Favole su ordinazione il bambino-che-viveva-nella-paura

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Aprile 2011 - Fiaba scritta per un’assistente per bambini di una scuola elementare e sezione infantile Il bambino che viveva nella paura C’era una volta, un bambino che aveva paura di tutto. Aveva paura di respirare perché poteva capitare di ingerire troppo ossigeno, ma quando stava in apnea troppo tempo, credeva di morire soffocato. Aveva paura di camminare, perché temeva di cadere, ma a stare fermo si preoccupava sempre perché temeva che i suoi muscoli si atrofizzassero e diventassero piccoli. Parlava poco perché così non rischiava di dire cose che non andassero bene, ma quando stava zitto troppo tempo, aveva paura che gli altri si dimenticassero di lui. Si vestiva troppo perché aveva paura di avere freddo, ma quando era vestito temeva di sudare e beccarsi il raffreddore. All’età di sei anni, il bambino che aveva paura di tutto iniziò ad andare a scuola. Il primo giorno che varcò la porta dell’edificio, ebbe una gran paura. I bambini intorno a lui giocavano, gridavano, ridevano, correvano di qua e di là, si spingevano. Erano tutti molto indisciplinati e senza custodia e ne combinavano di tutti i colori senza timori, non preoccupandosi per niente dei pericoli che erano intorno a loro. Quei bambini correvano tra i corridoi, cadevano facendo ruzzoloni megagalattici, si arrampicavano sulle finestre, sbattevano ovunque procurandosi lividi di cui nessuno si occupava, ingoiavano sassi, si arrampicavano sul cancello d’entrata facendo a gara a chi andava più veloce… Insomma, a scuola era un gran fracasso e un gran via vai! Il bimbo si sentiva sempre più impaurito e se ne stava in un’angolino nascosto per paura di essere coinvolto.

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Fu a quel punto che notò laggiù, in fondo al corridoio, la bambina più bella che avesse mai visto: era bionda con lunghi capelli pieni di boccoli, un sorriso grande e due occhioni blu che esprimevano tanta energia. Il bimbo la guardò e si sentì prendere da un’emozione nuova che non aveva mai sentito, perché lui provava sempre e solo paura. La bimba si chiamava Amigdala. Amigdala si accorse di quella figura nascosta e si incuriosì. Lentamente, si avvicinò e, a quel punto, il cuore del bambino battè così forte che ebbe paura scoppiasse. Amigdala gli si avvicinò e cominciò a parlargli: “Come ti chiami?” Il bimbo rispose: “Mi chiamo Emilio”. “Perché sei qui nascosto?” chiese Amigdala. “Perché ho paura! Lo sai quanti pericoli ci sono a scuola e quante probabilità ho che mi succeda qualcosa?” disse Emilio. Amigdala lo guardò con i suoi occhini blu e, sorridendo, gli disse con voce tranquilla: “Lo sai che, proprio oggi, ho sentito le maestre che parlavano tra loro e hanno detto che presto arriverà una commissione a verificare lo stato di sicurezza della scuola? Dicevano che avrebbero dovuto partecipare a dei corsi specifici riguardo la sicurezza e che sarebbero stati istituiti dei turni di sorveglianza ai bambini, sia durante l’entrata a scuola che all’uscita e anche durante la ricreazione! Sai cosa vuol dire?” Emilio era fisso sui suoi occhi e, sinceramente, faceva fatica a seguirla perchè il suo cuore batteva, batteva forte. Si destò e rispose: “No, cosa significa?” Amigdala rispose: “Significa che le ci insegneranno a capire quali sono le situazioni di pericolo e come riconoscerle:è’ una cosa bellissima, non credi?” A Emilio non parve vero sentire una notizia tanto rassicurante e pensò immediatamente che quel via vai di cui aveva tanta paura sarebbe cambiato. Pensò che forse avrebbe avuto il coraggio di giocare con gli altri, magari anche con Amigdala. Emilio le fece un sorriso. Suonò la campanella che stabiliva la fine della ricreazione e si diressero ognuno nella sua classe.

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Una settimana dopo, la scuola era cambiata. I bambini continuavano a giocare ma erano più disciplinati, giocavano tranquilli, ridevano felici e si divertivano un sacco. Ogni bambino era coinvolto nel gioco e non c’erano più gruppetti distinti ma tutti insieme a divertirsi. Le maestre stavano con loro e ogni bambino si sentiva accudito e seguito. Emilio che aveva paura di tutto, avvertì immediatamente questo cambiamento e senza fatica, trovò il coraggio di uscire allo scoperto e giocare con gli altri e anche con la sua nuova amica Amigdala. Emilio ora andava a scuola felice e tranquillo e imparò a gestire la sua paura, conoscendo i pericoli. Amigdala divenne la sua amica del cuore e, insieme, crebbero felici e contenti sperimentando un sacco di cose, insieme.