata sarà un'assemblea che si terrà al

circo Massimo di Roma lunedì prossimo, 16 gennaio, giorno nel quale una delegazione punterà sulla sede

dell'Antitrust per «contrastare i dati falsi sulle licenze». La parola d'ordine è non rompere le righe: «Dobbiamo

restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto» ammonisce chi ricorda la vittoria contro le «lenzuolate»

dell'allora ministro Pierluigi Bersani. Il Codacons, però, parla di protesta infondata e annuncia l'intenzione di

presentare «una raffica di denunce» in procura in caso di blocchi stradali, mentre su Twitter gli utenti lanciano

un contro-sciopero dei cittadini per il 20 gennaio con lo slogan «Meno taxi per tutti». L'avvio delle

liberalizzazioni mette in moto anche la macchina delle intimidazioni. Dopo Equitalia (anche ieri oggetto di

minacce a Milano) il bersaglio sono i rappresentanti dei farmacisti. Due lettere contenenti siringhe sono state

recapitate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Ordine dei farmacisti Bari, dopo che un plico simile era arrivato due giorni fa a Monza al presidente della

Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli. Erano attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima

arrivata al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere, tutte intercettate dagli artificieri. I plichi, che

contenevano una piccola quantità di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio. «Non mi farò intimidire» ha

detto Annarosa Racca, accusando i media: «E' stata fatta da certi giornali una vergognosa criminalizzazione

dei farmacisti e la conseguenza sono questi atti». Federfarma, che ha rivelato che buste simili sono state

recapitate alla sede romana , ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Annamaria Cancellieri.

«Massima solidarietà» è stata espressa dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.(m.r.t.) ©RIPRODUZIONE

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12/01/2012 3Pag. Messaggero Veneto - Ed. nazionale(diffusione:51393, tiratura:61353)

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 51

news Professioni: il punto su Ordini e Casse previdenziali Roma, 11 gen. (Labitalia) - Si riaccende il dibattito sulla riforma delle professioni. Al nuovo governo guidato

da Mario Monti si rivolge il Cup con una lettera della presidente Marina Calderone, che chiede una riforma in

tempi brevi e un confronto per arrivare a una riforma condivisa. Sul tema liberalizzazioni invita quindi a

coinvolgere gli ordini nella concertazione e ad affrontare in modo organico la riforma, mentre sulle società

professionali chiede chiarezza. Confprofessioni, pronta a dare il proprio contributo. Della riforma parla in

audizione il ministro della Giustizia, Paola Severino. Plauso dalla Federazione degli ordini dei farmacisti.

Dopo l'approvazione della manovra correttiva di agosto, è partito il tavolo di confronto al ministero della

Giustizia, come spiega Marina Calderone (presidente Cup), con gli ordini impegnati a esporre le loro

osservazioni sulle novità. LABITALIA raccoglie i commenti dei diversi ordini professionali: Marina Calderone

(Consiglio nazionale consulenti lavoro e presidente Cup) (video), che interviene anche sulle società

professionali e sul testo della legge di stabilità; Giovanni Rolando (Consiglio nazionale Ingegneri), Gian Vito

Graziano (Consiglio nazionale geologi) (video), intervenuto anche sulle misure per lo sviluppo e sulla

questione delle tariffe; Fausto Savoldi (Consiglio nazionale geometri e geometri laureati); Roberto Orlandi

(Collegio nazionale agrotecnici e agrotecnici laureati), che parla anche delle società professionali; Giuseppe

Jogna (Consiglio nazionale periti industriali e periti industriali laureati); Andrea Bottaro (Collegio nazionale

periti agrari); Armando Zingales (Consiglio nazionale chimici); Edda Samory (Consiglio nazionale assistenti

sociali) (video); Armando Zambrano (Consiglio nazionale ingegneri) (video); il Consiglio nazionale architetti

interviene sulle misure del ddl stabilità; Guido Alpa (Consiglio forense). La riforma delle professioni è stata al

centro anche del Congresso nazionale del Notariato, con l'intervento del presidente Giancarlo Laurini. Il

presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, interviene sulle società professionali. RIFORMA DELLE

PROFESSIONI, IL CAMMINO DA LUGLIO 2010 Un documento condiviso da tutti gli ordini professionali è

quello consegnato (a luglio 2010) al ministro della Giustizia Angelino Alfano dalla presidente del Cup

(Comitato unitario professioni), dal vice presidente del Cup e dai rappresentanti del Pat (professioni area

tecnica) per arrivare ad una riforma delle professioni (video). Labitalia ha seguito questo percorso video-

intervistando i presidenti dei diversi consigli nazionali: Roberto Orlandi, presidente del Consiglio nazionale

degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati (video); Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei

chimici (video); Fausto Savoldi, presidente del Consiglio nazionale dei geometri (video); Giovanni Criscuoli,

presidente del Consiglio nazionale Tecnologi alimentari (video); Giuseppe L. Palma, presidente del Consiglio

nazionale Psicologi (video); Giancarlo Laurini, presidente del Consiglio nazionale del Notariato (video);

Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti (video); Giuseppe Jogna, presidente

del Consiglio nazionale dei Periti industriali (video); Giuseppe Orrù, presidente del Consiglio nazionale Attuari

(video); Franca Dente, presidente del Consiglio nazionale degli Assistenti sociali (video); Pietro Antonio De

Paola, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi (video); Andrea Sisti, presidente del Consiglio

nazionale degli Agronomi e dei Forestali (video); Giovanni Rolando, presidente del Consiglio nazionale degli

Ingegneri (video) ; Andrea Bottaro, presidente del Collegio nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari

Laureati (video); Giampaolo Crenca, neo presidente del Consiglio nazionale Attuari (video) Alla ripresa dopo

la pausa estiva, è tornata a parlare dell'iter del progetto la presidente del Cup, Marina Calderone. E si è detta

fiduciosa sui tempi della riforma. Un'occasione per riflettere sulla riforma delle professioni è stato anche il

congresso del Conaf, dove è intervenuto il presidente del Consiglio nazionale dei dottori agronomi, Andrea

Sisti (video), il vicepresidente di Confindustria, Aldo Bonomi (video), e i rappresentanti di altri ordini

professionali (video). Sul fronte della riforma, interviene nuovamente anche il Notariato. Mentre il presidente

di Confprofessioni, Gaetano Stella, spiega la posizione della sua organizzazione (video). A sollecitare la

necessità della riforma è nuovamente il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Giovanni Rolando

11/01/201219:53

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 52

(video). Ma, a quattro mesi dalla presentazione del documento condiviso al ministro Alfano, gli ordini

professionali aspettano una risposta dall'ufficio legislativo del dicastero. Un'attesa confermata a LABITALIA

dai diversi Consigli nazionali: Paolo Setti, vicepresidente del Consiglio nazionale del Notariato (video);

Giovanni De Mari, presidente del Consiglio nazionale degli Spedizionieri doganali (video); Claudio Siciliotti,

presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (video); Gaetano Penocchio,

presidente della Federazione ordini veterinari italiani (video); Giuseppe Jogna, presidente del Consiglio

nazionale dei periti industriali (video); Roberto Orlandi presidente del collegio nazionale degli Agrotecnici e

degli Agrotecnici laureati e vice presidente del Cup (video); Antonella Cinotti, vpresidente della Federazione

nazionale collegi ostetriche (video); Franca Dente presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli

Assistenti sociali (video). A sollecitare il ministro Alfano sull'iter della riforma è la stessa presidente del Cup,

Marina Calderone (video). E una riforma condivisa è sollecitata anche dai geologi che hanno incontrato il

ministro Alfano. Ma anche il mondo delle imprese guarda con attenzione alla riforma delle professioni: Maria

Pia Camusi direttore Rete Imprese Italia (video). Senza dimenticare la sostenibilità delle casse previdenziali:

Andrea Camporese, presidente Adepp-Associazione degli enti previdenziali privati (video). In occasione della

presentazione della manovra correttiva, ad agosto 2011, un no alle liberalizzazioni arriva da Confprofessioni,

Cup, alcuni ordini come assistenti sociali e architetti. E l'emendamento approvato soddisfa i professionisti che

però con Marina Calderone mettono in guardia sugli interessi del mondo delle imprese. In occasione del

confronto tra governo e parti sociali, Confprofessioni ribadisce il valore strategico del mondo delle professioni.

Dopo aver scritto al governo, il Cup spiega che il decreto non tocca i principi cardine degli ordini. E

Confprofessioni torna a chiedere la riforma. Di riforma delle professioni la presidente del Cup Calderone è

tornata quindi a parlare in occasione dell'assemblea dei consigli provinciali dei consulenti del lavoro (video).

Intanto, il Cup, guidato da Marina Calderone, scende in campo contro il riconoscimento di associazioni

professionali non regolamentate e chiede regole condivise. E il Cup ha organizzato un'assemblea

straordinaria con l'Adepp sulle liberalizzazioni. E gli odontotecnici chiedono un tavolo per definire il loro profilo

professionale. E il Colap commenta il ddl sui nuovi ordini professionali in campo sanitario. Al centro del

dibattito anche le società tra professionisti. E Confprofessioni organizza una serie di eventi sul tema delle reti

per rilanciare il ruolo dei professionisti (video), anche alla luce del federalismo fiscale (video). A scattare una

fotografia del mondo delle libere professioni, con un occhio all'iter della riforma, è il Rapporto che il Cup ha

realizzato in collaborazione con il Cresme (con dati su giro d'affari, casse previdenziali, sbocchi per neo-

laureati), presentato a Roma (video) dalla presidente Calderone (video), alla presenza del ministro del Lavoro

Sacconi (video). Un quadro della situazione dei lavoratori professionisti arriva anche dall'Ires Cgil (video), con

una ricerca in collaborazione con la Filcams (video). E uno studio di Fondoprofessioni analizza la situazione

dei salari. All'inizio del 2011, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, traccia un bilancio del 2010 per

il mondo professionale e la presidente del Cup, Marina Calderone, parla degli auspici per il 2011 (video). La

presentazione del documento sulla riforma era avvenuta a meno di 100 giorni dalla convocazione del ministro

Alfano per avviare il confronto che avrebbe portato alla formulazione di uno Statuto delle libere professioni

(video). Per la presidente del Comitato unitario delle professioni, Marina Calderone, l'impegno è stato anche

quello di individuare delle misure di welfare per i giovani e per le donne (video). Le richieste espresse in

occasione degli Stati generali delle professioni dai presidenti degli Ordini. Visualizza le video-interviste a

Labitalia di: Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei Chimici; Giuseppe Luigi Palma,

presidente dell'Ordine nazionale degli Psicologi; Paolo Piccoli, presidente del Consiglio nazionale del

Notariato; Giovanni Rolando, presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri; Claudio Siciliotti, presidente

del Consiglio nazionale dei commercialisti; Giuseppe Jogna, presidente del Consiglio nazionale dei Periti

industriali; Giovanni Criscuoli, presidente del Consiglio nazionale dei Tecnologi alimentari; Roberto Orlandi,

presidente del Collegio nazionale degli Agrotecnici e Agrotecnici laureati. VIAGGIO NELLE CASSE DI

PREVIDENZA E il viaggio di Labitalia attraverso il mondo delle professioni continua con i presidenti delle

casse di previdenza private. Tra le recenti iniziative, quella di acquistare titoli di stato italiani: il commento di

11/01/201219:53

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 53

Andrea Camporese, presidente Adepp-Associazione degli enti previdenziali privati. Sulla riforma della

previdenza, LABITALIA ha raccolto le opinioni di: Paolo Saltarelli (Cassa ragionieri); Fausto Amadasi (Cassa

geometri); Walter Anedda (Cassa dottori commercialisti); Alessandro Visparelli (Enpacl); Brunetto Boco

(Enasarco); Paolo Muratorio (Inarcassa). Diversi i temi sul tappeto, nei mesi scorsi, dall'autonomia gestionale

all'housing sociale sui quali si sono confrontati gli enti, già nel 2010, in occasione dell'incontro con gli allora

ministri Sacconi, Tremonti e Matteoli, giudicato dal settore in modo positivo: Andrea Camporese, presidente

Adepp-Associazione degli enti previdenziali privati (video); Sergio Nunziante presidente Enpab-Ente

nazionale di previdenza e assistenza favore dei biologi (video); Walter Anedda presidente Cnpadc-Cassa

nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (video); Paolo Saltarelli presidente Cnpr-

Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei ragionieri e periti commerciali (video); per la Cassa nazionale

di previdenza e assistenza forense l'ex presidente Marco Ubertini (video) e l'attuale presidente Alberto

Bagnoli (video); Paola Muratorio, presidente Inarcassa (video); Paolo Pedrazzoli, presidente Cassa del

Notariato (video); Fausto Amadasi, presidente Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei geometri

(video); Eolo Parodi, presidente Enpam-Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e odontoiatri.

Un altro tema su cui si battono le Casse di previdenza è quello del welfare per i lavoratori degli studi

professionali. Mentre dall'Enpam arriva la richiesta di equità fiscale per le Casse. Intanto, la Cassa geometri

ha approvato il bilancio di previsione. ''Il decreto di stabilizzazione finanziaria all'esame del Parlamento va

nella giusta direzione dell'apertura dei mercati ma per ottenere i risultati sperati occorre rivedere alcune

norme che potrebbero produrre effetti opposti a quelli desiderati''. Lo afferma l'Antitrust in una segnalazione

inviata al governo e alle Camere in occasione dei lavori parlamentari per la conversione del provvedimento. I

commenti della presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e del Comitato unitario delle

professioni, Marina Calderone, delle categorie professionali degli ingegneri e degli agrotecnici.

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 54

BUSTA CON POLVERE PIRICA A PRESIDENTE FEDERFARMA Cronaca 12:22 11 GEN 2012 (AGI) - Milano, 11 gen. - I carabinieri di Milano stanno intervenendo nella farmacia di via

Rombon 29 della dottoressa Annrosa Racca, presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata

questa mattina tra le 10 e le 11. La busta senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di

Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta

conteneva una siringa senza ago con 1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla

busta che avrebbe dovuto far deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'.

11/01/201212:10

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 55

BUSTA CON POLVERE PIRICA A PRESIDENTE FEDERFARMA A MILANO Ultime notizie 12:55 11 GEN 2012 (AGI) Milano - I carabinieri di Milano sono intervenuti nella farmacia di via Rombon 29

della dottoressa Annrosa Racca, presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata questa

mattina tra le 10 e le 11. La busta senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di Monza in via

Manzoni 11 del dottor Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta conteneva una

siringa senza ago con 1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla busta che

avrebbe dovuto far deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'. .

11/01/201212:43

Sito WebAGI

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 56

Busta con polvere pirica alla presidente di Federfarma Ultime notizie 12:22 11 GEN 2012 (AGI) - Milano, 11 gen. - I carabinieri di Milano stanno intervenendo nella farmacia di via

Rombon 29 della dottoressa Annarosa Racca, presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata

questa mattina tra le 10 e le 11.La busta senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di

Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani.La busta

conteneva una siringa senza ago con 1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla

busta che avrebbe dovuto far deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'.

11/01/201212:10

Sito WebAGI

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 57

BUSTA CON POLVERE PIRICA A PRESIDENTE FEDERFARMA A MILANO R&S 13:18 11 GEN 2012 (AGI) - Milano, 11 gen. - I carabinieri di Milano stanno intervenendo nella farmacia di via

Rombon 29 della dottoressa Annrosa Racca, presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata

questa mattina tra le 10 e le 11. La busta senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di

Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta

conteneva una siringa senza ago con 1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla

busta che avrebbe dovuto far deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'. (AGI) .

11/01/201213:06

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 58

Lombardia Busta con ordigno rudimentale a presidente Federfarma Il plico recapitato in una farmacia a Milano (ANSA) - MILANO, 11 GEN - Un plico contenente un rudimentale piccolo ordigno e' stato scoperto stamani in

una farmacia di Milano di proprieta' della presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca. Nessuno ha riportato

lesioni. La busta, di quelle imbottite, conteneva una siringa con un grammo e mezzo di polvere pirica e

avrebbe potuto provocare una fiammata. Il plico giunto nella farmacia a Milano sarebbe del tutto analogo a

quello recapitato, ieri, a Monza, nella farmacia del presidente del Fofi (Federazione ordine farmacisti italiani),

Andrea Mandelli. (ANSA).

11/01/201200:23

Sito WebANSA

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 59

home Busta con ordigno a presidente Federfarma MILANO - Un plico contenente un rudimentale piccolo ordigno è stato scoperto stamani in una farmacia di

Milano di proprietà della presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca. Nessuno ha riportato lesioni. La busta,

di quelle imbottite, conteneva una siringa con un grammo e mezzo di polvere pirica e avrebbe potuto

provocare una fiammata. Il plico, senza mittente né rivendicazioni, era indirizzato a Anna Rosa Racca,

presidente di Federfarma, presso la farmacia, che si trova in via Rombon. Sul caso indagano i carabinieri

RACCA, VERGOGNOSA CRIMINALIZZAZIONE DEI FARMACISTI - "E' stata fatta, da certi giornali, una

vergognosa criminalizzazione della categoria dei farmacisti, e la conseguenza sono atti come l'invio di ordigni

rudimentali al presidente di Federfarma". E' il primo commento di Annarosa Racca, presidente

dell'associazione Federfarma che rappresenta le circa 17.000 farmacie private italiane, dopo che questa

mattina un plico contenente un rudimentale piccolo ordigno è stato scoperto in una farmacia di Milano di

proprietà della stessa Racca. La presidente di Federfarma lancia dunque un "appello" al presidente della

Repubblica ed al presidente del Consiglio: "Chiedo al presidente Napolitano ed il premier Monti di tutelare la

categoria dei farmacisti, perché ora - ha affermato - si sta davvero esagerando". FEDERFARMA CHIEDE

INCONTRO A CANCELLIERI - Un "incontro urgente" con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, vista

"la gravità della situazione e per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle

farmacie e degli stessi cittadini utenti del servizio farmaceutico". A chiederlo è Federfarma, dove che buste

contenenti esplosivo sono state recapitate nella sede di Federfarma nazionale a Roma, a Milano nella

farmacia della presidente Annarosa Racca e in altre città ad altri soggetti istituzionali". Si tratta di "gravissimi

episodi intimidatori che mettono a rischio non solo i farmacisti ma anche i cittadini che vanno in farmacia",

evidenzia l'associazione, sottolineando che "tali iniziative sono il risultato di un clima di denigrazione

alimentato da una campagna mediatica che in queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la

lobby che blocca lo sviluppo del Paese". Pertando l'associazione dei titolari di farmacie invita tutti i soggetti

interessati, "a partire dagli operatori della comunicazione, ad abbassare i toni e a non criminalizzare le

farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale". In questi giorni, infatti, chiarisce Federfarma,

"abbiamo letto troppi articoli imprecisi, o addirittura mistificatori, ultimo in ordine di tempo quello pubblicato

oggi su Repubblica che induce il lettore a credere che le proposte irrealistiche avanzate ieri dalle associazioni

delle parafarmacie siano le misure che il Governo intende varare" BALDUZZI,CHIAREZZA SU ATTI

INTIMIDATORI - "Auspico che sia fatta chiarezza al più presto". E' l'auspicio espresso dal ministro della

Salute, Renato Balduzzi, dopo gli atti intimidatori nei confronti della presidente di Federfarma e del presidente

degli ordini dei farmacisti. "Massima solidarietà - ha detto Balduzzi - al presidente Mandelli e alla presidente

Racca. Auspico che sia fatta chiarezza al più presto su chi può ideare cose di questo genere, verso cui

l ' un i ca cosa che s i può d i re , o l t re l ' esec raz ione , è i l r imanere s tup i t i e avv i l i t i "

FARMINDUSTRIA,SOLIDARIETA'PER INTIMIDAZIONI - "Esprimo piena solidarietà ad Annarosa Racca,

Presidente di Federfarma, ad Andrea Mandelli, presidente Fofi, e al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri,

segretario della Commissione Igiene e Sanità, per le preoccupanti intimidazioni subite in questi due giorni".

Lo afferma il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, dopo che oggi è stato scoperto, in una

farmacia a Milano, un plico rudimentale con un piccolo ordigno indirizzato a Racca, mentre è stata

intercettata a Bari una busta contenente una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti. Ieri

una busta contenente un volantino collegato ad una siringa con dentro della polvere è stata recapitata a

Mandelli. "Le liberalizzazioni - aggiunge in una nota Scaccabarozzi - rappresentano oggi un tema certamente

importante per il Paese da affrontare con il necessario equilibrio e la giusta serenità, evitando ogni tono che

possa alimentare un clima di esasperazione e tensione".

11/01/201217:44

Sito WebANSA

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 60

Lazio Buste esplosive a sedi Federfarma e Ordine farmacisti a Roma (ANSA) - ROMA, 11 GEN - Due buste esplosive indirizzate alle sedi del sindacato farmacisti Federfarma e

della Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) a Roma sono state intercettate e disinnescate dagli

artificieri dei carabinieri. I plichi sono analoghi a quelli spediti a tre farmacie di proprieta' dei vertici delle due

organizzazioni a Milano, Monza e Bari. Le 5 buste, con ordigni rudimentali con polvere pirica in piccola

quantita', erano stati annunciati con una telefonata al 112 di Roma lunedi'. Finora nessuna

rivendicazione.(ANSA).

11/01/201221:00

Sito WebANSA

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 61

Equitalia-Federfarma buste sospette Tre impiegati di Equitalia sono stati soccorsi dal 118 per essere entrati in contatto con il contenuto di una

busta sospetta arrivata nella filiale di via dell'Innovazione, zona Bicocca. Per il momento, riferisce il 118, le tre

persone non accusano sintomi particolari, ma verranno trasportati all'ospedale Sacco per gli accertamenti del

caso. BUSTA CON POLVERE PIRICA AL PRESIDENTE DI FEDERFARMA - I carabinieri di Milano stanno

intervenendo nella farmacia di via Rombon 29 della dottoressa Annrosa Racca, presidente di Federfarma, per

una busta sospetta consegnata tra le 10 e le 11. La busta senza mittente è identica a quella recapitata nella

farmacia di Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani.

La busta conteneva una siringa senza ago con 1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione

collegato alla busta che avrebbe dovuto far deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'.

11/01/201211:48

Sito WebAffari Italiani

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 62

12:28:45 - Milano / Busta con polvere pirica a presidente Federfarma I carabinieri di Milano stanno intervenendo nella farmacia di via Rombon 29 della dottoressa Annarosa

Racca, presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata questa mattina tra le 10 e le 11. La

busta senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di Monza in via Manzoni 11 del dottor

Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta conteneva una siringa senza ago con

1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla busta che avrebbe dovuto far

deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'

11/01/201200:28

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 63

Equitalia e Federfarma buste sospette Sono due le buste sospette arrivate nell'ufficio di Equitalia in viale dell' Innovazione 1 a Milano, ma il

contenuto di entrambe dovrebbe essere innocuo e quindi non è stato necessario alcun controllo in ospedale

per i tre dipendenti che le hanno toccate. Saranno gli esami del laboratorio specialistico di Foggia a stabilire

la sostanza contenuta nelle buste che non sono state aperte e che quindi hanno richiesto un intervento più

rapido da parte di vigili del fuoco, 118 e forze dell'ordine all'interno dell'edificio che si trova nella zona nord del

capoluogo lombardo. I tre dipendenti di Equitalia sono stati quindi tenuti in osservazione dal personale del

118 che poi, avuta conferma dai vigili del fuoco della non pericolosità del materiale, ha lasciato l'edificio con

l'unica ambulanza intervenuta senza portarli all'ospedale Sacco dove solitamente in questi casi vengono

effettuati ulteriori controlli. BUSTA CON POLVERE PIRICA AL PRESIDENTE DI FEDERFARMA - I

carabinieri di Milano stanno intervenendo nella farmacia di via Rombon 29 della dottoressa Annrosa Racca,

presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata tra le 10 e le 11. La busta senza mittente è

identica a quella recapitata nella farmacia di Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli, presidente della

Federazione dei farmacisti italiani. La busta conteneva una siringa senza ago con 1,5 grammi di polvere

pirica, uno spago per l'accensione collegato alla busta che avrebbe dovuto far deflagrare la polvere e un

giornalino di 'Lupo Alberto'.

11/01/201211:48

Sito WebAffari Italiani

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 64

Pacco con siringa a D'Ambrosio Lettieri«Un preoccupante clima ditensione» Bari Luigi D'Ambrosio LettieriBARI - Una busta contenente una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a

fumetti di «Lupo Alberto» è stata inviata al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), segretario della

Commissione Sanità del Senato e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e

l'efficienza del Servizio sanitario nazionale. La busta contenente il «marchingegno» intimidatorio è stata

intercettata nell'ufficio postale di viale Einaudi, a Bari ed era indirizzata alla farmacia di cui D'Ambrosio Lettieri

è titolare a Bari. Sul posto sono intervenuti gli artificieri ma - a quanto si è saputo - il marchingegno non

conterrebbe liquido esplosivo ed è stata fatta brillare. «È la testimonianza che nel Paese c'è un clima di

tensione - afferma D'Ambrosio Lettieri -, questo è un gesto censurabile che rappresenta un senso d'angoscia

da non trascurare. Dobbiamo recuperare tranquillità nei rapporti sociali». D'Ambrosio Lettieri, farmacista, è

convinto che anche il dibattito sulle liberalizzazioni possa aver contribuito a rendere il clima pesante. «La

categoria ha aperto a riforme importanti - conclude il senatore del Pdl - nel solo interesse dei pazienti.

Vogliamo anche agevolare la riforma delle piante organiche con oltre 2mila nuove farmacie e dare un

contratto migliorativo ai dipendenti».L'ALTRO CASO - Una busta misteriosa è stata intercettata anche a

Monza. All'interno c'era volantino con una missiva e una siringa con dentro della polvere sospetta.

Destinatario della busta Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani che

ha visto recapitata la busta stamani in via Manzoni a Monza, dove ha sede la sua farmacia. Sul posto sono

intervenuti i carabinieri di Monza e gli artificieri. Non è stato Mandelli, che oggi era a Roma, a vedere la busta

con siringa arrivata nella sua farmacia, e non ha nemmeno intercettato l'altra busta con siringa arrivata,

sempre oggi, nella sede romana della Federazione dell'ordine dei farmacisti.Redazione online 11 gennaio

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11/01/201200:36

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 65

Repubblica.it - Ultimora busta con polvere pirica a presidente federfarma a milano I carabinieri di Milano sono intervenuti nella farmacia di via Rombon 29 della dottoressa Annrosa Racca,presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata questa mattina tra le 10 e le 11. La bustasenza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli ,presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta conteneva una siringa senza ago con 1,5grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla busta che avrebbe dovu I carabinieri di Milano sono intervenuti nella farmacia di via Rombon 29 della dottoressa Annrosa Racca,

presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata questa mattina tra le 10 e le 11. La busta

senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di Monza in via Manzoni 11 del dottor Mandelli,

presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta conteneva una siringa senza ago con 1,5

grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla busta che avrebbe dovuto far deflagrare la

polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'. .Le altre news

11/01/201211:54

Sito WebRepubblica.it

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 66

20:34 - FEDERFARMA, NUOVE BUSTE ESPLOSIVE TgCom Ultimissime foto Ap/Lapresse 20:40 - Nuovi plichi esplosivi sono stati recapitati oggi alle sedi di Federfarma e della

Federazione ordini dei farmacisti italiani a Roma, e alla farmacia del vicepresidente Fofi a Bari. Le buste

seguono di poche ore quelle giunte a Milano nella farmacia della presidente di Federfarma e a Monza in

quella del presidente della Fofi. I pacchi, annunciati da una telefonata anonima al 112, sono stati intercettati

dai carabinieri. La voce al telefono aveva affermato che le buste erano state spedite il 7 gennaio. Al momento

non ci sono state rivendicazioni. I carabinieri del comando provinciale di Roma hanno informato i comandi

territoriali dell'Arma e sono stati attivati gli artificieri. La quantità di polvere pirica contenuta nei plichi, secondo

quanto riferito, era limitata. A Roma le buste sono arrivate nella sede nazionale di Federfarma in via

Emanuele Filiberto e in quella della Fofi in via Palestro; a Bari il plico è stato recapitato nella farmacia del vice

presidente della Fofi, il senatore Salvatore D'Ambrosio Lettieri. Poche ore prima altri pacchi erano stati

recapitati a Milano nella farmacia della presidente di Federfarma Annarosa Racca in via Rombon e a Monza

destinato alla farmacia il cui titolare è il presidente della Fofi Andrea Mandelli, in via Manzoni.

12/01/2012 Sito WebTgCom

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 67

Liberalizzazioni/ Alfano: Atti intimidatori segnali inquietanti Roma11 gen. (TMNews) - "Gli atti intimidatori ai danni del senatore D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei Farmacisti diRomadi Annarosa Racca, di Federfarma, e di Andrea Mandelli , di Fofi ,rappresentano dei segnali inquietanti, da non sottovalutare, che dimostrano l'inasprimento del clima... Roma 11 gen. (TMNews) - "Gli atti intimidatori ai danni del senatore D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'

Ordine dei Farmacisti di Roma di Annarosa Racca, di Federfarma, e di Andrea Mandelli, di Fofi,

rappresentano dei segnali inquietanti, da non sottovalutare, che dimostrano l'inasprimento del clima e delle

tensioni sociali". E' quanto ha dichiarato in una nota il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano.

"Proprio per questo, sul tema delle liberalizzazioni (che potrebbe essere alla base delle minacce), il Pdl - ha

osservato - darà il proprio contributo perché, in un confronto democratico e costruttivo, emergano posizioni

equilibrate nell'esclusivo interesse dei cittadini e a tutela dei servizi pubblici a essi assicurati".

11/01/201219:02

Sito WebVirgilio.it

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 68

Busta Con Polvere Pirica A Presidente Federfarma A Milano (AGI) Milano - I carabinieri di Milano sono intervenuti nella farmacia di via Rombon 29 della dottoressa

Annrosa Racca, presidente di Federfarma, per una busta sospetta consegnata questa mattina tra le 10 e le

11. La busta senza mittente e' identica a quella recapitata nella farmacia di Monza in via Manzoni 11 del

dottor Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani. La busta conteneva una siringa senza

ago con 1,5 grammi di polvere pirica, uno spago per l'accensione collegato alla busta che avrebbe dovuto far

deflagrare la polvere e un giornalino di 'Lupo Alberto'. .

11/01/201200:55

Sito WebWallStreetItalia

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 69

Farmacisti non titolari solidali con il parlamentare Pdl "L'inquietante atto intimidatorio rivolto oggi al senatore D'Am brosio Lettieri va censurato e respinto in modo

deciso. Nel contempo, deve farci riflettere sul clima avvelenato che si è impadronito di un dibattito che non

solo crea false aspettative dalle liberalizzazioni, ma spesso deforma la realtà delle cose". Lo sottolinea in una

nota il presidente dell'Associazione nazionale farmacisti non titolari (Fiafant), Anna Attolico, dopo la scoperta

di una busta esplosiva indirizzata a Bari al senatore del Pdl Luigi D'ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine

dei farmacisti cittadino. Un episodio analogo a quelli ai danni di Annarosa Racca (Federfarma) e Andrea

Mandelli (Fofi). "Ritengo che il modo migliore per rispondere a questi atti intimidatori corrisponda al recupero

di un confronto costruttivo e sereno che si faccia carico, con un'assunzione di forte responsabilità da parte di

tutti, di dare risposte concrete alle difficoltà, ai disagi e all'an goscia che stanno vivendo i cittadini. A

d'Ambrosio Lettieri - aggiunge - va la mia personale solidarietà quella dell'associazione che rappresento e

l'invito a continuare sulla strada della proposta e del confronto civile e democratico per il bene della

collettività. All'Arma dei carabinieri - conclude - il plauso e la gratitudine più sincera per la sollecitudine, la

competenza e il profondo senso del dovere ancora una volta dimostrati".

12/01/2012 21Pag. Corriere del Giorno

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 70

L'ALLARME I pacchi sono stati intercettati ieri. Nessun ferito Ancora buste sospette A Milano tre consegne a Federfarma e Equitalia Lettere anche a Roma e Monza. I famarcisti: «Ci appelliamo a Monti: che tuteli la categoria» Ô Tornano le buste. Le bustarelle, esplosive ma inesplose: da Equitalia a Federmarma, da Milano a Monza,

ma soprattutto a Milano. Una siringa con 1,5 grammi di polvere pi- rica, uno spago per l'inne- sco e un

giornalino di "L u- po Alberto" sono pervenu- ti in busta sigillata (rigoro- samente senza mittente) ieri mattina

alla farmacia di via Rombon 29, di pro- prietà della dott.ssa Anna- rosa Racca, presidente di Federfarma.

«Faccio appello - ha detto la Racca - al presidente della Repubblica Napoli- tano e al presidente del Consiglio

Monti, affinché tutelino la categoria dei farmacisti, perché ora - ha affermato - si sta davvero esagerando».

Alla sede romana dell'a s- sociazione, che riunisce i 17mila farmacisti privati, è stata recapitata un'altra busta,

stesso giorno, stesse modalità, stessa fattura: gialla commerciale imbot- tita, formato A4, affranca- ta, ma con

francobollo non annullato. Nessuna indi- cazione del mittente. Pro- prio come quella recapita- ta martedì a

Andrea Man- delli, presidente della Fe- derazione degli ordini dei farmacisti italiani, alla se- de della sua

farmacia in via Manzoni a Monza. Giorni caldi, fresco il ri-cordo delle buste pre-na- talizie, e delle dita del

direttore generale di Equi- talia Marco Cuccagna (am- putate dall'esplosione di un pacco bomba, il 9 di-

cembre): nessuna delle ul- time "bustine" è stata aperta prima di essere consegnata ai carabinieri. Che

adesso dovranno met- tere insieme e capire chi ha imbucato l'ordigno di Mandelli, quello della Racca, il terzo

recapitato a Roma e un quarto (identi- co) fermato ieri in un uffi- cio postale di Bari e indi- L'intervento delle

forze dell'ordine ieri alla sede Equitalia di via dell'I n n ova z i o n e rizzato al senatore-farma- cista Luigi

D'Ambrosio Lettieri (Pdl) segretario della Commissione Sanità del Senato e membro della Commissione

parlamenta- re di inchiesta sull'effica- cia e l'efficienza del Servi- zio sanitario nazionale. Intanto, alla vigilia

delle liberizzazioni promesse da Monti per i farmaci di fascia C, le lettere minato- rie alla lobby dei farmaci- sti

si mischiano a qualche residuato della guerra contro Equitalia. Due bu- ste sospette sono arrivate ieri mattina

nell'ufficio di viale dell' Innovazione a Milano. Il contenuto di en- trambe dovrebbe essere innocuo - ma non

sono ancora state aperte, ragion per cui non sono stati ne- cessari controlli in ospe- dale per i tre dipendenti

che le hanno toccate. Sa- ranno gli esami del labora- torio specialistico di Fog- gia a verificare il contenu- to e

la presenza di un'eventuale "firma" dei mittenti. Buste analoghe sono state recapitate nei giorni scorsi alla

sede di Equitalia a Casamicciola (Ischia), e all'indirizzo del direttore della sede sul Lungotevere Flaminio, a

Roma: conte- neva polvere pirica che fuoriusciva e un pezzo di corda. Davide Illarietti

12/01/2012 9Pag. Cronaca Qui Milano

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 71

L'ANNUNCIO L'esecutivo presenterà le misure entro 10 giorni e il clima s'arroventa Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti"intensificano il loro lavorio Monti ha annunciato che il pacchetto di liberalizzazioni ve- drà la luce entro 10 giorni e il clima si è

arroventato oltremi- sura. Sebbene tutti si dicano, a corrente alternata, favorevoli a togliere le molte

ingessature che inchiodano l'economia del Paese, le lobby hanno i loro santi in pa- radiso, anzi, in

parlamento. Hanno il badge necessario per l'ingresso alle Camere con la scritta "Ospi- te" e ospiti sono, di

deputati o senatori, che ne ascoltano tra una seduta e l'altra le sollecitazioni relative a questo o quel provve-

dimento. Energia, telecomunica- zioni e comunicazioni, televisione sotto il profilo aziendale, notai, farmacisti,

tassisti, commercia- listi e altre professioni: questi i principali gruppi e interessi rap- presentati dai lobbisti di

casa no- stra, quelli che quasi ogni giorno stazionano tra le commissioni di Montecitorio e di Palazzo Mada-

ma. Donne e uomini, che si sono guadagnati sul campo l'appella- tivo di "sottobraccisti", con rife- rimento al

gesto di prendere sot- tobraccio questo o quel parla- mentare per parlargli del proprio gruppo e che a pochi

giorni dalla presentazione del pacchetto sulle liberalizzazioni annunciato per il 20 gennaio sono entrati in

fibril- lazione. Sono tanti, tantissimi gli enti, lesocietà, le multinazionali o i gruppi di interesse che operano a

stretto contatto con le istituzioni: al di là degli uomini e donne che lavorano "sul campo", sono rap- presentati

a più alto livello dai responsabili delle Attività istitu- zionali o degli Ordini professio- nali. Poi ci sono i

professionisti che rappresentano i vari gruppi o settore di interesse: Nomos, Reti di Claudio Velardi, Open

Gate Ita- lia le società di "lobbying e public affairs" più conosciute. Sosten- gono aziende ed organizzazioni

rappresentando "i loro interessi in maniera esplicita e trasparente presso decision maker, media e istituzioni

ad ogni livello", comesi legge nel sito di Open Gate. Alcuni di essi sono già arrivati agli onori delle cronache: è

il caso dei far- macisti eletti in Parlamento al- l'ultima legislatura citati in una lettera firmata dopo le ultime ele-

zioni politiche dall'allora presi- dente della Federazione degli Or- dini dei farmacisti, Giacomo Leo- pardi e

indirizzata a tutti i pre- sidenti degli ordini dei farmacisti: in essa si citano i 4 parlamentari farmacisti eletti e in

particolare si rileva che al Senato è stato eletto Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farma- cisti della provincia di Bari e com- ponente del Comitato centrale della federazione. D'Ambrosio Lettieri

è peraltro il primo firma- tario della lettera aperta di 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo in cui si

chiede al premier Mario Monti di ripensare la li- beralizzazione dei farmaci di fa- scia C a parafarmacie e

corner all'interno dei supermercati. Le altre professioni sono comunque ben rappresentate in Parlamento, tra i

cui scranni siedono 133 av- vocati, 53 medici, 23 commer- cialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 4 farmacisti e 4

notai.

11/01/2012 18Pag. Il Nuovo Corriere Aretino

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 72

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti"intensificano il loro lavorio Monti ha annunciato che il pacchetto di liberalizzazioni ve- drà la luce entro 10 giorni e il clima si è

arroventato oltremi- sura. Sebbene tutti si dicano, a corrente alternata, favorevoli a togliere le molte

ingessature che inchiodano l'economia del Paese, le lobby hanno i loro santi in pa- radiso, anzi, in

parlamento. Hanno il badge necessario per l'ingresso alle Camere con la scritta "Ospi- te" e ospiti sono, di

deputati o senatori, che ne ascoltano tra una seduta e l'altra le sollecitazioni relative a questo o quel provve-

dimento. Energia, telecomunica- zioni e comunicazioni, televisione sotto il profilo aziendale, notai, farmacisti,

tassisti, commercia- listi e altre professioni: questi i principali gruppi e interessi rap- presentati dai lobbisti di

casa no- stra, quelli che quasi ogni giorno stazionano tra le commissioni di Montecitorio e di Palazzo Mada-

ma. Donne e uomini, che si sono guadagnati sul campo l'appella- tivo di "sottobraccisti", con rife- rimento al

gesto di prendere sot- tobraccio questo o quel parla- mentare per parlargli del proprio gruppo e che a pochi

giorni dalla presentazione del pacchetto sulle liberalizzazioni annunciato per il 20 gennaio sono entrati in

fibril- lazione. Sono tanti, tantissimi gli enti, lesocietà, le multinazionali o i gruppi di interesse che operano a

stretto contatto con le istituzioni: al di là degli uomini e donne che lavorano "sul campo", sono rap- presentati

a più alto livello dai responsabili delle Attività istitu- zionali o degli Ordini professio- nali. Poi ci sono i

professionisti che rappresentano i vari gruppi o settore di interesse: Nomos, Reti di Claudio Velardi, Open

Gate Ita- lia le società di "lobbying e public affairs" più conosciute. Sosten- gono aziende ed organizzazioni

rappresentando "i loro interessi in maniera esplicita e trasparente presso decision maker, media e istituzioni

ad ogni livello", comesi legge nel sito di Open Gate. Alcuni di essi sono già arrivati agli onori delle cronache: è

il caso dei far- macisti eletti in Parlamento al- l'ultima legislatura citati in una lettera firmata dopo le ultime ele-

zioni politiche dall'allora presi- dente della Federazione degli Or- dini dei farmacisti, Giacomo Leo- pardi e

indirizzata a tutti i pre- sidenti degli ordini dei farmacisti: in essa si citano i 4 parlamentari farmacisti eletti e in

particolare si rileva che al Senato è stato eletto Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farma- cisti della provincia di Bari e com- ponente del Comitato centrale della federazione. D'Ambrosio Lettieri

è peraltro il primo firma- tario della lettera aperta di 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo in cui si

chiede al premier Mario Monti di ripensare la li- beralizzazione dei farmaci di fa- scia C a parafarmacie e

corner all'interno dei supermercati. Le altre professioni sono comunque ben rappresentate in Parlamento, tra i

cui scranni siedono 133 av- vocati, 53 medici, 23 commer- cialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 4 farmacisti e 4

notai.

11/01/2012 18Pag. Il Nuovo Corriere di Firenze

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 73

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti"intensificano il loro lavorio Monti ha annunciato che il pacchetto di liberalizzazioni ve- drà la luce entro 10 giorni e il clima si è

arroventato oltremi- sura. Sebbene tutti si dicano, a corrente alternata, favorevoli a togliere le molte

ingessature che inchiodano l'economia del Paese, le lobby hanno i loro santi in pa- radiso, anzi, in

parlamento. Hanno il badge necessario per l'ingresso alle Camere con la scritta "Ospi- te" e ospiti sono, di

deputati o senatori, che ne ascoltano tra una seduta e l'altra le sollecitazioni relative a questo o quel provve-

dimento. Energia, telecomunica- zioni e comunicazioni, televisione sotto il profilo aziendale, notai, farmacisti,

tassisti, commercia- listi e altre professioni: questi i principali gruppi e interessi rap- presentati dai lobbisti di

casa no- stra, quelli che quasi ogni giorno stazionano tra le commissioni di Montecitorio e di Palazzo Mada-

ma. Donne e uomini, che si sono guadagnati sul campo l'appella- tivo di "sottobraccisti", con rife- rimento al

gesto di prendere sot- tobraccio questo o quel parla- mentare per parlargli del proprio gruppo e che a pochi

giorni dalla presentazione del pacchetto sulle liberalizzazioni annunciato per il 20 gennaio sono entrati in

fibril- lazione. Sono tanti, tantissimi gli enti, lesocietà, le multinazionali o i gruppi di interesse che operano a

stretto contatto con le istituzioni: al di là degli uomini e donne che lavorano "sul campo", sono rap- presentati

a più alto livello dai responsabili delle Attività istitu- zionali o degli Ordini professio- nali. Poi ci sono i

professionisti che rappresentano i vari gruppi o settore di interesse: Nomos, Reti di Claudio Velardi, Open

Gate Ita- lia le società di "lobbying e public affairs" più conosciute. Sosten- gono aziende ed organizzazioni

rappresentando "i loro interessi in maniera esplicita e trasparente presso decision maker, media e istituzioni

ad ogni livello", comesi legge nel sito di Open Gate. Alcuni di essi sono già arrivati agli onori delle cronache: è

il caso dei far- macisti eletti in Parlamento al- l'ultima legislatura citati in una lettera firmata dopo le ultime ele-

zioni politiche dall'allora presi- dente della Federazione degli Or- dini dei farmacisti, Giacomo Leo- pardi e

indirizzata a tutti i pre- sidenti degli ordini dei farmacisti: in essa si citano i 4 parlamentari farmacisti eletti e in

particolare si rileva che al Senato è stato eletto Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farma- cisti della provincia di Bari e com- ponente del Comitato centrale della federazione. D'Ambrosio Lettieri

è peraltro il primo firma- tario della lettera aperta di 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo in cui si

chiede al premier Mario Monti di ripensare la li- beralizzazione dei farmaci di fa- scia C a parafarmacie e

corner all'interno dei supermercati. Le altre professioni sono comunque ben rappresentate in Parlamento, tra i

cui scranni siedono 133 av- vocati, 53 medici, 23 commer- cialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 4 farmacisti e 4

notai.

11/01/2012 32Pag. Il Nuovo Corriere Viterbese

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 74

I leader del Terzo polo ragionano su nuove proposte Il Governo promette ai partiti «Testo ampio sulle liberalizzazioni» di MILENA DI MAURO e ENRICO MARTINELLI ROMA - «Avremo un provvedimento molto ampio sulle

liberalizzazioni». Mario Montirassicura Pd eTerzoPolo, chealpremierhanno chiesto coraggio sulle

liberalizzazioni dopo lo stop and go nell'iter della manovra. Il premier, prima dell'incontrodidomani conipartiti,

dà alla promessa il crisma dell'uf ficialità addirittura illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la

Cancelliera Angela Merkel. Sulle liberalizzazioni la posta in gioco è alta. Tutti i partiti che sostengono Monti

avrebbero preferito un disegno di legge alla via del decreto scelta dall'esecutivo per debellare privilegi e

vantaggi di monopoli e corporazioni.In particolare il Pdl, che ha un ampio bacino di voto in alcune delle

categorie oggetto della rivoluzione annunciata. Per questo,pur enunciandoun genericosì,i l

partitodiBerlusconirivendica «un indispensabile confronto»esi apprestaapresentarea Palazzo Chigi un suo

pacchetto di «propostechiare». «Sidevetrattare di reale innovazione -afferma il capogruppo Pdlalla

CameraFabrizio Cicchitto - e non di un tentativo di omicidio, come quello evocato in questi giorni dal neo-

giacobino sottosegretario Catricalà». Anche il Pd - che con Bersani ha spronato Monti a procedere senza

passi indietro -si aspetta che si parta dai colossi di energia, benzina e servizi pubbliciperpoi arrivareacascataa

farmacie, taxi, ordini professionali, senza intenti punitivi nei confronti dinessuno. «Le frasidel presidente

Montici rassicurano-dice l'esponente Pd Francesco Boccia -, dunqueciauguriamo che,dopoalcune incertezze,

il governo sia in dirittura d'arrivo perilvaro dinorme essenziali per il futuro del nostro paese». Il Terzo Polo

chiede a sua volta determinazione a Monti per la deregulation non solonelle categorie, ma in settori strategici

come quello energetico o quello del trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api, in una riunione in

vista dell'incontroa PalazzoChigi- hanno ragionato su una serie di proposte di liberalizzazioni all'in segna

della crescita. C'erano il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini con il segretarioLorenzo Cesa, il leader di

Api, Francesco Rutelli, il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino con il capogruppo alla Camera, Benedetto Della

Vedova, il deputato Udc Gianluca Galletti, Savino Pezzotta, Linda Lanzillotta, Giorgio La Malfa, Agazio Loiero

e i liberademocratici Italo Tanoni e Daniela Melchiorre. Alcentro dell'incontro itemi riguardantileliberalizzazioni

e il mercato del lavoro; nodi sui quali i partiti del Terzo Polo intendono, a quanto si apprende, chiedere al

governo un'accelerazione. Intanto,nel climateso dellacrisi, le farmacie continuano a essere i bersagli di atti

intimidatori anonimi: aRoma, aMilano e a Bari sono arrivate lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente

di Federfarma Annarosa Raccae al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di

Bari.Dopoquella arrivataaMonzaal presidente di Fofi Andrea Mandelli, ieri una busta imbottita, senza mittente

e senza rivendicazioni, che conteneva una siringa con un grammo emezzo di polverepirica è arrivata inuna

farmaciadi Milano di proprietà della presidente di Federfarma, cherappresenta lecirca 17.000 farmacie private

italiane. La stessa Federfarma ha chiesto «un incontro urgente» con il ministro dell'Interno Annamaria

Cancellieri.

12/01/2012 6Pag. Il Quotidiano della Basilicata

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 75

I leader del Terzo polo ragionano su nuove proposte Il Governo promette ai partiti «Testo ampio sulle liberalizzazioni» di MILENA DI MAURO e ENRICO MARTINELLI ROMA - «Avremo un provvedimento molto ampio sulle

liberalizzazioni». Mario Montirassicura Pd eTerzoPolo, chealpremierhanno chiesto coraggio sulle

liberalizzazioni dopo lo stop and go nell'iter della manovra. Il premier, prima dell'incontrodidomani conipartiti,

dà alla promessa il crisma dell'uf ficialità addirittura illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la

Cancelliera Angela Merkel. Sulle liberalizzazioni la posta in gioco è alta. Tutti i partiti che sostengono Monti

avrebbero preferito un disegno di legge alla via del decreto scelta dall'esecutivo per debellare privilegi e

vantaggi di monopoli e corporazioni.In particolare il Pdl, che ha un ampio bacino di voto in alcune delle

categorie oggetto della rivoluzione annunciata. Per questo,pur enunciandoun genericosì,i l

partitodiBerlusconirivendica «un indispensabile confronto»esi apprestaapresentarea Palazzo Chigi un suo

pacchetto di «propostechiare». «Sidevetrattare di reale innovazione -afferma il capogruppo Pdlalla

CameraFabrizio Cicchitto - e non di un tentativo di omicidio, come quello evocato in questi giorni dal neo-

giacobino sotMelchiorre. Alcentro dell'incontro itemi riguardantileliberalizzazioni e il mercato del lavoro; nodi

sui quali i partiti del Terzo Polo intendono, a quanto si apprende, chiedere al governo un'accelerazione.

Intanto,nel climateso dellacrisi, le farmacie continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: aRoma,

aMilano e a Bari sono arrivate lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa

Raccae al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari.Dopoquella

arrivataaMonzaal presidente di Fofi Andrea Mandelli, ieri una busta imbottita, senza mittente e senza

rivendicazioni, che conteneva una siringa con un grammo emezzo di polverepirica è arrivata inuna farmaciadi

Milano di proprietà della presidente di Federfarma, cherappresenta lecirca 17.000 farmacie private italiane.

La stessa Federfarma ha chiesto «un incontro urgente» con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri.

12/01/2012 14Pag. Il Quotidiano di Calabria - Catanzaro

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FEDERAZIONE ORDINE DEI FARMACISTI - Rassegna Stampa 12/01/2012 76

SANITÀ NAZIONALE

91 articoli

Liberalizzazioni, tocca ai benzinai L'ipotesi di addio all'esclusiva. Ma il governo smentisce la bozza di decreto La cessione della rete Lecompagnie potrebbero essere costrette a cedere un terzo delle loro reti ai benzinai Il decreto Nel decretoanche le liberalizzazioni di tariffe minime professionali, ferrovie, gas ed elettricità Mario Sensini ROMA - Le compagnie petrolifere dovrebbero essere costrette a cedere fino a un terzo delle pompe di

benzina direttamente possedute, mentre i gestori autonomi, da soli o in forma associata, potrebbero

acquistare la metà dei carburanti di cui hanno bisogno sul mercato libero, al di fuori dell'esclusiva con i

produttori. Il maxi decreto del governo sulle liberalizzazioni si avvicina, potrebbe arrivare già venerdì prossimo

sul tavolo del Consiglio dei ministri, e fioriscono le indiscrezioni sui possibili interventi. Come quello sulla rete

dei carburanti: il testo di un paio di articoli del provvedimento prefigura una mezza rivoluzione, anche se

l'esecutivo frena, bollandoli come materiale «privo di fondamento».

La bozza contiene infatti due articoli («Liberalizzazione della distribuzione» e «Separazione tra produzione,

vendita all'ingrosso e distribuzione») che prevedono interventi molto pesanti sulla struttura del settore, con

l'obiettivo di accrescere la concorrenza e ridurre i prezzi al consumo. Un terzo degli impianti posseduti

direttamente dalle grandi compagnie petrolifere potrebbe essere riscattato dai gestori o ceduto a «qualsiasi

altro soggetto imprenditoriale» a fronte di un indennizzo che tenga conto di investimenti, ammortamenti,

avviamento e fatturato, secondo la bozza. Che se è stata smentita dall'esecutivo, e appare anche un po'

distante dalle indicazioni fornite dall'Antitrust appena la settimana scorsa, circola diffusamente tra gli addetti

ai lavori. Avrebbero dovuto essere le stesse compagnie a decidere quali singoli impianti mettere in vendita e,

in caso di disaccordo sull'ammontare dell'indennizzo, la decisione sarebbe spettata all'Autorità per l'energia.

Ma non è tutto, perché nel testo si prevedeva anche lo smantellamento, almeno parziale, degli attuali contratti

di esclusiva che legano le compagnie ai gestori «indipendenti». «I gestori dei singoli punti vendita carburanti

al dettaglio possono liberamente rifornirsi da qualsiasi produttore o rivenditore».

Dal mese successivo all'entrata in vigore della legge, tutti i contratti «che prevedano l'esclusiva

nell'approvvigionamento sono nulle», si afferma nel provvedimento, «per la parte eccedente il 50% della

fornitura complessivamente pattuita», o il «50% di quanto erogato nell'anno precedente dal singolo punto

vendita». Il governo, con l'occasione, avrebbe riscritto anche l'articolo 28 del decreto di luglio dell'anno

scorso, rafforzando ulteriormente la possibilità per i distributori di benzina di commercializzare prodotti «non

oil». Negli impianti, si dice, «è sempre consentita» la vendita di alimentari, bevande, giornali, tabacchi e «di

ogni altro bene o servizio». In ogni caso nel decreto, «che sarà molto ampio» ha ribadito ieri da Berlino il

premier, Mario Monti, dovrebbero entrare anche le altre misure sollecitate dall'Antitrust nella segnalazione

della settimana scorsa. Cioè la liberalizzazione dei servizi postali, l'eliminazione delle tariffe minime

professionali, l'apertura dell'accesso alla rete ferroviaria, del gas, dell'energia elettrica.

Tutti settori dove la scarsa concorrenza incide pesantemente sulle tasche dei consumatori. Per il gas la

spesa media annua delle famiglie italiane è di 986 euro, per i carburanti di 897 euro, per l'elettricità di 588

euro, sottolineano gli artigiani di Mestre, chiedendo al governo di avviare il piano di liberalizzazioni proprio da

questi settori, e passare solo dopo agli interventi nei comparti più specifici. Il Pd chiede che il provvedimento

metta nel mirino anche i costi bancari e quelli assicurativi, mentre il Terzo polo insiste sulla separazione

proprietaria tra Eni e Snam rete gas, definito «un tema molto complesso» dal garante Antitrust, Giovanni

Pitruzzella. Nei progetti del governo ci sarebbe anche l'istituzione di un ufficio di monitoraggio, a Palazzo

Chigi, sulle liberalizzazioni degli enti locali, che secondo il garante dovrà comunque lavorare in

coordinamento con l'Antitrust.

RIPRODUZIONE RISERVATA -0,6% Il calo del Pil italiano nel terzo trimestre 2011 rispetto al trimestre

precedente 30,1% Il tasso di disoccupazione tra i giovani a novembre (+0,9% rispetto a ottobre)

12/01/2012 5Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 78

Foto: Avvocati contro la mediazione

Foto: Il tema più «caldo» è la mediazione civile: gli avvocati la bollano come inutile e dannosa, il ministro

Severino la indica come strumento su cui puntare per velocizzare la giustizia

Foto: Più farmacie e intervento sui farmaci C

Foto: Il piano del governo punta ad aumentare il numero di farmacie sul territorio e a liberalizzare la vendita

dei medicinali di «fascia C»

Foto: Acqua, allo studio modifiche

Foto: Il referendum impedisce al governo un intervento diretto sull'acqua con le stesse modalità delle altre

liberalizzazioni, ma anche in questo settore sono allo studio modifiche

12/01/2012 5Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 79

Il sistema Niente ticket ai malati cronici. I commercianti: correttivi Volontari, intesa sulle deroghe I garage: in crisi per le disdette Buongiardino Il monitoraggio sul traffico deve poter "correggere" il sistema sui Bastioni Il caso di via Aurispa«Con l'arrivo dell'Area C non abbiamo più clienti». In via Aurispa, vicino al parco delle basiliche, tre dipendentidel garage sono rimasti senza lavoro A. St. La generosità dei volontari sarà rimborsata. L'accordo tra il Comune e il terzo settore esenta le associazioni

dal pagamento di Area C e promette di spegnere un fronte polemico aperto alla vigilia del ticket. Le

ambulanze e le automediche che «svolgono attività di assistenza a malati e soggetti fragili» potranno entrare

liberamente nei Bastioni e gli operatori che usano la loro auto per i servizi ai pazienti riceveranno un voucher

da Palazzo Marino. Due le condizioni: che il veicolo non rientri nelle categorie per cui è vietato l'accesso

(diesel Euro 0-1-2-3 e benzina Euro 0) e che il tipo di attività socio-sanitaria escluda l'uso dei mezzi pubblici

(trasporto e accompagnamento dei malati, per dire, o la consegna dei pasti agli anziani).

L'intesa è stata siglata ieri, a Palazzo Marino, dai rappresentanti di oltre quaranta enti, associazioni e

organizzazioni tra cui le Croci Rossa e Bianca, l'Anffas, la Caritas, la Vidas, i Fratelli di San Francesco, Avis,

Auser e Antes: la deroga viene applicata anche a tutti i veicoli di proprietà, leasing o noleggio di

organizzazioni che abbiano una convenzione con il Comune o con le Asl, gli ospedali e l'Areu di Milano.

Sempre ieri sono state definite le esenzioni per i malati cronici (dai cardiopatici, ai dializzati): non pagheranno

il ticket e potranno usare qualsiasi modello di auto sia sui percorsi casa-lavoro, sia per raggiungere un

ospedale del centro e sottoporsi alle cure (l'esenzione vale anche per i residenti nei Bastioni che vengono

ricoverati all'esterno).

Domani, infine, sarà istituito il tavolo di monitoraggio sull'Area C. La cabina di regia sarà composta dagli

assessori e dai rappresentanti di 14 associazioni economiche, da Confcommercio all'Unione artigiani, dalla

grande distribuzione ai corrieri: «Chiederemo un segnale d'attenzione per i gestori di autorimesse nel centro -

anticipa Simonpaolo Buongiardino, amministratore dell'Unione del Commercio -. Molti automobilisti hanno già

presentato la disdetta del contratto, decine di attività rischiano di fallire». La proposta? «Pacchetti-scontati per

chi posteggia negli autosilo». È un tema già a un livello critico: nel garage di via Aurispa tre impiegati sono

rimasti senza lavoro.

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12/01/2012 3Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 80

Legnano Esposto dei genitori, la Procura ordina l'autopsia Inchiesta sul feto soffocato dal cordone ombelicale La tragedia La madre, al nono mese di gravidanza, era stata ricoverata in ospedale per un malore Un malore al nono mese di gravidanza. La corsa in ospedale e la decisione dei medici di anticipare il parto.

Poi la tragedia con il piccolo che viene alla luce ormai senza vita.

Il pm di Milano Adriana Blasco e i carabinieri hanno avviato un'inchiesta dopo la denuncia presentata dal

padre del piccolo, C. V., di 33 anni. L'episodio è avvenuto all'ospedale di Legnano dove la mamma, 28 anni, è

stata ricoverata martedì mattina intorno alle 10.

La donna, al nono mese di gravidanza, durante la notte aveva avvertito forti dolori alla pancia. Così la coppia,

che vive nel Legnanese, s'è presentata al pronto soccorso dell'ospedale della cittadina. I medici dopo aver

visitato la 28enne avrebbero deciso - almeno così ha denunciato il padre ai carabinieri - di procedere con un

parto naturale, senza quindi optare per un taglio cesareo, segno che i sanitari non ritenevano che vi fossero

rischi seri per madre e bambino. Quando la donna è entrata in sala parto nessuno avrebbe avvisato che il

feto in realtà poteva essere già morto. Nessuno forse lo aveva sospettato. Tanto che solo quando il bimbo è

stato partorito i medici hanno visto il piccolo volto cianotico avvolto dal cordone ombelicale. Il sospetto dei

genitori è proprio che il bimbo possa essere strato strozzato dal cordone senza che nessuno in sala parto si

accorgesse di quanto stava succedendo. Gli inquirenti ora dovranno capire se il bimbo è nato già morto o è

deceduto nelle fasi del parto.

Oggi sul feto verrà effettuata l'autopsia all'Istituto di medicina legale e il pm dovrebbe aprire formalmente un

fascicolo, anche se al momento non è stata individuata ancora una precisa ipotesi di reato. Ieri intanto i

carabinieri di Legnano hanno avviato le indagini e nei prossimi giorni dovrebbero essere ascoltati i medici

dell'équipe che ieri mattina si trovava in sala parto. Poi sarà acquisita la cartella clinica della donna e i dati

saranno messi in confronto con i risultati dell'esame autoptico.

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12/01/2012 8Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 81

Pagamenti. Attese di 800 giorni, strutture per dialisi in difficoltà Sanità , aziende a rischio a causa dei ritardi della Pa APPELLO A MONTI L'Unione industriale di Napoli scrive al presidente del Consiglio per chiedere unintervento urgente che sani la situazione Paolo Del Bufalo

Gli 800 giorni di ritardo medi per il pagamento delle prestazioni con 200 milioni di scoperto di Asl e ospedali

della Campania sono troppi per i 120 centri privati accreditati che erogano la dialisi nella regione e ora

rischiano di dover interrompere le prestazioni "salvavita". Per questo i centri hanno lanciato un appello al

presidente del Consiglio Mario Monti chiedendo un suo intervento diretto (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

L'appello porta la firma dell'Unione industriali di Napoli-Sezione Sanità, Arcade (Associazione regionale

campana ambulatori di emodialisi) e Anisap Campania (Associazione nazionale istituzioni sanitarie

ambulatoriali private).

A rischio sono gli oltre 4.500 pazienti dializzati, ma a tremare sono anche i dipendenti dei centri: circa 300

sono ancora in attesa di stipendio e tredicesima di dicembre mentre le strutture più piccole (ad esempio a

Benevento e Avellino) hanno già dovuto chiudere i battenti. I centri accreditati campani si occupano del 90%

delle prestazioni di dialisi, «una scelta di politica sanitaria che - spiegano i loro rappresentanti - ha permesso

alla Regione di erogare prestazioni dialitiche al costo più basso d'Italia e con elevati standard qualitativi, da

circa quaranta anni»

E in Campania c'è di peggio degli 800 giorni medi di ritardo: l'Asl Napoli centro supera i mille giorni e da sola

ha uno scoperto verso i creditori di circa 60 milioni. La situazione dei centri dialisi ricalca quella già descritta

da Il Sole-24 Ore del 4 gennaio per i debiti campani: Asl e ospedali, secondo una rilevazione di

Assobiomedica, l'associazione delle imprese biomedicali, sono tra i peggiori pagatori d'Italia. E il record è

proprio all'Asl Napoli centro con 1.676 giorni.

«Quello della dialisi - spiega Fabrizio Cerino, amministratore delegato Nephrocare, società che in Campania

gestisce la maggior parte dei centri dialisi - è un settore in cui non ci sono sprechi: nessuno ne "abuserebbe"

mai e si tratta di una spesa prevedibile e programmabile e controllabile».

Inoltre, la dialisi non è un intervento "delocalizzabile": la media dell'età dei pazienti che a giorni alterni

devono sottoporvisi è di 70 anni e non sono "trasferibili" in luoghi lontani dalla loro abitazione per poter essere

curati.

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12/01/2012 30Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 82

Salute. Nel 2010 cala la vendita di sigarette Fumo, il ministero prepara il divieto per gli under 18 Sigarette vietate ai minorenni. È la stretta a cui sta lavorando il ministero della Salute, che vuole alzare l'età

minima per l'acquisto da 16 a 18 anni. In più, il ministero pensa a immagini choc da pubblicare sui pacchetti

per mostrare i danni che il tabacco provoca alla salute, come già avviene in alcuni Stati.

Le misure allo studio prevedono anche il divieto di utilizzo dei rivenditori automatici sprovvisti di un sistema

identificativo dell'età dell'acquirente e la revisione delle politiche fiscali e dei prezzi, in particolare per il

tabacco trinciato per le sigarette «fai da te».

Le indicazioni del ministero della Salute sono contenute nel Rapporto 2011 «Attività per la prevenzione del

tabagismo». Il dossier contiene anche i dati sul consumo di sigarette, a sette anni dall'introduzione della

legge Sirchia. Nel 2010 gli italiani hanno fumato di meno: le vendite si sono ridotte del 2,4% rispetto al 2009.

In pratica, ogni fumatore ha comprato quasi un pacchetto in meno al mese. Per la prima volta dal 1997 le

vendite sono scese sotto la soglia dei 90 milioni di chili. Se calano le sigarette, però, lo stesso non si può dire

per il tabacco trinciato le cui vendite sono più che triplicate (+204%) dal 2004. Questo tipo di tabacco, che

rappresenta attualmente il 2,2% del mercato, è nel mirino del ministero soprattutto per l'elevato consumo che

ne fanno i giovani, attratti dai prezzi più bassi. Ed è proprio sul prezzo che il ministero ha intenzione di colpire.

«Il fumo è ancora un problema prioritario di sanità pubblica», si legge nel rapporto del ministero. «Anche se

buoni risultati sono stati ottenuti grazie al successo della legge Sirchia, tuttora ampiamente rispettata, molte

sono ancora le attività in corso per la riduzione dei fumatori attraverso la prevenzione dell'iniziazione e il

sostegno alla cura».

Fr.Mi.

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12/01/2012 37Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 83

Ecco la bozza delle liberalizzazioni - Taxi in rivolta: sciopero il 23 Scatta la deregulation totale: professioni, negozi, imprese, benzina Sale la soglia per l'articolo 18 in caso di fusioni Equitalia, rateizzazioni flessibili e meno costose Autocertificazioni al posto delle licenze per aprire negozi dal 30 ottobre 2012 e saldi liberi. Le novità per il

commercio sono in una delle ultime bozze del decreto liberalizzazioni. Tra le altre misure allo studio:

separazione della rete ferroviaria dalla holding Fs, stop alle tariffe minime per i professionisti, semplificazione

per le imprese di giovani, deregulation della rete carburanti, nuove autorizzazioni di una farmacia ogni 3mila

abitanti, aumento dei taxi. Nelle aggregazioni tra imprese, sale la soglia dipendenti dell'articolo 18. Rate

variabili e meno care sulla riscossione tributi. I tassisti, in rivolta, annunciano lo sciopero il 23 gennaio.

Servizi u pagine 2-5

12/01/2012 1Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 84

Il mercato dei medicinali. Entro il 2013 si dovrà salire a una ogni 3mila abitanti Apriranno 2-3mila nuove farmacie Roberto Turno

ROMA

Entro febbraio del 2013 saranno aperte forse fino a 2-3mila nuove farmacie e saranno riservate ai farmacisti

non titolari e a quelli che risiedono nelle zone disagiate. E altre ne potranno nascere - offerte in prelazione ai

comuni fino al 2022 - nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti internazionali, sulle autostrade e nei grandi

centri commerciali. Ma i farmaci C con obbligo di ricetta continueranno a restare in farmacia, secondo le

regole già in vigore del decreto salva-Italia di dicembre: solo nelle Regioni in cui entro il 1° marzo del 2013

non sarà stato assegnato almeno l'80% delle nuove farmacie, la vendita dei farmaci di classe C con ricetta

(ad eccezione di stupefacenti, ormoni, medicinali iniettabili e con ricette non ripetibili) sarà consentita anche

nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione.

È una soluzione di compromesso quella allo studio del Governo sulla liberalizzazione delle farmacie. Che

conservano la riserva sui medicinali con obbligo di ricetta previsto dal decreto salva-Italia, ma pagano l'aggio

(come avevano proposto) della moltiplicazione delle sedi convenzionate col Ssn, anche se non nella misura

richiesta dalle parafarmacie. Le nuove sedi andranno però solo ai farmacisti che oggi la farmacia non la

possiedono. Mentre i farmacisti titolari - ecco un'altra novità - vedranno ridotto da 2 anni a 6 mesi il tempo

concesso ai loro eredi per vendere la farmacia se l'erede non possiede la laurea.

La bozza allo studio del Governo prevede l'allargamento del quorum delle farmacie: dovrà esserci una

farmacia ogni 3mila abitanti. Sarà sufficiente un'eccedenza di 501 abitanti per giustificare l'apertura di una

ulteriore farmacia, mentre nei comuni con meno di 9mila abitanti l'eccedenza di popolazione deve superare i

1.500 abitanti col risultato che la seconda farmacia potrà essere istituita solo dopo 4.501 abitanti e la terza

dopo 7.501 residenti. Entro 5 mesi dalla legge di conversione del nuovo decreto del Governo, le regioni

dovranno bandire i concorsi straordinari per l'assegnazione delle nuove farmacie, riservandole, come detto, ai

farmacisti non titolari e ai «titolari di farmacia rurale sussidiata». Se non lo faranno, i governatori perderanno i

finanziamenti integrativi per la sanità previsti per legge. Sempre le regioni (sentite le asl e gli ordini dei

farmacisti), potranno decidere l'apertura di nuove farmacie - riservate ai comuni fino al 2022 - nelle stazioni

ferroviarie, negli aeroporti a traffico internazionale, nelle stazioni marittime, nelle aree di servizio autostradali,

nei grandi centri commerciali (oltre 10mila mq), purché non sia già aperta una farmacia a 1,5 km di distanza.

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FARMACIE Una farmacia ogni 3mila abitanti (oggi sono ogni 5mila o 4mila se in centri fino o sopra 12.500 abitanti) e

concorsi riservati soltanto ai farmacisti non titolari e a quelli delle zone disagiate

Prelazione ai comuni fino al 2022 per nuove farmacie nelle stazioni ferroviarie/marittime, negli aeroporti

internazionali, sulle autostrade e nei centri commerciali oltre 10mila mq

12/01/2012 2Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 85

DUE BUSTE ESPLOSIVE Minacce a Racca ( Federfarma ): non mi intimidiscono Due buste contenente esplosivo sono state recapitate nella sede di Federfarma nazionale e nella farmacia

della presidente di Federfarma Annarosa Racca, a Milano. «È vergognoso che venga criminalizzata la nostra

categoria. Per questo, nonostante le minacce non mi faccio intimidire».

12/01/2012 2Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 86

LE CIFRE SETTORE PERSETTORE Farmacie/Nuovi esercizi 2-3mila Èilnumerodellenuove farmacie che dovrebbero essere aperte entro febbraio

del 2013. Saranno riservate ai farmacisti non titolarioche risiedono nelle zone disagiate. Farmacie/Rapporto

con gli abitanti 3mila Èilnumero di abitanti necessario per aprire unafarmacia (oggi sono ogni 5mila). I

concorsi saranno riservati ai farmacisti nontitolari. Carburanti/Acquisto all ' ingrosso 50% Èla

percentualemassima di acquisto libero di carburante all'ingrosso (nel caso di impianti chehannoun marchio

delle compagnie ela cui proprietà èriconducibile al gestore). Carburanti/Stazioni di servizio 1/3 Le compagnie

petrolifere dovranno cedere a nuovi imprenditori oa consorzi degli attuali gestori almenounterzo delle attuali

stazioni di servizio. Notai 500 Ilnumero di unità in più che si aggiungeranno alla pianta organica portandoa

1.500i postidacoprire per concorso daqui al2014. Taxi 40.000 Èilnumero delle licenze taxi attualmente in

circolazione al netto però delle convenzioni di tipo familiare ilgoverno punta a incrementarlo. Poste 40% Èla

quota di mercato persa in Inghilterra dall'ex monopolista Royal Maildopouna liberalizzazione. In altri Paesi la

quota persa stata fino al15%. Assicurazioni -30% Risparmio per le imprese sul costo del risarcimento

derivante dallanorma che permette il pagamento della riparazione al posto del rimborso in contanti. Banche -

8,1% Sonostati 193.474 secondo l'Istat i contratti dimutuostipulati nel secondo trimestre del2011 conuncalo

dell'8,1% rispetto al 2010. Professioni 15,1% Le professioni ordinistiche rappresentano il 15,1% del Pil

italiano in termini di volume d'affari. Spiagge 7.458 Sonoi chilometri di coste dell'Italia: per chiudere la

procedura di infrazione Ue si punta ora a introdurre gare obbligatorie per concdessioni balneari di4anni.

12/01/2012 2Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 87

MERCATI E MANOVRA Liberalizzazioni Licenze e saldi: scatta la deregulation totale Bozza sulle liberalizzazioni: sull'articolo 18 soglia più alta in caso di fusioni - Equitalia, rate variabili e menocare LE MISURE Più licenze e part time per i taxi, società a costo zero per i giovani imprenditori, si amplia laplatea del bonus elettricità-gas Carmine Fotina

ROMA

Autocertificazioni al posto delle licenze per aprire negozi a partire dal 30 ottobre 2012 e sconti e saldi liberi.

Separazione della rete ferroviaria dalla holding Fs, stop completo alle tariffe minime per i professionisti,

semplificazione per le imprese costituite da giovani, deregulation della rete carburanti, nuove autorizzazioni di

una farmacia ogni 3mila abitanti, aumento delle licenze dei taxi, stop ai vincoli per la vendita di giornali. La

bozza del decreto liberalizzazioni - un primo giro di tavolo potrebbe esserci domani mentre il varo dovrebbe

arrivare il 19 gennaio - è una "rivoluzione" che tocca i settori più disparati comprese banche, assicurazioni,

servizi pubblici locali, autostrade, poste (deregulation sugli atti giudizari). Tra gli articoli, va detto, alcuni sono

ancora da definire nei dettagli e altri potrebbero essere stralciati dal testo definitivo o essere riproposti più

avanti. Ad ogni modo per quanto provvisoria la bozza - una delle ultime assemblate dal governo - offre un

quadro di proposte di forte impatto. Ieri l'esecutivo ha smentito alcune versioni diffuse precedentemente da

agenzie di stampa che facevano riferimento in particolare all'esclusiva nella distribuzione dei carburanti e alla

costituzione di un ufficio a Palazzo Chigi che svolga le funzioni di tutela e promozione della concorrenza nelle

Regioni e negli enti locali e di proposta di privatizzazioni.

Ad ogni modo il lavoro di Monti, Catricalà e degli altri ministri proseguirà in questi giorni e l'articolato non può

dirsi ancora ultimato. C'è anche spazio - tra le ipotesi - per una norma in materia di lavoro che ha l'obiettivo di

favorire l'aggregazione tra piccole imprese. Se confermata, la norma alzerebbe da 15 a 50 dipendenti (ma

nella relazione illustrativa si parla di 30 dipendenti) la soglia che esclude l'applicazione dell'articolo 18 dello

statuto dei lavoratori che prevede la reintegra giudiziaria per i licenziamenti senza giusta causa. La modifica

vale solo nel caso di fusioni o incorporazioni di due o più imprese con un numero di dipendenti pari o inferiore

a 15. Nasce inoltre la «società semplificata a responsabilità limitata» per gli imprenditori under 35: per la

costituzione basterà una comunicazione unica telematica al registro delle imprese, esente da diritti di bollo e

di segreteria. In tema di riscossione tributi, invece, si modificherebbe la norma appena introdotta dal decreto

salva Italia che consente di dilazionare i debiti con lo Stato con rate variabili in luogo di quelle costanti.

Nessuna ipoteca, poi, su chi ha rateizzato. Arrivano il tetto alle commissioni sui prelievi bancomat e nel

settore assicurativo nuove regole sul risarcimento danni.

L'intervento a tutto campo sul commercio prevede che, entro il 20 giugno 2012, il governo individui le attività

che necessitano di un preventivo atto di assenso. Per tutte quelle che, invece, verranno escluse dal

regolamento governativo scatterà l'abrogazione, a far data dal 30 ottobre 2012, delle norme che prevedono

autorizzazioni, licenza, nulla osta. Esclusi solo le professioni e i taxi (per i quali valgono gli appositi articoli del

decreto), servizi finanziari e tlc e le attività sottoposte a regolazione di un'autorità.

Inoltre ogni impresa al dettaglio, «in qualunque settore merceologico, può decidere in autonomia il periodo

nel quale effettuare sconti, saldi o vendite straordinarie, durata delle promozioni ed entità delle riduzioni». Le

Regioni dovranno adeguarsi alla nuova normativa: cadono i loro poteri nella pianificazione e programmazione

territoriale dell'attività economica sul territorio.

Il ministro dello Sviluppo economico, inoltre, punta ad abbassare la soglia necessaria per ottenere le

agevolazioni del bonus elettrico-gas. Previsto un rafforzamento delle iniziative di class action: più facile la

presentazione da parte di associazioni e cittadini per effetto della sostituzione della necessità di interessi

"identici", per gli appartenenti alla classe, con quella di interessi solo "omogenei".

12/01/2012 3Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 88

Novità anche per gli stabilimenti balneari: per chiudere la procedura di infrazione Ue andranno messe a gara

tutte le concessioni e la durata scenderà a 4 anni, non prorogabili. Resta da capire se si partirà subito o dal

2015 quando scadrà l'ultima proroga.

In attesa del varo del decreto, le categorie sono già in fermento e aumenta la tensione. Per i taxi si ipotizza il

part time e l'aumento delle licenze con compensazione una tantum a favore dei tassisti attuali. Ma la

categoria è pronta allo sciopero. Ieri due buste con polvere pirica sono state inviate alla presidente di

Federfarma (farmacisti) Annarosa Racca. Le indiscrezioni sull'esclusiva hanno fatto invece insorgere

Assopetroli Assoenergia: «Le conseguenze per gli operatori indipendenti, i cosiddetti no logo, sarebbero

devastanti» dice il presidente Franco Ferrari Aggradi.

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I settori e le misure

COMMERCIO A far data dal 30 ottobre 2012 stop alle norme che prevedono autorizzazioni, licenza, nulla osta per attività

economiche. Basterà l'autocertificazione, esclusi i casi previsti da un apposito regolamento del governo. Per

la vendita di giornali stop ai limiti minimi di superficie

NOTAI Viene aumentata la pianta organica dei notai. Sulla base dei posti ancora non coperti e dei posti aggiunti con

il decreto ministeriale del 10 novembre scorso, l'incremento di 500 sedi produce un totale di posti da coprire

per concorso di più di 1.500 notai. Aumenta anche il numero di giorni di assistenza obbligatoria

PROFESSIONI Scatta l'abolizione totale delle tariffe professionali. I nuovi compensi dovranno essere concordati con il cliente

al quale bisognerà dare un preventivo. Per i giovani: fatta eccezione per le professioni mediche è prevista la

possibilità di effettuare il tirocinio negli ultimi anni dell'università

TAXI Previsto l'aumento del numero delle licenze con compensazione una tantum a favore dei tassisti attuali.

Previsto poi il rilascio di più licenze a un solo operatore, licenze part-time, maggior flessibilità negli orari e

libertà di esercitare il servizio anche fuori dall'area di licenza. Ci sarà, infine, il taxi a uso collettivo

BANCHE E ASSICURAZIONI Si sdoppiano le pratiche di risarcimento si sdoppieranno: i danni materiali ai veicoli continueranno a essere

gestite dall'assicuratore del danneggiato mentre i danni fisici lievi saranno rimborsati dalla compagnia di chi

ha causato l'incidente. Sui prelievi al Bancomat arriva un tetto alle commissioni bancarie

CARBURANTI I benzinai saranno liberi di acquistare almeno il 20% di carburante all'ingrosso, a prescindere dal marchio del

distributore. Le compagnie petrolifere dovranno poi cedere a nuovi imprenditori o a consorzi degli attuali

gestori almeno un terzo delle attuali stazioni di servizio che potranno diventare polifunzionali

FARMACIE Aumenta il numero delle farmacie con la possibilità di aprirne una ogni 3mila abitanti (oggi sono autorizzate

ogni 5mila o 4mila se in centri fino o sopra 12.500 abitanti). I concorsi saranno riservati soltanto ai farmacisti

non titolari e a quelli delle zone disagiate. I farmaci di fascia C resteranno in farmacia solo dove ci saranno le

nuove aperture

FERROVIE E AUTOSTRADE Il pacchetto ferrovie prevede, allo stato, lo scorporo proprietario della rete e l'eliminazione dell'obbligo del

contratto di lavoro nazionale di settore per i concorrenti; coinvolte anche le concessionarie autostradali con la

riforma tariffaria e la regolazione dell'Autorità dei trasporti

SERVIZI PUBBLICI LOCALI Concessione di un «in house» - con il mantenimento delle attuali gestioni - per cinque anni alle aziende,

pubbliche o private, che si accorperanno arrivando così a servire una dimensione di bacino. Abbassamento

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della soglia per l'affidamento «in house» senza gara da 900mila euro a 200mila euro

LAVORO Per favorire la crescita dimensionale delle imprese si introduce una norma che prevede, in caso di fusione o

incorporazione tra imprese con non più di 15 dipendenti, l'innalzamento della soglia (a 30 o 50 addetti) oltre la

quale scatta l'obbligo del reintegro giudiziario in caso di licenziamento senza giusta causa

LA PAROLA CHIAVE Srl semplificata

Nell'intenzione del governo nascerà la «società semplificata a responsabilità limitata» che può essere

costituita da una o più persone fisiche che non abbiano compiuto i 35 anni di età alla data di costituzione. La

società deve costituirsi con un capitale minimo di 1 euro. Per la costituzione e le eventuali successive

modifiche dell'atto costitutivo della srl semplificata non è richiesto l'atto pubblico. È sufficiente una

comunicazione unica telematica al registro delle imprese, esente da diritti di bollo e di segreteria, nella quale

sia dichiarato il possesso dei requisiti d'età e l'ammontare del capitale versato.

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Lettere Ecco alcune misure per non far scappare i ricercatori all'estero In merito al dibattito sulla ricerca, da

ricercatore emigrato, vorrei suggerire alcune misure da adottare in Italia. Prima di tutto, serve un'agenzia

indipendente per il finanziamento, meno docenti e più borse di dottorato. Un'agenzia indipendente svincola il

finanziamento della ricerca dalle incertezze della politica. Non deve selezionare solo i progetti nazionali, ma

anche le borse di dottorato, gli assegni di ricerca e le richieste di grande strumentazione. I criteri di selezione

suggeriti da Frati o Braga (impatto, citazioni, indice di successo) non favoriscono i nuovi ricercatori e

perpetuano la regola italiana per cui si promettono finanziamenti ai giovani per garantirli ai loro mentori.

L'"indice di successo" è pubblicità ingannevole, perché non si riferisce alla realizzazione degli obiettivi, ma al

successo nelle precedenti gare: «Ti finanzio poiché in passato sei riuscito a farti finanziare». Valutare

l'effettivo successo di una ricerca è invece osteggiato, come dimostrano le false partenze dell'agenzia di

valutazione. La proposta del ministro di imporre reti è contraria alle reali esigenze. Bisogna finanziare le

piccole idee (a dimensione di un gruppo di ricerca). Molte rimangono piccole, ma quelle che riescono a

crescere sono la vera risorsa. Il secondo problema è il numero di docenti. In altri paesi, un gruppo è

composto da un solo docente con alcuni dottorandi e post-dottorandi, mentre in Italia è quasi il contrario. Al

fine di garantire a ciascun docente le risorse essenziali, è necessario sfoltirne il numero, con le seguenti

precauzioni: a) si chiudano le Università piccole, riunificandole con le genitrici da cui sono improvvidamente

nate; b) si investano i risparmi in più borse per dottorati e post-dottorati; c) la docenza sia estesa (senza

abuso) a dottorandi e post-dottorandi.

Piero Macchi

Università di Berna

Sponsor privati e Antitrust

Il parere dell'Antitrust che boccia la sponsorizzazione per il restauro del Colosseo può lasciare allibiti. In

piena crisi, quando finalmente un privato si muove in favore della collettività, questo apparente eccesso di

burocrazia suona stonato (ma l'apparenza inganna). In Italia manca una disciplina sulle sponsorizzazioni a

beneficio della pubblica amministrazione. Nonostante questo, si può semplificare il quadro in due modi. C'è il

caso in cui lo sponsor finanzia progetti di enti pubblici, ricevendone in cambio un diritto di immagine. C'è il

caso in cui lo sponsor si impegna a realizzare lavori o servizi pubblici, accettando i diritti di immagine come

corrispettivo alla prestazione: per esso le regole su appalti e concorrenza sono inderogabili. Il caso del

Colosseo ricade nella seconda fattispecie: agli sponsor si chiede di finanziare e realizzare lavori di

manutenzione, con una presa in carico dei lavori. Ma nel caso del Colosseo il Comune di Roma si accolla la

gestione dei lavori, con relativo fardello burocratico e responsabilità. Lo sponsor si limita a mettere il denaro.

Ma non si scoraggi chi intenda impiegare parte delle proprie ricchezze come sponsor di interventi pubblici,

magari nei servizi sociali o nella ricerca universitaria.

Lettera firmata

Più farmacie e meno farmaci

Le liberalizzazioni che il governo Monti sta cercando di realizzare hanno come obiettivo quello di ridurre il

costo dei medicinali per i cittadini. L'obiettivo a monte dovrebbe essere quello di ridurre la quantità di

medicinali che si consumano promuovendo la prevenzione sanitaria, diffondendo e sostenendo lo sport,

dando spazio alla medicina omeopatica.

Lettera firmata

La famiglia al centro

Il governo sbaglia a trascurare la famiglia, principale ammortizzatore sociale. Si deve appoggiare in tutti i

modi possibili l'invito lanciato al governo dal Forum delle associazioni familiari, che recita: «Il governo faccia

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un atto di coraggio e investa sulla famiglia per rilanciare il Paese. Il governo, e in primis il presidente Monti,

deve convincersi che per rilanciare il Paese il vero nodo consiste nell'investire sulla famiglia». In assenza di

questo essenziale tassello il programma governativo rischia di insabbiarsi.

Lettera firmata

Milano

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Tutto il testo del decreto legge in arrivo: salta il monopolio della rete ferroviaria. Rivolta delle categorie:bloccheremo il Paese Liberalizzazioni, ecco il maxi-piano Via i vincoli su benzina, farmaci e notai. Fusioni d'impresa, niente articolo 18 ARDÙ, CILLIS, CONTE E GRION ROMA - Il governo al lavoro per un piano sulle liberalizzazioni. Nel decreto legge non ci saranno solo

provvedimenti per aprire alla concorrenza i settori taxie farmacie. Il dossier riguarderebbe anche i vincoli su

notai, carburanti, servizi pubblici locali, poste, trasporto ferroviario. La bozza prevede inoltre l'istituzione di

una autorità di regolazione nel settore dei trasporti. Dura reazione da parte delle categorie: «Bloccheremo

l'Italia». DA PAGINA 2 A PAGINA 4

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LA CRISI FINANZIARIA ECONOMIA IL DOSSIER. Le misure del governo Il piano Saldi no stop e nuova class action la rete delle Fs passa al Tesoro derogasull'art.18 per le fusioni Monti: nei prossimi giorni vareremo una serie di norme molto ampia sull'apertura del mercato Il governo è allavoro sul testo del decreto che dovrà allargare la concorrenza Nella bozza sulle liberalizzazioni poste,professioni e trasporti LUCIO CILLIS E VALENTINA CONTE «Nei prossimi giorni dovremmo arrivare ad un provvedimento molto ampio per quanto riguarda le

liberalizzazioni», ha annunciato ieri il premier Mario Monti durante la conferenza stampa con la cancelliera

tedesca Angela Merkel. «Lo scopo di tutta questa operazione -ha spiegato - è quello di conseguire più

crescita e più equità». La "rivoluzione per decreto", che scandirà la fase due dell'esecutivo tecnico per

rilanciare la crescita, fa dunque il suo esordio. E non solo come annuncio.

Una prima bozza diffusa ieri (anche se palazzo Chigi nega l'esistenza di un testo definitivo) riporta difatti in

28 articoli le possibili liberalizzazioni che il governo potrebbe trasformare in decreto entro il 20 gennaio.

Spicca, tra gli altri, anche una norma sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che lo arricchisce di un

comma 1bis. L'obbligo di reintegro, in caso di incorporazione o di fusione di due o più imprese che occupano

un numero di dipendenti pari o inferiore a 15, scatta solo se il numero complessivo di lavoratori è sopra le 50

unità.

Tra gli altri punti della bozza di decreto c'è un capitolo che riguarda la "promozione della concorrenza nei

servizi pubblici locali".

L'Antitrust vigilerà sulla effettiva liberalizzazione e la reale concorrenza nei servizi erogati dagli enti locali: dal

trasporto pubblico ai servizi integrati, ad eccezione dell'acqua. In questo caso le competenze resterebbero

all'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Il commercio Vendite promozionali e sconti senza limitazioni di tempo o

settore SALDI liberi tutto l'anno, senza vincoli di sconti e durata, per negozi grandi e piccoli e senza previo

avviso al Comune di appartenenza. L'articolo 2 della bozza, riservato alla "Libertà di praticare sconti",

prevede che «ogni impresa commerciale anche al dettaglio, in qualunque settore merceologico, può decidere

in autonomia il periodo nel quale effettuare sconti, saldi e vendite straordinarie, la durata delle promozioni e

l'entità delle riduzioni». Gli «obblighi preventivi di comunicazione all'amministrazione» verrebbero dunque

eliminati. Così come le vendite «straordinarie» (liquidazione, fine stagione, promozionali), ricomprese nella

più generale possibilità offerta agli esercenti di decidere come, quando, per quanto tempo offrire alla clientela

la propria merce ribassata.

I consumatori Class action con meno vincoli e liquidazione del danno rapida LA CLASS action, ovvero il

procedimento o azione di classe che i consumatori possono esercitare collettivamente per ottenere il

risarcimento di un danno, ispirato alla legislazione anglosassone e ora tutelato dal Codice di consumo

all'articolo 140-bis, potrebbe essere rafforzata. Stando all'articolo 5 della bozza di decreto sulla concorrenza,

il campo di applicazione delle class action verrebbe esteso e liberati i coaguli che ne bloccavano gli esiti,

qualora si fermavano alla situazione e alle richiesta «individuale» ora superata dal concetto di omogenea.

L'articolo 6 rende più stringenti i tempi. La Corte d'appello decide entro e non oltre 40 giorni. In caso di

conciliazione le parti devono trovare un accordo sulla liquidazione entro 90 giorni.

Le professioni Tariffe abrogate, tirocinio con laurea obbligatori preventivi e polizze ABOLITE, in modo

definitivo, le tariffe professionali. Architetti, avvocati, commercialisti che le usavano ancora, ma solo come

"riferimento" (le minime furono cancellate da Bersani), potrebbero essere chiamati a farne a meno. «Sono

abrogate tutte le tariffe professionali, sia minime sia massime», comprese quelle dei notai, specifica l'articolo

7. I professionisti (con esclusione dei medici del servizio nazionale) «concordano in forma scritta con il cliente

il preventivo per la prestazione richiesta». E nel preventivo hanno l'obbligo di indicare l'assicurazione stipulata

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per gli eventuali danni provocati al cliente. Il praticantato per l'accesso alle professioni potrà essere svolto

nell'ultimo biennio di studi universitari. Più in generale, abrogate «autorizzazioni, licenze, nulla osta» per

l'avvio di un'attività economica.

I notaiSaranno 500 in più all'anno onorari meno salati per i clientiBRUTTE notizie per i notai italiani che verranno duramente colpiti dalla riforma. A 99 anni esatti dal varo della

legge che regola la professione, alcuni punti cardine dell'Or- dinamento del notariato vengono stravolti dalle

liberalizzazioni. I riferimenti alle tariffe dei notai, come quello contenuto nell'articolo 74, vengono cancellati.

Sparisce il passaggio «gli onorari, i diritti accessori e le spese dovute in rimborso al notaro sono determinati

dalla tariffa annessa alla presente legge». Alla pari delle altre categorie professionali, quindi, anche l'acquisto

di un immobile potrebbe risultare meno oneroso per il compratore. Inoltre la nuova norma prevede

l'incremento di 500 posti di notaio all'anno fino al 2013 per un totale di mille professionisti in più.

I benzinai

Salta il vincolo del marchio e i distributori diventano marketRIVOLUZIONE in arrivo nella distribuzione dei carburanti. Se quanto contenuto nella bozza di decreto del

governo sarà confermato, i benzinai titolari del distributore, potranno acquista- re benzina, gasolio o gpl

presso rivenditori e grossisti diversi dal marchio che campeggia sull'impianto. Anche gli altri benzinai che non

sono proprietari dell'impianto, potranno rifornirsi di prodotti raffinati per almeno il 20 per cento dell'erogato

medio dell'anno precedente o del fabbisogno.I distributori di benzina potranno trasformarsi in veri e propri

minimarket (dai tabacchi ai giornali, fino ad altre tipologie di beni). Inoltre la bozza apre la facoltà dei

proprietari di pompe di benzina di trasformare più facilmente il proprio impianto in self service. Possibili anche

gruppi di acquisto tra benzinai per abbassare i costi.

Le spiagge

Gare pubbliche per le concessioni e durata non superiore ai 4 anniNOVITÀ anche per il demanio marittimo e le spiagge che dovranno adeguarsi alle normative esistenti

nell'Unione europea.

Il decreto impone la concessione dei beni attraverso «procedure ad evidenza pubblica trasparenti e

pubblicizzate attraverso l'offerta economicamente più vantaggiosa». Resta a tutela dei vecchi gestori, un

"diritto di prelazione", ma solo a patto che questi adeguino la loro offerta a quella risultata vincente nella gara.

Decadono anche le concessioni "a vita": le cessioni del demanio marittimo non potranno avere durata

maggiore di quattro anni. E non potranno, tra l'altro, essere prorogate automaticamente. In ogni caso, ogni

rinnovo dovrà passare per nuove gare competitive.

I treniRete ferroviaria indipendente addio al contratto di categoriaL'ARTICOLO 23 della bozza di decreto liberalizzazioni dispone la «indipendenza di Rete ferroviaria italiana

dalle imprese operanti nel settore dei trasporti». In prati- ca Rfi, la società di Ferrovie dello Stato che gestisce

orari e le linee su ferro, verrà scorporata dal gruppo e riportata in totale autonomia e solitudine tra le braccia

del ministero dell'Economia.

E quindi Trenitalia, al pari di altri concorrenti (come ad esempio la Ntv di Luca di Montezemolo), non avrà più

corsie preferenziali ma dovrà mettersi in fila come altre società di trasporto ferroviario per richiedere eventuali

autorizzazioni, tracce orarie, linee. Anche il contratto di lavoro del settore viene eliminato.

Le farmacie

Un punto vendita ogni 3.000 abitanti meno ostacoli sui farmaci genericiLA PROPOSTA del governo di ampliare "la pianta organica" delle farmacie, ovvero la loro capillarità sul

territorio, anticipata nei giorni scorsi dal sottosegretario Catricalà, entra an- che nella bozza del decreto

all'articolo 11. Il "quorum" scelto, cioè il rapporto tra numero di farmacie e abitanti, sarebbe quello di 1 a 3

mila. Scenderebbe così dall'attuale, posto a 4 mila per i Comuni sopra i 12.500 abitanti e 5 mila per quelli al

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di sotto. Asticella, questa della numerosità degli enti locali, che scomparirebbe del tutto. La quota di 3 mila

potrebbe trovare concordi anche Federfarma, che proponeva 3.500, e le associazioni delle parafarmacie, che

rilanciavanoa 2.500. L'articolo 27 della bozza, poi, toglierebbe il potere all'Aifa di accertare l'esistenza di

brevetti nell'autorizzare il commercio dei farmaci generici.

Taxi e autostrade

Aumenta il numero delle licenze Rincaro pedaggi con il price capUN CORPOSO capitolo riguarda i trasporti.

In particolare l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture prenderà in mano tutte

le decisioni del set- tore, da quelle relative al numero di licenze di taxi da assegnare ai Comuni, fino alle

tariffe autostradali (che saranno definite col criterio del price cap dal gennaio 2013) e ora proposte dall'Anas

al ministero dello Sviluppo. La nuova autorità secondo la bozza, avrà competenze su autostrade, ferrovie,

aeroporti, porti, mobilità urbana legataa stazioni, scali aereie porti. Deciderà i propri interventi in base alle

necessità del momento e valutata la presenza, o meno, di concorrenza in tutti questi settori. Compresi le

licenze taxi che potrebbero così aumentare in alcune aree metropolitane.

Le Poste

Cade l'ultimo pezzo di monopolio lettere e raccomandate sul mercatoFA IL passo definitivo la liberalizzazione dei servizi postali. Cadono le ultime restrizioni a favore dell'ex

monopolista Poste italiane per la spedizione di pacchi e raccomandate e assicurate che sarebbero comunque

sparitea giugno prossimo. Il governo sta comunque pensando di favorire la concorrenza, magari con una

gara aperta anche a operatori stranieri, anche il cosiddetto "servizio universale" cioè l'obbligo di mantenere in

vita la circolazione della corrispondenza in ogni parte del territorio nazionale. Il testo prevede che «in via

transitoria Poste continui a garantire tali servizi fino alla chiusura delle procedure concorsuali senza ulteriori

oneri per la finanza pubblica». Nessun riferimento invece sui servizi finanziari realizzati attraverso

Bancoposta.

PER SAPERNE DI PIÙ www.tesoro.it www.sviluppoeconomico.gov.it

Foto: IL PROVVEDIMENTO Il governo sta lavorando alla bozza di decreto sulle liberalizzazioni

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L'intervista Il presidente dell'Autorità Antitrust, Pitruzzella: non basta intervenire solo sui tassisti e i farmacisti "Energia, semplificazioni, trasporti è lì la polpa delle liberalizzazioni" "Siamo davanti ad una svolta storica: la crisi impone modifiche nei comportamenti collettivi e individuali"Riforme a tutto campo Non possiamo rischiare di bloccare un processo di rinnovamento complessivo perlogorarci sulle singole categorie LUISA GRION ROMA - E' il momento giusto: il clima è mutato e la crisi europea impone cambiamenti ai quali, fino ad ora, il

Paese siè sottratto. Ma la partita è così importante che limitare il tema delle liberalizzazioni agli interventi sui

taxio sulle farmacie sarebbe un grosso errore.

Tanto più se per riformare alcune categorie si dovessero mettere a rischio i risultati dell'intero processo

innovativo. Per cambiare il mercato e agganciare la crescita Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Antitrust, più

che dai taxi e dalle farmacie, partirebbe dai settori «capaci di sprigionare un effetto trascinante».

Quali sono presidente? «L'energia, i carburanti, i trasporti e la pubblica amministrazione, lì c'è la polpa del

processo di liberalizzazione» Ma non affrontando subito i problemi con le categorie non si rischia di

dimostrare che basta mettere in ginocchio il traffico per restare immuni dalla svolta? «Sia chiara una cosa: noi

siamo tecnici, le decisioni finali sul come agire spettano al governo e al parlamento. I taxi e le farmacie sono

certo parte delle liberalizzazioni e gli interventi necessari vanno comunque fatti. Ma il disegno deve essere di

ampio respiro: non possiamo rischiare di bloccare un processo di rinnovamento complessivo per logorarci

sulle singole categorie. Perderemmo un'occasione importante per l'intero Paese». Però di concorrenza e

trasparenza si parla da anni e da anni l'Antitrust bacchetta monopoli e chiusure. Perché questa dovrebbe

essere la volta buona? «Perché siamo davanti ad una svolta storica: la crisi impone modifiche nei

comportamenti collettivi e individuali e questa può essere un'opportunità per modernizzarci. Dal punto di vista

dei conti pubblici, dopo le manovre da 83 miliardi, ci presentiamo davanti all'Europa con le carte in regola: la

proprietà dei numeri, annotava Pitagora, è la giustizia. Ma ora è necessario che abbia le carte in regola pure

l'economia reale: il Paese deve scegliere definitivamente la strada del merito e della competizione e

affrontare finalmente il risanamento del tessuto produttivo superando privilegi, rendite e parassitismi».

Pensa che il Parlamento, che è sede anche di lobby e di interessi di categoria, sia davvero predisposto a

questo cambiamento? Sulle liberalizzazioni già stanno montando polemiche e distinguo. «Al Parlamento che

fa da ambasciatore alle categorie particolari si deve contrapporre il Parlamento che rappresenta l'interesse

generale: lo sosteneva, nel Settecento, Edmund Burke parlando agli elettori di Bristol. Io credo che ci sia oggi

nella nostra classe politica una consapevolezza diffusa che lascia ben sperare».

L'Antitrust ha dato suggerimenti precisi sul come fare le liberalizzazioni. Alcuni sono stati oggetto di critica: la

Cisl, per esempio, è contraria alla separazione di Bancoposta da Poste spa, dice che favorirebbe le banche.

«Il nostro obiettivo non è sicuramente quello. Noi abbiamo posto il tema di una maggiore chiarezza fra il

soggetto Poste e il soggetto Banca, poi sui tempi e i modi di un eventuale intervento deciderà il governo ».

Ma proprio il governo ha detto che lo scorporo della rete Snam dall'Eni - chiesta da voi - non è una priorità.

«Penso che quel tema sia molto complesso e che richieda un bilanciamento tra esigenze e interessi diversi.

Da una parte ci deve essere la tutela della concorrenza, dall'altra l'attenzione che ogni Paese può e deve

riservare ai propri campioni nazionali. Ogni intervento in materia deve essere improntato al massimo

equilibrio e alla massima ponderatezza, per cui comprendo e condivido la precisazione del Sottosegretario

alla presidenza Catricalà».

Il governo, fra i temi d'intervento sulle liberalizzazioni, inserisce anche la rete idrica, recente oggetto di una

consultazione popolare. Cosa ne pensa l'Antitrust? «Che va rispettata la volontà popolare. Il referendum ha

chiesto che sia fatto riferimento alla normativa europea, e che quindi siano le singole amministrazioni locali a

decidere se gestire il servizio in house o ricorrere a gare. Il ricorso al privato non può più essere una scelta

esclusiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Foto: Neo presidente

Foto: Giovanni Pitruzzella, avvocato, docente universitario e costituzionalista è stato nominato all'Antitrust a

novembre

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Verranno rimborsati anche i volontari che usano il proprio veicolo per certificate esigenze di servizio Le regole Deroga in extremis al no profit niente ticket per gli enti sociali SARANNO derogate le auto degli entie delle associazioni no profit che assistono malati e soggetti deboli,

mentre i volontari che svolgono la stessa attività ma con la loro auto avranno il rimborso. In tutti e due i casi, il

Comune li esimerà dal ticket di 5 euro per Area C.

L'accordo è stato raggiunto ieri con oltre 40 enti e organizzazioni - tra cui la Croce Rossa, Croce Bianca,

Anffas, Caritas ambrosiana, Vidas, Fondazione Fratelli di San Francesco, Avis, Auser e Antes - , molti dei

quali nei giorni scorsi avevano chiesto un trattamento di riguardo proprio per la natura dell'attività svolta. Non

solo. L'accesso gratis sotto i varchi sarà garantito anche ai malati cronici, impossibilitati, per la malattia, a

usare i mezzi pubblici per andare al lavoro e per recarsi negli ospedali per le cure.

Così, a quattro giorni dall'avvio della congestion charge in centro, Palazzo Marino lima le regole del

provvedimento al via da lunedì. E fa qualche concessione. L'appello della Croce Rossa si era sollevato nel

corso della turbolenta assemblea su Area C, lunedì sera, al Cam di corso Garibaldi. «Non è giusto che i

volontari, che per pura filantropia formano il personale nelle nostre sedi in centro, debbano pagare per

entrare in auto - aveva sottolineato il commissario regionale della Croce Rossa, Maurizio Gussoni, che poi

aveva minacciato la sospensione dei corsi.

Una circostanza che non si verificherà, visto che il Comune non farà pagare il pedaggio ai volontari costretti

a usare l'auto, purché non rientrino nelle categorie vietate nell'area (e cioè i benzina Euro 0, diesel Euro 0,

1,2e 3)e che il servizio non possa essere effettuato con i mezzi pubblici. I malati cronici, invece, potranno

circolare con qualsiasi auto. Ieri Gussoni, già consigliere Pdl in zona 1, ha voluto chiarire un punto: «Non ho

mai detto che i veicoli per le emergenzee la pubblica utilità sarebbero stati penalizzati da Area C. Chiedevo

solo 10 ingressi gratuiti alla settimana per i corsi». Mentre ieri il Comune ha incontrato i garagisti del centro,

con i quali si è ripromesso di affrontare più avanti il nodo del ticket, certo è che Palazzo Marino ha aggiunto

alle esenzioni classiche già previste per ambulanze e automediche, anche il ticket omaggio ai veicoli di

proprietà, leasing o noleggio di enti no profit convenzionati con Comune e Asl milanesi (rimborsi invece per gli

enti non convenzionati) (i. c.)

Foto: Volontari dei City angels

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 99

Reportage "Dodici ore in auto per 1600 euro al mese Quando va bene" Un taxista: non possono paragonarci a notai e farmacisti : la licenza è la nostra liquidazione DOPPIALICENZA «Non la comprerà nessuno Con la crisi i parcheggi sono pieni di auto ferme» «Ormai c'è chi si falasciare un isolato prima per non far vedere che viene con noi» ANTONELLA MARIOTTI TORINO Alle sei suona la sveglia. Il turno inizia alle sette del mattino per finire alle 19. Dodici ore, con una breve

pausa per il pranzo: in tutto una media di sette, otto corse, dieci se va bene, ma deve andare molto bene

come nell'anno del 150 anniversario dell'Italia a Torino. Questa è la giornata tipo di Tony, 42 anni, taxista di

una delle due cooperative dove all'interno dell'area cittadina - lavorano circa settecento persone. Un numero

che quasi raddoppia comprendendo anche i comuni della cintura. Tony ha una Multipla bianca e dietro al

sedile del passeggero c'è un cartello in bella vista per il cliente: «Vietato fumare, allacciarsi le cinture, se

volete un altro percorso chiedetelo». «Vede? Non ho voluto crearmi problemi con i clienti, se vogliono fare

un'altra strada la chiedono». Alle sette i primi passeggeri Tony li fa salire alla stazione ferroviaria di Porta

Nuova, dall'aspetto sembrano due manager ma «sono sempre di meno con la crisi. Qualche anno fa le cose

andavano meglio si guadagnava bene lavorando con le grandi aziende ma adesso....». Tony è uno dei

disoccupati del primo colpo della crisi, cinque anni fa, allora la sua azienda chiuse «ma non voglio dire il

nome, comunque mi ha lasciato a casa disoccupato». Così la licenza del Taxi sembrava una buona scelta

per ricominciare: «Ho chiesto un mutuo - racconta - mi hanno aiutato anche i miei genitori, e poi già due anni

dopo ho iniziato ad avere paura». Paura? «Sì perché già Bersani ci aveva provato. E adesso ci risiamo. Ma

come fanno a metterci vicino a notai e farmacisti. Le pare che guadagniamo come loro?». Tolte le spese a

fine mese rimangono 1600 euro o qualche cosa in più. «E da lì viene fuori tutto le due settimane di ferie

l'anno, e le spese per le malattie. E la salute guidando tutto il giorno non è che ti migliora anzi...». Certo il taxi

per molti italiani è un lusso, il costo di una corsa non è per le tasche della maggior parte delle persone che,

se in media guadagnano mille euro al mese - e non sono tanti - i dieci o quindici euro di uno spostamento

medio non sono neanche da mettere in bilancio. «Ma le tariffe le fa il Comune. Lo vede il piombino qui?»

Tony indica il tassametro che per la corsa che stiamo facendo arriverà a circa 23 euro, mezz'ora di tempo,

tredici chilometri: il costo è un misto di quanto tempo ci si impiega e quanti chilometri si percorrono, e di notte

aumenta lievemente. Ma Tony vuole ancora parlare della paura: «Lo sa - dice - che molti di noi non dormono

la notte? Ho un collega, un amico che ha il mutuo per la casa, moglie e due bambine, e il mutuo per la licenza

per la quale ha ipotecato la casa dei genitori». La licenza è una specie di liquidazione per i taxisti a fine

carriera e la liberalizzazione rischia di dimezzarne se non annullarne il valore. Sono sembrate però eccessive

le parole di Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uri/Uritaxi che annunciando lo sciopero del 23 gennaio

ha detto: «Se il governo approverà le liberalizzazioni senza prima ascoltarci, si scatenerà l'inferno. Qui ci

scappa il morto». Una frase ripresa anche sai social network e su Facebook e Twitter sono comparsi

messaggi tipo: «Una nazione ostaggio dei taxisti». Allora Tony non le sembra un po' troppo arrivare a

minacciare sciopero selvaggio e morti?: «Sono sicuro che lui l'ha detto perché ci sarà qualcuno che farà

come quegli imprenditori che si sono uccisi. Il morto sarà uno di noi che non vede il futuro. Pensi a quel mio

collega come farà? Io cerco di rassicurarlo ma non è facile. E poi i servizi di emergenza li garantiamo sempre,

per gli anziani e i disabili». La licenza doppia non potrebbe servire? «Guardi, guardi qui in questa piazza» la

Multipla di Tony fa il giro di piazza Bernini, ci sono molte auto ferme. «E stamattina in pieno orario di lavoro in

piazza Sabotino (un punto caldo del traffico torinese; ndr) c'erano decine di auto ferme». La licenza in media

è costata centomila euro, con una seconda autorizzazione a sentire Tony e i suoi colleghi non si creano 40

mila posti di lavoro «è il governo che lo dice. Si arriverà che le licenze costeranno la metà. E poi chi ce l'ha

cinquantamila euro da mettere in un taxi? E poi già in città come Torino non c'è questa gran voglia di Taxi lo

sa che certi clienti, spesso anzizni, si fanno lasciare un isolato prima dell'indirizzo per non far vedere che

12/01/2012 7Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 100

arrivano con noi. Con chi lavorerà chi prenderà la licenza "liberalizzata"?».

Così i taxi in Europa Prezzo in euro per 7 Km di corsa (inclusi 5 minuti di coda ed un solo bagaglio OSLO

MADRID PRAGA PARIGI ROMA MILANO VIENNA BERLINO ZURIGO LISBONA ZAGABRIA COLONIA

LUBIANA BRUXELLES MONACO AMBURGO GINEVRA BARCELLONA SALISBURGO LUSSEMBURGO

AMSTERDAM ROTTERDAM Centimetri - LA STAMPA La Stampa su dati Automobile Club

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 101

Buste esplosive minacce a Federfarma ROMA - Solidarietà ad Annarosa Racca, presidente di Federfarma, ad Andrea Mandelli, presidente Fofi, e al

senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione Igiene e Sanità, per le preoccupanti

intimidazioni subite in questi due giorni. Ad esprimerla è stato il presidente di farmindustria, Massimo

Scaccabarozzi, dopo che ieri è stato scoperto, in una farmacia al centro di Milano, un plico rudimentale con

un piccolo ordigno indirizzato a Racca, mentre è stata intercettata a Bari una busta contenente una siringa da

insulina legata con un filo ad un libro a fumetti. L'altro ieri invece una busta contenente un volantino collegato

ad una siringa con dentro della polvere era stata recapitata a Mandelli. «Le liberalizzazioni - aggiunge in una

nota Scaccabarozzi - rappresentano un tema certamente importante per il Paese da affrontare con il

necessario equilibrio e la giusta serenità, evitando ogni tono che possa alimentare un clima di esasperazione

e tensione».

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 102

Nella bozza sulla quale sta lavorando il governo prevista anche maggiore libertà per saldi e promozioni Benzina, notai, farmacie così si apre alla concorrenza Spunta una deroga all'articolo 18 per la fusione tra piccole aziende Pratica professionale anche all'universitàConcessioni balneari assegnate con gara LUCA CIFONI e BARBARA CORRAO ROMA K Distributori di carburanti liberi di vendere alimenti, bevande, giornali; liberati dall'obbligo di esclusiva

nei confronti delle compagnie petrolifere per l'acquisto dei carburanti. E petrolieri liberi di aprire impianti 100%

self service. Liberalizzazione di saldi e vendite promozionali. E poi: servizi pubblici locali ancorati

all'efficienza, gare per gli stabilimenti balneari, durata delle concessioni più brevi. E ancora: sui trasporti,

poteri di regolamentazione e controllo affidati all'Autorità Lavori pubblici. Per le professioni: abolite le tariffe

minime (e massime); 400-500 notai in più; aumento del numero delle farmacie con l'abbassamento da 4.000

(5.000 nei Comuni sotto i 12.500 abitanti) a 3.000 abitanti della soglia per le nuove aperture; ampliamento

alla vendita di farmaci di fascia C nelle parafarmacie; tirocinio anche universitario per i liberi professionisti. E

per i taxi? Sarà l'Autorità Lavori Pubblici a stabilire se, soprattutto nelle grandi città, si rende necessario

aumentare il numero delle licenze. In questo caso, «adeguate compensazioni» sono previste una tantum a

favore di chi è già proprietario di una licenza. Insomma, ce n'è per tutti. Come promesso, Mario Monti e

Antonio Catricalà stanno preparando un testo, che il Messaggero ha potuto visionare, che introduce novità a

360 gradi in materia di liberalizzazioni. Se non sarà modificato, cadranno tabù decennali. Il provvedimento, è

bene sottolinearlo, è ancora solo abbozzato e in fase di definizione. Per questo, ieri sera, Palazzo Chigi ha

precisato che «i testi pubblicati non corrispondono al documento in lavorazione presso gli uffici. Si tratta

dunque di notizie prive di fondamento», avverte la Presidenza che già nel pomeriggio aveva ridimensionato

fughe di notizie sui poteri Antitrust. Resta il fatto che i temi in corso di valutazione sono ormai definiti. I testi in

circolazione sono congegnati in modo di affrontare e rimuovere antiche incrostazioni che hanno finora limitato

la concorrenza con un aumento dei costi per i cittadini italiani. E sembrano anche equilibrati nel colpire gli

interessi di questa categoria o di quell'altro settore, in modo di disinnescare il potenziale dei veti incrociati in

un campo tra i più difficili e delicati. Semplificazioni. Il provvedimento allo studio di Monti e Catricalà stabilisce

anche una generale semplificazione, abolendo le norme che finora prevedono «limiti numerici, autorizzazioni,

licenze, nulla osta» finalizzati all'avvio di un'attività economica. La barriera cade a partire dal 30 ottobre 2012

con due esclusioni: taxi e servizi professionali per i quali sono previsti articoli ad hoc. Inoltre, sono esclusi i

servizi finanziari, di comunicazione e le attività regolate da Authority indipendenti. C o m m e r cio. Torna il

tema dei saldi. E' previsto esplicitamente che ogni impresa commerciale possa stabilire quando fare sconti,

saldi o vendite straordinarie oltre alla durata e all'entità delle promozioni. Imprese. Spunta una deroga

all'articolo 18 con l'obiettivo di promuovere i processi di crescita delle piccole imprese. Chi, attraverso la

fusione con un'altra azienda, superi il tetto dei 15 dipendenti (oltre il quale scatta lo Statuto dei lavoratori),

beneficerà della flessibilità preesistente fino al numero di 50 dipendenti. Regioni. A Palazzo Chigi viene

creato un ufficio, senza aggravio per la finanza pubblica, che svolge le funzioni di tutela e di promozione della

concorrenza nelle Regioni e engli enti locali e di tutela dei consumatori. La nuova struttura potrà monitorare la

normativa regionale, anche su segnalazione dell'Antitrust, e indicare all'ente interessato un tempo entro il

quale l'ostacolo andrà rimosso. Sempre in materia di tutela dei consumatori, viene ampliata la portata della

class action. Professioni. Via le tariffe minime, viene invece introdotto l'obbligo per il professionista di

presentare al cliente un preventivo scritto. Per i giovani, diventa possibile il tirocinio, finalizzato all'iscrizione

all'albo, anche nell'ultimo biennio di specializzazione all'università (esclusi medici e professioni sanitarie). Per

i notai è previsto un aumento del numero di 400-500 unità, una soglia inferiore a quella invocata dal Pd.

Farmacie. La maggiore novità è rappresentata dalla riduzione del numero di abitanti necessario per

giustificare l'apertura di una farmacia: si scende a 3.000, come si è detto. E' una soglia giudicata insufficiente

dalle parafarmacie che puntavano sull'apertura di 7.000 nuovi punti vendita, ma secondo la federfarma potrà

12/01/2012 5Pag. Il Messaggero - Ed. nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 103

consentire l'apertura di almeno 2.000 farmacie in più. Carburanti. Per liberalizzazione della rete, è prevista

anche la possibilità di riscattare gli impianti, da parte dei gestori o di terzi, nei confronti delle compagnie

petrolifere che operino anche nella produzione, raffinazione e commercializzazione di petroli, gas e derivati (e

cioè l'Eni, l'Esso, Shell, Erg etc.). Si ipotizza il riscatto di un terzo degli impianti dietro congruo indennizzo al

proprietario.

CARBURANTI

Sì agli impianti multimarche Alimentari e tabacchi ai distributori, stop ai contratti di esclusiva tra gestori e

compagnie, con la possibilità per i gestori titolari di rifornirsi «da qualsiasi produttore o rivenditore». Per i

contratti in essere l'abolizione dell'esclusiva riguarda il 50% degli acquisti. In questo caso, è prevista la

rinegoziazione delle condizioni economiche e dell'uso del marchio e vendita o riscatto di un terzo degli

impianti di carburanti. Per chi non è titolare degli impianti, la possibilità di acquistare liberamente riguarda il

20% dei carburanti, nei contratti in essere. Cadono i limiti all'apertura di impianti interamente self service.

Infine, cadono i vincoli all'apertura di impianti interamente self service. Inoltre, Eni, Esso e le altre compagnie

verticalmente integrate dovranno vendere fino a 1 terzo dei propri impianti a gestori o altri soggetti. Sarà

l'Authority energia a fissare le regole e i necessari indennizzi.

Un punto vendita ogni 3 mila abitanti Il numero delle farmacie è destinato ad aumentare: il numero delle

autorizzazioni, infatti, è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3 mila abitanti. Nel computo rientrano

anche i resti. Per esempio, se gli abitanti fossero 4.000, le farmacie sarebbero comunque due: una per 3.000

abitanti, l'atra utilizzando la disponibilità residua purché sia superiore a 500 abitanti nei grandi Comuni e a

1.500 nei Comuni inferiori ai 9.000 abitanti. Possibile poi un'ulteriore ampliamento per i farmaci di fascia C

attraverso un meccanismo che rimette in moto il meccanismo dei concorsi. Infatti, a partire dal 1 marzo 2013,

qualora non sia già stato assegnato almeno l'80% delle sedi messe a concorso per le farmacie, i farmaci di

fascia C potranno essere venduti anche dalle parafarmacie. Restano escluse le sostanze psicotrope e

stupefacenti, oltre a farmaci per il sistema endocrino e somministrabili per via parenterale.

PROFESSIONI

Via le tariffe, obbligatori preventivo e assicurazione Sono diversi gli interventi in materia di professioni. Il

primo riguarda specificamente la categoria dei notai, per la quale è previsto un incremento numerico di

cinquecento unità a livello nazionale. Una seconda novità, che in realtà è un perfezionamento di

provvedimenti già adottati nei mesi scorsi, consiste nella cancellazione di tutte le tariffe professionali, sia

minime che massime. Ma non finisce qui: nei rapporti con i clienti i professionisti (esclusi i medici) saranno

obbligati a comunicare in forma scritta il preventivo, ed ad indicare l'esistenza di una polizza assicurativa per

gli eventuali danni provocati. Infine cambieranno anche le modalità di accesso: le università avranno la

facoltà di prevedere nei propri statuti lo svolgimento del tirocinio, o della pratica, finalizzati all'iscrizione agli

albi professionali; anche da questa norma sono escluse le professioni mediche e sanitarie. Sarà infine estesa

ai professionisti la possibilità di partecipare al patrimonio dei Confidi.

POSTE

Liberalizzate le notifiche amministrative e giudiziarie Un altro colpo al monopolio di Poste italiane. Il testo

del provvedimento sulle liberalizzazioni stabilisce infatti che siano liberalizzati i servizi di notificazione a

mezzo posta, in particolare per quei servizi che tuttora sono riservati all'azienda in quanto fornitore del

servizio universale, come contropartita per lo stesso. Si tratta di alcune forme di recapito caratterizzate da

limiti di prezzo e di peso, e degli invii che riguardano le procedure amministrative (incluse le gare ad evidenza

pubblica) e quelle giudiziarie. La norma stabilisce anche che Poste italiane continuerà ad assicurare questi

servizi in via transitoria fino al 31 dicembre 2012 (termine massimo) in attesa che le amministrazioni

interessate li affidino con procedure concorsuali. La novità non dovrà però comportare maggiori costi per la

finanza pubblica, dunque dovrà svolgersi a prezzi non più alti di quelli attuali.

SERVIZI PUBBLICI LOCALI

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 104

Diventerà regola il principio di efficienza Per i servizi pubblici locali diventa centrale il criterio

dell'efficienza. Comuni e Regioni dovranno mettere a gara i servizi, anche spezzettando il valore delle

commesse per consentire a più operatori di competere fra di loro. Dovranno essere anche stabiliti ambiti

territoriali ottimali e sarà l'Antitrust a esprimere un parere obbligatorio su questo punto e sulla delibera con la

quale verrà decisa la gara. Inoltre, sempre l'Antitrust dovrà dare il suo assenso nel caso in cui vengano

decise esclusive. L'affidamento in house è concesso per un massimo di 5 anni nel caso in cui l'azienda

interessata risulta dalla fusione di preesistenti gestioni dirette. Nel settore dei trasporti sarà l'Autorità Lavori

pubblici a regolare il settore per autostrade, ferrovie, aeroporti e porti. A lei spetterà fissari i criteri per tariffe e

pedaggi. Potrà stabilire l'incremento del numero delle licenze dei taxi dietro indennizzo o anche prevedere più

licenze per un titolare o licenze part time.

Un ufficio accerterà le clausole vessatorie Sarà più difficile inserire e soprattutto far valere clausole

vessatorie nei contratti tra professionisti e/o imprese e consumatori. Ci sarà un ufficio a tutela del

consumatore che potrà infatti, accertare la vessatorietà delle clausole, agendo sia d'ufficio che su denuncia

dei consumatori interessati. L'eventuale provvedimento contro il professionista/impresa che ha inserito nei

contratti postille o norme lesive dei diritti del cliente, verrà pubblicato sia su un'apposita sezione del sito

internet della presidenza del Consiglio dei Ministri, sia sul sito dello stesso operatore, sia mediante ogni altro

mezzo ritenuto opportuno in relazione all'esigenza di informare correttamente i consumatori. Insomma alla

sua condotta scorretta sarà data ampia pubblicità, anche per evitare che altri consumatori si ritrovino nelle

stesse condizioni. Contro gli atti dell'ufficio, il professionista/impresa potrà ricorrere al giudice amministrativo.

SEMPLIFICAZIONI

Via le limitazioni alle attività economiche Proseguendo su un percorso già avviato con le manovre estive,

e poi proseguito con il decreto salva-Italia, il governo intende eliminare le varie restrizioni all'esercizio delle

attività economiche. Dunque dal 30 ottobre 2012 salteranno tutte le norme che prevedono limiti numerici,

autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso dell'amministrazione, con l'eccezione del settore

dei taxi e delle professioni che ricadono in regole a sé stanti. L'eventuale mantenimento di un regime di

assenso preventivo dell'amministrazione potrà essere stabilito dal governo con propri regolamenti, sui qualei

dovrà esprimersi anche l'Autorità Antitrust.Si fissa inoltre il principio secondo cui i requisiti soggettivi ed

oggettivi per l'esercizio di un'attività economica devono essere individuati sulla base dell'esistenza di un

interesse generale, costituzionalmente rilevante e compatibile con l'ordinamento comunitario, nel rispetto del

principio di proporzionalità.

TRENI

Rete ferroviaria, le azioni passano al ministero L'articolato sulle liberalizzazioni delle ferrovie è tecnico. Ma

il senso è chiaro: ci sarà più concorrenza sui binari. «Al fine di consentire - si legge nella bozza del

provvedimento - il raggiungimento di una piena autonomia ed indipendenza del gestore della infrastruttura

ferroviaria, sul piano giuridico, organizzativo e decisionale, dalle imprese operanti nel settore dei trasporti, le

azioni della società Rete ferroviaria italiana saranno cedute al ministero dell'Economia e delle Finanze, che

eserciterà i diritti dell'azionista d'intesa con il ministero dello Sviluppo economico». In sostanza sarà il

ministero, ente terzo, ad avere la proprietà della rete ferroviaria, esercitando il controllo e garantendo alle

Ferrovie dello Stato ed ai privati, il gruppo Ntv di Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle, uguali

diritti. Resta ovviamente in capo alla rete ferroviaria italiana la concessione.

Foto: Per i distributori di benzina piccola rivoluzione in arrivo

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LIBERALIZZAZIONI Altro che tassisti Gas, benzina e banche: ecco da dove iniziare Sono questi i beni e servizi che costano centinaia di euro l'anno alle tasche degli italiani. Taxi e farmaci infondo alla classifica L'ANNUNCIO Il governo: «Il pacchetto sulle liberalizzazioni sarà una bomba» Laura Verlicchi Il governo Monti annuncia «ampie liberalizzazioni», «una vera bomba», secondo un ministro. E intanto si

scopre che taxi e farmaci sono in coda nella classifica della spesa media degli italiani. Che, invece, vede al

primo posto carburanti ed energia elettrica, seguiti a ruota dai servizi finanziari e dalle assicurazioni: si

dovrebbe piuttosto cominciare da qui, se si vuole davvero dare una mano alle famiglie e, perchè no, alle

imprese. Lo pensiamo in molti, e ora la Cgia di Mestre lo documenta con numeri inequivocabili. Così

scopriamo che nel bilancio di una famiglia italiana alla voce «taxi» corrispondono 48 euro all'anno, pari allo

0,2% su una spesa media - calcolata sugll'ultimo triennio, dal 2008 al 2010 - di quasi trentamila euro. Poco di

più - lo 0,4% - è la spesa per i farmaci di fascia C (quelli con ricetta a pagamento): 108 euro all'anno. Ben

altre cifre troviamo invece al capitolo energia. Per il gas la spesa media annua è pari a 986 euro (3,3% del

totale), per l'energia elettrica il costo è pari a 588 euro (2%), mentre i carburanti - benzina, gasolio per

autotrazione, gas-metano - incidono sui bilanci di una famiglia media italiana per un importo pari addirittura a

897 euro, ovvero il 3% della spesa totale annua. E qui tocchiamo un altro tasto dolente: il caro-auto. Su cui

gravano molti fattori, oltre al carburante: di tutto rispetto, in particolare, il peso delle Rc auto sui portafogli

delle famiglie italiane, ben 522 euro l'anno, pari all'1,8% della spesa media. Il cahier de doléances non è

ancora concluso: c'è ancora il capitolo dei servizi bancari, che costano mediamente 260 euro l'anno, quasi

l'1% del totale. Cifre che appaiono particolarmente onerose, tanto più perchè fa notare la Cgia di Mestre -

banche e assicurazioni già da qualche decennio sono stati oggetto delle prime ondate di liberalizzazioni che,

purtroppo, non hanno dato luogo a nessun vantaggio economico per i consumatori. Diverso il caso dei

carburanti e in generale dei prodotti energetici, che risentono del costo delle materie prime (petrolio e gas),

del forte livello di tassazione, nonché dell'andamento del tasso di cambio euro/dollaro. Tuttavia, per la Cgia è

doveroso iniziare l'azione di deregolamentazione proprio da questi settori, «attaccando» i potentati economici

che controllano queste realtà. «Noi crediamo che i settori che devono subire per primi una decisa

liberalizzazione - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - siano quelli che

maggiormente gravano sui bilanci delle famiglie italiane che, guarda caso, sono quasi gli stessi che

interessano anche le imprese. Invece, ci pare di capire che i primi ad essere interessati saranno i taxi e i

farmaci di fascia C che, invece, pesano molto poco sulle tasche delle famiglie italiane: 48 euro l'anno i primi,

126 euro l'anno i secondi. Perché, invece, il governo Monti vuole iniziare le liberalizzazioni proprio da questi

ultimi?» Ma nella classifica delle spese italiane pesano anche le tariffe dei servizi pubblici. La spesa per i

rifiuti vale mediamente 208 euro all'anno, cioè lo 0,7% del totale: più o meno quanto incide la distribuzione

dell'acqua potabile (193 euro), e poco più del trasporto pubblico locale, 167 euro, pari allo 0,6 per cento.

Quasi a fondo classifica, infine, la spesa per i trasporti ferroviari: 98 euro, 0,3 per cento. Non proprio

trascurabile, invece, la voce «onorari dei liberi professionisti», per i quali gli italiani sborsano 213 euro l'anno.

48 Nel bilancio degli italiani il taxi pesa solo 48 euro all'anno, equivalente allo 0,2% del totale

986 È la spesa media annua (in euro) delle famiglie italiane per il gas, pari al 3,3% del totale

La spesa in euro nei settori che potrebbero essere liberalizzati

Rifiuti solidi urbani

Acqua potabile

Trasporto pubblico locale

Spesa farmaceutica classe C

Trasporto ferroviario

12/01/2012 10Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 106

Taxi

986 3,3% 897 3,0% 588 2,0% 522 1,8% 260 0,9% 213 0,7%

LA CLASSIFICA

29.520 Fonte: Cgia di Mestre ANSA-CENTIMETRI Spesa media annua delle famiglie italiane Onorari liberi

professionisti Servizi finanziari (banche) Assicurazione auto Energia elettrica Carburanti incidenza

12/01/2012 10Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 107

il commento E ORA SIA IL PDL A LIBERARE LE MANI ALLE IMPRESE Federico Etro* In questi giorni, al tavolo delle grandi riforme che possono raddrizzare il futuro del nostro Paese per gli anni a

venire, ci sono solo ministri tecnici e i soliti sindacati a nome di una minoranza dei cittadini. Chi aveva eletto

una maggioranza politica con una chiara visione fatta di minore spesa pubblica, maggiore decentramento

fiscale e politiche liberiste, sta rinunciando suo malgrado a veder realizzato il proprio mandato: le tasse

aumentano, il federalismo è nel cassetto e le riforme sembrano in mano ad altri. Il contraltare di questo deficit

democratico, si dirà, è la salvezza del Paese. Monti ha sostanziato di tasse (di proprio gradimento) la

manovra che aveva già predisposto il precedente governo, assicurando più o meno il pareggio di bilancio nel

2013. Di per sé ciò dovrebbe tranquillizzare definitivamente i mercati sulla sostenibilità del debito (nessuno

può dubitare di chi spende quanto incassa, e saremmo praticamente l'unico Paese a farlo). Ma non è così: lo

spread è tale e quale lo aveva lasciato Berlusconi. Come mai? Primo, ci sono ancora istituzioni finanziarie

internazionali che stanno aggiustando i loro portafogli sostituendo il nostro debito con quello di altri Paesi.

Secondo, la manovra di Monti è fortemente recessiva e sulla crescita non si è visto ancora nulla: un Paese in

cui si lavora poco e si pensa solo a difendere le rendite di bottega difficilmente può crescere e ripagare i

propri debiti nel lungo periodo. Solo un netto cambio di direzione può darci la vera credibilità. Qui dovrebbe

intervenire la fase due del governo. Il piano di Monti è chiaro: come ha portato insieme in Parlamento nuove

tasse e riforma delle pensioni, presenterà insieme liberalizzazioni e riforma del lavoro. Deve solo decidere

quanto spingersi su entrambi i fronti, il che dipenderà dall'umore di Pd e Pdl. In questa partita, il centro-destra

deluso nella sua visione complessiva deve saper reagire pragmaticamente per portare a casa dei risultati. In

ballo ci sono un vecchio sogno proibito quale il diritto delle imprese di assumere secondo le proprie esigenze

economiche senza l'incubo di dover pagare a vita ogni singolo assunto, e ciò che dovrebbe essere l'essenza

di un centrodestra liberale: la libertà d'entrata e competizione in ogni settore. Non sarà qualche rivenditore di

giornali in più a far crescere il Paese, ha ragione Vittorio Feltri nell'editoriale di martedì. Ma questo Paese non

ha alcuna speranza di tornare a crescere finché non si liberalizzano tutti insieme i settori protetti (l'idea di fare

una liberalizzazione per volta sarebbe una inutile follia politica) e finché resta l'attuale articolo 18, che

deprime la produttività degli «illicenziabili» per ragioni economiche e preclude nuove assunzioni. Corporazioni

e sindacati sono sul piede di guerra, proveranno a smussare ogni tentativo di cambiamento. Solo la politica

può dare la spinta nella giusta direzione. Il centro-destra deve saper cogliere questa chance unica in un

quadro politico che non si ripeterà. Abbia il coraggio di spingere per ciò che è nel suo Dna, ciò che la

stragrande maggioranza dei suoi silenziosi elettori si attendevano e si attendono. Quadruplichiamo il numero

di notai, regaliamo due nuove licenze ad ogni taxista, permettiamo alle edicole di vendere nuovi generi

merceologici e ad altri di vendere quotidiani, lasciamo i giovani farmacisti trovare il primo lavoro ad un banco

di supermercato con tutte le medicine che vuole, permettiamo ogni forma di competizione di prezzo fra

avvocati e commercialisti e così via per tutti i settori protetti in un colpo solo. E lasciamo che un'impresa

possa assumere nuovi lavoratori in un periodo di ripresa economica senza l'assillo di non poter mai più

tornare indietro quando gli affari vanno male, a costo di fallire pur di rispettare l'articolo 18. Questo sì che

convincerebbe i mercati che l'Italia ha un futuro e che i nostri debiti saranno ripagati col nostro lavoro e la

nostra crescita. Anche l'elettore di centro-destra deluso dall'esito di questa legislatura sarebbe ampiamente

ripagato da queste novità. Ed il patrimonio politico di questa legislatura avrebbe un degno coronamento.

*Professore Ordinario di Economia Politica, Università Ca' Foscari di Venezia

12/01/2012 10Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 108

Benzina, distributori liberi: tabacchi, alimentari e pieno ROMA SALTA il vincolo di esclusiva per i distributori, che potranno acquistare il loro carburante dove costa

meno e potranno vendere anche giornali, sigarette e alimentari. Il decreto sulle liberalizzazioni comincia a

prendere forma ed è questa l'ultima novità trapelata ieri pomeriggio. Ma, in serata, Palazzo Chigi ha smentito

le ipotesi che circolavano. Stando alle indiscrezioni, con l'approvazione del provvedimento diventeranno

immediatamente nulle, per la parte che supera il 50% della fornitura, tutte le forme di esclusiva che oggi

legano le compagnie petrolifere ai gestori. L'effetto dovrebbe essere un abbassamento dei prezzi, seppure

leggero. INTANTO, è ormai certo il calendario del decreto che sbloccherà il mercato italiano: Consiglio dei

ministri entro il 20 e presentazione all'Europa il 23, in occasione dei vertici comunitari. Il primo ministro Mario

Monti non ha intenzione di farsi intimidire e lo ha anche ribadito ieri alla cancelliera tedesca, Angela Merkel:

«Nei prossimi giorni - ha annunciato al termine dell'incontro di Berlino - avremo un provvedimento molto

ampio sulle liberalizzazioni. Lo scopo di tutta questa operazione è quello di conseguire più crescita e più

equità». Benzinai a parte, le grandi manovre vanno avanti e il governo si prepara ad accogliere le impressioni

dei partiti. Sono già sicuri alcuni interventi, si tratta su altri. Nascerà l'Antitrust delle Regioni, che da Palazzo

Chigi avrà il compito di vigilare sulla concorrenza negli enti locali. Le farmacie entreranno nel pacchetto: per

loro è prevista la liberalizzazione dei farmaci di fascia C e un aumento del numero delle farmacie che, a

seconda delle opzioni, potrebbe portare tra i 2.500 e i 7mila esercizi in più. In questo modo, dovrebbero

scendere i prezzi. Ragionamento simile a quello fatto per i notai: saranno ampliate le piante organiche per

permettere un abbassamento dei costi delle prestazioni. Ci sarà anche qualcosa sulle banche, con il divieto di

vendita di alcuni prodotti, come le assicurazioni in abbinamento ai mutui. E sulle ferrovie: con il decreto sarà

mandata a regime l'Autorità di settore. PIÙ DELICATE altre due questioni. Sull'acqua il referendum impedisce

un intervento diretto con un decreto che punti sulla strada della privatizzazione. Si potrà, però, agire sulle

tariffe, ponendo dei tetti massimi, e si potranno costringere, tramite sanzioni, le aziende a rispettare

determinati standard di qualità. Il meccanismo, però, è ancora allo studio. Su questa questione, e su tutti i

servizi pubblici, ci si dovrà scontrare con l'ala più a sinistra del Pd. E con il Pdl, sostenuto dal Terzo polo, che

invece non vuole rinunciare a colpire le municipalizzate. È oggetto di una trattativa serrata anche l'ipotesi di

eliminazione delle tariffe minime, assai sgradita al Pdl e altrettanto cara ai democratici. Andrebbe a colpire

duramente soprattutto le professioni, ma non solo, perché taglierebbe di colpo tutte le tariffe, comprese quelle

del trasporto su gomma. È soprattutto su questo che, dal Pdl, si tenterà una mediazione. m. p.

12/01/2012 10Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ed. nazionale(diffusione:165207, tiratura:206221)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 109

Non conosce crisi la «fabbrica di bambini» Se c'è un settore che non conosce crisi è la fabbrica dei bambini. Negli ultimi anni sempre più italiani hanno

intrapreso la strada della procreazione assistita: nel 2009 le coppie sono state 63.840 e i cicli iniziati 85.385,

l'8% in più rispetto al 2008. I margini di successo dei centri di fecondazione artificiale in Italia sono fra i

migliori in Europa: oltre 10mila nati l'anno. Anche se avere un bambino in provetta è molto costoso, e la

probabilità di riuscirci resta bassa (un successo ogni 8,5 cicli), la domanda è alta e il settore è tanto florido da

trasformarsi spesso in un business redditizio sulle pance (e le speranze) di molte donne. n Italia i costi

variano molto perché a fare la differenza, oltre alle tecniche, sono le direttive locali. In alcune Regioni le

strutture pubbliche e convenzionate (157, il 45% del totale) offrono servizi a carico del sistema sanitario. In

Lombardia e Toscana, per esempio, il ticket per l'inseminazione intrauterina (non in provetta) è di 36 euro,

mentre in Valle d'Aosta un ticket copre il monitoraggio dell'ovulazione e un altro i dosaggi ormonali. I costi

aumentano in caso di fecondazione in vitro (Fivet): in un ospedale pubblico marchigiano costa 1.000 euro,

mentre in Toscana e a Bolzano la mutua passa i primi tre cicli. In alcune Regioni l'età dell'aspirante madre fa

la differenza: in Piemonte il limite è 45 anni, in Toscana 41, in Sardegna ed Emilia Romagna il limite ai 45

anni riguarda la rimborsabilità dei farmaci. on tutte le strutture pubbliche, però, dispongono di reparti e staff

dedicati, così i tempi si allungano: l'attesa varia da 7 giorni a 2 anni. Una possibilità per accelerare è rivolgersi

al medico di una struttura pubblica come libero professionista, in regime di intramoenia. In questo caso si va

dai 190 euro a ciclo in Abruzzo ai 2.100 euro per tre tentativi a Gorizia, fino ai 3mila euro in Sardegna. Il costo

medio di una Fivet è 3.500 euro. Se si ha fretta l'ultima chance è rivolgersi a uno dei 193 centri privati, per i

quali avere un listino prezzi preciso è però molto difficile. In media si spendono dai 700 euro in su per la

fecondazione in utero, dai 3mila ai 7mila per quella in vitro e dai 5mila con la tecnica Icsi (quella in cui un

singolo spermatozoo è inserito nell'ovocita). Spesso i prezzi non includono i farmaci o le cliniche chiedono

con fin troppo scrupolo alle pazienti di rifare daccapo le analisi all'inizio di ogni nuovo ciclo. A volte il

marketing scivola nel linguaggio da supermercato: alcuni centri parlano di "soddisfatti o rimborsati", altri

hanno stipulato accordi con alcune associazioni per offrire sconti. Nhiaramente il brand costa e per un medico

molto conosciuto si paga molto di più: le aspiranti mamme raccontano di aver ricevuto parcelle fino a 15mila

euro, in taluni casi persino 30mila. Eppure nemmeno i grandi nomi possono garantire il successo. Alcune

decidono di ripiegare all'estero. Per pratiche proibite in Italia, ovvero la fecondazione eterologa (con gameti

esterni alla coppia), la diagnosi preimpianto (per selezionare l'embrione più sano) o la maternità surrogata

(l'utero in affitto). Ma soprattutto per risparmiare, come dimostra il flusso di turismo procreativo dagli Stati

Uniti - dove tutto è permesso - all'India, dove con qualche migliaio di dollari si noleggia una pancia. Per

scoprirlo basta farsi un viaggio su Internet fra foto di bambini bellissimi, oppure ascoltare i suggerimenti di

qualche medico italiano, che segnala efficienti cliniche oltre confine e magari, a tue spese, ti ci accompagna

anche. Questi centri sono affezionati ai clienti italiani: siti in lingua, spesso un call center dedicato e talvolta

perfino un centro satellite nel nostro Paese. a se l'India è lontana, in tempo di crisi l'Europa offre molte opzioni

di provetta low cost. I prezzi variano a seconda della complessità delle tecniche usate e salgono con

l'aumentare degli ingredienti necessari: seme, ovociti o utero. In Austria in media servono 3.500 euro più

1.000 di farmaci, in Svizzera da poco meno di 800 a oltre 4mila. A Praga e Brno per un ciclo di Fivet si

spendono da 1.400 ai 5mila euro (con ovodonazione). In Grecia i prezzi sono variabili e serve

un'autorizzazione notarile ma in genere una Fivet non supera i 3mila euro e i responsabili del centro ti aiutano

a sbrigare le pratiche. In Spagna un ciclo di fecondazione, anche eterologa, va dai 600 euro ai 3.500, farmaci

esclusi, ma per ottenere un appuntamento basta qualche giorno. Nel suo preventivo quasi istantaneo una

clinica di Barcellona ci informa che, se abbiamo meno di 43 anni, nessun partner e nessuna malattia

particolare, il trattamento con seme di donatore ci costerà 1.490 euro se in utero o 4.500 se in provetta. elle

12/01/2012 1Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 110

località turistiche il servizio prevede il pacchetto completo: trasporto, hotel e provetta, ché con la crisi meglio

approfittarne per farsi «una vacanza indimenticabile». A Pedios ti offrono «spiagge da sogno e luoghi carichi

di storia», mentre a Istanbul si può fare il giro della città per portarsi a casa anche un souvenir. A Cipro è

incluso un albergo di lusso per 6 notti, anche se la qualità del servizio non è garantita: le autorità chiusero

una clinica e alcune coppie italiane sono ancora alla ricerca dei propri embrioni. Al Fertility Center di Creta se

hai meno di 36 anni, sei sana e produci più di sei ovuli puoi partecipare al programma di «Condivisione

ovuli»: ne dai 3 a un'altra donna e avrai uno sconto sui trattamenti.

Foto: In Italia continua a espandersi il mercato dei bambini concepiti in provetta E si fanno sempre più

allettanti le offerte low cost da altri Paesi europei

12/01/2012 1Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 111

Le scimmiette chimera modelli «salva-embrioni» All'Università dell'Oregon (Usa) un gruppo di ricercatori ha fatto nascere in laboratorio tre scimmiette. Nulla di

eccezionale, se non si trattasse di animali ottenuti come chimere, ciascuno a partire da cellule di embrioni

diversi. I tre cuccioli - Roku, Hex e Chimero - sono il frutto di un esperimento singolare e ambiguo, carico di

ombre sul rispetto della natura vivente e su possibili applicazioni all'uomo? Oppure rientrano in un progetto

volto a scoprire aspetti sinora inesplorati delle staminali? himera è il termine usato dalla biologia moderna per

indicare un animale il cui organismo è composto da cellule geneticamente diverse, provenienti da due o più

animali di specie uguale o differente. Nel caso delle tre scimmie della stessa specie ( Macacus rhesus ), il

loro aspetto è in tutto simile a quello di un animale non chimerico. Nulla di mostruoso: se non analizzassimo

le loro cellule non ce ne accorgeremmo. La natura conosce il fenomeno della fusione di embrioni di

mammifero prima del loro impianto endometriale, un fenomeno che avviene, sia pur rarissimamente, anche

nell'uomo. La presenza nel corpo umano di cellule di origine genetica può anche derivare da trapianti

d'organo, innesti di tessuto eterologo o passaggio di cellule embrio-fetali nel sangue materno durante la

gravidanza. Lo studio, pubblicato dalla rivista Cell , è stato ideato per mostrare che le cellule staminali

embrionali dei primati (e dunque, verosimilmente, anche dell'uomo), a differenza di quelle del topo, non sono

capaci di reintegrarsi in embrione in corso di sviluppo pre-impianto e di dare origine a linee cellulari proprie

nel feto e nel neonato. Non ha dunque senso utilizzare embrioni vivi per esperimenti chimerici sulla

pluripotenza epigenetica delle linee di staminali embrionali coltivate in laboratorio. ei primati solo le cellule

embrionali ancora totipotenti (non quelle staminali, che non lo sono più) sono in grado di aggregarsi e

integrarsi in un embrione capace di sviluppo a termine (chimera), contribuendo alla formazione di tutti i suoi

tessuti e delle membrane fetali. È una conferma sperimentale diretta di quanto già si poteva dedurre

indirettamente anche per l'uomo da studi degli anni scorsi. Non è quindi necessario utilizzare cellule umane

per studiare le proprietà delle staminali embrionali. Il modello del primate - la scimmia - è adeguato per

identificare somiglianze e differenze tra le staminali embrionali "classiche" e le nostre. La vicinanza tra i

primati non umani e l'uomo garantisce la pertinenza dei risultati del modello sperimentale animale. Inoltre, i

risultati ottenuti dai ricercatori mostrano ancora una volta che le staminali embrionali dell'uomo non sono

totipotenti ma pluripotenti, cioè simili per capacità differenziativa ad altre staminali pluripotenti non di origine

embrionale che sono in corso di studio quali candidati per la terapia cellulare. Roberto Colombo

12/01/2012 1Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 112

Stati vegetativi, nel silenzio continua il «dialogo» Anche nei pazienti che sembrano non avere interazioni con l'esterno il cervello è in grado di registrareesperienze La scoperta arriva da ricercatori dell'Università di Milano che hanno testato pazienti con gravilesioni celebrali Così si potrà monitorare l'eventuale recupero isurare la coscienza. O, in termini scientificamente più corretti, misurare il «dialogo» tra le aree corticali del

cervello, ovvero la condizione necessaria affinché il cervello sia in grado di generare esperienza cosciente

anche in un paziente che non dà segnali di interazione con l'ambiente. Anche se sembra un "vegetale". La

scoperta, che contribuirà a migliorare gli strumenti diagnostici e, soprattutto, a comprendere i meccanismi del

recupero della coscienza dopo gravi lesioni cerebrali, è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla prestigiosa

rivista scientifica Brain ed è tutta italiana. Arriva da Milano, e precisamente dal gruppo coordinato da Marcello

Massimini del Dipartimento di scienze cliniche «Luigi Sacco» dell'Università degli Studi, di cui fa parte il primo

autore della ricerca, Mario Rosanova. Professor Rosanova, cosa studiate nei laboratori di Milano e come

siete arrivati a questo successo? Avvalendoci di una tecnica che permette di «interrogare» direttamente il

cervello umano: perturbandolo con un impulso elettromagnetico e registrando le sue risposte elettriche,

studiamo i meccanismi nervosi alla base della coscienza e delle sue alterazioni, siano esse di natura

fisiologica (quella del sonno) che farmacologica (quella dell'anestesia). La coscienza «scompare», in questi

casi, giusto? Esatto, ma in altri casi, come quando sogniamo durante il sonno Rem, siamo perfettamente

coscienti di quello che vediamo e viviamo, tanto che il sogno spesso sembra reale. Eppure, all'occhio di un

osservatore esterno, appariamo privi di coscienza. In realtà il dialogo interno al cervello, che avviene

attraverso segnali elettrici, durante i sogni continua, ma possiamo rilevarlo soltanto stimolando la corteccia

cerebrale e registrando le sue risposte alla stimolazione. In questo modo verifichiamo se un'area della

corteccia cerebrale, quella stimolata, è in grado o meno di «dialogare» con le altre aree corticali. Succede lo

stesso in un soggetto in stato di minima coscienza o in stato vegetativo? Verificarlo era proprio l'obiettivo

della nostra ricerca. Abbiamo misurato il «dialogo» tra aree corticali in diciassette pazienti con gravi lesioni

cerebrali, di cui alcuni durante il passaggio da uno stato all'altro: prima in stato vegetativo, poi in stato di

coscienza minima e, infine, dopo il recupero di coscienza, ovvero dopo l'uscita dallo stato di coscienza

minima. E cosa avete scoperto? Nei pazienti che passano dallo stato vegetativo allo stato di coscienza

minima, sebbene non recuperino la capacità di comunicare con l'ambiente esterno, la comunicazione tra le

aree corticali è ripristinata ed efficace. Ovvero, le aree corticali riprendono a comunicare tra di loro prima che

il paziente torni a comunicare con l'ambiente esterno. Significa che ora siete in grado di effettuare una

diagnosi obiettiva sulle condizioni di un paziente, a fronte del 40% di errori che si commettono in questi casi

scambiando per «irrecuperabile» un paziente che invece potrebbe esserlo? Significa che possiamo

monitorare in maniera oggettiva il recupero dei correlati neurali della coscienza nei pazienti incapaci di

comunicare, e potrebbe essere affiancata alla valutazione comportamentale. A oggi quest'ultima è il metodo

più sensibile, se fatta secondo i criteri più recenti, per definire le condizioni cliniche di questi pazienti e

richiede che il paziente interagisca con il neurologo o il neuropsicologo: richiede, infatti, che gli vengano fatte

compiere diverse attività, dall'osservazione della propria immagine nello specchio all'assaggio di sostanze

dolci e amare. E richiede che uno o più medici ne valutino le reazioni. In Italia è rarissimo persino quello.

Purtroppo sì. Ma non siamo gli unici. La diffusione delle migliori scale di valutazione comportamentale, come

la Coma Recovery Scale, sarebbe già un grande passo avanti. Se venisse affiancata da un'indagine

strumentale, come la nostra, potrebbe rendere più sensibile il processo di diagnosi. Di cosa vi servite per

questo «esame»? Come dicevo, di uno strumento innovativo, che unisce la stimolazione magnetica

transcranica (una stimolazione non invasiva) all'elettroencefalogramma. Quest'ultimo registra le risposte

elettriche fornite dal cervello agli stimoli ricevuti. È un macchinario costoso? In termini assoluti, sì. Ma costa

meno di molti altri macchinari medici oggi impiegati negli ospedale, dalla Pet alla risonanza magentica

12/01/2012 2Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 113

funzionale. In più ha la caratteristica si essere facilmente trasportabile al letto del paziente. Che non deve

essere spostato e sottoposto a stress. Chi lo possiede in Italia? Alcuni centri di ricerca, come il nostro, invece

si. Nel prossimo futuro abbiamo in progetto il trasferimento dei nostri strumenti presso il reparto di

neurorianimazione dell'Ospedale Niguarda di Milano, diretto da Claudio Betto. In quella sede proseguiremo lo

studio longitudinale di pazienti acuti con gravi lesioni cerebrali che evolvono dal coma verso altre condizioni

cliniche come lo stato vegetativo o lo stato di coscienza minima. Questa scoperta segna un passo avanti in

campo terapeutico? Una buona diagnosi è la premessa di una buona cura: se so di cosa ha bisogno un

paziente, ho più possibilità di farlo guarire. Purtroppo per i pazienti cerebrolesi il fronte delle possibili cure è

ancora ristretto. Ma comprendere i meccanismi neurali che stanno alla base dei deficit o del recupero della

coscienza che seguono a una grave lesione cerebrale è il primo passo per guidare la terapia e significa poter

guardare avanti.

12/01/2012 2Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 114

Buste esplosive in farmacia ROMA SALE la tensione, e da Equitalia si allarga al fronte farmacie: manifesti funebri e buste che parevano

esplosive per l'agenzia di riscossione, e, sull'altro versante, due buste esplosive inviate al presidente di

Federfarma, Annarosa Racca, e minacce a Luigi D'ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farmacisti di Bari.

12/01/2012 10Pag. QN - Il Giorno - Ed. nazionale(diffusione:69063, tiratura:107480)

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Benzina, distributori liberi: tabacchi, alimentari e pieno ROMA SALTA il vincolo di esclusiva per i distributori, che potranno acquistare il loro carburante dove costa

meno e potranno vendere anche giornali, sigarette e alimentari. Il decreto sulle liberalizzazioni comincia a

prendere forma ed è questa l'ultima novità trapelata ieri pomeriggio. Ma, in serata, Palazzo Chigi ha smentito

le ipotesi che circolavano. Stando alle indiscrezioni, con l'approvazione del provvedimento diventeranno

immediatamente nulle, per la parte che supera il 50% della fornitura, tutte le forme di esclusiva che oggi

legano le compagnie petrolifere ai gestori. L'effetto dovrebbe essere un abbassamento dei prezzi, seppure

leggero. INTANTO, è ormai certo il calendario del decreto che sbloccherà il mercato italiano: Consiglio dei

ministri entro il 20 e presentazione all'Europa il 23, in occasione dei vertici comunitari. Il primo ministro Mario

Monti non ha intenzione di farsi intimidire e lo ha anche ribadito ieri alla cancelliera tedesca, Angela Merkel:

«Nei prossimi giorni - ha annunciato al termine dell'incontro di Berlino - avremo un provvedimento molto

ampio sulle liberalizzazioni. Lo scopo di tutta questa operazione è quello di conseguire più crescita e più

equità». Benzinai a parte, le grandi manovre vanno avanti e il governo si prepara ad accogliere le impressioni

dei partiti. Sono già sicuri alcuni interventi, si tratta su altri. Nascerà l'Antitrust delle Regioni, che da Palazzo

Chigi avrà il compito di vigilare sulla concorrenza negli enti locali. Le farmacie entreranno nel pacchetto: per

loro è prevista la liberalizzazione dei farmaci di fascia C e un aumento del numero delle farmacie che, a

seconda delle opzioni, potrebbe portare tra i 2.500 e i 7mila esercizi in più. In questo modo, dovrebbero

scendere i prezzi. Ragionamento simile a quello fatto per i notai: saranno ampliate le piante organiche per

permettere un abbassamento dei costi delle prestazioni. Ci sarà anche qualcosa sulle banche, con il divieto di

vendita di alcuni prodotti, come le assicurazioni in abbinamento ai mutui. E sulle ferrovie: con il decreto sarà

mandata a regime l'Autorità di settore. PIÙ DELICATE altre due questioni. Sull'acqua il referendum impedisce

un intervento diretto con un decreto che punti sulla strada della privatizzazione. Si potrà, però, agire sulle

tariffe, ponendo dei tetti massimi, e si potranno costringere, tramite sanzioni, le aziende a rispettare

determinati standard di qualità. Il meccanismo, però, è ancora allo studio. Su questa questione, e su tutti i

servizi pubblici, ci si dovrà scontrare con l'ala più a sinistra del Pd. E con il Pdl, sostenuto dal Terzo polo, che

invece non vuole rinunciare a colpire le municipalizzate. È oggetto di una trattativa serrata anche l'ipotesi di

eliminazione delle tariffe minime, assai sgradita al Pdl e altrettanto cara ai democratici. Andrebbe a colpire

duramente soprattutto le professioni, ma non solo, perché taglierebbe di colpo tutte le tariffe, comprese quelle

del trasporto su gomma. È soprattutto su questo che, dal Pdl, si tenterà una mediazione. m. p.

12/01/2012 10Pag. QN - Il Giorno - Ed. nazionale(diffusione:69063, tiratura:107480)

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 116

CONTRARIO: MASSIMO BOLDI Cinque euro sono proprio troppi Un dazio anche per andare al lavoro MILANO «L'È UNA SIGLA da farmacia». Massimo Boldi non perde il buonumore. «Sigla da farmacia», dice,

in dialetto milanese, il celeberrimo comico e produttore cinematografico, a proposito di «Area C», la

congestion charge che entrerà in vigore il 16 gennaio. «Una tassa» per entrare in auto nel centro storico che

a Boldi non piace proprio. Boldi, perché è contrario al provvedimento? «Perché 5 euro sono troppi. Non è

giusto far pagare così tanto chi va in centro per lavorare. Io sono uno di questi. Né è giusto far pagare i

residenti per rientrare a casa». Lei lavora in centro? «Ho lo studio a cento metri da uno dei varchi: devo

pagare per fare appena cento metri. Devo pagare per andare a lavorare. Dà fastidio: in tempi di crisi non si fa

altro che mettere tasse su tasse. L'unica strategia politica sembra essere quella di tassare chi lavora. Altro

che riforme, altro che strategie di lungo respiro, altro che valori!». Al lavoro può andarci anche coi mezzi

pubblici. «Non siamo mica a Parigi. Lì i mezzi pubblici funzionano davvero. Sono sempre puntuali, le corse

sono frequenti e coprono bene ogni zona della città. In più sono puliti e sicuri. Sì, danno un'idea di sicurezza.

A Milano non mi pare proprio che sia così, né sul piano della puntualità né sul piano della sicurezza».

Giambattista Anastasio [email protected]

12/01/2012 17Pag. QN - Il Giorno - Ed. nazionale(diffusione:69063, tiratura:107480)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 117

LIBERALIZZAZIONI Quello che non si dice Tonino Perna «Si restituisca a tutti i sudditi di sua maestà, come ai soldati e ai marinai, la libertà naturale di esercitare

qualsiasi tipo di attività piaccia loro, si abbattano così i privilegi esclusivi delle Corporazioni e si revochi lo

statuto dell'apprendistato, che sono vere usurpazioni della libertà naturale, e si aggiunga a ciò la revoca delle

leggi sui domicili, in modo che un operaio povero, quando perde un'occupazione in un mestiere o in un luogo,

possa cercarne un'altra in un altro mestiere o in un altro luogo...» (Adam Smith, Indagine sulla natura e le

cause della ricchezza delle nazioni, p. 459).CONTINUA|PAGINA3 Il padre dell'economia politica moderna, il

fondatore del pensiero economico liberale, mise al centro della sua teoria la lotta alle Corporazioni, in quanto

impedivano lo sviluppo della concorrenza e la crescita economica di una nazione. Smith era convinto, infatti,

che la causa prima della povertà e della disoccupazione fosse dovuta alla mancanza di un libero mercato del

lavoro, correlata alla presenza di monopoli gestiti dalle corporazioni che impedivano al capitale il libero

accesso alle diverse attività. Le liberalizzazioni sbandierate dal governo Monti, e osannate dalle "lenzuolate"

di Bersani, sono perfettamente coerenti con la teoria smithiana, che risale alla fine del XVIII secolo, usando

spesso lo stesso linguaggio e gli stessi ragionamenti.

Anche Marx vedeva nelle Corporazioni un constraint, un vincolo, allo sviluppo del capitalismo, ma da un'altra

angolazione: «Il capitale denaro formatosi mediante l'usura e il commercio veniva intralciato nella sua

trasformazione in capitale industriale, nelle campagne dalla costituzione feudale, nelle città dalla costituzione

corporativa» (Marx, Il Capitale, Cap. XXIV, p. 209). E spiegava bene i termini dello scontro sociale che si

registrò in quel periodo: «Le leggi delle Corporazioni impedivano sistematicamente, limitando all'estremo il

numero dei garzoni che potevano essere impiegati da un singolo maestro artigiano, che questi si

trasformasse in capitalista... La Corporazione respingeva gelosamente ogni usurpazione da parte del capitale

mercantile, l'unica forma libera di capitale che le si contrapponesse. Il mercante poteva comprare tutte le

merci; ma non poteva comprare il lavoro come merce» (Cap. XII p. 59).

In sintesi, sia Smith che Marx hanno visto nelle Corporazioni delle arti e mestieri un vincolo allo sviluppo del

capitalismo. Con la differenza che Marx, che certo non difendeva le istituzioni feudali, aveva colto la vera

natura dello scontro: la mercificazione del lavoro, l'espansione della sfera di influenza del capitale, un ruolo

rilevante nella fase dell'accumulazione originaria del capitale. Non di certo uno strumento per combattere la

povertà o la disoccupazione. Anzi, questo processo comportava una crescita della proletarizzazione che

investiva i lavoratori autonomi, gli artigiani e i contadini.

Che senso ha oggi propagandare le liberalizzazioni come strumento per la crescita economica e di lotta alla

disoccupazione? Vediamo alcuni esempi in concreto. Se si liberalizza il mestiere del taxista è vero che si

produrrebbe una maggiore concorrenza, e quindi un abbassamento dei prezzi, ma questo è un effetto solo di

breve periodo.

Nel medio periodo, chi possiede capitali adeguati può acquistare un centinaio di auto, adibirle a taxi e pagare

a cottimo dei giovani, magari immigrati, che lavoreranno senza tregua pur di raggiungere un minimo di

salario, con tutte le conseguenze del caso in termini di sicurezza e qualità del servizio. Così avverrà anche a

livello di mezzi di trasporto locale (ferrovie, bus, ecc). La liberalizzazione/privatizzazione di questo settore è

già stata sperimentata in altri paesi con conseguenze nefaste.

Vorrei qui ricordare il caso del Cile di Pinochet, quando alla fine degli anni '70 del secolo scorso venne

privatizzato il trasporto locale a Santiago. I conducenti dei Micro (come venivano chiamati gli autobus nella

capitale cilena), essendo pagati a cottimo, quindi a chilometri effettuati durante la giornata, correvano come

pazzi: stanchi, assonnati e stressati, erano diventati un incubo per i pedoni. E la liberalizzazione nella vendita

dei farmaci in Cile non l'ho mai dimenticata. Vedere le vetrine delle farmacie offrire «due scatole di antibiotico

al prezzo di una» era veramente deprimente, quanto l'avere eliminato l'obbligo alla dichiarazione della

12/01/2012 1Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 118

composizione delle bevande gassate, ed altri prodotti alimentari, in nome di una libertà assoluta del mercato.

Per non parlare delle grandi liberalizzazioni/privatizzazioni che interessano settori strategici (come l'energia) e

che, come dimostra l'esperienza, da monopoli parastatali si trasformano in oligopoli privati che presto

convergono in strategie di cartello, come avviene da anni in tutti i paesi che ci hanno preceduto nelle

cosiddette liberalizzazioni.

È chiaro che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Per esempio, i notai sono notoriamente una categoria

privilegiata, ma anche tra i pochi professionisti che non evadono le imposte. Il loro numero è davvero esiguo:

5 mila notai per 60 milioni di abitanti! In questo caso, basterebbe semplicemente raddoppiare il numero e si

creerebbero 5 mila nuovi posti di lavoro per i laureati in giurisprudenza. Al contrario, la linea del governo è

prevalentemente quella di trasformare le professioni liberali in aziende capitalistiche, sul modello

nordamericano dei megastudi che assumono come salariati centinaia di ingegneri, avvocati, commercialisti

ecc..

Nessuno ha mai pensato solo per un attimo di liberalizzare le droghe leggere, un vero e proprio tabù nel

nostro paese, e non solo. Dalle stime che conosciamo, ogni anno si spendono nel nostro paese qualcosa

come 70 miliardi per le droghe, di cui circa 20 solo per la marijuana. Se si legalizzasse, lo Stato potrebbe

applicare una tassa rilevante che porterebbe nelle sue casse non meno di 7-8 miliardi l'anno. Se lo stesso

procedimento si applicasse alla cocaina, per lo Stato le entrate potrebbero oscillare tra 12 e 15 miliardi l'anno.

Invece con perfetta ipocrisia si continua a blaterare di lotta alle droghe, mentre i consumatori rimangono

stabili o, per qualche tipo di droga, addirittura crescono. E mafia, camorra e 'ndrangheta ringraziano. Il loro

potere economico - secondo il volume Prodotto interno Mafia di Serena Danna - è pari a 140 miliardi, e

continua a crescere e ad avvelenare l'economia e le istituzioni. Sarebbe l'unica liberalizzazione veramente

urgente e con effetti positivi sull'economia, il bilancio dello Stato e la società. Ma guai a parlarne: si rischia il

reato di istigazione a delinquere.

Continuiamo a pensare che viviamo ancora nella fase dell'accumulazione originaria del capitalismo che ha

bisogno di conquistare altri spazi e altre vite, portando a tutti benessere e felicità. Forse una linea netta di

demarcazione tra destra e sinistra nel nuovo secolo passa proprio da qui: tra chi considera che il modo di

produzione capitalistico abbia ancora un ruolo positivo da svolgere e chi considera esaurito il suo ruolo

progressista e pensa che bisognerebbe procedere ad un deciso processo di de-mercificazione, per salvare la

società ed il patrimonio naturale e culturale che abbiamo ereditato. Tertium non datur.

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La lenzuolata Da Berlino l'annuncio del premier: «Nei prossimi giorni un provvedimento molto ampio sulleliberalizzazioni» Via l'art. 18 E i contratti nelle ferrovie Una raffica di disposizioni contro il lavoro spacciate per misure sulla crescita. Ricchi premi per leassicurazioni e soprattutto la privatizzazione dei servizi pubblici locali Andrea Palladino

Licenziare e privatizzare. Questa la fase 2 del governo Monti, che parte dalla riscrittura dall'articolo 18 dello

statuto dei lavoratori. È l'articolo 3 del decreto - ancora in forma di bozza - che verrà discusso nei prossimi

giorni, a seppellire la pietra miliare dei diritti, aumentando da 15 a 50 la soglia del numero dei dipendenti per

le aziende che vogliono licenziare senza giusta causa. All'articolo 18 della legge 300 del 1970 viene aggiunto

il comma 1 bis, che recita: «In caso di incorporazione o di fusione di due o più imprese che occupano alle

proprie dipendenze alla data del 31 gennaio 2012 un numero di prestatori d'opera pari o inferiori a quindici, il

numero di prestatori d'opera di cui al comma precedente è elevato a cinquanta».

Nella bozza di legge che il manifesto ha potuto consultare c'è poi il commento dell'estensore: «Chiarire che

non peggiora lo status quo dei lavoratori». Una frase evidenziata, prima di una relazione illustrativa di appena

sette righe, per rafforzare la scelta che aprirà il varco ad una estensione della possibilità di licenziare: è

evidente, infatti, che la possibilità di innalzare il tetto dei 15 lavoratori verrà richiesta dalle aziende per ora non

incluse in quanto c'è «distorsione del mercato».

L'intenzionalità contro il lavoro dipendente è confermata e amplificata dall'art. 24, che titola: «eliminazione

dell'obbligo di applicare i contratti collettivi nazionali di settore nel trasporto ferroviario». Un regalo «ad

personam» per i neo-entranti nel settore - Montezemolo e Della Valle - ovviamente compensato con la stessa

«liberalità» a favore di Mauro Moretti e Ferrovie dello stato (cui viene però sottratta Rete Ferroviaria Italiana,

che dovrà diventare società indipendente che permette «a tutti gli operatori» di usare i binari, pagando. È il

«modello inglese», che ha distrutto la celebrata sicurezza delle «ferrovie britanniche», moltiplicando gli

incidenti gravi o gravissimi.

Anche la privatizzazione dei servizi pubblici locali è ampiamente inserita nel testo, in forma talmente generica

(Capo V) da affidare soltanto alla relazione illustrativa un mini-chiarimento anodino: «l'evidente finalità delle

disposizioni è quella di consentire ai servizi pubblici di rilevanza economica di accedere ampiamente al

mercato riducendo la gestione cosiddetta 'in house'». Nulla è dunque escluso, nemmeno l'acqua.

Anzi. Il boccone ghiotto che tanti esponenti del governo Monti ormai nominano apertamente è proprio questo,

oltre agli altri servizi già ampiamente avviati a privatizzazione dal governo Berlusconi, con l'articolo 4 della

manovra del 13 agosto. Mossa che si cela dietro l'intervento sulle liberalizzazioni, dalle licenze dei taxi fino

alle farmacie e agli ordini professionali (la prevista abolizione delle «tariffe minime e massime»). Anche le

edicole vengono investite in pieno da questa furia che confonde la moltiplicazione dei punti vendita con la

crescita degli acquisti (che dipendono ovviamente dalle disponibilità di portafoglio).

Qualche dettaglio - fondamentale - in più sul provvedimento che Monti e Passera stanno preparando, con

l'importante aiuto dell'ex antitrust Catricalà, era già apparso ieri. Si prevede la creazione di un ufficio presso

Palazzo Chigi dedicato al monitoraggio sull'apertura ai mercati dei servizi pubblici locali. Una vera propria

operazione «fiato sul collo» nei confronti dei comuni e delle regioni, ridotte in questa maniera a semplici

esecutori delle direttive di Monti.

Questo nuovo ufficio dovrebbe monitorare «la normativa regionale e locale (ovvero dei comuni, ndr) e

individua, anche su segnalazione dell'Antitrust, le disposizioni contrastanti con la tutela e la promozione della

concorrenza; assegna all'ente interessato un congruo termine per rimuovere i limiti alla concorrenza;

supporta gli enti locali nel monitoraggio e nelle procedure di dismissione delle loro partecipazioni societarie

nei servizi pubblici locali». L'unica precisazione arrivata dalla presidenza del consiglio riguarda i poteri

dell'organismo, che «non avrà la possibilità di ispezione - ha spiegato palazzo Chigi - presso le aziende e

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presso i soggetti che possano detenere informazioni utili».

Tra gli altri capitoli interessanti, nella fretta della lettura, appaiono l'«estensione della possibilità di azione di

classe» (la class action anglosassone, con curioso equivoco politico-lessicale), e il divieto per chi importa,

raffina o produce carburanti di qualsiasi tipo di distribuirli in proprio. In pratica, si invitano gli esercenti singoli

o associati ad acquistare le pompe di distribuzione.

Lo stesso principio viene applicato anche all'energia elettrica e al gas per uso domestico, e prepara quindi il

terreno legislativo allo scorporo di SnamReteGas dall'Eni.

Un regalo alle assicurazioni arriva dall'eliminazione delle «microinvalidità», che saranno risarcite solo se

saranno riconosciute come «invalidità» a pieno titolo (la fine del «colpo di frusta», insomma). Sempre nello

stesso senso pro-società va l'intensificazione delle sanzioni per frodi, contraffazioni, false certificazione, ecc.

Il resto è paccottiglia buona per imbellettare un provvedimento furiosamente anti-lavoro. Tipo la «possibilità di

applicare sconti», o «l'autorizzazione in commercio dei farmaci generici».

art. 3 FINO A 50 DIPENDENTI

Niente art. 18 per le piccole imprese che si fondono restando sotto la nuova «soglia». Un varco nella diga,

che ora tutte le imprese vorranno allargare

Foto: FOTO EMBLEMA

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Liberalizzazioni: tassisti in rivolta serrata il 23 gennaio Compensazione per chi ha già una licenza Si innalza la tensione anche sulle farmacie Luciano Costantini Roma. Uno sciopero nazionale fissato per il 23 gennaio, preceduto da un'assemblea

lunedì prossimo al Circo Massimo. Tanto per cominciare. Perché «in caso di decisione unilaterale del

governo, la categoria si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute più opportune». È, praticamente, una

dichiarazione di guerra quella che esce dal parlamentino dei tassisti riunitosi ieri a Bologna. Una sfida aperta,

senza se e senza ma, per bloccare le liberalizzazioni annunciate da Mario Monti. L'irritazione della base è

palpabile e va persino oltre le decisioni assunte dai vertici sindacali se è vero che sono in molti a lamentare la

lentezza e la moderazione della controffensiva: «È adesso fino a lunedì cosa facciamo? Se il governo decide

prima, ci fermiamo tutti?». Non aderiranno allo sciopero gli iscritti alla Confartigianato che ritiene premature le

azioni di protesta senza conoscere nei dettagli i provvedimenti dell'esecutivo. Dall'altra parte della barricata le

associazioni dei consumatori minacciano denunce in caso di blocchi stradali come avvenuto quattro anni or

sono. In mezzo l'Antitrust il cui presidente, Giovanni Pitruzzella, invita a una serena riflessione: «Auspico che

il dibattito si svolga secondo le regole del confronto civile in cui ognuno faccia valere le proprie, legittime

richieste». Ma è del tutto evidente che la battaglia sarà durissima, destinata magari a crescere di intensità nel

momento in cui palazzo Chigi varerà il decreto che liberalizza anche il servizio delle auto bianche. È assai

probabile che lunedì prossimo il Circo Massimo si trasformerà in una catino rovente di tassisti fuori turno.

Avverte Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uritaxi: «C'è anche la possibilità che nella circostanza i

tassisti escano senza rispettare i turni». È, invece, certo che il lunedì successivo, il 23 gennaio, le città

rischieranno la paralisi perché al fermo dei taxi corrisponderà il probabile assalto ai mezzi pubblici e il ricorso

massiccio all'auto privata. Durante il raduno romano una delegazione di tassisti consegnerà all'Antitrust un

documento in cui «saranno evidenziati gli errori e le negatività» contenute nelle misure annunciate.

L'irritazione della categoria è anche accentuata dalla mancata convocazione da parte del governo che viene

considerato un segnale evidente sulla non volontà di palazzo Chigi di avviare una trattativa. Tanto è vero che

nella nota unitaria, stilata al termine della riunione di Bologna, i sindacati invitano, anzi minacciano, il governo

a non adottare decisioni unilaterali perché la categoria «si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute più

opportune». Come dire che la risposta sarebbe ancora più dura. La stessa determinazione dei tassisti è nelle

risposte delle associazioni di utenti e consumatori. Per il Codacons siamo di fronte ad una «protesta del tutto

infondata. La liberalizzazione del settore taxi è un provvedimento atteso da decenni che può portare

realmente benefici non solo agli utenti, ma anche agli stessi tassisti, vista la possibilità di licenze

compensative assegnate peraltro gratuitamente». L'Adoc conferma la propria «contrarietà a qualsiasi forma

di pregiudizio in grado di bloccare il settore dei trasporti pubblici... segnaleremo ogni anomalia alla

Commissione di Garanzia degli Scioperi a valuteremo se denunciare ogni interruzione di pubblico servizio

alla Procura». E c'è chi, su Twitter, lancia l'idea di un controsciopero per venerdì 20 gennaio. Un richiamo alla

calma generale arriva dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Sono assolutamente solidale con i tassisti,

ma invito anche a guardare con attenzione la relazione del governo e ad avere la dovuta prudenza. Se non

leggiamo le intenzioni, credo sia sbagliato agitarsi. Fermo restando che quella dei tassisti non è una categoria

che deve essere colpita. Non accetterò che si trasformino in capro espiatorio delle liberalizzazioni». Intanto, è

alta tensione anche sul fronte delle farmacie: un plico contenente un piccolo ordigno è stato scoperto ieri

mattina in una farmacia di Milano di proprietà della presidente provinciale di Federfarma Annarosa Racca.

Molteplici gli attestati di solidarietà inviati alla farmacista e al presidente nazionale Andrea Mandelli. ©

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Negozi, treni, benzina: si cambia Avvocati, preventivo obbligatorio Spunta la modifica all'articolo 18 per le fusioni d'impresa Luca Cifoni Barbara Corrao Roma. Distributori di carburanti liberi di vendere alimenti, bevande, giornali;

liberati dall'obbligo di esclusiva nei confronti delle compagnie petrolifere per l'acquisto dei carburanti. E

petrolieri liberi di aprire impianti 100% self service. Liberalizzazione di saldi e vendite promozionali. E poi:

servizi pubblici locali ancorati all'efficienza, gare per gli stabilimenti balneari, durata delle concessioni più

brevi. E ancora: sui trasporti, poteri di regolamentazione e controllo affidati all'Autorità Lavori pubblici. Per le

professioni: abolite le tariffe minime (e massime); 400-500 notai in più; aumento del numero delle farmacie

con l'abbassamento da 4.000 (5.000 nei Comuni sotto i 12.500 abitanti) a 3.000 abitanti della soglia per le

nuove aperture; tirocinio anche universitario per i liberi professionisti. E per i taxi? Sarà l'Autorità Lavori

Pubblici a stabilire se, soprattutto nelle grandi città, si rende necessario aumentare il numero delle licenze. In

questo caso, «adeguate compensazioni» sono previste una tantum a favore di chi è già proprietario di una

licenza. Mario Monti e Antonio Catricalà stanno preparando un testo, che introduce novità a 360 gradi in

materia di liberalizzazioni. Se non sarà modificato, cadranno tabù decennali. Il provvedimento è ancora solo

abbozzato e in fase di definizione. Per questo, ieri sera, Palazzo Chigi ha precisato che «i testi pubblicati non

corrispondono al documento in lavorazione presso gli uffici. Si tratta dunque di notizie prive di fondamento»,

avverte la Presidenza che già nel pomeriggio aveva ridimensionato fughe di notizie sui poteri Antitrust. Resta

il fatto che i temi in corso di valutazione sono ormai definiti. I testi in circolazione sono congegnati in modo di

affrontare e rimuovere antiche incrostazioni che hanno finora limitato la concorrenza con un aumento dei

costi per i cittadini italiani. E sembrano anche equilibrati nel colpire gli interessi di questa categoria o di

quell'altro settore, in modo di disinnescare il potenziale dei veti incrociati in un campo tra i più difficili e

delicati. Semplificazioni. Il provvedimento allo studio di Monti e Catricalà stabilisce anche una generale

semplificazione, abolendo le norme che finora prevedono «limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta»

finalizzati all'avvio di un'attività economica. La barriera cade a partire dal 30 ottobre 2012 con due esclusioni:

taxi e servizi professionali per i quali sono previsti articoli ad hoc. Inoltre, sono esclusi i servizi finanziari, di

comunicazione e le attività regolate da Authority indipendenti. Commercio. Torna il tema dei saldi. E' previsto

esplicitamente che ogni impresa commerciale possa stabilire quando fare sconti, saldi o vendite straordinarie

oltre alla durata e all'entità delle promozioni. Imprese. Chi, attraverso la fusione con un'altra azienda, superi il

tetto dei 15 dipendenti oltre il quale scatta lo Statuto dei lavoratori, beneficerà della flessibilità fino al numero

di 50 dipendenti. Regioni. A Palazzo Chigi viene creato un ufficio, senza aggravio per la finanza pubblica, che

svolge le funzioni di tutela e di promozione della concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e di tutela dei

consumatori. La nuova struttura potrà monitorare la normativa regionale, anche su segnalazione

dell'Antitrust, e indicare all'ente interessato un tempo entro il quale l'ostacolo andrà rimosso. Sempre in

materia di tutela dei consumatori, viene ampliata la portata della class action. Professioni. Via le tariffe

minime, viene invece introdotto l'obbligo per il professionista di presentare al cliente un preventivo scritto. Per

i giovani, diventa possibile il tirocinio, finalizzato all'iscrizione all'albo, anche nell'ultimo biennio di

specializzazione all'università (esclusi medici e professioni sanitarie). Per i notai è previsto un aumento del

numero di 400-500 unità, una soglia inferiore a quella invocata dal Pd. Farmacie. La maggiore novità è

rappresentata dalla riduzione del numero di abitanti necessario per giustificare l'apertura di una farmacia: si

scende a 3.000, come si è detto. È una soglia giudicata insufficiente dalle parafarmacie che puntavano

sull'apertura di 7.000 nuovi punti vendita, ma secondo la federfarma potrà consentire l'apertura di almeno

2.000 farmacie in più. Carburanti. Oltre alla liberalizzazione della rete, è prevista anche la possibilità di

riscattare gli impianti, da parte dei gestori o di terzi. Ci sarà libertà nell'aprire i self service e i distributori

potranno vendere di tutto, dalle sigarette, agli alimenti ai profumi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 123

L'ANALISI L'eterna prevalenza della casta AntonioGaldo I lcrinaledellamodernizza- zione, che comprende ri- sanamento e crescita, lungo il quale procede ad alto ri-

schio il cammino del gover- noMonti,daalcunigiornive- de all'orizzonte due scogli conuncomunedenominato-

re.Parliamodelleliberalizza- zioni, termine improprio con il quale si vuole definire l'obiettivo descritto dal capo

del governo con il concetto di«disarmodellecorporazio- ni», e dell'equità fiscale, un'altraastrazioneinunPae-

sedovel 'evas ionerappresen- ta un fenomeno d i massa e non una c i rcoscr i t ta pato lo-

gía.Quantoalcomunedeno- minatore, la lotta contro le chiusure corporative del mercato e della concorrenza e

quella controle tasse scan- sate sempre e comunque hanno un'unica matrice: il nostro ruolo di cittadini che

difendono, anche giusta- mente,illorotornacontoma nonpossono smarrireil sen- so degli interessi generali, di

una comunità che ha biso- gnodicondivideremoltopiù diun'appartenzaaunasingo- la categoría oppure a un

grupposociale. La rivolta dei tassisti, dei benzinai, dei farmacisti, dei notai,epotremmoprosegui-

reconbuonapartedellecate- gorie professionali, é il pe- gnochesipaganell'Italiache siéchiusaariccio,dadecen-

ni,perdifendereconlebarri- cate, e con la sponda di un ceto político sfarinato, privi- legi e rendite più che

sacro- santidiritti.Pensateciunatti- mo: dovevamo aspettare un governo d'emergenza, con un premier che

tiene con le spalle al muro i partiti senza artené parte,per aumentare lefarmacie? >Segue a pag. 24 Non

potevano farlo, da soli e con un'autoriforma, gli stessi farmacisti invece di andare in Parlamento a caccia del

protettore di turno, a sinistra come a destra? E non c'é mica bisogno della scienza bocconiana di Mario Monti

per sapere che la rete di distribuzione dei benzinai fa acqua da tutte le parti, a danno dei cittadini. Ricordo

che il problema si pose già nel 1983, quasi trent'anni fa, e da allora non é cambiato quasi nulla. Quando si

agisce sotto stato di necessità, e per giunta con un default da non escludere, c'é sempre il rischio di qualche

sopruso, di errori demagogici e di colpi alla cieca che non distinguono il necessario dall'inutile. Ma se un

governo deve rispondere all'opinione pubblica e al Parlamento dei propri errori, i membri, tutti i membri, delle

corporazioni oggi sotto scacco dovrebbero chiedersi quali danni hanno fatto alla credibilità della loro

categoría e al Paese per il fatto che non hanno saputo mai alzare lo sguardo oltre il proprio interesse per

sentirsi, da cittadini, responsabili di un bene comune, la tenuta dell'Italia come sistema e non solo come

nazione. Lo stesso discorso vale per l'equità fiscale. Gli italiani, come elettori e come consumatori, hanno

mille buoni motivi per indignarsi con i politici inconcludenti e spreconi e contro caste di varia taglia, piccola,

media e grande. È perfino comprensibile la rabbia rispetto ai sacrifici addebitati sul conto dei «soliti noti»:

anche in questo ambito il governo rischia, ogni giorno, di fare errori di valutazione e di inefficace propaganda.

Ma tanto zelo contro le colpe degli altri, persone, uomini pubblici e categorie, dovremmo applicarlo

innanzitutto quando si tratta di fare il nostro dovere di cittadini, a partire da un corretto pagamento delle

imposte. Non serve il moralismo a buon mercato, il dito sempre puntato contro l'altro e mai guardandosi allo

specchio: basterebbe il buon senso e una piccola dose di responsabilità. L'Italia ha già vissuto, in un recente

passato, la grande illusione di una «rivoluzione morale», definizione solo da censurare per il suo velleitario

contenuto inquisitorio, e abbiamo visto come é andata a finire. Erano gli anni del crollo della Prima

Repubblica, quando mentre qualche procuratore pensava di «rivoltare il Paese come un calzino» e la política

era nell'angolo sotto il peso di una dilagante corruzione (corsi e ricorsi della storia...), gli italiani prima hanno

giocato al ruolo dei grandi indignati, dei censori e degli accusatori, e poi sono ritornati, ognuno con il suo stile,

alle vecchie e note cattive abitudini, compreso il vizietto di svuotare le casse dello Stato con diverse forme di

prelievi irregolari, dall'appropriazione indebita dei soldi pubblici all'evasione fiscale. Più che una «rivoluzione

morale» quella é stata una commedia all'italiana, in un Paese abituato a recitare molto bene, e non solo al

cinema o al teatro. Il bis, però, in questo caso non é proprio richiesto dal pubblico in sala. © RIPRODUZIONE

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12/01/2012 24Pag. Il Mattino - Ed. nazionale(diffusione:79573, tiratura:108314)

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Liberalizzazioni, nel Pd non è un coro Non tutti sono per mettere più mercato nel mondo di avvocati e farmacisti GIANNI DEL VECCHIO Non si può parlare di presenza di veri e propri lobbisti all'interno del Pd che lavorano per correggere la linea

fortemente pro-liberalizzazioni del segretario Bersani. Avvocati e farmacisti su tutti, infatti, hanno da tempo

scelto il Pdl come forza di riferimento per fermare sul nascere qualsiasi riforma che possa intaccare i privilegi

corporativi. Cosa confermata dalla giornata politica di ieri, che ha visto da una parte il segretario democratico

invocare «più coraggio sulle liberalizzazioni per dare più occupazione e crescita» e dall'altra gli esponenti del

centrodestra frenare a più non posso. Tuttavia, legali e speziali, così diversi fra loro ma uniti nella difesa di

casta, hanno interlocutori anche nel Partito democratico. Deputati o senatori che non rifiutano di ascoltare le

proteste delle due professioni che sono adesso nel mirino del governo Monti. Per quanto riguarda gli

avvocati, è il deputato Mario Cavallaro, responsabile per le professioni e l'avvocatura, a farsi carico di

proposte che non piaceranno granché a chi nel Pd vuole liberalizzare senza se e senza ma. «Non ci sto a

questa radicalizzazione, per cui o stai con il mercato o con le corporazioni. Le riforme vanno fatte ma senza

fare battaglie puramente ideologiche». Scendendo nel concreto, Cavallaro è nettamente contrario alla

possibilità di semplificare ulteriormente l'accesso alla professione legale. «In questo momento nel nostro

paese ci sono 250mila avvocati, troppi rispetto alle reali esigenze. Una proliferazione che è figlia del fatto che

la nostra professione - sostiene Cavallaro, che è uno dei 26 parlamentari del Pd che ha il tesserino in tasca -

non si avvale del numero chiuso per l'accesso, come invece fanno medici o notai. Non si può aumentare

questo bacino, altrimenti gli unici effetti, più che la diminuzione delle parcelle, saranno la diminuzione della

qualità e l'aumento dei contenziosi». Per Cavallaro, quindi, dovrebbero esserci meno avvocati e non di più.

«Almeno un terzo dei 250mila potrebbe essere indirizzato verso altri lavori. Potrebbero, a esempio, fare i

magistrati onorari o i giudici tributari». Il deputato dem poi ci tiene anche a «sfatare il falso mito dell'abolizione

delle tariffe minime». «Già oggi, grazie alla legge Bersani del 2006, cliente e avvocato possono contrattare

liberamente il compenso. I tariffari valgono in alcuni casi, quando è il giudice a liquidare le spese o quando si

lavora con gli enti pubblici. Quindi, chiuderei completamente la questione». Assieme a Cavallaro, un altro

avvocato del Pd che viene spesso sentito dall'avvocatura è la deputata Cinzia Capano, che nel 2009 firmò

una proposta di legge di riforma forense assieme a colleghi filocorporativi del Pdl, anche se ultimamente

viene segnalata su posizioni più critiche. Più sporadiche invece le dichiarazioni e le iniziative a favore della

riforma dell'ordinamento forense di altri democratici, come i senatori Felice Casson e Alberto Maritati. Anche i

farmacisti però possono contare su qualcuno nel Pd che non è ostile, anche per il ruolo ricoperto in passato.

Stiamo parlando dell'ex ministro della sanità durante l'ultimo governo Prodi, Livia Turco. La parlamentare

piemontese si è detta sempre contraria alla possibilità che i medicinali possano essere venduti nei

supermercati, preferendo anzi potenziare il ruolo delle farmacie tradizionali. «Devono diventare sempre di più

un presidio del Servizio sanitario nazionale per garantire la continuità assistenziale, per dare le informazioni

giuste ai cittadini, per stare vicino ai cittadini», amava ripetere da ministro.

11/01/2012 3Pag. Europa(diffusione:15000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 125

Plichi esplosivi a Milano, Monza e Roma Adesso i pacchi bomba arrivano in farmacia Dopo Equitalia - nei confronti della quale si registra un vero e proprio bollettino di guerra quotidiano fatto di

gesti intimidatori e falsi allarmi - anche Federfarma finisce nel mirino degli anti-liberalizzazioni. Bersaglio del

gesto intimidatorio ora ci sono i farmacisti. I carabinieri sono intervenuti ieri mattina in una farmacia di via

Rombon, a Milano, di proprietà della dottoressa Annarosa Racca, la presidente di Federfarma. Al negozio era

stata recapitata una busta senza mittente con un grammo e mezzo di polvere pirica contenuta in una siringa.

Un plico del tutto simile ad altri due recapitati in questi giorni a Roma e a Monza ad altri dirigenti delle

organizzazioni dei farmacisti. La stessa Racca ha riferito che una seconda busta analoga le è arrivata presso

la sede di Federfarma a Roma, in via Emanuele Filiberto. La dottoressa non esclude che possano arrivarne

altre: «Ho paura che ve ne siano altre in giro per l'Italia». E i fatti della giornata hanno confermato la sua

previsione. Oltre alle buste con ordigni rudimentali recapitati a Milano e a Monza, altri tre plichi sono arrivati a

Roma e a Bari. Le buste erano state annunciate lunedì scorso con una telefonata anonima al 112, ma sono

state tutte intercettate dagli artificieri dei carabinieri. «Si tratta di gravissimi episodi intimidatori che mettono a

rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che vanno in farmacia», sostengono i vertici

dell'associazione che raccoglie gli oltre 16mila farmacisti italiani, secondo la quale simili iniziative «sono il

risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in queste settimane

aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese». Federfarma invita

quindi «tutti i soggetti interessati, a partire dagli operatori della comunicazione, ad abbassare i toni e a non

criminalizzare le farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale. In questi giorni, infatti, abbiamo

letto troppi articoli imprecisi, o addirittura mistificatori», prosegue la nota dell'associa zione, «che induce il

lettore a credere che le proposte irrealistiche avanzate ieri dalle associazioni delle parafarmacie siano le

misure che il governo intende varare». «Da cosa e da quali interessi dipende tale accanimento contro la

farmacia? Ce lo chiediamo», spiega la nota, «considerando che tutte le indagini dimostrano l'altissimo

gradimento dei cittadini per la farmacia». E.P.

Foto: Annarosa Racca presidente Federfarma

12/01/2012 8Pag. Libero - Ed. nazionale(diffusione:125215, tiratura:224026)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 126

I taxi lasciano a piedi i Professori Le auto bianche si bloccano il 23 gennaio per fermare le liberalizzazioni, ma ieri hanno manifestato incentinaia a Napoli. Il governo tira dritto sui benzinai: potranno rifornirsi anche da soggetti diversi dallacompagnia di riferimento e vendere alimentari, giornali e tabacchi GIANLUCA ROSELLI ROMA Taxi. Farmacie. Carburanti. Questi i primi settori coinvolti nelle liberalizzazioni del governo. Che però

riguarderanno anche altri comparti. «Nei prossimi giorni dovremmo arrivare a un provvedimento molto

ampio», ha detto ieri Mario Monti durante la visita a Berlino. E un ministro del governo va oltre: «Sarà una

bomba, una cosa enorme. Anche su settori finora mai usciti sui giornali». Mentre in serata Palazzo Chigi

smentisce le indiscrezione filtrate finora definendole «prive di fondamento», i tassisti napoletani hanno offerto

un antipasto di quanto avverrà nei prossimi giorni. A sorpresa, e senza nessun preavviso, le auto bianche del

capoluogo campano hanno sospeso il servizio, lasciando l'aeroporto senza taxi e paralizzando il centro

storico della città. Un caos nel caos, inizio dopo le 20 e terminato a notte fonda, con piazza del Plebiscito

invasata dai conducenti pubblici. A quanto si apprende, però, le novità più importanti riguardano i benzinai. I

quali, oltre al carburante, potranno vendere altri prodotti, come generi alimentari, giornali e sigarette. Inoltre

verrebbe superata l'esclusività tra l'eser cente e le compagnie, con la possibilità di servirsi da più produttori e

vendere carburanti diversi. Il rapporto di esclusiva, secondo la bozza dell'esecutivo, non potrà superare il 50

per cento della fornitura. «Qui si vuole il default delle imprese. I provvedimenti appaiono discutibili sotto il

profilo del contenimento dei costi e devastanti per la tenuta del sistema», afferma il presidente di Assopetroli

Ferrari Aggradi. Per quanto riguarda le farmacie, invece, si sta studiando come rendere più facile l'accesso

all'ac quisizione delle licenze, mentre i famosi farmaci di fascia C potranno essere venduti anche nelle

parafarmacie e nei supermercati. Le farmacie non corrono rischi, ma la tendenza sarà quella di avvicinarsi a

modelli come quello degli Stati Uniti e in altri Paesi europei, dove i i medicinali si possono tranquillamente

acquistare al supermercato. Ieri Federfarma ha chiesto un incontro al governo per discutere dei contenuti del

decreto, ma, dopo le minacce ricevute dalla presidente Annarosa Racca, ha auspicato anche un vertice con il

ministro Cancellieri «per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti e dei loro dipendenti». «Spero che mettere

nel mirino le farmacie non serva al governo per sviare l'attenzione da altri settori che potrebbero essere

liberalizzati», afferma la deputata finiana Chiara Moroni, chiamata direttamente in causa come farmacista. Ma

i lavoratori più barricaderi sono i tassisti. Il decreto aprirà il mercato a nuove licenze, per questo ieri diverse

associazioni riunite a Bologna hanno deciso uno sciopero nazionale il 23 gennaio. «Se ci sarà una decisione

unilaterale del governo, scioglieremo le righe e prenderemo misure drastiche», afferma il presidente di Uritaxi

nonché leader storico dei tassinari romani, Loreno Bittarelli. Che lunedì prossimo ha convocato una protesta

di piazza al Circo Massimo, anticipata dal blitz napoletano. La partita liberalizzazioni si gioca anche in

Parlamento: nel Palazzo, infatti, le categorie sono ben rappresentate da notai, avvocati, farmacisti e altri

ordini professionali, ma anche da singoli parlamentari legati a gruppi di pressione. Tra venerdì e sabato il

premier incontrerà separatamente Pdl, Pd e Terzo Polo a cui illustrerà i contenuti del decreto. Il partito di Pier

Luigi Bersani è il più schierato a favore dell'azione dell'esecutivo, insieme al Terzo Polo. Dove però l'Api di

Francesco Rutelli ribadisce la necessità di separare la rete di distribuzione del gas. Il più critico è invece il

Pdl, apertamente schierato in difesa di taxi e farmacie. «Noi daremo il nostro contributo, ma bisogna

procedere con grande equilibrio», sostiene il segretario Angelino Alfano. Mentre Fabrizio Cicchitto invita

l'esecutivo a toccare «anche i grandi interessi».

12/01/2012 8Pag. Libero - Ed. nazionale(diffusione:125215, tiratura:224026)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 127

Paura della patrimoniale Effetto SuperMario: spariti 25 miliardi dai conti correnti FRANCESCO DE DOMINICIS Banche, assicurazioni, energia, benzina. Sono i settori chiave dell'economia. Quelli che avrebbero davvero

bisogno di una cura da cavallo di liberalizzazioni e che, invece, il Governo di Mario Monti non pare

intenzionato a toccare, salvo qualche eccezione. Secondo la Cgia di Mestre, non è così urgente intervenire, a

esempio, su taxi e farmacie, ma nei settori dove oggi i costi sono ancora altissimi per i bilanci delle famiglie (e

anche delle imprese). Ecco qualche dato. Per il gas la spesa media annua di una famiglia è di 986 euro, per i

carburanti (benzina, gasolio) 897 euro, mentre l'energia elettrica incide per 588 euro. Di tutto rispetto anche il

peso delle Rc auto sui portafogli delle famiglie: ben 522 euro, mentre i servizi bancari costano mediamente

260 euro l'anno. Invece quelle che per la Cgia sembrano essere le prime liberalizzazioni in vista pesano

molto poco sulle tasche delle famiglie italiane: 48 euro l'anno i taxi, 126 euro l'anno i farmaci di fascia C.

Sempre dall'analisi di alcune delle principali tipologie di beni e servizi che gravano sulle famiglie italiane, gli

onorari dei liberi professionisti incidono mediamente per 213 euro ogni anno, i rifiuti per 208 euro, la

distribuzione dell'acqua potabile per 193 euro, il trasporto pubblico locale per 167 euro e i trasporti ferroviari

per 98 euro. Il comparto del credito avrebbe bisogno forse più di altri di una ventata fresca. Del resto, gli

istituti sono stati accontentati con la manovra di Natale, con una serie di norme favorevoli (tra cui alcuni sconti

fiscali e i conti correnti obbligatori per i pensionati). Fatto sta che la crisi sta ingessando il mercato e a

novembre, stando alle statistiche della Banca d'Italia diffuse ieri, il ritmo dei prestiti è calato al 3,5% dal 4,2%

di ottobre. I rubinetti allo sportello sono chiusi e qualche soluzione per interrompere il credit crunch e la corsa

dei tassi di interesse sui (pochi) prestiti concessi sarebbe auspicabile. I dati di via Nazionale, poi, confermano

che l'ipotesi di patrimoniale (cioè una tassa una tantum sui depositi) aveva scatenato il panico fra i correntisti.

In coincidenza on l'arrivo del Governo di Mario Monti, il saldo totale dei conti correnti è crollato di 25 miliardi di

euro (da 770 a 745) e sono scesi di ben 22 miliardi (da 149 a 127) anche i pronti contro termine. Vale a dire

che dai salvadanai dove viene parcheggiata la liquidità di famiglie e imprese sono "spariti" ben 47 miliardi di

euro. Denaro che non sembra rientrato nel circuito bancario. Il che, forse, dimostra che mettere paura ai

contribuenti forse è la strada sbagliata. twitter@DeDominicisF

12/01/2012 8Pag. Libero - Ed. nazionale(diffusione:125215, tiratura:224026)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 128

FASE DUE: LE "LENZUOLATE" SU AVVOCATI E NOTAI Conviene liberalizzare gli ordini professionali o tagliare la burocrazia? DI GIANMARIA PICA Da Berlino il presidente del Consiglio, Mario Monti, non lascia dubbi: «Nei prossimi giorni avremo un

provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Il Professore - che del libero mercato è stato paladino

(sotto la Commissione Prodi ha rivestito il ruolo di Commissario europeo per la Concorrenza fino al 2004) - sa

bene che liberalizzare equivale a risparmiare: tutti ci guadagnerebbero di più Stato e cittadini - grazie a tariffe

più basse e maggiore concorrenza. Ma siamo sicuri che tutte le "lenzuolate" tout court portino maggiori

risparmi per i contribuenti? Energia, professioni, farmacie, distributori di carburante: i settori in cui vuole

intervenire Monti sono diversi. Oggi esaminiamo le proposte allo studio del governo sul fronte degli ordini

professionali. I tecnici dell'esecutivo e quelli dell'Antitrust stanno lavorando compatti a diversi provvedimenti.

L'authority garante della concorrenza nei giorni scorsi ha inviato un documento al Parlamento, alla

presidenza del Consiglio (sottosegretario di Palazzo Chigi è, guarda caso, l'ex presidente dell'Antitrust

Antonio Catricalà), e al superministero dello Sviluppo, infrastrutture e trasporti. Il documento contiene le

proposte dell'istituzione di Piazza Verdi sulla «riforma concorrenziale ai fini della legge annuale per il mercato

e la concorrenza». Il capitolo «libere professioni» è uno dei più cospicui. Nel dettaglio, l'Antitrust propone di

«eliminare l'applicazione delle tariffe professionali stabilite con decreto dal ministro della giustizia», di

«escludere la funzione disciplinare in capo agli ordini, prevedendo che negli organi indicati nella norma per

l'esame delle questioni disciplinari entrino a far parte anche membri non iscritti agli albi», e la «revisione della

pianta organica dei notai, in modo da aumentare significativamente il numero dei posti». Ma queste misure

saranno sufficiente a stravolgere lo status quo? Secondo l'Antitrust, l'aumento considerevole del numero dei

notai - oggi fermi a 5.779 - consentirebbe un accesso più agevole ai servizi, la concorrenza tra professionisti

e quindi anche l'applicazione di tariffe più basse. Naturalmente le categorie si difendono. Il Notariato fa

sapere di aver già recentemente ampliato la pianta organica (di quasi il 10 per cento) ed è comunque

disponibile al dialogo. Ma sul versante redditi segnala che nell'ultimo quadriennio il calo di reddito dei notai ha

raggiunto il 38 per cento. Quale tesi convince di più? Per il momento le prime timide liberalizzazioni sono

avvenute su Internet. Per esempio, una certificazione energetica, rilasciata dopo un sopralluogo da un

ingegnere, costa circa 300 euro, su il sito Groupon la stessa certificazione sta a 59 euro. Lo stesso vale per il

saldo-tariffe applicato da dentisti, medici e avvocati internauti. Prontamente, gli ordini professionali hanno

impugnato l'iniziativa di Groupon: il caso è passato all'Antitrust che si dovrà pronunciare a giorni. Il manager

Chicco Testa è favorevole alle liberalizzazioni degli ordini. E al Riformista spiega: «Servirebbero a far

risparmiare soldi a tutti gli italiani. Faccio un esempio: un imprenditore di una piccola srl con capitale sociale

da 10mila euro, per partire deve pagare notaio e commercialista almeno 3.500 euro. Se poi lo stesso

imprenditore deve modificare lo stato sociale di quell'azienda deve spendere altri 2mila euro. È giusto

liberalizzare le professioni». Ma per Testa la prima "lenzuolata" dovrà toccare la burocrazia: «Aprire

un'impresa con pochi soldi e in poco tempo in Italia è un'utopia». Per il dirigente italiano, bisogna intervenire

sulla giungla di permessi, regolamenti e leggi italiane che bloccano il sistema. E si domanda: «Che

competitività internazionale possiamo avere se da noi impieghiamo 3 mesi per registrare una società, quando

in America ci vogliono pochi minuti semplicemente registrando online un'azienda e pagando solo trenta

dollari?».

TAXI NERVOSI Sciopero dei taxi il prossimo 23 gennaio. Lo hanno deciso i sindacati dei tassisti nel quadro

delle «azioni di lotta da intraprendere a fronte della mancata convocazione del governo per contrastare i

provvedimenti in tema di liberalizzazione del settore». Intanto, su Twitter, si sta diffondendo l'idea del

"controsciopero" degli utenti: cioè, l'astensione di massa dall'utilizzo dei taxi per il 20 gennaio, tre giorni prima

del fermo nazionale.

12/01/2012 5Pag. Il Riformista - Ed. nazionale(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 129

IL PROGETTO PER RISANARE (E RIDIMENSIONARE) L'ENTE TRAVOLTO DALLE PERDITE E DAGLISPRECHI Nessuno ha "sparato" sulla Croce rossa Berlusconi e Monti hanno lasciato scadere i tempi della riforma. Ma oggi il Pdl prova a rilanciare laprivatizzazione SONIA ORANGE ROMA. Il governo, quello precedente come quello attuale, si dimentica della Croce rossa. E ora il Parlamento

deve decidere che cosa fare del maxi-decreto di riforma dell'ente pubblico, per il quale sono scaduti i termini

della delega. L'idea cara agli ex ministri Ferruccio Fazio (Salute) e Ignazio La Russa (Difesa), come pure

all'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, era di privatizzare i comitati locali,

mantenendo pubblica l'organizzazione centrale e regionale. Per risparmiare, si diceva. Peccato che il decreto

dovesse essere approvato entro il 24 novembre, mentre il governo (impegnato nella crisi costata la poltrona a

Berlusconi) abbia fatto approdare in Commissione Affari sociali a Montecitorio il decreto solo il 21 novembre,

per ottenerne il parere vincolante. Il precedente esecutivo era certo di avere tempo fino al 31 dicembre e

quello attuale pure è apparso confuso visto che nel Milleproroghe ha rinviato di quasi un anno la scadenza

del mandato del commissario Francesco Rocca (che costa 230mila euro l'anno, ma ha avuto il merito di

produrre i documenti contabili degli ultimi cinque anni), in sella dal 2008, proprio perché «l'iter del decreto non

è ancora compiuto». Un'interpretazione dei termini di legge troppo elastica per i deputati radicali, capeggiati

da Maria Antonietta Coscioni, che in commissione ha puntato i piedi, chiedendo un parere al Consiglio di

Stato. Un rischio d'illegittimità che deve essere apparso concreto anche al ministro della Salute Renato

Balduzzi pronto «a valutare l'opportunità di prorogare il termine per l'esercizio della delega, per superare ogni

possibile incertezza». Per ora, però, il termine non è cambiato. In compenso, non si sa sulla scorta di quali

dati sia stata redatta la riforma, visto che la Croce rossa ha consegnato da poco alla Corte dei conti i bilanci

dal 2005 al 2010. Un lustro di cui nulla si sapeva e di cui, anche adesso, si capisce poco. A inizio mese,

infatti, la Corte ha reso nota la sua relazione su quegli atti: ma pur constatando un miglioramento della

gestione contabile grazie all'impegno del collegio unico dei revisori dei conti (485 mila euro l'anno), ha

elencato una serie di anomalie che non sono certo di poco conto: manca una dotazione organica del

personale militare; non è chiaro quanto spendano le sedi periferiche, che non hanno nemmeno una tesoreria,

e quanto quella centrale (e sorge il dubbio che nel calderone i bilanci delle une siano serviti a coprire i buchi

dell'altra, e viceversa); le convenzioni in perdita per i servizi di pronto soccorso rendono la Cri più costosa

rispetto al resto del mercato. Dai conti, insomma, si capisce ben poco su dove e come sono stati sprecati i

denari pubblici (solo nel 2010 sono stati stanziati 908 milioni), anche perché nei documenti contabili la

gestione economica si sovrappone a quella patrimoniale, come poco specifica dell'enorme bacino di contratti

a termine e delle innumerevoli cause legali pendenti. Di certo, più di una ispezione della Difesa, che ha dato

non pochi soldi all'ente, vincolandoli alle missioni internazionali, ha riscontrato che parte di quelle somme

erano state utilizzate per altro. E la stessa commissione della Camera oggi metterà ai voti un parere in cui si

sottolinea che «appare problematico mantenere la natura pubblica dell'ente, limitatamente al solo livello

nazionale e regionale, privatizzando quello provinciale e locale», come pure che «è necessario individuare

uno status giuridico della Cri compatibile con la possibilità per la stessa di partecipare a gare di appalto» alla

pari con i soggetti del terzo settore. Come pure bisogna chiarire la destinazione del patrimonio, mentre «la

riduzione del 40% della spesa del personale rischia di compromettere le finalità dell'ente». Insomma, la

riforma andrebbe riscritta. Eppure il presidente pdl Giuseppe Palumbo, su queste basi, chiederà alla

commissione di dare parere favorevole.

CRI, UNA "GRANA" PER IL MINISTRO BALDUZZI Il nuovo ministro della Salute Renato Balduzzi, tra i

primi suoi dossier, ha affrontato quello della riforma Croce Rossa. Convocati, i lavoratori del Cri gli hanno

chiesto di non privatizzare la società

12/01/2012 6Pag. Il Secolo XIX(diffusione:103223, tiratura:127026)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 130

COMMISSARIO IN SCADENZA (RINVIATA) Francesco Rocca è l'attuale commissario della Croce Rossa. In

sella dal 2008 era in scadenza a fine 2011, ma il Milleproproghe ha rinviato di un anno la sua scadenza.

Prende 230 mila euro l'anno

12/01/2012 6Pag. Il Secolo XIX(diffusione:103223, tiratura:127026)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 131

La gran confusione liberalizzata Monti brandisce il pericolo populismo per accelerare sulle riforme delle corporazioni: tassisti in rivolta,petrolieri contrari, gestori smarriti, notai possibilisti, farmacisti meno. Ma i sondaggi dicono che l'elettoregradisce Roma. Mario Monti a Berlino evoca il fantasma del "populismo" proprio mentre conferma l'arrivo, per i

prossimi giorni, di un "provvedimento molto ampio" sulle liberalizzazioni. Ma che cosa davvero si agita tra i

ranghi del popolo dei liberalizzandi? E che cosa succederà davvero il 20 gennaio, quando per decreto si

chiarirà il futuro assetto lavorativo dei tassisti (primi della lista gli 8.000 tassisti romani), dei 24 mila gestori di

pompe di benzina (arriva la liberalizzazione della distribuzione), dei 5.779 titolari di sedi notarili, delle 18 mila

farmacie (per Monti dovrebbero essere 7.000 in più)? I cittadini, dice un sondaggio di Nando Pagnoncelli a

"Ballarò", sono favorevoli a liberalizzare (percentuale di oltre il 60 per cento). E' successo anche nella Grecia

oscura della crisi: categorie che dicono no, cittadini che dicono sì. In guerra vera (preventiva), per ora, sono

scesi soltanto i tassisti, che annunciano uno sciopero nazionale per il 23 gennaio e un'assemblea-protesta

per il 16, al Circo Massimo, a Roma, con consegna di un documento all'Antitrust. Intanto - da Loreno Bittarelli,

grande capo tonante del sindacato Uritaxi, fino al conducente anonimo - diffondono il passaparola sull'uomo

nero industriale (Luca Cordero di Montezemolo o Emma Marcegaglia) che potrebbe, a liberalizzazione

avvenuta, comprare non si sa quante macchine per far lavorare a stipendio ("da fame", dicono i tassisti) un

numero imprecisato di conducenti extracomunitari. A Bologna, dov'è in corso la riunione del "parlamentino" di

sigle sindacali dei conducenti, la voce si fa grossa, e nei taxi della capitale la parola d'ordine è "non come in

Olanda, dove si è liberalizzato e le tariffe sono lievitate". Non ve la prendete con i tassisti, "poveracci", dice il

sindaco di Roma Gianni Alemanno mentre il tassista medio elenca al cliente medio le sue lagnanze:

guadagno poco, ho il mutuo che mi strozza, spendo quasi tutto in tasse, benzina e assicurazione. Pensavo di

avere una sorta di Tfr (la licenza da rivendere a fine carriera) ma sarà carta straccia, e non mi venissero a

dire che me ne danno un'altra gratis: potrei venderla ma a metà prezzo, perché sono legate tra loro. Pier

Luigi Bersani, ex autore di "lenzuolate", dal Pd preme per liberalizzare ("ed è un'inversione delle parti rispetto

agli schieramenti politici classici", dice il sociologo Domenico De Masi). Non c'è un vero unico campo di

battaglia, ma molte voci che si sovrappongono in caotica moderazione. Non guerra, infatti, ma allarme giunge

dalla Figisc (Federazione italiana gestori impianti stradali carburante). Il presidente Luca Squeri dà a monte

un giudizio "sostanzialmente negativo" sulle misure annunciate, pur attendendo una "consultazione" dai

professori, e ricorre alla definizione già usata un mese fa, al primo soffio di discorso liberalizzatore: "Una

dolce e gioiosa eutanasia dei gestori". Nella bozza governativa, la liberalizzazione in arrivo prevede, per i

circa 4.000 proprietari di distributori e per i circa 24 mila gestori in comodato d'uso, che per legge diventi nulla

qualsiasi clausola di esclusiva (oltre il 50 per cento) sull'approvvigionamento. Il proprietario potrà vendere, se

lo vorrà, anche benzina di marchi diversi. Il non proprietario, per il governo, se vuole potrà fare lo stesso, e in

questa linea si prevede la possibilità di una riformulazione del contratto di comodato d'uso - si pensa a

contratti collettivi - anche per evitare una sorta di esproprio senza indennizzo, dicono in ambienti governativi.

Ma Squeri, a nome dei distributori, esprime molte riserve, e vede nella liberalizzazione un futuro nero di "non-

rinnovo dei contratti" tra gestore e titolare. I notai, in attesa di un confronto con il governo, fanno sapere di

"non avere intenzione di fare barricate" di fronte all'idea dell'aumento della pianta organica. Il consiglio

nazionale del notariato promette "apertura" a patto che si tenga conto che le sedi notarili "sono state giù

aumentate recentemente" e che la crisi "ha colpito" (crisi dell'immobiliare, soprattutto). Le farmacie invece

hanno "voglia di combattere", dice la presidente di Federfarma Annarosa Racca, "specie dopo aver ricevuto

un'altra busta esplosiva" (ieri). "Non si criminalizzi la categoria. Siamo aperti a cambiamenti migliorativi ma

non vogliamo che sparisca la farmacia sotto casa, schiacciata dal grande distributore", dice.

12/01/2012 1Pag. Il Foglio(diffusione:25000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 132

EDITORIALI Libero disordine in vista Ognuno ha le sue ragioni, ma la rottura dell'immobilismo è urgente Ci avviamo verso un periodo di libero disordine. Nessuno troverà mai la proporzione perfetta, la

corrispondenza celeste in fatto di liberalizzazioni. Non la troverà il governo con i suoi imminenti decreti legge,

non la troveranno le corporazioni che già parlano di serrate e manifestazioni ed elaborano un manifesto

dell'interdetto e della protesta dura, i sindacati che sono alle prese con la flessibilità in uscita dal lavoro e altre

vie per ridurre l'inoccupazione e la precarizzazione abusiva, la Confindustria che non è proprio un soggetto

innovatore per sua natura, l'amministrazione pubblica da sempre tenutaria dello status quo, le banche in

bilico sull'abisso del credit crunch, e i molti altri poteri in gioco. Sarà un periodo agitato, con fenomeni di

rivolta in nome di interessi minacciati, di posizioni anche di piccola rendita rese all'inizio più insicure, e

comunque il cambiamento del già noto, del già sperimentato, è qualcosa che produce ansia sociale,

agitazione, rabbia, riflessi di tipo chiuso e arcigno. Ciascuno tirerà fuori il suo argomento, e il principe degli

argomenti è stato già anticipato da posizioni di destra liberale, più o meno dottrinarie, che parlano di

criminalizzazione della ricchezza e di intollerabile invadenza dello stato, quando si tratti di lotta all'evasione

fiscale; e di nuovi penosi sforzi richiesti ai piccoli quando invece ai grandi campioni dell'economia di semi-

monopolio è riservata un'attesa in certi casi anche troppo prudente, sottraendo i colossi da liberalizzare e

forse privatizzare dalla lista delle priorità. La battaglia delle liberalizzazioni deve essere condotta, necessaria

e urgente com'è la rottura della pietrificazione sociale di questo paese, con oculatezza, risparmio di prediche

e di inganni, senso della realtà, nessun dottrinarismo liberale, molto pragmatismo. Si farà un passo avanti, poi

mezzo passo indietro, e poi a zig zag si cercherà di introdurre mobilità, variabilità, concorrenza, competizione

e nuovi modelli di business in molti campi. Questa, almeno, è la strategia che promettono i professori al

governo e il signor Preside. Ed è la strategia giusta, soprattutto se si partirà con un fronte allargato, se si farà

percepire al paese che non si tratta di piccole rivalse o di rancorosi tentativi di penalizzazione ai danni di

questi o di quelli, ma di un piano per rilanciare il lavoro, l'investimento, i consumi e alla fine il generale

sistema di produzione della ricchezza in un paese che da anni produce soprattutto spesa e debiti, con

conseguenze amare per tutti. Una licenza in più ai tassisti vuol dire che sono liberi di usarla, non obbligati, e

che se la mettono sul mercato, e il mercato la valorizza perché c'è lavoro, allora non avranno ragione di

lamentarsi di un'apertura dell'accesso alla loro professione, compensata da un bonus importante a chi già è

dentro il recinto e ha pagato per esserci con soldi e lavoro. Lo stesso per le farmacie, i carburanti e altri

sistemi di trasporto e commercializzazione dei beni e dei servizi. Più alta e generalizzata sarà la sfida

riformatrice all'immobilismo, più il disordine prossimo venturo potrà essere, come si dice, non biecamente

difensivo, non arroccato, non violento e interdittivo, ma creativo.

12/01/2012 3Pag. Il Foglio(diffusione:25000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 133

EDITORIALI Liberalizzare sì, ma anche gli oligopoli Aprire il sistema bancario e assicurativo vale molto, ma si frena troppo L'attenzione dell'opinione pubblica è stata indirizzata dal governo sugli interventi di liberalizzazione che

riguardano alcune categorie tutto sommato "minori", tassisti, farmacisti, benzinai, mentre gli accenni di

Antonio Catricalà per interventi su banche e assicurazioni non hanno suscitato un grande interesse nel

pubblico. Non ha molto senso contrapporre alcune liberalizzazioni ad altre, è invece ragionevole agire per

aprire il mercato in tutti i settori in cui è possibile, ma naturalmente esiste una questione di rapporti

dimensionali. La mancata concorrenza nel credito - figlia dell'oligopolio bancario garantito dalle fondazioni

che ha seguito la privatizzazione parziale - ha avuto e ha effetti assai pesanti sull'accesso al credito da parte

di imprese e famiglie, per non parlare dei costi esorbitanti delle operazioni bancarie e della difficoltà a

spostare i conti da una all'altra. L'intreccio tra banche e assicurazioni, particolarmente diffuso in Italia, rende

opaco quel mercato, mentre per l'assicurazione obbligatoria sugli automezzi l'Italia detiene un record di prezzi

che si giustifica solo con l'esistenza più o meno camuffata di un cartello. Intervenire su queste storture non è

semplice, ma avrebbe effetti sui prezzi, sulla concorrenza e sulla promozione dello sviluppo ovviamente assai

più consistenti di quel che può derivare dalla distribuzione di qualche migliaio di licenze nuove di taxi o

dall'apertura di nuove farmacie o stazioni di servizio. Si vedrà che cosa intende fare l'esecutivo, che però

dovrebbe essere sollecitato con più vigore a intervenire con decisione in questo campo, anche per

allontanare il sospetto che "il governo dei banchieri" abbia un occhio di riguardo a vantaggio della "categoria"

di provenienza. Non guardare in faccia a nessuno, come si dice, è facile nei confronti di settori che possono

protestare in modo rumoroso ma non detengono un grande potere di relazione. Le banche e le assicurazioni

italiane, invece, si sono dedicate con grande intensità alla penetrazione nel settore editoriale, le fondazioni

attraverso l'esercizio delle attività di beneficenza si sono costruite una colossale rete di "clientele", seppure

perfettamente legali. Non per niente nessun governo è riuscito in passato a intaccare l'oligopolio bancario e le

rendite di posizione assicurative. La situazione eccezionale dovrebbe fornire le condizioni per farlo.

12/01/2012 3Pag. Il Foglio(diffusione:25000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 134

C'è posta per Monti dai liberisti del Pd e del Terzo polo Roma. "Nei prossimi giorni avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni", ha dichiarato ieri il

presidente del Consiglio, Mario Monti. Negli otto giorni che mancano al 20 gennaio, data limite indicata dal

sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, è quindi prevedibile un confronto sempre più

serrato nella maggioranza tripartita. Non a caso lo stesso Catricalà ieri è stato definito "giacobino" da Fabrizio

Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera proprio per l'enfasi data ai radicali provvedimenti in arrivo. Maurizio

Gasparri ha annunciato "un documento del Pdl sulle liberalizzazioni" ma "a partire dai grandi potentati, perché

non si può essere forti con i deboli e deboli con i forti". Insomma se perfino un ex An arriva a scomodare

Pietro Nenni, il tema è assai sensibile nel centrodestra. Come ha ricordato anche l'ex ministro allo Sviluppo

economico, Paolo Romani, "le liberalizzazioni non devono essere solo una bandiera o una battaglia

ideologica: bisogna verificarne l'efficacia in base al modello italiano". E ha ammonito, dopo aver invitato a

coinvolgere le categorie interessate: "Anche Germania e Francia, che ora ci pungolano, si sono tenuti stretti i

loro monopoli statali e hanno liberalizzato assai poco". Ma sui campioni nazionali nel Pdl le posizioni sono

frastagliate, con Romani più cauto e Cicchitto più incalzante sull'Eni. Il "giacobino" Catricalà ha spiegato che

"non è una priorità la separazione di Snam Rete Gas"; o su Autostrade, rinviando il tema "a un'agenzia che

nascerà entro fine anno", senza soffermarsi sulle nuove tariffe auspicate la scorsa settimana dall'Antitrust,

ora presieduta da Giovanni Pitruzzella. Così ieri il Pdl, per bocca di Cicchitto, ha brandito contro l'esecutivo

un editoriale di Antonio Polito che, sulla prima pagina del Corriere della Sera, ha scritto: "Prima di cercare la

pagliuzza nell'occhio dei 'piccoli' e dei 'privati', bisogna rimuovere la trave in quello dei 'grandi' e dei 'pubblici".

Ma è il Pd a essere più baldanzoso. Il segretario, Pier Luigi Bersani, è galvanizzato da un tema cui ha legato

la sua opera di ministro nel governo Prodi. Contemporaneamente i pensatori più liberisti del Pd stanno

riemergendo. Antonio Lirosi, già Mister Prezzi e soprattutto braccio destro del Bersani liberalizzatore del 2006

su tariffe e concorrenza, sull'Unità di ieri ha addirittura ammonito il governo Monti che, "caricando sul decreto

una aspettativa eccessiva circa la sua portata, si è assunto il grande rischio di poter deludere le attese

dell'opinione pubblica e dei mercati qualora il provvedimento che sarà varato risultasse circoscritto a pochi

interventi, a misure di dubbia o differita efficacia, o escludesse qualche settore". Tutto e subito, quindi. Con

un invito esplicito a incidere sull'Eni, separando Snam Rete Gas, e sulle concessionarie stradali. E Andrea

Lulli sempre del Pd ha chiesto di non escludere banche e assicurazioni dal decreto. A sinistra si segnala

anche il rinnovato attivismo dei Radicali italiani, che proprio ieri hanno presentato un appello firmato anche da

esponenti del mondo accademico (Alberto Alesina e Francesco Giavazzi tra gli altri) per l'abolizione del

valore legale del titolo di studio e la liberalizzazione delle rette universitarie. E il Terzo polo? Si è schierato nel

suo complesso - al netto di qualche divisione interna a Fli, come l'ex azzurra Chiara Moroni che ha difeso le

ragioni delle farmacie - per liberalizzazioni corpose che vanno dal mercato del gas ai servizi pubblici locali,

dalle ferrovie ai fondi pensione, senza dimenticare welfare, giustizia civile e università. Tra i terzopolisti si

segnala Linda Lanzillotta, che con la sua Fondazione Glocus ha elaborato insieme all'Istituto Bruno Leoni un

dossier che consegnerà a Monti per caldeggiare l'apertura dei mercati del gas, delle poste e anche

dell'università.

12/01/2012 3Pag. Il Foglio(diffusione:25000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 135

La rivolta su Twitter E i cittadini propongono un contro-sciopero Mentre a Bologna è partito il fermo nazionale dei taxi, su Twitter si sta diffondendo l'idea del controsciopero

degli utenti. Lanciata un po' come provocazione dopo la notizia del fermo, la chiave «menotaxipertutti» ha

cominciato a diffondersi. L'idea è quella di un'astensione di massa dall'utilizzo dei taxi per venerdì 20

gennaio, tre giorni prima del fermo nazionale. L'obiettivo, ovviamente, sostenere la liberalizzazione proposta

dal governo Monti. E dalla parte del premier anche le parafarmacie che rilanciano: non ci sarà il fallimento di

nessuna farmacia, i dati parlano chiaro: dei 26,6 miliardi il giro d'affari dei farmaci di fascia C è poco più di 3

miliardi e di questi la fetta che la parafarmacia potrebbe assorbire è poco più del 10%.

12/01/2012 Il Tempo - Ed. nazionale(diffusione:50651, tiratura:76264)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 136

Intanto il governo affronta il nodo liberalizzazioni: categorie in rivolta, il 23 taxi in sciopero Monti impressiona la cancelliera La Merkel gli fa i complimenti, ma vuole la riforma del lavoro Il piano delle riforme strutturali fissato dal governo Berlusconi nella lettera scritta dal ministro Renato

Brunetta, che già sulla carta aveva «impressionato» Angela Merkel, continua a generare lo stesso sentimento

nella cancelliera tedesca ora che Mario Monti rispetto a quel piano ha compiuto «un enorme importante

passo in avanti». Così, ieri, accogliendo a Berlino la visita del presidente del consiglio italiano, la Merkel si è

sperticata di lodi e complimenti contornati da ammirazione e stima personale per Monti. Nel dichiararsi

veramente «impressionata» la cancelliera ha sottolineato che ora, visto l'esempio che proviene dall'Italia,

«ognuno dei principali Paesi dell'Eurozona dovrà fare la sua parte per la stabilizzazione della moneta unica e

per far uscire Eurolandia dalla crisi». Chi era dietro la lavagna, dunque, diviene un modello.L'insistenza di

Merkel sul lavoroTuttavia, la stessa Merkel nel richiamare l'importanza delle riforme strutturali rispetto ai

«maxi piani di investimento» (che com'è avvenuto in Spagna per le infrastrutture «possono generare bolle

speculative») ha scelto proprio l'esempio della riforma del mercato del lavoro: quella che in Italia è più irta di

ostacoli. «In Germania», ha detto, «la riforma del mercato del lavoro di qualche anno fa si è rivelata la chiave

per la nostra capacità competitiva a internazionale. In più, ha portato a un tasso di disoccupazione basso e a

maggiori introiti per le casse dello stato». Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti sono

avvertiti: il treno delle riforme non ha intenzione di fermarsi al binario 18. Quasi inevitabile che la presidente di

Confindustria, Emma Marcegaglia, immediatamente cavalcasse l'onda: «Il reintegro dei lavoratori è

un'anomalia tutta italiana». «Serve più Europa e non meno Europa», è stato lo slogan finale della Merkel

condiviso da Nicolas Sarkozy e Monti pronti per il trilaterale a Roma il 20 gennaio.L'appello di Monti sui

tassi...Ora, dunque, che l'Italia non è più considerata «fonte di infezione in Eurolandia», come dice Monti, non

si capisce perché i tassi di interesse sul debito italiano non calino. «Non sono più giustificati», ha aggiunto,

«visto lo sforzo dell'Italia che anche gli stessi mercati apprezzano» e «che se erano giusti o meno quando

c'era diffidenza ora non lo sono più». Una speranza che sembra quasi un appello agli speculatori

internazionali (sarà utile?). ...mentre protestano i taxiIl dado è tratto: il governo parte con le liberalizzazioni

mentre prosegue il confronto sul lavoro con le parti sociali. Ieri, è trapelata la bozza del decreto legge

consegnata ai ministri. Il Pd con Francesco Boccia fa notare (indirettamente)che mancano alcuni capitoli e

chiede che si intervenga su tutto: «Dallo scorporo della rete gas, ai capitoli benzina, energia, assicurazioni,

banche, vendita farmaci, trasporti e transazioni». Le reazioni delle categorie sono composite. Sulle

assicurazioni l'Ania si dice disponibile ad accettare la riforma purché si eliminino i «costi impropri» che

causano i costi eccessivi dei risarcimenti (14,5 miliardi all'anno). Anche in questo caso, dunque, occorrerebbe

più Europa: «sono le norme che esistono nei Paesi in cui la rc auto costa meno che in Italia». E mentre i

taxisti scendono sul piede di guerra proclamando lo sciopero nazionale per il 23 gennaio, anche i farmacisti

(ed in molti si augurano una protesta civile)si agitano vivacemente anche i farmacisti contro il progetto del

governo di aumentare di 7mila unità il numero delle farmcie. Assopetroli , invece, che rappresenta il 50% dei

distributori di carburanti non ha dubbi: il governo cerca il fallimento di queste imprese. Nel bel mezzo del

dibattito sulle liberalizzazioni la Lega si chiede perché il governo ha negato la concessione alla Singapore

Airlines per operare sull'aeroporto di Malpensa, da dove la compagnia vorrebbe far partire voli per New

York.Si parla di manette agli evasoriTorna il tema delle manette. Le misure di contrasto all'evasione fiscale

che prevedono il carcere «sono rimaste per lo più inapplicate o hanno avuto risultati del tutto insoddisfacenti

e talvolta anche controproducenti». Lo afferma la Corte dei conti sulla gestione delle amministrazioni dello

Stato per l'anno 2012.

12/01/2012 4Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 137

Governatori contro la nuova authority. Pompe di benzina, petrolieri sul piede di guerra Il governo commissaria le regioni Stretta su appalti e privatizzazioni Liberalizzazioni esplosive. Se saranno confermati i contenuti della bozza di decreto legge che sta circolando

in queste ore (si vedano altri articoli da pag. 23), saranno molte le posizioni dominanti che salteranno a breve.

Il governo Monti è deciso a eliminare i paletti che insistono sull'accesso alle professioni, come quella di

farmacisti e notai, ma anche a rimettere mano a trasporti ferroviari e reti stradali, e poi a liberalizzare la

scontistica per tutti i prodotti commerciali e i servizi di notifica a mezzo posta. E non è finita. Nel decreto,

atteso per il consiglio dei ministri del prossimo 20 gennaio, spunta anche un'authority sulla concorrenza nelle

regioni che fa da preludio a un vero commissariamento dei poteri locali. Le reazioni degli interessati si sono

già fatte sentire. E minacciano fuoco e fiamme. Tanto che alcune voci di governo ieri sera invitavano alla

cautela sulla bozza, il decreto ufficiale potrebbe essere diverso. Il dossier è nelle mani il ministro dello

sviluppo economico, Corrado Passera, e del sottosegretario alla presidenza, Antonio Catricalà. Al momento

l'articolato prevede che si istituisca presso Palazzo Chigi «una struttura organizzativa che svolge funzioni di

tutela e di promozione della concorrenza nelle regioni e negli enti locali e di tutela dei consumatori».

Insomma, una vera authority, anche se non costerà un euro alle casse dello stato. La struttura dovrà fare il

monitoraggio della normativa regionale e locale e inviduare le disposizoni contrastanti con la concorrenza.

Nel caso di violazioni, assegna all'ente locale un termine entro cui correggere l'intervento incriminato, da

appalti a norme sugli esercizi commerciali. Se l'ente non adempie, con decreto del presidente del consiglio

dei ministri si potranno esercitare i «poteri sositutivi di cui all'artioclo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131». Si

tratta di poteri che la Costituzione limita ai casi «di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della

normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo

richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle

prestazioni concernenti i diritti civili e sociali». La nuova autorità potrà anche individuare le privatizzazioni dei

servizi locali da fare. Vasco Errani, presidente della conferenza delle regioni e governatore dell'Emilia

Romagna, ha già messo sull'avviso il governo: poteri sostitutivi non potranno essere tollerati. «Prima di

intervenere sulla materia, sarebbe ben che il governo si confrontasse in conferenza, si può garantire la

concorrenza diversamente», spiega Vito De Filippo, presidente della regione Basilicata.Minato anche il

terreno delle pompe di benzina: il decreto cancella per legge l'esclusiva, imposta per contratto dai produttori o

rivenditori ai gestori dei punti vendita, nella misura eccedente il 50% della fornuitura pattuita. Obiettivo: avere

più marchi alla pompa per favorire prezzi più bassi a vantaggio dei consumatori. Conclusioni che vengono

smentite da Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli. «I rispami stimabili con questa norma sono

astratti e comunque risibili, visto che il 90% del prezzo alla pompa è determinato da accise e materia prima.

Quello che invece è certo è che in questo modo il governo condanna al default migliaia di aziende che hanno

investito sui punti di distribuzione, concedendoli in comodato d'uso graduito a gestori terzi a patto però

dell'esclusiva. Ora metà dell'esclusiva salta per legge, ma non i costi che continuano ad essere a nostro

carico», dice Aggradi, «per non parlare poi della possibilità che i gestori possano riscattere le pompe a un

prezzo che è da svendita». Sarà libera, in tutti i distributori, la vendita di giornali, caramelle e tabacchi, in

generale di «ogni bene e servizio».

12/01/2012 4Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 138

LIBERALIZZAZIONI/Ci saranno farmacie ogni 3.000 abitanti. Apribili anche in autostrada I benzinai potranno vendere tutto Al distributore ci sarà un bar, tabacchi, giornali e caramelle I benzinai potranno vendere tabacchi, giornali, caramelle e bon bon e perfino aprire un intero bar all'interno

del proprio impianto di vendita dei carburanti. I laureati in farmacia, invece, avranno più possibilità di trovare

lavoro, visto che il numero di farmacie presenti sul territorio dovrà aumentare. Le autorizzazioni all'apertura

verranno rilasciate in modo che vi sia una farmacia ogni 3 mila abitanti. Attualmente il bacino minimo di

popolazione previsto per aprire una farmacia nei centri fino a 12.500 abitanti è di 5 mila persone, mentre nei

centri urbani più grandi, la soglia scende a 4 mila abitanti. Di più: qualora la soglia dei 3 mila abitanti non

dovesse bastare a soddisfare un numero eccedente di popolazione, questo surplus consentirà l'apertura di

un ulteriore esercizio farmaceutico. E farmacie potranno essere aperte anche lungo le autostrade ad elevata

intensità di traffico, servite da alberghi e ristoranti. Oltre che in stazioni ferroviarie, aeroporti internazionali e

porti. Idem nei centri commerciali e nelle grandi strutture di vendita con superficie superiore a 10 mila metri

quadrati, purché non sia stata già aperta una farmacia a meno di un chilometro e mezzo. È quanto prevede la

bozza di decreto sulle liberalizzazioni al vaglio dell'esecutivo. Andiamo con ordineTUTTO DAL

BENZINAIOCon l'obiettivo di «incrementare la concorrenzialità, l'efficienza del mercato e la qualità dei servizi

nel settore carburanti» il governo punta a liberalizzare l'attività di somministrazione di alimenti e bevande

propria dei bar (art. 5, comma 1, lettera b della legge 287/1991). Unico vincolo: ai benzinai verrà richiesto il

rispetto dei requisiti professionali oggi previsti per i baristi. Non solo. Ai distributori di carburanti si potranno

comprare anche quotidiani e periodici (la vendita non sarà soggetta ad alcun limite di superficie dell'impianto),

ma anche sigarette e ogni genere di tabacchi. Non è finita. La bozza di decreto recita testualmente che

presso gli impianti di distribuzione di carburanti sarà «comunque consentita la vendita di ogni bene e servizio,

nel rispetto della vigente normativa relativa al bene e al servizio posto in vendita». Come dire: il benzinaio

potrà vendere tutto ciò che non è limitato da regole stringenti di commercializzazione.CADE L'ESCLUSIVAI

gestori di impianti distributivi potranno acquistare i carburanti da chiunque li produca o li rivenda. Non ci sarà

più alcun obbligo di esclusiva, insomma, della compagnia. Resterà però una riserva del 50% della fornitura.

Infatti, non appena il decreto sarà in vigore, partirà un conto alla rovescia di un mese, trascorso il quale

diventeranno immediatamente nulle tutte le clausole contrattuali che prevedano forme di esclusiva

nell'approvvigionamento di carburanti per la parte «eccedente il 50% della fornitura pattuita e, comunque, per

la parte eccedente il 50% di quanto erogato» dal singolo punto vendita nel 2011. Ma la liberalizzazione non si

ferma qui.DISTRIBUTORI VENDESIIn futuro un terzo degli impianti di distribuzione di carburanti potrà essere

riscattato nei confronti degli attuali proprietari. A farlo potranno essere sia gli attuali gestori (da soli o in

società o coop appositamente costituite), sia altri imprenditori, in associazione o meno con i gestori stessi. Il

diritto di riscatto dell'impianto sarà subordinato a un indennizzo che tenga conto degli investimenti fatti, degli

ammortamenti in relazione ai canoni già pagati, dell'avviamento dell'impianto e degli andamenti del fatturato.

12/01/2012 24Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 139

I farmacisti oggetto di intimidazione Farmacisti minacciati. Ieri i carabinieri sono intervenuti in una farmacia di via Rombon, a Milano, di proprietà

di Annarosa Racca, la presidente Federfarma. È stata recapitata una busta senza mittente con un grammo e

mezzo di polvere pirica in una siringa. Il plico è simile ad altri due recapitati in questi giorni a Roma e Monza

ad altri dirigenti delle organizzazioni dei farmacisti. Secondo Annarosa Racca una seconda busta analoga le

è stata recapitata presso la sede Federfarma a Roma, in via Emanuele Filiberto 190. Duro il commento di

Marina Calderone, presidente del Cup: «Le minacce a Federfarma e ai dirigenti dell'Ordine dei farmacisti

sono da considerarsi gesti inaccettabili scaturiti dal clima di odio creato artatamente attorno al sistema

ordinistico». Gesti intimidatori hanno visto interessato anche il senatore e vicepresidente del Consiglio

nazionale dei farmacisti, Luigi D'Ambrosio Lettieri. Tutte minacce che, per Calderone, «sono frutto della

campagna di avversione e furore ideologico contro le libere professioni». Per il presidente del Cup i toni e le

frasi usati in questi giorni «su organi di stampa e trasmissioni televisive sono troppo esasperati. Il clima di

tensione che si è venuto a creare è sicuramente uno dei motivi di questi gesti sconsiderati. Il mondo delle

professioni viene criminalizzato come una casta chiusa e rivolta solo ai propri interessi. Non si parla mai della

qualità e della specializzazione offerta dai professionisti nell'esercizio delle attività professionali.

12/01/2012 24Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 140

Il 20 gennaio saranno presentate le misure su notai e farmacie . L'analisi degli effetti collaterali Liberalizzazioni dove sono utili Non si baratti la concorrenza con nuove concentrazioni Le liberalizzazioni sono diventate una parola magica: sembrano possano avere poteri taumaturgici contro

ogni male del Paese. Ma ogni medicina ha effetti collaterali, che potrebbero persino risultare tossici al nostro

tessuto economico. Dalla prima ondata del 2006, con le famose "lenzuolate" di Bersani, sono passati solo sei

anni, che sembrano però secoli. Il contesto economico, politico e sociale è cambiato radicalmente, come pure

l'atteggiamento dei liberi professionisti rispetto alle mutate condizioni del mercato. Si ha quasi la sensazione

di essere tornati ai tempi di Luchino Visconti: "Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli

sciacalli, le iene. E tutti quanti gattopardi, leoni, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra",

recitava Burt Lancaster nel Gattopardo, capolavoro della cinematografia italiana del 1963, ma più che mai

attuale. Il lento sgretolamento del ceto medio ha modificato profondamente la mappa dei privilegi e dei poteri,

introducendo nuovi soggetti forti che condizionano le scelte economiche e politiche del Paese e che mirano a

estendere il loro predominio in ogni settore economico. Le attività intellettuali non fanno eccezione, anzi sono

un ambito territorio di caccia.È il principale rischio sottostante alla nuova ondata liberalizzatrice del governo

che, partita con la legge 148/2011 (l'ormai celebre decreto di Ferragosto), ha trovato massima energia con

l'esecutivo di Monti. Il 20 gennaio prossimo verranno infatti presentate le nuove misure del governo che

toccano da vicino notai e farmacisti, ma l'obiettivo è assai più ambizioso. Certo, non si può filosofeggiare

sull'emergenza economica che sta paralizzando il Paese e, finora, il governo Monti sembra dare prova di

riuscire a gestire con ordine la crisi. Il perno su cui ruota l'intera azione di Palazzo Chigi per il rientro del

debito pubblico fa leva su una crescita del pil di 3 punti all'anno, che dovrebbe realizzarsi anche attraverso un

articolato piano di liberalizzazioni. Si tratta di un progetto ampio e complesso che coinvolge interi settori

economici e produttivi del Paese e, come auspicato dall'Autorità garante per la concorrenza, solo attraverso

un organico e incisivo intervento sui servizi pubblici locali, sulle poste, sui trasporti, sulle banche, sul mercato

dell'energia, fino alla semplificazione dell'attività amministrativa si potranno creare le condizioni per rimuovere

gli ostacoli che frenano l'apertura dei mercati e per favorire la competitività del sistema Paese. In questo

ambito, rientrano anche i servizi professionali che, secondo i calcoli del governo, dovrebbero determinare un

incremento di un punto e mezzo di pil, pari a circa 18 miliardi di euro. Rispetto alla portata complessiva del

processo di liberalizzazioni, gli interventi sulle libere professioni sono solo una piccola parte, ma significativa.

Non tanto per la loro portata economica, quanto piuttosto per il nuovo assetto che si sta disegnando intorno a

un settore economico che oggi vale intorno al 12,5% della ricchezza nazionale. Si annidano tutte qui le

preoccupazioni dei professionisti, che con grande senso di responsabilità sono pronti ad affrontare i

cambiamenti in atto, ma a precise condizioni. L'apertura alla concorrenza dei servizi professionali non può

essere barattata con la creazione di nuove concentrazioni, moderni monopoli che minacciano di fagocitare

una realtà economica costellata da una miriade di studi di piccole e piccolissime dimensioni. La

deregolamentazione dei servizi in atto mira a trasferire sul libero mercato competenze professionali che fino a

oggi rientravano nella sfera tipica delle attività intellettuali: pensiamo per esempio alle nuove norme sui collegi

sindacali o alle modifiche che stanno investendo i notai. In gioco non c'è il destino degli ordini o delle tariffe

professionali, ormai ampiamente superate dopo il decreto Bersani. Si tratta di definire con chiarezza il ruolo e

le competenze dei liberi professionisti all'interno delle moderne dinamiche del mercato. Da questo punto di

vista, Confprofessioni è pronta a portare sul tavolo del presidente del consiglio Mario Monti e del

sottosegretario Antonio Catricalà un pacchetto di misure che possano rilanciare l'attività degli studi

professionali e individuare con il governo nuovi ambiti di intervento per sburocratizzare il sistema ordinistico.

12/01/2012 33Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 141

Il dossier Gas, elettricità e banche ci costano oltre 3mila euro Si cominci da qui. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre maggiore libertà abbatterebbe di molto la spesaQuelle «tasse invisibili» che Bersani aveva cancellato Altro che taxi o farmaci. I primi settori da liberalizzare dovrebbero essere il mercato del gas, quell o d e i c a r

b u r a n t i e dell'energia elettrica, oltre che naturalmente banche e assicurazioni. A pensarla così è la Cgia di

Mestre, sulla base di un'analisi dei bilanci familiari e delle «voci» più pesanti. Se per il gas la spesa media

annua, spiega la Cgia, è pari a 986 euro, per i carburanti (benzina, gasolio per autotrazione, gas-metano) il

costo è di 897 euro, mentre l'energia elettrica incide sui bilanci di una famiglia media italiana per un importo

pari a 588 euro. Il peso delle Rc auto sui portafogli delle famiglie italiane è di 522 euro, mentre i servizi

bancari costano mediamente 260 euro l'anno. Settori, fanno notare gli artigiani mestrini, «che già da qualche

decennio sono stati oggetto delle prime ondate di liberalizzazioni che, purtroppo, non hanno dato luogo a

nessun vantaggio economico per i consumatori». Per Federconsumatori iniettare dinamiche di mercato in

questi settori porterebbe a un risparmio annuo di 900 euro per famiglia. «Complessivamente la ricaduta

positiva sarebbe di circa 21,6 miliardi di Euro», si legge in una nota. «È vero che banche, assicurazioni, e

persino il gas sono settori liberalizzati da tempo - dichiara il presidente Rosario Trefiletti - Ma quello delle

tariffe resta un caso aperto. Lo stesso Draghi ha fatto parecchi richiami in passato sui costi dei servizi. Quello

che potrebbe profilarsi è una sorta di cartello. In effetti le condizioni si somigliano molto». Per quanto riguarda

il gas, si parla da tempo dello scorporo della rete Snam Rete Gas dall'Eni, maggior distributore in Italia. Il

modello dovrebbe essere analogo a quello dell'elettricità, in cui la rete è stata staccata dall'Enel e si è creata

una Borsa elettrica. Ma anche con questo intervento, il mercato ha fatto pochi passi avanti. Senza

informazioni chiare ai cittadini, controlli sistematici delle Authority e possibilità effettiva di confrontare le

offerte, sembra molto difficile creare diversi giocatori in campo. Sulle assicurazioni teoricamente questo

confronto dovrebbe essere possibile. Ma anche qui le compagnie hanno sempre difeso il ruolo dell'agente

monomandatario, cioè in esclusiva (come stanno facendo in queste ore i petrolieri con i gestori). Così quando

si decide di sottoscrivere una polizza spesso non si ha la possibilità di conoscere diverse condizioni. «Ci pare

di capire che i primi a essere interessati saranno i taxi e i farmaci di fascia C che, invece, pesano molto poco

sulle tasche delle famiglie italiane - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - 48 euro l'anno i primi,

126 euro l'anno i secondi. Perché, invece, il governo Monti vuole iniziare le liberalizzazioni proprio da questi

ultimi?». La Cgia sospetta che i grandi gruppi sono rimasti fuori dall'orbita di intervento del governo. Anche il

capogruppo Pd in commissione Attività produttive, Andrea Lulli, nutre gli stessi timori. «Ci auguriamo che il

governo presenti un provvedimento sulle liberalizzazioni veramente molto ampio - ha dichiarato - per noi

questo significa mettere nel mirino anche i costi bancari, quelli assicurativi e consentire anche una maggiore

concorrenza nei servizi pubblici locali e professionali». A dirla proprio tutta, quello che si teme è che alla fine

non venga toccato proprio nessuno (nemmeno farmacie e taxi), e a rimetterci saranno tutti gli altri. Anche se

mancano ancora una decina di giorni al consiglio dei ministri destinato ad esaminare il tema, fissato per il 20

gennaio. Mario Monti ha rassicurato ieri i partiti che appoggiano il suo governo. «Avremo un provvedimento

molto ampio sulle liberalizzazioni», ha dichiarato. Ma si sa molto bene che in questa partita è decisivo il

passaggio parlamentare, dove entrano in azioni le lobby più potenti. «So che i petrolieri si arrabbieranno

molto, ma in Italia c'è un cartello di fatto», ha dichiarato ieri Raffaele Bonanni, leader Cisl. Così torna la parola

cartello. Il timore è sempre lo stesso, cioè che alla fine, nonostante la presenza di diverse sigle, i cittadini

possano scegliere ben poco.

Il costo annuo dei «monopoli»

1574Elettricità e gas

12/01/2012 2Pag. L Unita - Ed. nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 142

Benzina

Rca auto

897 522 260

Banche

12/01/2012 2Pag. L Unita - Ed. nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 143

Muore per infarto Pietro Saviotti il magistrato antiterrorismo Ieri a causa di un infarto è morto il procuratore aggiunto Pietro Saviotti, responsabile del pool anti-terrorismo

della Procura di Roma, che ha rappresentato tra l'altro la pubblica accusa nell'omicidio D'Antona e delle

nuove Br e in tutti i più importanti processi italiani sul terrorismo. Tra le sue indagini, quella sugli anarchici e le

buste esplosive recapitate a Equitalia, e proprio ieri ella sede di Federfarma nazionale a Roma. Il malore lo

ha colto nel tardo pomeriggio, poco dopo aver lasciato Piazzale Clodio. Pietro Saviotti, 56 anni, sportivo

appassionato di canottaggio, è stato uno dei magistrati di punta della Procura di Roma. Poco prima di Natale

aveva avviato l'inchiesta sulla «black list» stilata e pubblicata alcuni giorni fa sul forum del sito neonazista

Stormfront. Tanti i messaggi di cordoglio arrivati dopo la notizia della sua morte. «Sono colpito per

l'improvvisa scomparsa del dottor Saviotti, di cui il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica

ha avuto modo di apprezzare, nel corso della propria attività, la serietà del lavoro e la dedizione al servizio

dello Stato», dice il presidente del Copasir, Massimo D'Alema. E «profondo cordoglio» è stato espresso dal

presidente dell'Unione camere penali italiane, Valerio Spigarelli, a nome suo e della Giunta dell'Ucpi. «Un

magistrato di altissimo livello e di grandi capacità investigative», così lo ricorda il capo della Polizia, Antonio

Manganelli, mentre Walter Veltroni, ricorda la competenza con cui ha sempre indagato: «Su un tema così

scottante come quello del terrorismo aveva dato sempre prova di equilibrio, conoscenza dei problemi e

decisione. Esprimo il mio cordoglio alla famiglia, ai colleghi, a quanti hanno lavorato con lui tra gli inquirenti e

le forze dell'ordine».

12/01/2012 19Pag. L Unita - Ed. nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 144

PAN DI STELLE PERCHÉ (FORSE) STIAMO DIVENTANDO UN PAESE EUROPEO Margherita Hack Che finalmente l'Italia stia diventando un Paese europeo? Può darsi che mi sbagli, ma ci sono alcuni segnali

incoraggianti in tal senso. Intanto, il Parlamento che autorizza l'arresto di uno dei suoi membri, nel caso

specifico il coordinatore del Pdl della Campania, Nicola Cosentino. Poi il sottosegretario Carlo Malinconico,

che ha goduto di vacanze pagate da chissà chi in cambio di chissà quali favori, che ha dato/subito le

dimissioni. Anche la caccia alle evasioni fiscali sembra sia cominciata: il blitz di Cortina è la prova. È vero che

c'è chi ha subito dichiarato che così facendo si perdono turisti. Mi domando: dovremmo quindi favorire

l'evasione per catturare i turisti? Un altro cambiamento cui stiamo assistendo è quello relativo alle

liberalizzazioni. Si parla dell'autorizzazione all'apertura di oltre 7000 nuove farmacie. Questo vuol dire la

creazione di almeno 30.000 nuovi posti di lavoro per i giovani e una maggiore concorrenza. Ora toccherà ai

tassisti che però sono già sul piede di guerra. Del resto, ci aveva già provato Bersani, vedremo se il governo

Monti ce la farà. Infine voglio segnalare un fatto che ho letto su Facebook. C'è un signore torinese, certo

Renato Pallavidini, una volta docente presso il liceo Cavour di Torino dove ha insegnato fino all'anno

accademico 2010-2011. Ora il professor Pallavidini è in malattia retribuita fino al 31 marzo 2012, mentre

secondo me dovrebbe essere in galera. Il professore in questione, infatti, è un negazionista che su Facebook

minaccia di fare una strage nella sinagoga di Torino, che vorrebbe giocare al tiro a segno con gli stranieri che

spacciano sotto la sua abitazione e che loda il duce e Hitler per aver perseguitato gli ebrei. Se questi sono i

docenti che formano i nostri giovani, c'è da aver paura.

12/01/2012 22Pag. L Unita - Ed. nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 145

LA SERRATA DECISA IN UN INCONTRO SINDACALE A BOLOGNA, LUNEDÌ UNA RIUNIONE AL CIRCOMASSIMO DI ROMA Liberalizzazioni, tassisti in rivolta Via allo sciopero per il 23 gennaio. Il governo accelera sulla distribuzione libera della benzina Il governo liberalizza o prova a liberalizzare, e i tassisti preparano le barricate. Ieri sono circolate alcune

indiscrezioni sulle novità che toccheranno il settore dei carburanti: i benzinai saranno liberi di rifornirsi dove

costano meno, di vendere nei distributori anche giornali, sigarette e alimentari e di riscattare, da soli o in

cooperativa, gli impianti dove lavorano. Intanto, però, contro ogni ipotesi di liberalizzazione, è partita la rivolta

dei tassisti: annunciato lo sciopero per il 23 gennaio. E lunedì prossimo i fuori turno si ritroveranno al Circo

Massimo, a Roma, per un'assemblea generale chiamata a decidere eventuali altre iniziative. Nell'agenda

delle liberalizzazioni del governo, oltre ai taxi, ci sono anche le farmacie: si prevedono più concorsi e un

maggior numero di esercizi aperti sul territorio. Ieri, intanto, due buste esplosive sono state inviate al

presidente di Federfarma, Annarosa Racca, e un'altra simile era indirizzata alla farmacia del senatore Luigi

D'Ambrosio Lettieri, del Pdl.

Foto: La protesta dei tassisti a Bologna, in Piazza Maggiore, lunedì scorso ANSA

12/01/2012 34Pag. La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale(diffusione:368484, tiratura:513197)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 146

Podestà e Pisapia: «Solidarietà» Le istituzioni sono unite «contro ogni forma di intimidazione»: il sindaco Giuliano Pisapia ha espresso la sua

«completà solidarieta» alla presidente di Federfarma Anna Rosa Racca. «Si tratta di un atto che condanno

con forza ha detto il sindaco - e voglio ribadire che chi sceglie di compiere gesti simili troverà sempre nelle

istituzioni un assoluto avversario». «Affettuosa solidarietà e vicinanza» al presidente di Federfarma e agli

impiegati di Equitalia è stata espressa anche dal presidente della Provincia Guido Podestà.

12/01/2012 34Pag. Leggo

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 147

BONIFICA S. Giulia in cella consulente di Grossi Nuovo arresto nell'ambito dell'inchiesta S. Giulia. In manette con l'accusa di riciclaggio è finito Gianfranco

Paparella, 44 anni, trader immobiliare che secondo la procura fino al settembre 2009 avrebbe riciclato 2,8

milioni di euro provenienti dai fondi neri accantonati dal re delle bonifiche Giuseppe Grossi, morto a ottobre.

Paparella avrebbe ricevuto i soldi su due conti all'estero, e poi avrebbe approfittato dello scudo fiscale per

farli rientrare in Italia. Ieri quei soldi sono stati sequestrati per ordine del gip Fabrizio D'Arcangelo. Il giudice

invece ha rigettato la richiesta dei pm Laura Pedio e Gaetano Ruta di mettere i sigilli ad altri 1,8 milioni del

trader. Paparella si difende sostenendo di essere stato pagato da Grossi per delle consulenze e di non

sapere della provenienza illecita del denaro. (A.Ber.) BERSAGLIO La farmacia Racca di via Rombon

12/01/2012 34Pag. Leggo

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 148

Ecco la bozza. Poste non avrà più l'esclusiva sugli atti giudiziari. Farmacie in aeroporti e autogrill. Smantellatele reti carburanti Tra le liberalizzazioni spunta lo scorporo della rete Fs Marcello Bussi Cattive notizie per le Ferrovie nella bozza di decreto sulle liberalizzazioni di cui MF-Milano Finanza ha

ottenuto una copia. Nel provvedimento è spuntato lo scorporo della rete ferroviaria (Rfi) dal gruppo. Proprio

l'a.d. Mauro Moretti si era più volte detto contrario a questa ipotesi, fortemente caldeggiata, invece, dal nuovo

entrate sul mercato ferroviario italiano, Ntv. Una norma che, secondo Moretti, non è presente in quasi nessun

Paese europeo e che, in quei pochi in cui è stata applicata, come l'Inghilterra, ha ottenuto pessimi risultati. Le

azioni di Rfi, in base alla bozza, saranno trasferite al ministero dell'Economia, che gestirà la società d'intesa

con lo Sviluppo. Si prevede però anche l'eliminazione dell'obbligo di applicare i contratti collettivi al settore del

trasporto ferroviario, come ha già fatto Ntv. Bisognerà vedere se questo divieto cadrà anche per le Fs. Un

altro capitolo significativo è quello sulla nuova autorità per i trasporti, che come anticipato da MF-Milano

Finanza, si occuperà anche del settore autostradale, determinando le tariffe, definendo gli schemi di

concessione e gli ambiti ottimali di gestione. Infine l'Authority avrà anche il compito di vigilare sul settore dei

Taxi, per garantire la massima apertura di questo mercato. Non ci sono però solo Ferrovie e Autostrade nel

pacchetto. C'è anche una nuova apertura del mercato postale. Il provvedimento cancella l'affidamento in

esclusiva alla società guidata da Massimo Sarmi della consegna degli atti giudiziari e delle multe. Un mercato

che da solo vale svariate decine di milioni di euro. Altra novità è la creazione presso la Presidenza del

Consiglio di una sorta di Antitrust in miniatura. Una struttura che svolgerà funzioni di promozione della

concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e di tutela dei consumatori. Con molti poteri. I suoi funzionari

potranno, per esempio, compiere ispezioni presso le aziende e presso chiunque possa detenere informazioni

utili ai propri scopi di tutela. Potrà persino utilizzare la Guardia di finanza. Più ampia del previsto, poi,

potrebbe essere anche la liberalizzazione delle farmacie. Il quorum previsto per l'apertura degli esercizi

scenderà dagli attuali 5 mila abitanti a 3 mila. Ma la vera novità è che le farmacie potranno essere aperte

anche nei centri commerciali, nelle stazioni, negli autogrill. Per i negozi di tutti i tipi, poi, ci sarà la libertà di

fare sconti senza dover chiedere autorizzazioni e senza dover sottostare agli obblighi dei periodi di saldi.

Novità anche per la rete dei carburanti. I gestori, ma anche altri imprenditori, potranno riscattare le stazioni di

distribuzione (fino a un massimo di un terzo della rete) dai vari Agip, Api, Erg ecc. Poi potranno rifornirsi dove

meglio credono. (riproduzione riservata) Andrea Bassi e Luisa Leone

12/01/2012 2Pag. MF(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 149

SANITÀ . Dopo il no, il caso è politico: Dalai chiede verifica in Provincia «Cellule staminali, idea da rilanciare» Il nuovo Polo chirurgico Confortini a Borgo Trento Al mancato progetto della realizzazione di un consorzio tra

Istituto superiore della Sanità e Azienda ospedaliera universitaria integrata relativo alla ricerca clinica

sull´applicazione delle cellule staminali contenute nel grasso corporeosi sta interessando il consigliere

provinciale del Pd Lorenzo Dalai che ha chiesto la convocazione della prima e dell´ottava commissione della

Provincia. L´iniziativa, spiega lo stesso Dalai, «ha lo scopo di esaminare tutti gli aspetti di quest´iniziativa per

capire se ci siano o meno i presupposti per rilanciarla. Per questo convocheremo il direttore generale

dell´Azienda ospedaliera Sandro Caffi e il dottor Gino Rigotti, il medico che ha scoperto l´utilizzo delle cellule

staminali adipose. Quello che vorremmo capire è se c´era già un progetto, su quali presupposti

eventualmente fosse costruito e perchè è stato lasciato cadere». Secondo Lorenzo Dalai, «se c´è la

possibilità, anche minima, di poter realizzare questo importante progetto bisogna fare di tutto per poterlo

sostenere». Se è un problema di finanziamenti, aggiunge il consigliere del Pd, «a Verona non c´è solo la

Fondazione Cariverona ma si potrebbero trovare altri sponsor». E lancia la proposta di utilizzare gli ex

laboratori della GlaxoSmithKline, rilevati dall´americana Aptuit, per fare di verona un centro pilota per la

ricerca e l´applicazione clinica delle cellule staminali contenute nel grasso adiposo. «So che attualmente in

questi laboratori non sono effettuate ricerche importanti», continua Dalai, «e mi risulta che anche Aptuit abbia

perso interesse per la ricerca in Italia. Questa forse potrebbe essere l´occasione buona per rilanciare la

ricerca a Verona, tenuto conto che l´applicazione delle staminali adipose è già diffusa nel mondo e con buoni

risultati». Se c´è qualcosa che si può tentare per rilanciare un progetto così importante per la medicina e per i

malati, conclude Dalai, «penso che si debba tentare ogni sforzo per poterlo realizzare».E.CARD.

12/01/2012 15Pag. L'Arena di Verona(diffusione:49862, tiratura:383000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 150

il grillo parlante Viva le liberalizzazioni. Ma davvero servono a ripartire? Mario Giordano Ma che serve aprire la boutique a mezzanotte se nessuno ha soldi per comprare un vestito? A che serve

aprire un negozio di scarpe alle 23 se nessuno può permettersi di cambiare i mocassini? A me il dibattito

sulle liberalizzazioni pare una boiata pazzesca. Tutti ne parlano ma nessuno ci capisce nulla. Per l'amor del

cielo: siamo d'accordo che questo è un Paese bloccato dalle conventicole, che troppe caste lo ingessano,

che non è possibile che ci sia un albo per tutti, dai tecnologi alimentari ai terapisti per la riabilitazione dei non

vedenti. Siamo d'accordo che è sempre mancata una bella ventata capace di spazzare via lacci, lacciuoli e

codicilli. Ma, detto questo, davvero la liberalizzazione di negozi, taxi e farmacie è la soluzione dei nostri

problemi? Sia chiaro: sono sempre stato di principio favorevole alle liberalizzazioni. A tutte, a cominciare da

quella della mia categoria. Lo dico perché mi sembra che lo sport nazionale del momento sia diventato: viva

le liberalizzazioni, purché non tocchino me. Ci avete fatto caso? Gli avvocati dicono che è giusto liberalizzare,

ma non nella loro categoria. E gli assicuratori? Per carità, è giusto liberalizzare, ma non nella loro categoria.

E i notai? È una specie di gigantesco gioco del domino: ogni gruppo professionale è pronto a scaricare sugli

altri il peso del cambiamento,ritagliandoperséilcomodo strapuntino della riserva indiana privilegiata... Non

partecipo a questo sport: se si vogliono cominciare le liberalizzazioni, si partapuredall'Ordinedeigiornalistiche

potrebbe essere abrogato subito senza problema. Ma la domanda resta: perché la scomparsa dell'Albo dei

giornalisti (cosabuonaegiusta)dovrebbedareimpulsoall'economia? Perché dovrebbe far partire la ripresa?

P e r c h é d o v r e b b e a v v i a r e l a t a n t o a t t e s a f a s e d u e d e l n o s t r o P a e s e ? N e s s u n o

riesceaspiegarmelo.Eperglialtriprovvedimentiildiscorso è simile: liberalizziamo le farmacie? D'accordo: ma

d a v v e r o p e n s i a m o c h e v e n d e r e l e a s p i r i n e i n u n s u p e r m e r c a t o

porterebbeallasoluzionedelproblemadelladisoccupazione? E come? Per quale via? Ho sentito in queste

settimane legiustificazionipiùazzardate,leargomentazionipiùardite, prove libere di arrampicata sugli specchi.

Un noto economistaèarrivatoaspiegarechel'aperturaseraledeinegozi consente il rilancio dell'economia perché

le persone farebbero gli acquisti con più calma e dunque riuscirebbero a spendere di meno. Ma vi pare?

Davvero oggi ci si trattiene dagli acquisti perché non si ha tempo di scegliergli con calma? Questo è il vero

motivo del crollo dei consumi? Non il prezzo della benzina che tocca le stelle? Non le tasse che prosciugano

le buste paga? Davvero la gente non compra perché non ha tempo?Oilveromotivoèchenonhasoldi? Davvero

c'è chi pensa seriamente che il rilancio della nostra economia passi attraverso la serranda alzata di qualche

panetterie alle 2 di notte? Qualcuno me lo spieghi perché, accidenti, sono sempre stato d'accordo con le

liberalizzazioni. Ma da qualche settimana fatico a capire il perché.

12/01/2012 15Pag. Anna - N.4 - 26 gennaio 2012(diffusione:210485, tiratura:645000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 151

Salviamoci Gente SALVA WEEK TAXISTI IN RIVOLTA, PETROLIERI CONTRARI, FARMACISTI CHE VENTILANO PERICOLI PER

L'OCCUPAZIONE... LA STRADA DELLE LIBERALIZZAZIONI NON È ANCORA IMBOCCATA CON

DECISIONE CHE GIÀ GLI OSTACOLI SEMBRANO QUASI INSORMONTABILI. COME QUELLI

MINACCIATI E PAVENTATI DAI COMMERCIANTI PER UN INTERVENTO SUGLI ORARI DEI NEGOZI

CHE - A LEGGERE BENE LE PAGINE DI ATTUALITÀ DI QUESTO NUMERO - NON SEMBRA NEPPURE

RIVOLUZIONARIO. INSOMMA L'ITALIA DELLE CORPORAZIONI RIMANE BEN RADICATA TANTO NEL

PAESE CHE NEL PARLAMENTO, A DISTANZA DI SECOLI DAL MEDIOEVO. A BEN VEDERE, PERÒ,

L'UNICA RIMASTA FINORA IN SILENZIO È QUELLA CHE PIÙ AVREBBE DA DIRE QUANDO METTE

BENZINA, SCRUTA CON TERRORE IL TASSAMETRO, ENTRA IN UNA FARMACIA... QUELLA DEI

CONSUMATORI. E LA COSA CHE FA PIÙ SPECIE È CHE, NELLE TANTE CONTE DEI

RAPPRESENTANTI DELLE VARIE CASTE ALLA CAMERA O AL SENATO, È PROPRIO QUELLA CHE

NON VIENE MAI CONTEGGIATA

12/01/2012 3Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 152

Carlo Pileri (Adoc) "In tempi di crisi è un'opportunità anche per loro" I consumatori possono avere benefici da tutte le liberalizzazioni, dai taxi alle farmacie, dai treni alle poste fino

agli orari di apertura dei negozi. È un'opportunità per creare più concorrenza, migliorare i servizi e ridurre i

prezzi". Non ha dubbi Carlo Pileri , presidente di Adoc, l'associazione dei consumatori più agguerrita su

questo tema. Presidente Pileri, basterà la liberazione degli orari per sostenere i consumi in crisi? In parte

servirà. Trovare un esercizio commerciale aperto di sera, per esempio, se ho un'esigenza in quel momento,

magari perché ho ospiti a cena, mi permette di comprare qualcosa che non acquisterei in un altro momento.

Lo scorso 25 dicembre, di sera, intorno alla stazione Termini a Roma, ho trovato più di un negozio di frutta e

verdura aperto e ho potuto fare una spesa che non avrei fatto due giorni più tardi. I commercianti hanno

paura che questo provvedimento avvantaggerà la distribuzione organizzata... Capisco che il loro settore è in

difficoltà, ma questa è un'opportunità da non perdere. Non sono obbligati ad aprire 24 ore su 24 per 365

giorni l'anno, ma possono tenere la saracinesca alzata nella fascia oraria per loro migliore in base al luogo,

alla clientela e ai prodotti che vendono. Per un alimentari sarà utile stare aperto la mattina, mentre per un

negozio di abbigliamento magari converrà aprire dal pomeriggio fino a tarda notte. Per i consumatori ci sarà u

na opportunità in più di scelta, e per i commercianti un'occasione per calibrare l'orario sulla propria clientela.

Perché tanta resistenza? I commercianti italiani sono molto conservatori. Basta vedere come si oppongono

alla liberalizzazione dei saldi. Perdono incassi e clienti da anni, ma nonostante questo si rifiutano di anticipare

i saldi a prima di Natale, magari anche solo vendendo i resti di magazzino. Così anche in questi giorni le

vendite sono calate, a parte le calzature. A Milano, a Napoli, a Roma o a Palermo si vede tanta gente davanti

alle vetrine ma pochissime persone che comprano.

12/01/2012 14Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 153

Diritti Lo scandalo Protesi PERICOLOSE, il panico non si ferma Donne preoccupate, informazioni col contagocce, autorità sanitarie in azione. E intanto si scopre che già nel2008 era stato segnalato in Francia il rischio di rottura delle Pip. Valentina Corvino Mancanza di informazione e tanta, tanta preoccupazione. Non può dirsi iniziato sotto i migliori auspici il 2012

per le donne che hanno una protesi mammaria Pip prodotta dall'azienda francese Poly Implant Prothese che

ha chiuso i battenti prima che esplodesse il caso dei suoi impianti al silicone fragili e pericolosi a rischio

rottura. Ripercorriamo le tappe di quello che in Francia hanno definito uno scandalo sanitario planetario : la

Pip, infatti, fondata nel 1991, è stata in passato la numero tre mondiale del settore, arrivando a fornire circa

400mila protesi vendute in tutto il mondo, in particolare in Spagna, Gran Bretagna e America Latina. Denunce

ignorate I problemi nascono già dal 2008 , come rivelato in questi giorni dalla stampa francese. È in quella

data, infatti, che un chirurgo marsigliese segnala all'Afssaps (l'Agenzia del farmaco) le rotture anomale delle

protesi. Si deve arrivare, però, al 31 marzo 2010 , perché il ministero francese della Salute constati che le

caratteristiche delle Pip non corrispondono più ai criteri stabiliti per la commercializzazione e ne blocchi la

vendita , ritirandole dal mercato. In contemporanea, l'azione del nostro ministero della Salute che il 1° aprile

del 2010 prende gli stessi provvedimenti. Passano 21 mesi nel pressoché totale silenzio poi all'inizio di

dicembre 2011 il caso esplode sui giornali francesi e si diffonde a macchia d'olio in tutto il mondo. A far

precipitare nel panico centinaia di migliaia di donne in tutto il mondo la decisione transalpina di richiamare

30mila donne portatrici di protesi Pip per rimuovere , in via cautelativa, gli impianti. Una decisione presa dopo

la verifica di un tasso di rottura doppio rispetto alla media, e soprattutto dopo aver registrato la morte di una

donna per una rara forma di cancro, il nono caso del genere. Le protesi sotto accusa, si scopre, sono

realizzate con silicone di scarsa qualità (acquistato dalla ditta produttrice a costi 10 volte inferiori a quelli di

mercato) con additivi chimici, baysilone, silopren e rhodorsil, resine utilizzati per produzioni di carburanti ,

gomma, computer e anche alimenti, ma mai sperimentati, né tanto meno approvati per uso clinico. In caso di

rottura, si teme, queste sostanze potrebbero provocare infiammazioni e tumori. Tutto il mondo corre ai ripari.

Dal Brasile (dove 25mila donne hanno subito gli impianti) alla Bolivia, dalla Gran Bretagna all'Equador

scattano divieti e controlli su chi le aveva già impiantate. Jean-Claude Mas , il 72enne fondatore della Pip

viene ricercato in Costa Rica dall'Interpol. "I centri richiamino le italiane a rischio" L' Italia , ovviamente non

sta a guardare. Il 20 dicembre scorso il ministro della Salute, Renato Balduzzi , convoca d'urgenza il consiglio

superiore di Sanità, per acquisire un parere urgente sul pericolo che corrono le 45mila donne che hanno

impiantata una protesi Pip. Il parere del Css arriva 2 giorni dopo ed evidenzia un maggior rischio di rottura ma

non parla di cancerogenicità. Si legge: "Non esistono prove di maggior rischio di cancerogenicità ma sono

state evidenziate maggiori probabilità di rottura e di reazioni infiammatorie. Pertanto le donne che hanno

subito un impianto di protesi mammarie Pip sono invitate a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo.

I centri dove sono stati eseguiti impianti di questo tipo devono essere parte attiva nel richiamare le pazienti

che hanno subito un impianto Pip". Il sistema sanitario nazionale, conclude il parere, "si farà carico degli

interventi medico/chirurgici laddove vi sia indicazione clinica specifica". Ma adesso il problema è un altro.

Come rintracciare le donne portatrici delle protesi mammarie Pip, visto che non esiste un registro che

consenta agevolmente di tracciare ciascun intervento? In realtà il registro era stato previsto in un disegno di

legge due anni fa, nel dicembre del 2009 sulla scia di un altro scandalo che aveva interessato le protesi

mammarie, ma non è mai decollato. Se all'epoca l'allora sottosegretario, Francesca Martini , annunciava

trionfalmente che saremmo stati "il primo paese in Europa a dotarsi di un registro delle protesi mammarie" nel

paese delle emergenze, abbassati i riflettori sull'inchiesta firmata Guariniello, nessuno si è più preoccupato di

dare un seguito a quel ddl che, invece, oggi si rivelerebbe utilissimo per accelerare le procedure del

censimento. E così siamo di nuovo alle prese con la necessità di recuperare le informazioni sugli interventi

12/01/2012 35Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 154

praticati nelle strutture pubbliche e private del nostro paese. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha

firmato un'ordinanza al fine di sapere con esattezza quante protesi a rischio sono state impiantate in Italia e

dove. Premessa necessaria per poter valutare eventuali azioni successive. L'ordinanza impone a tutte le

strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e private, accreditate o autorizzate, di redigere entro 15 giorni

dalla pubblicazione dell'ordinanza un elenco nominativo di tutti gli impianti di Pip a partire dal 1° gennaio

2001: la lista resterà, a garanzia della privacy delle pazienti, nella esclusiva disponibilità delle strutture, le

quali però dovranno notificare alle Asl di riferimento (e queste alle competenti autorità regionali) la data di

ciascun intervento d'impianto. Le Regioni avranno poi altri dieci giorni di tempo per inviare tutti i dati al

ministero. L'ordinanza impone che anche le strutture che non hanno effettuato impianti attestino una

dichiarazione di mancata effettuazione di tali trattamenti. Le Regioni dovranno inoltre verificare l'applicazione

delle raccomandazioni in materia disposte dal consiglio superiore di Sanità. Al comando carabinieri per la

tutela della Salute il ministro ha affidato il compito di effettuare indagini e controlli al fine di ricostruire i

passaggi amministrativi per l'acquisizione delle protesi Pip, nonché i percorsi sanitari che hanno preceduto

l'impianto delle stesse, operando su tutto il territorio nazionale. E Federconsumatori offre assistenza legale

Federconsumatori ha messo a disposizione delle donne interessate un pool di avvocati per tutelare i loro

diritti e fornire loro chiarimenti su come comportarsi. L'associazione, inoltre, ha incaricato un proprio collegio

difensivo di verificare i presupposti per una class action e comunque di studiare le possibilità risarcitorie

anche per danno esistenziale, con azioni anche individuali. Per informazioni, www.federconsumatori.it

12/01/2012 35Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 155

I DUBBI DI CHI È STATA OPERATA IN Chi avverte le donne? I buchi neri di chi opera ai confini dell'illegalità Non è il caso di suscitare eccessivi allarmismi". Sono rassicuranti le parole del dottor Aldo Cap pelli , medico

chirurgo plastico, che si dice d'accordo con il parere del consiglio superiore di Sanità: "Non è dimostrata

alcuna incidenza con i casi di tumore alla mammella, il rischio è che possano rompersi più facilmente rispetto

alle altre, ma tutte le protesi non sono eterne, vanno incontro all'usura come le autovetture". Il dottor Cappelli

non condivide neppure l'urgenza della tracciabilità di questi impianti: "Il registro delle protesi mammarie

annunciato nel 2010 non è mai decollato ma sarebbe un di più. Il chirurgo ha, da sempre, l'obbligo di

consegnare alle proprie pazienti il cartellino che contiene tutte le informazioni sulla protesi impiantata: lotto,

tipologia ecc. Questo cartellino viaggia con la protesi in triplice copia: una viene messa in cartella clinica,

un'altra viene consegnata alla paziente e la terza viene allegata al consenso informato". "Anche le protesi Pip

viaggiavano con questo cartellino e dunque le pazienti portatrici di queste protesi ne dovrebbero essere a

conoscenza". Questa certezza si scontra con testimonianze opposte (e con il panico di migliaia di donne che

stanno chiamando ospedali e centri di chirurgia estetica). Come quella di Zoran Marij Arnez , direttore del

reparto di Chirurgia plastica di Cattinara (Trieste). "È allarmante - ha denunciato Arnez al "Piccolo" - che una

grossa fetta di chi arriva da noi per i controlli non abbia mai ricevuto questa documentazione: è difficile

dunque sapere che tipo di protesi porta. In molti casi si tratta di donne operate in Italia". Cappelli consiglia: "In

questo caso ci si può rivolgere alla struttura che ha eseguito l'operazione, a meno di non essere 'vittime' di un

medico poco onesto e di un'operazione border line". In che senso? "Non parlo di operazioni clandestine,

davvero impossibili perché questi interventi devono essere praticati in sala operatoria alla presenza di

un'anestesista. Però è possibile che il metodo di reperimento delle protesi sia dubbio o illegale. In questo

caso il cartellino non c'è", spiega il chirurgo, che accenna anche a un'altra prassi utilizzata nelle strutture

pubbliche. "Negli ospedali - dice - spesso gli interventi estetici vengono fatti passare, in maniera illegale , per

interventi funzionali e anche in questo caso non vi può essere alcuna consegna del cartellino perché, in

teoria, non vi è stato alcun impianto di protesi. Nelle strutture pubbliche, infatti, la ricostruzione con annesso

impianto di protesi può essere praticata solo dopo che la paziente, affetta da tumore al seno, ha subito una

mastectomia. E questo, ovviamente, deve essere documentato nella cartella clinica. Tuttavia ci sono casi in

cui questo iter burocratico non viene rispettato con la complicità di medici e pazienti, che godono così di un

intervento a costo ridotto".

12/01/2012 37Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 156

IL CASO, PARTITO DALLA GRAN BRETAGNA, APPRODA IN ITALIA Troppi antirughe a rischio Il nuovo allarme agita l'Europa Botulino, acido ialuronico, acido polilattico. Sul mercato (anche italiano) troppi prodotti e pochi controlli Roberto Quintavalle Non c'è pace per chi è disposto a tutto per "modellare" il proprio corpo. E mentre le protesi del seno, come

abbiamo visto, continuano a preoccupare migliaia di donne, si profila all'orizzonte l'allarme filler "selvaggio".

Lo scandalo sulle iniezioni antirughe parte dalla Gran Bretagna ma agita i sonni di donne e uomini in tutta

Europa, Italia compresa. Secondo gli esperti inglesi le iniezioni anti-età con botulino , acido ialuronico , acido

polilattico saranno protagoniste del prossimo caso nella chirurgia estetica, almeno se le norme che le

regolamentano non saranno rese più severe. Una profezia basata sulla presenza in Gran Bretagna di 160 tipi

diversi di filler che possono essere iniettati praticamente da chiunque, esponendo i pazienti ai rischi associati

a prodotti di cattiva qualità. Un pericolo, se si considera che centinaia di migliaia di iniezioni anti-età vengono

praticate ogni anno in Gran Bretagna, senza che sia necessaria alcuna preparazione medica: alcune società,

addirittura, vendono i filler on line ai pazienti, mentre centinaia di estetiste le fanno dopo un addestramento di

poche ore. Negli Usa, tanto per fare un esempio che rende l'idea, soltanto 6 filler sono stati approvati dalla

Food and Drug Administration. Sally Taber , direttrice dell'In de pendent Healthcare Advisory Ser vices,

associazione che rappresenta il settore della chirurgia estetica, ha rincarato la dose sul "Times": "La prima

volta che arriverà un paziente con un filler pericoloso cinese, ci chiederemo come abbiamo fatto a permettere

che una cosa del genere accadesse. Dobbiamo lavorare insieme per eliminare queste pratiche spaventose''.

Dello stesso avviso Fazel Fatah , presidente della Baaps, l'associazione britannica dei chirurghi plastici:

''Alcuni filler sono permanenti e possono dare problemi a vita. E già centinaia di donne soffrono di questo tipo

di complicazioni". Fatah ha inoltre denunciato la mancanza di regolamentazione nel settore privato della

chirurgia estetica. Mentre nel settore pubblico i chirurghi plastici devono essersi sottoposti a un

addestramento di circa sei anni, in quello privato chiunque abbia una preparazione medica può praticare

operazioni di chirurgia estetica. E trattandosi di un settore dove i profitti sono alti, molti medici sono tentati

dall'entrare a farvi parte senza le giuste qualifiche. ''Si può trascorrere soltanto un giorno a imparare come si

fa. Non è necessario essere un chirurgo per praticare operazioni chirurgiche, ci sono perfino dentisti che si

improvvisano''. E in Italia ? Da noi i filler sono dispositivi medici (in Gran Bretagna sono di libera vendita, al

contrario del botulino che è soggetto a ricetta medica), ma i problemi restano, tanto che il ministero della

Salute intende potenziare la vigilanza sul loro utilizzo e sulla diffusione di informazioni in tutte le strutture

sanitarie. Ma forse anche da noi servirebbe una revisione dei prodotti autorizzati, visto che - come

denunciano i chirurghi italiani - sono 137 quelli in vendita nel mercato tricolore. Più di 20 volte quelli ammessi

dalla Fda...

12/01/2012 39Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 157

MondoItalia Francia/ Farmaci RITIRATO IL NOPRON L'Agenzia regolatoria francese in materia di farmaci ha disposto il ritiro dal mercato del Nopron, sciroppo

pediatrico antistaminico accusato di effetti dannosi per la salute dei bambini. Il farmaco - Nopron Enfant 15

mg/5 ml 150 ml prodotto dai Laboratoires Genopharm - provocherebbe sonnolenza diurna, iperattività ed

eccitazione e persino problemi a livello muscolare. Da qui è scattato lo stop alla commercializzazione e il

successivo ritiro dagli scaffali delle farmacie. Ritiro che peraltro è stato disposto anche in Italia dal ministero

della Salute. Nel frattempo è consigliabile contattare il medico specialista per la scelta di alternative

terapeutiche idonee.

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 158

NEWS Italia/Servizi PIÙ LIBERALIZZAZIONI Poste, energia, servizi pubblici, ma anche banche, farmacie, negozi. Sono questi i principali settori su cui il

governo Monti è chiamato a intervenire nei prossimi mesi. Ad affermarlo non sono le associazioni dei

consumatori ma l'Antitrust, che in una segnalazione inviata a governo e Parlamento ha sollecitato una serie di

interventi a 360 gradi per far ripartire la crescita economica nel nostro paese. In una parola si tratta di

liberalizzare i servizi ai cittadini innescando un "circolo virtuoso e superando egoismi di parte", ma soprattutto

le "resistenze degli interessi consolidati". Un richiamo che è stato accolto a braccia aperte dal ministro per lo

Sviluppo economico, Passera, che da subito vuole mettere nero su bianco una serie di proposte da

approvare in Parlamento.

12/01/2012 33Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 159

Diritti Lotta alla povertà Socialcard addio Restano i bisogni di chi non ce la fa Dovevano fruirne 1,3 milioni di italiani, tra anziani e famiglie. In realtà se ne sono giovati solo in 450mila. Percolpa di requisiti assurdi ed errori di chi l'aveva presentata in pompa magna Enrico Campione Addio alla "nuova" social card e conto alla rovescia per la vecchia. In una congiuntura economica come

quella attuale arrivano altre due brutte notizie per famiglie e pensionati. Entrambe riguardano la social card, lo

strumento voluto dal governo Berlusconi e concepito per sostenere le fasce più deboli. La prima novità è che

la sperimentazione che da gennaio a vrebbe dovuto coinvolgere 12 città italiane con più di 250mila abitanti

non vedrà mai la luce. L'i ni ziativa è stata cancellata dal decreto Milleproroghe 2012 approvato lo scorso

dicembre dal governo Monti. Una mossa inaspettata, visto che fino a qualche settimana fa sembrava sicura la

conferma e che ha colto di sorpresa gli addetti ai lavori, cioè le "associazioni caritatevoli" che avrebbero

dovuto essere coinvolte in prima fila nella sperimentazione. Troppi errori La sensazione è che molti aspetti

poco chiari dell'iniziativa così come era stata concepita - a cominciare dalla definizione di "ente caritativo" fino

al ruolo incerto che avrebbero dovuto ricoprire i singoli Comuni abbiano spinto l'attuale governo a fermare

tutto per non ratificare un mezzo pasticcio, messo nero su bianco dal precedente esecutivo. Per una nuova

social card che non vedremo mai, rimane ancora in vita la vecchia versione lanciata nel novembre 2008,

seppure con i mesi contati. Presentata in pompa magna dal ministro Tremonti come efficacissimo strumento

per aiutare le famiglie più povere con una donazione di 40 euro al mese , la social card era sostenuta

inizialmente da un fondo di circa 870 milioni di euro. Ma quanto è rimasto nelle casse di quello stanziamento?

E quanti sono i cittadini in difficoltà che usufruiscono attualmente della social card? Secondo le stime iniziali

la platea potenziale degli utilizzatori della carta acquisti - così la chiama l'Inps incaricato a erogarla - doveva

essere di ben 1,3 milioni di persone fra anziani con più di 65 anni e famiglie con bambini fino a 3 anni. "Le

risorse sarebbero dovute bastare a garantire 12 mesi circa di piena operatività", spiega Paolo Conti , direttore

del Centro di assistenza fiscale delle Acli-As socia zioni cristiane lavoratori italiani, che danno supporto ai

cittadini più bisognosi. "A pochi mesi dal lancio invece ci si è ritrovati con una platea effettiva di circa 450mila

utilizzatori , vale a dire un terzo di quanto stimato, ragion per cui il fondo iniziale è stato distribuito anche negli

anni successivi". Un flop annunciato Perché così pochi beneficiari? "Semplicemente perché i requisiti per

poterne usufruire tagliano fuori un'ampissima fetta di popolazione. Per fare un esempio, una famiglia con Isee

non superiore a 6mila euro e che ha un bimbo sotto i 3 anni ha diritto alla social card, ma se il bambino ha 4

anni, ecco che la social card non è più erogabile. Un 60enne che ha perso il lavoro non ne ha diritto così

come un disoccupato di 40 e via dicendo. E parliamo di soli 40 euro al mese. Che senso ha?". Secondo i

vecchi dati del ministero dell'Economia, a novembre del 2009 erano stati caricati sulle carte poco più di 300

milioni di euro di cui 240 già spesi dagli utilizzatori finali. "In base alle nostre valutazioni il fondo è in grado di

garantire l'operatività della social card per altri 6 mesi . Dopodiché i soldi finiranno". Quindi, se il governo non

prenderà provvedimenti, se cioè non troverà nuove risorse, la social card è destinata a "morire" il prossimo

giugno. E a poco o niente vale che da gennaio i limiti di reddito e l'Isee (In dicatore della situazione

economica equivalente) per ottenere la carta acquisti siano stati rivalutati in base all'attuale costo della vita

(+2,6%). Il conto alla rovescia è già iniziato.

870milioni di euro il fondo stanziato per sostenere la social card: 620 milioni di euro con denaro pubblico, 250

milioni da soggetti privati

euro80 i soldi erogati dall'Inps ogni bimestre attraverso la social card

Cos'è la social card È la carta di pagamento elettronico che può essere utilizzata in negozi alimentari,

supermercati, farmacie, parafarmacie o per pagare bollette negli uffici postali, per un valore complessivo di 80

12/01/2012 43Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 160

euro (accreditati sulla carta ogni 2 mesi). Non consente il prelievo di contante. Sconto del 5% in oltre 10mila

negozi convenzionati sul territorio nazionale.

Chi può richiederla Anziani con almeno 65 anni e famiglie con bambini fino a 3 anni.

Dove si richiede Presso gli uffici postali presentando il modulo di richiesta e la relativa documentazione.450

mila

i beneficiari attuali della social card, 1/3 della stima iniziale6.499,82 euro

il limite di reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) per usufruire, nel 2012, della social

card15 mila euro

il limite del patrimonio mobiliare per poter usufruire della social card

Foto: Nella foto in alto, Giulio Tremonti presenta la social card. È il 26 novembre 2008.

12/01/2012 43Pag. Il Salvagente - N.2 - 12 gennaio 2012(diffusione:49000, tiratura:70000)

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Liberalizzazioni delle farmacie : correttivi in pista entro fine mese Attesi a breve i correttivi alla liberalizzazione della vendita dei farmaci di Fascia C varata con il decreto salva-

Italia, oggetto delle pressioni contrapposte di Federfarma e delle parafarmacie. Le misure nel provvedimento

sulla concorrenza che inaugurerà la fase 2 del Governo Monti ai nastri entro il 20 del mese. (Servizi a pag. 5)

10/01/2012 1Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 162

Farmacie /2: visite ed esami sempre senza Iva L'Agenzia conferma l'esenzione dall'imposta per le prestazioni nelle farmacie dei servizi. L'agevolazione

scatta anche se è una coop a fornire le cure. (Servizi a pag. 22)

10/01/2012 1Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 163

Decreto Milleproroghe: quattro rinvii per il settore sanitario Puntuale come ogni anno il 23 dicembre scorso è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legge

Milleproroghe (è il Dl 216, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2011). Diverse le

proroghe per la Sanità, a cominciare da quella forse più attesa: l'intramoenia allargata (quella che si svolge al

di fuori delle aziende Ssn, anche negli studi degli stessi medici). E su cui i sindacati hanno già dichiarato di

voler procedere con una revisione più organica e definitiva che consenta una volta per tutte di fare a meno

dei rinvii a colpi di decreto legge ormai di prassi da circa dieci anni. Queste, in sintesi, le proroghe che

riguardano la Sanità. La prima è la proroga del Commissario straordinario della Croce Rossa italiana (articolo

3). L'incarico di commissario straordinario della Cri è prorogato dal decreto legge fino alla data di

ricostituzione degli organi statutari a conclusione del riassetto organizzativo e, comunque, non oltre il 31

dicembre 2012. La revisione degli organi è prevista nel Dlgs che rientra tra quelli di riforma degli enti vigilati

dal ministero della Salute. Il Dlgs è stato approvato a inizio dicembre dal Consiglio dei ministri ed è ora

all'esame delle commissioni parlamentari competenti che hanno avviato un fitto giro di consultazioni e

audizioni per studiare modifiche al testo come richiesto da più parti e ipotizzato anche dallo stesso ministero

della Salute (il testo approvato era stato elaborato dal precedente Governo). C'è poi la proroga

dell'intramoenia allargata (articoli 16 e 17), la possibilità cioè per medici e dirigenti sanitari che abbiano optato

per l'esclusività di rapporto di lavoro con il Ssn, di continuare a svolgere ancora l'attività liberoprofessionale

intramoenia in strutture esterne alla propria azienda (che non abbiano già rapporti con il Ssn) e con questa

appositamente convenzionate e negli studi degli stessi professionisti. La proroga è al 31 dicembre 2012.

Mentre alle Regioni a cui spetta il compito di costruire gli spazi all'interno delle Asl per l'intramoenia avranno

tempo fino al 21 dicembre 2014. Proroga anche per il cosiddetto sistema di payback (articolo 17 bis ). La

possibilità cioè per le aziende farmaceutiche di sospendere la riduzione del 5% dei prezzi dei farmaci a fronte

del versamento da parte delle stesse aziende alle Regioni dell'importo equivalente al risparmio derivante

dalla riduzione del prezzo. Anche in questo caso la proroga al 31 dicembre 2012. Infine, il Dl contiene una

proroga dei termini in materia di sostanze attive utilizzate come materia prima per la produzione di medicinali

(articolo 15) prevedendo la sospensione fino al 31 luglio 2013 dell'applicazione della norma che stabilisce la

necessità di un certificato di conformità alle norme di buona fabbricazione, rilasciato all'officina di produzione

dalle autorità competenti di uno Stato dell'Ue per le sostanze attive utilizzate come materia prima per la

produzione di medicinali, importate in Italia da Paesi terzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA ON LINE

www.24oresanita.com I testi del Dl Milleproroghe e della Relazione sulla situazione economica 2010

10/01/2012 2Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 164

RELAZIONE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA 2010/ Sempre meno guadagni per le Regioni Intramoenia, briciole al Ssn A ospedali e Asl vanno 74 milioni, a medici e dirigenti 1,05 miliardi Introiti maggiori in Emilia R. e Toscana Icittadini pagano 18,6 euro pro capite Paolo Del Bufalo Nel 2010 le aziende del Ssn hanno incassato 1,129 miliardi per la libera professione intramoenia, in calo

rispetto al 2009. Ma poco è rimasto ad Asl e ospedali dopo che 1,056 miliardi sono subito stati girati a chi ha

eseguito le prestazioni (erano 999 nel 2007): quel 10-15% circa di medici (e pochi dirigenti sanitari) che si

calcola siano tra quelli in esclusiva coloro ai quali i cittadini "paganti" si rivolgono. O a cui si rivolgono anche

le stesse aziende per cercare di abbattere con la libera professione le liste d'attesa. Una forma di

"copayment" per i cittadini che spendono in media poco più di 18 euro pro capite, che per i circa 10-15mila

medici rappresentano un vero aumento di stipendio (circa 75mila euro l'anno medi ciascuno). E i guadagni

dell'intramoenia godono anche di agevolazioni fiscali con un imponibile calcolato solo sul 75% dell'incasso. I

dati sono quelli riportati nella Relazione sulla situazione economica del Paese 2010, curiosamente trasmessa

al Parlamento con sei mesi circa di ritardo rispetto al consueto e subito dopo l'approvazione del decreto legge

Milleproroghe. La Relazione è pubblicata sul sito istituzionale del ministero dell'Economia. Il confronto sui dati

dell'intramoenia è possibile a partire dal 2004, primo anno in cui le Relazioni riportano il dettaglio su incassi e

compartecipazioni, la quota cioè che spetta al personale dirigente, medici in testa. Secondo i dati delle

Relazioni, dalla legge 120/2007 tuttavia, che modificando il Dlgs 229/1999 aveva puntato a rendere più

"agevole" l'esecuzione delle prestazioni liberoprofessionali, l'intramoenia si è contratta, o quantomeno ha

ridotto i suoi guadagni, passati dal picco avuto proprio nel 2007 di circa 1,2 miliardi agli 1,129 attuali (valeva

931 milioni nel 2004). E quello che sembra essere stato un altro effetto della legge che ha previsto anche

l'obbligo di tariffe trasparenti e contrattate con le aziende per le prestazioni e controlli rigorosissimi per evitare

qualsiasi tipo di conflitto di interesse, pena la decadenza dalla carica dei direttori generali e penalizzazioni

economiche per le Regioni inadempienti, è la diminuzione dei guadagni delle aziende sanitarie. Resta

pressoché stabile invece la quota (compartecipazione) dovuta a medici e personale. Così se nel 2007 le

aziende del Ssn avevano incassato mediamente a livello nazionale (tra incassi e perdite, quindi: v. grafico

dell'Italia a pagina 3 ) oltre 196 milioni dall'intramoenia dopo aver pagato i professionisti "esecutori" delle

prestazioni (il 20% circa del guadagno complessivo), nel 2010 la cifra si è ridotta a 74 milioni, nemmeno la

metà quindi dopo tre anni e con un "peso" di appena il 6,5% sul totale dei pagamenti da parte dei cittadini. Si

mantiene invece pressoché costante, ma comunque anch'essa in calo dal 2007 in poi, la spesa pro capite

media per cittadino per le prestazioni di libera professione: aveva raggiunto a livello nazionale i 20,22 euro

nel 2007, si assesta nel 2010 su 18,64 euro (era di circa 16 euro nel 2004). La situazione regionale. Come

sempre, al di là del dato medio nazionale, la situazione si differenzia notevolmente a livello di singole Regioni.

Anche considerando che proprio l'intramoenia è uno di quegli argomenti che i governatori dichiarano "tabù"

per le norme nazionali e che molti di loro hanno autonomamente normato. La prima differenza è ancora una

volta legata alle prescrizioni della legge 120/2007 in cui era stabilito che le aziende avessero un tempo

limitato (il termine era gennaio 2009) per realizzare le strutture interne da dedicare alla libera professione

grazie ai finanziamenti di 826 milioni decisi dalla legge 388/2000. A maggio 2010 (ultimo dato disponibile)

solo nove tra Regioni e Province autonome su 21 (Trento, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana,

Umbria, Lazio, Basilicata e Sardegna) avevano ottenuto l'autorizzazione per il 100% delle somme disponibili

e in sei (Valle d'Aosta, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Molise, Calabria e Sicilia) non erano stati nemmeno

previsti finanziamenti. Nelle altre le percentuali di utilizzo delle somme vanno dal 42,8% dell'Abruzzo al 96,6%

della Lombardia. Così l'intramoenia allargata, quella cioè eseguibile in alternativa in strutture esterne

all'azienda, studi professionali compresi, per supplire alla carenza di spazi interaziendali, ha continuato a

essere prorogata di anno in anno fino all'ultimo rinvio a dicembre 2012 stabilito nel Dl Milleproroghe

10/01/2012 2Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 165

approvato a fine 2011. Dal punto di vista del saldo (la differenza tra incasso e compartecipazione, il

guadagno del servizio sanitario in pratica), i valori maggiori si registrano in Emilia Romagna (29,5 milioni) e in

Toscana (27,5 milioni) mentre saldi negativi (anche legati all'utilizzo dell'intramoenia per abbattere le liste

d'attesa e quindi con prestazioni a carico non dei cittadini, ma delle aziende richiedenti) sono in Lombardia (-

0,95), Lazio (-9,87) e Molise (-0,19). Dal punto di vista della spesa media pro capite per i cittadini (in base alle

tariffe concordate) invece, rispetto alla media nazionale di circa 18,64 euro, hanno speso di più gli abitanti di

Toscana (33,26) ed Emilia Romagna (32,58), mentre sul versante opposto si fermano a una media di 1,92

euro quelli di Bolzano (dove però la libera professione è stata introdotta solo da pochissimi anni e quindi non

è una pratica comune) e rispettivamente a 4,72 e 5,9 euro gli abitanti di Calabria e Molise. Da notare che le

Regioni dove i cittadini spendono di più per l'intramoenia sono quelle in cui è stato attivato il maggior numero

di strutture intraaziendali, mentre dove spendono meno sono le Regioni rimaste a zero con i finanziamenti. ©

RIPRODUZIONE RISERVATA 10-16 gennaio 2012 Sette anni di incassi e compartecipazioni ai medici

(milioni di euro) Piemonte 109,61 116,77 124,18 126,95 116,59 115,56 112,85 3,25 -14,10 -2,71 95,96

101,88 105,99 111,72 110,73 108,69 105,48 9,52 -6,24 -3,21 V. Aosta 2,57 2,43 3,09 3,58 3,91 3,40 3,27

0,70 -0,31 -0,13 2,30 2,12 2,63 2,85 3,20 3,20 3,20 0,90 0,35 Lombardia 184,99 228,39 238,37 255,39

226,51 228,73 218,24 33,26 -37,15 -10,49 159,41 193,44 199,93 210,56 238,77 239,68 235,04 75,63 24,49 -

4,64 Bolzano 0,51 0,52 0,58 - - - 0,97 0,46 - - 0,01 0,01 - 0,01 - - 0,71 0,70 0,70 Trento 8,10 8,70 8,90 8,90

8,40 9,55 9,78 1,68 0,88 0,23 6,44 6,93 7,30 7,30 7,60 8,25 8,85 2,41 1,55 0,60 Veneto 102,63 103,71

102,38 123,17 108,41 109,05 111,87 9,24 -11,30 2,82 89,74 87,90 88,37 94,39 101,44 101,79 101,27 11,53

6,88 -0,52 Friuli V.G. 19,14 23,39 23,58 27,00 27,62 26,13 26,60 7,47 -0,39 0,47 18,22 21,48 21,49 23,05

24,01 23,68 23,78 5,56 0,73 0,10 Liguria 35,68 35,65 38,04 40,89 37,65 36,72 39,99 4,30 -0,90 3,27 29,71

30,21 31,73 33,96 33,69 32,78 33,97 4,26 0,01 1,19 Emilia R. 107,87 122,70 127,40 135,38 141,42 140,14

143,80 35,94 8,42 3,67 88,09 98,65 102,99 108,89 111,78 111,75 114,30 26,21 5,41 2,55 Toscana 95,91

99,45 108,96 121,57 126,65 128,00 124,69 28,78 3,12 -3,31 80,10 82,49 86,96 98,04 95,82 101,06 97,21

17,11 -0,83 -3,84 Umbria 11,21 11,97 11,74 12,54 11,44 11,96 13,13 1,91 0,59 1,16 12,51 12,66 12,29 11,49

13,47 14,63 14,07 1,57 2,59 -0,56 Marche 30,46 30,62 33,73 36,36 37,11 36,66 35,93 5,47 -0,43 -0,73 27,33

25,87 28,67 30,82 29,32 30,30 29,42 2,10 -1,40 -0,87 Lazio 82,55 79,62 113,44 117,72 91,71 97,04 102,75

20,20 -14,97 5,72 80,78 77,11 103,49 102,59 109,60 111,85 112,62 31,85 10,03 0,77 Abruzzo 14,49 15,87

16,33 17,46 17,98 14,33 16,02 1,54 -1,44 1,69 13,30 14,01 14,75 15,41 15,87 14,25 14,71 1,40 -0,70 0,45

Molise 1,92 2,38 2,59 2,87 3,37 3,24 1,63 -0,29 -1,24 -1,61 2,80 2,36 1,80 1,63 2,51 1,88 1,82 -0,98 0,19 -

0,05 Campania 30,93 34,51 44,38 50,22 48,29 51,14 49,07 18,14 -1,15 -2,07 27,36 29,29 40,34 43,52 54,47

48,99 46,24 18,88 2,73 -2,75 Puglia 40,76 34,38 38,99 43,46 43,82 45,75 45,60 4,84 2,14 -0,15 35,87 30,81

37,39 35,88 42,42 41,25 42,83 6,96 6,95 1,58 Basilicata 4,24 3,18 3,40 3,66 3,69 4,09 4,44 0,21 0,78 0,35

3,30 5,07 3,16 3,42 3,90 3,96 4,39 1,09 0,97 0,44 Calabria 5,76 5,93 5,63 7,28 7,80 7,89 9,49 3,73 2,21 1,61

5,32 5,50 5,32 6,74 6,39 7,18 8,42 3,10 1,68 1,24 Sicilia 29,81 38,75 41,90 48,13 45,49 47,84 44,68 14,87 -

3,45 -3,15 28,25 34,85 36,15 45,84 44,92 49,18 44,18 15,93 -1,66 -5,00 Sardegna 12,20 11,23 13,18 13,29

13,46 13,80 15,01 2,81 1,72 1,21 8,84 9,19 11,54 11,53 11,95 10,32 13,20 4,37 1,68 2,89 Italia 931,33

1.010,13 1.100,77 1.195,80 1.121,29 1.131,00 1.129,85 198,53 -65,95 -1,15 815,63 871,81 942,30 999,63

1.061,86 1.064,67 1.055,72 240,10 56,10 -8,94

La quota che spetta al Ssn (milioni di euro) La spesa pro capite media per cittadino (euro) Totale incassi

generali/quota per il personale (milioni di euro) I guadagni per il Ssn e le differenze assolute e pro capite nel

2007 e 2010 (milioni di euro)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 166

RELAZIONE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA 2010/ Più razionalizzazioni con i Piani di rientro Maxi-frenata per beni e servizi A calare sono soprattutto le voci non sanitarie e tutte le consulenze Con un disavanzo di 2,32 miliardi il 2010 si conferma anche secondo i dati della Relazione sulla situazione

economica del Paese, l'anno della maggiore frenata di spesa. Il dato è lo stesso già fornito prima dell'estate

dalla Corte dei conti a cui l'Economia aggiunge nel dettaglio gli andamenti per singole voci di spesa.

Personale. La spesa ammonta a 36,618 miliardi, con un incremento dell'1,2% rispetto al 2009 (un incremento

del 2,6% si era registrato nel 2009 rispetto al 2008) per l'incidenza degli oneri per i rinnovi contrattuali del

personale dirigente 2008-2009 sottoscritti nel 2010 e l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale 2010.

Sul 2009 aveva pesato, invece, il rinnovo contrattuale del personale non dirigente 2008-2009. La spesa del

solo personale sanitario assorbe circa l'80% di quella complessiva per il personale. Beni e servizi. A questa

voce sono andati nel 2010 32,911 miliardi con un incremento dello 0,2% (nel 2009 rispetto al 2008

l'incremento era stato del 4,7%). Per quanto riguarda i "beni" l'incremento è stato del 4,8% rispetto al 2009

quando però si era registrato un aumento del 7,3% rispetto al 2008. Alla minore crescita hanno contribuito

secondo la Relazione - oltre alla distribuzione diretta dei farmaci - le procedure di acquisto di beni e servizi

delle aziende sanitarie soprattutto nelle Regioni con Piani di rientro che hanno incentivato o coordinato

l'aggregazione tra aziende negli acquisti, oltre che gli interventi di razionalizzazione dell'offerta sanitaria

effettuati da alcune Regioni. Per quanto riguarda i servizi la Relazione li distingue in sanitari e non sanitari,

confermando la riduzione di spesa per quelli non sanitari già anticipata su Il Sole-24 Ore Sanità n. 34.

Entrambi diminuiscono nel complesso dello 0,9% rispetto al 2009 contro l'incremento registrato in quell'anno

del 4,9% sul 2008. Un risultato collegato soprattutto al minore ricorso alle consulenze sanitarie e non

sanitarie. Ma a calare di più - o ad aumentare di meno - sono i servizi non sanitari: lavanderia, pulizia, mensa,

riscaldamento ecc. salgono del 4,5% contro una crescita l'anno precedente del 6,9%; manutenzioni e

riparazioni aumentano del 2,3% rispetto al 7,3% del 2009 sul 2008; il "godimento beni" di terzi aumenta del

3,3% contro il 6,8% rispetto al 2008. La minore crescita è legata secondo la Relazione soprattutto al minor

impiego delle forme di leasing e di "service" da parte delle aziende sanitarie. In diminuzione del 2,4% invece

le spese amministrative e generali, assicurazioni, spese legali, utenze telefoniche, altre utenze che l'anno

precedente erano aumentate del 4% rispetto al 2008. E si riducono sostanziosamente (da -38,9% a -22,5%)

le spese per gli accantonamenti tipici, gli interessi passivi e gli oneri finanziari. Medicina generale. I1 costo

complessivo di 6,539 miliardi è incrementato del 2,8% nel 2010, rispetto a un incremento del 4,8% nel 2009,

anche in questo caso per l'incidenza dei rinnovi contrattuali contabilizzati in parte sul 2010. Farmaceutica.

Spesi 10,936 miliardi, con una diminuzione dello 0,6% rispetto al 2009. La dinamica dell'aggregato «è

influenzata dal rafforzamento della distribuzione diretta dei farmaci in atto nei servizi sanitari regionali»,

spiega la Relazione. Specialistica accreditata. È l'unica voce che nel 2010 aumenta di più che nel 2009: 6,l%

rispetto al 4,3% dell'anno precedente. La causa: una maggiore «fruizione, in ambito ambulatoriale, di alcune

prestazioni ritenute inappropriate in ambito ospedaliero» che affianca il rinnovo delle convenzioni Sumai.

Riabilitativa accreditata. Vale 1,971 miliardi, con un decremento nel 2010 dello 0,4%, in controtendenza

rispetto al 2009 che aveva registrato un incremento dello 0,4% rispetto al 2008, anche per effetto di

riclassificazioni contabili avviate dal 2008 in alcune Regioni, tra cui quelle sottoposte ai piani di rientro.

Integrativa e protesica accreditata. La spesa è di 1,869 miliardi, con un incremento dello 0,l%, rispetto al

3,3% registrato nel 2009 sul 2008. Altra assistenza accreditata. Comprende: cure termali, medicina dei

servizi, assistenza psichiatrica, agli anziani, ai tossicodipendenti, agli alcolisti, ai disabili e comunità

terapeutiche. In tutto la spesa è stata di 6,296 miliardi, con un incremento del 5,2% nel 2010 (nel 2009

l'incremento rispetto al 2008 è stato del 5,9%). Anche in questo caso per il consolidamento degli effetti

derivanti da alcune riclassificazioni contabili di alcune Regioni a partire dal 2008. Ospedaliera accreditata.

Comprende gli acquisti di assistenza ospedaliera da ospedali classificati, Irccs privati, Policlinici universitari

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 167

privati e case di cura private accreditate. I costi ammontano a 8,992 miliardi, con un incremento dell'1,9%

rispetto al 2009 contro un decremento dello 0,6% tra il 2009 e il 2008. All'incremento ha contribuito

«sensibilmente» l'attività svolta, soprattutto dalle Regioni in Piano di rientro, per una migliore regolazione

dell'accreditamento dei privati con l'assegnazione di tetti di spesa e l'attribuzione di budget. ©

RIPRODUZIONE RISERVATA I risultati per le principali voci di spesa (miliardi di euro) Spesa, risultato e

disavanzo 2007-2010 per Regione (milioni di euro) 2007 2008 Piemonte 7.728,72 3,6 30,69 7,00 8.074,75

4,5 5,45 1,00 8.346,13 3,4 16,73 4,00 8.459,59 1,40 8,84 2,00 V. Aosta 246,89 0,7 -13,53 -108,00 260,34 5,4

-12,72 -101,00 263,79 1,3 -0,98 -8,00 277,36 5,10 -6,92 -54,00 Lombardia 16.167,36 5,3 9,81 1,00 16.724,68

3,4 4,13 - 17.201,28 2,8 1,88 - 17.734,38 3,10 10,58 1,00 Bolzano 1.064,78 4,3 22,40 46,00 1.108,01 4,1

15,29 31,00 1.064,60 -3,9 37,18 74,00 1.102,87 3,60 1,95 4,00 Trento 943,40 4,8 -8,48 -17,00 994,97 5,5 -

10,24 -20,00 1.062,48 6,8 -12,09 -23,00 1.091,02 2,70 -10,81 -21,00 Veneto 8.105,13 3,0 75,42 16,00

8.387,26 3,5 67,62 14,00 8.641,71 3,0 -27,15 -6,00 8.853,66 2,50 -72,67 -15,00 Friuli V.G. 2.154,71 8,6

39,48 32,00 2.311,47 7,3 21,78 18,00 2.410,29 4,3 16,67 14,00 2.464,92 2,30 8,63 7,00 Liguria 3.097,60 4,8

-141,81 -88,00 3.176,28 2,5 -110,12 -68,00 3.271,76 3,0 -105,64 -65,00 3.244,50 -0,80 -88,58 -55,00 Emilia

R. 7.627,53 4,3 25,93 6,00 7.947,07 4,2 26,50 6,00 8.269,56 4,1 22,44 5,00 8.405,24 1,60 26,45 6,00

Toscana 6.402,59 3,3 42,24 12,00 6.659,86 4,0 -3,36 -1,00 7.116,82 6,9 -6,88 -2,00 7.081,70 -5,00 14,22

4,00 Umbria 1.501,65 2,5 6,89 8,00 1.566,16 4,3 8,52 10,00 1.615,92 3,2 4,76 5,00 1.625,83 0,60 10,42

12,00 Marche 2.525,16 3,1 15,02 10,00 2.618,19 3,7 36,81 24,00 2.736,62 4,5 16,55 11,00 2.805,80 2,50

27,59 18,00 Lazio 10.877,31 1,6 -1.634,95 -296,00 11.083,79 1,9 -1.664,52 -298,00 11.315,32 2,1 -1.395,99

-247,00 11.171,78 -1,30 -1.043,83 -184,00 Abruzzo 2.330,40 5,4 -151,47 -115,00 2.357,20 1,2 -123,50 -

93,00 2.344,89 -0,5 -94,54 -71,00 2.337,74 -0,30 -19,11 -14,00 Molise 621,93 5,4 -66,63 -208,00 651,12 4,7 -

70,44 -220,00 664,84 2,1 -63,65 -199,00 657,92 -1,00 -53,46 -167,00 Campania 9.709,89 5,3 -863,69 -

149,00 10.018,51 3,2 -814,76 -140,00 10.157,04 1,4 -788,88 -136,00 9.990,82 -1,60 -495,79 -85,00 Puglia

6.751,08 7,9 -312,85 -77,00 7.081,31 4,9 -358,17 -88,00 7.144,01 0,9 -302,47 -74,00 7.235,54 1,30 -335,38 -

82,00 Basilicata 970,69 6,2 -17,59 -30,00 1.015,81 4,6 -29,15 -49,00 1.035,08 1,9 -21,04 -36,00 1.051,99

1,60 -35,33 -60,00 Calabria 3.428,24 14,8 -169,84 -85,00 3.370,12 -1,7 -65,44 -33,00 3.506,69 4,1 -118,79 -

59,00 3.427,81 -2,20 18,26 9,00 Sicilia 8.327,09 -0,9 -573,88 -114,00 8.279,63 -0,6 -261,59 -52,00 8.393,19

1,4 -200,00 -40,00 8.521,74 1,50 -61,97 -12,00 Sardegna 2.705,60 2,8 -22,48 -14,00 2.905,49 7,4 -130,79 -

78,00 3.051,05 5,0 -229,74 -137,00 3.062,90 0,40 -228,72 -137,00 Italia 103.287,74 4,2 -3.709,31 -62,00

106.592,02 3,2 -3.468,67 -58,00 109.613,05 2,8 -3.251,64 -54,00 110.605,08 0,90 -2.325,58 -39,00 2009

2010 Regioni Spesa % +/anno preced. Spesa % +/anno preced. Spesa % +/anno preced. Spesa % +/anno

preced. Avanzo/ disav. Avanzo/ disav. Risultato pro cap. euro Avanzo/ disav. Risultato pro cap. euro Avanzo/

disav. Risultato pro cap. euro Risultato pro cap. euro

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 168

Nuovo incontro Balduzzi-assessori in settimana: prime ipotesi per 7,5 miliardi di tagli Patto alle prime schermaglie Le urgenze: ticket e Lea - I rebus: farmaci , ospedali e investimenti E il Sud insegue la mobilità S.Tod. Farmaceutica, beni e servizi, dispositivi, ticket ed esenzioni, nuovi Lea: è attorno a questi cinque macingni

che tornerà a ruotare - martedì 10 gennaio - il tavolo tecnico-politico Governo-Regioni messo in piedi a

ridosso della pausa natalizia per avviare in fretta il cantiere della stesura del nuovo Patto per la salute 2013-

2015. Il primo giro di tavolo convocato il 27 dicembre dal ministro Balduzzi - è servito per condividere

l'agenda degli argomenti e degli impegni economici, elencati in un appunto di lavoro elaborato dalla Salute: la

manovra di primavera esige 2,5 miliardi di risparmi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014 e nel frattempo ci sarà da

definire il riparto del Fsn 2012, candidato a essere dal 2013 l'inevitabile palestra per il passaggio ai

meccanismi del federalismo fiscale. Sconti non ce ne saranno: i 7,5 miliardi di tagli restano tutti e c'è il vincolo

tassativo di far presto, anche prima della scandenza di aprile fissata dalla manovra, perché in caso contrario

«si rischia che il banco salti del tutto», dice qualche assessore. Per i territori l'indice elaborato dalla Salute è

un buon punto di partenza, ma qualche diversità di vedute - se non proprio spaccature - è destinata a

emergere fin da questa settimana. I bersagli sono quelli fissati dalla manovra di primavera; delle soluzioni si

può discutere: sono destinate a confluire nel Patto e c'è licenza di modifica, purché a saldi invariati. Per i beni

e servizi il budget deve scendere del 30% (750 milioni) nel 2013 e del 22% (1.100 milioni) nel 2014, facendo

ricorso - dice la manovra - ai prezzi di riferimento standardizzati dall'Osservatorio dei contratti pubblici. La

Salute avanza come ipotesi alternativa la chiusura/riconversione dei piccoli ospedali entro ottobre 2013 ma

più Regioni chiedono parametri di supporto che fissino livelli organizzativi standard cui dovrebbe essere

obbligatorio adeguarsi, fatta salva la facoltà per le singole Regioni di sostenere scelte alternative con fondi

propri. Tema delicatissimo, che rischia di confliggere con le sentenze della Consulta sull'autonomia dei

territori eppure ritenuto essenziale per dipanare il riordino della rete. Per la farmaceutica l'obiettivo di

risparmio è di 2 miliardi nel biennio (40% e 20%, rispettivamente, nel 2013 e nel 2014). La manovra ha

previsto la partecipazione delle aziende farmaceutiche al recupero del 35% dello sfondamento del tetto

dell'ospedaliera a tetti invariati, la Salute ha già sottoposto alle Regioni l'ipotesi alternativa avanzata dall'Aifa

che invece ne prevede la rimodulazione: 12,1% per la territoriale, con ripiano a carico della filiera; 3,6% per

l'ospedaliera, con un 35% di ripiano a carico della filiera e un 65% a carico delle Regioni, con in più registri,

payment by results e risk sharing ovunque sia possibile. L'ipotesi potrebbe non convincere fino in fondo le

Regioni poco disposte in qualche caso a rischiare onerosi ripiani nel caso in cui il parametro vada inteso a

livello nazionale (come media) e non a livello strettamente territoriale e semmai orientate a far valere il più

possibile quanto previsto nell'accordo sui farmaci innovativi dove è stato sancita la possibilità per i Governi

locali di attivare una sorta di "concorrenzialità" nel mercato farmaceutico ospedaliero. Bersagli di pregio

anche il contenimento della spesa per i dispositivi medici (1,5 miliardi biennio) per un tetto di spesa del 5,2%

con ripiani a carico delle Regioni e la revisione complessiva di ticket ed esenzioni, per un effetto risparmio

pari a 2 miliardi per il 2014. La medicina proposta punta ad agganciare al reddito equivalente del nucleo

familiare (Re) qualsiasi tipo di esenzione attualmente esistente, rivedendo tutte le forme di copayment oggi

vigenti e inventandone di nuove: soluzioni che convincono le Regioni afflitte però da fondati dubbi

sull'esaustività dei dati fiscali disponibili e sulla conseguente possibile necessità di far ricorso in extremis

anche a vecchie idee mai attuate come il ticket alberghiero in corsia. Sul tappeto, infine, il nodo ormai

"storico" della revisione dei Lea; il rifinanziamento dell'articolo 20 per la manutenzione straordinaria e

l'adeguamento tecnologico delle strutture, rinverdendo in modo utile l'arma del project financing. Infine, rebus

dei rebus che in particolare le Regioni del Sud sono intenzionate a sciogliere con il Patto, quello della

mobilità: «Ci sono anche comportamenti strumentali che determinano questo fenomeno che sposta ogni anno

un miliardo e cento di risorse e non possiamo più ammetterli: la Sicilia su questo sarà durissima con

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 169

l'obiettivo di abbassare i saldi a ogni costo», avverte l'assessore siciliano Massimo Russo . La soluzione

possibile? «Rendere obbligatori i patti per la regolazione della mobilità tra le Regioni, indipendentemente dal

fatto che siano confinanti o meno. Ovvero in alternativa, compatibilmente con il diritto di scelta da parte del

cittadino, subordinare l'accesso presso le strutture sanitarie di un'altra Regione a una autorizzazione

preventiva quando di tratta di strutture pubbliche e prevedere budget e tetti di spesa per i rapporti con le case

di cura anche se di altre Regioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 170

LIBERALIZZAZIONI FARMACEUTICHE DI FASE 2 Fascia «C», nuovi ritocchi in cantiere S.Tod. Da un lato l'agenda di proposte e mini-aperture in 7 punti battezzato come "manifesto" di categoria dal

Consiglio Federfarma un paio di mesi fa. Dall'altro la richiesta pressante dell'universo delle parafarmacie -

che intravedono la vittoria a un passo di modificare radicalmente la manovra salva-Italia, ripristinando la

versione originale della misura relativa alla vendita dei farmaci C fuori canale. E da entrambi i fronti l'esigenza

di fare presto, visto che i primi giochi della "fase 2" del Governo Monti sembrano destinati a chiarirsi in

settimana per trasformarsi entro il 20 in un decreto legge (o un Ddl) pro-concorrenza che il premier sarebbe

intenzionato a illustrare ai colleghi dell'Eurogruppo entro fine mese. Tempi strettissimi, dunque, e poche

occasioni di confronto: i farmacisti titolari la loro l'hanno avuta quasi alla vigilia di Natale, in un incontro con il

ministro della Salute Balduzzi che non sembra aver segnato - almeno per ora - grandi punti di svolta, salvo

una generica disponibilità a consultazioni sulla riorganizzazione del settore e la conferma che il Governo è

intenzionato a tornare sul "pasticcio" della fascia C che ha indignato il comparto. Al tavolo di confronto il

sindacato dei titolari ha fatto approdare ipotesi di intervento ben note anche all'ex-patron dell'Antitrust,

Antonio Catricalà. Cuore del pacchetto la proposta - alla quale sarebbe risultato sensibile anche Balduzzi -

per realizzare in tempi rapidi e con procedure semplificate l'apertura di un numero rilevante di farmacie, da

assegnare velocemente con un concorso straordinario riservato a non titolari e titolari di farmacia rurale

sussidiata, prevedendo una regola del vantaggio ad hoc per i farmacisti proprietari di parafarmacia. Una sorta

di sanatoria dell'esistente, dunque, che aprirebbe la strada della convenzione ad alcune centinaia di

parafarmacie, effetto gradito a Catricalà. A fare pandant con la sanatoria mascherata dovrebbero essere -

secondo Federfarma - la possibilità di vendere i farmaci senza ricetta e senza farmacista, come avviene nel

resto dell'Ue, una maggiore flessibilità degli orari d'apertura, il rinnovo della convenzione prevedendo una

nuova remunerazione per i servizi resi dai presidi. Ma non è assolutamente scontato che il pacchetto dei

titolari sia destinato a trovare asilo in settimana (martedì 10) sarà la volta delle parafarmacie di farsi sentire. A

scanso di equivoci hanno fatto sapere subito l'agenda minima delle richieste da girare a Balduzzi: delisting

totale, con vendita nelle parafarmacie di tutti i farmaci di fascia C (ovvero a carico del cittadino); abbattimento

del quorum di 12.500 abitanti per la vendita in parafarmacia dei farmaci di fascia C indicati dalla nuova lista

che sarà formulata dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ("incostituzionale" secondo il presidente del Forum

nazionale delle parafarmacie, Giuseppe Scioscia, perché esclude i cittadini dei piccoli centri dai vantaggi

delle liberalizzazioni) abolizione del diritto di ereditarietà per le farmacie. Se ne saprà di più in settimana,

quando le parafarmacie dovrebbero essere ricevute anche dal ministro dello Sviluppo Passera che più di altri

avrà voce in capitolo sulla miscela pro-crescita da illustrare all'Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il

manifesto dei titolari 1. Valorizzazione del farmaco come bene sociale e della farmacia come presidio

sanitario che opera per garantire la tutela della salute, in linea con quanto avviene in Europa 2. Apertura in

tempi rapidi, con procedure semplificate, di un numero rilevante di nuove farmacie per andare incontro alle

reali esigenze della popolazione di usufruire di un servizio farmaceutico efficiente, capillare, conveniente 3.

Assegnazione veloce di tali farmacie tramite un concorso straordinario snello, per soli titoli, riservato ai non

titolari e ai titolari di farmacia rurale sussidiata 4. Mantenimento della maggiorazione di punteggio nel

concorso per i farmacisti rurali sussidiate e individuazione di forme di vantaggio a favore dei farmacisti

proprietari di parafarmacia 5. Vendita dei medicinali di automedicazione anche senza il farmacista, come

avviene negli altri Paesi Ue 6. Maggiore flessibilità negli orari di apertura 7. Rinnovo della convenzione

farmaceutica nazionale con l'obiettivo di definire, tra l'altro, una nuova remunerazione delle farmacie e

favorire la distribuzione in farmacia di tutti i medicinali del Ssn

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 171

ENTRO FINE GENNAIO LE REGIONI DEVONO INVIARE I DATI Protesi mammarie Pip: il censimento è partito Nomi, cognomi e data dell'intervento: entro il 25 gennaio le Regioni dovranno comunicare al ministero della

Salute, nel rispetto della privacy, l'elenco delle italiane (si stima siano circa 4mila) che hanno ricevuto dal

2001 l'impianto di una protesi al seno Pip, prodotta dall'ormai famigerata Poly Implant Prothese, l'azienda

francese che ha utilizzato per produrle sostanze mai testate. L'ordinanza del ministro Renato Balduzzi dal

titolo «Adozione di provvedimenti in materia di protesi sanitarie Pip», pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del

31 dicembre scorso, impone a tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e private, accreditate e

autorizzate, di redigere entro 15 giorni un elenco nominativo di tutti i casi riguardanti l'impianto Pip a partire

dal primo gennaio 2001. La lista, a garanzia della riservatezza delle pazienti, sarà nell'esclusiva disponibilità

delle strutture, le quali però dovranno notificare alle Asl di riferimento (e queste alle competenti autorità

regionali) la data di ciascun intervento di impianto. Le Regioni avranno poi altri dieci giorni di tempo per

inviare tutti i dati al ministero. L'ordinanza prescrive che «anche le strutture che non hanno effettuato impianti

attestino una dichiarazione di mancata effettuazione di tali trattamenti». Le Regioni dovranno inoltre verificare

l'applicazione delle raccomandazioni in materia disposte dal Consiglio Superiore di Sanità nel parere

espresso il 22 dicembre. Intanto crescono in tutta Europa allarmi e inchieste: l'Agenzia francese dei prodotti

sanitari (Afssaps) ha accertato 1.143 casi di rottura delle protesi, 495 reazioni infiammatorie e 20 casi di

cancro, precisando però che il legame con lo sviluppo dei tumori non è certo. La Gran Bretagna ha ribadito

che le protesi non vanno rimosse perché i rischi sarebbero superiori ai benefìci. Ma dagli esperti britannici è

arrivata un'altra pulce nell'orecchio dei Governi: la giungla dei filler anti-età. E i controlli che latitano.

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 172

DECRETO SALVA ITALIA/ L'impatto della legge sui bilanci delle aziende sanitarie Asl e Ao: le novità contabili Positive le modifiche in materia di Ires - L'aumento Iva pesa sugli acquisti Tracciabilità per le camere apagamento Imu: moltiplicatori anche per i "negozi" Roberto Caselli Il Dl "salva Italia" (201/2011), convertito in legge 214/2011, non presenta novità specifiche per le aziende

sanitarie, ma solo in quanto soggetti contribuenti e che esercitano anche attività commerciali. Le novità in

materia di Ires sono positive, anche se incidono pochissimo sul loro conto economico. In materia di imposte

indirette invece le novità sono del tutto negative, anche se non sono né immediate né certe. In particolare

l'aumento dell'aliquota Iva che decorrerà dal 1 ottobre 2012 appesantirà i costi per l'acquisizione di beni e

servizi. E c'è da tener conto anche della nuova Imu (Imposta municipale unica) in sostituzione dell'Ici fino dal

1 gennaio, della nuova tassa sui rifiuti dal 1 gennaio 2013, e del nuovo limite per la tracciabilità dei

pagamenti, peraltro già in vigore dal 6 dicembre. Deduzione Irap. Dal 2012 sarà possibile dedurre

dall'imponibile Ires un importo pari all'Irap determinata con il criterio del "valore netto della produzione" (tipico

della sfera commerciale e subordinato all'esistenza della contabilità separata), relativa alla quota imponibile

delle spese per il personale dipendente e assimilato al netto delle deduzioni spettanti ai sensi della legge

446/1997, che per le amministrazioni pubbliche sono solo quelle relative ai contributi Inail e al personale

disabile. La deduzione si aggiunge a quella forfetaria del 10% già in vigore. Il vantaggio per le aziende Ssn

sarà in gran parte nullo, sia perché l'Irap pagata per le attività commerciali incide in misura marginale sul

totale (la sfera istituzionale è soggetta al metodo retributivo) sia perché se l'azienda chiude il bilancio delle

attività commerciali in perdita, questa viene aumentata, ma non cambia il carico fiscale; il vantaggio del

riporto a nuovo delle perdite è poco significativo, salvo non ci siano prospettive di utili nel futuro. La riduzione

del cuneo fiscale, collegata all'assunzione di donne e di giovani, in particolare nel Sud, prevista nello stesso

articolo, non riguarda le amministrazioni pubbliche. Riqualificazione energetica degli edifici. È prorogata al 31

dicembre 2012 la detrazione del 55% dall'imponibile Ires sulle spese per la riqualificazione energetica degli

edifici. L'agevolazione è utilizzabile anche dalle aziende Ssn per gli interventi effettuati nei propri edifici,

compresi quelli ospedalieri. Imposte indirette - Iva. Dal 1 ottobre 2012 aumenta l'aliquota ordinaria Iva dal

21% al 23% e quella agevolata dal 10% al 12%: gli aumenti scatteranno solo se le altre misure non diano

luogo alla dotazione minima necessaria del fondo di garanzia e della clausola di salvaguardia prevista per il

taglio lineare delle agevolazioni fiscali. «Solo nel caso sia necessario», si legge nel comunicato di Palazzo

Chigi, ma sarà bene che le aziende Ssn, che non hanno la possibilità, se non in misura minima, di detrarre

l'imposta sui loro acquisti di beni e di servizi, aggiornino prudenzialmente i bilanci preventivi. Ed è previsto un

ulteriore aumento delle due aliquote, di mezzo punto percentuale, dal 1 gennaio 2014. La nuova Imu. È

anticipata al 1 gennaio 2012 in via sperimentale per tre anni, l'entrata in vigore dell'imposta municipale

propria, Imu. L'imposta era stata già introdotta, in sostituzione dell'Ici, con decorrenza 2014 dal Dlgs 23/2011

sul federalismo fiscale municipale. L'applicazione a regime partirà dal 2015. L'imposta ha per presupposto il

possesso di immobili di cui all'articolo 2 del Dlgs 504/1992 (l'Ici imponibile è costituita dal valore dell'immobile

determinato ai sensi dell'articolo 5 dello stesso decreto 504/1992, e dell'articolo oggetto del commento). Per i

fabbricati iscritti in catasto, il valore è costituito da quello ottenuto applicando all'ammontare delle rendite

risultanti in catasto, vigenti al 1 gennaio dell'anno di imposizione, rivalutate del 5% (legge 662/1992) con

moltiplicatori diversi per le varie categorie catastali. Per il gruppo catastale B (case di cura e ospedali senza

fini di lucro, B/2; uffici pubblici in genere, B/4; laboratori scientifici, B/5) il moltiplicatore è 140. Il Dlgs 23/2011

prevede comunque che sono esenti tra gli altri dall'imposta, gli immobili posseduti dagli enti del Ssn destinati

esclusivamente a compiti istituzionali. È in sostanza riproposta l'esenzione prevista dalla legge 504/1992, per

cui i dubbi collegati alla «destinazione esclusiva ai compiti istituzionali» restano in piedi. Per i negozi, spesso

presenti nel patrimonio delle aziende e locati a terzi (gruppo C) il moltiplicatore è 55. Il tributo comunale su

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 173

rifiuti e servizi. Dal 1 gennaio 2013 è istituito il tributo comunale su rifiuti e servizi (Res), a copertura dei costi

relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, svolto in regime di

privativa dai Comuni e dei costi relativi ai servizi indivisibili. Il tributo è dovuto da chi possieda, occupi o

detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibite, suscettibili di produrre rifiuti urbani. La

tassa è unica, ma è divisa in due quote, ciascuna delle quali sarà da calcolare con criteri diversi. La prima è

determinata in base alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, riferite agli

investimenti per le opere e ai relativi ammortamenti; la seconda è rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al

servizio fornito e all'entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di

investimento e di esercizio. Entro il 31 ottobre 2012 dovrà essere emanato il regolamento per definire le

categorie di attività e i criteri per la determinazione del tributo. Tracciabilità dei pagamenti. Tra le misure non

strettamente tributarie, ma finalizzate alla lotta al riciclaggio e all'evasione fiscale, c'è la riduzione, a decorrere

dall'entrata in vigore del Dl n. 201 (6 dicembre 2011), a 1.000 euro della soglia per la tracciabilità dei

pagamenti. Le eventuali violazioni commesse fino al 31 gennaio 2012 non saranno però sanzionabili. Le

aziende dovranno tener conto delle limitazioni specie nella gestione delle camere a pagamento. ©

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 174

Un'analisi lucida e più che mai attuale sui modelli di valutazione dei progetti di ricerca La «peer review» non fa Ssn Non c'è meccanismo in grado di supplire la selezione orientata ai pazienti Ri-orientamento delle prioritàQuattro fasi, quattro errori DI ALESSANDRO LIBERATI * Il sistema pubblico di finanziamento della ricerca biomedica e sanitaria soffre di una sostanziale inefficienza

allocativa. Esserne consapevoli è importante per trovare le soluzioni capaci di massimizzare il ritorno

conoscitivo degli investimenti in ricerca in un'epoca di risorse limitate. Sono almeno 4 le fasi del percorso

della ricerca in cui vi sono altrettanti "sprechi" evitabili. La prima riguarda l'errata individuazione dei quesiti.

Un sistema di ricerca efficiente deve orientare i propri investimenti verso progetti che diano risposte rilevanti

ai problemi dei pazienti e dell'organizzazione dell'assistenza. La seconda riguarda l'insufficiente attenzione

prestata a evitare la ricerca non necessaria. Ogni nuovo progetto dovrebbe essere finanziato solo se non

sono già disponibili le conoscenze che esso dichiara di voler ottenere e se la sua metodologia è adeguata per

ottenere i risultati attesi. La terza area di spreco evitabile dipende dal cattivo uso dei risultati della ricerca per

ritardo nella loro pubblicazione o addirittura per la loro soppressione perché non graditi a chi ha finanziato la

ricerca. Ultimo tipo di spreco evitabile riguarda la qualità del reporting delle pubblicazioni scientifiche che è

spesso insoddisfacente, pregiudicando un efficace trasferimento delle innovazioni nella pratica clinica. Il

finanziamento pubblico della ricerca biomedica e sanitaria in Italia. I finanziamenti per la ricerca biomedica in

Italia provengono dal Ministero della Salute, dal Miur e, limitatamente all'area dei farmaci, dal bando dell'Aifa.

I fondi della ex-Salute e del Miur sono distribuiti attraverso bandi "non aperti" a tutta la comunità scientifica

ma riservati a predefiniti destinatari istituzionali (gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le Regioni

più altre specifiche istituzioni nazionali del Ssn) e solo il bando Aifa non ha vincoli predefiniti di eleggibilità dei

partecipanti. Inoltre la gran parte dei fondi dell'ex ministero della Salute (noti come Ricerca corrente, che

spiega oltre il 65% dell'intero Fondo) non sono utilizzati per finanziare specifici progetti di ricerca ma la

complessiva attività istituzionale (ricerca compresa, ovviamente) degli Enti che vi possono accedere. I

meccanismi di peer review utilizzati all'interno di questi tre tipi di finanziamento sono molto variabili e certo

non esenti da critiche sul piano del rigore e della trasparenza. Con la significativa eccezione del bando Aifa

che da quando è stato avviato nel 2005 ha adottato le modalità di peer review degli Nih americani. I

meccanismi attuali di peer review. Come detto, i metodi di peer review e valutazione sin qui applicati ai tre tipi

di finanziamento descritti sono diversi e variabili per rigore, trasparenza e salvaguardia dall'autoreferenzialità

(intesa come separazione netta tra valutati e valutatori). I due ministeri hanno annunciato di voler mettere a

punto un unico meccanismo di valutazione e peer review per tutti i progetti di ricerca, indipendentemente

dalla loro natura e finalità. Pur comprendendo le preoccupazioni che stanno alla base, quest'idea non mi pare

appropriata per almeno due ordini di motivi. Il primo riguarda la differente natura di ciò che deve essere

valutato in funzione della tipologia della ricerca. Quanto più un progetto ha natura traslazionale e applicativa -

rispetto a una principalmente conoscitiva - tanto più la valutazione deve fondarsi sia sulla qualità scientifica e

metodologica sia sulla rilevanza e fattibilità dei progetti. Soprattutto nell'ambito di progetti di natura

traslazionale e valutativa può essere utile un meccanismo in due fasi, fatto da una pre-selezione (triage) dei

progetti più originali e promettenti (fase questa che in genere utilizza lo strumento delle "lettere di intenti")

seguita da una ulteriore peer review approfondita basata sulla valutazione del protocollo completo della

ricerca. La seconda motivazione per la quale un meccanismo unico non appare convincente ha a che fare

con il grado di multidisciplinarità che va garantito nel percorso di valutazione. Il metodo della Study session

(largamente usato dall'Nih) - che prevede una discussione face-to-face tra gruppi di esperti dopo che essi

hanno valutato individualmente i singoli progetti - è nato proprio per limitare la soggettività e ridurre i possibili

errori di valutazione, ben noti nel processo di peer review. Si tratta tuttavia di un metodo impegnativo, che

richiede tempo e risorse e che deve essere preferito - rispetto alla peer review tradizionale affidata alla

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 175

valutazione di singoli esperti - in quelle situazioni nelle quali la multidisciplinarietà è elemento essenziale del

percorso valutativo e nelle quali è necessario fare scelte di priorità per il finanziamento tra aree di ricerca

competitive. Per queste principali ragioni il richiamo a un meccanismo unico di valutazione non mi pare

convincente, anche se applicato solamente all'interno della galassia della ricerca biomedica e sanitaria. E

sempre per queste considerazioni, il riferimento ai modelli di peer review utilizzati da Telethon e Iarc non è

completamente appropriato in questo contesto, considerando che le ricerche di queste due Fondazioni

appartengono in gran parte alla ricerca di base e pre-clinica. In Italia non siamo comunque all'anno zero e

alcune esperienze andrebbero valorizzate. Il metodo della Study session tipo Nih è stato applicato ai bandi

Aifa sin dal 2005 e, a partire dal bando 2007 al bando Ricerca finalizzata dell'ex Salute, segnando una

sostanziale discontinuità rispetto agli anni precedenti. Il Miur non ha invece introdotto sostanziali variazioni

rispetto a una tradizionale valutazione fatta da esperti individuati dal ministero stesso. Non esiste un sistema

di valutazione e peer review perfetto ed esente da limiti. L'indiscutibile priorità che devono avere i criteri di

originalità e validità scientifica, rigorosità della metodologia e dimostrata competenza dei proponenti devono -

soprattutto per quanto riguarda la ricerca finanziata direttamente dal Servizio sanitario nazionale - coniugarsi

con il perseguimento della massima rilevanza e ricaduta conoscitiva e operativa. Per quanto sia importante il

problema della peer review e della valutazione ex ante, la cura più importante dei mali della ricerca del

Servizio sanitario nazionale passa attraverso una riorganizzazione e un ri-orientamento del modo con cui si

definiscono le priorità e il rapporto tra ricerca e innovazione. L'idea di un esplicito coordinamento (anche

attraverso forme di bando integrato) tra le diverse agenzie di finanziamento è prioritaria. Le tappe essenziali

per questo percorso sono: a) chiarimento su obiettivi e potenzialità della ricerca biomedica e sanitaria; b)

definizione del ruolo della ricerca biomedica e sanitaria degli Irccs; c) realizzazione di un sostanziale

coordinamento tra gli enti che finanziano la ricerca biomedica e sanitaria; d) ricerca di nuove forme di sinergia

tra pubblico e privato per programmi di ricerca e innovazione; e) integrazione possibile tra livelli di

finanziamento internazionale, nazionale e regionale. Data la vastità dei temi, sull'esempio di quanto già

realizzato in altri Paesi questo andrebbe realizzato in modo ampio e partecipato lanciando una

"Consultazione nazionale sulla ricerca biomedica e sanitaria" aperta alla partecipazione della comunità

scientifica italiana. * (Tratto da «Il Sole-24 Ore Sanità» n. 41 del 21-27 ottobre 2008) © RIPRODUZIONE

RISERVATA

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GENETICI E STAMINALI NEL MIRINO DEGLI STUDIOSI Caccia aperta ai geni mutanti della Sla Verso screening personalizzati DI GIULIO POMPILIO * Studi genetici e cellule staminali: due tra i principali filoni di studio su cui la ricerca scientifica internazionale

sta concentrando gli sforzi per trovare risposte sulla sclerosi laterale amiotrofica. La Sla è una malattia

neurodegenerativa progressiva e se da un lato sembra indubbia la sua origine multifattoriale, dall'altro non si

è ancora riusciti a individuarne le cause. Numerosi però sono i progressi scientifici degli ultimi anni, molti dei

quali arrivano dagli studi genetici. Un forte impulso a seguire questa direzione si deve in particolare alla

disponibilità di nuove tecnologie e piattaforme informatiche che permettono di sequenziare l'intero genoma

umano in modo molto più veloce e relativamente più economico. Questi studi stanno aprendo nuove

prospettive sia in termini di conoscenza delle cause, sia per la diagnosi precoce, sia per la sperimentazione di

nuove possibili terapie di "silenziamento" dei geni mutati che portano alla malattia. Grande interesse nella

comunità scientifica, e non solo, hanno suscitato le recenti scoperte di due nuovi geni implicati nella malattia.

Si tratta del gene "ubiquilina 2", di cui ancora non si conoscono le esatte funzioni ma che si è scoperto essere

coinvolto nel processo di riciclo delle proteine neuronali e del gene "c9orf72". Per quanto riguarda

quest'ultimo, la sua scoperta che si deve a un team di ricerca italo-americano coordinato da Adriano Chiò,

direttore del Centro Sla dell'Ospedale le Molinette di Torino - è di grande interesse, soprattutto perché si è

visto che è responsabile del 38% dei casi ereditari e di circa il 4% delle forme sporadiche. Fino a oggi il solo

gene alterato identificato in un numero così elevato di pazienti era stato il Sod1. Gli studi genetici però non

sono la sola risposta della ricerca: anche le cellule staminali sono da qualche anno oggetto di grande

interesse per questa patologia. L'uso di cellule staminali nei pazienti è un argomento che suscita pareri

contrastanti nella comunità scientifica. Tuttavia questa è una strada da percorrere, soprattutto per la capacità

delle staminali di proteggere e sostenere le cellule nervose. Un'altra opportunità risiede nel fatto che è

possibile ottenere staminali da ogni singolo paziente che, diventando neuroni, possono costituire una

piattaforma di screening farmacologico personalizzato. È necessario però che gli esperimenti e i trial clinici

siano eseguiti con rigore scientifico e normativo e che la comunità scientifica raggiunga un accordo in merito

ai criteri di reclutamento dei pazienti e di valutazione dei risultati. I progressi della biologia delle cellule

staminali dovranno dunque condurre a un loro utilizzo terapeutico sicuro, razionale ed efficace. Diventa

dunque allora quanto mai indispensabile continuare a investire nella ricerca su più fronti: obiettivo che AriSla

sta cercando di perseguire attraverso il finanziamento di progetti di ricerca italiani d'eccellenza. Sul fronte

della genetica, a esempio, tra i progetti AriSla 2011, presentati nel corso del secondo convegno nazionale

dello scorso settembre, uno studio riguarda la proteina "Hmgb1", nota per riparare i danni del cuore colpito da

infarto; un altro sta analizzando il processo di degenerazione dei motoneuroni nei moscerini della frutta

(organismi che hanno un patrimonio genetico molto simile a quello umano); altri ancora si propongono di

individuare nuovi geni come possibili biomarcatori. Sul versante della ricerca con le staminali un progetto

prevede l'utilizzo di cellule "bambine", ottenute dalla pelle per studiare il meccanismo degenerativo dei

motoneuroni. Quanto alla diagnosi, è stato finanziato un lavoro che punta all'uso della Pet per l'individuazione

precoce della malattia. Si sta inoltre tentando di sperimentare la sicurezza di un potenziale nuovo farmaco:

l'"Epo", l'ormone noto per essere usato come dopante nello sport, che in questo caso avrebbe attività

benefiche per le cellule nervose colpite da Sla. * Direttore scientifico AriSla (Fondazione italiana Ricerca per

la Sla) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I progetti finanziati La proteina da ostacolare. La "ciclofillina A" o CypA è un marcatore trovato in eccesso nel midollo spinale di

modelli animali di Sla e anche nel sangue di alcuni pazienti: lo studio punta a chiarirne il ruolo per realizzare

farmaci che agiscano attraverso la sua regolazione. (Progetto eCypALS di Valentina Bonetto, Istituto "Mario

Negri", Milano) . Progetto Pilot di 1 anno. Il "gene spazzino" per i motoneuroni. Lo studio punta a testare la

potenziale capacità protettiva dei motoneuroni del gene "Hspb8" con l'obiettivo di individuare un farmaco che

rallenti la progressione della malattia. (Progetto ALS_Hspb8 di Angelo Poletti, Università di Milano). Progetto

Full di 36 mesi. La Sla in Sardegna. Attraverso il sequenziamento del genoma di 380 malati colpiti da Sla

familiare in Sardegna ci si propone di individuare nuovi geni coinvolti nella malattia (Progetto Sardinials

guidato da Adriano Chiò, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino). Progetto Full di 36 mesi. Lo

spunto dell'epigenetica. Partendo dagli studi su molecole che regolano l'espressione genica si punta ad

analizzare effetti neuroprotettivi e sopravvivenza in modelli animali di Sla prodotti da questi inibitori chiamati

HDac. (Progetto Hdacals-2 guidato da Alberto Chiarugi, Dipartimento Preclinica e Clinica farmacologica,

Università di Firenze) . Progetto Full di 36 mesi. Le speranze in un recettore. Lo studio punta a validare il

recettore "sigma 1", che coordina alcune attività cellulari protettive attivate in condizione di stress, come

nuovo target farmacologico coinvolto nella risposta dell'organismo alla degenerazione motoneuronale nella

Sla. (Progetto SaNeT-ALS di Daniela Curti, Università di Pavia) . Progetto Pilot di un anno. Interazioni in

piattaforma. Lo studio punta a chiarire il ruolo delle cellule gliali nella degenerazione neuronale e a studiare

l'effetto del riluzolo, l'unico farmaco disponibile, attraverso la piattaforma "micro electrode array devices", Mea

(Als-Mai di Luca Muzio, Fondazione S. Raffaele del Monte Tabor) . Progetto Pilot di un anno. Studio

traslazionale. Si punta all'individuazione di nuove strategie terapeutiche partendo dall'osservazione di alcune

cellule immunitarie che in un primo momento esercitano un effetto protettivo dei motoneuroni danneggiati

mentre in seguito accelerano la malattia. (Immunals di Caterina Bendotti, Istituto Mario Negri di Milano) .

Progetto Full di 36 mesi.

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Sclerosi: sette speranze da un milione di euro Sette nuovi progetti di ricerca tutti italiani finanziati con oltre 1 milione di euro: questo il bilancio del bando

2011 di AriSla, l'Agenzia di ricerca sulla Sla, lanciato lo scorso aprile e chiuso a dicembre con la selezione

degli studi giudicati più promettenti tra oltre 50 proposte. I sette progetti vincitori, che vanno ad aggiungersi ai

13 studi AriSla già in corso, sono stati selezionati da un comitato scientifico composto da 40 esperti

internazionali che si sono avvalsi del processo di valutazione di peer review. Comprendendo anche i

finanziamenti dell'ultimo bando (1.197.125 euro) salgono complessivamente a 3,7 milioni di euro i fondi

destinati negli ultimi due anni da AriSla alla ricerca d'eccellenza nel settore comprendendo sia progetti

fortemente innovativi che nascono da brillanti intuizioni pur non avendo importanti dati preliminari (progetti

"pilot grant"), sia lavori che affrontano filoni di studio promettenti con un solido background scientifico (progetti

"full grant"). I progetti selezionati nell'ultimo bando puntano in particolare su due filoni di ricerca: far luce sulle

cause della malattia e individuare possibili nuovi biomarcatori e sperimentare molecole che possano

permettere lo sviluppo di nuovi farmaci. La Sclerosi laterale amiotrofica è, infatti, una patologia per cui,

nonostante i progressi della scienza degli ultimi decenni, non si conoscono le cause e non esistono né test

per una tempestiva diagnosi né terapie di cura. A oggi le informazioni che si posseggono sulla patogenesi

della Sla riguardano la scoperta di alcuni geni, come a esempio il "Sod 1" o il "Tdp-43" oppure il gene

recentemente scoperto chiamato "c9orf72", le cui funzionalità vanno ancora chiarite. Sul fronte della diagnosi

non si conoscono biomarcatori certi e nella maggior parte dei casi si arriva a individuare la Sla per

esclusione. Per quanto riguarda la cura, infine, esiste un solo farmaco, il riluzolo, che sembra avere l'effetto di

rallentarne la progressione. Per questo la ricerca rappresenta una grande sfida e la sola speranza per gli oltre

5mila pazienti presenti solo in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IN BREVE Liguria: Santa Corona è "Cts" A dicembre la Giunta ligure ha approvato il documento con cui l'ospedale

Santa Corona insieme al San Martino di Genova sono riconosciuti come i due ospedali regionali per adulti

con Centro trauma di alta specializzazione (Cts), mentre l'istituto Gaslini è il riferimento per i grandi

traumatizzati di età inferiore ai 14 anni. Trento: S. Chiara, bollino Unicef L'Unicef ha consegnato all'Apss del

Trentino la certificazione ufficiale per l'accreditamento "Baby Friendly Hospital" del Santa Chiara di Trento. Si

tratta della prima fase dell'accordo di valutazione che monitora, tra l'altro, la documentazione prodotta dal

gruppo di progetto, la formazione degli operatori e l'informazione alle donne. Veneto: mobilità secondo Tuc A

partire dal 1 gennaio è cambiato anche in Veneto (dopo E.Romagna e Lombardia) il sistema di

remunerazione per prestazioni erogate a pazienti di altre Regioni. Il tariffario previsto a livello nazionale dal

testo unico per la compensazione interregionale della mobilità sanitaria (Tuc) ha sostituito i Drg. Toscana/ 1:

Tse nelle farmacie Da gennaio la tessera sanitaria elettronica si può attivare anche nelle farmacie che

aderiscano all'accordo siglato tra Regione ed esercenti. L'obiettivo è agevolare l'accesso dei cittadini a questo

e agli altri on line che saranno resi disponibili (ritiro dei referti e stampa della propria posizione/fascia

economica ai fini del pagamento dei ticket). Toscana/ 2: prestito pro Meyer Banca Popolare di Vicenza ha

emesso un prestito obbligazionario a fini etici ed è diventato partner della Fondazione Meyer, proponendo ai

propri clienti un'operazione finanziaria con risvolto etico. L'istituto si è già impegnato con due tranche (la

prima già sottoscritta), ciascuna da 10 milioni, a un tasso fisso del 5,9% per tre anni.

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 180

EMATOLOGIA Tromboembolie sotto tiro Edoxaban, inibitore orale diretto del fattore Xa in mono-somministrazione giornaliera della Daiichi Sankyo , si

sarebbe rivelato capace di ridurre significativamente (52,7%) - rispetto ad altre terapie - il rischio di sviluppare

tromboembolie venose (Vte) dopo artroplastica dell'anca o del ginocchio. Il dato è emerso da due studi di

Fase III randomizzati, in doppio cieco (Stars EIII e Stars J-V), in 1.326 pazienti che hanno subito

l'artroplastica totale del ginocchio o dell'anca .

10/01/2012 20Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 181

ANTICOAGULANTI Ue, tre ruoli per rivaroxaban Via libera della Commissione Ue a rivaroxaban, anticoagulante orale di Bayer HealthCare , per l'utilizzo in tre

indicazioni: trattamento del rischio di ictus e dell'embolia sistemica in adulti con fibrillazione atriale non-

valvolare (Fa) con uno o più fattori di rischio trombotico; trattamento e prevenzione della trombosi venosa

profonda (Tvp) e dell'embolia polmonare (Ep) recidivanti in seguito a Tvp acuta; prevenzione del

tromboembolismo venoso (Tev) in caso di sostituzione di anca o di ginocchio.

10/01/2012 20Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 182

CASSAZIONE/ 2. Le Asl non sono obbligate a organizzare corsi Ecm a pag. 23

10/01/2012 21Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 183

FISCO . Agenzia delle Entrate: prestazioni esenti dall'Iva nelle farmacie dei servizi a pag. 22

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 184

FISCO/ L'Agenzia conferma l'esenzione dall'imposta per le prestazioni fornite nei presìdi Farmacia dei servizi senza Iva L'agevolazione scatta anche se è una cooperativa a fornire le cure Esenzione da Iva a tutto campo per i servizi sanitari forniti dalle farmacie. Lo ha confermato l'agenzia delle

Entrate con la risoluzione 20 dicembre 2011, n. 128/E , che ha riconosciuto l'applicabilità del regime

agevolativo previsto dall'articolo 10, n. 18), del Dpr 633/1972, in relazione alla natura delle prestazioni e

all'abilitazione professionale in possesso dei soggetti prestatori, a prescindere dalla relativa forma giuridica e

dal committente. La questione controversa. Il Dlgs 153/2009 prevede i nuovi servizi erogabili dalle farmacie

nell'ambito del servizio sanitario nazionale. In particolare, si tratta delle attività ad alta valenza socio-sanitaria,

quali la partecipazione all'assistenza domiciliare integrata e la presa in carico di particolari pazienti cronici, la

realizzazione di iniziative per il corretto uso del farmaco, la partecipazione a programmi di educazione

sanitaria e prevenzione, l'effettuazione di autoanalisi di prima istanza, le prenotazioni di visite ed esami. Il

ministro della Salute ha successivamente emanato tre decreti attuativi sui nuovi servizi, riguardanti le

autoanalisi di prima istanza, la presenza in farmacia di altri operatori sanitari e la prenotazione per via

telematica di prestazioni ambulatoriali. In esecuzione di uno di questi provvedimenti, alcune organizzazioni

territoriali aderenti alla Federazione che ha posto il quesito all'Agenzia stanno sottoscrivendo con strutture

rappresentative delle professioni sanitarie, quali infermieri e fisioterapisti, contratti di mandato con

rappresentanza, per consentire agli utenti delle farmacie di poter accedere alle prestazioni rese da tali

professionisti sanitari. Nel caso di specie, il soggetto al quale verrebbe affidato il mandato di svolgere i nuovi

servizi ad alta valenza socio-sanitaria, in nome e per conto delle farmacie aderenti, è una struttura societaria

eventualmente organizzata anche in forma di società cooperativa. Sicché, il cittadino si rivolgerebbe alla

farmacia per ottenere la prestazione dei servizi sanitari e la farmacia, a sua volta, svolgerebbe direttamente il

servizio, avvalendosi delle strutture societarie che rendono l'attività richiesta, tramite i propri professionisti

sanitari. Il dubbio manifestato all'Agenzia riguardava, quindi, il trattamento da riservare ai fini Iva a tale

molteplicità di prestazioni, intercorrenti tra la farmacia e i professionisti sanitari, nonché tra l'utente finale e la

farmacia medesima. L'orientamento comunitario. La riferita disposizione dell'ordinamento Iva, in attuazione

della relativa previsione della Direttiva 2006/112/Ce, dispone l'applicazione del regime di esenzione da Iva

per «le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell'esercizio delle professioni

e arti sanitarie soggette a vigilanza». L'ambito applicativo di tale esenzione ha, peraltro, formato oggetto di

alcune pronunce della Corte di giustizia dell'Unione europea che, nel loro insieme, forniscono un significativo

contributo al corretto inquadramento della fattispecie. In particolare, merita di essere ricordata la sentenza 7

novembre 1999, C-216/97, con cui i giudici di Lussemburgo hanno stabilito il principio secondo cui la norma

comunitaria che prevede l'esenzione deve essere applicata anche nel caso in cui le prestazioni mediche

vengono svolte da medici alle dipendenze di enti dotati di personalità giuridica. Tale statuizione si giustifica in

relazione al principio di neutralità dell'imposta, il quale impedisce a che operatori economici che effettuano le

stesse operazioni subiscano un trattamento differenziato in materia di riscossione dell'Iva. Tale principio è

stato successivamente ribadito dalla sentenza 10 settembre 2002, C-141/00, con cui si è chiarito che le

prestazioni mediche sono esentate in base alla loro natura (puramente oggettiva) e non in base alla natura

giuridica (soggettiva) del prestatore. Dunque, già alla luce dell'analisi della giurisprudenza comunitaria, si

possono trarre conclusioni utili a sostenere l'applicabilità del regime di esenzione da Iva ai servizi di

assistenza medica, indipendentemente dal soggetto prestatore. La prassi nazionale. Ritornando all'esame

della norma dell'ordinamento domestico, a ogni buon conto, l'Agenzia delle entrate conferma che

l'applicazione dell'esenzione alle prestazioni deve essere valutata sia in base alla natura delle prestazioni

fornite, riconducibili nell'ambito della diagnosi, cura e riabilitazione della persona, sia in relazione ai soggetti

prestatori, i quali devono essere abilitati all'esercizio della professione sanitaria, a prescindere dalla forma

giuridica che riveste il soggetto che le rende. Peraltro, anche rifacendosi a un proprio precedente di prassi -

10/01/2012 22Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 185

risoluzione 28 maggio 2003, n. 119/E - l'Agenzia conferma come l'applicabilità del regime di esenzione sia

stata riconosciuta in situazioni analoghe. La fattispecie richiamata riguardava il caso in cui un'Asl, titolare di

prestazioni sanitarie di riabilitazione domiciliare e ambulatoriale, erogava tali servizi avvalendosi di una

società per azioni, che li attuava attraverso i propri soci (società cooperative), impiegando il proprio personale

dipendente costituito da operatori qualificati. Anche in tale situazione, è stato riconosciuto applicabile il

regime esentativo dell'Iva. In conclusione, quindi, laddove la farmacia si avvalga, per la prestazione dei

servizi sanitari nei confronti del cliente-paziente, di una struttura societaria, eventualmente organizzata in

forma di società cooperativa, che effettua le prestazioni tramite propri professionisti sanitari, tanto le

prestazioni effettuate dai professionisti sanitari alla farmacia, quanto quelle effettuate da quest'ultima ai

clienti/pazienti sono esenti da Iva. Alberto Santi © RIPRODUZIONE RISERVATA

10/01/2012 22Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 186

CASSAZIONE/ 3 Nessun obbligo di formazione per le Asl Manuela Perrone Le aziende sanitarie non sono tenute a fare corsi Ecm. Non esiste a carico di ogni singola Asl «un obbligo di

predisporre e organizzare specifici e determinati corsi di aggiornamento e/o formazione per i propri medici e,

correlativamente un ben definito diritto di questi di ottenere direttamente dall'Asl di appartenenza la

promozione e organizzazione di iniziative formative e/o di aggiornamento professionale». A chiarirlo è stata la

sezione lavoro civile della Cassazione ( sentenza n. 21817/2011 , depositata il 20 ottobre), rigettando il

ricorso di un camice bianco per la riforma di una sentenza della Corte d'appello di Torino. Il medico si era

rivolto al tribunale di Asti perché dal 1982 non aveva conseguito alcuna progressione di carriera: la colpa, a

suo avviso, era della Asl per cui lavorava, che non aveva predisposto corsi di aggiornamento o formazione

penalizzandolo nei concorsi. Il tribunale aveva dichiarato la Asl inadempiente e l'aveva condannata a risarcire

14.520 euro di danni, ma la Corte d'appello aveva ribaltato il verdetto. La Cassazione conferma ora la bontà

della motivazione. Ripercorrendo la normativa in materia, la Suprema Corte stabilisce innanzitutto che non c'è

una potestà esclusiva della Regione in materia di formazione medica: il Dlgs 502/1992, agli articoli 16 e 16

quater , «vede interagire lo Stato e le Regioni, ma non attribuisce direttamente alle Asl alcuna autonoma

titolarità, autoreferenziale, in ordine alla promozione di iniziative idonee a essere ricomprese nella suddetta

formazione». Le aziende sanitarie sono invece «strumento attraverso il quale la Regione provvede

all'erogazione dei servizi sanitari». La stessa legge 244/2007 - fa notare la Cassazione - ha stabilito che il

sistema Ecm è disciplinato dall'Accordo Stato-Regioni 1 agosto 2007 ed è gestito dall'Agenzia per i servizi

sanitari regionali. Pertanto «le Asl, analogamente ai possibili organizzatori e produttori di formazione Ecm

(quali Università, Irccs, Ordini) devono essere accreditate» ai sensi del nuovo sistema Ecm (Gu n. 288/2009)

e l'accreditamento può essere revocato se non si rispettano le indicazioni dell'ente che accredita

(Commissione nazionale, Regioni, Province). Nulla dunque può pretendere il medico dall'Asl. Censurabile

soltanto nel caso in cui gli impedisse di aggiornarsi e di partecipare alle iniziative Ecm, situazione non

ravvisata nella fattispecie esaminata. La pronuncia ha fatto comunque discutere. La Fp-Cgil medici ricorda

come il decreto Monti abbia anticipato al 13 agosto 2012 l'introduzione delle sanzioni disciplinari da parte

degli Ordini nei confronti dei camici bianchi che non raggiungono i crediti Ecm dovuti e attacca: «La sentenza

è una pietra tombale per il sistema di formazione pubblico dei medici che si aggiunge al taglio del 50% delle

risorse operato dal Governo Berlusconi». Per il segretario Massimo Cozza , «è inaccettabile che da un lato le

aziende sanitarie possano chiamarsi fuori dalla formazione dei medici mentre il Governo in modo

schizofrenico riduce le risorse e punisce chi non si aggiorna: si vuole mettere un'altra tassa sui medici

pubblici, costringendoli a formarsi a proprie spese. La formazione per i medici è fondamentale, visti i continui

progressi della ricerca, e non può essere privatizzata, demandandola solo all'industria farmaceutica e

biomedicale. Per questo chiediamo al Governo e alle Regioni un tavolo di confronto». © RIPRODUZIONE

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10/01/2012 23Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 187

L'EDITORIALE GIORGIO MULÈ Su tasse e pensioni non ci sono stati ripensamenti, adesso ci aspettiamolo stesso rigore sulle liberalizzazioni GIORGIO MULÈ Si è fatto un gran parlare intorno alle parole d'ordine del governo guidato da mario monti: equità, rigore e

sviluppo. Ciascuna di queste belle parole si porta dietro, quando viene concretamente attuata attraverso

provvedimenti legislativi, dotte dissertazioni sull'effet- tiva applicazione nella realtà dei fatti. al netto degli

equilibrismi e dell'autocensura dei partiti nel nome della «responsabilità», il governo ha dovuto in alcune

occasioni innestare fret- tolosamente la marcia indietro o imporsi correzioni di rotta per evitare incidenti

frontali con alcune forze della variegata maggioranza. È successo sui temi della riforma del lavoro e sulle

liberalizzazioni, giusto per fare due esempi. L'esecutivo ha adesso annunciato che entro il 20 gennaio

sfornerà un decreto sulle libera- lizzazioni. E mal gliene incolse. L'annuncio, come sempre è accaduto e

sempre accadrà, ha immediatamente riacceso la miccia della protesta. I tassisti hanno dato un assaggio con

il rifiuto a singhiozzo di trasportare i clienti. Sappiamo che sanno fare di peggio quando ci si mettono: basta

ricordare le proteste a roma e milano con le città paralizzate e prese in ostaggio perché si vagheggiò di

interventi sulla categoria. Il governo ha però indicato una data e un impegno. Lasciamo da parte le effettive

capacità di creare sviluppo attraverso il raddoppio delle licenze dei taxi o l'aumento della pianta organica

delle farmacie, oppure ancora con l'abolizione delle tariffe minime per gli avvocati. non è questo il punto. Il

governo, dopo avere indicato perentoriamente una data, ha l'obbligo morale prima ancora che politico di

andare avanti e arrivare entro il 20 gennaio al decreto, cioè a un provvedimento che ha forza di legge prima

ancora di passare al vaglio del parlamento. non c'è lobby che tenga né sponsor di sorta fra i banchi del

parlamento. In ballo c'è la serietà (ecco un'altra parola d'ordine di monti) di chi guida l'Italia in un momento

straordinariamente difficile. Se cioè il governo ha individuato nella strada delle liberalizzazioni il modo di dare

un impulso positivo alla crescita economica e di sbloccare alcune leve produttive del paese, è bene che vada

senza tentennamenti fino in fondo. E visto che quello dei taxi viene indicato, a più riprese, come il diaframma

da far cadere per dare il segnale defini- tivo che in Italia è possibile fare le liberalizzazioni allora si arrivi

all'obiettivo. anche con il rischio, di sicuro messo in conto visto che l'annuncio è stato dato in televisione, di

essere impopolari (circostanza tutta da vedere) e di sfidare in campo aperto chi deciderà di opporsi con

metodi non ortodossi se non addirittura selvaggi. Significa prepararsi a giorni difficili, a una contrapposizione

che in mancanza di senso della misura e del rispetto travalicherà in manifestazioni di protesta estreme come

quelle che abbiamo già dovuto subire in passato e delle quali abbiamo già sentito gli echi nelle ultime

settimane. Ci si può confrontare, si possono e si devono ascoltare le ragioni di tutti, ma questo governo (per

quanto «strano» possa essere secondo la definizione del professor monti) si è posto pubblicamente un

obiettivo e non può più tirarsi indietro. ne va della sua credibilità, ultima bellissima parola di questa nuova

stagione politica. Che gli zelanti estimatori di monti cominciano per la verità a usare malinconicamente un po'

a sproposito. n Su tasse e pensioni non ci sono stati ripensamenti, adesso ci aspettiamo lo stesso rigore sulle

liberalizzazioni Per commentare: blog.panorama.it/opinioni

12/01/2012 15Pag. Panorama - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:446553, tiratura:561533)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 188

STORIA DI COPERTINA L'ECONOMIA BLOCCATA PER I VOSTRI SOLDI PASSATE DOPO Le imprese impiegano 103 giorni per onorare una fattura. Lo Stato addirittura 180, record europeo. Per colpadei pagamenti in ritardo il denaro non circola più. E congela a cascata un intero Paese. MARCO COBIANCHI L'equazione della crisi italiana è molto semplice: lo Stato non paga me, io non pago te, tu non paghi lui, lui

non paga loro e loro non pagano i dipendenti. Anzi, loro i dipendenti li vorrebbero pagare lo stesso, però non

hanno soldi, quindi o finiscono nel girone infernale dei debiti oppure scelgono la via più semplice, che è quella

di scomparire nel nero. O si suicidano, come è successo 40 volte nel 2011. È questa la «formula» della crisi

dell'economia italiana: non solo manca il denaro nelle tasche dei consumatori, mancano soldi soprattutto

nelle casse delle imprese che non vengono pagate da quello che dovrebbe essere, in teoria, il loro miglior

cliente: lo Stato. Invece lo Stato italiano è diventato il peggiore dei pagatori: per evadere una fattura ci mette

più tempo di tutti gli stati europei. E a forza di rimandare ha accumulato un debito nei confronti delle aziende

che ha dell'incredibile. Prima di tutto i numeri. Nella relazione annuale 2011 della Banca d'Italia, l'ultima letta

da Mario Draghi prima di andare alla Bce, c'è scritto che lo Stato ha debiti commerciali pari al 4 per cento del

pil, cioè circa 62,5 miliardi di euro (dati 2010), identico a quello dell'anno precedente, e cioè: fra il 2009 e il

2010 ha mantenuto lo stesso livello di debito verso le imprese private. Le banche e le imprese alzano questa

stima: secondo uno studio di Abi e Confindustria, lo Stato dovrebbe alle aziende fra i 70 e i 100 miliardi di

euro. Pauroso? Sì, ma c'è di peggio. La «soluzione» dell'equazione della crisi italiana è un numero: 121.

Indica i giorni che mediamente occorrevano a un'impresa italiana per vedere pagata una propria fattura nel

2010. La media tiene conto delle fatture emesse verso privati cittadini, da un'impresa verso altre imprese e da

un'impresa verso la pubblica amministrazione. Se si prende in esame solo quest'ultimo tipo di rapporti, quelli

verso il settore pubblico, il tempo medio si allunga a 186 giorni. Nel 2011 le cose sono leggermente migliorate

e l'attesa è scesa a 180 giorni, ma restiamo comunque i più lenti d'Europa. Secondo la ricerca European

Payment Index 2011 della società privata Intrum Justitia, il paese secondo classificato in quanto a lunghezza

dei tempi di pagamento è la Grecia, comunque ben distanziata: 113 giorni. Ma il confronto coni paesi

maggiori in Europaè umiliante: la Francia paga le aziende che lavorano per lo stato in 56 giorni e la Germania

in 34. Non è finita, perché se i 180 giorni di ritardo della pubblica amministrazione indicano una media, ciò

significa che ci sono imprese che ricevono i soldi per il loro lavoro anche più tardi. Per il 2011 i costruttori

denunciano attese di 240 giorni. Gli industriali dei servizi innovativi devono aspettarne 248. Quelli

dell'impiantistica attendono 7 mesi. E se un imprenditore ha avuto la pessima idea di entrare nel settore

sanitario, allora può invecchiare aspettando che una asl gli paghi il dovuto: minimo 10 mesi, secondo la

Farmindustria. Se poi il debitore è un ospedale campano, i giorni salgono a 790; e se è calabrese si arriva a

979. Gli imprenditori che aderiscono alla Fifo (forniture ospedaliere) denunciano ritardi dai 10 ai 15 mesi.

Quelli dell'Assofarm, che riforniscono le farmacie pubbliche, parlano di 350 e addirittura 1.000 giorni nel

Centro-Sud. Ma nel settore della sanità la leadership indiscussa dei ritardi appartiene alla Asl1 di Napoli che

paga i fornitori dopo 1.676 giorni: quattro anni e sei mesi! I privilegiati sono gli imprenditori che lavorano nella

ristorazione scolastica: le loro fatture vengono pagate alla velocità di un neutrino, 150 giorni, anche perché,

se non arrivano i soldi, a interrompere le forniture alle mense ci mettono poco. Questi numeri chiariscono

molte difficoltà dell'industria italiana a reagire alla crisi mantenendo l'occupazione. E spiegano bene anche la

ritrosia delle imprese straniere a venire in Italia: perché investire nel nostro Paese dove per vedere onorata

una fattura dalla pubblica amministrazione si deve aspettare il quintuplo rispetto alla Germania? Per di più,

anche i rapporti fra imprese private sono disastrosi: si pagano in 103 giorni rispetto a un'attesa media di 60

giorni in Francia e di 40 in Germania. Perfino i consumatori pagano in ritardo: un italiano onora una fattura

emessa da un'impresa in 79 giorni rispetto ai 45 di un francese e ai 30 di un tedesco. E questo dimostra che

l'equazione della crisi italiana è corretta: lo Stato non paga le imprese che non pagano i loro fornitori che non

12/01/2012 34Pag. Panorama - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:446553, tiratura:561533)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 189

pagano i loro subfornitori che non pagano i dipendenti i quali pagano quando possono. E la fine della storia è

che aumentano i protesti: secondo il Cerved (camere di commercio), nel terzo trimestre del 2011 i soggetti

con almeno un protesto sono aumentati dello 0,4 per cento ed è cresciuto del 6,8 l'importo complessivo dei

titoli contestati. «Il problema è culturale» sentenzia Olivier Capon, amministratore delegato della filiale italiana

della Intrum Justitia, multinazionale quotata alla borsa di Stoccolma che si occupa della gestione dei crediti

delle aziende in 22 paesi nel mondo. «È un problema culturale perché molte imprese sane, liquide, che non

avrebbero problemia pagarei fornitori, in realtà aspettano più che possono prima di onorare i debiti. Nel caso

dei pagamenti da parte dello Stato, è soprattutto una questione di meccanismi burocratici: per

un'amministrazione pubblica pagare è complesso». Complesso? «Sì, anche quando ha i soldi per farlo,

pagare è complicato». Lei è francese? «No, belga». E come funziona in Belgio? «Ah, beh, è diverso, in

Belgio si paga» conclude Capon. «Il ritardo nei pagamenti rivela il doppio dualismo della struttura industriale

italiana» replica Giulio Sapelli, docente di storia economica alla Statale di Milano, che non crede alla

spiegazione culturale o antropologica. «Se un'impresa industriale ha bisogno di bravi fornitori, ha interesse a

trattenerli, quindi li paga subito. Poi ci sono quelle aziende che io chiamo interstiziali, quelle poco innovative,

quelle che offrono prodotti vecchi e non esportano, che non hanno bisogno di fornitori particolarmente buoni.

Perciò pagano in ritardo o non pagano affatto perché tanto, siccome la qualità richiesta è bassa, se salta un

fornitore se ne trova subito un altro». La Intrum Justitia stima che i ritardi nei pagamenti provochino una

perdita a carico delle società, nei 25 paesi presi in considerazione nel suo rapporto, di 312 miliardi di euro. Di

questi un ottavo circa è a carico di quelle italiane, che nel 2010 hanno perso qualcosa come 40,8 miliardi di

euro, che si sommano ai 40,8 miliardi del 2009 e ai 37,5 del 2008 per un totale di 119,2 miliardi di euro di

perdite in tre anni. Possibile che i ritardati pagamenti possano provocare questi effetti devastanti sui bilanci

delle società? «Sì, è proprio così» risponde Capon «le aziende italiane hanno avuto costi occulti di 40,8

miliardi nel 2010». Basta considerare le fatture inevase che vengono messe a perdita nel bilancio delle

aziende; le commissioni che devono pagare alle società specializzate nel recupero dei crediti; gli interessi

bancari che pagano sui debiti che non avrebbero se tutti pagassero nei tempi previsti; l'impossibilità di

acquisire nuove commesse per il fiatone finanziario dovuto alla scarsa liquidità. Insomma, lo Stato sta

facendo perdere una valanga di soldi alle aziende italiane non solo perché è il primo anello della catena dei

ritardatari cronici ma anche perché, quando si tratta di pagare le tasse, pretende la puntualità di un orologio

nucleare. Risolvere il problema? Certo, basterebbe che lo Stato pagasse. Ma è impossibile: non ci sono soldi.

E d'altra parte non si può chiedere alle imprese di aspettare il 13 marzo 2013, termine entro il quale l'Italia si

è impegnata a recepire la direttiva europea (del 2000) che impone il pagamento delle fatture entro 30 giorni e

solo in casi particolari in 60 (questi termini sono già in vigore per i rapporti fra aziende private). Il ministro

dello Sviluppo, Corrado Passera, che stima in 60-80 miliardi il debito del settore pubblico verso le aziende

private, ha annunciato che quella direttiva verrà adottata «in breve tempo», ma non ha escluso di pagarei

creditori con i Bot. Passera ha sostanzialmente fatto questo discorso agli imprenditori: invece di darvi euro,

che non abbiamo, vi diamo titoli di Stato, di cui siamo pieni. Gli imprenditori hanno disperatamente detto sì

facendo loro il motto che fu di Giulio Tremonti: «Piuttosto che niente, meglio piuttosto». Poi, pensandoci

meglio, sono emersi i problemi. E non sono piccoli. Prendiamo come riferimento il dato prudenziale di 70

miliardi di debiti della pubblica amministrazione verso le società private: solo in minima parte sono riferibili

all'amministrazione centrale (ministeri, enti e società pubbliche), la maggior parte fanno capo alle

amministrazioni locali le quali, però, sono immobilizzate da un patto di stabilità interno che blocca le uscite

anche in presenza di liquidità in abbondanza. Fra l'altro, nel debito pubblico dello Stato non è contabilizzata

l'esposizione delle amministrazioni locali, perciò, se lo Stato volesse pagare i debiti di regioni, provincee

comuni emettendo Bot o Btp, si accollerebbe il peso di altre decine di miliardi di debiti che ora non gli

competono. Il debito pubblico, ora paria1 milione 909 mila miliardi di euro, salirebbe di qualche decina di

miliardi con immaginabili effetti sulla crescita dei tassi d'interesse, dello spread, del rating e quant'altro. «E

poi» avverte Vincenzo Boccia, vicepresidente della Confindustria e responsabile della piccola impresa,

12/01/2012 34Pag. Panorama - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:446553, tiratura:561533)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 190

«ovviamente serve un accordo con le banche: se le aziende fossero pagate con titoli di Stato, li potrebbero

poi scontare allo sportello in cambio di contante?E a che prezzo? La situazioneè complessa» riflette

l'imprenditore avellinese. C'è un'alternativa: il 1° gennaio sarebbe dovuta entrare in vigore una norma

contenuta nella manovra del governo del 2010 che avrebbe permesso di compensare crediti con debiti nei

confronti della pubblica amministrazione. Il decreto attuativo non è mai arrivato perché, se si fanno due conti,

si può solo immaginare che cosa significherebbe per i conti pubblici se da un anno all'altro il fisco incassasse

70 miliardi di tasse in meno. Sarebbe necessaria una nuova manovra. E a pagare una manovra monstre

dovrebbero essere cittadini e imprese. E si ricomincerebbe daccapo. In freezer Il ritardo nei pagamenti frena

l'economia. Le imprese non riescono a pagare i fornitori e questi sono costretti a indebitarsi per versare gli

stipendi. O a chiudere.

«In breve tempo adotteremo la direttiva europea per cui tutti i pagamenti devono avvenire entro 60giorni» Corrado Passera, ministro Sviluppo economico

Tempo di pagamento previsto dal contratto Ritardo

I tempi di pagamento nel settore privato in alcuni paesi europei. La parte scura dell'istogramma indica la

scadenza prevista dal contratto, la parte chiara il ritardo. L'Italia è tra i peggiori, al secondo posto dopo la

Grecia, con 103 giorni.

BF G

SP I 0

110100908070605040302010ASSN PPRSettore privato GiorniGiorni 180 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 I 0 SP BF

Settore pubblico AG U IP SR Quanto impiega la pubblica amministrazione di vari paesi europei a pagare i

propri fornitori. In Italia la situazione peggiore: 180 giorni. Ma è solo una media: la Asl di Napoli arriva a

pagare in 1.676 giorni. Tempo di pagamento previsto dal contratto Ritardo GSCalabria 979 Molise 882 803

Fonte: Assobiomedica Campania Lazio 391 Puglia 332 318 Sardegna Sicilia 298 293 Emilia Romagna 278

Piemonte Veneto 275 Toscana 256 Liguria 206 Abruzzo 204 Umbria 159 Marche 156 143 Basilicata 112

Valle d'Aosta 101 Friuli V. G. 99 Lombardia 90 Quasi un anno nella sanità Trentino A.A. In media la sanità

pubblica paga le fatture in 305 giorni. Ma tra le regioni le differenze sono macroscopiche: dai 90 giorni del

Trentino ai 979 giorni della Calabria.

12/01/2012 34Pag. Panorama - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:446553, tiratura:561533)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 191

VANITY AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE CHRISTOPHER HTTCHENS Me la sono gioca la fino ili fondo Un tempo credeva nella massima di Nietzsche: «Quello che non mi uccide mi fortifica». Da quando è entratoa «Tumortown», la sua prospettiva è cambiata. Però, il dolore non l'ha vinto. Come testimonia l'ultimoarticolo, che ha scritto poco prima di morire CHRISTOPHER HITCHENS • FOTO MICHAEL STRAVATO Lo scrittore e giornalista Christopher Hitchens (qui fotografato all'MD Anderson Cancer Center di Houston) è

morto il 15 dicembre, a 62 anni. Questo è il suo ultimo articolo, pubblicato su Vanity Fair America (gennaio

2012). Death has this much to be saidfar it: / You don 't have to get out of bed far it / Wherever you happen to

be / They brìng it to you -free (Questo si può dire a favore della morte: / Non ti costringe ad alzarti dal letto /

Ovunque tu ti trovi / Ti viene consegnata a domicilio - gratis) - K1NGSLEY AMIS Pointed threats, they bluff

with scorn / Suicide remarks are torn / From the fool's gold mouthpiece the hollow horn / Plays wasted words,

proves to warn / That he not busy being born is busy dying (Minacce aguzze ingannano con spregio /

Osservazioni suicide sono strappate / Dal microfono d'oro dello sciocco, il corno vuoto / Suona parole

sprecate, prova ad avvisare / che chi non è impegnato a nascere è impegnato a morire) - BOB DYLAN,

It'sAlright, Ma (Fm Only Bleeding) sdraiarsi e attendere il servizio ospedaliero in camera - «Uccidimi, pezzo di

idiota!», aveva detto una volta in maniera allarmante al figlio Philip - ma fu sostanzialmente un rimanere in

passiva attesa della fine. La quale debitamente arrivò, senza troppo chiasso e senza spese. Un anno e

mezzo fa, prima che mi venisse diagnosticato un cancro all'esofago, ho raccontato in maniera piuttosto

vivace ai lettori delle mie memorie che di fronte alla fine avrei voluto essere pienamente cosciente e sveglio,

per morire in modo «attivo», e non passivamente. E sto ancora tentando di alimentare quella piccola fiamma

di curiosità e di sfida, desideroso di giocarmela fino in fondo e vivere tutte le esperienze possibili che

appartengono al corso di una vita. Tuttavia, una cosa che accade quando ci si ammala gravemente consiste

nel ritrovarsi a esaminare detti famosi e massime in apparenza affidabili. In particolare, ce n'è una che ho

scoperto di non pronunciare più con la stessa convinzione di una volta: «Quello che non mi uccide mi

fortifica». A volte mi chiedo perché mai la considerassi profonda. Il detto viene attribuito a Friedrich

Nietzsche: «Was micht nicht umbringt macht mich starker». Ma questo verso porta con sé una verità? Forse

lo fa, o può farlo, nell'ambito dei sentimenti. Ricordo di aver pensato, a proposito di situazioni diffìcili

riguardanti l'amore o l'odio, di esserne, per così dire, uscito a testa alta, con una forza accresciuta

dall'esperienza, che non avrei potuto acquisire in altro modo. Una o due volte poi, allontanandomi sulle mie

gambe da un incidente d'auto o, quando facevo il corrispondente dall'estero, dall'incontro ravvicinato con una

tragedia ho provato la sensazione un po' fatua di essere stato temprato da quell'incontro. Ma il significato è

semplicemente: «Grazie a Dio non è successo a me». Nel brutale mondo fisico, e in quello che è oggetto

della medicina, ci sono fin troppe cose che potrebbero ucciderti, oppure non ucciderti ma lasciarti

notevolmente indebolito. Nietzsche era destinato a scoprirlo nel modo più duro, il che ci fa ulteriormente

interrogare sul perché egli abbia scelto di includere il detto nella sua antologia del 1889 Crepuscolo degli

idoli. Nel prosieguo della sua vita, però, pare che Nietzsche si sia beccato la sifilide, molto probabilmente

durante la sua primissima avventura sessuale, che gli causò violente emicranie, attacchi di cecità e si

propagò come metastasi in demenza e paralisi. Tutto questo, anche se non fu una diretta causa di morte,

contribuì al suo decesso, e dunque non si può certo dire che lo fortificò. Nel corso del suo declino mentale,

Nietzsche si convinse che la più importante impresa culturale sarebbe consistita nel dimostrare che l'autore

delle opere di Shakespeare era in realtà Francis Bacon, segno infallibile di avanzata prostrazione intellettuale

e mentale. Alla fine, e in tristi circostanze nella città italiana di Torino, Nietzsche fu sconvolto alla vista di un

cavallo crudelmente picchiato per strada. Mentre correva per buttare le braccia intorno al collo dell'animale, il

filosofo fu colpito da una crisi terribile, e a quanto pare per il resto della sua straziante e tormentata vita

rimase sotto le cure della madre e della sorella. La data del trauma di Torino è fonte di spunti interessanti.

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 192

L'evento si verificò nel 1889, e sappiamo che nel 1887 Nietzsche era stato fortemente influenzato dalla

scoperta delle opere di Dostoevskij. Sembra esserci una corrispondenza piuttosto inquietante tra l'episodio

sulla strada e il terribile sogno vissuto da Raskolnikov la notte prima di commettere l'omicidio decisivo in

Delitto e castigo. L'incubo, che una volta letto è quasi impossibile da dimenticare, riguarda terribili e

prolungate percosse sino alla morte inferte a un cavallo. Il proprietario lo flagella in mezzo agli occhi, gli

fracassa la colonna vertebrale con un bastone, invita gli astanti ad aiutarlo nella fustigazione... Non ci viene

risparmiato nulla. Se la macabra coincidenza fu sufficiente a portare Nietzsche a quello sconvolgimento

finale, significa che egli doveva essere fortemente indebolito, o reso terribilmente vulnerabile, da altre

sconosciute sofferenze. Le quali non sono certo servite a fortificarlo. Tutt'al più quel che si può intendere,

ritengo, è che egli riuscì a sfruttare al massimo i pochi intervalli dal dolore e dalla follia per scrivere la sua

raccolta di paradossi e penetranti aforismi. Questo può avergli dato l'euforica impressione di stare trionfando,

di stare usando la Volontà di Potenza. Crepuscolo degli idoli di fatto venne pubblicato quasi in

contemporanea con l'orribile evento di Torino; perciò la coincidenza fu spinta al limite estremo. Oppure

prendiamo un esempio da un filosofo del tutto diverso e più moderato, più vicino ai nostri tempi. Il defunto

professor Sidney Hook era un famoso materialista e pragmatista, autore di sofisticati trattati che sintetizzano

il lavoro di John Dewey e Karl Marx. Anche lui era un ateo inguaribile. Verso la fine della sua lunga vita, si

ammalò gravemente e cominciò a riflettere sul paradosso che - vivendo nella mecca della medicina, a

Stanford, in California - egli poteva avvalersi di un livello di cure senza precedenti ma, al contempo, era

esposto a un grado di sofferenza che le generazioni precedenti non sarebbero state in grado di sopportare.

Ragionando su tutto ciò dopo un'esperienza particolarmente terribile da cui si riprese a fatica, decise che

dopotutto avrebbe preferito la morte: «Mi sono trovato in punto di morte. Un'insufficienza cardiaca congestizia

è stata trattata a scopo diagnostico con un angiogramma che ha provocato un ictus. Singhiozzi dolorosi e

violenti, senza interruzione per diversi giorni e notti, mi hanno impedito di assumere cibo. Il mio lato sinistro e

una delle mie corde vocali hanno subito una paralisi. Si è manifestata anche una forma di pleurite e mi sono

sentito come se stessi annegando in un mare di melma .. In uno dei miei intervalli di lucidità, in quei giorni di

agonia, ho chiesto al mio medico di interrompere tutti i mezzi di supporto vitale oppure di mostrarmi come

fare». TI medico si rifiutò, assicurando piuttosto altezzosamente a Hook che «un giorno avrei capito quanto

sciocca era stata la mia richiesta». Ma lo stoico filosofo, dal punto di vista di chi è ancora vivo, continuò a

insistere che avrebbe preferito che gli fosse concesso morire. A supporto, elencò tre motivi. Un altro attacco

di tale violenza avrebbe potuto colpirlo, costringendolo a sopportare ancora una volta tutto da capo. La sua

famiglia aveva vissuto un'esperienza infernale. Si stavano sprecando risorse mediche. Nel suo scritto, Hook

utilizza un'espressione possente per descrivere la posizione di altri ammalati, sofferenti allo stesso modo,

riferendosi a loro come sdraiati su «materassi tomba». Se essere restituito alla vita non è sinonimo di quel

che non ti uccide, allora che cosa lo è? Eppure non sembra esserci un'ottica secondo cui l'esperienza vissuta

abbia «fortificato» Sidney Hook. Anzi, semmai, essa sembra aver concentrato l'attenzione del filosofo sul

modo in cui ogni debilitazione si somma alla precedente, trasformandosi in un cumulo di sofferenza con un

solo possibile esito. Dopotutto, se fosse altrimenti, ogni attacco, ogni colpo, ogni ignobile singhiozzo, ogni

bavoso rigurgito sommandosi ai precedenti darebbe forza e rinvigorirebbe la resistenza del paziente. E ciò è

chiaramente assurdo. Così ci ritroviamo con qualcosa di piuttosto insolito nell'annuario degli approcci non

sentimentali all'estinzione: non il desiderio di morire con dignità, ma il desiderio di essere morto. Il professor

Hook alla fine ci ha lasciato nel 1989, e io appartengo alla generazione successiva alla sua. Non ho ancora

navigato fino all'amara fine che ha dovuto raggiungere lui. Né ho ancora dovuto affrontare una conversazione

così ardua con un medico. Però mi rivedo sdraiato a guardare il mio torso nudo ricoperto quasi interamente,

dalla gola all'ombelico, da un'eruzione cutanea causata da uno sfogo rosso vivo da radiazioni. Era il risultato

di un mese di bombardamento con protoni che avevano fatto piazza pulita del cancro ai linfonodi clavicolari e

paratracheali, oltre al tumore iniziale all'esofago. La terapia mi ha posto nella ristretta classe di pazienti che

possono affermare di aver ricevuto le migliori cure disponibili presso l'avanzatissimo MD Anderson Cancer

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 193

Center di Houston. Dire che l'eruzione cutanea era dolorosa sarebbe inutile. Il problema vero è far capire il

dolore che essa ha causato all'interno. Sono rimasto a letto per giorni e giorni, cercando invano di rinviare i

momenti in cui dovevo deglutire. Ogni volta che accadeva, un'infernale marea di dolore fluiva nella mia gola,

per terminare con quello che sembrava il calcio di un mulo nella schiena. Mi chiedevo se gli organi interni

fossero rossi e infiammati come quelli esterni. Poi a un certo punto mi è venuto un pensiero improvviso: se

avessi saputo tutto questo in anticipo, avrei optato lo stesso per la terapia? Ci sono stati diversi momenti in

cui, mentre mi contorcevo, mi dimenavo, rimanevo senza fiato e imprecavo, ne ho seriamente dubitato.

Probabilmente il fatto che il dolore sia impossibile da descrivere affidandosi alla memoria è un atto

misericordioso. Ma è anche impossibile mettere in guardia contro di esso. Se i miei dottori dei protoni me ne

avessero parlato in anticipo, avrebbero forse usato parole come «grave disagio» o magari avrebbero detto

che si sarebbe trattato di una sensazione di bruciore. Io so solo che nulla avrebbe potuto prepararmi a questa

cosa che sembrava fregarsene degli antidolorifici e aggredirmi l'anima. Ora pare che le possibilità offerte dalla

radioterapia in quei punti (35 giorni di fila possono essere considerati come il massimo che chiunque possa

ricevere) siano esaurite, e nonostante questa non sia affatto una buona notizia, mi risparmia dal dovermi

chiedere se avrei la forza di sopportare di nuovo il medesimo trattamento. Ma, per fortuna, ora non sono in

grado di evocare ricordi di come mi sentivo in quegli strazianti giorni e notti. E da allora ho avuto anche alcuni

periodi di relativo benessere. Perciò, ragionando razionalmente, considerando nell'insieme la radioterapia, le

conseguenze e la ripresa, devo ammettere che se avessi rifiutato la prima fase, evitando così la seconda e la

terza, sarei già morto. E questo non mi piacerebbe per niente. Tuttavia non posso sfuggire alla realtà che

sono decisamente più debole di prima. Quanto tempo sembra passato da quando ho offerto champagne al

team dei medici dei protoni, per poi saltare quasi agilmente su un taxi. Durante la mia successiva degenza, a

Washington, l'ospedale mi ha fatto omaggio di una pericolosa polmonite da stafilococco (è successo per ben

due volte) che mi ha quasi ucciso. La devastante debolezza che mi è piovuta addosso come conseguenza ha

incluso anche la minaccia mortale della resa all'inevitabile: avrei sperimentato spesso ondate di triste

fatalismo e rassegnazione mentre perdevo la battaglia contro il mio generale esaurimento fisico. Solo due

cose mi hanno salvato dal tradire me stesso e lasciarmi andare: una moglie che non voleva sentirmi parlare

in questo modo noioso e inutile, e vari amici che mi parlavano altrettanto senza peli sulla lingua. Oh, e anche

prendere regolarmente gli antidolorifici. Come venivano felicemente calibrate le mie giornate dal vedere la

preparazione dell'iniezione. Lo consideravo come un vero e proprio evento. Con alcuni analgesici, se siete

fortunati, potete effettivamente «sentire» l'effetto mentre l'ago entra dentro: una sorta di tiepido formicolio

associato a un'ebete beatitudine. Sono giunto a questo punto, come i tristi teppisti che fanno incursioni nelle

farmacie per l'Oxycontin. Ma era una liberazione della noia, un piacere colpevole (non ce ne sono molti a

Tumortown), e non ultimo il sollievo dal dolore. Nella mia famiglia inglese, il ruolo di poeta nazionale non è

stato assunto da Philip Larkin, ma da John Betjeman, cantore delle periferie e della classe media, una

presenza molto più pungente rispetto alla figura piuttosto orsacchiottesca che a volte offriva al mondo. La sua

poesia Five O 'Clock Shadow evidenzia al meglio questo suo lato mordace: «Questo è il momento del giorno

in cui nel reparto maschile / Pensiamo "ancora una scarica di dolore e rinuncio a combattere" / Quando colui

che lotta per respirare ha meno forza di lottare: / Questo è il momento del giorno che è peggiore della notte».

Sono arrivato a conoscere molto bene quanto segue: la sensazione e la convinzione che il dolore non se ne

andrà mai e che l'attesa fino alla prossima iniezione è ingiustamente troppo lunga. Poi un improvviso attacco

di mancanza di respiro, seguito da alcuni colpi di inutile tosse, e in più - se è un giorno infame - da una

maggior espettorazione di quanto riesca a sopportare. Litri di saliva, talvolta muco, e perché diavolo deve

anche venirmi bruciore di stomaco in questo preciso istante? Non è un problema di mancanza di cibo: un

tubo provvede a nutrirmi. E tutto l'insieme, e l'infantile rabbia che ne deriva, a costituire un indebolimento,

oltre alla perdita di peso che il tubo sembra incapace di combattere. Ho perso quasi un terzo della mia massa

corporea da quando mi è stato diagnosticato il cancro: magari non mi uccide, ma l'atrofia dei muscoli rende

più diffìcile effettuare anche l'esercizio più semplice, senza il quale diventerò ancora più debole. Sto battendo

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 194

al computer questo testo dopo aver ricevuto un'iniezione per cercare di ridurre il dolore alle braccia, alle mani

e alle dita. Il principale effetto collaterale di questo dolore è l'intorpidimento alle estremità, che mi riempie di

una paura irrazionale di perdere la capacità di scrivere. Senza questa capacità, la mia «volontà di vivere» si

ridurrebbe moltissimo. Mi capita spesso di dire in maniera altisonante che la scrittura non è solo il mio

mestiere e la mia fonte di sussistenza, ma la mia vita. Quasi come la minacciata perdita della voce,

attualmente temperata da qualche iniezione nelle corde vocali, sento la mia personalità e la mia identità

dissolversi mentre guardo le mie mani morte e assisto alla perdita della cinghia di trasmissione che mi

connette con la scrittura e il pensiero. Questi sono indebolimenti progressivi che in una vita più «normale»

avrei sperimentato nel corso di decenni. Ma, come con la vita normale, ogni giorno che passa costituisce

inesorabilmente una sottrazione sempre maggiore da un tempo sempre minore. In altre parole, il processo ti

debilita e ti spinge sempre più verso la morte. Come potrebbe essere altrimenti? Proprio quando stavo

cominciando a riflettere in quest'ottica, mi sono imbattuto in un articolo sul trattamento dei disordini da stress

post-traumatico. Grazie a esperienze acquisite a caro prezzo, ora sappiamo molto di più su questa malattia

rispetto a una volta. Tra i sintomi che permettono di diagnosticarla vi sono le affermazioni dei veterani che,

cercando di far luce sulla propria esperienza, dichiarano: «Ciò che non ha ucciso mi ha reso più forte». Sono

attratto dall'etimologia della parola tedesca stark e dal suo comparativo relativo utilizzato da Nietzsche,

stcìrker, che significa «più forte». In yiddish, rivolgersi a qualcuno come a uno shtarker significa dargli del

militante, del duro, del gran lavoratore. Sino a oggi ho deciso di accettare tutto quello che la mia malattia mi

riversa addosso e rimanere combattivo, pur prendendo le misure del mio inevitabile declino. Ripeto, questo

non è nulla più di quel che una persona sana deve affrontare a velocità ridotta. E il nostro destino comune. In

nessun caso, comunque, si possono dispensare banali detti che non reggono alla prova dei fatti. Christopher

Hitchens è morto il 15 dicembre, poche settimane dopo aver scritto questo articolo. DJ (traduzione di Chiara

Ujka) tempo di lettura previsto: 18 minuti

Foto: «AVESSI SAPUTO TUTTO QUESTO, AVREI LO STESSO SCELTO LA TERAPIA?»

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 195

AVETE UN DUBBIO DI STILE? LUI, DA NEW YORK, VE LO RISOLVE VANIT Y II Grande Glenn Uscita a tre: io, lui e il cellulare Uno dei problemi dell'era digitale è l'abitudine a non staccarsi dal telefonino quando si è in compagnia.Rovinando, magari, anche i momenti più romantici GLENN O'BRIEN Caro Glenn, da qualche mese frequento un ragazzo che mi piace molto. Con lui mi diverto, e abbiamo molti

interessi in comune. L'unico problema è che quando usciamo a cena o a prendere un aperitivo lui passa la

metà del tempo a concentrarsi sul suo smartphone. Risponde a email o sms, controlla aste online, o curiosa

su Wikipedia con la scusa di dare notizie corrette su questo o quell'argomento. Inizialmente la cosa mi faceva

sorridere, adesso però comincia a stancarmi, anche perché non mi sembra di avere mai la sua attenzione.

Ho provato ad accennargli la cosa, ma non sembra aver sortito grandi effetti. Penso si tratti ormai di

un'ossessione, più che di maleducazione. Come potrei essere incisiva, senza però risultare antipatica?

Potresti comportarti esattamente come fa il tuo ragazzo: la prossima volta che esci con lui, infilati un romanzo

tascabile nella borsetta, e non appena si mette ad armeggiare con il suo telefonino estrai in maniera teatrale il

tuo libro e inizia a leggere, dimostrandogli così quanto sia noioso il suo continuo estraniamento. Se

necessario, presentati fornita anche di un mp3 completo di auricolari e mettiti ad ascoltare della musica.

Nell'eventualità che neanche questo riesca a fargli capire le cose, ti consiglierei di salutarlo Definitivamente.

L'ABITO VINCENTE Sono un agente di commercio e avrei bisogno di un consiglio per vestirmi nel modo più

adatto mentre lavoro. Vorrei evitare il classico binomio giacca e cravatta. Mi sembra infatti di percepire che i

clienti, sia quelli storici che quelli nuovi, si infastidiscano un po' nell'incontrare il solito venditore impostato,

soprattutto in questi particolari momenti di crisi economica. N.B. Ho cinquant'anni, e mi relaziono

quotidianamente con medici e farmacisti. ALI ALESSANDRO Non sono un sostenitore dello stile casual in

ufficio. Amo gli abiti interi perché dimostrano un certo rispetto formale (e sono dotati di molte tasche). Adoro il

classico dress code di un tempo, che prevedeva l'uso della camicia bianca accompagnata dalla cravatta. Non

c'è nulla di male nel vestire casual, penso però che sia necessario capire quali sono le situazioni adatte.

Penso che ai clienti piaccia chi si veste in maniera adeguata alle varie situazioni. Con questo non voglio dire

che dovresti indossare la solita giacca, però evita di optare per un look esagerato o troppo vistoso,

preferendo invece qualcosa di sobrio. CENE IMBARAZZANTI Ho un amico con cui passo la maggior parte

delle mie serate. Insieme condividiamo hobby e interessi. Usciamo spesso a cena - ci consideriamo due

buongustai - ma a volte mi trovo in imbarazzo perché lui ha l'abitudine di parlare mentre ha la bocca piena. Io

gli voglio bene e la cosa non mi disturba molto. Il problema vero, però, si presenta quando questo accade in

compagnia di altre persone, magari di ragazze, che notano la cosa e si scambiano occhiate di disgusto di cui

però lui non si accorge affatto. Come posso dirglielo senza offenderlo? Se sei davvero affezionato al tuo

amico come sostieni, credo che accennando a quella sua pessima abitudine tu gli faccia in realtà un grande

favore. Raccontagli del tuo nipotino che parla sempre con la bocca piena. Può darsi che questa informazione

si riveli sufficiente a fargli abbandonare questa sgradevole consuetudine. Se non dovesse bastare aspetta un

paio di mesi, e poi digli che qualcuno ti ha riferito di aver notato che lui ha il vizio i masticare mentre parla.

Pur sapendo che certi suoi gesti sono dovuti al grande entusiasmo che lo anima sempre, hai pensato che

potesse interessargli sapere cosa dicono di lui le altre persone. In questo modo assumi il ruolo amichevole

del consigliere e del difensore, evitando quello sgradevole del giudice. 03

11/01/2012 106Pag. Vanity Fair - N.2 - 18 gennaio 2012(diffusione:362550, tiratura:275938)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 196

Il bilancio dei primi due mesi RIGORE, TASSE E CASTE La pagella di mr. Monti È INIZIATA lo scorso 16 novembre l'era Monti. Berlusconi, dopo infinite resistenze, si è fatto da parte con un

Paese gran malato d'Europa - credibilità zero, situazione economica da allarme rosso -e per "r ipar

tire"Napolitano ha giocato la carta del Professore. Che ha fatto il pieno con i voti di fiducia (record, 556 voti

alla Camera), ha varato un piano di sacrifici e ha promesso equità (variante economica del nuovo must "so br

ietà"). Finora non è riuscito a imbrigliare lo spread e ha già perso una pedina: il sottosegretario Carlo

Malinconico. "Il Fatto" tenta qui un bilancio di questi primi due mesi di governo. Salvatore Cannavò, Stefano

Citati, Eduardo Di Blasi, Stefano Feltri, Vittorio Malagutti, Wanda Marra, Marco Palombi, Carlo Tecce e Paola

Zanca

Tagli alla politica Proroghe e risate, ma nulla di fatto La Commissione "per il rinnovamento delle

istituzioni" ha debuttato ieri: riuscirà ad andare oltre le buone intenzioni? Finora, nessuna data di scadenza

alle province, concessa una proroga alla commissione (un'altra) che si occupa del livellamento delle indennità

a quelle dei parlamentari europei. Venti giorni in più anche anche al censimento delle auto blu. Liquidate con

una battuta le spese folli per le uova di struzzo dell'Agenzia del Territorio.

Sprechi Dal Terzo Valico ai jet "bufala" Per un governo che è partito deindicizzando le pensioni da 1.200

euro ci si aspettava di più sui grandi sprechi. Invece si è sbloccato un finanziamento da 1,2 miliardi per il

Terzo Valico: un'opera che non si sa a cosa serva, che inquina e costa (6,2 miliardi) senza che siano certi gli

incassi. Altro caso è l'acquisto dei caccia F35 della Lockheed: 15 miliardi per 131 aerei non affidabili. Vago il

ministro della Difesa Di Paola ieri alla Camera: "Stiamo riesaminando il programma".

Conflitti d'interesse Dopo Malinconico le spine Ciaccia e Griffi Archiviato il caso Malinconico, restano dei

problemi irrisolti. Il ministro Patroni Griffi e la casa con lo sconto al Colosseo. Il ministro Passera e il vice

Ciaccia, ex capi di Intesa Sanpaolo, incrociano appalti e finanziamenti decisi nel precedente ruolo. Il

sottosegretario Improta, ex responsabile comunicazioni di Alitalia, si trova ai Trasporti. Il sottosegretario

Milone fu beccato al telefono con Borgogni (Finmeccanica). Il ministro Clini (Ambiente) è anche presidente

del Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica.

Nomine Ombre su Antitrust, Enav e Infrastrutture Già avvocato di Renato Schifani e consulente nello

studio del figlio, Giovanni Pitruzzella è stato nominato da Schifani e da Fini al vertice dell'Antitrust. Pasquale

De Lise, amico di Balducci e considerato vicino alla cricca, è dg della nuova agenzia per le infrastrutture

stradali. Massimo Garbini ha sostituito Pugliesi a Enav, una telefonata fra i due è finita nell'in formativa dei

Ros. Spangher è nella commissione anti-corruzione, avvocato nello studio di Previti.

Credito Paracadute di Stato per le banche Il regalo del governo Monti alle banche è arrivato sotto forma di

garanzia di Stato per le obbligazioni emesse dagli istituti di credito. Come dire che gli investitori possono star

sicuri. Alla fine comunque paga lo Stato. Nuovi business in vista per i banchieri anche con l'accredito

obbligatorio in conto corrente delle pensioni. Ma ancora non si vedono norme ad hoc per sbloccare mutui alle

famiglie e prestiti alle imprese.

Giustizia Braccialetti, celle e staff: già tre errori Non è iniziata bene la stagione di Paola Severino in via

Arenula. La nomina nel suo staff di Filippo Grisolia ha azzerato il processo di 'ndrangheta per l'omicidio di Lea

Garofalo. Ha confermato l'eter na Augusta Iannilli in Vespa al ministero. Ha poi annunciato due misure

svuotacarceri. Sulla prima, il braccialetto elettronico, è già tornata indietro. Sulla seconda, la reclusione nelle

celle di sicurezza, la polizia si oppone: "Sono inadatte".

Il risanamento c'è Conti pubblici, deficit al 2,7% Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti avevano lasciato una

manovra da 60 miliardi piena di buchi, una riforma delle pensioni a metà e prospettive di crescita pessime.

Mario Monti ha adempiuto al primo punto del suo programma: creare una base solida per l'azione del suo

governo. Certo, il modo in cui ha tappato i buchi non è il massimo: accise sulla benzina e aumento dell'Iva

12/01/2012 2Pag. Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale(tiratura:100000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 197

per compensare la prima parte dei 20 miliardi di tagli alle agevolazioni fiscali e all'assistenza lasciati da

Tremonti sulla carta. La riforma delle pensioni non ha effetti immediati, ma era necessaria anche per ragioni

di equità, cioè per eliminare il privilegio di chi ancora calcolava la pensione in base agli ultimi stipendi (mentre

per tutti i nuovi assunti valgono solo i contributi versati). Nel 2013 ci sarà il pareggio di bilancio o quasi,

l'avanzo primario sopra al 5 per cento sembra raggiungibile. Ma solo se la recessione non sarà troppo

pesante.

Credibilità internazionale L'immagine ritrovata Rifiorita dopo l'appassimento per distrazione e disinteresse

degli ultimi anni di Berlusconi, l'immagine dell'Italia è ora tutta nei modi e nelle espressioni di Monti, chiamato

da pari a pari - lui, più che il paese - dal direttorio europeo Merkel-Sarkozy; nei buoni rapporti con gli

americani (la professorialità del premier-tecnico si estende oltre Atlantico e la scelta dell'ex ambasciatore a

Washington Terzi di Sant'Agata). La credibilità passa anche nella conferma degli impegni assunti, a iniziare

da quelli umanitari delle missioni internazionali, così come quelli industriali (anche bellici, vedi l'acquisizione

del caccia americano F-35, nonostante i dubbi tecnici e le polemiche sui costi) ed energetici. La cappa di

interessi personali e diplomazia fai-da-te del precedente premier si è rapidamente dissolta, ma ci vuole tempo

per ridare lustro alla figura di buon alleato, utile in teatri sensibili come l'Iran e parte del Medio Oriente, sul

quale puntano gli Usa ma anche i vicini europei.

Consenso Gli italiani si fidano: 61% Mario Monti ha goduto da subito di un'ampia fiducia da parte dei

cittadini. Fiducia che rimane al di là delle luci e delle ombre dei primi due mesi del suo esecutivo. Specchietto

di tornasole, anche l'apparizio ne di domenica scorsa da Fabio Fazio, dove è stato seguito da oltre 6 milioni di

persone. Il consenso è stato continuamente fotografato dai sondaggi: secondo l'ultimo di Nando Pagnoncelli

per "Ballarò", in Monti ha fiducia ben il 61% degli intervistati. E se il 41% si dice favorevole a una nuova

formazione politica, ben il 38 vorrebbe che a guidarlo fosse il Professore. Secondo il 48 per cento degli

interpellati (contro il 38), inoltre, la "cura Monti" sta funzionando. Una flessione del consenso, però, rispetto

all'inizio c'è stata. L'analisi di Ilvo Diamanti per "Repubblica", al 31 dicembre dava il 66, 6% degli intervistati

convinto che Monti salverà l'Italia dalla crisi. Quasi il 20% in meno rispetto a novembre (quando la

percentuale era dell'84,7 per cento). Ma pur sempre un ampio consenso.

Liberalizzazioni L'arma dei decreti, le lobby e i soliti protetti Sulla "fase 2" del governo il giudizio è

ovviamente sospeso. Ieri Monti ha promesso "un provvedimento molto ampio", tempo fa Passera aveva

parlato addirittura di "un decreto di liberalizzazioni al mese", mentre il sottosegretario Catricalà ha messo a

verbale che un decreto sarà approvato entro il 20 gennaio. Le indiscrezioni hanno mandato in fibrillazione le

categorie: i farmacisti protestano, i tassisti scioperano, gli ordini professionali mandano i loro lobbisti in

Parlamento e in generale nessuno vuole essere toccato. A stare alle dichiarazioni ufficiali, però, fin d'ora si

possono mettere in conto due delusioni: ancora una volta l'Eni riesce a mantenere il controllo di Snam Rete

Gas, mentre Monti cercherà di liberalizzare la distribuzione dell'acqua nonostante un referendum la voglia

pubblica. Quanto alle indiscrezioni, que sto primo testo sembra essere pesante ("una bomba", promette un

ministro), ma non sfiora nemmeno le banche, ingrassate dai costi enormi estorti a clienti a cui,

contemporaneamente, si guardano bene dal concedere prestiti.

Frequenze tv Lo stallo sul "re g a l o " da 4 miliardi a Mediaset Per il momento, è un armistizio. Corrado

Passera ha bloccato l'assegnazione gratuita delle frequenze televisione, che sarebbero andate a Rai, La7 e

Mediaset dopo l'uscita di scena per protesta di Sky. Ma il ministro dello Sviluppo deve ancora decidere come

utilizzare un bene pubblico, cinque multiplex, cioè pacchetti di frequenze per il digitale terrestre, buone anche

per la telefonia. Il "beauty contest", letteralmente concorso di bellezza, doveva servire per aprire il mercato

televisivo, ma il suo predecessore Paolo Romani aveva disegnato un concorso di gara gratuito che,

sostanzialmente, fotografa la situazione esistente. Con un'asta pubblica, sia per la televisione sia per i

telefonini, quelle frequenze potrebbero fruttare 4 miliardi di eur o.

Evasione fiscale Tra blitz a Cortina e sconti agli scudati Èun bilancio a due facce: se molto è stato fatto,

ci sono alcune cose che non convincono. Da una parte c'è l'inasprimento delle pene per chi evade, l'a

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 198

bbassamento del limite per l'uso di contanti a mille euro (si poteva forse arrivare a 500) e il blitz di Cortina

difeso dallo stesso Monti, che ha dato il segnale di un mutato atteggiamento dell'Agenzia delle entrate

rispetto a chi davvero "mette le mani nelle tasche degli italiani". Tra quello che non è andato per il verso

giusto, però, va citato soprattutto il basso contributo chiesto ai cosiddetti "scudati" del 2001, 2003 e 2009 (182

miliardi in tutto): un'aliquota dello 0,4%, che sale all'1 e all'1,35% nei prossimi due anni. Monti non vuole

nemmeno l'accordo con la Svizzera sui capitali illegalmente esportati all'estero come hanno fatto Berlino e

Londra: il gettito potrebbe essere di oltre 20 miliardi una tantum più 1-2 miliardi strutturali. "Sareb be un

condono e poi la commissione sta indagando sui concordati di Germania e Gran Bretagna", si difende.

Lavoro Obiettivo: articolo 18 Sul lavoro è stata una marcia a singhiozzi. Nel discorso di insediamento Monti

ha indicato le coordinate della riforma: "Consenso delle parti sociali" e "fine di un mercato duale". Ma

l'obiettivo è rimasto quello di intervenire sull'articolo 18 in ossequio alle "richieste" dell'Europa. Il ministro

Fornero si è così lanciata nell'attacco al "totem" e ai pregiudizi ideologici del sindacato. Monti ha escluso il

ripristino della concertazione. Infine c'è stata la marcia indietro del ministro e una lunga trafila di incontri che

dovrebbe sfociare proprio in un tavolo di concertazione. Il risultato si vedrà anche se quello che si profila è

effettivamente una riduzione dell'articolo 18: mentre adesso non è valido per aziende con meno di 15 dipendi,

ora la soglia dovrebbe essere alzata a 50.

Ici alla Chiesa La trattativa in salita con la Cei Si spera che tra un mese, quando celebrerà l'anniver sario

dei Patti Lateranensi con Bertone, Bagnasco e il resto delle gerarchie ecclesiastiche, Monti si sia posto la

questione del pagamento dell'Ici per gli immobili ecclesiastici (il 5 dicembre, l'ultima volta che se n'è occupato

pubblicamente, non lo aveva ancora fatto): come si sa, la norma approvata durante il governo Prodi concede

l'esenzione non solo agli edifici di culto o assistenza, ma pure a tutti quelli che non siano utilizzati "e s cl u s i

va m e n t e " a fini commerciali. Dietro quell'avverbio si è nascosto negli anni di tutto: alberghi, scuole

esclusive, ospedali, veri e propri negozi. Ora, invece di ottenere per Cesare ciò che è di Cesare (stime

prudenti parlano di un gettito tra i 400 e gli 800 milioni di euro), si dice che il premier stia segretamente

trattando un accordo con la Cei: l'idea di base è far pagare l'Ici in parte, cioè proporzionalmente allo spazio

dell'immobile utilizzato a fini commerciali. Così passeremo altri anni a capire chi deve pagare quanto.

Tra fiducia, Capodanno sobrio e spread: la cabala del governo Inumeri sono molto, quasi tutto per un

tecnico. Quelli che Monti ha snocciolato in questo primo scorcio a palazzo Chigi sono interessanti. 556, la

fiducia : record a Montecitorio, il 18 novembre solo la Lega dice no. 18, i ministri : la lista comprende anche lo

stesso Monti per Economia e Finanze . 00,15, il C ap o d a n n o : Calderoli ha accusato il premier di aver

tenuto una festa privata a palazzo Chigi, alzando sospetti su sprechi e uso personalistico della sede del

governo. Monti lo fulmina con un comunicato al vetriolo: trattasi di "una semplice cena di natura privata, dalle

ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti

e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell'appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio,

con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti,

di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni". Ma ci sono anche numeri duri da digerire. 1, i pezzi p e rd

u t i : è il caso Malinconico, il primo caso di dimissioni nel governo. 530, lo spread : la chiusura di due giorni

fa. Alto, ancora molto alto.

Le frasi:"I presidenti vanno, i professori restano" Equità" e "c re s c i t a " le parole chiave del discorso di

insediamento di Mario Monti in Senato a novembre. All'insegna, invece, delle valutazioni più "personali"

quello alla Camera. Tra le frasi "cult": "Vi prego, continuate pure a chiamarmi professore. Anche perché l'a l t

ro titolo, presidente, durerà poco. I presidenti passano, i professori restano". Lapidarie anche le esortazioni

rivolte ai parlamentari in quell'occasione: "Se dovete fare una scelta, ascoltate, non applaudite". E ancora: "Vi

sarei grato se non fosse usata l'espressione 'staccare la spina' al governo". Di Mario Monti anche la

definizione della manovra, coniata durante la presentazione alla stampa: "decreto salva-Italia". Definizione

ripresa, per coniarne un'altra, nella conferenza stampa di fine anno, sempre invocando l'equità: "Dopo il

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pacchetto salva-Italia da oggi non avrei obiezioni se decideste di chiamare la fase che comincia c re s c i - I t

a l i a ".

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 200

Stesso copione: i tassisti bloccheranno le città Tensione anche per le farmacie con le minacce inviate ieri alla rappresentante sindacale di Federfarma Chiara Paolin Alla fine l'inferno ha trovato una prima data utile: il 23 gennaio. Come preannunciato dal leader di Uri Taxi,

Loreno Bittarelli, i tassisti tenteranno di bloccare tutte le città italiane con uno sciopero nazionale dei mezzi e

altre manifestazioni di protesta ancora allo studio. La decisione è stata presa ieri a Bologna durante un

raduno degli autisti arrivati da diverse regioni per far capire a Monti che, dopo gli avvisi e le minacce, è ora di

passare ai fatti. Una riunione che ha già fatto intendere quale possa essere l'effetto finale della mobilitazione:

città invasa dalle auto bianche per raggiungere la sede di Legacoop, dove il parlamentino dei tassisti ha

lavorato da mattina a sera per studiare una strategia comune. Non tutti però erano d'a ccordo sulla scelta

della serrata, diverse formazioni (come la Confartigianato Taxi) si son dette contrarie a indire uno sciopero

prima ancora di conoscere in dettaglio le decisioni del governo, così come la Unica Taxi (che fa riferimento

alla Cgil) si era dissociata dallo stop a sorpresa indetto due giorni fa all'aeroporto milanese di Linate e alla

stazione centrale dei treni. Per questo Bittarelli ha mediato salomonico le diverse voci, cercando di evitare le

spaccature: "Se il governo decide prima del 23, ci fermiamo tutti e decidiamo che fare". Il problema è che nel

frattempo le iniziative spontanee si stanno moltiplicando, e già lunedì prossimo i tassisti romani si riuniranno

al Circo Massimo inviando una loro delegazione alla sede dell'Antitrust per contestare la relazione appena

stilata dal presidente sulle liberalizzazioni. MA ANCHE le associazioni dei consumatori minacciano battaglia:

"In caso di blocchi stradali e danni agli utenti in occasione dello sciopero del 23, non esiteremo a presentare

una raffica di denunce in Procura - ha fatto sapere il Codacons -, così come avvenuto nel 2007 quando un

elevato numero di taxi bloccò per ore la circolazione stradale a Roma. Protesta che è valsa a 500 tassisti un

processo in tribunale''. Forte tensione anche sul fronte delle farmacie con le minacce inviate ieri alla

rappresentante sindacale di Federfarma, Annarosa Racca. Due buste sono state state spedite alla farmacia

dove lavora e nella sede romana dell'associazione, subito intercettate e aperte dagli artificieri. Entrambe

contenevano una siringa riempita di polvere pirica e uno spago. "Dico a chi ha inviato le due buste al mio

indirizzo che non mi farò intimidire - ha reagito subito la Racca -. Sto chiedendo un incontro al ministro degli

interni Cancellieri per difendere la nostra categoria dagli attacchi sempre più violenti". Per il resto, pare che il

governo intenda aumentare la concorrenza nella distribuzione della benzina (senza più l'obbligo del contratto

esclusivo con un solo marchio, e con l'opportunità di vendere alla stazione di servizio anche alimentari,

tabacchi e giornali), dire addio alle tariffe minime garantite per i professionisti e insistere sulla messa a gara

dei servizi fin qui affidati agli enti locali. TAXI, SCIOPERO PROCLAMATO PER IL 23 GENNAIO. IL

GOVERNO SUI BENZINAI: PIÙ MARCHI PER OGNI DISTRIBUTORE

12/01/2012 7Pag. Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale(tiratura:100000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 201

SANITÀ REGIONALE

73 articoli

Dalla parte vostra Va bene lo sconto, ma i medicinali non sono carciofi Antonio Lubrano Una farmacia comunale di Milano. Entro e sono attratto da un grande cartello a colori che annuncia a

caratteri vistosi: «Prezzi tagliati». Sotto, in piccolo, si precisa: fino al 31 gennaio 2012. Segue l'elenco

illustrato dei medicinali senza obbligo di ricetta che costeranno meno del solito per alcune settimane. (Poi si

vedrà, penso). Si va dall'Aspirina C a 5,99 euro al Voltaren emulgel 6,99; dal Pursennid a 5,99 al Malox plus

4,99. E poi il Polase, il Moment act, il Vivin C. Stesso manifesto in tutte le farmacie comunali d'Italia, la cui

associazione ha messo subito in pratica l'art. 32 della manovra Monti. «È data facoltà, dice il testo, di

praticare sconti sui prezzi al pubblico» dei farmaci che non necessitano di prescrizione medica. Bene, è un

primo eloquente segnale di liberalizzazione. Ma gli speziali privati fin dalla nascita delle parafarmacie

(ministro Bersani) temono che lo «scontismo» possa incrementare in modo subdolo il consumo di medicinali.

Devo confessare tuttavia che fa una certa impressione trovare in farmacia un'offerta del genere. Sembra di

stare in un supermercato che promuove con lo stesso logoro metodo del nove questo o quel prodotto, dal

detersivo al carciofo. Però «risparmiare - dice lo slogan degli speziali municipali - non ha mai fatto così

bene». A chi dare torto?

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12/01/2012 11Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 203

Il ministro Balduzzi «Gemelli, entro febbraio saranno erogati 80 milioni» «Il problema del ritardo dei pagamenti da parte della Regione nei confronti del Policlinico Gemelli va

inquadrato nella più complessiva difficile situazione economico-finanziaria della sanità laziale, oggetto di uno

specifico Piano di rientro per la cui attuazione il ministero della Salute intende promuovere ogni utile azione di

stimolo e affiancamento». Inizia così la risposta del ministro della Salute Renato Balduzzi alla Camera

all'interrogazione di Enrico Gasbarra (Pd) sul ritardo dei pagamenti della Regione. Il ministro ha comunque

specificato che «è stata effettuata una ricognizione della appropriatezza della remunerazione richiesta dal

Gemelli che ha consentito di liquidare i relativi saldi annuali e di sbloccare ulteriori 80 milioni di euro, che

verranno erogati entro il prossimo febbraio». Gasbarra, ha replicato ricordando come «siamo di fronte a una

struttura sanitaria importante e strategica e l'atteggiamento della Regione non può essere quello di

considerare il Gemelli alla stessa stregua di una normale casa di cura che può limitare le prestazioni». E il

direttore amministrativo del Policlinico, Marco Elefanti, ha osservato come «il Gemelli non possa non

constatare - sia con riferimento all'entità dei crediti pregressi, che hanno generato una situazione di forte

indebitamento nei confronti del sistema bancario, sia con riferimento alle risorse disponibili per le competenze

dei singoli esercizi rispetto al fabbisogno - che rimane un forte disallineamento tra le esigenze dettate dalla

struttura dei costi del Policlinico e la quantità delle risorse rese disponibili dalle istituzioni regionali e

nazionali».

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12/01/2012 2Pag. Corriere della Sera - Roma(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 204

L'ospedale Nessun compenso agli uomini del Vaticano. Cda verso le dimissioni. L'assemblea dei creditorislitta a metà febbraio San Raffaele, fino a nove milioni di euro ai commissari La procedura L'assemblea dei creditori potrà accettare o respingere la proposta di Rotelli Il rinvio Servirà alasciare più tempo ai commissari per calcolare la massa di debiti del gruppo Mario Gerevini MILANO - Ciò che resta del cda del San Raffaele (3 componenti sui 7 originari) dovrebbe dimettersi a breve,

forse già oggi davanti al giudice Filippo Lamanna, presidente del Tribunale fallimentare di Milano. Il Vaticano

è, dunque, all'epilogo dell'avventura nell'ospedale fondato da don Luigi Verzé e non si farà carico della

transizione che rischia di essere più lunga del previsto: l'adunanza dei creditori, infatti, è destinata a slittare di

quasi un mese per dar tempo ai commissari straordinari (cui andrà un compenso che potrà oscillare tra i 500

mila e i 9,2 milioni di euro) di mettere a punto la relazione.

L'imprenditore Giuseppe Rotelli, alla guida del gruppo San Donato con 16 ospedali, si è aggiudicato il San

Raffaele per 405 milioni (più accollo di 320 milioni di passività) a fronte dell'offerta originaria targata Ior-

Malacalza di 250 milioni. Secondo fonti bancarie, la quota di indebitamento di Rotelli sarebbe minima rispetto

alla liquidità propria. A breve l'operazione dovrebbe essere notificata all'Antitrust.

Per la proposta di Rotelli ora sarà decisiva, comunque, l'assemblea dei creditori che potrà accettarla o

respingerla (è questo il senso del concordato): in base a essa i creditori rientreranno di circa tre quarti della

loro esposizione. Però l'assemblea, da tempo fissata per il 23 gennaio, rischia di slittare a metà febbraio, se

non oltre. Il motivo? Lasciare più tempo ai commissari nominati dal Tribunale, Rolando Brambilla, Salvatore

Sanzo, Luigi Giovanni Saporito, per calcolare con precisione la massa di debiti del San Raffaele in vista del

deposito della loro relazione finale. È uno slittamento che rischia di pesare ulteriormente sulla conduzione

dell'ospedale indebolito da dieci mesi di bufera e senza continuità gestionale.

Una crisi che vede anche spese legali importanti: nelle carte preparate dagli uomini del Vaticano sono previsti

almeno 8 milioni per avvocati e consulenti. Per i tre commissari è, invece, la legge a stabilire i compensi,

parametrati alle grandezze patrimoniali (attivo e passivo) in gioco. Enrico Bondi, per esempio, per Parmalat

prese oltre 30 milioni. Il Tribunale fallimentare deciderà, come detto, tra un minimo di 500 mila euro e un

massimo 9 milioni e 200 mila euro. I consiglieri nominati dal Vaticano hanno, invece, lavorato gratis per il San

Raffaele: nessun emolumento percepito, riferisce una fonte vicino al cda. Le dimissioni potrebbero anche

essere obbligate visto che con l'uscita di Vittorio Malacalza, dopo la morte di don Verzé e le dimissioni dei

professori Massimo Clementi e Maurizio Pini, se n'è andata la maggioranza dei consiglieri. Sarà ancora

l'Associazione Monte Tabor, quella dei fedelissimi di don Verzé (i Sigilli) a nominare formalmente i nuovi

amministratori? Lo statuto prevede questo. Ma il Tribunale sorveglia.

Simona Ravizza

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405Foto: Milioni di euro che pagherà l'imprenditore Rotelli per rilevare il San Raffaele (escluse le passività)

12/01/2012 27Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 205

Niente cure per bimbo con malattia rara La Asl: "Disguido". Fiore: "Nonriaccada" IL BAMBINO «non è stato mai lasciato sprovvisto di farmaci: operazioni di routine di casse trimestrali e una

non prontissima disponibilità del farmaco si sono sommate a creare ritardi di consegna». Risponde così il

direttore generale della Asl Bat, Giovanni Gorgoni, alle accuse rivolte dal padre di un bambino di tre anni, di

San Ferdinando di Puglia, affetto da "ittiosi congenita", malattia genetica che comporta desquamazione della

pelle e dolori terribili, in cura al Policlinico di Bari. Il padre disoccupato, aveva denunciato che la Asl non

passava più medicinee pomate necessarie per lenirei dolorie migliorare la funzionalità degli arti. «I soldi ci

sono e ci saranno - rassicura Gorgoni - soprattutto per i pazienti più deboli, con patologie rare e croniche».

Critico l'assessore regionale alla sanità, Tommaso Fiore: «Mi auguro che episodi del genere non accadano

più».

Foto: IL POLICLINICO Il piccolo affetto da una rara malattia è dalla nascita in cura nel nosocomio barese

12/01/2012 7Pag. La Repubblica - Bari(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 206

CRONACA Sanità nella bufera Chemioterapia fatale Lo specializzando ammette "Modificai io la cartella" L'infermiera "Sollevai il dubbio sui 90 milligrammi ma la dottoressa disse: vai avanti" L'indagato "Rimediai aun errore di calcolo" Giallo sulla data del registro alterato ROMINA MARCECA HA AMMESSO di avere modificato lui quel "90 milligrammi" nella cartella clinica che firmò, ma dice di non

ricordare quando. Alberto Bongiovanni, lo specializzando del reparto di Oncologia medica del Policlinico,

aggiunge altre ombre nel secondo giorno di interrogatori in Procura per la morte di Valeria Lembo.

All'impiegata di 34 anni dovevano essere iniettati 9 milligrammi di antitumorale per un linfoma di Hodgkin ma,

per un errore, gli fu somministrata una dose di dieci volte maggiore.

«Non mi ricordo», avrebbe riferito lo specializzando davanti ai magistrati Francesco Grassi e Emanuele

Ravaglioli. «Forse - avrebbe detto Bongiovanni, originario di Castellammare - l'ho cancellato il sei dicembre,

quando ho rivisto la paziente, o forse lo stesso 23 novembre.I pazienti sono tanti. Avrò rifatto i calcoli del

dosaggio e ho notato un'incongruenza». Per la Procura, però, quel 90 è alla base di una catena di errori e

omessi controlli che hanno condannato a morte Valeria Lembo.

Per due ore, i sostituti procuratori hanno fatto ripetere allo specializzando le procedure di apertura di una

cartella clinica e del dosaggio di chemio da somministrare.

«I calcoli- avrebbe ribadito Bongiovanni - si rifanno ogni volta che ci si appresta alla seduta di chemio, in

base alla superficie corporea del paziente. Uno scheletro della terapia viene compilato dagli studenti, mentre

la cartella la compiliamo noi specializzandi e gli interni. Per il calcolo della dose si utilizza la calcolatrice. Non

si ricopia mai». «Non mi era mai capitato di fare una richiesta così alta con la vinblastina», ha ammessoa

Repubblica Alberto Bongiovanni prima di entrare nella stanza dai magistrati.

Solo il 12 dicembre, però, a cinque giorni dalla chemio killer, il primario Sergio Palmeri ha convocato nella

sua stanza Bongiovanni e la dottoressa Di Noto, un'altra degli indagati e che sarà sentita domani dalla

magistratura. «Il professore - ha riferito Bongiovanni - era adirato e disse che non si doveva correggere in

quel modo un errore, ma cassando il numero sbagliato».

Uno dei punti su cui la Procura continua a concentrare le domande rivolte agli indagati è quale tipo di

controllo eseguisse il primario Sergio Palmeri in reparto.

Bongiovanni avrebbe affermato che non sfoglia ogni giorno tutte le cartelle. Quel 7 dicembre, poi, al briefing

di giornata non si parlò in particolare della Lembo. «C'era un altro paziente in entrata», ha ricordato lo

specializzando. Ma la Lembo sarebbe stata particolarmente seguita da Palmeri. «Era cugina di una paziente

di Palmeri», ha riferito Alberto Bongiovanni nel suo interrogatorio al quale hanno partecipato anche i suoi

avvocati Vincenzo Lo Re e Massimo Solaro.

Un piccolo giallo. Ci sarebbero altre due cifre sbagliate nella cartella clinica della Lembo: una è una data e

l'altra il dosaggio di un'altra medicina. Anche su questo punto è stato sentito lo specializzando. Prima di

Bongiovanni, ieri pomeriggio, per poco meno di un'ora è stata interrogata anche l'infermiera Clotilde

Guarnaccia, difesa dall'avvocato Salvino Pantuso. Dalla sua deposizione è emerso che almeno altre quattro

persone, tra le quali la caposala, un'altra dottoressa e due infermieri, quel maledetto 7 dicembre avevano

saputo che in farmacia erano stati richiesti 90e non9 milligrammi di vinblastina. Solo una dottoressa, però, si

sarebbe insospettita ma non intervenne per evitare quel tragico errore.

Una sequenza che la Procura prenderà in considerazione. La Guarnaccia ha anche raccontato di avere

chiesto alla dottoressa Laura Di Noto se quel dosaggio fosse corretto. Il medico le avrebbe risposto: «Per

questo tumore la dose è massiccia». L'ironia della sorte ha voluto, poi, che l'infermiera aveva detto ai suoi

colleghi e alla caposala che in reparto erano arrivati solo 70 miligrammi di vinblastina e che ne mancavano

20. Nessuno di loro però si è insospettito. «A me - ha ammesso l'infermiera - non è mai capitato di

somministrare un dosaggio così alto. Non contattai Palmeri perché era in consiglio di facoltà».

12/01/2012 9Pag. La Repubblica - Palermo(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 207

C'è un'altra circostanza che si verificò quel 7 dicembre in reparto e che non fece sorgere dubbi a nessuno.

L'infermiera avrebbe fatto presente alla Di Noto che quei 90 milligrammi non sarebbero mai potuti entrare

dentro a una siringa, come da prassi. Alla fine la vinblastina venne caricata in una flebo svuotata. La Di Noto

avrebbe solo detto: «Proceda tranquillamente, è un Hodgkin».

«Purtroppo - ha detto l'infermiera - in reparto non c'è nessun diario dove registrare casi strani come questo.

Le nostre comunicazioni sono solo a voce».

Domani l'ultimo interrogatorio, dopo quelli dello studente Gioacchino Mancuso e del primario. E sembra

proprio che, viste le tante discordanze, nessuno voglia accogliere l'appello della madre della Lembo: «La

verità in onore di mia figlia».

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I volti LA VITTIMA Valeria Lembo è morta dopo una overdose di vinblastina durante la chemio al Policlinico

IL PRIMARIO Sergio Palmeri è il responsabile dell'Oncologia del Policlinico ma non era presente alla cura IL

MAGISTRATO Emanuele Ravaglioli indaga su Palmeri su una dottoressa uno studente, uno specializzando e

un'infermiera

L'indagineFoto: GLI INTERROGATORI Dopo il primario e lo studente ieri è toccato allo specializzando e all'infermiera

che hanno avuto un ruolo nella terapia. Domani sarà ascoltata la dottoressa Di Noto che vidimò la

prescrizione

@ PER SAPERNE DI PIÙ www.policlinico.pa.it www.ospedaliriunitipalermo.it

Foto: IL REPARTO Medici in un reparto ospedaliero. L'errore fatale si è verificato all'Oncologia del Policlinico

12/01/2012 9Pag. La Repubblica - Palermo(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 208

Il caso Morta dopo l'aborto indagine sui medici ro.ma. - g.sp. SEMBRAVA un caso dubbio, dove forse la malasanità non c'entrava nulla. E, invece, l'autopsia, disposta per

«atto dovuto» dal magistrato, è stata sospesa perché i medici legali hanno riscontrato che l'infarto che ha

stroncato Grazia Maria Li Vigni sarebbe connesso all'aborto terapeutico indotto all'ottavo mese di gravidanza

nell'ospedale Cervello.

Ieri il pm Gianluca De Leo ha deciso la sospensione dell'esame autoptico per consentire l'iscrizione nel

registro degli indagati dei medici che hanno avuto in cura la vittima. I sanitari di Medicina legale del

Policlinico, nominati dalla Procura, hanno individuato elementi che lascerebbero pensarea delle loro

responsabilità nella morte della trentaduenne.

Trattandosi di un esame irripetibile, gli indagati (che saranno individuati nelle prossime ore dagli investigatori)

avranno la possibilità di difendersi dall'accusa di omicidio colposo.

La paziente, 32 anni, è deceduta a un mese dall'intervento, il sei gennaio.A presentare la denunciaè stato il

marito, Francesco Caponetto.

Dopo l'operazione, i medici le avevano diagnosticato una pleurite, un versamento ai polmoni e l'avevano

rimandata a casa con una cura.

Intanto, il primario del reparto di ginecologia del Cervello, Desiderio Gueli Alletti, replica alle parole del marito

della donna: «Non ho mai avuto in cura la signora Li Vigni. La donna è stata seguita dallo stesso medico che

l'ha sottoposta a taglio cesareo nonostante non fosse in servizio. Nel pronto soccorso ostetrico non si è mai

verificata un'attesa di 5 ore». La donna era infatti seguita privatamente da Vincenzo Lo Bue, ginecologo nella

struttura.

L'ultima visita, una settimana prima dell'aborto.

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12/01/2012 9Pag. La Repubblica - Palermo(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 209

Tassisti verso lo sciopero. Farmacie , le condizioni di Rossi Il caso Tra Anci e Regione summit senza intesa E ora via alle proteste L'obiettivo è trovare condizioni buone per tutti, però manca l'accordo Distributori, il via libera della Faib: così sirompe il monopolio della filiera petrolifera NIENTE di fatto tra Regionee Comuni a proposito di liberalizzazione degli orari dei negozi - contro cui la

giunta ha fatto ricorso alla Corte costituzionale - all'incontro di ieri fra l'assessore al commercio Cristina

Scaletti e l'Anci Toscana. Scaletti ha ricordato ai sindaci che la nuova legge toscana che regola il settore è

successiva al decreto governativo, e ribadito la competenza esclusiva delle Regioni in materia di commercio.

Anche i Comuni puntano a una forma condivisa di liberalizzazione ma un'intesa per ora non si trova. Regione

e Anci si rivedranno il 24 gennaio, dopo la conferenza delle Regioni del 16 e il vertice Anci nazionale del 19.

Intanto, si prepara una stagione di proteste delle categorie colpite dalle liberalizzazioni, a cominciare dai

tassisti. Le due cooperative fiorentine di auto bianche, Socota e Cotafi, aderiranno «convintamente e in

massa» allo sciopero nazionale del 23, tenendo in servizio solo 30 auto su 650, come hanno dichiarato ieri al

vicesindaco Dario Nardella, che ha manifestato la contrarietà di Palazzo Vecchio per l'iniziativa. Quanto alle

farmacie, non è ancora chiaro se il governo intenda abbassare il quorum attuale tra numero dei punti vendita

e popolazione residente, o pensia una liberalizzazione totale. Ipotesi che non piace al presidente toscano

Enrico Rossi, contrario alla deregulation: «Va benissimo liberalizzare il settore, a patto di non sguarnire di

farmacie i piccoli centri isolati e i paesi di montagna. Non vorrei che chi è titolare di una licenza avesse la

tentazione di spostarsi nelle città più vicine per cercare clienti. Il che non andrebbe bene, così come l'idea di

tenere i negozi sempre e comunque aperti senza limiti e senza accordi. E non c'è bisogno di essere

'comunisti' per capirlo». Mentre il dipartimento regionale della Salute fa sapere che se il governo non

modificherà le regole seguite finora per i concorsi, sarà la Regione a bandirne di nuovi per le future farmacie

toscane dell'era delle liberalizzazioni. «Già adesso lo facciamo per le licenze vacanti», si spiega. «A maggio

c'è stato l'ultimo, con prova scritta e presentazione di titoli, per 25 farmacie, da assegnare entro febbraio». In

compenso, si dice «del tutto favorevole» alla bozza di decreto sui carburanti, diffusa ieri, che contiene lo stop

al monopolio dei petrolieri e l'apertura dei distributori alla vendita di tabacchi, alimentari, giornali, la

Federazione autonoma italiana benzinai aderente a Confesercenti (Faib). In una nota del presidente

regionale Andrea Stefanelli si ricorda di avere da tempo suggerito questa linea, nonostante l'opposizione di

compagnie petrolifere e benzinai di Confcommercio (Figisc): «Non si tratta infatti di aumentare i punti vendita,

ma di rompere l'assetto monopolistico della filiera petrolifera», «superando il vincolo di esclusiva nell'acquisto

di carburanti anche per gli impianti col marchio», e dando ai gestori la possibilità di rilevare il distributore.

Foto: FARMACIE Se il governo Monti non modificherà le regole seguite finora per i concorsi, sarà la Regione

a bandirne di nuovi per le future farmacie

Foto: BENZINAI Quelli della Faib sono favorevoli alla bozza di decreto che li autorizza a vendere anche altri

prodotti

Foto: I TASSISTI Le due cooperative fiorentine aderiranno convintamente allo sciopero nazionale indetto per

il 23 gennaio

12/01/2012 2Pag. La Repubblica - Firenze(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 210

L'allarme Buste esplosive, farmacisti nel mirino IERI si è verificato un altro allarme per buste esplosive. I plichi sono stati recapitati nella sede di Federfarma,

in via Emanuele Filiberto, e in quella della Federazione dell'ordine dei farmacisti in via Palestro. Le buste, che

pare contenessero una limitata quantità di polvere pirica, sono state intercettate dai carabinieri e sono al

vaglio degli artificieri. Lunedì scorso una telefonata anonima al 112 aveva annunciato l'invio delle lettere

intimidatorie. Federfarma ha espresso forte preoccupazione: «Sono gravissimi episodi che mettono a rischio

non solo i farmacisti, ma anche i cittadini», per questo, conclude l'associazione di categoria, «abbiamo

chiesto un incontro urgente al ministro dell'Interno Cancellieri».

Foto: La sede di Ferderfarma Qui è arrivata la busta

12/01/2012 8Pag. La Repubblica - Roma(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 211

LA SANITÀ Gemelli in credito verso la Regione il ministro: risolveremo il problema «Assicuro il mio impegno personale e quello del governo per rendere compatibili le esigenze della Regione

Lazio e del suo piano di rientro sanitario con le formidabili esigenze di riqualificazione e ristrutturazione di uno

dei presidi più importanti del nostro sistema e anche di riconoscere a questo presidio fino in fondo il suo ruolo

di ospedale classificato». Lo ha detto ieri il ministro della Salute Renato Balduzzi, rispondendo al question

time alla Camera ad una interrogazione del Pd sulla riscossione dei crediti vantati dal Gemelli nei confronti

della Regione. Nell'interrogazione il Pd sottolinea che il Policlinico vanterebbe un totale di olte 300 milioni per

gli anni 2000/2010 e una parte del fabbisogno per il 2011. «Esprimiamo apprezzamento perché il Ministro

Balduzzi e gli onorevoli Pedoto e Gasbarra hanno riconosciuto e ribadito il ruolo centrale del Gemelli

all'interno del SSN - ha commentato il direttore amministrativo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore,

professor Marco Elefant - mentre auspichiamo che rapidamente giungano le risposte, urgenti e indifferibili, da

parte delle istituzioni regionali e nazionali che permettano al Policlinico dell'Università Cattolica di continuare,

senza incertezze e ridimensionamenti, a offrire i propri servizi ai cittadini di Roma, Lazio e dell'intero Paese».

Foto: I crediti accumulati dal Gemelli nei confronti della Regione negli ultimi dieci anni ammonterebbero a

oltre 300 milioni di euro A sinistra, Alemanno e il commissario straordinario al debito Varazzani

12/01/2012 32Pag. Il Messaggero - Roma(diffusione:210842, tiratura:295190)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 212

LA VERTENZA Comifar vicina alla chiusura Simeoni sollecita ilComune La chiusura ormai prossima di Comifar, il magazzino di medicinali di via Oreste di Fazio che dà lavoro a

trenta persone, non solo rappresenta la perdita di un'altra importante realtà produttiva locale, ma anche di

quello che da più parti è considerato un vero e proprio presidio di sicurezza sanitaria grazie al quale, sino a

oggi, pure la più piccola e lontana farmacia reatina era in grado di entrare in possesso, in tempi rapidi, dei

medicinali richiesti, alcuni dei quali salvavita. Sulla vertenza in atto, acutizzata dall'atteggiamento di Asm che

non è più intenzionata ad acquistare da Comifar i medicinali utilizzati dalle farmacie comunali, torna il

candidato del Pd alle primarie, Francesco Simeoni: «Produrre un'inversione di tendenza sulla vertenza

rimodulando l'ipotesi di accordo venuta meno a giugno tra Comune di Rieti, Asm e Comifar è possibile, ma

bisogna fare in fretta, poiché i tempi sono strettissimi. E' auspicabile - spiega - che il Comune di Rieti, in

qualità di socio di maggioranza della partecipata, si dimostri in grado di intervenire nell'esclusivo interesse dei

trenta lavoratori del magazzino e del ruolo di sicurezza sanitaria che quest'ultimo esercita sul territorio».

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12/01/2012 33Pag. Il Messaggero -  rieti(diffusione:210842, tiratura:295190)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 213

Orvieto, niente di fatto per la farmacia ORVIETO - Farmacia, tutto rinviato al 6 giugno. Attesa per ieri la pronuncia del tribunale amministrativo

regionale sul ricorso presentato dalle dipendenti in merito alle procedure di vendita eseguite dal Comune, la

pratica si allunga di altri sei mesi e, di conseguenza, anche la sofferenza delle casse comunali. Da quanto si

è appreso, infatti, gli avvocati hanno deciso di stiracchiare i tempi «a fronte della presentazione di motivi

aggiuntivi da parte delle ricorrenti».

12/01/2012 45Pag. Il Messaggero -  umbria(diffusione:210842, tiratura:295190)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 214

l'inchiesta PROFONDO SUD Medici in malattia e interventi a rischio Sanità della vergogna a Vibo: un dipendente su 4 sta a casa Gli ospedali della provincia hanno il record italiano di decessi E nella Asl su 1.180 dipendenti più di 290 sonoassenti «giustificati» TRA IL PERSONALE Epidemie sospette di mal di schiena e zoppìe improvvise BRUTTIPRECEDENTI È qui che nel 2007 morì per un'appendicectomia Federica Monteleone Giampaolo Iacobini Dipendenti a casa in permesso, ospedale avanti a singhiozzo. E in sala operatoria si entra solo due volte a

settimana. Vibo Valentia, profondo sud. Spicchio d'una Calabria dove sanità fa rima con affari, non sempre

puliti, al punto che proprio l'Asp, Azienda sanitaria provinciale vibonese, dal dicembre del 2010 affidata ad

una terna di commissari inviati da Roma a sanare le ferite aperte dalle infiltrazioni mafiose e dalle morti di

Federica Monteleone ed Eva Ruscio, le due adolescenti che nel 2007 persero la vita tra le corsie

dell'ospedale cittadino. Eppure, a Vibo e tra le corsie del suo ospedale, nonostante le vite spezzate, a

dispetto delle inchieste di magistratura e Commissioni parlamentari, nessuno è ancora riuscito a salvare la

speranza. La Calabria ha il record di casi di malasanità segnalati dalla Commissione parlamentare sugli errori

sanitari, e gran parte sono accaduti a Vibo. Lo scorso febbraio in dieci, tra veterinari e impiegati, finirono

dietro le sbarre. Sorpresi dai Carabinieri a fare la spesa, ad accompagnare i figli a scuola, addirittura a

ristrutturare la casa al mare, naturalmente in orario di ufficio grazie alla collaborazione di colleghi

compiacenti, abili nel timbrare fino a una decina di cartellini alla volta. Che ingenui. Oggi si scopre che erano

solo i colleghi che avevano scelto i sistemi più rozzi per svicolare il lavoro. Una pratica che in questi uffici

pare più diffusa della pausa caffè. Nel pieno rispetto della legge, naturalmente. E pazienza se l'ospedale

funziona a singhiozzo perché il personale manca. Sugli organici più o meno al completo, pesano centinaia di

assenze. Tutte lecite, tutte retribuite. Nell'azienda sanitaria più sgarrupata d'Italia capita anche questo.

Parlano i numeri: l'Asp di Vibo, forte di 1186 dipendenti, ne conta ben 293 titolari di permessi riconosciuti loro

perché sofferenti di particolari patologie o per accudire il parente gravemente ammalato e perciò bisognoso di

accompagnamento. Uno su quattro, insomma, per diversi giorni al mese se ne resta a casa, denunciando i

malanni più disparati, dalla zoppia a mal di schiena lancinanti e tali, ovviamente, da rendere ardua l'impresa

di restare otto ore al giorno al lavoro. Un'altra parte dei faticatori di Vibo resta invece a casa per prestare

assistenza a familiari invalidi. Condizione che in zona sembra essere collegata a una specie di epidemia,

portata alla luce qualche giorno addietro dalle proteste dei pazienti ricoverati nel reparto di Ortopedia

dell'ospedale. Costretti a saltare la seduta operatoria per mancanza di personale. «Allo stato, oltre alle

urgenze -spiegava appena ieri dalle colonne della Gazzetta del Sud il direttore sanitario Mario Tarabbo -sono

possibili settimanalmente due sedute di ortopedia e altrettante di chirurgia generale, una per oculistica e

un'altra per ostetricia e ginecologia». Nessun dubbio sulle cause dell'emergenza: «Abbiamo un esercito di

persone con problemi loro o di familiari da accudire - evidenziava ancora Tarabbo - e in queste condizioni

non si può fare altro che osservare quanto la legge prevede». E siccome piove sempre sul bagnato, ancora

da quelle leggi che dovrebbero tutelare i più deboli nascono altri problemi. Come quelli legati ai 12 dipendenti

che due volte a settimana devono partire da Vibo alla volta degli ospedali di Tropea e Serra San Bruno per

assicurare sedute operatorie in day hospital, sguarnendo però la già esposta trincea vibonese. «Non abbiamo

potuto fare diversamente - la spiegazione offerta dalla direzione sanitaria - in quanto c'era da rispettare

l'accordo Regione-Sindacati sulla mobilità, in base al quale un dipendente può essere movimentato

nell'ambito dei venticinque chilometri. Si può superare questa soglia soltanto per urgenze ma non oltre i

trenta giorni. In caso contrario, la mobilità è consentita in caso di chiusura dei reparti dai quali il personale

proviene. Un accordo intoccabile, anche di fronte alle criticità che molto spesso ci troviamo a dover superare

e che, a voler fare un parallelismo, sebbene estremo ma che serve a rendere l'idea, sta alla nostra asp come

l'articolo 18 sta al Governo». Così, nel nome della legge, muore la sanità in Calabria.

12/01/2012 20Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 215

Foto: CORRIDOI VUOTI Il personale dell'Asp di Vibo Valentia è spesso assente «giustificato»: uno su 4 gode

di permessi per motivi di salute propri o dei familiari [Ansa]

12/01/2012 20Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 216

SANITÀ La partita per l'ospedale di Don Verzé San Raffaele, Malacalza si dimette e contesta la cessione a Rotelli L'imprenditore lascia il cda e scrive alla Fondazione Tabor: «Il contratto con me e lo Ior è ancora valido». Lepossibili conseguenze sulla vendita Maria Sorbi Chi lo conosce bene è pronto a giurare che avrebbe voluto continuare a giocare la partita sul San Raffaele.

Battagliero, sanguigno. Fosse stato per lui non si sarebbe sfilato dall'asta sul patrimonio di Don Verzé

cedendo lo scettro al patron della sanità privata Giuseppe Rotelli. Secondo quanto apprende il Giornale è

forse questo il vero motivo per cui Vittorio Malacalza ha deciso di rassegnare le dimissioni (con effetto

immediato) dal cda dell'istituto milanese. Non tanto per contestare la validità dell'offerta del rivale, a capo del

mega gruppo San Donato. Quanto per qualche collisione, o almeno per una diversa visione strategica, con i

colleghi di cordata dello Ior. Lui, che a luglio fu chiamato dallo stesso cardinale Segretario di Stato Tarcisio

Bertone per salvare il San Raffaele, alla fine ha fatto prevalere il suo spirito da imprenditore, ma non ha

trovato l'appoggio di Giuseppe Profiti e degli altri uomini del Vaticano. E proprio per questo avrebbe anche

cercato l'accordo con altri per proseguire la mission. In primis, con la famiglia Rocca del gruppo Humanitas.

Intesa sfumata e, per il momento, messa in archivio. È vero che Malacalza ha contestato l'offerta Rotelli, con

una lettera di 8 pagine al cda della Fondazione Monte Tabor. Ma, precisa ora il manager genovese, «non ho

intenti conflittuali con lui». Comunque, la stoccata c'è. L'obiezione principale,mossa alla Fondazione, che

potrebbe perfino portare alla riapertura dei giochi, è quella di aver posto la data del 10 gennaio per

l'accettazione della proposta «non solo come vincolo di scadenza di irrevocabilità dell'offerta, ma anche come

termine fissato dal proponente per la conclusione del contratto. Qualora l'accettazione non giunga al

proponente entro il termine stabilito, la proposta perderà ogni effetto». In altri termini, Malacalza precisa che -

almeno dal punto di vista formale - non ci sono i presupposti perché la Fondazione sciolga il contratto con lui

e lo Ior, stabilito all'epoca della formazione della cordata per gestire il San Raffaele . Ma i fatti sembrano

andare in un'altra direzione. E lui, di tutta risposta, si chiama fuori. Le sorti del vicepresidente Profiti e degli

altri membri del cda saranno invece stabilite lunedì assieme ai giudici. Con tutta probabilità il Tribunale

spronerà i consiglieri a rimanere e a gestire il «semestre bianco» prima dell'insediamento della squadra

Rotelli. Intanto slitta alla metà di febbraio l'assemblea dei creditori, inizialmente fissata per il 23 gennaio. I tre

commissari hanno bisogno di più tempo per calcolare meglio i debiti del gruppo ospedaliero in vista del

deposito della loro relazione sullo stato dell'ente. . Resta da chiarire la questione Antitrust. Con l'ingresso del

San Raffaele all'interno della galassia Rotelli (che conta in tutto 18 ospedali tra istituti di ricerca e cliniche)

l'imprenditore si trova a rappresentare il 37% della sanità privata in Lombardia e avrebbe diritto a

finanziamenti regionali pari a circa 1,3 miliardi di euro. Di fatto la sua è una posizione dominante rispetto agli

altri big sanitari. Il gruppo dovrà inviare all'autorità la comunicazione della concentrazione. L'Antitrust, dopo

aver analizzato quote e fatturati, avrà 30 giorni di tempo per aprire un'eventuale istruttoria. Ma questo in ogni

caso non preclude l'acquisizione.

Foto: DETERMINATO Vittorio Malacalza ha deciso di rassegnare le dimissioni (con effetto immediato) dal

consiglio di amministrazione dell'istituto milanese [Ansa]

12/01/2012 27Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 217

La storia Tra luci e ombre «Rovinato da Equitalia, devo licenziare trenta persone» Lungaro, titolare della Ecobi di Ronco Scrivia, alle prese con il blocco della sua azienda farmaceutica MBott Sono diversi mesi, ormai che qui a Ronco Scrivia, all'Ecobi farmaceutici non si lavora più. I trenta dipendenti

sono in cassa integrazione in deroga, le macchine sono in «ostaggio». «Di Equitalia, che me le ha

sequestrate e le vuole rivendere a un prezzo dieci volte inferiore al loro valore» racconta il titolare, Giuseppe

Lungaro, 77 anni di cui 50 vissuti nell'ambiente del farmaco. La storia che Lungaro racconta al Giornale, è

lunga e articolata. Impossibile dire a priori di chi sia la ragione e di chi il torto, ma sugli effetti non ci sono

dubbi. Il debito con Equitalia ha portato l'azienda, che avrebbe commesse milionarie già firmate, a bloccare la

produzione. «E senza macchine io non posso lavorare e quindi non posso pagare il mio debito con le tasse».

Lungaro vede nero negli ultimi mesi, una serie di vicissitudini l'ha condotto fino al punto di chiudere i battenti.

Un caso che non ha nulla a che fare con la mancanza di lavoro. «La mia azienda lavora da cinquant'anni e

per Ronco Scrivia è un punto di riferimento - dice - Produciamo antinfiammatori e mucolitici, ma anche un

medicinale usato nei cocktail anti aids che produciamo solo noi e che dunque è molto importante anche per

migliaia di malati. I miei dipendenti sono quasi tutti donne che hanno uno stipendio variabile dai 1.200 ai

1.500 euro e per loro è un modo di contribuire all'andamento della famiglia». Invece a un certo punto

qualcosa va storto. Lungaro non parla mai di complotto, ma di certo c'è chi gli ha voltato le spalle,

accusandolo di non pagare i debiti. «Il mio direttore tecnico che vantava un credito nei miei confronti di 5mila

euro, tra cui anche la tassa di iscrizione all'ordine dei farmacisti che secondo me io non gli dovevo - spiega

l'imprenditore -, ha scritto al ministero della sanità dicendo che l'azienda non era più in condizione di

produrre. A quel punto io ho chiesto anche che venissero gli ispettori per valutare la situazione e mi sono

rimesso al Ministero, che tuttavia mi ha chiesto di ripartire con l'attività con nuove garanzie». Nel frattempo la

vicenda di Equitalia che ha dato la botta finale. «Hanno scritto ai nostri clienti dicendo che avevamo un debito

di un milione e 400mila euro, e di non pagare più noi bensì di dare i soldi a loro - continua l'imprenditore -

Adesso dopo il blocco delle macchine vogliono dare l'assalto all'immobile dove si torva la fabbrica, e che vale

oltre 3 milioni di euro. Equitalia però pensa di ricavarne circa 300mila». Insomma, la vicenda si complica

anche quando entra in scena un albergatore che per un debito non saldato mette a soqquadro la ditta e viene

denunciato. «Mi dispiace per i miei dipendenti - Credo che Equitalia dovrebbe darmi la possibilità di lavorare

per pagare i miei debiti, visto che la mia attività vale dieci volte di più».

Foto: GIUSEPPE LUNGARO Il titolare dalla ditta Ecobi che produce anche farmaci salvavita contro l'Aids

[Pegaso]

12/01/2012 4Pag. Il Giornale - Genova(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 218

STORIE DAL SAN MARTINO Competenza e umanità: quando l'ospedale diventa un'isola felice LA PECCA «Le polpette? Micidiali, ma basta sostituirle con un altro piatto» L'esperienza di una nostra lettricericoverata nel reparto di Neurologia 2: «Vera eccellenza» IL PERSONALE «Dai medici agli infermieri, allesignore delle pulizie: 10 e lode» Luigia Ferrando Se un antico proverbio dice «il pesce puzza dalla testa», per il reparto di Neurologia 2, lato ponente, al

Padiglione Specialità, bisogna inventarne uno nuovo, ed io l'ho inventato. Eccolo: «Il fiore profuma dalla

corolla». In questo caso la corolla che emana un dolce e delicato profumo, è, senza dubbio, il primario di tale

reparto, il professor Carlo Serrati. A lui va il mio più sentito e profondo ringraziamento per l'ottima

organizzazione del reparto, sia dal punto di vista medico, che infermieristico ed ausiliario. Quando la

dottoressa Domenica Rizzi mi disse che avrei dovuto essere ricoverata, memore di una esperienza non

proprio positiva, relativa ad un mio ricovero presso l'ospedale S. Martino vent'anni or sono, non vi nascondo

che ciò che mi si prospettava non mi entusiasmava per niente! Comunque, visto che stavo male, fu

giocoforza accettare il ricovero. Sono entrata in Reparto il giorno 03/12 e sono stata dimessa il giorno 21/12

u.s. Premetto che sono medico, ma nessuno, fino agli ultimi due giorni della mia permanenza in reparto, ne

era a conoscenza, visto che essendo ormai in pensione, io risultavo «pensionata». Per tutti, medici,

infermieri, ausiliari e specialisti che hanno effettuato le varie consulenze, io ero una paziente qualsiasi. Quindi

credo, senza ombra di dubbio, di poter affermare che quello che dirò non sia diretta conseguenza di una

sensazione legata alla emotività, bensì sia strettamente collegato ad una visione obiettiva e razionale.

Durante i 18 giorni del mio ricovero, potei constatare la competenza del personale medico, che durante la

visita, mi forniva ogni volta tutte le spiegazioni delle scelte terapeutiche e delle indagini strumentali a cui sarei

stata sottoposta, con estrema gentilezza ed umanità. Tutto il personale infermieristico del reparto, nessuno

escluso, ha sempre avuto, sia con me che con gli altri ricoverati, un comportamento degno della massima

lode. Non si limitavano a portare la compressa, a mettere una flebo o a fare una iniezione, ma avevano

sempre una parola, una battuta scherzosa, un sorriso che facevano sentire il paziente al centro della loro

attenzione. Il personale ausiliario merita una lode altrettanto sentita. C'è modo e modo di rifare un letto, di

portare il vassoio dei pasti, di fornire la bottiglia dell'acqua, di accompagnare il paziente in altri reparti per

visite od esami. Loro, le ausiliarie, hanno una umanità ed una sensibilità unica. Ed anche a loro va il mio

grazie, così come alle signore che facevano le pulizie delle camere con cura ed attenzione. Durante il

ricovero, ho anche avuto modo di entrare in contatto con vari specialisti, per le consulenze che venivano

richieste per il mio caso clinico ed anche di questo desidero parlare. Il cardiologo del Reparto Cardiologia del

Monoblocco, dottor Papagna, non si è limitato a fare semplicemente ciò che gli veniva richiesto, e cioè un

ecocardiogramma, ma ha speso una buona parte del suo tempo prezioso per parlare con me della mia

malattia di base, informandosi sulle cure che avevo fatto in precedenza e su quelle in atto al momento, sui

sintomi che avevano portato alla diagnosi, e sulle mie condizioni attuali. Mi ha colpito la grande umanità con

cui mi parlava e soprattutto mi ha commosso il suo incoraggiamento circa il decorso e le prospettive future

della mia malattia di cui non si può guarire, ma con cui si può convivere dignitosamente. Il neurochirurgo

dottor Bragazzi, con il suo sorriso e con la sua competenza, mi ha aperto il cuore alla speranza di poter

risolvere il mio caso senza intervento chirurgico. Egli non è di molte parole, ma sa trasmettere al paziente

fiducia e serenità. E gli specialisti ortopedici e l'anestesista non sono stati da meno. I tecnici ed i medici della

Radiologia hanno dimostrato pazienza (vista la mia difficoltà a muovermi) e comprensione, anche quando

hanno dovuto ripetere l'esecuzione di due esami radiografici perché, per il dolore persistente, non riuscivo ad

assumere la posizione voluta. Inoltre non posso non ringraziare le due fisioterapiste, Valentina e Lucia che

con competenza e perseveranza sono riuscite a far rilassare i miei muscoli particolarmente contratti per il

dolore. Prima di terminare devo ringraziare anche la tecnica di radiologia ed il Dottor Garlaschi del centro di

12/01/2012 7Pag. Il Giornale - Genova(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 219

senologia. Oltre ad avere un bellissimo ambulatorio abbellito da foto dei quadri del pittore Oikonomoy, si sono

dimostrati attenti e scrupolosi. Ed infine, come non elogiare il prezioso lavoro dei volontari della Croce Rossa

che trasportano i pazienti da un padiglione all'altro per le varie visite specialistiche. Questo lavoro spesso non

è valutato come si dovrebbe, ma è di una utilità inimmaginabile. I volontari lo svolgono in favore dei fratelli

sofferenti che hanno bisogno di assistenza con umiltà e semplicità. Essi si possono paragonare alle violette

spesso invisibili in un grande prato, ma percepibili per il profumo intenso e nello stesso tempo delicato, che

diffondono nell'ambiente circostante. Qualche lettore potrebbe pensare che io stia facendo una sviolinata. Vi

assicuro che questo atteggiamento non fa assolutamente parte del mio carattere, anzi sempre, in ogni

circostanza io sono particolarmente critica ed obiettiva. Vi chiederete: ma possibile che non ci sia stata una

nota stonata durante 18 giorni di ricovero? Sì, qualche nota stonata c'è stata, ma mai dipendente dagli

operatori sanitari. Un esempio? Per me le polpette sono state micidiali, ma è bastato sostituirle con un altro

cibo e tutto si è risolto. Sì, perché anche per i pasti c'è un'ampia scelta, 7 o 8 primi, altrettanti secondi e

dessert vari. Certo non si può pretendere che la mensa ospedaliera sia come quella di un ristorante a cinque

stelle! Le stanze, a due letti con servizi sono più che confortevoli. Certo manca la televisione, ma credo che

un po' di astinenza dai mass media non faccia male. Al piano c'era solo la macchinetta per il tè, il caffè ed il

cioccolato e non quella delle bevande, ma scendere al primo piano non costituisce certo un problema

insormontabile. Termino questo articolo con un ringraziamento particolare alla Dottoressa Domenica Rizzi,

che mi ha seguita con competenza, attenzione e tanta, tanta umanità!

Foto: LA STRUTTURA Un'immagine dell'ospedale San Martino

Foto: [Pegaso]

12/01/2012 7Pag. Il Giornale - Genova(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 220

L'INTERVENTO LIBERALIZZARE PER CRESCERE STRANO Paese il nostro. Siamo sempre pronti a lamentarci perché non riusciamo a fare riforme, a cambiare

nulla e quando seriamente affronti il tema delle liberalizzazioni si alza immediatamente lo scudo delle

coorporazioni che trasversalmente attraversano tutti i partiti e che vedono nelle associazioni, negli ordini

professionali e nei sindacati, gli indefessi difensori dello status quo. Non tutti sono così, ad onor del vero,

alcuni di loro affrontano i cambiamenti del mercato globale innovandosi e chiedendo ai propri associati di fare

la loro parte perché il cambiamento porta anche nuove opportunità, ma sono una minoranza. Gli altri, la

maggioranza, sono gli stessi che si scagliano contro la politica che non fa nulla, ma sono anche i primi che

chiedono alla politica di difendere le loro posizioni, talvolta di privilegio, talvolta di difesa, rispetto al libero

mercato e alle sue leggi, alle quali si devono però sottomettere i giovani, i consumatori e i non garantiti in

genere. IERI in tv ho sentito rispondere il presidente dell'ordine dei notai di Brescia, in risposta alla domanda

del giornalista «perché esiste ancora oggi la figura notarile», con una frase che mi ha lasciato basito: «perché

non tutti possono fare i notai».... Il presidente nazionale dei farmacisti ha sostenuto che i medicinali di fascia

C nelle parafarmacie aumenterebbe le vendite dei medicinali come se tutti noi fossimo dei citrulli che ci

mettiamo ad ingoiare aspirine e voltaren. Ma ben si guardano da spiegare che in Italia un giovane laureato in

farmacia se non ha tre o quattro milioni per comprarsi una farmacia, deve rassegnarsi a fare l'impiegato a

mille euro. Sulla liberalizzazione degli orari dei negozi si dice che così chiudono le piccole attività, ma certo

non si preoccupano del fatto che, finite le casalinghe, nessuno ha più il tempo di comprare alla mattina dei

giorni feriali e che prima delle 19/19.30 nessuno esce dal proprio ufficio, proprio quando i negozi chiudono:

sono cambiate le abitudini ma noi rimaniamo fermi. E potrei andare avanti. Domenica ero ad Amsterdam:

negozi aperti, per il 90% piccoli dettaglianti specializzati e pieni di clienti, avevo mal di testa ho trovato una

parafarmacia dove ho potuto comprare la mia aspirina direttamente dal banco. Mi sono guardato attorno, una

città viva, imprenditoriale piena di giovani che sono imprenditori di loro stessi, inventandosi nuove attività in

un mercato libero che dà loro grandi opportunità. Molti di loro erano europei non olandesi perché con le

liberalizzazioni sparisce la burocrazia e vale solo la meritocrazia: chissà se anche noi riusciremo ad avere

questa grande opportunità, per i nostri giovani, per noi consumatori, per tutti i non garantiti, affinché un

ascensore sociale bloccato da troppo tempo torni a funzionare. * parlamentare Fli

12/01/2012 15Pag. QN - Il Resto del Carlino - Bologna(diffusione:165207, tiratura:206221)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 221

I farmacisti jesini bocciano le liberalizzazioni «I piccoli comuni sarebbero privati di presìdi sanitari e noi costretti a licenziare» - JESI - «LIBERALIZZARE le farmacie vorrebbe dire privare i piccoli Comuni della Vallesina di presìdi

sanitari, costringere a licenziare dipendenti e non andrebbe a vantaggio dei clienti». I farmacisti jesini

bocciano, la liberalizzazione del settore annunciata come imminente dal governo Monti. E alcuni di loro

chiedono invece, ma al sindaco Belcecchi, una liberalizzazione degli orari che vada incontro alle esigenze di

chi lavora. «Non ci sarebbero vantaggi per il cittadino - esordisce Roberto Governatori della farmacia

Grammercato, attiva da oltre 50 anni -. Il nostro settore è ben regolamentato, il cliente può scegliere il

farmaco tra tanti prezzi diversi. Già oggi il prezzo è libero. Stiamo parlando di medicinali e il rischio è che

farmaci come la pillola o il viagra ad esempio, siano molto più accessibili. Potrei essere favorevole - aggiunge

Governatori - a incrementare il numero di farmacie ma non ad uno stravolgimento del sistema che ci

costringerebbe alla fine a licenziare». Per Francesco Moretti dell'omonima farmacia lungo corso Mattettoti

liberalizzare vorrebbe dire «far morire le farmacie che hanno sede nei Comuni della Vallesina e

dell'entroterra. Sarebbe - aggiunge - un vero e proprio impoverimento perché oggi le farmacie dei piccoli

Comuni sono dei veri e propri presidi, un sostegno ai clienti. Per la misurazione della pressione, analisi stick,

oltre ai consigli in materia di salute. Quei farmacisti (che oggi spesso sopravvivono grazie al sussidio statale,

ndr) con le liberalizzazioni sarebbero spinti a venire a Jesi, attratti da un maggiore fatturato. Ma sarebbe una

vera e propria perdita di un servizio importante per tutti gli abitanti della Vallesina. Sono preoccupato

soprattutto per questo oltre al fatto che consentire alla grande distribuzione di vendere farmaci, potrebbe

spingere ad un consumo istintivo e meno ponderato dello stesso». Gaetano Martini dell'omonima farmacia

attiva lungo Corso Matteotti dal lontano 1938 (è l'unica con il privilegio di 'farmacia regia') non chiude del tutto

la porta: «Se liberalizzare vuol dire aumentare servizi su territori che ne sono sprovvisti sono d'accordo. Se

invece vuol dire mettere in crisi le strutture esistenti per favorire la grande distribuzione, perdendo di vista il

diritto alla salute, allora dico no». Una liberalizzazione per Martini sarebbe necessaria: quella degli orari.

«Oggi chiudiamo alle 13 per riaprire comodamente alle 16,30 e chiudere di nuovo alle 19,30. Sono orari

scomodi per chi lavora, vanno adeguati ai nuovi stili di vita. Il sindaco dovrebbe convocarci per discuterne».

Sara Ferreri Image: 20120112/foto/210.jpg

12/01/2012 12Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ancona(diffusione:165207, tiratura:206221)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 222

Farmacisti e tassisti sul piede di guerra: I primi: «Stiamo resistendo per evitare di distruggere un sistema che funziona» ALICE MURI di ALICE MURI SI AVVICINA la data annunciata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio

Catricalà per l'avvio delle liberalizzazioni di alcune categorie, tra cui farmacie, taxi e notai. Il termine previsto

per il decreto legge è il 20 gennaio, ma gli interessati sono già sul piede di guerra. E anche a Pesaro non

poteva che salire la polemica. Per quanto riguarda le farmacie, l'intenzione del Governo è quella di

aumentare il numero di nuovi esercizi, intervenire sull'ereditarietà delle licenze e permettere la vendita di

alcuni farmaci di fascia C anche nella grande distribuzione e nelle parafarmacie. «In questi giorni molti

parlano di resistenza della nostra categoria sui farmaci di fascia C - dice il presidente provinciale dell'ordine

dei farmacisti Romeo Salvi, titolare della farmacia di via Recanati - ma noi stiamo resistendo per evitare una

cosa ingiusta e pericolosa, che minaccia la vera essenza del Presidio sanitario farmacia. Qui si vuole

distruggere un sistema che funziona. Oggi inoltre si possono già aprire delle nuove farmacie ma sono

Provincia e Regione a dire di no. Più farmacie poi faranno abbassare i prezzi solo nelle grandi città ma nei

piccoli paesi il prezzo rimarrà lo stesso. Dove sono necessarie si possono anche aumentare ma non si può

fare la caccia alle streghe». Sulla questione dell'ereditarietà aggiunge: «A Pesaro solo una piccolissima parte

si tramanda di padre in figlio - dice Salvi -: le ultime generazioni le farmacie se le sono acquistate». NELLA

NOSTRA provincia, ad oggi, il numero di abitanti per ogni farmacia è sotto della media nazionale: «Ci sono

2900 abitanti a farmacia - dice Stefano Golinelli, presidente provinciale di Federfarma e titolare della farmacia

Antonioli di via Branca - e il nostro è un sistema capillare che funziona. Perché distruggerlo? In questo modo

si sta facendo la mercificazione del farmaco, dietro la spinta della grande distribuzione. I farmacisti inoltre,

con il loro reddito sostengono il sistema sanitario nazionale e allo Stato versano 900 milioni di euro l'anno.

Sull'aumento del numero di farmacie invece non sono contrario». Che le farmacie debbano «aprirsi alla

società che cambia, perseguendo però un modello sostenibile» lo pensa Antonio Astuti, titolare della farmacia

di Corso XI settembre e vice presidente dell'ordine. «A Pesaro, di fatto una liberalizzazione c'è già: ci sono 22

farmacie, 2 parafarmacie e gli ipermercati». «Sono contraria per natura a tutte le professioni protette - dice

Maria Clementina Colangelo, titolare della farmacia Peroni di via del Novecento - ma con i farmaci di fascia C

bisogna andare molto cauti: ci sono anche quelli che agiscono sul sistema nervoso ad esempio. Noi abbiamo

un rapporto diretto con i clienti e conosciamo la provenienza del farmaco stesso e siamo a disposizione per

tutti gli effetti indesiderati». A parlare di «buffonata» e di «uccidere i centri storici» è invece Claudio Mari,

titolare della farmacia di piazzale Cinelli mentre Ubaldo Albini Riccoli, titolare della farmacia di via San

Francesco spiega: «Difendiamo il valore del farmacista perché il farmaco non è merce da scontare ma un

prodotto per la salute. Favorevoli ad abbassare invece il quorum per dare più posti di lavoro ai giovani».

ANCHE I TASSISTI sono sul piede di guerra per le liberalizzazioni: «Pensare solo alle grandi città non

tenendo conto delle piccole realtà è secondo noi sbagliato - dice il presidente della cooperativa Radio Taxi di

Pesaro, Ugo Valsecchi -. Nuove licenze già si possono emettere con la legge 21 del '92 del regolamento taxi

e il decreto Bersani ma occorre farlo dove servono più tassisti. Qui non c'è questa necessità: capita che di

notte non si faccia una corsa». A Pesaro i tassisti sono 27 e aderiranno allo sciopero indetto dalla categoria

per il 23 gennaio. «Noi abbiamo investito per acquistare licenze, accendendo anche un mutuo, ora con

l'aumento del numero dei tassisti il mio lavoro varrà zero. E i giovani come saranno poi ricollocati? - dice

Valsecchi -. Io credo che liberalizzare la nostra categoria interessi qualcuno che possa comprare licenze per

venderle poi a chi è anche disposto a lavorare per 700 euro. Questo è sfruttamento».

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 223

Cala anche il valore patrimoniale NON E' SOLO la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C nei supermercati o nelle parafarmacie e

l'aumento del numero di esercizi nel territorio che causerà maggiore concorrenza a preoccupare i farmacisti.

Abbassare il numero di abitanti per farmacie infatti, significa abbassare anche il valore patrimoniale della

farmacia stessa. Image: 20120112/foto/6653.jpg

12/01/2012 2Pag. QN - Il Resto del Carlino - Pesaro(diffusione:165207, tiratura:206221)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 224

«Liberalizzare i farmaci non servirà» La categoria è compatta: «Noi rispondiamo anche alle chiamate notturne» I FARMACISTI di Urbino si sentono sotto torchio. Il Governo Monti sta per portare in Consiglio dei Ministri

(forse già il prossimo 20 gennaio) una misura che tra le altre cose liberalizza i farmaci di fascia C (quelli

pagati dal cittadino per cui è indispensabile la ricetta medica). E loro, considerati molto spesso una lobby,

chiedono maggiore tutela dei diritti dei pazienti. Niente di eccezionale, si difendono come possono. Eppure

quel che più li fa scaldare non sono le accuse di corporativismo. Bensì il fatto che si voglia vendere il pan per

focaccia. Su questo ad Urbino (dove peraltro non esistono ancora supermercati con un camice bianco tra i

dipendenti), come nel resto d'Italia il fronte è unito. «QUEL CHE si sta facendo - dice Antonio Lamedica,

proprietario della farmacia in piano centro storico - non serve a nulla». Salvo una precisazione: «Le coop e

compagnia bella intendono ottenere anche la fascia C perché con Sop e Otc (i farmaci da banco) hanno fatto

un flop». La questione economica passa poi in seconda fila rispetto ai rischi si corrono e per cui si teme un

peggioramento: «Pochi giorni fa è venuta una signora per acquistare l'Aspirina. Sapendo che faceva uso del

Coumadin l'ho sconsigliata perché l'abbinamento fra questi due è rischioso. Se si fosse trattato di un

supermercato, con tutto il rispetto per i colleghi che ci lavorano, non sono sicuro che sarebbe accaduto lo

stesso. In una farmacia c'è un particolare rapporto tra cliente e chi sta dietro il banco. E non è giusto ridurlo

ad una logica di consumo». DANIELA Lucciarini, titolare della farmacia Lucciarini in corso Garibaldi è

d'accordo pur chiosando che «in presenza di un bravo professionista che fa domande a chi si presenta alla

cassa per sapere eventuali intolleranze o medicinali assunti» i rischi di commettere errori si riducono. Non si

può negare tuttavia che l'intervento annunciato spaventa e non poco la categoria. TRA LE VOCI dei titolari

sentite c'è anche quella di Vincenzo Casoli della farmacia Ricciarelli di via Mazzini: «Anzitutto va chiarito -

dice - se le liberalizzazione contribuiranno ad abbassare solo i prezzi al pubblico o anche quelli applicati dalle

ditte farmaceutiche». E' infatti comune presagio che Coop e supermercati riusciranno a fare sconti più

generosi sulle confezioni ma è in forte discussione il fatto che questo ricadrà anche sui pagamenti da

corrispondere alle ditte farmaceutiche. In attesa di avere un quadro c'è un altro aspetto su cui Casoli insiste.

Sarebbe a dire la disponibilità a garantire la prestazione 24 ore su 24 per qualsiasi eventualità. «Qui -

prosegue - siamo sempre pronti a rispondere alle richieste. Per una chiamata notturna riceviamo però la

misera somma di circa quattro euro. Ed è chiaro che se si vanno a danneggiare così i più piccoli questo

servizio potrebbe avere delle difficoltà». LUIGI PACI ed Elena Cossi della farmacia di viale Antonio Gramsci

danno una loro soluzione al problema: «Aumentare il numero delle licenze» senza danneggiare la qualità e

trasferire la vendita della fascia C alla grande distribuzione, con una clientela troppo «anonima e fluttuante»

per essere tutelata. Attualmente il piano organico della città è fermo a sette (cinque farmacie private, una

comunale e una parafarmacia). Pressappoco una ogni 2mila abitanti. Un numero inferiore allo sbarramento

dei 5mila previsto per legge. Ma reso necessario dalla particolare concentrazione demografica. Emanuele

Maffei Image: 20120112/foto/6829.jpg

12/01/2012 15Pag. QN - Il Resto del Carlino - Pesaro(diffusione:165207, tiratura:206221)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 225

IN TRINCEA DELUIGI: «CON LE LIBERALIZZAZIONI MOLTI RISCHIANO DI CHIUDERE. PESA LACONCORRENZA DELL'AUSL» Un 'esercito' di oltre 500 farmacisti per pochi esercizi «ALTRO che aumentarle! A Rimini certe farmacie bisognerebbe chiuderle, perché non sono affatto

remunerative. E se passerà la liberalizzazione sarà un vero disastro». Non usa mezzi termini Roberto Deluigi,

il presidente di Federfarma Rimini (l'associazione dei titolari delle farmacia) di fronte allo scenario che si

potrebbe presentare con il prossimo decreto del governo Monti. A Federfarma vedono la possibile

liberalizzazione delle licenze come fumo negli occhi. «Perché la torta da spartire si stringerà sempre più. Già

l'Ausl ci fa grande concorrenza, distribuendo farmaci in ospedale. Di questo passo alcune farmacie non

reggono». Però Deluigi i prezzi di alcuni farmaci, in un regime di maggiore concorrenza, sono destinati a

calare. «Anche questo è tutto da dimostrare, perché i prezzi su alcuni farmaci sono già stati ridotti all'osso.

Non dimentichiamo che dal 2006, con l'altro decreto sulle liberalizzazioni, nel Riminese hanno già aperto 40

parafarmacie. Che si sono aggiunte alle 86 farmacie già presenti nel Riminese (di cui 17 comunali), e alle

altre 6 estive». Molte parafarmacie sono state aperte da quei farmacisti che invano hanno cercato di avere

una licenza. Oggi a Rimini l'ordine dei farmacisti conta qualcosa come 528 iscritti, a fronte di sole 86 farmacie

... «E' vero, ma non si deve credere che la liberalizzazione sia la cura a tutti i mali. Ci sono alcune farmacie,

specie in Valconca e in Valmarecchia, che sono state aperte per esigenze del territorio, ma che fanno fatica a

sostenere i costi. A Rimini abbiamo un rapporto abitanti/farmacie che è inferiore al minimo stabilito per legge,

che ne prevede una in media ogni 4mila abitanti. Noi siamo a una ogni 3500 (considerando anche quelle

estive). E comunque è in corso il banco per aprire tre nuove farmacie, a Rimini, Riccione e Bellaria». Quello

che la Federfarma non dice, è che se passerà, nel decreto del governo Monti, la linea della liberalizzazione

totale, le licenze per le farmacie non avranno più quei valori stratosferici con cui sono state acquistate in

passato. A Rimini c'è chi ha pagato oltre un milione di euro solo per acquistare la licenza di una farmacia.

Image: 20120112/foto/8095.jpg

12/01/2012 2Pag. QN - Il Resto del Carlino - Rimini(diffusione:165207, tiratura:206221)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 226

PAESE Un 'asta va finalmente a buon fine e in municipio entrano 130mila euro Il Comune incassa e paga i dipendenti Dopo le aste a vuoto per farmacia e parafarmacia comunale, finalmente villa La Quiete è riuscita a vendere

qualcosa. E precisamente l'appartamento di via Monsignor Ceccato, che era stato donato da Celia

Vendramin alla Paese Servizi, la municipalizzata del settore sociale che ora viaggia verso la liquidazione.

Quanto è entrato nelle casse del Comune? Poco più di 130 mila euro. Un bella boccata di ossigeno,

soprattutto dopo i bandi deserti che hanno imposto alla giunta Pietrobon la riduzione di circa il 20 per cento

del valore della farmacia (all'inizio valutata 1,8 milioni) e della parafarmacia comunale (scesa da 133 mila a

110 mila euro). «Speriamo che questo sia solamente l'inizio e che ora vadano a buon fine anche le altre cose

inserite nel piano delle alienazioni - esulta l'assessore al Bilancio, Maurizio Severin - quest'ultima entrata, poi,

ci dà una mano perché ci consente di pagare i trattamenti di fine rapporto dei dipendenti di Paese Servizi

trasferiti all'istituto Casa Marani». L'obiettivo, comunque, resta quello di vendere anche il resto, compreso il

pezzo di zona industriale a Padernello (valutato circa 800 mila euro) e la storica villa Gobbato (circa mezzo

milione di euro), in modo da portare nelle casse oltre due milioni di euro. E con questi in tasca si potrebbe

guardare con maggior fiducia anche alla realizzazione delle nuove elementari di Postioma e Padernello.

«L'unica offerta arrivata per la costruzione della scuola di Postioma, con finanziamento in leasing, verrà

valutata la prossima settimana - annuncia Severin - poi aspettiamo di vedere come va a finire il discorso delle

liberalizzazioni, perché se potessimo monetizzare le quote che abbiamo in diverse società le cose potrebbero

essere anche ben diverse».

12/01/2012 12Pag. Il Gazzettino - Treviso(diffusione:86966, tiratura:114104)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 227

REGIONE Torna a riunirsi la commissione, corsa agli emendamenti Piano sanitario, manovre salva-Venezia I destini della sanità di Venezia tornano all'attenzione della Regione. Oggi si riunisce la commissione sanità e

tra i punti all'ordine del giorno c'è anche l'esame della proposta di legge che punta ad accorpare Venezia e

isole all'Ulss di Chioggia, e Cavallino-Treporti a San Donà. Proposta presentata da un gruppo di consiglieri

leghisti, con Giovanni Furlanetto e Daniele Stival in testa, che in realtà ha assai poche chance di passare. Per

la prossima settimana, invece, il presidente, Leonardo Padrin, ha già fissato una due giorni di lavori,

mercoledì e giovedì, tutta dedicata al piano socio-sanitario. L'obiettivo è quello di stringere al massimo i

tempi, forse anche di chiudere. E in questo caso, Venezia si gioca il futuro del Civile. Ma oggi si comincia

dalla proposta separatista, che ha incassato il sostegno di venessia.com. Per il direttivo del social network è

una «via concreta per rispondere alle esigenze specifiche di Venezia». «É una proposta di buon senso: è

quello che mi chiede la gente per strada - insiste Furlanetto -. Quasi tutti i miei colleghi leghisti l'hanno scritta.

Il governatore Zaia e l'assessore Coletto mi lasciano fare... Ora dipenderà dal Pdl. Ma se non passa,

significherà che non c'è buon senso». Il Pdl ne parlerà ufficialmente oggi, in un gruppo fissato prima della

commissione. Ma Nereo Laroni è tranchant: «Decideremo che l'Ulss resta quella che è. Sarebbe come

dividere la città. Non ha senso comune». Intanto sono partite le ultime, grande manovre per emendare il

piano sanitario, che se restasse nella versione attuale non garantirebbe un gran futuro al Civile. Ne parlerà

oggi il gruppo Pdl, intenzionato a presentare un pacchetto di emendamenti. Bruno Pigozzo (Pd) ne ha già

annunciato uno per il «riconoscimento della specificità veneziana e la classificazione del Civile come

ospedale di rete». Una corsa in avanti che ha irritato qualche altro collega veneziano. Ieri è stata la volta di

Gennaro Marotta (Idv) che sottolinea di aver concordato le sue proposte con il sindaco Giorgio Orsoni e di

averne parlato anche a Coletto: «Il muro contro muro non serve a niente». Nel dettaglio, oltre alla specificità,

chiede il «mantenimento nei servizi previsti per gli ospedali di rete», nonchè una deroga per il punto nascita.

Come aveva preannunciato, anche il direttore generale dell'Ulss 12, Antonio Padoan, sta dando i suoi

suggerimenti tecnici. E tra le proposte targate Ulss, ci sarebbe quella di puntare più che sull'ospedale di rete

sul mantenimento delle attuali unità operative con relativi posti letto del Civile, da individuare come "spoke

capoluogo". L'ospedale di rete base, infatti, ha meno servizi dell'attuale Civile: oculistica, orl, dermatologia,

nefrologia, malattie infettive, radioterapia, emodinamica, reumatologia, patologia neonatale. Altra proposta,

quella di concentrare l'eventuale taglio di posti letto sui privati. E ancora, l'accorpamento della cardiochirurgia

di Mirano con l'Angelo... Tutta materia per una discussione che entrerà nel vivo la prossima settimana.

Padrin, ovviamente, non si sbilancia sul caso Venezia: «Siamo disponibili a discutere su tutto, non a farci

prendere in giro. Chi ha qualcosa di buono lo porti. Il piano è lo strumento per migliorare la salute di tutti i

veneti». (r. br.) © riproduzione riservata

12/01/2012 4Pag. Il Gazzettino - Venezia(diffusione:86966, tiratura:114104)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 228

Giovedì 12 Gennaio 2012, Poletti, nuovo crac da 10 milioni Per l'ex proprietario del Venezia Calcio si profila un altro processo per bancarotta Ancora guai giudiziari per l'ex presidente del calcio Venezia, Arrigo Poletti. Dopo la pesante condanna che gli

è stata inflitta a Trento in relazione al crac della società Aeroterminal di Venezia, si profila un nuovo processo,

sempre per bancarotta. Questa volta la società fallita, con un "buco" stimato in una decina di milioni di euro, è

la "Florida" dalla quale, secondo gli investigatri, sarebbero state "distratte" (ovvero utilizzate per fini diversi da

quelli societari) ingenti somme di denaro. Indagato assieme a Poletti figura anche l'amministratore della

società. Il pm Federico Bressan ha provveduto al deposito degli atti, la procedura che normalmente precede

una richiesta di rinvio a giudizio. Il difensore di Poletti, l'avvocato Renzo Fogliata, sta studiando le carte del

fascicolo per decidere quale sarà la strategia processuale. Nel frattempo Arrigo Poletti continua a scontare

agli arresti domiciliari la condanna a 5 anni e 8 mesi di reclusione che gli è stata inflitta la scorsa estate dalla

Corte d'Appello di Trento, la quale ha ridotto la pena quantificata in primo grado in 8 anni. Anche il fratello

Ugo Poletti è stato condannato per il crac Aeroterminal, ma ad una pena meno severa: tre anni e sei mesi.

Entrambi aspettano la parola definitiva della Cassazione. Arrigo Poletti è uno dei 9 detenuti che, in tutta Italia,

stanno "sperimentando" il braccialetto elettronico: dei 450 braccialetti a disposizione del ministero della

Giustizia (per un costo complessivo di 11 milioni) la stragrande maggioranza, infatti, non è mai stato attivato.

In realtà si tratta di una cavigliera di plastica, collegata ad un'apparecchiatura gps che segnala eventuali

evasioni: per evitare che l'allarme suoni, l'ex presidente del Venezia non solo non può uscire in giardino, ma

neppure scendere nella cantina sotterranea dove il segnale gps non arriva, facendo scattare l'allarme. Oltre

ai processi per bancarotta, sui fratelli Poletti pende anche l'inchiesta per una presunta "mazzetta" di 20mila

euro che i due sostengono di aver pagato nel 2009 all'ex presidente dell'Ames, Statis Tsuroplis, per evitare

che la società, gestore delle farmacie comunali, riscuotesse la penale per il ritardo nella conclusione dei lavori

per la nuova sede in costruzione al Tronchetto. A Trento i Poletti sono stati processati per il reato di

corruzione, ma la Corte d'Appello ha annullato la prima sentenza di condanna sostenendo che la competenza

spetta a Venezia, dove il pm Federico Bressan sta procedendo a carico di Tsuroplis, ma per il reato di

concussione, il che presuppone che l'ex presidente del Venezia e suo fratello siano vittime e non imputati. Un

"pasticcio" giuridico che rischia di complicare la gestione del processo. Gianluca Amadori © riproduzione

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12/01/2012 16Pag. Il Gazzettino - Venezia(diffusione:86966, tiratura:114104)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 229

«Non ho paura delle intimidazioni Ci attaccano per sporchi interessi» Dura risposta della presidente Annarosa Racca CONOSCENDO bene il settore, credo sia veramente ora di liberalizzare le farmacie. Molti parlano, ma solo

gli addetti ai lavori conoscono i margini di profitto su fascia A, generici, Fascia C etc. Dunque signori

farmacisti, basta piangere. Sono anni ed anni che avete guadagni enormi lo dimostra il prezzo di una

farmacia rurale e di quelle «cittadine». È tempo che il Governo dia il via libera ai giovani farmacisti e ai

direttori di farmacia per poter gestire una loro impresa senza essere sottoposti al volere della casta del

farmaco. Clò, da ilgiorno.it LA LIBERALIZZAZIONE delle farmacie fa bene solo alle Coop e ai grandi gruppi.

Mi dispiace che in Italia tali gruppi siano così potenti. I piccoli negozi spariranno sempre più e noi cittadini

avremo sempre meno servizi e sempre meno professionalità. Marta, da ilgiorno.it

12/01/2012 13Pag. QN - Il Giorno - Sud milano(diffusione:69063, tiratura:107480)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 230

La liberalizzazione? «A favore degli iper» Ma alle botteghe l'orario lungocosta caro Dubbi tra i negozianti di Palazzolo dopo il decreto Salva Italia: servono delle regole SIMONA BALLATORE di SIMONA BALLATORE - PADERNO DUGNANO - IL GIGANTE da una parte e le formiche dall'altra. Le

nuove manovre economiche rischiano di allargare la forbice tra la grande e la piccola distribuzione. O

almeno, questa è la preoccupazione di molte botteghe davanti all'invocata o temuta «liberalizzazione». E

mentre i Comuni stanno ancora vagliando il «Decreto Salva Italia» per cercare eventuali spiragli d'azione, i

commercianti cercano di capire in che modo la libertà degli orari di apertura potrebbe incidere sulla loro

attività. «Per noi non cambierà molto - spiega Laila De Stefano dal bancone del Samovar -. Il danno più

grande l'ha fatto la prima liberalizzazione, che ha portato una concentrazione di bar in poche centinaia di

metri». Il pericolo è che, con la chiusura delle piccole botteghe che non riescono più a sostenere la

concorrenza della grande distribuzione, a rimetterci sarà anche la differenziazione delle attività. «Prima c'era

un margine di 150 metri tra un negozio di parrucchieri e l'altro, adesso siamo già in cinque in 200 metri»,

conferma Gianfranco Delli Turri. Gli orari più flessibili? «Possono essere un'opportunità se ci si riesce però a

organizzarsi da soli. Io per esempio ho scelto l'orario continuato. Ma se uno deve pagare i dipendenti, i costi

diventano insostenibili. Il fatto che i negozi della grande distribuzione possano rimanere sempre aperti rischia

di danneggiarci. Dobbiamo impegnarci ancora di più e offrire un servizio diverso». Certo, non è facile. «Noi

abbiamo aperto a settembre - spiega Clementina Lamedica, titolare del negozio di abbigliamento per bimbi

«Iana» -. Per quanto riguarda gli orari penso non ci saranno novità, ci muoviamo in base alle esigenze della

clientela: di sera o di domenica non c'è molto passaggio. Ma seguiremo anche quello che faranno gli altri

negozi. Qui non ci sono i numeri del centro commerciale ma un'offerta sostanzialmente diversa, per chi non

vuole confusione e richiede un certo tipo di servizio». Capitolo spinoso a parte è quello delle farmacie. «La

nostra paura è che se spostiamo tutto nella grande distribuzione anche le farmacie di paese faranno la stessa

fine degli altri negozi, chiudendo i battenti - spiega Carlo Emanuele Asnaghi -. Non vedo vantaggi dalla

liberalizzazione, neanche per gli utenti. E si rischiano licenziamenti. Ci accusano di essere una casta? Allora

siamo una casta positiva, offriamo professionalità 24 ore su 24». INTANTO dai banchi del Consiglio il

capogruppo del Pdci Mauro Anelli chiede si aprire un tavolo: «La liberalizzazione degli orari e delle aperture

domenicali in questa fase delicata rischia di peggiorare le condizioni di lavoro e di rompere gli equilibri, già

difficili, tra piccoli, medi e grandi esercizi commerciale. Invitiamo il sindaco e la Giunta a convocare le

associaz ioni del le imprese e i s indacat i pr ima di adeguars i a l le nuove d isposiz ioni».

s imona.bal la tore@i lg iorno.net

12/01/2012 2Pag. QN - Il Giorno - Sesto(diffusione:69063, tiratura:107480)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 231

SONDRIO «IL PRIMO MUTAMENTO DEL PROVVEDIMENTO RIGUARDERÀ IL NUMERO DI ESERCIZI INRAPPORTO AGLI ABITANTI CHE IN VALLE È GIÀ MOLTO ELEVATO» I farmacisti e il decreto: «Subiremo danni ma restiamo professionisti» - SONDRIO - LA PERPLESSITÀ sulla liberalizzazione che, secondo le indicazioni del sottosegretario alla

presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, sarà sottoforma di decreto pronto prima del 20 del mese che

investirà anche le farmacie, è diffusa tra gli addetti ai lavori del capoluogo. «Nella generale incertezza -

esordisce Giancarlo Biglioli, titolare dell'omonima farmacia - si è capito che il primo mutamento riguarderà il

numero di abitanti per farmacia che da circa 4.600 passerà a 4.000. Aspetto che non sconvolgerà il territorio

in cui il loro numero, in relazione a quello di persone è, ad oggi, già molto elevato». A Sondrio, ad esempio,

sono 6 su 21mila abitanti, rapporto ancora più significativo nei piccoli borghi. Altra novità, la possibilità, per

esercizi differenti come le parafarmacie, di vendere anche medicinali di fascia C, quelli con l'obbligo di ricetta

ma totalmente a carico del paziente, il cui elenco completo sarà stilato dall'Aifa, Agenzia italiana farmaco.

«Saranno circa 4.000 i farmaci potenzialmente interessati (sciroppi, ansiolitici, anticoncezionali etc.) che,

stimati in fatturato aziendale, potrebbero corrispondere indicativamente ad un 20% - prosegue il

professionista -. Probabilmente subiremo dei danni, ma dalla nostra abbiamo la professionalità». Su

quest'aspetto punta anche Maria Cristina Quadrio, titolare dell'esercizio in piazzetta Rusconi a Sondrio. «Il

medicinale va gestito nel luogo appropriato, perché controllato da professionisti che si pongono come punti di

riferimento. Il farmacista è un tramite fondamentale e, con la sua esperienza, assolve ad una missione

sociale, facendosi tramite tra medico e paziente. Per questo sono fermamente contraria. Inoltre, a livello

monetario, non credo che la liberalizzazione rappresenti un risparmio per il consumatore né, tantomeno, un

guadagno per lo Stato in quanto sposterebbe semplicemente le entrate da noi ad altri luoghi di vendita».

SECONDO MARINELLA Scilini, dell'attività municipale di via Nazario Sauro, invece, il «provvedimento

d'urgenza» significherà per la categoria una fetta di mercato in meno. «Una più accanita concorrenza resa

ancor più aspra da un probabile abbassamento dei prezzi operato da quei gruppi che potranno lavorare sui

grossi numeri». Aspetto che, teoricamente, riguarderà solo in maniera marginale la provincia. «Per ora in

zona non esistono grandi store con all'interno reparti dedicati e di parafarmacia ce n'è una sola - precisa

Anna Ruffini, titolare della farmacia Tremonti - . Ma se, in futuro, le cose dovessero cambiare, l'aumento dei

competitor, porterà sicuramente alla diminuzione dei clienti. La confusione in merito è tanta, ma, da quel che

ho capito, non mi pare una grande trovata». Camilla Martina

12/01/2012 2Pag. QN - Il Giorno - Sondrio(diffusione:69063, tiratura:107480)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 232

IN BREVE Giustizia Riciclaggio avvocati parlano i difensori Arringhe dei difensori al processo che vede imputati gli

avvocati Marco Cocilovo, Mario Itro e Mauro Di Monaco. I tre sono imputati di riciclaggio e fraudolento

trasferimento di valori, nell'ambito dell'inchiesta su appropriazione indebita a danno dell'ospedale

«Fatebenefratelli». Ieri hanno pronunciato le loro arringhe gli avvocati Guido Principe per Cocilovo, Claudio

Botti per Itro e Gennaro Fazzino per Di Monaco. Prossima udienza il 15 marzo e in quella data vi sarà la

sentenza. Capoluogo Forza posto di blocco giovane arrestato È stato arrestato dopo un breve inseguimento

svoltosi tra le vie del Rione Libertà Nazzareno Parisio di 22 anni del capoluogo. Il giovane, nella tarda serata

di ieri, ha incrociato il posto di controllo di una gazzella del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia

dei carabinieri di Benevento e, ricevuta dal capo equipaggio la segnalazione di fermarsi per essere sottoposto

a controllo, ha accelerato bruscamente la marcia del veicolo direzionandolo verso lo stesso militare per

costringerlo a togliersi dalla carreggiata e proseguendo la fuga all'interno del rione. Raggiunto e bloccato in

pochi istanti, il giovane è stato dichiarato in arresto per resistenza a Pubblico ufficiale e guida senza patente

perché mai conseguita: L'autovettura, di proprietà del padre, è stata sottoposta a fermo perché sprovvista di

copertura assicurativa. Al termine degli accertamenti ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari presso la

propria abitazione. servizi Le farmacie di turno nella giornata di oggi Il servizio di apertura pomeridiana verrà

espletato dalla farmacia Santa Sofia ubicata al corso Garibaldi. Il servizio di apertura notturna, invece, verrà

garantito dalla farmacia Pascucci che ha sede alla via Porta Rufina.

12/01/2012 5Pag. Il Mattino - Benevento(diffusione:79573, tiratura:108314)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 233

IMMINENTE L'OBBLIGO DELLE RICETTE ELETTRONICHE. GIÀ RICHIAMATI TRENTA MUTUALISTI «Caro paziente, ci stai costando troppo» L'Asl si dota di un cervellone per monitorare le prescrizioni mediche e sorvegliare la spesa del singolocittadino Il portale sarà in grado di vigilare sulle spese e la natura delle ricette dei medici ALBERTO PARODI e EMANUELE ROSSI . Il "Grande Fratello" delle ricette di un'azienda livornese scandaglierà tutte le ricette mediche della Asl 2 per

fornire ai tecnici della "task force" della Farmaceutica della Asl il quadro più completo possibile di quanto

viene prescritto e quanto costa ogni singolo paziente e ogni singolo medico alla Asl2. E sulla base di questo

monitoraggio sempre più incisivo anche il singolo paziente potrebbe venire contattato dai tecnici dell'azienda

per notificargli il costo, se eccessivo, dei farmaci a lui prescritti. In una delibera Asl dello scorso 3 gennaio,

infatti, viene messa a bilancio per il 2012 la spesa di 10mila euro per un contratto con la Marno Srl, ditta

livornese che gestisce il portale "Farmastat", un servizio on-line di rilevazione ed analisi delle prescrizioni

farmaceutiche. «Il portale - si legge nella delibera permette l'accesso contemporaneo di più operatori dell'Asl

2 Savonese,preventivamente abilitati, all'archivio elettronico delle prestazioni farmaceutiche, per effettuare

ricerche e sintesi statistiche, registrare i Piani Terapeutici per la verifica dell'attinenza delle prescrizioni

correlate, eseguire l'analisi delle prescrizioni farmaceutiche dispensate in convenzionata, distribuzione per

conto e distribuzione diretta ospedaliera, il tutto sulla scorta della digitalizzazione delle ricette effettuata da

parte della società incaricata». In pratica il sistema immagazzina tutte, ma proprio tutte, le ricette che

vengono fatte per via elettronica (che sarà presto obbligatoria) e non solo: organizza le informazioni in modo

che sia più semplice, per i tecnici della Asl, avere un quadro preciso e statistico di come e dove si spende.

Con ricerche che possono essere fatte sia sul singolo assistito che sul singolo farmaco, il medico prescrittore

o curante, il ricettario utilizzato, ricettario non assegnato, la farmacia in cui vengono comprati. In particolare

c'è un capitolo ad hoc sui piani terapeutici dei pazienti cronici: «Una speciale funzione presente sul portale

(webPT) consente di registrare i piani terapeutici e di verificare l'attinenza delle prescrizioni correlate», si

legge sulle specifiche del portale internet che «consente di effettuare ricerche seguendo una molteplicità di

percorsi e condizioni che soddisfano, in modo semplice ed intuitivo, ogni necessità, anche la più complessa,

che l'Azienda Sanitaria Locale manifesta». Sino ad ora il servizio di registrazione ed elaborazione delle ricette

farmaceutiche a fini gestionali e statisticoepidemiologici, dal 2009, era assegnato dalla Asl a una ditta di

Carcare, la Crd srl. Che non perderà l'assegnazione ma lavorerà in aggiunta alla Marno. La ditta livornese è

stata scelta, spiegano in via Manzoni, perché una delle ditte leader in Italia in questo tipo di servizio.

L'obiettivo infatti è arrivare alla definizione di quel "budget personale indicizzato" per ogni medico che la Asl

vuole raggiungere in collaborazione con i medici di famiglia e quelli ospedalieri al fine di dare un taglio

ulteriore alla spesa farmaceutica dell'azienda che deve essere tagliata di cinque milioni nel 2012. Per questo

dallo scorso ottobre è operativa una task force di "ispettori" Asl che fanno le pulci alle ricette dei medici di

famiglia e all'operato dei farmacisti. Una squadra composta anche da tre borsiste della Regione con recente

specializzazione in farmacologia che ha già portato sino ad oggi alla convocazione di una trentina di medici di

base, "richiamati" per i loro eccessi nelle prescrizioni. Sia come indicazione di farmaci costosi che come

numero. Ma adesso l'obiettivo di chi gestisce la struttura della Farmaceutica e della medicina di base della

Asl 2 è estendere questa vigilanza anche ai medici specialisti (con il "budget personale" che sarà esteso

anche agli esami clinici) e persino ai pazienti.

5 milioni di euro l'ammontare del taglio alla spesa farmaceutica previsto dalla Asl10 MILAEURO il costo del contratto preso con la Marno srl di Livorno per il nuovo servizio

12/01/2012 19Pag. Il Secolo XIX - Savona(diffusione:103223, tiratura:127026)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 234

RietiLe speranze dei venti lavoratori legate all'esile filo dell'intervento delle istituzioni Il deposito farmaci Comifar a un passo dalla chiusura Simeoni stigmatizza il rapporto fra Comune,Asm e azienda stessa Aldo Fabriani

RIETI Sembra ormai certa la chiusura del centro di distribuzione dei medicinali Comifar di Rieti. La direzione

aziendale ha nuovamente ribadito l'intenzione di procedere alla soppressione del deposito nella provincia di

Rieti a causa di una diminuzione dell'attività lavorativa.

Rischiano di perdere il posto di lavoro i venti dipendenti che operano nel centro e le dieci unità addette alla

distribuzione. È ormai forte la preoccupazione dei lavoratori il cui futuro è appeso ad un filo sempre più esile.

Per scongiurare una simile evenienza sono intervenuti a più riprese le organizzazioni sindacali e le forze

politiche presenti nel territorio senza però sortire, almeno fino a questo momento, alcun effetto.

La responsabilità maggiore della chiusura viene da più parti addebitata all'Asm di Rieti, la ex partecipayta del

Comune, che ha deciso di disdire il contratto di fornitura dei medicinali con la Comifar per le quattro farmacie

comunali. Di questo avviso sono i consiglieri comunali di opposizione Pierlorenzo Scacciafratte e

Massimiliano De Santis del Pd e Simone Petrangeli del Sel che hanno presentato una interrogazione urgente

al sindaco del capoluogo sabino per chiedere quali iniziative intende prendere il Comune di Rieti, in qualità di

socio di maggioranza dell'Asm, al fine di garantire la scelta del fornitore di farmaci più competitivo.

Ad essi si è ora unito anche il candidato alle primarie per il centro sinistra, Francesco Simeoni, che si mostra

preoccupato per il destino dei dipendenti dell'unità distributiva di via Oreste Di Fazio, costretti a scegliere tra il

collocamento in mobilità o il trasferimento presso una delle sedi Comifar a Roma o addirittura fuori Regione a

Perugia e a Teramo.

«Nonostante i tanti appelli lanciati in questi mesi, tesi al mantenimento dell'importante realtà distributiva -

afferma Smeoni - , vero e proprio presidio di sicurezza sanitaria per il territorio provinciale, sembra ormai

certa la dismissione del magazzino che in questi anni ha garantito una fornitura costante e continua delle

farmacie - prosegue l'esponente dle centrosinistra - . Le cause che hanno portato a tale situazione sono da

ricercare nei rapporti intercorsi tra Comune di Rieti, Asm Spa e Comifar.

L'Azienda servizi municipalizzati, lo scorso 23 giugno, si era impegnata a riportare gli ordinativi delle quattro

farmacie comunali ad un livello volto a garantire alla Comifar quella fetta di mercato necessaria per

mantenere il servizio ed i posti di lavoro. Impegno che la partecipata del Comune di Rieti - continua nella sua

esposizione Simeoni - , di cui l'Ente è socio di maggioranza, non ha mantenuto, costringendo la

multinazionale proprietaria del magazzino di medicinali reatino ad un diverso orientamento degli investimenti»

ha concluso Francesco Simeoni.

A di là di inizative personali e proclami, qualcuno deve intervenire concretamente per evitare la perdita della

struttura e venti posti di lavoro.

12/01/2012 Il Tempo - Lazio(diffusione:50651, tiratura:76264)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 235

Tentò di rapinare la farmacia Condannato a un anno e mezzo Ermanno Amedei

Era accusato di aver tentato di rapinare la farmacia facendo credere di essere armato ma era stato messo in

fuga dal proprietario e da alcuni avventori. Gli è andata peggio ieri, quando, in seguito al processo che lo

vedeva imputato per tentata rapina, è stato condannato dal tribunale di Lanciano a un anno e mezzo di

reclusione. Era il 7 aprile 2010 quando Loris Tritapepe, secondo il teorema accusatorio della procura, entrò

nella farmacia Marciani a Lanciano dicendo di avere un coltello nella tasca e che non avrebbe esitato ad

usare se il farmacista non gli avesse consegnato il contenuto della cassa.

Attimi concitati ma quella minaccia evidentemente, non era stata ritenuta credibile o, comunque, non aveva

spaventato più di tanto il professionista. Il farmacista, infatti, aiutato da alcuni clienti presenti nel locale nel

momento dell'irruzione dell'uomo, riuscì a mettere in fuga il malvivente che, successivamente, venne

arrestato dalle forze dell'ordine. Ieri mattina il tribunale, in seduta collegiale, presieduta dal giudice Ciro

Riviezzo, lo ha condannato ad un anno e sei mesi di reclusione e al pagamento di seicento euro di multa.

12/01/2012 Il Tempo - Abruzzo pe(diffusione:50651, tiratura:76264)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 236

IL CASO SPEDITE BUSTE INTIMIDATORIE CON SIRINGHE E POLVERE PIRICA. FEDERFARMA :«VERGOGNOSA CRIMINALIZZAZIONE DELLA CATEGORIA» Farmacisti ed Equitalia nel mirino minacce anche a D'Ambrosio Lettieri D'AMBROSIO LETTIERI Senatore del Pdl, è presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari

12/01/2012 4Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale(diffusione:48275, tiratura:63756)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 237

IL GOVERNO PREPARA IL DECRETO Benzinai come supermarket e verso la liberalizzazione Palazzo Chigi si occuperà direttamente di privatizzare le aziende degli enti locali l Benzinai liberi di rifornirsi dove i carburanti costano meno, di vendere nei distributori anche giornali, sigarette

e alimentari e di riscattare, da soli o in cooperativa, gli impianti dove lavorano. Sono questi i punti

fondamentali della modernizzazione della rete contenuti in una prima bozza del decreto liberalizzazioni, che

scatena però la rivolta di un'altra categoria, quella dei tassisti, già pronta allo sciopero il 23 gennaio. Per

quanto riguarda la benzina, il provvedimento, ancora in fase di definizione, prevede in pratica un

superamento, seppur parziale, del vincolo di esclusiva che lega gestori e compagnie. «Forme di esclusiva

nell'approvvigionamento - si legge - sono nulle per violazione di norma imperativa di legge, per la parte

eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattuita e comunque per la parte eccedente il 50% di

quanto erogato nel precedente anno dal singolo punto ve n d i t a » . Ma le novità non si limitano ai

carburanti. Con «l'ampio» (come lo ha definito lo stesso Monti) decreto in arrivo con ogni probabilità il 19

gennaio in anticipo di un giorno rispetto al previsto, Palazzo Chigi, presidiato ieri dall'ex Garante della

Concorrenza, Antonio Catricalà, avoca a sè nuovi poteri antitrust per privatizzare ed aprire i mercati a livello

locale, superando l'ostacolo, finora praticamente invalicabile, rappresentato dalla normativa regionale. La

bozza contiene infatti una stretta su Regioni ed enti locali, prevedendo un intervento diretto della presidenza

del Consiglio in caso di regole locali in contrasto con la tutela e la promozione della concorrenza a livello

nazionale. Ad occuparsi della materia sarà un apposito ufficio di Palazzo Chigi, la cui istituzione sarà affidata

a un decreto del presidente del Consiglio. L'ufficio svolgerà «le funzioni di tutela e promozione della

concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e di tutela dei consumatori», monitorerà la normativa regionale e

locale individuando le disposizioni contrastanti con la concorrenza e assegnerà, in caso di infrazioni, all'ente

interessato un congruo termine per rimuovere i limiti imposti. Gli ambiti d'azio ne non sono specificati, ma è

facile immaginare che il provvedimento si riferisca ad esempio a materie come il commercio o la distribuzione

carburanti, oggi di stretta competenza regionale. Allo stesso tempo, facendo leva su una specifica facoltà di

proposta in materia di privatizzazioni, la nuova struttura supporterà gli enti locali «nel monitoraggio e nelle

procedure di dismissione delle loro partecipazioni societarie nei servizi pubblici locali». La presidenza del

Consiglio avrà insomma un potere diretto per favorire l'apertura delle utility municipalizzate. Nella bozza è

previsto anche l'utilizzo di strumenti incisivi come le ispezioni o la Guardia di Finanza, anche se Palazzo Chigi

ha precisato che tali poteri non saranno in realtà conferiti a nessuna nuova struttura. Assumendosi il nuovo

ruolo di «garante» sugli enti locali, il governo affianca e rafforza così l'azione dell'Antitrust che fino ad oggi

non aveva poteri diretti, se non di segnalazione o, in base al decreto salva-Italia, di ricorso al Tar contro gli

atti amministrativi delle Regioni. Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più agguerrite. Riuniti

a Bologna in un inedito «parlamentino», i rappresentanti di una trentina di sigle sindacali hanno optato per la

linea dura e decretato unitariamente il fermo della categoria per il 23 gennaio per protestare contro la

mancata convocazione e contro le misure annunciate per il settore. Ed è alta tensione anche per i farmaci

con un plico contenente un piccolo ordigno scoperto stamani in una farmacia di Milano di proprietà della

presidente di Federfarma.

12/01/2012 4Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale(diffusione:48275, tiratura:63756)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 238

Le parafarmacie: sono solo il 10% del fatturato «La liberalizzazione deifarmaci di fascia C non porterà nessuno al fallimento» «La liberalizzazione dei farmaci di fascia C non porterà al fallimento di nessuna farmacia, i dati parlano

chiaro: dei 26,6 miliardi di fatturato annuo il giro d'affari dei farmaci di fascia C è poco più di 3 miliardi e di

questi la fetta che la parafarmacia potrebbe assorbire è poco più del 10%. Che tradotto in perdita media della

farmacia, escludendo quelle dei piccoli Comuni dove non ci sono parafarmacie, significa poco più di 40 euro

al giorno di fatturato ovvero meno di 10 euro di utili». E' quanto dichiarano le associazioni delle parafarmacie,

Forum nazionale parafarmacie , Anpi (Associazione nazionale parafarmacie italiane) e Mnlf (Movimento

nazionale liberi farmacisti). «Sulla base di questi dati, pubblicati tra l'altro dal ministero della Salute, stupisce

sentire ancora oggi che con la liberalizzazione le farmacie - non potendo più contare sugli introiti derivanti

dalla vendita dei farmaci di fascia C - sarebbero destinate al fallimento visto che i rimborsi della Asl

avvengono dopo mesi. E che a dirlo sia stato a Ballarò il sottosegretario Polillo, francamente stupisce

maggiormente».

12/01/2012 4Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale(diffusione:48275, tiratura:63756)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 239

IN DUE POI FUGGITI A PIEDI Rapina in una farmacia Via con 2 mila 500 euro I banditi minacciano anche i clienti l Manfredonia - Sono baby rapinatori i due malviventi che hanno messo a segno una rapina a mano armata in

una farmacia Serrati in via dei Mandorli al rione Croce-Di Vittorio. I due hanno fatto irruzione intorno alle 17,

con il volto semicoperto e un taglierino e una pistola. Sotto la minaccia delle armi hanno terrorizzato i clienti

presenti e intimato al personale di consegnare il denaro 2500 euro. Arraffato il contante, i due giovani

malfattori sono fuggiti a piedi facendo perdere le proprie tracce. Sull'episodio sono in corso le indagini della

polizia di Manfredonia che, oltre alle testimonianze raccolte sul posto e alle descrizioni che concorrono

all'acquisizione degli elementi utili all'attività investigativa, ha acquisito le immagini riprese dalle telecamere

del sistema di videosorveglianza a circuito interno della farmacia e quelle di altre telecamere posizionate

presso strutture pubbliche nelle immediate vicinanze, al fine di identificare e rintracciare i due baby rapinatori

che concorrono alla preoccupante recrudescenza della microcriminalità che si sta registrando nel territorio

sipontino negli ultimi mesi.

12/01/2012 8Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia(diffusione:48275, tiratura:63756)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 240

RAPINA ALLA «PADRE PIO» DI VIA ALPESTRE. PAURA TRA I CLIENTI Armati di pistola assaltano la farmacia In fuga con 2mila euro l C A S A R A N O. Rapinano una farmacia e poi fuggono a bordo di un'au to, facendo perdere le proprie

tracce. È quanto è avvenuto ieri, attorno alle 19. A cadere nel mirino di due malviventi è stata la farmacia

«Padre Pio» di via Alpestre. Nel tardo pomeriggio di ieri, due persone, armate di pistola e con il volto travisato

da un passamontagna, si sono presentate dinanzi al bancone della farmacia e non certamente con

l'intenzione di acquistare dei farmaci. I due, con fare minaccioso, hanno fatto man bassa dell'incasso per poi

darsi alla macchia, probabilmente a bordo di una Lancia Tema. Il bottino si aggira attorno ai duemila euro.

Fortunatamente l'incasso era coperto da assicurazione. Ciò che l'assicurazione non potrà rimborsare è la

perdita di serenità e di tranquillità conseguente ad un episodio come quello avvenuto ieri. Sull'accaduto

stanno indagando i carabinieri della locale compagnia, accorsi sul posto allertati dagli stessi proprietari dell'e

s e rc i z i o. Gli inquirenti dovranno ora verificare se la telecamera di sorveglianza della farmacia è riuscita a

catturare fotogrammi che potranno servire ai fini delle indagini. Sfortunatamente, sulla strada, non essendoci

ulteriori attività commerciali, non è puntata alcuna altra telecamera a circuito chiuso. Questo, di certo, non

facilita il lavoro degli investigatori, che dovranno accontentarsi della testimonianza diretta delle vittime della

rapina. Via Alpestre, infatti, è una via secondaria, piccola e scarsamente illuminata, che per un breve tratto

scorre parallelamente a via Vittorio Emanuele II, strada molto più trafficata che congiunge la provinciale per

Maglie al centro della città. La farmacia non ha abbassato anzitempo le saracinesche, continuando a

svolgere la propria regolare attività, nonostante lo spavento provocato dalla rapina. Rapinatori molto attivi

nell'ultimo periodo a Casarano. L'ultimo colpo era stato compiuto ai danni di un negozio di proprietà di una

coppia di Ruffano. Non molto tempo prima era toccato ad un distributore di benzina posto all'ingresso della

città. In entrambi i casi, minaccia con le armi e fuga con il bottino. Dei rapinatori si sono perse le tracce.

Almeno, fino ad ora. [a.n.]

12/01/2012 13Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Lecce(diffusione:48275, tiratura:63756)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 241

PALAGIANELLO «Ma quelle azioni non vanno cedute» l PA L AG I A N E L LO. Consiglio comunale monotematico. L'ar gomento all'ordine del giorno, richiesto dalla

minoranza "In sieme per il progresso" che fa capo a Paolo Rubino, è questo: "Farmacia comunale.

Sospensione delibera Consiglio comunale del 19 aprile 2011". Il massimo consesso cittadino, in quella

seduta, aveva deliberato favorevolmente, dice l'assessore alle Finanze Giuseppe Gasparre, per la cessione

delle quote di proprietà dell'En te nella farmacia comunale che fu costituita come Spa. Il Comune detiene il

30% delle azioni e il direttore della farmacia, Patrizio Loperfido, il 70%. Il Comune percepisce ogni anno utili

per 13mila euro che nell'arco di 25 anni, quando sarà scaduto il contratto, precisa l'assessore Gasparre,

ammonterebbero a 325 mila euro. Stando così le cose, la minoranza vorrebbe che il comune non cedesse le

proprie azioni, anzi contro la decisione della maggioranza ha proposto un referendum per chiedere alla

cittadinanza di esprimersi in merito. Il discorso della minoranza sembrerebbe accettabile se non fosse che

l'am ministrazione comunale, dice Gasparre mostrando la relativa documentazione, è in possesso di una

perizia giurata che ha stimato le quote detenute dall'Ente in 800 mila euro che il comune potrebbe impiegare

da subito in utili investimenti quali la sistemazione delle strade cittadine. La maggioranza, pertanto, ha

respinto le richieste della minoranza, puntualizza Gasparre, «per ragioni di convenienza economico-

finanziaria e ha già ultimato le pratiche per la vendita delle sue azioni. Abbiamo il dovere, conclude, di

lasciare a chi verrà dopo di noi un bilancio sano, robusto, con delle fondamenta di cemento». [a.al.]

12/01/2012 12Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto(diffusione:48275, tiratura:63756)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 242

IL SUCCESSO SUL TERRITORIO Terme e farmacia Mugnaini investono nel settore I PRODOTTI di eco-bio cosmesi a San Giuliano hanno già conquistato una loro fetta di clienti. A testimoniare

il successo del prodotto "made in San Giuliano Terme" i prestigiosi Bagni di Pisa. «Abbiamo ampliato la

nostra offerta biologica - conferma Thomas Parenti, amministratore delegato delle terme - non solo per

quanto riguarda il menù del ristorante, ma anche nel centro benessere. Nella nuova carta dei trattamenti

abbiamo introdotto il "Bio Olea", che utilizza i prodotti cosmeceutici Domus Olea Toscana: un rituale per la

cura dell'intero corpo in maniera naturale e con un ottimo effetto dermico». E ANCHE l'importante farmacia

Mugnaini di Ghezzano ha iniziato a proporre le creme eco-bio. «Stiamo ampliando l'offerta di prodotti

fitoterapici ed omeopatici biologici - confessa la dottoressa Caterina Mugnaini -. Non solo perché il mercato

ce lo richiede ma anche per motivi etici verso l'ambiente e gli animali; la nostra offerta biologica varia

dall'alimentare alla cosmesi in genere. Per quanto riguarda quest'ultima sappiamo che i nostri clienti si

aspettano di trovare il meglio da noi. Per questo abbiamo scelto anche la cosmeceutica con certificazione eco

biologica, che garantisce efficacia e risponde perfettamente alle aspettative di qualità di tutti, soprattutto di

coloro che hanno problemi di allergie o pelli sensibili». t.m.

12/01/2012 9Pag. QN - La Nazione - Pisa(diffusione:136993, tiratura:176177)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 243

COMPRENSORIO Tanti raffreddori «Ma nella media» PIU' raffreddore che influenza vera e propria. In farmacia - cone sottolinea la farmacia «Cheli» di San Miniato

- la maggior richiesta delle ultime due settimane ha riguardato prodotti contro il raffreddore. «Ma in generale -

ci spiegano i farmacisti - non si tratta di un aumento esponenziale e molto al di sopra delle media solita del

periodo».

12/01/2012 12Pag. QN - La Nazione - Pisa(diffusione:136993, tiratura:176177)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 244

IL NODO DELLA DELIBERA Vendita della farmacia Il Tar rinvia a giugno la decisione - ORVIETO - E' STATA rinviata al sei giugno la decisione del tribunale amministrativo dell'Umbria sulla

legittimità della delibera comunale che ha disposto la vendita della farmacia comunale. La decisione è

motivata dal fatto che le dipendenti della farmacia da cui era venuto il ricorso, hanno presentato motivi

aggiuntivi su cui il tribunale amministrativo dovrà adesso compiere ulteriori valutazioni. Si tratta ora di vedere

se l'imprenditrice che si era aggiudicata il bando vorrà dare corso al contratto in attesa di una decisione

definitiva del Tar.

12/01/2012 7Pag. QN - La Nazione - Terni(diffusione:136993, tiratura:176177)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 245

Buste esplosive a Federfarma 0 Buste con esplosivo sono staterecapitate ieri nella sede di Federfarma, a Roma, a Milano nella farmacia

della suapresidente Annarosa Raccaeadaltri suoi rappresentanti in varie città. Non sono esplose. Secondo

Federfarma sono il frutto diuna "campagna denigratoria" contro i farmacisti che si oppongono alle

liberalizzazioni.

12/01/2012 4Pag. City - Milano(diffusione:840000, tiratura:840000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 246

ATTENTATI Busta con ordigno in farmacia milanese 9 Un plico con un piccolo ordigno rudimentale è stato scoperto ierimattina in una farmacia di Milano di

proprietà dellapresidente diFederfarma, Anna Rosa Racca. Nessuno ha riportato lesioni. Ilplicoè simile a

quello recapitato ieri a Monza nella farmacia del presidente di un'altra federazione di farmacisti.

12/01/2012 13Pag. City - Milano(diffusione:840000, tiratura:840000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 247

Buste esplosive a Federfarma 9 Buste con esplosivo sono state recapitate ieri nella sede di Federfarma, a Roma, a Milano nella farmacia

della suapresidente Annarosa Raccaeadaltri suoi rappresentanti in varie città. Non sono esplose. Secondo

Federfarma sono il frutto diuna "campagna denigratoria" contro i farmacisti che si oppongono alle

liberalizzazioni.

12/01/2012 4Pag. City - Napoli(diffusione:840000, tiratura:840000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 248

Buste esplosive a Federfarma 0 Buste con esplosivo sono state recapitate ieri nella sede di Federfarma, a Roma, a Milano nella farmacia

della suapresidente Annarosa Raccaeadaltri suoi rappresentanti in varie città. Non sono esplose. Secondo

Federfarma sono il frutto diuna "campagna denigratoria" contro i farmacisti che si oppongono alle

liberalizzazioni.

12/01/2012 4Pag. City - Bari(diffusione:840000, tiratura:840000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 249

Buste esplosive a Federfarma l Buste con esplosivo sono state recapitate ieri nella sede di Federfarma, a Roma, a Milano nella farmacia

della suapresidente Annarosa Raccaeadaltri suoi rappresentanti in varie città. Non sono esplose. Secondo

Federfarma sono il frutto diuna "campagna denigratoria" contro i farmacisti che si oppongono alle

liberalizzazioni.

12/01/2012 4Pag. City - Bologna(diffusione:840000, tiratura:840000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 250

Buste esplosive a Federfarma # Buste con esplosivo sono staterecapitate ieri nella sede di Federfarma, a Roma, a Milano nella farmacia

della suapresidente Annarosa Raccaeadaltri suoi rappresentanti in varie città. Non sono esplose. Secondo

Federfarma sono il frutto diuna "campagna denigratoria" contro i farmacisti che si oppongono alle

liberalizzazioni.

12/01/2012 4Pag. City - Roma(diffusione:840000, tiratura:840000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 251

Esplosivo a Federfarma "È colpa dei giornali" CONCORRENZA Due plichi c o n esplosivo sono arrivati ieri a Federfarma: u n o alla sede di Roma, e u n o a

Milano, nella farmacia della presidente della federazione A n n a Rosa Racca. Nessun ferito. «Siamo

12/01/2012 3Pag. Metro - Bologna

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 252

Esplosivo a Federfarma "È colpa dei giornali" CONCORRENZA Due plichi c o n esplosivo sono arrivati ieri a Federfarma: u n o alla sede di Roma, e u n o a

Milano, nella farmacia della presidente della federazione A n n a Rosa Racca. Nessun ferito. «Siamo

criminalizzati da s t a m p a e media» dice la n°1 di Fed e r f a r m a «ma n o n molliam o . C o n il Dl

liberalizzazioni è a rischio l'intera categoria. Siamo p r o n t i a rivolgerci al Capo dello Stato». O METRO

12/01/2012 5Pag. Metro - Cagliari

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 253

I commissari chiedono più tempo per valutare l'offerta di Rotelli. E intanto i medici dell'ospedale si dividono tracauti ed entusiasti San Raffaele, slitta di un mese l'assemblea dei creditori Manuel Follis Il finale è ormai certo, il San Raffaele di Milano passerà sotto il controllo del gruppo San Donato guidato da

Giuseppe Rotelli, ma per la certificazione formale del passaggio di proprietà bisognerà attendere ancora

qualche settimana, se non addirittura un mese. L'assemblea dei creditori della Fondazione San Raffaele, che

era stata fissata al Tribunale fallimentare il prossimo 23 gennaio per dare il via libera all'offerta di Rotelli,

slitterà come minimo a metà febbraio. I commissari avrebbero infatti chiesto (in accordo col Tribunale) più

tempo per esaminare e calcolare i debiti del gruppo ospedaliero alla luce della nuova proposta da 405 milioni

prima di depositare la relazione finale sullo stato di salute dell'ente. A questo punto è lecito pensare che

slitterà anche l'udienza al Tribunale fallimentare per l'omologa del concordato in continuità (anche questa

prevista per il 23 gennaio). In più ormai nessuno si aspetta che ci saranno ulteriori rilanci rispetto all'offerta

del San Donato. Fonti giudiziarie già ieri a MF-Milano Finanza escludevano la possibilità di ulteriori rialzi, e il

comunicato del gruppo Malacalza diffuso ieri conferma questo scenario. L'imprenditore genovese martedì si è

dimesso dal cda della Fondazione e aveva precedentemente espresso in consiglio forti perplessità sulla

conduzione della procedura di rilancio. «Tengo a precisare che i rilievi da me espressi, in sede riservata, in

merito al procedimento di offerta e alla proposta della Velca (Rotelli, ndr) non sono stati determinati da intenti

conflittuali», ha sottolineato Vittorio Malacalza in una nota spiegando in questo modo la lettera inviata al cda

per manifestare dubbi sull'offerta Rotelli. Secondo Malacalza l'offerta da 250 milioni in cordata con lo Ior è

tuttora l'unica valida, ma questi rilievi, ha spiegato, sono stati motivati «solo dalla doverosa attenzione al

rispetto delle regole stabilite e alle finalità di salvaguardia ottimale del bene sociale costituito dall'azienda San

Raffaele, nello spirito che ha sempre caratterizzato il mio impegno in tutte le fasi di questa vicenda».

Insomma, a meno di una guerra a suon di carte bollate, non ci dovrebbero essere ulteriori strascichi. Nel

frattempo all'interno della struttura ospedaliera, oltre all'evidente sollievo per la fine dell'incertezza che

gravava sul polo sanitario, si notano le prime reazioni alla notizia dell'arrivo del gruppo San Donato. Ieri si è

tenuta una riunione con i rappresentanti dei lavoratori del San Raffaele che hanno espresso un sostanziale

parere positivo sul piano Rotelli, che evidentemente ha fornito garanzie sul fronte occupazionale. Ancora più

positive le dichiarazioni di Massimo Clementi, preside della facoltà di medicina e chirurgia, e Alberto Zangrillo,

primario di rianimazione, in un'intervista a Class Cnbc. «Se un imprenditore investe una cifra così importante

nel San Raffaele ha certo capito il valore degli asset dell'ospedale», ha spiegato Clementi che ha anche

ribadito il ruolo cruciale dei medici negli ultimi mesi. «In un periodo di totale assenza di gestione, il personale

dell'ospedale ha contribuito a migliorare la performance produttiva», ha proseguito Clementi che ha poi fatto

presente che la Fondazione Vitruvius, che dovrebbe finanziare con 1 miliardo l'attività dell'università, «è stata

formalmente costituita lo scorso 5 gennaio e quando sarà stato rinnovato il cda della facoltà, uno dei primi

dossier che esaminerà il nuovo consiglio sarà proprio il finanziamento della Fondazione Vitruvius e

quest'ultima procederà con una presentazione ufficiale». Più cauta la posizione di Giorgio Slaviero,

presidente dell'associazione dei medici del San Raffaele, che rappresenta circa 350 dei 520 clinici del

gruppo. «La cordata Ior-Malacalza sembrava poter garantire la continuità dello spirito che l'ospedale ha avuto

fin dalla sua fondazione e che lo ha portato a livelli di eccellenza», spiega Slaviero. Ora, con l'arrivo di Rotelli,

«per noi il futuro è un'incognita. E la sensazione che raccolgo tra i medici che rappresento è di cautela e

attesa», spiega ancora. «Auspichiamo che le dichiarazioni recentemente fatte da Rotelli sulla continuità dello

spirito del San Raffaele trovino un riscontro nei fatti. Qualcuno teme che venga importata un certo tipo di

sanità legata a una spiccata imprenditorialità. Ma siamo fiduciosi, non abbiamo elementi per dire che questo

succederà». (riproduzione riservata)

12/01/2012 6Pag. MF(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 254

Foto: Giuseppe Rotelli

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 255

La strategia Lunedì a Roma summit con le Regioni. Olivi: la legge provinciale rispetta la concorrenza, non ladisapplicheremo Negozi e orari, il Trentino chiede una clausola Fronte comune delle autonomie: il decreto Monti va integrato. Asse con Bolzano TRENTO - Le autonomie speciali chiedono una clausola di salvaguardia sulle liberalizzazioni degli esercizi

commerciali. La richiesta formale sarà formulata lunedì in una riunione della commissione attività produttive

della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. L'assessore al commercio trentino Alessandro

Olivi sta coinvolgendo in queste ore il collega altoatesino Thomas Widmann per arrivare con una posizione

comune: in Alto Adige, oggi, l'esponente della giunta incontra le categorie economiche, da cui arriva una forte

richiesta di impugnativa del decreto Salva Italia. Widmann e Olivi per ora sul punto sono cauti, anche per

mantenere buoni i rapporti con il governo Monti con cui partirà a breve la trattativa sul fisco e la riserva

all'erario. La soluzione giuridica, comunque, non viene scartata. Piazza Dante L'ondata di liberalizzazioni su

carburanti, taxi, farmacie, attesa per la prossima settimana con il decreto del governo, non ha sensibilizzato

trentini e altoatesini quanto la decisione, contenuta nel decreto Salva Italia, di liberalizzare completamente

l'orario dei negozi. A Bolzano le categorie economiche sono insorte, chiedendo tutele sia dal punto di vista

degli orari sia degli spazi, per evitare il proliferare della grande distribuzione. Differente la situazione in

Trentino, dove l'estate scorsa è stata varata una legge che liberalizza gli orari in circa la metà dei comuni,

quelli turistici, e concede agli altri la facoltà di modulare orari e giorni di aperture festive fino a nove mesi

all'anno. «Noi - dice Olivi - siamo convinti che questa legge provinciale, che abbiamo varato sfruttando una

competenza concorrente - rispetti i principi generali della legislazione statale e il principio della concorrenza.

La richiesta Tra le regioni ordinarie si medita sempre più insistentemente di ricorrere alla Corte costituzionale

impugnando il decreto Salva Italia. Intanto, però, le autonomie speciali cercano una soluzione politica: «Si

potrebbe integrare il decreto con un articolo che riconosca alle autonomie speciali prerogative sugli orari per

interessi prevalenti rispetto alla concorrenza, come la tutela dei lavoratori, dell'ambiente, della sicurezza. In

questo senso faremo una proposta a Roma già lunedì nella riunione della commissione attività produttive

della Conferenza delle Regioni. C'è già un accordo e prima di lunedì vedrò anche Widmann per concordare la

linea», spiega Olivi. Il terreno giuridico resta altrettanto impervio. Il Trentino ha sei mesi di tempo per

adeguare la propria normativa ai principi della legge nazionale. «Per sei mesi - precisa Olivi - nulla cambia.

Nel frattempo o decidiamo di impugnare il decreto, o aspettiamo e vediamo se, scaduti i sei mesi, il governo

impugnerà la nostra legge. L'orientamento della giunta è quest'ultimo». Piazza Dante è convinta che la legge

provinciale, seppure partorita in forza di una competenza concorrente, soddisfi l'unico principio a difesa del

quale potrebbe essere impugnata, quello della concorrenza. «Non è un principio statale, ma comunitario: e

quando abbiamo inviato a Bruxelles la nostra legge, l'Europa non l'ha affatto impugnata», dice Olivi Gli

equilibri La tattica adottata da Trento potrebbe essere rivista se la gran parte, o tutte le regioni italiane

dovessero impugnare il decreto: Piazza Dante vuole evitare di restare isolata. «Ci sentiamo tutelati invece -

spiega Olivi - sul fronte della proliferazione dei grandi centri commerciali: il decreto Monti non contiene

pericoli in questo senso e comunque in Trentino abbiamo normato la materia affidando alla Provincia la

decisione di assegnare contingenti alle Comunità di valle a cui, poi, spetterà la programmazione territoriale».

Il Trentino potrebbe difendersi, oltre che sulla liberalizzazione del commercio, anche su altri terreni? In linea

teorica sì, in pratica no: perché la Provincia non si è dotata di leggi proprie, per esempio, sulla distribuzione

dei carburanti o dei farmaci. Per questo non le resterà che adeguarsi. Alessandro Papayannidis

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12/01/2012 3Pag. Corriere del Trentino - Trento(diffusione:11196)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 256

Politica Il presidente di Aps-Holding, Levorato: sarei ben felice di potermene liberare «Partecipate, siamo pronti ad uscire da pubblicità, parcheggi e Telerete» PADOVA - «Sono pienamente d'accordo sulla definitiva privatizzazione di alcune società in cui il Comune è

presente con una quota, piccola o grande che sia. A cominciare, in particolare, da quelle che non forniscono

un servizio pubblico ai cittadini ma che hanno, come referente principale, il libero mercato». Dopo l'assessore

al Patrimonio Marta Dalla Vecchia, anche il presidente di Aps-Holding Amedeo Levorato raccoglie l'appello di

Andrea Busato, capogruppo a Palazzo Moroni di Padova con Zanonato. «Penso che i tempi siano maturi per

provare ad uscire da qualcuna di queste società», il pensiero del giovane consigliere comunale. «Uscire dalle

partecipate? È un processo che il nostro Comune ha intrapreso da tempo», la replica dell'assessore Dalla

Vecchia». Ora interviene Levorato: «Entro metà agosto prossimo, in base a una delle ultime manovre

finanziarie varate dall'ex governo Berlusconi, tutte le amministrazioni pubbliche del Paese, compreso quindi il

nostro Comune, dovranno presentare un piano di uscita, più o meno graduale, dalle partecipate. O, almeno,

da alcune di esse. Il tema, dunque, è di strettissima attualità». Ad oggi, le società partecipate direttamente dal

Comune sono 14 e, al loro interno, sono custoditi oltre 144 milioni di euro (somma dei valori nominali). Ma,

attraverso Acegas-Aps e la stessa Aps-Holding, Palazzo Moroni è presente in altre 23 compagini. Totale, 37.

Nel dettaglio, l'azienda guidata da Levorato è per il 70,5% di proprietà del Comune (circa 30 milioni di euro),

per il 29,4% di Aps-Finanziaria (a sua volta partecipata al 96,4% dal municipio padovano) e per il restante

0,1% dalle amministrazioni di Abano, Albignasego, Cadoneghe, Casalserugo, Cittadella, Legnaro, Limena,

Noventa, Polverara, Ponte San Nicolò, Vigodarzere e Vigonza. Non finisce però qui. Perché Aps-Holding, per

un valore complessivo di oltre 24 milioni di euro, controlla: il 100% di Aps-Advertising, il 100% di Aps-Opere-

Servizi, il 50,1% di Telerete Nordest, il 10,5% di Interporto, il 3,1% di Infracom, il 2,4% di Cityware, il 12% di

Stiv, lo 0,9% di Car Sharing Genova, lo 0,02% di Farmacie Comunali e lo 0,01% di Banca Etica. «Guardi -

osserva Levorato - sarei ben felice di liberarmi anzitutto di Aps-Advertising, di Telerete Nordest e di Aps-

Parcheggi, divisione quest'ultima che si trova all'interno di Aps-Opere-Servizi e risulta per il 51% di nostra

proprietà e per il 49% di Aps- Finanziaria, quindi del Comune». L'altro giorno, intanto, per discutere delle sorti

di Acegas-Aps, di cui i municipi di Padova e Trieste possiedono insieme il 62,7% del pacchetto azionario, il

sindaco Flavio Zanonato si è incontrato a pranzo con quello del capoluogo friulano Roberto Cosolini. I due,

stante il debito dell'azienda pari ad oltre 500 milioni di euro, sono tornati ad esaminare l'ipotesi di vendere

alcune quote, partendo da quelle di Estenergy, Rilagas e Sigas. Ovvero le società che distribuiscono il gas

rispettivamente a Trieste, Padova ed in alcune zone della Bulgaria e della Serbia. Una strada, quest'ultima,

già battuta nei mesi scorsi dall'amministratore delegato del gruppo Cesare Pillon. Ma con risultati nulli. Davide

D'Attino RIPRODUZIONE RISERVATA

12/01/2012 8Pag. Corriere del Veneto - Padova(diffusione:47960)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 257

«Nessuna pietà per i "baroni" del banco» I 330 parafarmacisti siciliani fra speranza e rabbia: «Subito i farmaci di fascia C, ma basta anche alle licenzeereditarie» L´attesa nelle parafarmacie italiane; nel tondo davide gullotta, responsabile del forum delle ... Mario Barresi

Catania.Davide Gullotta è il primo laureato della sua famiglia. Sin da ragazzino gli piacevano gli alambicchi, a

scuola era bravissimo in chimica. E ha sempre avuto un sogno: fare il farmacista. «Ho studiato sodo, mi sono

laureato, ho superato un esame di Stato che dura cinque giorni, ho pure preso due master. Ma quel sogno -

rivela con amarezza - l'ho realizzato a metà». Il dottor Gullotta è un parafarmacista, uno delle migliaia di

professionisti (in Sicilia sono 330) in febbrile attesa per le liberalizzazioni annunciate dal governo Monti.

Gullotta è il responsabile siciliano del Forum delle parafarmacie, di cui è anche componente del direttivo

nazionale, che di qui a poco rappresenterà tutte le sigle associative - tra cui Anpi (Associazione nazionale

parafarmacie italiane) e Mnlf (Movimento nazionale liberi farmacisti) in un'unica forza di rappresentanza:

domenica 15, a Caltanissetta, è in programma l'assemblea dei farmacisti siciliani titolari di parafarmacia. «Tra

i punti più importanti c'è la creazione di un'unica associazione. Naturalmente non potremo mai arrivare al

livello dell'attività di lobbing spietata e "generosa" dei colleghi titolari di farmacia, ma almeno raggiungeremo

l'obiettivo di parlare con una sola voce». Ma è ovvio che la questione più urgente è la battaglia della categoria

per ottenere il massimo dal decreto sulle liberalizzazioni. «In Sicilia - dice Gullotta - c'è il maggior numero

delle farmacie delle regioni italiane: sono circa 330 (su 3.872 in tutto, di cui 300 nei centri commerciali, ndr)

con un risvolto diretto di almeno 500 occupati». Secondo il responsabile siciliano del Forum dei

parafarmacisti, la possibilità di vedere i farmaci con la "ricetta bianca" potrebbe subito creare «almeno altri

500 posti, perché il volume di affari aumenterebbe. Personalmente dovrei assumere subito una persona in

più». Contestato anche il peso effettivo di questa categoria di medicinali nel fatturato di una farmacia

tradizionale. «La liberalizzazione dei farmaci di fascia C - sostengono i parafarmacisti - non porterà al

fallimento di nessuna farmacia, i dati parlano chiaro: dei 26,6 miliardi il giro d'affari dei farmaci di fascia C è

poco più di 3 miliardi e di questi la fetta che la parafarmacia potrebbe assorbire è poco più del 10%». Che,

tradotto in perdita media della farmacia, «escludendo quelle dei piccoli comuni dove non ci sono

parafarmacie, significa poco più di 40 euro al giorno di fatturato ovvero meno di 10 euro di utili». Il risparmio

per le tasche dei cittadini? Notevole, secondo i parafarmacisti: 120 milioni di euro l'anno, secondo una stima

consegnata brevi manu al ministro della Salute, Renato Balduzzi. Secondo il Movimento consumatori le

famiglie con anziani e bambini spendono fra 200 e 500 euro l'anno per i farmaci di fascia C, anche se ieri

l'immancabile studio della Cgia di Mestre ha quantificato in appena 126 euro l'impatto annuo per ogni nucleo

italiano. Insomma, la pillola - ai parafarmacisti - non va giù. Gullotta ha anche presentato ricorso, al Tar di

Catania, contro il rifiuto di vendere farmaci di fascia C. «Magari se non arriva per via normativa, la

liberalizzazione la otterremo per via giudiziara. Ho sentito scuse assurde - ricorda Gullotta - sui fascia C nelle

parafarmacie, come ad esempio la responsabilità etica di somministrare la pillola anticoncezionale del giorno

dopo. Ma guardate che abbiamo fatto gli stessi studi, abbiamo la stessa farmacia. La differenza fra è che noi

parafarmacisti non siamo figli di farmacisti e né rampolli di famiglie ricchissime che possono pagare anche

milioni di euro per comprare la licenza». E qui si arriva forse la madre di tutte le battaglie: «Liberalizzare il

mercato dicendo basta alle farmacie come "titolo nobiliare". Anche il figlio di un notaio, per gestire lo studio

deve vincere un concorso pubblico. Al figlio di un farmacista basta una laurea, perché a 5 anni

dall'ottenimento della sede, la farmacia diventa di proprietà del farmacista, che venderla o mantenerla ed

eventualmente trasmetterla in "eredità" al proprio figlio farmacista. Per questo abbiamo chiesto al ministro di

inserire una norma per cui ogni farmacista, compiuti i 70 anni di età, restituisca la licenza e l'esercizio affinché

la farmacia venga rimessa a concorso». A proposito di concorsi per le farmacie: «In Sicilia ce n'è uno, il cui

bando - ricorda - risale al 2001 ma gli esami sono stati espletati lo scorso novembre. In palio 21 licenze, che

12/01/2012 2Pag. La Sicilia - Ed. nazionale(diffusione:64550, tiratura:80914)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 258

per il calo della popolazione nell'ultimo decennio, sono scese a 16. Ma fra burocrazia e chissà quando

potranno aprire...». 12/01/2012 3.872parafarmacie in italia di cui 300 nei centri commerciali 330parafarmacie

in sicilia che è la regione con il più alto numero in italia 500occupati diretti in sicilia fra strutture urbane e nei

centri commerciali +100%occupati nelle parafarmacie in Sicilia se si attuasse la liberalizzazione dei farmaci

26,6 mldgiro d'affari complessivo delle farmacie in Italia 3 mld«peso» dei farmaci di fascia C nel fatturato

farmacie tradizionali 40euro al giornoper ogni parafarmacia il fatturato che sarebbe «eroso» con la

liberalizzazione, per un utile di 10 euro al giorno 200-500euro l'annola spesa delle famiglie con anziani e

bambini per i farmaci di fascia C secondo il Movimento consumatori 126euro l'anno la spesa per ogni famiglia

secondo la Cgia di Mestre Fonti: Forum nazionale delle parafarmacie; Forum regionale delle parafarmacie;

Movimento consumatori, Cgia Mestre 12/01/2012

12/01/2012 2Pag. La Sicilia - Ed. nazionale(diffusione:64550, tiratura:80914)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 259

«Più lavoro? Si aprano 150 farmacie contro di noi attacco di potenti lobby» Falso problema. «Non è vero che i farmaci costano di più. Dal 2002 sono anche diminuiti» Andrea Lodato Catania. Ci manca poco perché il portavoce regionale di Federfarma, Rocco Vizzini, si

presenti all'intervista con la dichiarazione dei redditi. Perché, diciamolo, tutto ruota più o meno attorno a

questo argomento: quanto diavolo guadagnano 'sti farmacisti? E, poi, com'è che sono una casta, perché

nessuno li smuove dalle loro posizioni, che roba è questa dell'ereditarietà del ruolo e del luogo? Il farmacista,

davanti alle domande poste in scioltezza e giusto per sdrammatizzare, non si apre nemmeno in un mezzo

sorriso di circostanza. E ci spiega la storia della Allium cepa, una pianta coltivata bulbosa della famiglia delle

Liliaceae. Pianta medicinale? No, la cipolla, va. «Conoscete la cipolla? Bene, la nostra sensazione è che alle

farmacie vogliano fare fare quella fine. Prima ci hanno tolto i farmaci da banco, adesso siamo alla Fascia C,

magari il terzo atto sarà quello delle convenzioni. Liberalizzare? Ma liberalizzare significa attaccare in

maniera sistematica un'attività professionale, demonizzarla e, soprattutto, nel momento in cui si invoca per il

paese sviluppo, che senso ha, mi chiedo, destrutturare alla base il sistema delle farmacie?». Si comincia

così: i farmacisti siciliani non credono affatto all'effetto della liberalizzazione, ma al grande disegno di chi da

anni attacca un mercato che, questo è fuori di dubbio, è ricco ed è appetito da tanti. «Chi parla del ruolo delle

farmacie inteso come strapotere dimentica che con il passare del tempo siamo stati svuotati, non solo dei

farmaci da banco, ma anche di quelli per le patologie più gravi, finite negli ospedali e che, a dispetto di

qualunque spinta alla crescita, nelle farmacie da anni non entrano più prodotti innovativi». Ma perché i

farmacisti non vogliono che le medicine vengano vendute nelle parafarmacie? Smorfia e disappunto: «Ma chi

lo ha detto? Noi diciamo che alcuni farmaci possono essere venduti senza farmacista, anche negli autogrill.

Penso alla confezione da quattro aspirine per un mal di testa improvviso o alla tachipirina per una febbre. Noi

sulle parafarmacie abbiamo solo detto che bisogna qualificarle per ciò che sono, cioè istituti commerciali belli

e buoni. Più lavoro per i farmacisti? Intanto registriamo che ci sono catena di parafarmacie che appartengono

a imprenditori che non hanno nulla a che vedere con la nostra professione. Poi ci sono le pressioni della

grande distribuzione. Poi, aggiungo io, ci sono le nostre proposte fatte per cercare di creare davvero sviluppo

nel settore. Apriamo subito in Italia 2000 farmacie, siamo d'accordo. Il che significherebbe circa 150 in Sicilia.

Darebbero lavoro vero a farmacisti in cerca di occupazione. E lo diciamo al di là del fatto che in questa

campagna condotta da potenti lobby contro di noi, c'è chi dimentica sulla questione del quorum che in Italia

c'è una farmacia ogni 3200 abitanti, nella liberalizzatissima Inghilterra una ogni 3700. Ma questo è un

parametro europeo che non interessa considerare, evidentemente». Ed eccoci alla questione della grana,

volgarmente detta. In Sicilia ci sono 1407 farmacie, con circa tre addetti farmacisti a testa. Gli iscritti all'ordine

sono circa 6200, di cui 5000 impiegati in farmacia, altri che lavorano altrove, ma una quota è ancora alla

ricerca di un posto. Per la verità c'erano alcuni concorsi per farmacie in itinere, che fine hanno fatto? Si dice

che le commissioni interne se la siano presa comoda... «Ma quando mai. Il concorso che si è dilungato nel

tempo è quello di Catania, perché la Regione aveva fatto calcoli sul quorum risultati inesatti e l'iter si è

fermato per ripartire solo quando sono stati stabiliti i parametri giusti». Ma le farmacie in Sicilia quanto

fatturano? Un miliardo e 400 milioni, di cui uno proveniente dalla Regione. A questo punto possiamo sapere

quanto guadagnano? «Facciamo la media e arriviamo a un milione e centomila a farmacia, tutto dichiarato,

beninteso. Che cosa resta, fatte tutte le trattenute, pagato il personale, ammortizzati i debiti fatti per anticipare

i soldi della Regione che arrivano dopo due mesi se va bene, anche dopo sei mesi non di rado, e pagata la

supertassa inserita da Tremonti quando è cominciata la crisi? Diciamo che restano 120 mila euro lordi. Non è

poco, intendiamoci, ma non è vita da nababbi, e la difesa che stiamo facendo è per salvare le attività e i posti

di lavoro, non rendite. Tra l'altro a proposito di ereditarietà, abbiamo detto che anche la questione dei due

anni di attesa per il passaggio della farmacia di padre in figlio possono essere aboliti. Ma non ci si venga a

dire che i farmaci costano di più perché ci sono le farmacie. Con la famosa fascia C non è andata per niente

12/01/2012 2Pag. La Sicilia - Ed. nazionale(diffusione:64550, tiratura:80914)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 260

così: il Lexotan, per esempio, costava prima del gennaio 2002 12.300 lire (6,35 euro), oggi è 7,70 euro. Il

Ginoden era 9.300 lire (4,80 euro) oggi è 4,21. Sono solo alcuni esempi per dire che anche quello dei prezzi

è un falso problema. Adesso l'Aifa, l'agenzia dei farmaci, stabilirà quali medicine di questa fascia potranno

essere vendute fuori dalla farmacie. Abbiamo detto sì. Ma se vogliono farci fare la fine dell'Allium cepa, beh

faremo le barricate». 12/01/2012 I numeri 1.407 le farmacie aperte attualmente in Sicilia 6.200 farmacisti

iscritti all'ordine in Sicilia 1,5 miliardi il fatturato annuo delle farmacie in Sicilia 2.000 nuove farmacie per le

quali è stata proposta l'apertura in Italia 150 nuove farmacie che potrebbero aprire in Sicilia 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 261

Monti assicura: «Farò ampie liberalizzazioni» Il Pdl. Indispensabile confronto per non colpire solo farmacie , professioni, taxi e commercianti anche l´energia nel mirino Milena Di Mauro Roma. «Avremo un provvedimento molto ampio sulle

liberalizzazioni». Mario Monti rassicura Pd e Terzo Polo, che al premier hanno chiesto coraggio sulle

liberalizzazioni dopo lo stop and go nell'iter della manovra. Il premier, prima dell'incontro di domani con i

partiti, dà alla promessa il crisma dell'ufficialità addirittura illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la

cancelliera Angela Merkel. Ma un ministro del suo governo fa ancora di più e annuncia sorprese: «Quella

sulle liberalizzazioni sarà una bomba. Sarà una cosa grossa...». La proposta del Pdl Sulle liberalizzazioni la

posta in gioco è alta. Tutti i partiti che sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di legge alla via del

decreto scelta dall'esecutivo per debellare privilegi e vantaggi di monopoli e corporazioni. In particolare il Pdl,

che ha un ampio bacino di voto in alcune delle categorie oggetto della «rivoluzione» annunciata. Per questo,

pur enunciando un generico sì, il partito di Berlusconi rivendica «un indispensabile confronto» e si appresta a

presentare a Palazzo Chigi un suo pacchetto di «proposte chiare», per coinvolgere nella deregulation

energia, autostrade, ferrovie, trasporti, acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi, farmacie, professioni,

commercianti. «Si deve trattare di reale innovazione - afferma Fabrizio Cicchitto - e non di un tentativo di

omicidio, come quello evocato in questi giorni dal neo-giacobino sottosegretario Catricalà». La posizione del

Pd Anche il Pd - che con Pierluigi Bersani martedì ha spronato Monti a procedere con coraggio e senza passi

indietro - si aspetta che si parta dai colossi di energia, benzina e servizi pubblici per poi arrivare a cascata a

farmacie, taxi, ordini professionali, senza intenti punitivi nei confronti di nessuno ma in un'ottica di crescita.

«Le frasi del presidente Monti ci rassicurano - ha detto ieri l'esponente Pd, Francesco Boccia -: dunque ci

auguriamo che, dopo alcune incertezze, il governo sia in dirittura d'arrivo per il varo di norme essenziali per il

futuro del nostro Paese sulla libera concorrenza». Il Terzo Polo chiede a sua volta determinazione a Monti

per la deregulation non solo nelle categorie, ma in settori strategici come quello energetico o quello del

trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api - in una riunione in vista dell'incontro di domani a Palazzo

Chigi - hanno ragionato su una serie di proposte di liberalizzazioni all'insegna della crescita. Ma Pier

Ferdinando Casini ha colto l'occasione del primo incontro dopo la pausa natalizia per suonare la sveglia.

«Attenzione - ha esortato il leader centrista -: oltre a sostenere con convinzione Monti, noi politici dobbiamo

avere il coraggio di autoriformarci. Per essere credibili, dobbiamo fare le riforme necessarie: dalla riduzione

del numero dei parlamentari ad un ruolo diverso di Camera e Senato alla legge elettorale». Altrimenti, è stata

la riflessione comune, il rischio è davvero quello che la politica appaia «ferma» e commissariata dai tecnici di

Monti. Assopetroli Le liberalizzazioni proposte dal governo avrebbero «effetti devastanti» sui distributori di

carburanti. Lo afferma Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli-Assoenergia, sottolineando che le

misure previste manderebbero in default le imprese. Ricordando che il 50% dei distributori stradali di

carburanti (11.500 su 23.500) è di proprietà di piccole e medie aziende italiane, Ferrari Aggradi stigmatizza le

misure che prevedono un taglio del 50% dell'obbligo di rifornirsi in esclusiva, e di conseguenza una riduzione

dei ricavi per il titolare pari al 50%, fermi restando a suo carico tutti i costi operativi; il documento - prosegue -

prevede inoltre che i gestori o altri soggetti imprenditoriali fuori settore possano «riscattare» il 33% degli

impianti da ogni attuale proprietario a prezzi che saranno stabiliti dall'Autorità dell'Energia e del Gas. Ciò

porterà conseguenze devastanti, afferma, aggiungendo che «non è pensabile che ad un'azienda vengano

tolti per legge metà dei ricavi ed un terzo degli asset senza provocare il suo default». 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 262

lettere intimidatorie a farmacie ed equitalia lettere intimidatorie a farmacie ed equitalia 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 263

Più farmacie «ridurre i prezzi» Per le farmacie e per i notai è invece in arrivo un aumento della pianta organica. Si prevedono meno rigidità,

più concorsi e un maggior numero di esercizi aperti sul territorio. I rappresentanti delle parafarmacie chiedono

il via libero definitivo alla vendita dei farmaci di fascia C (a carico dei cittadini) al di fuori del circuito delle

farmacie. Chiesta l'abolizione del tariffario e una limitazione del potere degli Ordini. 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 264

«Riforma farmacie contro i cittadini» Liberalizzazioni. Ordine e Federfarma di Catania contrari al progetto Monti Dicono no alla liberalizzazione, anche se si dicono disponibili alla modernizzazione del settore. Sono i

farmacisti catanesi che respingono i punti cardini della paventata riforma del settore che - dicono i

responsabili di Ordine e Federfarma - serve solo a far fare soldi al grande capitale, piuttosto che servire ai

cittadini. I professionisti ribadiscono la funzione sociale delle farmacie e rivendicano l'opportunità di fornire

servizi ancora più allargati per la salute degli utenti. Rossella Jannello33 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 265

«Abbiamo una funzione sociale Nessun vantaggio per l'utenza» «In nessun Paese al mondo i farmaci con ricetta sono venduti fuori dalle farmacie . E non può esserealtrimenti» Rossella Jannello La liberalizzazione delle farmacie? Serve al grosso Capitale, non ai cittadini. Il resto è tutto

fumo. Più o meno è questa la posizione dei farmacisti catanesi e dei loro rappresentanti nei confronti della

paventata liberalizzazione che dovrebbe «produrre» più farmacie sul territorio, meno rigidità sui prezzi dei

farmaci, concorrenza e risparmi per i cittadini. Tutti «specchietti per le allodole» sia secondo l'Ordine dei

farmacisti sia secondo Federfarma che riunisce e rappresenta i titolari di farmacie. «Ci dipingono - dice il prof.

Giovanni Puglisi, docente universitario e presidente dell'Ordine - come una categoria ricca, ricchissima. E

invece il momento è grave: su 1800 iscritti, abbiamo 200 disoccupati. E il motivo è semplice, la sorte del

farmacista non può essere disgiunta da quella della filiera del farmaco, dalla crisi che investe tante case

farmaceutiche e dal calo di occupati fra gli informatori medico-scientifici. Oltre ai ritardi con il quali il servizio

sanitario nazionale rimborsa i costi anticipati dalle farmacie...». Crisi a parte, la liberalizzazione - argomenta

Puglisi - non è il rimedio. «Tutto quello che sembra liberalizzazione - tuona - vuole portare il farmaco in fascia

"C" nella grande distribuzione, a favore dei grandi gruppi. Perchè dico questo? Quando la fascia sarà libera,

chi potrà fare grandi sconti? Solo chi ha alle spalle grandi capitali e dunque potrà acquistare (e vendere)

grandi quantitativi. Certo, non le farmacie che, anche se aumenteranno come numero, diventeranno più

povere. E poi - aggiunge - vorrei ricordare che non c'è Stato al mondo in cui i farmaci di fascia "C" sono

venduti fuori dalle farmacie, a tutela della salute». Più o meno quello che ribadisce il dott. Gioacchino

Nicolosi, presidente di Federfarma. «La farmacia ha controlli e organizzazioni che garantiscono l'erogazione

del farmaco al cittadino. Ed è così in tutta Europa. Viene sequestrato un farmaco? In 12 ore siamo capaci di

farlo sparire dalle farmacie di tutta Italia, come non potrebbe accadere in caso di una liberalizzazione

selvaggia. E poi la farmacia svolge una funzione sociale. Oltre alla reperibilità notturna, la dislocazione delle

farmacie non segue una logica di mercato, ma una logica sociale: c'è a Presa e a Vena per un pugno di

abitanti, c'è in corso Italia. E non ci arricchiamo certamente: per sua natura il mercato della farmacia è

anelastico, vale a dire che le fluttuazioni del reddito dei cittadini incidono poco o niente sull'acquisto dei

farmaci che rimane legato allo stato di necessità». Tuttavia, nè l'Ordine nè Federfarma si dicono contrari tout

court a una riforma. «Come Ordine - ribadisce Puglisi - rappresentiamo tutti, anche i titolari di parafarmacie,

presi in giro dalla riforma Bersani nel 2006. Abbiamo già manifestato la volontà di sederci attorno a un tavolo

per verificare la possibilità di aumentare il numero di farmacie, ma certo non con i numeri che sento in questi

giorni. Ma siamo anche disponibili ad aumentare le ore settimanali di aperture per essere più presenti sul

territorio e garantire più posti di lavoro». «Da tempo - aggiunge Nicolosi - chiediamo di rivedere i meccanismi

dei concorsi, le dislocazioni, insomma la modernizzazione del sistema farmacia. Ma non ci raccontino le

bufale di questi giorni». 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 266

il no dei farmacisti Altro che liberalizzazione. A Catania città le farmacie sono 100 ed è già un numero «fuori norma». Come

spiega il presidente dell'Ordine prof. Giovanni Puglisi, poichè la legge fissa un «quorum» di 1 farmacia ogni

4000 abitanti in caso di un centro con popolazione superiore a 12.500 unità, si deve ai 400mila abitanti toccati

da Catania negli Anni Settanta un così alto numero di farmacie in città: con i numeri attuali di catanesi

residenti, le farmacie dovrebbero essere soltanto 74. Complessivamente comunque, il numero delle farmacie

della provincia di Catania - in totale 274 - sarà implementato entro pochi mesi. A dodici anni dall'ultimo

concorso, apriranno finalmente i battenti nei centri della provincia etnea (ma non nel capoluogo) altre 20

farmacie. Sono un centinaio, invece, le parafarmacie presenti in tutta la provincia: un numero altissimo che

ben riflette - spiega il prof. Puglisi - la dinamicità commerciale tipica della nostra città, considerando che a

Catania sono presenti circa un terzo delle parafarmacie che si sono aperte in tutta la Sicilia. Infine, un'altra

specificità tutta catanese: qui è più alta che nel resto d'Italia l'ereditarietà delle farmacie: 35% del totale degli

esercizi esistenti sono della stessa famiglia da generazioni contro un 20% dei centri del nord. Ed è anche sui

meccanismi di trasferibilità delle farmacie che il Governo intende intervenire. R. J. 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 267

«Così si mortifica il nostro aspetto professionale» Il dott. Giuseppe Buccheri, titolare in via Plebiscito Il dott. Giuseppe Buccheri, 46 anni, farmacista dal '89, dal 2004 è titolare di una farmacia in via Plebiscito,

oltre che impegnato nel sociale come presidente del Banco farmaceutico della Compagnia delle Opere. E

questa storia delle liberalizzazione lo fa arrabbiare davvero. «Diciamo che questa proposta mi lascia

particolarmente perplesso - dice - e non solo perchè colpisce i miei interessi. E' che la liberalizzazione

mortifica l'aspetto professionale della categoria esaltandone quello commerciale». Gli sconti? «Se lasciati

all'iniziativa del farmacista, rischiamo una distribuzione non omogenea sul territorio. Crede che sia più facile

che lo sconto venga praticato dalla piccola farmacia del quartiere periferico o dalla megafarmacia del centro,

frequentata dai ceti medio-alti? Rischiamo cioè di scontare il farmaco a favore di chi ne ha meno bisogno. E

allora, io dico, meglio lo sconto a monte, uguale per tutti». Per il dott. Buccheri, insomma, se concorrenza

deve essere, la si deve fare sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini, qualità che non può essere assicurata

dalle parafarmacie «anche se gestite da colleghi: ma non tutti i laureati in legge diventano avvocati!».

Insomma, la soluzione per i problemi delle farmacie, dei farmaci e dei cittadini costretti ad acquistarli non è la

liberalizzazzione «che uccide - rincara - la mutualità del servizio, lo spirito di essere presente ovunque, anche

dove non conviene», ma piuttosto a partire dal servizio da offrire che potrebbe, in base a una norma del 2009

includere anche l'assistenza domiciliare integrata, fino alla funzione di Cup per la prenotazione di visite ed

esami». R. J. 12/01/2012

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 268

«Il decreto sarà una bomba» Così il Governo rassicura i partiti ROMA «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti rassicura Pd e Terzo

Polo, che al premier hanno chiesto coraggio sulle liberalizzazioni dopo lo stop and go nell'iter della manovra.

Il premier, prima dell'incontro di domani con i partiti, dà alla promessa il crisma dell'ufficialità addirittura

illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la cancelliera Angela Merkel. Ma un ministro del suo

governo fa ancora di più e annucia sorprese: «Quella sulle liberalizzazioni sarà una bomba. Sarà una cosa

grossa. E le notizie vere non sono quelle uscite finora sui giornali». Sulle liberalizzazioni la posta in gioco è

alta. Tutti i partiti che sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di legge alla via del decreto scelta

dall'esecutivo per debellare privilegi e vantaggi di monopoli e corporazioni. Pur enunciando un generico sì, il

partito di Berlusconi rivendica «un indispensabile confronto» e si appresta a presentare a Palazzo Chigi un

suo pacchetto di «proposte chiare», per coinvolgere nella deregulation energia, autostrade, ferrovie, trasporti,

acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi, farmacie, professioni, commercianti. «Si deve trattare di reale

innovazione - afferma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto - e non di un tentativo di omicidio,

come quello evocato in questi giorni dal neo-giacobino sottosegretario Catricalà». Anche il Pd - che con

Pierluigi Bersani martedì ha spronato Monti a procedere con coraggio e senza passi indietro - si aspetta che

si parta dai colossi di energia, benzina e servizi pubblici per poi arrivare a cascata a farmacie, taxi, ordini

professionali, senza intenti punitivi nei confronti di nessuno ma in un'ottica di crescita. Il Terzo Polo chiede a

sua volta determinazione a Monti per la deregulation non solo nelle categorie, ma in settori strategici come

quello energetico o quello del trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api, in una riunione in vista

dell'incontro di domani a Palazzo Chigi - hanno ragionato su una serie di proposte di liberalizzazioni

all'insegna della crescita. Ma Pier Ferdinando Casini ha colto l'occasione del primo incontro dopo la pausa

natalizia per suonare la sveglia. «Attenzione - ha esortato il leader centrista -, oltre a sostenere con

convinzione Monti noi politici dobbiamo avere il coraggio di autoriformarci. Per essere credibili, dobbiamo fare

le riforme necessarie: dalla riduzione del numero dei parlamentari ad un ruolo diverso di Camera e Senato

alla legge elettorale». Altrimenti, è stata la riflessione comune, il rischio è davvero quello che la politica

appaia ferma e commissariata dai tecnici di Monti.

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 269

La rivolta dei tassisti Vedi tutte le 2 foto ROMA Benzinai liberi di rifornirsi dove i carburanti costano meno, di vendere nei

distributori anche giornali, sigarette e alimentari e di riscattare, da soli o in cooperativa, gli impianti dove

lavorano. Sono questi i punti fondamentali della modernizzazione della rete contenuti in una prima bozza del

decreto liberalizzazioni, che scatena però la rivolta di un'altra categoria, quella dei tassisti, già pronta allo

sciopero il 23 gennaio. CARBURANTI Per quanto riguarda la benzina, il provvedimento, ancora in fase di

definizione, prevede in pratica un superamento, seppur parziale, del vincolo di esclusiva che lega gestori e

compagnie. «Forme di esclusiva nell'approvvigionamento - si legge - sono nulle per violazione di norma

imperativa di legge, per la parte eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattuita e comunque per

la parte eccedente il 50% di quanto erogato nel precedente anno dal singolo punto vendita». LE ALTRE

NOVITÀ Ma le novità non si limitano ai carburanti. Con «l'ampio» (come lo ha definito lo stesso Monti)

decreto in arrivo con ogni probabilità il 19 gennaio in anticipo di un giorno rispetto al previsto, Palazzo Chigi

avoca a sé nuovi poteri antitrust per privatizzare e aprire i mercati a livello locale, superando l'ostacolo, finora

praticamente invalicabile, rappresentato dalla normativa regionale. REGIONI E COMUNI La bozza contiene

infatti una stretta su Regioni ed enti locali, prevedendo un intervento diretto della presidenza del Consiglio in

caso di regole locali in contrasto con la tutela e la promozione della concorrenza a livello nazionale. Ad

occuparsi della materia sarà un apposito ufficio di Palazzo Chigi, la cui istituzione sarà affidata a un decreto

del presidente del Consiglio. Gli ambiti d'azione non sono specificati, ma è facile immaginare che il

provvedimento si riferisca ad esempio a materie come il commercio o la distribuzione carburanti, oggi di

stretta competenza regionale. Allo stesso tempo, facendo leva su una specifica facoltà di proposta in materia

di privatizzazioni, la nuova struttura supporterà gli enti locali «nel monitoraggio e nelle procedure di

dismissione delle loro partecipazioni societarie nei servizi pubblici locali». La presidenza del Consiglio avrà

insomma un potere diretto per favorire l'apertura delle utility municipalizzate. PROTESTE ED ESPLOSIVO

Intanto è il capitolo taxi a scatenare le polemiche più agguerrite. Riuniti a Bologna in un inedito parlamentino,

i rappresentanti di una trentina di sigle sindacali hanno optato per la linea dura e decretato unitariamente il

fermo della categoria per il 23 gennaio per protestare contro la mancata convocazione e contro le misure

annunciate per il settore. Ed è alta tensione anche per i farmaci con un plico contenente un piccolo ordigno

scoperto ieri mattina in una farmacia di Milano di proprietà della presidente di Federfarma.

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 270

Parafarmacia, raid armato Vedi tutte le 3 foto Aveva urgente bisogno di denaro. I soldi, quelli che aveva in tasca, li aveva spesi in diversi

bar e locali di Pula giocando con le slot machine. Per questo ha trascorso parte del pomeriggio a chiedere un

prestito ai conoscenti che incontrava per strada. Forse per continuare a giocare. Alla fine ha deciso.

D'impulso si è infilato in una parafarmacia del paese, in via Nora, e con un piccolo coltello a serramanico

puntato alla gola ha minacciato la titolare. «Riempi questo», le ha imposto mostrandole il sacchetto degli

spiccioli raccolto nel cassetto. Poi ha infilato le mani nella cassa portando 356 euro ed è uscito. Non prima di

costringere la farmacista a restare immobile su una sedia e disattivare il cellulare. Lo hanno arrestato poco

più tardi i carabinieri di Pula e Santa Margherita che hanno operato in stretto contatto con il Comando di

Cagliari. LA CONCLUSIONE Simone Concas, cagliaritano di 36 anni, abituale frequentatore di Pula, separato

e disoccupato, è stato intercettato all'interno di un bar. Di farsi bloccare non ne voleva sentire. Così ha

cercato di sottrarsi all'arresto costringendo i militari, coordinati dal maresciallo Giuseppe Pinna, comandante

della stazione di Pula, a bloccarlo con forza. È finito a Buoncammino con l'accusa di rapina a mano armata e

resistenza a pubblico ufficiale. Dovrà difendersi anche da una terza accusa: furto. Poco prima aveva anche

rubato due paia di guanti in pelle a un tunisino di 81 anni residente a Pula. Gli aveva chiesto un passaggio e

al no secco aveva portato via i guanti poggiati sul sedile del quod parcheggiato in via strada. I MINUTI Dal

momento del raid nella parafarmacia gestita da una cagliaritana di 42 anni al momento dell'arresto sono

trascorsi non più di dieci minuti. Tempi rapidi grazie alla collaborazione dei commercianti e di altre persone

presenti il pomeriggio in via Nora. È stato proprio un negoziante ha mettersi dietro il rapinatore in modo

piuttosto discreto ma deciso, mentre con un cellulare informava i carabinieri del tragitto imboccato dal

balordo. LA CORSA La fuga si è conclusa in un bar distante 500 metri dalla parafarmacia saccheggiata. Al

titolare aveva chiesto di cambiargli i biglietti in monete per poter giocare con le slot machine. Nel piazzale

della caserma di Pula, mentre i carabinieri accompagnava accompagnavano all'interno Simone Concas, sono

arrivati anche la farmacista e il proprietario del quod. La donna aveva in mano i guanti in pelle abbandonati

sul bancone dal rapinatore. «Ma quelli sono i miei», ha esclamato, vedendoli, detto il motociclista tunisino.

Quei guanti di pelle neri sono diventati una firma inequivocabile, la prova che era stato proprio lui, Concas, il

ladro-rapinatore, a minacciare la farmacista e rubarle dalla cassa il guadagno della giornata. Andrea Piras

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 271

Addio video, i Blockbuster diventeranno parafarmacie Un tentativo di riconversione legato alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli a carico del cittadino).

Potrebbe essere sintetizzata così la vicenda che riguarda due leader di riferimento in due diversi settori: i

video e la cosmesi. La notizia era circolata già sotto Natale: la rete di Blockbuster passa nelle mani della

catena Essere Benessere. Per farci cosa? Parafarmacie. Sono i primi, possibili, effetti delle liberalizzazioni di

Monti che secondo le stime dei rappresentanti dei parafarmacisti, dovrebbero portare all'apertura di circa

settemila nuove farmacie. Oltre 100 negozi di videonoleggio e 780 dipendenti starebbero quindi per passare

sotto il controllo di uno dei big del benessere, pronto, dopo il perfezionamento della trattativa, a trasformare

78 punti vendita in parafarmacie. In Sardegna le serrande sono abbassate da tempo e i Blockbuster, anche

negli anni d'oro della catena, si potevano contare sulle dita di una mano. L'effetto si farà quindi sentire

laddove gli store hanno avuto un peso consistente. Un centinaio di locali nel mirino, dunque. Tutti di grosse

dimensioni, tanto da aver attirato l'interesse del network milanese proprio per le ampie metrature capaci di

accogliere i vari prodotti e servizi di Essere Benessere che comprendono, oltre a medicinali da ricetta e non,

anche prodotti cosmetici (la particolarità delle farmacie, secondo indiscrezioni di stampa, sarà data dalla

futura presenza di cabine per i trattamenti estetici con personale specializzato). Secondo i parafarmacisti, con

la completa liberalizzazione dei farmaci di fascia C, i cittadini otterrebbero circa 120 milioni di risparmi l'anno

e si determinerebbe un'espansione del numero di Parafarmacie misurabile in 3500 nuove sedi: 600-700

milioni di nuovi investimenti e 7500 nuovi posti di lavoro. ( e. z. )

12/01/2012 44Pag. Unione Sarda(diffusione:68332, tiratura:81580)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 272

LOMBARDIA/ 2 Ricerca biomedica, risorse alla Fondazione regionale Altri 300mila euro vanno ad aggiungersi alla dotazione iniziale di 52 mila euro messa a disposizione della

Fondazione regionale per la ricerca biomedica all'atto della sua costituzione, lo scorso 26 ottobre. Lo ha

deciso la Giunta lombarda su proposta del presidente Roberto Formigoni , che ha spiegato: «Con questo

provvedimento diamo la possibilità alla Fondazione di avviare un nuovo ciclo di attività. Si tratta dell'ennesima

conferma della volontà di Regione Lombardia di investire nell'attività di un centro d'eccellenza come quello di

Nerviano, in grado di dare lavoro a molti professionisti e di attirare capitali. Il finanziamento servirà alla

Fondazione, il cui nuovo Cda ha avviato ufficialmente la propria attività il 23 dicembre scorso, per realizzare i

propri scopi istituzionali: ricerca e innovazione nel settore scientifico con particolare riguardo alla

farmacologia molecolare; sviluppo tecnologico nei campi applicativi della produzione, distribuzione e impiego

dei farmaci; ricerca scientifica finalizzata all'applicazione di nuove metodologie per la prevenzione, diagnosi e

cura di forme patologiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA

10/01/2012 14Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 273

COLLEFERRO Si terrà nella sala consiliare Psicologia ed estetica Un importante convegno sicologia ed estetica: nuove figure professionali nella farmacia del futuro" è il titolo della conferenza che si

terrà sabato prossimo 14 gennaio presso la Sala consiliare del Comune. Organizzata dalla Farmacia Comune

di Colleferro in collaborazione con il Club Lions Colleferro Fiuggi Hernicus, la giornata di studio ospitata dal

Comune vedrà la presenza di relatori accreditati come le dott.sse Itala Colaceci e Francesca Colaiacomo,

esperte psicologhe che operano nel territorio, l'estetista Rosy Carella, le dott.sse Carla Babali-

12/01/2012 21Pag. Cassino La Provincia

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 274

BA R I Presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, che molto si è speso contro le liberalizzazioni nel settore.Lettere esplosive a Federfarma Busta esplosiva al senatore D'Ambrosio Lettieri BARI - Per due volte, nel giro di poche ore, ieri a Bari è scattato l'allarme bomba. La prima volta poco prima

delle nove nell'ufficio postale di viale Einaudi, al quartiere Carrassi. Una telefonata ha avvisato i carabinieri

che nell'ufficio postale c'era un pacco sospetto. I militari e gli artificieri hanno fatto sgomberare l'ufficio e

hanno individuato il pacco. All'i nt e rn o non c'era un ordigno, come annunciato, ma una siringa da insulina

legata con un filo ad un libro a fumetti di 'Lupo Albertò indirizzata alla farmacia del senatore Luigi D'Ambrosio

Lettieri, parlamentare del Pdl, segretario della Commissione sanità del Senato e componente della

Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale, oltre che

vicepresidente di Federfarma. Dopo due ore e dopo un servizio di bonifica cautelativo l'ufficio postale è stato

riaperto. Il secondo allarme bomba è scattato intorno a mezzogiorno nel quartiere Madonnella, dove davanti

ad un bancomat di una banca in via Sonnino era stato lasciato un pacco. Anche in questo caso si è trattato di

un falso allarme. B(Adnkronos) - Per due volte, nel giro di poche ore, stamane a Bari è scattato l'allarme

bomba. La prima volta poco prima delle nove nell'ufficio postale di viale Einaudi, al quartiere Carrassi. Una

telefonata ha avvisato i carabinieri che nell'uf ficio postale c'era un pacco sospetto. I militari e gli artificieri

hanno fatto sgomberare l'u f ficio e hanno individuato il pacco. A ll 'interno non c'era un ordigno, come

annunciato, ma una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti di 'Lupo Albertò indirizzata alla

farmacia del senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, parlamentare del Pdl, segretario della Commissione sanità

del Senato e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'ef ficienza del servizio

sanitario nazionale, oltre che vicepresidente di Federfarma. Dopo due ore e dopo un servizio di bonifica

cautelativo l'ufficio postale è stato riaperto. Il secondo allarme bomba è scattato intorno a mezzogiorno nel

quartiere Madonnella, dove davanti ad un bancomat di una banca in via Sonnino era stato lasciato un pacco.

Anche in questo caso si è trattato di un falso allarme. Due buste esplosive sono state inviate anche al

presidente di Federfarma Annarosa Racca. Una recapitata nella sua farmacia di Milano e l'altra nella sede

romana dell'associazione dei titolari di farmacia. "Non mi faccio intimidire. Continuerò a difendere il servizio

pubblico reso dalle farmacie", ha detto Racca all'Adnkronos Salute, aggiungendo di aver chiesto un incontro

urgente al ministro degli Interni perché teme •'ci siano altre buste in giro". "E' vergognoso - ha continuato

Racca - che per interessi economici venga criminalizzata una categoria, amata dai cittadini, e si tagli un

servizio pubblico che prevede una copertura di tutto il territorio". Durissima Federfarma che in una nota parla

di •' gravissimi episodi intimidatori'', frutto di •'un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica

che in queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese".

12/01/2012 21Pag. Corriere del Giorno

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 275

Rossi: ripresa? Monti sbaglia E sugli orari asse con l'Emilia Il governatore: no liberalizzazioni e lavoro flessibile, servono investimenti L'intesa con il collega Errani: regolecondivise per tutelare i piccoli negozi Rossi conferma i «distinguo» dall'azione del governo Monti, le sue richieste di correzioni di rotta. Ieri il

governatore ha spiegato che per la crescita serve ben altro che liberalizzazioni, criticando anche Emma

Marcegaglia, presidente nazionale di Confindustria. Il commento su Marcegaglia è arrivato via Facebook,

quello sull'esecutivo dei professori a margine di una conferenza stampa. Le parole di Enrico Rossi sul

governo dei tecnici e l'attacco al sottosegretario Catricalà - «Forse i politici fanno pena, come dice Monti, ma

fanno anche un po' pena i tecnici quando per ottenere il consenso rincorrono i politici e fanno gli annunci da

Vespa la sera a mezzanotte», ha detto martedì a Radio 24 il presidente della Regione riferendosi a Catricalà

- non sono passate inosservate e ieri il governatore è stato incalzato dai giornalisti su Monti e liberalizzazioni.

Svelando - come riportato dal Corriere Fiorentino - che sul commercio si punta al «modello Modena» cioè ad

aperture e chiusure domenicali volontarie in base ad accordi categorie-sindacati-consumatori. «Il governo dei

tecnici? Ho solo detto che quando i tecnici inseguono i politici nella ricerca del consenso con gli annunci non

mi piacciono - ha risposto Rossi - Noi, invece, facciamo i fatti» E come il giorno precedente, Rossi ha

continuato. «Abbiamo ereditato dallo Stato la Toremar e abbiamo salvaguardato i posti di lavoro, risparmiato

10 milioni di euro, congelato il costo del biglietto per 10 anni e imposto il rinnovo delle navi fatiscenti:

Abbiamo preso dallo Stato la ruggine e siamo andati oltre. E sul trasporto pubblico locale, con la gara unica

regionale chiuderemo 14 aziende regionali per vararne una sola». Il presidente ha continuato. «Sul trasporto

pubblico il governo ci dovrebbe premiare, come previsto in finanziaria, visto che noi liberalizzeremo. Noi

siamo per le liberalizzazioni e discutere di liberalizzazioni non vuol dire né essere un komunista, con la k, né

un leghista». Su commercio e farmacie Rossi ha delineato le prossime mosse. «L'apertura 365 giorni su 365

giorni, 24 ore su 24, è un "bomba libera tutti" e non è vero che l'estero esiste, andate a vedere in Francia o in

Inghilterra, dove stanno facendo marcia indietro. Sono dell'idea - ha proseguito - che alcune feste nazionali

vadano tutelate e mi sono sentito con il presidente dell'Emilia Romagna per arrivare ad una linea comune: un

po' di regole servono per tutelare i piccoli esercizi e del resto già oggi con la normativa regionale si può aprire

anche nelle festività se c'è l'accordo di tutti i soggetti. Sulle farmacie noi ne abbiamo fatte aprire tante, ma

vanno tutelati i territori di montagna ed i piccoli paesi». Con Errani, Rossi ha parlato del «modello Modena»,

già sotto osservazione da parte della Regione Emilia, cioè del piano del commercio approvato dal Comune

(prima del decreto Salva Italia) che prevedeva solo 8 aperture domenicali a rotazioni per tutti, grandi esercizi

e botteghe tradizionali, in tutta la città e per tutto l'anno grazie all'intesa tra amministrazione, associazioni di

categoria, consumatori e sindacati. Rossi, ed Errani, guardano a questa intesa come modello per

disinnescare la liberalizzazione di orari e aperture, a prescindere dall'esito che avrà il ricorso alla Corte

Costituzionale che Rossi intende presentare. Inevitabile la domanda: ma il governo Monti proprio non le

piace? «Il Pd deve dare il sostegno al governo come è giusto che sia, anche quando fa cose che noi come

sinistra non faremmo, come nella finanziaria - ha detto Rossi - ma resta un deficit di equità. Il governo dovrà

consultarsi con gli enti locali perché nessuno ha la verità in tasca. Per la ripresa e la crescita, liberalizzazioni

e più elasticità nel mondo del lavoro non faranno molto: servono investimenti, ammortizzatori sociali, allentare

il patto di stabilità per permettere gli enti locali di spendere e fare opere per le quali hanno i soldi in cassa».

L'ultimo distinguo, a fine pomeriggio, è stato riservato a Confindustria. «Per la Marcegaglia l'articolo 18 è

un'anomalia - scrive Rossi su Facebook - Per me le vere anomalie di questo Paese sono la disoccupazione

giovanile al 30% e il precariato...». Mauro Bonciani RIPRODUZIONE RISERVATA

12/01/2012 2Pag. Corriere Fiorentino - Firenze(diffusione:12000)

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 276

Vendita della farmacia , il Tar rinvia l'udienza e crescono i dubbi sullafirma Concina e Orvieto libera alla resa dei conti ORVIETO - La "maledizione" delle vendite continua. Slitta a giugno la decisione del Tar sulla Farmacia

comunale. A fronte della presentazione di motivi aggiuntivi da parte delle ricorrenti, i giudici - nel ribadire che

il contratto può essere firmato nel frattempo con la clausola della possibile risoluzione in caso di accoglimento

del ricorso - hanno rinviato l'udien za al prossimo 6 giugno. Così ora se c'era qualche timido dubbio - pur

volendo ammettere un giudizio positivo del Tar - che l'aggiudicatario fosse disposto a firmare nell'imminenza

delle liberalizzazioni che il Governo sta per affrontare, i dubbi si ingigantiscono in vista di giugno, quando lo

scenario sarà quasi sicuramente profondamente mutato. Insomma, gli oltre tre milioni di euro che erano sul

piatto per la vendita della Farmacia comunale sembrano sempre più svanire sullo sfondo agli occhi degli

amministratori che per qualche mese hanno assaporato il sogno di risolvere almeno qualche buco finanziario.

In ogni caso, non è detta l'ultima. Intanto, dopo l'asta deserta di lunedì, è già uscito il secondo bando per il

locali del Sant'Andrea: il prezzo scende da 1.600.000 a 1.280.000 euro. Scade il 26 gennaio, con procedura

aperta il giorno seguente. Per il sindaco Toni Concina sono ancora spine, finanziarie. Ma anche politiche.

Dopo l'ennesimo confronto tra sindaco e Orvieto libera di martedì, infatti, il documento di verifica proposto

dall'associazione dell'av vocato Ranchino, con programmi e tempistiche, verrà sottoposto domani

all'attenzione della maggioranza. Un incontro da cui dipende evidentemente la tenuta del governo Concina.

Almeno nei suoi assetti attuali.

12/01/2012 31Pag. Giornale dell'Umbria

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 277

Il Governo: liberalizzazioni molto ampie ROMA - «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti rassicura Pd e Terzo

Polo, che al premier hanno chiesto coraggio sulle liberalizzazioni dopo lo stop and go nell'iter della manovra.

Il premier, prima dell'incontro di venerdì con i partiti, dà alla promessa il crisma dell'uffi cialità addirittura

illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la Cancelliera Angela Merkel. Ma un ministro del suo

Governo fa ancora di più e annucia sorprese: «Quella sulle liberalizzazioni sarà una bomba. Sarà una cosa

grossa... E le notizie vere non sono quelle uscite finora sui giornali». Sulle liberalizzazioni la posta in gioco è

alta. Tutti i partiti che sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di legge alla via del decreto scelta

dall'esecuti vo per debellare privilegi e vantaggi di monopoli e corporazioni. In particolare il Pdl, che ha un

ampio bacino di voto in alcune delle categorie oggetto della 'rivoluzione'annunciata. Per questo, pur

enunciando un generico sì, il partito di Berlusconi rivendica «un indispensabile confronto» e si appresta a

presentare a Palazzo Chigi un suo pacchetto di «proposte chiare», per coinvolgere nella deregulation

energia, autostrade, ferrovie, trasporti, acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi, farmacie, professioni,

commercianti. «Si deve trattare di reale innovazione - afferma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio

Cicchitto - e non di un tentativo di omicidio, come quello evocato in questi giorni dal neo-giacobino

sottosegretario Catricalà». Anche il Pd - che con Pierluigi Bersani ha spronato Monti a procedere con

coraggio e senza passi indietro - si aspetta che si parta dai colossi di energia, benzina e servizi pubblici per

poi arrivare a cascata a farmacie, taxi, ordini professionali, senza intenti punitivi nei confronti di nessuno ma

in un'ottica di crescita. «Le frasi del presidente Monti ci rassicurano - dice l'esponente Pd Francesco Boccia -

dunque ci auguriamo che, dopo alcune incertezze, il Governo sia in dirittura d'arrivo per il varo di norme

essenziali per il futuro del nostro paese sulla libera concorrenza». Il Terzo Polo chiede a sua volta

determinazione a Monti per la deregulation non solo nelle categorie, ma in

12/01/2012 33Pag. Giornale dell'Umbria

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 278

Inviate siringhe a Federfarma e finto ordigno ad Equitalia MILANO - Le farmacie ed Equitalia continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: a Roma, a

Milano e a Bari sono arrivate lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa

Racca e al senatore Luigi D'Am brosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, mentre un'altra

busta contenente un finto ordigno e della polvere, oltre a un foglio con generiche minacce, è arrivata in una

delle sedi di Equitalia a Milano. Le buste intimidatorie nei confronti di rappresentanti dei farmacisti (una è

stata mandata nella sede di Federfarma e una a quella della Federazione dell'ordine dei Farmacisti) erano

attese: lunedì, infatti, una telefonata anonima al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere a

Monza, Milano, Bari e Roma e sono state tutte intercettate dagli artificieri dei carabinieri. I plichi, con una

quantità limitata di polvere pirica, sono stati spediti il 7 gennaio e al momento non ci sono state rivendicazioni.

Federfarma ha rivelato che buste simili sono state recapitate nella sede romana dell'asso ciazione e per

questo ha chiesto «un incontro urgente» con il ministro dell'Interno Cancellieri, vista «la gravità della

situazione e per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti e degli stessi cittadini utenti del servizio

farmaceutico».

12/01/2012 33Pag. Giornale dell'Umbria

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 279

Parla il presidente regionale Cenisio: «Non importa dove si vendono, ma che ci sia un professionista» La rivincita delle parafarmacie Guerra di petizioni pro e contro la liberalizzazione delle medicine di fascia C di ROSITA GANGI ILvento delleliberalizzazioni agita non solo le farmacie, ma anche le parafarmacie. In

direzioni, ovviamente, opposte. Mentre i farmacisticosentini(e nonsolo)si danno dafare perraccogliere le firme

contro la possibilità che il governo Monti renda vendibili i farmaci di fascia C (ovvero quelli con obbligo di

prescrizione) ancheal difuoridei lorolocali, la schiera dei parafarmacisti prepara una petizione perspingere

sutaledecisione. In gioco c'è molto. Non solo lalibertà degliutenti di poter acquistare i farmaci in luoghi diversi

da quelli storicamente a numero chiuso, ma una notevolecrescita occupazionale nelle parafarmacie e anche

nei corner che saranno allestiti nei supermercati. Ma con le dovute cautele. «Non si tratta di comprare le

medicine insieme al pane spiega infatti Fabiola Cenisio, presidente regionale Assopacal (Associazione

parafarmacie calabresi) - ma offrire la possibilità ai cittadini di avere più comodità nell'acquisto, sempre con la

stessa qualità di informazione». Al contrario di quanto, a volte, i farmacisti "ufficiali" tendono a lasciar credere,

gli addetti delle parafarmacie sono iscritti allo stesso albo professionale, pagano le stesse tasse e gli stessi

contributi. «I vantaggi per la nostra categoria - spiega ancora la Cenisio - sarebbero enormi, se si considera

che al momento un ragazzo laureato in farmacia ha ben poca scelta. Non può insegnare chimica, i concorsi

per entrare negli ospedali praticamente, non esistono, le farmacie si tramandano da padre in figlio esi dà

loroanche tempo di laurearsi (se ancora non lo fossero già). Qui non si tratta solodi liberalizzare la vendita dei

medicinali, ma di liberalizzare un mestiere». E a tenere le distanze non sono solo alcuni atteggiamento da

parte dei farmacisti, ma anche atti concreti ci spiegaancora ladottoressache èanchevicepresidente nazionale

del forum Farmacia non convenzionata. Infatti, grazie a un decreto legge, le parafarmacie non possono più

usare la croce verde per segnalare il loro punto vendita, ma una croce arancione. Una normativa alla quale,

facendo un giro per la città, è facile notare che non tutti si sono adeguati. La croce arancione, infatti, brilla

ancora solo su poche parafarmacie cosentine. Ma, a parte le questioni di forma, restano quelle di sostanza.

«I clienti vengono da noi - dice ancora la Cenisio con una mentalità molto diversa rispetto agli inizi, in cui

entravano e ci chiedevano gli sconti. Certo, grazie al nostro ingresso nel mercato molti prodotti, ad esempio

quelli di cosmetica, vengono venduti a prezzi ridotti rispetto agli anni del monopolio, ma si tratta sempre di

piccoli ritocchi. La verità è che la gente apprezza molto di noi ilfatto che spendiamo tempo per loro, ci

fermiamo a parlare con i clienti, gli spieghiamo le differenze tra un farmaco "griffato" e uno generico

equivalente». Insomma, sottolineano i gestori delle parafarmacie, se la vendita venisse ampliata ai farmaci di

fascia C con ricetta, sarebbe sempre il farmacista a controllare il rispetto delle prescrizioni. La cosa

importante, cioè, non è in che luogo il farmaco è venduto, ma che ovunque avvengala vendita,siasempre

presente la figura del farmacista, che si assicuri che la prescrizione del medico sia attuata in modo corretto a

tutela del cliente. Ovunque egli decida di rivolgersi.

12/01/2012 28Pag. Il Quotidiano di Calabria - Cosenza

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 280

Intercettata busta non pericolosa a Bari. A Federfarma plichi esplosivi MINACCE Intimidazione al sen. Lettieri e alla sua farmacia Federfarma : abbassare i toni. Queste iniziative sono il risultato di un clima di denigrazione mediatica Un congegno intimidatorio che non poteva esplodere ma doveva solo spaventare è stato intercettato

nell'ufficio postale di viale Einanudi a Bari. Era indirizzato al la farmacia del sen. D'Ambrosio Lettieri,

componente della Commissione parlamentrare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario

nazionale, nel giorno in cui sono stati intercettati due plichi contenenti un piccolo ordigno rudimentale

destinati a Federfarma, la federazione nazionale che rappresenta le oltre 16mila farmacie private

convenzionate con il Ssn. Uno è arrivato all'ufficio di Roma e l'altro alla farmacia della presidente di

Federfarma Racca, a Milano. La busta per Lettieri, che ha ricevuto la solidarietà di molti colleghi parlamentari,

di consiglieri regionali pugliesi e del presidente della Provincia di Bari Schittulli, conteneva una siringa da

insulina legata con un filo a un libro di fumeti di Lupo Alberto. ''Si tratta di gravissimi episodi intimidatori - ha

commentato, Federfarma - che mettono a rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che vanno in

farmacia. Tali iniziative sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica

che in queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese''.

Federfarma invita ''tutti i soggetti interessati, a partire dagli operatori della comunicazione, ad abbassare i toni

e a non criminalizzare le farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale". Mentre il governo Monti

assi cura che il progetto delle liberalizazioni non subirà battute d'arresto, Federfarma si chiede "da cosa e da

quali interessi dipenda tale accanimento contro la farmacia? Ce lo chiediamo considerando che tutte le

indagini dimostrano l'altissimo gradimento dei cittadini per la farmacia. In particolare da almeno dieci anni

l'indagine periodica svolta da Cfmt, organismo legato a Confcommercio - associazione che rappresenta

interessi diversi da quelli della farmacia - conferma anno dopo anno come la farmacia sia, di tutti i servizi,

pubblici e privati, il servizio piu' apprezzato dai cittadini''. ''Vista la gravita' della situazione e per

salvaguardare l'incolumita' dei farmacisti, - conclude Federfarma - di coloro che lavorano nelle farmacie e

degli stessi cittadini utenti del servizio farmaceutico, Federfarma ha chiesto un incontro urgente al Ministro

dell'Interno Anna maria Cancellieri''.

Foto: Il sen. Luigi D'Ambrosio Lettieri

12/01/2012 3Pag. Puglia

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SANITÀ REGIONALE - Rassegna Stampa 12/01/2012 281

PROFESSIONI

2 articoli

[ ATTUALITÀ ] Una pillola ci salverà gli utili BORSA Crescita nei Paesi emergenti. Invecchiamento demografico e fusioni in vita. I colossi delfarmaceutico sono le azioni anticicliche per eccellenza. Ecco quattro titoli su cui puntare. Sandra Riccio Proteggere il capitale dalle tempeste di Borsa puntando sui settori più resistenti alla crisi. È la strategia che

molti investitori stanno adottando in questa fase delicata di mercato. E in cima ai comparti favoriti c'è quello

farmaceutico. Certo, l'industria della salute non è del tutto immune ai ribassi, ma offre comunque riparo. Lo

dicono i numeri: a novembre l'indice Msci dedicato al comparto ha perso meno dell'1%, decisamente meglio

del Msci World, che ha lasciato per strada il 3% nello stesso mese. Del resto il comparto è ricco di aziende

con bilanci sani, ricche di cassa e che danno cedole generose. Per questo Morgan Stanley ha aumentato il

proprio sovrappeso dal 2 al 4% sul farmaceutico: la casa Usa ha però anche rilevato che il momento è quello

giusto per acquistare perché le aziende di questo settore tendono a performare relativamente meglio quando

l'euro si deprezza contro il dollaro. Il settore farmaceutico è per sua natura tra quelli maggiormente anticiclici:

a dimostrarlo è la spesa sanitaria negli Stati Uniti che, durante la recente crisi, è cresciuta più dell'incremento

percentuale del Pil. La spesa per i farmaci è infatti tra le poche voci che hanno retto ai colpi della crisi. A

sostenere l'andamento, dicono gli esperti di Morgan Stanley, è il favorevole trend demografico nei Paesi

occidentali insieme alla crescente attenzione alla cura del benessere individuale. Questo tipo di andamento

proseguirà negli anni a venire grazie alle aspettative di vita in continua crescita nei Paesi industrializzati. Ma

al settore farà bene anche l'incremento dei consumi nei Paesi emergenti. «Le società del settore hanno

buone opportunità di crescere in Paesi come Cina e India, trainate dal settore dei farmaci generici a basso

prezzo» sottolinea Paulina Niewiadomska , gestore del fondo Pictet Generics. Inoltre, a questi livelli i titoli del

settore farmaceutico sono a buon mercato. «È il momento giusto per comprare» dicono gli esperti di

Independent Research. Ulteriori spinte potrebbero arrivare dalle operazioni di fusione e acquisizione

all'interno del comparto: «Le grandi case del farma hanno grandi quantità di liquidità in cassa. Questo

aspetto, unito ai favorevoli livelli delle quotazioni sui mercati, calate per effetto della crisi, dovrebbe favorire i

processi di fusione. A beneficiarne saranno i titoli del settore» sottolineano nel loro report gli esperti della

casa d'analisi Independent Research. Ma in quale direzione è meglio guardare? Agli esperti piacciono i

grandi player del settore. Hanno dalla loro il fatto che si caratterizzano per un elevato vantaggio competitivo

basato sull'esclusività dei loro prodotti e della loro proprietà intellettuale, garantite dai brevetti. Certo, il

comparto si sta preparando ad attraversare importanti cambiamenti nei prossimi anni con la scadenza di

numerosi brevetti da qui al 2014. Le maggiori case farmaceutiche, comunque, hanno già preparato delle

contromisure per mantenere elevata la loro redditività. Tra queste c'è anche il rafforzamento sui mercati

emergenti. Gli esperti si aspettano che la crescita del benessere in queste regioni comporterà sicuramente

un'impennata nel consumo dei farmaci. Le previsioni indicano che i Paesi emergenti rappresenteranno nel

2014 il 20% del fatturato globale dell'industria farmaceutica, che significa il doppio rispetto ai valori del 2009.

Ecco quattro titoli da tenere in portafoglio. PFIZER

Che cosa fa: È il primo gruppo al mondo. Il farmaco che genera più ricavi è il Lipitor (anticolesterolo) con

ricavi di oltre 10 miliardi l'anno. Il brevetto è in scadenza, ma per gli esperti non ci sono rischi per il titolo:

Pfizer si aspetta che un terzo dei pazienti non cambierà. Perché vale: Per Independent Research, il titolo a

questi livelli è a buon mercato. In più il corso azionario potrebbe beneficiare delle operazioni di cessione di

farmaci veterinari, già annunciato ma non ancora portato a termine. Per questo il giudizio è hold con target

price a 23 dollari. NOVARTIS

Che cosa fa: Il colosso svizzero opera in oltre 140 Paesi. Ha chiuso il terzo trimestre 2011 con un utile per

azione di 1,45 dollari contro gli 1,46 attesi. Le vendite nette si sono attestate a 14,84 miliardi di dollari. Le sole

12/01/2012 38Pag. Panorama Economy - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:66784, tiratura:101707)

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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 12/01/2012 283

vendite di farmaci sono state pari a 8,16 miliardi. Perché vale: Per Vontobel, Novartis beneficerà

dell'antitumorale che sta lanciando. A questo farmaco, Afinitor, attivo nella cura del tumore al seno, viene già

pronosticato l'80% di successo sul mercato. Per questo il rating è hold con target a 56 franchi svizzeri.TEUN

Che cosa fa: La casa israeliana quotata al Nasdaq è tra i maggiori gruppi farmaceutici al mondo,

specializzata nella produzione di generici. La nuova sfida sono i biosimilar, ovvero la versione generica dei

farmaci biologici. E Teva sta battendo con successo questa strada.

Perché vale: Agli analisti piace il buon posizionamento sul mercato di Teva. Per Société Générale, infatti, il

titolo è buy con un target price a 12 mesi fissato a 52 dollari. Anche Marc Goodman, analista di Ubs, dice di

acquistare il titolo Teva, con un prezzo obiettivo fissato a quota 60 dollari.MORPHOSYS

Che cosa fa: Il gruppo biotech tedesco è specializzato nella ricerca di anticorpi sintetici che vengono poi

utilizzati nei farmaci. In questo settore, che sta crescendo a grande velocità, ha stretto alleanze con altri

gruppi su oltre 60 farmaci.

Perché vale: Il titolo è tra i preferiti dagli analisti. Per Gunnar Romer di Deutsche Bank il giudizio è buy con

target appena rivisto da 22 a 25 euro. Piace la capacità di stringere alleanze con i grandi colossi del farmaco

e la velocità nello sviluppare nuovi anticorpi.

12/01/2012 38Pag. Panorama Economy - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:66784, tiratura:101707)

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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 12/01/2012 284

Dai finti ricoveri ai pazienti fantasma: la Guardia di finanza fa il punto su tre anni di malaffare Frodi da 400 milioni al Ssn Boom di denunce nel 2011 - Dal 2009 segnalati danni erariali per 1,8 miliardi Manuela Perrone Ci sono interventi di chirurgia estetica fatti passare per operazioni necessarie (e rimborsate). Ci sono farmaci

per la prostata prescritti a donne. Non mancano "disoccupati" ricchissimi esentati dal ticket. E abbondano i

soliti assistiti "fantasma" morti da anni per i quali i medici di famiglia continuano a percepire compensi e a cui

continuano indisturbati a prescrivere medicinali. A scoperchiare il vaso di Pandora e a far emergere tutto il

malaffare che ruota intorno alla Sanità di casa nostra è la Guardia di finanza, che ha appena diffuso i dati

sulle attività a tutela della spesa sanitaria pubblica svolte negli ultimi tre anni. Un vero saccheggio, operato

sia da comuni cittadini sia da operatori del settore: dal 2009 sono state accertate frodi per 404 milioni di euro,

di cui 276 soltanto nei primi 11 mesi del 2011. I danni erariali segnalati nei confronti di operatori «che tendono

a intercettare gli ingenti flussi di spesa destinati al campo sanitario» ammontano invece a quasi 2 miliardi.

Anche qui i soggetti deferiti alla Corte dei conti sono più che triplicati, arrivando nel 2011 a quota 1.402.

Comportamenti illeciti che fanno indignare di più se si pensa che con l'aumento dell'addizionale regionale

Irpef tutti i contribuenti saranno chiamati a versare un contributo alla Sanità pubblica per 2,08 miliardi. Non a

caso, commentando il dossier del Comando generale delle Fiamme Gialle, il ministro della Salute Renato

Balduzzi ha ricordato che «il problema principale del Servizio sanitario nazionale è quello di ridurre le

numerose nicchie di inefficienza, spreco, quando non di diverse e diffuse illegalità, che sono tanto più gravi

perché sottraggono risorse a chi ha bisogno e assicurano indebiti vantaggi a chi non ne ha titolo». I tempi del

Ssn "gallina dalle uova d'oro" sono finiti: la lotta alle truffe in corsia vale quanto quella agli evasori. Come

considerare gli oltre 80 "finti poveri" scoperti e denunciati ad Arezzo che autocertificavano redditi inferiori per

beneficiare dell'esenzione dal ticket per le prestazioni specialistiche? Tra loro anche stimati professionisti e

imprenditori con redditi superiori ai 100mila euro annui. Più comune, ma non meno rilevante, la frode

accertata in Ciociaria dal Comando di Frosinone con l'"Operazione Lazzaro": per la Asl di Frosinone oltre

1.500 persone decedute risultavano ancora vive e vegete. Per loro, a causa del mancato aggiornamento

degli elenchi assistiti, lo Stato pagava regolarmente le quote ai medici di base, e in circa 600 casi gli importi

non possono più essere chiesti indietro profilando un vero e proprio danno erariale. I camici bianchi coinvolti

sono 194, ma a loro carico non sono state ipotizzate responsabilità. A 90 è stato contestato di aver prescritto

per 700 volte medicine acquistate dopo la morte dell'assistito, anche se in molti casi potrebbe trattarsi di errori

di trascrizione. Dall'indagine sono saltati fuori anche 5.500 pazienti senza nome: persone di cui non si

conosce l'identità perché i dati registrati nelle banche dati regionali sono incompleti. Più grave la situazione

per 22 dirigenti, medici e infermieri dell'ospedale Moscati di Avellino accusati di peculato, falso in atto

pubblico, falso ideologico e truffa: come accertato dal Comando di Avellino con l'"Operazione Welfare",

"ritoccavano" diagnosi, cartelle cliniche e durata dei ricoveri per ottenere rimborsi indebiti e premi di

produzione. Per sei di loro sono scattate altrettante ordinanze di custodia cautelare. A Taranto, invece, la

Guardia di finanza ha denunciato un medico che prescriveva regolarmente su ricetta rossa a due pazienti di

sesso femminile due farmaci indicati per la cura dell'ipertrofia prostatica benigna. In generale, le irregolarità

stanate sono molte e fantasiose. Tra loro la mancata attuazione delle forme di distribuzione diretta dei

medicinali, il frazionamento fraudolento dei periodi di lungodegenza che superano il limite massimo di durata

del ricovero rimborsato e i finti ricoveri in regime d'emergenza, escogitati da case di cura private che possono

ricoverare in convenzione soltanto in urgenza ma che, di fatto, non hanno un servizio di pronto soccorso. ©

RIPRODUZIONE RISERVATA 2009 2010 Totale Interventi effettuati (nr.) Denunciati* (nr.) Frode accertata

(mln e ) Interventi effettuati (nr.) Frode accertata (mln e ) Interventi effettuati (nr.) Frode accertata (mln e )

Denunciati* (nr.) Denunciati* (nr.) Soggetti deferiti alla Corte dei conti 2009 2010 2011 (gennaio-novembre)

2011 gennaio-novembre Danni erariali connessi alla spesa sanitaria Frodi a danno del Servizio sanitario

10/01/2012 6Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 12/01/2012 285

nazionale n. 427 520 1.402 2.349 Danni erariali segnalati mln e 715 830 291 1.836 1.827 3.459 98,6 1.401

1.891 29,6 1.927 2.137 276,1 (*) Per i reati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (articolo

316- ter Cp), truffa a danno dello Stato (articolo 640, comma 2, Cp) e truffa aggravata per il conseguimento di

erogazioni pubbliche (articolo 640- bis Cp)

10/01/2012 6Pag. Il Sole 24 Ore Sanita' - N.1 - 10 gennaio 2012(tiratura:40000)

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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 12/01/2012 286

PERSONAGGI

33 articoli

Bari Siringa con insulina in pacco spedito a Lettieri ALLARMI bomba a Bari nel giro di poche ore. Il primo poco prima delle nove alle poste di viale Einaudi.

Militari e artificieri fanno sgomberare l'ufficioe individuano il pacco. All'interno non c'era un ordigno, ma una

siringa da insulina legata con un filo ad un fumetto di "Lupo Alberto" indirizzata alla farmacia del senatore

Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl). Il secondo allarme scatta intorno a mezzogiorno davanti al bancomat di una

banca in via Sonnino.

12/01/2012 7Pag. La Repubblica - Bari(diffusione:556325, tiratura:710716)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 288

IL DIRETTORE GENERALE ASL: «SOLO UN DISGUIDO». L'ASSESSORE FIORE: «NON ACCADA PIÙ» Luigi Pio avrà i suoi farmaci una storia che ha commosso ANTONIO TUFARIELLO l SAN FERDINANDO. Per il direttore generale dell'Asl Bat, Giovanni Gorgoni, Luigi

Pio (il bambino di due anni e mezzo di San Ferdinando di Puglia, affetto da una malattia genetica rarissima,

l'ittiosi congenita di tipo "Har lequin") «non è stato mai lasciato sprovvisto di farmaci. Routine di casse

trimestrali e una non prontissima disponibilità del tipo di farmaco - afferma Gorgoni - si sono sommate a

creare qualche ritardo di consegna. Al disguido organizzativo si è poi aggiunta una errata comunicazione

delle cause del problema da parte degli uffici competenti, che hanno minato la tranquillità e la serenità di un

paziente particolarmente fragile, da diversi punti di vista. I soldi ci sono e ci saranno sempre, soprattutto per i

pazienti più deboli, con patologie rare e croniche». Caso chiuso, dunque o almeno così pare, dopo l'appello

lanciato dal padre Francesco dalle colonne della Gazzetta , sulla mancata fornitura dei medicinali essenziali

per lenire le sofferenze le bambino. Ma la vicenda del piccolo sanferdinandese ha suscitato grande

commozione in tutta la Puglia. E in parallelo è scattata la gara di solidarietà, da parte di tanta gente comune,

pronta ad offrire un aiuto concreto al bimbo ed alla sua famiglia, che versa in condizioni di indig enza. Anche

l'assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, è intervenuto ieri con parole tranquillizzanto. «Apprendo

con soddisfazione e sollievo che l'i n c re s c i o s a vicenda del piccolo Luigi Pio è stata ricostruita e

definitivamente chiarita dal direttore generale dell'Asl Bt, Giovanni Gorgoni. Prendo atto di quanto accaduto e

mi auguro che episodi del genere non accadano più. L'impe gno dell'assessorato e delle Asl nella tutela dei

diritti e della cura soprattutto dei pazienti affetti da patologie rare e croniche non è mai venuto meno. Uno

degli obiettivi principali di questa Amministrazione - aggiunge Fiore - è stato proprio quello della presa in

carico dei pazienti e della cura continua delle necessità, lavorando per eliminare le criticità e i disguidi che

possono pur capit a re » . Il caso del piccolo Luigi Pio è approdato anche in Parlamento. Il senatore Luigi

d'Ambrosio Lettieri (Pdl), intervenendo ieri in Commissione alla discussione su una mozione presentata sul

tema insieme ad altri colleghi, ha portato all'attenzione dell'aula del Senato il caso di Luigi Pio.

12/01/2012 9Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Barletta(diffusione:48275, tiratura:63756)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 289

LA «FASE DUE». I partiti preparano le loro proposte per l´incontro di domani a Palazzo Chigi «Liberalizzazioni ampie» Giallo-benzina, taxi fermi ROMA «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti rassicura Pd e terzo polo:

prima dell´incontro di domani con i partiti, dà alla promessa il crisma dell´ufficialità addirittura illustrando il

pacchetto a Berlino, nell´incontro con la Merkel. Ma un ministro fa ancora di più e annuncia sorprese: «Quella

sulle liberalizzazioni sarà una bomba. E le notizie vere non sono quelle uscite finora sui giornali». Si

comincia, dunque, dalla benzina; e una prima bozza del decreto liberalizzazioni (ma in serata Palazzo Chigi

smentisce l´autenticità del testo) contiene queste novità: benzinai ammessi a rifornirsi dove i carburanti

costano meno, a vendere anche giornali, sigarette e alimentari, e a riscattare, da soli o in cooperativa, gli

impianti dove lavorano. Sulle liberalizzazioni, i tassisti organizzano un fermo per il 23, e tutti i partiti che

sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di legge al decreto. Il Pdl, che ha un ampio bacino di voto in

alcune delle categorie oggetto delle novità, enuncia un generico sì ma rivendica «un indispensabile

confronto» e si appresta a presentare un suo pacchetto di «proposte chiare» su energia, autostrade, ferrovie,

trasporti, acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi, farmacie, professioni, commercianti. «Si deve trattare di

reale innovazione», dice Cicchitto, «e non di un tentativo di omicidio come quello evocato in questi giorni da

Catricalà». Anche il Pd si aspetta che si parta dai colossi per poi arrivare a farmacie, taxi, ordini professionali,

senza intenti punitivi. «Le frasi di Monti ci rassicurano», dice il pd Francesco Boccia. «Dunque, ci auguriamo

che sia in dirittura d´arrivo il varo di norme essenziali per il futuro del nostro Paese sulla libera concorrenza».

Il terzo polo chiede determinazione a Monti per la deregulation non solo nelle categorie, ma in settori come

quello energetico o quello del trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api, in una riunione in vista

dell´incontro di domani a Palazzo Chigi - hanno elaborato alcune proposte. Con «l´ampio» decreto in arrivo

con ogni probabilità il 19 gennaio in anticipo di un giorno rispetto al previsto, Palazzo Chigi avoca a sé nuovi

poteri antitrust per privatizzare e «aprire» i mercati a livello locale, superando l´ostacolo rappresentato dalla

normativa regionale. A occuparsi della materia sarà un ufficio di Palazzo Chigi che avrà anche un potere

diretto per favorire l´apertura delle utility municipalizzate, assumendo il nuovo ruolo di «garante» sugli enti

locali. Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più dure. Riunite a Bologna, una trentina di sigle

sindacali hanno decretato il fermo della categoria per il 23 gennaio. Intanto, le farmacie ed Equitalia

continuano a essere i bersagli di atti intimidatori: a Roma, a Milano e a Bari sono arrivate lettere con siringhe

indirizzate alla presidente Federfarma Annarosa Racca e al senatore Lettieri, presidente dell´Ordine dei

farmacisti di Bari, e un´altra busta con un finto ordigno, polvere e minacce, è arrivata in una delle sedi di

Equitalia a Milano.

12/01/2012 2Pag. Brescia Oggi(diffusione:16000)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 290

Equitalia e farmacie ancora bersagli di atti intimidatori Le farmacie ed Equitalia continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: a Roma, a Milano e a Bari

sono arrivate lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore

Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, mentre un'altra busta contenente un

finto ordigno e della polvere, oltre a un foglio con generiche minacce, è arrivata in una delle sedi di Equitalia a

Milano. Le buste intimidatorie nei confronti di rappresentanti dei farmacisti erano attese: lunedì, infatti, una

telefonata anonima al 112 di Roma aveva annunciato l'invio di cinque lettere a Monza, Milano, Bari e Roma e

sono state tutte intercettate dagli artificieri dei carabinieri.

12/01/2012 2Pag. Corriere Adriatico - Ed. nazionale(diffusione:18490, tiratura:24149)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 291

L'intimidazione Intercettato alle Poste Pacco con una siringa al senatore Pdl D'Ambrosio Lettieri BARI - Due allarmi bomba nel giro di poche ore, ieri mattina, hanno tenuto col fiato sospeso Bari. Entrambi

sono poi risultati falsi , ma in un caso la busta sospetta trovata nell'ufficio postale di viale Einaudi, rione

Carrassi, conteneva un messaggio di minacce al senatore del Pdl, Luigi D'Ambrosio Lettieri. A far scattare

l'allarme, alle nove, una telefonata anonima: carabinieri e artificieri hanno sgomberato l'ufficio ma nel pacco,

indirizzato al senatore barese, c'era una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti di «Lupo

Alberto». «Colpa del clima di tensione che c'è in Italia», è stato il commento del politico. Numerose le

attestazioni di solidarietà giunte. Fra i primi, il capogruppo del Pdl alla Regione, Rocco Palese, che ha scritto

una nota anche a nome del gruppo consiliare: «Politica e istituzioni - dice Palese - stanno facendo un grande

sforzo comune per portare l'Italia fuori dalla gravissima crisi internazionale e la politica, al netto degli

schieramenti, sta sostenendo con coraggio un Governo tecnico con cui portare avanti riforme necessarie e

coraggiose come le liberalizzazioni. Più che mai è necessario non creare tensioni. Siamo certi che l'amico

D'Ambrosio Lettieri non si lascerà intimidire da episodi frutto dell'esasperazione». Anche il vice coordinatore

regionale del Pdl, Antonio Distaso, ha espresso solidarietà con «l'auspicio che in questo delicatissimo

momento della vita del nostro Paese si possa riuscire a discutere di un tema come le liberalizzazioni in un

clima di serenità e serietà. D'Ambrosio Lettieri, senza lasciarsi intimidire, continui a sostenere le sue posizioni

a tutela dei cittadini e della salute pubblica». V. Dam. RIPRODUZIONE RISERVATA

12/01/2012 2Pag. Corriere del Mezzogiorno - Lecce(diffusione:27910)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 292

San Ferdinando di Puglia Un bambino di tre anni gravemente malato. La famiglia: «Nessun sostegno». Ilcaso al Senato «I farmaci per mio figlio? Lo sciroppo» Il padre: «All'ambulatorio non c'era altro». L'azienda: «Solo un ritardo» SAN FERDINANDO DI PUGLIA - «Oggi (ieri per chi legge, ndr) mi hanno dato solo lo sciroppo. Gli altri

farmaci non li avevano ancora all'ambulatorio della Asl. Ma io chiedo un aiuto vero per mio figlio, per fare in

modo che possa almeno parlare e muovere le mani». Francesco, da San Ferdinando di Puglia, lancia un

appello disperato per il suo bimbo di tre anni, Luigi Pio, affetto da una rara malattia congenita (l'ittiosi

Arlecchino) che gli provoca la desquamazione della pelle, ma gli impedisce anche di aprire e chiudere bocca,

occhi e mani. Per questo, da quando è nato, il piccolo ha necessità di cure quotidiane. Per lui pomate,

unguenti e sciroppi sono medicamenti indispensabili. In particolare, le pomate per idratare la sua fragile pelle.

Nei giorni scorsi c'è stato un problema per la fornitura di questi prodotti da parte delle farmacia territoriale

della Asl. Per questo il bambino ne è rimasto sprovvisto per alcuni giorni, con conseguenze evidenti. Dalla Asl

il direttore generale, Giovanni Gorgono, ieri ha garantito che c'è stato solo «un ritardo di consegna» dei

farmaci. Ma il bambino - ha aggiunto - «non è stato mai lasciato sprovvisto di farmaci» e «i soldi ci sono e ci

saranno sempre, soprattutto per i pazienti più deboli, con patologie rare e croniche». Per rendere un po' più

dignitosa la vita del piccolo, però, sarebbero necessari anche interventi chirurgici, consigliati alla famiglia dai

medici della dermatologia pediatrica del Policlinico di Bari, dove Luigi Pio è seguito. «Dovrei portarlo da

qualche specialista a Roma, ma non ne ho le possibilità economiche», spiega Francesco, bracciante agricolo

di 36 anni che lavora solo d'estate. «Voglio un lavoro, voglio lavorare tutti i giorni. Sono disposto a fare tutto -

conclude - per aiutare mio figlio». Insomma, la situazione di grave povertà, dovuta alla mancanza di un lavoro

stabile del capofamiglia, rende ancora più difficile garantire al piccolo la migliore assistenza possibile.

«Francesco non riesce a portare soldi a casa spesso, non riesce a pagare l'affitto e per questo ha ricevuto lo

sfratto esecutivo», dice don Mimmo Marrone, che si occupa del centro di ascolto cittadino della Caritas. «La

sua famiglia ha bisogno urgente bisogno di un alloggio popolare e di un lavoro stabile per lui». Dopo l'appello

lanciato dalla famiglia attraverso i mass media, ieri il viceprefetto Francesco Cappetta, che da aprile scorso è

commissario prefettizio del Comune, ha annunciato un intervento. «Approfondirò la situazione domani (oggi,

ndr)», ha detto. «Se è necessario un aiuto straordinario per l'assistenza sanitaria al bambino, il Comune

interverrà. I servizi sociali hanno già seguito questa famiglia. Non ci sottrarremo certo in presenza di una

situazione così particolare». Ha promesso che oggi andrà, di persona, a rendersi conto della situazione,

l'assessora regionale ai Servizi sociali, Elena Gentile. «Mi recherò prima in Comune e poi andrò a trovare la

famiglia», ha detto ieri. «Voglio capire - prosegue l'assessora - perché non godono di un'indennità di

accompagnamento per il piccolo, così come previsto in caso di patologie croniche gravi. Voglio rendermi

anche conto delle effettive condizioni di salute e poi - aggiunge - parlerò anche con il direttore generale della

Asl. Non deve più succedere che questo bambino - conclude - rimanga senza farmaci». Intanto, ieri una

interrogazione è stata presentata dal consigliere regionale Nino Marmo (Pdl) all'assessore alla Salute,

Tommaso Fiore, e al governatore, Nichi Vendola. Mentre il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri (Pdl), segretario

della commissione Sanità, ha portato il caso all'attenzione di Palazzo Madama. Carmen Carbonara

12/01/2012 10Pag. Corriere del Mezzogiorno - Bari(diffusione:27910)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 293

Atti intimidatori contro Federfarma nazionale La preoccupazione delpresidente Dal Re Atti intimidatori contro Federfarma nazionale La preoccupazione del presidente Dal Re A poche ore al

ritrovamento di buste con polvere da sparo indirizzate alla presidente nazionale di Federfarma, Annarosa

Racca, nelle sedi di Milano e Roma, il presidente regionale Domenico Dal Re si dice preoccupato per il

«massacro mediatico» subito dai farmacisti, oggetto loro malgrado delle nuove liberalizzazioni inserite nel

decreto del governo, atteso nei prossimi giorni. «Credo sia chiaro a tutti che il problema non sono le farmacie.

Siamo di fronte a un regalo fatto al capitale speculativo che opera nella grande distribuzione con le

parafarmacie. Il farmacista non può essere un commesso che lavora per un padrone che produce medicinali.

Non si può subordinare la salute al profitto di pochi e trattare il farmaco come una merce». Quanto

all'apertura di nuove farmacie con l'aumento della pianta organica, Dal Re non si dice contrario, pensando più

alla zona urbana che al forese, che al momento appare ben coperto.

12/01/2012 7Pag. Corriere di Romagna - Ravenna

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 294

«Faremo ampie liberalizzazioni» Milena Di Mauro ROMA «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti

rassicura Partito democratico e Terzo Polo, che al premier hanno chiesto coraggio sulle liberalizzazioni dopo

lo "stop and go" nell'iter della manovra. Il premier, prima dell'incontro di domani con i partiti, dà alla promessa

il crisma dell'ufficialità addirittura illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la Cancelliera Angela

Merkel. Ma un ministro del suo governo fa ancora di più e annucia sorprese: «Quella sulle liberalizzazioni

sarà una bomba. Sarà una cosa grossa... E le notizie vere non sono quelle uscite finora sui giornali». Sulle

liberalizzazioni la posta in gioco è alta. Tutti i partiti che sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di

legge alla via del decreto scelta dall'esecutivo per debellare privilegi e vantaggi di monopoli e corporazioni. In

particolare il PdL, che ha un ampio bacino di voto in alcune delle categorie oggetto della "rivoluzione"

annunciata. Per questo, pur enunciando un generico sì, il partito di Berlusconi rivendica «un indispensabile

confronto» e si appresta a presentare a Palazzo Chigi un suo pacchetto di «proposte chiare», per coinvolgere

nella deregulation energia, autostrade, ferrovie, trasporti, acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi,

farmacie, professioni, commercianti. «Si deve trattare di reale innovazione - afferma il capogruppo PdL alla

Camera Fabrizio Cicchitto - e non di un tentativo di omicidio, come quello evocato in questi giorni dal neo-

giacobino sottosegretario Catricalà». Anche il Pd - che con Bersani l'altro ieri ha spronato Monti a procedere

con coraggio e senza passi indietro - si aspetta che si parta dai colossi di energia, benzina e servizi pubblici

per poi arrivare a cascata a farmacie, taxi, ordini professionali, senza intenti punitivi nei confronti di nessuno

ma in un'ottica di crescita. «Le frasi del presidente Monti ci rassicurano - dice l'esponente Pd Francesco

Boccia -, dunque ci auguriamo che, dopo alcune incertezze, il governo sia in dirittura d'arrivo per il varo di

norme essenziali per il futuro del nostro paese sulla libera concorrenza». Il Terzo Polo chiede a sua volta

determinazione a Monti per la deregulation non solo nelle categorie, ma in settori strategici come quello

energetico o quello del trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api, in una riunione in vista

dell'incontro di domani a Palazzo Chigi - hanno ragionato su una serie di proposte di liberalizzazioni

all'insegna della crescita. Ma Casini ha colto l'occasione del primo incontro dopo la pausa natalizia per

suonare la sveglia. «Attenzione - ha esortato il leader centrista -, oltre a sostenere con convinzione Monti noi

politici dobbiamo avere il coraggio di autoriformarci. Per essere credibili, dobbiamo fare le riforme necessarie:

dalla riduzione del numero dei parlamentari ad un ruolo diverso di Camera e Senato alla legge elettorale».

Altrimenti, è stata la riflessione comune, il rischio è davvero quello che la politica appaia "ferma" e

commissariata dai tecnici di Monti. Intanto, i tassisti, che nel 2006 hanno vinto contro le lenzuolate di Bersani,

ora ci riprovano con Monti. Riuniti a bologna, infatti hanno deciso di tenere un'assemblea generale al Circo

Massimo a Roma e una settimana dopo, il 23, incroceranno le braccia in occasione dello sciopero generale.

Dai farmacisti, poi, l'altra categoria nell'occhio del ciclone, per le sue resistenze alla liberalizzazione, viene un

grido d'allarme per essere in questi giorni oggetto di atti intimidatori. A Roma e Bari, infatti, sono arrivate

lettere contenenti siringhe indirizzata alla presente di Federfarma, Annarosa Racca e al senatore Luigi

D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari. Per quanto riguarda la benzina, il

provvedimento, ancora in fase di definizione, prevede in pratica un superamento, seppur parziale, del vincolo

di esclusiva che lega gestori e compagnie. I benzinai, cioè, saranno liberi di rifornirsi dove i carburanti

costano meno, di vendere nei distributori anche giornali, sigarette e alimentari e di riscattare, da soli o in

cooperativa, gli impianti dove lavorano.

12/01/2012 02Pag. Gazzetta del Sud(diffusione:49872, tiratura:67738)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 295

LA «FASE DUE». I partiti preparano le loro proposte per l´incontro di domani a Palazzo Chigi «Liberalizzazioni ampie» Giallo-benzina, taxi fermi ROMA «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti rassicura Pd e terzo polo:

prima dell´incontro di domani con i partiti, dà alla promessa il crisma dell´ufficialità addirittura illustrando il

pacchetto a Berlino, nell´incontro con la Merkel. Ma un ministro fa ancora di più e annuncia sorprese: «Quella

sulle liberalizzazioni sarà una bomba. E le notizie vere non sono quelle uscite finora sui giornali». Si

comincia, dunque, dalla benzina; e una prima bozza del decreto liberalizzazioni (ma in serata Palazzo Chigi

smentisce l´autenticità del testo) contiene queste novità: benzinai ammessi a rifornirsi dove i carburanti

costano meno, a vendere anche giornali, sigarette e alimentari, e a riscattare, da soli o in cooperativa, gli

impianti dove lavorano. Sulle liberalizzazioni, i tassisti organizzano un fermo per il 23, e tutti i partiti che

sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di legge al decreto. Il Pdl, che ha un ampio bacino di voto in

alcune delle categorie oggetto delle novità, enuncia un generico sì ma rivendica «un indispensabile

confronto» e si appresta a presentare un suo pacchetto di «proposte chiare» su energia, autostrade, ferrovie,

trasporti, acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi, farmacie, professioni, commercianti. «Si deve trattare di

reale innovazione», dice Cicchitto, «e non di un tentativo di omicidio come quello evocato in questi giorni da

Catricalà». Anche il Pd si aspetta che si parta dai colossi per poi arrivare a farmacie, taxi, ordini professionali,

senza intenti punitivi. «Le frasi di Monti ci rassicurano», dice il pd Francesco Boccia. «Dunque, ci auguriamo

che sia in dirittura d´arrivo il varo di norme essenziali per il futuro del nostro Paese sulla libera concorrenza».

Il terzo polo chiede determinazione a Monti per la deregulation non solo nelle categorie, ma in settori come

quello energetico o quello del trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api, in una riunione in vista

dell´incontro di domani a Palazzo Chigi - hanno elaborato alcune proposte. Con «l´ampio» decreto in arrivo

con ogni probabilità il 19 gennaio in anticipo di un giorno rispetto al previsto, Palazzo Chigi avoca a sé nuovi

poteri antitrust per privatizzare e «aprire» i mercati a livello locale, superando l´ostacolo rappresentato dalla

normativa regionale. A occuparsi della materia sarà un ufficio di Palazzo Chigi che avrà anche un potere

diretto per favorire l´apertura delle utility municipalizzate, assumendo il nuovo ruolo di «garante» sugli enti

locali. Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più dure. Riunite a Bologna, una trentina di sigle

sindacali hanno decretato il fermo della categoria per il 23 gennaio. Intanto, le farmacie ed Equitalia

continuano a essere i bersagli di atti intimidatori: a Roma, a Milano e a Bari sono arrivate lettere con siringhe

indirizzate alla presidente Federfarma Annarosa Racca e al senatore Lettieri, presidente dell´Ordine dei

farmacisti di Bari, e un´altra busta con un finto ordigno, polvere e minacce, è arrivata in una delle sedi di

Equitalia a Milano.

12/01/2012 2Pag. Il Giornale di Vicenza(diffusione:41821, tiratura:51628)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 296

LA «FASE DUE». I partiti preparano le loro proposte per l´incontro di domani a Palazzo Chigi «Liberalizzazioni ampie» Giallo-benzina, taxi fermi ROMA «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti rassicura Pd e terzo polo:

prima dell´incontro di domani con i partiti, dà alla promessa il crisma dell´ufficialità addirittura illustrando il

pacchetto a Berlino, nell´incontro con la Merkel. Ma un ministro fa ancora di più e annuncia sorprese: «Quella

sulle liberalizzazioni sarà una bomba. E le notizie vere non sono quelle uscite finora sui giornali». Si

comincia, dunque, dalla benzina; e una prima bozza del decreto liberalizzazioni (ma in serata Palazzo Chigi

smentisce l´autenticità del testo) contiene queste novità: benzinai ammessi a rifornirsi dove i carburanti

costano meno, a vendere anche giornali, sigarette e alimentari, e a riscattare, da soli o in cooperativa, gli

impianti dove lavorano. Sulle liberalizzazioni, i tassisti organizzano un fermo per il 23, e tutti i partiti che

sostengono Monti avrebbero preferito un disegno di legge al decreto. Il Pdl, che ha un ampio bacino di voto in

alcune delle categorie oggetto delle novità, enuncia un generico sì ma rivendica «un indispensabile

confronto» e si appresta a presentare un suo pacchetto di «proposte chiare» su energia, autostrade, ferrovie,

trasporti, acqua, servizi pubblici locali e non solo taxi, farmacie, professioni, commercianti. «Si deve trattare di

reale innovazione», dice Cicchitto, «e non di un tentativo di omicidio come quello evocato in questi giorni da

Catricalà». Anche il Pd si aspetta che si parta dai colossi per poi arrivare a farmacie, taxi, ordini professionali,

senza intenti punitivi. «Le frasi di Monti ci rassicurano», dice il pd Francesco Boccia. «Dunque, ci auguriamo

che sia in dirittura d´arrivo il varo di norme essenziali per il futuro del nostro Paese sulla libera concorrenza».

Il terzo polo chiede determinazione a Monti per la deregulation non solo nelle categorie, ma in settori come

quello energetico o quello del trasporto ferroviario e locale. I vertici di Udc-Fli-Api, in una riunione in vista

dell´incontro di domani a Palazzo Chigi - hanno elaborato alcune proposte. Con «l´ampio» decreto in arrivo

con ogni probabilità il 19 gennaio in anticipo di un giorno rispetto al previsto, Palazzo Chigi avoca a sé nuovi

poteri antitrust per privatizzare e «aprire» i mercati a livello locale, superando l´ostacolo rappresentato dalla

normativa regionale. A occuparsi della materia sarà un ufficio di Palazzo Chigi che avrà anche un potere

diretto per favorire l´apertura delle utility municipalizzate, assumendo il nuovo ruolo di «garante» sugli enti

locali. Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più dure. Riunite a Bologna, una trentina di sigle

sindacali hanno decretato il fermo della categoria per il 23 gennaio. Intanto, le farmacie ed Equitalia

continuano a essere i bersagli di atti intimidatori: a Roma, a Milano e a Bari sono arrivate lettere con siringhe

indirizzate alla presidente Federfarma Annarosa Racca e al senatore Lettieri, presidente dell´Ordine dei

farmacisti di Bari, e un´altra busta con un finto ordigno, polvere e minacce, è arrivata in una delle sedi di

Equitalia a Milano.

12/01/2012 2Pag. L'Arena di Verona(diffusione:49862, tiratura:383000)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 297

LA MANOVRA MONTI. Marco Bacchini di Federfarma Verona: «Più punti vendita, ma non nella Grandedistribuzione» Liberalizzazioni, farmacisti sempre sul piede di guerra Per i farmaci di fascia C arriva la liberalizzazione| Il presidente Marco Bacchini Farmacisti sul piede di guerra.

Nel pacchetto di liberalizzazioni contenuto nel decreto che il governo Monti dovrebbe varare entro il prossimo

20 gennaio, un capitolo riguarda infatti le farmacie. Con lo scopo dichiarato di ridurre i prezzi dei medicinali e

favorire il consumatore, sono due le sostanziali novità in cantiere: meno rigidità (unico vincolo, la laurea) per

l´apertura di nuovi esercizi sul territorio e farmaci di fascia C (quelli per cui attualmente è necessaria la ricetta

medica ma che sono a carico del paziente, ndr) liberalizzati, ovvero reperibili anche nei corner della grande

distribuzione e nelle parafarmacie. Una rivoluzione osteggiata dai titolari delle farmacie, «non in nome»,

dicono, «di diritti acquisiti o interessi di casta, ma della qualità del servizio rivolto ai consumatori». E proprio

per sensibilizzare i cittadini, in molti punti vendita è partita da giorni, anche a Verona, una raccolta di firme.

APERTURE "CONDIZIONATE". «È un´iniziativa della categoria pensata per manifestare il nostro disappunto

contro quella che è solo demagogia», contesta Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona. «Da mesi

noi stessi siamo favorevoli a un miglioramento del sistema attraverso un´ulteriore apertura di farmacie nelle

zone di maggior passaggio, come aeroporti, stazioni, autogrill e centri commerciali. Purché, però, venga

mantenuta la pianta organica». Ad oggi, infatti, il numero di farmacie è parametrato al numero di abitanti: una

ogni 4mila nelle aree urbane, ogni 5mila in quelle rurali, ma con alcune deroghe in Veneto si arriva alla media

di una ogni 3.700 abitanti. Un parametro che il decreto si propone di modificare ampliando invece la pianta

organica. «Ok a nuove farmacie sul territorio», puntualizza Bacchini, «magari in nuovi quartieri anche

decentrati, ma no ad angoli dedicati nella grande distribuzione o a nuove parafarmacie», che invece in base

al decreto Monti risulterebbero favorite (si parla di 3500 nuove sedi, per 600 milioni di investimenti). PIÙ

QUALITÀ. «Non possiamo accettare che prevalgano le logiche puramente commerciali della Grande

distribuzione organizzata e delle multinazionali. Il rischio è che si finisca come in Grecia, dove esiste una

farmacia ogni 1.300 abitanti, ma la qualità del servizio resta un disastro». Imprescindibile, infatti, secondo

Federfarma, è che i medicinali con prescrizione medica continuino ad essere distribuiti solo da professionisti

del settore, ovvero dai farmacisti. «Via libera alla vendita anche nelle parafarmacie, invece, se alcuni di essi

dovessero essere declassati e resi disponibili senza ricetta dall´Agenzia italiana del farmaco». «La farmacia

resta un presidio insostituibile per la distribuzione dei farmaci e la tutela della salute del cittadino», commenta

Annalisa Faccioli, della farmacia Sant´Anna, che da una settimana ha dato il via alla raccolta di firme. «È un

modo per sensibilizzare sul tema la popolazione, che ci dimostrano vicinanza: da noi hanno già firmato in

50». PAURA ATTENTATI. E a tutto ciò si aggiunge la «grande preoccupazione per le lettere minatorie con

polvere esplosiva recapitate oggi ai vertici delle rappresentanze di categoria, ovvero nella sede nazionale di

Federfarma a Milano nella farmacia della presidente Annarosa Racca e ad altri soggetti istituzionali in altre

città», dice Bacchini. «Gli atti intimidatori impongono un elevato stato di attenzione da parte di tutti i

rappresentanti della categoria, quindi anche di quelli veronesi. Queste manifestazioni estremistiche sono

deplorevoli e sottolineano il clima di tensione che si vuole creare a tutti i costi nei confronti della nostra

categoria per raggiungere obiettivi che nulla hanno a che fare con i vantaggi concreti per i singoli cittadini».

12/01/2012 10Pag. L'Arena di Verona(diffusione:49862, tiratura:383000)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 298

MEDICINE I parafarmacisti al ministro «La riforma crea 7500 posti» ROMA Liberalizzazione dei farmaci di fascia C (per i quali è richiesta la ricetta medica ma a carico del

paziente), più concorsi e un maggior numero di esercizi aperti sul territorio. A questo dovrebbero portare i

provvedimenti allo studio del governo. L'obiettivo, dichiarato ieri dal ministro Renato Balduzzi dopo l'incontro

con i rappresentati delle parafarmacie, è quello di rendere il settore «meno rigido». Secondo le stime dei

parafarmacisti, sono almeno 7 mila le nuove farmacie che dovrebbero aprire per assicurare la distribuzione

capillare dei farmaci con un limite di una farmacia ogni 2500 abitanti, rispetto alla quota 3500 proposto da

Federfarma. Inoltre, con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C «i cittadini otterrebbero 120 milioni di

risparmi l'anno», con un'espansione delle parafarmacie stimata in 3500 punti vendita per un totale di 7500

nuovi posti di lavoro. Oggi in Italia esistono 17.215 farmacie, la maggior parte delle quali (circa 16 mila) sono

private; 80 mila sono invece gli iscritti all'ordine, ma solo 16 mila sono titolari di farmacie. «Ma bisogna

smetterla sulla questione dell'ereditarietà delle farmacie» ha detto ieri la presidente di Federfarma Annarosa

Racca, «perché sono solo circa il 20% quelle che passano di padre in figlio».

11/01/2012 4Pag. La Sentinella del Canavese - Ed. nazionale(diffusione:23500)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 299

News -> Cronaca Liberalizzazioni: 2 buste esplosive a Racca, non mi faccio intimidire Roma, 11 gen. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Due buste esplosive sono state inviate al presidente di

Federfarma Annarosa Racca. Una recapitata nella sua farmacia di Milano, e' gia' in mano agli inquirenti, e

l'altra nella sede romana della'associazione dei titolari di farmacia, appena consegnata agli inquirenti.

11/01/201213:17

Sito WebADN Kronos

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 300

news Liberalizzazioni, buste esplosive a Federfarma Roma, 11 gen. (Adnkronos/Ign) - Due buste esplosive sono state inviate al presidente di Federfarma

Annarosa Racca. Una recapitata nella sua farmacia di Milano e l'altra nella sede romana della'associazione

dei titolari di farmacia. Una busta esplosiva è arrivata anche al senatore del Pdl Luigi D'ambrosio Lettieri,

presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, che molto si è speso contro le liberalizzazioni nel settore. "Non

mi faccio intimidire. Continuerò a difendere il servizio pubblico reso dalle farmacie", ha detto Racca

all'Adnkronos Salute, aggiungendo di aver chiesto un incontro urgente al ministro degli Interni perché teme ''ci

siano altre buste in giro". "E' vergognoso - ha continuato Racca - che per interessi economici venga

criminalizzata una categoria, amata dai cittadini, e si tagli un servizio pubblico che prevede una copertura di

tutto il territorio". Durissima Federfarma che in una nota parla di ''gravissimi episodi intimidatori'', frutto di ''un

clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in queste settimane aggredisce la

farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese". Per il senatore D'Ambrosio Lettieri si

tratta di ''un segnale di una grossa tensione sociale che faremmo male a trascurare. Sono gesti figli di un

disagio che si trasforma in protesta, poi in rabbia, poi in atti inconsulti". Identica la tipologia delle buste

arrivate a Federfarma. Gialla commerciale imbottita, formato A4, affrancata, ma con francobollo non

annullato. Nessuna indicazione del mittente e l'indirizzo scritto con un normografo. Dentro le buste un fumetto

e una siringa riempita di polvere pirica e uno spago.

11/01/201218:49

Sito WebADN Kronos

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 301

lavoro Calderone (Cup), inaccettabili minacce a Federfarma e ordine farmacisti Roma, 11 gen. (Labitalia) - "In un periodo storico in cui sono necessarie e urgenti riforme strutturali del

sistema Paese, la concertazione dovrebbe essere la misura più appropriata per arrivare a politiche e iniziative

condivise. Purtroppo, i gesti intimidatori che hanno visto interessati in queste ore la presidente di Federfarma,

Annarosa Racca, e il senatore e vicepresidente del Consiglio nazionale dei farmacisti, Luigi D'Ambrosio

Lettieri, sono invece frutto della campagna di avversione e di furore ideologico contro le libere professioni". Lo

afferma la presidente del Cup, Marina Calderone, "I toni e le frasi che si stanno usando in questi giorni sugli

organi di stampa e nelle trasmissioni televisive - avverte - sono troppo esasperati. Il clima di tensione che si è

venuto a creare è sicuramente uno dei motivi di questi gesti sconsiderati. Il mondo delle professioni, settore

dinamico al servizio dei cittadini e sussidiario alle azioni dello Stato, viene criminalizzato come una casta

chiusa e rivolta solo ai propri interessi. Non si parla mai invece della qualità e della specializzazione offerta

dai professionisti nell'esercizio delle attività professionali, dalla cura dei pazienti alla tutela dei cittadini avanti

alla giustizia, dal supporto in materia di lavoro e previdenza all'assistenza sociale. Gli Ordini professionali

sono interessati direttamente alla riforma della normativa perchè ritengono fondamentale modernizzare le

regole. E questa volontà di riforma è dimostrata dalla piena disponibilità data a governo e ministeri per l'avvio

di un sereno e costruttivo confronto". "In qualità di presidente del Cup, nel dare piena solidarietà ai colleghi

destinatari dei gesti intimidatori - conclude - invito tutti a moderare i toni per rendere più sereno il clima e

attendo dal governo e dalle istituzioni l'avvio di una fase di concertazione per giungere alla tanto attesa

riforma delle professioni ordinistiche italiane".

11/01/201219:18

Sito WebADN Kronos

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 302

Liberalizzazioni, buste esplosive a Federfarma Liberalizzazioni, buste esplosive a Federfarma (11/01/2012 - 19:03:01) Articoli correlati Equitalia, bustasospetta a sede di Milano Equitalia, busta sospetta a sede di Milano: tre persone sottoposte ad accertamentiSan Raffaele, l'offerta di Rotelli trova il via libera dei sindacati. Si dimette Malacalza Il giudice accoglie ilricorso contro Corona: "Ha copiato la testata di 'New Star" Caso Straccia, Procura di Bari: ''Cadavererinvenuto è di Roberto'' Roma, 11 gen. (Adnkronos/Ign) - Due buste esplosive sono state inviate al presidente di Federfarma

Annarosa Racca. Una recapitata nella sua farmacia di Milano e l'altra nella sede romana dell'associazione dei

titolari di farmacia. "Non mi faccio intimidire. Continuerò a difendere il servizio pubblico reso dalle farmacie",

ha detto Racca all'Adnkronos Salute, aggiungendo di aver chiesto un incontro urgente al ministro degli Interni

perché teme ''ci siano altre buste in giro". "E' vergognoso - ha continuato Racca - che per interessi economici

venga criminalizzata una categoria, amata dai cittadini, e si tagli un servizio pubblico che prevede una

copertura di tutto il territorio". Durissima Federfarma che in una nota parla di ''gravissimi episodi intimidatori'',

frutto di ''un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in queste settimane aggredisce

la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese". Minacce sono arrivate anche al

senatore del Pdl Luigi D'ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, che molto si è speso

contro le liberalizzazioni nel settore. Alla farmacia del senatore, indfatti, era indirizzato un pacco, intercettato

dalle forzer dell'ordine. Al suo interno non un ordigno, come era stato detto inizialmente, ma una siringa da

insulina legata con un filo ad un libro a fumetti di 'Lupo Alberto'. Per il senatore D'Ambrosio Lettieri si tratta di

''un segnale di una grossa tensione sociale che faremmo male a trascurare. Sono gesti figli di un disagio che

si trasforma in protesta, poi in rabbia, poi in atti inconsulti". Identica la tipologia delle buste arrivate a

Federfarma. Gialla commerciale imbottita, formato A4, affrancata, ma con francobollo non annullato. Nessuna

indicazione del mittente e l'indirizzo scritto con un normografo. Dentro le buste un fumetto e una siringa

riempita di polvere pirica e uno spago.

11/01/201207:43

Sito WebADN Kronos

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 303

FEDERFARMA: RACCA, MINACCE NON MI INTIMIDISCONO R&S 14:47 11 GEN 2012 (AGI) - Roma, 11 gen. - "Dico a chi ha inviato le due buste con polvere pirica al mio

indirizzo che non mi faro' intimidire e che continuero' a difendere il servizio farmaceutico italiano, che con le

sue 18.000 farmacie tutti i giorni, 24 ore su 24, si interessa della salute della gente". Cosi' il presidente di

Federfarma, Annarosa Racca, commenta a caldo e conferma all'Agi l'arrivo di due buste con polvere pirica,

una a Mlano nella farmacia di sua proprieta', l'altra a Roma nella sede di Federfarma. "Sto chiedendo un

incontro con il ministro dell'Interno Cancellieri", ha aggiunto denunciando il fatto che la categoria "e' vittima di

una campagna vergognosa portata avanti da alcuni media che calunnia chi offre uno dei migliori servizi al

cittadino". (AGI) .

11/01/201214:35

Sito WebAGI

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 304

Puglia Intimidazione a sen.Lettieri (Pdl), busta con siringa Intervenuti artificieri. Marchingegno non contiene esplosivo (ANSA) - BARI, 11 GEN - Una busta contenente una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti

di ''Lupo Alberto'' e' stata inviata al sen. Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), segretario della Commissione Sanita'

del Senato e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio

sanitario nazionale. La busta contenente il 'marchingegno' intimidatorio e' stata intercettata nell'ufficio postale

di viale Einaudi, a Bari ed era indirizzata alla farmacia di cui D'Ambrosio Lettieri e' titolare a Bari.(ANSA).

11/01/201211:50

Sito WebANSA

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 305

intimidazione Busta con polvere da sparo nella farmacia della presidente di Federfarma Milano MILANO - Nuova minaccia ai farmacisti. I carabinieri sono intervenuti in una farmacia di via Rombon di

proprietà della dottoressa Annarosa Racca, la presidente di Federfarma. E' stata recapitata una busta senza

mittente con un grammo e mezzo di polvere pirica contenuta in una siringa. Un plico in tutto simile ad altri due

recapitati in questi giorni a Roma e a Monza ad altri dirigenti delle organizzazioni dei farmacisti.Redazione

Milano online 11 gennaio 2012 | 12:25© RIPRODUZIONE RISERVATA

11/01/2012 Sito WebCorriere.it

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 306

LIBERALIZZAZIONI Tabacchi e alimentari venduti nei distributori Ma Palazzo Chigi smentiscela bozza Economia UNA PRIMA BOZZA - Nella prima bozza del decreto legge, che già circola negli ambienti governativi, si parla

soprattutto dei distributori di carburante. Ma in serata il governo ha smentito tutte le indiscrezioni diffuse

durante la giornata. «Notizie prive di fondamento». E nella bozza si parlava di uno studio per consentire la

vendita di alimentari e tabacchi ai distributori, mettendo fine ai contratti di esclusiva tra gestori e compagnie,

con la possibilità di rifornirsi «da qualsiasi produttore».IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE IN VENDITA - Tra le

ipotesi anche la possibilità di vendere fino a un terzo degli impianti delle compagnie e un rapporto di esclusiva

con i petrolieri che non potrà superare il 50% della fornitura.LE POLEMICHE SULLE FARMACIE - Per le

farmacie, un altro capitolo della presunta bozza liberalizzazioni, si prevedono meno rigidità, più concorsi e un

maggior numero di esercizi aperti sul territorio. Lo ha confermato il ministro della Salute Renato Balduzzi, al

termine di una riunione con i rappresentanti delle parafarmacie, che chiedono il via libera definitivo alla

vendita dei farmaci di fascia C (a carico del cittadino) al di fuori del circuito delle farmacie. Sono almeno sette

mila le nuove farmacie che si dovrebbero aprire per garantire una distribuzione capillare dei farmaci, hanno

affermato i rappresentanti dei parafarmacisti al termine della riunione con il ministro.LE MINACCE A

FEDERFARMA - Dopo le minacce ricevute dalla presidente Annarosa Racca, Federfarma ha chiesto un

incontro al ministro Cancellieri. «Un «incontro urgente vista la gravità della situazione e per salvaguardare

l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle farmacie e degli stessi cittadini utenti del servizio

farmaceutico».Redazione Online11 gennaio 2012 | 23:12© RIPRODUZIONE RISERVATA

12/01/2012 Sito WebCorriere.it

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 307

notizie Licenze e saldi: scatta la deregulation totale ROMA Autocertificazioni al posto delle licenze per aprire negozi a partire dal 30 ottobre 2012 e sconti e saldiliberi. Separazione della rete ferroviaria dalla holding Fs, stop... Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2012 alle ore 06:37. Autocertificazioni al posto delle licenze

per aprire negozi a partire dal 30 ottobre 2012 e sconti e saldi liberi. Separazione della rete ferroviaria dalla

holding Fs, stop completo alle tariffe minime per i professionisti, semplificazione per le imprese costituite da

giovani, deregulation della rete carburanti, nuove autorizzazioni di una farmacia ogni 3mila abitanti, aumento

delle licenze dei taxi, stop ai vincoli per la vendita di giornali.La bozza del decreto liberalizzazioni - un primo

giro di tavolo potrebbe esserci domani mentre il varo dovrebbe arrivare il 19 gennaio - è una "rivoluzione" che

tocca i settori più disparati comprese banche, assicurazioni, servizi pubblici locali, autostrade, poste

(deregulation sugli atti giudizari). Tra gli articoli, va detto, alcuni sono ancora da definire nei dettagli e altri

potrebbero essere stralciati dal testo definitivo o essere riproposti più avanti. Ad ogni modo per quanto

provvisoria la bozza - una delle ultime assemblate dal governo - offre un quadro di proposte di forte

impatto.Ieri l'esecutivo ha smentito alcune versioni diffuse precedentemente da agenzie di stampa che

facevano riferimento in particolare all'esclusiva nella distribuzione dei carburanti e alla costituzione di un

ufficio a Palazzo Chigi che svolga le funzioni di tutela e promozione della concorrenza nelle Regioni e negli

enti locali e di proposta di privatizzazioni.Ad ogni modo il lavoro di Monti, Catricalà e degli altri ministri

proseguirà in questi giorni e l'articolato non può dirsi ancora ultimato. C'è anche spazio - tra le ipotesi - per

una norma in materia di lavoro che ha l'obiettivo di favorire l'aggregazione tra piccole imprese. Se

confermata, la norma alzerebbe da 15 a 50 dipendenti (ma nella relazione illustrativa si parla di 30

dipendenti) la soglia che esclude l'applicazione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori che prevede la

reintegra giudiziaria per i licenziamenti senza giusta causa. La modifica vale solo nel caso di fusioni o

incorporazioni di due o più imprese con un numero di dipendenti pari o inferiore a 15. Nasce inoltre la

«società semplificata a responsabilità limitata» per gli imprenditori under 35: per la costituzione basterà una

comunicazione unica telematica al registro delle imprese, esente da diritti di bollo e di segreteria. In tema di

riscossione tributi, invece, si modificherebbe la norma appena introdotta dal decreto salva Italia che consente

di dilazionare i debiti con lo Stato con rate variabili in luogo di quelle costanti. Nessuna ipoteca, poi, su chi ha

rateizzato. Arrivano il tetto alle commissioni sui prelievi bancomat e nel settore assicurativo nuove regole sul

risarcimento danni.L'intervento a tutto campo sul commercio prevede che, entro il 20 giugno 2012, il governo

individui le attività che necessitano di un preventivo atto di assenso. Per tutte quelle che, invece, verranno

escluse dal regolamento governativo scatterà l'abrogazione, a far data dal 30 ottobre 2012, delle norme che

prevedono autorizzazioni, licenza, nulla osta. Esclusi solo le professioni e i taxi (per i quali valgono gli appositi

articoli del decreto), servizi finanziari e tlc e le attività sottoposte a regolazione di un'autorità.Inoltre ogni

impresa al dettaglio, «in qualunque settore merceologico, può decidere in autonomia il periodo nel quale

effettuare sconti, saldi o vendite straordinarie, durata delle promozioni ed entità delle riduzioni». Le Regioni

dovranno adeguarsi alla nuova normativa: cadono i loro poteri nella pianificazione e programmazione

territoriale dell'attività economica sul territorio.Il ministro dello Sviluppo economico, inoltre, punta ad

abbassare la soglia necessaria per ottenere le agevolazioni del bonus elettrico-gas. Previsto un

rafforzamento delle iniziative di class action: più facile la presentazione da parte di associazioni e cittadini per

effetto della sostituzione della necessità di interessi "identici", per gli appartenenti alla classe, con quella di

interessi solo "omogenei".Novità anche per gli stabilimenti balneari: per chiudere la procedura di infrazione

Ue andranno messe a gara tutte le concessioni e la durata scenderà a 4 anni, non prorogabili. Resta da

capire se si partirà subito o dal 2015 quando scadrà l'ultima proroga.In attesa del varo del decreto, le

categorie sono già in fermento e aumenta la tensione. Per i taxi si ipotizza il part time e l'aumento delle

licenze con compensazione una tantum a favore dei tassisti attuali. Ma la categoria è pronta allo sciopero. Ieri

12/01/201206:37

Sito WebIl Sole 24 Ore Online(tiratura:405061)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 308

due buste con polvere pirica sono state inviate alla presidente di Federfarma (farmacisti) Annarosa Racca. Le

indiscrezioni sull'esclusiva hanno fatto invece insorgere Assopetroli Assoenergia: «Le conseguenze per gli

operatori indipendenti, i cosiddetti no logo, sarebbero devastanti» dice il presidente Franco Ferrari Aggradi. ©

RIPRODUZIONE RISERVATA

12/01/201206:37

Sito WebIl Sole 24 Ore Online(tiratura:405061)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 309

Ed Locale Bari - HomePage Allarme bomba nell'ufficio postale pacco sospetto fatto brillare dagliartificieri Una telefonata ha avvertito del pacco sospetto, fatto brillare per precauzione. E' stato trovato nella sede difronte al parco Due Giugno Luigi D'Ambrosio Lettieri

11/01/201210:38

Sito WebRepubblica.it

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 310

Equitalia e Federfarma nel mirino, buste sospette a Roma e Milano Roma11 gen. (TMNews) - Dopo Equitalia anche Federfarma è finita nel mirino. Un plico sospetto è statoinviato negli uffici milanesi della società incaricata della riscossione nazionale dei tributi in zona BicoccaaMilanoMentre altre buste, stavolta contenenti esplosivo, sono state recapitate nella... Roma 11 gen. (TMNews) - Dopo Equitalia anche Federfarma è finita nel mirino. Un plico sospetto è stato

inviato negli uffici milanesi della società incaricata della riscossione nazionale dei tributi in zona Bicocca a

Milano Mentre altre buste, stavolta contenenti esplosivo, sono state recapitate nella farmacia della presidente

di Federfarma Annarosa Racca a Milano nella sede di Federfarma nazionale a Roma e ad altri soggetti

istituzionali in altre città. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e le buste sono state subito prese in

consegna dagli artificieri senza creare danni. Federfarma ha quindi chiesto, "vista la gravità della situazione e

per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle farmacie e degli stessi cittadini

utenti del servizio farmaceutico", un incontro urgente al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri. "Si tratta

di gravissimi episodi intimidatori che mettono a rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che vanno in

farmacia", ha commentato l'associazione che raccoglie gli oltre 16mila farmacisti italiani, secondo la quale

simili iniziative "sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in

queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese".

Federfarma ha invitato quindi "tutti i soggetti interessati, a partire dagli operatori della comunicazione, ad

abbassare i toni e a non criminalizzare le farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale. In questi

giorni, infatti, abbiamo letto troppi articoli imprecisi, o addirittura mistificatori, ultimo in ordine di tempo quello

pubblicato oggi su "Repubblica" - ha proseguito l'associazione - che induce il lettore a credere che le

proposte irrealistiche avanzate ieri dalle associazioni delle parafarmacie siano le misure che il governo

intende varare". Int5

11/01/201215:01

Sito WebVirgilio.it

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 311

Equitalia e Federfarma nel mirino, buste sospette a Roma e Milano Roma11 gen. (TMNews) - Dopo Equitalia anche Federfarma è finita nel mirino. Un plico sospetto è statoinviato negli uffici milanesi della società incaricata della riscossione nazionale dei tributi in zona BicoccaaMilanoMentre altre buste, stavolta contenenti esplosivo, sono state recapitate nella... Roma 11 gen. (TMNews) - Dopo Equitalia anche Federfarma è finita nel mirino. Un plico sospetto è stato

inviato negli uffici milanesi della società incaricata della riscossione nazionale dei tributi in zona Bicocca a

Milano Mentre altre buste, stavolta contenenti esplosivo, sono state recapitate nella farmacia della presidente

di Federfarma Annarosa Racca a Milano nella sede di Federfarma nazionale a Roma e ad altri soggetti

istituzionali in altre città. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e le buste sono state subito prese in

consegna dagli artificieri senza creare danni. Federfarma ha quindi chiesto, "vista la gravità della situazione e

per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle farmacie e degli stessi cittadini

utenti del servizio farmaceutico", un incontro urgente al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri. "Si tratta

di gravissimi episodi intimidatori che mettono a rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che vanno in

farmacia", ha commentato l'associazione che raccoglie gli oltre 16mila farmacisti italiani, secondo la quale

simili iniziative "sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che in

queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese".

Federfarma ha invitato quindi "tutti i soggetti interessati, a partire dagli operatori della comunicazione, ad

abbassare i toni e a non criminalizzare le farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale. In questi

giorni, infatti, abbiamo letto troppi articoli imprecisi, o addirittura mistificatori, ultimo in ordine di tempo quello

pubblicato oggi su "Repubblica" - ha proseguito l'associazione - che induce il lettore a credere che le

proposte irrealistiche avanzate ieri dalle associazioni delle parafarmacie siano le misure che il governo

intende varare". Int5

11/01/201215:01

Sito WebVirgilio.it

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 312

Buste esplosive a Federfarma Roma e in farmacia Racca a Milano Roma, 11 gen. (TMNews) - Buste contenenti esplosivo sono state recapitate nelle ultime ore nella sede di

Federfarma nazionale, a Roma, a Milano nella farmacia della presidente di Federfarma Annarosa Racca e ad

altri soggetti istituzionali in altre città. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e le buste sono state subito

prese in consegna dagli artificieri senza creare danni. Federfarma ha quindi chiesto, "vista la gravità della

situazione e per salvaguardare l'incolumità dei farmacisti, di coloro che lavorano nelle farmacie e degli stessi

cittadini utenti del servizio farmaceutico", un incontro urgente al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri.

"Si tratta di gravissimi episodi intimidatori che mettono a rischio non solo i farmacisti, ma anche i cittadini che

vanno in farmacia", commenta l'associazione che raccoglie gli oltre 16mila farmacisti italiani, secondo la

quale simili iniziative "sono il risultato di un clima di denigrazione alimentato da una campagna mediatica che

in queste settimane aggredisce la farmacia, additandola come la lobby che blocca lo sviluppo del Paese".

Federfarma invita quindi "tutti i soggetti interessati, a partire dagli operatori della comunicazione, ad

abbassare i toni e a non criminalizzare le farmacie che svolgono un servizio pubblico fondamentale. In questi

giorni, infatti, abbiamo letto troppi articoli imprecisi, o addirittura mistificatori, ultimo in ordine di tempo quello

pubblicato oggi su Repubblica - prosegue l'associazione - che induce il lettore a credere che le proposte

irrealistiche avanzate ieri dalle associazioni delle parafarmacie siano le misure che il Governo intende

varare". "Da cosa e da quali interessi dipende tale accanimento contro la farmacia? Ce lo chiediamo -

spiegano in una nota - considerando che tutte le indagini dimostrano l'altissimo gradimento dei cittadini per la

farmacia. In particolare da almeno dieci anni l'indagine periodica svolta da Cfmt, organismo legato a

Confcommercio, conferma anno dopo anno come la farmacia sia, di tutti i servizi, pubblici e privati, il servizio

piu' apprezzato dai cittadini".

11/01/201214:41

Sito WebWallStreetItalia

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 313

Calderone (Cup), inaccettabili minacce a Federfarma e ordine farmacisti Roma, 11 gen. (Labitalia) - "In un periodo storico in cui sono necessarie e urgenti riforme strutturali del

sistema Paese, la concertazione dovrebbe essere la misura più appropriata per arrivare a politiche e iniziative

condivise. Purtroppo, i gesti intimidatori che hanno visto interessati in queste ore la presidente di Federfarma,

Annarosa Racca, e il senatore e vicepresidente del Consiglio nazionale dei farmacisti, Luigi D'Ambrosio

Lettieri, sono invece frutto della campagna di avversione e di furore ideologico contro le libere professioni". Lo

afferma la presidente del Cup, Marina Calderone,"I toni e le frasi che si stanno usando in questi giorni sugli

organi di stampa e nelle trasmissioni televisive - avverte - sono troppo esasperati. Il clima di tensione che si è

venuto a creare è sicuramente uno dei motivi di questi gesti sconsiderati. Il mondo delle professioni, settore

dinamico al servizio dei cittadini e sussidiario alle azioni dello Stato, viene criminalizzato come una casta

chiusa e rivolta solo ai propri interessi. Non si parla mai invece della qualità e della specializzazione offerta

dai professionisti nell'esercizio delle attività professionali, dalla cura dei pazienti alla tutela dei cittadini avanti

alla giustizia, dal supporto in materia di lavoro e previdenza all'assistenza sociale. Gli Ordini professionali

sono interessati direttamente alla riforma della normativa perchè ritengono fondamentale modernizzare le

regole. E questa volontà di riforma è dimostrata dalla piena disponibilità data a governo e ministeri per l'avvio

di un sereno e costruttivo confronto"."In qualità di presidente del Cup, nel dare piena solidarietà ai colleghi

destinatari dei gesti intimidatori - conclude - invito tutti a moderare i toni per rendere più sereno il clima e

attendo dal governo e dalle istituzioni l'avvio di una fase di concertazione per giungere alla tanto attesa

riforma delle professioni ordinistiche italiane".

11/01/201219:18

Sito WebWallStreetItalia

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 314

L'ANNUNCIO L'esecutivo presenterà le misure entro 10 giorni e il clima s'arroventa Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti"intensificano il loro lavorio • Monti ha annunciato che il pacchetto di liberalizzazioni ve- drà la luce entro 10 giorni e il clima si è

arroventato oltremi- sura. Sebbene tutti si dicano, a corrente alternata, favorevoli a togliere le molte

ingessature che inchiodano l'economia del Paese, le lobby hanno i loro santi in pa- radiso, anzi, in

parlamento. Hanno il badge necessario per l'ingresso alle Camere con la scritta "Ospi- te" e ospiti sono, di

deputati o senatori, che ne ascoltano tra una seduta e l'altra le sollecitazioni relative a questo o quel provve-

dimento. Energia, telecomunica- zioni e comunicazioni, televisione sotto il profilo aziendale, notai, farmacisti,

tassisti, commercia- listi e altre professioni: questi i principali gruppi e interessi rap- presentati dai lobbisti di

casa no- stra, quelli che quasi ogni giorno stazionano tra le commissioni di Montecitorio e di Palazzo Mada-

ma. Donne e uomini, che si sono guadagnati sul campo l'appella- tivo di "sottobraccisti", con rife- rimento al

gesto di prendere sot- tobraccio questo o quel parla- mentare per parlargli del proprio gruppo e che a pochi

giorni dalla presentazione del pacchetto sulle liberalizzazioni annunciato per il 20 gennaio sono entrati in

fibril- lazione. Sono tanti, tantissimi gli enti, lesocietà, le multinazionali o i gruppi di interesse che operano a

stretto contatto con le istituzioni: al di là degli uomini e donne che lavorano "sul campo", sono rap- presentati

a più alto livello dai responsabili delle Attività istitu- zionali o degli Ordini professio- nali. Poi ci sono i

professionisti che rappresentano i vari gruppi o settore di interesse: Nomos, Reti di Claudio Velardi, Open

Gate Ita- lia le società di "lobbying e public affairs" più conosciute. Sosten- gono aziende ed organizzazioni

rappresentando "i loro interessi in maniera esplicita e trasparente presso decision maker, media e istituzioni

ad ogni livello", comesi legge nel sito di Open Gate. Alcuni di essi sono già arrivati agli onori delle cronache: è

il caso dei far- macisti eletti in Parlamento al- l'ultima legislatura citati in una lettera firmata dopo le ultime ele-

zioni politiche dall'allora presi- dente della Federazione degli Or- dini dei farmacisti, Giacomo Leo- pardi e

indirizzata a tutti i pre- sidenti degli ordini dei farmacisti: in essa si citano i 4 parlamentari farmacisti eletti e in

particolare si rileva che al Senato è stato eletto Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farma- cisti della provincia di Bari e com- ponente del Comitato centrale della federazione. D'Ambrosio Lettieri

è peraltro il primo firma- tario della lettera aperta di 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo in cui si

chiede al premier Mario Monti di ripensare la li- beralizzazione dei farmaci di fa- scia C a parafarmacie e

corner all'interno dei supermercati. Le altre professioni sono comunque ben rappresentate in Parlamento, tra i

cui scranni siedono 133 av- vocati, 53 medici, 23 commer- cialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 4 farmacisti e 4

notai.

11/01/2012 18Pag. Il Nuovo Corriere Aretino

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 315

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti"intensificano il loro lavorio • Monti ha annunciato che il pacchetto di liberalizzazioni ve- drà la luce entro 10 giorni e il clima si è

arroventato oltremi- sura. Sebbene tutti si dicano, a corrente alternata, favorevoli a togliere le molte

ingessature che inchiodano l'economia del Paese, le lobby hanno i loro santi in pa- radiso, anzi, in

parlamento. Hanno il badge necessario per l'ingresso alle Camere con la scritta "Ospi- te" e ospiti sono, di

deputati o senatori, che ne ascoltano tra una seduta e l'altra le sollecitazioni relative a questo o quel provve-

dimento. Energia, telecomunica- zioni e comunicazioni, televisione sotto il profilo aziendale, notai, farmacisti,

tassisti, commercia- listi e altre professioni: questi i principali gruppi e interessi rap- presentati dai lobbisti di

casa no- stra, quelli che quasi ogni giorno stazionano tra le commissioni di Montecitorio e di Palazzo Mada-

ma. Donne e uomini, che si sono guadagnati sul campo l'appella- tivo di "sottobraccisti", con rife- rimento al

gesto di prendere sot- tobraccio questo o quel parla- mentare per parlargli del proprio gruppo e che a pochi

giorni dalla presentazione del pacchetto sulle liberalizzazioni annunciato per il 20 gennaio sono entrati in

fibril- lazione. Sono tanti, tantissimi gli enti, lesocietà, le multinazionali o i gruppi di interesse che operano a

stretto contatto con le istituzioni: al di là degli uomini e donne che lavorano "sul campo", sono rap- presentati

a più alto livello dai responsabili delle Attività istitu- zionali o degli Ordini professio- nali. Poi ci sono i

professionisti che rappresentano i vari gruppi o settore di interesse: Nomos, Reti di Claudio Velardi, Open

Gate Ita- lia le società di "lobbying e public affairs" più conosciute. Sosten- gono aziende ed organizzazioni

rappresentando "i loro interessi in maniera esplicita e trasparente presso decision maker, media e istituzioni

ad ogni livello", comesi legge nel sito di Open Gate. Alcuni di essi sono già arrivati agli onori delle cronache: è

il caso dei far- macisti eletti in Parlamento al- l'ultima legislatura citati in una lettera firmata dopo le ultime ele-

zioni politiche dall'allora presi- dente della Federazione degli Or- dini dei farmacisti, Giacomo Leo- pardi e

indirizzata a tutti i pre- sidenti degli ordini dei farmacisti: in essa si citano i 4 parlamentari farmacisti eletti e in

particolare si rileva che al Senato è stato eletto Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farma- cisti della provincia di Bari e com- ponente del Comitato centrale della federazione. D'Ambrosio Lettieri

è peraltro il primo firma- tario della lettera aperta di 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo in cui si

chiede al premier Mario Monti di ripensare la li- beralizzazione dei farmaci di fa- scia C a parafarmacie e

corner all'interno dei supermercati. Le altre professioni sono comunque ben rappresentate in Parlamento, tra i

cui scranni siedono 133 av- vocati, 53 medici, 23 commer- cialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 4 farmacisti e 4

notai.

11/01/2012 18Pag. Il Nuovo Corriere di Firenze

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 316

Pacchetto liberalizzazioni entro il 20 gennaio e i "sottobraccisti"intensificano il loro lavorio • Monti ha annunciato che il pacchetto di liberalizzazioni ve- drà la luce entro 10 giorni e il clima si è

arroventato oltremi- sura. Sebbene tutti si dicano, a corrente alternata, favorevoli a togliere le molte

ingessature che inchiodano l'economia del Paese, le lobby hanno i loro santi in pa- radiso, anzi, in

parlamento. Hanno il badge necessario per l'ingresso alle Camere con la scritta "Ospi- te" e ospiti sono, di

deputati o senatori, che ne ascoltano tra una seduta e l'altra le sollecitazioni relative a questo o quel provve-

dimento. Energia, telecomunica- zioni e comunicazioni, televisione sotto il profilo aziendale, notai, farmacisti,

tassisti, commercia- listi e altre professioni: questi i principali gruppi e interessi rap- presentati dai lobbisti di

casa no- stra, quelli che quasi ogni giorno stazionano tra le commissioni di Montecitorio e di Palazzo Mada-

ma. Donne e uomini, che si sono guadagnati sul campo l'appella- tivo di "sottobraccisti", con rife- rimento al

gesto di prendere sot- tobraccio questo o quel parla- mentare per parlargli del proprio gruppo e che a pochi

giorni dalla presentazione del pacchetto sulle liberalizzazioni annunciato per il 20 gennaio sono entrati in

fibril- lazione. Sono tanti, tantissimi gli enti, lesocietà, le multinazionali o i gruppi di interesse che operano a

stretto contatto con le istituzioni: al di là degli uomini e donne che lavorano "sul campo", sono rap- presentati

a più alto livello dai responsabili delle Attività istitu- zionali o degli Ordini professio- nali. Poi ci sono i

professionisti che rappresentano i vari gruppi o settore di interesse: Nomos, Reti di Claudio Velardi, Open

Gate Ita- lia le società di "lobbying e public affairs" più conosciute. Sosten- gono aziende ed organizzazioni

rappresentando "i loro interessi in maniera esplicita e trasparente presso decision maker, media e istituzioni

ad ogni livello", comesi legge nel sito di Open Gate. Alcuni di essi sono già arrivati agli onori delle cronache: è

il caso dei far- macisti eletti in Parlamento al- l'ultima legislatura citati in una lettera firmata dopo le ultime ele-

zioni politiche dall'allora presi- dente della Federazione degli Or- dini dei farmacisti, Giacomo Leo- pardi e

indirizzata a tutti i pre- sidenti degli ordini dei farmacisti: in essa si citano i 4 parlamentari farmacisti eletti e in

particolare si rileva che al Senato è stato eletto Luigi D'Ambrosio Lettieri (Pdl), presidente dell'Ordine dei

farma- cisti della provincia di Bari e com- ponente del Comitato centrale della federazione. D'Ambrosio Lettieri

è peraltro il primo firma- tario della lettera aperta di 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo in cui si

chiede al premier Mario Monti di ripensare la li- beralizzazione dei farmaci di fa- scia C a parafarmacie e

corner all'interno dei supermercati. Le altre professioni sono comunque ben rappresentate in Parlamento, tra i

cui scranni siedono 133 av- vocati, 53 medici, 23 commer- cialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 4 farmacisti e 4

notai.

11/01/2012 32Pag. Il Nuovo Corriere Viterbese

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 317

IL DECRETO SERRATA AUTO BIANCHE IL 23. CARBURANTI: STOP ESCLUSIVA COMPAGNIE. BUSTEESPLOSIVE AI FARMACISTI Rivolta taxi, si liberalizza la benzina di Gianluca Pettinato ROMA . «Avremo un provvedimento molto ampio sulle liberalizzazioni». Mario Monti

rassicura Pd e Terzo Polo, che al premier hanno chiesto coraggio sulle liberalizzazioni dopo lo stop and go

nell'iter della manovra. Il premier, prima dell'incontro di domani con i partiti, dà alla promessa il crisma

dell'ufficialità addirittura illustrando il pacchetto a Berlino, nell'incontro con la Cancelliera Angela Merkel. Ma

un ministro del suo Governo fa ancora di più e annuncia sorprese: «Quella sulle liberalizzazioni sarà una

bomba. Sarà una cosa grossa...». Sarà, ma a partire dal tardo pomeriggio si diffondono notizie di una bozza

del decreto che il Governo porterà in Consiglio dei ministri che scatena preoccupazioni e proteste. Notizie

smentite da Palazzo Chigi solo in tarda serata: «La bozza non è del Governo». Di che si tratta? Benzinai

liberi di rifornirsi dove i avoca a sè nuovi poteri antitrust per privatizzare ed aprire i mercati a livello locale,

superando l'ostacolo, finora praticamente invalicabile, rappresentato dalla normativa regionale. La bozza

contiene infatti una stretta su Regioni ed enti locali, prevedendo un intervento diretto della presidenza del

Consiglio in caso di regole locali in contrasto con la tutela e la promozione della concorrenza a livello

nazionale. Ad occuparsi della materia sarà un apposito ufficio di Palazzo Chigi, la cui istituzione sarà affidata

a un decreto del presidente del Consiglio. L'ufficio svolgerà «le funzioni di tutela e promozione della

concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e di tutela dei consumatori». Gli ambiti d'azione non sono

specificati, ma è facile immaginare che il provvedimento si riferisca ad esempio a materie come il commercio

o la distribuzione carburanti, oggi di stretta competenza regionale. Allo stesso tempo, facendo leva su una

specifica facoltà di proposta in materia di privatizzazioni, la nuova struttura supporterà gli enti locali «nel

monitoraggio e nelle procedure di dismissione delle loro partecipazioni societarie nei servizi pubblici locali».

La presidenza del Consiglio avrà insomma un potere diretto per favorire l'apertura delle utility municipalizzate.

Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più agguerrite. Riuniti a Bologna in un inedito

"parlamentino", i rappresentanti di una trentina di sigle sindacali hanno optato per la linea dura e decretato

unitariamente il fermo della categoria per il 23 gennaio per protestare contro la mancata convocazione e

contro le misure annunciate per il settore. Ed è alta tensione anche per i farmaci: a Roma, Milano e Bari sono

arrivate lettere esplosive alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi D'Ambrosio

Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari.

12/01/2012 4Pag. Il Roma(diffusione:27500, tiratura:125000)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 318

Minacce a Equitalia e farmacie Buste con siringhe e finti ordigni a Roma, Milano, Bari, Piacenza MILANO - Le farmacie ed Equitalia continuano a essere i bersagli di atti intimidatori anonimi: a Roma, a

Milano e a Bari sono arrivate lettere con siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e

al senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri , presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, mentre un'altra busta

contenente un finto ordigno e della polvere, oltre a un foglio con minacce, è arrivata in una delle sedi Equitalia

a Milano. E un'altra busta con minacce è stata spedita a casa del direttore di Equitalia a Piacenza Stefano

Castagnetti . «È stata fatta, da certi giornali, una vergognosa criminalizzazione della categoria dei farmacisti,

e la conseguenza sono atti come l'invio di ordigni rudimentali al presidente di Federfarma», ha detto Racca,

che ha chiesto un incontro urgente col ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri . A Bari una busta

contenente una siringa da insulina legata con un filo ad un libro a fumetti di Lupo Alberto, è stata intercettata

prima che arrivasse alla farmacia di D'Ambrosio Lettieri. Il ministro della Sanità Renato Balduzzi si è augurato

che «sia fatta chiarezza al più presto su chi può ideare cose di questo genere». La sede Equitalia di Milano in

allarme per due buste

12/01/2012 2Pag. La Provincia di Cremona(diffusione:22748, tiratura:28110)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 319

Attualità Racca, la pillola non va giù Le farmacie sono sul piede di guerra per difendere i loro interessi dalle liberalizzazioni promesse dal premier

Mario Monti. E in prima fila c'è la 60enne Annarosa Racca, presidente di Federfarma, che si trova in prima fila

a difendere il suo settore dalle intenzioni poco coincilianti del governo. La signora milanese è la prima donna

a capo della federazione che rappresenta oltre 16 mila farmacie e vuole scongiurare la liberalizzazione dei

farmaci di fascia C che a suo dire distruggerebbe il mercato. Dall'apertura della sua farmacia nella periferia

Est di Milano alla conquista dell'associazione, la bionda signora ha trovato sostegno nei colleghi prestati alla

politica, deputati e senatori intenzionati a difendere la lobby che rifiuta di farsi chiamare così. Mercoledì, 11

Gennaio 2012

11/01/201210:57

Sito WebLettera43

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 320

Ultime Notizie Lettera43 Equitalia e Federfarma nel mirino Ancora vittime di intimidazioni anonime le farmacie ed Equitalia: a Roma, a Milano e a Bari sono arrivate

lettere contenti siringhe indirizzate alla presidente di Federfarma Annarosa Racca e al senatore Luigi

D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, mentre un'altra busta contenente un finto

ordigno e della polvere, oltre a un foglio con generiche minacce, è arrivata in una delle sedi di Equitalia a

Milano. Un'altra busta con minacce è poi stata spedita a casa del direttore di Equitalia a Piacenza Stefano

Castagnetti. Mercoledì, 11 Gennaio 2012

11/01/201210:03

Sito WebLettera43

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/01/2012 321

NOVITA IN FARMACIA

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12/01/2012 108Pag. Anna - N.4 - 26 gennaio 2012(diffusione:210485, tiratura:645000)

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NOVITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/01/2012 323

LE OCCASIONI della settimana ECCO DODICI OFFERTE DA PRENDERE AL VOLO PER RISPARMIARE, DIVERTIRSI O FARSI UNREGALO. LE INFORMAZIONI CHE SERVONO SONO TUTTE QUI. DA LEGGERE, RITAGLIARE E USARESUBITO Pochi clic per ricevere il corredino del bebè Con la cucina nuova arriva anche l'aspirapolvere Il tuo racconto

può vincere 600 euro Il biscotto delle nevi offre la settimana bianca Imprenditori giovani e creativi, questo è il

vostro momento Gratis alla mostra dell'anno Otto borse di studio ai futuri designer Siete tutte invitate ai corsi

di cucina più golosi d'Italia Bellissime senza spendere una fortuna Dedicato a chi sogna di lavorare in una

casa editrice Adesso la biancheria è in saldo Un tranquillo weekend di relax in Puglia Saldissimi da Sephora

Lo shopping profumato adesso costa la metà. Fino al 22 gennaio nei beauty store Sephora (l'elenco dei

negozi è su www.sephora. it) c'è la promozione Prezzi da urlo. Troverete tanti make up, fragranze e

trattamenti dei migliori marchi, scontati fino al 70 per cento . Imperdibile! Largo ai giovani imprenditori Se

avete meno di 35 anni e un'idea imprenditoriale creativa, inviatela entro il 31 gennaio al bando Nausicaa Lab

dell'associazione Il Tamarindo (www.nausicaa lab.net). In palio c'è la possibilità di sviluppare il vostro

progetto con l'aiuto del centro per l'innovazione The Hub di Milano. La tua foto vale un corredino Fotografa il

tuo bebè e vinci un guardaroba Prénatal. Iscriviti al concorso My Baby Click su www.facebook.

com/prenatalitalia e carica le foto entro il 22 gennaio . Tra i più votati, verranno eletti tre vincitori che

riceveranno 1.000, 800 e 500 euro da spendere da Prénatal, online e nei negozi. Corso di editoria scontato

Molti sognano un lavoro nell' ufficio stampa di una casa editrice. Ma in pratica cosa si fa? E come si entra in

questo settore? Lo spiega il corso dell'editore Zero 91, a Milano, in tre incontri dal 28 gennaio. Per le nostre

lettrici costa 300 euro anziché 400 (tel. 0236520 820, www.zero91.com). Picasso in omaggio Non perdetevi

la mostra dell'anno: Picasso a Pisa , fino al 29 gennaio. Agli appassionati d'arte il Green Park Resort propone

due notti in doppia De Luxe, con ingresso alla Spa, cena gourmand e il biglietto del museo a soli 195 euro a

persona (www.greenparkre sort.com, tel. 0503135711). Dolci settimane bianche In vacanza sulla neve con la

famiglia. Offre Doria. Basta acquistare un pacco di biscotti Bucanevica e comunicare il codice stampato

nell'etichetta al tel. 069 1810461. In palio cinque settimane bianche per due adulti e due bimbi . Scade il 31

gennaio (www.doria.it/ concorso_bucanevica.php). Quanti affari per la casa! Lenzuola, copripiumini, trapunte,

asciugamani, ma anche tanti set per la tavola . Adesso li trovate scontati del 30 per cento per la Fiera del

Bianco nei negozi monomarca Zucchi Home (www.zucchi.it) e C'è Bassetti (www.basset ti.it ). Sarebbe un

vero peccato non approfittarne. Architetti? Leggete qui POLI.Design-Politecnico di Milano offre ai nostri lettori

otto borse di studio per il corso in Bathroom Design (20 febbraio-9 marzo, www. bathroomdesign.it). Inviate il

cv, citando Donna Moderna a: formazione@polidesi gn.net. I progettisti selezionati pagheranno 500 euro più

Iva, anziché 4.000. L'aspirapolvere in omaggio Dovete rinnovare la cucina ? Se scegliete un modello Gatto

completo di tre elettrodomestici Samsung, riceverete in regalo l'aspirapolvere robot Navibot con sistema di

navigazione intelligente. L'offerta è valida fino al 31 gennaio (l'elenco dei punti vendita è su

www.gattocucine.com). Weekend lungo in masseria Voglia di un weekend in Puglia? Comprate in farmacia il

dentifricio elmex Protezione Erosione 75 ml, poi inserite il codice della cartolina e i vostri dati su www.

protezione-erosione.it. Potreste essere fra i quattro vincitori di tre notti per due persone alla masseria Quis ut

Deus di Crispiano (Ta). Incontri con gli chef gratis! Preparare una torta di mele perfetta è un'arte. S'impara nei

corsi gratuiti del consorzio Mele Val Venosta (www.vip.coop/it) con gli chef della scuola Congusto. A Catania

il 27 gennaio alle 20. E a Milano il 30 gennaio alle 19. Seguiranno altre date a febbraio (www.con gusto.it, tel.

0263471982). Che bel premio letterario La passione per la natura e quella per la scrittura si fondono in un bel

concorso letterario. Buttate giù un racconto di cinque pagine sul tema: incontri con gli animali . E inviatelo al

premio Mara Cassigoli entro il 20 gennaio (www.soleom braedizioni.it). In palio ci sono 600, 300 e 150 euro.

12/01/2012 113Pag. Donna Moderna - N.3 - 18 gennaio 2012(diffusione:457978, tiratura:556329)

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NOVITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/01/2012 324

news Provato per voi La lista della spesa, il numero della lavanderia, l'appuntamento dal medico: tutti scritti su post-it volanti. Che

quando si è anziani si finisce per perdere o, peggio, si fa fatica a leggere. Digital Video Memo è un magnete

che si attacca al frigo e permette di registrare videomessaggi. È elementare da usare: a prova di nonno che

non sa mandare sms! Ha tre bottoni: On/ Off per accenderlo, Rec, il pulsante per registrare, e Play, quello per

risentire. Registro: «Chiamare il dentista». Poi: «Comprare la pappa del gatto». Infine: «Ritirare la torta». Ma

quando l'ascolto trovo solo l'ultimo messaggio. Delusione: se ne può registrare uno solo alla volta. Imparato

questo, trovo comunque il modo per sfruttarlo: lo porto al supermercato, con la mia "lista vocale" funziona!

Non scordo neanche un acquisto. Ieri, sul frigo, ho trovato una lucetta blu che lampeggiava. Nuovo

messaggio. Era della mia nipotina che mi ricordava il nome del videogioco che vuole per il compleanno! Così

non me lo dimentico, dice. E ha ragione! Sos da taschino Si chiama Ice-Key il bracciale da portare sempre al

polso e che, in caso di incidente o di malore, aiuta medici e infermieri a soccorrerci nel modo migliore. Al suo

interno, infatti, c'è una chiavetta Usb dove inserire tutti i propri dati personali e medici (allergie a farmaci o

alimenti, terapie in corso, gruppo sanguigno e così via) in sette lingue diverse (www.ice-key.it 32 euro). tAnto

dI cAppello un tocco di eleganza e un riparo dal freddo: è il cappellino, immancabile nel guardaroba delle

nonne. valzer è il nome di una cloche chic ma informale che si può anche arrotolare e mettere in borsa: così

non occupa spazio, non si perde in giro e non si rovina (75 euro, www.marzi.com). un dÉpliant prezioso.

incontinenza? Con l'età succede e, alla nonna o al nonno, tocca prendersi cura del consorte. nelle farmacie

con il bollino verde "per te che presti assistenza" si ritira gratis un opuscolo che dà utili consigli (www.tena.it) .

valeria colavecchio giornalista. ogni settimana cerca notizie e informazioni che possono semplificarvi la vita.

scrivetele a [email protected]

12/01/2012 122Pag. Donna Moderna - N.3 - 18 gennaio 2012(diffusione:457978, tiratura:556329)

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NOVITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/01/2012 325

MADE IN ITALY Nell'aria c'è profumo di biologico (v.m.) Mavive da sempre opera nel settore dei profumi, grazie alla licenza del marchio Zippo e al rinnovo

dell'accordo con Police. Ma l'ultima arrivata è una fragranza completamente bio, che ha così ampliato la

gamma Monotheme, focalizzata sul settore bagno e della cura della persona. «Monotheme è una linea no

brand che fa da ombrello a diversi progetti speciali, frutto della ricerca e dello sviluppo della nostra azienda,

tutti rigorosamente made in Italy. Nel 2011 è nato Monotheme Bio profumo per rispondere all'esigenza

crescente del mercato di trovare delle profumazioni che utilizzano solo formulazioni biologiche. Perfino l'alcol

è derivato da frumento bio piemontese certificato Aiab e ha una purezza di cui non si ha riscontro su altri

prodotti di profumeria» spiega Marco Vidal , direttore commerciale Italia di Mavive Spa e project leader di

Monotheme Bio. «Con questo prodotto entriamo nel canale bio specializzato che, nonostante la crisi

economica registrata nel 2011, ha registrato una crescita del 7%, a quasi 300 milioni di euro. In Italia ci sono

ancora margini di crescita importanti perché la cosmetica biologica rappresenta solo un 1% del mercato

contro il 6% della Germania e il 2% dell'Europa». E per raggiungere più consumatori possibile, la veneta

Mavive si è affidata al canale distributivo del gruppo Ecor, che include le insegne Naturasì e CuoreBio, e a

Fior di Loto per il canale erboristeria e farmacia, con l'obiettivo di raggiungere i 1.000 punti vendita, a cui si

aggiungerà l'espansione prevista anche all'estero, partendo da Paesi come la Germania, l'Inghilterra, la

Spagna e gli Stati Uniti. Tra gli appuntamenti nell'agenda dell'azienda per i primi mesi del 2012, la presenza

in febbraio al BioFach di Norimberga, la fiera di prodotti biologici più importante al mondo, dove sarà

presentato Ecopure by Monotheme, una linea di skin care bio certificata Icea, con un principio barriera

innovativo derivato dai semi di ibisco e certificato biologicamente.

Foto: Il profumo Zippo prodotto su licenza da Mavive.

12/01/2012 50Pag. Panorama Economy - N.4 - 18 gennaio 2012(diffusione:66784, tiratura:101707)

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