Federazione Impiegati Operai Metallurgici CIET IN SICILIA ... FIOM SICILIA/Numero 3...

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    Numero 3 anno 0 27 Marzo 2007

    “Punto Fiom Sicilia”

    Numero 3 anno 0 27 Marzo 2007

    Periodico della Fiom Sicilia

    Redazione Via E. Albanese, 28 90129 Palermo

    Tel. : 091305335

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    Federazione Impiegati Operai Metallurgici

    CIET IN SICILIA: L’ennesima riorganizzazione di Telecom Italia, che rischia di lasciare sulla strada tanti lavoratori? La vicenda dei lavoratori di CIET in Sicilia, parte da Novembre 2006, quando l’annunciata riorganizzazione di Telecom Italia, appariva l’ennesima riorganizzazione che in questi anni ha solo prodotto centinaia e in alcuni casi anche migliaia di esuberi. Queste preoccupazioni, questi timori che di li a qualche giorno sarebbero diventati reali, li evidenziammo in tutti i nostri interventi sindacali, politico e sociali. Ci conforto’ tuttavia, la posizione assunta il 4 Novembre, dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale e in particolare della sottosegretaria Rosa Rinaldi, che dichiarava il proprio impegno ad attivarsi urgentemente verso la stessa Telecom Sp.A. per garantire la continuità lavorativa dei lavoratori attualmente impegnati nei diversi territori, a fronte dell’eventuale condizionamento della titolarità degli appalti tra le diverse società del settore. Di fatto per molti territori e’ stato cosi’, ma per la Sicilia no! Ancora oggi, questa vertenza non si e’ conclusa, la SIELTE SpA che ha avuto assegnato l’intero budget di commesse che prima deteneva la CIET, ha assunto autonomamente solo 42 dei 91 lavoratori, che al 31 Dicembre scorso erano sul libro paga CIET, in 10 hanno trovato soluzione, accettando il trasferimento à Parma nella stessa CIET, in aziende del subappalto e in pensione, mentre per i restanti 39 à tutt’oggi non e’ stata indicata alcuna soluzione. Il 27 Febbraio, all’Assessorato Regionale del lavoro, dopo enormi pressioni politiche bipartisan e sit-in giornalieri dei lavoratori, l’Assessorato ha convocato le parti aziendali CIET e SIELTE e le OO.SS, per dimostrarci l’assoluta impreparazione e incapacita’ delle istituzioni Siciliane à imporre ragionamenti di salvaguardia dei livelli occupazionali ad aziende che vengono in Sicilia solo à fare profitti, rimandando di fatto la vertenza al Ministero di Roma. All’Incontro, che si e’ svolto il 12 Marzo, si e’ registrato un percorso paventato dalla SIELTE che non soddisfa completamente l’intera questione, in quanto vedrebbe di questi 39 lavoratori occupati, una parte di loro (20 circa) nell’indotto fidelizzato à SIELTE e 7 o 6 in mobilita’ verso la pensione. La Telecom Italia, che dichiara di aver mantenuto gli stessi investimenti (forse anche aumentati), e che ha razionalizzato i fornitori affidando le commesse per tre anni a SIELTE E SIRTI, vorrebbe continuare a fare “il Ponzio Pilato” verso i lavoratori? Noi pensiamo che come committente, Telecom debba imporre, cosi’ come concordato in sede Ministeriale, una piena soluzione, che non lasci à casa nessun lavoratore, in una terra dove queste tragedie non fanno che alimentare una nutrita schiera di schiavi del lavoro nero.

    Eugenio Sasso - Segreteria Fiom Sicilia

    EDIPOWER (MESSINA): DOPO ANNI DI

    STASI RIPREDE LA VERTENZA

    Dopo alcuni anni di stasi riprende la vertenza per il lavoro alla Centrale elettrica Edipower di San Filippo del Mela (Messina). La novità è che stavolta, dopo una gloriosa tradizione di lotte condotte dal personale diretto (allora dipendente dell’Enel), stavolta la mobilitazione parte dall’indotto, in gran parte metalmeccanico, e viene successivamente sostenuta anche dagli interni e dalle istituzioni locali. Sul tappeto ci sono i temi dell’occupazione, della sicurezza, della stabilità. Ma ben presto la vertenza assume un valore più ampio perché si comprende che in gioco c’è il futuro stesso della centrale e la necessità di scongiurare il pericolo della chiusura anche di questo impianto, cosa che, dopo la ventilata chiusura delle centrali di Termini Imprese e di Augusta, porterebbe la Sicilia a dover importare energia invertendo un processo che la vede attualmente esportatrice. A questo punto la riconversione dei gruppi da 160 MW e l’attuazione del piano di ambientalizzazione, oltre che rispondere alla necessità di abbattere le emissioni inquinanti e rientrare nei parametri di legge, diventa l’occasione per verificare le vere intenzioni dell’azienda. La conferenza dei servizi, attivata dall’assessorato Industria su sollecitazione del sindacato, recupera i gravi ritardi delle Regione nel rilascio delle autorizzazioni per l’inizio dei lavori e fa intravedere la possibilità concreta di impiegare, in un’opera di ammodernamento degli impianti, una grande fetta di lavoratori qualificati per almeno un biennio.

    Si può cominciare a valutare come il grande impegno degli ultimi mesi, costato tante giornate di sciopero e di stato di agitazione, tuttora in corso, sia stato fattore determinante a sbloccare una situazione stagnante da tanto tempo. Il Sindacato comunque, e in prima persona la Fiom, che è stata promotrice di questa vertenza, non abbasserà la guardia e continuerà a incalzare Edipower la quale continua ancora a non riconoscere una interlocuzione con le categorie dell’indotto.

    Enzo Sgrò – Segretario FIOM Messina

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    Numero 3 anno 0 27 Marzo 2007

    FIAT TERMINI IMERESE: PICCOLI SEGNALI

    Dopo aver sentito per diversi anni e ad ogni occasione

    che lo stabilimento di Termini Imerese rischiava la chiusura a causa degli alti costi di produzione e di improduttività, oggi finalmente per voce dell’A.D. Marchionne sentiamo dire dell’esistenza di un progetto per il rilancio produttivo ed occupazionale. Si parla di un piano che prevede l’ampliamento dello stabilimento con la realizzazione delle presse, di mettere in funzione la seconda linea di produzione, del potenziamento in luogo dell’indotto, e di aumento dei volumi produttivi passando dagli attuali 80.000 a 200.000 vetture all’anno creando nuova occupazione. Per la realizzazione di questo progetto pero’ Marchionne, chiede l’intervento e il finanziamento dal Governo Nazionale e quello Regionale. Nei fatti ad oggi la situazione reale e’ che FIAT ha presentato al governo e ai sindacati il nuovo piano industriale fino al 2010 dove per tutti i siti produttivi in Italia sono previsti investimenti e assegnazioni d nuovi modelli, mentre per Termini Imerese è tutto rimandato al 2009, data dove è prevista la fine della produzione della Ypsilon. L’impegno e’ di costituire un tavolo negoziale con Fiat, il Governo Nazionale e il Sindacato per studiare come poter realizzare questo progetto di rilancio. Le rassicurazioni verbali non bastano ad allontanare le perplessità e i dubbi nei lavoratori.

    Calogero Cuccia – RSU FIOM T- IMERESE

    L’8 MARZO E LA DONNA La Festa della donna è il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata da connotati di carattere commerciale e politico. Se la festa serve per rendere omaggio alla donna e alla femminilità è giusto ricordare le origini di questa ricorrenza. L’ipotesi più accreditata è quella dell’incidente occorso nel 1908 a New York, alcuni giorni prima dell’8 marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l’8 marzo il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie d’uscita dello stabilimento, al quale poi fu appiccato il fuoco. Le 129 operaie prigioniere all’interno furono arse vive. Al di là della scelta dell’evento celebrativo, la Festa della Donna deve essere momento di gioia per tutto ciò che le donne danno al mondo. Ma anche di riflessione sugli sfruttamenti, discriminazioni e violenze che le donne hanno subito, e ancora subiscono, specialmente nei paesi orientali, ma anche in quelli dell’illuminato occidente. Nel corso degli anni, sebbene non si manchi di festeggiare questa data, è andato perduto il vero significato della festa della donna, perché la grande maggioranza delle donne approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione", che può assumere la forma di uno spettacolo di spogliarello maschile, riproponendo per una volta i ruoli invertiti. Tale inversione dei ruoli mi fa sorgere spontanea questa domanda: per celebrare la festa della donna, bisogna comportarsi come degli uomini?

    Annarita Morea – RSU FIOM Catania

    STMICROELECTRONICS: TRA SCORPORO E

    OTTIMIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI Era l’ottobre del 2005 quando la direzione aziendale nazionale di ST consegnava alle OO.SS. e alle RSU il piano industriale che definiva le strategie aziendali per i siti italiani fino al 2008. Nell’ormai noto piano industriale era chiara ed evidente che nelle strategie del corporate il termine delocalizzazione si era radicato profondamente anche per ciò che concerne gli insediamenti europei, compreso quelli italiani. ST ad oggi è presente in Sicilia con due insediamenti, Catania e Palermo, che insieme contano circa 4800 addetti, tra operai e impiegati, con una specializzazione difficile a trovarsi in tutto il territorio nazionale. Quello che da molti, a ragione, è definito il fiore all’occhiello del mezzogiorno d’Italia oggi rischia di vedere ridimensionate la propria strategicità nell’intero panorama mondiale in cui ST occupa il 5° posto tra le aziende di semiconduttori attualmente operanti. Molta della strategicità dei siti siciliani, catanese soprattutto, dipenderà dalla volontà che l’azienda vorrà dimostrare nel far crescere quella che per l’intera ST in questi anni è stata una realtà capace di generare enormi profitti, contribuendo a portare l’ST ai livelli mondiali di cui oggi tutti sono consapevoli. Come si diceva però, le strategie di delocalizzazione oltre ad essere lo spauracchio di molte multinazionali slegate da legami territoriali incominciano ad interessare anche la multinazionale italo-francese, la quale deve molto ai tanti finanziamenti statali e regionali che a vario titolo hanno contribuito non poco a consolidare lo status di ST nel mondo. La consapevolezza di un ridimensionato interesse per le attività attualmente svolte nel sito catanese non poco preoccupano i lavatori siciliani. Nel sito palermitano, così come in quello catanese è sempre più avvertibile l’incertezza di un futuro ancora tutto da definire.

    Molti elementi di incertezza, oltre a legarsi a quanto scritto nel piano industriale consegnatoci un anno e mezzo fa circa, che fa presumere ad una riduzione dei livelli occupazionali nei prossimi anni, sono anche riconducibili all’annunciato scorporo delle memorie che verrebbero affidate ad una azienda di cui poco o nulla si conosce. Scorporo questo che per quanto non sia ancora avvenuto ufficialmente è preceduto da una già iniziata fase di riorganizzazione delle divisioni e del personale in tutti i siti italiani e non solo. All’incertezza di ST non può non legarsi la questione del modulo M6, per la realizzazione del quale nel 2000 fu stipulato un accordo tra tutte le parti sociali che prevedeva la messa in opera già nel 2003, cioè ben 4 anni orsono. I grossi incentivi pubblici ricevuti da ST in passato e il già annunciato ennesimo finanziamento statale non possono lasciare spazio a strategie aziendali che per i siti siciliani sembrano esclusivamente legate all’elargizione di fondi pubblici dando la sensazione di una mancanza di progettualità e prospettiva che sicuramente non giova in contesti come quello siciliano. L’apertura del tavolo nazionale per il quale il governo si è dimostrato disponibile a gestire sembra attualmente fermo alle premesse, e si spera che vi sia un sincero impegno a da parte di tutti gli interlocutori per portare a casa tutte quelle certezze di cui necessitano tutti i lavoratori di ST in Sicilia. In ST ad oggi oltre alle questioni aperte sullo scorporo sul piano industriale continua la discussione i merito alla trattativa per l’ottimizzazione dello sfruttamento degli impianti, trattativa che dopo aver visto la luce nel febbraio 2006, e dopo una quanto mai difficile trattativa, allo stato attuale sembra essere arrivata ad un punto per cui il passaggio alle assemblee tra i lavoratori è ormai opportuno, per quanto ancora siano diverse le criticità dell’ipotesi considerata. Nei prossimi giorni saranno effettuati i passaggi tra i lavoratori ma non mancano gli attriti all’interno della delegazione sindacale, anch’essa stremata da una trattativa così lunga e faticosa.

    Michele Pistone – RSU FIOM Catania