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Febbraio 2016 Bilancio del primo anno di funzionamento dell’acquedotto di Tumikia Al villaggio di Tumikia, l’acquedotto è attivo dalla fine di settembre 2014 ovvero circa 16 mesi. Esso è costituito da: - un manufatto di presa di una sorgente di fondo valle (portata della sorgente di almeno 40 m 3 /h); - un manufatto di raccordo alla tubazione che conduce la sorgente al manufatto di pompaggio; - un locale di pompaggio dove sono presenti una vasca di arrivo della sorgente e le pompe di sollevamento (2 pompe da 7,5 kW ciascuna in grado di sollevare circa 7 m3/h ciascuna; - un campo fotovoltaico da 22 kW che fornisce l’energia elettrica alle pompe; - una tubazione di pompaggio lunga circa 1,8 km che conduce la sorgente al bacino di distribuzione, posto circa 160 m più in alto; - il bacino di distribuzione che ha una capacità di 120 m 3 ; - una rete di distribuzione nel villaggio e nella missione che si sviluppa per circa 3 km di tubi (circa 19 m 3 di capacità); - 16 fontane distribuite nel villaggio e nelle scuole; - allacciamenti diretti alla rete per le utenze della Missione. Dopo i primi 2 mesi di attività, durante la stagione delle piogge, vi è stato un franamento dei versanti al cui piede scaturisce l’unica sorgente che lo alimenta; l’opera di presa è stata parzialmente sommersa dalla terra e questa è penetrata nella tubazione diretta al pompaggio tramite la portella di accesso e alcune rotture alla copertura provvisoria del manufatto di valle. Per circa 1 settimana non si è potuto utilizzare l’impianto sin tanto che non venne ripulito il tutto. Quest’evento è stato considerato nelle modalità costruttive dell’opera di presa; essa è infatti stata realizzata con un ampia base di appoggio, coperta dal terreno, e con un robusto manufatto in cemento armato in modo da costituire un piede stabile e proteggere la sorgente. La penetrazione di terra è avvenuta nel manufatto di valle, che raccorda la presa con la tubazione di adduzione al pompaggio. Nei primi mesi vi è stato un funzionamento dell’impianto di tipo “libero”: chiunque poteva aprire i rubinetti di qualsiasi fontana a qualunque ora. La quantità d’acqua disponibile risultava tuttavia inferiore alla richiesta pertanto spesso l’impianto (circa 3 km di tubi pari a circa 19 m 3 di contenuto d’acqua e serbatoio da 120 m 3 ) si svuotava parzialmente; poiché ciò può essere fonte di problemi igienico-sanitari (penetrazione di insetti e animali) si è concordata una gestione razionata che consenta di avere sempre un volume minimo nel serbatoio per garantire che la rete sia sempre con acqua in pressione. La Missione e gli Chefs dei villaggi hanno deciso di rendere possibile l’apertura dei rubinetti alle fontane solo in alcune ore del giorno e si è definito un massimo di prelievo per persona e la regola è stata spiegata agli abitanti; per qualche mese si è avuto pertanto un funzionamento dell’impianto di tipo “libero regolamentato”; esso non ha comunque risolto il problema dello svuotamento degli impianti sia per il non rispetto delle regole da parte di alcuni abitanti di Tumikia che per l’afflusso anche dai vicini villaggi di Sakambanza, Kimbambangingi, Mabanfu e altri. Di giorno il rispetto della regola è più facile da mantenere grazie al controllo esercitato dagli abitanti più prossimi alle fontane ma si danno diverse ore in cui gli adulti, sia uomini che donne, risultano assenti per le attività che devono svolgere alla foresta e di queste ore qualcuno approfittava; le fontane erano inoltre interessate anche da un uso notturno che disturbava la tranquillità degli abitanti più prossimi alle fontane. Si è giunti pertanto alla risoluzione di rendere inaccessibili i rubinetti delle fontane racchiudendole in casette con accessi chiusi a chiave; alcuni responsabili, individuati tra i lavoranti della Missione, ogni volta che nel serbatoio di distribuzione vi sia un volume di circa 70 m 3 , provvedono all’apertura delle fontane dalle 14 alle 17. Questa è la regolazione tuttora in atto che di fatto consente di gestire in modo equo e stabile i volumi disponibili. Gli abitanti dei villaggi vicini possono accedere alle fontane in coda agli abitanti di Tumikia. Si riporta una tabella che compara i numeri di progetto con quelli effettivamente rilevati.

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Febbraio 2016 Bilancio del primo anno di funzionamento dell’acquedotto di Tumikia Al villaggio di Tumikia, l’acquedotto è attivo dalla fine di settembre 2014 ovvero circa 16 mesi. Esso è costituito da:

- un manufatto di presa di una sorgente di fondo valle (portata della sorgente di almeno 40 m3/h); - un manufatto di raccordo alla tubazione che conduce la sorgente al manufatto di pompaggio; - un locale di pompaggio dove sono presenti una vasca di arrivo della sorgente e le pompe di

sollevamento (2 pompe da 7,5 kW ciascuna in grado di sollevare circa 7 m3/h ciascuna; - un campo fotovoltaico da 22 kW che fornisce l’energia elettrica alle pompe; - una tubazione di pompaggio lunga circa 1,8 km che conduce la sorgente al bacino di distribuzione,

posto circa 160 m più in alto; - il bacino di distribuzione che ha una capacità di 120 m3; - una rete di distribuzione nel villaggio e nella missione che si sviluppa per circa 3 km di tubi (circa 19

m3 di capacità); - 16 fontane distribuite nel villaggio e nelle scuole; - allacciamenti diretti alla rete per le utenze della Missione.

Dopo i primi 2 mesi di attività, durante la stagione delle piogge, vi è stato un franamento dei versanti al cui piede scaturisce l’unica sorgente che lo alimenta; l’opera di presa è stata parzialmente sommersa dalla terra e questa è penetrata nella tubazione diretta al pompaggio tramite la portella di accesso e alcune rotture alla copertura provvisoria del manufatto di valle. Per circa 1 settimana non si è potuto utilizzare l’impianto sin tanto che non venne ripulito il tutto. Quest’evento è stato considerato nelle modalità costruttive dell’opera di presa; essa è infatti stata realizzata con un ampia base di appoggio, coperta dal terreno, e con un robusto manufatto in cemento armato in modo da costituire un piede stabile e proteggere la sorgente. La penetrazione di terra è avvenuta nel manufatto di valle, che raccorda la presa con la tubazione di adduzione al pompaggio. Nei primi mesi vi è stato un funzionamento dell’impianto di tipo “libero”: chiunque poteva aprire i rubinetti di qualsiasi fontana a qualunque ora. La quantità d’acqua disponibile risultava tuttavia inferiore alla richiesta pertanto spesso l’impianto (circa 3 km di tubi pari a circa 19 m3 di contenuto d’acqua e serbatoio da 120 m3) si svuotava parzialmente; poiché ciò può essere fonte di problemi igienico-sanitari (penetrazione di insetti e animali) si è concordata una gestione razionata che consenta di avere sempre un volume minimo nel serbatoio per garantire che la rete sia sempre con acqua in pressione. La Missione e gli Chefs dei villaggi hanno deciso di rendere possibile l’apertura dei rubinetti alle fontane solo in alcune ore del giorno e si è definito un massimo di prelievo per persona e la regola è stata spiegata agli abitanti; per qualche mese si è avuto pertanto un funzionamento dell’impianto di tipo “libero regolamentato”; esso non ha comunque risolto il problema dello svuotamento degli impianti sia per il non rispetto delle regole da parte di alcuni abitanti di Tumikia che per l’afflusso anche dai vicini villaggi di Sakambanza, Kimbambangingi, Mabanfu e altri. Di giorno il rispetto della regola è più facile da mantenere grazie al controllo esercitato dagli abitanti più prossimi alle fontane ma si danno diverse ore in cui gli adulti, sia uomini che donne, risultano assenti per le attività che devono svolgere alla foresta e di queste ore qualcuno approfittava; le fontane erano inoltre interessate anche da un uso notturno che disturbava la tranquillità degli abitanti più prossimi alle fontane. Si è giunti pertanto alla risoluzione di rendere inaccessibili i rubinetti delle fontane racchiudendole in casette con accessi chiusi a chiave; alcuni responsabili, individuati tra i lavoranti della Missione, ogni volta che nel serbatoio di distribuzione vi sia un volume di circa 70 m3, provvedono all’apertura delle fontane dalle 14 alle 17. Questa è la regolazione tuttora in atto che di fatto consente di gestire in modo equo e stabile i volumi disponibili. Gli abitanti dei villaggi vicini possono accedere alle fontane in coda agli abitanti di Tumikia. Si riporta una tabella che compara i numeri di progetto con quelli effettivamente rilevati.

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parametro previsto reale

Portata sorgente litri/secondo 8-10 maggiore di 12

Fontane pubbliche 8 16

Volume bacino distribuzione m3 120 120

Potenza nominale fotovoltaico kW 25 22

Portata massima pompe m3/h 14-15 14-15

Massimo volume giornaliero pompato m3 80 60

Volume giornaliero medio pompato stagione secca m3 80 60 che declina a 20 al

termine della stagione

Volume giornaliero medio pompato stagione piogge (giornate con sole di giorno) m

3

50

Volume giornaliero medio pompato stagione piogge in giornate nuvolose m

3

0

Si nota che il volume sollevato nella stagione secca declina nel tempo; non dovrebbe essere un problema di temperature dei pannelli fotovoltaici perché i mesi della stagione secca sono i più freschi; forse è la minor limpidezza del cielo in agosto (fase finale della stagione secca) che ci è risultata subito evidente ed è probabilmente dovuta alla polvere che ristagna nei bassi strati dell’atmosfera. Ad Agosto 2015, con circa 20-25 m3/g di pompaggio, l’acqua veniva distribuita 1 volta ogni 2 giorni; gli abitanti di Tumikia non hanno comunque avuto bisogno di scendere alle sorgenti per approvvigionarsi. Alla Missione l’acqua è stata sempre garantita ogni giorno per effetto del collegamento diretto alla rete Considerando che gli abitanti di Tumikia (abitanti del villaggio più ospiti delle Scuole e della Missione) sono circa 3000, nella stagione secca si è garantita una dotazione idrica a ciascuna persona di circa 16 l calati a 7 nella fase finale. Nel mese di dicembre 2015, a seguito di nuvolosità e piogge perduranti, il pompaggio non è riuscito a funzionare per diversi giorni di seguito; in questo mese gli abitanti si sono dovuti recare alle sorgenti, come in passato, per 4 volte; alla Missione l’acqua corrente dalla rete non è mai mancata anche perché si dispone dell’acqua piovana accumulata nelle cisterne di raccolta. In questi giorni si sta distribuendo un volume di circa 110 m3 a giorni alterni grazie al fatto che ogni giorno il pompaggio garantisce circa 55 m3. Il 16/1/2016, è stata inaugurata la 1° fontana a Sakambanza; vi abitano circa 1050 persone, pari a circa il 30% di quelle di Tumikia. Riassumendo, a Tumikia:

- normalmente nessuno si reca più a prendere acqua nelle sorgenti di fondovalle; ciò accade tuttavia a seguito di oltre 3-4 giorni di assenza di sole;

- l’acquedotto fornisce quanto meno il necessario per i bisogni alimentari e igienici minimi a parte qualche giorno l’anno della stagione delle piogge, che richiede che ci si rechi ancora alle sorgenti nel fondovalle;

- gli abitanti del villaggio scendono comunque a valle per lavare gli indumenti; - al dispensario si è notata una importante diminuzione dei casi di bambini con dissenterie; - alla Missione l’acqua non è mai mancata; la distribuzione mediante collegamento alla rete consente

anche di utilizzare le lavatrici per i panni; pertanto l’acquedotto copre ogni esigenza igienico-sanitaria della Missione;

- la Missione continua comunque ad utilizzare gli accumuli di acqua piovana per le esigenze degli orti, degli animali e della pulizia degli ambienti.

Circa il 30% degli abitanti di Sakambanza ha utilizzato la fontana n°9 mentre ora è presente una fontana anche in questo villaggio.

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Note idrogeologiche sull’acqua utilizzata L’acquedotto di Tumikia si approvvigiona dalla sorgente (d’ora in poi sorgente Mabanfu) quantitativamente più potente (circa 40-50 m3/h) reperita nei fondovalle circostanti. Tutti i fondovalle sono caratterizzati da venute idriche; si tratta di acque di falda contenute negli strati sabbioso-limosi che fanno parte dei depositi che caratterizzano il sottosuolo di molta parte del paese; tali venute alimentano la rete di affluenti al fiume Kasai e quindi al fiume Congo. Sono le acque di queste sorgenti ad alimentare le vasche di coltivazione del pesce che caratterizzano il paesaggio di fondovalle. La portata della sorgente Mabanfu è di 2 ordini di grandezza maggiore di quella delle altre sorgenti intorno; ciò si spiega per il fatto che essa sgorga attraverso ghiaie diversamente dalle altre che sorgono dalle sabbie e limi. La foto sotto, risalente ad aprile 2013, mostra la polla e le pietre; queste sono di varia forma, pezzatura di qualche cm, non arrotondate bensì aguzze e taglienti, riconducibili ad un unico tipo di roccia.

La roccia è di tipo siliceo e silicei sono probabilmente tutti i depositi di sabbie, limi e argille soprastanti; tali rocce risultano inerti nei confronti del dilavamento ovvero l’acqua che le attraversa non si arricchisce di

alcun sale; la qualità dell’acqua (pH 4,5-5,5, conducibilità 10-20 S/cm, metalli e sali praticamente assenti) risulta infatti simile alla piovana. Nel seguito si riportano alcuni estratti dal Rapporto tecnico “Problématique de l’Eau en République Démocratique du Congo - Défis et opportunités” del Programme des Nations Unies pour l’environnement (gennaio 2011), traduzione dell’originale in Inglese, dai quali risulta la collocazione della sorgente nel quadro idrografico del bacino del fiume Congo e nelle unità idrogeologiche riconosciute ed in cui sono riportate le caratteristiche fisico-chimiche delle acque distribuite alla capitale, anch’esse simili all’acqua piovana.

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I ruscelli di Tumikia (freccia rossa) affluiscono al fiume Inzia (si attraversa circa 10 km a Est di Masamuna sulla Route 1); quest’ultimo affluisce al fiume Kwilu (è il fiume di Kikwit) e questo al Kasai che è tributario in sinistra idrografica del fiume Congo.

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Una presa in un fondo valle risorgivo ed una panoramica di un fondo valle tipico.

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La sorgente di Tumikia è riconducibile all’unità idrogeologica 2: acquifero composto da marne sabbiose semicontinue e da argille tenere, con spessori anche di 100 m, alimentato principalmente dalle piogge.

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Metalli rilevati nelle acque potabili in distribuzione alla capitale Kinshasa

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Altri parametri rilevati nelle acque potabili in distribuzione alla capitale Kinshasa

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Acquedotto di Tumikia – Repubblica Democratica del Congo Cronaca da settembre 2014 a oggi Venerdì 26/9/2014 Al villaggio di Tumikia vi è stata la prima erogazione idrica dalle fontane distribuite nei vari quartieri. Domenica 28/9/2014 Abbiamo lasciato il villaggio per tornare in Italia. 4/10/2014 Al telefono Sr Charlotte ci avverte che al pompaggio è ripresa la perdita che avevamo riparato. Quantificano un bicchiere in 15”. Inviamo un vademecum per provare a risaldare il tutto. 12/10/2014 Presso l’Istituto delle Poverelle a Bergamo esponiamo il lavoro svolto. Ci ringrazia particolarmente Giovanna, che incontreremo a Tumikia ad agosto 2015: è stata a Tumikia diverse volte dal 1993, rimanendoci per parecchi mesi e ricorda tutte le difficoltà legate alla indisponibilità d’acqua. 21/10/2014 Sr Charlotte ci scrive che Abdou ha risaldato i pezzi. Ha piovuto con continuità per 4 giorni e non hanno potuto pompare. 10/11/2014 Sr Charlotte scrive che si è di nuovo manifestata la perdita anche se di tono inferiore. 20/11/2014 Scrive Sr Charlotte: “….Abbiamo avuto 2 giorni di piogge fortissime. La sorgente è coperta di terra della frana. Il tubo…è pieno di sabbia e acqua. Abbiamo lavorato tutta la giornata di ieri, adesso l’acqua arriva alla casa di pompaggio ma ci vogliono ancora diversi giorni di lavoro per sistemare tutto. Mi dispiace tanto ma vi prometto di fare di tutto per sistemare tutto. Ciao. Mi dispiace di dare questa brutta notizia.” Ci sentiamo al telefono nei giorni successivi: papà Josè ed Emery hanno aiutato papà Lambert, masson della Missione, ad erigere 2 muri di raccordo tra i 2 manufatti della sorgente; il pompaggio è ripartito con regolarità. Alla Missione hanno deciso di utilizzare il generatore da 10 kW che alimentava le betoniere in sostituzione di quello che accendono ogni sera per qualche ora; ne hanno beneficio sul consumo di gasolio ma inizialmente hanno avuto malfunzionamenti per la tensione generata; papà Lechi è dovuto intervenire per regolare la macchina. I volumi sollevati non consentono una distribuzione continua dell’acqua; infatti, lasciando sempre disponibili le fontane, il bacino e la rete di distribuzione vengono praticamente svuotati tutti i giorni. Vengono a prendere l’acqua anche dai villaggi di Mabanfu, Sakambanza, Kimbambangingi e anche da maggiori distanze. Sono gli stessi abitanti di Tumikia, con gli chefs de quartier, a chiedere una gestione regolata; decidono di distribuire l’acqua solo in alcune ore del giorno e questo determina di dover segregare le fontane per rendere i rubinetti inaccessibili al di fuori dei tempi di distribuzione. La notizia non ci fa piacere ma effettivamente non vi sono alternative. Decidiamo di tornare a Tumikia il mese di agosto 2015 per vedere come funzioni l’impianto e riparare la perdita al pompaggio; nel frattempo le suore ci hanno segnalato alcune migliorie da realizzare alla rete della Missione; vogliamo inoltre visitare la Missione di Kikoti dove l’Istituto ha attivato un nuovo dispensario.

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Agosto 2015 Domenica 2/8 Partiamo da Malpensa via Instanbul. Siamo in 3 (Fabrizio, Riccardo, Giuseppe idraulico); Sergio ci raggiungerà successivamente. L’aeroporto di Kinshasa è ulteriormente migliorato; vi è un nuovo padiglione per gli arrivi, condizionato, pulito; vi è una nuova giostra per i bagagli; all’uscita nessuno ci si avvicina per offrirsi a portare i bagagli; è incredibile specie se pensiamo che a Malpensa 2 extracomunitari si sono proposti e ci hanno portato i bagagli per 10 €. Sull’aereo per Instanbul conosciamo Malik: 39 anni, nel 1998 venne in Italia dal Senegal, dopo qualche mese da Vu Cumprà trova lavoro in una azienda di Urgnano (BG) dove è tuttora e dove lavora come autista; torna 1 volta l’anno in Senegal dove ha moglie e 1 figlio; la RDC versione Mobutu era per loro un modello. All’aeroporto ci accoglie Sr Clelia per ospitarci a Kingasani nella Casa di Accoglienza. Programmiamo di restare a Kingasani l’indomani per visitare i lavori di costruzione delle fognature e del depuratore e di recarci martedì a Tumikia. Lunedì 3/8 A colazione conosciamo Padre Jeandely. E’ prete da 6 anni e sta studiando a Roma teologia e Filosofia; viene talvolta a Bergamo. Da lui e da Sr Clelia cerchiamo di saperne di più della situazione igienico-sanitaria della periferia di Kinshasa:

- si paga lo scotto di una urbanizzazione che dura da ormai 50 anni senza i servizi minimi; - pur essendovi in molte strade la rete di distribuzione dell’acqua, non vi sono fognature pertanto in

ogni casa, dove un angolo è destinato al lavandino ed al servizio igienico, tutto finisce in un pozzo perdente dal quale il liquido percola nel sottosuolo mentre il solido deve essere periodicamente svuotato e ciò avviene gettandolo per strada nel periodo delle piogge;

- per strada finiscono anche i rifiuti; oltre all’organico si ha anche una crescente quantità di imballaggi; il tutto con le piogge ruscella verso le strade più grandi e qui fluisce nei caniveau (canali interrati) che si conducono ai rivi;

- attraversando lungo la route 1 la periferia sono evidenti gli accumuli di rifiuti nei rivi; - l’alta densità abitativa, la mancanza di spazi liberi, le case affiancate e poste a ridosso delle strade,

dove di fatto si smaltiscono reflui e rifiuti, determinano una promiscuità pericolosa; - la vita giornaliera (mangiare, preparare i propri prodotti, venderli, ricevere visite, giocare alla

playstation) avviene sulla strada; sono fuori le sedie, i tavolini; all’interno esclusivamente si dorme; - per non ammalarsi in città bisogna esserci cresciuti, meglio sopravissuti, da piccoli; tant’è che le

famiglie che vi si trasferiscono dai villaggi rischiano seriamente di ammalarsi di malaria o febbri tifoidi;

- le case più povere si situano in prossimità dei rivi in quanto vi è la disponibilità di baracche a minor costo; qui la situazione igienica è ulteriormente aggravata dai miasmi che provengono dalle loro acque e dagli allagamenti nella stagione delle piogge;

- la ristrettezza delle strade e la concentrazione di abitazioni rende difficile pensare ad un risanamento.

Visitiamo i lavori alle fognature: - si stanno edificando le vasche di trattamento; - le reti fognarie sono ultimate ad eccezione della parte finale dove si prevede il pompaggio alle

vasche di trattamento; - i pozzi perdenti sono ultimati; - conosciamo il direttore dei lavori dell’impresa; un ragazzo di circa 30 anni; - il titolare dell’impresa è italiano; tutti i lavoratori sono congolesi ad eccezione di Angelo, parmense,

che li dirige. Programmiamo:

- di partire l’indomani per Tumikia; - di attendere là Sergio e poi recarci a Kikoti; - ritornare sabato a Kingasani.

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Martedì 4/8 Alle 8.30 partiamo per Tumikia. Guida papà Edi, ci accompagna Sr Lea e rientra a Tumikia con noi anche Abdou, venuto a Kinshasa in visita ai famigliari. E’ il viaggio più comodo fatto sinora; siamo sul sedile dietro il guidatore in 3; davanti Sr Lea e Abdou e dietro solo i bagagli. Verso le 12.30 ci fermiamo per un panino a Katoi al km 316 da Kinshasa; la R1 non offre piazzole di soste.

La sosta a Katoi

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Siamo nella stagione secca; da qualche mese non piove; il cielo non è terso, le ombre sono pallide. Alle 15.00 giungiamo a Tumikia. L’accoglienza è festosa come d’uso; notiamo che ci accolgono solo donne e bambini, nessun adulto del villaggio a parte i lavoranti alla Missione. Chiediamo di scendere subito alla sorgente prima che faccia buio. Oggi hanno distribuito acqua.

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Al campo fotovoltaico troviamo Menez ed i fratelli; sono i guardiani degli impianti e le 2 capanne col tetto in lamiera sono le case che stanno costruendo per trasferirvisi con le famiglie. Vicino alla jeep, Riccardo, Giuseppe, Sr Lea e Sr Charlotte. Abdou (pantaloni bianchi) saluta. I lavoratori della Missione sono riconoscibili per la divisa verde.

L’interno della casa in costruzione di Menez

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La maison del campo fotovoltaico dove sono installati gli interruttori di protezione della linea elettrica che scende al pompaggio. Da sx papà Passì e papà Lambert (masson).

La famiglia di Menez, papà Lambert e papà Passì ci mostrano dei topolini che verranno arrostiti. Dietro la capanna il versante da cui scende la tubazione di pompaggio.

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Il piazzale sopra la maison del pompaggio. Sullo sfondo a dx si nota il ciglio dello smottamento che a novembre 2014 ha interessato i manufatti alla sorgente.

La maison del pompaggio ed i sentieri da cui si scendeva con le carriole. La pelouse (erba) è stata piantata dalle donne e dai bambini.

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Verso la sorgente. La palma alla cui sx vi era lo scavo per la posa della tubazione dalla sorgente al pompaggio. Le suore toccano la pelouse e ricordano con affetto le donne che son venute a piantarla ciuffo per ciuffo.

La cameretta dello sfiato e la maison della presa della sorgente.

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Per confronto uno scatto del 27/9/2014. Si nota la differenza di luminosità del cielo tra i primi di agosto e la fine di settembre.

Il manufatto alla presa è coperto dal materiale franato a novembre 2014.

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Abdou e papà Passì ci spiegano dello smottamento. Si notano i 2 muri eretti per proteggere l’ingresso alla presa. La copertura del 2° manufatto alla sorgente è ancora quella provvisoria di quando ultimammo i lavori a settembre 2014, risistemata a seguito del franamento di novembre 2014 di cui si vedono ancora i segni del fango sulle pareti; il legno si è ammalorato per cui dovremo pensare alla soluzione definitiva.

I muri eretti dopo lo smottamento da papà Lambert e papà Josè: complimenti.

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Al ritorno al villaggio ci fermiamo alla fontana 3. Per evitare che ogni giorno l’intera rete venisse a svuotarsi, con effetti negativi dal punto di vista igienico-sanitario (ingresso di animali) e del funzionamento idraulico (malfunzionamenti per presenza di aria) venne introdotta la regola gestionale di distribuire acqua alle fontane in orari determinati (generalmente dalle 14:00 alle 17:00); fu necessario segregare le fontane per assicurare il rispetto della regola anche da parte di malintenzionati. Le fontane, inizialmente costruite per un uso all’aperto, con un circostante piano in cls, che doveva garantire un minimo di igiene nell’intorno, sono state rese chiuse con muretti perimetrali e coperte. Siamo nel quartiere delle abitazioni degli insegnanti scolastici; si tratta delle case migliori del villaggio; sono coperte con tetti in lamiera e dotate di muri in mattoni. Gli insegnanti sono infatti tra i pochi ad avere uno stipendio; lo Stato tuttavia eroga gli stipendi in modo irregolare e talvolta trascorrono mesi senza ricevere nulla.

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Ogni volta che viene distribuita acqua, i lavoranti della Missione si recano ad aprire e chiudere le porte della fontana.

Visitiamo la casa probabilmente più ricca del villaggio; il proprietario è padre di un prete cattolico ed ogni bene in essa è di fatto un regalo del figlio:

- pavimento in battuto di cls; - pareti in mattoni di argilla; - tetto in lamiera e tank di raccolta dell’acqua piovana; - soffitto in canne che mitiga il caldo proveniente dalla lamiera di copertura arrostita al sole; - frigo, TV, generatore.

Papà Passì ci dice che a Tumikia sono 3 le abitazioni di questo livello; oltre a questa, la casa del direttore della Scuola Superiore statale. E’ quasi buio; visitiamo il bacino dove registriamo circa 40 m3 di acqua. Ci rechiamo al nostro alloggio che risulta già occupato; ci troviamo Giovanna con l’amica Caterina, una figlia di amici di Giovanna ed una sua amica. Di Giovanna abbiamo spesso sentito parlare da Sr. Adele e da papà Passì. Ci racconta la sua storia in Congo. Nasce nel 1964 e viene per la prima volta a Tumikia nel 1992 rimanendoci per circa 1 anno. Si è ancora all’epoca di Mobutu ed è un periodo pericoloso per alcune rivolte. Mentre sta per tornare e si trova a Kingasani, vi sono diversi scontri a fuoco; alcuni rivoltosi vogliono entrare alla Missione per soldi, cibo, abiti; alla Missione la direzione spetta a Sr Paola che riesce a convincere alcuni militari, legati per parentela alle suore, a rimanere in difesa. Torna a Tumikia nel 1994 e ci rimane sino alla fine del 1995: è il periodo dell’ebola. E’ di nuovo qui nel 1997 quando Kabila marcerà su Kinshasa; le truppe di Kabila percorrono la R1 e passano da Moluma; nel percorso le truppe entravano nei villaggi attorno alla R1 per cibo, alloggio e altro pertanto anche a Tumikia si stava all’erta. Ricorda che vi fu una battaglia importante a Kenge.

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Torna di nuovo nel 2003 e poi nel 2010. Giovanna ricorda che l’acqua corrente alla Missione, garantita dalle cisterne dell’acqua piovana e dal pompaggio dalla sorgente c’èra ancora nel suo soggiorno del 2003; non così nel suo soggiorno del 2010. La sua visione è che a Tumikia si stesse meglio in passato; la Missione era più ricca anche perché vi era una maggior presenza di suore italiane che significava maggiori investimenti e beni dall’Europa. Dopo cena parliamo con Sr Charlotte e Sr Adele:

- come potremmo iniziare un virtuoso meccanismo economico per il villaggio ? - il lavoro dell’acquedotto è stato un investimento in tale senso: chi ha lavorato ha mangiato in modo

più accettabile; le donne del villaggio hanno venduto alla Missione più derrate ed hanno avuto in cambio franchi congolesi (FC) con cui hanno migliorato la situazione famigliare;

- i professori statali hanno preso lo stipendio dopo molti mesi che non lo ricevevano; sono venuti i militari a consegnarlo personalmente;

- sr Lea ci descrive la preoccupazione per la situazione politica; il Presidente Kabila si muove per un terzo mandato che la Costituzione non prevede pertanto si ha paura che la situazione possa degenerare.

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Mercoledì, 5/8 Proviamo il generatore per la saldatura dei raccordi: funziona. Portiamo al pompaggio i materiali ed il generatore per riparare la perdita; sono già le 8:30 per cui tra poco le pompe si attiveranno pertanto, per non perdere tempo prezioso di pompaggio. decidiamo di effettuare la riparazione domattina presto. Prendiamo le misure del 2° manufatto alla sorgente per decidere come costruire in modo definitivo la copertura. Oggi l’acqua non verrà distribuita e tutto il pompaggio verrà accumulato nel bacino. Alle 10:00 il pompaggio è attivo ad una frequenza di 40 Hz; è una bassa frequenza perché il sole c’è e non ci sono nuvole; lo scorso anno al 26/9 a quest’ora i 50 Hz erano garantiti in assenza di nuvole; potrebbe essere un problema elettrico (qualche linea sconnessa) o la polvere sui pannelli. Risalendo al villaggio, ci fermiamo al campo fotovoltaico: i pannelli sono effettivamente sporchi per cui stabiliamo la loro pulizia sempre per domattina prima dell’avvio dell’impianto.

Sono circa le 8:00 e stiamo caricando la jeep per scendere alla sorgente. Innanzi al Dispensario, i parenti degli ammalati che trascorrono la giornata in attesa delle cure.

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Ancora il Dispensario

Il viale di accesso alla Missione a sx del Dispensario.

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Al campo fotovoltaico: il sentiero con i pali in legno verticali individua il tracciato della tubazione di pompaggio.

La perdita al pompaggio.

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Proviamo a lavare alcuni pannelli; la differenza è notevole per cui riteniamo di poter vedere dei miglioramenti nella portata del pompaggio una volta puliti; la pulizia viene organizzata per domattina presto.

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Ci fermiamo al serbatoio; ci sono circa 50 m3 d’acqua; il getto corrisponde ad una frequenza di circa 39 Hz pertanto ad una portata di circa 10 m3/h contro una massima portata di circa 15 m3/h.

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L’ingresso del serbatoio con il tubo del troppo pieno che si scarica nel vascone di lamiera che venne usato per il getto del cls durante i lavori.

Questa casetta lo scorso anno non c’era; vi abitano la donna che sta lavando i panni con un bimbo piccolo.

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Le chiediamo il permesso di fotografare l’interno della casa

La donna vende medicinali e altri prodotti farmaceutici.

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Il pomeriggio effettueremo una escursione con Caterina e Giovanna al Mikia ed a Sakambanza, villaggio posto a circa 1,5 km a Est di Tumikia; questo villaggio sta lavorando per portare una tubazione dalla rete di Tumikia in prossimità delle sue capanne; oggi i suoi abitanti si servono alla fontana 9 di Tumikia dove abbiamo lasciato una derivazione con saracinesca per questo prolungamento. Il Mikia è un corso d’acqua che si origina nel fondovalle a Nord di Tumikia per risorgiva della falda. La visita ad esso ci interessa poiché qualche anno fa i villaggi erano stati chiamati a lavorare ad un progetto che si prefiggeva di sbarrare il corso d’acqua con una diga in terra per ottenere un salto idraulico utile a muovere una turbina; la turbina doveva alimentare una pompa per il sollevamento dell’acqua ai villaggi. Il progetto è abortito dopo che gli uomini avevano lavorato ai movimenti terra per diverse settimane; non era previsto un salario ai braccianti e l’esito positivo del progetto avrebbe ripagato i volontari. Nei racconti delle suore e degli uomini del villaggio è rimasta una forte delusione; ricordiamo che nella riunione dell’8/4/2013 in cui esponemmo il progetto ai rappresentanti del villaggio con sr Adolphine, tale delusione venne ricordata come monito a non fidarsi troppo della nostra proposta. Per l’economia del villaggio, in cui ogni giornata è indispensabile per procurare alla famiglia i mezzi di sussistenza (cibo, legna, ricovero) effettivamente le giornate lavorative senza salario sono un problema per cui si può capire la delusione che devono aver provato.

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Il Mikia con alcune donne e ragazze che sveleniscono il manioco e lavano panni.

Il letto del Mikia è in roccia; finalmente ritroviamo un affioramento roccioso.

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Il sapone viene preparato con olio di palma e soda caustica.

Accumuli di sabbia; anche qui sono venuti a prendere la sabbia per i lavori lo scorso anno.

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Giovanna e Passì ci mostrano dove vengono torchiate le piccole noci rosse di palma da cui si ricava l’olio di palma.

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Questa è una mappa disponibile alla Missione che riporta i villaggi e i corsi d’acqua. In rosso la Route1; in rosso pieno le piste; si nota Moluma sulla R1 dove inizia la pista. Tutti i villaggi sono rappresentati da un cerchietto nero mentre il villaggio di Tumikia solo dal nome scritto a grandi caratteri, probabilmente perché la carta è stata realizzata per Tumikia. Il Mikia si origina a Tumikia e, dopo aver ricevuto alcuni affluenti, si scarica nel Kafi.

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Un ingrandimento della mappa; attorno a Tumikia, in senso antiorario, si notano i villaggi di Sakambanza, Mabanfu e Kimbambangingi. Lo sbarramento era previsto poco a monte dell’innesto dei 2 affluenti in dx. La freccia evidenzia la posizione della sorgente che alimenta l’acquedotto; essa affluisce nello Yomina, anch’esso affluente del Kafi.

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Quel che resta dei movimenti di terra dello sbarramento di cui ci hanno raccontanto. Stiamo fotografando dalla sommità della diga in dx idrografica al di sopra di una scarpata di circa 2,5 m di altezza sul fondo del torrente e stiamo guardando l’altra parte della sommità della diga; in mezzo scorre il torrente; è rimasto solo l’abbozzo di un terrapieno. Non vi sono salti del corso d’acqua nell’intorno; la pendenza del fondo è costante Ci immaginiamo che volessero sbarrare il fondo valle per consentire un’accumulo idrico a monte; di fatto una diga in terra.

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Dal medesimo punto fotografiamo la scarpata dex del terrapieno.

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Il fondovalle e gli stagni di allevamento del pesce.

Salendo verso Sakambanza un nuovo invaso per il pesce.

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A Sakambanza sono ancora molti a dover scendere nel fondovalle ad approvvigionarsi di acqua. La sorgente è minima e poco limpida.

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Un orto sul fondovalle

A Sakambanza: foto ricordo con lo Chef de village e la moglie

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Siamo una novità per i bambini. Il villaggio è meno concentrato di Tumikia e pare più ordinato.

La sera dopo cena parliamo con sr Adele e sr Charlotte. Ci confidano che durante i lavori il loro timore principale era che qualcuno del villaggio si facesse male; a parte la negatività in sé della cosa, il problema vero per le suore era che, essendo di fatto il committente dei lavori, avrebbero avuto l’onere del risarcimento e l’entità di esso dipendeva dalle persone con cui avrebbero avuto a che fare; siccome nel villaggio è diffuso ritenere che le suore siano ricche la cosa poteva rivelarsi esosa. Non ce ne siamo accorti ma diversi uomini hanno fumato stupefacenti durante le pause lavorative; gli uomini lamentavano di non poter tenere i nostri ritmi. I concepimenti di quel periodo sono stati minimi per la grande stanchezza degli uomini che lavoravano. Sr. Charlotte ci ha definito i costi mensili di mantenimento dell’acquedotto; vengono spesi 30.000 FC per ciascuna delle 2 famiglie che fanno da sentinella al pompaggio ed al fotovoltaico e 10.000 FC per Abdou che tutti i giorni scende per accendere e spegnere le pompe e che si reca ad aprire e chiudere le fontane; sono pertanto circa 70.000 FC che corrispondono a circa 200 FC/famiglia; 1 l di vino di palma costa altrettanto.

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6/8/2015 Prima di scendere al pompaggio per effettuare la riparazione, passiamo dal serbatoio e rileviamo 65 m3 di volume pertanto ieri sono saliti circa 25 m3 di acqua. E’ circa la metà del volume che si pompava a settembre 2014.

Giuseppe avvita i bulloni dopo aver sostituito i pezzi che perdevano

L’impianto viene riattivato.

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I pannelli ripuliti

Il pranzo. Nel villaggio girano una decina di moto; sono tutte di marca cinese e hanno un prezzo equivalente a circa 1.000 €.

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L’arrivo di Sergio.

Riparata la perdita, abbiamo avviato il pompaggio alle 10:30. Il pomeriggio viene distribuita acqua; le fontane rimangono aperte dalle 14:30 alle 17:00. Anche oggi il pompaggio è stato sui 25 m3; qualcosa in più di ieri perché abbiamo iniziato a pompare circa 1 h più tardi (la pulizia dei pannelli pertanto ha compensato il minor tempo di pompaggio) ma è comunque circa il 60% rispetto a settembre 2015. Abdou verificherà che tutte le linee del fotovoltaico sono correttamente collegate pertanto è possibile che il cielo di agosto non sia lo stesso di quello della fine di settembre; le fotografie di agosto sono significative mostrando delle ombre non così nitide anche col sole; Menez ci conferma che il cielo della stagione secca, specialmente, alla fine, è meno terso che in quella delle piogge. Dalle osservazioni che ci perverranno da Abdou nei mesi successivi si confermano questi numeri dell’impianto:

- nei giorni più produttivi si hanno 50-60 m3/g; - si distribuisce l’acqua a giorni alterni dalle 14 alle 17; - nei giorni di pioggia o di nuvolosità intensa il pompaggio è nullo; - il volume giornaliero sollevato cala progressivamente nella stagione secca; - il volume giornaliero sollevato alla fine della stagione secca è di circa 20-25 m3/g; - alla Missione l’acqua è sempre garantita in quanto gli impianti sono direttamente collegati alla rete.

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7/8/2015 Questa giornata la dedichiamo ad una vista a Kikoti, Kikwit e Mosango. 8/8/2015 Verso le 10 partiamo per Kinshasa