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N.6/ 2007 Anno XVII Giugno Mensile a cura della Presidenza diocesana di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi Piazza Giovene, 4 - 70056 Molfetta (BA) - Tel (fax) 080 3351919 e-mail: [email protected] - sito internet: www.acmolfetta.it Anno XVII - Sped. Abb. Post. L. 662/96 art. 2 C. 20/c Filiale di Bari Reg. N. 1430 del 5-8-1999 Tribunale di Bari G esù è seduto a mensa con i suoi amici. È l’ultima cena pri- ma di partire da questo mondo, il momento più solenne per consegnare l’ultima volontà, quasi un testamento: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Sarà questa, lungo i secoli, la caratteristica dei discepoli di Gesù che con- sentirà di identificarli: da questo tutti li riconosceranno! Meditazione per il tempo estivo (continua a pag.2) “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35) Spiritualità Estate tempo dello Spirito Associazione Verso le Assemblee Convegno delle Presidenze a Roma Famiglia 2° incontro delle coppie ACR Sussidio campi scuola Testimoni Ricordo di Maria Camporeale Attualità Eutanasia e pena di morte Città “Gareggiate nello stimarvi a vicenda” Tornei sportivi a Terlizzi Notizie e appuntamenti Sommar io

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(Gv 13,35) ACR Sussidio campi scuola Attualità Eutanasia e pena di morte Famiglia 2° incontro delle coppie Testimoni Ricordo di Maria Camporeale Spiritualità Estate tempo dello Spirito Notizie e appuntamenti Città “Gareggiate nello stimarvi a vicenda” Tornei sportivi a Terlizzi Associazione Verso le Assemblee Convegno delle Presidenze a Roma (continua a pag.2)

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N.6/2007

Anno XVII Giugno

Mensile a cura della Presidenza diocesana di

Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi

Piazza Giovene, 4 - 70056 Molfetta (BA) - Tel (fax) 080 3351919

e-mail: [email protected] - sito internet: www.acmolfetta.it

Anno XVII - Sped. Abb. Post. L. 662/96 art. 2 C. 20/c Filiale di Bari

Reg. N. 1430 del 5-8-1999 Tribunale di Bari

G esù è seduto a mensa con i suoi amici. È l’ultima cena pri-ma di partire da questo mondo, il momento più solenne per consegnare l’ultima volontà, quasi un testamento:

"Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Sarà questa, lungo i secoli, la caratteristica dei discepoli di Gesù che con-sentirà di identificarli: da questo tutti li riconosceranno! Meditazione per il tempo estivo (continua a pag.2)

“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete

amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35)

Spiritualità Estate tempo dello

Spirito

Associazione Verso le Assemblee

Convegno delle

Presidenze a Roma

Famiglia 2° incontro delle

coppie

ACR Sussidio campi scuola

Testimoni Ricordo di

Maria Camporeale

Attualità Eutanasia e pena di

morte

Città “Gareggiate nello

stimarvi a vicenda” Tornei sportivi a

Terlizzi

Notizie e appuntamenti

Sommario

Pagina 2 Filodiretto 6/2007—giugno

G esù è seduto a mensa con i suoi amici. È l’ultima cena prima di partire da questo mondo, il momento più solenne per con-

segnare l’ultima volontà, quasi un testamento: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Sarà questa, lungo i secoli, la caratte-ristica dei discepoli di Gesù che consentirà di iden-tificarli: da questo tutti li riconosceranno! Fu così fin dall’inizio. La prima comunità dei cre-denti, a Gerusalemme, godeva la stima e la simpa-tia di tutto il popolo proprio per la sua unità, al punto che ogni giorno nuove persone si univano ad essa. Quasi come un segno distintivo, di ricono-scimento. Niente paramenti o simboli particolari; la semplicità, l’unità nella preghiera e nella carità, in poche parole, l’amore vissuto, questo era il se-gno distintivo. Anche pochi anni più tardi Tertulliano, uno dei primi scrittori cristiani, riportava quanto si andava dicendo dei cristiani: "Vedi come si amano tra loro, e come sono pronti a morire l’uno per l’al-tro". Era l’avverarsi delle parole di Gesù: «Da que-sto tutti sapranno che siete miei discepoli, se avre-te amore gli uni per gli altri». L’amore reciproco è dunque "l’abito dei cristiani comuni che, vecchi e giovani, uomini e donne, sposati o meno, adulti e bambini, ammalati o sani possono indossare per gridare dovunque e sempre, con la propria vita, Colui nel quale credono, Colui che vogliono amare".Nell’unità che nasce dall’a-more reciproco tra i discepoli di Gesù quasi si ri-specchia e si rende visibile quel Dio che Egli ha rivelato come Amore: la Chiesa è icona della Tri-nità. La Chiesa come comunità di credenti ha rice-vuto da Gesù il compito di rendere visibile e co-municare al mondo l’amore trinitario. La Chiesa è fedele al suo compito quando diventa riflesso della Trinità. È questa, oggi più che mai, la via per annunciare il Vangelo. Una società spesso frastornata dalle trop-pe parole, dai discorsi preparati a tavolino, cerca testimoni prima che maestri, vuole modelli prima che parole. Essa è più facilmente resa partecipe se vede un Vangelo fatto vita, un Vangelo fatto car-ne, incarnato, capace di creare rapporti nuovi e stili di vita realizzabili, e caratterizzati dalla frater-nità e dall’amore. È questa la strada e la sfida dell’evangelizzazione e della testimonianza. Ma per quanto sia chiara la strada da intraprendere come Chiesa e anche come associazione di laici cristiani, tanto sembra oggi impraticabile. A volte si avverte la stanchezza del-la fede, l’aridità dello spirito, l’impraticabilità della carità evangelica. C’è bisogno di ricrearsi! Il tempo estivo può essere un tempo di grazia, se invece di essere caratterizzato solo dal relax del corpo e del-la mente, non si dimentichi anche lo spirito! La preghiera allora deve essere riscoperta anche come “ricreazione” dello spirito, la meditazione e la

contemplazione come strumenti per ridare vigore e freschezza alla nostra fede. Senza un cuore che arde è estremamente difficile testimoniare l’amore. E se, come abbiamo visto, l’amore è l’unica vera strada dell’evangelizzazione, è vitale allora dar slancio e continuità al nostro personale e comuni-tario rapporto con la fonte dell’amore stesso: Cri-sto Gesù! Se vogliamo davvero essere credibili come testi-moni non possiamo fare a meno di Lui. Non pos-siamo mandare in vacanza la fede e lo spirito, co-me spesso succede. Si moltiplicano iniziative va-canziere, gite e feste. Cose buone e necessarie, ma anche lo spirito ha bisogno di essere “nutrito”. Per questo dobbiamo crearci spazi più ampi d’incontro e di riflessione con la Parola di Dio, approfittando di un ritmo quotidiano meno vorace per recupera-re la serenità dello spirito e andare sempre più in profondità nel personale rapporto con Gesù. Il Vangelo non va accantonato, deve diventare il nostro compagno di viaggio insostituibile e non solo nel tempo estivo ma nella quotidianità. Il tempo estivo però può essere utile per riscoprirlo, se lo avevamo perso; scoprirlo, se non lo avevamo mai preso sul serio in considerazione. Solo un cuore che non interrompe il canale di co-municazione con Cristo Gesù, diventa capace di tradurre in gesti concreti l’amore che ha ricevuto sia come dono, ma anche come compito e stile che deve caratterizzare la nostra vita di cristiani. Quin-di oltre a rinfrancare le nostre membra con il ripo-so, non dimentichiamoci di rinfrancare il nostro spirito e la nostra fede alla sorgente dell’amore: Gesù Cristo.

Se vogliamo davvero essere credibili come testimoni non possiamo fare a meno di Lui. Non possiamo mandare in vacanza la fede e lo spirito, come spesso succede.

Don Fabio Tricarico

Assistente diocesano

ACR

spiritualità ...se avrete amore gli uni

per gli altri” (Gv 13,35)

Pagina 3 Filodiretto 6/2007—giugno

Verso le :

un’esperienza di che si rinnova

Le assemblee sono itinerari in

cui ogni tappa possiede un

valore unico di cui beneficia

l’intero corpo associativo ed

ecclesiale.

I temi assembleari che

la presidenza diocesana affiderà a

presidenti e responsabili: la formazione; la comunicazione tra parrocchie, città e diocesi;

la laicità; l’organizzazione

Angelo M. Pappagallo

Presidente diocesano

Associaz

ione

C arissimi amici aderenti e responsabili, è da un po’ di tempo che sto pensando al cammino assembleare che ci vedrà tutti

coinvolti in un contesto di discernimento propizio per tastare il polso alla nostra Associazione nella capacità autoctona di rinnovarsi non solo nei pro-getti, ma anche nelle cariche di responsabilità affi-date alle persone.Quando il pensiero va a questi momenti, mi viene in mente quella pagina degli Atti (2,42-47) in cui si descrive la prima comunità cristiana: una comunità che vive forti legami spiri-tuali, dati dalla Parola, dalla preghiera, dal vivere stretti intorno agli apostoli (il nostro Vescovo e i nostri parroci-assistenti), da un senso di responsa-bilità condiviso verso la missione evangelizzatrice della Chiesa. Ed è proprio a quest’ultimo aspetto che voglio dedicare queste mie riflessioni in un momento sereno e meno frenetico, come questo, di quanto potrebbe esserlo quello che inizierà da settembre in poi. L’eccezionalità del tempo che ci appresteremmo a vivere non deve trarre in inganno: per la nostra Associazione le Assemblee sono un evento ordina-rio. Il metodo del convenire, del discernere, dello scegliere insieme programmi e responsabili fa parte del nostro modo di essere comunità viva, radicata nella sua storia e allo stesso tempo protesa verso la novità del futuro. Tuttavia sbaglieremmo se riducessimo i cammini assembleari al mero ricambio dei responsabili o li concepissimo solamente come un’insieme di per-corsi finalizzati all’Assemblea diocesana. In altre parole: non rispecchieremmo quella Chie-sa delle origini se questo tempo lo vivessimo come una tappa “che si deve fare”, “che va fatta, per-

ché sono inevitabilmente scaduti i tre anni”. Sarebbe, infatti, dannoso per la nostra Associazio-ne e per la Chiesa diocesana partire da questo pre-

supposto, in quanto tale convinzione genererebbe dei meccanismi comportamentali riflessi talmente pericolosi da indurre i responsabili e l’Associazio-ne tutta a trascinare stancamente i propri impegni e le proprie incombenze per un semplice dovere formale, nella migliore delle ipotesi, o per dare fondo alle ultime residue forze mentali affinché il triennio si concluda al più presto. È questo l’atteg-giamento sbagliato, che potrebbe ripercuotersi ne-gativamente su tutta la comunità diocesana. Infat-ti, non è assolutamente esagerato affermare che se tante cose non vanno per il verso giusto nella no-stra realtà associativa la causa di tutto ciò può risa-lire ai tanti “no” che, come cristiani, principal-mente, e poi come aderenti, diciamo alla chiamata a servire Cristo e il Vangelo, secondo la nostra specifica vocazione, che ci proviene dalla comuni-tà ecclesiale in cui siamo inseriti. Pertanto il primo discernimento che ogni aderente deve fare e quello di valutare il proprio grado di consapevolezza nel considerarsi anello vivo e inso-stituibile di una catena fatta di persone e di volti protesi verso Cristo e la sua Chiesa. E qui mi viene in mente un’altra immagine tratta dalla “Lettera a Diogneto”, secondo la quale Dio colloca nel mon-do e, aggiungerei, nella Chiesa i cristiani in posti tali e specifici « che ad essi non è lecito abbando-nare » (VI,10). Per questo i temi assembleari che la presidenza diocesana a breve (precisamente al campo scuola diocesano) affiderà a presidenti e responsabili per le riflessioni assembleari sottoline-eranno il patrimonio ideale dell’Azione Cattolica e i quattro snodi fondamentali del nuovo progetto associativo: la formazione; la comunicazione tra

parrocchie, città e diocesi; la laicità; l’organizza-

zione. Non sono tutti i possibili ambiti di riflessio-ne, ma le sfide più urgenti attorno alle quali ridise-gnare il volto attivo e dinamico dell’Associazione.

Pagina 4 Filodiretto 6/2007—giugno

Alfonso De Leo

Vicepresidente diocesano

Settore Adulti

Per edificare un cantiere…

...a cielo aperto

Associazione

Il tema del Convegno: le responsabilità pubbliche dell’Amore. Matrimonio, Educazione Famiglia.

“La famiglia è una società naturale, e quindi la difesa e la promozione della famiglia sono compito specifico del diritto positivo”.

S i è svolto a Roma dal 27 al 30 Aprile il Convegno delle Presidenze Diocesane di A.c. e per la nostra associazione c’erava-mo Marianna e Luca per l’Acr, Michele e

Margherita per il Settore Giovani ed io per il setto-re adulti. Il tema del Convegno era: Le respon-sabilità pubbliche dell’Amore. Matri-monio, Educazione Famiglia. A questo convegno hanno preso parte circa 800 delegati in rappresentanza di oltre 150 diocesi italiane. L’attualità di questo tema con le que-stioni aperte nel dibattito sociale e civi-le di questi mesi è solo una conferma dell’attenzione che la nostra associa-zione ha per la famiglia, in un tempo in cui costruire legami è sempre più faticoso e me-no conveniente e in cui l’amore è spesso vissuto come un’emozione, un’avventura senza progetto, senza ripercussioni serie sul proprio vissuto, senza disponibilità a lasciarsi cambiare, a crescere nella relazione con e per l’altro. Si è inoltre sottolineare la Responsabilità pubblica che l’amore genera sot-to varie forme. L’appuntamento del convegno è stata un’ulteriore tappa di un percorso che l’associazione ha svilup-pato a partire dal seminario del novembre 2006 a Roma, dedicato all’emergenza educativa; poi a Terni nel febbraio 2007 che ha visto protagonisti fidanzati e operatori pastorali e dove si è riflettuto in maniera particolare su quanto emerso sui temi della vita affettiva nel convegno ecclesiale di Vero-na. Durante il convegno sono state presentate alcune esperienze proposte ai gruppi famiglia nelle diocesi d’Italia, la nostra associazione ha presentato il progetto Nazareth sulla Famiglia, sperimentato nella parrocchia di San Giacomo di Ruvo. Le tre relazioni svolte: Il Prof. D’AGOSTINO ha sottolineato che: “La famiglia è una società naturale, e quindi la difesa e la promozione della famiglia sono compito specifi-co del diritto positivo, anche se, ovviamente, se-condo modi e forme dipendenti da variabili stori-che e sociali. Le nuove dinamiche sociali, così come le nuove tecnologie riproduttive pongono al diritto problemi nuovi, ai quali vanno date chiara-mente risposte nuove. Mons. ZUCCARO ha ricordato che: “Il matrimo-nio è una intima comunità di vita e d’amore, come lo chiama la Gaudium et Spes. L’amore sponsale non solo apre alla generazione della vita della cop-pia, ma apre anche alla generazione della vita dei figli, attraverso la procreazione. E’ l’amore che ri-genera i figli già procreati e rende loro possibile una vita cha va oltre la dimensione puramente

biologica. Ma, come sappiamo, una volta generati, i figli ri-generano i genitori, nel senso che li fanno essere tali; così la nascita del figlio è un evento che investe tutta la famiglia”. Il Prof. LIZZOLA ha evidenziato come: “L’attesa è il cuore dei legami tra donne e uomini: sentire su

di sé un’attesa è richiamo al legame ed alla respon-sabilità, è valorizzazione del nome d’ognuno, del-la specificità d’ognuno nel dare sostanza alle rela-zioni. Senza attese, senza reciproche attese tra le donne e gli uomini, tra le generazioni, non c’è che legame sociale arido, fondato sulla forza e l’auto-affermazione. E non c’è una buona progettazione sociale. Resta una convivenza fatta solo di rappor-ti di forza e di scambi tra soggetti dal diritto acqui-sito, preoccupati di difendersi, di affermarsi, di tenere a distanza. Senza attese resta la solitudine di individui segnati dal mito dell’autogenerazione e dell’autosufficienza, dimentichi che tutti siamo anzitutto figli. Che siamo affidati gli uni agli altri, e per questo siamo chiamati ad essere responsabil-mente affidabili”. La formazione. Il convegno ha dato la possibilità di discutere an-che su alcune tracce di lavoro per ambito, famiglia – educazione – matrimonio e di presentare le linee guida per gli itinerari formativi dei ragazzi, giova-ni e adulti. Anche questa scelta di mettere insieme itinerari formativi e riflessioni sulle responsabilità pubbli-che dell’amore non è stata casuale, ma la naturale e peculiare risposta dell’associazione a queste esi-genze. Gli itinerari formativi e l’attenzione alla famiglia sono il modo con cui l’AC si spende per la vita delle persone nell’ordinario della loro esistenza e della vita delle comunità civili ed ecclesiali, e non soltanto come soluzione ad uno stato di emergen-za. Le conclusioni del convegno si traggono dalla rela-zione del Presidente Alici, che nel ricordare i 140 anni della nascita dell’Associazione e nel ribadire l’attualità della scelta religiosa voluta da Vittorio Bachelet, ha sottolineato che: - La popolarità come testimonianza di un cristianesimo visibile e condi-

(Continua a pagina 5)

Pagina 5

“Un cantiere a cielo aperto”

L’Ac tra passato e futuro

Dieci passi verso l’Assemblea – Dalla relazione del

Presidente Alici al Convegno delle Presidenze

Nel vincolo benedetto della comunione che ci è stata dona-ta …… ….. ci impegnamo in un discernimento comunitario stra-ordinario e coraggioso. La grande tentazione di una cultura che riconosce l’io come il “figlio unico” di se stesso …… …..ci fa dimenticare che l’Amore è la risposta pubblica ad un Altro che ci precede. In nome della speranza cristiana che prometta un futuro all’amore, oltre il male e la morte…… …… chiediamoci che cosa lo Spirito si aspetta oggi a 140 anni dalla sua nascita, da un’Azione Cattolica che s’interro-ga sull’attualità della scelta Religiosa? La popolarità, come testimonianza di un cristianesimo visi-bile e condivisibile ci impegna a costruire ponti tra le due sponde che identificano la nostra vocazione umana e cri-stiana…… ……ricercando nel cuore dell’Uomo la radice di quel bene comune, che riunisce in se i valori universali e irrinunciabili della VITA e della PACE. Raccogliendo l’invito del Signore: ANDATE! Io sono con Voi!, che ci chiama a ritrovare e consolidare gli itinerari di cura della fede, integrandoli con esperienze nuove di ricerca e riscoperta della fede. In questo modo potremo edificare quel “cantiere a cielo aperto”, dove ognuno di noi può innalzare lo sguardo verso il mistero dello spirituale, sperimentare l’infinito nel quoti-diano e annunciare ad ogni fratello e sorella: “Non sei lon-tano dal Regno di Dio!”

Filodiretto 6/2007—giugno

Associaz

ione

Gli itinerari formativi e

l’attenzione alla famiglia sono il

modo con cui l’AC si deve

spendere per la vita delle persone

nell’ordinario della loro esistenza

visibile ci impegna come Azione Cattolica a costruire ponti fra le due sponde che identifica-no la nostra vocazione umana e cristiana: ricer-cando nel cuore dell’uomo la radice di quel be-ne comune, che riunisce in sé i valori universali e irrinunciabili della vita e della pace; racco-gliendo l’invito del Signore: “Andate! Io sono con voi”, che ci chiama a rinnovare e consolida-re gli itinerari di cura della fede, integrandoli con esperienze nuove di ricerca e riscoperta del-la fede. - In questo modo, ha concluso il presi-dente, - potremo edificare quel “cantiere a cielo aperto”, dove ognuno di noi può innalzare lo sguardo verso il mistero dello spirituale, speri-mentare l’infinito nel quotidiano e annunciare ad ogni fratello e sorella: “Non sei lontano dal Regno di Dio!” La consegna di un Messaggio: A termine di questo convegno ci è stato conse-gnato un Messaggio “di fiducia e speranza”, rivolto a tutte le persona di buona volontà

Recensione AVE

Sentieri di speranza Linee guida per gli itinerari

formativi Ed. A.V.E.

S ul tracciato della propria t r a d i z i o n e

caratterizzata da un impegno forma-tivo qualificato ed originale nel comu-nicare il Vangelo, con questa pubbli-cazione l’Azione Cattolica Italiana continua il cammi-no di approfondi-

mento e di sviluppo che ha portato al nuo-vo Progetto formativo Perché sia formato Cristo in voi. Se da un lato il Progetto è già delineato ed articolato, dall’altro questo richiede un processo che, per ogni socio e per ogni età, lo realizzi trasformandolo in contenuti, percorsi, tappe e strumenti per raggiungere la meta. Con questo volume la proposta formativa ivi articolata vuole rendere concreto e si-stematico il capitolo V del Progetto Forma-tivo, rubricato Gli itinerari formativi, defi-nendo quel particolare percorso attraverso il quale l’Azione Cattolica intende aiutare i propri aderenti a conoscere e seguire il Si-gnore per divenire suoi discepoli e per an-nunziare con gioia il Suo Vangelo. La finalità è quella di intrecciare gli obietti-vi della formazione indicati dal menzionato Progetto – interiorità, fraternità, responsa-bilità, ecclesialità – con le dinamiche esi-stenziali tipiche di ogni età, le tappe del cammino di fede e la vita associativa nel suo insieme. Gli itinerari formativi forniti costituiscono, dunque, una proposta dina-mica non solo per il continuo mutare del contesto socio-culturale ma anche perché la stessa vita associativa, a partire da que-sta proposta, possa continuare ad arric-chirla, a darle gambe, occhi, mani, crean-do occasioni di approfondimento e di stu-dio per diventare realmente uno strumento che attraverso la rinnovata scelta educati-va rilanci la progettazione formativa delle nostre associazioni e l’attenzione formativa della Chiesa italiana dopo il Convegno di Verona. (Disponibile al centro diocesano) A cura di Mimmo Facchini,

Incaricato diocesano AVE

Pagina 6 Filodiretto 6/2007—giugno

Assunta Rafanelli

Vicepresidente diocesano

Settore Adulti

“Và e anche tu fa lo stesso:

Le relazioni di aiuto e di sostegno nell’educazione dei figli”

Famiglia

La situazione in cui versa la famiglia desta preoccupazione, ma induce molti adulti, specie i più sensibili, a prendere coscienza che, se pur tra mille difficoltà, i genitori continuano ad essere ancora maestri che contano, la cui testimonianza lascia nei figli tracce profonde a livello di vissuto, piuttosto che di appreso, dell’essere più che del conoscere.

L a famiglia di oggi si dibatte tra potenzialità e ambivalenza. La voglia di trasmettere alle nuove generazioni la tradizione e le espe-

rienze, potenzialità acquisite lungo il cammino del proprio vissuto familiare, deve fare i conti con le ambivalenze dei modelli che la società contempo-ranea propone in alternativa ed in concorrenza alla famiglia monogama, eterosessuale, stabile, aperta ai figli. La famiglia appare fragile, debole ed in alcuni casi rinunciataria del suo ruolo educativo che spesso affida ad altre istituzioni. Anche il Presidente della Repubblica Napoletano, nel suo intervento alla Conferenza Nazionale della famiglia, tenutasi a Firenze, ha sottolineato la necessità di sostegno alla famiglia, perché torni ad educare. La situazio-ne in cui versa la famiglia desta preoccupazione ma induce molti adulti, specie i più sensibili, a prendere coscienza che, se pur tra mille difficoltà, i genitori continuano ad essere ancora maestri che contano, la cui testimonianza lascia nei figli tracce profonde a livello di vissuto, piuttosto che di ap-preso, dell’essere più che del conoscere. Si avverte l’esigenza di riappropriarsi del ruolo educativo, cresce la voglia di affinare le proprie capacità, di chiedere e dare collaborazione e sostegno. Occorre spendersi, investendo tempo ed energie non solo all’interno della propria famiglia ma aprendosi all’esterno per creare ponti di solidarietà tra le fa-miglie, per tessere rapporti di amicizia, per diven-tare sostegno della famiglia che attraversa momen-ti di fragilità e debolezza educativa. Gli adulti devono attingere da altre agenzie educative e cercare insie-me, nuovi equilibri, tra l’imposizione autoritaria della tradizione e la necessi-tà di relazione autorevole, aperta al dia-logo tra le generazioni che valorizzi le attitudini del ragazzo piuttosto che il desiderio del genitore. La famiglia cri-stiana ha la consapevolezza di possede-re un valore aggiunto che le proviene dalla custodia dei valori evangelici e che, quotidianamente, attraverso riti, gesti, parole, segni, regole, scelte ed eventi, esprime la libertà e la profondità del vivere la propria umanità alla seque-la di Cristo nella scoperta costante di essere figli, fratelli, salvati, amati, per-donati. Tutto questo è stato oggetto di riflessione da parte delle coppie diocesa-ne di A.C. che hanno partecipato, nel pomeriggio di domenica 27 maggio, presso la Parrocchia S. Achille in Mol-fetta al consueto incontro. Anna e Ago-

stino Ferrante, con ammirevole disponibilità, han-no accolto la proposta di essere testimoni di fami-glia tra le famiglie, sostituendo la coppia Naziona-le Daniela e Maurizio Bellomaria che, per motivi di salute, non è riuscita ad essere presente. Il labo-ratorio che le coppie hanno animato attraverso il dibattito a più voci sui 4 aspetti del tema: difficoltà educativa, gesti e parole che aiutano a fare espe-rienza, il vangelo e i sacramenti valide alternative all’individualismo, il contributo delle famiglie di A.C. alla collaborazione e al sostegno in campo educativo, hanno fatto emergere che non sempre entrambi i coniugi viaggiano sulla stessa lunghez-za d’onda, che sono importanti le occasioni di incontro fra le famiglie, che la catechesi deve pre-diligere esperienze concrete di affettività e di con-divisione, che occorre cercare linguaggi più ade-renti ai tempi che viviamo, è importante che i ge-nitori che lavorano siano supportate da una rete di famiglie che reciprocamente si scambiano espe-rienze e conoscenze a vantaggio di tutti. Non è mancata la preghiera, guidata da don Pietro, cibo per l’anima, e il momento di festa conviviale, cibo per il corpo, a testimoniare che, l’attenzione all’uomo, richiede sensibilità e dispo-nibilità a considerare la persona nella sua comple-tezza. Credo che queste occasioni di scambio di conoscenze ed esperienze, siano un piccolo passo, per contribuire a tessere relazioni significative a sostegno di tutti.

Pagina 7 Filodiretto 6/2007—giugno

Luca Lucanie

Viceresponsabile Diocesa-

no ACR P er alcuni momenti abbiamo avuto paura che non avremmo tenuto fede al nostro impegno ma poi.. è stato ancora più esal-

tante vincere questa sfida prima di tutto con noi stessi (chi mai l’avrebbe detto che un giorno a-vremmo scritto un sussidio per campi scuola!!!) Partiamo dal principio: era dal 2002 che l’equipe diocesana ACR non riusciva (non per pigrizia ma purtroppo la settimana e di 7 giorni e ogni giorno solo di 24 ore!!!) ma ogni anno comunque si “limitava” a consigliare testi di altri…Ma ovvia-mente questo non bastava per scoraggiarci… Que-st’anno era il nostro obiettivo dichiarato sin dall’i-nizio. Come se non bastasse ci siamo voluti “complicare la vita”…Eh si! Siccome eravamo talmente sicuri di noi (sich!) non abbiamo voluto prendere spunto da nessun altro sussidio, in pratica nasce tutto dal nulla…Nella nostra mente avevamo solo la parola

chiave (slogan) che ci ha accompagnato tutto l’an-no e che speriamo accompagni tutta l’estate con i nostri ragazzi: Bello, Vero!? Da qui poi la scelta della storia “La Bella e la Bestia”, le tematiche delle giornate…Siccome non eravamo contenti… la “ciliegina sulla torta”!!!: volevamo che il lavoro fosse quanto più il “vero” frutto di tutta l’ACR della nostra diocesi…Ecco che con tanta fatica abbiamo cercato, chiesto, convinto altri educatori delle nostre parrocchie a donarci un po’ della pro-pria esperienza ed inventiva…Certo volevamo che tutte le parrocchie condividessero con noi questo percorso, ma come prima volta possiamo ritenerci soddisfatti! Il fatto di lavorare in tanti, con le esi-genze più disparate, di città diverse, di parrocchie diverse non è stato semplice, ha allungato i tem-pi… ma alla fine: Bello, Vero!!! La gioia dello stare insieme, dello scambio di esperienze, di idee che in questo sussidio trovano frutto non può che ren-dere il lavoro migliore… Ora però permetteteci delle precisazioni:Il sussidio che avrete tra le mani non ha la pretesa di compe-tere con i sussidi realizzati da chi li fa per mestiere, non nasce da attenti studi accademici sulla peda-gogia dei ragazzi, ma dalla nostra modesta espe-rienza di educatori. Come tutti i sussidi, inoltre, anche questo vuole offrire solo gli spunti necessari per non iniziare da zero, la vostra esperienza e il vostro contributo saranno fondamentali per trasformare questa pro-posta per camposcuola ACR, in un’esperienza di crescita per i vostri ragazzi, persone uniche che pochi conoscono come voi. Proprio perché con-vinti che questo sussidi vada migliorato, ampliato, adattato, vi chiediamo di condividere (sempre per continuare a “lavorare insieme”!) il lavoro che ora, nelle parrocchie, farete sul sussidio attraverso uno strumento virtuale: il FORUM che abbiamo da poco aperto sul sito diocesano. Li troverete una discussione apposita per parlare, discutere, con-frontarsi fra tutti gli educatori della diocesi, per scambiarsi consigli e suggerimenti… Che ne dite?! Può essere una buona idea!!! L’estate è alle por-te…L’augurio che i nostri ragazzi quest’estate du-rante i campi possano esclamare:“quello che acca-de è una grande NOVITÀ!” (Leggi anche a pag. 10)

ACR Quello che accade è una

grande NOVITÀ

Un’avventura durata un intero

anno da parte dell’intera

Equipe diocesana ACR e

di alcuni educatori

dell’intera diocesi…

E allora… iniziate a cliccare: www.forummaci.forumfree.net

Trama della favola: Belle si sacrifica per il padre, caduto prigioniero nel castello della Bestia e, sostituendosi a lui, comincia a convivere con il mostruoso padrone. La presenza di Belle esercita un effetto sul suo ospite che pian piano, si addolcisce e rivela, sotto e oltre le orribili sembianze, un’intelligenza e soprattutto un cuore umano. Purtroppo le apparenze spesso creano le condizioni favorevoli per la crescita e la diffusione della diffidenza, del pregiudizio. Un bacio d’amore di Belle farà rinascere la Bestia che rivelerà il suo vero aspetto.

Pagina 8 Filodiretto 6/2007—giugno

«GRAZIE MARIA!» Ricordo di Maria Camporeale, ad oltre un anno dalla improvvisa morte

Victorina Rebucane

Direttrice della

Cooperativa sociale

“Promover Homem”

Testimoni

S abato 6 Gennaio 2007, a Quelimane, presso la Cooperativa Ceramica, con un momento di preghiera e di ringraziamento i membri della Cooperativa e i bambini della Casa Fa-miglia hanno ricordato la nostra cara amica Maria Camporeale, improvvisamente dece-

duta lo scorso 19 Marzo 2006. Nata a Giovinazzo, in provincia di Bari, il 29 luglio del 1948, fin da giovanissima ha mostrato una grande passione per l'arte che ha coltivato con lo studio ed una produzione di opere pitto-riche che rivelano il suo amore per la vita e una grande fede in Dio. In questo periodo ha avuto modo di conoscere e diventare amica di Fra Antonio Triggiante, che in quegli anni viveva e lavorava a Gio-vinazzo, al fianco del professore Adolfo Rollo. Ha frequentato la parrocchia di S. Agostino crescendo in quella palestra di vita che è l'Azione Cattolica e ricoprendo incarichi di catechista e di respon-sabilità associativa. Lì ha conosciuto Angelo Depalma e sono con-volati a nozze nel 1973. Dalla loro unione sono nati tre figli, Tom-maso, Michelangelo e Cristina Maria. Docente di Disegno e Storia dell'Arte nei Licei Scientifici di Stato, la cura della famiglia e l'attività professionale la hanno costretta ad abbandonare i pennelli. Nella quotidianità della sua esistenza, vive-va con semplicità, ma sempre con grande impegno ed amore, il suo ruolo di madre premurosa, di compagna di vita incomparabile e di insegnante stimatissima da alunni, famiglie e colleghi. Dopo 35 anni di attività lascia la scuola, dove attraverso il suo inse-gnamento e la sua testimonianza di vita ha educato diverse genera-zioni di giovani all'amore per l'arte, al gusto del bello, ai nobili va-lori della vita e alla fede in Dio. Ma improvvisamente il 19 marzo 2006 ci ha lasciato, proprio quan-do si accingeva a riprendere a dipingere, lasciando nel rimpianto la famiglia e quanti l'hanno conosciuta. Al rito funebre di congedo la chiesa di S. Agostino non riusciva a contenere l'enorme folla che tributava la sua riconoscenza al Signore per il dono della sua esi-stenza. La famiglia ha ritenuto di devolvere una consistente cifra, con il contributo anche di alcuni amici, alla Scuola di Quelimane, conse-gnandola a Fra Antonio nello scorso mese di luglio, durante il suo soggiorno in Italia, interpretando così la volontà di Maria, che ave-va sempre sognato di poter aiutare l'amico di gioventù, il quale aveva saputo sfruttare l'amore per l'arte per aiutare i più bisognosi. Così appena Angelo De Palma, marito di Maria, ha saputo che nelle feste natalizie si sarebbero recati a Quelimane Luciana( la nipote di Fra Antonio) e Walter (un giovane universitario di Bari), ha consegnato loro una foto della moglie. Tale foto, al termine del-la cerimonia commemorativa è stata posta all'interno del laborato-rio di decorazione della ceramica. Con la somma offerta, che Fra Antonio ha portato in Mozambico, saranno acquistati i colori e gli smalti per decorare i prodotti in terracotta ed avviare un corso di lavorazione della ceramica per gli adolescenti recuperati dalla strada, che vivono nel convitto situato all'interno del cortile della Cooperativa stessa. A nome di questi ragazzi, dei membri della Cooperativa e di Fra Antonio, ringrazio il marito, i figli e gli amici di Maria per aver pensato a noi ed assicuro loro che lei sarà sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere.

Gli alunni hanno scritto molte lettere e poesie in sua memoria e la più significativa ci sembra essere questa:

Per lei,

che tanto amava i fiori e i loro colori,

che tanto la affascinavano…

Fascino che cercava di trasmettere

guardando quei quadri che ora riempiono

le nostre vite…

Continuerà per sempre ad essere con noi…

Il suo disegno più bello prof. è stato…:

quando ha colorato le nostre anime,

dandoci qualcosa che era solo sua…

la passione e l'amore per l'Arte…

Grazie prof.

Pagina 9 Filodiretto 6/2007 Giugno

Una parola “morte”, due attualità:

eutanasia e pena capitale.

Leonardo De Gennaro

Animatore adulti

Parrocchia S. Achille N ell’ambito della settimana sociale volevo, unitamente ai responsabili del settore a-dulti, organizzare due incontri su temi di

recente attualità. Dopo aver letto i due articoli apparsi sul Filodiretto n. 02/2007, accomunati da una parola poco simpatica quale la morte, ci sia-mo rivolti a due nostri aderenti parrocchiali di AC e li abbiamo invitati a tenerci due incontri: il pri-mo sull’eutanasia e il secondo sulla pena di morte. Il primo incontro è stato condotto dal dott. Nicola Poli, famoso neurologo, che ha iniziato la sua con-ferenza spiegandoci il significato della parola “eutanasia”. Abbiamo appreso che deriva dal gre-co e precisamente da “eu” buono e da “thanatos” morte, quindi “buona morte”. Tale definizione attualmente fa riferimento all’atto di concludere la vita di un’altra persona, su sua richiesta, allo sco-po di diminuirne le sofferenze. L’eutanasia – ha continuato il dott. Poli – non è riconosciuta dalla legge italiana, per cui in assenza di una legislazio-ne specifica, essa si configura in un omicidio. Tale termine, però, necessita di chiarimenti poiché pre-senta diverse sfaccettature. L’eutanasia può essere attiva quando volontariamente si pro-cura la morte somministrando una sostanza tossica ad una persona afflitta da una malattia incurabile; può, inve-ce, essere passiva quando viene sospe-so l’uso di strumenti ritenuti vitali e/o la somministrazione di medicine. La finalità è la stessa, cambia la modalità concreta. Il suicidio assistito consiste, invece, nella richiesta avanzata da una persona gravemente malata (ma non sempre in fase terminale), in piena coscienza e lucidità, ad un medico per avere un farmaco che gli procuri la morte ed interrompere ogni forma di sofferenza e/o evitare l’inevitabile peg-gioramento delle sue condizioni fisiche o mentali derivanti dalla malattia che l’affligge. Si è passati poi a chiarire il significato di altri concetti apparente-mente simili. Accanimento terapeuti-co. Si tratta di una pratica medica inef-ficace che procura al paziente ulteriore sofferenza senza poterlo guarire. Per un medico è psicologicamente difficile accettare di non poter far più nulla per guarire un malato, per cui si acca-nisce nel praticare cure che servono solo a prolun-gare l’agonia. Si è poi fatto riferimento – visto l’at-tuale dibattito politico sul tema – al cd. testamento biologico che dovrebbe essere sottoscritto dal pa-ziente e che contiene alcune semplici indicazioni sulle forme di assistenza che egli desidera o meno ricevere nel caso in cui diventasse incapace di deci-dere autonomamente per sé. A questo punto, il dott. Poli ci ha rivolto una semplice domanda: è

giusto che ogni persona possa decidere quando e come morire? Partendo da questo interrogativo Nicola ci ha ricordato che per noi cristiani la vita è sacra, è un dono di cui nessuno può disporre a suo piacimento. Nel volto del sofferente c’è il volto di Gesù Cristo che ha patito per noi ed è risorto per noi. Tuttavia, ci sono molti cristiani tra i sostenito-ri dell’eutanasia e per i quali a tutti deve essere garantito il diritto (!) di porre fine discrezional-mente alla propria vita. Inevitabile il riferimento al noto caso Welby in merito al quale Nicola ha con-cluso il suo intervento con le parole del dott. Me-lazzini, presidente dei malati di S.L.A. (sclerosi laterale amiotrofica): “l’amore per il dono della vita, anche se vissuta nella sofferenza, non può essere misconosciuto, dobbiamo lottare affinché una persona che riesce appena a muovere gli occhi possa avere i mezzi per parlare di vita, non di mor-te”, evidenziando così la sua convinzione nella necessità di migliorare le condizioni di assistenza, non lasciando mai solo il paziente, ma cercando di stargli vicino umanizzando la dolorosa esperienza della malattia.

Per l’incontro sulla pena di morte abbiamo invita-to un giovane della nostra associazione parroc-chiale, l’avv. Mimmo Facchini (il nostro coordina-tore cittadino), il quale si è avvalso di un power-point capace di attirare agevolmente la nostra at-tenzione. Mimmo ha esordito ricordando che “Il diritto c’è dove c’è l’uomo”.Con la pena di morte il diritto/lo Stato diventa giustiziere, giardiniere, rinunciando ad una giustizia equa e non vendicati-va. Mimmo, spiegando brevemente, le varie mo-dalità di esecuzione della pena di morte nel corso

(Continua a pagina 10)

Attualit

à

Ogni uomo relazionandosi con l’altro vive ogni giorno in una continua tensione fra

una esigenza di giustizia ed una istanza di perdono. Per

questo motivo il diritto sforna quotidianamente delle regole per cui in ogni

comunità/società c’è

bisogno di una sanzione/pena

se le regole non sono

rispettate. Personalità,

legalità, tassatività,

determinatezza e

proporzionalità le

caratteristiche della sanzione/

pena.

Pagina 10 Filodiretto 6/2007—giugno

Una parola “morte”, due attualità: eutanasia e pena capitale.

della storia (crocifissione, impiccagione, schiaccia-mento, ghigliottina, rogo, lapidazione, fucilazione, colpo di postola alla nuca fino a giungere alle for-me più moderne (!) della sedia elettrica, iniezione letale, camera a gas) ha illustrato quali i possibili criteri per applicare la pena di morte: politici, etici, economici, religiosi, culturali, sociali, di sicurez-za…?!, evidenziando i pro (funzione deterrente; necessità di una pena esemplare per “ripagare il colpevole con la stessa moneta”; il non funziona-mento del sistema carcerario; le spese eccessive per il mantenimento dei detenuti) ed i contro (inumanità dell’esecuzione; possibile errore giudi-ziario; si tratta di una strada senza ritorno se il con-dannato è dichiarato innocente; non funziona co-me deterrente; impedisce la rieducazione del colpe-vole). E il cristiano come si pone dinanzi a tutto ciò? Dopo aver fatto cenno a passi del Vecchio e Nuovo Testamento sul tema (per tutti, il quinto comandamento “non uccidere” e le parole di Gesù a Pietro «“Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?” e Gesù gli rispose: “non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette») Mimmo ha suscitato

il dibattito con le parole de L’Idiota di Fëdor Mi-khailovič Dostoevskij: “Ora, può darsi che il sup-plizio più grande e più forte non stia nelle ferite, ma nel sapere con certezza che, ecco, tra un'ora, poi tra dieci minuti, poi tra mezzo minuto, poi a-desso, ecco, in quell’istante, l’anima volerà via dal corpo e tu non esisterai più come uomo, e questo ormai con certezza; l’essenziale è questa certezza. [...] La punizione di uccidere chi ha ucciso è in-comparabilmente più grande del delitto stesso. L’o-micidio in base a una sentenza è incomparabilmen-te più atroce che non l’omicidio del malfattore». Ma la discussione è diventata più “agguerrita” da queste provocatorie domande rivolte da Mimmo ai presenti: 1) è giusto aver impiccato Saddam Hus-sein? 2) è giusto che gli uccisori del piccolo Tommy siano condannati a morte? 3) è giusto che il pedofi-lo italiano scoperto dalle Iene, che “operava” in Indonesia, sia stato condannato al solo carcere…non sarebbe stato meglio condannarlo a morte per quello che ha fatto! Su queste domande come sugli interrogativi posti da Nicola noi ci siamo confron-tati trovando diverse opinioni …. E voi che dite…?

(Continua da pagina 9)

Francesca Polacco

Equipe ACR diocesana I l sussidio ha lo scopo di valorizzare al meglio il Tempo Estate Eccezionale, in quanto conclusione perfetta dell’intero

anno associativo dell’ACR, caratterizzato dal-la categoria della NOVITÀ: non tanto la no-vità delle cose belle fatte, ma quelle della per-sona di Gesù, della Sua Parola e della Sua Pasqua. Con lo slogan “Bello, vero?!”, durante tutto l’anno, siamo stati chiamati ad educare i no-stri ragazzi (e attraverso loro noi stessi), a scorgere da ciò che è presente attorno a noi e che gratifica i nostri sensi, la presenza discreta di Dio, che non ama giocare a nascondersi, ma chiede di diventare Suo Amico, mediante un esercizio di discernimento che abilita a distinguere il bene dal male, ciò che è brutto ai Suoi occhi, da ciò che è bello e per questo Vero. Pertanto i bambini e i ragazzi hanno riconosciuto le opere dell’Artista come dono d’amore per tutti gli uomini e a prendere con-sapevolezza dell’artista che c’è in ognuno di loro.

È proprio la Vera Bellezza il tema guida di tutto il campo: la storia della Disney “LA BELLA E LA BESTIA” presa come sfondo e ambientazione, richiama perfettamente il cammino e le tematiche affrontate durante l’anno. Pertanto nelle varie giornate i ragazzi saranno condotti in un percorso che parte dal-la scoperta di se stessi, che porta alla cono-scenza dell’altro per arrivare alla scoperta del-la Verità che dona la Vera bellezza: Gesù Cri-sto. In Lui siamo persone nuove e in Lui sia-mo una comunità nuova. Non aggiungiamo altro… Lasciamo a voi il compito di studiare il sussi-dio e adattarlo al meglio alla vostra realtà par-rocchiale... Il sussidio sarà ben presto scaricabile dal sito diocesano (www.acmolfetta.it) e, oltre al te-sto, contiene un cd audio con tutte le musiche (e basi) de “La Bella e la Bestia” e il dvd divi-so in capitoli così come strutturata l’intera proposta.

Attualità

Ancora qualche motivo per valorizzare

il sussidio ACR per i campi

Leonardo

De Gennaro

Animatore adulti

Parrocchia S. Achille

Pagina 11 Filodiretto 6/2007—giugno

“ nello stimarvi

a vicenda”

L unedì 30 aprile 2007 ore 20.00: il fischio dell’arbitro dà il via alla prima partita del II torneo di calcio orga-

nizzato a Terlizzi dall’Azione Cattolica cit-tadina, dal titolo “Gareggiate nello stimar-vi a vicenda”. È già il terzo anno che l’Azione Cattolica promuove sul territorio iniziative sportive aperte ai tesserati e non, nello spirito di valorizzare la sana competizione e di fare in modo che anche lo sport possa diventa-re occasione di incontro e di conoscenza. Bisogna risalire a settembre 2005 quando l’A.C. cittadina si fece promotrice di una maratona che ha visto protagonisti pro-prio tutti: bambini, giovani e adulti. E poi, ancora, nel 2006 i tornei di calcio e di pal-lavolo. Ed eccoci di nuovo qua: il 30 a-prile ha avuto inizio il torneo di calcio femminile e maschile con rispettivamente 6 e 13 squadre. Significativa è la partecipazione di giovani di tutte le parrocchie, ma anche di altre realtà associa-tive e non. Anche qualche adulto ha voluto cimentarsi nell’impresa. Le partite si svolgono presso i campetti in Via Sarcone dove, al di là di qualche piccolo incidente di percorso, si respira la voglia di stare bene insieme. D’altra parte i piccoli incidenti fanno parte di ogni percorso, soprattutto se

condiviso e pensato come luogo di incon-tro di persone diverse, ma tutte singolar-mente portatrici di grandi ricchezze. Nel frattempo si sta lavorando per avviare il torneo cittadino di pallavolo. Un grazie particolare va ai quattro orga-nizzatori, Pasquale Cataldo, Fabio Chiarol-la, Mario De Lucia, e Onofrio Grieco e agli arbitri Massimo d’Aniello, Francesco d’Elia, Michele Volpe, Costantino Chiapparino, Stefano Boragine, Felice Casamassima, Nico De Lucia e Gianluca Albanese che con tanta generosità, entusiasmo e pre-mura stanno rendendo possibile lo svolgi-mento del torneo. Si ringrazia anche don Pasquale De Palma per la disponibilità data al fine di rendere

materialmente possibile lo svolgimento delle partite. Non mi resta che sperare di incontrare sempre gente disponibile e generosa, che faccia dono del proprio tempo agli altri e che creda instancabilmente nei sogni, senza temere di perdere tempo o di avere la testa fra le nuvole… A tutti gli instancabili sognatori e costrut-tori di piccole cose buone ricordo le parole di don Tonino “…Se vi dicono che afferrate le nuvole… prendetelo come un compli-mento…”. Buon torneo a tutti!

Presentiamo l’esperienza del secondo torneo

di calcio organizzato a

Terlizzi dall’Azione Cattolica a

livello cittadino. Slogan

dell’iniziativa è “Gareggiate

nello stimarvi a vicenda”,

proprio per valorizzare la

sana competizione e

agevolare le occasioni di

incontro e di conoscenza per

tutti i partecipanti:

bambini, giovani e adulti.

Maria Mangiatordi

Coordinatrice cittadina

Terlizzi

Città

Filodiretto 6/2007—giugno

Campo Diocesano È in arrivo presso tutti i segretari

parrocchiali e presso tutte le comu-nità parrocchiali della diocesi la brochure del campo diocesano che si svolgerà in forma semiresi-denziale presso la Casa di preghie-ra di Terlizzi.

I presidenti parrocchiali sono pregati di comunicare al segre-tario diocesano nominativi e numeri dei partecipanti.

ForummAci Presso il nostro sito diocesano

www.acmolfetta.it é stato attivato un nuovo forum, dedicato al tor-neo cittadino terlizzese di calcio “Gareggiate nello stimarvi a vicen-da”. A breve la creazione di nuovi forum! Non perdete questa nuova occasione per conoscere l’Azione Cattolica diocesana!

Auguri a... Gino Sparapano, già presidente

diocesano e coordinatore cittadino di Ruvo (vedi lettera sotto), che ha ricevuto l’incarico di vicedirettore del periodico diocesano “Luce e Vita”, e che collaborerà con don Mimmo Amato. A lui l’augurio di adempiere a questo nuovo compito con la stessa passione e generosità che hanno da sempre caratterizza-to il suo impegno nella nostra as-sociazione (di seguito la lettera di dimissioni)

Auguri a Vincenzo Colaluce, della Parrocchia

S. Giuseppe di Giovinazzo, nuovo Webmaster diocesano, per una proficua e duratura collaborazione.

Un ringraziamento sincero a Vito Lamonarca per il lavoro silenzio-so, prezioso e impareggiabile pro-fuso in questi anni. Il sito della no-stra associazione diocesana è mol-to apprezzato a livello nazionale (ce lo hanno detto in molti! ).

Novità AVE Sono disponibili le nuove ma-

gliette diocesane dell’ACR in un vasto assortimento di taglie e colo-ri. Quanti fossero interessati ad acquistarle possono contattare l’in-caricato AVE diocesano, Mimmo Facchini (340.2569155). Ogni ac-quisto sarà arricchito da un sim-patico omaggio educativo.

Recital e musical… Ritorna in scena “La lampara”,

musical in 2 atti sulla vita di don Tonino Bello, prodotto dalla no-stra associazione diocesana e ri-chiestoci, ormai, da tantissime as-sociazioni diocesane.

Sarà messo in scena dai giovanis-simi della Parrocchia S. Achille il 7 luglio p.v. Biglietti e prenota-zioni presso i responsabili parroc-chiali.

Notizie & appuntamenti

Filodiretto è inviato gratuitamente ai responsabili educativi ed associativi dell’Azione Cattolica diocesana Presidente Diocesano: A. Michele Pappagallo Direttore responsabile: Luigi Sparapano Coordinamento: Antonella Lucanie

Redazione: Cristina D’Elia, Francesca Polacco, Giangiuseppe Falconieri, Maria Mangiatordi, Michele Sollecito, don Pietro Rubini,

Vincenzo Colaluce (webmaster). Elaborato in proprio. Tiratura: 700 copie. Chiuso in tipografia il 13.06.2007

Sede: Piazza Giovene, 4 - 70056 Molfetta (BA) Tel (fax) 080.3351919 Email: [email protected] Sito internet: www.acmolfetta.it

Per offerte utilizzare ccp n. 66195850 intestato a Azione Cattolica Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi

Planning Giugno 2007

1 ve

2 sa

3 do Consiglio regionale sul tema “La famiglia”

4 lu

5 ma

6 me

7 gi Presidenza

8 ve

9 sa

10 do

11 lu Consiglio diocesano

12 ma

13 me

14 gi

15 ve

16 sa

17 do

18 lu Convegno pastorale diocesano

19 ma

20 me

21 gi

22 ve

23 sa

24 do

25 lu Incontro dei ccordinatori dei gruppi di lavoro—Campo

diocesano.

26 ma Presidenza

27 me

28 gi

29 ve Campo-scuola diocesano

30 sa Campo-scuola diocesano

Al Consiglio diocesano di AC.

Carissimi, non senza un velo di malinconia scrivo queste righe per comunicare le mie dimissioni da coordinatore cittadino dell’Azione Cattolica di Ruvo. La ragione unica di tale decisione sta nell’aver accolto l’invito del Vescovo a ricoprire il ruolo di vicedirettore del settimanale diocesano “Luce e Vita” che, per l’intuibile impegno conseguente, non riuscirei a conciliare con l’incarico associativo. So di creare un disagio organizzativo nell’associazione, alla fine di un triennio già abbastanza movi-mentato per il turn over di responsabilità; ma è una decisione inevitabile di cui vi chiedo scusa. Del resto, nonostante le perplessità rispetto all’assunzione di un incarico che considero molto im-portante nella chiesa locale, ho accettato di collaborare più direttamente al giornale diocesano anche perché lo vedo come un segno di fiducia oltre che nella mia persona, nell’esperienza asso-ciativa di cui sono orgogliosamente intriso; in particolare la direzione di Filodiretto è stata una palestra preziosa che ora mi spinge a proseguire in una direzione più ampia qual è quella del gior-nale diocesano. A voi tutti Responsabili e, tramite voi, a ciascun aderente, e a voi carissimi Assistenti, esprimo il mio più profondo grazie per la ricchezza di doni umani e spirituali da cui ho attinto a piene mani in tutti questi anni di umile servizio diocesano. Allo stesso tempo dico forte a ciascuno di voi di conti-nuare a dare il massimo, anzi il meglio, al servizio associativo perché è servizio alle persone e alle comunità, e anche quando non fosse ben evidente l’apprezzamento delle vostre proposte fate in modo che non manchi il riconoscimento della vostra testimonianza. Proprio in questi giorni il Papa ha riconosciuto le virtù eroiche di Armida Barelli, la Sorella maggiore di tante generazioni di ade-renti, per cui i 140 anni di vita dell’AC saranno celebrati con particolare intensità; quindi sentiamo il conforto di essere in sintonia piena con la Chiesa e per questo non possiamo che tenere alta la nostra presenza dando una giusta accelerata alla traduzione in percorsi concreti delle istanze di rinnovamento che abbiamo individuato e delineato in questi anni. In tutto lasciamoci pervadere dal vento dello Spirito Santo che saprà scomporre ogni nostro pro-getto per ricomporlo come e quando piace a Lui. Un fortissimo e fraterno abbraccio, Gino.