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4 FDS 262 • eDitoriALe

UNI EN ISO 9001: 2000

reDAzioNe CeNtrALeVia F. Mancini 23 - 05100 Terni (TR) T. +39 0744 44.13.39 - F. +39 0744 43.20.18 W. www.fedeltadelsuono.net E. [email protected]

Collaboratori: Marco Bicelli, Valerio Maria Bonavia, Mauro Bragagna,Gabriele Brilli, Paolo Dameno, Riccardo Fazi, Paolo Fon-tana, Vincenzo Genovese, Alberto Guerrini, Paolo Lippe,Francesco Peluso, Roberto Pezzanera, Giacomo Pongel-li, Dimitri Santini, Martina Santini, Matteo Santini, Augu-sto Sarti, Antonio Scanferlato, Ivan Tancorre, CristianoUbaldi, Violetta Valèry, Giada Ventura, Lorenzo Zen

Collaboratori tecnici: Italo Adami, Bartolomeo Aloia, Massimo Bianco, LucaComi, Mattia D’Antonio, Paolo Mattei, Diego Nardi

Finito di stampare nel mese di: ottoBre 2017

AGeNziA PUBBLiCitÀ:INFO SERVICE - [email protected]. +39 0744 43.36.06 - F. +39 0744 43.20.18

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FeDeLtÀ DeL SUoNo

Fondata nel 1991Periodico mensile

Reg. Trib. Terni n° 12/1992

Casa Editrice BLU PreSSVia F. Mancini 23 - 05100 Terni (TR)

Iscrizione R.O.C. n° 13.343W. www.blupress.it - E. [email protected]

MEMENTOAUDERE SEMPER

“The Lucky One”

You’re the lucky oneSo i’ve been toldAs free as the wind,Blowin’ down the roadLoved by many, hated by noneI’d say you’re lucky ‘cause I knowwhat you’ve doneNot a care in the worldNot a worry in sightEverything’s gunna be alrightCause you’re the lucky one

You’re the lucky oneAlways havin’ funA jack of all trades a master noneYou look at the world with a smilin’eyeAnd laugh at the devil as his traingoes by

Give you a song and a one nightstandAnd you’ll be looking at a happyman‘cause you’re the lucky one.

Well you’re blessed i guessBy never knowing which road yourchoosin.To you the next best thingTo playin and winning is playin andlosing

You’re the lucky one i know thatnowDon’t ask you why, when, where, orhowYou look at the world thru yoursmilin’ eyeAnd laugh at the devil as his traingoes by

Give you a song and a one nightstandAnd you’ll be looking at a happyman‘cause you’re the lucky one

Well you’re blessed i guessBy never knowing which road yourchoosin.To you the next best thingTo playin and winning is playin andlosing

You’re the lucky one i know thatnowDon’t ask you why, when, where, orhowNo matter where you’re at, it’swhere you’ll beYou can bet your luck won’t followmeJust give you a song and a onenight standAnd you’ll be looking at a happymanCause you’re the lucky one.

Alison Kraussalbum: “New Favorite” (2001)

Questo numero di ottobre lo abbia-mo lavorato con nelle orecchie ilsuadente bluegrass di AlisonKrauss, cantante e violinista (o do-vrei dire suonatrice di fiddle, il vio-lino tipico del country americano).A me il country piace molto. Non sodirvi perché ma mi tiene di buo-n’umore nonostante le parole dellecanzoni siano spesso da taglio del-le vene!La Krauss è un’artista molto poconota in Italia ma che in America nonsolo ha vinto 28 Grammy, ottenen-do anche numerosissimi dischi diplatino americani (quelli che signi-ficano un milione di copie vendutee non le 50.000 del mercato italiano!)ma ha anche inciso un album conRobert Plant… si, proprio quello deimiei Led Zeppelin!

Perché, vi domanderete, vi sto par-lando di un genere e di un’artistache in Italia non vanno di certo perla maggiore?Perché mi piacerebbe molto chetutti noi provassimo almeno unavolta al mese a lasciarci andare alcaso e ascoltassimo un disco che nonabbiamo mai ascoltato, uno di quel-li che giace nella nostra discoteca infondo, impolverato e un po’ solita-rio…O, magari, se fossimo già un po’ piùavvezzi alle tecnologie, ci lasciassi-mo consigliare da Spotify o da Tidal(tanto per citarne un paio di quellida “audiofili” senza invece citare i

Direttore eDitoriALe(Editor-in-ChiEf)

Andrea [email protected]

Consulente editoriale

Alberto [email protected]

Coordinamento redazionale

Giada [email protected]

Direttore GeNerALe

Andrea [email protected]

Ufficio Amministrativo

Daniele [email protected]

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5di Andrea Bassanelli • eDitoriALe • FDS 262

più commerciali Apple Music oGoogle Play). Potremmo ascoltare undisco “terribile” o invece avere la for-tuna di ascoltare qualcosa di nuovo,di piacevole che magari porta nellanostra vita qualche nota nuova e friz-zante…

Ogni tanto lasciare la nostra “com-fort zone” e spostarci in territori nuo-vi e inesplorati, non può che essereutile.

Un po’ come è successo ad un ami-co e collega, Angelo Jasparro, giàcollega scribacchino per la concor-renza prima e poi direttore di una te-stata hi-fi online quale Audio-acti-vity (www.audio-activity.com), chead un certo punto ha deciso di ten-tare l’ennesimo cambio di corsia e diprovare a fare l’importatore!Ha aperto un’attività (MGP AU-DIO), ha preso contatti con un pro-duttore polacco di diffusori, la Pylon

Audio (www.pylonaudio.com) e hainiziato a importare e distribuirequesti diffusori.Noi li abbiamo avuti tra i primi ma,come sempre, usciremo per ultimiperché siamo fatti così! Ci piace farele cose con la dovuta calma e atten-zione.Però una cosa posso anticiparvela: ilprossimo mese, ritagliatevi un pic-colo spazio di tempo per leggere larecensione su queste pagine delle Py-lon Audio Opal 23… belle e asso-lutamente ben suonanti!Non vi voglio anticipare nulla ma viassicuro che in parecchi in redazio-ne ci stanno facendo un pensierino!

Un altro che ha deciso di uscire dal-la sua “comfort zone” è stato MarcoAngelucci, patron di Sintonie, lamanifestazione che per due decen-ni si è svolta a Lanciano, sua città na-tale.Marco l’anno scorso decise di fare un

salto nel vuoto e di lasciare Lancia-no (per la sua manifestazione Sin-tonie, ovviamente) e di spostarsi a Ri-mini… gran coraggio, di questi tem-pi!Sintonie Rimini si è appena con-clusa e posso dirvi, senza tema dismentite, che adesso ha le poten-zialità per diventare “LA FIERA DISETTORE IN ITALIA”!Location fantastica, ospitalità ro-magnola a 5 stelle e tutta un’altra se-rie di situazioni che non sto qui a rac-contarvi, potranno fare si che Sinto-nie Rimini possa diventare vera-mente importante…Io a Marco ho dato alcuni consigli, hoespresso le mie perplessità ma ho an-che detto che sono pronto per fare unulteriore salto in avanti…Se son rose fioriranno.

Finora vi ho parlato di quello che ac-cadrà ma di quello che trovate suquesto numero di FDS vogliamoparlarne… oppure no?!?Io direi che ho abusato anche trop-po e quindi potete anche voltare pa-gina e vedere che cosa vi abbiamo ri-servato questo mese.

Una sola avvertenza: prima di stor-cere il naso di fronte ad alcuni pro-dotti e ad alcune scelte, vi prego, leg-gete i vari articoli e magari lasciatela vostra “comfort zone” e andate adascoltare alcuni dei prodotti che ab-biamo selezionato per voi questomese…rimarrete sorpresi, credetemi!

Scrivetemi pure, come sempre, sen-za remore a

[email protected]

Buona musica e avanti tutta!

[email protected]

Andrea Bassanelli

Fedeltà del Suono

@

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Sommario

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eDitoriALe04 memento Audere Semper

di Andrea Bassanelli

iN CoPertiNA08 Se vuoi dare un altro nome al rock’n’roll, puoi chiamarlo Chuck Berry

Chuck Berrydi Mauro Bragagna

iL CAPPeLLo A CiLiNDro16 News dalle aziende

a cura di Giada Ventura

22 L’ascolto criticovalutare un impianto audio:condurre un ascolto criticodi Roberto Pezzanera

iL reGNo DeGLi ASCoLti28 Il mio impianto

in principio fu il suono, e che suono. era meglio il silenzio…Biografia semi-seria di un appassionato di musica con la volontà diascoltarla al meglio.di Marco Franchi

32 Diffusori bookshelfKlipsch RP-150MLe trombe del giudiziodi Dimitri Santini

36 DACArCAm irDAC-IIUn piccolo gigantedi Marco Bicelli

40 Diffusori bookshelfAUDeS 106L’onestà di questo mondodi Dimitri Santini

44 Cuffia circumaurale Sennheiser HD 599Quando il gioco si fa durodi Marco Bicelli

48 Sound processor - correttori d’impedenzaSPeC RSP-901EX “Real-sound processor”i piccoli portagioiedi Gabriele Brilli

viNYLAGe52 Cavo Phono

Furutech AG-12il (non) suono del cavodi Antonio Scanferlato

pag. 60

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7www.fedeltadelsuono.net

pag. 8

pag. 40pag. 16

pag. 44

i DeCALoGHi56 di Lorenzo Zen

Hi-eND mAGAziNe®60 Amplificatore finale a stato solido

Pass Labs XA-25

Alle volte il poco vale tantissimo

di Alberto Guerrini

teoriA e teCNiCA68 Athanor acustico

il “master Quality” a portata di mano

di Augusto Sarti

iL CLUB BLU PreSS72 Accessori – Modulo Iscrizione e Abbonamenti

LA BACCHettA mAGiCA79 FDS mUSiCA a cura della Redazione

80 Notizie DAL moNDo DeLLA mUSiCA a cura di Giada Ventura

83 CLASSiFiCA Dei viNiLi PiÙ veNDUti iN itALiA a cura di Giada Ventura

84 DiSCo DeL meSe di Mauro Bragagna

86 roCK e i SUoi FrAteLLi AUDioFiLi di Mauro Bragagna

88 APPUNtAmeNti D’ASCoLto a cura di Giada Ventura

95 JAzz DiSCHi di Francesco Peluso

ANNUNCi ComPro/veNDo96 a cura della Redazione

pag. 52

pag. 84

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In visita ufficiale a Roma, davantial Colosseo, Obama ha dichiaratosbalordito: “È più grande di un

campo da baseball”. Con la Storia al-trui gli americani hanno spesso unapproccio naif, la loro stanno ten-tando di riscriverla rimuovendo isimboli di un passato oggi ritenuto

scomodo, come se applicassero unaspecie di Legge Fiano amplificata ne-gli spazi e nel tempo. La Guerra deiMonumenti sta turbando l’America,e riguarda per lo più gli eroi sudisti,ad esempio il Generale Robert Lee.Come cambiano le cose: in un tele-film per famiglie come “Hazzard”,

Bo e Luke avevano soprannominato“Generale Lee” la loro Dodge Char-ger arancione... Nella campagna con-tro i simboli della “supremaziabianca” sono finiti anche Washingtone Jefferson, nonché, ahinoi, Cristo-foro Colombo. Si chiede l’abolizionedel Columbus Day perché “non ha

8 FDS 262▼ In Copertina • di mauro Bragagna

John Lennon la pensava così, e come sempre aveva ragione

SE VUOI DARE UN ALTRO NOMEAL ROCK’N’ROLL,PUOI CHIAMARLOCHUCK BERRY

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scoperto l’America, l’ha invasa”. ANew York un gruppo di contestatoriha chiesto la rimozione della statuadonata dalla comunità italo-ameri-cana, e il sindaco Di Blasio l’ha inse-rita nell’elenco dei monumenti chesaranno valutati da una commissioneche rimuoverà quelli che suggeri-scono “odio, divisione, razzismo, an-tisemitismo o qualsiasi altro messag-gio che sia contrario ai valori dellacittà.” A Yonkers è stato decapitato ilbusto collocato nel Columbus Me-morial Park, a Houston un’altra sta-tua è stata imbrattata di vernice rossosangue. Che nostalgia per gli anni deidrive-in, della gomma da masticare edel rock’n’roll, quando il Sogno Ame-ricano non era rigido come un proto-collo e bastava poco per divertirsi,anche se eri nero come Chuck Berry(18 ottobre 1926 – 18 marzo 2017). Lastatua eretta in suo onore nella natiaSt. Louis, Missouri, non è stata og-getto di contestazioni, ma anche laStoria della musica viene riscrittacome quella politica: la sua è statacondannata a un progressivo oblio, oalmeno all’indifferenza. Che forse èancora peggio, non suscita neppure leemozioni negative dei monumentisudisti. Artisti rivoluzionari comeJimi Hendrix e Jim Morrison hannofatto sembrare il rock’n’roll una mu-sica di mero intrattenimento, ma un

Rolling Stone come Keith Richards –che citeremo spesso - ha le ideechiare: “non c’è niente di meglio, fi-datevi.” E “Rolling Stone”, la rivista,lo ha collocato al quinto posto fra gliartisti più importanti di sempre, allespalle di Beatles, Dylan, Elvis e Sto-nes. Eppure Chuck, il primo albumdi inediti dopo 38 anni, è passato insordina.

“Io volevo solo suonare il blues manon c’era abbastanza tristezza den-tro di me. A casa nostra non si è maisaltato un pasto.” (Chuck Berry)

Il recente documentario sul concertocubano dei Rolling Stones si intitolaHavana Moon, e non tutti hanno no-tato che è un esplicito omaggio al-l’omonima, bellissima canzone diChuck Berry. Come ricorda Keith Ri-chards, ancora lui, il repertorio deiprimi Stones era composto da“Chuck Berry e qualche blues”. Illoro primo 45 giri, nel 1963, non po-teva che essere una cover di Berry,Come On. Anche gli Stones della ma-turità, in realtà, non si sono allonta-nati troppo dalla sua lezione musi-cale, fatta di riff chitarristici e suoniscarni che non disdegnano il folk e ilcountry ma arrivano dal blues: neisuoi dischi per la Chess Records, l’eti-chetta che contattò su suggerimento

di Muddy Waters, il basso è suonatoda un gigante del blues come WillieDixon. Senza dimenticare JohnnieJohnson al piano, Freddy Below oEbby Hardy alla batteria… I rapportipersonali fra i tanti discepoli diven-tati famosi e il loro idolo non sonomai stati banali, basti ricordare l’epi-sodio del pugno in faccia a Keith, pu-nito per aver osato toccare il manicodella sua chitarra, in camerino. Nonaveva un carattere facile, perché nonha avuto una vita facile. Se la carrieradi Elvis è stata messa a rischio dalservizio militare, quella di Chuck èstata devastata dalle visite ai rifor-matori e alle carceri americane, inpuro stile Jailhouse Rock. Come LouisArmstrong, come Merle Haggard,come Steve Earle. Ha inventato lamusica dei teenager, ma la primavolta che è uscito dal carcere avevagià 21 anni, e i suoi successi sono ar-rivati quando era già un trentenne. Ilperiodo peggiore lo ha passato tra ilfebbraio del 1962 e l’ottobre del 1963,ospite nel penitenziario di TerreHaute, Indiana. Condannato persfruttamento della prostituzione acausa di una ragazzina apache cheaveva fatto lavorare in un suo locale.Secondo Berry uno squallido com-plotto della Maggioranza Silenziosa.La caldissima You Never Can Tell,canzone rilanciata da Tarantino in

10 FDS 262▼ In Copertina • CHUCK BerrY

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“Pulp Fiction”, quella del ballo fraUma Thurman e John Travolta, èstata composta in una cella gelida.Nonostante una fedina penale cosìmalridotta, Jimmy Carter lo ha invi-tato a suonare alla Casa Bianca nel1979, e in una celebre foto Bill Clintone Tony Blair lo abbracciano estasiati.Perché Colombo ha scoperto l’Ame-rica, pazienza se c’erano già arrivati iVichinghi, ma Chuck Berry ha creatoil rock’n’roll.

“Vorrei essere capace di esprimermicome Chuck Berry.” (Elvis)

Ha preso la voglia di raccontare sto-rie tipica del country dei bianchi el’ha sposata con il calore del rhy-thm’n’blues, creando una musica chenon puoi ascoltare restando fermo. Èstato il primo artista a imporre la chi-tarra elettrica come lo strumentoprincipale delle canzoni, ricche di as-solo. Ha dato al rock’n’roll la teatra-lità e il senso dello spettacolo cheoggi diamo per scontati ma li ha in-

ventati lui, giocando con il pubblicocon pose da autentico mattatore. Scri-veva grandi singoli e li presentavacon il duck–walk, il passo dell’anatrache è diventato il suo biglietto da vi-sita, e sarebbe stato ripreso, pari pari,da Angus Young degli AC/DC.Chuck Berry si è imposto con un’im-magine sfacciata e potente, suonandoper gli adolescenti bianchi che lo per-donavano anche se rubava loro le ra-gazze, tanto era bravo nel rappresen-tare le loro frustrazioni nei confrontidella scuola (School Day) e degli ob-blighi sociali (Too Much MonkeyBusiness). Cantando di viaggi inmacchina senza meta, con le vibra-zioni dei grossi motori americani chediventano espressione di libertà in-dividuale, per andare dove si vuole earrivare persino alle ragazze. Sembrapoco, ma all’epoca bastava per essereconsiderati irriverenti o peccaminosi,a seconda del contesto sociale. Un ar-tista americano al cento per cento,nella sua ricerca del successo rias-sunta nella memorabile Johnny B.Goode. Mentre in Roll Over Beetho-ven, ripresa anche da quei Beatlesche risponderanno alla sua Back inthe Usa con Back in the USSR, dàl’assalto ai valori borghesi dei geni-tori con la faccia da schiaffi di chipretende uno spazio tutto suo: Lasciaperdere Beethoven, informa anche Tchai-kovsky, e fatti questo rhythm ‘n blues.Chissà in quante famiglie americaneci si appassiona per Beethoven, oggi,forse per questo non si ascolta piùnemmeno il rock’n’roll. Che Berry co-struiva con una tecnica apparente-

mente semplice ma assolutamente ef-ficace. Come sottolinea il solito KeithRichards, è l’unico chitarrista chesuona gli assolo senza lasciarsi an-dare a delle smorfie. Chuck riesce asorridere, mentre suona, completa-mente distaccato dal lavoro delle suedita, che hanno imparato la lezione diT-Bone Walker adattandola allanuova realtà musicale. Cantando didonne e motori già dal primo sin-golo, Maybellene (1955), l’inno allavita di un Lucignolo che non copia lamusica di nessuno, ma la modella at-torno alla sua immagine. Nera e sor-ridente.

“Dò alla gente esattamente quelloche vuole. Con certe canzoni com-muovo il pubblico fino alle lacrime.Bene, perché voglio che rimangaqualcosa di me, dopo che me ne saròandato.” (Chuck Berry)

C’è una foto di Lorde, la giovanis-sima diva del pop mondiale, che losaluta guardandolo come se fosse unSanto, illuminata. Un pezzo di storiavivente che ha cessato di essere talesolo da pochi mesi, così non ha po-tuto vedere la pubblicazione diChuck, arrivato 38 anni dopo l’ul-timo album di canzoni nuove, RockIt. Era stata annunciato il 18 novem-bre 2016, durante i festeggiamenti delsuo novantesimo compleanno.Avrebbe avuto almeno la soddisfa-zione di vederlo entrare nella Top Teninglese, mentre negli Stati Uniti non èandato oltre la quarantanovesima po-sizione, e in Italia si è fermato alla

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settantaduesima: nulla. Ok, è l’albumdi un vecchio, dipende dal peso chedate all’anagrafe. La bellissima RulaJebreal, in una trasmissione su La7ha attaccato Ernesto Galli della Log-gia dandogli del “vecchio”, per of-fenderlo. Ma forse va giudicato perquello che scrive e dice, il Professore,così come Chuck va valutato percome suona. Bene, benissimo. Noncredete ai coccodrilli, spesso scritti li-mitandosi ad attingere a Wikipedia,che raccontano la sua carriera disco-grafica come una continua meravi-glia. Nessuno è perfetto, neppureChuck Berry. Anzi. Era un artista dasingoli, come tutti i maestri del roc-k’n’roll, i suoi ellepì erano essenzial-mente delle raccolte di 45 giri. Con idischi della Chess Records non sba-gliate di certo, ma ha anche realiz-zato album deboli, se non mediocri.Come i suoi concerti, dove un per-former eccezionale si faceva spessoaccompagnare da artisti locali dal pe-digree incerto, pur di risparmiarequalche dollaro. Ecco, premesso cheChuck non è un capolavoro, è co-munque un album assolutamente di-gnitoso, e non solo per la presenza diartisti attuali come Tom Morello oGary Clark Jr., che non ne cambianogli equilibri. È essenzialmente fatto incasa con la fidatissima Blueberry HillBand, le chitarre del figlio CharlesBerry Jr e del nipote Charles Berry III,la voce della figlia Ingrid che duettacon lui nel brano più toccante, anchese con l’asciuttezza tipica di Berry. InDarlin’ confessa: “tuo padre invec-chia, posa il tuo cuore sulla mia spallaché il tempo sfuma in fretta”. E nelvalzerone live ¾ Time (Enchiladas)fa proprio il testo di Tony Joe White,quando confessa di stare ancora al-zato, la notte, per scrivere canzoni.

“Amo quello che faccio, e spero chenon finisca troppo presto.” Chuck èun album sul tempo e la fine che in-combe, senza la drammaticità diBlackstar di Bowie o You Want inDarker di Cohen. Ma a modo suo èuna riflessione, per quanto inevita-bile. E in questo senso vanno letti an-che i ringraziamenti alla moglie chegli è stata accanto per 68 anni, The-metta, sopportando i tradimenti e lecondanne. Lady B Goode (rivisita-zione della leggendaria Johnny BGoode) e Wonderful Woman sonoquindi un riconoscimento alla per-sona più importante della sua vita.Ma Berry riesce ancora a immedesi-marsi nei ragazzi e nei loro piccoliproblemi, ricordando di quando erapiccolo ma voleva stare con i grandiper divertirsi (Big Boys), e anche Ja-maica Moon (rilettura di HavanaMoon) è un invito a prendersi la vita,a godersela tutta e subito. Peccato chela produzione sia un po’ troppo pu-lita, come la voce, un po’ di polvereanalogica avrebbe reso ancora piùcredibili delle canzoni che trovano inDutchman, un parlato fitto e a musoduro come certi pezzi di Tom Waits(ascoltare per credere), la dimostra-zione definitiva che il rock’n’roll fabene come gli Omega 3.

Chuck Berry “Chuck” LP + download Decca Records 00602557561241Prodotto da Chuck Berry, tutte le can-zone scritte da Chuck Berry, eccetto laterza e la quarta traccia

“Wonderful Woman” – 5:19“Big Boys” – 3:05“You Go to My Head” (Haven Gille-spie, J. Fred Coots) – 3:21“3/4 Time (Enchiladas)” (Tony Joe

White) – 3:47“Darlin” – 3:20“Lady B. Goode” – 3:00“She Still Loves You” – 2:55“Jamaica Moon” – 3:50“Dutchman” – 3:47“Eyes of Man” – 2:27

Musicisti: Chuck Berry – chitarra elettrica, voce,produzione

The Blueberry Hill BandRobert Lohr – pianoforteJimmy Marsala – bassoKeith Robinson – batteria

Altri musicistiCharles Berry Jr. – chitarraCharles Berry III – chitarra in “Won-derful Woman” e “Lady B. Goode”Ingrid Berry – voce, armonicaTom Morello – chitarra in “Big Boys”Nathaniel Rateliff – cori in “Big Boys”Gary Clark Jr. – chitarra in “Wonder-ful Woman”Debra Dobkin – batteria e percussioniin “Jamaica Moon”The New Respects – cori in “Darlin’”Jeremy Lulito – batteria

14 FDS 262▼ In Copertina • CHUCK BerrY

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Pylon Audio è una giovane realtà europea, un marchio di diffusori acu-stici di ottima qualità con un rapporto qualità/prezzo invidiabile, cheha saputo coniugare la tecnologia e l’esperienza nella lavorazione dellegno e nella metallurgia con una grande conoscenza elettroacustica.Fondata nel 2011, Pylon Audio è presente in Europa, Nord America eAsia. Da qualche settimana questa interessante realtà polacca, già notata indiverse occasioni a Monaco, è distribuita in Italia grazie all’intrapren-denza e alla lungimiranza della MGP AUDIO, realtà lombarda diret-ta da Angelo Jasparro, nome noto nel settore in Italia e non solo.Noi le abbiamo già in redazione e il prossimo mese uscirà la prova del-le OPAL 23… un diffusore che, siamo sicuri, piacerà a molti di voi siaper il prezzo che per le capacità soniche.INFO: mgp-audio.weebly.com

16 FDS 262 ▼ Il Cappello a Cilindro • Notizie dalle Aziende • a cura di Giada Ventura

MGP AUdio distribuisce per l’italia idiffusori della PYLon AUdio

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18 FDS 262 ▼ Il Cappello a Cilindro • Notizie dalle Aziende

Si è conclusa con grande successo la 20°edizione di Sintonie High-End VideoExhibition, una grande sfida quest’annoper lo staff, ma superata a pieni voti e contanta soddisfazione. Nel complesso Sin-tonie Rimini ha avuto un totale di circa1700 visitatori, di cui il 35% nella giorna-ta di venerdì ed il restante 65% nellagiornata di sabato (il 20% delle presenzedi sabato è relativo a visitatori che eranogià entrati venerdì). Il comitato organiz-zatore ha già ipotizzato le date per la pros-sima edizione: 21-22-23 settembre 2018.Vi diamo appuntamento al 21, 22 e 23 set-tembre 2018 al Palacongressi di Rimini.INFO: sintoniehifi.it

Si è da poco conclusa SintoniEriMini 2017... appuntamento asettembre 2018

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Reduce dal successo di IFA, Bang & Olufsen ha presentato anche in Italiale sue ultime e attesissime novità: il diffusore frontale BeoLab 50 e il tele-visore BeoVision Eclipse.Frutto della ricerca e sviluppo tecnologico che hanno caratterizzato BeoLab90, BeoLab 50 è il nuovo diffusore top di gamma Bang & Olufsen che ab-bina a un’acustica raffinata (grazie alla tecnologia Active Room Compen-sation e all’esclusiva Acoustic Lens Technology) un design unico. BeoSoundShape, è il nuovo sistema di speaker wireless di Bang & Olufsen, disegna-to da Øivind Alexander Slaatto, che abbina a un audio straordinario un de-sign personalizzabile, migliorando l’acustica negli ambienti chiusi anchequando è spento.INFO: www.bang-olufsen.com/it

M2Tech comunica di aver pubblicato su Google Play la appper il controllo remoto dello Young MkIII tramite smar-tphone e tablet utilizzanti il sistema operativo Android edotati di interfaccia Bluetooth. La app permette di gesti-re tutti i parametri funzionali dello Young MkIII. Inoltre,permette di configurare completamente l’apparecchioagendo sui settaggi normalmente accessibili tramite ilmenu del display frontale.La app è eseguibile su tutti i dispositivi Android e non in-fluisce sullo streaming audio, che può essere effettuato dal-lo stesso dispositivo che esegue la app o da un altro di-spositivo, anch’esso collegato via Bluetooth allo YoungMkIII.È possibile scaricare la app accedendo a Google Play edeffettuando una ricerca per “M2Tech”, oppure utilizzan-do un QR code.INFO: www.m2tech.biz

20 FDS 262▼ Il Cappello a Cilindro • Notizie dalle Aziende

Bang & olufsen presenta BeoLab 50

M2tECh pubblica la app Android per ilcontrollo dello YoUnG MKiii

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21Notizie dalle Aziende • Il Cappello a Cilindro▼ FDS 262

In anteprima italiana il convertitore D/A Reference DAC di MSB Te-chnology, ultimo nato della casa californiana, che racchiude nuove edavanzate soluzioni tecnologiche, per una performance sonora che pro-mette di catturare letteralmente. MSB sviluppa e raffina la tecnologiaR2R Ledder (ad oggi utilizzata anche da alcuni competitors a trainodell’esempio e dei successi di MSB) introducendo i nuovi moduli D/AHybrid DAC sviluppati per l’ammiraglia Select II. Altra novità i fina-li valvolari VAC Signature 200iQ, presentati per la prima volta in Eu-ropa a maggio 2017 presso il Monaco High End.

Ed infine la no-vità di VAC intema di ampli-ficazione: il finale Signature 200iQ. Si tratta di una elettronica val-volare (KT88) completamente bilanciata che implementa il sistemadi controllo dinamico del bias di ciascuna valvola di potenza (de-nominato iQ) durante la riproduzione musicale. Questo brevetto derivato da una ricerca decennale e ad uso finoad oggi dei grandi monofonici della casa statunitense, permet-te in ogni momento di far lavorare ogni valvola nelle sue miglioricondizioni a prescindere dalla potenza richiesta nel singolo istan-te e dalla suo utilizzo.INFO: www.mondoaudio.it

noVitÀ da MondoAUdio

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22 FDS 262 ▼ Il Cappello a Cilindro • L’ascolto critico • di Roberto Pezzanera

Prima di addentrarmi sul perico-loso sentiero oggetto del presentearticolo, vorrei esporre ai letto-

ri quello che è il mio punto di vista sul-la nostra malattia cronica che in ger-go chiamiamo “audiofilia”. Se non viesponessi questi pensieri, tutto ciòche leggerete successivamente po-trebbe non avere alcun significato.Spesso l’audiofilo è bistrattato, manon solo da chi non lo è, ma soprat-tutto dai suoi simili. Questo se ci pen-sate bene non è normale. In altre cer-chie di hobbisti tutto ciò non succede.Un appassionato di francobolli nondarà mai dell’idiota ad un altro ap-passionato semplicemente perché col-leziona francobolli di un’altra epoca;un collezionista di automobili non li-tigherà quotidianamente con un suocollega perché costui predilige auto-mobili americane piuttosto che italia-ne. Nel nostro mondo invece gira tut-to diversamente, basta leggere i forumpiù gettonati. Spesso e volentieri si ar-riva alla vera e propria rissa verbale.Vi siete mai chiesti perché succede?Succede perché noi non siamo hobbi-sti, o meglio non siamo solo questo. Èvero, abbiamo questa passione smo-data e a volte insana per l’elettronicaaudio, ma dietro a tutto ciò c’è un’al-tra passione, questa si molto sana, cheè quella per la musica. La riproduzioneaudio è la scorciatoia per ascoltare ognigiorno musica senza obbligo di andaread un concerto. Quindi è vero che ri-produzione audio non è arte e che icomponenti di una catena audio nonsono pezzi d’autore, ma di controsurrogano una necessità vitale del-l’appassionato nel ricevere con conti-nuità il suo allucinogeno preferito.Ergo la riproduzione non è arte in séma serve per proporre la prima e piùimportante delle arti umane che è lamusica. Nel gustare la musica quindi

si entra nell’oscuro mondo del “per-cepire”. Se un componente audio mifa percepire meglio la mia musicapreferita è migliore di un componen-te che non ci riesce. Come ho giàscritto in passato, un suono esiste nelpreciso momento in cui c’è qualcunoche lo ascolta, altrimenti è solo aria inmovimento. Il qualcuno non è un mi-crofono che lo cattura e lo registra, maun essere umano con le sue emozioni,i suoi pensieri e la propria cultura. Nonè differente dalla percezione dell’artefigurativa, ad esempio la pittura. Perl’appassionato della pittura il museoè come la sala concerto per l’appas-

sionato di musica, il libro catalogo diuna mostra è l’equivalente della nostracatena audio: ti permette di godere diquei capolavori anche a casa, come ilnostro impianto ci permette di gode-re della nostra musica. Perché vi dicoquesto? Semplice! perché in un miodialogo su un forum in merito ai giu-dizi di ascolto non comprovati da mi-sure mi son sentito dire che “…alloraè solo un parere”. Io ho risposto esat-to! Come lo è la recensione di un al-bum da parte di Mauro Bragagna oquella di un quadro dell’ottocentonapoletano da parte di Sgarbi o il giu-dizio di una fotografia dato da Oliviero

dopo aver descritto quelli che a mio avviso sono i principali parametri di valutazione di un componente,di un accessorio o di una intera catena audio, anche a seguito di alcune lettere giunte in redazione, hodeciso di avventurarmi sulle modalità con cui dovrebbe essere condotto un ascolto critico. Chissà se mene pentirò! Sicuramente non metterò tutti d’accordo con questo articolo ma sicuramente sarà vera-mente l’ultimo della rubrica.

Valutare un impianto audio: condurre un ascolto critico

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23L’ascolto critico • Il Cappello a Cilindro▼ FDS 262

Toscani. Cosa cambia? Qualcuno di voiha mai chiesto una misura per attri-buire un valore alla qualità di un Ca-ravaggio? Se nella profondità del vo-stro animo vi serve quella misura èperché non vedete nel tal quadro labellezza che esso sprigiona. La bellezzadi una fotografia ha bisogno di misu-re per essere suffragata? Le uniche mi-sure che conosco per descrivere una fo-tografia sono le sue dimensioni; manon certo per attribuirle un valore este-tico o emozionale. Dei 5 parametri di-scussi nella rubrica solo uno è misu-rabile, ed è la dinamica, perché è unacapacità. Gli altri 4 aspetti sono inve-ce qualità e, per sua definizione, laqualità non si misura ma si percepiscee si comprende. Si dice che il mero ascolto quindi nonè oggettivo! Vero, rispondo io. Non c’èsuono senza un ascoltatore, ricordate?Quindi laddove ci deve essere il sog-getto si parla di soggettività. Ma la mi-sura invece è oggettiva! Esatto dicosempre io. E aggiungo: il problema ècosa misurare. Non ho dubbi che conl’attrezzatura giusta oggi possiamo mi-surare qualunque grandezza fisica.Puoi misurare RIF, Slew Rate, fattoridi smorzamento, rapporti segnale ru-more, distorsioni di ogni tipo (THD,TND, TMD) ma alla fine all’ascoltatoretutto ciò non serve. Puoi cucinare nel-le migliori pentole del mondo, con lemigliori materie prime che esistano,ma se il cuoco non è all’altezza ilpiatto che realizzerà sarà in fin dei con-ti mediocre. Eppure sono convinto chele misure di quel piatto saranno ecce-zionali.Se la premessa (un pochino lunga, loammetto) è chiara, possiamo concen-trarci sul tema di questo articolo cheè l’ascolto critico. Possiamo con cer-tezza dire, senza tema di smentite, che

questo è soggettivo. Sono io che ascol-to. Ma l’ascolto critico si “oggettiviz-za” (N.d.R.: si cerca di rendere ogget-tivo) andando a valutare i 5 aspetti dicui abbiamo parlato: dinamica, detta-glio, trasparenza, scena, timbrica.Questi 5 aspetti non sono soggettivi.Se una scena è grande, non è che io lasento piccola. Se il dettaglio è in ab-bondanza, così lo percepirà qualunqueascoltatore. Bisogna solo essere allenatia cercare questi parametri. Ma non ba-sta! Dobbiamo essere certi di mettereil componente audio che stiamo va-lutando nelle condizioni di potersiesprimere. Ci sono tre aspetti da cu-rare:- Ambiente- Catena audio- Musicae che dobbiamo considerare nel-l’ascolto critico. Dobbiamo ovvia-mente precisare che l’ascolto criticopuò avere diverse finalità.:1) Ascoltare il proprio impianto oquello altrui per darne un giudizio;2)Ascoltare un impianto per fare unavalutazione comparativa tra 2 com-ponenti inseriti nella medesima cate-na audio;3) Recensire un componente audio.Negli ambiti di cui al punto 1 e 2 ov-viamente, si parte dal presupposto checatena audio e ambiente sono degli in-varianti e lascio il concetto di recen-sione alla fine di questo articolo. Parliamo di ambiente di ascolto. Ti-picamente una saletta dedicata allamusica per i più fortunati o un saloneper quelli meno fortunati (come adesempio il sottoscritto). L’ambientedeve essere conosciuto e soprattuttoidoneo. Se devo valutare l’immaginesonora, non posso avere i diffusori ad-dossati alle pareti. Per la stessa ragio-ne quando valuto il bilanciamento

tonale, che è uno degli aspetti dellatimbrica, i diffusori devono esserelontani dalle pareti per evitare rinfor-zi indesiderati in bassa frequenza.Ad esempio, nel mio salone, nellaposizione di ascolto quotidiana, il dif-fusore destro è vicino alla parete late-rale. Fortunatamente questo posizio-namento, anche per la tipologia del dif-fusore non determina grandi squilibri.In ogni caso, qualora devo effettuareascolti più impegnati cambio il posi-zionamento dei diffusori avvicinandolial punto di ascolto e muovendoli ver-so sinistra di circa 1 metro. In questomodo ovviamente la scena sonora netrae grande beneficio.Nell’ascolto critico, la catena audio haper ovvi motivi un contributo preva-lente. Tendenzialmente questa do-vrebbe essere costituita da componentidi qualità simile a quella del compo-nente sotto valutazione. La cosa im-portante è che la qualità della catenasia almeno più alta per evitare spia-cevoli colli di bottiglia per il compo-nente sotto esame. Fare un test di unamplificatore molto prestigioso in unacatena audio entry level non è unagrande idea. A volte, invece, si fa il con-trario, ossia si inserisce un oggetto difascia economica in una catena audioimportante per valutarne i limiti. Lamia idea è comunque che l’equilibriovince sempre. Se dobbiamo valutareuna coppia di diffusori molto ostici(bassa sensibilità, moduli di impe-denza tormentati, molto vie, etc..) sa-rebbe il caso di non utilizzare un am-plificatore da 15 watt. Mi sembra sen-sato, giusto? Non pensate però che siacosì scontato.Una volta inserito il componente nel-la catena audio dovremmo comincia-re a dargli in pasto musica. La primacosa da non dimenticare mai è che pri-

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24 FDS 262 ▼ Il Cappello a Cilindro • L’ascolto critico

ma di cominciare a valutare il suono,l’impianto deve essere acceso da unpo’. Da me questo po’ è minimo 30 mi-nuti anche se molto meglio un’ora, maogni impianto ha i suoi tempi di ri-scaldamento. La seconda cosa da nondimenticare è il rodaggio in caso stia-mo valutando un oggetto nuovo. Que-sto è fondamentale. Ogni componen-te ha il suo tempo di rodaggio oltre ilquale le performance si stabilizzano.Solo come esempio, quando ho inse-rito il mio DAC economico TEACUD-301 nell’impianto, alla prima ac-censione mi sono spaventato. Sonopassato dalla musica suadente e deli-cata del DAC interno del Musical Fi-delity A3CD alla aggressività e ruvi-dezza del nuovo arrivato. Ci sonovolute tante settimane per arrivare alcompletamento del rodaggio. Sentireil TEAC appena arrivato e oggi sem-brano due macchine totalmente dif-ferenti. Ci sono costruttori che consi-gliano centinaia di ore di rodaggio pri-ma di stabilizzare le performance delproprio prodotto. Smarcati anche ipunti di riscaldamento (obbligatorio)e rodaggio (se necessario), possiamoiniziare gli ascolti. Che software mu-sicale utilizziamo? I criteri da rispet-tare sono sostanzialmente 3: utilizza-re materiale noto, che sia tecnica-mente valido ossia ben registrato e chenon ultimo piaccia. L’impianto siascolta per fruire della musica, quin-di dobbiamo utilizzare musica di no-stro gusto. Io non potrei mai utilizza-re generi metal o hard rock per valu-tare un impianto. È musica che non ap-

prezzo, quindi indispone il mio cer-vello ed il mio animo e determina unoffuscamento delle capacità psicoa-custiche. Che serva materiale tecnica-mente valido non penso debba spie-garlo. Utilizzare un disco con DR 5 pervalutare la dinamica lo vedo un po’complicato, Se la registrazione mancadi palcoscenico, sarà difficile ricrear-lo e così via discorrendo. Ma perché ilmateriale deve essere ben noto? Èmolto semplice, perché in questomodo ne conosciamo ogni aspettomusicale, magari lo abbiamo sentito inmille occasioni, in tanti ambienti di-versi con tanti impianti. Questo aiutaa capire il proprio gusto ed a conoscerele varie sfumature della stessa regi-strazione in differenti contesti. Anco-ra di più, aiuterebbe il poter frequen-tare assiduamente concerti. È tuttaesperienza che crea un bagaglio di co-noscenze nel nostro cervello. Negli ar-ticoli precedenti della rubrica ho cer-cato di fornire dei dischi per valutarequei parametri. Sono tutti dischi ec-cellenti dal punto di vista della regi-strazione ma ce ne sono infiniti altri.La cosa importante è ascoltare ciòche ci emoziona e che permette alla no-stra psiche di ben predisporsi al-l’ascolto. In realtà ci sarebbero altre 2regolette da rispettare oltre alle tre giàcitate nella scelta del materiale. La pri-ma è quella di cimentarsi in generi acu-stici e la seconda è di scegliere tra que-sti almeno qualche disco di musicaclassica. Il motivo dell’acustico è mol-to chiaro. Se devo valutare la timbri-ca di un impianto è meglio farlo con

strumenti che ti permettano di avereuno pseudo riferimento. È vero chenon tutti i violini suonano uguali masicuramente una chitarra elettrica po-trà distorcere in mille modi diversi.La scelta della classica non è elitariama, in particolare il genere sinfonico,risulta essere di una complessità taleda mettere spesso e volentieri in dif-ficoltà molto impianti. Vuoi perché latrama del messaggio sonoro è moltodensa di informazioni, vuoi perché leescursioni dinamiche sono iperboliche,vuoi perché tipicamente la cura nelleregistrazioni è estrema, secondo ilmio modesto parere un disco di clas-sica non dovrebbe mai mancare in untest degno di questo nome. Lo diceuno come me che non è un esperto dimusica classica, anzi ho imparato adapprezzarla e poi amarla solo negli ul-timi anni. Una eccezione fatela! Anchese non siete amanti della musica clas-sica, durante un test di valutazione, undisco nella vostra playlist inseritelo.Con il tempo apprezzerete!Adesso siamo pronti. L’ambiente è co-nosciuto e idoneo, l’impianto è acce-so e caldo al punto giusto, i dischi li ab-biamo selezionati; pronti e via! Il pa-drone di casa consegna le bende, spe-gniamo la luce così non vediamo nul-la di sicuro, e… fermi tutti sto scher-zando! Non ditemi che non volete fareun test in cieco, doppio cieco o addi-rittura triplo cieco? Molti diranno mache cosa sono? Bene, io ve lo raccon-to in poche righe e poi vi spiego per-ché secondo me questi test hanno, nel-l’ambito in questione, una utilità pres-soché nulla.Il “blind test”, o test in cieco, nasce sto-ricamente nell’ambito farmacologicoed in particolare nella sperimenta-zione degli effetti dei farmaci sull’uo-mo. Immaginiamo di voler speri-mentare su un essere umano un far-maco per contrastare i sintomi dellafebbre: si seleziona il campione dei pa-zienti (migliaia di persone) secondoprecisi protocolli statistici e medici e sisomministra a questi pazienti il far-maco A o il farmaco B. Nella realtà unodei due è un placebo ossia un prodottochimicamente inerte (è come fosseacqua). Ovviamente il paziente è il cie-co ossia non sa se sta prendendo il far-maco o il placebo. Nel tempo si com-prese che questa pratica era insuffi-ciente, nel senso che il medico chesomministrava il farmaco sapeva sestava fornendo il vero medicinale o ilplacebo. Questo poteva comportare ri-schi di alterare l’indagine statistica sul-la validità del farmaco stesso per 2 ra-

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25L’ascolto critico • Il Cappello a Cilindro▼ FDS 262

gioni: per dolo da parte del medico, os-sia egli stesso poteva riportare stati-stiche differenti dalla realtà per moti-vi economici; oppure perché con il suocomportamento poteva far capire alpaziente cosa gli stava sommini-strando. Per questa ragione fu creatoil “double blind test”, o test in doppiocieco in cui il medico sapeva solo sestava somministrando A oppure Bma non sapeva quale dei due era ilvero farmaco sotto sperimentazione.Non contenti, per annullare qualunquerischio di errore per colpa o per dolofu definito il “triple blind test”, o testin triplo cieco, in cui non solo medicoe paziente erano all’oscuro di tutto maanche il soggetto che curava la stati-stica non era a conoscenza di chi fos-se A e chi B.La medicina e a maggior ragione la far-macologia sono scienze sperimentalie sono nate basandosi sulla statistica.Non è matematica ma applicazione diprocedure (cosiddetti protocolli) chesono stati codificati nel tempo in basealla esperienza. Voi tutti sapete che ilbuon medico è colui che ne ha viste ditutti i colori e con l’esperienza matu-rata può emettere diagnosi spesso evolentieri corrette. Nell’esempio che viho fatto dei farmaci A e B, quello chesi misura dopo la sperimentazione ècome si è comportato il farmaco sul-la popolazione del campione a cui èstato somministrato e come si è com-portato il placebo sull’altro campione.Se le percentuali di buon funziona-mento del primo sono molto più altedel secondo si conclude dicendo cheil farmaco ha effetto e magari ha sen-

so immetterlo sul mercato. In tutto ciòquindi si sta misurando la percentua-le di accadimento di un effetto ogget-tivo ossia la febbre scende oppurenon scende, il paziente non ha il doloreoppure ha dolore,….Terminata questa filippica di cui miscuso anche per la banalizzazione, ri-flettiamo un attimo e trasponiamotutto nel mondo audio: il paziente inquesto caso è l’ascoltatore, il medico ècolui che è in cabina di regia a stacca-re e attaccare componenti e il terzo in-comodo è colui che registra le im-pressioni di ascolto.Immaginiamo di fare la prova di 2 let-tori cd all’interno di una catena audioche connetteremo all’ingresso A e al-l’ingresso B di un ampli integrato. Im-maginiamo che sia mio figlio a con-netterli quindi solo lui ha questa in-formazione. Io, come padrone di casa,ho in mano il telecomando per cam-biare da A a B la sorgente ma non sochi sia connesso ad A e chi a B. Gli al-tri ascoltatori come me non sannonulla. A questo punto iniziamo gliascolti e cominciamo con A, poi dopo10 minuti andiamo a B (ovviamenteavendo cura di pareggiare i livelli diuscita), poi di nuovo A e poi ancora Be così via fino a sfiancamento della pla-tea. In tutto questo andirivieni, nes-suno dovrà parlare e commentareperché altrimenti suggestionerà glialtri presenti. Al termine dell’ascolto(immaginiamo 3 ore), il padrone dicasa (ossia io in questo caso) chiamasua moglie che interrogherà singolar-mente persona per persona me com-preso lontano da orecchie indiscrete.

Alla fine lei stilerà una classifica in basea ciò che è stato chiesto e si vedrà seha vinto A su quel parametro o B suquell’altro. Poi si andrà a verificarequale era il CD player connesso ad Ae poi a B. Quello che abbiamo descrittoin queste poche righe è un test triplocieco. Ora sfido chiunque di voi a dir-mi quanti ne ha svolti nella vita! Am-messo che ne abbiate fatti, vi dico su-bito che ci sono molte cose che fannosi che questo sia un test NON atten-dibile per la letteratura scientifica:1)Manca la numerosità del campione.Ossia non è statisticamente rilevantea meno che lo organizziate in uno sta-dio. Ma li ci sarebbero grossi proble-mi di acustica;2) Il campione non ha una composi-zione rilevante ai fini per cui è statopensato. Non sono cioè rappresenta-te tutte le categorie audiofile: età, ses-so, cultura, idoneità uditiva, etc.3)Non stiamo rilevando un effetto og-gettivo ma state chiedendo a delle per-sone un parere soggettivo proprioperché stiamo chiedendo di valutareuna percezione umana;4) Per quanto detto al punto 3, richie-dendo ad una persona di esprimere unparere sul percepito ossia su quanto ri-levato dal proprio organo sensorialeche in questo caso è la coppia orec-chio/cervello, il test non può dirsi va-lido in quanto l’intera procedura met-te in crisi il cervello stesso attraversol’ansia. Una persona che viene solle-citata su un percepito non è affatto det-to che reagisca in maniera adeguata aquanto il test richiedeva. È un po’come l’alunno che a casa conosce per-fettamente la poesia e poi in classequando va alla cattedra non si ricordaneanche una parola.Oltre ai punti descritti, che mi sem-brano comunque più che sufficienti, michiedo da audiofilo incallito: ma io lafarei una prova del genere? Ma è di-vertente? Io costruisco una catena au-dio per questo? Se io vado ad ascoltareun impianto in compagnia (e lo facciospesso), è solo per rilassarmi e passa-re qualche ora piacevole. Non nego chequalche ascolto in cieco l’ho fatto an-che io, tipicamente per valutare ilsoftware musicale, tipo una traccia24/96 contro un CD masterizzato ecosì via. Confesso che raramente cisono stati giudizi unanimi. Più fre-quentemente ognuno diceva la sua.Ma è normale che sia così.

Qualche paragrafo più su avevo ac-cennato a tre finalità per un ascolto cri-tico. La terza era quella di recensire un

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26 FDS 262▼ Il Cappello a Cilindro • L’ascolto critico

prodotto. L’ascolto critico è senz’altro una del-le parti rilevanti di una recensione incui: ambiente, catena di riferimento,software musicale utilizzato assumo-no un aspetto estremamente impor-tante poiché l’esito della recensionepuò influenzare le persone in un sen-so o nell’altro verso il prodotto oggettodella prova. Ho parlato di ascolto cri-tico al singolare ma, se qualcuno di voinon lo sapesse, le recensioni di FDS, dasempre, sono supportate da diversesettimane di ascolti, spesso mesi, quin-di sarebbe più giusto parlare di ascol-ti critici.Con un po’ di tristezza, ultimamente,sento e leggo spesso una grande dif-fidenza verso le recensioni: da una par-te gli assolutisti con le orecchie da pi-pistrello che non si fidano di nessun al-tro al di fuori di se stessi; da un’altraparte, chi apprezza e ostenta solo e sol-tanto misure ed il resto è “fuffa”; perultimo quelli che non si fidano delle re-censioni perché viziate da orienta-menti commerciali (come dire tantosono pagate da qualcuno..)Non parliamo di quello che sento e leg-go in merito ai recensori che ormaisono il male assoluto da cui allonta-narsi perché mercenari che scrivonogiudizi su richiesta.Con la diffusione di Internet pur-troppo si è diffuso quello che io chia-mo “qualunquismo da bar sport” or-mai dietro ad una tastiera tutti si sen-tono potenti e indistruttibili. Si puòparlare anche di ciò che non si cono-sce, tanto vado sul web, copio e incollo

ed il gioco è fatto. Se mi fanno una do-manda, che problema c’è: ritorno su In-ternet, faccio una ricerca in Google, erispondo nuovamente. Quando co-nosci bene un argomento (ma vera-mente bene) è facilissimo e diverten-te individuare questi personaggi cheperò ormai sul web spopolano e fan-no proseliti. Tendenzialmente si riu-niscono in branchi e si supportano l’unl’altro nei forum. Scrive qualcosa A,poi dopo qualche risposta arriva B asupportarlo, poi C supporta B e cosìvia. Spesso si usa lo stesso stratagem-ma sui forum per spingere commer-cialmente un prodotto a dispetto di al-tri. Quindi coloro che criticano adesempio le riviste come quella dove ioho l’onore di scrivere sanno bene chetutto il male che descrivono può esseremolto più distruttivo se fatto su web.Io dico che se voglio studiare perdare l’esame di Analisi 1 alla facoltà diIngegneria, compro il libro consiglia-to dal prof del corso e/o prendo le di-spense da lui realizzate. Non vado astudiare su Wikipedia. Internet deveessere il corollario di una conoscenzae non la sola fonte di conoscenza. Seconosco, posso distinguere il giustodall’errato, il buono dal cattivo, ilvero dal falso. Se non conosco, qua-lunque cosa viene detta diventa legge.Detto ciò possiamo dire che in una re-censione, l’ascolto critico viene sup-portato dalla esperienza e capacità delrecensore e pertanto diviene un “ascol-to qualificato”. Il giudizio finale derivatoda tale ascolto e dal resto della recen-sione del prodotto dovrebbe portare il

lettore a comprendere se quel prodottonella sua fascia di prezzo è qualitati-vamente adeguato.Ecco spesso, convengo con voi, alcu-ne recensioni non evidenziano questeconclusioni. In sostanza il lettore leg-ge attentamente l’articolo e non com-prende se quel tale componente è diqualità o meno, se vale il prezzo di ac-quisto e quali sono le sue migliori qua-lità e quali i più importanti difetti.Spesso non si sa con quale softwaremusicale è stata fatta la prova, spes-sissimo non si capisce in quale catenaè stato inserito, quasi mai si parla del-l’ambiente di ascolto.Ecco, Fedeltà del Suono ha, da qualchemese, intrapreso un percorso di cam-biamento che il Direttore ha rappre-sentato più volte nel suo editoriale.Non siamo ancora a regime ma a bre-vissimo troverete le recensioni di FDSsempre più complete e precise e nel-le quali proveremo a sintetizzare inmaniera più oggettiva possibile pregie difetti del prodotto, il suo rapportoqualità/prezzo ed una sintesi della va-lutazione dei parametri di valutazio-ne. In ognuna troverete sempre alcu-ni dei dischi utilizzati, magari indi-cando nell’articolo stesso dei passag-gi di riferimento e analogamente tro-verete sempre la descrizione della ca-tena in cui il prodotto è stato inseritoed il componente di riferimento dellacatena stessa. In altre parole, dopo averletto la recensione saprete se quelprodotto vale i soldi per acquistarlo.Poi starà a voi andarlo ad ascoltare(sempre ascoltare prima di comprare)e decidere se fa o meno al caso vostro.

Dal punto di vista della obiettività delgiudizio e correttezza etica, da osteposso dirvi solo che il vino è buono mase una rivista, anche con la crisi degliultimi anni, ancora è in piedi e cam-mina ininterrottamente con le propriegambe una ragione ci sarà. Sulla ca-pacità comunicativa dei singoli re-censori sarete poi voi a valutare arti-colo per articolo. Sulla onestà non homai avuto dubbi da lettore e tanto-meno ora che, immeritatamente, fac-cio parte di questa redazione.

Stavolta è vero, questo articolo chiu-de definitivamente la rubrica che hoavuto il piacere di curare. Sperando diaver suscitato nel lettore interesse epassione vi auguro buoni ascolti e spe-ro buone letture delle nostre recen-sioni. Che la musica sempre vi accompa-gni…

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FDS 262▼ Il Regno degli Ascolti • Il mIo ImpIanto • di Marco Franchi

Mi chiamo Marco Franchi, ho quasi 44 anni e abitoa Pisa; su richiesta del Direttore di questa prege-vole rivista vado a raccontarvi la mia triste storia

di audiofilo e musicofilo: sinceramente mi dispiace per ilbuon Andrea, che non sapeva in che guaio si cacciava, e midispiace anche per voi lettori che tale storia dovrete sor-birvela… ma tant’è, che la vita è fatta anche di sofferenza!!Come spero ogni altra persona sulla Terra, sono stato ini-ziato all’ascolto della musica sin dalla più tenera età, dai mieigenitori… e dalla televisione; la fruizione di quest’ultima(dalla seconda metà degli anni ’70 in poi) mi ha permessodi conoscere gli ultimi rimasugli di “Carosello” (le cui tra-smissioni finiranno nel ‘77), di avere una prima infarinatura

di musica classica (grazie agli intervalli della RAI) e di mu-sica pop-rock grazie alle sigle dei cartoni animati; la nasci-ta delle prime televisioni musicali, vale a dire Videomusic,ha fatto il resto… In casa mia, invece, la fruizione della mu-sica era alquanto particolare: mio padre, a parte una modestapassione per Gianna Nannini, era per deformazione pro-fessionale più interessato all’aspetto tecnologico della ri-produzione musicale che alla musica stessa, almeno fino aquando non rivolse il suo interesse a settori dell’elettroni-ca per lui più interessanti (per quasi cinquant’anni ha fat-to il progettista elettronico in ambito industriale e automotive,garantendo così i canonici tre pasti giornalieri); mia madre,sostanzialmente casalinga, aveva (ed ha tutt’ora) del-

IN PRINCIPIO FU IL SUONO, E CHE SUONO. ERA MEGLIO IL SILENZIO…Biografia semi-seria di un appassionato di musicacon la volontà di ascoltarla al meglioSalve, è sempre difficile parlare dei propri fatti personali, dei perché e dei come le nostre persone sonogiunte dalla propria infanzia ad ottenere certi risultati invece di altri, ad avere determinati caratteri econvinzioni, ad esporre le proprie idee (vi confesso, tra l’altro, che la musica che ascolto e il mio im-pianto stereo sono le sole cose sulle quali sono estremamente suscettibile e permaloso); è quindi conestremo pudore che vado a presentare alla Rivista e ai suoi Lettori questa sorta di “curriculum vitae”dell’universo audio che ci circonda e che ci appartiene...

IL MIO IMPIANTO

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29Il mIo ImpIanto▼ FDS 262

l’ascolto della musica una visione piuttosto utilitaristica: far-le da sottofondo durante le faccende domestiche; accendeva(ed accende tutt’ora) l’impianto, metteva un disco qualsiasisul giradischi e lo lasciava suonare fino alla fine del lato; unavolta finito il lato, il giradischi si fermava da sé e tutto ri-maneva così fino al giorno successivo (lei nel frattempo erapassata a pulire altre stanze) dove rimetteva da capo il so-lito lato del solito disco e tutto ricominciava… In media cam-biava un disco ogni tre o quattro mesi e difficilmente li gi-rava; credo che una delle prime azioni che ho imparato (su-bito dopo il camminare) sia stato girare i dischi sul piatto…e meno male che l’autoradio nella macchina di mio padreaveva l’autoreverse, sennò i lati b di molti dischi della miainfanzia sarebbero rimasti sconosciuti!!!

I PRIMI DISCHIDopo aver subito passivamente fin dalla più tenera età que-sto tipo di ascolto della musica, il mio interesse per l’alta fe-deltà cominciò verso i tredici o quattordici anni per due mo-tivi contingenti: innanzitutto iniziai a comprarmi i primi di-schi, volete sapere quali? Eccoli qui: Segreti (Antonello Ven-ditti), Giorni Infiniti (Pooh), True Blue (Madonna), Slip-pery When Wet (Bon Jovi), Hysteria (Def Leppard), Ma-ster of Puppets (Metallica), The Final Countdown (Euro-pe)*.Come se non bastasse, il vecchio impianto stereo della miafamiglia (un compatto della Sony, lo HST 39A, con giradi-schi sempre Sony PS-212A) cominciava dopo quindici annia dare segni di cedimento e, dato che a mio padre la cosanon interessava minimamente, fui incaricato io, giovane del-fino del regno di via Tesio, di trovare una soluzione… e quicominciano le dolenti note.Se mi fossi limitato ad ascoltare i consigli di amici, paren-ti e compagni di scuola probabilmente sarebbe entrato incasa un altro compatto di fabbricazione giapponese e la cosasarebbe finita lì, permettendo di godermi da ignaro tutti idischi che compravo; purtroppo la mia indole curiosa e ma-sochista mi spinse a comprare per la prima volta le rivistedi settore che trovavo in edicola, riviste che come una po-tente droga mi dettero assuefazione e dalle quali dipendotutt’oggi. Riviste che comunque mi fecero capire che il mon-do dell’audio era molto più vasto ed interessante di quel-lo che avevo conosciuto fino ad allora e che anche il modocorretto di ascoltare era diverso dal mio, più appagante.Smisi di leggere Asimov, Bradbury, Tolkien, Christie, Manne mi buttai sulle riviste di quel tempo (alcune non c’eranoancora, altre non ci sono più, qualcuna c’è sempre) come unlupo famelico di sapere e… poco più di tre anni dopo, nel1990 (sono sempre stato un tipo impulsivo e deciso) final-mente, con tutto quello che poteva permettermi il bilanciocasalingo, arrivò in casa un nuovo impianto, costituito dalgiradischi C.E.C. ST130 (comprato usato da un amico di pa-lestra), amplificatore Technics SU-V470 e diffusori B&W se-rie Vision DS2 (entrambi comprati da Mancioppi, storico ne-gozio pisano chiuso ormai da 20 anni). Il lettore CD? Nonlo comprai, un po’ perché non mi soddisfaceva il suono, epoi non ne avevo la necessità, i dischi nuovi in vinile si stam-pavano ancora… Grazie ai compagni di scuola e al conti-nuo scambio di dischi (le cassette le iniziai ad utilizzare qual-che anno dopo in macchina) allargai le mie conoscenze mu-sicali e così conobbi generi quali il Progressive (italiano e stra-niero), il Rock e la musica d’autore; grazie alle prime fre-quentazioni dei negozi del tempo invece scoprii due dischi(e generi) che tutt’ora amo molto: Michel Petrucciani (Trio:Pianism) e Gary Moore (After Hours). Arrivata la maggiore

età, e presa la fatidica patente… non cambiò niente, men-tre l’iscrizione all’Università (facoltà di ingegneria elettro-nica) mi permise di conoscere nuova gente (nei limiti im-posti dal mio carattere sostanzialmente asociale) e di allargareulteriormente le mie conoscenze musicali, anche se il mag-gior contributo fu dato da una scoperta casuale, fatta un gior-no che decisi di sperimentare le funzioni della mia autora-dio RDS (di cui non ricordo assolutamente marca e modello,forse era una Clarion); cosa scoprii? Beh, innanzitutto la ra-dio, alla quale fino ad allora non avevo dato molto peso, masoprattutto scoprii un’emittente che fino al 31 maggio 2008ho amato ed ascoltato per ore e ore fino a considerarla unmembro della famiglia: RockFM**.Lì ho conosciuto ed imparato ad amare tutte le infinite sfu-mature del Rock, del Metal e del Blues (grazie Fabio Treves!!).Questo, unito alla frequentazione delle mostre di settore (ditutte, dal Top Audio a scendere), dette il colpo finale alla miasanità mentale, con tutte le conseguenze che subisco anco-ra oggi... Nel frattempo, i vinili nuovi incominciavano a scar-seggiare, cosa che mi spinse mio malgrado ad acquistare nel1994 un lettore CD: il Philips CD720. Perché questo? Sem-plicemente perché costava poco e io volevo sperimentaretutto quanto imparato fino ad allora sull’elettronica (che stu-dio fin dalle medie), modificando quella macchina ben ol-tre i limiti del pudore!!!

L’AUTOCOSTRUZIONEGià, l’autocostruzione: praticata fin dalla più tenera età, unpo’ per interesse e un po’ per inclinazione familiare, assie-me al tweaking, sono state il secondo volano che alimen-tava questa passione: grazie a lei ho ri-smesso di leggere Asi-mov, Bradbury, Tolkien, Christie, Mann per approdare adAloia, Viappiani, Giussani e tutti quelli che parlavano di elet-tronica, elettroacustica e autocostruzione. Se non ho casa pie-na di oggetti autocostruiti è solo perché sono fondamen-talmente pigro (a volte perfino ai limiti dell’inedia, a volteanche oltre). Comunque: siamo attorno agli anni 2000, In-ternet inizia ad entrare nelle case di tutti noi e, su quella chediventerà la più famosa “baia” per gli acquisti, un colpo difortuna mi fa trovare un’occasione da non mancare; ecco chearriva a casa mia un bel giradischi Clearaudio ChampionLevel 0 con braccio RB250 e testina Rega Elys, che poco dopoè sostituita da una Benz Wood L2; che possiedo tutt’ora (an-che se il braccio adesso è un RB303 con testina Audio Te-chnica OC7); invece, un tweaking un po’ troppo estremo sul-l’amplificatore, mi “convinse” a sostituirlo con un’ altra oc-casione trovata in un bel negozio della mia zona (Oasi Au-dio, a S. Giuliano Terme): un Monrio MJ (giuro su cosa vo-lete che questo non l’ho modificato). Dato che questo nonaveva un ingresso phono, l’ho usato per anni con due sta-di phono autocostruiti, fino ad approdare all’audio AnalogueAria (ho avuto entrambe le versioni). Sempre Audio Ana-logue (strano, direte voi!!) fu il lettore CD che sostituì il Phi-lips, un Maestro 1° versione (quella con gli oblò).

I PRIMI ACQUISTI…IMPEGNATIVINel 2006, l’assunzione a tempo indeterminato presso unagrossa multinazionale del settore automotive, mi permiseper la prima volta di affrontare spese un po’ più impegna-tive che sfociarono nell’acquisto, presso il negozio Audio Na-tali di Monsummano Terme (PT), di una coppia di SonusFaber Concerto (1° versione) pilotate da un integrato Au-dio Research CA 50 (con set di cavi Transparent). Sul fron-te musicale, avevo ascoltato parecchia radio (soprattutto inauto per motivi di lavoro) ma di dischi ne avevo compra-

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31Il mio impianto▼ FDS 262

ti ben pochi (qualcosa dei TOOL, 10.000 Days e il precedenteLateralus; Afterhours, Ballata per la mia piccola iena) e il cam-bio di impianto dette nuova linfa alla voglia di acquistare nuo-va musica (ed il vinile, piano piano, ricominciava a cresce-re). Nel 2007 l’attiva partecipazione alla fondazione diun’associazione culturale, il Nuvistorclub, mi ha permesso,mio malgrado, di allargare ulteriormente la cerchia delle co-noscenze e i miei confini musicali, oltre a dare un bell’im-pulso a quella fame di sapere che mi ha portato a Cordell,Self ed altri. Musicalmente coincide con il periodo della(ri)scoperta della new wave, della musica dark ed elettro-nica (un album su tutti, di quasi dieci anni prima è l’ama-tissimo Disintegration, dei The Cure), ma anche dello ska(Madness, One Step Beyond e Absolutely).Quello del 2006 è stato il mio impianto fino ad un paio di annifa, poi una gravissima crisi impulsiva - compulsiva mi hafatto spendere un’enorme quantità di denaro, portandomiad acquistare Spectral (i cui prodotti me li sognavo fin dal-la prima volta che li ho visti al Top Audio a diciotto anni),Linn (altro sogno), Merrill, Naim (che vedevo sempre nei ne-gozi ma che ho conosciuto ed apprezzato solo di recente) eProAc (vecchio amore). Al momento possiedo i seguenti ap-parecchi sparsi in due impianti (e un po’) acquistati da pri-vati o in negozi quali Music For Life di Pisa o GianfaldoniHIFI di Bientina (PI):

GIRADISCHI:- Linn Sondek LP12 Cirkus, con base Trampolin 2, alimen-tatore Lingo, contro telaio Kore, braccio Ekos e fonorivela-tore Akiva (fonorivelatore Troika di riserva);- Merrill Heirloom con braccio Eminent Technology ET-2 (conpompa Wisa) e fonorivelatore Audioquest Onix (fonorive-latore Benz Wood L2 di riserva);- Clearaudio Champion level 0 con braccio Rega RB303 e fo-norivelatore Audio Technica OC-7 (fonorivelatore Rega Bias2 di riserva);- Sony PS-212A con testina grado Green;- C.E.C. ST 130 con testina Rega Carbon;

PREAMPLIFICATORI PHONO:- Audio Analogue Aria versione 1.0 + versione 2.0;- M2Tech Joplin alimentato dall’unità M2Tech Palmer;- pre phono + step up autocostruiti;- Linn Linto;

AMPLIFICAZIONE:- Spectral DMC15G2 + Spectral DMA100S;- Naim Nait XS 2;- Naim NAC 42 + NAPSC+ NAP110;- preamplificatore a stato solido autocostruito;- integrato Audiolab 8000A;

DIFFUSORI: ***- ProAc Tablette Anniversary su stand Foundation;- Linn Kan 1° Versione Biwiring sui loro stand;- B&W Vision DS2 su stand Target Audio;

CUFFIE:- Grado SR125;- Shure SRH 840- Amplificatore cuffie M2Tech Marley;- amplificatore cuffie NuForce;

SORGENTI DIGITALI:- lettore CD Audio Analogue Maestro 1° versione;

- lettore CD Naim CD5 XS con alimentatore supplementa-re Naim HiCap;- computer autocostruito, ottimizzato e dedicato esclusiva-mente alla musica liquida con sistema operativo Daphile;- convertitore D/A M2Tech Young DSD alimentato dall’unitàM2Tech Palmer (la stessa del Joplin);

CAVI: Audioquest, BCD, Chord, Naim, Supra, Trasparent, e chi piùne ha più ne metta…

Come potete capire leggendo quest’elenco due sono i più gra-vi sintomi della mia malattia: amo perdutamente i giradi-schi, se avessi soldi e spazio li comprerei tutti, nessuno esclu-so;inoltre ho difficoltà a lasciare andare gli oggetti che tanto han-no allietato le mie ore riempiendomi di buona musica; a pro-posito di questa, attualmente sollazzo le mie orecchie rie-splorando tutta la discografia (per la maggior parte in vinile)dei Porcupine Tree (uno su tutti: In Absentia). Questa è lamia triste storia, spero di non avervi annoiato oltre misura,vi saluto e vi auguro buoni ascolti!!

* Tutti questi titoli sono usciti nel 1986 tranne uno: indovi-nate quale (non barate) e vincerete… niente!!

** Perdonatemi per le parole forti, ma che sia stramaledet-to colui che ha deciso di chiuderla!!!

*** La casa è piccola e i grossi diffusori da pavimento sonoahimè inutili, se non dannosi...

ALCUNI DISCHI DI CUI ABBIAMO PARLATO