FCA bank Group Informativa al pubblico 2015 v2 · 2018. 1. 9. · RISCHIO DI CONTROPARTE ......
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Terzo Pilastro di Basilea 3
Informativa al pubblico al pubblico al 31 dicembre 2015
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SOMMARIO
INTRODUZIONE ....................................................................................................................................................................... 3
OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO ..................................................................................................... 4
AMBITO DI APPLICAZIONE ................................................................................................................................................... 6
FONDI PROPRI ........................................................................................................................................................................ 10
REQUISITI DI CAPITALE ...................................................................................................................................................... 15
RISCHIO DI CREDITO ............................................................................................................................................................ 21
RETTIFICHE PER IL RISCHIO DI CREDITO ....................................................................................................................... 32
USO DI TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO ............................................................................ 36
RISCHIO DI CONTROPARTE ................................................................................................................................................ 39
ATTIVITÀ NON VINCOLATE ............................................................................................................................................... 45
RISCHIO DI MERCATO .......................................................................................................................................................... 46
RISCHIO OPERATIVO ............................................................................................................................................................ 48
ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE................. 51
ESPOSIZIONE AL RISCHIO TASSO SU POSIZIONI NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE ...... 52
ESPOSIZIONI IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE .................................................................................. 57
POLITICA DI REMUNERAZIONE ......................................................................................................................................... 62
LEVA FINANZIARIA .............................................................................................................................................................. 63
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INTRODUZIONE
Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel
Regolamento UE n. 575/2013 (cd. CRR - Capital Requirements Regulation) e nella Direttiva 2013/36/UE (cd. CRD IV - Capital
Requirements Directive), che hanno trasposto nell’ordinamento dell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la
Vigilanza Bancaria (il cd. framework di Basilea 3).
La struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre “Pilastri”:
• il Primo Pilastro disciplina i requisiti patrimoniali che le banche sono tenute a rispettare per fronteggiare i rischi tipici dell’attività
bancaria e finanziaria: rischio di credito (incluso il rischio di controparte), rischio di mercato e rischio operativo.
• il Secondo Pilastro richiede alle banche di dotarsi di processi e strumenti per determinare il capitale interno adeguato a fronteggiare
ogni tipologia di rischio (in aggiunta ai rischi cosiddetti di Primo Pilastro), nell’ambito di una generale valutazione dell’adeguatezza
patrimoniale attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e del contesto di riferimento (ICAAP - Internal Capital Adequacy
Assessment Process).
• il Terzo Pilastro concerne l’Informativa al Pubblico e la disciplina per la diffusione di informazioni di natura qualitativa e quantitativa,
in merito all’adeguatezza patrimoniale, all’esposizione ai rischi e alle caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.
In particolare, per quanto riguarda gli obblighi di Informativa al Pubblico previsti dal Terzo Pilastro, la nuova regolamentazione ha
introdotto modifiche tese ad incrementare la trasparenza e ad introdurre, tra l’altro, maggiori informazioni in tema di governance,
composizione del capitale regolamentare e nuovi ambiti di informativa (quali ad esempio le attività non vincolate e la leva finanziaria).
In ambito nazionale, la nuova disciplina armonizzata è stata recepita da Banca d’Italia con la Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, che
raccoglie le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari italiani. La suddetta Circolare non detta –
come in passato – specifiche regole per la predisposizione e pubblicazione dell’Informativa al Pubblico, ma si limita a riportare l’elenco
delle disposizioni allo scopo previste dalla CRR.
La materia, quindi, è direttamente regolata da:
• la CRR stessa, Parte Otto “Informativa da parte degli enti” (art. 431 – 455) e Parte Dieci, Titolo I, Capo 3 “Disposizioni transitorie in
materia di informativa sui fondi propri” (art. 492);
• i Regolamenti della Commissione europea la cui preparazione è demandata all’EBA (European Banking Authority) recanti le norme
tecniche di regolamentazione o di attuazione per disciplinare i modelli uniformi per la pubblicazione delle diverse tipologie di
informazioni.
Il 14 gennaio 2015 FCA Bank S.p.A., ottenendo l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, è diventata capogruppo di un gruppo
bancario internazionale presente in 17 Paesi europei.
Per tale motivo, FCA Bank è tenuta ad applicare la nuova disciplina in tema di Informativa al Pubblico, precedentemente redatta ai sensi
dalla Circolare n.216 di Banca d’Italia contenente le disposizioni di Vigilanza per gli Intermediari Finanziari.
L’Informativa al Pubblico di FCA Bank è pubblicata con frequenza annuale, su base consolidata e congiuntamente ai documenti di
bilancio, sul sito del gruppo http://fcabankgroup.com alla sezione Investor Relations.
Si precisa che FCA Bank non utilizza metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali basate sui modelli interni e pertanto non viene
fornita l’informativa richiesta per gli intermediari che adottano tali sistemi (normativa “CRR”: art. 452 “Uso del metodo IRB per il rischio
di credito”, art.454 “Uso dei metodi avanzati di misurazione per il rischio operativo e art.455 “Uso di modelli interni per il rischio di
mercato”).
Non sono altresì presenti le informazioni richieste dagli articoli la cui applicabilità decorre dagli esercizi successivi al 31 dicembre 2015
(art. 440 “CRR”, Riserve di Capitale).
Nell’Informativa al Pubblico di FCA Bank vengono riprese informazioni già riportate all’interno del Bilancio Consolidato oltre che nelle
segnalazioni di vigilanza consolidata e sono anche utilizzati elementi comuni col processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale
(resoconto ICAAP).
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OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO
In un contesto politico-economico come quello attuale, caratterizzato da una grande complessità e notevole dinamica, FCA Bank
attribuisce una forte importanza alla misurazione, gestione e controllo dei rischi. La Società Capogruppo ricopre un ruolo di indirizzo,
gestione e controllo complessivo dei rischi a livello di Gruppo, attivando piani operativi di azione che consentano un presidio affidabile
su tutti i contesti di rischio.
I principi fondamentali che ispirano l’attività di gestione e controllo dei rischi sono:
• una chiara individuazione delle responsabilità nell’assumere i rischi;
• sistemi di misurazione e controllo in linea con le indicazioni di Vigilanza e con le soluzioni maggiormente adottate a livello
internazionale;
• separatezza organizzativa tra funzioni operative e funzioni di controllo.
Per quanto concerne la completezza, le attività svolte nel corso del 2015, rivolte all’adeguamento alle nuove norme della Banca d’Italia in
materia di sistema dei controlli interni, hanno condotto all’estensione sia dei processi di supporto strategico agli organi aziendali (Risk
Appetite Framework – RAF e valutazione delle operazioni di maggior rilievo), sia dei processi di gestione dei rischi, che ora coprono
tutte le tipologie di rischio aziendale ritenute rilevanti sotto il profilo normativo e gestionale.
La Direzione Risk and Permanent Control (R&PC), nel proprio processo di adeguamento alla normativa di Vigilanza, ha avviato nel
corso del 2014 un processo di definizione del proprio Risk Appetite Framework (RAF), in coerenza con le linee guida e con il piano
strategico della Capogruppo, che si è concluso nel 2015 con l’approvazione dello stesso al Consiglio di Amministrazione.
Nella fattispecie, FCA Bank aggiorna annualmente la propria Strategia Rischi stabilendo i livelli di rischio che il gruppo ritiene adeguati
alla propria strategia di sviluppo. Tramite la strategia, sottoposta per approvazione al Group Internal Risk Committee, vengono individuati
i limiti (le soglie di allerta) globali, opportunamente integrati da limiti operativi declinati per singola entità del gruppo. Tale sistema di
limiti e/o soglie d’allerta, è sottoposto all’approvazione del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo FCA Bank.
Il succitato contesto ha l’obiettivo di assicurare la stretta coerenza tra il modello di business, il piano strategico e di budget, il processo
ICAAP e il sistema di controlli interni, fissando per i diversi contesti il massimo rischio assumibile.
Nell’ambito della nuova veste bancaria, Risk and Permanent Control ha avviato, nel corso del 2015, le seguenti attività:
• in relazione al processo di Group Risk Management (GRM), RISK AND PERMANENT CONTROL ha nuovamente richiesto a ogni
Country Manager la revisione delle Risk Strategies annuali per le società controllate di cui è a capo. In tale contesto è stato demandato
ai Mercati la declinazione del Risk Appetite Framework (RAF) di secondo livello che ha comportato la definizione di metriche e soglie
coerenti con quelle della Capogruppo.
• L’implementazione del RAF a livello di Gruppo ha richiesto inoltre la definizione del processo interno e dei criteri per l’identificazione
e la valutazione delle Operazioni di Maggior Rilievo (OMR) in linea con i requisiti normativi della Circolare di Banca d’Italia
285/2013.
Ai fini di valutare il livello di aderenza e il potenziale impatto per il Gruppo delle linee guida sulle procedure e metodologie comuni per la
revisione e la valutazione del processo di controllo prudenziale (SREP), emanate dall’European Banking Authority (EBA), Risk and
Permanent Control ha eseguito una auto valutazione sulle principali aree oggetto di analisi (modello di business, sistema di governance,
adeguatezza di capitale, rischio di liquidità e di funding).
Alla luce di quanto esposto, si sottolinea come i processi di gestione dei rischi abbiano alla base gli elementi fondamentali costituiti dalla
definizione dei profili di governance, l’enunciazione della propensione al rischio, l’individuazione dei risk takers e siano articolati in tutte
le fasi richieste dalla normativa e previste dalla pratica professionale (identificazione, misurazione/valutazione, monitoraggio, reporting,
gestione delle criticità).
Per tale motivo, i processi di gestione dei rischi sono ritenuti adeguati a verificare l’effettivo svolgimento dell’attività aziendale secondo i
principi della sana e prudente gestione, il rispetto dei limiti operativi, la tempestiva comunicazione ai livelli gerarchici prestabiliti,
l’adozione di appropriati interventi correttivi al manifestarsi di eventuali criticità.
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Inoltre l’adeguatezza della gestione dei rischi viene assicurata attraverso specifici comitati, in cui l’ente Risk and Permanent Control (Risk
And Permanent Control) è parte attiva:
• l’Internal Control Committee (ICC), che coordina le funzioni di controllo (IA, C&SR, Risk And Permanent Control), così come
l’insieme dei presidi di controllo interno;
• il Credit Commitee, che effettua analisi e valutazioni, indirizza la strategia rischi nella gestione e nel monitoraggio dei limiti globali ed
operativi di credito;
• l’ALM Meeting, che si occupa del monitoraggio e controllo di tutte le tematiche riguardanti i rischi finanziari (di mercato e di
controparte a fronte di operazioni di mercato di liquidità), di tasso e di cambio;
• il Comitato Nuove Attività e Prodotti (NPA), con il compito di migliorare la gestione dei rischi specifici relativi a nuove attività e
prodotti che possano modificare il profilo di rischio della società.
Risk & Audit Committee (R&AC), istituito dal Consiglio di Amministrazione il 17 Settembre 2014 nell’ambito del progetto di
trasformazione in Banca e secondo le disposizioni di Banca d’Italia in tema di governo societario. Il Risk & Audit Committee svolge
funzioni di supporto al Consiglio di Amministrazione in materia di rischi e sistema di controlli interni e di valutazione del corretto utilizzo
dei principi contabili per la redazione dei bilanci di esercizio e consolidato. In particolare è responsabile per tutte le attività strumentali e
necessarie affinché il Consiglio di Amministrazione possa addivenire ad una corretta ed efficace determinazione del Risk Appetite
Framework (“RAF”) e delle politiche di governo dei rischi.
Ogni Società estera assicura un adeguato livello di gestione dei rischi proporzionalmente alle sue dimensioni ed attività e coerentemente
con le linee guida definite annualmente dalla Capogruppo.
Il sistema dei controlli interni è considerato efficace in termini di funzionalità.
La preservazione dell’efficacia nel tempo è affidata alle attività di manutenzione, aggiornamento ed evoluzione di metodologie, presidi
organizzativi, processi, procedure, applicativi, strumenti.
Risk And Permanent Control monitora i rischi attraverso il suo piano operativo annuale dei controlli e delle attività, che include:
• L’identificazione di aree per le quali le esistenti procedure debbano essere aggiornate e la creazione e aggiornamento di nuove
procedure in ambito di risk management;
• Il monitoraggio delle evoluzioni normative;
• Analisi ed emissione di opinion su tematiche di rischio di credito, finanziario ed operativo (es. NPA, Scoring, ecc.);
• Attività di training per diffondere una cultura integrata del rischio (2nd level RAF, BCP, Permanent Control Tool).
Tra le peculiarità del framework di Risk Management di FCA Bank annoveriamo:
• la verifica dell’attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;
• il contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della banca
(Risk Appetite Framework, RAF);
• la salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite.
Il primo presidio dell’affidabilità del sistema dei controlli interni è costituito dalla professionalità delle risorse umane che, nel quadro
delle regole e dei riferimenti organizzativi aziendali, hanno il compito di svolgere le attività di controllo, esaminarne le risultanze,
valutare prospetticamente i fattori di rischio e il livello di esposizione.
Le risorse in organico all’ente Risk and Permanent Control, adeguate sotto il profilo qualitativo, hanno generalmente una formazione di
livello universitario per lo più in ambito economico o matematico-statistico e sono dotate di buone conoscenze degli aspetti normativi e
metodologici, adeguate competenze tecniche ed esperienza professionale proporzionata ai compiti da svolgere.
Le metodologie, i modelli e gli applicativi utilizzati sono di uso comune in ambito bancario e adeguatamente sperimentati e validati in
ambito aziendale.
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AMBITO DI APPLICAZIONE
Informativa qualitativa
Ragione sociale dell’ente al quale si applicano gli obblighi dell’informativa
FCA Bank S.p.A. Capogruppo del Gruppo bancario “FCA Bank” iscritto all’albo dei Gruppi Bancari.
Illustrazione delle differenze nelle aree di consolidamento rilevanti per i fini contabili e di
vigilanza
L’area di consolidamento prudenziale differisce dall’area di consolidamento di bilancio, regolata dai principi IAS/IFRS; per tale motivo si
possono generare disallineamenti tra insiemi di dati non omogenei presenti in questo documento e nel bilancio consolidato redatto alla
medesima data.
Il Bilancio Consolidato è il bilancio del gruppo presentato come se fosse il bilancio di un’unica entità economica. Questo comprende le
risultanze patrimoniali ed economiche della Capogruppo e delle sue controllate dirette ed indirette.
Per la stesura del Bilancio Consolidato sono stati utilizzati i progetti di bilancio, con riferimento all’esercizio 2015, della Capogruppo e
delle altre società del Gruppo consolidate integralmente. Questi ultimi, ove necessario, sono opportunamente riclassificati e rettificati per
far fronte all’esigenza di rappresentazione negli schemi del bilancio bancario ed all’esigenza di uniformità di utilizzo dei principi contabili
IAS/IFRS.
Ai sensi dell’IFRS 10 la Capogruppo FCA Bank S.p.A. consolida le società in base al principio del controllo così come definito dal citato
IFRS.
Al fine di verificare l’esistenza di controllo, il Gruppo considera i seguenti fattori:
• lo scopo e la costituzione della partecipata al fine di identificare quali sono gli obiettivi dell’entità, le attività che determinano i suoi
rendimenti e come tali attività sono governate;
• il potere al fine di comprendere se il Gruppo ha diritti contrattuali che attribuiscono la capacità di governare le attività rilevanti; a tal
fine sono considerati solamente diritti sostanziali che forniscono capacità pratica di governo;
• l’esposizione detenuta nei confronti della partecipata al fine di valutare se il Gruppo ha rapporti con la partecipata i cui rendimenti
sono soggetti a variazioni dipendenti dalla performance della partecipata.
Laddove le attività rilevanti sono governate attraverso diritti di voto, l’esistenza di controllo è oggetto di verifica considerando i diritti di
voto, anche potenziali, detenuti e l’esistenza di eventuali accordi o di patti parasociali che attribuiscano il diritto di controllare la
maggioranza dei diritti di voto stessi, di nominare la maggioranza dell’organo di governo o comunque il potere di determinare le politiche
finanziarie e operative dell’entità.
Tra le controllate possono essere comprese anche eventuali “entità strutturate”, nelle quali i diritti di voto non rappresentano elementi
determinanti per la valutazione del controllo, ivi incluse società veicolo (SPV). Le entità strutturate sono considerate controllate laddove:
• il Gruppo dispone di potere attraverso diritti contrattuali che consentono il governo delle attività rilevanti;
• il Gruppo è esposto ai rendimenti variabili derivanti da tali attività.
Il Gruppo non detiene partecipazioni in società sottoposte a controllo congiunto.
Di seguito si evidenzia la struttura societaria del Gruppo FCA Bank al 31 dicembre 2015, evidenziando le società facenti parti del Gruppo
Bancario FCA Bank.
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Informativa quantitativa
Si segnala che nel corso del mese di gennaio 2016 la Fal Fleet Services SAS ha variato la denominazione sociale in FCA Fleet Services France SAS. Si segnala che nel corso del mese di gennaio 2016 la Athomstart ha variato la denominazione sociale in FCA Capital Norge AS.
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Partecipazioni in società controllate in via esclusiva
DENOMINAZIONE IMPRESE
SEDE LEGALE SEDE
OPERATIVA (*)
TIPO DI RAPPORTO
(**)
QUOTA PARTECIPAZIONE
%
FCA Bank S.p.A. Torino - Italia
Leasys S.p.A. Torino - Italia Roma - Italia 1 100,00
FCA Capital France SA Trappes - Francia 1 100,00
FCA Fleet Services France SA Trappes - Francia 1 100,00
FCA Leasing France SNC Trappes - Francia 1 99,99
FCA Bank Deutschland GmbH Heilbronn - Germania 1 100,00
FCA Automotive Services UK Ltd Slough - Regno Unito 1 100,00
FCA Dealer Services UK Ltd Slough - Regno Unito 1 100,00
FCA Fleet Services UK Ltd Slough - Regno Unito 1 100,00
FCA Capital Espaňa EFC SA Alcala de Henares - Spagna 1 100,00
FCA Dealer Services Espaňa SA Alcala de Henares - Spagna 1 100,00
FCA Capital Portugal IFIC SA Lisbona - Portogallo 1 100,00
FCA Dealer Services Portugal SA Lisbona - Portogallo 1 100,00
FCA Capital Suisse SA Schlieren - Svizzera 1 100,00
FCA Leasing Polska Spzoo Varsavia - Polonia 1 100,00
FCA-Group Bank Polska SA Varsavia - Polonia 1 100,00
FCA Capital Nederland B.V. Lijnden - Olanda 1 100,00
FCA Capital Danmark A/S Glostrup - Danimarca 1 100,00
FCA Capital Belgium SA Auderghem - Belgio 1 99,99
FCA Bank GmbH Vienna - Austria 2 50,00
FCA Leasing GmbH Vienna - Austria 1 100,00
FCA Capital Hellas SA Atene - Grecia 1 99.99
FCA Insurance Hellas SA Atene - Grecia 1 99,99
FCA Capital Ireland Plc Dublino - Irlanda 1 99,99
FCA Capital Re Limited Dublino - Irlanda 1 100,00
FCA Capital Sverige AB Svezia 1 100,00
FCA Capital Norge AS Norvegia 1 100,00
(*) Se diversa da Sede Legale (**) Tipo di rapporto: 1 = maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria 2 = influenza dominante nell’assemblea ordinaria
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Sono incluse nell’area di consolidamento integrale le entità strutturate relative a operazioni di cartolarizzazione il cui dettaglio è fornito
nel seguito:
Denominazione imprese Sede
A-BEST THIRTEEN FT Madrid - Spain
A-BEST TWELVE S.r.l. Conegliano (TV) - Italia
A-BEST ELEVEN UG Frankfurt am Main - Germany
A-BEST TEN S.r.l. Conegliano (TV) - Italia
A-BEST NINE S.r.l. Conegliano (TV) - Italia
A-BEST EIGHT PLC Londra - Uk
A-BEST SEVEN S.r.l. Milano - Italia
A-BEST FOUR S.r.l. Conegliano (TV) - Italia
NIXES THREE Plc Dublino - Irlanda
NIXES FOUR S.r.l. Milano - Italia
NIXES SIX Plc Londra - Uk
NIXES FIVE Ltd Island of Jersey
FCT FAST 2 Courbevoie - Francia
FAST 3 S.r.l. Milano - Italia
ERASMUS FINANCE LIMITED Dublino - Irlanda
Partecipazioni in società controllate con interessenze di terzi significative
Interessenze di terzi, disponibilità dei voti di terzi e dividendi distribuiti ai terzi
Denominazione Interessenze dei terzi
(%) Disponibilità voti dei
terzi (%) Dividendi distribuiti
ai terzi
FCA BANK GMBH (Austria) 50% 50% -
Nell’area di consolidamento integrale è inclusa, ai sensi dell’IFRS 10, la FCA Bank GmbH (Austria), partecipata al 50%, in quanto la
FCA Bank S.p.A. esercita sulla stessa un’influenza dominante.
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FONDI PROPRI
Informativa qualitativa
Dal 1° gennaio 2014 è applicabile la disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella Direttiva
2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, che traspongono nell’Unione europea gli standard
definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. framework Basilea 3).
Le disposizioni normative sopra citate sono state recepite, a livello nazionale, attraverso le seguenti circolari:
• Circolare Banca d’Italia n. 285: Disposizioni di vigilanza per le Banche;
• Circolare Banca d’Italia n. 286: Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le Banche e le Società di
Intermediazione Immobiliare;
• Aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n.154: Segnalazioni di vigilanza delle Istituzioni Creditizie e Finanziarie. Schemi di
rilevazione e istruzioni per l’inoltro dei flussi informativi.
Il nuovo framework normativo prevede che i Fondi Propri (o Patrimonio di vigilanza) siano costituiti dai seguenti livelli di capitale:
• Capitale di Classe 1 (Tier 1 Capital), a sua volta composto da:
• Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1);
• Capitale aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1 - AT1);
• Capitale di Classe 2 (Tier 2 - T2).
La forma predominante del Tier 1 è il Common Equity, composto principalmente da strumenti di capitale (es. azioni ordinarie al netto
delle azioni proprie), sovraprezzi di emissione, riserve di utili, riserve davalutazione, interessi di minoranza computabili, oltre agli
elementi in deduzione.
Gli strumenti di capitale emessi, per essere computati nel Common Equity devono garantire l’assorbimento delle perdite “on going
concern”, attraverso il rispetto delle seguenti caratteristiche:
• massimo livello di subordinazione;
• possibilità di sospensione del riconoscimento di dividendi/cedole a totale discrezione dell’ente emittente e in modo non cumulativo;
• irredimibilità;
• assenza di incentivi al rimborso.
Allo stato attuale, con riferimento al Gruppo FCA Bank, nessuno strumento di capitale oltre alle azioni ordinarie rientra nel computo del
Common Equity. Sono inoltre previsti alcuni filtri prudenziali con effetto sul Common Equity:
• filtro su utili legati a margini futuri derivanti da operazioni di cartolarizzazione;
• filtro sulle riserve per coperture di Cash Flow Hedge (CFH);
• filtro su utili o perdite su passività al fair value (derivative e no) connessi alle variazioni del proprio merito creditizio;
• rettifiche di valore su attività al fair value connesse alla cosiddetta “Prudent valuation”.
La normativa prevede anche una serie di elementi da dedurre dal Capitale primario di Classe 1:
• avviamento, intangibili e attività immateriali residuali;
• attività per imposte anticipate (DTA) connesse alla redditività futura ma non derivanti da differenze temporanee (es. DTA su perdite
portate a nuovo);
• eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (shortfall reserve) per le posizioni ponderate secondo metodi
IRB;
• attività nette derivanti da piani pensionistici a benefici definiti;
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• esposizioni per le quali si è scelta l’opzione della deduzione in luogo della ponderazione al 1.250% tra gli RWA.
Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET 1)
Al 31 dicembre 2015 il Capitale primario di classe 1 è costituito dai seguenti elementi positivi: Capitale Sociale (700 € mln), Riserve
Sovrapprezzi di Emissione (192,7 € mln), Riserve di patrimonio netto (894,8 € mln), dalle altre componenti di Conto Economico
Accumulate principalmente costituite dalla Riserva Cambi (61,6 € mln) e dalle seguenti componenti negative: Avviamento (89,9 € mln),
Attività Immateriali (22,1 € mln), Attività Fiscali Differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee
al netto delle relative passività fiscali (5,8 € mln).
Il Capitale primario di Classe 1 così determinato è stato infine rettificato dalle disposizioni previste dal regime transitorio indicate nella
Parte 10 del Regolamento UE 575/2013 (26,2 € mln), di cui altre variazioni transitorie profitti e perdite non realizzate (-29,7 € mln) e
attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee (+3,5 € mln).
Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1)
Il capitale aggiuntivo di classe l – o Additional Tier 1 – è costituito dagli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 e relativi
sovrapprezzi di emissione, dagli strumenti ammissibili nell’AT1 ai sensi della precedente regolamentazione prudenziale e oggetto di
disposizioni transitorie (grandfathering) e, quali elementi negativi, dalle detrazioni (investimenti in propri strumenti di AT1, investimenti
in strumenti di AT1 di altri intermediari, eventuali detrazioni eccedenti la capienza del capitale di classe 2).
I principali requisiti per la computabilita degli strumenti AT1 sono i seguenti:
• sono emessi e versati;
• sono perpetui e le disposizioni che li governano non prevedono alcun incentivo al rimborso;
• eventuali opzioni call possono essere esercitate unicamente a discrezione dell’emittente e comunque non prima di 5 anni, salvo
autorizzazione dell’autorità di vigilanza ammessa in particolari circostanze;
• le 5disposizioni che governano gli strumenti conferiscono all’emittente piena discrezionalità, in qualsiasi momento, di annullare le
distribuzioni relative agli strumenti medesimi per un periodo illimitato e su base non cumulativa;
• la cancellazione degli interessi non costituisce un caso di default dell’emittente;
• in caso di trigger event il valore nominale viene ridotto in modo permanente o temporaneo, ovvero gli strumenti sono convertiti in
strumenti del Capitale primario di classe 1.
Al 31 dicembre 2015 sono presenti strumenti computabili come Capitale aggiuntivo di classe 1 gli strumenti emessi da filiazioni incluse
nell’AT1 al netto delle disposizioni transitorie (0,5 € mln).
Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2)
Il capitale di classe 2 – o Tier 2 - è costituito dai prestiti subordinati; dalle eccedenze sulle perdite attese delle rettifiche di valore
contabilizzate, nel limite dello 0,60% delle esposizioni ponderate per il rischio di credito; dagli strumenti ammissibili nel T2 ai sensi della
precedente regolamentazione prudenziale e oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) e, quali elementi negativi, dalle detrazioni
(investimenti in propri strumenti di T2, investimenti in strumenti di T2 di altri intermediari).
Fra i principali requisiti per la computabilità degli strumenti T2 sono:
• durata originaria di almeno 5 anni;
• nessun incentivo al rimborso anticipato;
• eventuali opzioni call esercitate unicamente a discrezione dell’emittente e comunque non prima di 5 anni, salvo autorizzazione
dell’autorità di vigilanza ammessa in particolari circostanze;
• ammortamento degli strumenti ai fini della computabilità nel T2 negli ultimi cinque anni, calcolato su base giornaliera.
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Al 31 dicembre 2015 il Capitale di classe 2 di FCA Bank è costituito da strumenti di capitale di classe 2 emessi da filiazioni inclusi nel T2
al netto delle disposizioni transitorie (0,7 € mln).
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Informativa quantitativa
3.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione
Totale Totale 31/12/2015 31/12/2014
A. Capitale
A.1 Azioni ordinarie 700.000 700.000
A.2 Azioni di risparmio - -
A.3 Azioni privilegiate - -
A.4 Azioni altre - -
B. Azioni proprie
B.1 Azioni ordinarie - -
B.2 Azioni di risparmio - -
B.3 Azioni privilegiate - -
B.4 Azioni altre - -
3.2 Capitale - numero azioni della capogruppo: variazioni annue
Ordinarie
A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 700.000
- interamente liberate 700.000
- non interamente liberate -
A.1 Azioni proprie (-) -
A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 700.000
B. Aumenti -
B.1 Nuove emissioni -
- a pagamento -
- operazioni di aggregazioni di imprese -
- conversione di obbligazioni -
- esercizio di warrant -
- altre -
- a titolo gratuito -
- a favore dei dipendenti -
- a favore degli amministratori -
- altre -
B.2 Vendita azioni proprie -
B.3 Altre variazioni -
C. Diminuzioni -
C.1 Annullamento -
C.2 Acquisto di azioni proprie -
C.3 Operazioni di cessione di imprese -
C.4 Altre variazioni -
D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 700.000
D.1 Azioni proprie (+) -
D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 700.000
- interamente liberate 700.000
- non interamente liberate -
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3.3: Composizione del patrimonio di vigilanza
Totale
31/12/2015
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri prudenziali
1.844.247
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie -
B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) 4.261
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B)
1.848.508
D. Elementi da dedurre dal CET1 117.918
E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni transitorie
(26.230)
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E)
1.704.359
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
542
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie -
H. Elementi da dedurre dall’AT1 -
I. Regime transiotorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie
-
L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I)
542
M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
723
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie -
N. Elementi da dedurre dal T2 -
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2 per effetto di disposizioni transitorie
-
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) 723
Q. Totale fondi propri (F + L + P) 1.705.624
15
REQUISITI DI CAPITALE
Informativa qualitativa
La gestione di adeguatezza patrimoniale a livello consolidato e di singola controllata è assicurata nel rispetto dei vincoli normativi.
Il capitale a rischio considerato è duplice:
• capitale regolamentare a fronte dei rischi di Pillar 1;
• capitale interno complessivo a fronte dei rischi di Pillar 2, per il processo ICAAP.
Il patrimonio di vigilanza ed il capitale interno complessivo si differenziano per la loro definizione e anche in relazione alle categorie di
rischio coperto. Il primo discende dagli schemi definiti dalla normativa di vigilanza, il secondo dalle misurazioni gestionali.
La gestione dell’adeguatezza patrimoniale è realizzata attraverso il presidio dei vincoli regolamentari di Pillar 1 e dei vincoli gestionali di
Pillar 2. Le proiezioni sono prodotte, ai fini del II pilastro, tenendo in conto le situazioni di stress per garantire che le risorse disponibili
siano sufficienti per coprire tutti i rischi anche in condizioni economiche avverse.
Annualmente, nell'ambito del processo di budget, è svolta la verifica di compatibilità, a livello consolidato e anche per le controllate, con
gli obiettivi di patrimonializzazione. In funzione delle dinamiche attese dello stato patrimoniale e del conto economico, se necessario, già
in questa fase sono identificati le azioni appropriate.
Nel 2015, a seguito della trasformazione della Società FGA Capital S.p.A. in Banca (con il nuovo nome di FCA Bank) e della
conseguente configurazione del Gruppo bancario, il processo ICAAP è stato rivisto strutturalmente.
La normativa prevede che, nell’ambito del Gruppo bancario, la Società capogruppo sia la responsabile dello svolgimento del processo
ICAAP su base consolidata.
La Società capogruppo ha quindi avviato la formalizzazione della nuova policy che definisce il processo ICAAP adottato dal Gruppo su
base consolidata, nonché le linee guida che le società controllate, all’interno del perimetro bancario, sono chiamate a recepire nel rispetto
della normativa locale.
La Società, nel rispetto delle Istruzioni di Vigilanza in materia di adeguatezza patrimoniale (c.d. Secondo Pilastro), ha definito il proprio
processo di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP, Internal Capital Adequacy Assessment Process).
L’ICAAP della Società si articola nelle seguenti fasi:
• individuazione dei rischi rilevanti da sottoporre a valutazione,
• misurazione/valutazione dei singoli rischi e del relativo capitale interno,
• determinazione del capitale interno complessivo - così come previsto dalla disciplina prudenziale per le Banche e i Gruppi di Classe 2 -
secondo la tecnica del building block semplificato, che consiste nel sommare al Capitale Interno definito per i rischi del Primo Pilastro,
il Capitale Interno definito per i rischi individuati nell’ambito del Secondo Pilastro e l’eventuale Capitale Interno allocato a fronte degli
esiti degli stress test,
• effettuazione di prove di stress volte ad una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e
controllo e dell’adeguatezza del capitale.
La determinazione del Capitale Interno Complessivo (attuale e prospettico) viene effettuata con cadenza almeno semestrale, con eventuale
rivalutazione “ad evento”, in caso di cambiamenti rilevanti a livello organizzativo e/o strategico.
Il processo ICAAP è inoltre sottoposto a revisione interna da parte dell’Internal Audit della Società.
Mappa dei rischi
La definizione e la mappatura dei rischi non è un processo svolto una tantum, bensì realizzato nel continuo, al fine di migliorare la
gestione del rischio e di mantenere aggiornata la mappa dei rischi a cui il Gruppo è esposto.
L’Ente R&PC – GRM, sulla base delle caratteristiche operative e strategiche del Gruppo, ha ritenuto opportuno considerare come
rilevanti, sia attualmente che in ottica prospettica, tutti i rischi quantificabili previsti dalla Circolare 285/2013; ha inoltre identificato come
16
rilevante il rischio di partecipazione, definito come il rischio di sottostimare l’esposizione creditizia del Gruppo derivante dalla esclusione
dal Gruppo bancario delle società commerciali, la cui operatività è fortemente integrata con le strategie del Gruppo stesso.
Con riferimento ai rischi non quantificabili, l’Ente R&PC – GRM, adottando un approccio prudenziale, ha definito come rilevanti (e
quindi oggetto di valutazione qualitativa) tutte le categorie di rischio “non quantificabili”.
Inoltre, anche in seguito all’ottenimento della licenza bancaria e all’evoluzione dell’impianto normativo di riferimento per l’operatività
del Gruppo, è stata confermata la rilevanza del rischio di compliance.
Una rappresentazione d’insieme dei rischi rilevanti per il Gruppo, e delle relative metodologie di misurazione e di esecuzione degli stress
test, è fornita nella seguente tabella:
Rischio Tipologia Modalità di valutazione
Allocazione Capitale Interno
Stress test
Rischio di credito e di controparte Primo
pilastro
Metodo standard
Metodo del valore corrente
Sì Sensitivity Analysis
Rischio di mercato Metodo delle scadenze Sì No
Rischio operativo Metodo base – BIA Sì No
Rischio di concentrazione
Altri rischi
Altri rischi
Granularity Adjustment Sì Sensitivity Analysis
Rischio paese Valutazione qualitativa No -
Rischio di tasso d’interesse Metodologia semplificata Sì No
Rischio di liquidità Liquidity gap analysis No Scenario di
stress sistemico
Rischio residuo Valutazione qualitativa No -
Rischio derivante da op. di cartolarizzazione
Valutazione qualitativa No -
Rischio di eccessiva leva finanziaria
Leverage Ratio No -
Rischio strategico Valutazione qualitativa No -
Rischio reputazionale Valutazione qualitativa No -
Rischio di compliance Valutazione qualitativa No -
Rischio da partecipazioni Comparazione RWA perimetro Giuridico e Bancario
Sì No
17
Informativa quantitativa
4.1 Adeguatezza Patrimoniale
Categorie/Valori
Importi non ponderati
Importi ponderati / requisiti
31/12/2015 31/12/2015
A. ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1 Rischio di credito e di controparte 20.055.050 14.465.051
1. Metodologia standardizzata 20.055.050 14.465.051
2. Metodologia basata su rating interni - -
2.1 Base - -
2.2 Avanzata - -
3. Cartolarizzazioni - -
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte 1.157.204
B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito 5.641
B.3 Rischio di Regolamento -
B.4 Rischi di mercato 54.292
1. Metodologia standard 54.292
2. Modelli interni -
3. Rischio di concentrazione -
B.5 Rischio operativo 87.569
1. Metodo base 87.569
2. Metodo standardizzato -
3. Metodo avanzato -
B.6 Altri elementi di calcolo -
B.7 Totale requisiti prudenziali 1.304.706
C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate 16.308.823
C.2 Capitale primario di classe1/Attività di rischio ponderate (CET 1 capital ratio)
10,45%
C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 10,45%
C.4 Totale fondi propri//Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 10,46%
18
4.2 Esposizione dei requisiti patrimoniali in dettaglio
Rischio di credito e di controparte
Consistenze al 31/12/2015
Rischio di credito Rischio di controparte
RWA (net of IC) Requisito
patrimoniale RWA (net of IC)
Requisito patrimoniale
Metodologia standardizzata 14.405.633 1.152.451 59.417 4.753
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali o banche centrali 278.059 22.245 - -
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni regionali o autorità locali 35.167 2.813 - -
Esposizioni verso o garantite Organismi del settore pubblico - - - -
Esposizioni verso o garantite Banche multilaterali di sviluppo - - - -
Esposizioni verso o garantite Organizzazioni internazionali - - - -
Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati 159.934 12.795 59.417 4.753
Esposizioni verso o garantite da imprese e altri soggetti 5.047.493 403.799 - -
Esposizioni Al dettaglio 8.006.188 640.495 - -
Esposizioni Garantite da immobili - - - -
Esposizioni in stato di default 191.738 15.339 - -
Esposizioni ad alto rischio - - - -
Esposizioni sottoforma di obbligazioni bancarie garantite - - - -
Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) - -
Esposizioni a breve termine verso imprese e altri soggetti o intermediari vigilati - - - -
Elementi che rappresentano posizioni verso le Cartolarizzazioni - - - -
Esposizioni in strumenti di capitale 253.994 20.320 - -
Altre esposizioni 433.060 34.645 - -
Totale requisito patrimoniale per il Rischio di Credito e di controparte (Metodo Standard)
14.405.633 1.152.451 59.417 4.753
19
4.3 Rischio di credito e di controparte
Rischio di credito e di controparte
31/12/2015
Importi non
ponderati
Importi ponderati
Requisito
A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE
A.1 Metodologia Standardizzata 18.048.864 14.465.050 1.157.204
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali o banche centrali
443.698 278.059 22.245
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni regionali o autorità
locali 45.699 35.167 2.813
Esposizioni verso o garantite Organismi del settore pubblico - - -
Esposizioni verso o garantite Banche multilaterali di sviluppo - - -
Esposizioni verso o garantite Organizzazioni internazionali - - -
Esposizioni verso o garantite da Enti 977.716 219.351 17.548
Esposizioni verso o garantite da Imprese 5.047.493 5.047.493 403.799
- di cui verso PMI - - -
Esposizioni Al dettaglio 10.674.918 8.006.188 640.495
- di cui verso PMI - - -
Esposizioni Garantite da immobili - - -
- di cui verso PMI - - -
Esposizioni in stato di default 173.230 191.738 15.339
Esposizioni ad alto rischio - - -
Esposizioni sottoforma di obbligazioni bancarie garantite - - -
Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR)
- - -
Esposizioni a breve termine verso imprese o enti - - -
Elementi che rappresentano posizioni verso le Cartolarizzazioni - - -
Esposizioni in strumenti di capitale 253.995 253.994 20.320
Altre esposizioni 432.115 433.060 34.645
20
4.4 Rischio di credito: esposizioni ripartite per portafoglio
Portafogli
Consistenze al 31/12/2015
Valore
esposizione al
lordo della CRM
Valore
esposizione al
netto della CRM
Esposizioni garantite
Garanzia reale Garanzia personale
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e
Banche Centrali 234.858 444.163 209.305 -
Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali 45.699 45.699 - -
Esposizioni verso o garantite da Enti senza scopo di lucro ed
Enti del settore pubblico - - - -
Esposizioni verso o garantite da Banche multilaterali di
sviluppo - - - -
Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni internazionali - - - -
Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati 1.187.021 977.716 - -
Esposizioni verso o garantite da Imprese 7.440.563 7.440.563 - -
Esposizioni al dettaglio 10.674.918 10.674.918 - -
Esposizioni garantite da immobili - - - -
Esposizioni scadute 173.230 173.230 - -
Esposizioni ad alto rischio - - - -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite - - - -
Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del
risparmio (O.I.C.R.) - - - -
Esposizioni in strumenti di capitale 253.995 253.995 - -
Altre esposizioni 432.115 432.115 - -
Totale Generale 20.442.399 20.442.399 209.305 -
Esposizioni in bilancio soggette al rischio di credito 17.586.420 17.586.420 - -
Esposizioni fuori bilancio soggette al rischio di credito 2.468.630 2.468.630 - -
Securities Financing Transactions 210.669 210.669 209.305 -
Derivati e Esposizioni con regolamento a lungo termine 176.680 176.680 - -
Esposizioni derivanti da compensazioni tra prodotti diversi - - - -
Totale Generale 20.442.399 20.442.399 209.305 -
4.5 Requisito patrimoniale per rischio di mercato
Requisito patrimoniale per rischio di mercato 31/12/2015
Rischio di posizione 54.292
di cui relativo a posizioni verso le cartolarizzazioni -
Rischio di concentrazione -
Rischio di regolamento per le transazioni DVP -
Rischio di cambio -
Rischio sulle posizioni in merci -
Rischio aggiustamento valutazione del merito creditizio - CVA 5.641
Totale rischio di mercato 59.933
21
RISCHIO DI CREDITO
Informativa qualitativa
La mission del Gruppo nella sua veste bancaria, in continuità con il modello di business in vigore fino al 2014, è quella di supportare la
vendita di autovetture e di veicoli commerciali prodotti dal Gruppo Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e da altre imprese costruttrici
partner, offrendo al cliente e alle imprese, nell’ambito della strategia commerciale del Gruppo, un’innovativa gamma di prodotti finanziari
incentrata sulla fidelizzazione, sul costante miglioramento della customer satisfaction, sullo sviluppo di nuovi servizi garantendo, al
contempo, la necessaria trasparenza verso la clientela.
A tal fine, il Gruppo persegue i seguenti obiettivi strategici:
• Supportare le vendite, in Italia e in Europa, dei marchi FCA e dei partner industriali, fornendo opportunità di finanziamento mirate alle
diverse esigenze della rete dei concessionari, del cliente privato e delle aziende;
• Essere la prima scelta come fornitore di servizi finanziari per clienti e concessionari;
• Continuare nella gestione attenta del rischio, nel quadro degli obiettivi definiti dagli azionisti;
• Diversificare la struttura delle fonti di finanziamento.
In coerenza con la mission aziendale, la clientela di FCA Bank continua a essere costituita dalla rete dei concessionari, dai clienti privati e
dalle aziende che acquistano autovetture e veicoli commerciali prodotti dal Gruppo FCA e da altre imprese costruttrici partner.
L’offerta commerciale del Gruppo è articolata nelle seguenti attività:
• Finanziamento reti di vendita dei concessionari;
• Finanziamento clienti: prodotti retail, volti ad agevolare l’acquisto/utilizzo dell’autovettura;
• Prodotti e servizi assicurativi accessori nell’ambito dell’attività di concessione di finanziamenti (polizza assicurativa a protezione del
finanziamento e del veicolo).
Al fine di migliorare i prodotti esistenti e identificarne eventualmente di nuovi sulla base delle esigenze del mercato di riferimento e dei
partner industriali, nel normale svolgimento del business, il “catalogo prodotti” è oggetto di costante aggiornamento e sviluppo.
Tutti i servizi sono strutturati per agevolare l’acquisto di autovetture e di veicoli commerciali in un’ottica di sostenibilità di lungo termine
e di credito responsabile, avvalendosi di processi e di strumenti volti ad aumentare il livello di fidelizzazione della clientela, al marchio e
al concessionario.
Il rischio di credito si presenta, per il Gruppo, nell’ambito dello svolgimento della sua operatività core, ovvero:
• Erogazione di credito al consumo e leasing finanziario a favore degli acquirenti di autoveicoli dei propri partner industriali (Linea di
business Retail);
• Finanziamento delle reti di vendita degli stessi partner industriali (Linea di business Dealer Financing);
• Detenzione e controllo delle partecipazioni nelle società commerciali non facenti parte del Gruppo Bancario in Italia e in Europa. La
Banca fornisce, inoltre, supporto finanziario alle controllate stesse attraverso l’erogazione di linee di credito e l’emissione di garanzie a
favore di finanziatori terzi.
Politiche di gestione del rischio di credito
Aspetti organizzativi
Le politiche di credito del Gruppo FCA Bank hanno come obiettivo generale ed essenziale l'assunzione di rischi che devono essere:
22
• controllati;
• ragionevoli;
• contenuti entro certi parametri.
Il Gruppo FCA Bank dispone di un apposito Manuale del Credito che si propone di:
• supportare i responsabili per la concessione del fido nelle loro valutazioni;
• fissare e mantenere la qualità degli standard di credito;
• soddisfare le necessità di credito della clientela;
• cogliere le opportunità commerciali offerte dalla possibilità di sviluppo di nuovi prodotti di finanziamento sui mercati e limitare le
perdite.
L’insieme dei criteri elencati deve garantire la protezione della redditività delle operazioni di finanziamento.
Sistemi di gestione, misurazione e controllo
Ruoli e responsabilità
In quest’ambito il Gruppo FCA Bank presidia il rischio di credito attraverso una specifica ripartizione di ruoli e responsabilità che vede
coinvolti:
• il Board of Directors;
• il Board Executive Credit Committee;
• il Credit Committee della Società capogruppo;
• i Local Credit Committee.
Il Board of Directors, in materia di credito, è responsabile di:
• definire le Politiche di Rischio Credito e ogni loro modifica;
• adottare e approvare il sistema delle deleghe di potere e ogni sua modifica;
• approvare periodicamente le modifiche al cut-off delle scorecard (materia delegata a Credit Committee);
• definire periodicamente i limiti di approvazione del credito attribuiti al Credit Committee e ai singoli Country Managers.
Il Board Executive Credit Committee è responsabile, su delega del Board of Directors, dell’approvazione di pratiche in delega Board. Il
Credit Committee ha il compito di:
• proporre al Consiglio di Amministrazione le Politiche di Rischio del Credito (e l’eventuale variazione delle stesse);
• definire i limiti di approvazione del credito all'interno dell'intervallo impostato di volta in volta dal Consiglio di Amministrazione per
ogni business gestito dal Gruppo FCA Bank;
• proporre modifiche alle scorecard, e modificarle come da apposita delega del Consiglio di Amministrazione;
• verificare e analizzare le performance di rischio;
• analizzare altre questioni eventualmente assegnategli dal Consiglio di Amministrazione;
• decidere, nel suo potere di delega, le richieste di approvazione di credito provenienti dal Mercato e analizzare le richieste da sottoporre
al Consiglio di Amministrazione.
L’HQ Internal Credit Committee è responsabile di:
• approvare i crediti entro i limiti stabiliti dalle deleghe di poteri vigenti;
• predisporre per approvazione i crediti oltre i limiti stabiliti dalle deleghe di poteri;
• valutare e modificare i Manuali di Credito della Società capogruppo e Locali;
• valutare e approvare le deviazioni alle politiche di credito stabilite dalla Società capogruppo , richieste dai mercati;
• valutare e approvare le deleghe di potere dei mercati.
23
I Local Credit Committee sono responsabili di:
• stabilire le applicazioni locali delle politiche generali e gli orientamenti per l’approvazione, il controllo e il recupero del credito
adeguando i Principi e le Regole Generali del Gruppo FCA Bank alla realtà del paese
• formalizzare e aggiornare il Manuale delle Politiche del Credito del Mercato;
• analizzare la situazione dell’esposizione creditizia e dei plafond;
• determinare, nell’ambito delle proprie competenze, i limiti e il processo di approvazione delle linee di credito (da formalizzare nel
Manuale delle Politiche del Credito del Mercato);
• determinare le deleghe di potere all’interno della propria struttura organizzativa, da sottoporre all’approvazione dell’HQ Internal Credit
Committee della Società capogruppo;
• approvare le pratiche nei limiti delle deleghe di potere stabilite.
Classificazione dei crediti
Per i criteri di classificazione si fa riferimento alla sezione dei principi contabili del bilancio consolidato.
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Informativa quantitativa 5.1 Esposizioni verso titoli di debito Sovrano ripartite per Stato controparte e portafoglio di classificazione
Portafogli
Consistenze al 31/12/2015
Valore
dell'esposizione
Esposizioni garantite
Garanzia Reale Garanzia personale
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali o banche centrali 234.858 209.305 -
classe di merito creditizio 1 122.226
classe di merito creditizio 2 13
classe di merito creditizio 3 930
classe di merito creditizio 4 e 5 930
classe di merito creditizio 6 110.759
Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali 45.699 - -
classe di merito creditizio 1 13.101
classe di merito creditizio 2 20.143
classe di merito creditizio 3 -
classe di merito creditizio 4 e 5 -
classe di merito creditizio 6 12.455
Esposizioni verso o garantite da Enti senza scopo di lucro ed Enti del settore pubblico - - -
classe di merito creditizio 1 -
classe di merito creditizio 2 -
classe di merito creditizio 3 -
classe di merito creditizio 4 e 5 -
classe di merito creditizio 6 -
Esposizioni verso o garantite da Banche multilaterali di sviluppo - - -
classe di merito creditizio 1 -
classe di merito creditizio 2 -
classe di merito creditizio 3 -
classe di merito creditizio 4 e 5 -
classe di merito creditizio 6 -
Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni internazionali - - -
Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati 1.187.021 - -
classe di merito creditizio 1 -
classe di merito creditizio 2 1.157.261
classe di merito creditizio 3 -
classe di merito creditizio 4 e 5 29.760
classe di merito creditizio 6 -
Esposizioni verso o garantite da imprese 7.440.563 - -
classe di merito creditizio 1 -
classe di merito creditizio 2 -
classe di merito creditizio 3 e 4 7.253.310
classe di merito creditizio 5 e 6 187.653
Esposizioni al dettaglio 10.674.918 - -
Esposizioni garantite da immobili - - -
Esposizioni scadute 173.230 - -
Esposizioni ad alto rischio - - -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite - - -
Esposizioni a breve termine verso imprese e altri soggetti o enti - - -
Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R.) - - -
classe di merito creditizio 1 -
classe di merito creditizio 2 -
25
classe di merito creditizio 3 e 4 -
classe di merito creditizio 5 e 6 -
Esposizioni in strumenti di capitale 253.995 - -
Altre esposizioni 432.115 - -
Totale Generale 20.442.399 209.305
Esposizioni in bilancio soggette al rischio di credito 17.586.420 - -
Esposizioni fuori bilancio soggette a rischio di credito 2.468.630 - -
Securities Financing Transactions 210.669 209.305 -
Derivati e Esposizioni con regolamento a lungo termine 176.680 - -
Esposizioni derivanti da compensazioni tra prodotti diversi - - -
Totale Generale 20.442.399 209.305 -
5.2 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda
Rettifiche di valore
specifiche
Rettifiche di valore di portafoglio
Esposizione netta
Attività deteriorate
Attività non deteriorate
Fino
a 3
mes
i
Da
oltr
e 3
mes
i fi
no a
6 m
esi
Da
oltr
e 6
mes
i fi
no a
1 a
nno
Olt
re 1
ann
o
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze - - - - X - X -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -
b) Inadempienze probabili - - - - X - X -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -
c) Esposizioni scadute deteriorate - - - - X - X -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -
d) Esposizioni scadute non deteriorate X X X X - X - -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -
e) Altre esposizioni non deteriorate X X X X 1.312.311 X - 1.312.311
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -
TOTALE A - - - - 1.312.311 - - 1.312.311
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate - - - - X - X -
b) Non deteriorate X X X X 101.146 X - 101.146
TOTALE B - - - - 101.146 - - 101.146
TOTALE (A+B) - - - - 1.413.457 - - 1.413.457
26
5.3 Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda
Rettifiche di valore
specifiche
Rettifiche di valore
di portafoglio
Esposizione netta
Attività deteriorate
Attività non
deteriorate
Fino
a 3
mes
i
Da
oltr
e 3
mes
i fi
no a
6 m
esi
Da
oltr
e 6
mes
i fi
no a
1 a
nno
Olt
re 1
ann
o
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze 75.737 677 4.739 31.714 - 77.870 - 34.997
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 4.526 13 3 3.249 - 3.798 - 3.993
b) Inadempienze probabili 119.280 680 4.825 1.931 - 31.712 - 95.004
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 28.866 60 9 26 - 6.046 - 22.915
c) Esposizioni scadute deteriorate 32.998 10.562 6.161 2.014 - 20.948 - 30.787
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - -
d) Esposizioni scadute non deteriorate - - - - 253.019 - 18.951 234.068
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - 2.771 - 285 2.486
e) Altre esposizioni non deteriorate - - - - 15.335.856 - 124.918 15.210.938
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - 13.534 - 3.830 9.704
TOTALE A 228.015 11.919 15.725 35.659 15.588.875 130.530 143.869 15.605.794
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate - - - - - - - -
b) Non deteriorate - - - - - - - -
TOTALE B - - - - - - - -
TOTALE (A+B) 228.015 11.919 15.725 35.659 15.588.875 130.530 143.869 15.605.794
27
5.4 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche
Esposizioni/Aree geografiche
Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore complessive
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze - - - - - - - - - -
A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 276.628 - 1.035.685 - - - - - - -
Totale A 276.628 - 1.035.685 - - - - - - -
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -
B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -
B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - -
B.4 Esposizioni non deteriorate 9.666 - 91.480 - - - - - - -
Totale B 9.666 - 91.480 - - - - - - -
Totale A+B 31/12/2015 286.294 - 1.127.165 - - - - - - -
5.5 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela
Esposizioni/Aree geografiche
Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo
Esposizione netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche di valore
complessive
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze 9.096 28.034 25.902 49.836 - - - - (1) -
A.2 Inadempienze probabili 14.770 11.631 80.234 20.081 - - - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 3.807 14.930 26.979 6.018 - - - - 1 -
A.4 Esposizioni non deteriorate 6.340.138 39.702 9.102.907 100.296 - - - - (1) (1)
Totale A 6.367.811 94.297 9.236.022 176.231 - - - - (1) (1)
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -
B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -
B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - -
B.4 Esposizioni non deteriorate - - - - - - - - - -
Totale B - - - - - - - - - -
Totale A+B 31/12/2015 6.367.811 94.297 9.236.022 176.231 - - - - (1) (1)
28
5.6 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela p.1
Esposizioni/Controparti
Governi Altri enti pubblici Società finanziarie
Esp
osiz
ione
ne
tta
Ret
tifi
che
valo
re
spec
ific
he
Ret
tifi
che
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re
di p
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fogl
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Esp
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Ret
tifi
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fogl
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Esp
osiz
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ne
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Ret
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valo
re
spec
ific
he
Ret
tifi
che
valo
re
di p
orta
fogl
io
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze - - x - - x - - x
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
A.2 Inadempienze probabili - - x - - x - - x
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - x - - x - - x
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 377 x - - x - 206.585 x -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
Totale A 377 - - - - - 206.585 - -
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze - - x - - x - - x
B.2 Inadempienze probabili - - x - - x - - x
B.3 Altre attività deteriorate - - x - - x - - -
B.4 Esposizioni non deteriorate - x - - x - - x -
Totale B - - - - - - - - -
Totale (A+B) 31/12/2015 377 - - - - - 206.585 - -
Totale (A+B) 31/12/2014 419 - - - - - 431.682 - -
29
p.2
Esposizioni/Controparti
Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti
Esp
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ta
Ret
tific
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alor
e sp
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Esp
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Ret
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he v
alor
e sp
ecif
iche
Ret
tific
he v
alor
e di
po
rtaf
oglio
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze - - x 28.423 40.363 x 6.574 37.507 x
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 183 156 - -
A.2 Inadempienze probabili - - x 75.407 18.948 x 19.597 12.764 x
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 5.307 591 16.849 1.736
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - x 26.439 4.186 x 4.348 16.762 x
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 7.751 - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 697 x - 7.056.576 x 84.445 8.178.724 x 55.552
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 192.337 - - -
Totale A 697 - - 7.186.845 63.497 84.445 8.209.243 67.033 55.552
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze - - x - - x - - x
B.2 Inadempienze probabili - - x - - x - - x
B.3 Altre attività deteriorate - - x - - x - - x
B.4 Esposizioni non deteriorate - x - - x - - x -
Totale B - - - - - - - - -
Totale (A+B) 31/12/2015 697 - - 7.186.845 63.497 84.445 8.209.243 67.033 55.552
Totale (A+B) 31/12/2014 19 20 28 7.204.925 80.816 78.333 6.274.009 57.151 48.491
30
5.7 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale per attività finanziarie
Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7
giorni
Da oltre 7 giorni a 15
giorni
Da oltre 15 giorni a 1
mese
Da oltre 1 mese fino 3
mesi
Da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
Da oltre 6 mesi fino a 1
anno
Da oltre 1 anno fino a 5
anni
Oltre 5 anni
Durata Indeterminata
Attività per cassa (288.076) (1.124.418) (159.868) (700.110) (2.450.796) (1.466.886) (3.399.201) (6.396.576) (102.094) -
A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -
A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -
A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -
A.4 Finanziamenti (288.076) (1.124.418) (159.868) (700.110) (2.450.796) (1.466.886) (3.399.201) (6.396.576) (102.094) -
- Banche (85.174) (1.034.619) - (3.001) (90.544) - - (120.000) - -
- Clientela (202.902) (89.799) (159.868) (697.109) (2.360.252) (1.466.886) (3.399.201) (6.276.576) (102.094) -
Passività per cassa 956.165 1.240.517 558.572 1.449.624 2.063.954 984.995 1.049.800 5.975.908 2.732.153 -
B.1 Depositi e conti correnti
3.705 - - - - - - - - -
- Banche 3.705 - - - - - - - - -
- Clientela - - - - - - - - - -
B.2 Titoli di debito 722 1.240.517 398.572 1.349.171 2.014.954 504.995 - - 2.732.153 -
B.3 Altre passività 951.737 - 160.000 100.452 49.000 480.000 1.049.800 5.975.908 - -
Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- Posizioni lunghe 4.645 - - 9.725 1.789 8.682 17.469 - - -
- Posizioni corte (8.006) - (12) (4.017) 7.271 (9.547) (18.197) - - -
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
-
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate
- - - - - - - - - -
C.6 Garanzie finanziarie ricevute
- - - - - - - - - -
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
31
5.8 Esposizione per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive verso clientela
Causali/Categorie
Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate
Totale
Di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
Totale
Di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
Totale
Di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 104.759 - 30.234 - 15.139 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
- - - - - -
B. Variazioni in aumento 50.928 3.798 14.484 - 13.329 -
B.1 rettifiche di valore 45.112 156 7.439 - 11.459 -
B.2 perdite da cessione 3.494 - - - - -
B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
- - 2.303 - - -
B.4 altre variazioni in aumento 2.322 3.642 1.742 - 1.870 -
C. Variazioni in diminuzione 77.817 - 10.006 - 7.520 -
C.1 riprese di valore da valutazione 9.267 - 3.179 - 4.637 -
C.2 riprese di valore da incasso 534 - - - - -
C.3 utili da cessione - - - - - -
C.4 cancellazioni 49.194 - 137 - 362 -
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
337 - 1.171 - - -
C.6 altre variazioni in diminuzione 18.485 - 5.519 - 2.521 -
D. Rettifiche complessive finali 77.870 3.798 31.712 - 20.948 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
- - - - - -
32
RETTIFICHE PER IL RISCHIO DI CREDITO
Informativa qualitativa
Procedura di svalutazione crediti per i finanziamenti alla clientela finale Retail
Descrizione del processo
Per specifiche voci di credito che sono singolarmente significative il Gruppo verifica, in primo luogo, se esiste un’evidenza oggettiva di
impairment determinando l’eventuale svalutazione individuale da apportare. Qualora non vi sia evidenza di impairment per il credito
preso singolarmente, la società include tale credito in un monte crediti che presenti caratteristiche di rischio simili. Successivamente,
determina l’eventuale svalutazione da apportare, su base collettiva, al restante monte dei crediti.
In particolare:
• i crediti per i quali sia stata rilevata una svalutazione individuale non vengono considerati ai fini della determinazione della
svalutazione collettiva;
• i crediti che siano stati oggetto di analisi ai fini dell’impairment individuale per i quali non sia emersa l’esigenza di una svalutazione
(quelli “non svalutati”) sono, invece, inclusi nel monte crediti ai fini della svalutazione collettiva;
• i crediti oggetto di cessione per i quali contrattualmente la società mantiene sostanzialmente tutti i rischi e i benefici connessi con il loro
realizzo, sono inclusi nel processo di determinazione della svalutazione dei crediti.
In termini generali, i crediti vantati verso debitori la cui esposizione complessiva è inferiore alla soglia di 150.000 euro non vengono
svalutati individualmente, in quanto le metodologie statistiche adottate dalla Società per la svalutazione collettiva dei crediti, visto il
carattere polverizzato del portafoglio, garantiscono maggiore efficacia nella valutazione del credito stesso.
Al contrario i crediti vantati verso debitori la cui esposizione complessiva è superiore a 150.000 euro vengono valutati
individualmente in quanto la loro inclusione nei modelli statistici ne influenzerebbe la validità.
Individuazione dei crediti per la svalutazione individuale
Sono soggetti a svalutazione individuale i crediti vantati verso debitori la cui esposizione complessiva è superiore alla soglia di 150.000
euro.
La svalutazione individuale dei crediti viene, in linea generale, determinata come segue:
• clienti in stato di procedura concorsuale o con posizione di insoluto superiore a 8 mensilità: svalutazione del 100% del valore del
credito,
• clienti da più di 6 mesi in arretrato: svalutazione del 60% del valore del credito,
• clienti da 1 a 6 mesi in arretrato: svalutazione del 10% del valore del credito,
• clienti regolari: percentuale di svalutazione determinata dal modello di svalutazione collettiva per crediti con 0 rate insolute.
Continuità dello scaduto
In particolare, ai fini della rilevazione come “scadute” delle esposizioni a rimborso rateale deve essere considerata la rata non pagata che
presenta il ritardo maggiore.
Ai fini della svalutazione individuale vengono considerati tutti i singoli crediti per i quali esiste una oggettiva condizione di inesigibilità
parziale o totale.
33
Nel caso in cui il cliente abbia più contratti in diverse fasce di insoluto, ai fini dell’accantonamento, vale la posizione peggiore raggiunta
da uno dei contratti del cliente stesso. La percentuale finale del fondo su ogni singola fascia non deve essere comunque inferiore a quanto
ottenuto dal modello statistico della valutazione collettiva.
Differenti valutazioni dovranno essere documentate e approvate.
Identificazione del monte crediti per la svalutazione collettiva
Il monte crediti, quale base di calcolo da considerare ai fini della svalutazione collettiva, è costituito dall’insieme di tutti i crediti che non
sono stati oggetto di svalutazione individuale.
Determinazione della svalutazione collettiva
La valutazione collettiva, che tiene conto del monte crediti, si basa sul rotolamento dei contratti verso l’Area di Perdita nella Finestra
Temporale di due diverse osservazioni (Probabilità di Perdita) e sulla quantificazione della perdita finale per ogni contratto (Ammontare
di Perdita).
In particolare:
• Area di perdita gestionale= Più di 8 rate arretrate o scaduto superiore a 240gg
• Finestra temporale = 9 mesi
• Probabilità di Perdita (PdP) = probabilità che i contratti, presenti in una determinata situazione di arretrato nell’osservazione X, si
trovino in perdita (gestionale o contabile) X+9 osservazioni dopo. Questo consente di analizzare il rotolamento verso la situazione di
perdita gestionale anche dei contratti che 9 osservazioni prima presentavano un numero nullo o limitato di rate arretrate.
• Ammontare di Perdita (AdP) = media del rapporto tra perdita consuntivata e finanziato lordo iniziale (somma delle rate iniziali) di tutti
i contratti passati a perdita dalla Società in un lasso di tempo significativo. Per perdita consuntivata si intende il valore di cancellazione
del credito.
Il modello statistico per il calcolo del fondo rischio crediti utilizza la media mobile degli ultimi 12 mesi dei suddetti indicatori.
La determinazione della svalutazione avviene quindi attraverso l’applicazione del prodotto tra PdP media, AdP media ed il finanziato
lordo iniziale del contratto. La PdP media da applicare è determinata in base al numero di rate arretrate che il contratto presenta
nell’ultima osservazione.
Procedura di svalutazione crediti per i Finanziamenti alla Rete concessionaria
Descrizione del processo
Il Gruppo, in primo luogo, verifica se esiste un’evidenza oggettiva di impairment per specifiche voci di credito che sono singolarmente
significative, determinando l’eventuale svalutazione individuale da apportare. Successivamente, il Gruppo determina l’eventuale
svalutazione da apportare su base collettiva al restante monte dei crediti. A tal fine, qualora non vi sia evidenza di impairment per il
credito preso singolarmente, il Gruppo include tale credito in un monte crediti che presenti caratteristiche di rischio simili.
In particolare:
• i crediti per i quali sia stata rilevata una svalutazione individuale non devono essere considerati ai fini della determinazione della
svalutazione collettiva;
• i crediti che siano stati oggetto di analisi ai fini dell’impairment individuale per i quali non sia emersa l’esigenza di una svalutazione
(quelli “non svalutati”) devono, invece, essere inclusi nel monte crediti ai fini della svalutazione collettiva;
34
• i crediti oggetto di cessione per i quali contrattualmente la Società mantiene sostanzialmente tutti i rischi e i benefici connessi con il
loro realizzo, sono inclusi nel processo di determinazione della svalutazione dei crediti, non essendo possibile, in accordo con i principi
di Gruppo (IAS/IFRS) eliminare tali crediti dal bilancio.
Individuazione dei crediti per la svalutazione individuale
Ai fini della svalutazione individuale vengono considerati tutti i singoli crediti per i quali esiste una oggettiva condizione di inesigibilità
parziale o totale. L’analisi viene effettuata per ciascuna tipologia di debitore e per prodotto di finanziamento.
In particolare ai fini del calcolo vengono considerate le seguenti categorie di crediti:
• crediti relativi a clienti in manifestata difficoltà finanziaria;
• crediti in sofferenza, clienti in permanente situazione di difficoltà finanziaria.
Si precisa che l’esperienza storica maturata nel corso degli ultimi esercizi, permette di ritenere sostanzialmente privi di rischio di
insolvenza i crediti verso società controllate del Gruppo FCA, ad eccezione dei casi in cui si sia a conoscenza di oggettive situazioni per
cui il credito sia irrecuperabile (ad es. rischio paese, volontà di non sostenere più finanziariamente la società partecipata debitrice, ecc.).
Identificazione del monte crediti per la svalutazione collettiva.
Il monte crediti, quale base di calcolo da considerare ai fini della svalutazione collettiva, è costituito dal valore contabile di tutti i crediti
che non sono stati oggetto di svalutazione individuale.
L’Ente Finanziamento Reti e l’Ente Financial Planning & Analysis sono responsabili dell’identificazione del monte crediti in oggetto e
della classificazione di tali crediti in gruppi omogenei per rischio di credito. In proposito si ricorda che l’esperienza storica ha evidenziato
che, in funzione della diversa rischiosità dei prodotti finanziari, la classificazione per prodotto, sia la più rappresentativa.
I prodotti della linea di business Finanziamento Reti sono:
• Floor Plan Auto Nuovo: si tratta di una dilazione di pagamento a breve termine, caratterizzata da un periodo free - senza interessi e un
periodo oneroso di interessi per i Concessionari; quest’ultimo per durata differenziata a seconda del mercato, del brand e del modello;
• Floor Plan Auto Dimostrazione: si tratta di una dilazione di pagamento a breve termine, caratterizzata da un periodo free - senza
interessi e un periodo oneroso di interessi per i Concessionari; quest’ultimo di durata uguale per tutti i modelli;
• Floor Plan Usato Buy-Back: dilazione di pagamento a breve termine, anch’esso caratterizzato da un periodo free - senza interessi e un
periodo oneroso, su auto usate ritirate in Buy Back da FCA e vendute con credito dilazionato alle reti concessionarie;
• Trade-In: finanziamento del valore di vetture usate ritirate dal concessionario a seguito di vendita di Auto Nuovo. Si tratta di
finanziamento a breve termine;
• Finanziamenti Aziendali: finanziamenti a supporto e/o sviluppo della rete, di durata variabile normalmente a breve termine;
• Ricambi: si tratta di dilazione gratuita di pagamento su crediti a breve termine per vendite di ricambi;
• Altri canali: si tratta di clienti non concessionari (Rent a Car, Carrozzieri, Commercianti Usato, altri) ai quali vengono concesse
dilazioni di credito e finanziamenti che normalmente sono a breve termine.
Dalla determinazione della base di applicazione della svalutazione collettiva devono essere esclusi i crediti verso società del Gruppo FCA.
Determinazione della svalutazione collettiva
Il calcolo della svalutazione collettiva dei crediti, è di competenza dell’Ente Finanziamento Reti e dell’Ente Financial Planning &
Analysis; deve essere approvato dal Comitato Crediti Locale.
35
Determinazione della percentuale di rischiosità media
La percentuale da applicare ai fini del calcolo della svalutazione collettiva si basa sul trend storico del write-off gestionale per anno di
generazione dello stesso, indipendentemente dal passaggio a perdite contabile.
La percentuale di svalutazione media viene determinata per prodotto, utilizzando come base di osservazione gli ultimi 5 esercizi ed è
calcolata rapportando l’ammontare del contenzioso per prodotto generatosi nell’anno con la media degli oustanding relativi.
E’ necessario rettificare le percentuali di rischiosità, in presenza di particolari condizioni di mercato e di qualità del rischio dei debitori
che facciano ritenere non pienamente attendibili il risultato della svalutazione emergente dalle analisi del trend delle perdite rilevato su
base storica.
La determinazione della percentuale di svalutazione collettiva è responsabilità dell’Ente Finanziamento Reti che deve condividerla con
l’Ente Financial Planning & Analysis. Nel caso in cui si preveda che i flussi finanziari del credito oggetto di svalutazione saranno
incassati dopo un anno, sarà necessario considerare nella svalutazione l’effetto di attualizzazione di tali flussi.
36
USO DI TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
Informativa qualitativa
Il Gruppo FCA Bank si è dotato di un proprio modello per la gestione e l’attenuazione dei rischi coerentemente con quanto definito
nell’ambito del Manuale del Credito di Gruppo, con riferimento a:
- monitoraggio di specifici KRI;
- utilizzo di garanzie;
- attività di controllo di secondo livello svolta dall’Ente R&PC - GRM con specifico riferimento alla Credit review, Dealer
Financing review e alla Collection review;
- emissione, in data 30/9/2015, di una Policy di Credit Risk Mitigation (CRM)
1. Monitoraggio di specifici KRI
L’Ente R&PC - GRM, con cadenza mensile, monitora l’evoluzione del portafoglio crediti rilevando per ogni business line (Retail, Dealer
Financing e Rental) l’andamento di specifici KRI (Key Risk Indicator) e il rispetto dei risk limit fissati ex-ante:
- Non Performing Loans (NPL) Ratio, calcolato come rapporto tra esposizioni scadute da più di 90 giorni e il totale delle
esposizioni a fine mese;
- Cost Of Risk (CoR) Ratio, calcolato come rapporto tra l’ammontare degli accantonamenti a fondo svalutazione crediti e
l’esposizione media calcolata a fine mese.
Inoltre con specifico riferimento al business Retail l’Ente R&PC - GRM colleziona l’evoluzione di:
- SIRN, calcolato come numero di contratti di una determinata generazione (N) che hanno due o più rate scadute e non pagate in
rapporto alla produzione totale della stessa generazione;
- Indicatori di Collection, espressi come % del totale outstanding in collection:
- Ritorno in bonis (back to regular);
- Payment Ratio;
- Apertura del recupero legale (litigation transfer);
- Stralcio e perdita (write-off).
- Indicatori di Litigation, espressi come % del totale outstanding in litigation:
- Nuove entrate in litigation;
- Payment Ratio;
- Stralcio e perdita (write-off).
2. Utilizzo di Garanzie
In sede di istruttoria della pratica di credito, la Banca e le altre società del Gruppo possono subordinare l’accoglimento della richiesta di
affidamento alla presentazione di garanzie. Le tecniche di mitigazione del rischio sono utilizzate principalmente nell’ambito della linea di
business Dealer Financing.
Di seguito si riepilogano le tipologie di garanzie consentite dalle politiche creditizie in vigore:
- garanzie reali:
- pegno;
- depositi cauzionali;
- ipoteca.
- garanzie di firma:
- bancarie;
- assicurative (polizze fidejussorie);
37
- fidejussioni.
- altre forme:
- fondi solidali;
- lettera di patronage;
- riserva di proprietà;
- mandato di credito;
- buy back obligation.
Nel caso in cui siano offerte garanzie diverse da quelle consentite, oppure siano offerte garanzie consentite che abbiano caratteristiche
diverse rispetto a quelle sopra descritte, le singole Società controllate devono richiedere l’autorizzazione (o la ratifica) della Società
capogruppo per la definizione del plafond.
Al fine di garantire la piena efficacia delle garanzie, la Società capogruppo ha previsto specifici controlli mirati a verificare la presenza
dei seguenti elementi:
- certezza della data di emissione, che si raggiunge con l’apposizione di una data, e con il rispetto e l’esecuzione delle formalità
necessarie;
- contestualità con il finanziamento;
- riferimento al rapporto sottostante.
Ogni Società Controllata ha la responsabilità della gestione delle garanzie e dei collateral (definizione di adeguati contenuti di copertura,
controlli di validità, controllo date di rinnovo e scadenze) e di dare adeguata comunicazione all’ente Dealer Financing della Società
capogruppo.
3. Attività di controllo di secondo livello svolta dall’ente R&PC - GRM
L’Ente R&PC - GRM, nell’ambito dei controlli di secondo livello, ha la responsabilità di svolgere le seguenti attività:
- Credit Reviews, che consistono in una serie di controlli sull’attività svolta:
dall’area Retail con l’obiettivo di:
- verificare il rispetto delle politiche creditizie del Gruppo e delle procedure in vigore;
- verificare il corretto inserimento dei dati a sistema sia per le richieste approvate automaticamente sia per le richieste valutate
dagli operatori della struttura di Accettazione dell’Ente Retail & Corporate Underwriting;
- valutare eventuali esigenze di formazione;
- individuare potenziali rischi di concentrazione;
- suggerire soluzioni per mantenere standard di credito "accettabili".
dall’area Dealer Financing con l’obiettivo di:
- assicurare che il piano di controllo previsto per il business wholesale sia adeguatamente implementato ed eseguito con la
frequenza richiesta;
- suggerire soluzioni per migliorare il piano di controllo;
- verificare il corretto inserimento dei dati a sistema e la loro coerenza con le linee di credito approvate e i limiti per le operazioni
rilevanti;
- evidenziare risultati critici del processo e valutare le opportune azioni correttive da pianificare.
- Collection Reviews, che consistono in una serie di controlli sull’attività di Collection con l’obiettivo di:
- assicurare la corretta applicazione delle linee guida definite dal Gruppo;
- suggerire soluzioni per migliorare il processo di Collection;
- verificare il corretto inserimento dei dati a sistema;
- valutare il livello di applicazione delle regole di Collection locali;
- valutare eventuali esigenze di formazione.
Per un dettaglio circa la normativa interna in merito a quanto sopra descritto si rimanda alle seguenti procedure:
- Credit Review Retail Procedure;
- Dealer Financing Review Procedure;
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- Collection Review Procedure.
Policy di Credit Risk Mitigation (CRM)
Seguendo quanto previsto dall’Autorità di Vigilanza in tema di riconoscimento, ai fini prudenziali, delle tecniche di attenuazione del
rischio di credito o Credit Risk Mitigation (CRM), la Capogruppo FCA Bank, si è dotata di una policy che permette di regolare le
suddette tecniche di mitigazione. Esse, nello specifico, sono rappresentate da contratti accessori al credito oppure da altri strumenti e
tecniche che determinano una riduzione del rischio di credito, riconosciuta in sede di calcolo dei requisiti patrimoniali.
La Policy ha lo scopo di definire:
• i caratteri generali delle tecniche di attenuazione del rischio di credito (o Credit Risk Mitigation - CRM);
• i requisiti necessari alle garanzie per essere considerate ai fini della Credit Risk Mitigation;
• gli strumenti di Credit Risk Mitigation utilizzati da FCA Bank.
Nella fattispecie, la Policy definisce i princìpi generali e specifici della Credit Risk Mitigation così come disciplinati dalla CRR capo 4,
sezione 1, articoli 192 e seguenti. Per tutto ciò che non è espressamente previsto all’interno del documento, vale quanto definito dalla
normativa CRR.
Le tecniche di CRM riconosciute nel calcolo del requisito patrimoniale sono suddivise in due categorie generali:
• la “protezione del credito di tipo reale” (funded), che prevede la riduzione del rischio di credito sull'esposizione di un ente derivante dal
diritto dell'ente, nell'eventualità del default della controparte o al verificarsi di altri eventi creditizi specifici che riguardano la
controparte, di liquidare talune attività o taluni importi o di ottenerne il trasferimento o l'appropriazione o di conservarne il possesso o
di ridurre l'importo dell'esposizione all'ammontare della differenza tra l'importo dell'esposizione e l'importo di un credito nei confronti
dell'ente, ovvero di sostituirlo con tale ammontare (Rif. art. 4 del CRR, punto 58).
• la “protezione del credito di tipo personale” (unfunded) che prevede la riduzione del rischio di credito sull'esposizione di un ente
derivante dall'obbligo di un terzo di pagare un determinato importo nell'eventualità del default del debitore o al verificarsi di altri
specifici eventi creditizi (Rif. art. 4 del CRR, punto 59).
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RISCHIO DI CONTROPARTE
Informativa qualitativa
Il rischio di credito è rappresentato dal rischio che una variazione inattesa del merito creditizio delle controparti affidate determini
l’inadempienza delle controparti stesse, producendo perdite impreviste relativamente alle esposizioni per cassa o di firma. Comprende
anche il rischio di controparte, ovvero il rischio che la controparte di un’operazione avente a oggetto determinati strumenti (derivati
finanziari e creditizi, operazioni pronti contro termine, prestito titoli/merci, finanziamenti con margini) risulti inadempiente prima del
regolamento definitivo dei flussi finanziari dell’operazione.
Tale rischio si presenta, per il Gruppo, nell’ambito dello svolgimento della sua operatività core, ovvero:
- erogazione di credito al consumo e leasing finanziario a favore degli acquirenti di autoveicoli dei propri partner industriali
(Linea di business Retail);
- finanziamento delle reti di vendita degli stessi partner industriali (Linea di business Dealer Financing);
- detenzione e controllo delle partecipazioni nelle società commerciali non facenti parte del Gruppo Bancario in Italia e in
Europa. La Banca fornisce, inoltre, supporto finanziario alle controllate stesse attraverso l’erogazione di linee di credito e l’emissione di
garanzie a favore di finanziatori terzi.
Ai fini del calcolo del capitale interno a fronte del rischio di controparte, alla stregua del rischio di credito, il Gruppo applica la medesima
metodologia utilizzata per il calcolo del requisito patrimoniale (metodo del valore corrente).
Al fine del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di CVA (Credit Valuation Adjustment), il Gruppo adotta la metodologia
standardizzata, come previsto dall’art. 384 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR).
Si precisa che non è stato sviluppato un sistema di stress testing per il rischio di controparte e di mercato, poiché:
- da un lato il rischio di controparte legato a operazioni di deposito di liquidità è di scarsa rilevanza per il Gruppo;
- dall’altro, per quanto riguarda operazioni in derivati, scenari di stress vengono delineati dalla metodologia stessa di misurazione
dell’esposizione (somma del valore di mercato e dell’esposizione creditizia futura). Il concetto di esposizione creditizia futura simula la
possibilità che in futuro, proporzionalmente alla durata residua dell’operazione, l’esposizione verso la controparte possa assumere valori
differenti.
40
7.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi
Attività sottostanti/Tipologie derivati
Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014
Over the counter Controparti Centrali Over the counter Controparti Centrali
1. Titoli di debito e tassi d'interesse 4.657.402 - 4.737.236 -
a) Opzioni - - - -
b) Swap 4.657.402 - 4.737.236 -
c) Forward - - - -
d) Futures - - - -
e) Altri - - - -
2. Titoli di capitale e indici azionari - - - -
a) Opzioni - - - -
b) Swap - - - -
c) Forward - - - -
d) Futures - - - -
e) Altri - - - -
3. Valute e oro - - - -
a) Opzioni - - - -
b) Swap - - - -
c) Forward - - - -
d) Futures - - - -
e) Altri - - - -
4. Merci - - - -
5. Altri sottostanti - - - -
Totale 4.657.402 - 4.737.236 -
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7.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi – Di copertura
Attività sottostanti/Tipologie derivati
Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014
Over the counter Controparti
Centrali Over the counter
Controparti Centrali
1. Titoli di debito e tassi d'interesse 14.563.593 - 12.130.698 -
a) Opzioni - - - -
b) Swap 14.563.593 - 12.130.698 -
c) Forward - - - -
d) Futures - - - -
e) Altri - - - -
2.Titoli di capitale e indici azionari - - - -
a) Opzioni - - - -
b) Swap - - - -
c) Forward - - - -
d) Futures - - - -
e) Altri - - - -
3. Valute e oro 417.395 - - -
a) Opzioni - - - -
b) Swap - - - -
c) Forward 417.395 - - -
d) Futures - - - -
e) Altri - - - -
4. Merci - - - -
5. Altri sottostanti - - - -
Totale 14.980.988 - 12.130.698 -
42
7.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti
Portafogli/Tipologie derivati
Fair value positivo
Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014
Over the counter Controparti
Centrali Over the counter
Controparti Centrali
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 4.650 - 13.154 -
a) Opzioni - - - -
b) Interest rate swap 4.650 - 13.154 -
c) Cross currency swap - - - -
d) Equity Swap - - - -
e) Forward - - - -
f) Futures - - - -
g) Altri - - - -
B. Portafoglio bancario - di copertura 95.504 - 83.603 -
a) Opzioni - - - -
b) Interest rate swap 90.048 - 83.603 -
c) Cross currency swap - - - -
d) Equity Swap - - - -
e) Forward 5.456 - - -
f) Futures - - - -
g) Altri - - - -
C. Portafoglio bancario - altri derivati - - (1) -
a) Opzioni - - - -
b) Interest rate swap - - (1) -
c) Cross currency swap - - - -
d) Equity Swap - - - -
e) Forward - - - -
f) Futures - - - -
g) Altri - - - -
Totale 100.154 - 96.756 -
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7.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti
Portafogli/Tipologie derivati
Fair value negativo
Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014
Over the counter Controparti
Centrali Over the counter
Controparti Centrali
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 8.030 - 16.140 -
a) Opzioni - - - -
b) Interest rate swap 8.030 - 16.140 -
c) Cross currency swap - - - -
d) Equity Swap - - - -
e) Forward - - - -
f) Futures - - - -
g) Altri - - - -
B. Portafoglio bancario - di copertura 55.630 - 73.790 -
a) Opzioni - - - -
b) Interest rate swap 55.630 - 73.790 -
c) Cross currency swap - - - -
d) Equity Swap - - - -
e) Forward - - - -
f) Futures - - - -
g) Altri - - - -
C. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -
a) Opzioni - - - -
b) Interest rate swap - - - -
c) Cross currency swap - - - -
d) Equity Swap - - - -
e) Forward - - - -
f) Futures - - - -
g) Altri - - - -
Totale 63.660 - 89.930 -
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7.5 Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza – valori nozionali, fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Governi e Banche Centrali
Altri enti pubblici
Banche Società
finanziarie Società di
assicurazione Imprese non finanziarie
Altri soggetti
1. Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale - - 4.657.702 - - - -
- fair value positivo - - 4.650 - - - -
- fair value negativo - - 8.004 - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
2. Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
3. Valute e oro
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
4. Altri valori
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
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ATTIVITÀ NON VINCOLATE
Informativa qualitativa
Nel corso delle propria operatività il Gruppo FCA Bank pone in essere svariate operazioni che comportano il vincolo di attivi di proprietà
o ricevuti in garanzia. Tra le principali operazioni di questo tipo rientrano:
• i contratti di pronti contro termine e prestito titoli;
• attività sottostanti di strutture di cartolarizzazione, in cui le attività finanziarie non sono state cancellate;
• gli accordi di collateralizzazione, per esempio, la garanzie date a fronte del valore di mercato delle operazioni in derivati;
• strumenti dati a vario titolo in garanzia per la raccolta da banche centrali.
Tali tipologie di attività sono poste in essere o per permettere al Gruppo di accedere a forme di provvista al momento dell’operazione
considerate vantaggiose o perché la costituzione di garanzie reali è condizione standard per accedere a particolari mercati o tipologie di
attività (ad esempio, nell’operatività con controparti centrali). In particolare, le garanzie fornite a fronte delle operazioni di
rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea ammontano per le attività non iscritte in bilancio a circa 1 miliardo di Euro.
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RISCHIO DI MERCATO
Informativa qualitativa
Il rischio di mercato è il rischio di perdita generato dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari (portafoglio di
negoziazione ai fini di vigilanza), le valute e le merci, derivante dall’andamento dei fattori di mercato o dalla situazione dell’emittente.
Le tipologie di rischio di mercato a cui il gruppo FCA Bank è esposta sono il rischio di cambio e il rischio di posizione.
Il rischio di cambio, che si presenta in seguito all’attività di finanziamento verso le subsidiaries operanti in paesi che adottano valute
diverse dall’euro. Tale fattispecie di rischio, al 31 Dicembre 2015, non è rilevante in quanto la posizione netta aperta in cambi del Gruppo
è inferiore alla soglia minima di rilevanza (2% del Patrimonio di Vigilanza).
Il rischio di posizione, che si presenta nell’ambito delle operazioni in derivati concluse dal gruppo a seguito della strutturazione di
operazioni di cartolarizzazione. Per il Gruppo tale rischio è legato esclusivamente all’operatività in derivati necessaria per garantire la
minimizzazione del rischio di tasso; il Gruppo infatti non detiene altri titoli in portafoglio, se non per il soddisfacimento degli indicatori di
liquidità richiesti dai regolatori.
Si sottolinea che il Gruppo non effettua attività di trading e non è pertanto esposto a rischi di mercato in senso stretto. Tuttavia sono
classificati nel portafoglio di negoziazione di vigilanza gli strumenti finanziari derivati (Interest Rate Swap) stipulati in relazione alle
operazioni di cartolarizzazione, tali strumenti finanziari sono classificati nel bilancio nella voce Attività/Passività finanziarie di
negoziazione.
Il principale strumento per la gestione del rischio di posizione si esplicita nel mantenimento dell’esposizione, verso ciascuna controparte,
entro limiti che siano coerenti con un credit rating minimo - definito nell’”Asset and Liability policy” della Società e misurato attraverso
il rating assegnato da primarie agenzie internazionali di rating - riconosciuto come accettabile dal Gruppo per le controparti, in operazioni
di breve così come di media-lunga durata (con l’unica eccezione delle società a sé correlate).
Struttura organizzativa
Il modello di governance definito dal Gruppo prevede specifici processi di gestione e di controllo del rischio di mercato che si sviluppano
a diversi livelli della struttura organizzativa:
• Board of Directors ha il ruolo direttivo, di indirizzo e di verifica della conformità, nonché appropriatezza, della struttura di governo dei
rischi;
• Advisory Board ha il ruolo di monitorare la posizione della Società e del Gruppo circa il Rischio di Interesse e il Rischio di Liquidità;
• Finance & Control Committee ha lo scopo di monitorare la posizione del Gruppo circa il rischio di mercato e di definire strategie di
copertura dei rischi rilevanti.
• Group Internal Risk Committee ha il ruolo di indirizzo e monitoraggio al fine di assicurare il corretto funzionamento del Sistema dei
Controlli Interni del Gruppo è convocato al verificarsi di una eventuale condizione di crisi;
• ALM Internal Committee (I.C) ha il ruolo di:
- monitorare la coerenza tra le operazioni a copertura del rischio mercato approvate e quelle eseguite ogni mese;
- approvare le operazioni di copertura di rischio mercato da eseguirsi;
• Treasury ha il ruolo di:
- eseguire le operazioni di copertura;
- controllare il processo di negoziazione;
- definire la strategia di copertura all’interno dei limiti fissati dal ALM I.C.
- eseguire controlli di primo livello nel continuo, effettuati direttamente dal personale operativo dell’Ente sull’attività di
monitoraggio e copertura del rischio di cambio e di posizione.
• ALM & Financial Reporting ha il ruolo di:
- monitorare il rischio cambio per le divise con cui opera il gruppo;
- monitorare il rischio di posizione;
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- predisporre la reportistica per l’ALM I.C.;
- svolgere gli stress test richiesti;
- eseguire controlli di primo livello nel continuo, effettuati direttamente dal personale operativo dell’Ente sull’attività di
monitoraggio e copertura del rischio di tasso.
Risk & Permanent Control: svolge controlli sistematici sulla corretta applicazione delle procedure di Tesoreria/ALM & FR compresi i
controlli ivi previsti.
48
RISCHIO OPERATIVO
Informativa qualitativa
Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo
Per rischio operativo si intende il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e
sistemi interni, oppure da eventi esogeni, ivi compreso il rischio giuridico. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da
frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali.
Sulla base di tale definizione il rischio operativo rappresenta una categoria di rischio autonoma, che include il rischio giuridico, definito
come “rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre
controversie”, mentre non comprende i rischi strategico e reputazionale.
Nella fattispecie, la tipologia di rischio più rilevante per il Gruppo è riconducibile alle perdite derivanti dalle frodi esterne.
Per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo, FCA Bank, in accordo con quanto previsto dalla Circolare 285 di
Banca d’Italia per le banche di classe 2, ha adottato il metodo base (BIA – Basic Indicator Approach) per il calcolo dei requisiti di I
pilastro, che ottiene applicando il 15% alla media delle ultime tre osservazioni del margine di intermediazione (il valore al 31/12/2015 è
pari a 1.094.609 ).
Il Modello Organizzativo per la gestione dei rischi operativi, implementato in FCA Bank, facendo leva sui principi di separatezza
nell’assetto organizzativo ed indipendenza delle funzioni che esercitano le attività di controllo di secondo e terzo livello, prevede la
presenza dei seguenti attori:
• una funzione di controllo dei rischi operativi di primo livello composto da singole unità organizzative all’interno delle società del
Gruppo, le quali partecipano attivamente, con diversi livelli di responsabilità e coinvolgimento, ai processi di gestione del rischio
operativo, tramite l’individuazione dei principali rischi (effettivi e potenziali) che si possono manifestare nel corso delle attività
quotidiane e il presidio dei rischi nel continuo nell’ambito delle proprie competenze;
• una funzione di Operational Risk Management di secondo livello (accentrata nell’ambito della più ampia struttura di Risk & Permanent
Control) che definisce e sviluppa le metodologie, le policy e le procedure per l’identificazione, la valutazione, il monitoraggio e la
mitigazione dei rischi operativi;
• una funzione deputata ai controlli di terzo livello attribuita alla Funzione di Revisione Interna, nel rispetto del sistema dei controlli
interni previsti dal Gruppo.
La gestione del rischio operativo si basa sui seguenti principi:
a) identificazione: processo di rilevazione, raccolta e classificazione delle informazioni relative ai rischi operativi attraverso il trattamento
coerente e coordinato di tutte le fonti di informazione rilevanti per la loro rappresentazione integrata;
b) valutazione: processo di misurazione in termini economici dei rischi operativi individuati connessi all’operatività delle singole strutture
aziendali;
c) misurazione e valutazione: il rischio è quantificato determinandone gli impatti sui processi aziendali anche sotto il profilo economico;
d) monitoraggio e reporting: processo di raccolta, organizzazione e rappresentazione strutturata dei risultati al fine di analizzare e
controllare nel tempo l’evoluzione del grado di esposizione al rischio operativo e di prevenire l’accadimento di eventi dannosi;
e) mitigazione e controllo: processo di trasferimento del rischio e di miglioramento del sistema di controlli interni e dei processi aziendali.
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Il Modello Organizzativo per la gestione dei rischi operativi si articola nei seguenti processi:
• mappatura dei rischi operativi per processo aziendale, nella loro natura attesa e inattesa (aggiornamento annuale o a seguito di
modifiche strutturali di processo);
• rilevazione degli eventi di perdita con frequenza trimestrale;
• analisi e classificazione degli eventi di rischio e di perdita e definizione, ove necessario, di azioni di controllo e attenuazione dei rischi;
• analisi degli eventi di alert che potrebbero modificare il profilo di rischiosità del Gruppo a seconda della loro manifestazione economica
al di sopra di determinate soglie.
Classificazione eventi di rischio operativo
La classificazione degli eventi di rischio operativo è stata declinata nel corso degli anni sulla specifica realtà di FCA Bank e si articola in:
• Frode interna
• Frode esterna
• Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro
• Clientela, prodotti e prassi professionali
• Danni a beni materiali
• Interruzione dell’operatività e disfunzioni dei sistemi informativi
• Esecuzione e gestione dei processi.
Ciascuna delle suddette categorie è suddivisa a sua volta in altre categorie specifiche (sottocategorie), articolate anche queste ultime in
ulteriori categorie di terzo livello.
FCA Bank è particolarmente attiva e sensibile ai seguenti ambiti:
• FRODI ESTERNE: attraverso un’unità dedicata che, con l’ausilio di strumenti a supporto (score card) e tecniche di analisi
documentale, interviene per mitigare il rischio di possibili frodi.
• TUTELA DELLA PRIVACY: attraverso la formazione (riproposta e aggiornata periodicamente) di tutto il personale del gruppo
riguardo legislazione e normativa in materia di Privacy.
• PROTEZIONE DEL PATRIMONIO INFORMATIVO AZIENDALE: effettuata tramite la redazione di norme interne e procedure
riguardanti criteri e strumenti tecnici che la società e tutti i partner devono adottare per garantire l’efficacia delle azioni di protezione
del patrimonio informativo aziendale con specifica attenzione alla categoria dei dati personali.
• RISCHI CONNESSI ALL’INTRODUZIONE DI NUOVE NORMATIVE DI SETTORE: attraverso l’introduzione di un monitoraggio
periodico con il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali e il coordinamento da parte degli enti Compliance e Affari Legali.
• CONTROVERSIE LEGALI: il costante monitoraggio di quest’ambito di rischio consente di rilevare e controllare eventuali situazioni
particolarmente critiche.
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Struttura organizzativa
I ruoli e le responsabilità delle strutture di FCA Bank coinvolte nella gestione dei rischi operativi possono essere così riepilogati:
Risk & Permanent Control
Struttura a riporto diretto del CEO di FCA Bank, che si occupa di mappare e misurare i rischi, così come supervisionare i processi di risk
management, direttamente gestendo i controlli permanenti di seconda linea/ secondo livello.
Central Operational Risk Manager
Inserito all’interno della funzione Risk & Permanent Control, è responsabile dell’organizzazione e della manutenzione del processo di
gestione dei rischi operativi in tutte le controllate del gruppo; a tale scopo assicura lo sviluppo e l’implementazione di un sistema di
controlli permanenti per il monitoraggio dei rischi sull’intero perimetro dei processi aziendali e un adeguato sistema di reporting sul
livello qualitativo del processo di gestione del rischio operativo implementato a livello locale.
Comitato Rischi Operativi Centrale
Si riunisce all’interno dell’Internal Control Committee (ICC) che si tiene trimestralmente. L’ICC è responsabile del monitoraggio dei
risultati delle attività svolte dalle funzioni di Controllo Interno della Società (Risk & Permanent Control; Compliance; Internal Audit). I
risultati delle attività di controllo sono riportate e discusse nell’ICC.
Local Operational Risk Manager
Inserito all’interno della funzione Risk & Permanent Control, è responsabile dell’organizzazione e della manutenzione del processo di
gestione dei rischi operativi presso il singolo Mercato, al fine di garantire la conformità con le metodologie e gli standard definiti dalla
Capogruppo.
Per l’adempimento delle sue mansioni è supportato da una rete di referenti individuati a livello di processo all’interno delle singole aree
operative. Queste figure hanno l’incarico di rilevare e segnalare, in accordo con i propri responsabili, gli eventi di perdita operativa
accaduti nel periodo ed eventuali modifiche intervenute sui processi di competenza analizzandone la possibile rischiosità.
Comitato Rischi Operativi Locale
A cadenza almeno trimestrale, per la singola società del gruppo, valuta ed approva le azioni di mitigazione, esamina lo stato di
avanzamento degli interventi correttivi concordati a fronte di eventi di rischio operativo occorsi.
A supporto del framework di Operational Risk Management, la società FCA Bank si è dotata di uno strumento informatico, che si articola
in due moduli: uno per la raccolta dei dati di perdita operativa e l’altro per la mappatura dei rischi operativi rilevabili nei diversi processi
aziendali.
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ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO
DI NEGOZIAZIONE
Informativa qualitativa
Le partecipazioni iscritte nella Voce 100 del Bilancio sono detenute per il conseguimento dell'oggetto sociale di FCA Bank (l’esercizio
del credito nelle sue varie forme, sia direttamente sia tramite società controllate). Il valore delle partecipazioni al 31 dicembre 2015 delle è
pari a 79 mila euro.
Gli strumenti di capitale iscritti nella Voce 40 “Attività finanziarie disponibili per la vendita” del Bilancio rappresentano il valore netto di
Strumenti Finanziari Partecipativi ex art. 2346 c.c., titoli sottoscritti dalla FCA Bank S.p.A. nel 2009 per un importo pari a 639 mila euro
nell’ambito di un’operazione di “ristrutturazione di credito” verso un dealer. Il titolo è stato interamente svalutato nell’anno 2009.
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ESPOSIZIONE AL RISCHIO TASSO SU POSIZIONI NON INCLUSE NEL
PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE
Informativa qualitativa
Il rischio di tasso d’interesse è rappresentato per il gruppo FCA Bank dall’esposizione del margine finanziario alla fluttuazione dei tassi
d’interesse di mercato. Più specificamente, risiede nell’eventuale mismatch temporale tra la data di reset dei tassi (data in cui il tasso
viene fissato: per operazioni a tasso fisso coincide con la scadenza, per operazioni a tasso variabile coincide con la fine del periodo di
interessi) sulle attività e la data di reset dei tassi sulle passività.
Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio
Relativamente alla gestione del rischio di tasso di interesse, l’ente centrale Treasury, non agendo in qualità di profit center, persegue
esclusivamente finalità di copertura del rischio e quindi di minimizzazione dell’impatto economico che altrimenti deriverebbe dalla
volatilità dei tassi di interesse di mercato.
Tale attività viene esercitata anche per le società controllate del gruppo. La mitigazione del rischio avviene tramite operazioni in derivati
esclusivamente sulla base di contrattualistica standard di mercato (ISDA, International Swaps and Derivatives Association).
Per il calcolo dell’esposizione al rischio di tasso di interesse sono utilizzate le seguenti metodologie:
• Reset Gap Analysis; tale metodologia è rivolta a individuare la differenza, tra l’ammontare delle attività e delle passività aventi data di
reset nella medesima fascia temporale. Viene definita Maturity Gap la differenza tra il valore totale delle attività e le passività che
maturano/presentano un reset di tasso in una specifica banda. I Maturity Gap vengono raggruppati in bande e sommati all’interno di
ogni banda. Il rapporto tra tale somma e il totale delle attività che maturano/presentano un reset di tasso nella banda è definito come
Gap Mismatch Index. Le politiche di gestione dei rischi finanziari pongono limiti massimi per il Gap Mismatch Index non deve
eccedere il ± 10%;
• Duration Analysis; tale metodologia ha l’obiettivo di identificare la differenza tra la durata media finanziaria delle attività e quella delle
passività analizzate per data di reset. In particolare le attività che maturano/presentano un reset in un determinato mese vengono
sommate e scontate mediante l’opportuno fattore di sconto, calcolato sulla base dei tassi di interesse di mercato rilevati alla fine del
mese di analisi. La somma di tutte le attività così scontate, ponderate per la loro effettiva durata residua in termini di mesi, divisa per la
somma di tutte le attività scontate, è definita Assets Duration. Le passività che maturano/presentano un reset in un determinato mese
vengono sommate e scontate mediante l’opportuno fattore di sconto, calcolato sulla base dei tassi di interesse di mercato. La somma di
tutte le passività scontate, ponderate per la loro effettiva durata residua in termini di mesi, divisa per la somma di tutte le passività
scontate è definita Liabilities Duration. La differenza tra Assets Duration e Liabilities Duration, rapportata alla Assets Duration è
definita Duration Gap Index. Le politiche di gestione dei rischi finanziari pongono limiti massimi per il Duration Gap Index non deve
eccedere il ± 5%.
Al fine di garantire il rispetto dei limiti imposti a livello consolidato dall’”Asset & Liability Policy”, la Tesoreria utilizza strumenti
derivati, come ad esempio Interest Rate Swaps, allo scopo di modificare opportunamente i disallineamenti sopra illustrati,
omogeneizzando i profili di reset dei tassi delle attività e delle passività.
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Struttura organizzativa
Il Gruppo al fine di garantire la gestione puntuale ed equilibrata del rischio di tasso d’interesse si è dotato di un’apposita struttura di
Corporate Governance.
A tale riguardo, alcuni dei Committees/Meetings hanno scopo principalmente informativo e di definizione delle strategie generiche di
copertura dei rischi finanziari e di mercato cui il Gruppo è soggetto, in particolare:
• Board of Directors ha il ruolo direttivo, di indirizzo e di verifica della conformità, nonché appropriatezza, della struttura di governo dei
rischi;
• Advisory Board ha lo scopo di monitorare la posizione del Gruppo circa il rischio di interesse;
• Finance & Control Committee ha lo scopo di monitorare la posizione del Gruppo circa il rischio di interesse e di definire strategie di
copertura dei rischi rilevanti;
• Group Internal Risk Committee ha il ruolo di indirizzo e monitoraggio al fine di assicurare il corretto funzionamento del Sistema dei
Controlli Interni del Gruppo è convocato al verificarsi di una eventuale condizione di crisi;
• ALM Internal Committee (I.C.):
- monitora la coerenza tra le operazioni di copertura del rischio di tasso approvate e quelle eseguite ogni mese;
- approva le operazioni di copertura di rischio tasso da eseguirsi mensilmente.
• Treasury ha il ruolo di:
- eseguire le operazioni di copertura;
- controllare il processo di negoziazione;
- definire la strategia di copertura all’interno dei limiti fissati dal ALM I.C.;
- eseguire controlli di primo livello nel continuo, effettuati direttamente dal personale operativo dell’Ente sull’attività
di monitoraggio e copertura del rischio di tasso.
• ALM & Financial Reporting ha il ruolo di:
- monitorare il rischio di tasso a livello consolidato e per le divise con cui opera il gruppo;
- predisporre la reportistica per l’ALM I.C.;
- svolgere gli stress test richiesti;
- svolgere l’attività di B/O sulle operazioni eseguite da Treasury;
- eseguire controlli di primo livello nel continuo, effettuati direttamente dal personale operativo dell’Ente sull’attività
di monitoraggio e copertura del rischio di tasso.
• Risk & Permanent Control: svolge controlli sistematici sulla corretta applicazione delle procedure di Tesoreria/ALM & FR compresi i
controlli ivi previsti.
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Informativa quantitativa
Il Gruppo calcola il capitale interno da allocare a fronte del rischio di tasso di interesse attraverso la valutazione dell’impatto sul
portafoglio bancario di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base (bps).
Al fine del calcolo del capitale interno, sono definite “rilevanti” le valute il cui peso è superiore al 5% del totale dell’attivo, oppure del
passivo, del portafoglio bancario. Le valute che non soddisfano tale criterio sono considerate “non rilevanti”, e valutate in modo
aggregato.
Sulla base della composizione del portafoglio, il Gruppo FCA Bank risulta esposto alle seguenti valute:
• Euro (EUR);
• Sterlina britannica (GBP);
• Franco Svizzero (CHF);
• Corona Danese (DKK);
• Zloty polacco (PLN).
Ai fini del calcolo del requisito di capitale EUR e GBP sono considerate valute “rilevanti”, mentre le restanti valute (CHF, DKK, PLN)
sono considerate “non rilevanti”.
Per ogni valuta “rilevante”, e per l’aggregato delle valute “non rilevanti”, vengono effettuate le seguenti operazioni:
1) Le attività e le passività del portafoglio vengono classificate in 14 fasce temporali tenendo conto della loro composizione, come
segue:
• le attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua mentre quelle a tasso variabile sono ricondotte nelle
diverse fasce temporali sulla base della data di rinegoziazione del tasso;
• i criteri, previsti nella Circolare B.I. 272 “Manuale per la compilazione della matrice dei conti” e nella Circolare B.I. 115 “Istruzioni per
la compilazione delle segnalazioni di vigilanza su base consolidata degli enti creditizi”, sono applicati per la compilazione dello
scadenziere;
• i conti correnti sono trattati come previsto dalla normativa di riferimento e in particolare:
• i c/c attivi sono classificati nella fascia "a vista";
• la somma dei c/c passivi e dei depositi liberi sono classificati secondo le seguenti indicazioni: nella fascia "a vista", convenzionalmente,
una quota fissa del 25% (c.d. “componente non core”); per il rimanente importo (c.d. “componente core”), nelle successive fasce
temporali da "fino a 1 mese" a "4-5 anni", in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti.
2) all’interno di ogni fascia temporale le posizioni attive sono compensate con quelle passive, ottenendo in tale modo la posizione netta;
3) la posizione netta di ogni fascia viene moltiplicata per i fattori di ponderazione, ottenuti come prodotto tra una variazione ipotetica
dei tassi e una approssimazione della duration modificata relativa alle singole fasce. Per il calcolo di tali fattori il Gruppo applica le
assunzioni definite nell’”Allegato C – Rischio di Tasso di interesse sul portafoglio bancario” della Circolare 285/2013 di Banca
d'Italia;
4) le esposizioni ponderate, relative alle diverse fasce, vengono sommate algebricamente tra loro ottenendo una approssimazione della
variazione del valore attuale delle poste, in considerazione dello shock di tasso ipotizzato (esposizione netta ponderata totale).
Il capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse è rappresentato dalla somma dei valori assoluti delle esposizioni nette ponderate
totali relativi alle diverse valute “rilevanti” e all’aggregato delle valute “non rilevanti”.
Relativamente al Gruppo FCA Bank si sottolinea che il tool di calcolo è strutturato su 11 fasce temporali sulla base delle seguenti
osservazioni:
• le attività e le passività classificate nella fascia "a vista" sono non significative nei calcoli (duration nulla);
• il portafoglio non contiene attività e passività con scadenze superiori a 15 anni, conseguentemente le fasce temporali “da oltre 15 anni a
20 anni” e “oltre 20 anni” non sono considerate.
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Sono stati quindi definiti i seguenti indicatori in riferimento a ogni singola valuta “rilevante” e all’aggregato delle valute “non rilevanti”:
• Indicatore di rischiosità, calcolato come rapporto tra la somma delle esposizioni nette ponderate positive e i Fondi Propri;
• Soglia di attenzione, pari al 20% dei Fondi Propri, in linea con i requisiti della Circolare 285/2013 di Banca d'Italia.
Stress test
L’obiettivo dell’esercizio di stress è quello di misurare il capitale interno a fronte del rischio di tasso del portafoglio bancario in
condizioni avverse.
La metodologia individuata utilizza quanto già sviluppato per la determinazione del Capitale Interno per il rischio di tasso. La prova di
stress consiste nell’ipotizzare movimenti (shift) non paralleli della curva dei rendimenti alle diverse scadenze.
A tal proposito sono stati ipotizzati i seguenti scenari:
• Scenario Base: shock parallelo di +/- 200 bps (scenario di riferimento);
• Scenario Downward: riduzione dei tassi con variazioni più rilevanti per le scadenze a breve termine (fino ad un massimo di 392 bps);
• Scenario Upward: incremento dei tassi con variazioni più rilevanti per le scadenze a breve termine (fino ad un massimo di 392 bps);
• Scenario Flattening: incremento dei tassi relativi alle scadenze inferiori ai 3 anni, con variazioni più rilevanti per le scadenze inferiori a
1 anno (fino ad un massimo di 207 bps), contestualmente a una diminuzione dei tassi in relazione alle scadenze superiori ai 3 anni (fino
ad un minimo di -79 bps);
• Scenario Steepening: diminuzione dei tassi relativi alle scadenze inferiori ai 3 anni, con variazioni più rilevanti per le scadenze inferiori
a 1 anno (fino ad un massimo di 207 bps), contestualmente ad un incremento dei tassi in relazione alle scadenze superiori ai 3 anni (fino
ad un minimo di 79 bps);
• Scenario Flattening Twist: incremento di 200 bps dei tassi relativi alle scadenze fino a 1 anno e diminuzione di 100 bps sulle fasce a
scadenza superiore a 1 anno;
• Scenario Steepening Twist: riduzione di 100 bps dei tassi relativi alle scadenze fino a 1 anno e incremento di 200 bps sulle fasce a
scadenza superiore a 1 anno;
• Scenario vincolato: viene applicato uno shock parallelo di -200 bps vincolando gli spostamenti effettivamente applicati in modo tale da
non rendere i tassi negativi. In particolare viene considerata, tra i dati di input, anche la curva attuale dei tassi di interesse al fine di
rispettare il vincolo imposto dalla normativa di non negatività dei tassi nel momento in cui vengono applicati scenari al ribasso.
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Risultati al 31 dicembre 2015
Il capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse ammonta a Euro 26 milioni per l’anno 2015.
I risultati relativi al calcolo del capitale interno sono di seguito riportati:
Calcolo capitale interno e indice di rischiosità
FCA BANK GROUP (importi in €)
Valore assoluto esposizioni nette
ponderate - Scenario Base
EUR 13.975.934.438 80,55% 13.789.081.030 85,51% 14.984.416
GBP 2.563.238.615 14,77% 1.790.547.447 11,10% 9.108.879
Non rilevanti 812.302.104 4,68% 545.749.013 3,38% 2.250.900
Totale 17.351.475.157 100,00% 16.125.377.490 100,00% 26.344.195
Indice di rischiosità 1,54%
Attività (€) Passività (€)
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ESPOSIZIONI IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE
Informativa qualitativa
Strategie e processi sottostanti alle operazioni di cartolarizzazione e di cessione dei crediti
Le operazioni di cartolarizzazione vengono poste in essere dalle società del Gruppo in un’ottica volta a cogliere tre risultati:
• diversificazione delle fonti di finanziamento: la cartolarizzazione rappresenta un’importante fonte di finanziamento alternativa per il
Gruppo rispetto alla raccolta bancaria ordinaria;
• miglioramento della posizione di liquidità: la capacità potenziale del gruppo di cartolarizzare crediti rappresenta anche un importante
supporto alla posizione di liquidità del Gruppo. L’ottima performance delle operazioni sin qui effettuate unita alla reputazione delle
società operative nel ruolo di “servicer” garantiscono infatti l’immediata accessibilità di questo strumento, qualora dovessero
riscontrarsi situazioni di difficoltà negli altri mercati finanziari di riferimento;
• ottimizzazione del costo della provvista: le strutture utilizzate per effettuare le cartolarizzazioni e la qualità del portafoglio ceduto
consentono, attraverso l’ottenimento del rating più elevato, di ottenere un costo della provvista competitivo.
Fasi delle operazioni
Si possono individuare sostanzialmente tre tipologie diverse di operazioni:
(a) Operazioni c.d. “Warehouse + ABS revolving o amortizing”
(b) Operazioni c.d. “ABS revolving o amortizing”
(c) Operazioni c.d. “Conduit”
Le operazioni sub a) si articolano in due fasi distinte:
Fase Warehouse
In questa fase si procede progressivamente alla costituzione del portafoglio cartolarizzato, sino all’ammontare prestabilito, tale per cui
l’SPV procede all’acquisto di crediti in fasi successive, nell’arco di un periodo temporale predefinito.
L’acquisto di tali portafogli di crediti viene finanziato tramite i proventi rivenienti dall’emissione di titoli asset backed inizialmente
emessi in due distinte classi: titoli Senior e Mezzanine in tutto o in parte sottoscritti da banche o da società supportate dalle banche
dell’operazione e definite Conduit, le quali a loro volta ne finanziano l’acquisto tramite l’emissione di titoli a breve termine (commercial
paper); titoli Junior, sottoscritti integralmente dalla stessa Società Originator o da un’altra Società del Gruppo.
Fase ABS (opzionale)
La Fase ABS del Programma ha eventualmente inizio quando sia stato raggiunto il livello di portafoglio cartolarizzato ritenuto adeguato
all’emissione dei titoli, e ove le condizioni di mercato lo consentano e si sostanzia nell’emissione e offerta ad investitori professionali
europei di titoli asset backed (titoli ABS) in più classi. I titoli ABS collocati sul mercato possono essere emessi sia dallo stesso SPV
utilizzato durante la Fase Warehouse, sia da un nuovo SPV, in tal caso previo trasferimento del portafoglio e contestuale estinzione delle
serie di titoli emesse nella precedente Fase Warehouse.
Nel caso di collocamento pubblico, i titoli emessi nella Fase ABS sono dotati di rating pubblico di almeno due Agenzie di Rating e sono
solitamente quotati presso una Borsa regolamentata.
Nel caso di collocamento privato, i Titoli sono solitamente privi di rating pubblico
La Fase ABS può essere di tipo “revolving”, prevedendo cioè che la Società Originator abbia la possibilità di cedere, periodicamente,
ulteriori crediti nel rispetto dei vincoli previsti dal contratto di cartolarizzazione, per un periodo di tempo predeterminato, in modo da
mantenere il portafoglio esistente ad un livello costante pari a quello in essere al momento dell’emissione, oppure può essere di tipo
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“amortizing”, nella quale, non avendo la Società Originator la possibilità di cedere ulteriori crediti, il portafoglio è soggetto ad
ammortamento.
Al termine del periodo revolving, o fin dal momento dell’emissione dei titoli ABS nel caso in cui la Fase ABS sia “amortizing”, a fronte
dell’ammortamento del portafoglio, avverrà il conseguente rimborso dei titoli ABS emessi secondo la priorità preventivamente stabilita.
All’interno di tale schema rientrano le operazioni denominate NIXES FIVE e NIXES SIX.
Le operazioni “ABS revolving o amortizing” sub b) sono strutturate in modo da effettuare un’unica cessione in blocco di crediti, in
seguito o contestualmente alla quale l’SPV procede all’emissione e all’offerta ad investitori professionali europei di titoli asset backed
(titoli ABS) in classi distinte, con cui finanzia l’acquisto del portafoglio.
Anche in questo caso la Fase ABS può essere di tipo “revolving” o di tipo “amortizing”, e comporterà i medesimi effetti sul rimborso dei
titoli ABS emessi come sopra descritto sub a).
All’interno di tale schema rientrano le operazioni:
A-BEST FOUR
A-BEST SEVEN
A-BEST NINE
A-BEST TEN
A-BEST ELEVEN
A-BEST TWELVE
A-BEST THIRTEEN.
Le operazioni “Conduit” sub c) sono strutturate in modo da poter effettuare cessioni di portafoglio, sino al limite pari all’ammontare del
programma, ad un SPV, che procede all’acquisto di crediti in fasi successive, per un periodo temporale predefinito.
L’acquisto di tali portafogli crediti viene finanziato tramite i proventi rivenienti dall’emissione di titoli asset backed inizialmente emessi
in due distinte classi: titoli Senior integralmente sottoscritti da Banche o da società Conduit supportate dalle banche dell’operazione, le
quali a loro volta ne finanziano l’acquisto tramite l’emissione di titoli a breve termine (commercial paper); titoli Senior sottoscritti dalla
stessa Società Originator o da un’altra Società, al fine di colmare il disavanzo tra crediti ceduti ed ammontare massimo sottoscritto da
Conduit o Banche terze; titoli Junior, sottoscritti integralmente dalla stessa Società Originator o da un’altra Società del Gruppo.
La Società Originator ha la possibilità di cedere, periodicamente, nuovi crediti nel rispetto dei vincoli previsti dal contratto di
cartolarizzazione, per un periodo variabile, solitamente superiore a tre anni, fino all’ammontare stabilito.
Al termine del periodo revolving, non si avrà, diversamente da quanto previsto per le operazioni descritte sub a) e b), il collocamento dei
Titoli sul mercato ABS, pertanto il portafoglio comincerà ad ammortizzare e conseguentemente avverrà il rimborso dei Titoli secondo la
priorità preventivamente stabilita.
Si ricomprendono, in questo schema, le operazioni denominate ERASMUS e FAST 3.
Struttura revolving
Le operazioni, se aventi operatività di tipo “revolving” come sopra descritto, possono prevedere che, per un periodo di tempo
predeterminato, l’SPV possa acquistare ulteriori portafogli di crediti, aventi stessa tipologia economico-giuridica e analogo profilo di
rischio, finanziandone l’acquisto unicamente con gli incassi ottenuti dai crediti facenti parte del portafoglio in essere al momento
dell’emissione dei titoli ABS e di cui la Società Originator si sia resa in precedenza cessionaria.
La struttura revolving consente l’ammortamento dei costi fissi dell’operazione su un periodo più lungo, ottimizzando il costo
dell’operazione.
Al termine della fase revolving i titoli emessi vengono ripagati con un profilo di ammortamento che segue quello dei crediti sottostanti.
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Gestione della liquidità
Alla Società Originator può essere richiesto in ogni operazione, ed in forme che possono essere fra loro formalmente differenti, di allocare
una linea di liquidità o un deposito di cassa a supporto dell’SPV.
Il dimensionamento di tale importo viene determinato contrattualmente ed è tale da consentire al veicolo di far fronte a temporanee
esigenze di liquidità (tipicamente, alle date di pagamento) che dovessero verificarsi nell’applicazione della “waterfall” dei pagamenti
come descritta successivamente.
Struttura della “waterfall”
La “waterfall”, o “cascata” dei pagamenti, identifica quali siano le priorità nell’allocazione della cassa disponibile all’interno dell’SPV.
Abitualmente le operazioni di cartolarizzazione hanno tutte una struttura di waterfall analoga, che prevede un ordine predefinito dei
pagamenti da effettuarsi ad ogni data di pagamento.
Nel caso di operazioni originate da crediti Retail, in cui si opera generalmente una distinzione tra componente “Income” (equivalente alla
componente di sconto derivante dalla cessione del credito) e “Principal” degli incassi ricevuti dall’SPV, la waterfall prevede - in via
semplificata – le seguenti tipologie di pagamenti:
INCOME
(a) Spese del veicolo (principalmente spese relative ai Service Providers dell’operazione)
(b) Swap (previsti contrattualmente a fini di immunizzazione del rischio tasso di interesse dell’SPV)
(c) Remunerazione del Servicer
(d) Interessi sui titoli
(e) Reintegro/remunerazione della Liquidity line
(f) Accantonamento per copertura dei crediti scaduti
(g) Altre voci
PRINCIPAL
(a) Copertura di eventuali pagamenti previsti ma non effettuati nell’ambito della waterfall INCOME di cui sopra
(b) Acquisto di crediti (durante il periodo revolving)
(c) Rimborso dei titoli emessi (al termine dell’eventuale periodo revolving)
(d) Altre voci
Nel caso di operazioni originate da crediti Dealer Financing, date le diverse caratteristiche del portafoglio, si opera generalmente una
gestione della cassa che prevede, a fronte della ricezione dei seguenti flussi di entrata:
(a) Saldo del conto corrente
(b) Rilascio fondi da struttura sulla Cash Reserve
(c) Incassi da portafoglio crediti
(d) Eventuale emissione di nuovi titoli Senior
(e) Eventuale emissione di nuovi titoli Junior,
l’effettuazione dei seguenti flussi di pagamento:
(a) Spese del veicolo
(b) Interessi sui titoli Senior
(c) Accantonamenti fondi nella struttura sulla Cash Reserve
(d) Acquisto di crediti (durante il periodo revolving)
(e) Eventuale rimborso titoli Senior
(f) Interessi su titoli Junior
(g) Eventuale rimborso titoli Junior
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Attività di servicing
Il ruolo di Servicer delle operazione di cartolarizzazione è sempre svolto, all’interno del Gruppo FCA Bank, dalla Società Originator.
Inoltre FCA Bank svolge i ruoli di Coordinator nell’operazione ERASMUS e di Performance Guarantor nelle operazioni ERASMUS,
NIXES FIVE, NIXES SIX e A-BEST ELEVEN.
Il ruolo di Servicer delle operazioni presuppone il rispetto di una serie di parametri qualitativi legati ad una corretta gestione delle attività
sottostanti ai titoli emessi dall’SPV, ed un’adeguata struttura organizzativa in termini di gestione e personale specializzato.
Operativamente, il Servicer provvede a:
a) gestire i contratti in essere secondo le proprie Credit and Collection Policies e la normativa, in accordo con l’SPV ed il
Trustee/Representative of Noteholders delle transazioni, e con obblighi di informativa anche alle Rating Agencies in caso di eventi
rilevanti;
b) effettuare le registrazioni degli Incassi e dei Recuperi, trasferendone il relativo ammontare. Gli incassi effettuati dal Servicer delle varie
operazioni sono trasferiti all’SPV secondo cadenze predefinite in ciascuna transazione (abitualmente a livello giornaliero) e vengono
mantenuti su conti correnti remunerati fino alla prima data di pagamento utile, alla quale sono impiegati per i pagamenti previsti nella
waterfall, o alternativamente, in caso di operazioni in Fase Warehouse o in Fase ABS Revolving, fino alla data in cui possano essere
utilizzati per il pagamento del prezzo di acquisto relativo a cessioni ulteriori di crediti;
c) svolgere un’attività di monitoraggio, reporting e verifica sull’operazione (le attività di Paying Agent / Calculation Agent / Agent Bank
sono assegnate ad un’entità bancaria terza).
L’attività di Servicing è remunerata dall’SPV su basi di mercato.
Agenzie di Rating
Le operazioni di cartolarizzazione sono state strutturate in modo da ottenere, nel caso di operazioni pubbliche, il rating massimo per i
Titoli Senior emessi dall’SPV. Per tutte le operazioni pubbliche in essere, è stato ottenuto un rating dei Titoli ABS (Senior e Mezzanine,
esclusi quelli Junior) da almeno due delle quattro maggiori Agenzie di Rating (Standard&Poor’s, Moodys’ Investor Service, DBRS e
Fitch Ratings).
I Titoli Senior e Mezzanine delle operazioni private possono essere invece dotati o meno di rating (se assegnato, in forma privata) a
seconda delle esigenze del sottoscrittore. I Titoli Junior sono privi di rating.
Performance delle cartolarizzazioni
Si rilevano ottime performances dei portafogli ceduti, sia tramite la reportistica prodotta dal Servicer, sia nei Report che vengono stilati
dal Calculation Agent (a beneficio degli Investitori, nel caso si tratti di operazioni Pubbliche).
Ciò è anche evidenziato, in alcuni casi, dalla revisione in positivo (“upgrade”) dei rating assegnati dalle Agenzie ai titoli di alcune
operazioni.
A seguito dell’abbassamento del rating sovrano assegnato dalle Agenzie alle emissioni della Repubblica Italiana, ed in applicazione delle
metodologie interne delle Agenzie di Rating, recentemente i titoli Senior delle operazioni originate dal Gruppo ed aventi come sottostante
crediti originati in Italia sono stati oggetto di revisione in negativo del rating ad essi assegnato da alcune Agenzie.
I portafogli rispettano ampiamente i limiti ed i vincoli previsti all’interno delle diverse operazioni, senza che si sia verificato alcun evento
che abbia determinato la non conformità del portafoglio rispetto ai triggers in base ai quali lo stesso è monitorato.
Il monitoraggio dei trigger relativi al portafoglio viene effettuato, per quanto riguarda le operazioni originate da crediti Retail, ad ogni
data di cessione delle Fasi di Warehouse e Revolving (il monitoraggio non viene effettuato in caso di operazioni “Amortizing” poiché,
essendo in questo caso il portafoglio statico, cioè non soggetto a mutamenti dovuti a cessioni revolving, è soggetto solamente alla
valutazione iniziale delle Rating Agencies, e pertanto, la rilevazione delle performance ha un valore puramente informativo).
Il monitoraggio delle performance del portafoglio è invece rilevato con cadenza trimestrale.
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Per quanto riguarda le operazioni originate da crediti Dealer Financing, il monitoraggio dei trigger e delle performance del portafoglio
viene effettuato con cadenza almeno mensile, e si evidenziano andamenti regolari delle performance dei crediti ceduti.
Operazioni di cartolarizzazione: metodi di calcolo delle esposizioni
Il FCA Bank utilizza la metodologia standardizzata per il calcolo del requisito patrimoniale relativo agli importi delle operazioni di
cartolarizzazione.
Operazioni di cartolarizzazione: politiche contabili
Le operazioni di cartolarizzazione prevedono la cessione pro-soluto di un portafoglio di crediti ad una società veicolo, che finanzia
l’acquisto dei crediti mediante l’emissione di titoli mobiliari da essi garantiti (asset-backed securities), ovvero titoli il cui rimborso e i cui
flussi di interessi dipendono dai flussi finanziari generati dal portafoglio di crediti.
Gli asset-backed securities si suddividono in classi a seconda del loro grado di privilegio (seniority) e del loro rating: le classi di grado più
elevato (senior) sono collocate sul mercato e sono sottoscritte dagli investitori; le classi di grado inferiore (junior), il cui rimborso è
subordinato a quello delle senior, sono sottoscritte da società del Gruppo FCA Bank.
Secondo quanto stabilito dall’IFRS 10, le società veicolo sono incluse nell’area di consolidamento, in quanto la sottoscrizione di asset-
backed securities junior e la partecipazione da parte della società originator all’organizzazione del programma e alla stesura dei relativi
contratti, implicano il controllo sulla SPE.
Informazioni di natura quantitativa
Per il Gruppo FCA Bank non si rileva alcuna casistica.
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POLITICA DI REMUNERAZIONE
Nella “Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari - Relazione sulle Remunerazioni” sono riportate tutte le informazioni
sulla Governance di FCA Bank e sulle politiche di remunerazione in essere. La “Relazione” è consultabile alla sezione “Governance” del
sito internet della banca all’indirizzo: www.fcabankgroup.com.
Nella Relazione sulle Remunerazioni sono incluse tutte le informazioni richieste dall’art. 450 della CRR in merito alla politica e alle
prassi di remunerazione, relative alle categorie di personale le cui attività professionali hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio
della banca.
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LEVA FINANZIARIA
Informativa qualitativa
Con la regolamentazione prudenziale di Basilea 3 è stato introdotto, in via definitiva a partire dal 1° gennaio 2015, il Coefficiente di Leva
finanziaria (Leverage ratio), che misura il grado di copertura del Capitale di Classe 1 rispetto all’esposizione totale del Gruppo Bancario.
Tale indice è calcolato considerando gli attivi e le esposizioni fuori bilancio. L’obiettivo dell’indicatore è contenere il grado
d’indebitamento nei bilanci delle banche inserendo un livello minimo di copertura delle attività di rischio mediante capitale proprio. Il
rapporto, in corso di monitoraggio da parte delle autorità, è espresso in percentuale ed è soggetto ad un limite minimo regolamentare del
3% (valore di riferimento del Comitato di Basilea).
Descrizione dell’approccio di Gruppo
Il Gruppo, in linea con le best practice di mercato, ritiene che il rischio di eccessiva leva finanziaria non possa essere mitigato tramite
capitale interno. In quest’ottica il Gruppo ha comunque adottato metodologie quantitative per presidiare il rischio di eccessiva leva
finanziaria, come descritto in seguito (paragrafo 3.4), volte alla rilevazione periodica dell’indicatore regolamentare Leverage Ratio.
Tutte le Società controllate sottoposte a gap analysis risultano compliant con l’approccio definito dalla Società capogruppo, considerate le
eventuali specifiche normative locali. Non risultano pertanto necessari piani di armonizzazione.
Il Gruppo, coerentemente con le disposizioni regolamentari ha implementato una procedura per il calcolo dell’indicatore Leverage Ratio.
Con riferimento al Gruppo si evidenzia che il valore dell’indicatore è sensibilmente superiore alla soglia minima prevista dal Comitato di
Basilea (3%).
Il Gruppo, forte del livello di capitalizzazione che lo caratterizza, non ha previsto lo sviluppo di specifici strumenti di controllo e
attenuazione del rischio di eccessiva leva finanziaria in aggiunta alla procedura di rilevazione e segnalazione dell’indicatore
regolamentare con le tempistiche previste dall’Autorità di Vigilanza.
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Coefficienti di Leva finanziaria del Gruppo FCA Bank
Di seguito è riportata la sintesi dei dati relativi al calcolo dell’indicatore di leva finanziaria del Gruppo FCA Bank al 31 dicembre 2015,
oggetto di segnalazione. Il rapporto è espresso in percentuale ed è soggetto al limite minimo regolamentare del 3% (valore di riferimento
del Comitato di Basilea).
Valore dell'esposizione 31/12/2015
SFT accordi tipo di compensazione
SFT metodo semplificato 210.669
Derivati: metodo del valore di mercato: costo corrente di sostituzione 100.555
Derivati: metodo del valore di mercato: add-on 76.126
Derivati: metodo dell'esposizione originaria
Linee di credito non utilizzate revocabili 230.432
Elementi fuori bilancio a rischio medio-basso 4.708
Elementi fuori bilancio a rischio medio 70.386
Altri elementi fuori bilancio
Altre attivita' 17.591.068
Fondi propri
Capitale di classe 1 (TIER 1) - A regime 1.727.189
Capitale di classe 1 (TIER 1) - Transitorio 1.704.902
Investimenti significativi in soggetti del settore finanziario compresi esclusivamente nel perimetro di consolidamento
contabile - A regime
Investimenti significativi in soggetti del settore finanziario compresi esclusivamente nel perimetro di consolidamento
contabile - Transitorio
Filtri prudenziali e detrazioni - A regime (113.657)
Filtri prudenziali e detrazioni: di cui dovuti al proprio merito di credito - A regime
Filtri prudenziali e detrazioni - Transitorio (139.887)
Leverage Ratio
Indicatore di leva finanziaria - A regime 9,51%
Indicatore di leva finanziaria - Transitorio 9,40%